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HABITATS Habitats è un magazine di architettura con cadenza stagionale. Il nome è strettamente legato ai contenuti proposti: spazi architettonici di ambienti diversi per posizione geografica che cambiano a seconda del periodo dell’anno e quindi delle stagioni. La rivista è suddivisa in 6 sezioni per aree tematiche: home, experience, design, gallery, materiali ed ecologia. Nello specifico l’uscita invernale “High Mountains” racconta i diversi modi dell’abitare e del vivere la montagna in relazione agli ambienti architettonici come baite, rifugi, bivacchi.
COLOPHON Founders Matilde Archinto Pierfabio Bisogno Lorenzo Rabellino Béthaz
Co-Presidents Alice Saliva Andy Graziosi
CONTRIBUTORS
HABITATS MAGAZINE Direttore Responsabile Andrea Amato Magazine Editor Elena Viale Photo Editor Greta Valente Head of Content Lorenzo Mapelli Online Editor Alice Rossi Contributing Editor Flavia Guidi Mattia Salvia Global Editor Andy Capper Art Director Elena Vandermin Publisher Elia Blei
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Chief Creative Officer Elena Viale
Head od Production Riccardo Trotta
Copertina Pierfabio Bisogno
Head of Branded Sara Cantarutti
Parole Matilde Archinto Genevieve Allison Timothy Bella Pierfabio Bisogno Laura Boushnak Ben Bryant Simone Campbell Alexis Chemblette Mattia Costioli Irene Graziosi Keegan Hamilton Haisam Hussein Clelia Hogan Rosa Koo Vincenzo Leopold Vincenzo Ligresti Lorenzo Rabellino Béthaz Linda Sachan Mattia Salvia Jonathan Matthew Andrea Solone
Head of Digital Giorgia Asti Distribution & Events IED Milano Graphic Designer Matilde Archinto Pierfabio Bisogno Lorenzo Rabellino Béthaz Web Development Jesse Knight Riccardo Oliva Dan Hockley
Foto e artwork Anna Adamo Francesco Berra Guido Borso Laura Bous Andrea Brennan Francesco Cerutti Pietro Fareri Mattia Micheli Filippo Moia Donna Permell Elliot Ross Viviana Sigh Natan Turner
EDITO DA HABITATS ITALIA S.r.l. Via A. Sciesa, 3, 20135 Milano HABITATS ITALIA S.r.l. è iscritta al registro degli operatori di comunicazione al N. 24290 STAMPATO DA: ELIOGRAF S.P.A. Via Mondadori 15, 34243 Milano All submission propriety of HABITATS Magazine Publishing Inc. The entire content is a copyright of HABITATS Magazine Publishing Inc. and cannot be reproduced in whole or in part without written authorization of the publishers. Il nome e il logo HABITATS sono marchi registrati di HABITATS Magazine Inc. concessi in licenza a HABITATS Italia S.r.l.
Lorenzo Rabellino BĂŠthaz
Pierfabio Bisogno
Matilde Archinto
Uscita Trimestrale Edizione 00 Rivista HABITATS High Mountain
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INDICE
RIVISTA HIGH MOUNTAIN NUMERO - 0
HOME
La baita è stata il modello cui, tra XVIII e XIX secolo, si è riferita la moda romantica di costruirsi case di villeggiatura sulle rive dei laghi e sulle montagne portando la baita ad arricchirsi di aggetti, balconi, logge con balaustre intagliate, tetti aggettanti coperti da scandole di legno o pietra e avviando, di fatto, un doppio filone tipologico: quello della baita che unisce il ruolo di abitazione stagionale con quello di lavoro e quello della residenza borghese per la villeggiatura. p. 08 p. 16 p. 22 p. 132 p. 138 p. 150 p. 158
Baita Fontanella di Bernardo Bader Bivacco alpino di Premica architetti Baita Rekingen di Roman Hutter Baita Larch di Alp Archi Sàrl TYIN Tenestue, Rintala Eggertsson La casa di Leis Peter Zumtor Rifugio Tracuit, alpi svizzere
GALLERY
L’atmosfera splendidamente chiara; il cielo azzurro intenso; le valli profonde; i profili selvaggiamente frastagliati; i cumuli di detriti ammassati nel corso dei secoli; le rocce dai colori vividi, in contrasto con le quiete montagne innevate; tutto questo insieme creava uno scenario che nessuno avrebbe potuto immaginare.
p. 75
EXPERIENCE
DESIGN
Quando siamo tornati sul sentiero, mi sono reso conto di essere più forte del mio respiro. Sono più forte del fantasma del mio danno ai polmoni. E che se mi permetto di farcela, la ricompensa è che posso raggiungere nuove vette. Ho imparato che sono coraggiosa. Elena Sonnino
Le classiche baite di montagna ci piacciono viste da fuori, un po’ meno quando siamo all’interno e dobbiamo spiare verso panorami mozzafiato da stanze piccole e basse attraverso minuscole aperture. Diverso è lo chalet moderno: la perfetta sintesi tra la consolidata esperienza del passato e la tecnologia d’avanguardia.
p. 30 p. 36 p. 44
p. 52 p. 58 p. 68
Moncler e Liu Bolin tra i ghiacci Cos’è lo skyrunning: dove si pratica e come L’orientamento della casa
MATERIALI
Chalet Anzère di SeARCH architetti Ceschia e Mentil Architetti Baita Black Lake
ECOLOGIA
La varietà dei materiali da costruzione oggi è talmente ampia da permettere ai progettisti di spingere sempre più in alto l’asticella architettonica, anche grazie ai nuovi sistemi di progettazione come il BIM: dall’architettura High-tech con i suoi cementi mangiasmog e le strutture autoportanti, passando alle nuove tendenze in fatto di materiali da costruzione come il cemento traslucido o il cartone riciclato, i materiali da costruzione danno un nuovo impulso agli universi progettuali.
Una casa ecosostenibile è per definizione un’abitazione progettata, costruita ed arredata in maniera tale da prediligere la scelta dei materiali naturali, l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi energetici, l’uso di energie rinnovabili e di elettrodomestici sempre più intelligenti. Una casa dove comfort abitativo e prestazioni vengono sviluppate di pari passo.
p. 88 p. 94 p. 100
p. 108 p. 116 p. 122
Harbin ice and snow festival Sistemi di copertura in metallo Hotel di ghiaccio a Jukkasjärvi
Ecologia d’alta quota Cabina Pangal, ema Architetti Primeval Symbiosis
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HOME La baita è stata il modello cui, tra XVIII e XIX secolo, si è riferita la moda romantica di costruirsi case di villeggiatura sulle rive dei laghi e sulle montagne portando la baita ad arricchirsi di aggetti, balconi, logge con balaustre intagliate, tetti aggettanti coperti da scandole di legno o pietra e avviando, di fatto, un doppio filone tipologico: quello della baita che unisce il ruolo di abitazione stagionale con quello di lavoro e quello della residenza borghese per la villeggiatura.
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2013 Fontanella, Austria -
Studio Bernardo Bader Architects
BAITA FONTANELLA BERNARDO BADER L’architetto austriaco Bernardo Bader si è ispirato all’ambiente cicostante di pini e abeti dai pendii per costruire questo pittoresco chalet in un villaggio dell’Austria occidentale.
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2013
Fontanella, Austria
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viste a tre quarti dell’abitazione
2013
2013 2013 Fontanella, Austria -
Studio Bernardo Bader Architects
vista laterale
L
o chalet è situato nel villaggio di Fontanella tra le montagne austriache Glatthorn e Zafernhorn. La valle è stata meta della migrazione dei Walser, popolo di origine germanica che si insediò nella zona tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo; lo studio Bernardo Bader Architetti, recuperando questi antichi saperi costruttivi, ha utilizzato le tecniche tradizionali reinterpretandole alla luce delle nuove conoscenze ed esigenze della modernità. Il volume compatto del rifugio alpino, costruito su un basamento di cemento, affonda le sue radici su un pendio naturale e si erige in superficie con una struttura a telaio di pino, rivestito da pannelli di abete rosso lasciati
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piantina dell’abitazione (interno)
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1. Salotto 2. Cucina 3. Camera 4. Vista1 5. Vista2
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2013 Fontanella, Austria -
Studio Bernardo Bader Architects
al grezzo e squadrati di dimensioni casuali. Il legno, consegnato dalla segheria e installato sulle pareti lasciando che la pelle dell’edificio mostrasse l’imperfezione del materiale “ruvido”, restituisce all’osservatore l’essenza della materia prima, secondo la tecnica costruttiva tipica degli antichi edifici Walser. La trama del tavolato irregolare e il diverso formato delle finestre quadrate creano un gioco di facciata interessante, celando il disegno degli interni e regalando agli occupanti della casa viste incorniciate della vallata, selezionati scorci da poter contemplare, come di fronte a quadro raffigurante lo spettacolo della natura. Costruito su tre piani e con una soffitta sotto il tetto spiovente, lo chalet utilizza per la maggior parte delle finiture legno: dal rivestimento delle pareti in linee di abete bianco alle sedute, dagli arredi ai soffitti.Il soggiorno e le zone pranzo si trovano al piano intermedio che conduce ad una terrazza coperta esposta a sud, mentre, al piano superiore, sono state organizzate tre camere da letto e uno studio; il seminterrato è occupato da una sauna e una zona per lo stoccaggio. La casa è riscaldata tramite una pompa
geotermica che offre una fonte di energia sostenibile e da una stufa a legna che garantisce calore supplementare. Bernardo Bader ha unito tecniche costruttive tradizionali e moderne per costruire una casa che risuona con i tipici edifici di Walser. Una base di cemento si abbassa nel fianco della collina, mentre la parte superiore comprende una cornice di pini rivestita con pannelli di abete rosso grezzo di dimensioni casuali. “Il nostro uso del legno era simile a quello che sarebbe stato anni fa: semplice, di prima mano e ruvido”, ha detto Bader, spiegando come l’abete è stato consegnato dalla segheria e poi installato sulle pareti esattamente nella stessa condizione. Anche le finestre quadrate sono disponibili in una varietà di formati e sono punteggiate intorno alle pareti in un modo che non dà alcun indizio sul layout interno. “Il planking grezzo e intenzionale insieme alla casualità di finestre sempre più piccole generano un emozionante gioco di facciata e un’atmosfera intima all’interno, con viste incorniciate selezionate all’esterno”, ha affermato l’architetto.
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2013 Valle Isonzo, Slovenia - Premica Architetti
BIVACCO ALPINO PREMICA ARCHITETTI All’interno del Parco nazionale delle Alpi Giulie, nel 2013 i Premica Architetti convertono in bivacco un bunker del primo conflitto mondiale, sopraelevandolo con un volume aggettante rivestito in alluminio.
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Valle Isonzo, Slovenia
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vista laterale e posteriore del bivacco.
