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TERRITORI INTERNI PIANIFICAZIONE INTEGRATA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE: METODOLOGIE, APPROCCI, APPLICAZIONI

MAURIZIO CARTA DANIELE RONSIVALLE

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PRIN 2013/2016 PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE Progetto grafico di Sara Marini e Vincenza Santangelo Copyright © MMXV ARACNE editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it

Unità di Ricerca Università IUAV di Venezia Università degli Studi di Trento Politecnico di Milano Politecnico di Torino Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Università degli Studi di Napoli “Federico II” Università degli Studi di Palermo Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara Università degli Studi di Camerino

via Quarto Negroni, 15 00040 Ariccia (06) 93781065 ISBN 978-88-548-8035-1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. Il volume contiene ricerche condotte nell'ambito del PRIN 2011 "Re-cycle Italy. Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio", del Laboratorio di Sviluppo Locale | SicaniLab di Bivona e del Master di II livello in Pianificazione Integrata per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio I edizione: dicembre 2015

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INDICE

INTRODUZIONE I territori dell'innovazione locale: dalla ricerca allo sviluppo sperimentale Maurizio Carta, Daniele Ronsivalle

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RE-CYCLING INNER LAND: PARADIGMI E PROSPETTIVE Innovazione, Circolarità e Sviluppo Locale. La sfida dei territori interni Maurizio Carta

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Lo sviluppo locale non è un'ovvietà, non è un luogo comune Giovanni Panepinto

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Zero esternalità per la pianificazione integrata. La valutazione strategica per la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e ambientali dei territori interni Daniele Ronsivalle

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SVILUPPO LOCALE: METODOLOGIA E PROCESSI

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La prospettiva “rurbana” nello sviluppo regionale: risorse, opportunità e nodi per le aree interne della Sicilia Ignazio Vinci

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Marginalità e sviluppo locale: il caso di Bivona Vincenzo Provenzano

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Il Ruolo del Paesaggio e del Patrimonio Culturale per la Valorizzazione del Territorio Alessandra Badami

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Il territorio dei Monti Sicani. Il sistema delle risorse territoriali per l'attivazione di politiche di sviluppo locale Annalisa Contato, Marilena Orlando Filiera della conoscenza, innovazione ed imprenditorialitĂ Umberto La Commare

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RI-PENSARE I MONTI SICANI: APPLICAZIONI E SPERIMENTAZIONI DI PIANIFICAZIONE INTEGRATA Permanenze, resistenze, adattamenti. Il riciclo e la "lentezza" come strategie di metamorfosi per i Sicani Barbara Lino

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La greenway dei Sicani Andrea Carubia, Francesco Gravanti, Emanuele Messina Maria Teresa Pollara, Pietro Sardina

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170 Le stazioni del gusto: coesione territoriale e opportunitĂ di sviluppo Salvatore Cimino, Giorgio Cuccia La VAS come strumento per la progettazione sostenibile Luca Torrisi

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Riferimenti bibliografici

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Note Biografiche

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LA VAS COME STRUMENTO PER LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE Luca Torrisi

La rilevanza di normative e fondi sulla progettazione: la situazione in Sicilia verso una nuova prospettiva operativa La valutazione ambientale strategica (VAS) è strumento, a carico del soggetto proponente, di tipo compilativo mirante a connettere le tematiche ambientali con quelle della pianificazione mediante la verifica di assoggettabilità (screening), ove necessario, e la fase preliminare (scoping) quale traccia per la successiva stesura. Segue il rapporto ambientale ed il successivo svolgimento di consultazioni dei soggetti coinvolti per la conseguente comunicazione al proponente. Tale iter, di carattere valutativo e decisionale, presume un regolare monitoraggio non solo lungo l’iter procedimentale della VAS ma anche ex-post, favorendo una costante e continua conoscenza e informazione. Il processo della VAS, attraverso le norme di programmazione europea, seguite dalla interpretazione prima nazionale e poi regionale, contempera pianificazione e valutazione facendo leva sugli effetti di piani e programmi sull’ambiente naturale non limitandosi alla valutazione dello stato attuale. Le strategie comunitarie per lo sviluppo sostenibile hanno guardato all’integrazione della dimensione ambientale nei processi decisionali strategi-

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ci; pertanto le normative, europea e poi nazionale e regionale, guardano ad una strategia che muova dall’elaborazione di piani e progetti, sia pubblici che privati, per la definizione della valutazione ambientale strategica. Per piani e progetti afferenti a soggetti privati, la redazione della VAS fa carico alla istituzione pubblica territoriale. La Direttiva della Comunità Europea 2001/42/CE, sull’operatività dal punto di vista ambientale nei processi decisionali strategici, costituisce l’originario provvedimento normativo in ambito comunitario. Pone le basi per l’applicazione della valutazione ambientale strategica per piani e programmi, al fine di tenere in considerazione le necessità ambientali interpellando gli enti pubblici in fase realizzativa, nell’intento di perseguire gli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, della protezione della salute umana e dell'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Ad integrare le norme in materia di valutazione ambientale è intervenuta la Direttiva 2008/1/CE che fissa l’obbligo del soggetto proponente di munirsi di autorizzazione per attività industriali agricole dall’alto potenziale di inquinamento. Il rilascio di tale autorizzazione soggiace al preventivo accertamento delle condizioni ambientali. Al riguardo è fatto obbligo alle imprese di prevenire e, in ogni caso, ridurre l'inquinamento causato. Le suddette norme comunitarie sono state recepite, in ambito nazionale, dal Testo Unico per l’ambiente, decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152, che disciplina le procedure concernenti l’applicazione della valutazione ambientale strategica (VAS) per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione integrata ambientale (AIA). La norma mira a garantire la qualità della vita umana mediante la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Successivamente, i decreti legislativi 4/2008 e 29 giugno 2010 n.128 hanno aggiornato il decreto del 2006 introducendo nuove disposizioni correttive ed integrative: il primo fissa il pieno e corretto adempimento delle Direttive europee in materia di VIA e VAS e prevede un complessivo ridisegno delle procedure di formazione dei piani urbanistici; il secondo recepisce la direttiva 2008/1/CE ma lascia immutate le disposizioni del D. Lgs. 59/2005. Sulla scia delle sopra richiamate normative comunitarie e nazionali, la normativa siciliana si pone l’obiettivo di affrontare il tema ambientale in termini di incremento della multidisciplinarietà dell’approccio. Il Decre-

