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STORIA
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ARTE E CULTURA
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5 Maggio 1999. Il varo di Luna Rossa
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STORIA Gli Etruschi in Maremma
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OSPITALITÀ Baia Bianca Suites
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NATURA Le dune tra terra e mare
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DRINK Piccolo Bar
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MOSTRE D’ARTE Ousmane Ndiaye Dago ‘800 La Pittura Helidon Xhixha Affordable Art Point
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ITINERARI Tours nelle Isole
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PERSONAGGI Intervista all’Architetto Walter Di Salvo
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SPECIALE IMMOBILIARI Le Agenzie di Punta Ala
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ARREDARE Baga Arredamenti
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STORIA Antichi relitti
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ATTIVITÀ Punta Ala Cavalli: Signori... in carrozza.
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ASSOCIAZIONI Vivere Punta Ala
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VELA Lo Yacht Club Punta Ala
EVENTI
Si ringrazia per la collaborazione: Alessandra Pelosi, Miriam Parricchi, Alessandro Masini, Filippo Calandriello, Luciano Nicchiarelli, Stefano Manca, Giovanni Minoli, la famiglia Binaghi, Cristina Angeletti, Carlo Alberto Belli, Alessandra Bertero, Paolo Campopiano. Traduzioni Costanza Maccianti, Ekaterina Novikova L’immagine di copertina è di Lorenzo Damiani Per la concessione delle immagini: Niccolò Brogelli Luca Lupi Maurizio Salfo
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www.puntaalamagazine.it puntaalamagazine@yahoo.it
URBANISTICA Gli anni ‘50 e il piano di sviluppo per Punta Ala
Grafica e impaginazione Vittorio Peluzzi
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VINI Banfi
Coordinamento Editoriale Diletta Ciacci
Stampa Orizzonti srl - IGV Finito di stampare nel mese di giugno 2015
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GOLF Il Golf Club Punta Ala
Direttore Editoriale e Produttore Andrea Orler
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RICORDI La nascita di Punta Ala: tra storia e leggenda
Punta Ala Magazine
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na civiltà affascinante, quanto misteriosa. C’è ancora un grande punto interrogativo riguardo alle origini degli Etruschi, che dominarono l’antica Etruria. Sull’argometo ci sono infatti diverse teorie. Tra queste, le più accreditate fanno riferimento alla testimonianza di Erodoto, uno storico greco vissuto nel V secolo a.C., che riporta di un popolo emigrato dalla Lidia a seguito di una carestia, e a Dionigi di Alicarnasso, che parla di una provenienza autoctona. Nonostante ci siano ancora incertezze riguardo alla loro origine, le capacità ingegneristiche, commerciali, industriali ed agricole sono fuori di dubbio grazie ai reperti recuperati e ai siti archeologici che hanno resistito al tempo: tutte tracce di civiltà che hanno permesso di ricostruire la storia degli Etruschi, che ruota intorno al cosiddetto periodo villanoviano, che prende il nome da un piccolo paese in provincia di Bologna, in cui nel 1853 fu rinvenuta un’antica sepoltura etrusca. Ma per quale motivo gli Etruschi si stabilirono in Maremma? La risposta probabilmente risiede nella particolare conformazione che il territorio aveva assunto nei secoli precedenti all’anno zero. Facendo un passo indietro, infatti, la pianura grossetana, che si formò durante il quaternario con il fiume Ombrone, che oggi attraversa Grosseto, e il Bruna, che sfocia a Castiglione della Pescaia, presentava un aspetto ben diverso da quello attuale. Chi non conosce la storia del territorio maremmano, non ipotizzerebbe mai, che, un tempo, un vastissimo bacino lacustre occupasse buona parte della pianura. Durante l’VIII secolo a.C. le sponde di questa laguna, che occupava una zona estesa per 16 chilometri, denominata poi lago Prile, e oggi completamente bonificata e non più esistente, e le colline che vi si affacciavano erano luoghi particolarmente feritili, facilmente difendibili e adatte all’agricoltura, alla pesca e al commercio, offrendo anche vie di comunicazione verso il mare, che agevolavano i trasporti delle merci. Nacquero così due importanti città-stato, entrambe affacciate sul lago Prile: Vetulonia, borgo che oggi si trova su una collina di 344 metri sul livello del mare, vicino a Castiglione della Pescaia e che conserva ancora le testimonianze della civiltà etrusca, e Roselle, attuale frazione di Grosseto, che nel VI secolo a.C. conquistò e incorporò l’antica Vetluna, con cui si contendeva il dominio della baia compresa tra i fiumi Ombrone e Bruna. Gli Etruschi avevano infatti un ottimo rapporto con il mare ed erano rinomati per essere esperti naviganti. Disponevano di navi da guerra di forma snella, adatte per speronare le imbarcazioni nemiche, o più capienti e solide, per il trasporto dei prodotti e dei manufatti, che realizzavano. Erano comunque particolarmente prudenti durante i propri spostamenti, viaggiando durante il giorno, per evitare il buio della notte, e stabilendo i viaggi di lunga tratta, soprattutto durante la stagione primaverile ed estiva, in modo da evitare possibili tempeste. Non disponevano di una strumentazione sicura, salvo il sapersi orientare attraverso le stelle, ma conoscevano in modo dettagliato le acque più pescose e la costa italica. E furono proprio questi motivi a spingerli a scegliere la Maremma e il suo lago Prile che, all’epoca, si presentava come un porto sicuro e riparato per le flotte. Un luogo perfetto in cui insediarsi, poiché dalle colline circostanti offriva anche un controllo visivo, che dava modo di scongiurare possibili incursioni via mare. Gli Etruschi non si limitarono a vivere di pesca o di agricoltura, coltivando le floride terre che oggi costituiscono la Maremma. Furono attratti anche delle numerose risorse minerarie, come l’antimonio, il ferro, il manganese, il mercurio, il piombo, il rame e lo stagno, di cui era ricca la costa toscana, e che sapevano 9
utilizzare e lavorare con destrezza. Non è un caso, quindi, che Vetulonia sia stata una delle città-stato più ricche della Dodecapoli, ovvero della federazione costituita dalle 12 città più importanti in Etruria, che si dedicava ad un proficuo commercio di minerali estratti, fusi o laminati, grazie allo sfruttamento delle colline metallifere e alle raffinate e invidiabili tecniche di lavorazione orafa. Una vera e propria città marittima, nata dalla fusione di alcuni villaggi villanoviani, che raggiunse l’apice nel VII secolo a.C., con un’estensione, dedotta dalle mura realizzate a scopo difensivo, di circa 5 chilometri. Vetulonia contava anche una delle necropoli più vaste tra tutte le città-stato dell’Etruria, all’interno di un perimetro stimato in 15 chilometri, con sepolcri dapprima a pozzetto e poi a tumolo e a circolo, che hanno preservato,
per secoli, corredi funebri e suppellettili sfarzosi e ricchi, come fibule, spille e cinture, oggi custoditi gelosamente nei musei archeologici di Grosseto e Vetulonia, in cui sono ancora visibili i resti delle antiche mura. Ma mentre l’antica Vetluna fioriva grazie al commercio marittimo e alle sofisticate tecniche di lavorazione dei metalli preziosi, Roselle, la rivale del Lago Prile, aveva esteso il suo territorio sia verso l’entroterra, che ben oltre la foce del fiume Ombrone, diventando una tale potenza da riuscire a conquistarla nel VI secolo a.C.. Così mentre alcuni abitanti di Vetluna si rifugiarono a Massa Marittima, tanto che, nei pressi del lago dell’Accesa, una necropoli ospitava tombe a circolo e corredi funebri simili ai reperti rinvenuti a Vetulonia, Roselle, che oggi si trova a pochi chilometri da Grosseto, sfruttando per i propri commerci marittimi, sia la foce dell’Ombrone, che il lago Prile, acquisì il comando su una zona estremamente vasta, stabilendo un’egemonia, anche al di là dei confini dell’attuale provincia di Grosseto. Una supremazia che detenne comunque fino al 294 a.C., quando, secondo lo storico romano Tito Livio, la città etrusca diventò, a tutti gli effetti, una colonia romana. 10
Il declino dell’Etruria era comunque già stato segnato nel 509 a.C. con la caduta della dinastia dei Tarquini, che dal 616 a.C. aveva governato Roma. I sovrani romani, di origine etrusca, fino ad allora avevano garantirono una convivenza pacifica con le città-stato, basata su proficui scambi commerciali. Vetulonia, ad esempio, forniva a Roma bronzo, metalli lavorati o grezzi o gioielli in oro, prima di essere inglobata dalla vicina Roselle, che realizzava lance, spade, coltelli e scudi per i Romani. L’Etruria, che, al massimo del suo apice, comprendeva anche l’Emilia-Romagna, la Lombardia, l’Umbria e la Campania, fu via via conquistata da Roma. Molti aspetti della cultura etrusca non si persero, comunque, nella notte dei tempi, ma furono assimilati dagli stessi Romani, che appresero dagli Etruschi l’arte di interpretare i fulmini, le viscere degli animali o il volo degli uccelli, per comprendere le volontà degli dei. Inoltre, acquisirono in eredità, oltre all’usanza di organizzare gare atletiche o giochi gladiatorii, anche le insegne del potere, come il fascio littorio, rinvenuto nella tomba del Littore, tanto da far presumere che sia stato realizzato per la prima volta proprio a Vetulonia. Conclusa così la dominanza etrusca in Italia, che era stata assicurata anche a grandi città-stato come Vetulonia e Roselle, fu quindi la volta di Roma, che, da piccolo abitato, fondato, secondo il mito, nel 753 a.C., sarebbe ben presto diventata la caput mundi del Mediterraneo. Ma questa è un’altra storia.
The Etruscans in Maremma, between Vetulonia and Roselle Centuries ago, the level ground of Grosseto was a wide lake basin, which is not existing anymore, called “Prile Lake”. On the banks of this lagoon, the Etruscans founded two important city-states: Vetulonia, close to Castiglione della Pescaia, and Roselle, near Grosseto. Vetulonia was dedicated to a profitable trade of extracted minerals, thanks to the refined and sought-after techniques of goldsmith’s manufacturing, was one of the wealthiest city-states. It was an outand-out maritime city, which hit new heights in the 7th century B.C. In the 6th century B.C., Vetulonia was conquered by Roselle, the opponent of the Prile Lake. Some of the inhabitants of Vetulonia took shelter in Massa Marittima, while Roselle obtained the command on an extremely wide area, establishing an hegemony which it held until 294 B.C., when it was in turn submitted to the Romans.
Этруски в Маремме Между Ветулонией и Розелле.
Много лет назад равнина, на которой сейчас располагается город Гроссето (Grosseto), являлась большим озерным водоемом, на месте которого ныне находится озеро Приле (Lago Prile). На берегах лагуны этруски основали два наиболее значимых города-государства: Ветулонию, на сегодняшний день располагающийся недалеко от города Кастильоне делла Пеская (Castiglione della Pescaia), и Розелле, ныне размещенный в административном округе Гроссето (Grosseto). Ветулония была одним из самых богатых городов – государств, благодаря своему умению искусно вести торговлю и создавать изысканные ювелирные украшения. Это был поистине морской город, достигший своего расцвета в VII веке до н.э. Однако в VI веке до н.э. Ветулония была захвачена своим соперником – городом-государством Розелле и, именно по этой причине, многие жители Ветулонии переселились в Масса Мариттима (Massa Marittima). Розелле завоевывал огромные территории и устанавливал на них свое господство. Держава просуществовала до тех пор, пока не была захвачена римлянами в 294 году до н.э. 11
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Museo Archeologico e d’Arte della Maremma Museo di Arte Sacra della Diocesi di Grosseto Piazza Baccarini, 3 - Grosseto Orari: Dal 1 Novembre al 31 Marzo: dal martedì al venerdì: 9.00 - 15.00 sabato, domenica e festivi: 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 dal 1 Aprile al 31 Maggio: dal martedì al venerdì: 10.00 - 17.00 sabato, domenica e festivi: 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 dal 1 Giugno al 15 Settembre: dal martedì al venerdì: 10.30 - 17.30 sabato, domenica e festivi: 10.00 - 13.00 / 17.00 - 20.00 dal 16 Settembre al 31 Ottobre: dal martedì al venerdì: 10.00 - 17.00 sabato, domenica e festivi: 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 Gli orari possono essere soggetti a variazioni, si consiglia di telefonare ai seguenti numeri telefonici: 0564/488752 - 750 o consultare il sito internet: http://maam.comune.grosseto.it Giorni di chiusura : Lunedì non festivi, 25 Dicembre, 1 Gennaio, 1 Maggio Biglietto d’ingresso: Biglietto intero: euro 5,00 Biglietto ridotto: euro 2,50, per: studenti universitari, minori di 18 anni, maggiori di 65 anni.
Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia Piazza Vetluna, 1 - Vetulonia Orario Ottobre-febbraio 10.00 - 16.00 Marzo - maggio 10.00 - 18.00 Giugno - settembre 10.00 - 14.00 / 16.00 - 20.00 Prezzo €5,00 intero; € 2,50 ridotti e gruppi sup. 20; € 1,00 scolaresche. Tariffe ed orari del museo possono essere soggetti a lievi variazioni. Si consiglia di telefonare al museo Info e prenotazioni: 0564-948058
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l successo di un resort
Simona Sardi GM al Baia Bianca Suites
Abbiamo lasciato un anno fa Simona Sardi all’inizio della sua conduzione del Baia Bianca Suites all’Isola D’Elba. Ma andiamo con ordine. Cos’è il BBS? Per chi ancora non conoscesse questo fantastico resort, il Baia Bianca è un complesso di suites tutte vista mare, con giardino, patio e minipool idromassaggio privati, inserite in un contesto di vegetazione lussureggiante, affacciata sulla magnifica spiaggia della Biodola. Il verde brillante dei giardini fioriti, l’azzurro del mare in tutte le sue meravigliose gradazioni, il candore della spiaggia, l’eleganza del white concept, nelle linee pulite e raffinate degli interni e un servizio a 5 stelle, fanno di questa struttura, e di tutto il contorno, un entusiasmante e coinvolgente viaggio nei cinque sensi.
La vista che indugia pigramente tra questi splendidi stacchi di colore, è una gratificazione continua. Riempirsi gli occhi di cose belle non può che far bene al cuore; il tatto si lascia conquistare dalla morbidezza dei teli di spugna disposti generosamente nelle suites; l’olfatto si risveglia con l’aria fresca del mare filtrata dai pini e dalle piante di aloe, per finire catturato dall’inconfondibile profumo dei courtesy set di Ferragamo; l’udito si rallegra con il canto degli uccellini e si culla con le onde del mare; il gusto trova il suo regno al Bistrot, il ristorante del Baia Bianca, dalla mattina alla sera, partendo con una sfarzosa colazione internazionale, per proseguire, durante tutto il giorno, con un servizio di piatti freschi ed estivi, una cucina a Km Ø con piatti toscani e qualche sfiziosa innovativa variazione. Una cucina sana, caloricamente equilibrata e controllata e la sera avrete una marcia in più perchè si può assistere ad uno dei tramonti più incantevoli dell’isola d’Elba. Ma cos’è il lusso se non sentirsi a casa propria, serviti come in una reggia, dove poter entrare ed uscire dalla suite al giardino privato, e poi dal giardino alla spiaggia, in costume, scalzi, in piena libertà? E se mi annoio tra la spiaggia, la piscina e il Bistrot posso sempre prendere lo Yacht Baia Bianca e farmi il giro tra le incantevoli isole dell’Arcipelago Toscano, o farmi fare un massaggio thailandese sotto il patiodella suite, o farmi accompagnare a spasso per l’isola dal Mercedes otto posti a disposizione degli ospiti. 14
Oppure posso abbandonarmi ad una lezione di pilates sul prato al tramonto, o allenarmi in palestra con gli attrezzi della Tecnogym, o farmi una nuotata nella piscina che fuori stagione è perfino riscaldata, o prendere un volo privato e andare a fare shopping a Firenze o a vedere la Torre di Pisa. Tutto questo e molto altro ancora è ciò che offre questo incantevole resort, e per le mamme e i papà un plus: la tranquillità di un kidsclub sempre aperto, da mattina a sera, dove poter lasciar i propri bambini senza preoccupazioni di sorta, facendo davvero una vacanza e poi, novità di quest’anno, iscriverli al corso di acquaticità per vederli nuotare da soli. Questo paradiso dei sensi e del benessere è orchestrato, organizzato, pianificato e condotto dalla General Manager Simona Sardi, un’effervescente professionista del settore turistico-alberghiero, dalla carriera comprovata e indiscussa, che ha fatto del suo lavoro una missione, portandolo avanti inesorabilmente con amore e passione. La forza di Simona Sardi, preparata per offrire un’altissima qualità di servizio, è stata saper valorizzare questo magnifico resort, superando, oltre il raddoppio del fatturato in una sola stagione estiva. Indubbiamente è stata una fortuna (direi per entrambi, Isola d’Elba inclusa) l’incontro prima e il sodalizio poi, di Simona Sardi con un grande imprenditore olandese, ma altrettanto certo è quanto sarebbe stato fugace e provvisorio l’aiuto di una buona stella se non avesse incontrato la competenza, il rigore nelle scelte e quel mix di buon gusto, senso estetico, determinazione e ricerca della perfezione, di questa instancabile professionista che ha portato, in poco tempo, il Baia Bianca Suites, a raggiungere livelli di notorietà nel panorama internazionale tali da ospitare un pubblico di lungo raggio come australiani, californiani e canadesi. Impensabile, senza un’appropriata preparazione, poter arrivare ai risultati ottenuti da questa invidiabile gestione. Un valido supporto per la realizzazione di questo successo è ciò che l’Isola d’Elba offre al turismo, crede modestamente Simona: terme, campi da golf, sport acquatici, trekking, equitazione, mountain bike, pesca, musei, aziende vinicole con relative degustazioni di olio e vino Made in Elba, oltre ad aziende che compongono il panorama dell’eccellenza toscana, non ultima la Silver Air che da quest’anno ha garantito i voli su Pisa, Firenze e Milano per la continuità territoriale dell’isola. Simona Sardi crede molto nella sinergia e nella cooperazione, dove ogni imprenditore dando il meglio di sè all’interno della propria azienda e collaborando con gli altri, non può che migliorare l’offerta di questo splendido territorio verdeggiante con un mare paragonabile alle più belle località caraibiche. Questa è l’Isola d’Elba. La sua isola, che le sta tanto a cuore. Michela Niccoli BAIA BIANCA SUITES is a new, elegant, unique and beautifully designed relais offering high-class service. It overlooks the spectacular Biodola Beach, one of the most beautiful on the island of Elba and in Tuscany. His Mediterranean-style relais uses light natural colors and rich materials and offers a selection of suites equipped with all the comforts to accommodate 2 to 6 guests. Each of the Baia Bianca Suites provide outdoor private furnished areas with a terrace or garden and in some cases a private pool or Jacuzzi. The restaurant is perfect for romantic dinners, ceremonies and special occasions with is delicious cuicine. Baia Bianca Suites offers day or overnight trips and fishing excursions on their brand new 10 meter yacht, equipped with every comfort and luxury including your own captain. Baia Bianca Suites offers a fitness room, a big swimming pool and different kind of tours as: wine tasting tours of the local Elba wineries, cultural tours with multilingual guides to discover the history of Elba island, outdoor tours dedicated to sea and mountain sports in conjunction with a menu of sport activities.
