curriculum
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Luca Zanatta
né à adresse tél. mobile e-mail
> Mestre (Venise), 6 décembre 1968 > 31021 Mogliano Veneto (TV), via Roma 95 > +39 339.8816418 > zanatta.luca@alice.it
expérience > Venezia News (Mensuel culturel, spectacle et temps libre, Venise) professionnelle depuis mai 2013 Refonte de l’image graphico-éditoriale et mise en page du magazine “Venezia News”. Élaboration graphique de divers projets liés au mensuel “Venezia News” (cartes itinérantes, opuscules, invitations, dépliants, affiches). • Élaboration graphique et mise en page du weekly pour la 9ème édition du Festival International du Film de Rome 2014 • Élaboration graphique pour l’installation de l’Exposition “DIVINE“ organisée par la Galerie Giorgio Franchetti à la Ca’ d’Oro, Venise • Élaboration graphique et mise en page du daily pendant la 71ème Exposition Internationale d’Art Cinématographique, Biennale de Venise 2014 (en collaboration avec la revue “Ciak”) • Élaboration graphique et mise en page du guide pour la 14ème Exposition Internationale d’Architecture, Biennale de Venise 2014 • Élaboration graphique et mise en page du guide pour la 55ème Exposition Internationale d’Art, Biennale de Venise 2013 • Élaboration graphique et mise en page du daily pendant la 70ème Exposition Internationale d’Art Cinématographique, Biennale de Venise 2013 (en collaboration avec la revue “Ciak”) • Élaboration graphique et mise en page du weekly pour la 8ème édition du Festival International du Film de Rome 2013
> Al Canal Contenitore (Centre d’impression numérique, Venise) de février 2010 à mars 2013 Responsable des relations clients et du contrôle qualité. Impression numérique sur Canon, Sharp, Develop. Impression Ecosolvent sur plotter Mutoh. Impression FlatBed sur plotter Mutoh (SmartColor). Graphisme et mise en page. Packaging et découpe sur plotter Valiani: conception et réalisation de boîtes, présentoirs. Signalétique sur plotter de découpe Summa: conception, réalisation et pose. Devis, documents de transport, factures, tenue de la caisse.
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> Poligrafica (Imprimerie, Venise) de mai 1986 à octobre 2009 Graphisme et pré-presse. Mise en page, édition, retouche photo, imprimés commerciaux, catalogues d’art... Préparation des fichiers prêts pour l’impression et mise à jour du matériel publicitaire, charte graphique des principales chaînes hôtelières italiennes et internationales (Starwood Hotel, Westin, Sheraton Hotel, Sofitel, Hotel Bauer, Hotel Luna Baglioni, etc.).
> Freelance pour divers studios de communication visuelle (graphisme, mise en page, contrôle pré-presse). Mostra du Cinéma, Biennale de Venise, Municipalité de Venise, Granviale Editori, Mestre Film Festival.
> Legatoria Verrati (Atelier de reliure, Mestre - Venise) de juin 1985 à février 1986 Apprenti formation > Centre de formation professionelle San Marco (Istituto Salesiano, Venise - www.issm.it) de 1982 à 1985 autres > Connaissances informatiques sur Mac et PC: informations Quark XPress, InDesign, Photoshop, Illustrator, Acrobat Pro excellent niveau
> Lingue straniere: Français bon niveau Anglais niveau scolaire
ĂŠdition
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Sardegna Film Commission Invitation + Enveloppe
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pliure 4 volets + 1 croisĂŠe format ouvert 500x480 mm format pliĂŠ 120x250 mm langue Italien
Venezia News
Mensuel culturel, spectacle et temps libre Magazine
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Luisa Ranieri, madrina 71. Mostra
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NOT ONLY BIENNALE Venezia celebra se stessa e le proprie radici nella festa popolare più coinvolgente. Folclore e tradizione, leggenda e religione scandiscono il ritmo di una festa che è rituale collettivo di magia cittadina/ Venice celebrates herself and her roots at her most beloved festival. Folklore, tradition, legends, and religion contribute to shape this expression of urban magic
:zoom/2
Ligabue Robert Plant & The Sensational Space Shifters Scorpions Fedez Emis Killa Club Dogo J-Ax Suzanne Vega Franco Battiato
44:nightlife
SUMMER MUSIC FESTIVAL Di ogni genere, a ogni latitudine. Inguaribili rockettari? Suggeriamo Robert Plant, Satriani o il Liga. Trip hop? Massive Attack, o magari Lali Puna. Senza reggae non sapete proprio stare? Shaggy e Jimmy Cliff vi aspettano a due passi da Venezia.../ Rock of all genres and latitudes? Choose among Robert Plant, Satriani, or Liga. Are you into trip-hop? We can offer Massive Attack and Lali Puna. You can’t live without reggae? Shaggy and Jimmy Cliff are waiting for you on the mainland
Keith Jarrett
:theatro
51:classical
Lo spirito della musica di Venezia Palazzetto Bru Zane Festival Monteverdi Vivaldi Operaestate Festival Veneto Stagione Lirica Arena di Verona
n
VENEZIA JAZZ FESTIVAL Un mese di grande musica distribuita tra piazze, teatri, calli e campielli. Paolo Conte, Keith Jarrett, Burt Bacharach e Cassandra Wilson le stelle più brillanti in una costellazione molteplice da godersi tutta d’un fiato/ You’ll find great music simply walking through squares, calli, and campielli. Stars like Paolo Conte, Keith Jarrett, Burt Bacharach, and Cassandra Wilson shine bright among a breathtaking constellation
Robert Plant
57:cinema
71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Rassegne Circuito Cinema - Un’estate al cinema Lago Film Fest Classici restaurati Film del mese
:classical
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Biennale Teatro College Vangelo secondo Matteo Operaestate Festival Veneto B.motion Scene di Paglia
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Venice Sunsplash happyspritz@guggenheim Estate Village Il Muretto Sherwood Festival One Love Festival Amoremusica
Venezia riflette sulla civiltà musicale e sulle sue molteplici fonti e influenze, antiche e moderne, intrecciando espressione musicale, vicende e contesti storici. Civiltà diverse si incontrano e dialogano in musica, sempre al passo coi tempi/ Venice reflects on the history of her own music, with its multiple sources and influences, artistic expressions, and historical contexts. Different civilizations meet and confront each other through music, century after century
70:etcc
San Servolo Summer Fest Murano Glass Masters 2014 Libri del mese
72:menu
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BIENNALE TEATRO COLLEGE Spazio di sperimentazione teatrale per giovani artisti, Venezia è avamposto di Biennale College e officina d’invenzioni artistiche. Linguaggi, codici, tecniche, tecnologie e scienze della scena sono simboli che ci vivono addosso/ Biennale College turns the city into a space where young artists are free to experiment and unleash their creativity. Languages, codes, techniques, technologies, and stage sciences are symbols that live on us
Àlex Rigola
Lug-Ago
LO SPIRITO DELLA MUSICA
Indigestioni Oro Restaurant Porzioni singole
:zoom
13
:summerfestivals
anche vecchi volponi del panorama italiano e internazionale. Il 17 si parte col carico grosso, grazie al concerto di Rosario Bonaccorso, Fabrizio Bosso e Robero Taufic, impegnati nel progetto In mezzo c'è solo...il mare. A seguire ecco Kyle Eastwood (18), figlio di Clint e autore delle più famose colonne sonore nelle più recenti pellicole del padre (Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino, Invictus), prima della chiusura in grande stile con Kenny Werner (19), icona del pianismo jazz moderno. BLUES IN VILLA
Lo scenario sterminato dell’Ippodromo di San Siro quest’anno accoglie la terza edizione del Festival City Sound, mastodontica rassegna milanese di musica live. Il 2 luglio il pubblico è accolto dall’heavy rock dei danesi Volbeat e degli australiani Airbourne, mentre il 7 tocca a John Fogerty, leader del gruppo rock statunitense dei Creedence Clearwater Revival. Gli amanti della musica italiana non devono perdersi Elio e le Storie Tese il 3 luglio, Caparezza l’11, il 15 Alessandro Mannarino con Al monte, terzo disco di inediti, e il 17 Franco Battiato e l’Orchestra Filarmonica Toscanini diretta da Carlo Guaitoli, accompagnata dalle tastiere di Angelo Privitera e dalla chitarra di Davide Ferrario. Il 12 luglio l’Ippodromo del Galoppo di Milano è invaso dai colori e dalle note della prima edizione dell’Holi Dance Festival Color Experience, festa di celebrazione indiana nata da un’idea di Unconventional Events in collaborazione con Milano Promotion e Music Priority. Il 14 luglio è la volta dei Cypress Hill, maestri incontrastati nella scena hip hop della West Coast, mentre gli Editors, i Placebo e Snoop Dogg aka Snoop Lion conlcudono la rassegna il 20, 22 e 30 luglio. Arianna Ceschin BASSANO JAZZ FESTIVAL Vari luoghi a Bassano del Grappa (Vi) 16-19 luglio www.operaestate.it
Villa Varda, Brugnera (Pn) 4-8 luglio www.bluesinvilla.com
FESTIVAL DI MAJANO Area Concerti, Majano (Ud) 1-13 agosto www.promajano.it
Parco S. Giuliano, Mestre (Ve) fino all'8 agosto www.villagestate.it (vedi rubrica Nightlife p.45) FERRARA SOTTO LE STELLE Vari luoghi a Ferrara fino all'1 agosto www.ferrarasottolestelle.it
Il Parco di Villa Varda a Brugnera, da solo, basterebbe a rilassare lo sguardo e assieme il corpo, grazie a linee semplici ed elementari che legano indissolubilmente tra loro elementi naturali ed architettonici. Se a tutto questo si aggiunge un pizzico di blues, il gioco è fatto. Si apre con Blues with a feeling il 4, concerti e stand gastronomici per mettere d'accordo tutti. Il 5 concerto del duo californiano Myron & E, mentre il 7 ecco il mitico Paul Jackson con il suo trio impreziosito dalla collaborazione con Lionel Loueke, chitarrista e compositore beninese attualmente membro della Herbie Hancock Touring Band. BOTANIQUE FESTIVAL
Per una stagione estiva che si preannuncia rovente, niente di meglio di grande musica, ottimo cibo e tante novità nel cuore dell'oasi verde dlla cittadella uni-
Tra manifestazioni estive fortemente ridimensionate o addirittura cancellate, spuntano alberi dalle radici solide e ben piantate nel terreno, capaci ogni anno di regalarci fioriture nuove e rigogliose, dai risultati sorprendenti. La rassegna ferrarese appartiene di diritto a quest'ultima categoria, manifestazione che nemmeno il terribile terremoto del 2012 ha potuto fermare. Tra Piazza Castello e il Castello Estense l'inizio è all'insegna dll'indie rock il 16, con Le Luci della Centrale Elettrica impegnate in un concerto speciale assieme a Dente, Levante e Rachele Bastreghi dei Baustelle. Il giorno dopo direttamente da Dublino l'alternative rock dei Kodaline accompagna il pubblico verso il concerto del 22, quando a salire sul palcoscenico sono i The National, con uno stile che ricorda Joy Division e Wilco, Depeche Mode e Nick Cave. Per il concerto del 25 si vira invece verso direzioni indie rock a forti venature di pop, grazie all'esibizione dei Bastille in compagnia di George Ezra, freschi rispettivamente dei singoli Pompeii e Budapest che hanno invaso i circuiti radiofonici di tutta Europa. Simple Minds (28) e Franz Ferdinand (1/8) le due date che concludono una manifestazione ad altissimo tasso qualitativo.
