Piet Zwart Typotect
SOMMARIO
01/ Biografia
Introduzione Istruzione ed influenze artistiche L’inizio carriera da designer Designer indipendente e l’arresto Il Piet Zwart institute e Riconoscimenti
02/ Opere
L’esperienza con Berlage Opera tipografica Fotografia Il Catalogo NKF Il Catalogo Tipografico
pag 5 6 9 13 16 19
pag 22 24 32 34 39 43
01/ BIOGRAFIA
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01/BIOGRAFIA
Introduzione
I
l designer Piet Zwart è un pioniere della tipografia moderna. È stato influenzato dal Costruttivismo e dal De Stijl. Zwart ha lavorato come designer, tipografo e fotografo nei Paesi Bassi nel 1920 e ‘30. Lavorò principalmente per la Società NKF, per cui creò molte opere di grafica prima di ritirarsi dalla compagnia per trascorrere il resto dei suoi giorni come un designer di interni e mobili . Il lavoro che Zwart ha fatto per la Società NKF può essere individuato dal suo
uso di colori primari , pulito tipografia sans-serif e foto - montaggio. Formalmente
addestrato come un architetto Zwart parlava di se’ come di un ibrido tra un tipografo e un architetto: TYPOTECT. Influenzato anche dal movimento Arts and Crafts, Zwart ha iniziato la sua formazione presso la Scuola di Arti Applicate nel 1902 . Ha trascorso la maggior parte della sua splendente carriera come architetto e fotografo, così come designer e per diversi anni è stato di grande successo. Allievo di Berlage ed insegnante nella sezione d’arte decorativa dell’Accademia di Rotterdam e al Bauhaus di Dessau, affronta il tema tipografico con una sorta di colta ingenuità che lo porterà all’azzeramento della disciplina tradizionale ed al progetto di una nuova espressività. L’impulso per attuare una svolta fondamentale nella comunicazione grafica, soprattutto quella industriale, lo deve all’influsso e la sua ammirazione per EL Lisitskij, il cui incontro è stato determinante. Arriva così ad annullare gli elementi compositivi tradizionali per proporre una pagina ricca di dinamismi e ambiguità percettive, complessa e diretta, in sintonia con una realtà sociale in trasformazione. 6
Lavorava fino a tarda notte, di solito fino alle tre del mattino, si imponeva
01/BIOGRAFIA
Introduzione
standard elevati che gli altri spesso ritenevano irraggiungibili per qualsiasi persona. Si preoccupava di promuovere il suo lavoro ed era ossessionato dalla paura che gli altri avessero un’impressione sbagliata di lui. è stato nominato il designer più influente del ventesimo secolo dall’Associazione dei designer olandesi nel 2000. Come accade con tutti i geni, Piet Zwart non ha ottenuto il tipo di riconoscimento che meritavo. è stato un ribelle e non voleva seguire le regole fissate allora nel design. Lavorare fino a tarda notte e nuotare contro la marea erano le sue passioni. Il suo lavoro ha riguardato un ampio spettro nel design industriale ma anche nel mondo della fotografia e della tipografia.
<<Every era contains the conditions for providing a rebel.>> Piet Zwart
Piet Zwart working for Bruynzeel, august 1931 Image from ‘Piet Zwart, vormingenieur’ by Yvonne Brentjens.
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01/BIOGRAFIA
Istruzione ed influenze artistiche
P
iet Zwart nasce il 28 maggio 1885 a nord di Amsterdam, in uno dei primi insediamenti industriali chiamato Zaandijk. Lo stesso anno Van Gogh dipinge i mangiatori di patate, ad Amsterdam Hendrik Petrus Berlage disegna la Borsa merci e ad Amburgo esce il secondo libro de il Capitale di Marx. Indirizzato dal padre studia il violino; sempre ragazzo si appassiona di disegno e con materiali recuperati