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a duna tra terra e mare
ďŹ ori e piante della sabbia
di Alessandra Bertero 16
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La spiaggia d’inverno? Un privilegio che posso gustare grazie alla fortuna di appartenere alla specie Homo Puntalensis. Ebbene sì, vivo a Punta Ala, ci sono cresciuta, o meglio, siamo cresciute insieme. Sono arrivata in quest’angolo di paradiso nel 1963 e ho seguito passo per passo le sue trasformazioni, tanto che sono vivi nei miei ricordi colori, profumi, piccoli quadri, che, se fossi capace, potrei riprodurre nei minimi dettagli. Così ve ne propongo uno proprio sulla riva del nostro mare, composto da morbide collinette sabbiose che, da un lato, scivolano dolcemente verso la spiaggia e, dall’altro, sfumano nella pineta: le dune. Che bello prendere il primo sole di maggio al riparo dal vento nelle piccole conche che si formavano fra una duna e l’altra, circondate dai ginepri e da mille altre erbe
bellissime sul litorale che scende da Principina a Mare sino al Parco dell’Uccellina. Qui a Punta Ala, purtroppo, la forte erosione della costa ha lasciato poco spazio alla duna costiera, anche se è ancora possibile osservarne qualche piccolo lembo e parte della sua vegetazione caratteristica. Ma come nascono le dune? La loro formazione è graduale. Inizialmente la sabbia portata dal vento va a depositarsi su cumuli di alghe marcescenti lasciate dalle tempeste su fasce di spiaggia più lontane dalla riva, formando la zona antedunale. Questo primo substrato forma una barriera e viene colonizzato principalmente da piccole piante psammofile (dal greco antico psammos = sabbia e filos = amico) e alofile (dal greco antico alos = sale e filos = amico), piante capaci di vivere in ambienti salini, sabbiosi e aridi grazie a strutture
coraggiose, capaci di sfidare la salsedine e la siccità e offrire al tempo stesso colori e profumi! Già, perché la duna costiera, nei suoi molteplici aspetti, è esempio di come Madre Natura sappia risolvere con ottimi risultati problemi di adattamento a situazioni estreme per raggiungere i propri scopi. La duna costiera, infatti, è la prima barriera che difende la vegetazione e in generale la vita della fascia retrostante dalla salsedine, dal vento e dall’erosione, messa in opera dal mare, e rappresenta un vero e proprio ecosistema. Tutte le coste italiane, prima del Novecento, avevano questa “cintura protettiva”, ma con l’inizio dello sfruttamento delle spiagge a scopo balneare, a poco a poco le dune si sono prima ridotte e, poi, sono in gran parte scomparse. La Toscana è una delle regioni fortunate, che ancora ha estensioni di litorale ben conservato, dove le dune mantengono il loro aspetto tipico: in Maremma ci sono dune estese e
altamente specializzate. Le psammofile sono infatti dotate di apparati radicali profondi. Hanno strutture capaci di resistere ai cristalli di sale minutissimi, trasportati dai venti, che possono smerigliare le gemme e le foglie delle piante, e presentano un andamento strisciante per non opporre resistenza al vento. Si allargano su aree ampie per raccogliere meglio l’acqua piovana. Hanno gemme a vari livelli per sopravvivere al seppellimento della sabbia portata dal vento e sono provviste di foglie chiare e con traspirazione ridotta, grazie alla presenza di peluria e pori molto piccoli, per evitare la disidratazione dovuta alla calura estiva. Inoltre sono spesso carnose, con un aspetto crassulento, e capaci di accumulare acqua, così da poter resistere ai periodi di forte siccità. Le piante alofile, oltre ad avere apparati radicali e strutture in grado di resistere alla siccità, hanno elementi che permettono loro di sopportare anche la presenza di forti quantità di
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sale nell’acqua. Tre sono i meccanismi di difesa possibili: lo sviluppo di resistenza all’entrata del cloruro di sodio nella cellula; l’accumulo del cloruro di sodio entro i vacuoli cellulari, simili a piccole cisterne rotondeggianti, che viene poi rapidamente estromesso; l’eliminazione del cloruro di sodio mediante apposite cellule specializzate presenti nel fusto e nelle foglie. Con le loro radici queste piante pioniere consolidano lo strato sabbioso e al tempo stesso, venendo coperte da altra sabbia, arricchiscono il terreno di sostanze nutritive, permettendo la colonizzazione da parte di altre specie vegetali, anche meno resistenti a condizioni tanto estreme. Grazie a questa prima barriera, inizia a formarsi la duna mobile, sulla quale si estenderà la vegetazione psammofila. Al riparo della duna mobile, si formano gli avvallamenti retrodunali, popolati dal ginepro coccolone (Juniperus Macrocarpa) e dalle tamerici (Tamarix Gallica), ancora presenti sulle nostre spiagge, sino alla formazione di situazioni interne stabili che vengono denominate dune consolidate, che da noi ospitano la vegetazione tipica della macchia maremmana, come cespuglietti di olivello spinoso, mirto, albatro, alloro e alberi ad alto fusto, originariamente soprattutto lecci (Quercus ilex) e successivamente, per intervento dell’uomo, da varietà di pino marittimo e selvatico (Pinus Pinea e Pinus Pinaster rispettivamente). Tornando alla parte mobile della duna, sono moltissime le varietà di piante che la popolano, e tante offrono fioriture da primavera fino a settembre, aggiungendo una nota piacevole di colore. Una di queste piccole piante coraggiose delle dune mi è particolarmente cara: il giglio della sabbia, anche noto come giglio marino e narciso marino. Il suo nome scientifico è Pancratium Maritimum, è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Amarillidacee. Il nome Pancratium deriva dal greco pan, “tutto” e cratys, “potente, forte”, in riferimento alla capacità della pianta di resistere alle estreme condizioni dell’habitat, e forse anche alle sue supposte virtù medicinali. La pianta, infatti, produce alcuni alcaloidi tipici della famiglia delle Amarillacee, uno dei quali è particolarmente potente, la licorina. Questa si concentra nella radice bulbosa, che veniva utilizzata, essiccata e polverizzata, come cardiotonico.
Tuttavia, la forte tossicità della sostanza, che ad alto dosaggio può essere letale, richiede un uso estremamente cauto. Più interessanti e oggetto di studio sono le proprietà antivirali e antitumorali, legate alla capacità della licorina di inibire la crescita cellulare, bloccando la sintesi proteica. Anche ora che le dune sulla nostra costa sono ormai soltanto un pallido scampolo di quello che sono state, i gigli della sabbia crescono fra i ginepri che ancora resistono sulla spiaggia. I ciuffi verde chiaro di lunghe foglie appiattite, a volte arricciolate in boccoli, spuntano dalla sabbia a mo’ di sfida: la sua grossa radice tuberosa rende il giglio della sabbia adatto a resistere alle lunghe siccità estive e alle basse temperature invernali. A inizio estate, dai ciuffi spuntano tante grandi campanule candide, che spandono nell’aria il loro profumo fragrante. Il fiore ha un aspetto molto gradevole, tant’è che ora il giglio marino viene coltivato diffusamente come pianta da giardino. Ha una vita effimera, uno o due giorni, ma la fioritura è continua e abbondante da maggio-giugno a settembre. A fine estate compaiono i frutti, verde chiaro e di forma ovoidale, nei quali maturano, in ottobre, i semi, neri e angolosi, simili a carboncini. La disseminazione è affidata alle correnti marine (idrocora). I semi, infatti, hanno una parte spugnosa che ne consente il galleggiamento. La maturazione e la dispersione dei semi avviene nel periodo autunnale, quando le onde delle prime mareggiate stagionali raggiungono le dune. A parte la vorace larva di Brithys crini, una farfalla notturna, il suo maggiore nemico è purtroppo l’uomo che ne minaccia l’habitat con gli insediamenti balneari. In alcune regioni, infatti, come in Lazio, Molise, Basilicata e Calabria, la specie è protetta. Il giglio marino è presente su tutta la costa italiana, isole comprese. Non resiste solo nella parte costiera più settentrionale del lato adriatico. Sul litorale di Punta Ala, i loro fiori bianchi si aprono abbondanti da inizio estate, soprattutto nel lungo lembo di spiaggia che si estende verso Torre Civette, e qualche pianta resiste nei pressi della scuola di vela. Provate a osservare la loro semplice e tuttavia magica bellezza nelle vostre passeggiate estive e divertitevi a scoprire le altre varietà di fiori e piante della sabbia.
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The dunes beTween earTh and sea: Their flowers and planTs.
The development of the dunes is gradual thanks to the wind and sand, which settles on accumulations of seaweed left by the storms. From the very first shape of the barrier, the so-called mobile dune arises, populated by the prickly juniper (Juniperus oxycedrus) and tamarisks (Tamarix Gallica). Internal formation called strengthened dunes host the typical greenery of the Mediterranean scrub such as shrubs of sea-buckthorn, myrtle, albatross, bay trees and tall trees, originally holm oaks for the most part (Quercus ilex). Later, through man’s intervention, varieties of both maritime and wild pines (respectively Pinus Pinaster and Pinus Pinea) were planted. The varieties of plants that populate the mobile dune are countless. Many of these flower from Spring to September, such as the brave lily of the sand, also known as marine lily or marine narcissus, able to resist extreme conditions of the habitat. This flower has a very pleasant aspect and is present along all the Italian coast, islands included. On the coast of Punta Ala, its white flowers open abundantly from the beginning of summer, especially on the long strip of beach that extends towards Torre Civette, showing its simple yet magical beauty.
Дюна между землей и морем Цветы и растения на песке Образовывается Дюна постепенно, под воздействием ветра, который наносит песок, а тот, в свою очередь, задерживается на водорослях, оставшихся на берегу после штормов. Так возникает первое песчаное образование, особенностью которого является способность к движению. Дюну подвижную населяют можжевельник крупноплодный (Juniperus Macrocarpa) и соцветия гребенщика французского (Tamarix Gallica), а Дюну, уже укрепившуюся, заселяют привычные для Мареммы растения: заросли облепихи, мирта и земляничников. Там же можно встретить и многочисленные виды высоких деревьев, как например: дуб каменный (Quercus ilex) и большое разнообразие сосновых деревьев Средиземноморского побережья, а именно: сосну пиния Pinus Pinea и сосну приморскую Pinus Pinaster, появившуюся там благодаря созидательной деятельности человека. На Дюне подвижной растет огромное количество восхитительных цветов, многие из которых цветут с весны по сентябрь. Панкраций морской, более известный как морская лилия или морской нарцисс, способен переносить любые погодные условия, даже самые экстремальные. Его можно встретить по всему побережью Италии и на ее островах. Белые цветы лилии распускаются в основном вдоль берега Пунта Алы и протягиваются до пляжа Торре Чиветте (Torre Civette), знаменуя тем самым приход долгожданного лета. 20
il bianco giglio marino
Piccolo... il Bar
Il Piccolo Bar si è fatto grande. Inserito nella splendida cornice del porto di Punta Ala e giunto al nono anno di vita, rappresenta un punto di ritrovo esclusivo ed elegante, per assaporare e degustare cocktails, long drinks e vini pregiati. Gestito dal 2006 da Federico Bartolini e dalla moglie Adela, legati al territorio di Punta Ala ormai da anni, è stato recentemente rinnovato ed ampliato con un’ampia area esterna lounge bar, diventando punto di riferimento per villeggianti e frequentatori del porto. Il Piccolo Bar offre un salotto raffinato e ricercato, con divani e comode poltrone, con vista sul porto, in cui poter assaporare il profumo del mare, sorseggiando cocktails o gustando vini pregiati in completo relax. Il menù, attento alle esigenze del cliente, offre un’ampia selezione di piatti, aperitivi e vini selezionati, provenienti da tutta Italia. Il servizio, cortese e curato nei minimi particolari, sia all’interno del locale, che all’esterno, rende il Piccolo Bar luogo ideale per una sosta, soprattutto al tramonto, per vivere la magica atmosfera del porto di Punta Ala al calar del sole. piccolo bar Маленький Бар стал большим. Располагается он в порту города Пунта Алы. Маленький Бар существует уже девять лет и является эксклюзивным и элегантным местом встречи, где вы можете в уютной обстановке насладиться большим выбором изысканных коктейлей, прохладительных напитков и вин. Дружелюбный и приветливый персонал, всегда внимательный к своим клиентам, делает Маленький Бар идеальным местечком, откуда можно неустанно восторгаться красотой чарующего заката города Пунта Алы. The Piccolo Bar has become bigger during its 9 years of activity. It is located in the wonderful Punta Ala’s port and represents an exclusive and elegant meeting place, perfect for sipping cocktails, long drinks and fine wines in a relaxed atmosphere. The service is kind and careful, both inside and outside the bar. This is the ideal place for a break, especially at sunset.
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Piccolo Bar Fronte Porto Punta Ala 0564 922394 340 5036300
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Ousmane Ndiaye Dago “Femme terre”
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Nato a Ndobene in Senegal nel 1951, Ousmane Ndiaye Dago è una delle personalità più originali e brillanti del vasto panorama dell’arte africana contemporanea. Formatosi presso l’Istituto Nazionale di Belle Arti di Dakar in Senegal e poi all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa in Belgio, dal 1982 lavora come fotografo, grafico e designer. Ha preso parte a diverse edizioni della Biennale di Dakar, di Brno e de l’Havana, nel 2001 ha partecipato con le proprie immagini ad una campagna pubblicitaria culturale di Porsche Italia; le sue opere sono state esposte a Dakar, Milano, Bologna, Verona, Genova, Roma, Parigi, Brest, Barcellona e Oslo. Attualmente vive in Senegal dove è conosciuto per la sua attività grafica e per la ricerca artistica incentrata sulla donna. Dago inoltre lavora regolarmente con gli editori per realizzare copertine di dischi o libri, in diversi ambiti culturali. Attraverso la fotografia, egli ritrae figure femminili dai corpi giovani, perfetti e desiderabili, ma che nella preparazione accurata che precede lo scatto fotografico, vengono privati della loro individualità: i corpi sono ricoperti di argilla, che colora di chiaro la pelle scura, il capo viene “tagliato”, ripreso da dietro, o celato da folte capigliature rasta o da veli e drappi, in modo che a parlare non sia l’espressività del volto, dello sguardo, ma i dettagli e le pose dei nudi, che divengono indistinguibili gli uni dagli altri, più simili ad antiche statue greche, ricordando nella loro compostezza il gruppo de Le Tre Grazie, tema mitologico largamente rappresentato da secoli nell’arte occidentale. Altre volte invece i movimenti, le posizioni e l’aggrovigliarsi dei corpi delle modelle si fanno più frenetici, richiamando alla mente immagini di danze rituali, di cerimonie mistiche e tribali, suggestioni prodotte anche dall’uso del colore che, oltre all’argilla, Dago utilizza talvolta per dipingere i corpi, o dai drappi che fanno da sfondo scenografico alle fotografie, memori ora delle “sgocciolature” di Pollock, ora dell’arte informale, ora dei paramenti scenici delle Azioni di Hermann Nitsch, in un continuo dialogo quindi con le correnti artistiche occidentali del Novecento e in particolar modo la Body art, l’Azionismo Viennese, Fluxus: un gioco di rimandi e connessioni che pone sotto una nuova e più vera luce l’idea squisitamente esotica ed ingenua che l’Occidente ha dell’arte africana. Femme terre è il titolo di ognuna delle fotografie di Dago: una tematica ricorrente, quasi ossessiva, e altamente significativa per l’artista, dell’identificazione totale, della metamorfosi della donna che attraverso la nudità del corpo cosparso di argilla, di fango, diviene terra, simbolo di fecondità, di primordiale, di ritorno alle origini, di istintualità e comunione panica con la natura. 27
800 ‘
800 ‘
800 La Pittura
Paolo Campopiano
U
na mostra sulla pittura dell’800 è un progetto che quest’anno si potrà realizzare grazie alla collaborazione fattiva delle Gallerie Orler e numerosi collezionisti privati. La sede espositiva sarà quella di Punta Ala, in uno spazio creato appositamente per questo evento, messo a disposizione dagli stessi Orler in Piazzetta Luna Rossa, Punta Ala Porto, dal 1 al 31 agosto 2015. Quando si parla di pittura dell’800 si intende tutta quella serie di immagini di vedute, scene di genere e ritratti che rappresentarono la vita ed i sentimenti di quei pittori, e di quell’epoca. Il contesto storico era quello ottocentesco, dove la miseria e la povertà ma anche la ricchezza creavano motivi e spunti artistici di facile presa. La musica e la letteratura erano legati all’arte da un filo indissolubile e non dimentichiamo i grandi movimenti risorgimentali che ci furono in quel periodo, spesso i pittori erano patrioti e soldati. Parliamo comunque del secondo ottocento negli anni che vanno dal 1850 al Novecento, quello che maggiormente ci interessa ed è motivo di questa mostra. I soggetti realizzati, venivano rappresentati con dovizia di particolari, su tele, tavole, cartoni, presentando uno spaccato della società dell’epoca che oggi ci riporta alle nostre antiche radici. 28
Gli artisti erano talenti naturali dotati di grandi capacità, non esisteva l’improvvisazione e tutti frequentavano le accademie. Queste precisazioni ci aiutano a capire la validità stessa della pittura dell’800, perchè oltre alle qualità pittoriche indiscusse, è evidente la piacevolezza dei soggetti, legati sempre da sentimenti spontanei. A causa della suddivisione dell’Italia si erano create varie scuole regionali, in Piemonte artisti come Massimo D’azeglio, pittore e politico del Regno Sabaudo, Antonio Fontanesi e i più giovani, Avondo, Delleani, Pittara crearono i presupposti per un paesaggio permeato di romanticismo legato principalmente al Piemonte. In Lombardia invece il movimento pittorico trovò i suoi protagonisti in Gerolamo e Domenico Induno e in Giovanni Carnovali detto il Piccio, i primi seppero interpretare un realismo risorgimentale, mentre il Piccio diede forma ad impressioni velate di poesia (famosi i suoi ritratti di madonne). La Lombardia fu però anche terreno di coltura per la nascita del Divisionismo con Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Angelo Morbelli, Vittore Gubricy, e le straordinarie visioni di Pellizza da Volpedo (autore del famoso Quarto Stato) dipinto di forte impatto sociale.
Ancora il movimento della Scapigliatura dove l’effetto evanescente creava delle immagini singolari, Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona, ne furono gli artefici, seguiti da Luigi Conconi, e Virgilio Ripari. Altri protagonisti furono Angelo Inganni, Mosè Bianchi, Emilio Gola che nel contesto della pittura lombarda occuparono un posto di primo piano.
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Anche il ferrarese Giovanni Boldini aderì a questo movimento nelle sue prime esperienze e, in seguito, emigrò a Parigi e lì consacrò la sua fortuna. La pittura meridionale dell’800 merita un capitolo a parte causa il numeroso gruppo di pittori provenienti da tutte le regioni meridionali. Il Regno delle due Sicilie accorpava la Sicilia, la
Angelo Morbelli - particolare Nel Veneto invece lo sviluppo della pittura dall’Accademia all’aria aperta ebbe in Domenico Bresolin un fautore instancabile. Da lì nacque tutta una schiera di pittori che movimentarono le scene pittoriche veneziane, Giacomo Favretto per le piacevoli scene di genere, inventò una moda che molti artisti presero ad esempio. Guglielmo Ciardi e Pietro Fragiacomo con luminose marine lagunari e scorci malinconici di grande suggestione. Alessandro Milesi con iniziali soggetti di vita popolare, fino alla serie straordinaria di ritratti. Luigi Nono, artefice di una pittura intrisa di sentimento e mestizia e Federico Zandomeneghi, troppo presto emigrato a Parigi. In Toscana si sviluppò attorno al 1855 il movimento dei Macchiaioli, termine che indicava impressioni, eseguite a macchie di colore che rendevano indistinti i visi, mentre il paesaggio aveva nella costruzione dei piani e nel colore il suo punto di forza. Castiglioncello, Pergentina, Pietramala, il Gabbro, La Spezia erano luoghi cari a questo gruppo di artisti. Protagonisti furono Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Vincenzo Abbati, Giovanni Costa, Silvestro Lega, che fu forse quello che seppe interpretare meglio il significato di “macchia” Serafino de Tivoli, Cristiano Banti, Vito D’ancona, Odoardo Borrani e Adriano Cecioni, scrittore e critico di questo movimento, come per altro fece Diego Martelli attento e puntiglioso a delineare i confini della “macchia”. Questa corrente anticipò di venti anni l’Impressionismo francese. Questa corrente anticipò di venti anni l’impr-
Campania, la Puglia e tutte le zone limitrofe del meridione. L’accademia era nella capitale Napoli, e tutti gli artisti o presunti tali dovevano necessariamente passarci. Le prime esperienze di pittura all’aria aperta vengono promosse da un olandese trapiantato
Gerolamo Induno - particolare 29
a Napoli Anton Sminck Van Pitloo, che crea una scuola, che in seguito sarà denominata “Scuola di Posillipo”, dal nome della località. Attori principali sono Giacinto Gigante, Teodoro Duclère, Gabriele Smargiassi, Gonsalvo Carelli, Giovanni Franceschini. Questi sono gli esordi, a cui faranno seguito le pitture dei fratelli Palizzi, Giuseppe, Filippo, Nicola e Francesco Paolo emigrati dall’Abruzzo. I primi due specializzati nello studio di animali, pecore, capre, asini, mucche che nelle loro mani acquistano sembianze veritiere, mentre gli altri due si dedicano ai paesaggi e alle nature morte. Domenico Morelli autore di fantasiose e affascinanti vedute del medioriente immaginando luoghi e personaggi mai visti (confessò lui stesso di non esserci mai stato) e soggetti religiosi, famoso “gli Iconoclasti” dove la religiosità si scontra col forte disinteresse nei confronti dell’arte. Altri protagonisti furono Gioacchino Toma, Antonio Mancini, Michele Cammarano, rivolto al tema sociale famoso il suo “Ozio e lavoro” Francesco Paolo Michetti, Edoardo Dalbono, Gaetano Esposito, fino alla generazione di Francesco Lord Mancini, Attilio Pratella, Vincenzo Migliaro, Oscar Ricciardi, tutti autori di vedute piene di luce e scorci cittadini dove veniva evidenziato (è il caso di Migliaro) la fatiscenza degli angoli caratteristici della vecchia Napoli e tutti assieme hanno dipinto le piu belle pagine della pittura dell’800. Altro capitolo è quello dei nostri più famosi artisti parlo di Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi emigrati presto a Parigi. De Nittis originario di Barletta, arriva a Napoli giovanissimo ed assieme a Federico Rossano e Adriano Cecioni forma la cosiddetta Scuola di Resina (località nei dintorni di Napoli). Successivamente si reca a Parigi e conosce una straordinaria fortuna, grazie alle sue notevoli capacità pittoriche e all’accesso del bel mondo sposando una nobildonna francese. Muore purtroppo troppo presto, all’apice di una carriera sfolgorante. Federico Zandomeneghi deve la sua fortuna alla conoscenza degli Impressionisti francesi e alla partecipazione della prima mostra fatta da questi nel 1879, cogliendo somiglianze incredibili con i pastelli di Renoir, e pertanto ancora oggi gode di un collezionismo internazionale. Lo stesso discorso vale per Boldini, il quale introdotto nel bel mondo, riuscì ad avere successo grazie alla sue straordinarie doti e all’incredibile capacità di comprendere il mondo femminile, anche nei più segreti recessi. Questa breve carrellata, spero serva a dare una buona idea di quali furono i principali protagonisti di quel secolo, e le opere che saranno visibili in questa mostra spero aiutino a comprendere la validità stessa di quel tipo di pittura.