to Presidenziale della Regione Siciliana n. 23 del 8 luglio 2014 introduce il “Regolamento della valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi nel territorio della Regione Siciliana” e recepisce in particolare le norme in materia ambientale del decreto legislativo 128/2010, che modifica ed integra il precedente decreto legislativo 152/2006. L’autorità competente in materia di piani e programmi riguardanti la pianificazione territoriale e la destinazione urbanistica è il Dipartimento regionale urbanistica dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. La normativa regionale conferma che la procedura VAS debba essere avviata dall’autorità procedente contestualmente al processo di formazione del piano o del programma, ovvero all’avvio della relativa procedura amministrativa e, comunque, durante la fase di predisposizione della stessa. Infine, la delibera n.119 del 6 giugno 2014 della Giunta Regionale Siciliana approva il “Regolamento della valutazione ambientale strategica dei piani e programmi”, di cui alla precedente legge regionale n. 26/2012 ed aggiorna e regolamenta la procedura al fine di affrontare, con maggiore efficacia e nel rispetto dei tempi procedimentali, la gestione territoriale e l’elaborazione dei piani urbanistici. La valutazione delle norme in materia ambientale conferma come la VAS costituisca la parte essenziale dell’intero iter di adozione ed approvazione del piano o programma; pertanto, eventuali provvedimenti di approvazione adottati senza il rispetto della procedura VAS, ove risulti prescritta, possono essere annullati in quanto illegittimi.

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Durante l’ultimo decennio, prima in Italia e poi in Sicilia, sono state recepite le normative comunitarie inerenti alle questioni ambientali che hanno conferito alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) un ruolo cardine di garante della sostenibilità ambientale. L’obiettivo è quello di affrontare con maggiore efficienza e velocità la gestione territoriale tenendo in considerazione l'ambiente, così da rendere la valutazione un mezzo concreto che affronti il tema ambientale non solo sotto l’aspetto meramente tecnico, ma che consenta un confronto con altri settori della conoscenza di tipo architettonico, urbanistico, ingegneristico, economico e agroforestale. Risulta pertanto necessario «delineare un nuovo modo di usare e configurare il territorio coerente con i bisogni reali della collettività» (De Carlo, Marini, 2013) basandosi su componenti già esistenti sul territorio capaci di attivare altri tessuti, nonché approcciarsi ad un’alta intensità trasfor-


mativa e ad un approccio reticolare che sfruttino il Re-cycling, in grado di attivare funzioni, l’Hyper-cycling & Reactivation che opera su più cicli di vita in contemporanea e il contributo di un protocollo che consenta di arrivare alla fase di pianificazione facendo leva sulla teoria su cui il progetto si costituisce. Per fare ciò è necessario intervenire coerentemente con i mezzi di supporto forniti dalle normative riguardanti la VAS e dai fondi su varia scala (comunitaria, nazionale e regionale) al fine di ottenere non solo una coerenza con la programmazione intrapresa nel settennio 2014-2020, ma anche risorse differenti da quelle monetarie di tipo pubblico e privato. Come accennato, la VAS, tramite le norme comunitarie, ha assunto una caratura sempre più preponderante all’interno della questione ambientale. L’iter di centralità in quest’ambito ha come fulcro la Direttiva della Comunità Europea 2001/42/CE, con cui, all’interno dei processi decisionali strategici, vengono messe in evidenza le azioni di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, ottenendo così una tutela non solamente della salute umana, ma anche dell’uso delle risorse naturali. Le successive norme comunitarie che guardano al tema ambientale, muovono dalla Direttiva del 2001 ed analizzano le attività industriali che posseggono un elevato potenziale di inquinamento da tenere sotto controllo tramite azioni locali di monitoraggio e salvaguardia. L’incidenza della qualità ambientale all’interno della pianificazione strategica votata alla sostenibilità viene recepita anche a livello nazionale. Vengono introdotte le procedure di Valutazione Ambientale Strategica, Valutazione di Impatto Ambientale e Autorizzazione Integrata Ambientale, garantendo così la salvaguardia e il monitoraggio del regime ambientale, cosicché i tecnici abbiano uno strumento di controllo sulla qualità di piani e progetti. I tecnici devono essere coadiuvati dai politici e dagli amministratori non giustapponendo le mansioni, ma integrando le competenze, in modo da rendere conto diretto e continuo alla comunità referente, per una esaustiva pianificazione partecipata (De Carlo, Marini, 2013). In una fase successiva, viene rafforzata la centralità di VIA e VAS in tema ambientale, coerentemente con le Direttive europee nella valutazione e nella qualità ambientale, puntando sulle condizioni di salubrità e sulla salvaguardia e sul miglioramento delle condizioni ambientali ed il controllo dell’uso delle risorse naturali proprie del territorio. Con l’introduzione obbligatoria della VAS, le prassi partecipative sono elementi fondamentali per la formazione dei piani urbanistici (Trombino, 2010).

