PORTFOLIO / Landscape Architecture/ 2020 Ita

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Landscape Architecture

PORTFOLIO

2020

Lorenzo Baldini Architetto del Paesaggio



ABOUT ME

Lorenzo Baldini Dottore in Architettura del Paesaggio e in Pianificazione Territoriale

04/02/1995, Modena, Italia cellulare: +39 3498859511 email: lorenzobaldini57@gmail.com linkedin: lorenzobaldini95 online CV e Portfolio: Issuu

LORENZO BALDINI | portfolio

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CURRICULUM VITAE

ESPERIENZE LAVORATIVE

Osservatorio del Paesaggio del Monferrato Casalese

Tirocinio

02/2019- 07/2019 Alessandria, Italia

Eseguito letture a diverse scale e restituito graficamente dati riguardanti i caratteri ambientali, paesaggistici e percettivi del territorio del Basso Monferrato (Patrimonio Unesco). Sviluppato attraverso planimetrie e visualizzazioni, idee progettuali per la valorizzazione del paesaggio monferrino. Collaborato alla creazione della mostra sul paesaggio presentata alla municipalità e ai cittadini locali.

Laboratorio Re-Lab, DaSTu, Politecnico di Milano Tirocinio

03/2017- 06/2017 Milano, Italia

Collaborato con il gruppo di ricerca del dipartimento nella ricerca sul tema della rigenerazione delle caserme dismesse nell’ ambito milanese, in particolar modo di come esse si inseriscono e rapportano con il tessuto urbano attraverso analisi a scala urbana schemi e proposte progettuali.

ESPERIENZE FORMATIVE

Vivaio Società Agricola Valfredda

11/2019- 12/2019 Cazzago S.Martino, Italia

Collaborazione

Collaborato con il Vivaio Valfredda, specializzato in piante perenni nella scelta delle specii e nella creazione del masterplan vegetale preceduta da un analisi del sito all’interno della personale tesi di Laurea Magistrale.

Workshop -Paesaggi Futuri 2019

Workshop promosso dal Politecnico di Milano

07/2019- 07/2019 Verbania, Italia

Workshop di raccolta di idee sul ripensamento del lungolago Verbano con finale mostra dei lavori presentati alla municipalità ed ai cittadini locali.

EDUCAZIONE Laurea Magistrale in Landscape Architecture LM-3 (Inglese)

10/2017- 12/2019

Politecnico di Milano

Facoltà di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni Titolo tesi: Montecolino rediscovered. Recomposing traces of men and nature. Votazione: 106/110

Laurea Triennale in Urbanistica: Città Ambiente Paesaggio L-21

Politecnico di Milano

Facoltà di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni

Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio curriculum vitae in base all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e all’art. 13 GDPR 679/16.

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10/2014- 09/2017


COMPETENZE

GRAFICA

LINGUE

Adobe Photoshop:

Italiano: madre lingua

Adobe Illustrator:

Inglese: fluente

Adobe InDesign:

Francese: base Tedesco: base

CAD

Certificazioni: Toeic-Ets: pt 840

Autocad: BIM / 3D

Sketchup: Revit:

GIS

Qgis: RENDER

Lumion 8/9/10: OFFICE

Word: Power Point: Excel:

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CONTENUTI PORTFOLIO

Lavori Accademici

01 MONTECOLINO RITROVATA. RICOMPONENDO TRACCE DI UOMINI E NATURA Area di progetto: Montecolino, Lago d’Iseo, BS, Italia. Elaborato di Tesi in Architettura del Paesaggio, 2019 Politecnico di Milano Relatrice: Prof.ssa Sara Protasoni

02 WINESCAPE ALIVE. VIVERE IL PAESAGGIO DEL VINO Area di progetto: Vignale Monferrato, AL, Italia. Politecnico di Milano, 2018/19

03 MELZO InFORMAZIONE. Area di progetto: Melzo, MI, Italia. Politecnico di Milano, 2016/17

04 THE ARTIFICIALITY OF NATURE. Area di progetto: Quartiere S. Cristoforo, MI, Italia. Politecnico di Milano, 2017/18

05 GREEN AND BLUE MOBILITY. LA MOBILITA’ SOSTENIBILE Area di progetto: Lugano, Svizzera. Politecnico di Milano, 2017/18 Workshops/ Concorsi