Ad Azzano Decimo si è sempre fatto sul serio. Se poi l'appuntamento di chiusura ha la bandana e il flauto di Ian Anderson, questo è solo la conferma dell'ottimo lavoro portato avanti anche quest'anno. Il 19 spazio alla carica indipendente delle sonorità proposte dai Tre Allegri Ragazzi Morti, che in questo 2014 festeggiano i vent'anni di attività. Il punk dei Buzzcocks arriva in Piazza Libertà dagli anni '70 inglesi il 18, Toy, Giuda e Inspiral Carpets mantengono alto il tasso di adrenalina e i The Fall (18) travolgono il pubblico con graffianti suoni di chitarra e parti vocali parlate e cantate. Edipo e Caparezza (17) le presenze italiane, tra canzone d'autore e hip hop. FOLKEST Vari luoghi in Friuli Venezia Giulia 3-27 luglio www.folkest.com
ESTATE VILLAGE
Area Universitaria Via Filippo Re Bologna fino al 9 agosto www.botanique.it
Grazie alla collaborazione con Veneto Jazz, anche quest'anno la città del Ponte degli Alpini dota prontamente il palinsesto di Operaestate Festival Veneto di un apparato dedicato alla grande musica d'improvvisazione, rinverdendo i fasti di una tradizione che ha da sempre legato la città al jazz d'autore. Il 16 la partenza è all'insegna della pura e semplice anarchia musicale, con il centro cittadino a pullulare di jam sessions sapientemente disseminate negli angoli più suggestivi del nucleo urbano. A pizzicare corde di basso, modulare evoluzioni vocali e percuotere rullanti stanno giovani leve della scena contemporanea, con la possibilità di scovare, mimetizzato tra i più giovani,
versitaria bolognese. A farla da padrona è di sicuro la musica, grazie a concerti imperdibili che chiamano a rapporto i grandi nomi della scena italiana e internazionale. A Mauro Ermanno Giovanardi il compito di dare il via alla kermesse l'1 luglio, assieme a Gianluca de Rubertis (meglio conosciuto come il Genio) e il loro progetto Il mio amore è come una febbre, ottenendo come risultato un concerto legato a doppia mandata al mondo della canzone d'autore. A seguire, a ritmo incalzante, un menù eterogeneo con The Dukes of Hamburg (2), Robyn Hitchcock (3), Asaf Avidan (7), Giovanni Lindo Ferretti (17), BRNS (26) e proiezioni di grandi film a intervallare le serate musicali, all'insegna del più sfrenato genio creativo indipendente e alternativo che occhi e orecchie abbiano mai ammirato e ascoltato.
Il grandissimo successo di pubblico riscontrato l'anno scorso è stato un chiaro segnale di quanto la scena rap e hip hop susciti l'interesse del pubblico di ogni età e categoria sociale, delineandosi come fenomeno di sicuro non passeggero e capace di farsi strumento sociale puro e semplice. L'Area Concerti di Majano l'1 agosto accoglie due star del settore come Salmo e Clementino a fare da maestri di cerimonia per una giornata dedicata tutta alla street culture, dalla musica schietta e parlata alla tradizione del writing più creativo, passando per lo sport, i workshop e le sfide di ballo freestyle. L'11 di agosto l'attenzione è tutta catalizzata da un'istituzione dell'universo metal, i Down di Phil Anselmo a cui è legato anche un interessantissimo contest che permetterà al gruppo vincitore di aprire proprio il loro concerto. Con il nuovo chitarrista Bobby Landgraf, che ha sostituito Kirk Windstein, i Down sono pronti ad affrontare il tour europeo che passerà in Italia in estate per due date ad agosto, tra cui quella del Festival di Majano. Il 13 in Friuli un autentico must dell'estate italiana, con Goran Bregovic, Eusebio Martinelli e la Gipsy Abarth Orkestar impegnati in un Balkan Party & Grill con tanto di fanfara serba... FIERA DELLA MUSICA Azzano Decimo (Pn) 17-20 luglio www.fieradellamusica.it
Quello alla Diga Nazario Sauro di Grado sarà l'unico live del Nordest del nuovo tour mondiale di Joe Satriani (4), per l'occasione accompagnato da un autentico super gruppo con Marco Minnemann alla batteria, Bryan Beller al basso e Mike Keneally alle tastiere. Il cantautore e musicista israeliano Asaf Avidan (5) mette in scena un ritorno alle origini puro e semplice, esibendosi in solo acustico per mettere a nudo ogni aspetto del proprio carattere e far splendere di luce propria un talento musicale cristallino. Passiamo poi da un polistrumentista a un personaggio indissolubilmente legato ad un unico strumento, quel Giovanni Allevi (16) capace in questi anni di dare una svolta contemporanea alla musica classica, abbattendo confini di genere e avvicinando i più giovani ad un settore bisognoso, come tutti, di un ricambio generazionale sia nel pubblico che negli interpreti. Il 22 data conclusiva con l'inconfondibile voce di Malika Ayane, disco d'oro con il suo Ricreazione. HYDROGEN FESTIVAL Anfiteatro Camerini Piazzola sul Brenta (Pd) 6-25 luglio www.hydrogenfestival.com
36 anni e sentirli tutti, cioè ascoltarli senza saltare nemmeno un'edizione. Ecco allora la festa popolare, come nell’anteprima con Vinicio Capossela e la Banda della Posta ospitata a villa Manin a giugno, la canzone popolare d’autore a Capodistria con Edoardo De Angelis (16), il folk prog degli inossidabili Osanna guidati da Lino Vairetti e David Jackson (18), il ventennale combat-folk dei Modena City Ramblers (19), la fascinosa voce di Cristiano De André (25), il country rock psichedelico del Branco Selvaggio (14), le incursioni nel Mediterraneo dei Daramad (6), il giovanile folkrock dei valdostani L’Orage(27), i colori e i ritmi della Sicilia degli Unavantaluna (17), i Bevano Est, i Morrigan’s Wake (13), i giovanissimi talenti nordirlandesi dei figli d’arte Le Chéile (19) per finire con l’onirico folk metal degli Elvenking (27), finalmente profeti in patria. E poi una raffica di gruppi di grandissima qualità provenienti dal concorso Suonare@Folkest, che mai come quest’anno vede la presenza di artisti di livello assoluto, per una rassegna definita dal World Music Expo la più importante di genere dell'Europa mediterranea. GRADO FESTIVAL Diga Nazario Sauro, Grado (Go) fino al 22 luglio www.gradofestival.it
RADAR FESTIVAL Vari luoghi a Padova 16-26 luglio www.radarfestival.it
MIRANO OLTRE
MIRANO SUMMER FESTIVAL Area Impianti Sportivi, Mirano (Ve) 6 luglio-2 agosto www.associazionevolare.it
L’incantevole parco di Villa dei Leoni ospita dal 22 al 27 luglio, la terza edizione del Mira on Air, sei giorni dedicati alle nuove tendenze della scena indie italiana che uniscono artisti di spicco del panorama nazionale alle più interessanti realtà locali. Dopo la ‘serata zero’ del 22, con l’ aperitivo elettronico Wood on air, il 23 dopo l’opening set dei miranesi Viola sul palco due massimi esponenti dell’attivissima scena indipendente pesarese come la giovane cantautrice Maria Antonietta e i Soviet Soviet, nuovi pilastri del post-punk italico il cui album d’esordio Fate (2013) ha conquistato il titolo di Disco italiano dell'anno da parte di Rockit.it. Giovedì all’insegna dell’hiphop con il veterano delle rime Mistaman a lanciare il nuovo album M-Theory, accompagnato da Dj Shocca e Frank Siciliano, preceduti dall’opening act di Snok Brown, Big Mike e Dj Rumble. Il 25, in apertura, lo ‘scandaloso’ e potente sound degli Universal Sex Arena, e non poteva mancare quest’anno il pop- batucada dell’irrefrenabile quartetto italo-carioca Selton. Sabato, serata di lancio anche per gli strepitosi Pan del Diavolo, a Mira a presentare il terzo album FolkRockaBoom, uscito lo scorso giugno. Gran finale in levare domenica 27 con Sunu Afreek Sound System, Patois Brothers e gli inconfondibili ritmi caraibici dei triestini Makako Jump.