M
olti paesi italiani, a seguito della prima guerra mondiale, furono devastati. Dopo la firma del Trattato di Rapallo (1920), l’Italia iniziò a costruire un enorme sistema di fortificazioni alpine come un’enorme impresa ingegneristica costituita da strade e sentieri di rifornimento che portano alle fortezze di alta montagna, agli avamposti e a altre infrastrutture militari. Quasi un secolo più tardi, la Premica Architetti in Slovenia, trasformò l’ex rifugio-bunker in un rifugio alpino per alpinisti, costruendo le fondamenta in cemento sui resti dell’ex rifugio. Mantenendo le vecchie strade e sentieri, che portavano al rifugio in maniera facile e sicuro, consentono agli escursionisti di fare un viaggio nel passato al tempo della prima guerra mondiale. L’intero bivacco è stato fabbricato e pre-assemblato in un’officina nella valle. I pannelli smontabili KLH sono stati trasportati nel luogo dell’ex rifugio divi-
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dendoli in ventina pacchi di peso simile per rendere possibile il trasporto in elicottero. Il bivacco sorge su fondamenta in cemento, in particolare sui resti di un ex bunker della prima guerra mondiale. La collocazione del rifugio non permette l’arrivo di acqua corrente e elettricità (che viene generata da un piccolo pannello solare). Il bagno è un piccolo edificio distante 50 metri dal rifugio. Da una parte il bivacco Prehodavci continua la tradizione dei rifugi alpini prefabbricati mentre dall’altra sviluppa ulteriormente i confini del confort. Nonostante la semplice ma robusta tecnologica, la struttura porta un tocco di modernità e intimità in questa regione alpina. I bivacchi affrontano il divario fondamentale tra i bisogni delle persone e il loro atteggiamento nei confronti della natura attraverso la comprensione del terreno circostante, che è di fondamentale importanza negli interventi in ambienti selvaggi sensibili.
2013 Valle Isonzo, Slovenia - Premica Architetti
2013 Valle Isonzo, Slovenia -
Premia Architetti
sezione trasversale
La costruzione in legno Storaenso e pannelli in legno lamellare incrociati sono stati scelti per due motivi principali: aspetto finale piacevole e accogliente degli interni e buona resistenza al rapporto di peso con un’installazione di questo tipo. Il legno è un elemento naturale e si integra perfettamente con la natura del Parco nazionale del Triglav. La costruzione ultimata ha da una parte l’aspetto del legno naturale mentre dall’altra un’alta qualità della facciata conferita dai pannelli del tetto che proteggono il bivacco dall’esterno. Le pareti asimmetriche assicurano la ritenzione del vento e offrono capacità naturali di eliminazione della neve, evitando qualsiasi tipo di accumulo. I materiali sono testati nel tempo e dimostrati resistenti a qualsiasi tipo di intemperie a queste altitudini.
a destra camera da letto e piano unico 22
2012 Gluringen, Svizzera - Roman Hutter
BAITA REKINGEN ROMAN HUTTER
Il tradizionale chalet alpino è un’icona della vita di montagna, tuttavia le caratteristiche decorative oggi considerate così attraenti hanno sempre avuto un’importanza secondaria rispetto a considerazioni più pratiche.
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Gluringen, Svizzera
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2012 Gluringen, Svizzera - Roman Hutter
L
a storia e la cultura dei villaggi nella valle di Goms sono sempre state strettamente collegate allo sviluppo di strutture in legno. Sfortunatamente, questo stile di costruzione non si è evoluto in modo positivo negli ultimi due decenni. Molte delle strutture di nuova costruzione non si fondono con il carattere dei villaggi. Inoltre, non vengono fatti tentativi per sviluppare un nuovo stile abitativo basato sulle tradizioni esistenti. L’obiettivo non dovrebbe essere quello di conservare solo il contesto esistente, ma di sviluppare una strategia complessiva radicata nelle qualità e nelle caratteristiche del contesto esistente. Sfortunatamente, la profonda conoscenza della particolare tecnica di costruzione tende a sprofondare nell’oblio invece di essere applicata durante la costruzione di nuovi edifici. Pertanto è importante trasmettere questa preziosa conoscenza ai nostri discendenti rendendola ancora più attraente. Questo vale in particolare per il metodo di costruzione del registro. A causa del fatto che è profondamente radicato nella regione, può essere considerato altamente ecologico e sostenibile. Il sito del progetto si trova nel margine settentrionale del villaggio, scarsamente popolato. Un gruppo storico generico di case costruite nel metodo di costruzione del registro si trova
a pochi passi di distanza. L’edificio adatta la logica costruttiva di questo significativo stile di costruzione storico, reinterpretandolo secondo le esigenze del cliente. Il terreno in pendenza rimane principalmente invariato ed è quindi coperto dai tipici prati locali. Solo una via stretta serve come collegamento tra l’ingresso principale e la strada adiacente. Per proteggere la struttura in legno dall’umidità, viene posizionato sopra una base di cemento che nello stesso tempo avvolge il piano terra. Le pareti interne di questo pavimento fanno comunque parte della struttura in legno. Possono essere intesi come un’estensione dei piani superiori in legno che raggiungono il guscio di cemento costituito dalle pareti di contenimento del pavimento in gres e dalla lastra sottostante. In questo modo, il legno può diffondere il suo calore naturale senza interruzioni nell’intero volume dell’edificio. Il carattere del metodo di costruzione del registro determina la struttura e la materialità del progetto. La struttura del ceppo stesso è realizzata in legno di larice, che è più nobile e resistente del legno di abete rosso e viene utilizzato anche per le finestre e la maggior parte dei built-in. Le pareti del ceppo, che penetrano all’interno dell’edificio, sono visibili in ogni momento. Al contrario, le pareti esterne isolate internamente sono rives-
vista frontale
vista laterale
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tite con pannelli di gesso e ricoperte con intonaco di calce spenta grigio. Ciò genera un’interazione contrastante tra superfici minerali e organiche. Il divario d’ombra lungo il bordo superiore di ogni superficie intonacata rivela chiaramente il suo carattere non strutturale. A causa del sistema di camere che è noto per essere tipico degli edifici di tronchi, il piano terra è diviso simmetricamente in una zona di circolazione e in quattro stanze uguali. Quelli contengono bagno e sauna, installazioni tecniche e due studi. Questa disposizione della stanza si allarga verso l’alto secondo la rispettiva funzione delle stanze per culminare proprio sotto il tetto spiovente come sopra l’altezza del piano nobile. Da qui, si può accedere allo spazioso balcone che occupa l’intera larghezza dell’edificio. Due panchine esterne invitano a soffermarsi mentre sono ben riparate dal vento. Grazie all’estrazione del calore termico da terra, non viene utilizzata energia fossile per la produzione di calore. Il legno di materiali da costruzione rinnovabili riduce la quantità di energia grigia e quindi riduce decisamente l’impronta ecologica dell’edificio. In aggiunta a ciò, il ritorno al metodo di costruzione del registro conserva, ravviva e promuove l’artigianato locale tradizionale.
Soggiorno/Cucina
2012 Gluringen, Svizzera - Roman Hutter
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1. Cantina 2. Cucina/Living 3. Camere
sezione trasversale 1
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EXPERIENCE Quando siamo tornati sul sentiero, mi sono reso conto di essere piÚ forte del mio respiro. Sono piÚ forte del fantasma del mio danno ai polmoni. E che se mi permetto di farcela, la ricompensa è che posso raggiungere nuove vette. Ho imparato che sono coraggiosa. Elena Sonnino
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2017 Islanda -
Annie Leibovitz e Liu Bolin
MONCLER E LIU BOLIN TRA I GHIACCI Conosciuto anche come “l’uomo invisibile”, per la sua capacità di rendersi indistinguibile dal paesaggio nelle fotografie.
WHERE
JÖKULSÁRLÓN
AREA 18 KM2
DEPTH
N 64° 04’ 13”
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248 METERS
W 16° 12’42”
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2017 Islanda -
Annie Leibovitz e Liu Bolin
I
due avevano già lavorato per il brand per la campagna primavera-estate 2017, ma questa volta si spostano fino in Islanda. Iceberg, sculture cristallizzate in riva al mare, ghiacci che si specchiano in acque gelide e lucenti, quasi metalliche: Liu Bolin declina questi paesaggi in una palette di tonalità di grigio, piombo, antracite e un evanescente azzurro, per poi sparire in essi, al momento dello scatto della Leibovitz. Moncler si racconta di nuovo attraverso uno sperimentale filo narrativo che spazia tra arte e natura, tra ricerca tecnologica e pura creatività, secondo quello che è un autentico mantra per il marchio di Monestier-de-Clermont famoso per i piumini.
Anna Leibovitz e la sua troupe fotografano Liu Bolin tra i ghiacci
Liu Bolin, nato nel 1973 a Shandong e di base a Pechino, è celebre a livello internazionale con l’epiteto «uomo invisibile». L’artista si è affermato grazie ai propri autoritratti fotografici, caratterizzati dal dissolversi del corpo nell’area circostante, nell’identificazione completa con l’ambiente che lo contiene. L’obiettivo fotografico responsabile degli scatti è invece, per la sesta stagione consecutiva, quello iconico e potente di Annie Leibovitz. In questa nuova campagna pubblicitaria, la vocazione all’avventura e alla sfida, il serrato e intimo dialogo con la natura, con le sue forze e le sue linfe anche più estreme e il respiro di enorme libertà ritornano a dichiararsi quale perno ideale e a manifestarsi quale missione e vocazione fondamentale di Moncler. Infatti, quella fotografia di Liu dipinto dalla testa ai piedi nei colori del paesaggio scattata da anne leibovitz tra i ghiacciai islandesi ha attirato l’interesse dei giornali di tutto il mondo. E difficilmente avrebbe potuto passare inosservata
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2017 Islanda -
Annie Leibovitz e Liu Bolin
Nel maggio 2017, abbiamo realizzato « la campagna pubblicitaria di Moncler »- ha spiegato Liu Bolin in un’intervista rilasciata a Paris Match- al polo nord, con Annie Leibowitz. “Io volevo un sfondo con gli icebergs. Mi è piaciuto il lato magico e irreale del luogo. Erano in quattro a dipingermi, tutti in una volta, la foto non ci ha preso più di un ora di tempo. Fortunatamente, perché faceva freddissimo!” Era già la seconda volta che Bolin e la Leibowitz lavoravano in sieme per il marchio di Monestier-de-Clermont (la campagna primavera-estate 2017 porta le loro firme). Ma l’esperienza dell’artista cinese nel mondo della moda non si limita a questo. Nel 2015 si è fatto invisibile per Guerlain e nel 2012, per la rivista Harper’s Bazaar, ha collaborato con ben quattro marchi di fama inossidabile: Jean Paul Gaultier, Lanvin, Missoni e Valentino. Quest’ultimo, da parte sua, si è anche ispirato a lui per una collezione di scarpe da ginnastica.