Federico Zandomeneghi
Luigi Nono
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Giovanni Fattori - particolare 19th Century Italian painting. This is the theme of an exhibit organized in Punta Ala, in a hall that the Orler family made available. Thanks to the cooperation with several private collectors, there will be exposed landscape paintings, genre-paintings and portraits, which represented the life and the feelings of the 19th century painters, so in an age when misery and poverty, but also prosperity, created easily grasped artistic subjects and ideas. These ideas were linked also to the music, the literature and the big Italian movements of the Risorgimento of the second half of the 19th century. The exhibited works were attributable to the pictorial movements based on the Realism of the Risorgimento and to the tendencies of Divisionism, Scapigliatura, Open-Air Academy and Macchiaioli, whose exponents brought French Impressionism forward. The exhibit includes also the 19th century paintings of Southern Italy, represented by the Academy of the Kingdom of the Two Sicilies and by the Schools of Resina and Posillipo. This is a considerable exposition on the most significant artists of the 19th century, witnesses of the passionate historic period of the born of the Reign of Italy.
Живопись IXX века - тема выставки, которая организовывается в Пунта Ала в выставочном зале семьи Орлер. Благодаря сотрудничеству многочисленных частных коллекционеров, будут представлены работы художников, на которых изображены жизнь и чувства мастеров девятнадцатого века. Вдохновляли художников на новые идеи не только страдания и бедность, но и богатство, царившие в то время. Воодушевляла их и музыка, и литература второй половины девятнадцатого века, и национально - освободительное движение итальянского народа –Рисорджименто. Все работы связаны с разными художественными движениями, как, например: Реализм эпохи возрождения, Дивизионизм, Скапильятура и Маккьяйоли, представители которого опередили французский импрессионизм на целых двадцать лет. Выставка также включает в себя искусство девятнадцатого века юга Италии, которую представляют Академия Королевства Обеих Сицилий и школа Resina и Posillipo. В выставочном зале будут представлены выдающиеся художники девятнадцатого века, ставшие свидетелями исторического периода, в котором зарождалось Королевство Италии.
Gaetano Esposito
Giuseppe Palizzi
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Oscar Ricciardi 31
Helidon
Xhixha
“Io non scolpisco i materiali ma uso i materiali per scolpire la luce�
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Helido
Xhixh
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Helidon Xhixha nasce a Durazzo nel dicembre 1970. Figlio d’arte, trascorre la sua infanzia nello studio del padre Sali dal quale eredita il grande amore per l’arte, in special modo per la scultura. Decide presto di trasferirsi in Italia e nel 1998, grazie ad una borsa di studio, ha la possibilità di frequentare per tre mesi la Kingston University di Londra e approHelidon Xhixha nasce a Durazzo nel dicembre 1970. fondire così le tecniche di scultura, incisione e fotoFiglio d’arte, trascorre la sua infanzia nello studio del grafia. Nel febbraio 1999 si laurea all’Accademia di padre Salididal quale ereditaCelebre il grande Belle Arti Brera a Milano. per amore l’utilizzoper di l’arte, in special modo la innovative scultura. Decide presto tecniche scultoree delper tutto ed originali, di trasferirsi Italia un e nel 1998, grazie adnel unapanobori suoi lavori inhanno ruolo importante sa di studio, ha la possibilità frequentare per dal tre rama internazionale dell’artedicontemporanea: mesi la Kingston University di Londra e approfondire 1989 ad oggi ha partecipato a numerose mostre così le tecniche di scultura, incisione e fotografi a. GeNel collettive e personali a Tirana, Milano, Venezia, nova, Novara, dei Marmi, febbraio 1999 Firenze, si laureaForte all’Accademia di Verbania, Belle Arti Alessandria, Como,Celebre Basilea, di Brera a Milano. perSalisburgo, l’utilizzo di Berlino, tecniche Monaco, Londra, Parigi, Tokyo, e moltei suoi dellelavori sue scultoree del tutto innovative ed originali, creazioni fanno parte di collezioni private in Europa, hanno un ruolo importante nel panorama internazioStati Uniti, Brasile e Cina. nale dell’arte contemporanea: dal 1989 ad oggi ha Ha realizzato inoltre diverse opere monumentapartecipato a numerose mostre collettive e personali li per numerose piazze italiane e europee. Per la a Tirana, Milano, Venezia, Genova, Novara, Firenze, sede del marchio Ferrari a Maranello ha scolpito nel Forte Verbania, Como, Basi2003 dei – inMarmi, occasione della Alessandria, vittoria del mondiale di lea, Salisburgo, Berlino, Monaco, Londra, Parigi, F1 - il Cavallino Rampante, che con i suoi 6Tokyo, meetri molte delle sue creazioni fanno di collezioni di altezza, svetta accanto agli parte stabilimenti della private in Europa, Stati Uniti, Brasile e Cina. Ha Vento, realiznota casa automobilistica e alla Galleria del zato inoltredadiverse per numerose realizzata Renzoopere Piano.monumentali Nel 2007, Xhixha realizpiazze italiane eofeuropee. sede del scultura marchio za Renaissance Towers,Per unalagrandiosa in memoria dei tragici a New York Ferrari a Maranello ha eventi scolpitoaccaduti nel 2003 – in occal’11 2001: di sionesettembre della vittoria del sviluppata mondiale diper F1 un’altezza - il Cavallino 6,5 metri, del peso di 3 tonnellate, la lucente instalRampante, che con i suoi 6 metri di altezza, svetta aclazione di stabilimenti acciaio inox è composta due “torri” canto agli della nota casa da automobilistica divise in tre moduli a parallelepipedo accostati e alla Galleria del Vento, realizzata dache Renzo Piano. alle stelle rammentano l’iconografia della bandiera Nel 2007, Xhixha realizza Renaissance of Towers, una americana. grandiosa scultura in memoria dei tragici eventi ac“Io non scolpisco i materiali ma uso i materiali per caduti a New York In l’11questa settembre 2001: sviluppata scolpire la luce”. paradigmatica frase per un’altezza di 6,5 metri, del peso di 3della tonnellate, di Helidon Xhixha è racchiusa l’anima poetila installazione di acciaio inox ètra composta da ca lucente dell’artista: in perfetto equilibrio continuità due “torri” divise indelle tre moduli a parallelepipedo con la tradizione esperienze tecniche e che del accostati alle stelle rammentano l’iconografi a della linguaggio plastico – nell’ambito della scultura, bandiera americana. dell’installazione fino alla Land art – delle correnti artistiche del secondo Novecento, e la più originale “Io non scolpisco i materiali ma uso i materiali per scoled instancabile ricerca di sperimentazione, fulcro pire la luce”. In questa paradigmatica frase di ilHelidon dell’opera di Xhixhal’anima è proprio la poetica luce, la rifl essione, Xhixha è racchiusa della dell’artista: ilin gioco di specchiature e l’energia ottenuta attraperfetto equilibrio tra continuità con la tradizione verso il processo di fusione, modellazione, piegatudelle esperienze tecniche e del linguaggio plastico – ra, estroflessione e saldatura dei materiali prescelnell’ambito della scultura, dell’installazione fino alla ti, di utilizzo industriale: il ferro e l’acciaio inox. Le Land art – delle correnti artistiche del secondo Noveopere di Xhixha sono grandi, talvolta imponenti e monumentali, plasmate grazie all’energia generata dal processo di fusione del metallo, e all’energia dell’artista-demiurgo che dà forma all’opera. Molte delle creazioni di Xhixha sono astratte, rifuggono da una rappresentazione figurativa, proprio perché ciò che le rende vive è l’energia - pura, sen-
za forma o definizione - ora luminosa, ora materica, pulsante e vitale, che si sprigiona, anima e deforma le sculture, come nei bassorilievi significativamente chiamati Energia, realizzati in ferro satinato, lavorato a ruggine o completamente dipinti con lucidi smalti dai colori primari - blu, rosso e giallo - nero e bianco. cento, e la più originale ed instancabile ricerca di speInfine, la luce e l’acciaio sono i protagonisti dell’ulrimentazione, il fulcro dell’opera di Xhixha è proprio la tima installazione realizzata da Helidon Xhixha, luce, la rifl di specchiature Iceberg a essione, Venezia,il gioco che insieme a Pillarseofl’energia light e ottenuta il processo di fusione, modellazioQuattro attraverso elementi sono le opere dell’artista albanene, piegatura, essione edella saldatura dei materiali se scelte per estrofl il Padiglione Repubblica Araba A prescelti,a di utilizzo industriale: il ferro l’acciaio inox. Biennale Siriana San Servolo all’interno dellae 56 Le opere di Xhixha sono grandi, talvolta imponenti d’Arte di Venezia. Iceberg non è solo una scultura, ma un progetto plasmate che si propone richiamaregeneral’attene monumentali, graziediall’energia
zione temi ecologici sociali di grande importa dal su processo di fusionee del metallo, e all’energia tanza per la città lagunare: l’innalzamento del mare dell’artista-demiurgo che dà forma all’opera. Molte e l’intenso traffidi coXhixha di navisono che astratte, ogni giorno affollano delle creazioni rifuggono da Venezia. a creazione di Xhixha, nella sua originalità, una rappresentazione figurativa, proprio perché ciò ha altresì di stupire incantare cheavuto le rende viveil potere è l’energia - pura,edsenza formachio ha avuto l’occasione di osservarla: l’opera, calata definizione - ora luminosa, ora materica, pulsante e nell’acqua su di una chiatta galleggiante sommervitale, che si sprigiona, anima e deforma le sculture, sa, è stata condotta in un viaggio attraverso i canali e la laguna fino all’isola di San Servolo, divenendo performance, evento sorprendente e spiazzante nella sua imponenza, ed emanando un’inedita e pulsante energia vitale data dall’amplificazione della luce creata dai raggi solari diretti e dai riverberi dell’acqua riflessi sull’acciaio. 35
Helidon
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Luce
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IL PUNTO DI RIFERIMENTO DELL’ARTE ACCESSIBILE Dove e perché acquistare ARTE ACCESSIBILE?
Intervista a Emanuela Orler a cura di Carlo Alberto Belli, collezionista e appassionato d’arte. Emanuela Orler Figlia di Carmela e Davide Orler, secondogenita di 8 figli, da sempre nel mondo dell’arte. Segue per anni le gallerie d’arte di famiglia, la clientela e le trasmissioni televisive fino al 2011. Mossa da una grande ambizione, intraprendenza e spirito imprenditoriale si mette in proprio. Oggi dirige 2 aziende, una di vendita e una di consulenza di opere d’arte. Inoltre fa parte di un’associazione no profit per l’arte, la Dedalo River. I suoi progetti sono Affordable Art Point e Style Channel. Emanuela, ho visto che l’intero progetto è molto complesso anche se ben articolato. Andiamo per gradi: Affordable Art Point è una tua idea ma chi altro c’è dietro il progetto? EMANUELA ORLER ALESSANDRA BARDESCHI L’idea nasce da me Manager e Titolare Conduttrice televisiva circa 5 anni fa. Dietro c’è il sostegno della mia famiglia, dei miei 7 fratelli in primis, il grande amore per i miei genitori recentemente scomparsi e sopratAngela Malacarni ALESSANDRA Burattin tutto una grande pasArt agent promoter Ufficio Stampa e sito sione e impegno che fanno parte del mio DNA. Ma non sarebbe mai iniziato nulla senza il mio amato staff. Con loro sono partita, mi confronto quotidianamente, insieme sbagliamo e cresciamo ma siamo sempre pronti a rimetterci in gioco, rinnovandoci ogni volta. Perché nasce questa idea di aprire Affordable Art Point? Come è cominciata? 38
Sostanzialmente nasce da un’intuizione. Io non sono né una critica d’arte, né una curatrice. Sono una commerciale. Ho sempre venduto. Adoro vendere perché mi misuro con il mercato vero, quello disposto a pagare. Ascolto e cerco di capire cosa vogliono i clienti e individuare quelli che in market management si chiamano “oceani blu” ossia le opportunità. Come è iniziata? Per dirtela in breve Carlo, devi sapere che presso la nostra sede continuavano e tuttora continuano ad arrivare migliaia di opuscoli, inviti e cataloghi di artisti che vogliono farsi conoscere dal grande pubblico. Come sai, le nostre trasmissioni e gallerie hanno sempre trattato artisti famosi perciò tutto quel materiale finiva relegato in una stanza. Poi un bel giorno, tornata dal mio interminabile giro di consegne, mi ritrovo trasferita ai centralini durante una movimentata diretta di Artetivù. Mi è sempre piaciuto il rapporto con il pubblico perciò mi divertivo ad ascoltare le richieste dei clienti ai centralini. Man mano che i giorni passavano mi sono resa conto che c’era un’esigenza da parte della clientela di vedere opere più
CARLO LISSANDRI Regia e cameramen
GIULIO Businarolo Regista e Cameraman
Chiji Aranotu Interprete e traduttore
Roberta Filippi Giornalista Critica d’Arte
Maria B. Ufficio Amministrazione
Diana Zanda responsabile YouTube
accessibili, più facili da comprendere e meno costose. Ho capito che la maggior parte della gente non compra arte per investimento ma per puro piacere. Da qui l’idea di aprire una linea accessibile che in inglese si traduce con “AFFORDABLE”. Cos’è esattamente AFFORDABLE ART POINT? www.affordableartpoint.com o www.arteaccessibile.it è
innanzitutto un sito web, un portale, uno store dove vengono inseriti i 10 lavori scelti di ogni artista che proponiamo. Non più di 10 altrimenti il cliente fa fatica a scegliere. Il cliente può navigare all’interno del portale scegliendo tra le categorie: DIPINTI SCULTURE E FOTOGRAFIE. Poi all’interno della categoria si può affinare la ricerca scegliendo tra i “dipinti” gli stili preferiti in modo da semplificare la scelta dall’astratto al figurativo alle nuove tendenze contemporanee alla Street art e Graffit Come si sviluppa l’intero progetto? In che cosa il sito si differenzia dagli altri? Si sviluppa a 360 gradi. Oggi è impossibile che in Italia un potenziale cliente apra il proprio computer e acquisti un’opera d’arte. Va stimolato e accompagnato. Il cliente vuole un servizio e la garanzia di ciò che sta acquistando anche se spende una piccola cifra. Innanzitutto ci deve arrivare sul sito! Per questo ho fatto investimenti molto forti con i più importanti motori di ricerca non solo per posizionarmi ai primi posti con le chiavi di ricerca adeguate ma soprattutto costruendo una campagna vendita mirata agli appassionati d’arte e design. Poi ho coinvolto i collezionisti. All’interno del sito infatti, oltre ad esservi un servizio strutturato per gli artisti che vogliono visibilità, vi è anche un’interessante proposta per i collezionisti che ci seguono da ormai 3 generazioni. Essi infatti possono inserire all’interno del portale tutti quei pezzi, anche molto importanti della loro collezione, che vogliono mettere in vendita o cambiare con altri pezzi. Questo servizio piace molto perché a loro non costa nulla ed è molto semplice da attuare: basta un colpo di telefono e un nostro agente qualificato farà una valutazione della collezione e si accerterà che tutti i certificati siano in ordine, dopodiché le opere saranno caricate sul sito tra la sezione ARTISTI INTERNAZIONALI. In questa maniera molti dei nostri clienti si accorgono anche delle opere dei nostri artisti che sono all’interno dello stesso sito e capita che le acquistino per puro piacere, per la loro seconda casa, ufficio, barca o semplicemente per fare un regalo. è questa la mia sfida, scegliere bravi artisti da inserire anche tra le grandi collezioni. Ma per chi non è molto pratico con internet non pensi di precludere molte vendite? Ho pensato anche a questo. Molti dei nostri clienti sono anziani e non conoscono internet. Per questo abbiamo un programma condotto dall’esplosiva Alessandra Bardeschi che va in onda tutte le domeniche e i lunedì sera dalle 21.300 alle 21.30 sia su Canale 78 che su sky 918 ma anche in streaming direttamente dal sito. Una mezz’oretta per stare insieme e raccontare loro la storia dei nostri artisti scelti. Per coloro che hanno un pc ma non sono molto pratici abbiamo istituito un numero di telefono sul sito al quale possono rivolgersi per qualsiasi richiesta. Inoltre c’è anche una chat on line dove risponde sempre la nostra Alessandra Burattin o dove possono lasciare scritto un messaggio anche di notte. Quindi per vendere arte accessibile hai modificato un po’ il modo di fare televendite. Ho visto molte clip di artisti e molte interviste. Vedendo dalle visualizzazioni su youtube sono molto viste. Qual’è il segreto? Il segreto è rendersi conto che siamo tra i Paesi più ignoranti al mondo in fatto di arte! Non amiamo leggere in generale ma soprattutto di arte. Prendi per esempio i milioni di cataloghi stampati. Sono bellissimi ma quanti davvero li leggono? Quasi nessuno. A volte neppure l’artista si legge il proprio! Neppure questa intervista leggeranno! L’italiano è pigro. Se oggi qualcuno conosce Manzoni, Castellani o Vedova lo dobbiamo ancora alle televendite! Brutto da dire ma è la verità. Sì ho cambiato il modo di fare le televendite. Metto in relazione il pubblico direttamente con l’artista. Praticamente il pubblico può intervenire in diretta sia telefonando che scrivendoci su facebook. Si diverte perché viene coinvolto e cerca di conoscere meglio l’artista. Se le cose si raccontano in maniera semplice, allora il pubblico è più propenso ad ascoltare. 39
Le nostre interviste raccontano una storia di vita innanzitutto e poi, con l’aiuto di belle immagini e video, cerchiamo di far comprendere la poetica che sta dietro ogni artista. Questo è il nostro successo, una storia umana raccontata da chi l’ha vissuta, in maniera semplice, coinvolgendo il pubblico. Questo fa emozionare il nostro cliente che poi, qualche volta, acquista. A questo proposito riuscite a vendere molto in questo momento di mercato? è un momento drammatico e “vendere” è una parola che ha ormai dimenticato il suo antico senso! Si vende abbastanza, non ci possiamo lamentare, ma siamo lontani dai fatturati di qualche anno fa. Per questo da pochissimo sto puntando molto anche ai mercati esteri. Tutto quello che facciamo viene tradotto in inglese dal nostro Chiji, un giovane ragazzo di Los Angeles che si sta appassionando d’arte. Con lui trasmettiamo in diretta streaming da Style Channel e poi carichiamo il registrato sul nostro canale privato di YouTube Style Channel Orler. In questo modo ci facciamo vedere anche dal mercato estero. Cos’è STYLE CHANNEL? Una televisione in streaming giusto? Sì, Style Channel è un canale in streaming che parla d’arte, eccellenze, spettacolo, sociale, impresa e tutto ciò che fa cultura. Oggi stiamo dando un particolare spazio anche alla Urban art, street art e graffiti. Il mio staff gira per raccogliere contenuti interessanti che vengono trasmessi in diretta una volta al mese, tradotti in inglese, caricati successivamente sul nostro canale di YouTube in modo che tutti possano vederli, anche chi non ha potuto seguire la diretta. Come si fa ad accedere a Style Channel? Direttamente dal nostro sito www. affordableartpoint.com sia da pc che da tablet o smartphone. Da facebook tramite le nostre pagine dedicate. Su YouTube invece si possono vedere i singoli contributi. In futuro ci sarà una APP. Cosa cerca maggiormente il pubblico? Quali sono le nuove tendenze? 40
Il nostro collezionista non compra per investimento anche se ci sono artisti di grande rilievo. Compra perché gli piace il pezzo. Per me questa è la cosa più importante, soprattutto perché ho la garanzia che non tornano indietro! Per quanto riguarda le nuove tendenze personalmente credo molto nella Urban Art, graffuturismo e street art, nel design e nella nuova architettura. è un mercato che si muove parallelamente a quello delle aste, gallerie e sistemi classici ma che non è da sottovalutare. Sarà il futuro, ne sono certa. Vedo anche un grande ritorno al figurativo anche se l’informale fatto bene continua a piacere molto. Quali sono gli artisti che preferisci tra quelli che tratti? Tutti. Chi in una maniera e chi nell’altra tutti hanno davvero qualcosa da dire; basta fermarsi un attimo e avere l’umiltà di ascoltare. Dai, fammi qualche nome degli artisti più richiesti! Va bene Carlo ma poi guarda che te li vendo tutti! Nell’ultimo periodo sono stati richiesti molto e venduti tutti i grandi della street art, Fathi Hassan, Paolo Collini, Christian Costa, Ettore Sobrero, Bluer, Giuseppe Trentacoste, Graziella Pesenti, Julien Bacelon ma tanti altri. Li vedrai esposti alla Galleria Orler di Punta Ala a settembre, poi mi dirai tu chi ti piace di più. Dove vuole andare nel prossimo futuro questo progetto? Come ti ho detto prima, la mia attenzione è rivolta anche al mercato estero. Vorrei poter vendere i nostri artisti scelti anche sul sul mercato internazionale. L’arte italiana è la migliore. Abbiamo la storia, la tecnica, la fantasia e l’inventiva. Ora abbiamo anche un prezzo accessibile. Ma anche in Italia c’è ancora tanto spazio. A proposito Carlo, bando alle ciance, ti faccio vedere gli ultimi arrivi. Li ho qui sul mio tablet… Guarda che belli! Sì lo so che mi vuoi vendere tutto. Voglio vederli dal vivo a settembre qui a Punta Ala. Ok Carlo, ti lascio mettere da parte i soldini. Dal 4 al 27 settembre ti aspetto a Punta Ala presso la Piazzetta Luna Rossa. Ci sarà un bellissimo vernissage, la televisione, gli artisti e la visita guidata. Non mancare.