Solo per sempre
PA.MA.LI FESTIVAL Corbanese di Tarzo (Tv) 10-13 luglio www.pamali.it Per stessa ammissione degli organizzatori, questa sesta edizione di Mirano Oltre è di certo quella dal carattere più spiccatamente internazionale. Musica e poesia stringono indissolubilmente i propri destini fin dalla serata iniziale dell'1 luglio, con le letture di Gianni Moi in omaggio a Vittorio Bodini musicate dalla pizzica e dalla taranta dell'Officina Zoè. La cantautrice e poetessa portoghese Lula Pena è protagonista di un incontro in Calle Ghirardi il 22 con letture a cura di Simonetta Masin, prima del gran finale in musica e parole con Kossi Komla-Ebri e il duo composto dal pianista Claudio Cojaniz e il contrabbassista Franco Feruglio, assieme nel progetto Blue Africa.
A partire dalla quarta edizione, il Radar Festival di Padova si è deciso a diventare grande per davvero. Non più una rassegna musicale spalmata nell'arco di un mese, ma cinque giorni intensivi di concerti suddivisi in tre palchi, due nella tradizionale cornice del Parco delle Mura ed uno al coperto, all'interno del Circolo MAME, dove saranno ospitati gli aftershows. Dopo le preview nights che ad inizio giugno avevano visto protagonisti nientemeno che i Deafheaven ed i Neutral Milk Hotel, il festival si si apre al Parco Euganeo mercoledì 16 luglio con la prima ed unica data italiana degli Slowdive. La band di culto inglese fondatrice del genere shoegaze è inoltre preceduta sul palco dagli italiani Be Forest, Brothers in Law e Soviet Soviet. Anche le date successive, tutte al Parco delle Mura, vedono salire sul palco grandi nomi della scena internazionale affiancati da alcune delle realtà indipendenti più interessanti e promettenti. A partire dal 23 luglio, quindi, ospiti tra gli altri il post-dubstep dei Mount Kimbie, Calexico, I Cani, i suoni raffinati di Tycho, Dente, InZaire ed infine gli attesissimi Lali Puna affiancati dalla cantautrice statunitense Joan As Police Woman. Giulia Zornetta FESTA DI RADIO ONDA D'URTO Brescia 13-30 agosto www.festaradio.org
Quattro giorni di puro godimento audio ed enogastronomico, in quel di Tarzo. La pace, l'amore e la libertà che danno vita al titolo della manifestazione pervadono gli spazi dei campi sportivi per regalare al pubblico concerti in compagnia di artisti dalle estrazioni espressive più dis-
ONE LOVE FESTIVAL Camping Girasole Lignano Sabbiadoro (Ud) 9-13 luglio www.onelovefestival.it (vedi rubrica Nightlife p.45)
© Chico De Luigi
Luciano
Ligabue non ha certo bisogno di presentazioni. È uno dei cantautori italiani più amati e ogni suo concerto è un evento capace di richiamare migliaia di persone da ogni parte della Penisola, da nord a sud, senza eccezioni. E non farà eccezione nemmeno l’appuntamento del 12 luglio a Padova, quando il cantante e chitarrista di Correggio porterà sul palco dell’Euganeo i suoi successi più grandi e le hit del suo ultimo album, Mondovisione. «Mi procuro una frattura durante un concerto e 2 minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È ufficiale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione pe-
di Nicolò Groja
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rò è anche la visione di un mondo»; queste le parole del Liga che commentano un disco capace di scalare in pochi giorni la vetta delle classifiche di vendita - sia di copie fisiche che di copie digitali su iTunes - e di spedire il singolo Il sale della terra al vertice dei dati EarOne sulla rotazione dei brani nelle radio italiane. Ligabue è garanzia di successo da quando ha iniziato la sua carriera scrivendo brani per personaggi di spicco come Pierangelo Bertoli (Sogni di rock n’roll, Figlio d’un cane) e dedicandosi poi all’impegno solista sin dalla fine degli anni ‘80, trovando fortuna tra il ‘94 e il ‘95 con i due album che l’hanno consacrato a icona del rock italiano, A che ora è la fine del mondo?, trainato dalla cover del pezzo dei R.E.M. It’s the End of the World and We Know It, e Buon compleanno Elvis, l’incoronazione definitiva arrivata con Certe notti. Da lì in poi si è confermato negli anni campione di vendite grazie a una formula sperimentata di accordi semplici e melodie che dalle orec-
chie puntano dritte alla pancia dell’ascoltatore, grazie anche ad una voce calda e roca che fa impazzire il pubblico femminile e suscita l’invidiosa ammirazione di quello maschile. Luciano Ligabue è musicista, ma anche scrittore, regista, artista a tutto tondo; personaggio attento e sensibile anche alle tematiche sociali, sa comunicare attraverso la semplicità della sua musica temi per nulla scontati. Due dei suoi ultimi singoli - non inganni la ruffianeria dei ritornelli così ariosi e cantabili - hanno testi tutt’altro che superficiali: Tu sei lei è una presa di posizione forte contro la violenza sulle donne - non a caso il lancio del singolo è stato effettuato il 25 novembre, proclamata Giornata Internazionale contro questa odiosa piaga sociale -, mentre Il sale della terra «parla di una crisi che non è solo economica» dice l’autore «ma sociale e di comportamento. Ha a che fare con il bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere a ogni costo e ad ogni costo mantenerlo». Ma Liga sa concedere lo spazio giusto anche allo spettacolo, per il suo tour negli stadi ha infatti fatto creare un palco con tecnologie innovative e design a dir poco futuristico. Uno stage semicircolare che permetterà così una visibilità ampia da tutti i settori dello stadio da cui si proietta una lunga passerella che termina in un’appendice da cui il cantante suonerà alcuni pezzi, immerso totalmente nel suo pubblico. E poi luci, fuochi, esplosioni. Comunicazione di servizio: dopo il gruppo spalla, lo spettacolo inizierà alle 21.30 e non alle 21, come scritto su molti biglietti. Luciano Ligabue 12 luglio Stadio Euganeo-Padova Info www.zedlive.com
Summer 2014 will be a musically intense one, with major international artists scurrying all over the coun-
try. Milano, Padua, Bologna, Ferrara Sotto le Stelle, and Sexto ‘Nplugged confirm their commitment to high-quality music events. The Friuli contributes significantly with concerts in Majano, Grado, and its usual itinerant Folkest. The Venetian mainland focuses on jazz and reggae. As usual, a concert by Luciano Ligabue – one of Italy’s most popular songwriters – is capable of attracting thousands of people from all over the Italian peninsula. His concert in Padua on July 12 won’t be any different: people will siege the Stadio Euganeo to hear his evergreen ballads and latest hits. Robert Plant (1948) – an old lion who used to lead one of the greatest rock bands in history – is now living his personal and professional maturity in a more multifaceted dimension. Plant and The Sensational Space Shifters will be at Piazzola sul Brenta on July 14 as guests of the Hydrogen Festival, which has other illustrious guests in store: Scorpions on July 18. This summer the Verona Arena is a hip hop fortress, with JAx, Fedez, Emis Killa, and Club Dogo all at once on July 14. Piazza Bra welcomes Negramaro on July 13 and Ludovico Einaudi on July 28. After 7 years of silence, Suzanne Vega shows up at Sommacampagna on July 18 to present her new album Tales from the Realm of the Queen of Pentacles. Franco Battiato’s opens its Summer Shot Tour in Marostica on July 11 - the one and only date in the North East of Italy. For that occasion, the splendid Piazza degli Scacchi prepares to welcome 4000 people. Tr. Elena Furlanetto
domenica di luglio, per il Bacino di San Marco che pullula di barche di ogni forma e misura, i fuochi artificiali e la processione della domenica lungo il ponte votivo, costruito davanti alla Basilica del Redentore alla Giudecca. Vale la pena ricordare però che la celebrazione del Redentore rimanda a origini piuttosto antiche e al voto di erigere un tempio dedicato a Cristo Redentore al termine di una pestilenza terribile, che colpì la città nel 1576 causando quasi cinquantamila morti, quella stessa pestilenza nel corso della quale morì anche il pittore Tiziano Vecellio.