qua e là costruisce seggiole ed il suo primo cavalletto. A 17 anni si iscrive alla Scuola Nazionale delle Arti figurative ad Amsterdam, dove entra in contatto con l’architettura. È attratto da idee teosofiche, legge filosofi greci, poi Kant, Hegel ed infine Marx, il cui pensiero lo segnerà tutta la vita. Si dice che nella scuola che Zwart frequentava ci fosse poca divisione tra le varie discipline come il disegno , la pittura , l’architettura e le arti applicate. Zwart e compagni dovevano arrangiarsi con poca interferenza dall’alto, gli insegnanti infatti non erano sempre presenti. Nel 1908, diplomato, viene arruolato nella scuola di ufficiali di fanteria a Den Helder, dalla quale viene trasferito nel corpo sanitario in quanto obbiettore di coscienza. Insegnerà fino al 1913, quando si trasferirà a Voorburg per studiare architettura alla Scuola tecnica superiore di Delft. Nel 1912 si sposa con Marie Ketjen, dalla quale avrà tre figli. Nel 1914 viene mobilitato a Hellevoetsluis ed abbandonerà definitivamente gli studi nel 1917 per ragioni economiche. A Parigi Zwart conosce un giornalista olandese, Leo Faust, che gli commissiona l’arredo e gli stampati per il suo nuovo ristorante. Viene inaugurato il 2 settembre 1926, sono presenti Mondrian, Seuphor, Prampolini, Loos 9
01/BIOGRAFIA
Istruzione ed influenze artistiche
Baummeister e André Kertèsz che fotografa tutti. Divorziato nel 1926 conosce a Parigi Nel Cleyndert, una giovane infermiera, idealmente vicino al movimento comunista, e figlia di una famiglia borghese presso la quale in gioventù la madre di Zwart è stata a servizio. Si sposeranno l’11 maggio 1927 e da lei avrtà quattro figli. Da Parigi le scrive quasi tutti i giorni e in citttà frequenta Mondrian con il quale parla di filosofia e di arte e del più e del meno. Nel giugno 1917 i pittori Theo Van Doesbourg, Piet Mondrian e Vilmos Huszar, l’architetto J.J.P. Oud ed il poeta Anthony Kok hanno intanto formato il gruppo “De Stijl”. Si proponevano di sviluppare un nuovo senso estetico, fondato sull’osservazione dei rapporti tra le tendenze attuali ed i mezzi di espressione, lontano dalle eccessive necessità decorative irrazionali. Alla fine della guerra, Piet Zwart recide repentinamente i legami con la sua educazione Art and Crafts per perseguire forme progettuali semplici, chiare, strettamente funzionali e determinate dalla produzione meccanica. Più vicino al pensiero dei produttivisti russi che alle tematiche di Van Doesbourg, Zwart afferma che con la prima guerra mondiale i tempi sono cambiati. Nel 1919, al Circolo d’Arte dell’Aia, dice che il tempo è “marcato e determinato dai nuovi mezzi di produzione e da nuovi valori spirituali e ideali”. Fissa poi in quattro punti le linee guida del nuovo progetto espositivo: 1. L’espressione della temporaneità 2. La funzione di sfondo in rapporto al prodotto 3. L’elementarità della concezione architettonica 4. L’espressione del proprio tempo escludendo residui di stili antichi. 10
01/BIOGRAFIA
Istruzione ed influenze artistiche
Il primo Aprile 1919 Walter Gropius Fonda la Staadliches Bauhaus e vi chiama Lionel Feininger e Johannes Itten. Quando Hannes Meyer, nel 1928, subentra a Gropius alla direzione del Bauhaus, avviò una trasformazione nella struttura e nell’indirizzo dell’istituto. A Rotterdam il neo-direttore della sezione di arti decorative dell’Accademia chiama Zwart ad occuparsi delladirezione della sezione grafica nel 1929. Zwart arrivò a Dessau il mattino del 9 Dicembre ed instaurò un rapporto di febbrile lavoro con gli allievie di amichevole collaborazione con i colleghi. Piet tenne lezioni e conferenze presso la prestigiosa scuola, fino al 1933 quando, accusato di fare propaganda comunista, verrà licenziato. Per l’olandese sarà un impegno faticoso ma denso di risultati straoridnari. La scuola chiuderà l’11 aprile per le stesse ragioni. Secondo Zwart l’insegnamento artistico dovrebbe adeguarsi ai tempi, tanto che, per esempio, propone di eliminare la pittura artistica per lasciare spazio al disegno sintetico, analitico, alla pubblicità, ai mezzi di produzione moderni, alla tipografia, alla fotografia ed alle loro possibilità espressive, al film e all’introduzione del colore nell’architettura e nello spazio urbano.
<< Anche la formula espressa nel modo più puro conduce ad una espressione di tragica impotenza >> Edificio del Bauhaus a Dessau dove lavoro Piet Zwart.
