MAX Ernst tra Dada e Surrealismo
a cura di Marisa Vescovo e Jean Michel Foray
TristanTzara Salvador Dalì Paul Eluard Max Ernst René Crevel 2 fila Man RayJean ArpYvesTanguy André Breton1930
Max Ernst tra Dada e Surrealismo di Marisa Vescovo
Per André Breton i “primitivi profeti” del Surrealismo sono stati: De Chirico, Chagall, e un certo Picasso. Però la radice più diretta di questo movimento è da cercare nel Dada (fonema pescato nell’ enciclopedia Larousse ), assunto a segno distintivo di un certo gruppo di artisti e letterati, profughi in Svizzera per la guerra, i quali nelle loro opere non si appoggiavano più all’ordine razionale, ma al caso, al fortuito, all’abnorme. Il gruppo Dada si distingueva dai futuristi, nelle loro serate artistiche, per uno spirito più satirico, virulento e mistificante, con un proposito di negazione violenta di ogni valore ideale, di ogni principio culturale ed estetico, un clima in cui si potevano nascondere nello stesso modo disperazione e caricatura. Nelle esposizioni, nei mesi successivi alla fondazione di Dada comparvero anche i lavori di Max Ernst, Klee, Kandinsky, Marc, cioè artisti provenienti dai due gruppi ormai disciolti dell’Espressionismo tedesco,quindi si capisce da quali fonti provenissero quegli estremismi libertari. La grave crisi economica e sociale, portata dalla disfatta del 1918, facilitarono la diffusione del dadaismo in Germania, la cui cultura era già pronta, per passate esperienze eversive, a ricevere questi semi. Particolarmente significativo il gruppo che si è formato a Colonia attorno a Ernst e Arp. Ernst in particolare, che aveva frequentato i corsi di psichiatria e Storia dell’Arte, poteva vantare una buona conoscenza della psicanalisi di Freud, e della metafisica di De Chirico. Nel collage e nell’accostamento di immagini estranee fra loro Ernst ha tratto la possibilità di formalizzare quella sua specifica idea di spaesamento sistematico di derivazione metafisica. La conoscenza di Breton, “papa” del Surrealismo, lo ha portato, nel 1922, a Parigi, dove ha messo a punto le tecniche del frottage e della decalcomania, attraverso le quali è arrivato a opere di grande suggestione evocativa e quasi allucinatoria, determinate dall’incontro, anche fortuito, delle proprie capacità inventivo-immaginative con “texture” particolari di oggetti trovati e forme emerse da materiali naturali. Questo avvicinamento al Surrealismo ha determinato un appello alla libertà totale dello spirito, nella persuasione che la vita e la poesia sono “altrove”, fuori dalle parvenze del mondo reale, in una dimensione tutta interiore, nel profondo dello spirito, nella notte primordiale dell’essere e dei suoi istinti,negli urti di emozioni disparate, nella voce del sogno, in rapidissimi travestimenti di significati, che creano una sospensione ansiosa. I compagni di viaggio in questa fase sono stati: Masson, Dalì, Delvaux, Chagall, Tanguy, e a latere Mirò.
Giorgio De Chirico
Yves Tanguy
Joan Mirò 1935
Paul Delvaux
Paul Delvaux con ReneĂŠ Magritte
Alberto Savinio
André Masson
Andrè Masson, Andrè Breton, e Pierre Mabille, foto di Max Ernst
Salvador DalĂŹ
Hans Arp