di Alessandra Morgagni Il desiderio di celebrare la Festa del Redentore è sempre stato molto sentito e nel corso dei secoli molti artisti si sono cimentati nella rappresentazione dei momenti più importanti di questa ricorrenza. Questa può essere dunque l’occasione per andare in giro tra i musei veneziani alla ricerca di testimonianze pittoriche della Festa, di cui alcuni artisti del passato hanno fermato nei loro quadri colori e atmosfera. Al Museo Correr, in Piazza San Marco, è conservata una di queste antiche rappresentazioni pittoriche, La processione del Redentore, dipinta da Joseph Heintz il Giovane a metà del ‘600. Con uno straordinario gusto cronachistico e grande attenzione ai particolari, Heintz decise di immortalare l’aspetto religioso della Festa e quindi la processione che ancora oggi si svolge la domenica. Vi sono raffigurati il doge, già sui gradini della chiesa palladiana alla Giudecca, a seguire il corteo dei notabili - senatori, autorità religiose, membri delle scuole di devozione -, e poi il popolo, gente di tutti i ceti sociali
che si accalca attorno alla scena, a dimostrazione del tono popolare che tale ricorrenza ha sempre avuto nel corso dei secoli. Nel dipinto di Heintz, accanto alla basilica palladiana si scorge la chiesa dedicata a San Giacomo che venne demolita nella prima metà dell’Ottocento. L’aspetto profano della Festa del Redentore è rappresentato invece in un dipinto di fine Settecento di Gabriel Bella, conservato in quel vero e proprio scrigno di tesori e collezione di scene di vita veneziana settecentesca che è la Fondazione Querini Stampalia. La rappresentazione di Bella è immersa in uno scenario notturno rischiarato dalla luna piena e il punto di vista è quello della Fondamenta delle Zattere, da cui si possono scorgere il Ponte votivo, il passeggio di dame e cavalieri, i banchetti da sagra e le barche nel Canale della Giudecca. Troviamo infine la suggestione dei fuochi artificiali che rischiarano il bacino di San Marco nei quadri del pittore ottocentesco Ippolito Caffi, del quale un numero considerevole di opere è conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Spesso questo artista si cimenta con la rappresentazione di feste popolari sia a Venezia che a Roma, ambientate preferibilmente di notte. Serenata dirimpetto alla Piazzetta San Marco del 1865 è testimonianza delle capacità di Caffi nell’illuminare scene con fonti di luce artificiale e rivela la tecnica sapiente con cui l’artista riproduce gli effetti dei bagliori e della luce notturna sul Bacino di San Marco. Terminato il tour tra musei e dipinti non ci resta che salire in barca con vino, sarde in saòr e anguria, e sentirci almeno un pochino parte di un quadro dell’epoca. «Festa del Redentore» Sabato 19 e domenica 20 luglio vari luoghi a Venezia Info www.redentorevenezia.it
Redentore (a city festival held on the third weekend of July) and one immediately thinks of the crowded waters in front of Saint Mark’s Square, swarming with boats of all shapes and sizes, fireworks, and the Sunday procession on the “ponte votivo,” a bridge built every year for the occasion in front of the Basilica del Redentore, at Giudecca. Yet, it is important to remember that the Redentore Festival is of very ancient origins. It dates back to the city’s vow that they would build a church in honor of Christ the Redeemer (Redentore) if he would grant the end of a terrible plague that struck Venice in 1576 – the same that killed the painter Tiziano Vecellio. The Festival could be a chance to visit museums and look for its pictorial representations. You’ll find one at the Correr Museum, on Saint Mark’s Square: La processione del Redentore (the Redentore procession) painted by Joseph Heintz the Younger in the mid-17 th century. Heintz decided to emphasize the religious aspect of the Festival and painted the procession – which still takes place on that Sunday – with great historical accuracy and attentions to details. A late 18 th century painting by Gabriel Bella, instead, focuses on the mundane aspect of the Redentore. The painting is exhibited at the Querini Stampalia Foundation – a real casket of treasures and eighteenth-century Venetian life scenes. Bella painted a nocturnal view from the Zattere, lightened by the full moon. One can see the votive bridge, the coming and going of gentlemen and their dames, various stands, and boats on the Giudecca Canal. Nineteenth century painter Ippolito Caffi preferred to paint the reflection of fireworks on St Mark’s Basin. Many of Caffi’s paintings are currently exhibited at the Ca’ Pesaro Modern Art Gallery. And when you are done with your museum tour, grab a glass of wine, a portion of sarde in saor, a slice of watermelon, and imagine you are part of an ancient work of art. Tr. Elena Furlanetto
h. 23.30 SPETTACOLO PIROTECNICO FIREWORKS Il bacino di San Marco, le cupole della Chiesa della Salute, il Palazzo Ducale, l’isola di San Giorgio, Punta della Dogana e tutti i luoghi adiacenti brillano all’unisono in un accecante sfavillio di artificiale policromia./ Saint Mark’s Basin, the cupolas of the Basilica, the Doge’s Palace, the Island of San Giorgio, Punta della Dogana, and all the adjacent palaces, shine in unison in a blinding burst of artificial polychromy. COME ASSISTERE ALLO SPETTACOLO HOW TO FOLLOW THE SHOW - In piazza o sulle rive/in the square or on the banks È il modo più semplice per assistere: accalcati tra la folla da Piazza San Marco alla Riva degli Schiavoni, dalla Fondamenta delle Zattere fino a Punta della Dogana e naturalmente lungo tutta la Fondamenta dell’Isola della Giudecca, nel cuore della Festa./ This is the simplest way to see the event from among the crowds: from Saint Mark’s to Riva degli Schiavoni, from Fondamenta delle Zattere to Punta della Dogana and along the entire Fondamenta of Giudecca, the heart of the Feast. - In barca/by boat Un gran numero di imbarcazioni addobbate con lanterne luminose, occupate da persone festanti che socializzano tra barca e barca dopo aver litigato abbondantemente per accaparrarsi il posto migliore. Vedere Venezia e i fuochi dall’acqua è una continua scoperta e una doppia emozione, i colori, le luci si riflettono in cielo e divengono un unicum con la Laguna./ Many boats fitted out with glowing lanterns, as in the Far East; in these boats will be festive folks who have lively conversations from boat to boat, after having quarreled vociferously in an attempt to take the best position! Seeing the fireworks from the waves is a double emotion: the colours, the lights, are reflected in the sky, becoming a unicum with the watery element. - Terrazze alberghi/hotel terraces Gli hotel prospicienti il bacino o muniti di roof garden rappresentano un punto privilegiato di osservazione per lo spettacolo. In terrazza vengono servite eleganti cene rispettose della tradizione, ma lussuosamente rielaborate negli ingredienti./ Hotels facing the basin or possessing roof gardens represent privileged observation points for the spectacle. On the terraces will be served elegant dinners, respectful of tradition but luxuriously reelaborated as far as their ingredients are concerned.
That pyre burns… A midsummer light’s dream
leggianti e l’insieme di suoni e colori sanno dare, in un crescendo di attesa verso gli scintillanti fuochi d’artificio. Uno spettacolo con un copione immutato nei secoli, ma sempre in grado di attrarre l’attenzione di tutti, un appuntamento collettivo in una calda notte estiva, declinata secondo le esigenze e le diverse capacità economiche, ma sono due facce della stessa medaglia, la festa è l’esplosiva notte veneziana, cambia il modo di affrontarla, in infradito e bermuda o in abito elegante. La vera magia è la capacità di Venezia nel saper attrarre sempre folle numerose, ‘semplicemente’ presentando se stessa. Un concentrato di bellezza, lusso e unicità nel volgere di poche centinaia di metri non trova pari altrove, Terrazze come quelle del Gritti, Europa&Regina, Danieli, Monaco, Bauer, per citare le più famose, sono un set ideale per una notte memorabile, da imprimere nella mente in tutti i suoi fotogrammi, la cena con musica dal sapore retrò dell’Harry’s Dolci alla Giudecca è uno dei must del Redentore... ma nulla è più must della festa stessa, con tanto di passaggio obbligato alla Basilica palladiana, eretta dopo la peste del 1575. Nel 2014 gli untori sono altri, ma di quelli se ne occupa la giustizia umana e al massimo servono carceri non chiese! Fabio Marzari
DomenicaSunday 20 luglioJuly REGATE/REGATTAS A cura di/organized by Assessorato al Turismo del Comune di Venezia h. 16 regata dei giovanissimi su pupparini a 2 remi/children’s twin-oared “pupparini” boat regatta h. 16.45 regata su pupparini a 2 remi/twin-oared “pupparini” boat regatta h. 17.30 regata su gondole a 2 remi/twinoared gondola regatta Il canale della Giudecca, in occasione della Festa del Redentore, viene restituito per poche ore a sua maestà il remo. La prima sfida è quella dei giovanissimi su pupparini a 2 remi, tipica imbarcazione dal profilo sottile e slanciato, si prosegue con la gara tra uomini sempre su pupparini a 2 remi, per poi completare con la sfida su gondole a 2 remi, una vera prova di forza fisica e intelligenza per governare al meglio l’imbarcazione, prendendo la giusta corrente lungo il percorso che dal Redentore segue il canale della Giudecca, il canale di Fusina e ritorno con arrivo nei pressi della Chiesa del Redentore./ The first challenge is for youths on two-oared pupparini, typical boats with a slender profile. Then there will be a men’s competition, once again for two-oared pupparini, followed by the two-oared gondola challenge, a true test of physical strength and intelligence: it is necessary to control the boat with great care, finding just the right current along the route from the Redentore church along the Giudecca Canal, the Fusina Canal and back to the Redentore Church.
h. 19.00 SANTA MESSA VOTIVA THANKSGIVING MASS La Chiesa del Redentore, sull’Isola della Giudecca, è il cuore della Festa. Eretta tra il 1577 e il 1592, è considerata uno dei capolavori rinascimentali di Andrea Palladio. Qui si svolgono le celebrazioni solenni presiedute dal Patriarca di Venezia./The Church of the Redeemer is the very heart of the Feast. Erected between 1577 and 1592, it is one of Andrea Palladio’s Renaissance masterpieces. Here, the solemn ceremony will take place, presided by the Patriarca of Venice. www.veneziaunica.it
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SHERWOOD FESTIVAL Park Nord Stadio Euganeo, Padova fino al 19 luglio www.sherwood.it (vedi rubrica Nightlife p.45)
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A scatola chiusa
Battle in Arena
My name is Suzanne...