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01/BIOGRAFIA
L’inizio carriera da designer
F
u proprio la mancanza di una formazione in aula che lo ha portato ad avvicinarsi al disegno e alla tipografia, specialmente in un modo nuovo e non tradizionale. Mentre il disegno della griglia puramente orizzontale, semplice e di immagini era imposta dalla Swiss School of Design nel 1940 e 1950 Zwart inventò una nuova tipologia di gut. Come con la maggior parte dei geni, Zwart come auto-didatta
ha rotto le stesse regole che non aveva mai imparato o, come si sospetta, che non gli importavano. Ha anche sperimentato l’uso della fotografia incorporata nelle sue opere, che lo portò alla creazione di fotomontaggi. Eppure, nonostante avese rotto le regole e sperimentato nuove configurazioni di layout, Zwart era interessato alla leggibilità, perchè secondo lui la tipografia dovesse essere chiara e funzionale. Se si dovesse assegnargli un’influenza stilistica, nel suo lavoro commerciale utilizz i principi fondamentali del costruttivismo e del “De Stijl”. Bisogna guardare il lavoro di Zwart contestualizzato ed influenzato dal design di quel tempo. L’uso dei caratteri e del montaggio sono caratteristiche innovative per l’epoca in cui ha lavorato. Ancora oggi, tale lavoro è stimolante, fresco e unico. La mancanza di una formazione mostra la sua creatività interiore che è unica e viene dal profondo. Bisogna chiedersi se la “difficile” personalità di Zwart è una reazione ai commenti fuori luogo e duri di altri designer a lui contemporanei, che non riuscivano a capire i disegni di Zwart. Mentre il tempo ha dimostrato che lui è un vero creativo, deve essere stato difficile per Zwart subire aspre critiche da parte di ciarlatani e talenti mediocri. É una grande lezione per i progettisti capire che la propria visione 13
01/BIOGRAFIA
L’inizio carriera da designer
creativa non è foraggio per i commenti di altri creativi. Col passare del tempo, la storia sarà il giudice della sua creatività e non le opinioni degli altri designer. La carriera di Piet Zwart nel graphic design è finita nel 1919. Iniziaò come disegnatore per l’architetto Jan Wils, che era un membro del gruppo De Stijl. Due anni dopo è diventato assistente dell’influente architetto olandese HP Berlage, per il quale lavorò per diversi anni, fino al 1927, anno della sua morte. Partecipa ad importanti progetti architettonici ed urbani, appoggiato da Berlage che gli lascia molta libertà. Nel 1921 Zwart progetta un piccolo stand e alcuni contenitori per la Nederlanse Celluloidfabriek, anticipando in certi aspetti il futuro sviluppo di “De Stijl”. Tra i suoi lavori c’è la progettazione di una chiesa cristiana della Scienza, Video by Memphis Film & Television
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un museo comunale a L’Aia e un set per la colazione costituito da forme esagonali e circolari.
01/BIOGRAFIA
Designer indipendente e l’arresto
A
ll’inizio 1927 Zwart chiuse la porta dell’ufficio di Berlage e continuò come designer indipendente con focalizzandosi sull’architettura, un titolo che credette di poter reclamare dopo tanto lavoro da apprendista. Lavorare per NKF e l’insegnamento presso l’Accademia di Rotterdam gli hanno fornito una fonte affidabile di reddito. Dal 1930 in poi lavorò per
l’azienda
Bruynzeel. All’inizio Piet Zwart progettò per loro calendari annuali e altri articoli commerciali.
Piet Zwart è stato il primo a progettare una cucina per producibile industrialmente. Si trattava di elementi standard che potevano essere montati in diversi modi, affinché i clienti potessero configurarli nel modo che più desideravano. Nel 1938, dopo tre anni di ricerca, la sua cucina Bruynzeel venne prodotta. Era un prodotto molto progressista per il suo tempo. Nel frattempo Zwart era stato licenziato dall’Accademia di Belle Arti di Rotterdam nel 1933, dopo aver criticato la riqualificazione di educazione artistica. I suoi pensieri progressisti erano strettamente legati ai metodi innovativi e agli obiettivi della scuola Bauhaus a Dessau, dove insegnò nel 1928. Tra il 1934 e il 1942 Piet Zwart ospita a casa sua vari rifugiati tedeschi, amici conoscenti che soggiornavano in attesa di dover cambiare aria. Il 16 gennaio viene prelevato da due ufficiali della polizia politica tedesca. Verrà internato a Haaren assieme ad altri 800 cittadini di spicco e tenuto in ostaggio, dopo qualche giorno passato a Scheveningen. Verrà poi trasferito a St. Michielgestel, in un seminario cattolico trasformato in campo. Disegna molto, 16
01/BIOGRAFIA
Designer indipendente e l’arresto
ritraendo i suoi compagni di prigionia. Riesce a far avere un autoritratto a sua moglie per il suo compleanno. Dopo la guerra, quando fu rilasciato in virtù di un decreto che libera gli ostaggi con più di cinque figli, si concentrò principalmente sull’industrial design. Si può solo immaginare cosa ha passato durante gli anni di prigionia. Non ha mai parlato di quegli anni, è incredibile come tornò a lavorare in un nuovo campo creativo, completamente diverso da prima. Non ci si può immaginare il suo dolore. Il vecchio detto dice che un artista deve soffrire per la sua arte. Certamente Zwart ha sofferto anche se è difficile dire quanto di esso dolore si stato auto-imposto.