Liu Bolin, campagna pubblicitaria Moncler 17/18
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2017 V a l l e d ’ A o s t a , I t a l i a - To r d e s G e a n t s
COS’È LO SKYRUNNING: DOVE SI PRATICA E COME Sapete che cos’è lo skyrunning, disciplina che sta raccogliendo sempre più adepti in Italia? Alla scoperta della montagna andando sempre di corsa.
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Va l l e d ’A o s t a , I t a l i a
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2017 V a l l e d ’ A o s t a , I t a l i a - To r d e s G e a n t s
M
olti hanno sentito parlare di skyrunning, ma forse non tutti sanno che cos’è. Disciplina piuttosto recente, la “corsa nel cielo”, questo il significato letteralmente del termine, è una competizione corsa su sentieri, sterrati e percorsi che si sviluppano su quote medio-alte. La Federazione Internazionale riconosce diverse discipline all’interno dello skyrunning, che variano a seconda della lunghezza e del dislivello altimetrico delle prove. Andiamo alla scoperta di questo trekking ad alta velocità, competizione che però non elimina la sublime potenza scatenata dalle vallate montane. Lo skyrunning non è una semplice corsa in montagna, ma un vero e proprio insieme di discipline che si praticano su terreni scoscesi e impervi in alta quota. La “corsa nel cielo” si sviluppa ad altezze piuttosto proibitive per chi non è dotato di un allenamento adeguato, tra i 1800 e i 4000 metri e con una lunghezza che non scende mai sotto i 25 km. Il percorso di una gara di skyrunning presenta numerosi avvallamenti, ripide discese e irte salite. In generale la difficoltà di una competizione simile è misurata dai metri di dislivello effettuati: tanto maggiore è la quota percorsa, quanto più difficile è anche la gara. 41
Lo skyrunning è una disciplina abbastanza recente, dato che la Federazione Internazionale di Skyrunning (ISF) è nata solo nel 1995. Le competizioni si svolgono sempre lungo percorsi di montagna, in base al chilometraggio totale della gara. Si va dalle Sky Marathon, lunghe dai 30 ai 42 km e con un dislivello mai inferiore ai 2000 metri totali, fino alle Ultra Sky Marathon, lunghe 50 km e con un dislivello minimo di 5000 metri. Una delle gare più celebri di Ultra Marathon si corre in Valle d’Aosta ed è il Tor des Geants, dove i metri di dislivello sono addirittura 24000. Nonostante la sua relativa “giovinezza” lo skyrunning è una disciplina sportiva in straordinaria ascesa e sempre
più gettonata. Attenzione però a non improvvisare, dato che i danni al fisico possono anche essere gravi. Se già fare una maratona in pianura risulta essere duro, figurarsi come può essere disputarla a 3000-4000 metri di altezza! Le condizioni atmosferiche sono spesso proibitive, con neve, vento e ghiaccio ad accompagnare il freddo di alta quota. Chi non ha nessuna conoscenza in materia di montagna o è privo di equipaggiamento adeguato deve evitare la pratica dello skyrunning. Per chi invece già conosce la disciplina, una gara di “corsa nel cielo” sarà un’occasione in più per spingersi oltre i propri limiti fisici.
perscorso Tor Des Geants
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2017 V a l l e d ’ A o s t a , I t a l i a - To r d e s G e a n t s
Franco CollĂŠ, vincitore edizione 2014
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2013
L’ o r i e n t a m e n t o d e l l a c a s a
L’ORIENTAMENTO DELLA CASA Scegliere il miglior orientamento per la distribuzione degli ambienti domestici è molto importante sia per il benessere abitativo sia per il modo in cui può influenzare i costi di gestione della casa.
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C
’è da dire che il giusto orientamento di un edificio e’ uno dei prerequisiti fondamentali nell’ambito di una buona progettazione e non solo, come detto sopra in termini di bioedilizia. Vi chiedo infatti, quando vi alzate la mattina e aprite le finestre, vi piacerebbe essere investiti dai raggi solari? O quando tornate da lavoro il pomeriggio, vi piacerebbe stare in veranda a chiacchierare un po con i vostri figli, la vostra moglie, percependo gli ultimi raggi solari del giorno e magari potervi godere il tramonto? Belle suggestioni non è vero? Potete ben capire che l’orientamento di un ‘abitazione non è solo importante da un punto di vista della bioedilizia, del risparmio energetico, risparmio delle spese sul riscaldamento e dell’illuminazione, ma è molto importante dal punto di vista del benessere della persona. E non solo, le radiazioni solari hanno un effetto purificante dell’aria, ed è quindi buona prassi riservare alle nostre stanze la luce diretta del sole, anche solo per qualche ora al giorno. Questi sono i principi della bioarchitettura, che pone molta attenzione allo sfruttamento controllato della luce solare. Si tratta di regole di progettazione non nuove, se
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già Vitruvio ne parlava nel suo “De Architectura”, specificando come doveva essere orientato un edificio in base alla latitudine del luogo in cui veniva costruito. Le stanze devono essere orientate in modo da ricevere la luce naturale del sole per più ore possibile nel corso della giornata. Questo, oltre a consentire un risparmio sulle spese per l’illuminazione, determina un non indifferente benessere psico fisico. Basti pensare alla sensazione piacevole che si può provare la mattina quando si aprono le finestre della camera da letto e si è inondati direttamente dalla luce del sole. La luce solare ha infatti un influsso benefico sull’organismo e influenza anche l’umore, per cui orientando correttamente una casa si possono trarre dei vantaggi anche per viverla il più possibile in completo relax. Quindi, la prima regola di progettazione per l’orientamento della casa è quella di distribuire le stanze in modo che ricevano direttamente l’irraggiamento diurno. A Sud andranno posizionate le stanze in cui si trascorre la maggior parte delle ore e del giorno e che quindi necessitano di illuminazione naturale per più tempo.
L’ o r i e n t a m e n t o d e l l a c a s a
E
O
N
S illustrazione del diagramma solare
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A Sud andranno posizionate le stanze in cui si trascorre la maggior parte delle ore e del giorno e che quindi necessitano di illuminazione naturale per più tempo. In particolare, la posizione ideale per la cucina è a sud – est e quella per il soggiorno a sud – ovest. A Nord andranno invece collocati quegli ambienti che non necessitano di molta luce, come scale, ripostigli, bagni e corridoi. Queste zone spesso sono prive di finestre proprio per evitare la dispersione di calore in inverno. Gli ambienti di servizio, collocati nella parte più fredda della casa, funzionano anche come zone cuscinetto che contribuiscono a isolare termicamente le altre stanze della casa. La posizione a Est è quella ideale per le camere da letto, perché da questo punto cardinale
possono ricevere i primi raggi del sole la mattina. A Ovest invece si può beneficiare delle tonalità più calde della luce solare, quelle delle ore pomeridiane e del tramonto. Qui troviamo quindi la collocazione ideale per le stanze in cui si ha bisogno di rilassamento, come il soggiorno e lo studio. Molto importante sarà anche l’ampiezza delle superfici vetrate. Se è vero infatti che bisogna consentire il più possibile l’ingresso della luce solare in inverno, di contro bisogna impedire il surriscaldamento durante la stagione estiva. Per questo, in particolare la facciata esposta a Sud dovrà avere una superficie finestrata non superiore al 40% di quella totale. Le aperture disposte a Ovest contribuiscono significativamente al surri-
NORD
OVEST
scaldamento estivo, per cui dovranno essere contenute e dotate di buoni sistemi di ombreggiamento. Infine, a Nord bisognerà evitare la disposizione di troppe aperture, per limitare la dispersione termica invernale. Se invece vogliamo considerare la posizione dell’edificio nel lotto in cui dovrà essere costruito, quella ideale è a Nord, in modo da lasciare a Sud lo spazio destinato al giardino e a tutti gli spazi all’aperto. In questo modo si eviterà anche che un eventuale edificio costruito a fianco possa fare ombra. Considerando i principi enunciati, si può vedere come la forma ideale per sfruttare il corretto orientamento dell’edifico sia quella rettangolare, allungata lungo l’asse Nord – Sud.
EST
SUD
Terrazzo Giardino Sala da pranzo
SUD
EST
Ingresso Guardaroba
OVEST
Lavanderia Ripostiglio
NORD
Dispensa Cantina Locali tecnici
Camere da letto Bagni
Stenditoio Sala giochi
Ufficio Cucina
Soggiorno Piscina
tabella riepilogativa
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DESIGN Le classiche baite di montagna ci piacciono viste da fuori, un po’ meno quando siamo all’interno e dobbiamo spiare verso panorami mozzafiato da stanze piccole e basse attraverso minuscole aperture. Diverso è lo chalet moderno: la perfetta sintesi tra la consolidata esperienza del passato e la tecnologia d’avanguardia.
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2015 Hérens, Svizzera - SeARCH Architetti
CHALET ANZÈRE SEARCH ARCHITETTI Lo studio olandese SeARCH ha progettato una casa che rivisita la tipologia dello chalet, per quanto riguarda il linguaggio formale, l’uso degli spazi e dei materiali.
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HĂŠrens, Svizzera
Vista posteriore 55
1. Garage 2. Primo piano 3. Secondo 4. Terzo 5. Ascensore
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3
sezione trasversale
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1
U
n cliente olandese, imprenditore, pianista hobby e pilota automobilistico, non era completamente soddisfatto del layout ingombrante del design del suo chalet,tra le alpi svizzere, che comprendeva l’acquisto del terreno edile, e ha chiesto il parera allo studio SeARH,cha proposto di ricominciare da zero e di personalizzare il programma in modo più compatto e specifico del sito (il pendio ripido). Lo chalet “tradizionale”, originario di “chahtelèt” (capanna da pastore) è costituito da una solida casa in legno con persiane e tetto a capanna una fondazione in pietra. Nelle Alpi svizzere, lo chalet è diventato gradualmente un “pastiche a più spioventi” come chalet da sci di lusso o cresciuto in proporzioni mega con un massimo di appartamenti per un turismo conveniente. Gli esempi più belli e storici sono ancora le case (fattoria) più grandi per diverse famiglie, in alto nelle Alpi, utilizzate solo in estate.Ispirato all’imponente “Grand Chalet Balthus” di Rossinière (CH) con ampi strapiombi sul tetto, il programma di 500 mq è progettato in un unico volume. Il garage è stato spostato dal retro della casa con accesso problematico alla strada inferiore. Attraverso un corridoio e un ascensore, scolpito nella montagna, ha una connessione diretta a tutti e tre i livelli della casa; la pensione al piano di sotto, le principali aree di vita nel mezzo e un appartamento privato in mansarda. Tutti i piani danno accesso a terrazze di tre metri di larghezza, collegate da scale e una vista fenomenale sul massiccio di Dent Blanche con oltre 4000 cime del Cervino, Dent Blanche, Dufourspitze e Weisshorn.