Emanuela Orler, daughter of Carmela and Davide Orler, second child of 8 children, is always been in the world of art and now is running 2 enterprises, one of sales and the other of expert advice of works of art. After having followed the family’s art galleries, clients and TV broadcasts for many years, she now takes part in the Dedalo River, a non-profit association for the arts.
p.m. to 9 p.m. both on Channel 78 and on Sky 918, or in streaming directly on the website. From September 4th to September 27th Affordable Art Point, including the artists involved in the project, will organize the exhibit “Arte Accessibile a Tutti” (“Art Accessible to Everybody”) at the Orler Gallery in Punta Ala, in Piazzetta Luna Rossa. In any case, Emanuela Orler does not only deal with these activities.
Its projects are the Affordable Art Point and Style Channel: the first started 5 years ago and is a website and a store that makes art more accessible, showing every artist and 10 of his or her more representative works online. Any user can surf inside the portal choosing among the available categories and perfecting his or her research among paintings, sculptures and photographs. This project also involves collectors and emerging artists and is broadcast in a TV program shown on Sundays and on Monday evenings from 8.30
In fact, in addition to Affordable Art Point, she activated a shop window on the international market through Style Channel, in streaming on www.affordablepoint. com , concerning various cultural themes and artistic movements, such as the Urban Art, the Street Art (represented by Fathi Hassan, Paolo Collini, Christian Costa, Ettore Sobrero, Bluer, Giuseppe Trentacoste, Graziella Pesenti, Julien Bacelon) and graffiti. All the works will be showed at the exhibit that will take place in September at the Orler Gallery in Punta Ala.
Venerdì 4 settembre presso la Galleria Orler di Punta Ala in Piazzetta Luna Rossa si inaugura la mostra di Affordable Art Point Arte Accessibile a tutti.
Vernissage alle ore 17:00
Presenti artisti, telecamere, giornalisti e visita guidata. La mostra sarà apertà fino a domenica 27 settembre 41
Toscana Mini Crociere
Toscana Minicrociere Con la Motonave LA SUPERBA, Mini crociere ed escursioni da Castiglione della Pescaia, tutti i giorni dalla seconda metà di Giugno al 15 settembre. Toscana Mini Crociere
Toscana Mini Crociere Toscana Mini Crociere
Toscana Mini Crociere Isole di Giglio e Giannutri, Argentario e Formiche di Grosseto Con la Motonave LA SUPERBA, Mini crociere ed escursioni da Castiglione della Pescaia, Isola d’Elba : Portoazzurro, Portoferraio e località Minerarie tutti i giorni dalla seconda metà di Giugno al 10 Settembre: dK^ E D/E/Ͳ Zh/^ ^ Isole Minori, Coste Maremmane, Violina, eBaratti, Parco · Isole di Giglio e Giannutri,Cala Argentario Formiche didell’Uccellina Grosseto &ƌŽŵ ĂƐƟŐůŝŽŶĞ ĚĞůůĂ WĞƐĐĂŝĂ͕ ŵŝŶŝ ĐƌƵŝƐĞƐ ĂŶĚ ĞdžĐƵƌƐŝŽŶƐ ǁŝƚŚ ͞>Ă ^ƵƉĞƌďĂ͟ ŵŽƚŽƌ ǀĞƐƐĞů͕ ĞǀĞƌLJIsola diElba, Montecristo e Scoglio d’Africa ĚĂLJ ĨƌŽŵ :ƵŶĞ ϮϬƚŚ ƚŽ ^ĞƉƚĞŵďĞƌ ϭϱƚŚ͗ · Isole Minori e Coste Maremmane 'ŝŐůŝŽ͕ 'ŝĂŶŶƵƚƌŝ͕ ƌŐĞŶƚĂƌŝŽ͕ &ŽƌŵŝĐŚĞ Ěŝ 'ƌŽƐƐĞƚŽ ŝƐůĂŶĚƐ Isola diIsola Capraia · di Capraia ůďĂ ŝƐůĂŶĚ͕ /ƐŽůĞ DŝŶŽƌŝ ĂŶĚ ŽƐƚĞ DĂƌĞŵŵĂŶĞ ĂƉƌĂŝĂ /ƐůĂŶĚ Mini crociere da Livorno e da Cecina, con partenze tutto l’anno: Mini crociere da Livorno e Cecina, con partenze fino alla seconda metà di Giugno DŝŶŝ ĐƌƵŝƐĞƐ ĨƌŽŵ >ŝǀŽƌŶŽ͕ ǁŝƚŚ ĚĞƉĂƌƚƵƌĞƐ ƵŶƟů :ƵŶĞ ϭϵƚŚ ĂŶĚ ĨƌŽŵ ^ĞƉƚĞŵďĞƌ ϭϱƚŚ͗ Isola ultima colonia penale d’Europa 'ŽƌŐŽŶĂ ŝƐůĂŶĚ͗ ƚŚĞ ůĂƐƚ ƵƌŽƉĞĂŶ ƉĞŶĂů ĐŽůŽŶLJ e daldi 10Gorgona: settembre : ĂƉƌĂŝĂ ŝƐůĂŶĚ ŽƐƚĂ ĚĞŐůŝ ƚƌƵƐĐŚŝ Isola diIsola Capraia · di Gorgona: ultima colonia penale d’Europa WŽƌƚŽǀĞŶĞƌĞ ĂŶĚ ŝŶƋƵĞ dĞƌƌĞ ƵůƚƵƌĂů ĞǀĞŶƚƐ ĂŶĚ ƐŚŽǁƐ ŽŶ ďŽĂƌĚ͕ ŵĂƌŝŶĞ ďŝŽůŽ· Isola di Capraia Costa degli Etruschi, Castiglioncello, Parco Marino Secche della Meloria ŐLJ ůĂďŽƌĂƚŽƌŝĞƐ͕ ǁŚĂůĞͲǁĂƚĐŚŝŶŐ ĂŶĚ ďŝƌĚͲǁĂƚĐŚŝŶŐ͘ KƵƌ ƌŽƵƚĞƐ ĂŵŽŶŐ ƚŚĞ ŝƐůĂŶĚƐ ĂƌĞ ĂůǁĂLJƐ ĨĂƐƚ ĂŶĚ · Costa edegli Etruschi Portovenere 5 Terre ĚŝƌĞĐƚ͕ ŝŶ ŽƌĚĞƌ ƚŽ ĐĂƉŝƚĂůŝnjĞ ŽŶ ƚŚĞ ƟŵĞ ŽĨ ƚŚĞ ǀŝƐŝƚ͘ EĂǀŝŐĂƟŽŶ ŝƐ ĂůǁĂLJƐ ĐŽŵŵĞŶƚĞĚ ďLJ ďŽƚŚ ĞŶ·Lerici, Portovenere PortovenereeeGolfo 5 Terre dei Poeti (con isole Palmaria, Tino e Tinetto) ǀŝƌŽŶŵĞŶƚĂů ĂŶĚ ƚŽƵƌ ŐƵŝĚĞƐ͘ YƵĂůŝƚLJ ĨŽŽĚ ƐĞƌǀŝĐĞ ŽŶ ďŽĂƌĚ͘ · Eventi e Spettacoli bordo, laboratori di biologia Eventi culturaliculturali e Spettacoli a bordo,a laboratori di biologia Marina Marina, Uscite di Whale e Birddi Watching. Uscite Whale e Bird Watching. Le nostre rotte per le isole sono sempre dirette e veloci per sfruttare al massimo il tempo
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From Castiglione della Pescaia, mini cruises and excursions with Portovenere e 5 Terre C.d.Pescaia “La Superba” motor vessel, everyday from June 20th to September
Мини-круизы по Тоскане
Мини-круизы из Кастильоне делла Пеская на теплоходе 15th: Giglio, Giannutri, Argentario,aFormiche di Grosseto islands di biologia Marina, venti culturali e Spettacoli bordo, laboratori Uscite di Whale 32
La Superbia (с 20 июня по 15 сентября): Остров Giglio, Giannutri, Argentario и Formiche di Grosseto Elba, Isole Minori и побережье Мареммы Mini cruises from Livorno, with departures until June 19th and from tre rotte per le isole sono sempre dirette veloci per sfruttare al massimo il tempo Остров Capraia September 15th: Gorgona island: the last European penalecolony Мини-круизы из города Ливорно (с 19 июня по 15 сентября): Capraia island a; la navigazione è sempre commentata da Guide Ambientali e Turistiche; Costa degli Etruschi Остров Gorgona: известное место заключения преступников Terre Остров Capraia zione Portovenere a bordoand diCinque qualità. Cultural events and shows on board, marine biology laboratories, Costa degli Etruschi whale-watching and bird-watching. Portovenere и 5 Земель Our routes among the islands are always fast anddirect, in order to Круиз включает в себя культурно-развлекательную capitalize on the time of thevisit. Navigation is always commented программу, а также экскурсии с наблюдением за by both environmental дельфинами и морскими птицами. Elba island, Isole Minori and Coste Maremmane
Watching. Capraia Island
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Toscana Mini Crociere
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Punta Ala
Intervista all’architetto Walter Di Salvo
di Alessandra Pelosi
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L’incontro con Walter Di Salvo (premio IN-ARCH per la Toscana 1990) avviene nella residenza stabile dell’architetto a Punta Ala, Lo Scoglietto, sotto tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Arezzo, Grosseto e Siena in collaborazione con la Direzione Generale per l’Architettura Contemporanea (DARC) del Ministero per i beni Culturali di Roma. Difficile riassumere in poche righe la biografia dell’architetto Walter Di Salvo (Firenze, 1926). Fra gli architetti ancora tutti da scoprire e della quale è in atto una mostra nelle sale Comunali del Gualdo a Punta Ala (GR) dal 31 luglio al 16 agosto 2015 dal titolo: “Walter Di Salvo: un progetto d’avanguardia a Punta Ala” curata dall’architetto Alessandra Pelosi, a cui fa seguito una monografia. Walter Di Salvo è interprete del movimento dell’architettura organica e figura di indubbio fascino. Studioso di maestri come Wright, Mies Van Der Role, Richard Neutra, Le Corbusier, Louis I. Kahn, Carlo Scarpa, Leonardo Ricci, Giuseppe Giorgio Gori e Leonardo Savioli. L’architetto dopo la Laurea alla Facoltà di Architettura di Firenze nel 1955, dopo un primo Premio al concorso per il lungomare di Tirrenia (Pisa) nel 1956 e dopo alcune realizzazioni per edifici privati di civile abitazione, ha l’occasione di redigere a soli trentatrè anni il primo progetto d’insediamento turistico di Punta Ala. è il 1959 e Punta Ala è territorio vergine e tutto da progettare. Per portare a termine con successo questo incarico è richiesto impegno totale e rapida progettazione.
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Da allora l’arch. Walter Di Salvo svolge un’intensa attività progettuale per una vasta committenza privata intellettualmente colta e finanziariamente lungimirante. Successivamente trasmette tale conoscenza ai suoi intimi collaboratori e studiosi del suo operato. Costruzioni immerse tra i pini o a picco sul mare, risolte con innovative soluzioni tecniche concretizzano ricerche spaziali dettate dalla conformazione del terreno e dall’orientamento del sole in una totale libertà progettuale. Arch. Di Salvo, cosa prova a vivere in una località che ha generato totalmente, dall’ideazione del piano urbanistico alla distribuzione dei lotti, alla costruzione delle ville? La mia soddisfazione è nel constatare che con il progredire dello sviluppo e quindi con l’urbanizzazione le soluzioni viarie del luogo risultino tutt’oggi chiare e facilmente leggibili anche da chi li percorre per la prima volta e che il luogo non abbia perduto la sua caratteristica di grande parco naturale. Cosa progetterebbe urbanisticamente in modo diverso? Ogni luogo offre diverse soluzioni fra le quali scegliere quella più adatta. Cosa non cambierebbe assolutamente dell’urbanizzazione di Punta Ala? La scelta di lasciare intatto il grande prato che divide la parte abitata dalla zona balneare.
Qual’è stata l’idea principe nel progetto urbanistico di Punta Ala? La formazione dei comparti edificabili immersi nel verde dei prati e della pineta chiaramente delimitati da strade di servizio dettati dall’orografia del terreno che è sempre stata la via obbligata per la formazione degli schemi progettuali. Oltre l’evidente interesse per Wright, quali sono stati i maestri che l’hanno inspirata? Sono molti i maestri di cui ho subito l’influenza per motivi diversi ammirandone le opere e possibilmente visitandole. All’Università di Firenze ha avuto la possibilità di frequentare corsi tenuti da grandi maestri contemporanei come Ricci, Gori e Savioli. Da quale insegnamento è stato maggiormente coinvolto durante la sua vita professionale? Non c’è dubbio che l’arch. Leonardo Ricci sia stato l’insegnante che più mi ha comunicato l’entusiasmo per la materia dell’architettura. Durante il periodo accademico ho trovato anche amici della quale nutro tutt’oggi stima come il prof. Roberto Maestro con la quale ho stretto alcune collaborazioni. Lei ha viaggiato moltissimo, quale Paese o luogo Le è più rimasto impresso? Ho avuto la fortuna di vivere in un’epoca in cui viaggiare anche in territori poco conosciuti e oggi considerati pericolosi era possibile. Mi è difficile scegliere ma se devo dare una preferenza è il centro Africa: Uganda, Tanzania e Kenia. Lei è appassionato di musica e di letteratura. Qual è il brano musicale e il libro che ha accompagnato la sua vita? Non ho libro o brano musicale che mi ricordino un evento particolare ma l’ascolto della musica classica è il mio divertimento preferito. Se penso ad un libro a primo impatto risponderei ‘libri di viaggi’ ma in realtà sono interessato ai libri che rappresentano gli avvenimenti storici avvenuti dopo la seconda guerra mondiale.
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Antropologia e sociologia è lo spunto per raccontarci il suo approccio all’architettura, intesa come valore essenziale per la vita dell’uomo che aspira a creare un contesto scandito dal contrasto degli elementi della natura: in che modo influenzano l’architettura? La ricerca e l’esame della società su cui viviamo influenzano necessariamente anche l’ambiente che l’uomo costruisce per abitare. Di fatto Lei è stato il geniale ideatore ‘delle rotonde’.. Per quanto riguarda le ‘rotonde’ forse sono stato il primo ad usarle in Maremma! Qual è il progetto di Villa della quale va più fiero? Ogni volta che ho dovuto affrontare il tema di una villa unifamiliare ho cercato di adattarmi soprattutto alla morfologia del terreno e a qualsiasi altro elemento caratteristico del luogo. La villa che grazie alla posizione, alla natura del terreno che ha dato maggiore soddisfazione è quella che ho costruito sulla scogliera, Lotto 42 del Poggettone. Punta Ala è una splendida località anche grazie al giusto equilibrio tra il costruito e la natura circostante che convivono in armonia. Quale lotto da Lei generato esprime al meglio questa interazione? Ogni Lotto di Punta Ala! La Bussola è invece la struttura che esprime al meglio tale interazione in quanto è stata progettata pensando alla forma delle dune di sabbia del luogo. Lei è considerato uno dei migliori interpreti dell’architettura organica contemporanei, si sente soddisfatto della sua vita professionale o sente che Le manca ancora un progetto? Oggi, dopo cinquantasei anni e dopo che la mia attività professionale ha superato diversi esami compreso quello della critica devo ammettere che sono stato molto fortunato e che mi ritengo soddisfatto della mia vita professionale. Non mi ritengo uno dei migliori interpreti dell’architettura organica ma credo di essere stato ‘partecipe ideale’ di questo movimento.
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2 Immagine di copertina: Punta Ala selvaggia. Per gentile concessione Archivio privato W. Di Salvo.
Pagina 42/43 Foto 1: Punta Ala in costruzione: primi lavori stradali. Per gentile concessione Archivio privato W. Di Salvo. Foto 2: W. Di Salvo e impresario Scalambra de La Vela. Per gentile concessione Archivio privato W. Di Salvo. Foto 3: Primi vacanzieri a La Vela. Per gentile concessione Archivio privato W. Di Salvo.
Pagina 44/45 Foto 1: Villa Di Salvo. Foto 2015 dell’arch. Niccolò Brogelli Archivio privato. Foto 2: Villa Passani. Foto 2015 dell’arch. Niccolò Brogelli Archivio privato. Foto 3: Villa Passani. Foto 2015 dell’arch. Niccolò Brogelli Archivio privato Foto 4: Villa Quiriconi. Foto 2015 dell’arch. Niccolò Brogelli Archivio privato
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It is difficult to briefly summarize the biography of architect Walter Di Salvo (born in Florence in 1926), among the architects worth getting to know better. An exhibit of his works is taking place from July 31st to August 16th 2015 in the halls of the Council of the Gualdo in Punta Ala (Grosseto) entitled “Walter Di Salvo: an Avant-garde Project in Punta Ala”, curated by architect Alessandra Pelosi, who also wrote a monograph about him. Walter Di Salvo is an exponent of the movement of organic architecture and an undoubtedly captivating personality. Di Salvo is an expert on masters such as Wright, Mies Van Der Role, Richard Neutra, Le Corbusier, Louis I. Kahn, Carlo Scarpa, Leonardo Ricci, Giuseppe Giorgio Gori and Leonardo Savioli. After his graduation at the School of Architecture in Florence in 1956 and designing some private residential buildings, the architect has the opportunity of carrying out the first project of touristic and residential area of Punta Ala at the young age of 33. In 1959, Punta Ala is a virgin territory and everything has to be planned. To successfully achieve this task, total diligence and fast planning are requested. From that time on, architect Walter Di Salvo conducts an intense planning activity for a wide range of private clients, who are intellectually cultured and financially judicious. Later, he transmits this knowledge to close colleagues, partners and admirers of his work. Constructions surrounded by pine forests or overlooking the sea, resolved by innovative technical solutions, make for spatial ideas dictated by the structure of the land and by the orientation of the sun in a total customizable design.