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01/BIOGRAFIA
Il Piet Zwart institute e Riconoscimenti
Z
wart incontra Tschihold nel 1966 a Londra, dove gli viene assegnata la Honorary Distinction of Royal Designer of Industry, premio attribuito a Tschihold l’anno prima. In Olanda ha ricevuto nel 1959 il premio Quellinus per l’opera tipografica; per tutta la sua opera gli è stato riconosciuto, ad Amsterdam, il premio David Roell nel 1964. Nel Luglio del 1960, tiene la sua prima mostra del dopo-guerra,
mostra trattante il lavoro tipografico. L’anno successivo fa seguito la mostra “Piet Zwart/typotekt” allo Stedelijk Museum di Amsterdam e nel 1973 quella dell’Aia, che passerà a Nünster, Zurigo e Colonia. La stessa scuola dove insegnò fino al 1920 e che lo ha licenziato è stata ribattezzata dopo la sua morte “Il Piet Zwart Institute di Willem de Kooning Academy di Rotterdam”. Spesso il cambiamento avviene quando ormai è troppo tardi. Potrebbero essere state queste battaglie personali, il suo io interiore messo più volte in discussione da parte dell’industria, lo stesso che ha portato a una brillante follia che ha guidato la sua incredibile e innovativa creatività. Piet Zwart muore a novantadue anni, il 24 settembre 1977, dopo sette mesi di malattia durante i quali è spesso privo di coscienza. Anche se Piet adesso non è più su questo terra, il suo lavoro e continua a venire citato in diverse occasioni. La sua versatilità e la sua influenza sui designer di oggi ha portato l’Associazione dei designer olandesi a conferirgli nel 2000 il titolo di “Designer del Secolo”. La sua eredità di creativo vive ed è una lezione per i creativi di oggi. La dedizione alla sua visione è una grande insegnamento. Il suo lavoro, se si pensa al tempo e alla cultura del suo periodo di massimo splendore, era un punto di partenza quasi 19
01/BIOGRAFIA
Il Piet Zwart institute e Riconoscimenti
Video by Instructor: Oren Green | Shenkar College 2012. Music: “Bentley’s Gonna Sort You Out” by Bentley Rhythym Ace
<< Ho lavorato come un pazzo, senza uscire alla luce del sole, lavorando fino alle tre di notte e senza mai fermarmi.>> 20
futuristico, ma è comunque riuscito a convincere la gente che la sua visione era il modo migliore per comunicare il messaggio. Ha trascorso la maggior parte del suo tempo alla sua scrivania imponendosi standard elevati e combattendo tutta la vita contro la tendenza barocca che gli era imposta, esaltando il funzionalismo. Si è dedicato totalmente alla creazione di un messaggio chiaro e vivido per l’utente finale. e ci è riuscito. Nonostante nella sua carriera inciampò più volte, ma questo spinse solo la sua fama più avanti. Ci insegna quindi che errori e inciampi sono solo lezioni di vita e dovrebbero sempre spingerci ulteriormente avanti nella creatività.
02/OPERE
Designer
L
a carriera di Piet Zwart nel design grafico ha ottenuto una spinta nell’anno 1919. Aveva cominciato a lavorare come disegnatore per il famoso architetto Jan Wils, un membro del movimento De Stijl. E ‘stato due anni dopo, che si affermò nella posizione di assistente per HP Berlarge, un architetto olandese. Piet finì per lavorare per diversi anni con Berlarge e fu
proprio con questi che lavorò su alcuni dei suoi leggendari primi disegni. Il più famoso di tutti è stato il set per la colazione color verde mela composto da tazze di tè tubolari che poggiano su piatti esagonali. Nel 1933 si dimette dal NKD per
diventare un interior, industrial and furniture designer. Forse era il suo carattere irrequieto o forse solo il suo desiderio di automiglioramento e il suo desiderio di trovare qualcosa appena fuori della sua portata. Un’altra lezione per noi è che si dovrebbe sempre provare a raggiungere nuove vette con i nostri progetti e mai accontentarsi del percorso facile ma di continuare una prima Ikea? Ancora una volta, bisogna pensare al tempo in cui questa è stata progettata. E ‘stato incredibilmente futuristico e stabilisce degli standard che ancora oggi sono utilizzati.
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a cercare la nostra natura creativa per migliorare noi stessi e il nostro design. Dal 1930 in poi l’azienda Bruynzeel lo assunse. In principio Piet Zwart progettò i loro calendari annuali e altri oggetti commerciali. nel 1938, dopo 3 anni di ricerca, progettò La cucina Bruynzeel. E ‘stato molto progressista per il suo tempo. Questa era la prima volta che gli elettrodomestici come un frigorifero e stufa potevano essere integrato nel design in modo pratico.
02/OPERE
Designer
Tutti gli elementi sono stati progettati con proporzioni logiche e come i clienti avrebbero potuto combinarli come più desideravano. Dettagli pratici come contenitori di vetro, un tagliere estraibile e portaoggetti resero la cucina un esempio da manuale di comfort ed efficienza. Un articolo del New City Art descrive il lavoro di Zwart con queste parole: ‘L’enfasi sulla forma piuttosto che sulla decorazione,’ secondo un articolo nel New City Art, dice, ‘non solo recide i legami con il disordine del passato vittoriano, ma identifica gli oggetti di uso quotidiano con i valori di efficienza, durata e distribuzione di massa delle emergenti tecnologie industriali e della comunicazione ».