Nel contesto regionale vengono recepiti i parametri ambientali comunitari e nazionali, facendo sì che la VAS diventi elemento cardine dell’intero iter di adozione ed approvazione di piani e programmi in linea con le normative

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Tabella relativa alle norme comunitarie, nazionali e regionali che regolamentano la VAS

nazionali. Ad oggi, però, la VAS risulta essere un elemento di carattere solamente compilativo, lontano dalla fase pratica della pianificazione che consentirebbe l’attuazione di buone pratiche della pianificazione che definiscono un modus operandi che non sia standardizzato ma che guardi alla buona progettazione senza tralasciare gli elementi che tipicizzano il territorio. Gli strumenti operativi per perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale vanno ricercati non solo nella pianificazione partecipata ma


anche nella programmazione che, a scale differenti, da quella europea a quella nazionale e regionale, si propone di affrontare le suddette tematiche. Il principio stesso della pianificazione deve cominciare da una ponderata e scrupolosa analisi dei caratteri presenti nel sito di analisi, guardando alle necessità degli interventi, in cui tutti i soggetti, dall’istituzione politica, alle amministrazioni fino ai cittadini, sono «direttamente ed ugualmente coinvolti nel processo delle decisioni» (De Carlo, Marini, 2013). In questa ottica, la VAS non deve essere uno strumento tra i tanti, bensì la garanzia di un elevato livello qualitativo di piani e programmi nell’ottica della protezione ambientale. Per fare leva su risorse differenti dai finanziamenti privati o pubblici, è necessario muovere dalle risorse stanziate a livello comunitario, nazionale e regionale, relativamente alla programmazione 2014-2020. La strategia Europa 2020 vuole incrementare il processo di crescita, ponendo le condizioni utili alla sostenibilità dello sviluppo. All’interno di Europa 2020 si mira al superamento della crisi economica in cui versano attualmente molti dei paesi della comunità europea e, inoltre, ad incrementare il modello di crescita, dettando le condizioni per una crescita più sostenibile. In particolar modo, per quel che riguarda la sostenibilità ambientale, si distinguono il programma del sistema di finanziamento integrato Horizon 2020, destinato prevalentemente alle attività di ricerca della Commissione Europea con una possibilità di finanziamento di circa 80 miliardi nel settennio 2014-2020 per innovazioni legate per lo più al settore scientifico, nonché alle scoperte e ai primati mondiali in modo da incrementare l’apporto di idee innovative dal laboratorio al mercato e Life 2020, che tratta più specificamente le tematiche ambientali partendo dai principi di ricerca e sviluppo espressi da Horizon per lo sviluppo di obiettivi generali quali il passaggio ad un’economia efficiente in termini di risorse, in cui vi siano minori emissioni di carbonio e si faccia fronte ai cambiamenti climatici; ciò per contribuire alla protezione e al miglioramento della qualità dell’ambiente e all’interruzione e all’inversione del processo di perdita di biodiversità. A livello nazionale, per le strategie di sviluppo locale, i Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile concorrono all’attuazione degli obiettivi posti dalla Strategia 202020, dettandone azioni pratiche e progetti che il Comune metterà in atto in collaborazione con altri Comuni, così come previsto dall’adesione al Patto dei Sindaci. In particolare, l’azione del PAES

prevede la diminuzione delle emissioni di gas serra del 20%, la riduzione del consumo di energia del 20% e l’incremento dell’uso delle energie rinnovabili, portando al 20% il consumo totale europeo generato da fonti rinnovabili. Tutto ciò deve avvenire in base ai tempi di attuazione e delle responsabilità dei soggetti coinvolti. Invero, tramite l’azione dei PON Metro per le aree metropolitane e della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), si attua una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile del territorio e, soprattutto per le aree interne, capace di creare lavoro, realizzare inclusione sociale e ridurre l’abbandono del territorio in linea con gli obiettivi e le strategie della costituenda Agenda urbana europea, che identifica le aree urbane come territori chiave per cogliere le sfide di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile proprie della Strategia Europa 2020. Nello specifico, il PON aree metropolitane mira ad uno sforzo comune e cooperativo tra le città destinate, tramite i percorsi normativi in essere, a divenire il perno dell’area metropolitana circostante, al fine di ottenere modalità di approccio più coerenti e risultati concreti nel miglioramento di qualità ed efficienza dei servizi urbani e dell’integrazione della cittadinanza, in base ad opportunità e problemi che le accomunano su questioni di fondo, anche all’interno di diversità che le caratterizzano. Altresì la SNAI mira ad un processo che superi la marginalizzazione attraverso interventi di sviluppo locale finanziati con i fondi comunitari disponibili (FESR, FSE, FE-

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Arredo urbano: Lotus


ASR, FEAMP) con una priorità negli ambiti relativi alla tutela del territorio, alla valorizzazione delle risorse naturali e culturali e turismo sostenibile, ai sistemi agro-alimentari e di sviluppo locale, al risparmio energetico e alle filiere locali di energia rinnovabile, nonché all’artigianato. La Sicilia, per ciò che riguarda le strategie in ambito regionale, utilizza i POR per la definizione di strategie che prescrivono una corrispondenza tra innovazione e sviluppo, sfruttando la competitività dei sistemi produttivi territoriali e sociali che inneschino processi di sviluppo tramite strategie che guardano al consolidamento della competitività dei sistemi produttivi e della ricerca e, altresì, allo sviluppo sociale e della qualità della vita. Questo avviene tramite cinque sfide legate al rafforzamento delle misure anticicliche, alla competitività dell’economia siciliana, alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico regionale, al miglioramento della qualità della vita e, infine, alla sostenibilità ambientale e alla qualità dei servizi ambientali. Questo avviene tramite interventi che possano favorire la struttura produttiva regionale valorizzandone le eccellenze qualitative. Realizzazione progettuale: abaco delle forme In fase progettuale è necessario considerare la pianificazione partecipata, quale strumento di coinvolgimento dell’intera popolazione (sia amministrazione pubblica che cittadini) alle tematiche riguardanti i processi pianificatori e progettuali, interessando prettamente chi vive e abita quegli

