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PRIMAVERA PRIMAVERA
E’ ARRIVATA PRIMAVERA
Primavera è ritornata col vestito a più colori, ha la testa inghirlandata e un gran cesto di bei fiori, nidi e trilli lieta porta e un festoso cinguettare: la natura, che era morta, si ridesta al suo passare. Con la voce più sincera ogni cuore ti saluta, chiara e dolce primavera: “Benvenuta, benvenuta!”
Uccellini non sapete che è arrivata primavera? Solo ieri ancor non c’era oggi invece a un tratto è qui! Uccellini non vedete come d’oro splende il sole? Salutate tutti in coro con allegri cì cì cì!
VIEN LA PRIMAVERA ___ _ Primavera vien danzando, vien danzando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Ghirlandette di farfalle, campanelle di vilucchi, quali azzurre quali gialle; e poi rose, a fasci e a mucchi.”
LA GIOIA C’è gioia nell’acqua che scorre, nel vento che corre, nel fuoco che brilla, nel canto che trilla. C’è gioia nel fiore che sboccia, in tutto è la gioia, la vita, che freme infinita, che ride, che chiama, che palpita ed ama. (M. Bartolini)
CHI E’? Lucciole belle, venite da me, son principessa, son figlia di re. Ho trecce d’oro filato fin fino, ho un usignolo che canta sul pino, una corona di nidi alle gronde, una cascata di glicini bionde, un rivo garrulo, limpido, fresco, fiori di mandorlo, fiori di pesco. Ho veste verde di vento cucita, tutta di piccoli fiori fiorita; occhi di stelle nel viso sereno, dolce profumo di viole e di fieno e per il sonno dei bimbi tranquilli, la ninna nanna felice dei grilli.
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ESTATE
L’ESTATE
L’estate è sempre allegra, l’estate è sempre bella, si vedono i nanetti ballar la tarantella: tic tac, tic tac, tic tacche, tip tap, tip tap, tip tappe, poi tutti in una volta fanno una giravolta. (R. Hüttner)
CALDA ESTATE TUTTA D’ORO
Calda estate, tutta d’oro che cos’hai nel tuo tesoro? Pesche, fragole, susine, spighe e spighe senza fine. Prati verdi e biondi fieni, lampi, tuoni e arcobaleni, giorni lunghi, notti belle colme di lucciole e di stelle. VIEN L’ESTATE ___ _
E l’estate vien cantando, vien cantando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Un cestel di bionde pesche, vellutate, appena tocche, e ciliegie lustre e fresche ben divise a mazzi e a ciocche.
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AUTUNNO VIEN L’AUTUNNO ___ _
PIOVON FOGLIE GIALLE
Vien l’autunno sospirando, sospirando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Qualche bacca porporina, nidi vuoti, rame spoglie, tre gocciole di brina, e un pugnel di morte foglie.”
La nonnetta nello scialle si rannicchia intirizzita. Piovon foglie e foglie gialle sulla terra insonnolita. Nubi grigie, nubi nere van pel cielo a stormi, a frotte, volan rapide le sere scende rapida la notte.
FOGLIE GIALLE - MALINCONIA
L’AUTUNNO CAVALCANDO
Ma dove ve ne andate povere foglie gialle come tante farfalle spensierate? Venite da lontano o da vicino? Da un bosco o da un giardino? E non sentite la malinconia del vento stesso che vi porta via?
Vien l’autunno piano piano cavalcando da lontano: sulla testa un gran cappello, foglie rosse nel mantello. Porta grappoli e castagne, nuvolette alle montagne, nei vigneti gli stornelli, acque chiare nei ruscelli. Nelle sacche più profonde nebbia e freddo vi nasconde. Ed i bimbi che son buoni reca belli e ricchi doni.
FRUTTI D’AUTUNNO Un colpo di vento spalanca la porta ed entra l’Autunno che regge una sporta. E’ piena di noci, di frutte nostrane: faremo merenda per più settimane. L’Autunno nel bosco va a far la fascina che dopo regala a qualche vecchina. Le rondini liete son tutte partite, a terra le foglie son tutte ingiallite.
FOGLIE ROSSE FOGLIE GIALLE Foglie rosse, foglie gialle, volan via come farfalle! Resta nudo l’alberello, piange un poco e si dispera. “Ma verrà la primavera, lo conforta l’uccellino: fiori e nidi tu riavrai e in letizia canterai!”
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L'INVERNO VIEN L’INVERNO ___ _
QUANTO FREDDO!
E l’inverso vien tremando, vien tremando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta? Un fastel d’aridi ciocchi, un fringuello irrigidito e poi neve a fiocchi e ghiaccioli grossi un dito.
Ma cosa accade? Guardati intorno! Alberi spogli è breve il giorno! Oh quanto freddo lungo le strade, forse tra poco la neve cade. Con questo freddo dentro restiamo e un ritornello insieme cantiamo.
L’INVERNO è VICINO Terra nera, nubi oscure, cielo freddo, pioggia, brina, già l’inverno s’avvicina. Bacche rosse sulle siepi, passerotti infreddoliti; i bei giorni son finiti! Sotto il tetto, un nido vuoto: rondinella pellegrina, sei partita stamattina. Guardo e aspetto. Quando torni, rondinella bianca e nera, tornerà la primavera. (G. Petter)
SOTTO LA TERRA Il ghiaccio e la neve or copron la terra, il rigido gelo gli alberi afferra, ma sotto la terra che è umida e scura, il sema prepara la vita futura. FELICE ANNO NUOVO Nella notte di magia l’anno vecchio scappa via non sei neppure addormentato che uno nuovo è già arrivato bello, ricco di giornate sia d’inverno che d’estate. Anno allegro e fortunato sia quest’anno appena nato!
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I MESI I DODICI MESI
LE STAGIONI
Va a sciare il buon gennaio, veste in maschera febbraio, marzo ha tante rondinelle, ad april pioggia a catinelle, con le rose viene maggio, con le spighe giugno il saggio, ci fa luglio soffocare, si riposa agosto al mare, a settembre, uhm… piace il mosto ha già ottobre a scuola un posto. con le nebbie vien novembre gloria a Dio canta dicembre.
Luce, tepore, fiori, pioggerella leggera: ecco la Primavera! Caldo sole, biade mature e fonti disseccate: ecco l’Estate! Grappoli d’oro e foglie secche in danza: l’Autunno s’avanza! Vento, freddo, neve, tutto ghiacciato e muto l’Inverno è venuto!
MARZO CHE PASSA… Attenti bambini la mano al cappello c’è marzo che passa che urla che spazza che gioca monello per strade e giardini. Attenti bambini!
MAGGIO Andiamo a coglier fiori sui prati, lungo i rivi e di tanti colori sceglieremo i più vivi, per far mazzi e ghirlande: freschissimo tesoro, ora che Maggio spande il suo sorriso d’oro. (Fanciulli)
I DODICI MESI Vien Gennaio freddoloso con la barba di ghiaccioli sotto il ciel cupo e nevoso coi suoi undici figlioli: son Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, poi Settembre il più gentile, ed Ottobre col suo mosto, ed infin Novembre brullo, e Dicembre ultimo nato che riporta nel cuor di ognuno il bambino tanto sognato. Che simpatica famiglia reca sotto il suo mantello! Nessun mese gli somiglia e a suo modo ognuno è bello!
LE STAGIONI ___ _ Primavera vien danzando, vien danzando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Ghirlandette di farfalle, campanelle di vilucchi, quali azzurre quali gialle; e poi rose, a fasci e a mucchi.” E l’estate vien cantando, vien cantando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Un cestel di bionde pesche, vellutate, appena tocche, e ciliegie lustre e fresche ben divise a mazzi e a ciocche. Vien l’Autunno sospirando, sospirando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Qualche bacca porporina, nidi vuoti, rame spoglie, tre gocciole di brina, e un pugnel di morte foglie.”
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I MESI DELL’ANNO GENNAIO porta il ghiaccio sul mantello, FEBBRAIO è corto e porta freddo e neve, MARZO ha con sé il tempo poco bello, APRILE vien con fiori ed aria lieve, MAGGIO ha i fiori ed il tempo mite, GIUGNO fa biondeggiar le messi d’oro, LUGLIO porta i bagni e lunghe gite, AGOSTO al contadin porta lavoro, SETTEMBRE mette il vino nelle botti, OTTOBRE getta il seme nella terra, NOVEMBRE porta le lunghe notti, DICEMBRE abbraccia l’anno e lo sotterra! GENNAIO Io sono il primo di dodici figli, tutto vestito di candidi fiocchi; spargo brillanti per campi e per cigli, porto ai camini la festa dei ciocchi. Di ghiaccio e neve ricopro le vette e metto al fuoco le dodici ballate. FEBBRAIO Io son Febbraio cortino ma crudo, sbatto nei vetri ghiaccioli e nevischio; poso le gemme sull’albero nudo, poto la vigna, ma infurio, ma fischio. Viene a braccetto con me Carnevale e ballo e canto per chi vuol cantare. FEBBRAIO E’ Febbraio un monellaccio molto allegro e un po’ pagliaccio; per le piazze e per le sale accompagna il Carnevale. Se fra i mesi suoi fratelli ve ne sono di più belli, il più allegro e birichino sempre è lui, che è il più piccino. GIUGNO Vieni, Giugno tutto d’oro! Che cos’hai nel tuo tesoro? Pesche, fragole, susine, spighe, spighe senza fine; prati verdi, biondi fieni, lampi, tuoni, arcobaleni; giorni lunghi, notti belle con le lucciole e le stelle.
