portfolio_archi.universe IUAV

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Luca Chieregato 5 matricola 269218 3 Portfolio di laurea 6 Scienze dell'Architettura 4


VILLA SUL MARE

GALANTINO

IUAV GROUND PAVILION

LAEZZA

DOUBLE ENTRANCE

PIERANTONI

URBAN STRATEGIES

ALBIERO

ARCHITETTURA IN PAGINA VENICE LAGUNA CITY

PESCOLDERUNG

MUTSCHLECHNER

BUSINESS TOWER CENTER BEYOND URBAN IMAGE V.I.P. LOUNGE

WOLFRUM-LANZ DERIX

SACCA SAN MATTIA SCUOLA A ROMA

MICHAELI

HOEHMANN-VERDUGO WOLF-LANG-HAUSLADEN

CAMPUS FREIMANN

03 ARCHITEKTEN



VILLA SUL MARE

Mattinata (FG) -ItaliaPROGETTAZIONE 1 Prof. arch. Mauro Galantino 2009-2010_2°semestre

L’area di progetto si trova sul Gargano in Puglia, su di un lembo di terra affacciato sul mare adriatico. Domina da un’altezza di 300 metri il golfo di Mattinata e dona una vista previlegiata di 180 gradi da baia a baia passando dai faraglioni. Progettare una villa per un personaggio famoso a nostra scelta. Decisi di dedicare l’abitazione a dave gahan, compositore e cantante britannico, frontman dei Depeche Mode. Per capire come sarebbe dovuta evolversi l’architettura iniziai a leggere interviste, testi delle canzoni e cercare informazioni sul passato di Gahan. Fama, successo e notorieta’ non erano le uniche cose che portava con se, c’erano anche scontri in famiglia, problemi di dipendenze e la classica vita frenetica delle star. Sono rimasto colpito dal percorso da lui intrapreso per tornare ad una “vita normale”, in particolare l’avvicinamento alla fede buddista, testimoniato da un’indelebile -OM- tatuato sul petto. E’ proprio da questo simbolo che l’edificio ha trovato la sua pianta.

Tre curve e un’ultimo punto protetto. -zona nottela curva del sonno, dove il sognatore, dietro palpebre chiuse, ha un’incantevole visione del mondo. -zona giornola curva grande inferiore simboleggia lo stato di veglia, rappresenta il piu’ comune stato della coscienza umana. -zona ateliercaratterizzata dalla terza curva, dove la coscienza è aperta a tutti i sensi, dove dare libero sfogo alla propria creatività. -zona assolutain alto distaccata e protetta da tutto. Una stanza completamente quieta, tranquilla e beata, il fine ultimo di ogni attività spirituale. - vista sulla baia di Mattinata


4pianta con "OM" 6rendering (Rhino + Vray)




IUAV GROUND PAVILION

Venezia -Italia-

CARATTERI TIPOLOGICI E DISTRIBUTIVI Prof. arch. Raffaella Laezza 2009-2010_2°semestre

Iuav ground pavilion si tratta di un’esercitazione dove con la sapiente modifica di un tracciato vettoriale si provava a modellare un padiglione espositivo seguendo la conformazione di una zona di progetto a scelta. I molteplici tentativi creati con modelli 3d e modelli fisici in depron hanno portato alla semplificazione della forma fino al risultato in seguito riportato. La struttura e’ pensata per un facile trasporto e montaggio senza tralasciare la flessibilita’ nell’ospitare oggetti al suo interno.