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2015 HĂŠrens, Svizzera - SeARCH Architetti
vista frontale
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piantina dell’intera abitazione (interno)
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1. Garage 2. Living 3. Vista1 4. Vista2
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2014 Paluzza, Italia -
Ceschia e Mentil Architetti
CESCHIA E MENTIL ARCHITETTI Nell’affrontare un progetto in un contesto alpino, è necessario considerare il livello di frizione a cui si va incontro date le norme che regolamentano una malintesa volontà di preservare i caratteri tipici dell’architettura alpina.
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Paluzza, Italia
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2014 Paluzza, Italia -
Ceschia e Mentil Architetti
sezione trasversale
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ell’affrontare un progetto in un contesto alpino, è necessario considerare il livello di frizione a cui si va incontro date le norme che regolamentano una malintesa volontà di preservare i caratteri tipici dell’architettura alpina. Il fare progettuale e le scelte architettoniche, soprattutto in zone sottoposte al recupero del patrimonio architettonico rurale, sono infatti normate da abachi di forme e materiali con cui gli amministratori credono di poter conservare un’immagine “autentica” del paesaggio costruito alpino. Il risultato è nella maggior parte dei casi un grottesco pastiche che incorpora stereotipi e visioni distorte dell’immaginario montano. Tra le nostre bellissime montagne si “aggirano”, così, architetture senza memoria, edifici che hanno interrotto qualsiasi dialogo con gli elementi salienti del paesaggio e che, nella maggior parte dei casi, sono privi di quei contenuti che consentano di leggere le reali peculiarità del costruire in montagna o in città, in collina o al mare. La nostra piccola costruzio-
ne sfugge alle regole della norma, realizzando di fatto un edificio linguisticamente “abusivo”. Sfugge al volere dell’abaco dei materiali. Sfugge per la semplicità e la schiettezza del volume edilizio, privo di qualsiasi sovrastruttura ornamentale finto-chalet. Sfugge per l’uso dei materiali di rivestimento e per la realizzazioni di alcuni elementi formali quali la grande finestra che si configura, dall’interno, come grande quadro astratto rivolto al paesaggio alpino la cui minima variazione della luce, determina condizioni estremamente dinamiche ed emozionali. I materiali esterni non sono trattati. Il rivestimento è risolto con dettagli non certamente raffinati ma legati a un modo di costruire che si ritrova nell’architettura rurale tradizionale sotto forma di pattern. Al tavolato di larice semplicemente avvitato a un doppio ordito in legno, è concesso di mutare il proprio aspetto, torcersi per la forza latente che il legno nasconde fino al momento della costrizione, sbiancarsi sotto il sole e la pioggia fino a diventare grigio e poi ancora nero.
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È l’accettazione dell’irregolarità, frutto del tempo e del clima che inevitabilmente modificano le cose in modo apparentemente casuale, fuori dal controllo della matita dell’architetto. La casa al suo interno offre una geografia domestica intimamente legata alla morfologia del sito. Uno spazio nero con una piccola finestra diventa il luogo per cucinare e mangiare, la grande vetrata senza telaio caratterizza il luogo in cui conversare, mentre una bassa finestra da cui è possibile continuare a osservare uno scorcio del paesaggio scolpisce una piccola alcova di legno, scrigno intimo in cui dormire.
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piantina vista dall’alto
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1. Salotto 2. Cucina 3. Camera 4. Vista1 5. Vista2 Sul sedime di una vecchia costruzione rurale è stato realizzato un piccolo edificio destinato a essere un’unità residenziale al servizio dell’albergo diffuso del comune di Paluzza. Il progetto integrato “Albergo Diffuso”, promosso dall’assessorato al turismo della regione Friuli Venezia Giulia e finanziato con contributi della comunità europea, ha come finalità il riuso e il recupero del patrimonio edilizio in disuso con lo scopo di promuovere una nuova forma di turismo più sostenibile capace di contribuire, nello stesso tempo, alla rivitalizzazione di luoghi non più abitati.
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cucina 68
L’ambizione è quella di aumentare la ricettività turistica non più con grandi infrastrutture alberghiere ma grazie a piccole unità sparse sul territorio. L’effetto di tale scelta è offrire al turista un’ospitalità a basso costo e nel contempo fornire al viaggiatore un’offerta turistica più ampia e alternativa possibile. Il nostro progetto trasforma gli elementi costituenti uno stavolo esistente: il basamento murario, adibito alla stalla e luogo di riparo dei pastori, diventa il “sostegno” per una nuova e leggera struttura in legno a sostituzione di quella ammalorata che un tempo formava lo spazio del fienile. La parte basamentale in pietra, priva di fondazioni, è stata incamiciata da una doppia lastra armata in cemento armato, con lo scopo di rendere la struttura consona alla vigente normativa antisismica e idonea a sostenere la
nuova struttura di legno.La struttura è costituita da aste sottili di legno e pannelli controventanti in agglomerato di legno. L’ imposta del piano che ospita la zona giorno (zona pranzo, cucina e piccolo soggiorno con vista sui monti) è rialzata un metro e venti sul piano di campagna. Questo dislivello di protezione dalla neve si supera mediante un blocco di cemento armato che porta all’ingresso, caratterizzato da una nicchia protetta prima di entrare in casa. Nel piano seminterrato si trova la zona notte e il piccolo bagno. La camera di questo piano è a prevalente utilizzo estivo. Infatti, per la stagione invernale, è previsto che il soppalco sopra la zona pranzo - accessibile da una botola con una scala a pioli - diventi un comodo e intimo giaciglio sotto le ampie falde del tetto. L’ edificio è energeticamente indipendente: una serie di pannelli solari ad alto rendimento alimentano le lampade a led che garantiscono una gradevole illuminazione. Il riscaldamento, a legna, è garantito da due stufe poste nella zona giorno e nella zona notte.
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BAITA BLACK LAKE
Collocata sul Monte Durmitor in Montegro, la Blake Lake Cabin è un esempio perfetto di conciliazione tra design e natura.
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uesta casa è collocata sul monte Durmitor in Montenegro, vicino al parco nazionale, nel territorio del Zabljak che si affaccia sul bellissimo Blake Lake. Siccome il terreno è in pendenza, la casa è divisa in blocchi, con il livello superiore e quello inferiore, il che rende piacevole il rapporto tra cucina / sala da pranzo e spazio abitativo e
fornisce una bella illuminazione passiva. L’interno è completamente orientato verso la facciata trasparente realizzata in vetro isolante, che permette di vedere il bellissimo paesaggio. Pareti e soffitti sono rivestiti con assi di legno, dando l’impressione di un ambiente, seppur austero, caloroso e accogliente. Il centro dell’intera casa è il camino, realizzato in cemento a
piantina dall’alto dell’interna abitazione (esterno ed interno)
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sezione trasversale e frontale
vista, con la trama delle assi di legno. Quest’ultimo divide in maniera elegante e minimal la zona giorno da quella notte. In contrasto con le pareti e i soffitti in legno, il pavimento è ricoperto da cemento liscio e se dapprima dà un’impressione di superficie fredda, in realtà è riscaldato con sistema di riscaldamento a pavimento con pompa di calore geotermica. L’interno si estende all’esterno attraverso un ampio terrazzo con la piscina termale. Il design della casa è semplice nella forma, con linee eleganti e rivestimento in metallo scuro all’esterno. Questa casa è collocata sul monte Durmitor in Montenegro, vicino al parco nazionale, nel territorio del Zabljak che si affaccia sul bellissimo Blake Lake. Siccome il terreno è in pendenza, la casa è divisa in blocchi, con il livello superiore.
Quello inferiore, il che rende piacevole il rapporto tra cucina / sala da pranzo e spazio abitativo e fornisce una bella illuminazione passiva. L’interno è completamente orientato verso la facciata trasparente realizzata in vetro isolante, che permette di vedere il bellissimo paesaggio. Pareti e soffitti sono rivestiti con assi di legno, dando l’impressione di un ambiente, seppur austero, caloroso e accogliente. Il centro dell’intera casa è il camino, realizzato in cemento a vista, con la trama delle assi di legno. Quest’ultimo divide in maniera elegante e minimal la zona giorno da quella notte. In contrasto con le pareti e i soffitti in legno, il pavimento è ricoperto da cemento liscio e se dapprima dà un’impressione di superficie fredda, in realtà è riscaldato con sistema di riscaldamento a pavimento con pompa di calore geotermica. L’interno si estende all’esterno attraverso un ampio terrazzo con la piscina termale. Il design della casa è semplice nella forma, con linee eleganti e rivestimento in metallo scuro all’esterno. In contrasto con le pareti e i soffitti in legno, il pavimento è ricoperto da cemento liscio e se dapprima dà un’impressione di superficie fredda, in realtà è riscaldato con sistema di riscaldamento a pavimento con pompa di calore geotermica.L’interno si estende all’esterno attraverso un ampio terrazzo con la piscina termale. Il design della casa è semplice nella forma, con linee eleganti e rivestimento in metallo scuro all’esterno.
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1. cucina/sala da pranzo 2. cabina armadio 3. zona caldaia 4. bagno 5. sauna 6. zona giorno 7. camera da letto 8. piscina riscaldata 9. patio 10. patio 11. VIsta1 12. Vista2
piantina dall’alto dell’intera abitazione (esterno ed interno)
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GALLERY L’atmosfera splendidamente chiara; il cielo azzurro intenso; le valli profonde; i profili selvaggiamente frastagliati; i cumuli di detriti ammassati nel corso dei secoli; le rocce dai colori vividi, in contrasto con le quiete montagne innevate; tutto questo insieme creava uno scenario che nessuno avrebbe potuto immaginare.
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MATERIALI La varietà dei materiali da costruzione oggi è talmente ampia da permettere ai progettisti di spingere sempre più in alto l’asticella architettonica, anche grazie ai nuovi sistemi di progettazione come il BIM: dall’architettura High-tech con i suoi cementi mangiasmog e le strutture autoportanti, passando alle nuove tendenze in fatto di materiali da costruzione come il cemento traslucido o il cartone riciclato, i materiali da costruzione danno un nuovo impulso agli universi progettuali.
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Ice and snow Festival
HARBIN ICE AND SNOW FESTIVAL Il più grande festival del ghiaccio del mondo inizierà il 23 febbraio ad Harbin, una città nella parte nord-orientale della Cina.