Вальтер Ди Сальво Сложно выразить в двух строках всю биографию знаменитого архитектора Вальтера Ди Сальво (Флоренция, 1926). С 31 июля по 16 августа 2015 года была организована выставка под названием: «Вальтер Ди Сальво: Авангард в городе Пунта Ала» под руководством архитектора Алессандра Пелози. Вальтер Ди Сальво сумел органично представить архитектуру и воплотить ее в завораживающую картину. Ученик и последователь таких мастеров, как Wright, Mies Van Der Role, Richard Neutra, Le Corbusier, Louis I. Kahn, Carlo Scarpa, Leonardo Ricci, Giuseppe Giorgio Gori и Leonardo Savioli, в 1955 году защитил диплом по архитектуре, а в 1956 выиграл конкурс под названием «Набережная Тирении» в городе Пиза. Не смотря на возраст, в тридцать три года ему было предложено возглавить первый масштабный проект туристического города Пунта Алы, который еще в 1959 году был абсолютно нетронутой местностью. Работу требовалось выполнять быстро и качественно. Вот так и начал молодой архитектор Вальтер Ди Сальво 4 воплощать в жизнь свои идеи. Строения, утопающие в сосновом бору, который величественно возвышается над морем, выполнены в современном стиле с учётом всех деталей свободной проектировки.
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Casa Al Mare s.n.c. di Bertero Carla & Alessandra Galleria Il Gualdo, 17 Punta Ala (Gr) Tel. 0564922085 Cell. 3347890959
Восхитительная вилла, из окон которой открывается великолепный вид на море, находится неподалеку от поля для гольфа. Вилла – двухэтажная и включает в себя: бассейн с подогревом, современной постройки кухню open space, большую гостиную, пять спален, пять ванных комнат, две большие террасы с видом на остров Эльба, остров Корсика и другие острова. Из сада, окружающего виллу, можно сразу перейти на поле для гольфа. Крытая парковка. Кондиционированный воздух. Сигнализация.
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SALES AND RENTALS Siamo una agenzia immobiliare condotta da persone con conoscenza di lingue straniere ed esperienze internazionali. Possiamo vantare contatti di alto livello sul mercato Inglese, Americano e Russo in modo particolare. La nostra sfera di azione abbraccia tutta la Toscana sia sulla costa tirrenica che nell’entroterra. La nostra agenzia dispone di una vasta gamma di proposte quali: appartamenti di varie metrature, ville prestigiose con e senza piscina, casali nella campagna toscana, borghi antichi, aziende agricole, terreni edificabili e fondi commerciali. Siamo a vostra disposizione per approfondire le ottime possibilità d’investimento che siamo in grado di offrire. We are a Real Estate led by people speaking foreign languages having international experience with high level contacts on the English, American and Russian markets. We sell and rent properties all over Tuscany both on the coast and in the inland. We offer a large variety of proposals: apartments of various dimensions, luxurious villas with and without swimming pool, country houses, farms and prestigious hamlets, building plots and commercial spaces. We are at your disposal to discuss all the interesting possibilities of investment we can offer. В нашем агентстве недвижимости работают квалифицированные сотрудники с большим опытом работы и со знанием иностранных языков. Агентство сотрудничает с такими зарубежными странами, как Англия, Америка и Россия. Сфера деятельности агентства охватывает всю Тоскану, включая ее Тирренское побережье. Мы предлагаем широкий спектр услуг: продажа квартир различных размеров, престижных вилл с бассейном и без, ферм в сельской местности Тосканы, древних деревень, строительных участков и коммерческих фондов. Мы с удовольствием поможем вам сделать правильный выбор.
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ELLNESS LIFESTYLE
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Antichi relitti
tesori del mondo sommerso 57
Il mare sa nascondere e custodire tesori e storie per secoli. Memorie che restano sepolte sotto la sabbia trasportata dalle correnti marine, capaci di riaffiorare senza preavviso a distanza di tempo. Così nell’arcipelago toscano esiste un mondo sotterraneo di sfortunate imbarcazioni naufragate, che, già molto tempo fa, attraversavano e solcavano le onde di fronte alle coste maremmane. è questo il caso del relitto A, rinvenuto nel febbraio del 1973 durante i lavori di drenaggio condotti nel porto, dalla società Marina di Punta Ala. Dopo un primo sopralluogo, fu infatti confermato che lo scafo rinvenuto non fosse di una barca priva di valore, ma, bensì, di una nave romana del III secolo d.C. desti-
In alternativa, la nave, invece, avrebbe fatto uno scalo in Spagna, dopo esser partita dalla costa africana o dopo esser salpata direttamente da Cartagine. Resta difficile stabilire quale tratto di mare sia stato solcato dal bastimento prima che affondasse. Nonostante l’alone di mistero che resterà intorno al relitto, il ritrovamento di un’antica imbarcazione romana ha attirato particolare attenzione. Dopo gli scavi, fu proposto di proteggere il relitto all’interno di una struttura marina, che permettesse di esaminarne le caratteristiche, ma, poiché, la realizzazione di un telaio protettivo avrebbe ridotto lo spazio di banchina, lo scafo non fu mai preservato. Negli anni Ottanta, il relitto A stimolò comunque la nascita di
nata al trasporto delle merci, che nella stiva custodiva diverse anfore, che contenevano olio, vino e prodotti alimentari, probabilmente provenienti dalla Spagna meridionale. Alcune monete, coniate nel 244 d.C. e rinvenute all’interno dello scafo, permisero di stabilire l’anno ufficiale del naufragio nel 250 d.C.. Cosa causò l’inabissamento dell’imbarcazione resta quasi impossibile da scoprire a distanza di così tanti anni. I reperti recuperati, oltre alla dotazione di bordo composta da ceramiche, vasi, boccali, bottigliette e brocche, di cui alcune di fattura africana, anche se in condizioni non perfette, hanno permesso di elaborare alcune ipotesi riguardo alla rotta seguita dalla sfortunata nave romana. Una prima teoria potrebbe essere che la nave, con destinazione porto di Ostia, sia salpata dal sud della Spagna, dalla città portuale di Cadice, ad esempio, in cui i prodotti provenienti dell’Iberia o dall’Africa venivano smistati e ridistribuiti.
un gruppo subacqueo all’interno della Soprintendenza Archeologica della Toscana, finalizzato a tutelare anche il patrimonio sommerso. Fra il 1993 e il 1994 furono quindi condotti altri scavi nella zona di Cala del Barbiere, in cui nel 1998 prese il via l’operazione di recupero del Relitto B, che si trovava a una profondità di 4 metri. Così come per il Relitto A, anche in questo caso si trattava di una nave onoraria, naufragata però tra il I e il II secolo d.C.. Lo scheletro dell’imbarcazione fu ricostruito con le successive operazioni di scavo. Gli esperti ipotizzarono che si trattasse di uno scafo di grandi dimensioni e che al momento del naufragio, o in seguito a questo, la chiglia si fosse spezzata in diversi punti. Per questo motivo, gran parte del carico si trovava a distanza del relitto. Anfore, vasi, bicchieri, coppette, lucerne e piatti provenienti da aree diverse hanno dato modo di pensare che il relitto B trasportasse un carico misto.
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“Durante una delle mie tante infruttuose battuta di pesca subacquea – ricorda Michele Agostini - mi recai a Punta Ala: la facile accessibilità e i bassi fondali sono ottimi per una pescata non impegnativa. Mi ero prefissato di raggiungere i gradoni più distanti dalla spiaggia per iniziare a pescare, quando la mia attenzione fu attirata da due subacquei, che si trovavano con le bombole su un fondale piuttosto basso. Rimasi sorpreso dal fatto che stavano lavorando nella sabbia con degli aspiratori collegati ad una barca. Decisi di avvicinarmi di più per vedere cosa stessero scavando e, con mia enorme sorpresa, mi resi conto che stavano lavorando sui resti di una nave romana. Sarò stato in quella zona decine di volte, sapevo che in quei fondali era presente un relitto, ma non avevo idea di dove si trovasse. La mia voglia di pescare lasciò presto il passo alla curiosità ed iniziai ad osservare i due sommozzatori. Poi decisi di avvicinarmi ad uno dei due
che mi salutò. Sempre più incuriosito scesi lentamente a pochi metri dall’aspiratore e iniziai a notare che, piano piano, dalla sabbia si delineava il fasciame della nave. Abbandonai subito l’idea di pescare e dedicai la mattinata all’osservazione di questo insolito evento. Di certo, non capita tutti i giorni di assistere allo studio di un relitto di oltre due millenni”. Un’idea sulle merci stivate è comunque fornita dal Relitto del Giglio, una nave africana naufragata nel III secolo d.C., che trasportava diverse tipologie di anfore, ben conservate e oggi custodite nel Museo archeologico e d’arte della Maremma a Grosseto. All’epoca, infatti, le province africane soddisfavano in buona parte il fabbisogno alimentare dell’Italia, per questo, le coste toscane e maremmane erano essenziali per lo smistamento del traffico diretto sia verso Roma, che verso il Mediterraneo occidentale. La storia del naufragio del relitto A e del relitto B resterà comunque destinata a restare inabissata nel tempo.
In February 1973, a 4th-century-A.D.
Древние находки Сокровища подводного мира
Roman ship was found at the bottom of the sea in Punta Ala, during the works of drainage of the port. From that time, other excavations followed this discovery in the area of Cala del Barbiere and in 1998 a 1st-2nd-century-A.D. honorary ship, which was then called “Wreck B”, was recovered from 4 meters deep. An idea on the stowed goods is given by some well-preserved amphoras, which are now kept in the Archaeological Museum of Grosseto. At that time, the African provinces largely satisfied Italy’s food requirement and for this reason, the coasts of Tuscany and of Maremma were essential to the sorting of the traffic both directed towards Rome and towards the Western Mediterranean Sea.
В феврале 1973 года, при выполнении дренажных работ, в порту Пунта Алы был обнаружен затонувший корабль, бороздивший морские просторы в III веке до н.э., а в 1998 году близ бухты Кала дель Барьбиере, на глубине 4х метров, был найден еще один корабль I-II века до н.э., который впоследствии получил название «Релитто Б». Товары, сохранившиеся в трюме, и даты на некоторых амфорах указывают на то, что это были грузовые суда. В те века, большая часть товаров доставлялась в Италию из Африканских стран по морю, поэтому побережье Тосканы и Мареммы являлось центральным перекрестком морских путей, ведущих к Риму и западному Средиземноморью. Все найденные реликвии сегодня хранятся в архитектурном музее города Гроссето (Grosseto). 59
Galleria d’arte Orler
Beraldo
“Glass Works” dal 15 giugno al 27 settembre 60
Punta Ala Porto Piazzetta Luna Rossa orario:
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Signori…….. in CARROZZA La nascita della carrozza si perde nei secoli e per carrozza si intende quel mezzo affascinante e un po’ misterioso, per noi che facciamo parte dell’“epoca moderna”, adibito al trasporto di persone, a trazione animale. Le prime testimonianze di carrozze si hanno intorno al 1200 per poi continuare lo sviluppo e la dif62
fusione fino alla fine del XIX° secolo, con l’arrivo dei mezzi a motore. Esse venivano trainate da animali da tiro, solitamente cavalli,uno o più di uno, dipendeva dalla stazza della carrozza che a volte arrivava a pesare diversi quintali, e dal suo impiego. Il conducente, detto cocchiere, era sistemato in posizione avanzata o sul retro della carrozza, su un alloggiamento rialzato al di fuori dell’abitacolo destinato ad ospitare i passeggeri. In Italia si diffuse prima che in Francia e Inghilterra, e ne fu anche, dalla metà del 1500, un grande costruttore internazionale grazie alle fabbriche che nacquero nella zona di Ferrara.
Nel 1600 alcuni mezzi erano addirittura abbelliti con sculture e questo sfoggio continuò per tutto il secolo. Sempre in questo periodo le città cominciarono a migliorare le pavimentazioni e l’assetto stradale, per cui il numero di carrozze aumentò. Le autorità di Milano, ad esempio, furono costrette a stilare un primo regolamento stradale che disciplinasse il traffico. Nella sua evoluzione la carrozza arriva anche ad essere un mezzo di trasporto pubblico e multiplo con l’Omnibus, trainato da una o due coppie di cavalli, adatto al trasporto di una decina di persone sedute... l’equivalente del nostro attuale bus. L’uso della carrozza cominciò a diminuire con l’avvento dei primi mezzi a motore, alla fine dell’800 e al giorno d’oggi è rimasto un mezzo di interesse storico e curiosità turistica. E si sa che la passione e l’interesse per i cavalli scivolano facilmente verso questo mezzo di trasporto un po’ dimenticato. Quest’anno l’associazione Punta Ala Cavalli, che ormai opera dal 2012 a Punta Ala facendo rinascere il bellissimo maneggio davanti agli stabilimenti balneari, potrà far rivivere questa emozionante esperienza. Il lunedì pomeriggio dalle 17.00 alle 20.00 una carrozza trainata da una splendida coppia di cavalli sarà a disposizione dei villeggianti per poter meglio apprezzare l’affascinante panorama che l’inusuale mezzo permette di godere. Gli anziani del luogo ci raccontano di aver spesso notato questa attività anche in tempi passati e di averne nostalgia. Raccogliendo queste osservazioni e condividendo questa passione la Punta Ala Cavalli e gran parte della comunità “Puntalese” ha riattivato il servizio che si protrarrà per tutta la stagione estiva. Punta Ala sembra essere il luogo ideale, con il suo lungomare che si insinua nella pineta per riscoprire suoni e sensazioni del luogo che i nostri mezzi di locomozione attuali non ci permettono di apprezzare fino in fondo.
Punta Ala Cavalli ASd
servizio gratuito Possedere una carrozza divenne in Italia molto apprezzato e simbolo mondano, motivo di ostentazione e simbolo di ricchezza, evolvendosi sia meccanicamente ma anche dal punto di vista estetico fino ad arrivare ad un trionfo di opulenza che costrinse addirittura alcune città come Bologna e Mantova a limitare l’uso di ornamenti. Esistevano vari modelli di carrozze adeguate all’impiego a cui erano adibite. Si poteva vedere la berlina chiusa con funzione di rappresentanza, il coupè, sempre chiuso ma a soli due posti, il calesse aperto per la bella stagione, il Landau, dotato di capote o il più lussuoso Phaeton, paragonabili alle odierne vetture cabriolet e varie altre versioni.
quando: Luglio 7 - 13 - 20 - 27 ore 17 / 20 Agosto 3 - 10 - 17 - 24 - 31 ore 17 / 20 Settembre 7 ore 17 / 20
servizio personalizzato
quando: Lunedi - Venerdi - Sabato - Domenica SOLO SU PRENOTAZIONE dove: “FERMO POSTA” Area maneggio, via della Dogana
La carrozza può portare al massimo 6 persone PER INFO E SERVIZIO PERSONALIZZATO: Barbara 331 1633544 o 388 7347646 63
â&#x20AC;&#x153;Vivere Punta Alaâ&#x20AC;?:
Il Comitato nato da un amore
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Intervista a Miriam Parricchi
Chi ama, vive e lavora in un posto così bello e magico come Punta Ala, vorrebbe che tutto funzionasse, che fosse un paradiso incantato. Questo desiderio, comune a residenti e villeggianti, ha ispirato le recenti attività di alcune associazioni locali, nate per la promozione e la salvaguardia del territorio. Cerchiamo quindi di capire quanti sono oggi i movimenti attivi e con quali obiettivi. A spiegarci la situazione attuale interviene Miriam Parricchi, presidente dell’Associazione Galleria Il Gualdo. “Attualmente ci sono diverse associazioni impegnate su Punta Ala. In ordine di anzianità possiamo citare l’Associazione Tutela di Punta Ala, l’Associazione Galleria Il Gualdo, l’Associazione Il Porto e, da alcuni mesi, il Comitato Vivere Punta Ala. Tutte hanno un obiettivo comune: risaltare e preservare le caratteristiche del territorio e promuovere lo sviluppo turistico in modo equilibrato. I frequentatori di Punta Ala restano affascinati dalla bellezza naturale del territorio e dalla sua storia, ne apprezzano le caratteristiche, scegliendola spesso come luogo in cui potersi rifugiare, protetti dalla discrezionalità del carattere maremmano, restio, riservato e a volte un pò scorbutico, oltre che dalla macchia mediterranea, dai boschi di lecci e di querce. Punta Ala non è infatti solo una meta di villeggiatura, ma rappresenta anche un esempio di urbanizzazione intelligente e all’avanguardia, che si sviluppò a partire dagli anni Sessanta, secondo un modello, all’epoca avveniristico, che conserva tutt’oggi la sua modernità. Ecco perché, chi la conosce o ci vive, intende risaltarla e tutelarla in ogni suo aspetto”. Per quanto riguarda la realtà associativa di Punta Ala, quali rapporti legano le associazioni e quali sono le persone che li compongono? “Vivere Punta Ala non è un’associazione, ma un Comitato formato, pochi mesi fa, dalle tre associazioni che rappresentano la realtà economica di Punta Ala, ovvero l’Associazione Il Gualdo, l’Associazione Il Porto e l’Associazione Stabilimenti Balneari. Un Comitato costituitosi di fronte alle difficoltà accumulate nella gestione del territorio. Da quando, nel 2000, è scaduta la convenzione stipulata tra la Società Immobiliare, rimasta proprietaria ormai di pochissime aree, ed il Comune di Castiglio-
ne della Pescaia, Punta Ala è diventata a tutti gli effetti una frazione, che l’Amministrazione pubblica ha preso in carico, con tanti onori, ma anche con tanti oneri. Per quanto riguarda le altre associazioni: Tutela di Punta Ala è stata costituita da alcuni storici proprietari di residenze ed ha come obiettivo la salvaguardia, la promozione e la conservazione storico-ambientale e paesaggistica di Punta Ala e dei suoi dintorni. Ruota intorno al suo presidente, l’avvocato Marco Minoli, che con la sua vigorosa e decisa personalità e il forte legame che lo unisce al territorio ne è il cuore pulsante. L’Associazione Il Porto, costituita dalla maggioranza degli imprenditori del Porto, ogni anno organizza, in collaborazione con la Marina Spa e il Comune di Castiglione della Pescaia, un programma di eventi ricco e vario per rendere gradevole il soggiorno dei nostri ospiti. Il suo presidente Roberto Ricceri è il titolare di Slam, un noto negozio sportivo al Porto. Infine abbiamo l’Associazione Il Gualdo, che si occupa prevalentemente di cultura, organizza conferenze, presentazioni di libri, mostre d’arte in Galleria o nella Sala della Delegazione Comunale, eventi musicali e laboratori per bambini. Si avvale del contributo di alcuni imprenditori dell’area Gualdo: Alessio Santini, Mara Doro e, poi, Carla Bertero, Alessandro Cecchinelli, Cinzia Toppi. Tutti titolari di note agenzie immobiliari. Infine abbiamo Alessandra Bertero, conosciuta per la sua attività di naturopata, mentre il presidente dell’Associazione Il Gualdo è la sottoscritta, titolare della Profumeria Nadia, la profumeria di Punta Ala, come amo definire la mia attività, presente dal 1968 e che quest’anno compie 47 anni”. E riguardo a “Vivere Punta Ala”? Ci sono alcuni progetti in cantiere che puoi anticiparci? “Abbiamo già avuto una serie di incontri con il Sindaco Giancarlo Farnetani, durante i quali si sono delineati i presupposti per una collaborazione tra la parte pubblica (il Comune, con un coinvolgimento anche di altri enti come il Consorzio Bonifica ) e quella privata (Vivere Punta Ala), con l’intento di contribuire al miglioramento della qualità della vita e del benessere socio-economico della comunità locale, oltre al potenziamento del sistema turistico. Con l’Assessore al Turismo Pier Paolo Rotoloni, abbiamo lavorato per una serie di cartelloni stradali finanziati dall’attuale amministrazione, indicanti la mappa del territorio, per orientare i nostri ospiti nella conoscenza di Punta Ala. Da quest’anno è disponibile presso lo IAT (ufficio del Turismo) anche il suo formato tascabile. Abbiamo poi realizzato, con il patrocinio del Comune di Castiglione della Pescaia, il Punta Ala Sport Festival: un carosello di eventi che coinvolge varie discipline sportive come il golf, il tennis, la vela, l’equitazione, il trekking ed attività di running.Inoltre, stiamo collaborando al restyling del sito web puntaala.net per farne un portale dinamico e attuale. Colgo quindi l’occasione per ringraziare i colleghi dell’Associazione il Gualdo che, insieme ad Antonia Dodi, Fulvia Signorini e Roberto Ricceri dell’Associazione Il Porto, dedicano parte del loro tempo al Comitato Vivere Punta Ala. 65
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Volutamente ho lasciato per ultimo Andrea Bindi, presidente dell’Associazione Stabilimenti Balneari e titolare del Bagno Punta Hidalgo; il suo carattere gioviale e ottimista è il perno equilibratore di Vivere Punta Ala. Siamo tutti solidali con lui, che sta vivendo in prima persona il drammatico problema dell’erosione della spiaggia. Vorrei soffermarmi ancora su questo team che costituisce il gruppo operativo di VPA, tutti imprenditori, ognuno con la propria personalità e attitudine, tutti residenti e profondi conoscitori del territorio e delle sue fragilità e tutti uniti da un profondo amore per Punta Ala, ma credo che sia più che sufficiente quanto detto. Se cominciamo con i nomi, non possiamo comunque dimenticare Rossana Gravina del negozio per animali domestici Pet a Porter, per il sostanziale contributo organizzativo dato agli albori di VPA . Per concludere, una domanda personale. Cosa ti lega a Punta Ala? “Sono arrivata con la mia famiglia proprio negli anni in cui mio padre, insieme a tanti altri, formava quella squadra di pionieri, organizzata e alacre, che ha reso possibile un vero e proprio miracolo urbanistico. In pochissimi anni, in un territorio praticamente vergine - ricorda Miriam furono organizzate le strutture fondamentali: una rete stradale, un impianto di fognature, un sistema di fossi e fossette efficace ed efficiente per drenare un territorio
paludoso, l’acquedotto, un impianto essenziale di illuminazione, un apparato antincendio, una vigilanza per la sicurezza del territorio e dei suoi ospiti, oltre che ad una squadra di manutentori con falegnami, carpentieri e idraulici, stradini e giardinieri. Tutte persone in gamba, che ricordo una ad una. Ognuna qualificata nelle proprie competenze e gestita con una direzione sui lavori scrupolosa e attenta, con un controllo giornaliero sull’operato. A fine giornata, il rendiconto del giorno veniva accuratamente annotato e a questo seguiva una minuziosa programmazione per gli interventi del giorno successivo. Sono stata una testimone diretta di questo e ricordo bene quei momenti perché era mio padre che stilava quei rapporti, organizzava il lavoro dei manutentori e ne controllava l’operato insieme al geometra Pernazza. A sera, sul piazzale del Casone, si ritrovavano tutti insieme. Stanchi ma soddisfatti. E ognuno di loro riceveva le consegne per il giorno dopo. Così era organizzata la gestione di un’area vasta e non semplice da gestire, ma il modello studiato dagli amministratori di quella Società funzionava alla grande! Questo credo sia il punto fondamentale della gestione per una zona vasta come la nostra: una buona organizzazione e un controllo attento e vigile sulla manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio. E senza dubbio noi puntalini siamo cresciuti in questo modo, con questa impronta e con questi esempi”.