E l’inverno vien tremando, vien tremando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Un fastel d’aridi ciocchi, un fringuello irrigidito; e poi neve, neve a fiocchi, e ghiaccioli grossi un dito.” I DODICI FRATELLI Gennaio vien tremando col cappotto e lo scaldino, vien febbraio schiamazzando in costume d’Arlecchino. Marzo porta vento a iosa, una rondine e due viole, porta Aprile un pesco rosa che ti desta al nuovo sole. Maggio canta e da lontano tre usignoli fanno coro, Giugno tiene nella mano una spiga tutta d’oro. Luglio porta ceste piene di susine e pesche bionde, porta Agosto due sirene che si specchiano nell’onde. Se Settembre si fa bello con tre pampini di vite, reca Ottobre un gran fardello di castagne abbrustolite. Poi Novembre viene stanco per la nebbia che l’assale, vien Dicembre tutto bianco con l’abete di Natale. Sono dodici fratelli che si tengon per la mano. Tutti buoni, tutti belli: Anno Nuovo, t’aspettiamo! MARZO Attenti bambini, la mano al cappello! C’è marzo che passa, che urla, che spazza, che gioca monello per strade e giardini. Attenti Bambini!
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APRILE Voi che venite dall’orto e dal prato col primo ciuffo di verde falciato; col primo ramo fiorito, dal bosco, che nome avete, che non vi conosco? “Non te lo dico, perchè tutti sanno che nome ha il mese più verde dell’anno!”
LA SETTIMANA CHIUSIN CHIUSINO
POESIA DEI GIORNI (AMPOLLA D’ACQUA E COLORI)
Lunedì chiusin chiusino, martedì bucò l’ovino, uscì fuori mercoledì, pio, pio pio, fe’ giovedì, venerdì un bel pulcino, beccò sabato il granellino, e la domenica mattina avea già la sua crestina.
Lunedì, lunedì tu sei il primo di sette dì, oh principe dal manto violetto io mi inchino al tuo cospetto. Martedì, martedì tu sei il secondo di sette dì, oh cavaliere dal rosso mantello, ogni tuo gesto è come un gioiello. Mercoledì, mercoledì tu sei il terzo di sette dì, oh messaggero dal giallo vestire, armonia gioiosa è ogni tuo dire. Giovedì, giovedì tu sei il quarto di sette dì, arancione è il tuo colore, saggezza è amore ti fanno signore. Venerdì, venerdì tu sei il quinto di sette dì, verde è il tuo regno fa che io possa esserne degno.
LA SETTIMANA Lunedì fece il bucato, martedì andò al mercato, mercoledì accese il forno per cuocere il pane prima di giorno. Giovedì pian pianino spazzò la casa per benino; venerdì prese il paniere per raccogliere le pere. Sabato ancora lavorò, domenica invece riposò. La settimana è di sette giornate una per volta son tutte passate. FILASTROCCA DEI GIORNI Dò un lavoro da fare a lunedì. Lunedì chiede aiuto a martedì. Martedì corre da mercoledì: “Potresti farlo tu con giovedì?” Ma giovedì va da venerdì e venerdì lo chiede a sabato. Ma sabato risponde: “Tempo non me ne resta: vado con domenica a far festa!”
LA SETTIMANA (CANTO) E verrà quel dì de lune, mi vo al mercà a compran la fune, lune, la fune e fine non avrà e la Rosina bella, va al mercà e la Rosina bella va al mercà. Lune la fune, marte le scarpe, mercore le nespole, soba le ova, venare la senare, sabo lo spago, festa la vesta.
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CANTO DEL BUON GIORNO Buon giorno, buon giorno, buon giorno a noi, comincia un nuovo dì, siam tutti già pronti per ben cominciar e ogni cosa imparar.
LA SETTIMANA (CANTO) Lunedì andò da martedì per sentire se mercoledì aveva saputo da giovedì s’era vero che venerdì aveva detto a sabato che domenica era festa.
TEMPO ATMOSFERICO SALUTO AL SERENO
PIOVE
Addio rabbia di tempesta, addio strepito di tuoni vanno in fuga i nuvoloni che pulito il cielo resta. Addio pioggia! Qualche stella dagli alberi si stacca ogni foglia, fiore o bacca al novello sole brilla. Consolato il mondo tace in ciascuna afflitta cosa come un balsamo si posa, la serena unica pace.
Piove da un’ora soltanto, ma il bimbo pensa che già piova da tanto, da tanto sopra la grande città. Piove sui tetti e sui muri, piove sul viale, piove sugli alberi oscuri con ritmo triste e uguale.
PIOGGERELLA Pioggerella fina fina che dal cielo scendi giù, tu rimbalzi leggerina sopra i fiori rossi e blu. Beve il tetto, ride il mare, canta lieto un uccellino; al tuo lieve ticchettare s’addormenta ogni bambino. Si rinfresca il campo e il prato, ti saluta il ruscelletto, tutto il mondo par beato sotto il provvido bagnetto. Pioggerella fina fina che dal cielo scendi giù …
LA PIOGGIA La pioggia picchietta sommessa e argentina e narra una favola piccina, piccina, d’insetti, di passeri, di grilli, di fiori, di piccoli cuori. Per loro ogni gocciola che stride e saltella che sfrigge e che mormora è come una stella.
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NEVE E BRINA LA NEVE
NEVE
Neve bella, fatta a stella, bianca neve, lieve lieve, vieni in mano, piano piano. Sei per poco dolce gioco, dolce gioco in mille fiocchi che mi frullan sotto gli occhi. ( A. Negri)
Dal cielo tutti gli Angeli videro i campi brulli, senza fronde né fiori, e lessero nel cuore dei fanciulli che amano le cose bianche. Scossero le ali stanche di volare ed allora discese lieve lieve la fiorita di neve. (U. Saba)
LENTA LENTA VIEN LA NEVE Lenta, lenta vien la neve e distende un bianco vel, sono stelle piccoline che discendono dal ciel. Gli angioletti le han mandate perché brillino quaggiù: bianche stelle risplendenti come quelle di lassù. LEGGERO NEVICAVA (SIGNORA HOLLE) La bella sorella il dito si ferì la spola sul fondo del pozzo le finì e quando la bimba nel pozzo si gettò su un prato fiorito alfin si trovò. Sentì poi chiamare: “Bambina per favor, il pane già cotto nel forno tira fuor.” Il melo le disse: “Maturi son i frutti se scuoti i miei rami potran cadere tutti.” Infine la bimba una casa trovò, e dalla finestra Frau Holle la chiamò. E quando per tempo i letti preparava, allor sulla terra leggero nevicava. Trascorso li un anno per casa poi partì e d’oro una pioggia tutta la ricoprì. Il gallo sul pozzo cantò: “ Chicchirichì, la nostra bimba d’oro è ritornata qui.”
SILENZIOSA VIEN LA NEVE Silenziosa vien la neve con il candido suo vel, tutto copre lieve lieve son gemme bianche son fior di gel che lentamente discendon dal ciel. CI VUOL CORAGGIO… Cip, cip, fa un passerino da una pianta: tutto è sepolto nella neve bianca! Cip, cip, piangono gli altri, la va male: non c’è più quasi niente da mangiare. Cip, cip-cip, cip, fa il passerotto saggio: eh, nell’avversità ci vuol coraggio. Passa l’inverno e dopo i suoi rigori si ridiventa tutti gran signori.
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NATURA LA FIAMMA _ ___ _ _ ____ Io sono la fiamma di rosso vestita che fischia e scoppietta, che sibila ardita, che lesta serpeggia, che alzandosi fugge: io sono la fiamma che tutto distrugge! Io sono la fiamma che sprizza faville, che aspira, s’innalza, che schizza scintille; che scalda, che cuoce, che splende, che fuma: io sono la fiamma che tutto consuma! LA GIOIA C’è gioia nell’acqua che scorre, nel vento che corre, nel fuoco che brilla, nel canto che trilla. C’è gioia nel fiore che sboccia, in tutto è la gioia, la vita, che freme infinita, che ride, che chiama, che palpita ed ama. (M. Bartolini) PRIMA DI MANGIARE (PREGHIERA) Le nostre mani uniamo e insieme ringraziamo: la cara pioggia che ci disseta, il caro sole che il mondo allieta, la cara terra che ci dà i frutti e il buon Dio che unisce tutti.
LUNA CHE FAI? NON DORMI MAI? Dice il bambino dal suo lettino: “Luna, che fai? Non dormi mai?” Risponde la luna: “Ad una ad una conto le stelle, fiammanti e belle.
IL CICLO DELL’ACQUA Una gocciola di pioggia alla terra un dí guardó, e la vide tanto bella che dall’alto si buttó. Cadde e si trovó ruscello fresco, puro, scintillante; poi divenne aspro torrente impetuoso e spumeggiante. Crebbe ancora e fu gran fiume calmo e lento fra le sponde finché giunse al mare, unendo a quelle onde le sue onde. Nella notte il ciel brillava d’infinite chiare stelle, cosí limpide e lontane, cosí pure, cosí belle! Sospiró la gocciolina: “Vorrei essere lassù!” ed appena sorse il sole gli gridó: “Tu, sole tu che sei forte, che sei buono, che a nessuno neghi amore, dammi aiuto per salire alla meta del mio cuore!” Dentro il raggio il sol la prese, ve la tenne, la scaldó; e la gocciola di pioggia al suo cielo ritornó. AMO (FUOCO, LUCE, ACQUA, TERRA) Amo il bel Fuoco ardente e rosso, che scintilla, che s’alza arditamente, che scalda, guizza e brilla. La Luce amo, splendente di qua, di là, d’intorno, che chiara e trasparente mi rende bello il giorno. Amo l’Acqua fluente, azzurra, tersa e viva, distesa dolcemente tra l’una e l’altra riva. Amo la Terra bruna che, madre di noi tutti, nel grembo suo ci aduna e nutre dei suoi frutti.