Robert Plant, a Piazzola si va sul sicuro
A Verona l’hip hop risponde a tono
Vega, tra fusioni e connessioni
«It’s been a long time since I rock’n’rolled». L’inizio di Rock’n’Roll, famoso brano dei Led Zeppelin, forse oggi si addice più che mai a Robert Plant. Il vecchio leone, classe 1948, i cui ruggiti si ergevano sexy e selvaggi sul muro del suono di una delle più grandi rock band della storia, oggi vive la sua maturità personale e artistica in una dimensione più sfumata e stratificata. Lungo la sua avventura musicale, molti sono infatti gli strati che si sono sovrapposti, confondendosi e rifluendo tra latitudini e longitudini musicali, temporali e geografiche. Dall’inizio della sua carriera solista, datato 1982, l’istrionico Plant ci ha coinvolto in esplorazioni musicali forse meno trascinanti di quelle dei pionieri Zeppelin, ma di non minor classe, come si addice a chi ha
Da ormai alcuni anni l’anfiteatro romano di piazza Bra ha aperto il proprio palcoscenico a un repertorio non esclusivamente lirico e classico, ma dalle spiccate tinte rock e pop, ospitando tra gli altri negli anni Sting, i Muse, Franco Battiato e Luciano Ligabue. È anche per questo motivo che l’evento in calendario il prossimo 14 luglio ha i contorni dell’inedito e dell’imperdibile. Il più celebre teatro lirico a cielo aperto del mondo si prepara ad accogliere quattro pezzi da novanta del panorama rap italiano come J-Ax, Fedez, Club Dogo ed Emis Killa per un esperimento dai risultati assolutamente sorprendenti. Tra rime ben calibrate e freestyle sfrenato, i protagonisti della serata approfittano ben volentieri dell'accompagnamento offerto dall'Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Daniele Parziani per una rilettura in chiave sinfonica di brani riproposti in versioni inedite e originali, a confermare l'ottimo stato di salute sia della scena commerciale che di quella più genuinamente alternativa, terreno fertile in cui far crescere gli artisti di domani. Sotto la direzione artistica di Max Brigante, storica voce di Radio 105, a Verona si incontrano due mondi opposti e per questo simmetrici, sospesi tra rigore accademico e genuina street attitude. D.P.
Con la sua Luka del 1987, secondo singolo estratto dall’album Solitude Standing, raccontava attraverso la creazione di un personaggio immaginario un’infanzia difficile, con violenze vissute sulla propria pelle che venivano affrontate grazie ad un approccio musicale quanto mai terapeutico. Suzanne Vega già da allora rivelava una visione lucida ma non per questo priva di poesia del proprio universo personale, musicale e artistico, a volte coincidenti, altre invece solo comunicanti o messi uno di fronte all’altro. Nata l’11 luglio del 1959 nella californiana Sacramento, Suzanne Vega arriva a Sommacampagna una settimana dopo il suo compleanno e dopo un silenzio discografico durato sette anni, per pre-
reinventato la materia di cui deve essere fatto il cantante rock (vale a dire, la materia di cui sono fatti i sogni). Dopo album passati sotto silenzio ed exploit inaspettati (come Raising Sand del 2007, in coppia con la cantante folk americana Alison Krauss, piazzatosi, con sorpresa dello stesso Plant, al secondo posto nelle chart d’oltreoceano), eccolo nuovamente all’avventura, stavolta con l’eclettico ensemble The Sensational Space Shifters, per noi a Piazzola sul Brenta il 14 luglio nell’ambito di uno stratosferico Hydrogen Festival. Laura Spadari Robert Plant and The Sensational Space Shifters 14 luglio Anfiteatro Camerini-Piazzola sul Brenta (Pd) Info www.hydrogenfestival.com
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Made in Germany Cinquant’anni di velenoso metal Difficile, non solo nella storia del metal, ma della produzione discografica generale, trovare un gruppo più prolifico dei tedeschi Scorpions. Fondati a Hannover nel 1965 dal chitarrista Rudolf Schenker, i nostri sono stati capaci di sfornare la ragguardevole cifra di 48 album tra cui 18 in studio, 3 live e 26 raccolte, senza mai smettere di scorrazzare per il globo terracqueo in tour promozionali ed esibizioni live. Il 18 luglio a Piazzola ci sono tutti gli ingredienti per una serata a elevato tasso metal, con Rudolf Schenker e Klaus Meine accompagnati da Matthias Jabs, James Kottak e Pawel Maciwoda e preceduti sul palcoscenico da numerose rock band, con sorprese preannunciate e assai attese.
Tutti ricordiamo la Festa del Redentore, la terza
Difficile, di questi tempi, andare avanti senza snaturare la propria vocazione. Splendio, poi, quando di questa vocazione si riesce a fare la propria cifra stilistica inconfondibile, marchio di fabbrica che a volte può anche subire tentativi di imitazione, spesso e volentieri mal riusciti o goffamente portati a termine. Sexto 'Nplugged coinvolge come sempre artisti d'avanguardia ponendoli in strettissima connessione con il luogo che li ospita, Piazza Castello, in performance acustiche dal consistente contenuto emozionale. I Goldfrapp, primo appuntamento di luglio l'11, sono una garanzia in questo senso, grazie ad un dream pop figlio diretto di quel trip hop bristoliano caro ai precursori Portishead. Emiliana Torrini (14), islandese di origini italiane, porta a Sesto il suo tangibile misticismo, mentre The War On Drugs il giorno successivo ci fanno capire come mai la critica li adori indiscriminatamente. I Television, una delle più innovative band emerse dalla scena underground della New York della metà degli anni ’70, in grado di ideare un nuovo linguaggio chitarristico e di influenzare decine di band a venire, arrivano in Italia per riproporre in versione integrale quello che è considerato il loro indiscusso capolavoro, Marquee Moon.
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No less than forever
Mention
Gabriel Bella, La notte del Redentore, ante 1782 - Courtesy Fondazione Querini Stampalia
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A feast saved at the last second, right before municipal administration be wiped out and scandals shocked the city, as did waves of public money being allegedly diverted to the pockets of local, anything-but-most-serene big-shots. Fireworks got an early start this year from the DA office, but the Redentore will always be the highlight of Venetian summers and maybe for just one night our beloved bigoi in salsa, anara in tecia, sardee in saor and watermelon will steal the spotlight from the prosecutors. The Redentore is a religious feast, although Venice’s secularism creates a curious mix between worship and fun. The votive boat bridge crossing the Giudecca canal all the way to the Basilica also signals the passage to several sumptuously decked tables. Every terraced hotel prepared a special offer to enjoy the night languidly relaxed on comfortable couches with whatever delicacy you may crave right at your fingertips, not to mention the wines. Enough with refreshment, drive your attention to the unique show of the crowds fighting for a place on the rivas and by Piazza San Marco, to the number of small boats turned into floating dinner tables, and to the combination sounds and colours can make while waiting for the wonder of fireworks. Terraces like those of Gritti, Europa&Regina, Danieli, Monaco, Bauer, just to name a few, are the ideal set for a memorable night to imprint on your mind frame by frame. A dinner with a retro music background at Harry’s Dolci at Giudecca is also a must of Redentore… but no must is stronger than the feast itself, as well as a due passage by the Basilica, built after the plague of 1575. In 2014, plague-spreaders are different; we will let earthly justice take care of them in facilities more apt than a church can be! Tr. Andrea Falco
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Sesto al Reghena (Pn) fino al 5 agosto www.sextonplugged.it
rock, jazz, folk... rock, jazz, folk...
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Tanti gli invitati alla festa della storica emittente bresciana, con dibattiti, proiezioni di film e concerti musicali ad alto tasso di qualità. La serata di apertura parla la lingua dei Balcani con i Dubioza Kolektiv e un mix originale di hip hop, reggae, dub e rock. Lo Stato Sociale il 21 e Caparezza il 22 precedono l'esibizione di Luciano (24), all'anagrafe Jepther McClymont, cantante giamaicano tra i più rispettati al mondo per la profonda vena conscious. 99 Posse (26) e Tre Allegri Ragazzi Morti (30) sono solamente alcuni dei nomi in cartellone di questa edizione 2014, piacevole conferma in un ambiente in cui l'incertezza regna sovrana...
:festadelredentore
Una festa salvata last second, un attimo prima che l’attività dell’Amministrazione Comunale venisse commissariata, tra le pieghe di una città scossa dall’ondata di pubblico denaro, finito, almeno secondo l’accusa, nelle tasche di molti notabili per nulla serenissimi. I veri botti quest’anno li ha fatti in anti
SEXTO 'NPLUGGED Tra i momenti più attesi dell’estate per l’intrattenimento genuino e l’atmosfera familiare, il Mirano Summer Festival torna anche quest’anno, con una settimana di programmazione in più rispetto all'anno scorso, nella zona dei campi sportivi. La musica è quella delle migliori tribute band ufficiali italiane degli artisti più amati a livello internazionale: da Vasco Rossi a Zucchero, dai Queen ai Pink Floyd. Grande partecipazione per la serata del Coorsal Music Summer Contest, in cui la band emergente selezionata tra quelle iscritte avrà la possibilità di esibirsi live dal palco della manifestazione miranese. La kermesse culmina il 24 luglio con il concerto di Red Canzian, che porta sul palcoscenico il repertorio dei Pooh, tra le band più artisticamente longeve a livello europeo.
Vari luoghi a Mirano (Ve) 1-25 luglio www.caligola.it
Alla faccia della crisi del settimo anno! L' Anfiteatro Camerini del Comune del lungobrenta porta in Veneto il meglio dlla musica italiana e straniera, a partire dal 6 luglio con i Negramaro di Giuliano Sangiorgi. La rassegna promossa da Zed! decide di legare indissolubilmente i suoi destini a quelli del territorio, grazie a una serie di servizi promozionali capaci di far vivere al pubblico un'esperienza indimenticabile non solo sotto il profilo musicale. Biglietti gratis per gli studenti meritevoli di elementari, medie e licei e biciclette gratuite per visitare il comprensiorio sono solo alcune delle iniziative messe in campo da una manifestazione che propone il trip hop dei Massive Attack il 9, il leggendario rock d'autore di Robert Plant il 14, il pop irresistibile di James Blunt il giorno successivo e tre grandi voci femminili del panorama italiano come Giorgia (16), Emma (19) ed Elisa (25). I concerti di Paolo Nutini il 17 e degli Scorpions il 18, poi, rappresentano le classiche ciliegine che rendono l'Hydrogen Festival assolutamente degno di essere visto, ascoltato, vissuto.
parate. Piero Dread il 10 si fa accompagnare dalla Vibes Point Band, vincitrice dell'European Rototom Reggae Contest 2014, dopo di lui sul palco il reggae patchanka dei Matti delle Giuncaie. Aggiungete poi Misere de la Philosophie, Maison Rode Waste Culture e The Sweet Life Society per un 11 luglio di rock electro e vintage.
