bohem press Quando il sole si alza nel cielo della savana, una luce tenue si adagia sulle ombre di alberi e arbusti. Il giorno si scalda e… Obax sgambetta per la savana alla ricerca di enormi uova di struzzo, di eleganti giraffe, di agili antilopi da sfidare alla corsa, di feroci coccodrilli da affrontare. E alla sera, quante avventure da raccontare!
André Neves
€ 16,50 ISBN 978-88-95818-45-0
è un libro bohem
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è un libro bohem
André Neves
traduzione di Cintia Dorneles testo italiano a cura di Alfredo Stoppa titolo originale: OBAX © 2010 André Neves per il testo e le illustrazioni tutti i diritti sono riservati prima pubblicazione in lingua portoghese 2010, Brinque-Book, São Paulo (Brasile) © 2011 bohem press Italia, Trieste, per l’edizione italiana ISBN 978-88-95818-45-0 www.bohempress.it stampa: Papergraf S.p.A. Piazzola sul Brenta (PD)
è un libro bohem
Quando il sole si alza nel cielo della savana,
una luce tenue si adagia sulle ombre di alberi e arbusti. E il giorno si scalda, mentre gli uomini coltivano la terra e le donne badano alla casa e ai bambini. Al calar della notte, tutto torna a riempirsi di vuoto e il silenzio diventa un ottimo compagno per condividere buone storie.
Là , in quell’angolo di mondo, viveva la piccola Obax.
Per un bambino vivere in un posto come quello poteva essere pericoloso, ma non per Obax: lei non aveva paura di niente, sgambettava curiosa e tenace per la savana in cerca d’avventure, e ogni volta che tornava al villaggio i suoi occhi brillavano. Quante storie da raccontare! Aveva cercato uova di struzzo. Aveva incontrato eleganti giraffe. Aveva sfidato nella corsa agili antilopi.
Aveva affrontato feroci coccodrilli.
Ma nessuno l’ascoltava. Obax era sempre sola, aveva pochi amici e inventare storie era il suo gioco preferito.
Un giorno, Obax raccontò di aver visto cadere dal cielo una pioggia di fiori. “Davvero? E ti sei bagnata?” la prendevano in giro i bambini, ridendo. “E dov’è successo?” chiedevano, increduli, gli anziani. “Fatela parlare, forse è proprio per questo che profuma come un fiore!” replicava la mamma, abbracciando la sua bambina.
Le storie, come le raccontano in Africa i cantastorie, sono sacre. Ma Obax esagerava nel raccontare le sue, perciò tutti ridevano.
Come potevano piovere fiori dal cielo, lĂ dove a stento cadono poche gocce di pioggia?
Tutta triste, Obax corse nella savana giurando che non avrebbe raccontato mai piú le sue avventure. Però non era divertente tenersele per sé. Inciampando allora in una piccola pietra a forma di elefante, a Obax venne un’idea geniale: fare il giro del mondo. Prima o poi, da qualche parte, avrebbe trovato una pioggia di fiori e cosí, descrivendo il dove il come e il quando, avrebbe potuto dimostrare che la sua storia era vera.
Il viaggio sarebbe stato certamente lungo, difficile e faticoso se non avesse chiesto aiuto al suo grande amico Nafisa, un elefante che aveva smarrito il suo branco e viveva solo nella savana.
Nafisa si chinò sulle zampe, e Obax gli montò in groppa, e‌ via per la grande avventura!
Percorsero deserti senza fine, superarono alte montagne, attraversarono a nuoto mari e fiumi, visitarono villaggi e cittĂ .
Obax e Nafisa videro pioggia di acqua, pioggia di pietre, pioggia di stelle, pioggia di foglie quando soffiava il vento, e pioggia di fiocchi di cotone nei luoghi piĂş freddi. Girarono e girarono intorno al mondo, finchĂŠ si ritrovarono lĂ da dove erano partiti: nella savana!
Ma niente, nessuna pioggia di fiori!
Albeggiava quando ritornarono al villaggio. A casa, tutti erano in ansia per la scomparsa di Obax, ma quando la videro, si rallegrarono e gioirono a sentirla raccontare le sue avventure. La piccola parlava e parlava, un fiume in piena! “Davvero hai fatto il giro del mondo sulle spalle di un elefante?” chiesero gli uomini, scuotendo la testa. “E… e lui ora è qui con te?” domandarono i bambini, sorridendo. “Racconta tante storie la mia bambina …” intervenne la mamma, sistemandole le piccole crocchie.
Questa volta, però, Obax era tranquilla: Nafisa era lí, e questo provava che il suo racconto era vero. “Su, andiamo fuori,” disse la bambina.
Quando uscirono dalla capanna, non c’era traccia di Nafisa. Nemmeno un’impronta sulla sabbia. Tra la polvere solo una piccola pietra a forma di elefante. “Sei proprio brava a inventarti le storie!” le disse un bambino. “Stavamo quasi per crederci”. Obax si arrabbiò cosí tanto che afferrò la pietra e la sotterrò, cosí nessuno avrebbe piú riso delle sue avventure.
La mattina dopo, un batter d’ali svegliò l’intero villaggio. Migliaia di uccelli graffiavano il cielo della savana. Lí, dove Obax aveva sotterrato la pietra, sorgeva un gigantesco baobab, ma non era un baobab qualsiasi, era imponente e vigoroso come un elefante! Il suo tronco, attraversato da profondi solchi, sembrava dipinto in ogni minimo dettaglio. La sua chioma era piena di fiori colorati e di uccelli mai visti prima.
Nessuno credeva ai propri occhi! Quando la piccola Obax si avvicinò all’albero, gli uccelli sbatterono le ali con tale forza che migliaia di fiori volarono nell’aria. Gli occhi della bambina si riempirono di stupore.
Una pioggia di fiori ricoprí il villaggio come un morbido tappeto di petali profumati.
Da quel giorno tutti prestarono attenzione alle storie che Obax narrava. Lei crebbe forte come il baobab, e nei suoi ricordi profumati di nostalgia appariva Nafisa, il suo grande amico. Oggi, chiunque si riposi, appoggiato al tronco di quest’albero sacro, può sognare le sue avventure.