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Vo per l’azzurro senza sussurro nei loro lettini bacio i bambini e dentro al mar mi vo a specchiar?” LA FIAMMA GUIZZA E BRILLA …e la fiamma guizza e brilla e sfavilla e rosseggia balda audace, e poi sibila e poi rugge e poi fugge scoppiettando da la brace… (“Il Poeta” G. Carducci) ACQUA FRESCA Acqua fresca che saltelli, canticchiando sopra i massi, ti salutan gli alberelli, ristorati, quando passi. E son liete l’erbe e i fiori, di specchiarsi nel tuo seno, mentre in alto ti sorride il bel ciel terso e sereno. (E. Minoia) L’ORCO L’Orco è il vento che nel bosco sta provando il suo vocione con un viso fosco, fosco e con tanto di barbone. “Mangerò tutte le foglie, mangerò tutta la Terra, mangerò tutte le nubi che lassù fanno la guerra!” Lo si sente: apre le porte e le sbatte forte, forte. Con un passo, lo si sa, corre tutta la città. NUVOLETTA “Nuvoletta -disse il Ventovuoi fermarti qui un momento?” “No, non posso, devo andare, sto nell’aria per volare!” Tutta rosa e rilucente, per il cielo se ne andava, salutando sorridente le sorelle che incontrava. Ora, piccola e panciuta, s’addensava un pochettino;
IL VENTO È mite carezza / che passa gentile e tiepida scherza / coi fiori d’aprile. È vasto respiro / lanciato sull’onda che spinge la vela / in corsa gioconda. È mano che afferra / con dita spiegate e all’albero strappa / le foglie dorate. È gelido soffio / che scende dai monti e in ghiaccio tramuta / i rivi e le fonti. Così senza posa, / or rapido, or lento, si svolge l’eterno / cammino del vento.
LE NUVOLE Pallide nuvole soffici corrono, dentro l’azzurro del cielo s’inseguono: se con letizia le mani si tendono, bei girotondi giocondi ripetono. Ma se si rotolan, strappano, spingono, presto nel cielo l’azzurro nascondono: ecco che tutto di grigio dipingono, ecco la pioggia ed i tuoni che rombano. Se poi pentite, la pace rifanno, senza problemi la mano si danno: ecco che alcune già rosa si fanno, dentro l’azzurro più soffici vanno. (adatt. di R. Bon) LA GOCCIA Io sono la piccola garrula goccia che sgorga timida fuor dalla roccia sono la gocciola fresca e lucente che scende querula lungo il torrente sono la tremula splendente stilla che mite e placida nel lago brilla e con innumeri gocce sorelle nell'ampio oceano specchio le stelle. (G. Noseda)
C’ERA UNA VOLTA UN RUSSCELLO C’era una volta un giovane ruscello color di perla, che alla vecchia valle tra molli giunchi e pratelline gialle correva snello. E c’era un bimbo e gli tendea le mani dicendo: “A chè tutto cotesto foco? Pagina 12/40
diventava riccioluta e sembrava un agnellino. Lentamente s’allungava distendendosi nel cielo, trasparente diventava e leggera come un velo. Verso l’alto si slanciava fra le stelle a curiosare, poi di piume s’adornava bianco cigno a figurare. Si tingeva d’azzurrino, ali chiare dispiegava e con l’oro del mattino un bell’Angelo sembrava. TU SEI LA VITA Acqua di monte acqua di fonte acqua piovana acqua sovrana acqua che odo acqua che lodo acqua che squilli acqua che brilli acqua che canti e piangi acqua che ridi e muggi tu sei la vita e sempre, sempre fuggi.
Posa un po’ qui! Si gioca un caro gioco, se tu rimani. Se tu rimani, o movi adagio i passi, un lago nasce e nell’argento fresco dalla bell’acqua io con le mani pesco gemme di sassi. Fermati, adunque, non fuggir così! L’uccello che cinguetta ora sul ramo ancor cinguetterà se noi giochiamo taciti qui. Rise il ruscello e tremolò commosso al cenno delle amiche mani tese: e con un tono di voce cortese disse .”Non posso” Vorrei : non posso! Il cuor mi vola: ho fretta! A mezzo il piano, a leghe di cammino, la sollecita ruota del molino c’è che mi aspetta; e c’è la vispa e provvida massaia che risciaquar la nuova tela deve e sciorinarla, si che al sole neve candida paia; e il gregge v’è, che a sera porge il muso avido a bere di quest’onda chiara e gode se lo sazio, e poi ripara contento al chiuso… Lasciami adunque”, terminò il ruscello, “correre dove il mio voler mi vuole”; e giù nel piano, luccicando al sole, disparve snello.
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ARITMETICA GIOCO CON LE CONCHIGLIE Uno son felice di ricevere, (SX) due, metto nell’altra mano, (DX) tre, io dono. (PASSO AL COMPAGNO) Uno, due, tre, quattro, cinque, sei….. UNO, DUE, TRE, QUATTRO… Uno due tre quattro, corre, corre, corre il gatto sopra il tetto come un matto, corre, corre, corre il gatto uno, due, tre, quattro. Quattro, tre, due, uno, come me non c’è nessuno, biondo, rosso oppure bruno, come me non c’è nessuno: quattro, tre, due, uno. NUMERAZIONE DEL TRE - QUATTRO “Oh salve vecchia rana: Che ci fai in questa tana?” “Nella scala mi sto allenando per vincere la gara del salto dell’anno!” “I gradini a tre a tre più veloce son di te!” “Che fatica mamma mia!” E la rana scappa via. “Ma in cima voglio arrivare, ogni quattro gradini mi siedo a riposare”.
DALL’UNO AL DIECI 1 il pruno 2 il bue 3 il re 4 il cioccolato 5 le aringhe 6 gli scarabei 7 le civette 8 il biscotto 9 il bove 10 pasta e ceci. NUMERAZIONE DELL’UNO E DEL DUE C’era un principe forte assai che paura non aveva mai: draghi e maghi aveva combattuto e una principessa aveva chiesto il suo aiuto. Prigioniera nella torre di un castello aspettava il principe bel bello, ma una lunga scala doveva attraversare se la principessa voleva salvare “Quanti scalini dovrò fare?” e si mise il principe a…… contare 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – 8….. Qui davanti ce ne sono molti ancora per star qui qualche ora! Ora conto più veloce due scalini ad alta voce
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GRAMMATICA E ORTOGRAFIA GUGLIELMO
Guglielmo coglie ghiaia dagli scogli. Scagliandola, fa in mar mille gorgogli.
SUL TAGLIERE GLI AGLI TAGLIA
Sul tagliere gli agli taglia, non tagliare la tovaglia. La tovaglia non è aglio: se la tagli fai un sbaglio! QUI QUO QUE QUA
LE DOPPIE La pala non è palla e l’orsachiotto balla. La casa non è cassa, un nano ride e passa. La sera non è serra, la pace non è guerra. La rena non è renna, la torre non è antenna. La sete non è sette: chi sbaglia ci rimette! La fola non è folla, il chiodo non è molla; il caro non è carro, al sole sta il ramarro. Il nono non è il nonno, l’aringa non è tonno. Le note non son notte, il tino non è botte.
Il vecchio Nano “Q”, che sta sempre con la “U”, vuole ancor di più. Dice: “Soltanto in tre si può star da re!” Allora, una per volta, chiama OEIA e finalmente canta: “QUO-QUI-QUE-QUA...”
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GEOGRAFIA E MINERALOGIA I PUNTI CARDINALI
A Nord e a Sud, a Oriente e a Occidente, quattro Angeli da Dio son chiamati. A Nord e a Sud, a Oriente e a Occidente, a protegger la terra destinati. Primavera ed Estate, Autunno ed Inverno in mano loro custoditi stanno, si srotolano lieti nel fluir dell’anno. “Dalla mia parte, bello e raggiante, si leva il sole” dice il Levante. “Ed io l’accolgo soavemente quando tramonta” dice il Ponente. “Ardenti raggi io spargo intorno” dice superbo il Mezzogiorno! “Ed io alle membra già stanche e rotte dono riposo : son Mezzanotte”
LA ROCCIA PRIMORDIALE E Dio creò la roccia primordiale
massiccia, greve dall’aspetto ardito, maestosa a vedersi, a nulla uguale, la fè robusta e la chiamò granito. Essa contiene il quarzo trasparente, per l’orologio bello e prezioso, la mica che alla fiamma è resistente, l’argilla del vasaio pel suo lavoro che viene dai Feldspati gialli e rossi come la terra dei campi e dei fossi; e se questa è feconda e ricca e scura, e grazie a quella roccia e all’acqua pura.