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02/OPERE
Opera Tipografica
C
ome designer, Zwart era ben noto a causa del suo lavoro per il Nederlandse Kabelfabriek Sia Delft (la Cable Factory olandese di Delft) e per la Postal Telegraph and Telephone olandesi. Oggi, un progettista potrebbe ritenere questi lavori noiosi, ma l’artista ha avuto un grande margine di manovra sulla sua produzione creativa e questa è un’altra lezione per i
progettisti moderni si può prendere La voce più banale e fare un bel disegno. Riuscite a immaginare una società di telefonia che oggi consenta un tale
progetto per il suo catalogo di prodotti? Forse il lavoro di Zwart può essere utilizzato come un esempio di eccitazione che può essere miscelato con qualsiasi prodotto? Piet è stato addestrato come un architetto, ma ha guadagnato fama nel mondo del graphic design. E ‘stato all’età di 36 anni , durante la collaborazione con Wills che Piet produsse il suo primo lavoro sulla tipografia. il primo gli presenta, infatti, il rappresentante olandese di un’azienda inglese, la Vickers House, produttrice di pavimentazioni in gomma per la quale disegna gli stampati commerciali, alcuni cartoncini, un manifesto e, più tardi, un cartellone pubblicitario stradale. “Zagen, Boren, Vijlen” (seghe, trapani e file) è probabilmente il più iconico di questa serie. Ha assemblato lettere, spazi e simboli dalle case di stampa e giocava con loro, risolvendo questo ‘problema di stampa pratico’. Stesso Piet si è nominato elegantemente come typotect che era una miscela perfetta di tipografo e 25
02/OPERE
Opera Tipografica
architetto. I principali fautori di stile distinto di Zwart Erano diagonali forti, colori primari, l’uso di scala, caratteri diversi, e un’attenta asimmetria, respingendo la simmetria fissa convenzionale attorno all’asse centrale. In prima linea nella sua organizzazione degli elementi era la funzione. La Costruzione di pagine leggibili era una questione di ideologia. Voleva liberare il lettore dalla tipografia monotona del passato accentuando le parole nel suo testo. Piet è stato fortemente influenzato nel suo lavoro out -of- thebox dal movimento De Stijl, movimento artistico olandese che ha avuto inizio nel 1907. La sua capacità di attenzione era pari a zero per tutto ciò che veniva insegnato a scuola lo ha portato al percorso di rottura degli schemi. Era come se non conoscesse per niente le regole del design insegnate sui libri. Durante questo periodo ho incontrato il suo vicino Vilmos Huszar che ha co-fondato la rivista De Stijl e disegnato la copertina del primo numero. si sono scambiati idee e si sono impegnati insieme in diversi progetti. Inizialmente si sentiva fortemente attratto i pensieri radicali di Theo van Doesburg e De Stijl, che propagandava un immaginario mondo utopistico. Ma Piet non si fermò pienamente sui pensieri dogmatici del De Stijl. Il suo lavoro era troppo divertente e libero per essere limitato da dogmi. Anche Zwart è stato anche influenzato dal Dadaismo e dall’avanguardia internazionale, in particolare dal Costruttivismo russo. L’energia e la visione di Piet a venire con stili unici-è stato ampiamente apprezzato da alcuni relatori di spicco. 26
02/OPERE
Opera Tipografica
One such statement popped up during a workshop at MIT: Zwart was able to manipulate the oblique perspective in such a way that space was not only activated but made to seem irrational in order to heighten the viewer’s experience of what would otherwise have been an ordinary rectangular room. ~ The Omega Workshop by Judith Collins. Nel 1927 Zwart partecipa ad alcune esposizioni di grafica in Germania con un gruppo denominato “Ring Neuer Werbegestalter”, di cui fanno parte Schwitters, El Lissitzky, Tschichold, Kassak e successivamente Werner-Graeff, Hans Richter, Schuitema, Ernst May e Adolf Meyer. Due anni dopo nel 1929, espone a Magdeburgo alla mostra “Sonderschau neue Typograghie”, dove sono presenti anche Herbert Bayer, Cassandre, van Doesburg, John Heartfield, Ludwig Kassak, Ltàszlò Moholy Nagy. Il 30 novembre 1927 Tschichold informa Zwart della costituzione in Germania di un gruppo di “artisti grafici radicali”, della quale sarebbe stato invitato a prendere parte. Dopo ripetute lettere d’incitazione, Zwart aderisce in tempo per partecipare ad un’esposizione inaugurata il 20 marzo 1928. È la prima mostra dell’associazione e lo stesso anno fanno seguito quelle di Wiesbaden, Barmen, Boschum, Amburgo e Rotterdam. In preventivo per il ’29 altre mostre importanti tra le quali quelle di Berlino, in aprile alla Staatliche Kunstbibliothek, e in agosto la Sonderschau neue Typographie a Magdeburgo. 27
02/OPERE
Opera Tipografica