spazi. Oltre ai processi partecipativi, per una progettazione strategica sostenibile, è necessario mettere a sistema i luoghi, intesi come ambiti progettuali, in modo da ottenere delle relazioni che vadano aldilà di epifenomeni isolati, ma che siano ‘rami’ afferenti ad una ‘rete’ centrale. Inoltre, oggigiorno, non è più possibile fare affidamento in maniera totale ai semplici sovvenzionamenti di carattere pubblico e privato, ma è necessario intervenire tramite azioni differenti che portino ad una pianificazione con una spesa pressoché nulla. Pertanto la pianificazione deve intervenire facendo leva sui produttori, quali risparmiatori di energia; sulla redditività, sia essa di natura commerciale, direzionale o immobiliare; sulla qualità ambientale usufruendo ad esempio della produzione energetica dovuta al riutilizzo di materiali di scarto; sul contributo alle sfide al cambiamento climatico in diretto collegamento con la programmazione dettata dalla Strategia 202020 in seguito al Protocollo di Kyoto e, infine, sull’innovazione e sulle sfide sociali sul pianeta. Questo porta ad una piena integrazione progettuale che guardi alla sostenibilità non solo ambientale ma anche socio-economica che vada al di fuori dei meri confini amministrativi, potendo usufruire di strumenti come la VAS: non più mnemonico garante

Arredo urbano: Edo

Jyväskylä: City of light

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della qualità ambientale dell’azione progettuale, ma strumento per superare i rischi di parcellizzazione derivanti dalle logiche limitate e datate dei singoli piani regolatori generali, mediante le letture integrate e sinergiche dei territori presi in esame nel loro insieme e nelle loro specificità. Il processo di pianificazione e valutazione della VAS, in coerenza con i principi programmatori, non deve limitarsi alla valutazione degli sviluppi attuali, bensì deve guardare prospetticamente verso gli accadimenti futuri al fine di valutare gli effetti di piani e programmi sull’ambiente naturale. Questo perché la città, pur mantenendo pressoché inalterata la sua conformazione, è in continua evoluzione in scala architettonica. La VAS può divenire elemento inscindibile della pianificazione strategica indirizzata verso la valorizzazione delle risorse territoriali, nel contesto dello sviluppo sostenibile, tramite regole procedimentali che consentano di applicare la stessa a casi reali di trasformazione, di esplicitare soluzioni capaci di migliorare la vita urbana a varie scale, da quella regionale a quella di quartiere, passando per la dimensione cittadina. L’approccio progettuale, che vada alla ricerca di soluzioni attuabili all’interno del contesto della pianificazione, è volto alla costruzione di un abaco che consenta di determinare le situazioni idonee alle complesse variabili che incidono sulla strategia territoriale. Ma che ruolo può assumere un abaco all’interno della pianificazione strategica? Semplicemente, un aba-

co di interventi può costituire un elemento ordinatore all’interno di un sistema complesso. Come avviene nella tassonomia, la classificazione degli esseri viventi effettuata dal naturalista svedese Carlo Linneo è servita a catalogare in maniera univoca ogni elemento appartenente a tale insieme, così da poter facilmente inquadrare un animale secondo la specie, il genere, la famiglia, l’ordine, la classe, il phylum e il regno di appartenenza. L’abaco degli interventi, alla stregua del Systema Naturae ideato da Linneo, si pone quale strumento astratto che ponga un ordine all’interno del sistema della progettazione, riponendo delle indicazioni progettuali nel sistema strategico della pianificazione. Questo consente di dettare delle soluzioni in considerazione dell’ambito di intervento descritto, unilateralmente con le possibili specificità poste dall’azione partendo da un set di indicatori scelti tra quelli dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale su temi complessi come energia, suoli, aria, acque, biodiversità, rifiuti, salute, cultura e identità. Questo serve a rendere la VAS multidisciplinare e conforme nella sua complessità, così da prendere le mosse dall’individuazione di un set di indicatori, già proposti dall’ISPRA ottenendo una check-list che porti alla «adozione di principi e perseguimento di strategie che si traducono nell’assunzione di azioni specifiche mirate alla protezione, gestione e pianificazione del territorio» (Carta in: Ronsivalle, 2007). La base di indicatori

Rotterdam: Solar Road

Berlino: Potsdamer Platz

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si traduce in un’indicazione pratica per piani e progetti da applicare in fase progettuale, comprendenti diversi ambiti di intervento. Così per l’energia, come produzione da fonte rinnovabile e emissione di gas serra, in maniera concorde con la Strategia 202020, nonché per la rete di trasmissione dell’energia elettrica. Ed ancora, la tutela di natura ambientale che guardi alla presenza di attività estrattive, di suoli soggetti a contaminazione e relativi stabilimenti a rischio incidente, nonché all’azione di fattori legati all’attività antropica che condizionano la sostenibilità, come nel caso delle acque sotterranee e quelle reflue oltre alla produzione di rifiuti. In termini di tutela ambientale e paesaggistica, è necessario considerare la presenza di superfici forestali e aree agricole di pregio, se non acque dolci e coste balneabili che risultano essere caratteri fondamentali per la tipicità di un sito. Il che si coniuga con la tutela del patrimonio culturale, quale elemento di ricchezza territoriale, definito da aree archeologiche vincolate e beni di interesse culturale, senza sottacere le risorse naturali costituite dalle specie floristiche e faunistiche, nonché dagli habitat. Selezionati gli indicatori, relativi a campi disciplinari differenti, vanno individuate azioni che consentano di realizzare gli interventi descritti, coerenti con i piani vigenti così che diventino il trait d’union tra la pianificazione esistente e i piani e progetti di successiva realizzazione. Definiti gli ambiti di intervento, si individuano specifiche soluzioni che pos-