06 LINKING THE WATER. RIPENSARE IL LUNGO LAGO DI VERBANIA Area di progetto: Lungolago Verbania, Italia. Workshop di progettazione Verbania Paesaggi Futuri 2019 | Polimi e UPC |

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01

MONTECOLINO RITROVATA. Ricomponendo tracce di Uomini e Natura

Quando l’uomo abbandona uno spazio, si manifesta una sua graduale riconquista da parte della natura. Talvolta, ed oggi più che mai, nasce l’esigenza di rigenerare questi luoghi per riabitarli. L’intervento di rigenerazione può ignorare le tracce e gli elementi dinamici che l’ambiente conserva, oppure può assecondarli, considerandoli come una risorsa fondamentale del paesaggio. L’elaborato di tesi abbraccia questo secondo approccio, intervenendo su un’area abbandonata, che si specchia sulle acque del lago d’Iseo. L’ area di progetto è una penisola privata in stato di abbandono, dove le tracce degli uomini si mescolano con una natura che cresce liberamente. Il luogo conserva un’articolata stratificazione storica: rimanenze signorili, fabbricati industriali e ruderi di guerra, sono frammenti sparsi che raccontano storie diverse dello stesso luogo. Tracce di natura e di cultura che tengono uniti passato e futuro nella condizione attuale. Il progetto infatti vuole rigenerare questo spazio, rendendolo fruibile alla collettività, cogliendone i caratteri intrinsechi e considerando gli elementi naturali e culturali già presenti come risorse da ricomporre in una ritrovata unità. La creazione di nuovi spazi e quindi esperienze, acquista vigore perché ha fondamento su preesistenze e/o formazioni spontanee. Questo assecondamento dell’esistente influisce positivamente, oltre che sull’autenticità, anche sulla sostenibilità dell’intervento. La nuova ritrovata unità deve dialogare con il territorio in cui si inserisce, aprendosi ad esso e cercando di assecondarne le necessità e valorizzarne l’identità.

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Atterraggio. Natura, Memoria e Fusione

passato

presente

“ What is a trace? It is a physical entity in the landscape; an imprint that makes a relation to a specific narrative of the place. To the observer, it reveals a former existence, process or action, caused by some agent or event.�

Le tracce. Passato e presente di un palinsesto da ricomporre

PROGETTO 1 | Montecolino Ritrovata

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strategia A

strategia B

strategia C

Le strategie. Le tre dimensioni del recupero

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PROGETTO 1 | Montecolino Ritrovata

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Masterplan. Riscoprire Montecolino

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Il progetto si concentra con particolare attenzione nella parte pianeggiante dell’area lasciando intoccato il promontorio boschivo essendo già esso una risorsa importante per l’intero progetto. Le due parti sono divise grazie ad un intervento di ripristino del canale che si poteva ammirarare piu di un secolo fa, trasformando cosi il rilievo roccioso in una piccola isola. Gli unici interventi sul promontorio sono stati la progettazione di un percorso al suo interno e il recupero di alcuni reperti, come torri di vedetta, già presenti e destinati a luoghi di osservazione del paesaggio circostante. Il fulcro del progetto è senza dubbio la piazza minerale con la fermata del treno, rendendo questo spazio un luogo di collettività e anche di eventi. Le colonne portanti delle ex industrie Caproni ricordano il carattere industriale del luogo. A partire da questa piazza iniziano una serie di percorsi che scandiscono una gradazione di pavimentazioni da minerali a naturali. A ovest infatti troviamo un percorso che si immerge all’interno della wetland creata e portata all’interno dell’area partendo dalla già esistente area umida che si poteva notare ai confini dell’area. L’unico elemento architettonico di maggior visibilità che è stato mantenuto è la villa storica. Verso nord invece è stato creato un percorso memoriale che sfrutta il tunnel già esistente, creato dai tedeschi durante Seconda guerra Mondiale, all’interno del quale il visitatore può immergersi e passare da un paesaggio più artificiale ad uno completamente naturale immergendosi direttamente sul lago grazie ad una passerella galleggiante. In questo modo si possono avere due visioni differenti dell’area e del paesaggio circostante. Per quanto riguarda gli elementi naturali, oltre alla wetland ed al promontorio è stato riscoperto e fatto emergere un vecchio scolo che serviva per il reflusso delle acqua dal versante montuoso situato dietro l’are verso il lago, creandovi un gravel garden.