MIRA ON AIR Parco Villa dei Leoni, Mira (Ve) 22-27 luglio www.miraonair.it
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ALFA ROMEO CITY SOUND FESTIVAL
Ippodromo di San Siro, Milano fino al 30 luglio www.citysoundmilano.com
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Oltre all’immancabile e splendida Wind of Change, composta nel 1990 dal cantante Klaus Meine, ispirato dai cambiamenti politici che si stavano allora verificando nell’Europa dell’Est, riconosciuta come uno dei simboli della riunificazione della Germania, spazio verrà dato anche a Comeblack, ultimo lavoro di studio pubblicato a fine 2011 e composto per metà dai loro pezzi classici ri-registrati per metà di cover delle più famose canzoni degli anni ‘60 e primi anni ‘70. Daniele Pennacchi Scorpions 18 luglio Anfiteatro Camerini-Piazzola sul Brenta (Pd) Info www.zedlive.com
«Hip Hop Tv Arena» 14 luglio Arena di Verona Info www.eventiverona.it
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SabatoSaturday 19 luglioJuly Pomeriggio APERTURA DEL PONTE VOTIVO OPENING OF THE THANKSGIVING BRIDGE Costruito temporaneamente solo per la Festa, quest’opera ingegneristica lunga 330 metri, in legno e acciaio, è composta da 16 moduli galleggianti ancorati da pali e sorretti da 34 barche. Collega Fondamenta delle Zattere alla Giudecca a ricordo di quello costruito, in soli quattro giorni, su ottanta galee e ricoperto da un ricco drappo, che collegava San Marco all’opposta riva della Giudecca nel solenne corteo del 1578./ The votive bridge is a 330 metre long work of engineering in wood and steel, composed of 16 floating modules anchored by poles and sustained by 34 boats. It links Fondamenta delle Zattere with Giudecca, in memory of the one built in only 4 days on eighty galleys and covered by rich drapery for the solemn procession of 1578.
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Innesti d’arte in architettura, per una Venezia mai tanto viva. Gli spazi Pinault, Fondazione Prada, Ca’ Pesaro, Palazzo Ducale, Campo della Tana, come capitoli di una ricerca architettonica a lungo termine, tra letture variegate di un percorso lineare/ Phenomena of art ‘grafting’ on architecture make Venice livelier than ever. Pinault’s spaces, Fondazione Prada, Ca’ Pesaro, Palazzo Ducale, and Campo della Tana write the pages of a long-term architectural research, offering multifaceted readings of a linear process
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Venezia Jazz Festival Summer Music Festivals
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l’evento del mese the event of the month
Redentore 2014
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Padiglione Italia - Intervista a Cino Zucchi Biennale Architettura Awards Padiglione Cina: intervista a Jiang Jun Padiglione Albania, Slovenia, Giappone Young Architects in Africa Fundamentally Hong Kong? Gotthard Landscape Made in Europe M9 Trasforming the city Genius Loci. Spirit of a Place India: The Revealed Mysteries Art or Sound Caffè Florian Hiroshi Sugimoto Irving Penn. Resonance Solo per i tuoi occhi Architecture Van Brandenburg. Unfurling SHAPE! Bringing Architecture to Life Guido Cirilli Negozio Olivetti Nel segno di Carlo Scarpa Andate in pace Prix Wilmotte 2014
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sentare il nuovo disco Tales from the Realm of the Queen of Pentacles, uscito a febbraio e somma naturale dell’unione di due universi, quello spirituale e quello reale, affrontati dalla cantautrice con la stessa delicatezza degli esordi. Il concerto del 18 luglio nel parco di Villa Venier è un appuntamento di cartello dell’edizione del Verona Folk Festival, manifestazione giunta alla decima edizione che quest’anno porta nella provincia veronese Petra Magoni e Ferruccio Spinetti e i Modena City Ramblers, dopo Richard Galliano a giugno. D.C. Suzanne Vega 18 luglio Villa Venier-Sommacampagna (Vr) Info www.provinciainfestival.it
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Nuovi approcci Curioso, inesauribile, Battiato Per la prima data del Short Summer Tour 2014, nonché unico concerto di Franco Battiato nel Nordest, lo splendore della Piazza degli Scacchi di Marostica si trasforma in un anfiteatro in grado di accogliere ben 4000 persone. Per il cantautore siciliano quest’avventura estiva si presenta come l’occasione per proporsi al suo pubblico secondo rinnovati aspetti, di cui il primo è dettato da un sostanziale cambiamento delle sonorità delle sue canzoni dovuto all’accompagnamento dell’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, che proprio quest’anno compie dieci anni della sua costituzione. Oltre a ripercorrere la propri a carriera attraverso le canzoni più importanti del suo repertorio storico fino ai successi
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Padiglione Repubblica di Corea
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71. MOSTRA DEL CINEMA E sono 71! Barbera sceglie il compositore Alexandre Desplat per dirigere un Concorso Internazionale da gustare a schermo intero, in uno spirito di libertà e dialogo. Tra premiere, retrospettive e omaggi, si fa la storia del cinema/ Looking forward to the 71st Venice Film Festival! Barbera chooses composer Alexandre Desplat as the president of an International Competition we shall enjoy full-screen, immersed in an atmosphere of freedom and dialogue. Premieres, retrospectives, and tributes: this is how the history of cinema is done
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14. BIENNALE ARCHITETTURA 65 paesi ai Giardini, in Arsenale e in altri luoghi della città, per un’indagine sui momenti decisivi di un percorso secolare di modernizzazione. Una scansione dell’Italia costituita da progetti di ricerca e la fusione dell’architettura con i settori Danza, Musica, Teatro e Cinema/ 65 countries express their views on the decisive moments in a centuries-long modernization process. A variety of architecture research projects in combination with Dance, Music, Theatre, and Cinema draw a complete picture of Italy today. At the Arsenale, Giardini, and all over the city
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www.venezianews.it
HIGHLIGHTS
: ve news
LucaZanattaPortfolio | 11
dei suoi ultimi album, il pubblico attende di essere sorpreso con un assaggio del nuovo lavoro che Battiato comincerà probabilmente a promuovere proprio durante l’estate e di cui ancora non si hanno notizie certe. Non mancherà un particolare saluto all’amico e collaboratore Manlio Sgalambro, filosofo con il quale Battiato ha intessuto una collaborazione che si è avviata nel 1994, fino alla sua recente scomparsa e che probabilmente seguiterà a manifestarsi influenzando i lavori prossimi del cantautore. Alberto Massarotto Franco Battiato & Filarmonica Arturo Toscanini 11 luglio Piazza degli Scacchi-Marostica (Vi) Info www.zedlive.com
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Fundamentals
14ème Exposition Internationale d’Architecture Biennale de Venise 2014 Venise, 7 juin > 23 novembre 2014
Magazine
LucaZanattaPortfolio | 13
14. Mostra Internazionale di Architettura
14. Mostra Internazionale di Architettura
funda men tals contents
MONDITALIA 08 Paolo Baratta
12 Rem Koolhaas
interview with
18 elements of architecture
tracks
24 monditalia
giardini
36 absorbing modernity
arsenale
giardini/arsenale
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ELEMENTS
MAG 32 Phyllis Lambert
39 Cino Zucchi
leone d’oro alla carriera
interview with
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45 Daniel Libeskind interview with
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funda men tals
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Rem Koolhaas
28/05/14 20:16
14. Mostra Internazionale di Architettura
di Paolo Lucchetta
MANHATTANISM Delirious New York (1994) from the Introduction
How to write a manifesto - on a form of urbanism for what remains of the 20th century - in an age disgusted with them? The fatal weakness of manifestos is their inherent lack of evidence. Manhattan’s problem is the opposite: it is a mountain rage of evidence without manifesto. The book was conceived at the intersection of these two observations; it is a retroactive manifesto for Manhattan. Manhattan is the 20th century’s Rosetta Stone. Not only are large parts of its surface occupied by architectural mutations (Central Park, the Skyscraper), utopian fragments (Rockfeller Centre, the UN building) and irrational phenomena (Radio City Music Hall) but in addition each block is covered with several layers of phantom architecture in the form of past occupancies, aborted projects and popular fantasies that provide alternative images to the New York that exists. Especially Between 1890 and 1940 a new culture (the Machine Age?) selected Manhattan as laboratory: a mythical island where the invention and testing of a metropolitan lifestyle and its attendant architecture could be pursued as a collective experiment in which the entire city become a factor of man-made experience, where the real and the natural ceased to exist.