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’Harbin International Ice and Snow Festival si svolge a fine febbraio e presenta migliaia di sculture di ghiaccio. La più spettacolare di queste opere sono le ricche ed elaborate ricostruzioni di castelli, monumenti storici e personaggi famosi, illuminati di notte in abbaglianti colori luminosi. Diciotto milioni di persone hanno partecipato al festival dell’anno scorso. Quest’anno, oltre alle temperature sotto zero, i partecipanti possono aspettarsi una replica di ghiaccio della Piazza Rossa di Mosca e del Tempio
Ice and snow Festival
del Buddha di Smeraldo di Bangkok, così come opere dell’artista Han Zhenkun basate sulla famosa Via della seta del paese.Il festival internazionale di sculture di ghiaccio e neve di Harbin si compone di tre parchi tematici: l’esposizione internazionale di sculture di neve internazionale di Sun Island, il mondo di ghiaccio e neve di Harbin e la fiera delle lanterne di ghiaccio di Zhaolin Park. Il festival si svolge dal 1963. È stato interrotto per un certo numero di anni durante la Rivoluzione culturale, ma è stato ripreso nel 1985 Gli inverni possono essere
aspri a Heilongjiang, la provincia più a nord-est della Cina, al confine con la Russia siberiana. Gli abitanti di Harbin, la capitale di Heilongjiang, illuminano i lunghi e rigidi mesi scolpendo fantastiche sculture congelate per il Festival internazionale di sculture di ghiaccio e neve che si tiene a gennaio e febbraio.Una volta un affare per lo più regionale, il festival è diventato un importante evento e competizione internazionale. Quindi impacchetta e tira su i tuoi robusti stivali per esplorare. La luce del sole invernale scintilla su immense, a grandezza naturale,
ri-creazioni di famosi monumenti in tutto il mondo. Una scia di neve dura sotto i piedi mentre sali in cima all’Acropoli di Atene o sbirri nelle porte della Città Proibita. Riscaldati con una discesa esaltante lungo uno scivolo gigante di ghiaccio sul fiume Songhua ghiacciato, poi osserva l’isola diventare una terra ultraterrena di ghiaccio scintillante e colori brillanti. Quando cala l’oscurità, le sfumature di cremisi, zaffiro e verde lime si dileguano dai blocchi di ghiaccio traslucidi.
“È piuttosto surreale, a causa sia della scala che di tutte le luci come in un film fantasy”, afferma Christian Stanley della China Travel Company, che offre tour di Harbin e del festival. Ti senti molto piccolo e non puoi fare a meno di chiedermi come riescano a costruire tutto questo in così poco tempo. È anche difficile credere che nel giro di poche settimane tutto si sia sciolto “.Prenditi una pausa dal paese delle meraviglie invernali di Harbin con una visita al Siberian Tiger Park.
Situato a poche miglia a nord-ovest della città sul fiume Songhua, il parco è stato istituito per proteggere questi magnifici animali, i più grandi felini del mondo. Centinaia di tigri siberiane di razza, abituate al freddo invernale, gironzolano liberamente nella riserva naturale di 355 acri, insieme a lince, leopardi e puma nero. I visitatori devono viaggiare su autobus circondati da reti metalliche, che le curiose tigri indagheranno occasionalmente.
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sculture di ghiaccio, Harbin Festival, 2015 95
SISTEMI DI COPERTURA IN METALLO
Quale sistema di copertura conviene usare in ambienti continuamente esposti al freddo,alla neve e alle altre condizioni metereologiche estreme?
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er le vere membrane convenzionali a bassa pendenza, un problema critico è la difficoltà di creare una membrana impermeabile continua durante il freddo e il tempo piovoso. I metodi per formare cuciture a tenuta stagna che si basano sul calore sono: asfalto caldo, applicazione della torcia, evaporazione di solventi e autoadesione. Con i sistemi di copertura in metallo, i sistemi idrostatici richiedono una corretta applicazione dei sigillanti applicati sul campo o applicati in fabbrica, mentre i sistemi di eliminazione dell’acqua si basano su rotture di gravità, capillari e progettazione appropriata delle giunture formate. A pendenze più elevate, questi pannelli diventano acqua e ghiacci e gran parte della resistenza all’acqua e al ghiaccio si ottiene con sottofondi su una copertura del tetto di supporto. I carichi gravitazionali sono generalmente un non-problema con membrane a bassa pendenza diverse dal carico morto dell’acqua ponderata, del ghiaccio o della neve. Con tetti in metallo, il carico di interesse è quello che potrebbe trascinare i pannelli metallici verso il basso. Quando la neve copre un tetto, si crea un forte legame adesivo tra la coperta di neve e i pannelli di metallo. Ciò traduce un carico verticale dalla superficie del tetto in un carico vettoriale parallelo alla superficie gravitazionale, rappresenta forze che tentano di tirare un pannello lungo la pendenza del tetto. Scongelamento, spargimento e conservazione. Oltre ai carichi
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Fenomeno di scioglimento della neve: • Glassatura • Neve capannone • Ritenzione della neve • L’uso di fibre di vetro comprimibili • Preoccupazioni per la condensazione.
gravitazionali, diversi fenomeni dello scioglimento delle nevi influenzano le prestazioni del tetto: Scongelamento dell’ambiente: la neve inizia a sciogliersi con l’aumentare della temperatura dell’aria, ma il raffreddamento serale rafforza lo strato superficiale scongelato in una crosta più solida. Un effetto collaterale di questa crosta è una significativa resistenza alla trazione e coesione, che lega la coperta di neve a se stessa. Scongelamento solare: la luce solare non riflessa colpisce la superficie del tetto attraverso la coltre di neve, che converte l’energia in calore e può contribuire a un improvviso rilascio di neve dal tetto. Scongelamento: il calore che fuoriesce dalla struttura del tetto riscalda la superficie del tetto a temperature al di sopra dell’aria esterna. Temperature diverse possono causare lo scongelamento e il congelamento della neve sciolta in una zona di pendenza inferiore, con il risultato di dighe di ghiaccio. Quando si aggiorna il tetto o si inizia un nuovo progetto, alcune considerazioni di progettazione possono fare una certa differenza nell’accumulo di ghiaccio. Assicurati le migliori prestazioni del tuo tetto in metallo in inverno con questi suggerimenti: Utilizzare un colore del tetto con un alto valore di assorbimento solare, ad esempio rosso, marrone o grigio scuro anziché colori freddi come blu, verde o bianco. Questo tende ad avviare il disgelo solare, orien99
tando i piani del tetto da est a ovest anziché da nord a sud. Inoltre utilizzare i progetti con un tetto freddo, come quelli con soffitta ventilata, isolare adeguatamente il soffitto, evitare la geometria del tetto che causa ombreggiamento, che può portare a dighe di ghiaccio utilizzare i cavi antighiaccio. Non dimenticare di assicurarti che sia collegato! Usa i pluviali a faccia aperta. Le membrane dovrebbero estendersi di almeno 30 pollici all’interno dell’involucro dell’edificio riscaldato. Avrai anche bisogno di un piano per affrontare lo spargimento e la conservazione della neve. Per favorire la ritenzione della neve, la pratica preferita è quella di utilizzare paraneve che bloccano la cucitura in posizione verticale senza perforare effettivamente il materiale del pannello. Utilizzare componenti orizzontali continui, come rotaie di neve, montati lateralmente sul tetto o piccole unità individuali attaccate alla o vicino alla grondaia. Qualunque sia la tua presa, ricorda che qualsiasi dispositivo di ritenzione della neve deve essere progettato e provato per resistere ai carichi di resistenza. Preoccupazioni di costruzione. Se hai intenzione di salire sul tetto per un progetto di costruzione in tempo freddo o umido, preparati a ulteriori sfide. I sigillanti applicati sul campo possono rappresentare un problema se la temperatura è troppo bassa - come la maggior parte dei prodotti che si basano sull’autoadesione, i sigillanti richiedono una superficie asciutta al di sopra delle temperature di congelamento. Per una configurazione ripida del tetto in metallo, assicurati di aver scelto il sottostrato giusto. Molte sottostrutture lampeggianti utilizzano materiali bituminosi modificati auto-aderenti. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che pannelli metallici o pannelli di colore scuro realizzati in rame, piombo, zinco o Terne possono raggiungere temperature oltre il punto di scorrimento degli adesivi asfaltici. Potrebbe essere necessario scegliere un prodotto non asfaltico, come un sottostrato interamente in butile, per evitare che il sottofondo si sciolga e scorra quando l’estate rotola di nuovo intorno. L’utilizzo di pannelli fotovoltaici laminati può anche aumentare notevolmente le temperature di servizio.Se lo spazio sottostante i pannelli metallici non è adeguatamente ventilato o se i vapori possono passare dall’interno dell’edificio alla parte inferiore dei pannelli, è possibile che si formi della condensa sul retro del pannello. Ciò significa che nei climi notturni freddi, i pannelli si abbassano al di sotto della temperatura dell’aria ambiente, creando le condizioni perfette per la condensazione quando l’aria interna calda raggiunge i pannelli e si raffredda. Potrebbe essere necessario utilizzare il polyfilm sotto i pannelli del tetto in modo che non vi si accumuli condensa. Si noti che la maggior parte delle garanzie del pannello metallico esclude la condensazione e la corrosione dal lato inferiore.
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2018 Fontanella, J A uu ks kt raisaj a- r vSi ,t uSdvieoz B i ae r- n aI C r dEoH O Ba T dE eL r A r c h i t e c t s
HOTEL DI GHIACCIO JUKKASJÄRVI
L'originale e il primo hotel al mondo fatto di ghiaccio e neve. Fondato nel 1989, nel villaggio svedese di Jukkasjärvi,a 200 km a nord del Circolo Polare Artico.
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Jukkasjarvi, Svezia
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'intera struttura, ricostruita ogni anno diversa dal 1991, è realizzata interamente con neve pressata e grossi blocchi di ghiaccio prelevati dal vicino fiume Torne. Il metodo di costruzione consiste nell'impiego dei blocchi di ghiaccio trasparente per pareti e pilastri; essi vengono tenuti insieme grazie all'impiego dello snice, ovvero una sorta di amalgama di neve e ghiaccio che sostituisce la funzione della malta utilizzata nell'edilizia comune. Lo snice viene poi utilizzato anche per i soffitti, alcuni muri divisori o altre strutture architettoniche: per modellarle a piacimento l'amalgama di neve compattata viene sparata da speciali cannoni in casseforme di acciaio, successivamente rimosse dopo il suo congelamento. All'inizio di gennaio la struttura alberghiera è completa ed è pronta per aprire al pubblico. Sviluppata tutta su un solo piano, essa comprende sempre un ampio atrio, una reception, l'Absolut Icebar, una piccola chiesa e circa una sessantina tra camere e suites, per un massimo di 100 ospiti; nonostante il rigido clima esterno, la temperatura all'interno dell'hotel si mantiene costante tra i -3 °C e i -8 °C. Per il pernottamento vengono forniti degli speciali sacchi a pelo integrali analoghi a quelli in dotazione all'esercito svedese e pelli di renna. Per ragioni tecniche le camere non dispongono di servizi igienici: i bagni, le docce e l'immancabile sauna sono in una struttura attigua costruita in legno e materiali edilizi comuni che ospita anche il ristorante e una ventina di camere tradizionali riscaldate.