Il gruppo operativo del Comitato Vivere Punta Ala
The associations born with the aim of promoting Punta Ala are many, such as the Protection Association of Punta Ala and the Committee “Vivere Punta Ala” (“Living Punta Ala”). Born a few months ago, this committee includes the Association of Il Gualdo Gallery, the Association Il Porto (“The Port”) and the Association of Beach Properties. This year, “Vivere Punta Ala” is organizing the Punta Ala Sport Festival with many sport events linked to golf, tennis, sailing, riding, trekking and running.
В Пунта Ала существует множество союзов, способствующих развитию города, их главными представителями являются – Общество по защите Пунта Алы и Комитет Vivere Punta Ala, который появился недавно и включает в себя: Союз торгового центра Il Gualdo, Ассоциацию порта Пунта Алы и Ассоциацию частных пляжей. Комитет Vivere Punta Ala организовал в этом году спортивный фестиваль с насыщенным графиком спортивных мероприятий, связанных с гольфом, теннисом, парусным спортом, верховой ездой, пешеходным туризмом и бегом. 67
LoYacht Club Punta Ala
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Storia ed attività sportiva dello yacht club punta ala Lo Yacht Club Punta Ala nasce il 24 luglio 1976, originariamente il Club era situato in alcuni locali in prossimità della piazzetta dell’Approdo, sin da subito fu avvertita l’esigenza che il Circolo intraprendesse una attività istituzionale eminentemente sportiva e presero il via le prime manifestazioni veliche. Contemporaneamente si manifestava la evidente necessità di dotare il Club di una sede adeguata: sia per la rapida crescita del corpo sociale che per la quantità e qualità di eventi sportivi, che il Club stava organizzando. Finalmente nel 1992, grazie all’attività del Prof. Bruno Calandriello, arrivarono le autorizzazioni per la realizzazione della nuova sede che vide l’inaugurazione la sera del 7 luglio 1995. L’attività sportiva ha dato slancio anche alla Scuola di vela operante sin dall’inizio del Club, e ha avuto modo di svilupparsi nella struttura, nella flotta, nella partecipazione ai corsi e negli eventi giovanili. Attualmente la Scuola vela si compone di due sezioni: quella estiva, rivolta principalmente all’istruzione ed all’apprendimento delle nozioni fondamentali della marineria, e quella invernale, dedicata all’istruzione dei giovani allievi, che vengono prepararti per l’agonismo. L’attività agonistica e il nome dello Yacht Club Punta Ala lo hanno portato ad intraprendere una grande avventura: la Coppa America nelle edizioni 2000 e 2003 con i momenti di successo che hanno visto la conquista della Vuitton Cup.
Alessandro Masini e Filippo Calandriello
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Oltre alla Coppa America vanno ricordate le numerose manifestazioni veliche organizzate in questi 30 anni di vita del Club, tra le quali i Campionati Assoluti Vela di Altura, i Campionati del Mondo della Classe Star, Soling, Mumm 36, Melges 24, i Campionati Europei classe IOR prima e IMS poi, i Campionati delle classi J22, Mumm 30, le regate di circuito della Classe TP52 e molte altre ancora. L’attività di quest’ultimo anno ha visto su tutte l’organizzazione della regata di Altura 151 miglia e il Trofeo intitolato al suo storico Presidente il Prof. Bruno Calandriello. La prima di queste manifestazioni che ha visto quest’anno la partecipazione di 138 imbarcazioni si svolge sul percorso Livorno, Marina di Pisa, Giraglia, Elba, formiche di Grosseto con arrivo davanti al molo di Punta Ala. Questa regata alla sua sesta edizione è già divenuta una classica della Altura Nazionale e vede ogni anno una maggior partecipazione. La seconda è invece un Trofeo per squadre di Club che si confrontano nello spirito di appartenenza al proprio Circolo e che quest’anno ha visto la partecipazione di ben 13 squadre. Sono stati inoltre organizzati eventi per derive come Optimist, Dinghy ed eventi per diversamente abili proprio nello spirito che caratterizza il Club: la diffusione delle attività dello Sport della Vela. Alessandro Masini Presidente YCPA
Le vele nella storia dello yachting Una componente fondamentale per sfruttare l’energia eolica che da secoli ha consentito il traffico navale militare, commerciale e poi diportistico sono le vele. Le vele hanno da sempre richiamato l’immagine del mare e della natura ispirando anche famosi quadri, canzoni o addirittura forme architettoniche (volta a vela, coperture a vela, grattacieli a forma di vela). Le vele sono il motore per le imbarcazioni che vediamo spesso durante l’estate davanti alle nostre spiagge ma hanno ricoperto un ruolo primario anche in epoche ben distanti dalla nostra. Dopo le prime escursioni di Fenici e Vichinghi (ambedue popoli di grandissimi navigatori) anche l’America è stata scoperta non solo grazie all’intuizione ed alla tenacia del navigatore Cristoforo Colombo e dei suoi equipaggi ma anche grazie alla resistenza delle navi e
delle vele che hanno condotto le caravelle nella traversata dell’Oceano. Chi non ricorda poi i film degli arrembaggi tra corsari dove i cannoni venivano puntati sugli alberi o sulle vele del nemico per annientare la propulsione e quindi renderlo ancor più vulnerabile. Le vele quindi sono state sempre trattate con grande attenzione e cura dai marinai e dai velai. Si sono alternate generazioni di famosi velai Inglesi, Americani, Neo-Zelandesi ed anche Italiani che hanno prodotto queste indispensabili attrezzature con i materiali più idonei a seconda dei tempi. Dalla canapa si è passati nel tempo al cotone….. ma c’è stata una grande evoluzione nei secoli e la racconteremo nelle prossime edizioni…. Un saluto da Punta Ala Filippo Calandriello Direttore Sportivo YCPA
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La nascita di Punta Ala
Tra Storia e Leggenda
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he l’origine di Punta Ala si debba all’aviatore Italo Balbo, passato alla storia anche per la prima trasvolata realizzata sull’Atlantico nel 1931 e per aver ricoperto diverse cariche durante il governo Mussolini, è cosa risaputa. Ma quale aspetto presentava all’epoca ciò che oggi rappresenta un’elegante località di mare? Nella prima metà del Novecento, questa zona si presentava come un paradiso terrestre, incontaminato e protetto dalla macchia mediterranea. E fu probabilmente la purezza di questa oasi, sorvolata più volte da Italo Balbo, che aveva la propria base di addestramento ad Orbetello, a spingerlo ad acquistare, agli inizi degli anni Trenta, diversi ettari di bosco per stabilirne la propria residenza estiva. All’epoca, la località non esibiva una denominazione particolarmente raffinata e poetica. Si chiamava infatti Punta Troia, per una leggenda legata all’isolotto dello Sparviero, detto anche isolotto di Troia vecchia, in cui una scrofa di cinghiale, per sfuggire ai
due antiche torri presenti, ovvero Torre Troia, rinominata in Torre Ala e convertita nella sua residenza, e Torre Idalgo, come residenza destinata ad accogliere gli ospiti, che prende il nome da un grande cantante spagnolo, che, secondo la tradizione, dopo un’avventura di amore vi si rifugiò, costruì una strada che congiungeva la proprietà a Pian d’Alma e disboscò parte del bosco per ricavarne due poderi in prossimità del Gualdo e della Tartana. Inoltre fece impiantare diversi pini domestici e selvatici e rifornì la zona di energia elettrica e di acqua potabile, dirottata da una sorgente presente nella valle dell’Omomorto, lì vicina, ma che veniva raggiunta fino ad allora dai pochissimi residenti con ciuchi e somari. Al porticciolo, poi sostituito nel 1972 dalla Marina di Punta Ala, fu affiancato un idroscalo, utilizzato da Balbo che spesso si spostava con il proprio idrovolante. Dopo la morte dell’aviatore italiano, avvenuta nel 1940, fu quindi il turno della Punta Ala Spa, che, dopo aver acquistato 800
cacciatori, sarebbe finita in mare, seguita dai propri piccoli, ricordati oggi dagli scogli I porcellini che la circondano. Per questo motivo, sulla scia di questa leggenda, anche il castello che oggi domina Punta Ala era chiamato Torre di Troia nuova, un appellativo che oggi non è ancora completamente caduto in disuso. A modificare il nome del promontorio fu quindi lo stesso Italo Balbo, che, probabilmente, durante le proprie volate a bordo del suo idrovolante, in una suggestiva inquadratura, aveva notato una particolare somiglianza nella conformazione della costa con la punta di un’ala di gabbiano. Da qui, appunto, il nome di Punta Ala. Rispetto ad oggi, comunque, la zona si mostrava ancora più selvaggia e inaccessibile. Le costruzioni presenti erano pochissime e gli unici poderi coltivati erano il Gualdo e la Molletta. Fu quindi Balbo a compiere le prime opere, per rendere i propri soggiorni più piacevoli. Dopo aver modernizzato le
ettari, incaricò lo studio Barbetta di Firenze, di cui faceva parte l’architetto Walter Di Salvo, che coinvolse a sua volta l’architetto Francesco Paolo Piemontese, a realizzare gran parte delle opere che contraddistinguono la località, oggi costellata da abitazioni private di lusso, circondate da una ricca e rigogliosa vegetazione o affacciate sul mare con panorami mozzafiato. Il perfetto equilibrio tra uomo e natura, garantito da un’esemplare architettura e da un piano urbanistico che si è dimostrato capace di integrarsi e di tutelare le bellezze naturalistiche e faunistiche, rese Punta Ala un rifugio riservato ed esclusivo, fonte di richiamo di personaggi illustri e sede prescelta come set per film cinematografici. Oggi la frazione fa parte del comune di Castiglione della Pescaia, di cui ne rappresenta una delle mete più esclusive e curiose, con un fascino senza tempo.
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The birth of Punta Ala
modernizing the two ancient present towers: Torre Troia, renamed Torre Ala and which was converted into his own residence, and Torre Idalgo, that takes its name from a remarkable Spanish singer who, according to tradition, took shelter there after a love affair. After the death of the Italian aviator in 1940, it was Punta Ala Spa that carried out the most part of the works that now make this area an exclusive one.such as the brave lily of the sand, also known as marine lily or marine narcissus, able to resist extreme conditions of the habitat. This flower has a very pleasant aspect and is present along all the Italian coast, islands included. On the coast of Punta Ala, its white flowers open abundantly from the beginning of summer, especially on the long strip of beach that extends towards Torre Civette, showing its simple yet magical beauty.
Рождение Пунта Алы История и легенда
номорского побережья, а именно: сосну пиния Pinus Pinea и сосну приморскую Pinus Pinaster, появившуюся там благодаря созидательной деятельности человека. На Дюне подвижной растет огромное количество восхитительных цветов, многие из которых цветут с весны по сентябрь. Панкраций морской, более известный как морская лилия или морской нарцисс, способен переносить любые погодные условия, даже самые экстремальные. Его можно встретить по всему побережью Италии и на ее островах. Белые цветы лилии распускаются в основном вдоль берега Пунта Алы и протягиваются до пляжа Торре Чиветте (Torre Civette), знаменуя тем самым приход долгожданного лета.
The birth of Punta Ala is owed to the aviator Italo Balbo, passed into the annals of history for his first long-haul flight across the Atlantic Ocean in 1931. At the beginning of the 1930s, this area did not show a particularly refined denomination. In fact, it was called Punta Troia, thanks to a legend linked to the Islet of the Sparviero, also called Islet of Old Troia, where a sow, escaping from the hunters, ended falling into the sea along with its piglets, which are now remembered by the cliffs “The Piglets” that surround the area. So, Italo Balbo modified the name of the promontory: during his flights, he noticed a particular affinity with the shape of the coast with the point of a seagull’s wing. So, from here, the name Punta Ala (“Wing Point”). Italo Balbo was the one who completed the first works,
Образовывается Дюна постепенно, под воздействием ветра, который наносит песок, а тот, в свою очередь, задерживается на водорослях, оставшихся на берегу после штормов. Так возникает первое песчаное образование, особенностью которого является способность к движению. Дюну подвижную населяют можжевельник крупноплодный (Juniperus Macrocarpa) и соцветия гребенщика французского (Tamarix Gallica), а Дюну, уже укрепившуюся, заселяют привычные для Мареммы растения: заросли облепихи, мирта и земляничников. Там же можно встретить и многочисленные виды высоких деревьев, как например: дуб каменный (Quercus ilex) и большое разнообразие сосновых деревьев Средизем-
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foto di Maurizio Salfo 78
La nascita di Punta Ala
Tra Storia e Leggenda 79
RESORT La Bussola Beach golf & tennis
I tramonti mozzafiato e gli scorci di paesaggio marino unici, il rilassante verde dei pini secolari, lo sciabordio delle onde ed il frinire delle cicale: il Resort Hotel La Bussola è tutto questo e molto di più. Camere accoglienti arredate con elegante cura e dotate di tutti i comfort, un ristorante raffinato che offre piatti cucinati da sapienti mani con ingredienti di qualità, uno stabilimento balneare tranquillo e spazioso e, da questo anno, un lounge informale con pizzeria nei pressi dei campi da tennis, da calcetto e del minigolf.
Questa è LA BUSSOLA: il privilegio di emozioni autentiche in un contesto di assoluta libertà!
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Lounge e Pizzeria Pineta
The only one in Punta Ala to be situated directly on the beach, La Bussola is a intimate hotel with just 8 rooms, whose atmosphere is closer to an elegant guest house, rather than a four stars hotel surrounded by a big garden with several amusement facilities. The restaurant serves freshly caught fish dishes and meat dishes tied up with Tuscan cooking traditions. A rich wine bar is a pleasant chance for wine tasting and happy hours. The Hotel and the Restaurant La Bussola are moreover the only ones to open all year long, and off season you can find good offers for golf, horseriding and tennis practice. Единственный отель в Punta Аla, который расположен прямо на пляже. Этот четырех звездный мини отель имеет только 8 комнат и очень напоминает элегантный guest house своей интимной и уютной атмосферой. Его окружает натуральный парк, для любителей отдохнуть от городской жизни. Ресторан La Bussola гордится своим рыбным меню и традиционной тосканской кухней, и между прочим это единственный ресторан (также как и отель) работающий без перерыва круглый год. Богатый выбор вин и к ним традиционных закусок.здесь вы сможете покататься на лошадях, сыграть партию в гольф или теннис, на ваш выбор.
HOTEL LA BUSSOLA - Albergo * * * * Ristorante - Stabilimento Balneare Via Della Dogana, 58040 Punta Ala (GR) Tel 0039 0564 922765 Fax 0039 0564 924203 E-Mail info@labussolapuntaala.it 81
Il Golf Club
Punta Ala
H
o sempre amato Punta Ala. Negli anni ’70 passavo tutte le giornate in mare sulla mia barca a vela, il Nordkapp. Non andavo in spiaggia quasi mai. Con i miei figli, anche loro appassionati di vela, facevamo brevi crociere e regate e in agosto passavamo un mese in Corsica, Sardegna, Eolie e anche in Grecia. Quando la mattina andavo verso la Marina camminavo a fianco di quella che poi avrei saputo essere la buca 15 e pensavo che era proprio assurdo passare la giornata andando dietro a una pallina mentre il sole e il vento rendevano così allettante il mare. Poi, un giorno, mia moglie, sempre causa di guai, mi disse che aveva una lezione su al Circolo con un maestro bravissimo di nome Manca, ma lei non poteva andare. Mi chiese di sostituirla ed io, sventurato, risposi di sì. Correva l’anno 1988. Comprai cappellini a decine, guanti, ferri, legni, sacche, tee, palline di tutti i tipi, mi iscrissi al Circolo di Punta Ala e a Le Querce di Sutri e cominciai a fare gare... Il mio handicap prese a scendere e la mia vita cambiò completamente. Conobbi Pierluigi Martinelli, Rita Silva, Carlo Boeri, Roberto Valsangiacomo, le famiglie Binaghi, Segafredo, 82
Minoli, Bigagli e tanti altri, che per me erano mostri sacri del golf. Ma non avrei mai immaginato di diventare un giorno, grazie alla fiducia dei Soci, Presidente del Golf Club Punta Ala.
L’attuale Presidente del Circolo (dal 2005) Luciano Nicchiarelli
Era il 2002 ed il nostro splendido campo stava correndo inesorabilmente verso la rovina. Molteplici ragioni, principalmente la qualità e la quantità dell’acqua di irrigazione, avevano concorso a creare una situazione quasi disastrosa, alla quale, nonostante gli sforzi, non si riusciva a rimediare. Con l’aiuto ed i suggerimenti di amici come Luca Lazzaroni, Francesco Saviotti, Igino Lemoigne, Renato Di Mase, Paolo Negroni e Paolo Capuano ritenni, basandomi sulla mia esperienza professionale, che l’unica soluzione fosse la costruzione di un dissalatore di acqua marina, come avevo visto in varie realizzazioni in luoghi con clima arido quali il sud della Spagna ed i Paesi Arabi. Con questo programma ambizioso mi presentai all’Assemblea nel 2004. Mi elessero. Si possono facilmente immaginare le difficoltà superate e l’impegno profuso. Ma ora possiamo dire che abbiamo realizzato il primo dissalatore in Italia al servizio di un campo di Golf. Con l’aiuto di Enrico Benaglio, Paolo Pizzari, Lorenzo Pirritano, Gianfranco Grandoni, Francesco Paolo Piemontese ed il sostegno del Presidente Chimenti, che avevo conosciuto durante le mie prime esperienze golfistiche a Sutri, abbiamo realizzato un’opera indispensabile che ha riportato il nostro bel campo agli splendori di una volta. Tan-
te cose sono cambiate negli ultimi decenni, ma vedere nelle calde giornate estive più di cento giocatori - con sacche in spalla, con carrelli o sui cart - che cercano di colpire una pallina di quattro centimetri di diametro piazzata su un’altra palla con un raggio di 6.000 chilometri imprecando, saltando di gioia e contando i colpi fatti, mi premia, mi gratifica e mi dà una soddisfazione che non può essere condivisa con chi non pratica questo gioco. Sono 50 anni che Cavalsani ha realizzato questo campo. Sono 50 anni che abbiamo i tabelloni in club house sui quali molti, ed io tra questi, ambiscono scrivere il proprio nome, senza riuscirci. Sono 50 anni che cinghiali, istrici e tassi scavano sul nostro campo facendo dannare Maurizio Serafin. Sono 50 anni che i giocatori si avventurano sotto gli alberi alla ricerca della pallina scomparsa nella macchia mediterranea. Sono 50 anni che, seduti sulla terrazza bevendo una birra gelata, i giocatori discutono di par, di birdie e di score da consegnare a Corrado Bartolini o a chi c’era prima di lui. Ma il nostro amato Circolo non dimostra affatto la sua età: finché dispenserà gioia non la dimostrerà. Auguri Golf Club Punta Ala, auguri per i prossimi 50 anni. E quelli dopo e quelli dopo ancora..