Elements of Architecture si concentra sugli elementi fondamentali dei nostri edifici, utilizzati da ogni architetto, in ogni tempo e in ogni luogo: pavimenti, pareti, soffitti, tetti, porte, finestre, facciate, balconi, corridoi, camini, servizi, scale, scale mobili, ascensori, rampe… Gli elementi architettonici apparentemente più comuni, se sottoposti a un’analisi quasi microscopica, appaiono come una combinazione instabile in cui confluiscono orientamenti culturali, simbolismi dimenticati, sviluppi tecnologici e mutamenti generati da una globalizzazione sempre più intensa; miscele verso cui convergono anche considerazioni legate al clima, ai mutevoli confini del concetto di comfort, ai desideri e alle pulsioni originarie, alle strategie politiche, ai requisiti di legge, al neoliberismo, ai nuovi linguaggi digitali e, naturalmente, le idee dell’architetto. Gli elementi tradizionali dell’architettura - il soffitto e la finestra, ma anche la facciata - vengono ora tradotti con linguaggi tecnologicamente avanzati, eppure quelli che sono gli elementi architettonici fondamentali permangono, anche se talvolta assumono conformazioni radicalmente diverse. Attraverso una panoramica globale dell’evoluzione degli elementi architettonici condivisi da tutte le culture, la Mostra estenderà il discorso all’architettura al di là dei suoi parametri tradizionali, e coinvolgerà ampiamente il pubblico nell’esplorazione di una dimensione familiare, perduta e visionaria dell’architettura.
libri, frasi, parole chiave
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MANHATTANISM Delirious New York (1994) dall’Introduzione
Come scrivere manifesti - su di una forma di urbanesimo per ciò che rimane del XX secolo - in un’epoca che li disdegna? La fatale debolezza dei manifesti è la loro intrinseca mancanza di concretezza. Il problema di Manhattan è esattamente l’opposto: una montagna di concretezza priva di manifesto. Questo libro è stato concepito all’intersezione di queste due osservazioni; è un manifesto retroattivo per Manhattan. Manhattan è la Stele di Rosetta del XX secolo. Non solo ampie porzioni del suo territorio sono occupate da mutazioni architettoniche (Central Park, il Grattacielo), frammenti utopici (il Rockefeller Center, la sede dell’Onu) e fenomeni irrazionali (Radio City Music Hall), ma per di più ogni isolato è coperto da molteplici strati di architettura fantasma, che ha assunto la forma di insediamenti esistenti, progetti mai realizzati e fantasie popolari, che forniscono un’immagine alternativa a quella della New York attuale. Specialmente tra 1890 e 1940 una nuova cultura (l’era della macchina?) ha scelto Manhattan come laboratorio: un’isola mitica dove invenzione e sperimentazione di uno stile di vita metropolitano e la sua relativa architettura potessero essere intraprese come esperimento collettivo nel quale l’intera città diventasse un elemento d’esperienza artificiale, dove reale e naturale cessassero di esistere. Questo libro è un’interpretazione di Manhattan che attribuisce ai suoi apparentemente discontinui - persino inconciliabili - episodi un grado di consistenza e coerenza, un’interpretazione che vuole esprimere Manhattan come prodotto di una teoria non ancora formulata, il Manhattanismo, il cui programma - esistere in un mondo artificiale interamente fabbricato dall’uomo, vivere nella fantasia - era così ambizioso che per essere realizzato, non ha mai potuto essere dichiarato apertamente.
This book is an interpretation of that Manhattan which gives its seemingly discontinuous - even irreconcilable - episodes a degree of consistency and coherence, an interpretation that intends to establish Manhattan as the product of an unformulated theory, Manhattanism, whose program - to exist in a world totally fabricated by man, i.e. to live inside fantasy - was so ambitious that to be realized, it could never be openly stated.
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THE SHAPE OF WATER Towards an extreme architecture (2002) from “Interview”, p.69
Let’s talk about something besides architecture. Do you know that in the past week I’ve been swimming in Lagos, in Milan, in Switzerland, in Rotterdam, in London, in L.A., and in Las Vegas? Incredible. In one week? Yes. That means seven cultures, seven typologies of bodies, seven typologies of movement, seven typologies of exhibitions, of introversion, of hygiene, seven typologies of smell. Taste is almost as important. The water feels like a very thin soup, like gruel, and with some training you can taste who has been swimming there. In Holland they rotate swimmers in a very ideological, politicallycorrect way — old people, retarded people, Turkish people. I have a sense that I can tell the whole pre-history of the water.
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A DANGEROUS PROFESSION Rem Koolhaas: Conversations with Students (1996)
from “Lecture 1/21/91”, p. 12
Architecture is a dangerous profession for several reasons. It is especially dangerous if you have a name like Office for Metropolitan Architecture – a very pretentious name, compared to which almost any realization may be found wanting. There is, for instance, a house in Paris that we are now building, one whose swimming pool happens to be in axis with the Eiffel Tower, yet this simple fact does not make the building metropolitan, even if the French seem to think so. Architecture is a dangerous profession also because it is incredibly difficult and debilitating. In this Paris house there is a simple idea; that it might be nice to have an apartment that floats in the air. Our whole office of 35 people was intellectually engaged for over two years to make this simple idea a reality. In those two years there was no possibility for us to also think. Finally, architecture is a dangerous profession because it is a poisonous mixture of impotence and omnipotence, in the sense that the architect almost inevitably harbors megalomaniacal dreams that depend upon others, and upon circumstances, to impose and to realize those fantasies and dreams.
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Exploring Koolhaas’ world
books, quotes, keywords
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A DANGEROUS PROFESSION Rem Koolhaas: Conversations with Students (1996)
da “Lecture 1/21/91”, pag. 12
L’architettura è una professione pericolosa per una serie di ragioni. È pericolosa se hai un nome come Ufficio per l’architettura metropolitana - molto pretenzioso e al cui confronto qualsiasi realizzazione potrebbe apparire non adeguata. Ad esempio c’è una casa a Parigi che stiamo ora costruendo la cui piscina è in asse con la Torre Eiffel. Questo semplice fatto non rende l’intero edificio metropolitano, anche se sembra che i francesi lo credano. L’architettura è una professione pericolosa anche perché è incredibilmente difficile ed estenuante. In questa casa parigina l’idea è semplice: sarebbe carino avere un appartamento che galleggia in aria. Il nostro intero ufficio, 35 persone, si è impegnato per più di due anni per rendere questa semplice idea realtà. In quei due anni è stato del tutto impossibile pensare. Infine, l’architettura è una professione pericolosa perché è una miscela velenosa di impotenza e onnipotenza, nel senso che l’architetto inevitabilmente alberga sogni di megalomania che però dipendono da altri, dalle circostanze, per essere realizzati. Tr. A.F.
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Elements of Architecture pay close attention to the fundamentals of our buildings, used by any architect, anywhere, anytime: the floor, the wall, the ceiling, the roof, the door, the window, the façade, the balcony, the corridor, the fireplace, the toilet, the stair, the escalator, the elevator, the ramp… Under near-microscopic attention, the apparently mundane elements of architecture are revealed as unstable compounds of cultural preferences, forgotten symbolism, technological advances, mutations spawned by intensifying global exchange, climatic considerations, fluctuating thresholds of comfort, mythical desires, political calculations, regulatory requirements, neoliberal economics, new digital regimes, and, somewhere in the mix, the ideas of the architect. Traditional architectural elements – the ceiling and the window, but also even the façade – now belong to advanced technological domains, yet the fundamental elements of architecture endure, albeit in sometimes radically different forms. By looking at the evolution of architectural elements shared by all cultures, the exhibition will expand the architectural discourse beyond its normal parameters, and include a broad public in an exploration of the familiar, the erased, and the visionary dimensions of architecture.
Stair - Models at the Friedrich Mielke Institute of Scalology Courtesy la Biennale di Venezia. Copyright Rem Koolhaas
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Rem Koolhaas
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BRAND ARCHITECTURE Projects for Prada Part 1 (2001) dall’Introduzione, pag. 4
LA FORMA DELL’ACQUA Verso un’architettura estrema (2002) da “Intervista”, pag. 69
Parliamo di qualcosa che vada al di là dell’architettura. Sai che quest’ultima settimana ho nuotato a Lagos, a Milano, in Svizzera, a Rotterdam, a Londra, a Los Angeles e a Las Vegas? Incredibile. In una settimana? Sì. Questo vuol dire sette culture, sette tipologie di corpi, di introversione, di mostre, di movimento di igiene e di odori. Anche il gusto conta molto. L’acqua sembra una zuppa troppo liquida, un brodo, allenandosi si può provare ad indovinare chi ci ha nuotato. In Olanda fanno fare i turni in piscina in modo ideologico, politically correct, anziani, pensionati, Turchi. Sento di poter raccontare tutta la storia dell’acqua.
Un’espansione indefinita rappresenta una crisi: tipicamente caratterizza la fine dell’attività creativa di un marchio e l’inizio di un’impresa solo con scopi finanziari. Un’espansione può avere due caratteristiche: quantitative o qualitative. Meramente a livello di numeri, ci sono più e più negozi Prada; a livello di scala, Prada è prossima all’apertura di alcuni negozi distintivi, in particolare di negozi grandi. Il pericolo dei grandi numeri è noto: ogni nuovo negozio riduce l’aura e contribuisce a una sensazione di crescente ‘familiarità’. Il pericolo della grande scala è la sindrome da ‘negozio di punta’: una megalomane accumulazione di ovvietà, che sopprime ogni elemento di sorpresa e di mistero ancora associati ad un marchio, imprigionandolo in una identità definitiva.