4pianta 6rendering esterno (Rhino + Vray) 6rendering interno (Rhino + Vray)




DOUBLE ENTRANCE Venezia -ItaliaWORKSHOP 2010 Light Matters

Prof. Ruggero Pierantoni 2010_2°semestre

Alessandro Cannava’ Luca Chieregato Eleonora Fandella Gianmarco Ippino Yat Sing Ha Kit Wang Choi

Il workshop proponeva di entrare in un complicato labirinto: l’esplorazione fisica dell’interazione tra la luce e oggetti architettonici. Siamo dotati di un organo di sofisticazione superiore, l’occhio, che è in grado di renderci consapevoli di una immensa varietà di esperienze visive ed esplorazioni. L’unica cosa da fare è sedersi e disegnare. Ma, ancora una volta, l’atto puro del disegno non è imbevuto, “di per sé”, di una magia particolare o possibilità superiori. Deve essere supportato, da una solida, anche se semplice, conoscenza elementare di ottica, fisica ed abilità sperimentale. L’obbiettivo è stato quindi quello di ricreare l’altezza che era prevista nel primo progetto del Palazzo dei Leoni, un’altezza negata dalla potenza della famiglia proprietaria del palazzo che si trova al di la del Canal Grande. Secondo obbiettivo del progetto è stato riqualificare l’entrata posteriore, quella classica pedonale, applicando le tecniche apprese nella prima parte teorica del workshop. - schizzo preliminare (altezza e collegamento)


4intervento entrata pedonale 6concept e tecniche di riflessione




URBAN STRATEGIES

Barbisano (TV) -ItaliaPROGETTAZIONE 2 Prof. arch. Roberta Albiero 2010-2011_2°semestre

Alessandro Cannava’ Luca Chieregato Alberto Degani

Tale progetto prende vità dalla nostra volontà di creare un centro polivalente che avesse come scopo quello di valorizzare quanto il Valdobbiadene e la cultura enogastronomica del posto possono offrire. Il progetto quindi inizia affacciandosi verso il paesaggio collinare visibile dall’area di progetto dell’ex fabbrica Seck. La fase ideativa del progetto si conclude attraverso un netto distacco tra natura e costruito. I laboratori, sviluppati in lunghezza e affacciati verso la piazza interna attraverso una vetrata continua, fungono da vetrina per i visitatori. Il padiglione espositivo funge da passaggio per arrivare all’unico camminamento che collega la parte minerale con l’auditorium. Uffici e parte scolastica sono collocati nella parte più riservata del lotto, rispetto all’ingresso principale situato sulla parte opposta. Al piano superiore le residenze corrono lungo tutta la lunghezza dei laboratori. Il lungo ballatoio permette l’accesso alle varie unità abitative. Il tutto è dominato, concettualmente parlando, dalla figura dell’auditorium, solitaria costruzione a guscio che si erge dall’interno dell’area vegetale del progetto. Esso non può essere raggiunto direttamente dall’ingresso, sebbene sia visivamente riconoscibile, ma necessita obbligatoriamente del passaggio attraverso il padiglione espositivo, rivolto verso il verde attraverso una vetrata continua. - panorama sui vigneti della Valdobbiadene


Zona minerale. Zona del costruito dove sorgono il complesso polivalente e il padiglione espositivo; quest’ultimo segna il confine con la zona vegetale. Zona residenziale. Presenta 8 cellule abitative, pensate per i ricercatori impegnati nel laboratorio e per coloro che usufruiscono e seguono le attività professionali/didattiche. Laboratori. Area riservata ai laboratori di analisi. Pensati per accogliere i principali reparti di un laboratorio chimico/biologico, nell’ambito dell’indagine enologica. Uffici con aule scolastiche. Nuova sede uffici del consorzio del Valdobbiadene, con annesse aule scolastiche per corsi di formazione professionale. Padiglione espositivo. Luogo espositivo e di transito, concepito come struttura polivalente atta ad adattarsi a mostre non permanenti. Area ristorativa. Area ristorativa per tutto il personale impegnato. Zona vegetale. Zona completamente verde e non fruibile dal pubblico che ricopre la metà orientale del lotto. Dominata dall’unica figura costruttiva data dall’auditorium. Auditorium. Auditorium pensato come spazio per riunioni e meeting. Presenta un piano ribassato per riunioni e un piano a quota 0 polivalente.