PROGETTO 1 | Montecolino Ritrovata

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Assonometria. Cultura, natura e uomini

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PROGETTO 1 | Montecolino Ritrovata

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Planting design. La Wetland (Progetto in collaborazione con il Vivaio Valfredda)

sezione A-A’

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Planting design. Il Gravel Garden (Progetto in collaborazione con il Vivaio Valfredda)

sezione B-B’

PROGETTO 1 | Montecolino Ritrovata

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Vista 1. La piazza industriale

Vista 2. Walking on the wet side...

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Vista 3. C’era una volta a Montecolino...

Vista 4. Il memoriale della guerra

Vista 5. La natura nascosta

PROGETTO 1 | Montecolino Ritrovata

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02

WINESCAPE ALIVE. Vivere il paesaggio del vino.

Il progetto Winescape Alive si basa sul modello di museo diffuso, detto anche Ecomuseo, un museo dello spazio che vuole studiare, conservare e valorizzare i caratteri culturali di un determinato territorio coinvolgendo anche la popolazione locale in forma diretta, dato essere essa stessa la prima fonte di tramando di valori e di forme d’uso del paesaggio. Il progetto si sviluppa nella regione geografica denominata Basso Monferrato, o anche Monferrato degli Infernot, da quando è entrato a far parte del Sito Unesco dei paesaggi culturali “I paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”. L’idea di museo diffuso nasce proprio dalla ricerca e dalle visite sul campo che hanno constatato che nonostante questa area faccia parte di un Sito Unesco, grazie agli Infernot, strutture vernacolari per la conservazione del vino, esse non risultano cosi immediate al visitatore. Cosi come anche i caratteri culturali legati alla pratica del vino che quest’area puo offrire risultano in uno stato dormiente. Date queste premesse il progetto cerca di valorizzare questi paesaggi attraverso un modello riproponibile su 6 comuni avendo simili cartteristiche: borghi antichi disposti su altura, pendii collinari in cui vi sono posti i vigneti in diretto contatto con le cascine o aziende agricole, e insediamenti di piccole dimensioni disposti linearmente sulla strada che collega questi comuni. Come esempio è stato preso il tassello di paesaggio che va da Vignale Monferrato a Davino, sul quale vi sono state eseguite opere di valorizzazione, riuso, progettazione ex novo e coinvoglimento della popolazione, cercando di far riemergere anche tutti gli elementi intangibili che questo territorio può offrire.

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terra del vino

ambiente rurale

Promuovere e valorizzare i luoghi e le pratiche legate alla cultura del vino come vigneti, manufatti legati alla coltivazione dell’uva e alla sua produzione

Creare un nuovo centro civico rurale valorizzando gli elementi locali legati al mondo della agricoltura e della cucina tipica locale

borghi Dare maggior visibilità al patrimonio storico culturale dei borghi antichi e migliorare la qualità dei suoi spazi pubblici

Concept del sistema. Strategie per 3 diversi temi del museo diffuso

4 stanze

[cityscape]

[productionscape]

[cultivationscape]

[countryscape]

1 infrastruttura

Concept del tratto in analisi. 4 “stanze” ed un’ infrastruttura

PROGETTO 2 | Winescape Alive

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CITYSCAPE e PRODUCTIONSCAPE

CULTIVATIONSCAPE

Immagine di struttura. L’ecomuseo del vino

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COUNTRYSCAPE

PROGETTO 2 | Winescape Alive

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Area- 2 Il vigneto didattico

A’ Area- 1 Il Belvedere

Area- 4 La piazza del vino

Area- 3 Buscape

Area- 5 Piazzale di sosta Area- 6 L’arena del vino

A sezione A-A’

Area- 1

Area- 2

Progettare tra i vigneti. Un percorso da scoprire e da studiare

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Area- 3


Vista 1. Il belvedere e l’area di sosta

Vista 2. Il vigneto didattico

Vista 3. Una cornice sul paesaggio (Buscape)

PROGETTO 2 | Winescape Alive

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03

MELZO InFORMAZIONE. Nuovi visioni per la città di Melzo.