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ANTROPOLOGIA E PREGHIERE
PRIMA DI MANGIARE Le nostre mani uniamo e insieme ringraziamo: la cara pioggia che ci disseta, il caro sole che il mondo allieta, la cara terra che ci dà i frutti e il buon Dio che unisce tutti. L’ETERNA FORZA CREATRICE Nel fuoco arde nella luce vive nell’acqua tesse nella pietra opera l’eterna forza creatrice di Dio. NEL CIELO STELLATO Nell'aria gli uccellini, nell'acqua i pesciolini in terra i frutti e i fiori, di splendidi colori in cielo tante stelle, ah, quante cose belle. Nel cielo stellato, che guardo ammirato nel sasso nel fiore, ti vedo o Signore nell'essere mio, ti sento buon Dio mi accendi nel cuore, per tutto l'amore. AMMIRARE IL BELLO Ammirare il bello, difendere la verità, venerare ciò che è nobile, decidere il bene. Ciò conduce l'uomo alle mete nella vita, al giusto nelle sue azioni, alla pace nel suo sentire, alla luce nel suo pensare, e gli insegna a confidare nel governo divino in tutto ciò che è nell'universo in fondo all'anima. SOLE CHE PORTI LA NOTTE E IL GIORNO Sole che porti la notte e il giorno
L’ANIMA NIA Pura come l'oro più fino forte come la roccia limpida come il cristallo sia l'anima mia (Silesio). A FINE GIORNATA Di lavorare ho terminato riposi adesso ciò che ho imparato e viva nel mio cuore per darmi forza, saggezza e puro amore. ANGEL DI DIO VEGLIA SU DI ME Angiol di Dio veglia su di me sono smarrito senza di te. Tu mi proteggi tu mi difendi sulle tue ali l’anima prendi e lieve lieve la porti su tra i sogni d’oro dove sei tu. IL BIMBO SI SVEGLIA "Dimmi bel sole" chiede il bambino "Che fai levandoti presto al mattino?" Risponde il sole: "Spengo le stelle che della notte sono fiammelle. Fasci di rose spargo sul mare tutta la terra vado a destare. Bacio coi raggi fiori e uccellini batto ai balconi sveglio i bambini". DEL SOL L’AMATA LUCE Del sol l'amata luce, il giorno a me rischiara dell'anima la forza, agli arti dà vigore nello splendor solare, onoro o Dio la forza che tu benevolmente, nell'anima ponesti. Che io sia laborioso, di apprendere desideroso nascon così da te, la luce ed il vigore fluisca ognora a te,
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lieto saluto il tuo ritorno, sotto il tuo raggio crescon le piante sotto il tuo raggio sbocciano i fiori tutti vestiti di bei colori, nella tua luce vola l'uccello pascon sui monti pecora e agnello, l'ape ronzando raccoglie i succhi per dare il miele a tutti, a tutti ed io bambino, t'apro il mio cuore perché v'accenda luce e calore come te sole, forte e giocondo vorrei irradiarli in questo mondo.
riconoscenza e amore. (Rudolf Steiner)
I SENSI
L’UOMO
Gli occhi son dati all'uomo per vedere la luce del gran mondo e i suoi colori. Le orecchie perché egli possa udire la musica, le voci ed i rumori. Il naso scopre arguto ogni profumo di fiori e frutti i più svariati odori. La bocca con la lingua perchè possa distinguere dolci amari aspri sapori. Grazie all'olfatto e al gusto mediante vista e udito il mondo conosciamo che è bello ed infinito, ma un eco dentro al cuore sentiamo risuonare di gioia e di dolore per tutto ciò che amiamo. Se l'aria fresca e pura ci porta nuova vita com'è gioioso il sangue e all'allegria c'invita. Si gonfiano i polmoni tutto divien giocando e con le mani tese andiamo incontro al mondo.
Sol fra tutti sa stare l'uomo eretto e alle stelle lo sguardo alza diretto, tien alto il capo come un sol rotondo e può accogliere in sé tutto il gran mondo. Flessuoso il tronco come mezza luna che chiara appar nel cielo che s'imbruna, saldo sorregge il capo che riposa e sa far risuonar in sé ogni cosa. Dalle lontane stelle palpitanti scendendo come raggi irradianti le agili membra pronte ad operare perché l'uomo possa agire e camminare.
L’UOMO Tesse il cuore il sentimento il pensiero nel capo riluce si rafforza negli arti il volere. Tessente luce possente trama lucente forza: ecco l'uomo:
ANGEL DI DIO (CANTO) Angel di Dio angelo d’oro veglia Tu su di me porta il mio cuore vicino al Signor angelo di Dio, angelo d’or.
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PRIMA DI MANGIARE PER LA MERENDA (CANTO)
LE NOSTRE MANI UNIAMO Le nostre mani uniamo e insieme ringraziamo la cara pioggia che ci disseta, il caro sole che il mondo allieta, la cara terra che ci dà i frutti e il buon Dio che unisce tutti TERRA TU IL CIBO CI HAI DATO Terra tu il cibo ci hai dato, sole tu l’hai maturato, cara terra, sole amato il nostro cuor vi è tanto grato. IL GATTO E IL BAMBINO Del cibo che metto nel piatto Sempre ne do una parte al mio gattino, e come va che in lui diventa gatto mentre dentro di me divien bambino?
Dolci frutti messi d’or son del sole doni che coi raggi e col calor crescon sani e buoni. Madre terra ogni dì vogliam ringraziare che quei semi custodì fino a germogliare. (Continua vedi spartito) UN CHICCOLINO (CANTO) Un giorno un chiccolino, giocava a nascondino nessuno lo cercò e allor si addormentò. Dormì sotto la neve un sonno lungo e greve, infine si svegliò e pianta diventò. La pianta era sottile, flessibile e gentile la spiga mise fuor di un esile color. Il sole la baciava il vento la cullava di chicci allor si empì, per il pane di ogni dì.
SAN MICHELE PRODE SAN MICHELE Quando il Sol tramonta in cielo e alle nubi dà fulgore, ecco, brilla il Tuo mantello rosso e giallo di splendore! La Tua spada è sfavillante, fiero, indomito guerriero, il Tuo sguardo rilucente ci rammenta sempre il vero. Oh, Tu prode San Michele che nei Cieli hai vinto il Male, dacci forza e puro cuore, ché s’affermi alfin l’Amore! (R. Bon) Pagina 19/40
NATALE LO SPIRITO DEL MONDO
NATO E’ IL BAMBINO
Lo spirito del mondo discende sulla Terra e in quel grembo profondo per mesi si rinserra. Con la mano leggera mille fiaccole accende, sì che la notte nera ad un tratto risplende. La pietra si ravviva, si ridestano i semi, la larva si fa viva. Anche nel cuore dell’uomo lo spirito discende, e una fiamma d’amore e una speranza accende. (Emma Minoia)
Nato è il bambino nella capanna, veglia Giuseppe, veglia la mamma. Nel cielo appare la nuova stella, che annuncia al mondo la gran novella. Gli Angeli cantan in una schiera -Risorgi, uomo, risorgi e spera! Fa che il Bambino ti nasca in cuore e che ti porti luce ed amore!(E. Minoia)
STELLA, STELLINA Stella, stellina che brilli lassù, ravviva il tuo lume, che passa Gesù. Campana piccina che attendi lassù, intona il tuo canto, che nasce Gesù! O cuore piccino che attendi quaggiù, prepara i tuoi doni, che nasce Gesù. NATALE
NELLA NOTTE OSCURA Nella notte oscura io non ho paura. Brillano le stelle nel cielo così belle. Guardan Gesù Bambino piccolino, piccolino, che ci è nato per amor sulla terra e qui nel cuor. (L. Baratto)
Nel cuor dell’inverno tra neve e tra geli, discende il Bambino dall’alto dei cieli. Riporta alla terra la luce e il calore e accende nei cuori speranza ed amore. (E. Minoia)
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DANZE PRIME CLASSI PER FORMARE IL CERCHIO
SE ALLA FESTA VUOI ANDAR (DANZA)
C’è una cocca nera? no, no, no C’è una cocca nera? no, no, no Tu sei bella, tu sei bella, tu sei la più bella.
Se alla festa vuoi andar, vestiti elegante, scarpe nuove devi aver per ballar le danze, ma se vuoi danzar con noi, non ti servono denari, basta la tua voce, resta qui a ballar con noi, resta fin che vuoi.
JAMPETTIN (DANZA) Jampettin che balla, Jampettin che balla, con i piedi balla, con i piedi ballla, con i piedi, piedi, piedi, con i piedi, piedi, piedi, così balla Jampettin… Si ripete aggiungendo: mani, testa, dita, braccia, gambe, naso ecc…
ESSERE FELICI NON CI VUOLE NIENTE (CANTO) Essere felici non ci vuole niente e chi lo è, è proprio un re, è proprio un re.
L’UNGHERESE (DANZA)
VADO IN VIAGGIO (DANZA)
L’ungherese per ballar nel suo vero stile, non dovrebbe mai portar scarpe troppo larghe, nè stivali con lo sprong, cappello e piuma, per ballare con passion danze vorticose.
Vado in viaggio chi viene con me (4 VOLTE), ciuffe, ciuffe fa il treno, ciuffe, ciuffe fa il treno (4 VOLTE) LA DANZA DEI MESI Chi è nato in gennaio entri, entri, entri, si inchini a destra a sinistra e in avanti. Gira gira per il mondo, gira, gira tutto intorno ora esci dalla danza ed il posto lascia ad un altro. Continua elencando tutti i mesi….
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GIOCHI IN CERCHIO SARDINA (SEDUTI IN CERCHIO)
IN UN VASO DI PORCELLANA (IN CERCHIO)
Sardina, ina, ina, coccodril lu, là e cri, cri, cri e cra, cra, cra, sardina, ina, ina, coccodril lu, là chi fuori resterà.