5esploso con zone 4schizzi preliminari



4masterplan 6prospetti



4piante piano terra-primo 6sezioni prospettiche




ARCHITETTURA IN PAGINA -Italia-

DISEGNO E COMUNICAZIONE VISIVA Prof. arch. Gianluigi Pescolderung 2010-2011_2°semestre

Ogni progetto di architettura comporta la produzione e il sovrapporsi di una enorme quantità di informazione, immagini documentarie, disegni ideativi, montaggi di immagini, disegni tecnici e diagrammatici, modelli, rendering e simulazioni virtuali, e altre ancora. Allo stesso tempo ogni progetto racchiude un contenuto essenziale, fondamentale e sintetico, da comunicare. Per questo il “far vedere”, il raccontare per immagini, il dare chiarezza e forza espressiva ai contenuti, il trasferire e riscrivere sul piano grafico-visuale la sintesi dei contenuti stessi, costituiscono un momento non secondario nella vita di un progetto.


5Proposta di copertina per una rivista immaginaria “Archizine” 4Proposta di copertina per “L’immagine della citta’” di Kevin Lynch (fronte-retro) 4Proposta di copertina per “amc” rivista di architettura (1°-2°)



Rem Koolhaas

Delirious New York

Rem Koolhaas

Delirious New York

5Proposta di copertina per “delirious New York� di Rem Koolhaas 4Mosaico di elaborazione di un progetto



5Copertina per il portfolio di laurea “archi.universe” 5Copertina ricamata a filo per l’esercitazione “storybook” 4Impaginazioni per una rivista con due foto, titolo e testo


Mapungubwe, interpretation centre, south africa al confine tra zimbabwe, botswana e sudafrica, peter rich erige un monumento al passato ma anche al futuro del continente africa

Mapungubwe riveste un ruolo speciale nell’immaginario dei sudafricani perchè rappresenta il tempo in cui l’africa era potente. Tra il IX e il XII secolo, era infatti uno dei nodi di una rete commerciale in grado di raggiungere luoghi lontani come Persia, Europa ed Estremo Oriente. La cittadella sulle colline di Mapungubwe era il centro focale di questa civiltà: oggi è l’emblema del potenziale di un continente che vuole ritrovare quel passato glorioso. Il sito si trova nel punto di incontro di tre nazioni (Zimbabwe, Botswana e Sudafrica), alla confluenza dei fiumi Shashe e Limpopo, in un’area nella quale la visione ecologica originaria viene recuperata nel programma di un “parco della pace”, un’istituzione che vedrà cadere le barriere tra i Paesi per creare una riserva naturale regionale. Il nuovo centro culturale è a servizio sia del parco ecologico sia dei siti archeologici; insieme, fanno parte del patrimonio mondiale dell’umanità.

Questa regione, in epoche diverse, è stata abitata da diciassette etnie diverse differenti, ciascuna delle quali avanza una sua rivendicazione - sulla terra, sui manufatti, o sul ruolo di custode della propria storia. Questa situazione di contestazione ha indotto i progettisti a cercare ispirazione nel paesaggio, nonché in quelle caratteristiche territoriali che appartengono a una più vasta sfera culturale del Sudafrica. Questa straordinaria topografia è anche il racconto degli spettacolari eventi che qui accaddero in seguito al mutamento, dall’Atlantico all’Oceano Indiano, del corso del fiume Limpopo, trasformazione che fece sorgere gli altipiani rocciosi, su uno dei quali trovò sede l’antico centro di potere. Mapungubwe riveste un ruolo speciale nell’immaginario dei sudafricani perchè rappresenta il tempo in cui l’africa era potente.

il prospetto ad ovest l’oculus che segna l’entrata agli ambienti voltati 00

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Mapungubwe,

INTERPRETATION CENTRE, south africa

al confine tra zimbabwe, botswana e sudafrica, peter rich erige un monumento al passato ma anche al futuro del continente africa 00