sano influire nel raggiungimento degli obiettivi che tali indicatori pongono. La loro individuazione non può prescindere dall’analisi del sito in cui si inseriscono e dall’apporto che possono dare in termini di caratteristiche. L’obiettivo è mirare ad una pianificazione che tenga in considerazione non il valore assoluto del cambiamento apportato, bensì un differenziale che evidenzi il rapporto tra le migliorie apportate da piani e progetti e lo status antecedente alla loro realizzazione. Se dovesse prendersi in esame un edificio, si definirà una distinzione secondo il contesto urbano a cui questo appartiene, muovendo dalla distinzione tra: città storica, che risente prevalentemente di alcuni vincoli delle normative tecniche per i centri storici secondo cui, in particolare, è impossibile aumentare la volumetria della fabbrica suddetta; città consolidata, con una sua conformazione già definita; espansione urbana. In caso di interventi che riguardano l'interfaccia mare-terra, sarà necessario effettuare una distinzione tra aree di costa, area portuale e mare aperto, in quanto vi sono delle differenze sia nelle funzioni che nell’azione del moto ondoso. Questi interventi, pertanto, costituiscono un elemento ordinatore all’interno delle condizioni di progettualità in cui risulta necessario individuare le «ragioni per cui distinguiamo un elefante da un armadillo» (Eco, 1997) perché ogni tipologia di intervento deve essere associata univocamente alla

Barcellona: Parco El Garraf

Copenaghen: Gemini Residence Frøsilos

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risoluzione di una questione dettata dalle complessità delle forme. Il che costituisce la rappresentazione razionale e la più compiuta possibile delle specificità dei caratteri del territorio e, in quanto tale, finisce per essere strumento flessibile di analisi e di comparazione così da non costituire un elemento vincolante alla progettazione, quanto piuttosto strumento avanzato di comprensione e di analisi. Assumendo come esempio, a riguardo, il caso della tematica Energia e, in particolare, in riferimento all’indicatore ISPRA della Produzione di energia da fonte rinnovabile/consumo interno lordo, vengono individuate le possibili soluzioni che riescano ad incrementare la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili in relazione al consumo finale lordo da conseguire entro il 2020. Tenendo sempre in considerazione che per questo parametro, così come per gli altri che sono stati attenzionati, sarà necessario guardare non al mero valore della quantità di energia prodotta tramite FER, bensì al valore differenziale inteso come la differenza tra la situazione dopo che l’intervento sia stato realizzato e sia completamente efficiente, e la situazione prima della realizzazione di tale intervento. Pertanto l’attuazione dell’energia rinnovabile può comprendere un vasto novero di soluzioni come l’illuminazione a LED e il relativo controllo di accensione e spegnimento, nonché l’impianto a biomassa, le

Madrid: Matadero

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Le tematiche interdisciplinari considerate all’interno della VAS, portano alla selezionie di un set di indicatori scelti tra quelli dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

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smart grid, gli impianti di tipo geotermico, eolico e cimoelettrico e, infine, le strutture verticali di sostegno e le coperture. Vari ambiti di attuazione, quindi, che contribuiscono in maniera differente e su differenti scale e ambiti di intervento alla concretizzazione del target espresso. Per ogni soluzione, però, non sarà possibile adoperare sempre lo stesso tipo di intervento perché le situazioni saranno come «una galassia in espansione» ma di cui «si possano fornire le equazioni fondamentali» (Eco, 1997). Dunque per ogni soluzione è necessario determinare le forme più consone all’ambito di intervento, come nel caso dell’illuminazione a LED, che viene trattata differentemente nel caso si parli di città storica, città consolidata o espansione urbana. Infatti nel primo caso è necessario fare riferimento alle normative dei centri storici e, in particolar modo alle forme dell’illuminazione già presente all’interno di questa parte di città. Quindi, pur mantenendo la forma pressoché consona al resto delle luminarie, sarà necessario renderla efficiente annullando la luce rivolta verso l’alto, concentrandola il più possibile sulla strada e i passaggi pedonali e quindi verso il basso. In un’area consolidata in cui vige un rigore normativo meno influente, sarà possibile adoperare soluzioni differenti, con luci a LED alimentate dalla sotterranea rete metropolitana. L’espansione urbana ha una maglia più diradata rispetto alla città compatta; sarà quindi possibile adoperare un sistema di illuminazione che catturi l’energia solare durante

il giorno attraverso il sistema fotovoltaico e riesca a convertirlo in illuminazione durante le ore notturne. La soluzione tecnologica e progettuale da adoperare non dev’essere rigidamente vincolata dall’analisi dei temi nonché dalle forme esplicitate dall’abaco, ma serve a ricavarne una migliore conoscenza dando al progettista una maggiore autonomia che parta dalla consapevolezza dell’obiettivo progettuale da raggiungere e di quali siano i fattori normativi e progettuali di cui tenere conto. Le soluzioni progettuali individuate devono essere di volta in volta parametri che possono modificarsi, in relazione alla gamma di soluzioni che l’intervento può comportare. In alcune occasioni è necessario tenere presente che, nell’abaco delle forme, sia possibile riscontrare un’unica funzione possibile; nella fattispecie, è necessario rimandare alle amministrazioni e alle normative di dettaglio di livello nazionale e regionale. In altri casi sarà possibile mettere in sinergia le soluzioni affinché la ‘vita’ degli elementi analizzati venga vista come un’energia potenziale prolungata nel tempo, tramite trasformazione e riutilizzo, non limitata alla sola prima fase di ‘produzione’. Infine, alcune soluzioni contrastano con l’idea di un intervento che duri nel tempo, il più a lungo possibile, in quanto risultano ultimative. È il caso dell’impianto a biomassa: bruciando i residui forestali e della produzione di legname non è possibile apportare ulteriori soluzioni per incrementare il processo di trasformazione.