In un vaso di porcellana era rinchiusa una bella cinesina che ballava la samba americana col capitano della marina le scarpette le stanno strette il bustino le sta strettino la sottana le sta a campana e l’orologio, fa tiche, tiche, tac.
UNA POESIA PER OGNI OCCASIONE PER SPOSTARE I BANCHI (CANTO) Sposta piano il tuo banco ma che gioia ma che incanto tralalà là là là, ogni cosa ben si fa.
PER IL FLAUTO (CANTO)
SECONDA PARTE (CANTO) Tenendoci per mano, mano, mano, un cerchio noi facciamo piano, piano.
PER IL SILENZIO (CANTO) “Lana” che passi che aiuti il lavor porta nei cuori silenzio e calor.
CHIEDERE PER FAVORE Se qualcosa vuoi avere devi dire “per piacere”: il piccin gentile e buono dice grazie ad ogni dono. Se gli chiedono un favore lo fa tosto e di buon cuore e saluta per benino con la voce e con l’inchino. Non fa scherzi con la mano che son scherzi da villano, non si mette il dito in bocca e il nasino non si tocca; usa dir mattino e sera al Signor la sua preghiera.
La mano sinistra la mano del cuore la mano sinistra va su. la mano destra, la mano del buon giorno la mano destra va a giù
STARE BEN DRITTO Il rospo si sa benissimo sta col ventre appoggiato sull’erba del prato, ma tu sei un bimbetto e non un rospetto per non diventare ben dritto hai da stare. PER LA PITTURA (IL MARRONE) Giallo e Rosso saltano a più non posso, saltan di più ed incontrano il Blu. Si prendon per mano
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LE PICCOLE COSE Spunta qua e là tra i sassi della strada qualche ciuffetto d’erba e qualche stelo. Vi brilla su una goccia di rugiada, e in quella goccia si riflette il cielo. Se guardi bene le piccole cose trovi le grandi, le meravigliose. PER UN BIMBO DISTRATTO Gigi cerca il suo berretto, dove mai l’avrà cacciato? Nei cantucci, sotto il letto, va a cercare affannato, fruga, cerca, smania, pesta… poi s’accorge che l’ha in testa! PER CUCIRE Tiro di sopra tiro di sotto con l’ago e il filo faccio un cappotto, faccio un cappotto per tutti quanti col filo e l’ago io vado avanti. Non vado avanti per quella “via” questa è davvero una magia. PER MODELLARE Con mano piccolina voglio ben modellare. Gira e rigira, la debbo riscaldare. Quel che farò non ti deve preoccupare: sono un artista e so che debbo fare! A FINE GIORNATA Di lavorare ho terminato riposi adesso ciò che ho imparato e viva nel profondo del mio cuore per darmi forza, saggezza e amore perch'io sia buono nel profondo per tutti gli uomini e per il mondo.
e guarda caso strano nasce in ogni stagione un caldo e bel marrone. PITTURA (ARANCIONE, VIOLETTO, VERDE) Noi siamo il rosso e il giallo facciamo insieme un ballo e per combinazione vien fuori l’arancione. Noi siam l’azzurro e il rosso giriamo a più non posso, uniti con affetto formiamo il violetto. Noi siamo il giallo e il blu ci rincorriam su e giù, ciascun dei due si perde e salta fuori il verde. PER SALTARE LA FUNE Un saltello: e sul prato s’apre un fiore addormentato. due saltelli: e sul pino già svolazza un uccellino. Dieci salti e poi cento: guizza nel fiume un pesciolin d’argento. Gira di qua, gira di là: saltar la fune è una felicità. PER IL TELAIO Filo, filetto mio, non ti stancare, se tanto io ti faccio camminare. Debbo io sol tirar con questo dito, se vuoi che dal telaio esca l’ordito. Vieni qui, di sopra e poi di sotto: or devo io suonare il bel fagotto. Ma cosa dico, cosa dico mai? Qui riporrò il mio flauto… lo sai?
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VOCALI E CONSONANTI L’ALFABETO (CANTO) A è un anatroccolo che non sa nuotare B è una banana ancora da sbucciare C è una chitarra suonata con amore, D è un desiderio che nasce in fondo al cuore. E è un emozione per un bel regalo, F è una farfalla che vola sopra un fiore, G è un gelato al sapore di vaniglia, H non so, non so a chi assomiglia. I è un isolotto sperduto in mezzo al mare, L è un libro ancora da sfogliare, M è un momento in cui mi sei vicino, N mi ricorda il naso di un bambino. O è un orsacchiotto per giocare insieme, P è una pianta che nasce dopo un seme, Q è un quadrifoglio trovato per la via, R è la rosa più bella che ci sia. S è un sogno che ci piace fare, T è un tesoro ancora da trovare, U è l’ulivo colore dell’argento V che cos’ è, cos’è se non il vento. Ultima fra tutte ne rimane una che di tutte quante è la più importante Z come zucchero per il bimbo mio, zucchero è l’amore che ci vuole Dio. CHE COSA STRANA Che cosa strana l’A con due gambe, l’E con due braccia, l’O tondo in faccia. Curioso è l’U che guarda in su ma è più carino l’I col puntino (Lina Schwarz)
LE VOCALI A - U - E - O - I (CANTO) Sulla terra bene sto senza mai tremare e dai sassi imparerò fermo e forte a stare. A Ed in acqua nuoterò, senza aver paura, come un pesce guizzerò, in quell’onda pura. U Poi nell’aria salterò e vorrei volare, dagli uccelli imparerò, verso l’alto andare. E Lieto il sole guarderò e su i tutti i fiori, i sui raggi troverò, sparsi in bei colori. O Terra, acqua, aria e sol, siete mie fratelli, e nel cuor vi porterò come doni belli. I UN BASTIMENTO CARICO DI…. È arrivato un bastimento carico di….A (I bambini trovano parole che inizino per A. Si ripete con varie lettere) LA LUNA E LA TORRE Chiara la luna in mezzo al cielo, corre veloce, tutta in un velo. Corre veloce perché ha fretta: nell’altro mondo la gente aspetta! Sopra la torre, vista da qui, la Luna pare un punto sull’i.
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SEME FRUMENTO E PANE IL GRANELLO (GIOCO E CANTO) Un giorno un chiccolino giocava a nascondino, nessuno lo cercò ed ei s’addormentò. Dormì sotto la neve un sonno lungo e greve… e pianta diventò infine diventò. La pianta era sottile flessibile e gentile, la spiga mise fuor di un esile color. Il sole la baciava il vento la cullava di chicchi allor s’empì del pane d’ogni dì. IL CONTADINO Nel silenzio del mattino getta il chicco il contadino, getta il chicco getta getta, alla terra che l’aspetta. Gli gnometti nel profondo si rallegran per il mondo; getta il chicco, getta, getta, alla terra che l’aspetta. Una spiga nascerà che il buon pane ci darà; getta il chicco, getta, getta, alla terra che l’aspetta. Guarda il ciel benedicente il cader della semente; getta il chicco getta getta la semente è benedetta. SOTTO LA TERRA Il ghiaccio e la neve or copron la terra, il rigido gelo gli alberi afferra, ma sotto la terra che è umida e scura, il seme prepara la vita futura.
NOI SIAMO I SEMINI Noi siamo i semini piccini, piccini, viviam nel profondo, lontano dal mondo, sognamo la pianta che in grembo ci sta e lieti pensiamo che poi nascerà. Noi siamo i nanini piccini, piccini, viviamo contenti accanto ai semini; cerchiamo quel sale che a lor si confà e lieti lo diamo pel fior che verrà. Noi siamo i semini, noi siamo i nanini, insieme operiamo con cuore giocondo, per dare la vita a tutto il gran mondo. SOTTO TERRA STA IL SEMINO Chiuso nel suo cappottino sta nella terra il semino, sogna le cose più belle: sono dei fiori o son stelle? Fuori c’è un mare di gelo, vento tra i rami del melo, cime coperte di neve che scende placida e lieve; Ad un tratto il silenzio si rompe: tra rumori e squilli di trombe mille canti erompon dai cuori, nelle strade frastuoni e colori. Mascherine allegre cantate che l’inverno ha le ore contate. Ricordate voi tutte al semino che il suo sogno è vero, è vicino.
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POESIE DIVERTENTI NELLA NOTTE BRUNA BRUNA Nella notte bruna, bruna, c’è soltanto uno spicchio di luna, toc, toc, toc…chi è, chi è? Ma scherziamo son le tre, arrabbiato quell’omino si è affacciato all’usciolino. Sarà il grillo nero nero, “Cri, cri, cri! Io no davvero”. Sarà forse il maggiolino? “Io mi facevo un pisolino”. Non il gufo crederei… “Io mi faccio gli affari miei!”. Tutto il bosco è addormentato, forse il vento o l’avrò sognato? Eppur mi è parso di udir qualcuno, Buona notte, non c’è più nessuno. UBBIDISCI PIPPO MEO Ubbidisci Pippo Meo, ma lui dice marameo, non salire su quel pero, ma lui sale per davvero. Scendi Pippo o cascherai, ma lui dice ora vedrai, quella bella pera gialla, con appesa una farfalla, me la prendo, me l’acchiappo e poi scendo e me ne scappo. Ma quel ramo s’è spezzato, Pippo meo che sfortunato, casca proprio in tal maniera che si spiaccica la pera sulla sua testina dura. Pippo strilla:”Che paura!”. Ma chi mai lo potrà dire se ha imparato ad obbedire?