1 - il prospetto ad ovest 2 - l’oculus che segna l’entrata agli ambienti voltati

Mapungubwe riveste un ruolo speciale nell’immaginario dei sudafricani perchè rappresenta il tempo in cui l’africa era potente. Tra il IX e il XII secolo, era infatti uno dei nodi di una rete commerciale in grado di raggiungere luoghi lontani come Persia, Europa ed Estremo Oriente. La cittadella sulle colline di Mapungubwe era il centro focale di questa civiltà: oggi è l’emblema del potenziale di un continente che vuole ritrovare quel passato glorioso. Il sito si trova nel punto di incontro di tre nazioni (Zimbabwe, Botswana e Sudafrica), alla confluenza dei fiumi Shashe e Limpopo, in un’area nella quale la visione ecologica originaria viene recuperata nel programma di un “parco della pace”, un’istituzione che vedrà cadere le barriere tra i Paesi per creare una riserva naturale regionale. Il nuovo centro culturale è a servizio sia del parco ecologico sia dei siti archeologici; insieme, fanno parte del patrimonio mondiale dell’umanità.

Questa regione, in epoche diverse, è stata abitata da diciassette etnie diverse differenti, ciascuna delle quali avanza una sua rivendicazione - sulla terra, sui manufatti, o sul ruolo di custode della propria storia. Questa situazione di contestazione ha indotto i progettisti a cercare ispirazione nel paesaggio, nonché in quelle caratteristiche territoriali che appartengono a una più vasta sfera culturale del Sudafrica. Questa straordinaria topografia è anche il racconto degli spettacolari eventi che qui accaddero in seguito al mutamento, dall’Atlantico all’Oceano Indiano, del corso del fiume Limpopo, trasformazione che fece sorgere gli altipiani rocciosi, su uno dei quali trovò sede l’antico centro di potere. Mapungubwe riveste un ruolo speciale nell’immaginario dei sudafricani perchè rappresenta il tempo in cui l’africa era potente.



VENICE LAGUNA CITY Venezia -Italia-

WORKSHOP 2011 Prof. arch. Martin Mutschlechner 2010-2011_2°semestre Alessandro Cannavà Luca Chieregato Carlotta Coltelli Filippo Martini

L’isola di Venezia potrebbe essere confrontata con Palm Island di Dubai o l’isola all’aeroporto Kansai di Osaka. Mentre Palm Island è un hub immobiliare, Osaka Island un nodo infrastrutturale, Venezia potrebbe essere vista come un hub turistico. Una domanda nasce dal confronto: dov’è la città? L’obiettivo del workshop è stato di esplorare, di sviluppare procedure, discutere scenari d’avanguardia e costruire visioni. Perché? Come altre città europee l’area veneziana si trova ad affrontare cambiamenti che minacciano la sua economia, l’ecologia, la società, l’identità culturale e la stabilità politica, ma che al tempo stesso possono permettere nuove sperimentazioni di pianificazione urbana e la creazione di nuovi rapporti con le città vicine. L’attenzione è caduta sul possibile scenario futuro, in particolare sulle minacce ecologiche che la città si trova ad affrontare. Sappiamo che l’innalzamento dei mari è una minaccia ormai chiara, Venezia lo testimonia con una regolarità annua sempre più critica. E’ stato quindi pensato di proteggere con un’intervento sostanzioso quella che è una delle più importanti città italiane, salvaguardando cosi cultura, arte e storia. Una diga intorno al “pesce” è stata il risultato del nostro scenario, una nuova superficie di difesa in grado di generare lo spazio di vita per quei milioni di abitanti nella regione che prima o poi dovranno fuggire dall’innalzamento dei mari. - Campanile di S.Marco riflessa nell’acqua alta


+1m

+2m

+3m

+4m


5Frammenti del filmato realizzato per la presentazione finale del workshop 3Simulazione di innalzamento acque in laguna


5Immagine finale – THE DYKE – vista dal campanile di San Giorgio (Rhino Vray - Photoshop)