San Francisco: California Academy of Sciences

Ningbo: Centre for Sustainable Energy Technologies

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Best practices per la sostenibilità In un contesto culturale, economico ed ambientale come quello contemporaneo, è necessario apportare dei cambiamenti innovativi all’interno del sistema della pianificazione, che riescano ad intervenire tramite l’adozione di «un modo di operare nuovo che ha grandi effetti sugli spazi di vita» (Ricci, 2012). Ad oggi ci sono differenti esempi progettuali che partono dall’idea di una progettazione sostenibile, affinché la qualità architettonica non sia solo un mero esercizio progettuale legato alla forma, ma guardi alle esigenze socio-economiche di una riduzione dei consumi, nonché al pieno utilizzo delle risorse territoriali e ambientali. Un primo cambiamento del punto di osservazione della progettazione è fornito da innovativi sistemi di arredo urbano che sfruttano il fotovoltaico: come nel caso del progetto Lotus, prodotto dall’azienda bergamasca LumineXence, per la ricarica delle auto elettriche; oppure Edo che è costituito da un sistema di pannelli fotovoltaici posizionati a ventaglio che funzionano come un vero e proprio sistema di schermatura luminosa e, nel contempo, catturano l’energia solare durante la giornata, per restituirla sotto forma di illuminazione stradale durante la notte. Ma non è l’unico caso relativo all’illuminazione: infatti presso Jyväskylä, in Finlandia, iGuzzini Italia ha realizzato City of light, progettando lo skyline notturno della città in particolare in aree ben precise della città, utilizzando l’illumi-

nazione a LED e un sistema di accensione e spegnimento automatizzato che permette un basso impatto sui costi del consumo dell’illuminazione urbana. Tramite l’utilizzo dei pannelli solari, a Rotterdam, è stata progettata la pista ciclabile fotovoltaica Solar Road con la duplice funzione di pavimentazione per le piste ciclabili in vetro, sotto la quale sono poste celle solari in silicio, inserite all’interno di una struttura in calcestruzzo, per la produzione di energia atta ad alimentare l’illuminazione pubblica e rifornire la rete generale. Un annoso problema è quello legato all’utilizzo delle acque, ove è sempre maggiore lo spreco e il loro inefficiente utilizzo, anche a causa della differente distribuzione globale. Una possibile soluzione è stata adottata a Potsdamer Platz, a Berlino, attraverso il progetto dell’Atelier Dreiseitl che combina il drenaggio delle acque piovane con un progetto di waterscape con un sistema di aree ricreative che unisce il valore ambientale dell’acqua a quello artistico-culturale. Anche per ciò che concerne il trattamento dei rifiuti è necessario adottare nuovi paradigmi progettuali che consentano di trarre dei benefici da prodotti ritenuti di scarto. Un esempio è quello dell’intervento paesaggistico della Vall d’en Joan a Barcellona dei due architetti Batlle i Roig, per il parco El Garraf. Il lavoro di questi architetti e paesaggisti ha consentito la conversione della storica e più grande discarica di Barcellona, chiusa per

Madrid: Residenze Carabanchel

Roma: Sport Center

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saturazione dal 2006, in un parco naturale che incide positivamente sia sul paesaggio che sull’aspetto sociale con la progettazione di un nuovo spazio pubblico. Ma non solo: attraverso il trattamento dei rifiuti che caratterizzavano l’area (ormai nascosti perché al di sotto dello strato impermeabile superficiale costituito dal parco), è possibile la produzione di metano che si stima pari a 550 milioni di metri cubi in dieci anni (www.phpositivo.com). Affinché risulti efficiente il pieno sfruttamento del territorio in termini di sostenibilità, è necessario non limitarsi a guardare l’aspetto urbano ma, risulta incisivo l’apporto anche ad una scala inferiore, come quella architettonica. Risulta, innanzitutto, necessario combattere il fenomeno della desertificazione urbana, tramite il riutilizzo di edifici dismessi, anche con una funzione differente rispetto a quella iniziale, come nel caso del Gemini Residence Frøsilos a Copenaghen del gruppo di architetti e progettisti urbani di Rotterdam MVRDV, che hanno convertito dei silos, ormai inutilizzati, per la realizzazione di due edifici residenziali. O ancora il Matadero di Madrid: l’ex mattatoio comunale, stabilimento industriale dalla forte valenza architettonica madrilena del XX secolo, è stato convertito in un ampio spazio per attività socio-culturali, in particolare un laboratorio di arte contemporanea.