SGAMBETTINA E SALTERINA Sgambettina e salterina ferme proprio non sa stare, sono sempre in movimento, vogliono correre e ballare. Io vi mostro e vi presento la mia bella sorellina abitiamo tutte e due nella nostra casettina. Laggiù, laggiù si sente fare chiasso sono le due gambine che insieme vanno a spasso. Lassù, lassù risplende un filo d’oro sono le due manine intente nel lavoro. IL BANDITO PUNTA E SPARA La storiella qui s’impara del bandito punta e spara, che ha saputo che sul ponte passerà sta notte un conte. Ed armato fino ai denti sta con occhi e orecchi attenti ed aspetta mezzanotte rimpiazzato nella botte. La carrozza infine spunta il bandito i piedi punta, lo raggiunge con un salto e poi tuona “mani in alto!” “Per pietà signor bandito” dice il conte tramortito “non mi mandi a mani vuote: a trovare mio nipote. E’ un bambino un po’ malato: io gli porto il cioccolato sia gentile: se le va potrei dargliene metà!” Punta e spara già commosso sente il cuore farsi grosso e poi brontola seccato: “non mi piace il cioccolato”. E poi cava dal mantello una pizza e un tortello, una morbida ricotta soffia il naso e poi borbotta: “Se lì prenda, cosa aspetta, se ne vada,faccia in fretta , questa volta va così ma non passi più di qui!”
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INSETTI, ANIMALI E PIANTE NEL POLLAIO DI ZIO GAIO _ _ ___ Nell’allegro e bel pollaio, quanti polli ha zio Gaio, coccodè, coccodè, nel pollaio cosa c’è. Tre pulcini, appena nati, neri gialli, un po’ striati. Sotto l’ali, la chioccetta i pulcini chiama e aspetta, coccodè, coccodè, nel pollaio questo c’è. MEN VO, MEN VO _ ___ Men vo, men vo nel bosco ner, men vo, men vo col mio destrier, timor non ho, da solo andrò, se vincerò, ritornerò. LA TIMIDA VIOLETTA Si è affacciata tra l’erbetta, timidetta, pian pianino, una viola, una sola. Ha guardato su nel cielo senza velo; e d’un tratto ha risvegliato tutto il prato e s’è udito un gran sussurro: - Ah, che azzurro! – LE PICCOLE COSE Spunta qua e là tra i sassi della strada qualche ciuffetto d’erba e qualche stelo. Vi brilla su una goccia di rugiada, e in quella goccia si riflette il cielo. Se guardi bene le piccole cose trovi le grandi, le meravigliose. L’UOVO Cocco, cocco, coccodè!… nel cestello l’uovo c’è: se lo vede la massaia lo nasconde tutta gaia nel grembiule ben lavato per portarlo poi al mercato, o riunirlo alla covata,
I VERSI DEGLI ANIMALI Sui tetti il gatto miagola sull’uscio abbaia il cane, crocchian nei fossi l’anitre e gracidan le rane. Mugghian le vacche,belano sul prato gli agnellini e le galline chiocciano chiamando i lor pulcini. Presso la stalla l’asino raglia, il caval nitrisce, tafani e mosche ronzano ed il maial grugnisce; i passeri garriscono, la tortorella geme e le colombe placide tuban, dall’alto, insieme. (Malfatti) GALLO GALLETTO Gallo, galleto “chicchirichì” non ve l’ho detto alto è già il dì, gallo galletto alto è già il dì giù da quel letto chicchirichì. IL GRILLO Son piccin, cornuto e bruno, me ne sto tra l’erbe e i fior; sotto un giunco o sotto un pruno, la mia casa è da signor. Non è d’oro e non d’argento, ma rotonda e fonda ell’è: terra il tetto e il pavimento e vi albergo come un re. So che il cantico d’un grillo è una gocciola nel mar, ma son mesto se non trillo: beh, lasciatemi cantar! (G. Prati) IL GRILLO E LA LUNA Quando la luna s’alza nel cielo canta il grillo sullo stelo: cri, cri, cri; cri, cri, cri brilla solo un lumicino culla la mamma il suo bambino, nanna-o, nanna-o.
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o per farne la frittata; ma la sbircia il più piccino e lo cuoce al tegamino! CHIOCCIOLINA Chiocciolina, chiocciolina vieni fuor dalla casina! Che se fuori tu verrai, bello il mondo tu vedrai. Chiocciolina, chiocciolina, torna dentro alla casina! Che se dentro tornerai, bello il mondo sognerai.
CI VUOL CORAGGIO… Cip, cip, fa un passerino da una pianta: tutto è sepolto nella neve bianca! Cip, cip, piangono gli altri, la va male: non c’è più quasi niente da mangiare. Cip, cip-cip, cip, fa il passerotto saggio: eh, nell’avversità ci vuol coraggio. Passa l’inverno e dopo i suoi rigori si ridiventa tutti gran signori. LE ORE E GLI ANIMALI Quando l’alba si avvicina, canta il gallo alla gallina: …..chicchirichì! Or che il sole s’è levato, ronza l’ape sopra il prato: ……..zzzz… Sulla balza l’agnellino bruca e bela, poverino! ……. Beeh.. Ecco l’ora meridiana: canta allegra la campana! ….din don… Sulla strada l’asinello quando incontra suo fratello: ….ih-oh… Quando il sole si allontana gracidando va la rana: ……cra-cra… Or la luna sale in cielo: trilla il grillo sullo stelo: ……cri-cri.. Brilla solo un lumicino, dorme quieto ogni bambino…
CAVALLINO TROTTA TROTTA_ _ ____ Cavallino trotta, trotta che ti salto sulla groppa trotta trotta in Gran Bretagna a pigliar il pan di Spagna trotta trotta in Delfinato a pigliar il pan pepato trotta, trota e torna qui che c’è il pan di tutti i dì. LO SCOIATTOLO Lo scoiattolo Rossetto, coda all’aria, naso al vento, guizza su, salta giù, sempre vispo e affaccendato: i suoi baffi gli hanno detto che il calduccio se n’è andato, che l’autunno non è eterno, che l’inverno è già alle viste e bisogna far provviste. Già ci pensa, già raccoglie muschio e foglie per far calda la casina e riempire la dispensa di castagne e noccioline. IL TOPINO Il codino d’un topino fuor da un buco un di’ spuntò. Venne il gatto quatto, quatto, e coi denti l’afferrò. Proprio in quella, questa è bella, un gran cane capitò. Ed il gatto, quatto, quatto, impaurito se ne andò. Il topino il suo codino dentro il buco ritirò. IL BRUCO E LA FARFALLA Striscia striscia, piano vai: oggi bruco solamente, ma un bel giorno certamente farfalletta diverrai. Bianca, rossa, azzurra, gialla, voli e danzi leggermente: ieri bruco solamente, oggi splendida farfalla.
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SALTA IN GROPPA Salta in groppa, salta in groppa al cavallo che galoppa. Il cavallo ha peli bigi: salta in groppa e va a Parigi. A Parigi c’è un gigante che cavalca un elefante; elefante col trombone: salta in groppa e va a Lione. A Lyon c’è un cavaliero che cavalca un lupo nero. Lupo nero, mamma mia! Salta in groppa e va in Sorìa; in Sorìa c’è un sorianello che cavalca un pipistrello. Pipistrel, con un orecchio, che si guarda nello specchio. Nello specchio ci sta un Mago che cavalca sopra un Drago! Drago fuoco, Drago fiamma: salta in braccio della mamma!
TROTTA, TROTTA _ ___ Trotta, trotta, cavallino, salta, salta quel muretto corri, corri, lesto vai fino in fondo arriverai. GLI ANIMALI Fa le fusa il bel gattino presso il fuoco del camino, sta il bel cane nel canile, stan le pecore all’ovile. Il cavallo è nella stalla con il mulo e la cavalla, con la mucca ed il vitello, con il bue e l’asinello. Stanno i topi nel solaio, le galline nel pollaio. Sta nel nido l’uccelletto, nel porcile il maialetto. Sta la volpe nella tana, nel fossato sta la rana. La comare chiccioletta porta appresso la casetta e se viene la pioggia o il vento si ritira in un momento.
I MESTIERI IL MARINAIO C’è burrasca questa sera e la notte è nera, nera. Nessun astro in ciel appare chi veleggia in alto mare? Sei tu forse, marinaro che nel buio, cerchi il faro? Alza gli occhi alla mia luce alla riva ti conduce.
I MESTIERI (GIOCO RITMICO) Noi siamo lavandaie qui pronte per lavar: senza sapone ed acqua sani non si può star… ciac, ciac… Noi siamo falegnami qui pronti per segar tavole, panche, armadi vogliamo preparar…frr, frr, frr.. Noi siamo spaccalegna qui pronti per spaccar: i ciocchi prepariam per chi si vuol scaldar…sac, sac…
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BAMBINI E MANI LATERALIZZAZIONE DX -SX Con la sinistra prendo le stelle, con la destra tocco le onde belle, con la sinistra mi tocco il cuore, vedo ai miei piedi un rosso fiore, lesto lo colgo mia dolce madre con la mia destra per darlo a te. Il piede destro porto in avanti e subito appresso l’altro lo segue, così diritto tutto me stesso nel mondo porto di passo in passo. IL BAMBINO Di dove sei venuto bimbo mio? Fuori dal nulla, mi ha chiamato Iddio. Quegli occhi azzurri, dì, chi te li ha dati? I cieli che venendo ho attraversati. Pare che ci arda dentro una fiammella … ci sarà ancora qualche scheggia di stella. E una lacrima c’è, di dove è scesa? Quando son giunto era già qui in attesa. Chi te le ha fatte le orecchie rosate? Dio parlò: per udire sono sbocciate. E le manine? E i dentini minuti? Gli Angeli a ritagliarli son venuti. Dove li hai presi codesti piedini? Dove prendon le ali i Cherubini. E tutto questo a te bimbo fu dato? Dio mi pensò un istante ed io son nato. E ti fece per noi bimbo così? A voi pensò un istante, ed io son qui! NELL'ORTO C’ERA UN PESCO… Nell’orto c’era un pesco, le pesche maturò. Un giorno disse il pollice: “Nell’orto me ne andrò!”. L’indice gli rispose: “Il pesco scuoterò!”, soggiunse il medio in fretta: “Le pesche prenderò”. E l’anulare subito: “Io me le mangerò!” Allora disse il mignolo: “Al babbo lo dirò”. E tutti gli altri insieme: “Oh no, oh no, oh no!”