Nel 1930, l’attivittà espositiva del “Ring” nome dell’associazione si fa meno intensa. In compenso Heinz e Bodo Rasch curano, per la Zaugg & Co di Stoccarda, la Gegesselter Blick: 25 brevi monografie sulla nuova grafica pubblicitaria, ove figurano tutti i membri del gruppo. Zwart’s designs for a book for children on the Dutch Postal Telegraph and Telephone system. Sophisticated, fun and informative. It is an incredible visual, using his favorite bright palette and would be enjoyed by kids even today! Era l’anno 1930 quando fu richiesta a Piet la progettazione di “The Book of PTT ” che doveva insegnare ai bambini in età scolare le basi del servizio postale olandese. Piet voleva solleticare la fantasia dei bambini con il suo design e questo è chiaramente visibile nella progettazione finale del libro. Il suo obiettivo principale era quello di riempire il libro con colori vivaci che attirassero l’attenzione dei bambini. Dopo un’attenta riflessione cercò di colpire il suo pubblico con due ambasciatori del marchio per il suo libro: ‘The Post’ e ‘J. Self ‘. Piet creò due bambole con questi nomi e le disegnò facendoli diventare i protagonisti del libro. Queste due bambole di carta vennero fotografate in più pose e più tardi furono modificate con matite, colori, inchiostro e gesso. Oltre alla fotografia,vennero utilizzati anche collages, disegni e vari tipi di font in diverse dimensioni e spessori. Dick Elffers assistito nel fare le illustrazioni. Piet lavorò duramente per anni su questo libro che fu finalmente lanciato nel corso dell’anno 1938. Si deve capire che in quei tempi non era facile riuscire a portare avanti un tale progetto e questo è il motivo per cui Piet Zwart ha impiegato diverso tempo per completare finalmente il suo pezzo d’arte. Tra il 20 giugno e il 12 luglio del ’31 ha luogo un’importante mostra ad Amsterdam, organizzata da Schuitema, per cui Zwart si occupa di disegnare l’invito mentre il primo disegna il manifesto. Lo stesso anno, riprendendo alcune sue idee nell’opuscolo Reclame per l’agenzia e 28
industria poligrafica Nijgh en Van Ditamr di Rotterdam. Ventisei foglietti stampati
02/OPERE
Opera Tipografica
soli in bianca, piegati a mettà e cuciti con due punti metallici presi nel doppio risvolto di un cartoncino giallo, che copre solo parzialmente la prima e l’ultima pagina, nascondendo nome ed indirizzo della committenza. Nella prima doppia pagina fustella un foro e vi introduce un foglio di cellophane vermiglione che in trasparenza cancella un intricato collage arancione dai molteplici linguaggi pubblicitari e mette in risalto invece la “r” blu di Reclame. A pagina otto, dove in diagonale corre la scritta “Noi pensiamo a fondo ogni problema pubblicitario”, in sovrapposizione alla lista dei servizi offerti, composta con un doppio allineamento a sinistra, introduce un suo autoritratto, dapprima seduto pensoso con un grande collare bianco, poi, nella versione finale, più frontale con il viso completamente scontornato. Dopo il 1933 l’attività in campo tipografico si fa sostanzialmente marginale. Realizza un altro catalogo per la Delft Kabels, composto in due parti e riunito da due bottoni a pressione. La prima illustra la fabbricazione dei cavi; è composta da 48 pagine stampate in quadricromia dove ad una pagina fustellata a rubrica ne segue un’altra più stretta. Gli elementi che costituiscono i vari fotomontaggi sono evidenziati da diversi colori. La seconda parte raccoglie in cinque capitoli le schede tecniche, accompagnate da tabelle tipografiche che per chiarezza e rigore, e per gioco di corpi, caratteri e 29
02/OPERE
Opera Tipografica
pesi, costituiscono l’apice della filosofia funzionale di Zwart. Zwart era interessato alla leggibilità e riteneva che tipografia dovesse essere chiara e funzionale . Se gli deve essere assegnata una qualsiasi influenza , ha usato i principi fondamentali del costruttivismo e “ De Stijl “ nel suo lavoro commerciale. Bisogna mettere il lavoro di Zwart nel contesto del tempo e influenze del design . Il suo uso del scrittura e del montaggio era incredibilmente avanti del suo tempo . Ancora oggi , tale lavoro è stimolante , fresco e unico . La sua mancanza di formazione si presenta come un regalo e creatività interiore che è individuale e viene dal profondo . Bisogna chiedersi se la personalità di Zwart “difficile” , come pessimisti messo , è una reazione ai commenti fuori luogo e rumorosi di altri contemporanei , che non riusciva a capire i disegni di Zwart. Mentre il tempo ha dimostrato che lui sia veramente un grande creativo , deve essere stato difficile per lui a andare avanti con la vita come bersaglio di aspre critiche da ciarlatani e talenti mediocri . E ‘ una grande lezione per i progettisti capire che la propria visione creativa non è foraggio per altri creativi di commentare . Nel lungo periodo , la storia sarà il giudice di grande creatività e non le opinioni degli altri in campo .
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02/OPERE
Fotografia
N
el 1923 Zwart incontrò Schuitema e El Lissitzky che utilizzavano frequentemente, e in questa occasione lo dimostrarono, il nuovo processo di ‘fotogramma’. Zwart ha usato questa tecnica per un breve periodo, ma sentiva che queste foto non completavano il suo lavoro. Nel 1925, a Rotterdam, Zwart aveva conosciuto Schuitema ed insieme a Kiljan scriveranno, nel 1933, l’articolo
“la fotografia come elemento figurativo della pubblicità nel quale affermano che “la forma di un oggetto pubblicitario dev’essere conseguente al contenuto, fermo restando che pure i mezzi tecnici attuali contribuiscono alla definizione della forma stessa “ asseriscono inoltre che”la fotografia permette un’oggettivazione precisa e l’accentuazione di taluni dettagli conduce lo sguardo lungo l’asse dell’argomentazione visuale. Non è la piacevolezza dell’immagine che va ricordata, bensì il suo messaggio”. Nel 1926, in una lettera dice: “Tento vari esperimenti che, credo, non sono mai stati applicati in campo pubblicitario”. Esperimenti che includono un uso innovativo della fotografia, del fotogramma e del fotomontaggio.