Per ciò che riguarda la sostenibilità all’interno delle opere architettoniche, è necessario sfruttare l’incremento delle superfici vegetali per favorire la fonoassorbenza, la coibentazione e il trattamento delle acque. Le superfici vegetali vengono applicate più specificatamente nelle coperture, affinché abbiano il doppio ruolo di favorire il raffrescamento e ridurre l’umidità degli ambienti interni, come nel caso del green roof della California Academy of Sciences di San Francisco, realizzato dall’architetto Renzo Piano. Questo progetto si misura con le esigenze energetiche e di tutela dell’ambiente poste a livello mondiale, tramite una superficie vegetale estesa su tutta la copertura caratterizzata da collinette che ne danno un aspetto più naturale e, nel contempo, consentono di inserire delle aperture circolari, come oblò che guardano all’esterno. Ma questo non è l’unico aspetto che guarda alla sostenibilità edilizia: esistono sistemi architettonici che permettono la riduzione dell’escursione termica, l’aumento del risparmio energetico e l’isolamento acustico, come accade nel Centre for Sustainable Energy Technologies a Ningbo (Cina), realizzato dall’architetto Mario Cucinella, che utilizza un sistema di pareti ventilate o le facciate a doppia pelle utilizzate nel progetto dei Foreign Office Architects per le residenze Carabanchel a Madrid (Spagna). Le proprietà precedentemente descritte e relative ad una progettazione che guarda alla sostenibilità, sono evidenziate anche attraverso l’utilizzo di materiali classici come la pietra, i materiali argillosi, i laterizi, il legno e i metalli, come lo Sport Center a Roma (Italia) del gruppo Pagano che sfrutta le proprietà del legno come elemento strutturale per la sua resistenza alle escursioni termiche, all’umidità e al calpestio, nonché per la resistenza al fuoco. Ma anche materiali isolanti come policarbonato, polimetilmetacrilato, pannelli prismatici, aerogel, nanogel, fibre fonoassorbenti nanostrutturate, lana di vetro, lana di roccia, fibra di vetro, pomice, fibra di cellulosa, fibra di cocco, fibra di alga isolante, fibra di canapa, kenaf, innesti di microcapsule in cera o materiali plastici come poliuretano e polistirene; nonché l’utilizzo di pannelli termici isolanti ecocompatibili, pannelli in legno mineralizzato e quelli costituiti in materiali plastici a cambiamento di fase (Ponzini, 2009). Un esempio è il progetto degli architetti svizzeri Herzog & De Meuron che a Napa Valley (USA) nel progetto per la cantina Dominus, utilizzano una facciata ventilata in pietra, garantendo così un forte isolamento, protetto dai ponti termici, favorendo riscaldamento e ventilazione.

Napa Valley: Cantina Dominus

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Prospettive di lavoro: applicazione pratica sull’area dei Monti Sicani Le attuazioni pratiche dell’abaco degli interventi devono partire dal nuovo paradigma progettuale collegato con lo sfruttamento delle risorse non solo di natura energetica, ma più in generale territoriali, sociali ed economiche. Questo garantisce la valorizzazione delle peculiarità territoriali e consente di attingere a piene mani da quelle risorse ritenute fino ad oggi materiale di scarto, non solo relativamente alla produzione agricola e al consumo ordinario, ma anche ai beni culturali e architettonici in stato di abbandono che potrebbero essere soggetti al re-cycle anche attraverso nuovi utilizzi, completamente differenti da quelli per cui sono stati realizzati, verso una «strategia creativa per una costante sperimentazione e rivisitazione di forme architettoniche, paesaggistiche e urbane» (Ciorra, 2011). La necessità di attuare questi interventi non può prescindere dal fatto che la vastità di risorse, da quelle ambientali a quelle agricole, passando per quelle culturali ed architettoniche, va tutelata affinché si possa accuratamente preservare il territorio nella sua totalità e ricchezza. La gestione delle risorse è fondamentale anche a causa della loro differente distribuzione sul pianeta. In queste condizioni, il superamento di tali condizioni che dettano lo stato di fatto devono basarsi sul raggiungimento di un sistema economico e di ripartizione delle risorse fondato sulla condivisione e sullo sfruttamento a costo zero delle risorse, nonché su un’ampia rete di produzione energetica che non dipenda da un sistema centralizzato, ma che riesca a divenire autonoma tramite lo sfruttamento delle energie rinnovabili, incidendo in maniera nulla sul consumo energetico. L’autonomia energetica deve anche passare per una maggiore efficienza dei trasporti, rendendo entrambi i campi maggiormente accessibili ad una più ampia collettività. Sistemi di car sharing, di condivisione delle auto private tramite un sistema GPS, la concatenazione tra i differenti sistemi di trasporto pubblico nonché i nodi di interscambio, favoriscono non solo una maggiore efficienza nell’accesso ai mezzi, ma soprattutto una netta riduzione dei veicoli circolanti, che portano ad un netto abbassamento del livello di CO2 nell’ambiente, combattendo così il fenomeno dell’inquinamento. Deve così equilibrarsi il rapporto tra domanda e offerta, o meglio tra produttore e consumatore,

perché ogni utente possa essere artefice di entrambe le fasi, con un impatto pressoché prossimo allo zero sull’ambiente attuando una politica per cui possa esprimersi «un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di massimizzare l’efficienza, riutilizzare e riciclare» (Francesco, 2015). Una possibile applicazione pratica è attuabile nell’area dei Monti Sicani, in Sicilia, ove l’attività agricola è preponderante; è auspicabile usufruire di questa peculiarità per sfruttare il paesaggio agricolo dell'area in integrazione con il sistema urbano. Tale azione viene favorita attraverso l’attuazione dell’abaco delle forme che innesta una pianificazione strategica territoriale basata sulla definizione di strategie di sviluppo del territorio oggetto di pianificazione, muovendo dalla marginalità delle aree interne, intesa non con accezione negativa, bensì come «capacità di sperimentazione ed innovazione alla luce degli elementi presenti» (Provenzano, 2009). Per la forte attinenza delle trasformazioni con le questioni ambientali, si ricorre alle risorse comunitarie che, con la programmazione 20142020, trattano queste tematiche sia all’interno dei bandi Horizon 2020 che, prevalentemente, tramite Life 2020. In ambito nazionale, si fa riferimento alla SNAI, tenendo presenti le risorse ambientali e culturali di differente natura, conseguenti a differenti processi di antropizzazione. Esse riguardano la tutela territoriale, la valorizzazione, secondo parametri di sostenibilità, delle risorse territoriali di tipo naturale e culturale, nonché relativa ai sistemi agro-alimentari e di sviluppo locale. In particolare, si ricorre a fondi comunitari (FESR, FSE, FEASR, FEAMP) per far leva sul marketing territoriale coadiuvando, in tempi medio-lunghi, le azioni partecipate di promozione e sviluppo delle peculiarità territoriali. Inoltre è necessario, in un contesto locale, far leva sul Patto dei Sindaci, quale strumento di pianificazione intercomunale, nonché sul PAES, per raggiungere e superare gli obiettivi posti con il Protocollo di Kyoto.