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Ricordi dei primi anni del Golf di Punta Ala di Stefano Manca - Segretario Generale della Federazione Italiana Golf Era l’inizio del mese di luglio del 1964 (io avevo allora 13 anni) allorché mio padre fu ingaggiato dalla società Punta Ala per l’apertura del Golf. Quel primo anno soggiornammo nel mese di luglio al Golf Hotel, negli anni successivi in un appartamento del Gualdo, sinché qualche anno più tardi i miei genitori decisero di acquistarne uno di fronte alla buca 15. Questa circostanza consentì a mio padre negli ultimi anni, quando aveva ridotto la sua attività di insegnamento, di venirci incontro sul tee per offrire bibite fresche a me ed ad altri suoi amici o allievi di passaggio su quella buca. Punta Ala nel 1964 era ancora un’oasi incontaminata, la lunga spiaggia non era ancora stata invasa dai lettini e dagli ombrelloni degli stabilimenti balneari, tanto che era addirittura possibile fare delle passeggiate a cavallo lungo la spiaggia. Oltre alle strutture balneari degli alberghi, dove era anche possibile pranzare (memorabile, già allora come ora, il lunch alla Pagoda del Gallia), c’erano solo lo Sporting e la Vela. In occasione del torneo Internazionale di Polo, veniva organizzato sulla spiaggia un tipico asado argentino (grande grigliata di carne cotta alla brace). Quella prima estate erano agibili solo 9 buche ed il campo pratica, dove mio padre impartiva le sue lezioni sino alle ultime luci del giorno, era stato allestito sul campo di Polo. Un ragazzino di nome Adriano, che aveva all’incirca la mia età, fungeva da raccattapalle, poi diventato lo storico caddie master del Circolo. Giulio Cavalsani, il progettista del percorso e Segretario del Circolo sin dalla sua nascita, era già il deus ex machina del Club, sempre presente e disponibile a raccontare aneddoti della sua esperienza anche come giocatore di livello internazionale. Fu il primo ad introdurre in Italia sui fairway del campo di Punta Ala una specie erbosa chiamata zoysia, che sosteneva la palla sempre in ottima posizione, anche quando andava in dormienza nei mesi invernali, presentando il tappeto erboso di un colore giallo, ma senza inconvenienti per la giocabilità. Cavalsani in questo senso è stato un precursore dell’attuale tendenza a utilizzare anche nei percorsi dei Paesi mediterranei delle specie erbose macroterme, che presentano grandi vantaggi sotto l’aspetto del ridotto consumo idrico. Anche dopo essere andato in pensione rimase sempre un punto di riferimento al Circolo come Segretario onorario. Venne sostituito da un suo allievo, Maurizio Serafin, che ancora dirige il Circolo assistito da Corrado Bartolini. Il campo nei primi anni era molto difficile e delicato. Il sottobosco a quei tempi era quasi inestricabile ed inviare una palla appena fuori dal fairway significava quasi sempre perderla nella fitta macchia mediterranea. Era piuttosto frequente imbattersi sul campo in qualche piccola tartaruga, oggi 84
scomparse dal percorso. Ricordo tra i frequentatori del golf di Punta Ala tanti amici e compagni di gioco di allora come i Segafredo ed i Mantovani di Bologna, i Valsangiacomo di Lugano, i Varoli Piazza ed i fratelli Pascotto di Roma, i fratelli Pezzotta di Bergamo, Marco Furbetta di Perugia, Enrico Hofer e Filippo Barbé di Biella. Ebbi anche occasione di fare partite con giocatori più grandi di me come Marco Folonari, Pierluigi Martinelli, che diventerà uno dei Presidenti del Circolo, Ghighi Cassini e Tom Bergher. La Coppa Punta Ala, una 4 palle, in programma nell’ultimo week end di agosto, era l’appuntamento clou della stagione. Iniziai a giocarla solo dopo che mio padre decise di rinunciare a trascorrere il mese di agosto in Svizzera, a Crans sur Sierre, visto che nei primi anni era a Punta Ala solo nei mesi di luglio e settembre. Sono orgoglioso di essere riuscito a scrivere il mio nome dell’albo dei vincitori di questa classica ben 4 volte, con compagni sempre diversi che mi fa piacere ricordare quali Cesare Mantegazza, Filippo Barbé, Rita Boeri e Lorenzo Silva. Punta Ala è stata anche sede di varie competizioni internazionali. Nel ‘74 vi si svolse una storica edizione del St. Andrews Trophy, l’incontro tra le squadre dilettanti britanniche e quelle del resto dell’Europa continentale. La compagine europea, capitanata da Franco Bevione, con Alberto Croze e Antonio Lionello in squadra, s’impose interrompendo una supremazia che durava da molto tempo. Per me si trattò del primo impegno di lavoro avendo appena iniziato a collaborare con la Federazione. Qualche anno più tardi si svolse, sempre a Punta Ala, l’EGA Trophy, l’incontro tra le stesse rappresentative al limite dei 21 anni. Sono davvero tanti i ricordi legati alle vacanze della mia giovinezza a Punta Ala, tantissime le persone che ho avuto modo di incontrare e conoscere, sul campo di golf e fuori. È impossibile ricordarli tutti, ma vorrei tuttavia menzionare il direttore dell’Hotel Gallia, un signore svizzero che si chiamava Herzig e che si appassionò anche al golf divenendo amico, assieme alla sua bella moglie, dei miei genitori. Era uno dei responsabili della prestigiosa catena dei Relais Chateaux, un grande professionista. Sempre elegante ed impeccabile, portava la giacca e la cravatta anche alla Pagoda, il ristorante sulla spiaggia dell’hotel.
Giovanni Minoli Il Golf di Punta Ala il più bel campo del mondo Per me è il più bel golf del mondo, le sue buche perfette, i suoi panorami unici, la location irripetibile. So che non è cosi ma per me lo è. Per spiegare perché, però devo fare un passo indietro e raccontare cos’era Punta Ala all’inizio per noi Minoli, e per tutti quei pochi pazzi che sedotti da Giasolli avevano deciso di vivere la vita dei farmer del Far West, tra i cavalli montati a pelo sulla spiaggia e le frittelle di mele nella baracca di Giorgio Romoli al porto. Persa in quella che era la zona più selvaggia della Toscana, la Maremma, Punta Ala è diventata negli anni ’60 dall’oggi al domani la nostra nuova meta di villeggiatura. In casa succedeva tutto all’improvviso, sarebbe successo ancora dopo pochi anni, quando andammo a vivere da Torino a Roma. Abituati, com’eravamo, a frequentare località dove c’erano cugini, parenti, amici di Torino di colpo ci ritrovammo immersi in questa terra meravigliosa, selvaggia ma assolutamente sconosciuta, e soprattutto sconosciuti i pochissimi abitanti che come noi si trovavano
a scoprirla e che negli anni divennero i nostri amici di avventura. Mi divertivo ad indicarla ai miei compagni di scuola sulla cartina geografica, perché allora non esisteva, mentre ho scoperto, anni dopo, che sulle carte del ‘500 esposte ai Musei Vaticani era segnata. Così ho anche capito l’origine delle torri saracene di cui è cosparsa la costa. Ma noi, Minoli, eravamo tanti, sette fratelli, sei maschi ed una femmina che si adattava, volente o nolente, alla nostra vita cameratesca e coprivamo un largo raggio di età, dai 21 anni ai 5. Quindi potevamo diventare amici di tutti e così è stato. A Punta Ala abbiamo scoperto una cosa meravigliosa: la libertà! Libertà di andare in giro da soli, di passare da una casa all’altra, di provare sport che non avevamo fatto mai, dove il mare ti invitava a fare qualunque cosa legato ad esso sentendoti comunque protetto, perché in un golfo meraviglioso e non esposto alle intemperie ed alle insidie del mare aperto. E così è stato: prima la vela, poi lo sci d’acqua, il windsurf, dopo, l’equitazione ed infine il golf. Sport per noi sconosciuto, ma con il quale ci fu un amore a prima vista. Mi ricordo di mio padre, che praticava sul campo da Polo, e poi all’improvviso un campo, per noi stupendo ed unico. Lì è cominciata una sfida all’ultimo sangue, tra noi fratelli: partivamo da zero chi più grandi e chi più piccoli e nel tempo siamo stati tutti affascinati e contagiati dal golf. Anche le seconde generazioni lo sono state, ma tra di loro non con quell’agonismo proprio della prima generazione. Non dimenticherò mai la mia vittoria più importante con mia sorella ad una classica di agosto, la Chianti Ruffino. Un giorno 4 palle e il secondo greensome: l’ho obbligata a giocare con me, finalmente nel golf aveva la sua rivincita su tutti noi fratelli. Le ho promesso che avremmo vinto, e così è stato, ma come! Il primo giorno 1 sopra, nel secondo dalla 10 in poi una marcia trionfale, lei incitava me e io lei. Quando abbiamo consegnato un bel 59, Cavalsani ci chiese: “Sulle seconde? E noi: no su 18”. Lì capii che avevamo vinto e che non avrei mai più abbandonato questo sport incredibile, che in un attimo ti porta dalle stelle alle stalle e viceversa, come fu per noi!
Giovanni Minoli 85
Punta Ala 1964
I ricordi della famiglia Binaghi Molti anni sono passati da quel 1964 che ha influenzato in modo determinante la vita mia e della mia famiglia che si era formata qualche anno prima. All’inizio di quell’anno dovevamo decidere dove passare le vacanze estive con la piccola Chiara allora di pochi mesi. Sfogliando la rivista “Derby” prevalentemente dedicata agli sports equestri mia moglie Clara vide un bellissimo servizio fotografico su un piccolo golfo della Maremma dominato da un vecchio castello con grandi spiagge, un piccolo porticciolo e molte attrezzature sportive: campo da polo, percorso per concorsi ippici, tennis e campo da golf di recente terminato. Il suo nome era Punta Ala. Decidemmo di visitarla di persona e meravigliati dalla bellezza e tranquillità del luogo decidemmo di programmare le nostre vacanze estive a Punta Ala e così per i successivi 50 anni. In particolare vidi il campo da golf con le sue numerose vedute ad arte volute da Giulio Cavalsani giustamente considerato il suo vero padre. In seguito il golf diventerà un punto importante per tutta la mia famiglia. In quell’anno inoltre nasceva Alberto, coetaneo quindi del percorso di Punta Ala, che sarebbe diventato una delle figure più importanti del golf Italiano sia come giocatore dilettante e poi professionista che come tecnico. Proprio sul quel campo di Punta Ala che ha frequentato fin da bambino e che ha tanto amato Alberto ottenne importanti risultati sportivi come nell’EGA Trophy incontro tra Juniores Europei contro Isole Britanniche e nel Campionato Italiano Medal. In questi 50 anni di presenza a Punta Ala anche mia moglie Clara spesso compagna di doppio e tutti i mie figli (Chiara, Pietro, Federica) hanno frequentato questo bellissimo campo con ottimi risultati nelle varie competizioni. Dieci anni dopo la nascita del campo di Punta Ala il destino volle che la famiglia si completasse con la nascita di Federica durante le vacanze estive. I miei ricordi si rifanno agli anni in cui la zoysia era fiorente sia in fairways che in rough con l’ottimo risultato che la palla era facilmente giocabile per tutto l’anno anche d’inverno anche se il colore del percorso tendeva al giallo. Questa caratteristica del percorso purtroppo non è stata sfruttata a dovere negli anni in cui era certamente un pregio presente in pochi percorsi Italiani.
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Non ancora Senior ho spesso prolungato le vacanze a settembre per assistere agli Internazionali Seniores che in quegli anni era un vero campionato Europeo. Mi ricordo soprattutto la classe di Francis Francis e di Luzzato che nonostante l’età giocavano scratch ed altri ancora. Purtroppo quando anch’io ho potuto partecipare il Campionato si era trasformato in un Duello Italo-Svedese ed oggi è praticamente una gara di seniores italiani di ogni categoria. La stagione estiva golfistica della giovinezza dei miei figli specie Alberto e Chiara era una specie di raduno di giocatori di interesse Nazionale anche per la presenza di grandi maestri quali Pietro Manca e Franco Rosi a cui i ragazzi si rivolgevano per perfezionare il loro gioco. Un’altra manifestazione che ricordo con piacere fu il Campionato a squadre dei caddies nel giorno precedente il Campionato a Squadre ed al quale partecipò il nostro Adriano che divenne poi caddy master di Punta Ala per molti anni. Sono passati 50 anni ma il fascino del luogo è per me sempre vivo, anche se la vita sia del golf che del luogo ha avuto molti cambiamenti, non sempre positivi, ma che vano accettati per l’amore per questo bellissimo luogo. Un ringraziamento di cuore va a tutti quelli che hanno permesso questa indimenticabile iniziativa di turismo e di sport.
RISTORANTE
GOLF CLUB PUNTA ALA Gestione Terre Di Masaccio
Il ristorante è situato nella club house del Golf Club Punta Ala, sulla collina che domina il centro abitato, all’apice del campo da golf. Si raggiunge seguendo le indicazioni per campo da golf, percorrendo via del golf, che passa alle spalle della chiesa, fino al parcheggio del circolo. Il Ristorante golf club punta ala rappresenta per Terre di Masaccio il primo esempio di una catena di locali che racchiudono la tipicità toscana nell’accoglienza e nella cucina, combinando piatti tradizionali di carne con gustose variazioni di pesce. Il ristorante si caratterizza per la semplicità della struttura, l’ambiente spazioso e luminoso, l’essenzialità del servizio e un’accoglienza calorosa e “familiare”. Ambiente esclusivo per la posizione panoramica, con possibilità di mangiare a pranzo e a cena sulla terrazza esterna sospesa sul campo da golf ammirando il promontorio di Piombino e l’isola d’Elba. La struttura si presta per pranzi veloci dopo il gioco, con “menù golfista” a prezzo contenuto, sia per cene romantiche o in compagnia, specialmente d’estate , ammirando il più bel tramonto sul golfo di Punta Ala e la Costa degli Etruschi illuminata. Potrete gustare piatti tradizionali della cucina maremmana e toscana, ampia scelta di piatti di pesce, con possibilità di menù personalizzati per diabetici, vegetariani, celiaci. La ricerca degli ingredienti è per noi una priorità, privilegiando i prodotti provenienti dai mercati locali e la partnership con aziende vinicole del territorio come Fattoria Le Mortelle - Castiglione della Pescaia e Podere Ristella - Montemassi.
The restaurant is located in the club house of the Punta Ala Golf Club, on the hill that overlooks the town, at the peak of the golf course. It is possible to reach the restaurant following the directions for the golf course and going through the road of golf behind the church, until the parking lot of the club. The restaurant of the Punta Ala Golf Club represents the first example of a chaine of restaurants that show the typical Tuscan reception and cuisine, combining traditional meat dishes with tasteful fish variations. The restaurant distinguishes itself for the simplicity of the building, the spacious and bright setting, the warm and easygoing welcome. The location is exclusive thanks to its panoramic place, with the possibility of having lunch or dinner in the terrace, which is on the golf course and has a spectacular view on the promontory of Piombino and the Elba Island, especially at sunset in summertime. The restaurant is perfect for a quick lunch or a romantic dinner, with a view on the Punta Ala’s gulf and the coast of the Etruscans.You will be able to taste typical dishes of the cuisine of both the Maremma and Tuscany, with a wide choice of fish dishes and personalized menus for diabetics, vegetarians and people who suffer from celiac disease. The research of the ingredients is a priority: our products come from local markets and wineries such as Fattoria Le Mortelle (Castiglione della Pescaia) and Podere Ristella (Montemassi).
В клубном доме Golf Club Punta Ala находится уютный ресторан, располагающийся на самой высокой возвышенности, откуда открывается великолепный вид на прекрасный город Пунта Ала. Доехать до ресторана довольно просто – нужно следовать по указателям, которые ведут к гольф-клубу, оставляя позади церковь и выезжая напрямую к парковке клуба. Терре ди Мазаччо является одним из первых ресторанов, которые как нельзя лучше представляют тосканские традиции и отличаются не только своим гостеприимством, но и кухней, которая сочетает в себе традиционные мясные и рыбные блюда. Ресторан характерен своей простотой: большое, светлое помещение и теплое гостеприимство хозяев позволяют чувствовать себя более чем комфортно. С открытой террасы, на которой можно обедать и ужинать, вам откроется великолепный вид на поле для гольфа, мыс города Пьомбино и остров Эльба. Ресторан превосходно подходит как для быстрых обедов, с меню под названием меню гольф, так и для незабываемых романтических ужинов.
Ristorante Golf Club Punta Ala TEL. 0564/923034 CELL. 333/9819039 87
Punta Hidalgo Sporting Club Ristorante
Un angolo di paradiso immerso nella natura
Il nostro ristorante si trova all’interno della pineta, con una suggestiva vista sul mare. Potete trovare pesce fresco ogni giorno e una scelta di vini alla carta sempre aggiornati. Siamo aperti tutti i giorni a pranzo dalle 12:30 alle 15:30 La sera solo su prenotazione. Lo stabilimento balneare Punta Hidalgo Sporting Club si trova a Punta Ala, immerso nel verde lussureggiante della pineta maremmana. Il mare, nostro punto di forza, è sempre calmo e trasparente.
Райский уголок, окруженный природой. Наш ресторан находится в сосновом лесу, вид которого выходит на лазурное море. У нас вы можете отведать изумительно вкусные блюда из свежей рыбы и насладиться богатым выбором вин, который обновляется ежедневно. Мы открыты все дни в обеденное время с 12:30 по 15:00. Пляж Punta Hidalgo Sporting Club расположен в городе Пунта Ала и окружен пышным сосновым Средиземноморским лесом. Море – наша гордость, всегда спокойное и прозрачное. Our restaurant is located in the pine forest, with a breathtaking view on the sea. You will find fresh fish every day and a wide and always updated selection of à la carte wines. We are open every day for lunch from 12.30 p.m. to 3 p.m. . The Punta Hidalgo Sporting Club beach resort is located in Punta Ala, surrounded by the verdant greenery of the pine forest of the Maremma. The sea is our stroing point and is always calm and clear.
Punta Hidalgo Sporting Club Via della Dogana 2 Castiglione della Pescaia Telefono: 0564 922152 Cellulare: 333 6147794 88
Estetica
Aurora -
Centro massofisio
terapeutico
Trattamenti Linfodrenanti Massaggio Estetico Manicure Pedicure curativo Trattamento Viso Ristrutturante
Centro Commerciale il Gualdo Punta Ala 0564 923182 mob 338 4959540
Estetica
Maxime
Maxime
Maxime
La “bottega” che oggi ospita “Maxime” è da sempre il parrucchiere di Punta Ala. La “bottega” che oggi ospita “Maxime” è da sempre il parrucchiere di Punta Ala. Presente già dalla fine degli anni ‘60, quando Emanuele comincia la sua attività, Presente già dalla fine degli anni ‘60, quando Emanuele comincia la sua attività, per per trasmetterla poi al figlio Maxime che la segue con altrettanta passione, forte trasmetterla poi al figlio Maxime che la segue con altrettanta passione, forte di espedi esperienze e professionalità acquisite corso di studi in Francia e stages in rienze e professionalità acquisite nel corso di studi innel Francia e stages in Italia e all’estero. Dispone anche di un piccolo centro Italia e all’estero. Dispone anche diestetico. un piccolo centro estetico. Meches e colpi di sole acconciature da sposa e da Meches e colpi di/sole / acconciature dacerimonia sposa e da cerimonia trattamenti ristrutturanti / chat touche / massaggi benessere trattamenti ristrutturanti / chat touche / massaggi benessere maquillage / skin care maquillage / skin care Maxime
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Парикмахерская и салон красоты «Maxime». Здесь работают только самые профессиональные и дипломированные мастера с большим опытом работы.