Absolut Vodka Ice bar
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ICEHOTEL
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ICEHOTEL
atrio principale nel 2015
Quando la prima nevicata ha spruzzato l’intero villaggio di Jukkasjärvi con il bianco,gli artisti provenienti da tutto il mondo si riuniscono nel villaggio per partecipare alla creazione della mostra d’arte di neve, ghiaccio e luce che compone l’Icehotel. “Icehotel è un simposio artistico in una classe a parte. L’energia rilasciata qui quando persone creative provenienti da una grande varietà di sfondi e luoghi incontrano il ghiaccio è quasi tangibile “, afferma Arne Bergh, partner e scultore che ha fatto parte di Icehotel sin dall’inizio.
vista laterale dell’entrata
Icehotel è tutto incentrato sul ghiaccio e sulla creatività, con l’arte come risultato. Ecco perché agli artisti invitati a partecipare non è richiesto di aver lavorato prima con il ghiaccio sono selezionati tra coloro che inviano le proprie idee in base all’originalità e la creazione in un vero ghiaccio naturale rappresenterebbe una nuova sfida. Ogni anno circa 40 artisti partecipano a Icehotel. L’idea che il duro lavoro di molte settimane e i mesi di pianificazione e preparazione culminano in qualcosa che esiste solo per pochi mesi è sotto certi aspetti una sensazione agrodolce.
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ECOLOGIA Una casa ecosostenibile è per definizione un’abitazione progettata, costruita ed arredata in maniera tale da prediligere la scelta dei materiali naturali, l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi energetici, l’uso di energie rinnovabili e di elettrodomestici sempre più intelligenti. Una casa dove comfort abitativo e prestazioni vengono sviluppate di pari passo.
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LEAPfactory
ECOLOGIA D’ALTAQUOTA
Una sede ecosostenibile per la scuola sci e snowboard di Courmayeur, che rispecchiasse le idee e la filosofia della scuola, il modo di essere e di pensare.
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vista frontale
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a sede della Scuola di Sci e Snowboard Courmayeur è un modulo prefabbricato progettato e realizzato da LEAPfactory, dove Leap sta per Living Ecological Alpine Pod, società italiana leader nelle costruzioni prefabbricate modulari con impatto ambientale minimo. La stessa azienda che nel 2013 ha progettato e allestito un un campo base, un insediamento modulare a 4000 metri di altitudine, sul monte Elbrus, la montagna più alta d’Europa, nel Caucaso in territorio russo. I progettisti si sono ispirati all’esperienza degli “huts neozelandesi”, una grande rete di rifugi e capanne
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LEAPfactory
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Architetti : LEAPfactory (Stefano Testa, Luca Gentilcore, Stefano Girodo)
turistiche. La principale caratteristica dell’ecosede è l’impronta ambientale a impatto zero. Non è stato usato calcestruzzo, i materiali sono assemblati a secco, certificabili ecologicamente e riciclabili al 100%. Non sono state necessarie opere di fondazione invasive e permanenti, l’edificio è concepito come una struttura capace di evolversi: è reversibile, potrà agevolmente essere ampliato, modificato e ricollocato altrove. LEAPs3 annulla la differenza tra installazione permanente e temporanea: una piccola rivoluzione.Il sistema di costruzione LEAPs3 ha richiesto pochi giorni per l’installazione, in pieno inverno, del nuovo edificio – che vanta prestazioni tecnologiche elevate, un design ricercato, con spazi interni allestiti con finiture esclusive e personalizzate. Del tutto aderente alla filosofia LEAP, la costruzione poggia su fondazioni non invasive, è del tutto reversibile e potrà essere smontata e trasferita al termine della sua utilità. Tutti i materiali sono assemblati intera-
mente a secco, certificati ecologicamente e riciclabili al cento per cento. La Scuola Sci e Snowboard progettata da LEAPfactory si trova a 1.700 m sul livello del mare, a Plan Checrouit. L’edificio piccolo ma elegante ospita due locali: in quello principale, dietro alla facciata in vetro leggermente rientrata, è sistemata l’area di accoglienza e amministrativa, dietro a questa si trova un’area di soggiorno per i maestri. L’intera costruzione è realizzata in legno, vetro e acciaio. Il calcestruzzo non è stato necessario neppure per le fondazioni. L’edificio è leggermente sopraelevato su un telaio di legno riempito con ghiaia. Tutti gli elementi sono smontabili, rendendo l’intera struttura “riciclabile”. L’architettura dell’edificio si basa sul sistema modulare prefabbricato s3 di LEAPfactory. A Courmayeur il team di progettazione ha potuto implementare per la prima volta nella pratica il sistema modulare per prefabbricati nell’ambiente naturale. Il tetto e le pareti esterne della
Progettazione strutturale : Corrado Curti Esecuzione : B&B Metaltech, Fratelli Alberto, GB di Boschetti & C, Ronchetta & C, Pellissier Helicopter
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Materiali : struttura portante con pannello BauBuche S (legno microlamellare di faggio); involucro con pannelli sandwich; telaio di finestre e porte con BauBuche; facciata in scandole di alluminio
Area : 50,4 mq Completamento : 2014
scuola formano un tutt’uno e proteggono la struttura su tutta la lunghezza. Le scandole a rombo in metallo leggero della copertura si estendono da un lato all’altro dell’edificio. Grazie al colore grigio scuro, la nuova costruzione si integra perfettamente nell’ambiente alpino circostante. All’interno, invece, la struttura portante di legno in BauBuche chiaro non è rivestita e crea così, insieme ai pannelli delle pareti ricoperti di tessuto, un senso dello spazio moderno, ma anche confortevole. Per la realizzazione della struttura portante la scelta è ricaduta sul legno microlamellare BauBuche di Pollmeier che, grazie all’elevata capacità di carico ha permesso di utilizzare sezioni più sottili e rendere così più elegante la costruzione rispetto al legno lamellare tradizionale. La prefabbricazione di tutti gli elementi ha consentito di costruire la nuova Scuola Sci Courmayeur secondo i piani e in tempo per l’inizio della stagione sciistica in una settimana. Solo la via per raggiungere il cantiere era piuttosto insolita, perché nel territorio alpino ad alta quota non arrivano strade. La maggior parte degli elementi è stata portata a 1.700 m con camion a quattro ruote motrici. Gli elementi della facciata in vetro realizzati su misura sono stati trasportati da valle mediante elicottero. Il tetto e le pareti esterne della scuola formano un tutt’uno e proteggono la struttura su tutta la lunghezza. Le scandole a rombo in metallo leggero della copertura si estendono da un lato all’altro dell’edificio. Grazie al colore grigio scuro, la nuova costruzione si integra perfettamente nell’ambiente alpino circostante. All’interno, invece, la struttura portante di legno in BauBuche Per la realizzazione della struttura portante la scelta.
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vista posteriore
LEAPfactory
2012 Casablanca, Cile -
emA Architetti
CABINA PANGAL EMA ARCHITETTI
Semplice, discreto, immerso tra gli alberi nella parte superiore di un pendio, è un rifugio minimalista, costruito su palafitte con una passerella di accesso di 40 m.
vista laterale
Casablanca, Cile
Architetti
emA Arquitectos
Luogo
Casablanca, Cile
Design Team
Matuschka, Orland
Costruzione
Nautilus
Area
60.0 m2
Anno
2012
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a casa si trova sulla cima di un sito in pendenza di 5000 metri quadrati, caratterizzata dagli alberi locali. I principali punti di vista della valle sono orientati a Nord. Lo scopo era quello di generare un rifugio, efficiente e sicuro, dall’inizio del processo di costruzione al suo uso successivo. I requisiti per generare il progetto sono fondamentalmente l’accesso, l’impianto della casa, la terrazza e la piscina, che sono stati condizionati dalla vegetazione locale del luogo, cercando di non intervenire sul campo naturale. Per questo motivo la casa è stata progettata con una passerella di 40 metri che collega l’accesso con la casa. Per quanto riguarda lo spazio sfrutta il paesaggio già esistente, incorporando la luce naturale e l’energia solare, senza perdere la privacy e il senso di ricezione.La casa è divisa in due aree mantenendola con uno spazio continuo, utilizzando l’albero Quillay 119
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come riferimento del sito per progettare la casa. Questo è il motivo per cui gli spazi sociali e i servizi, dove situati in un volume più elevato, orientando le vedute attraverso il nord-est, e il dormitorio erano situati in uno spazio più piccolo orientato a nord per maggiore privacy.La struttura è in acciaio, scelto per la sua costruzione più veloce e per la sua versatilità. I rivestimenti sono in legno, abbiamo usato giunzioni orizzontali a maschio e femmina con tinte scure per esterni e compensati trattati su albayalde per interni. In entrambi i casi l’idea era di generare una soluzione economica, condizione naturale e neutra, in risposta allo spazio esterno ed interno. Per migliorare il
emA Architetti
comfort termico abbiamo usato l’isolamento in poliuretano previsto in base al clima del luogo. La piscina di 2 x 10 e 1,2 metri di profondità ed è stata impiantata secondo le caratteristiche naturali del sito. Quest’ultima comunica attraverso le terrazze con abitazioni e corrisponde ad un’estensione di esso. I tetti di entrambi i volumi sono la quinta facciata per le diverse situazioni, percorsi e viste in contrasto con la casa di piccole dimensioni. L’intera facciata nord occidentale è focalizzata sulla valle che incornicia la vista in uno spazio unico. Questo ti fa essere parte dell’ambiente dall’interno della casa. Il nostro obiettivo era sviluppare un luogo accogliente e lontano dalle pretese.
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interni ed esterni
camera da letto e piscina
2013 Progetto by Konrad Wojcik
PRIMEVAL SYMBIOSIS
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vista frontale
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a terra conta il tempo in miliardi di anni. Ci sono voluti quasi 4 miliardi di anni per produrre alberi. Sono il più grande successo della Terra: una scultura vivente perfetta. Solo 200.000 anni fa si è presentato l’ homo sapiens. Usando la tecnologia che diffondeva dalle città rumorose e inquinate. La deforestazione, ovvero il processo per cui vengono devastati gli habitat naturali, uccidendo migliaia di organismi. Questa non è simbiosi, nemmeno condivisione, questa è strage. Numero infinito di blocchi di cemento disposti in fila come memoriali, memoriali della fatuità umana? Abbiamo ancora una possibilità di fermare tutto questo. È lì che entra in scena la “simbiosi primordiale”. Immagina, strutture in legno che rimuginano sulla foresta come alberi. Come gli alberi si nutrono dal sole e raccolgono l’acqua per sopravvivere. Costruzioni autosufficienti che convertono i rifiuti organici in fertilizzanti, arricchiscono il terreno e ricevono energia in cambio. L’energia che è la fonte di calore infinita, che può stabilizzare la temperatura interna. Avere la struttura come ogni altro organismo, che tutti gli organi sono naturali, anche dopo la sua morte potrebbe essere riutilizzata. Un semplice cerchio di vita. 125
2013 Progetto by Konrad Wojcik
“L’ispirazione principale per questo progetto parte dalla struttura di un albero. Studiare la sua natura, mi ha permesso di creare una costruzione completamente autosufficiente.” Konrad Wòjcik
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Energia/Clima Interno L’obiettivo era di progettare un’unità autosufficiente che non richiedesse alcun collegamento con l’infrastruttura tecnica locale. In tal modo, l’unità potrebbe essere posizionata in qualsiasi parte del mondo senza disturbare l’ambiente locale. Tutte le tecnologie più recenti e sostenibili del settore energetico sono state implementate in questo progetto al fine di risparmiare e produrre più energia possibile. In caso di problemi tecnici, viene fornita una fonte di energia di emergenza.
sistemi di produzione di energia autosufficiente.