Il comune di Melzo è situato all’interno del distretto circondato da importanti elementi fluviali come l’ Adda e il Seveso, rispettivamente ad est ed a ovest, e dal Naviglio Martesana a nord e il canale Muzza a sud. Ad unire questi ultimi due, passando all’interno del comune vi è il torrente Molgora, un importante infrastruttra blu che negli ultimi anni ha dovuto far fronte a diverse criticità come esondazioni dovute alla scarsa qualità dei suoi argini ed a problemi di inquinamento delle sue acque, data la prossimità di numerose aziende lungo il suo corso che vi scaricano sostanze chimiche. Il comune di Melzo è solcato anche da grandi infrastrutture come la TEEM, BreBeMI, Nuova Cassanese che influiscono in modo negativo sul paesaggio circostante. Inoltre la linea ferroviaria sulla quale transitano i treni ad alta velocità, il servizio regionale e il servizio merci, separa il comune in due, con poche possibilità di dialogo tra le parti. Data la situazione attuale il progetto prevede come obiettivo principale quello di ricongiungere le parti frammentate del comune attraverso la rinaturalizzazione e riqualificazione del torrente Molgora, il quale sarà l’elemento di unione grazie anche ad un percorso ciclo pedonale lungo il suo corso. Una seconda azione è quello di intervenire per il recupero di aree abbandonate come l’ex Galbani ed intervenire nelle aree piu soggette ad esondazione per mitigarne il rischio. Il terzo intervento è quello di rafforzare il rapporto tra il paesaggio fluviale e quello urbanizzato, ovvero un innervamento di percorsi e coperture vegetali che dal percorso pedonale si inserisce fino all’interno tessuto urbano.

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Inquadramento. Melzo baricentro tra infrastrutture grigie e blu

Le azioni. Stato di fatto e strategie

PROGETTO 3 | Melzo InFormazione


1. Lineare di unione

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2. Cont

Prima operazione è quella si creare un percorso che abbia una doppia funzionalità: un parco naturale lungo il corso del torrente Molgora e un parco urbano nord-ovest / sud-est, che attraversi differenti paesaggio da quello rurale agricolo a quello urbano.

La seconda fase progettuale è volta alla vaso, nell’area più a rischio per scongiu che possano creare danni al territorio e stazione ferroviaria. Tale fase è propede la fase precedente.

1. la variabilità degli ambienti urbani ci obbliga a creare una pista ciclopedonale il cui sedime sia condiviso con quello stradale;

2. creazione di una mensola a sbalzo come conseguenza di dimensioni insucienti del sedime stradale;

3. creazione di una ciclabilità affiancata al corso del torrente, come conseguenza della risoluzione del rischio di esondazione;

1. una prima tipologia di argine di contenimento garantisce sicurezza tenendo sempre presente naturalità degli ambienti riducendo al minimo l’intervento antropico;

2. la realizzazion si genera contem ambienti di pr stico e faunisti attraverso posta lungo il percorso

ciclabilità a raso pista ciclabile su corsia riservata di dimensione non inferiore a 1.5 m

ciclabilità a sbalzo pista ciclopedonale ricavata con una mensola a sbalzo fissata al ponte larga 2.5 m

ciclabilità affiancata pista ciclabile e pedonale larga 3 m

argini di protezione A sponde di contenimento modellate in terra armata.

punti panoram postazioni di oss le aree di rinatu flora e fauna

4. l’ambito di trasformazione urbana ex Galbani concede ampi spazi da recuperare e da destinare a varie attività;

5. la prossimità della pista con un parco urbano implica la sua riorganizzazione ed estensione con l’elemento principale del progetto: la pista;

6. sponde del torrente che presentano quote non adatte a garantire percorsi in sicurezza vengono ricostruite in terra armata.