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02/OPERE
Catalogo per l’NKF
N
el 1923 Berlage presenta Zwart al genero, responsabile della direzione presso la NKF, Nederlande Kabelfabriek di Delft, con cui avvia una decennale collaborazione. Sorprendentemente Quando Piet Zwart ha iniziato a sperimentare con la tipografia agli inizi del 1920, non era a conoscenza della differenza tra lettere minuscole e maiuscole Durante i suoi primi anni con la tipografia.
Mentre lavora con la Nerderlandsche Kabelfabriek (NKF) a Delft capì che le
sue conoscenze sulla stampa erano poche. Ha imparato le basi della stampa da ragazzo, a 18 anni, quando lavorava come operaio nella tipografia dove stampava le pubblicità per NKF. In gennaio, a casa di Huszar, conosce Kurt Schwitters, giunto in Olanda in occasione della campagna Dada. Tramite Schwitters conosce l’opera di El lisitskij e grazie allo stesso personaggio l’incipiente lavoro tipografico di Zwart trova una nuova dinamica espressione, inizialmente vicina all’esuberanza dadaista, poi vieppiù costruttiva. L’impatto che questo incontro ha sul suo lavoro risulta evidente nei successivi annunci e nel piccolo catalogo agenda del ’24, sempre per NKF, dove appare il suo primo fotogramma. Tra il 1923 ed il 1933, anno in cui viene a interrompersi la collaborazione con la NKF, Zwart disegna poco meno di 300 tra pubblicità e brochure innovative
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02/OPERE
Catalogo per l’NKF
che escono regolarmente dapprima sul mensile Tijdschrift voor electro techniek, poi anche sul quindicinale Sterkstroom entrambi pubblicati all’Aja. Quasi esclusivamente tipografici, fatta eccezione degli ultimi dove scontorna e vela le sue fotografie, di alcuni dove introduce un cavo sezionato e di un paio del ’24-’25 in cui recupera fotogrammi gita realizzati per il piccolo catalogo-agenda. Sperimentò liberamente con le lettere piccole e grandi, cerchi e rettangoli con giochi di parole visivi, allitterazione e la ripetizione per rafforzare il suo messaggio. Il lavoro che Zwart ha fatto per la Società NKF può essere individuato dal suo uso di colori primari, una tipografia pulita sans-serif e foto-montaggio. Forse il culmine della sua carriera di graphic design è il catalogo NKF progettato nel 1927-1928 che è stato stampato in full-color, ed era lungo 80 pagine. Questi avvisi rivelano la persistente capacità di esprimere in perentori termini visuali qualsiasi peculiarità presente in concisi testi che lui stesso redige. La distribuzione asimmetrica degli elementi, all’inizio fortemente eterogenei di corpo, peso e carattere, l’introduzione vieppiù esasperata della diagonale, le grandi campiture di vuoto, fanno si che questi avvisi emergano sistematicamente dal contesto tipografico in cui si vengono a trovare. Il progetto di Zwart è quello di rompere la struttura chiusa della tipografia tradizionale aprendola alle necessità ritmico-dinamiche del testo. Ma per lui si tratta di liberare al contempo il lettore 35
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Catalogo per l’NKF
dalla asservente monotonia che le regole tipografiche hanno impresso alla lettura; vuole insomma che il suo lettore arrivi subito allo scopo, potendo facilmente discriminare ciò che vuole leggere da ciò che vuole tralasciare. “Lo faccio quasi per divertimento, mi rilassa e ne ho molta soddisfazione”. Nel 26 Deve occuparsi di un nuovo catalogo NKF di cui disegna due versioni: una olandese l’altra inglese. Sono significative le tredici brillanti variazioni sul medesimo tema, prospetto a sezione dal cavo deve giostra con orientamenti concordi, discordi, e contrapposti, e la trilogia sul particolare della stratificazione interna del cavo, per la cui espressione ricorre a tre indici diversi: la graffa col bollo, il doppio tratto, il disco. Le fattive immagini scattate con De Gilde, un fotografo professionista, creano costanti conflitti. Jan Tschischold, che da Zwart aveva ricevuto nell’agosto del ’27 una prova di stampa di due pagine NKF ed era ansioso di ricevere l’intero catalogo, gli scrive nel ’28 che trova il catalogo un lavoro eccellente.
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Pagina dal Catalogo Tipografico D.Trio
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er la cooperativa trio, suo abituale stampatore, zwart progetta nel ’30 un catalogo promozionale in occasione dell’ampliamento dell’azienda, catalogo che, nonostante in fase di realizzazione avanzata e rimasto esemplare nell’ambito del settore, non verrà mai stampato. Vi figura un breve saggio, “dalla vecchia alla nova tipografia”, nel quale, dopo un particolare excursus storico, esplicita il suo credo tipografico.