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La struttura interna Fin dall’inizio l’idea era di creare una costruzione su un unico polo senza alcuna impronta sulla natura. Per quanto impegnativo come sembra, è diventato ancora più difficile quando è stata presa la decisione di non usare cemento (cemento tossico) o acciaio che consuma energia. In questo modo l’unica soluzione era quella di creare una struttura in legno che potesse resistere al vento e alla forza di gravità. Per ottenere questo tipo di struttura, il legno lamellare incollato è stato utilizzato per travi primarie, colonne e travi di I-OSB molto leggere ma rigide come struttura secondaria di supporto.
schema di costruzione della struttura.
2013 Progetto by Konrad Wojcik
Non solo riciclabile ma CradletoCradle I paesi nordici europei sono i leader nell’approccio sostenibile verso risorse rispettose dell’ambiente. Pochi anni fa hanno creato nuovi standard di materiali ecologici e li hanno contrassegnati con il certificato “dalla culla alla culla”. La differenza tra altri materiali e la certificazione C2C è che deve esserci la possibilità non solo di riciclare il materiale nel 100% ma anche di ridurlo in fattori. In questo modo possono essere usati ancora una volta in ogni modo possibile. In altre parole, questi sono materiali che da un senso biologico di significato non sono diversi da un albero o altro organismo biologico. Per creare un riciclaggio sostenibile delle costruzioni non è sufficiente.
materiali riciclabili all’interno della struttura.
2013 Progetto by Konrad Wojcik
L’aumento della popolazione delle città attuali ha causato un rapido declino della loro attrattiva. Entrambe, presentano migliori infrastrutture stradali e un’ampia varietà di trasporti pubblici che ci incoraggiano a spostarci verso le zone verdi più pacifiche e silenziose. Tuttavia, abbiamo mai pensato come sia possibile che ci sia sempre un posto per un’altra nuova tenuta? A volte dimentichiamo che la deforestazione è l’unico modo per espandersi in modo tradizionale. Come un virus, stiamo prendendo territori che non ci appartengono. Vogliamo essere “vicini” alla natura e allo stesso tempo siamo i responsabili della sua devastazione. Questo progetto è un esempio della soluzione a questo problema. Sebbene all’inizio questo progetto sia nato osservando solo la situazione locale, dopo alcune ricerche era ovvio che questa doveva essere piuttosto una strategia mondiale. La maggior parte dei paesi ha iniziato ad adottare il modello di stile di vita occidentale, dove la deforestazione per scopi residenziali stava avvenendo regolarmente. La “simbiosi primordiale” è un progetto molto flessibile nella sua forma così da poter essere messo in pratica quasi ovunque, se necessario. Il fattore che influenza maggiormente il possibile posizionamento dipende dall’altezza delle foreste. Per la maggior parte degli animali, gli alberi sono i migliori rifugi naturali contro i predatori, l’umidità e il tempo. Coincidenza? Dobbiamo ricordare che in natura nulla è accidentale.
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L’obiettivo era di progettare una struttura che non avrebbe avuto alcuna impronta umana sulla natura. L’interno era destinato a due persone e, se necessario, in occasioni speciali poteva essere esteso fino a quattro. Per fornire più spazio possibile, sono state implementate scale alternative. Ciò ha permesso di installare un interno spazioso in una forma compatta e leggera. La costruzione si divide in 4 livelli con un chiaro programma funzionale diverso su ogni piano. Questa struttura ben attrezzata è un equilibrio di comodità e praticità. La nuova distesa urbana suggerisce di progettare nuove aree residenziali senza il processo di deforestazione o la costruzione di alcuna infrastruttura. Può essere posizionato vicino a qualsiasi strada esistente che attraversa una foresta. Prendendo in considerazione la velocità media di camminata umana e la velocità della bici da corsa, è stato possibile stimare la forma e le distanze tra i successivi spazi residenziali. Il centro di ogni area è stato progettato per adattarsi a una fermata dell’autobus, un parcheggio per auto e biciclette. La distanza tra le unità dovrebbe essere di 500 metri, in modo che, a seconda del tipo di foresta, un’unità sia invisibile per l’altra. Dobbiamo ricordare che la foresta è un luogo che condividiamsuo habitat naturale e la nostra presenza non può essere troppo invasiva.
La nuova distesa urbana suggerisce di progettare nuove aree residenziali senza il processo di deforestazione o la costruzione di alcuna infrastruttura.
idea di costruzione e ambiente residenziale
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HOME La baita è stata il modello cui, tra XVIII e XIX secolo, si è riferita la moda romantica di costruirsi case di villeggiatura sulle rive dei laghi e sulle montagne portando la baita ad arricchirsi di aggetti, balconi, logge con balaustre intagliate, tetti aggettanti coperti da scandole di legno o pietra e avviando, di fatto, un doppio filone tipologico: quello della baita che unisce il ruolo di abitazione stagionale con quello di lavoro e quello della residenza borghese per la villeggiatura.
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2015 Bagnes, Svizzera -
Alp’ Architecture Sàrl
BAITA LARCH ALP ARCHI SÀRL Isolato sul bordo di una foresta sul versante settentrionale della Val de Bagnes a Lourtier, questa baita doveva essere convertito in una residenza familiare.
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Bagnes, Svizzer
vista laterale
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2013
2015
vista posteriore
Bagnes, Svizzera -
S
ituato sulla cuspide di una foresta nel comune di Bagnes, in Svizzera. I progettisti di Alp’Architecture Sàrl hanno preso il vecchio abbandonato Larch Barn e lo hanno rinvigorito in una residenza che si adatta ad uno stile di vita moderno pur mantenendo il fascino della struttura originale. Per soddisfare le esigenze della coppia che si sposta nello spazio, è necessario aggiungere nuovi volumi per ospitare un garage, un bagno, una sala attrezzi, ecc., Nonché un nuovo ingresso in casa. Ma per conservare il fascino del fienile, gli architetti hanno abilmente posizionato questi nuovi spazi nella parte posteriore del fienile, oltre a creare un nuovo volume sotterraneo che funge anche da basamento per l’edificio originale. Ma come potevano costruire sotto la stalla che potresti chiedere? Durante la costruzione, la vecchia struttura doveva essere completamente smontata in modo che potessero costruire le parti sotterranee, con un sistema di
Alp’ Architecture Sàrl
numerazione per ogni pezzo di legno originale che garantisse che l’intera cosa potesse essere rimessa insieme quando fosse pronta.L’interno trasforma il fascino rustico dell’esterno sulla sua testa, con meravigliosi spazi aperti rifiniti con legno ricco e cemento lucidato. Ciò ha permesso alla ditta di costruire il livello inferiore con facilità, così come una nuova struttura in legno su cui il rivestimento originale potrebbe essere posato per preservare il suo aspetto tradizionale. Questo processo di mettere la vecchia pelle su un nuovo scheletro renderà la casa abbastanza strutturata per sopravvivere alle condizioni meteorologiche estreme della valle svizzera per molti anni a venire, insieme a lasciare che gli architetti ispezionino diligentemente ogni parte del rivestimento per assicurarsi che la facciata non ha vuoti o buchi indesiderati Ma oltre a questi vantaggi pratici, il processo ha anche lasciato l’interno completamente aperto affinché gli
baita prima della ristrutturazione
2015 Bagnes, Svizzera -
Alp’ Architecture Sàrl
vista della cucina e soggiorno entrata principale
architetti possano progettare a loro piacimento. L’interno trasforma il fascino rustico dell’esterno sulla sua testa, con meravigliosi spazi aperti rifiniti con legno ricco e cemento lucidato. La casa è inondata dalla luce naturale su tutti i lati, e ogni camera dispone di arredi integrati per massimizzare lo spazio disponibile di ogni stanza. Questi arredi sono particolarmente impressionanti in quanto riflettono lo stesso livello di precisione che l’azienda ha portato alla catalogazione del rivestimento esterno, senza centimetri (o pollici) di qualsiasi oggetto fuori posto. Lavorando in collaborazione con i consulenti energetici di Acrowatt Sàrl, gli architetti hanno creato una casa che riflette insieme ai moderni gusti un moderno senso di responsabilità ambientale, in quanto hanno integrato pannelli solari, pannelli fotovoltaici e un sistema di ventilazione a doppio flusso nel loro schema di progettazione. Nel complesso, questo edificio favorisce l’amore per il vecchio e il nuovo design svizzero, trovando bellezza in tutti gli aspetti e dando ad ogni elemento lo spazio necessario per rendere il Larch Barn una creazione senza tempo.
2017 F l e i n v a e r, N o r v e g i a - T Y I N T e g n e s t u e , E g g e r t s s o n A r c h
TYIN Tenestue, Rintala Eggertsson Serenità, aria di mare e sensibilità
panorama sull’isola di Fleinvær
L
avorare in un’isola pittoresca con la maestosa catena montuosa delle Lofoten come sfondo può sembrare uno scenario da sogno per qualsiasi architetto. Ci sono ancora sfide significative per un progetto di questo ambito in un luogo così limitato. A prima vista, Fleinvær può sembrare ruvido, battuto dal vento e battuto dal tempo. Allo stesso tempo, l’isola piccola ha una fragilità meno evidente. “Dato il contesto del progetto, abbiamo ritenuto naturale invitare Sami Rintala e il suo ufficio Rintala Eggertsson Architects a far parte del team. Ha una notevole esperienza in questa scala di
lavoro e una capacità unica di lavoro pratico e architettonico in condizioni difficili. Ci siamo sentiti più al sicuro quando ha accettato di partecipare “, afferma Andreas Grøntvedt-Gjertsen di TYIN Tegnestue Architects. Il quartetto divenne un quintetto e il lavoro pratico potrebbe iniziare. Un passo preliminare è stato il partizionamento del progetto in diverse pietre miliari più piccole. Il cantiere è stato sottoposto a un’accurata scansione tridimensionale, condotta in società con studenti di architettura della NTNU (Università norvegese della scienza e della tecnologia). Ciò ha fornito
F l e i n v a e r, N o r v e g i a
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2013
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una panoramica completa del lotto, strumentale nel guidare l’ulteriore sviluppo del progetto. Una modesta interferenza con il terreno si è distinta come principio importante per il processo di costruzione. Il muschio e la vegetazione terrestre contribuiscono allo splendore naturale di Fleinvær. Se lacerato durante la costruzione, avrà bisogno di decenni per ricrescere. L’isola è anche un’area di nidificazione di gabbiani e uccelli marini. La preoccupazione per l’ambiente naturale si riflette nei piccoli volumi dell’edificio e nel loro attento adattamento al terreno. Il modesto conatatto del progetto con il livello del suolo rende anche possibile la rimozione degli edifici, senza danni estesi all’ambiente naturale. “Abbiamo avuto cura di infliggere il minor numero di ferite possibili su Fleinvær.