BUSINESS TOWER CENTER Norimberga -Germania-

DESIGN STUDIO Mark Michaeli 2011-2012_1°semestre

sustainable urbanism, Prof. Dipl. arch. ETH

Luca Chieregato Matthias Düsterer

Il recente studio dell’ istituto di ricerca Prognos AG riconosce notevoli prospettive per il business a Norimberga. Oltre a Monaco, Norimberga è la seconda grande area metropolitana in Baviera. Con 3,5 milioni di abitanti e un PIL di 100 miliardi di euro da parte di circa 150.000 imprese, è una delle regioni economiche più forti della Germania. La stessa città ha circa 500.000 abitanti, insieme alle città di Fürth, Erlangen e Schwabach, va a completare un’area metropolitana di circa 1,2 milioni di abitanti. Un altro fattore positivo è il trasporto pubblico di Norimberga. Sia a livello nazionale e internazionale. L’aeroporto di Norimberga si trova a nord della città, con la metropolitana dalla stazione centrale si raggiunge in circa 20 minuti. A sud-ovest il porto con collegamenti di trasporto fino al Mare del Nord e il Mar Nero, porto che ospita il più moderno e più grande centro di logistica del sud-Germania. Norimberga è al crocevia delle strade più importanti d’europa: A3 (Londra - Vienna - Budapest), A6 (Parigi - Praga) e A9 (Berlino - Monaco di Baviera). Inoltre è ancora il fulcro del traffico ferroviario nel nord della Baviera. Le stime del potenziale per un nuovo edificio sembrano promettenti. Lo scopo di questo progetto è quello di promuovere ulteriormente l’attività a Norimberga, spazio commerciale per le aziende in una posizione comoda. Dopo un’analisi urbanistica della zona ovest di Norimberga è stata scelta l’area di progetto ideale.

Un triangolo sull’incrocio tra il collegamento Normberga - Fürth, l’autostrada A9 e la linea ferroviaria ICE. Un punto di massima visibilità. Due torri, 35 e 25 piani, una base modellata secondo un gesto organico che va a formare un piedistallo per la vertcalità delle torri, base che con sezione variabile nord-sud protegge dall’inquinamento sonoro e crea con il suo andamento sinuoso una nuova zona verde a disposizione dei visitatori e della comunità. - Ex edificio Quelle


6masterplan area n-west



4concept 6masterplan progetto



4rendering (3DSmax + Photoshop)




BEYOND URBAN IMAGE

Monaco di Baviera -Germania-

URBAN SPACE AND PHOTOGRAPHY

Lehrstuhl für Städtebau und Regionalplanung

Prof. Dipl.-Ing. Sophie Wolfrum Prof. Dipl.-Ing. Markus Lanz 2011-2012_2°semestre Luca Chieregato Agnese Di Quirico

Nel corso beyond urban image ho scoperto una nuova tipologia di fotografia architettonica. Il corso ha sviluppato in me una visione dell’urbanistica cittadina ad altezza d’uomo, cioè lontana da qualsiasi rappresentazione in larga scala quale siamo abituati ad analizzare noi studenti di architettura. L’esplorazione di nuovi luoghi, il senso critico, la capacità di analizzare e comprendere le dinamiche urbane attive e passive, vive e statiche, comandate dal singolo cittadino o dal contesto, e infine la capacità di immortalare tutto in un solo momento, in una sola immagine. La parte attiva del corso è stata interessante quanto la prima parte passiva. La fase critica iniziale del corso è stata fondamentale per sviluppare una capacità critica essenziale per poi iniziare la ricerca delle immagini nella seconda parte del corso. Non solo immagini, ma un vero e proprio sguardo rivolto al luogo, questo è quello che sento di aver imparato in questa piacevole esperienza. Questa foto è stata scattata in un tardo pomeriggio di maggio al “Alter Südfriedhof” Cimitero a Monaco di Baviera. Nel 1563 questo è stato utilizzato come cimitero peste e situato fuori dal centro della città. Durante la rivolta Sendling del 1705 è stato utilizzato come luogo di sepoltura per le oltre 1100 persone uccise e nel periodo tra il 1788 e il 1867 è stato l’unico luogo di sepoltura in città. Ora il cimitero si trova nel quartiere di Ludwigsvorstadt-Isarvorstadt, uno dei migliori quartieri della città molto vicino al centro. Camminando all’interno di questo luogo, si percepisce