4a. doppia soluz serella in quota poggiante sopra acciaio garanten di invaso unico in ogni sua parte

ciclabilità di recupero A pista ciclabile e pedonale larga 3 m nell’ATU ex porcilaie galbani

ciclabilità di recupero B pista ciclopedonale non inferiore a 1.5m nei pressi posteggi cinema

argine di protezione pista ciclabile e pedonale larga 3 m su argine in terra armata

camminamento pista ciclopedon la larga 3 m.

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tenitrice

3. Innervamento verso la città

a creazione di un bacino naturale di inurare eventuali esondazioni del torrente e alle strutture tecnologiche della vicina eutica alla realizzazione in sicurezza del-

ne di degli invamporanamente regio naturaliico, osservabili azioni riparate o;

mici servazione neluralizzazione di

3.una seconda tipologia di argine è volta a proteggere gli ambienti appena creati dalla vicina SP13. L’argine contribuisce ad aumentare la qualità di entrambi gli ambienti, naturale ed infrastrutturale; argini di protezione B sponde di contenimento verso strada modellate in terra armata.

Le idee progettuali esposte fino ad ora non sono destinate a rimanere connate solamente lungo il percorso del torrente Molgora ma ad estendersi anche all’interno del centro storico di Melzo.

1. le vie oggetto delle estesioni presentano una congestione di posteggi il cui impatto può essere ridotto attraverso l’inserimento di elementi vegetali:

2. la preesistenza di alcuni tratti ciclabili ne induce la creazione di nuovi a completamento;

dissuasori dei posteggi pista ciclabile annessa ad aiuole e filari alberati su corsia riservata di dimensione non inferiore a 1.5 m

pista in ambito urbano pista ciclabile su corsia riservata di dimensione non inferiore a 1.5 m

zione della passopra l’argine: a pilastrini in ndo una bacino e comunicante e;

4b. la seconda alternativa è la realizzazione di sponde su cui poggiare il percorso in progetto. Tale intervento genera due distinti bacini di invaso comunicanti tra loro attraverso condotte.

4. gli assi di innervamento presentano giardini e parchetti pubblici da recuperare rendendoli parte integrante del progetto;

o in quota A nale su pa serel-

camminamento in quota B pista ciclabile e pedonale larga 3 m su argine comunicante tra gli invasi.

ciclabilità e parco pista ciclopedonale di pertinenza a un parco urbano

PROGETTO 3 | Melzo InFormazione

3. molti edici residenziali e non, presentano numerosi accessi carrabili su fronte strada. In questo caso la sicurezza viene garantita impiegando differenti materiali ed archetti rompitratta; dissuasori di velocità archetti rompitratta in prossimità degli accessi agli edifici

5. negli spazi aperti, per spezzare la continuità del percorso che potrebbe risultare lungo anche in virtù dei futuri collegamenti con il canale Muzza a sud e col Naviglio Adda-Martesana, si è optato per la creazione di aree di sosta in ambienti naturali. aree di sosta pista ciclabile e pedonale larga 3 m con aree di sosta


Assonometria a. Il recupero dell’area Ex Galbani

Assonometria b. L’area degli invasi (al momento dell’esondazione)

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A conclusione della fase progettuale, l’operazione essenziale per garantire continuità con lo spazio circostante ed eventualmente integrarlo, è stata la sistemazione degli spazi destinati ad accogliere le nuove essenze arboree. Il criterio di piantumazione del verde si concentra attorno a tre tipologie principali:

1. Boschetti vengono realizzati in aree dove vi è gia una concentrazione naturale di alberature, principlmente nelle anse del torrente; alcune vengono ripopolate altre realizzate ex novo. I boschetti realizzati con essenze autoctone permettono la creazione di microhabitat fondamentali per il rifugio, l’alimentazione e la riproduzione di molte specie selvatiche.