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banfi
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anfi, conosciuta in tutto il mondo per il suo Brunello, è di proprietà della famiglia Mariani, che nel 1978 ha fondato Castello Banfi a Montalcino, assemblando una proprietà di 2830 ha. per la produzione di vini di qualità, legando indissolubilmente Banfi a questo territorio e al suo sviluppo. Circa un terzo della tenuta ilcinese è coltivato a vigneto specializzato, mentre il resto è occupato da boschi, olivi, susini e altre coltivazioni. Agli stessi anni risale l’acquisto della storica cantina Bruzzone, oggi Banfi Piemonte, che rappresenta la perfetta unione tra la secolare tradizione spumantistica piemontese, e l’esperienza enologica maturata in Toscana. L’amore per la Toscana ha recentemente avvicinato Banfi a nuovi territori, tra i più vocati della regione: Bolgheri, Maremma e Chianti Classico. Altro settore in cui Banfi ha da sempre fortemente creduto è quello dell’accoglienza, fino a far diventare il Castello di Poggio alle Mura, meticolosamente restaurato, uno straordinario centro, che offre un’ospitalità completa ed articolata. I numerosi ospiti, dopo la visita guidata alla cantina, possono apprezzare l’eccellenza dei vini Banfi e assaporare l’autenticità della cucina toscana e gli ingredienti più freschi presso i nostri due ristoranti. Per il pranzo La Taverna, dove tradizione e autenticità si danno appuntamento sotto le antiche volte, e per la cena, l’elegante e raffinata Sala dei Grappoli. Inoltre, l’Enoteca Banfi ricrea l’ambiente di una vera bottega toscana e dove gli ospiti possono degustare la completa selezione dei pregiati vini Banfi, accompagnati a salumi e formaggi locali. 90
Da marzo 2007 l’apertura di Castello Banfi-Il Borgo, con le sue 14 lussuose stanze, incluse 5 suite, ha completato la già ampia gamma di prodotti e servizi offerti. Un binomio molto sentito è anche quello tra Banfi e cultura, che si sviluppa attraverso numerosi eventi, tra i quali spicca l’annuale festival “Jazz & Wine”, seguitissimo appuntamento dell’estate montalcinese, giunto ormai alla diciottesima edizione. In questo contesto culturale si inserisce il Museo del Vino e del Vetro, che occupa alcune sale del Castello e in cui è possibile ammirare la più grande collezione privata di vetri del periodo della Roma Imperiale, oltre a rarissimi oggetti di epoche diverse, fino ai giorni nostri. Oggi la terza generazione della famiglia Mariani, con i cugini Cristina Mariani-May e James Mariani, coordina le attività dell’azienda, contribuendo in maniera determinante al suo sviluppo.
B
anfi, a family owned wine producer based in Tuscany, is celebrated worldwide as “Builders of Brunello.” The Mariani family, firmly established as leading importers of fine wine in the US, founded their Castello Banfi vineyard estate in Montalcino in 1978. In so doing they indissolubly linked Banfi to this terroir and its growth. They assembled a contiguous estate of 2,830 hectares, one third of the property is under specialized vine and the balance is shared between olive groves, wheat fields, plum trees, truffle stands, forest and scrub. Just over a year after the founding of Banfi in Montalcino, the Mariani acquired the historic Piedmontese winery Bruzzone, today known as Banfi Piemonte. Since its inception, Banfi Piemonte has undergone a constant growth, interspersing an inherent typicity with technological innovation, and a distinct vocation for quality sparkling wines. Recently Banfi has approached new Tuscan territories, among the most renowned in the region, such as Bolgheri, Maremma and Chianti Classico. The medieval Poggio alle Mura Castle crowning the estate is today lovingly restored as a pioneering beacon for regional hospitality. Visitors can enjoy daily tours of our winery and the excellence of Banfi Wines, as well as savor the authenticity of Tuscan cuisine and the freshest ingredients at our two restaurants. For lunch, La Taverna, where tradition and authenticity meet under an ancient vaulted ceiling and for dinner, the elegant and refined Sala dei Grappoli. In addition, the Enoteca/Wine Bar that recreates the atmosphere of a true Tuscan wine shop, offers the opportunity to taste outstanding local sheep’s cheese and classic Tuscan prosciutto paired to our estate wines. The luxury rooms of Castello Banfi-Il Borgo complete the wealth of hospitable offerings. Now the third generation of the Mariani family, with cousins Cristina Mariani-May and James Mariani, is fully at the helm of the family business.
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Punta Ala Piano di sviluppo per un turismo elitario negli anni Sessanta
di Alessandra Pelosi
Alla fine degli anni Cinquanta con l’aumentare del benessere sociale viene posta da parte di importanti imprenditori particolare attenzione allo sviluppo turistico e l’Italia offre notevoli occasioni di aree incontaminate sia lungo le coste che in montagna. Una tra queste si trova in Maremma.
Luca Lupi - Landscape - Punta Ala 2015 92
è il 1959 quando la S.P.A Punta Ala creatasi a questo scopo incarica il rag. Ilio Giasolli, di cercare un’occasione per sviluppare un’iniziativa immobiliare di alto livello. L’occasione si presenta per Punta Ala che ha tutte le caratteristiche necessarie come bellezza del luogo, ottima posizione geografica e buona facilità di accesso.
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Area semisconosciuta, proprietà storica della famiglia Balbo che la cede all’industriale Costantino Lentati al fine di realizzare un importante complesso turistico balneare. L’operazione richiede grande disponibilità economica che il Lentati non si sente di affrontare e vende il terreno a un gruppo politico industriale: la Società Punta Ala. Si tratta di un intervento impegnativo di progettazione urbanistica ed è consigliabile affidarsi ad uno studio tecnico ben introdotto presso le varie amministrazioni pubbliche della Regione Toscana. è così che Giasolli, amministratore delegato della S.P.A. Punta Ala e personaggio di notevoli doti organizzative, si rivolge allo studio Savonarola di Firenze diretto dall’ing. Valdemaro Barbetta.
Pian d’Alma e collegati tramite un condotto a Punta Ala, qui una rete di distribuzione porta l’acqua ai vari comparti. Il piano generale redatto da Di Salvo e firmato da Barbetta ottiene rapidamente l’approvazione della Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie per le provincie di Siena e Grosseto, della Commissione Edilizia e del Consiglio Comunale di Castiglione della Pescaia. I lavori sono celeri: il primo sabato di agosto 1960 viene inaugurato il night-club La Vela, progettato e realizzato in tre mesi dall’arch. Di Salvo, simbolo e segnale di novità e richiamo. Nel 1961 la nuova Società acquista dai Signori Barzellotti l’appezzamento di terreno a forma di triangolo, denominato Valle dell’Omomorto. Sempre nel 1961 l’architetto Piemontese diviene il capo dell’ufficio tecnico della Società Punta Ala. A seguito di ciò, Di Salvo redige un nuovo piano comprensivo del terreno di ex proprietà Barzellotti. Negli stessi giorni è inaugurata la Chiesa della Consolata progettata in pochi giorni
L’ing. Barbetta incarica a sua volta di seguire l’iniziativa di Punta Ala fino all’approvazione delle autorità competenti un giovane progettista del suo studio: l’arch. Walter Di Salvo che nel tempo ottiene un posto di rilievo come progettista di piano urbanistico. Di Salvo in pochi mesi deve prendere conoscenza del luogo, progettare il piano IL PROGRAMMA URBANISTICO DI PUNTA ALA generale in scala 1:5000, dall’arch. Di Salvo e l’arch. Francesco Paolo Piemonteredigere la documentazione necessaria al Comune di se. Nel 1962 è inaugurato l’Albergo Gallia Palace su Castiglione della Pescaia e alla Soprintendenza ai Moprogetto dell’arch. Di Salvo e arch. Francesco Paolo Pienumenti di Siena e avviare le procedure di costruzione. montese e il Golf Hotel su progetto dell’arch. Di Salvo. Punta Ala nel 1959 è ancora un territorio selvaggio e Nello stesso anno l’arch. Ignazio Gardella presenta il abitato da poche famiglie. Poche le costruzioni: il castelprogetto del porto. In questo periodo l’ing. Barbetta enlo, Torre Hidalgo, l’Osservatorio della Marina Militare, tra in conflitto con la società Punta Ala e quest’ultima la caserma della Guardia di Finanza, il Casone (il vecchiede all’arch. Di Salvo di subentrare ai lavori di redachio fienile) che diviene la sede operativa della Società; zione progettuale. una sola strada sterrata di accesso, la Doganale, lunga Di Salvo firma la progettazione urbanistica dei compar6 km. L’arch. Di Salvo comprende che il territorio per asti particolareggiati dello: Scoglietto, Molletta, Fornino, servire al meglio le esigenze dei vacanzieri deve essere Pozzino, Poggettone, Poggio del Barbiere. è ancoprogettato in modo integrale, crea una matrice compora il 1962 quando è redatto un nuovo piano, su consta per ogni lottizzazione e redige il piano generale in siglio dell’arch. Gardella, da Ludovico Quaroni proscala 1:5000. Il progetto risulta costituito da un’asse cenfessore di urbanistica dell’Università di Firenze e trale che partendo dall’ingresso dell’unica via di accesRoma. Quaroni presenta il progetto in collaborazione so, porta al porticciolo Balbo. La strada si arretra fino al con l’arch. Vito Sonzogni e con i collaboratori arch. piede della collina lasciando libera l’area pianeggiante Roberto Maestro, arch. Gabriella Esposito, arch. fra l’asse principale ed il mare mettendo in equilibrio Silvia Paoli. è il 1963 quando Quaroni rivisita il piano le due aree di intervento edilizio. Si viene a creare la esistente e progetta il comparto il Gualdo con l’appropossibilità di fare circolare i veicoli in ogni zona e si pervazione del soprintendente Iacchia. mette alla grande zona pianeggiante di essere sfrutL’idea principe del progetto Quaroni è lo studio di tata a verde e per le strutture sportive (galoppatoio, base di un quartiere tipico mediterraneo, con i cubi che campo di polo, tennis) e come filtro tra la zona edificata confluiscono nella piazzetta centrale. e la fascia costiera. I volumi edificati sono concentrati Si denota la volontà di non vivere isolati ma di condiviin comparti collegati alla viabilità principale con stradere la collettività. de di servizio e strade di penetrazione per raggiunIl progetto definitivo del Comparto Il Gualdo viene gere i lotti. I comparti redatti (Scoglietto, Poggettone, redatto nel 1969 e firmato dagli architetti: Ludovico Poggio del Barbiere, la Molletta, il Pozzino e il Fornino) Quaroni, Roberto Maestro e Francesco Paolo Piemontesono di forma circolare e si adattano alle curve di livello. se che si occupa della Direzione dei Lavori. Per l’approvvigionamento idrico sono previsti pozzi in 94
“Walter Di Salvo: un progetto d’avanguardia a Punta Ala” è questo il titolo della mostra che sarà inaugurata il 31 luglio alle 19 nella Sala comunale della galleria commerciale Il Gualdo. L’evento, curato dall’architetto Alessandra Pelosi, offre una rassegna approfondita sui progetti e sui piani di lottizzazione, compiuti a Punta Ala da Di Salvo, noto per aver realizzato numerose ville influenzate dall’architettura organica, che furono segnalate, per la prima volta, dal critico Bruno Zevi e, poi, da Giovanni Klaus Koenig, nel 1966, sulle pagine di “L’architettura - cronache e storia”. La mostra, che prenderà il via il 31 luglio con un aperitivo di benvenuto offerto dall’Associazione Il Gualdo, sarà presentata e introdotta da Mariella Zoppi dell’Università degli studi di Firenze, a cui seguiranno gli interventi di Giancarlo Farnetani, sindaco del Comune di Castiglione della Pescaia; Anna Di Bene, soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio Arezzo, Grosseto, Siena; Pietro Pettini presidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Grosseto di Grosseto; Alessandra Pelosi, curatrice della mostra e membro
Comparto Il Gualdo. Disegno Studio Quaroni. Per gentile concessione Famiglia Egisti.
dell’OAPPC di Grosseto; Roberto Maestro, dell’Università di Firenze e partner del piano Quaroni di Punta Ala e di Miriam Parricchi, referente per l’Associazione Il Gualdo e il comitato Vivere Punta Ala. Durante il convegno saranno fornite ai partecipanti brochure divulgative, in cui sono stati raccolti i risultati degli studi realizzati sull’architetto Di Salvo. Al termine della presentazione, seguirà una visita guidata della mostra, che sarà poi ospitata anche dalla Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Firenze, sviluppata in otto pannelli espositivi, che riporteranno progetti originali e inediti di Di Salvo, oltre a quattro plastici di progetto, completati con ricostruzioni storiche, visibili e disponibili al pubblico fino al 16 agosto.
Alessandra Pelosi
Albergo Gallia. Per gentile concessione arch. W. Di Salvo
At the end of the ‘50s, Italy offered several pristine areas both along the coasts and in the mountains. One of these was located in Maremma. In 1959 the Punta Ala Corporation was created for developing high-level real estate initiatives in Punta Ala. So, it addressed the Studio Savonarola in Florence, runåby engineer Valdemaro Barbetta, who designated architect Walter Di Salvo. Di Salvo understood that the territory had to be designed from the beginning, so the general plan was approved in a few time. The works took not much time to be completed: La Vela nightclub (designed and built in 3 months) was inaugurated in 1960, the Church of the Consolata was planned in a few days by architects Di Salvo and Francesco Paolo Piemontese, who also built the Gallia Palace Hotel in 1962 and the Golf Hotel. In the same year, architect Ignazio Gardella presented the project of the port, while Di Salvo signed the urban design of the detailed plans of the Scoglietto, Molletta, Fornino, Pozzino, Poggettone and Poggio del Barbiere. In 1962 a new plan was drawn up by Ludovico Quaroni, Professor of City Planning at the Universities of Florence and Rome, under the guidance of architect Gardella. In 1963, Quaroni designed the Gualdo area, thinking about a typical Mediterranean neighborhood, with cubes that merged into the central square. The definitive plan of the Gualdo area was drafted in 1963 and signed by architects Ludovico Quaroni, Roberto Maestro and Francesco Paolo Piemontese, who was the responsible of the direction of the works.
Golf Hotel. per gentile concessione arch. W. Di Salvo
В конце пятидесятых годов в Италии стали создаваться благоприятные условия для развития национальных территорий. В основном, эти территории находились вдоль побережья и горной местности. Область, которая стала одной из самых процветающих в Тоскане была – Маремма. АО Пунта Ала образовалось в 1959 году с целью развития недвижимости высокого уровня в городе Пунта Ала. Примером такого развития послужило исследование Савонаролы из Флоренции, который был направлен инженером Вальдемаром Барбетта. Вальдемар, в свою очередь, поручил Вальтеру Ди Сальво – молодому архитектору, взять на себя ответственность по строительству Пунта Алы. Ди Сальво понимал, что территория должна быть разработана самым эффективным образом. Работа продвигалась быстро. В 1960 году был открыт ночной клуб La Vela, спроектированный и построенный архитектором в течение трех месяцев, далее, была выстроена церковь Consolata в течение нескольких дней по проекту архитекторов Вальтера ди Сальво и Франческо Паоло Пьемонтезе. В 1962 году ими же был выстроен отель Gallia Palace. Затем, был построен Вальтером ди Сальво гольф-отель. В том же году, архитектор Игнацио Гарделла представил план порта, в то время как Ди Сальво уже подписался под проектом по строительству города, в таких местностях как: Scoglietto, Molletta, Fornino, Pozzino, Poggettone и Poggio del Barbiere. В 1962 году разрабатывался новый план строительства торгового центра il Gualdo по совету архитектора Гарделла и профессора по городскому планированию Людовико Куарони. Торговый центр был выстроен в 1963 году в средиземноморском стиле, а его окончательный дизайн был составлен и подписан в 1969 году архитекторами Людовико Куарони, Маестро Роберто и Франческо Паоло Пьемонтезе.
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Luglio
Punta Ala
6-10 Punta Ala sport Festival Equicamp: full immersion nel mondo del cavallo. Per bambini dai 7 anni in su Per informazioni puntaalacavalli@gmail.com 10 INTRATTENIMENTO KID Teatro burattini - Il Porto di Punta Ala
14 Laboratorio per bambini Magie con la pasta di sale ore 18-20 Galleria Il Gualdo
Agosto
17 INTRATTENIMENTO KID Il Porto di Punta Ala 18 Mercatino dell’Artigianato Musica Blue River Band - Il Porto di Punta Ala 19 Mercatino dell’Artigianato Il Porto di Punta Ala 21 Laboratorio per bambini Caccia al tesoro in Galleria ore 18-20 Galleria Il Gualdo
31 Punta Ala sport Festival Coppa Hotel Cala del Porto Punta Ala golf tournament 3^ tappa Campo di Golf di Punta Ala Informazioni: info@golfpuntaala.it
25 Musica live Blue river band - Il Porto di Punta Ala
24 Spettacolo musicale con l’Orchestra Giorgio Franceschi P.zza delle Bandiere Loc. Il Porto h. 21:30 - Punta Ala
5 Music fest Mary Gatchell band - Il Porto di Punta Ala 5 Cinema Gipsy Frozen - Punta Ala
Punta Ala
27-31 Punta Ala sport Festival Equisporting camp Nuoto, tennis, golf, vela, equitazione h. 9-17 info: puntaalacavalli@gmail.com tel.+39388 7347646
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1-2 Mercatino dell’Artigianato Il Porto di Punta Ala
7 Laboratorio per bambini Pittura su maglietta ore 18-20 Galleria Il Gualdo
24 INTRATTENIMENTO KID Teatro burattini - Il Porto di Punta Ala
28 Laboratorio per bambini La pesca in scatola: pesciolini variopinti ore 18-20 Galleria Il Gualdo
31 Inaugurazione mostra “Walter Di Salvo: un progetto d’avanguardia a Punta Ala” Convegno introduttivo Sala comunale Il Gualdo h. 19 - Punta Ala 31 Punta Ala sport Festival Coppa Hotel Cala del Porto Punta Ala golf tournament 3^ tappa Campo di Golf di Punta Ala Informazioni: info@golfpuntaala.it
11 Musica itinerante Castle’s drummers - Il Porto di Punta Ala
25 Musica live Tito Jazz band - Il Porto di Punta Ala
31 INTRATTENIMENTO KID Kid cantastorie - Il Porto di Punta Ala
6 Music live Mischion impossible Il Porto di Punta Ala
7 INTRATTENIMENTO KID Teatro burattini - Il Porto di Punta Ala 8 Music live Licence to funk Il Porto di Punta Ala
10 La notte dei desideri Artisti di strada e lanterne in mare Il Porto di Punta Ala
Eventi 2015 20 Music live One man band Giacomo Rossetti Il Porto di Punta Ala
11 Laboratorio per bambini Costruiamo uno strumento musicale ore 18-20 Galleria Il Gualdo
21 INTRATTENIMENTO KID Minnie e Topolino Kid baby dance Il Porto di Punta Al
11 Music live Max De Angelis - Il Porto di Punta Ala
22 Music live Out of shape – Pulpnight Il Porto di Punta Ala
12 Music fest Dennys and the jets - Il Porto di Punta Ala
23 SPETTACOLO Pirotecnico ore 22.30 - Il Porto di Punta Ala
12 Cinema Gipsy Mr. Peabody - Punta Ala
25 Laboratorio per bambini Fantasia in libertà: “Lo spaventapasseri” ore 18-20 Galleria Il Gualdo
13 Music live I Jaguari - Il Porto di Punta Ala
26 Music fest Killer Queen - Il Porto di Punta Ala
14 Music live Fantomatik Orchestra Il Porto di Punta Ala
26 Cinema Gipsy I croods - Punta Ala
15 Memorial Renzo Zannoni nuoto Punta Ala
27 Music live Dario Straits tributo - Il Porto di Punta Ala
15- 16 Mercatino dell’Artigianato Il Porto di Punta Ala
28 INTRATTENIMENTO KID Teatro burattini - Il Porto di Punta Ala
17 Music live The orange beat - Il Porto di Punta Ala
29-30 Mercatino dell’Artigianato Il Porto di Punta Ala
18 Laboratorio per bambini Caccia al tesoro in Galleria ore 18-20 Galleria Il Gualdo 19 Punta Ala sport Festival Trofeo immobiliare Golf Punta Ala Punta Ala golf tournament 4^ tappa Campo di Golf di Punta Ala Informazioni: info@golfpuntaala.it
SETTEMBRE
Eventi 2015
19 Music fest comico Flavio Oreglio - Il Porto di Punta Ala 19 Cinema Gipsy Mary Poppins - Punta Ala
1 Inaugurazione mostra - evento Affordable Art Point – Arte Accessibile a tutti Vernissage con visita guidata h. 17.00 Galleria d’Arte Orler - P.zza Luna Rossa Punta Ala 6-11 Punta Ala sport Festival Equicamp: full immersion Per bambini dai 7 anni in su h.8,30-12,30 Per info: puntaalacavalli@gmail.com tel.+39388 7347646
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Oggetto cromocinetico 1990 | 6IHUH LQ PHWDFULODWR PHWDOOL]]DWR H SOH[ [
Punta Ala Estate 2015
L’Arte in Mostra 61
CATALOGO ok def 28 4 2014.indd 61
29/04/14 15:55
Galleria d’arte Orler Punta Ala Punta Ala Porto Piazzetta Luna Rossa Galleria Il Gualdo per info 3926956046
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Alberto Biasi
1976 politipo 112,5x112,5
Galleria dâ&#x20AC;&#x2122;arte Orler
Punta Ala 100