un’atmosfera tranquilla, fuori dal caos della città. Durante i week-end al Südfriedhof Alter è frequentato dai cittadini per rilassarsi, fare jogging o anche un picnic tra le tombe: che può sembrare strano per le le altre culture europee. Lo scenario nelle immagini mette in evidenza che prima di tutto siamo all’interno di un cimitero (anche se vecchio e non utilizzare più per questo), ma allo stesso tempo siamo in grado di sentire la città intorno che, guardando le case nei dintorni, parzialmente nascosta dalle piante e tutta la fitta vegetazione del parco che, in altre prospettive e situazioni all’interno di questo luogo, crea una sorta di protezione da tutto il resto. Informazioni sui soggetti dell’immagine: il riferimento è tratto dalle “Bored Couple” di Martin Parr, che ha voluto catturare l’ordinario inevitabile tra due persone. Nella foto ci sono due tipi di coppie: quella a destra che è interessato a guardare le tombe, forse in cerca di qualche personaggio importante o forse solo osservando la quiete del cimitero. Dall’altra parte ci sta altre due persone, sedute su una fontana: uno di loro si guarda intorno, mentre l’altro guarda il sul suo telefono, mantenendo una distanza senza comunicazione, in opposizione l’altra coppia cammina a braccietto e discute di qualcosa. Abbiamo pensato che avere due tipi di coppie opposte in una sola immagine poteva essere interessante dal momento che ognuna di loro potrebbe rappresentare “l’ordinarietà”. La coppia di ogni giorno, felice e che che trasmette sentimento reciproco, l’altra coppia invece ha già raggiunto la noia inevitabile che Parr rappresenta nelle sue fotografie.







V.I.P. LOUNGE - MUNICH AIRPORT Franz Josef Strauss International -GermaniaPROGETTAZIONE D’INTERNI

Visiting Professorship in Emerging Technologies

arch. Christian Derix 2011-2012_1°semestre Luca Chieregato Gabriel Schwake Michele Tomasini

L’aereoporto Monaco di Baviera è il secondo aereotporto tedesco in termini di passaggi (34,73 milioni nel 2008). Nel 2007 e 2010 viene nominato “miglior aereoporto d’europa“. L’amministrazione del Franz Josef Strauss sta ora cercando un nuovo uso e design per il terminal 1 c-west che diventerà quindi un’ambiente di lusso dedicato ai viaggiatori possessori della Centurion card di American Express. Un’accesso diretto all’aereoplano, una posizione separata dal grande terminal 1, un volume vetrato su I quattro lati che permette di godersi un panorama dalla pista di decollo fino alle alpi in lontananza. Sono previsti servizi come ristorante, bar, zona fumatori, zona relax con spa, postazioni di lavoro, spazio espositivo e shoppingzone. Il design, che prende spunto dal flusso di aria che percorre il profilo dell’aereo in volo, è stato pensato come un filtro orizzontale, una serie di sezioni in Corian con intensità variabile che vanno a creare diversi livelli di privacy e funzione. - vista aerea del terminal 1


4rendering (C4D) 6sezioni nort-sud 6sezioni est-ovest 6pianta




SACCA SAN MATTIA Murano (VE) -ItaliaWORKSHOP 2012 Prof. arch. Jorge Hoehmann Prof. arch. Gonzalo Verdugo 2011-2012_2°semestre

Sacca San Mattia è un’area di 31 ettari che attualmente non ha un uso specifico ed è utilizzata come discarica di materiali edilizi o degli scarti della lavorazione del vetro. Il progetto di un parco in un contesto così caratteristico prende in considerazione la scala della laguna intesa come sistema urbano recuperando un paesaggio capace di combinare interessi globali e necessità locali in una nuova ambientazione, lontana dall’immagine di Venezia come luogo di turismo di massa. Il lavoro fatto ha preso in considerazione la difficoltà di progettare su un’area così estesa, apparentemente senza elementi caratterizzanti ma con potenzialità varie e differenziate. La metodologia di lavoro di questo workshop inizia dall’analisi urbana della sacca san mattia e dal suo rapporto con murano. Questo ha portato a porsi delle domande riguardanti l’uso e la morfologia futura di questa estesa area disabitata. Una serie di concetti o motti hanno risposto alle dette questioni definendo la qualità spaziale dell’intervento proposto e dirigendo la strategia di intervento e le operazioni architettoniche, senza cadere nell’interpretazione letterale.