2. Filari vengono utilizzati principalmente per la creazione di quinte prospettiche creando continuità visiva con l’ambiente circostante; utilizzati anche come protezione dal vento e per l’ombreggiatura. Realizzati con essenze autocto-ne permettono la creazione di ombreggiatura e microhabitat fondamentali per il rifugio, l’alimentazione e la riprodu-zione di molte specie selvatiche.

3. Margini fluviali a completamento dei boschetti per la creazione di rifugi naturali; assumono anche ruoli principali attorno alle aree umide del torrente e degli invasi.

Sistemazione del verde

PROGETTO 3 | Melzo InFormazione


04

THE ARTIFICIALITY OF NATURE. Chi puo dire che ciò che è artificiale non possa essere naturale?

L’ area di progetto, chiamata Piazzale delle Milizie, si colloca lungo il Naviglio Grande all’ interno del quartiere San Cristoforo a Milano. Il sito oggi, diviso in due dal corso del Naviglio e circodanto da forti infrastrutture come Viale Cassala e la ferrovia, si configura come uno spazio marginale all’interno del quartiere. Il progetto vuole perciò ridar vita a questo spazio che una volta si configurava totalmente come pubblico. L’idea progettuale sarà quella di riqualificazione del sito, regalando l’esperienza ai suoi visitatori di esaltazione e ritorno alle origini della natura. Un inno alla natura. Roccia, acqua e vegetazione saranno i tre elementi che ripercorreranno la creazione della natura e che distingueranno le tre diverse aree. I tre spazi sono una piazza minerale, una pizza di specchi d’acqua e una foresta urbana. La piazza dei minerali simboleggia l’Origine della natura, una piazza di rocce che con la sua atmosfera asciutta è un preludio per il secondo spazio, l’esperienza dell’acqua. Questa seconda piazza è costituita da specchi d’acqua che riflettono l’ambiente circostante e da una cascata che muove l’acqua e crea un suono naturale. Nel terzo spazio nasce la natura verde, un polmone verde urbano che con i suoi alti e veriegati aceri crea un tetto naturale dove la gente può trascorrere momenti di svago e di riposo. Per tenere insieme questi tre spazi e collegarli è stato creato una struttura con un belvedere, dove i visitatori attraversandola possono godersi questa esperienza di artificialità della natura.

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Il polmone verde. Bosco urbano degli aceri

Visione Urbana. Un nuovo spazio pubblico sui navigli

PROGETTO 4 | The artificility of Nature

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Immagini storiche. L’area del Ponte delle Milizie

Infrastrutture e accessibilità

Inquinamento acustico

Aree usufruibili allo stato attuale

Analisi.

Stato Attuale: l’area si presenta allo stato attuale con spazi molto frammentati fra di loro con leggeri dislivelli.

Strategia 1. Aprire l’area e farla comunicare con il contesto, unificare le sue parti e porla tutta su un unico livello di calpestio. Separarla con un muro dalla parte comunicante con il cavalcavia essendo causa di forte inquinamento acustico.

Strategia 2. Differenziare le funzioni/ temi da inserire all’interno dell’area.

Strategia 3. Unire le tre parti attravero un unico elemento che funga anche da percorso di scoperta del luogo.

Strategie. Differenziazzione e unione delle parti

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a

a’

Masterplan. La piazza dei tre elementi

sezione A-A’

PROGETTO 4 | The artificility of Nature

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Assonometria. La scoperta della natura Selezione di aceri: - Acer campestre - Acer psudoplatanus - Acer saccharinum Scelta di specii arboree resistenti a condizione urbane

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Vista 1. La roccia: l’origine

Vista 2. L’acqua

Vista 3. La vegetazione

PROGETTO 4 | The artificility of Nature

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05

BLU AND GREEN MOBILITY. La mobilità sostenibile.