Possibili relazioni tra centri di produzione, trasformazione e vendita

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Per garantire la riduzione dei consumi energetici e dell’incidenza dei gas ad effetto serra, si prevede l’adozione, a livello anche intercomunale, di un impianto di illuminazione a LED, accompagnato da un sistema di accensione e spegnimento automatizzato e fruibile tramite widget o fotocellule, che muova da una percentuale minima di illuminazione, stabilita in base alla parte di città in cui viene innestato il sistema, fino alla massima illuminazione nel caso di effettivo utilizzo. Per la produzione di energia, a scala urbana ed architettonica, si utilizzano fonti energetiche rinnovabili che possano consentire il totale o parziale distacco dalla rete pubblica di energia elettrica. Si usano impianti di riscaldamento come i pavimenti radianti coadiuvati da un impianto a pellet, impianti eolici o fotovoltaici per la produzione di energia che, insieme ad una smart grid, mettono in circolo l’energia prodotta autonomamente senza utilizzare l’accumulo dell’energia e, anche parzialmente, la rete elettrica pubblica. L’area dei Monti Sicani è tipicizzata dalla forte propensione all’attività agricola. Si prevedono interventi di diverso tipo che garantiscano una pianificazione sostenibile. Dal punto di vista energetico, sarà possibile sfruttare gli impianti a biomassa utilizzando le coltivazioni energetiche in terreni agricoli in eccedenza, gli scarti della catena della distribuzione e dei consumi finali relativi ai rifiuti organici, i residui animali, forestali e della produzione di legname, quelli della produzione agricola derivati dai processi di produzione e trasformazione, i sottoprodotti o gli scarti dell’industria agroalimentare, le coltivazioni in terreni degradati, le residualità dei processi di deforestazione. I rifiuti permettono la produzione di energia e di metano; possono essere anche impiegati nelle operazioni di riciclaggio e riutilizzo degli stessi, ricavandone ulteriori conformazioni completamente differenti da quella iniziale. Prioritaria sarà la riduzione preventiva che punta alla diminuzione del volume dei rifiuti prodotti. Un processo sostenibile prevede il prolungamento della filiera produttiva dato che, successivamente alla raccolta agricola, una parte della produzione non può essere riutilizzata per la diretta immissione sul mercato in quanto la domanda risulta essere inferiore all’offerta ovvero perché, nell’aspetto, è meno appetibile sul mercato. Il ‘trasformato’, inserito nel mercato, consente un maggior guadagno rispetto al prezzo del prodotto di base. Il drenaggio dei suoli consente la raccolta delle acque piovane, per il riutilizzo e l’immissione all’interno della rete idrica destinandole agli scopi

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Applicazione degli interventi presenti nell‘abaco delle forme

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così detti “meno nobili”, quali irrigazione dei giardini, scarico dei wc, lavaggio di superfici esterne e automobili. In un contesto di sostenibilità, vanno considerati la tutela e il monitoraggio degli habitat e delle specie floristiche e faunistiche, con riferimento alla scheda SIC ITA 04007- Pizzo della Rondine, Bosco di Santo Stefano Quisquina. Nei processi per il miglioramento della gestione e per lo sfruttamento delle risorse naturali rinnovabili, la mitigazione dell’effetto negativo di natura ambientale, in particolare nell’applicazione in ambito di Zero Energy Buildings, consente di ridurre al minimo o addirittura sopprimere l’impatto negativo di un piano o progetto durante o dopo la sua realizzazione. Gli impatti vanno evitati, ridotti o minimizzati col fine di migliorare le condizioni dell'ambiente interessato, compensando gli impatti residui. Per la mitigazione si impiantano specie differenti, tenendo conto delle caratteristiche pedoclimatiche e geobotaniche ovvero sostituendo le specie abbattute con lo stesso tipo di vegetazione. Questo è utile in particolare per le conifere che, una volta tagliate, non ricrescono. Tali interventi risultano essere necessari al fine di ridurre il dispendio di risorse proprie del territorio, per ricavare un utile dal punto di vista socio-economico, per di più a chilometro zero. La differente distribuzione delle risorse globali deve tenere conto anche di fenomeni, quali l’inquinamento, che incidono sul territorio in maniera uguale, ma con una differenziazione di effetti sulle diverse realtà territoriali. Si deve intervenire con un sistema ecologico che integri gli aspetti socio-ambientali e li eguagli, con un radicale cambiamento degli stili di vita, affinché sia garantita l’attenzione ai beni di natura pubblica e privata, la riduzione dei consumi, il riciclo dei rifiuti, la gestione delle acque e i trasporti sostenibili, con il sostegno della tecnologia quale supporto all’accordo tra Uomo e Natura.

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Finito di stampare nel mese di dicembre del 2015 dalla « ERMES. Servizi Editoriali Integrati S.r.l. » 00040 Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, 15 per conto della « Aracne editrice int.le S.r.l. » di Roma


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