Il motto scelto fu “contrasto”, inteso come la marcata differenza di percezione prospettica e spaziale che esiste tra le calli compresse e sinuose di murano e Venezia e la grande spianata della sacca che libera un’ampia panoramica verso la laguna e l’orizzonte lontano della terra ferma. Partendo dall’idea che “contrasto” indica un punto di riferimento per tutte le strategie e operazioni progettuali future. - scarti di vetro accumulati in sacca


5schema di progetto 4schizzo preliminare 4masterplan



5schema di progetto del terminal 4rendering terminal



5sezione prospettica showroom 5pianta showroom 4rendering showroom




SCUOLA A ROMA Roma -ItaliaDESIGN STUDIO

Technologie und Design, Prof. Dr.-Ing. Tina Wolf Energieeffizientes, Prof. Dr.-Ing. Werner Lang Bauklimatik, Prof. Dr.-Ing. Gerhard Hausladen 2011-2012_2°semestre

Luca Chieregato Agnese Di Quirico

“Abbasso la scuola“ è un’espressione che si ritrova spesso incisa sui banchi nelle classi delle scuole Italiane o scritta sui muri delle stesse. Un’espressione che sta ad indicare il disagio degli studenti che frequentano queste istituzioni, disagio che in parte viene causato dall’ambiente in cui si svolgone le attività didattiche, possiamo quindi tentare di migliorare questa situazione intervenendo su edifici scolastici ormai obsoleti. E’ questo il caso, scuola media “Carlo Urbani“, una scuola situata a nord del IX Municipio di Roma, appena fuori dalle mura Aureliane, nel mezzo tra porta Mereonia e porta S.Giovanni (Asinara). Il concept di questo intervento è nato da una ricerca riguardo i veri interessi degli studenti: più interazione con la scuola e con i metodi di apprendimento, assimilare dall’edificio, dal vecchio e il nuovo, da come la natura può interagire con l’edificio. Lintervento consiste nel demolire la vecchia palestra per costruirne una nuova inglobata in un lungo volume orizzontale, creando cosi una corte chiusa, il nuovo cortile per la ricreazione e le attività sportive all’aperto. Il nuovo volume racchiude al suo interno un’auditorium, spazi espositivie una cafetteria, alzando cosi la qualità della scuola ed espandendo l’uso dell’edificio verso attività extrascolastice dedicate al quartiere. - Attuale facciata principale della scuola




4analisi sistema ambientale 4analisi sistema antropico 4analisi viabilità e connessioni 6criticita’ e potenzialita’


Filari di alberi ed alberature stradali Spazi verdi privati di valore storico-ambientale Ville storiche Giardini configurati Spazi verdi conformati dal costruito Arredo urbano Attrezzato Privato Area di Progetto

Linea Linea aggregata a corte Corte Torre Blocco Palazzina Isolato Destinazione speciale Centro archeologico monumentale Capisaldi architettonici e urbani Grandi attrezzature e impianti post-unitari Edifici speciali di interesse storico-architettonico Ville storiche Ambiti di valorizzazione Area di Progetto

Stazione ferroviaria Rete ferroviaria Deposito ferroviario Stazione metropolitana Rete metropolitana Autobus - Tram Primaria Extraurbana Primaria Urbana Secondaria Extraurbana Secondaria Urbana Terziaria Extraurbana Terziaria Urbana Area di Progetto


5schema dell'intervento: demolizione - progetto 4masterplan



4pianta piano primo 4pianta piano secondo 4pianta piano terzo 6pianta piano terra



4schemi flessibilitĂ aule 4prospetti: sud - est - nord - ovest 6sezioni



4dettaglio facciata 6schemi bioclimatici

3estate - giorno

3estate - notte

3inverno - giorno

3inverno - notte



4rendering (Cinema4D + Photoshop)