Raggiungiamo questo in parte creando buoni percorsi, spazi tra le case e un camino comune. Questo allontana il traffico dalle aree più sensibili delle isole “, spiega Sami Rintala. TYIN tegnestue e Rintala Eggertsson architects hanno lavorato in stretta collaborazione durante la fase idea del progetto. Gli edifici sono finiti nelle loro forme finali
vista posteriore 143
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costruzione del rifugio
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disegno del progetto
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attraverso un processo aperto, in cui i contributi di studenti e volontari sono stati determinanti. La sauna si trova vicino al mare ed è la prima parte dell’area di lavoro visibile ai visitatori che arrivano in barca. Un’antica sala d’aspetto nel vecchio porto è stata rinnovata per ospitare ospiti durante la notte e ha funzioni sanitarie. Più in alto, attraverso il progetto, quattro piccole unità da letto. Due di questi sono brevi e ampi con letti gemelli. Gli altri due, più alti e più stretti, contengono ciascuno due letti a castello. Un sentiero conduce attraverso queste logge e nel cuore della Sala Immersion; la sala da concerto e la mensa. “Le basi sono ridotte al minimo e sono costituite da colonne in acciaio curve a 15 gradi di angolo. Abbiamo scoperto che in questa particolare angolazione, colpiscono bene il terreno, indipendentemente dalla possi-
bilità di adattamenti in altezza al terreno. In questo modo siamo stati in grado di ottenere basi appuntite precise senza interferenze significative con il terreno “, afferma Yashar Hanstad di TYIN tegnestue, Alzare questo edificio da terra crea una stanza interessante sotto di esso, completamente visibile dal percorso principale. Le sue facciate sono rivestite con materiali rimasti dagli altri edifici. Questo non è solo un modo di utilizzare appieno i materiali, ma anche un adeguamento pratico alla costruzione in un luogo in cui la logistica è una sfida. “Normalmente le cose semplici come l’accesso al cibo e la disponibilità dei materiali diventano più difficili in un contesto di lavoro isolato. Questo è il rovescio della medaglia. Quindi, ci sono i lati positivi. Isolamento pittoresco e pacifico da informazioni non necessarie e oggetti ridondanti con cui ci
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camere interne
disegni
vista interna della sala coworking
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circondiamo nella vita di tutti i giorni “, afferma Rintala. Gli edifici nel cuore della sala Immersion sono mono-funzionali, con la sala da concerto da un lato e la mensa dall’altro. Un edificio è ritirato rispetto all’altro. Questo dà alla mensa uno spazio esterno più ampio verso il mare, mentre la sala da concerto ha il suo spazio esterno verso il percorso dai moduli dormienti. Questo crea un amphi naturale di fronte. Lo spazio di lavoro “njalla” ospita la sala di riflessione dei progetti. Questa è un’interpretazione moderna del tradizionale magazzino del popolo Sami, il njalla. Il Sami njalla è costruito sul tronco di un albero tritato. Questo è doppiamente adatto per le stanze di immersione, dal momento che entrambe mantengono il tocco leggero desiderato con il terreno, pur rispettando la storia dell’ingegneria civile della Norvegia settentrionale. Il njalla è racchiuso in uno scheletro d’acciaio, premesso a Trondheim da Waaberg e dagli studenti NTNU. Sedendosi in cima a un pilastro, ha una vista mozzafiato sul Mare di Norvegia. La sala di riflessione ispira sentimenti di libertà e isolamento. 151
2016 Leis, Svizzera -
Peter Zumthor
LA CASA DI LEIS PETER ZUMTOR
Una casa di montagna, un guscio caldo e accogliente, con i profumi del legno di pino e uno scoppiettante fuoco nella stufa.
1. Cantina 2. Cucina/Living 3. Camere sezione trasversale
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Leis, Svizzera
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Leis, Svizzera -
Peter Zumthor
vista frontale
2016 Leis, Svizzera -
Peter Zumthor
È
stata recentemente completata Türmlihus, la terza residenza per vacanze progettata dall’architetto Peter Zumthor e gemella delle precedenti Oberhus e Unterhus. Le residenze sono state realizzate a Leis, un piccolo borgo delle Alpi del Canton Grigioni, Svizzera, sito a 1500 metri di altitudine e a breve distanza da Vals, dove sono le celebri terme progettate dall’architetto. Peter Zumthor descrive poeticamente le residenze come una risposta architettonica all’idea di casa espressa dalla moglie Annalisa: una casa di montagna, un guscio caldo e accogliente, con i profumi del legno di pino e uno scoppiettante fuoco nella stufa. Ispirate alle costruzioni tradizionali delle Alpi, le case sono realizzate con una struttura in legno attentamente progettata e predisposta in fabbrica, e successivamente assemblata in loco. Compositivamente si tratta di volumi, scatole indipendenti composte da 4 pareti strutturali che diventano autoportanti. L’architetto ha progettato le residenze assemblando le diverse scatole collegate da soffitti o pavimenti. In questo
camera da letto
zona giorno
modo i volumi piÚ piccoli, contenenti le funzioni di servizio, sono diventati la struttura portante degli edifici. Questa aggregazione di volumi ha consentito di ottenere negli ambienti tra un volume e l’altro le ampie vetrate panoramiche da pavimento a soffitto e da parete a parete, che caratterizzano le tre case e che permettono di vivere in simbiosi con il paesaggio naturale circostante. Il piano delle case di Leis mostra un numero di piccole scatole costruite tradizionalmente in diverse dimensioni e forme per i locali delle utenze, le scale, le dispense e i bagni. Queste piccole stanze sono unità indipendenti nel piano terra e sono collegate orizzontalmente dai soffitti dei piani. Quindi, i soffitti e i locali tecnici formano la struttura portante degli edifici. Gli spazi vetrati tra i locali tecnici creano ampie finestre panoramiche. Le pareti laterali di due locali di servizio in piedi di fronte estendono verso il panorama e, insieme con i pavimenti e soffitti
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2013
2013 Anniviers, Svizzera - Savioz Fabrizzi Architetti
RIFUGIO TRACUIT ALPI SVIZZERE
Tra l’orrizzontalità del ghiacciaio Turtmann e la verticalità della montagna, il nuovo rifugio si adatta alla topografia estendendosi sulla cresta della parete rocciosa.
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Anniviers, Svizzera
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2013 Anniviers, Svizzera - Savioz Fabrizzi Architetti
2013 Fontanella, Austria -
I
Studio Bernardo Bader Architects
l rifugio Tracuit, a 3256 metri di altitudine, proprietà del club alpino svizzero, si colloca al cuore delle alte alpi Pennine, all’estremità della Val d’Anniviers, una collocazione eccezionale come punto di partenza per l’ascesa dei monti Bishorn e Weisshorn. Tra l’orrizzontalità del ghiacciaio Turtmann e la verticalità della montagna, il nuovo rifugio si adatta alla topografia estendendosi sulla cresta della parete rocciosa. La facciata a sud è una prolungazione della parete rocciosa sottostante e funziona come un enorme pannello solare, ricoperta da vetri e pannelli fotovoltaici con il fine di sfruttare al massimo l’energia solare. Le altre facciate riflettono il paesaggio circostante per diminuire l’impatto della cabina sul sito. Gli spazi interni sono limitati allo stretto necessario: si organizzano in maniera compatta per una questione di economia ma anche per ragioni sociali: favorire il contatto tra gli utilizzatori della cabina, favorendo lo “spirito del rifugio”, caratteristico dei questi generi di rifugi in alta montagna. Il sistema di costruzione scelto tiene conto delle difficoltà legate al trasporto dei materiali e alle condizione climatiche estreme del luogo, scegliendo quindi di usare il calcestruzzo, particolarmente costoso da trasportare, solamente per le fondamenta del rifugio, per la riserva d’acqua e per lo stoccaggio del gas (resistente al fuoco). Su queste fondamenta giace lo scheletro del rifugio, una struttura interamente in legno. Ci vorranno solamente nove giorni di lavoro
e l’aiuto di due elicotteri per il montaggio dei quattro livelli del rifugio interamente realizzati in moduli prefabbricati. I muri e i pavimenti sono composti da travi di legno sia per l’insolazione che per il rivestimento. Le facciate e il tetto sono rivestiti d’inox. Scelto per la sua qualità anti-corrosiva, l’acciaio inossidabile permette di recuperare l’acqua dal tetto per la consumazione grazie alla sua stabilità chimica. Infine, le facciate rivestite con lamiere riflettono il paesaggio che circonda il rifugio, permettendogli di immergersi nell’ambiente. Sulle facciate est, nord e ovest, le finestre hanno dimensioni molto ridotte, permettendo un giusto equilibrio tra la luminosità locale, la ventilazione naturale degli spazi e la limitazione della perdita termica di calore. Più esposta al sole, la facciata sud dispone di finestre più grandi che permettono d’immagazzinare l’energia solare passiva. Nella zona pranzo, le vetrate offrono una vista immersiva alla valle di Zinal. Nel prolungamento della parete rocciosa sottostante alla facciata, quest’ultima è orientata in maniera ideale per accogliere dei pannelli fotovoltaici che assicurano una grande parte di fornitura energetica. La costruzione è stata concepita in maniera di minimizzare l’impatto sull’ambiente. Isolata da ogni rete elettrica, l’obbiettivo del progetto è l’autonomia energetica. La forma compatta della costruzione, una “busta termica” dalle alte prestazione e una limitazione delle
esigenze permettono di ridurre la consumazione energetica. Un sistema di ventilazione “low-tech” permette di recuperare l’importante calore emesso dagli ospiti, il tutto assicurando il ricambio d’aria per un maggior confort. Il riscaldamento, limitato a qualche stanza, è assicurato da un sistema a pallet e a gas per gli extra. Una facciata, coperta da 95m2 di pannelli fotovoltaici, fornisce la maggior parte dell’energia elettrica. Il cantiere è durato all’incirca un anno, dal giugno del 2012 al giugno 2013. Alla fine dei lavori, il vecchio rifugio costruito nel 1929 e resto in funzione durante i lavori, è stato smantellato. Le fondamenta sono state lasciate come ricordo dei vecchi tempi.
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2013 Anniviers, Svizzera - Savioz Fabrizzi Architetti
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