PRIMA DI MANGIARE (RINGRAZIAMENTO) Le nostre mani uniamo e insieme ringraziamo: la cara pioggia che ci disseta, il caro sole che il mondo allieta, la cara terra che ci dà i frutti e il buon Dio che unisce tutti. LE MANINE LABORIOSE Le manine laboriose quante cose sanno fare: san cucire, san stirare san lavare ed asciugare, sanno battere e cantare e graziose salutare. San pregar con sentimento e la mamma accarezzare, le manine laboriose quante cose sanno fare. LE CINQUE DITA Dice il pollice: “Che fame!” Dice l’indice: “Non c’è più pane!” Dice il medio: “Facciamolo!” Dice l’anulare: “Ce n’è ancora un pezzettino” dice il mignolo: “Datelo a me che sono il più piccolino!” GIOCO CON LE DITA Il piccolo mignolo così per giocare montò sopra il dorso del buon anulare e questi del medio pian piano, bel bello si fece portare con l’altro fratello. Il medio ch’è forte, ma un po’ fannullone, del povero indice svelto lo volle inseguire e ancora l’insegue coi tre sulla groppa e intanto la mano galoppa, galoppa. IL BAMBINO E IL SOLE “Dimmi, bel Sole,” chiede il bambino, “che fai, levandoti presto la mattino?” Risponde il Sole: “Spengo le stelle,
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A ME PIACE‌ A me piace il cavallino, a te piace il soldatino, a lui piace la trombetta, a noi piace la carretta, a voi piace l’uccellino, piace a loro il burattino. LA MANO La mano dirige, la mano preme, la mano svelle, la mano spreme, la mano squarcia, la mano pesta, la mano stringe, la mano arresta, la mano scuote, la mano immerge, la mano lava, la mano asterge, la mano stringe, la mano scaglia, la mano raduna, la mano sparpaglia, la mano lega, la mano sospende, la mano sfrega, la mano stende, la mano accetta, la mano rifiuta, la mano carezza, la mano saluta. La nostra mano è tutta buona: la mano scrive, (continua a DX)
che della notte son le fiammelle. Fasci di rose spargo sul mare: tutta la terra vado a destare. Bacio coi raggi fiori e uccellini, batto ai balconi : sveglio i bambini!� IL PUGNO Chiuso il mio pugno, lo stringo forte, lungo la strada spalanco le porte. Apro quel pugno lo stendo piano speranza e amor risplendono in mano. la mano suona, la mano fila, la mano dipana, la mano tesse, la mano spiana, la mano riempie, la mano vuota, la mano s'arrampica, la mano svuota, la mano solleva, la mano atterra, la mano rivolta, la mano afferra, la mano allunga, la mano torce, la mano abbassa, la mano contorce la mano tira, la mano allenta, la mano mostra, la mano presenta, la mano attesta, la mano nega, la mano ringrazia, la mano prega, la mano esorta, la mano minaccia, la mano chiama, la mano scaccia. Spiega la gioia spiega il dolore, con una stretta ci parla di cuore. Sopra le membra del corpo umano: viva la mano! Viva la mano!
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ANGELI ANGEL DI DIO (CANTO)
LA PIOGGIA DI STELLE C’era una volta tanto tempo fa, una bimba cresciuta in povertà; non aveva più mamma, la piccina, né babbo, né un cantuccio in cucina per scaldarsi, né letto per dormire: più povera di quant’io possa dire. Passa in alto degli angeli la schiera nell’aiuto di Dio la bimba spera. La bimba va dicendo una preghiera la bimba va, pian piano vien la sera la bimba è sola nella notte nera. Un lume di stelle nel buio si accende e il bosco invernale sfavilla e risplende. Il cielo ti ha visto bambina pietosa, ti diamo un immenso, lucente tesoro di scudi d’argento, di bei scudi d’oro. Finita la prova, il tuo viaggio sarà un lungo cammino di felicità.
Angel di Dio angelo d’oro veglia Tu su di me porta il mio cuore vicino al Signor angelo di Dio, angelo d’or.
NANETTI NELLA FORESTA UN NANO CAMMINAVA (METRICA DA SISTEMARE) Nella foresta un nano camminava con i compagni e intanto si vantava: “Non per dire, amici miei, ma conosco tutti i sentieri che sono nel bosco so dentro a quali grotte son celate le gemme più preziose e colorate. Son più saggio di voi! “Ma tutto a un tratto, il nano, che marciava un po' distratto, urtò col piede un sasso e, guarda caso, finì lungo disteso sul suo naso!”.
GNOMO GNOMETTO
Gnomo gnometto dove ti nascondi or nella terra giù ti sprofondi vegli sul seme con fedeltà finché la pianta su nascerà. CON I ROSSI CAPPUCCETTI… Con i rossi cappuccetti se ne vanno via i nanetti, presto, presto, la mattina con picozza e lanternina. Pagina 32/40
PORTA IL NANO UN GRANDE SACCO Porta il nano un grande sacco su pel monte duro e arcigno. Gran fatica alzare il tacco per scalar quel gran macigno ed il nano sale, sale, con pazienza senza fretta, descrivendo una spirale porta il sacco sulla vetta. Nella vetta proprio al centro c’è la grotta dei tesori greve il nano entra dentro e leggero esce fuori. Senza sacco senza peso ridiscendere è un piacere ed il nano è come preso su gioiose ali leggere. INCONTRO
Un giorno, un arcigno Folletto andava attraverso un boschetto: vide venirgli incontro un nano basso e tondo. “Salute a voi dunque, Messere: vi vedo con grande piacere!” Disse il Nano gioviale alzando il suo fanale. “A me pare brutto davvero trovarsi su questo sentiero!” Replica senza garbo quell’Elfo infingardo. “Capisco: voi siete un burlone, un tipo davvero birbone! Puro non mi rifiuto di darvi il mio saluto”, soggiunse il Coboldo ridendo, la mano al ribaldo tenendo. L’Elfo con sguardo altero si scosta dal sentiero. E senza un commiato o un saluto tornò da dov’era venuto.
Verde veste, barba bianca, grossa pancia, mano stanca, pure noi nanetti siamo ma dormire preferiamo. Viva, viva il sole splende e il nanetto giallo scende: ben felice nel profondo bei tesori dona al mondo. La miniera buia e scura sempre mette a noi paura Com’è triste scender giù torna indietro nano blu! NANO DI NARANTOLA
Del Nano di Nanantola, so che vive in una pentola: se il fuoco è spento, brontola; se è acceso, invece, scalpita! BUONA NOTTE
Buona notte, buona notte: il nanetto Trapelotte è arrivato dal giardino per vederti da vicino; è arrivato dal boschetto per salirti sul nasetto, per giocar tra i tuoi capelli e donarti sogni belli. GNOMO DELL’ADDIZIONE
Gnomo, Gnomo, nel profondo della Terra misteriosa: giù nel buio e scuro mondo vai cercando senza posa. Col piccone ed il martello vai scavando il sasso d’oro; riempi lesto il tuo fardello per accrescere il tesoro. Il tuo Re, seduto in trono, conta attento i sacchi d’oro; tu li porgi come un dono e riprendi il tuo lavoro.
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RITMO GIAMBO TROTTA, TROTTA _ ___
MEN VO, MEN VO _ ___ Men vo, men vo nel bosco ner, men vo, men vo col mio destrier, timor non ho, da solo andrò, se vincerò, ritornerò.
Trotta, trotta, cavallino, salta, salta quel muretto corri, corri, lesto vai fino in fondo arriverai.
RITMO ANAPESTO NEL POLLAIO DI ZIO GAIO _ _ ____ Nell’allegro e bel pollaio, quanti polli ha zio Gaio, coccodè, coccodè, nel pollaio cosa c’è. Tre pulcini, appena nati, neri gialli, un po’ striati. Sotto l’ali, la chioccetta i pulcini chiama e aspetta, coccodè, coccodè, nel pollaio questo c’è.
CAVALLINO TROTTA TROTTA_ _ ____ Cavallino trotta, trotta che ti salto sulla groppa trotta trotta in Gran Bretagna a pigliar il pan di Spagna trotta trotta in Delfinato a pigliar il pan pepato trotta, trota e torna qui che c’è il pan di tutti i dì.
RITMO DATTILO QUATTRO STELLINE ____ _ _ Quattro stelline ho visto passare, quatto stelline sull’onda del mare. Una per me, una per te, una la vuole la figlia del re. La quarta stellina -il reuccio cattivo-, grida e comanda: “La voglio per me!”. Ma la stellina si ferma a guardare, poi, sorridendo, si spegne sul mare.