4rendering (Cinema4D + Photoshop)




CAMPUS FREIMANN

Monaco di Baviera -Germania-

TIROCINIO - 03 Architekten GmbH Prof. Dipl. Ing. Andreas Garkisch Prof. Dipl. Ing. Karin Schmid Dipl. Arch. Ing. Michael Wimmer 2012-2013

03 Arch. Der Münchner Norden befindet sich im Aufbruch. So wie Lokhalle und Zenith zu Beginn des letzten Jahrhunderts Zeichen waren für die ökonomische und gesellschaftliche Veränderung Bayerns, steht das neue Campusgebäude für den beginnenden strukturellen Wandel im Münchner Norden. In einem einst industriell und militärisch geprägten Umfeld entstehen neue Wohn- und Arbeitsquartiere, vormals undurchlässige Gebiete werden in das Gewebe der Stadt integriert. Anstelle von locker angeordneten, vom Grün umspülten Einzelgebäuden, besetzt das große Gebäudevolumen zusammen mit dem Parkhaus den Nordteil des Wettbewerbsgrundstücks gegenüber des Zeniths. Die Setzung dieses sehr kompakten Campusgebäudes, das sich in seiner Körnigkeit in dem von großmaßstäblichen Industrie- und Gewerbebauten geprägten Umfeld behauptet und in seiner Massivität eine Art Gegengewicht bildet, ist als Antwort und Interpretation auf die Frage nach dem Campus zu verstehen. Der Campus umfasst mehr als das Wettbewerbsgrundstück, Lokhalle und Zenith werden als industrielle Artefakte integriert, eine mögliche Erweiterung im Süden des Grundstückes zusammen mit dem Nachbarn wäre denkbar. Die Durchlässigkeit des Gebäudes im Erdgeschoß, leichte Variierung der Fassaden in den Bauabschnitten und räumliche Strukturierung der Dachaufsicht nimmt Bezug auf den Maßstab des späteren Nutzers und differenziert auf subtile Art das große Volumen des Baukörpers.

Die kompakte Bauform des Einzelgebäudes ermöglicht eine große Freifläche im Süden – direkt angrenzend an den westlichen Grünzug. Kompakte Bauform mit konzentrierter Erschließung in den Höfen trifft auf großzügige Weite im neuen ‚Heid’Park mit einigen wenigen, markanten Bäumen. Die Bewegungsmöglichkeit in der Weite des Parks entlastet die Trockenrasenflächen im für den Arten- und Biotopschutz bedeutsamen Grünzug. Kleinräumige Freiraumstrukturen mit differenzierten Aufenthaltsbereichen finden sich auf den Dächern des fünften Obergeschosses. Diese sind jeweils von den Erschließungskernen des Gebäudes direkt erreichbar und damit für alle Nutzer des Gebäudes zugänglich. Die Höfe im Büro und Gewerbegebäude dienen der effizienten Erschließung mit den notwendigen Anliefermöglichkeiten. Hinsichtlich der Abmessungen sind sie so konzipiert, dass von Norden einfahrende Lieferfahrzeuge wenden und wieder nördlich auf die Edmund-Rumpler-Straße ausfahren können. Lediglich als Feuerwehrumfahrung dient die dem Gebäude südlich vorgelagerte, befestigte Fläche. Der Kulturplatz schließt westlich an das Zenith 1 an. Er dient als angemessener Eingangsbereich mit Stauund Warteflächen bei großen Veranstaltungen und kann ebenfalls das neu geplante Zenith 2 erschließen. Große Mastleuchten binden den Raum. Vorstellbar wäre eine multifunktionale Verwendung der Masten bei Open-Air Veranstaltungen zur Befestigung von Leinwänden, Fahnen oder Effektbeleuchtung.


6schwarzplan 4st채dtebauliches und landschaftsplanerisches Gesamt konzept



4Vogelperspektive 6Schnitt 6Grundriss Erdgeschoss







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