Il progetto Blue and Green Mobility si prefigge lo scopo di ridisegnare la città di Lugano, attraverso la mobilità dolce. La creazione di nuove piste ciclabili viene però implementata affiancando ad essa due temi per migliorare la sostenibilità urbana, e rendere la città più resiliente: quello della creazione e implementazione delle infrastrutture verdi e blu. Per quanto riguarda il primo l’idea progettuale è quella di aumentare la copertura arborea lungo gli assi principali della città, dove vi transiteranno le piste ciclabili, andando a creare delle greenways. Il secondo tema legato alle infrastrutture blu invece prende come spina dorsale del progetto il fiume Cassarate, sul quale verrà effetuata una rinaturalizzazione lungo le sue sponde e creazione della asse ciclabile principale, formando un parco lineare. Inoltre per quanto concerne il tema delle acque si è pensato alla creazione di raingardens lungo alcuni assi di mobilità dolce per aumentare l’infiltrazione delle acque pensando ad un loro reciclo e riuso in altri ambiti che necessitano di questa risorsa. Il progetto in sostanza vuole ricongiungere il muoversi all’interno della città in modo sostenibile con una natura che oltre restituire benessere, aggiunge un valore ecologico e di resilienza per la città di Lugano.

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Vista assonometrica. Esempio di raingarden e pista ciclabile

Visione futura. Lugano Greenways

PROGETTO 5 | Blue and Green mobility

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prima

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dopo

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prima

dopo

PROGETTO 5 | Blue and Green mobility

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Vista 1. Strada ad una carreggiata, unico senso di marcia

Vista 2. Strada ad una carreggiata, doppio senso di marcia

Vista 3. Strada a due carraggiate con spartitraffico, doppio senso di marcia

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Vista 4. Rinaturalizzazione sponde Cassarate con nuovo percorso ciclo pedonale

Vista 5. Strada extraurbana in pendenza

Vista 6. Quando il progetto incontro le aree verdi..

PROGETTO 5 | Blue and Green mobility

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06

LINKING THE WATER. Ripensare il lungolago di Verbania.

L’area di progetto è il Lungolago Giovanni Palatucci a Verbania. L’area, un tempo destinata a porto turistico, è oggi sottoutilizzata, priva di usi ed utenti, contiene solo il ricordo del passato. Dopo una grande tempesta, infatti, i moli furono danneggiati e quindi rimossi e la vivacità che la caratterizzava si affievolì. L’acqua è il tema chiave per la vitalità, la funzionalità e l’identità di questo luogo. Il lungolago è il posto dove due ambienti, la terra e l’acqua, si incontrano. Il concept del progetto si focalizza sul tema della connettività, quella longitudinale tra la città e il lago e quella trasversale che vuole collegare due importanti realtà di Verbania, Villa Taranto e l’area dei servizi della città, quali biblioteca, centro congressi, e parco pubblico. I diversi interventi pensati per riqualificare e riattivare quest’area sono: 1. la realizzazione di un grande molo che funge come simbolo visivo d’ingresso alla città e come spazio pubblico; 2. la ricostruzione dei moli per riattivare il porto turistico fonte importante per l’economia locale; 3. migliorare la qualità dello spazio pubblico esistente ed aggiungere strutture commerciali poco invasive a supporta di quest’area; 4. creare un corridoio ecologico che parte da Villa Taranto e arriva alla foce del fiume, utilizzando essenze esotiche presenti a Villa Taranto e degrandole con essenze autoctone man mano che ci avviciniamo alla foce. Lo scopo finale è quello di restituire un luogo che era fondamentale per la città, rendendolo più fruibile e collegato con il tessuto urbano e con il lago.

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Vista 1. I moli tra barche, vegetazione e punti di aggregazione

Vista 2. I gradoni del porto diventano un nuovo spazio pubblico

Vista 3. Il nuovo landmark visto dalla strada d’ingresso a Verbania

PROGETTO 6 | Linking the Water


parco urbano

la piscina sul lago

isole vedri galleggianti

a moli barche

strutture commerciali

a’

b b’

The big Dock

Il progetto. La nuova marina di Verbania

sezione A-A’

sezione B-B’

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Le attivitĂ . Nuovi usi del lungolago

PROGETTO 6 | Linking the Water


Lorenzo Baldini Portfolio 2020

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