STELLA STELLINA ____ _ _ Stella, stellina, la notte si avvicina, la fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca e il vitello, la pecora e l’agnello, la chioccia coi pulcini, la gatta coi gattini, la capra ha il suo capretto, la mamma ha il suo bimbetto, ognuno ha i suoi piccini, che son sempre carini. Ognuno ha la sua mamma, e tutti fan la nanna.
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RITMO TROCHEO LE STAGIONI ___ _ (manca primavera) Vien l’autunno sospirando, sospirando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta. Qualche bacca porporina, nidi vuoti, rame spoglie tre gocciole di brina, e un pugnel di morte foglie. E l’inverso vien tremando, vien tremando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta? Un fastel d’aridi ciocchi, un fringuello irrigidito e poi neve a fiocchi e ghiaccioli grossi un dito. Primavera vien danzando, vien danzando alla tua porta. Sai tu dirmi che ti porta? “Ghirlandette di farfalle, campanelle di vilucchi, quali azzurre quali gialle; e poi rose, a fasci e a mucchi.” E l’estate vien cantando, vien cantando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta? Un cestel di bionde pesche, vellutate, appena tocche, e ciliegie lustre e fresche ben divise a mazzi e a ciocche.
LA VELA BIANCA ___ _ C’è una vela tutta bianca c’è una vela in mezzo al mare. “Vento, vento, sono stanca fammi un poco riposare.” “Vedi là quella casetta? C’è una mamma che ti aspetta… d’aspettare non si stanca, vola vola o vela bianca!” “Se mi attende una mammina se mi vide una bambina, soffia pure, o mio buon vento e il mio cuor sarà contento!”
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SCIOGLILINGUA Ti che te tachi i tachi, me tachito i tacchi a mi che tacco i tacchi. Mi te tacco i tacchi a ti che te tacchi i tachi, taccate i to tachi ti che te tachi i tacchi. Tre pezzi di pan secco in tre strette tasche stan. Apelle figlio d’Apollo, fece una palla di pelle di pollo, tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle, figlio di Apollo. Al pozzo di Messer Pazzino de’ Pazzi c’era una pazza che lavava le pezze. Venne Messer Pazzino, prese la pazza e la pezze e le buttò nel pozzo! In un pozzo poco cupo si specchiò una volta un lupo, che nel poco cupo pozzo andò a sbattere di cozzo: ben pensando di azzannare un feroce suo compare!
Se oggi seren non è, domani seren sarà, se non sarà seren, si rasserenerà. Una rara rana nera sulla rena errò una sera, incontrando tal qual’era una rara rana bianca che sulla rena errava stanca. Pesca fresca chiusa in tasca di Francesca, dalla tasca di Francesca, scappa, casca, pesca fresca. Filo fine dentro il foro dentro il foro lo lavoro filo fila mamma mia ed il foro scappa via. Tre bruni bruchi, tre bruchi bruni. Pisa pesa e pesta il pepe al Papa. Il Papa pesa e pesta il pepe a Pisa. Un empio imperator d’un ampio impero, scoppiar fece una guerra per un pero. Credeva conquistare il mondo intero, l’imperator , ma perse l’ampio impero. C’è il Questore in Questura a quest’ora? No, il Questore in Questura a quest’ora non c’è. Ruotano i raggi arrugginiti della ruota del carro che corre.
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INDOVINELLI Ho due tonde finestrelle sempre aperte sopra il mondo. Se le chiudo è buio fondo, se le riapro vedo te. Vedo i fiori, il ciel, le stelle; vedo i monti, vedo il mare: si fa presto a indovinare!…
Nasco dal mare, nasco dal fiume. Volo nel cielo, ma non ho piume. Dal sol che nasce, dal sol che muore, libera ed alta, prendo colore. Quando son stanca di camminare piango un pochino e ritorno al mare. (R. Pezzani)
Una fila di fratini, tutti bianchi e piccolini, stanno sempre a chiacchierare ed a ridere e mangiare…
Mi piace far dispetti, piegare gli alberetti; far volare cappelli e rovesciare ombrelli. Sollevo polveroni, ma scaccio i nuvoloni; i panni al sole stesi o alle finestre appesi asciugo in un momento: sono il monello……….!
Stanno in compagnia nella rossa scuderia, tanti cavallini bianchi sempre sull’attenti: trenta pirolini tutti d’un colore. Chi l’indovina è un bravo dottore!… C’è un bosco d’alberini che è tutto da tagliare: né scure né coltellini si possono adoperare… Ho due perle belle assai che tu prender non puoi mai; son lo specchio, in mezzo al viso, del celeste Paradiso. L’orologio che ho più caro viene sempre insieme a me: è un oggetto molto caro e si carica da sé. Sto nascosta tra l’erbetta: profumata, timidetta, sono proprio……… Non la vedi, eppure c’è. La respiri… che cos’è
Vivo nei campi, sono un insetto. Di giorno taccio, di notte trillo Mi chiamo………! Son piccin, piccin, piccina, ho nel bosco la casina; del lavoro sono amica E mi chiaman…………. Va per l’aria a Primavera: è veloce, bianca e nera. La sua coda è biforcuta, dimmi, o bimbo, l’hai veduta? Va per l’aria, gentile e snella: è la prima……………….! Sette figli ha la madama e l’un l’altro ognora chiama: sei lavoran con ardore dal mattino fino a sera, mentre il settimo al Signore offre sempre la preghiera.
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Bella, fresca, chiara, chiara, sempre corre, lava e lava. Che cos’è? Pensaci su… Io lo so, ma dillo tu! Mangia e rimangia con tanti bocconi: fa a pezzettini carte e cartoni…. Sotto il ponte: GA C’è un amico: RO Che mi disse: FA’ Io risposi:NO Son dei fiori la regina ho su me più d’una spina son leggiadra ed odorosa colorata, son la …(Rosa)
Cammino, cammino col passo del cuore. Ti sveglio al mattino: ti dico le ore. Le dico e le suono… Sai dirmi chi sono ? C’è una cosa che va e va dal paese alla città: va col sole, va se piove, va e va ma non si muove… Sono molto profumato amo stare arrampicato su per i muri dei giardini, i miei fiori piccolini sono bianchi e assai carini. Indovina bel bambino Il mio nome è …(Gelsomino)
C’è una cosa, tienila a mente, che si muove e non è viva, non si vede eppur si sente ché di voce non è priva. Non è viva? O come fa? Questa è bella in verità! E’ una cosa sorprendente, assai strana in fede mia. Senza mani lestamente, molte cose porta via. Senza mani? O come fa? Questa è nuova in verità! Questa cosa, finalmente, sappi ancor, se a me tu credi, corre assai velocemente senza gambe, senza piedi. Senza piedi? O come fa? Bella, bella in verità!
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FILASTROCCHE LA GATTA NERINA La gatta Nerina che gira in cucina che va sotto il letto ci trova un confetto confetto che è duro lei batte il tamburo tamburo che è vecchio lei va sotto il secchio il secchio è bagnato lei l’ha rovesciato. C’ERA UNA VOLTA… C’era una volta un pizzicagnolo, cagnolo, cagnolo, cagnolo, cà, che aveva sciolto lo scilinguagnolo, guagnolo, guagnolo, guagnolo guà. Era sua moglia una pettegola, tegola, tegola, tegola, tè, che sempre in chiacchiere s’impegola, pegola, pegola, pegola, pè. Tutto il giorno si bisticciano, ticciano, ticciano, ticciano, tì, e i vicini raccapricciano, pricciano, pricciano, pricciano, prì. Tutti insieme scaramucciano, mucciano, mucciano, mucciano, mù, e l’un l’altro si sbertucciano, tucciano, tucciano, tucciano, tù. Poi si mettono su un bel fronzolo, ronzolo, ronzolo, ronzolo, rò, e fanno in giro un bel ballonzolo lonzolo, lonzolo, lonzolo, lò. (Lina Schwarz )
IL CALESSINO Pian pianino, pian pianino ce ne andiam col calessino a trovar Nonna Teresa, se n’è andata a far la spesa, a trovare Zia Silvana, se n’è andata alla fontana, a trovar Nonno Clemente, se n’è andato alla sorgente, a trovar Zio Salvatore, se n’è andato a cercar more, a trovare Zio Simone, se n’è andato alla stazione, a trovare Zio Michele, se n’è andato a coglier mele, a trovar Zio Sigismondo, se n’è andato per il mondo, c’è soltanto lo Zio Pietro che ci fa tornare indietro. BELLA BELLA LA PADRONA Sega segante le pecorine bianche, l’uovo del colombo Gesè ci manda il sonno. Sonno sonnaio la festa di gennaio, gennaio va alla festa con tre corone in testa. Passa il fante con tre cavalle bianche, bianca la sella bianco lo straccale, la padrona è bella! Bella, bella, la padrona, brutta, brutta. la garzona.
LA LUNA IN MEZZO AL CIELO C’è la luna in mezzo al cielo, c’è un bel fiore sullo stelo. C’è il mugnaio nel mulino, c’è un ragazzo col violino. C’è il comignolo sul tetto, nel pollaio c’è il galletto. C’è nel bosco l’usignolo, nella pigna c’è il pinolo. Sopra l’albero c’è un nido, c’è la rena in mezzo al lido. Pagina 39/40
Nella culla c’è un bambino, nella casa un frugolino. Dopo il giorno c’è la sera, dopo cena la preghiera. Gli occhi e il naso son nel viso, e gli Angeli in Paradiso.
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