“Anche la tipografia subisce cambiamenti: il suo campo d’azione è enormemente ingrandito. Oltre al libro essa produce i giornali, le riviste, le informazioni, la pubblicità. Essa è uno dei mezzi più attivi nello sviluppo e nell’avanzamento del popolo; in effetti è lei che rende possibile la realizzazione di una cultura di massa. La nuova tipografia, come esige l’importanza del leggere, ricorre a caratteri funzionali. Non necessita ornamenti. Bandisce anche i residui apparentemente innocenti del piacere di decorare, come barre e cerchi, se non assolvono funzione alcuna. La nuova tipografia è elementare. Nega qualsiasi schema formale precostituito, subordina la forma alla funzione; costruisce la pagina col il bianco e con il nero in modo da affermare le tensioni del testo. Oggi vogliamo caratteri più oggettivi; la pubblicità impone una leggibilità aggressiva. Il carattere “bastone” sembra soddisfare in generale meglio questi requisiti, ma solo per il momento, perché la sua forma non è certamente ideale”.
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Pagina dal Catalogo Tipografico D.Trio
E conclude: “se la vecchia tipografia era contemplativa, imitativa, decorativa e individuale, la nuova deve essere attivamente efficace, plasticamente espressiva, elementarmente funzionale e collettiva”. È un ottimo esempio di utilizzo non lineare della tipografia (manifesti di soli caratteri, poesia visiva, titolazioni o insegne…). Attraverso questo oggetto che non è un manifesto, non è un dipinto, non è un esperimento di poesia visiva. È semplicemente una pagina di un catalogo tipografico, che presenta la scelta dei caratteri di una tipografia di den haag nel 1931. Una pagina informativopubblicitaria, insomma. Questo catalogo è una delle più riuscite applicazioni del funzionalismo di de stijl, quello che mondrian e van doesburg chiamavano neo-plasticismo. Ma piet zwart, benché vicinissimo a quell’ambiente, non ne condivise mai del tutto le posizioni, e nemmeno sposò mai la comunque prossima versione bauhaus della medesima idea funzionalista. Come molti di coloro che condividevano lo spirito del suo lavoro, piet mondrian era uno spiritualista, ispirato dall’antroposofia di rudof steiner, che cercava nella pittura l’espressione di una purezza formale altrimenti inattingibile. Dal sublime romantico qui si arriva a una sorta di misticismo, di ricerca dell’uno, dell’assoluto. Il bauhaus, a sua volta, non è lontano da concezioni di questo genere. L’antroposofia influenza anche kandinsky, per non dire di johannes itten, che prende una netta tangente orientalista – sino al litigio con gropius. Certo, le posizioni sono poi diverse, e non si può riportare tutto il bauhaus a queste fughe, ma all’interno dell’idea stessa del funzionalismo continua ad agire una metafisica del sublime che idealizza una sorta di forma pura, da ritrovarsi comunque, in qualsiasi tipo di progetto, magari come essenza della funzione a cui si sta cercando di dare forma. Prima di cercare radici metafisiche, torniamo a den haag, nel 1931, nei panni del proprietario della tipografia drukkerij trio, di cui questa era una pagina pubblicitaria. Ai suoi occhi, questa pagina aveva principalmente due funzioni: la prima è quella di far vedere al pubblico la varietà di caratteri con cui la tipografia può stampare e la qualità della stampa che può 39
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Pagina dal Catalogo Tipografico D.Trio
ottenere, anche a colori; la seconda è quella di mostrarsi progressista e in linea con il proprio tempo, à la page, insomma. La pagina di zwart, con tutta la sua fama, non arriva però sino a noi come uno straordinario esempio di come vadano strutturate le pagine dei cataloghi tipografici. Sono certo che la maggioranza delle persone a cui questa immagine è comunque nota non ricordino nemmeno quale fosse la sua funzione (il che, per un funzionalista, può apparire un bello scorno!). Ai loro occhi questa è un’elegante costruzione astratta nello stile di quegli anni: un’immagine che può facilmente essere presa come simbolica della grafica di un’epoca, e dell’immaginario visivo dominante in un certo ambiente culturale di quegli anni. Zwart ha un problema di comunicazione visiva e lo deve risolvere: deve costruire, attraverso dei caratteri tipografici, una composizione interessante e contemporeanea. La contemporaneità è per lui (molto comprensibilmente) quella che viene espressa da questo genere di forme, che sono in realtà anche semplicemente lì, a disposizione, visivamente interessanti pure se non se ne sposa l’ideologia. Zwart, dunque, le usa con disinvoltura, anche con una certa giocosità. Ci parla semplicemente del presente, e dell’importanza visiva della composizione. Deve usare le lettere, perché sono quelli i suoi mattoni da costruzione, e ne studia le forme, integrandole nella struttura complessiva. In questo catalogo c’è tutta l’eleganza del funzionalismo senza il peso della sua ideologia, e zwart sembra giocare con quello che i suoi colleghi stanno invece prendendo terribilmente sul serio. 40