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giardini
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14. Mostra Internazionale di Architettura
padiglione italia
mond italia
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14. Mostra Internazionale di Architettura
Padiglione Italia
Rem’s version
giardini
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La versione di Rem
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padiglione centrale
Esplorazioni nell’universo Koolhaas
Photography by Fred Ernst Courtesy of OMA
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elements of architecture
14. Mostra Internazionale di Architettura
tracks
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MODERNITY
interview with
Cino Zucchi
corderie
arsenale
Contemporaneità a confronto cinema
Comparing contemporary
musica
Ivan Fedele
teatro
Direttore Settore Musica
Alberto Barbera Direttore Settore Cinema
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pages reliure format langue
120 Brochage 210x260 mm Italien/Anglais
«Più di un anno fa noi tutti direttori delle diverse sezioni della Biennale ci siamo incontrati con il Presidente Baratta e con Rem Koolhaas per condividere quello che non era ancora un progetto, ma un’idea che ha poi preso forma, ovvero mescolare tutti i linguaggi delle arti per contribuire a questo racconto che usa l’Italia come grande metafora storica e ideale per riflettere sull’architettura. Il cinema è stato l’occhio del Novecento e come nessun altro linguaggio ha saputo fissare sulle immagini le mutazioni del Paese, le trasformazioni, i cambiamenti intervenuti sul paesaggio e le grandi rivoluzioni che hanno modificato il rapporto tra campagna e città, tra metropoli e natura. La natura antologica delle immagini ha la forza straordinaria di riuscire a registrare lo status quo anche quando le intenzioni degli autori, dei registi, degli sceneggiatori sono altre. Tutti gli storici riconoscono che proprio il cinema sia diventato uno degli strumenti imprescindibili per la ricerca storica per la sua natura visiva, oggettiva, concreta, immediatamente riconoscibile, con una complessità e una densità di informazioni unica. Ecco perché il cinema è stato scelto come filo rosso per la narrazione di Rem Koolhaas: 82 sequenze, dall’inizio del cinema italiano sino ad oggi, selezionate per il loro valore simbolico ed emblematico utile ad accompagnare il visitatore lungo il percorso di lettura che Koolhaas propone attraverso la storia del nostro Paese, dell’architettura e dell’influenza che quest’ultima ha avuto su tutte le vicende, storiche, politiche e sociali, italiane. Sono sequenze di pochi minuti l’una, distribuite come in un percorso continuo, divenendo quasi una sorta di metafilm che ascolta l’evoluzione del Paese, la sua trasformazione urbanistica, sociale, politica». “More than a year ago we directors of different Biennale sections met with President Baratta and with Rem koolhaas and they showed us what was less than a project, a mere idea that developed little by little. We had the basics covered all along, that is, a mix of all art languages was there to contribute to the story, this narration that sees Italy as a great historical and ideal metaphor to reflect on architecture. Cinema has been an eye on the XX century and like no other art, it fixed on images the evolution of a country, the transformation, the change on landscape and the great revolutions that modified the relationship between city and countryside, metropolis and wilderness. The anthological nature of images is extraordinarily strong in being able to record the status quo even when the intentions of authors, directors, scriptwriters are elsewhere. What is now taken for granted by all historians is that cinema has become an invaluable instrument for historical research - the tools it offers, the material elements no other document can provide. We have 82 sequences, from Italian cinema’s early days to current production, chosen for their symbolic and emblematic value and for their usefulness in understanding Koolhaas’ interpretation of the history of Italy, of architecture, and of the influence architecture had on all Italian affairs: historical, political, and social. We thought it was necessary to choose the right sequences for our narrative needs, obtaining the relevant rights, acquire images, and editing them.” Tr. A.F.
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forza del ‘fondamentalismo’. Spesso nelle scienze naturali la collezione di esemplari simili ne rivela le differenze più sottili, generate dalle variazioni progressive che un organismo subisce nel tentativo di adattarsi a diverse condizioni ambientali. Diceva il pittore Johann Heinrich Füssli: «in arte molte cose si trovano per caso, ma si conservano per scelta», prefigurando forse inconsciamente una lettura ‘darwinista’ del rapporto tra le invarianti e le inerzie di una cultura formale e la sua rispondenza a nuove condizioni sociali o programmatiche.
danza «Il progetto di Rem Koolhaas, riguardante l’aménagement delle Corderie per l’edizione 2014 della Biennale mi è subito sembrato molto stimolante anche per Biennale Musica. Al di là di considerazioni immediate che mettano in evidenza la similitudine teorica da sempre riconosciuta tra i due diversi tipi di ‘architetture’, è la possibilità di coniugare due dimensioni creative l’opzione che mi è parsa più intrigante e ricca di prospettive rispetto al semplice scambio di esperienze e conoscenze. Queste ultime hanno contribuito alla concezione di ambienti unici nel loro genere e hanno richiesto mesi di lavoro collegiale in cui sono stati via via affinati i criteri di realizzazione di spazi ‘dedicati’ a opere di vario genere e caratteristiche peculiari, così come erano state previste in sede di programmazione. La molteplicità dei luoghi e delle scene ispira, infatti, un’idea di ‘contrappunto spaziale’ in cui la simultaneità degli eventi può diventare un elemento forte della rappresentazione, così come la successione degli stessi può traslarsi da un luogo all’altro con una immediatezza che attiene più alla ‘dimensione cinematografica’ che a quella teatrale intesa in senso tradizionale. L’unità di tempo e spazio in una dimensione così vasta può, di conseguenza, diventare un fattore determinante soprattutto per quanto riguarda le produzioni di teatro musicale. Inoltre, anche la spazializzazione delle sorgenti sonore si giova di una condizione di ricerca decisamente privilegiata e avanzata che mette a disposizione del pubblico diverse prospettive d’ascolto. Queste contribuiscono a rendere l’opera musicale una ‘scultura sonora’ da ascoltare da più punti di percezione che ne mettano in risalto anche gli aspetti liminari». “Rem Koolhaas’ project on the aménagement of the Corderie for the 2014 Biennale seems extremely stimulating in the framework of the Music Biennale as well. Besides immediate considerations on established theoretical affinities between the two ‘architectures,’ what I found most intriguing is the possibility to combine two creative dimensions. The exchange of experiences and knowledge has made it possible to conceive unique spaces. Months of collaboration refined the criteria relative to the realization of spaces ‘dedicated’ to hosting specific works with peculiar features the way they had been designed. The multiplicity of spaces and sceneries generates the idea of a ‘spatial counterpoint,’ where the simultaneity of events may become a central element. On a similar note, a succession of events may shift from one space to another in a way that is reminiscent of cinema rather than traditional theatre. As a result, the unity of time and space in such a vast dimension can become a decisive factor in musical theatre productions. Furthermore, the spatialization of sound sources has benefited from very advanced research capable of providing the audience with several hearing perspectives. These contribute to making the music performance a ‘music sculpture’ to consider from multiple viewpoints, thus illuminating its liminal aspects.” Tr. E.F.
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Innesti/Grafting. Quali le linee guida del progetto? Il concetto di “innesto”, che ho scelto per definire in maniera sintetica un insieme di pratiche anche diverse tra loro, implica una ferita nell’organismo ospite, ma anche una conoscenza della sua fisiologia. Ogni atto di trasformazione implica una perdita, e quindi un senso di grande responsabilità sui risultati. L’ossessione odierna per la ‘natura’ appare spesso una reazione psicologica alla coscienza del danno che possiamo arrecare su di essa; ma non esiste alcuna ricetta salvifica, piuttosto una serie di obiettivi e di tecniche adeguate.
Virgilio Sieni
Direttore Settore Danza
Àlex Rigola
Direttore Settore Teatro
Anche il Settore Teatro di Àlex Rigola prende parte al work in progress multidisciplinare allestito alle Corderie dell’Arsenale. Essere un luogo di ipotesi e confronto, uno spazio aperto all’incontro e votato alla sperimentazione, questo l’obiettivo di quest’anno di Biennale College Teatro, con 8 workshop concepiti come occasione di confronto tra maestri e artisti, e 6 residenze, destinate al lavoro di giovani compagnie su propri progetti. Àlex Rigola ha puntato sui registi e sulle compagnie che maggiormente hanno rinnovato la scena contemporanea degli ultimi 20 anni operando quasi programmaticamente al confine tra discipline diverse. Tra loro, Jan Lauwers, a cui verrà consegnato il Leone d’oro alla carriera, autore di spettacoli, con la sua Needcompany, dove testo, movimento, musica e arti plastiche si fondono, creando un linguaggio personale, riconosciuto da tutti i più importanti festival nel mondo. Ma anche come il più giovane Fabrice Murgia, vincitore del Leone d’argento, che in brevissimo tempo ha creato un linguaggio originale che attinge tanto al mondo del teatro quanto a quello del cinema e nel quale ha un’importanza particolare lo spazio sonoro. Lo spazio delle Corderie dell’Arsenale, strutturato con 6 palcoscenici, accoglierà le Compagnie in residenza e ospiterà gli esiti finali aperti al pubblico di workshop e residenze. Following an invitation from Rem Koolhaas, director of the 14th International Exhibition of Architecture, Àlex Rigola’s Theatre Sector is also taking part in a multidisciplinary work in progress set up in the Corderie dell’Arsenale, as part of the Monditalia exhibition. The goal of this year’s Biennale College Teatro is to be a place of possibilities and comparisons as well as a space open to encounters and dedicated to experimentation. Its eight workshops have been designed as an opportunity for discussion between teachers and artists, and with the six residencies intended for the work of young companies. The focus is on those directors and companies that have greatly rejuvenated the contemporary scene, virtually developing a program at the frontier between different disciplines. The participants include Jan Lauwers, who will receive the Golden Lion for Lifetime Achievement, and Fabrice Murgia, winner of the Silver Lion. Equipped with six stages, the Corderie dell’Arsenale will welcome the companies in residence and offer to the public the final results from the workshops and residences.
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«L’articolazione del lavoro alle Corderie necessitava di un’avventura verso le arti performative. Ci siamo basati sui fondamentali, partendo dalla “pratica” per arrivare al lato creativo. Ma la novità vera sta nella totale apertura di questo processo alla frequentazione del pubblico di Biennale Architettura. Alle Corderie, in dialogo con l’architettura, sarà rappresentato un altro concetto di polis, non più relativo alla città, ma basato su un sistema che già a livello progettuale è stato predisposto per la danza. La Biennale Architettura stessa parlerà attraverso i corpi. Durante la vernice e fino al 29 giugno una continuità di pratiche, di percorsi di creazione e di performance si svolgeranno ininterrottamente dalle 11 alle 18, diventando la Mostra stessa, con la presenza di corpi e coreografie in spazi che ho indicato come “polis Corderie”. Un evento del tutto inedito di cui non conosciamo ancora l’esito, considerando che tutti gli artisti hanno accettato la sfida di essere presenti, di praticare e di creare di fronte al pubblico, aprendo le fasi della creazione allo sguardo dei visitatori. La “polis Arsenale” – costituita dalle Tese Cinquecentesche, dallo spazio all’altezza delle Gaggiandre e dal Teatro Piccolo Arsenale – accoglie invece lavori di coreografi, nazionali e internazionali, che hanno lavorato con giovanissimi danzatori. E poi ci sono i 27 quadri del Vangelo secondo Matteo, un’impresa ardua ma meravigliosa. Le prove si sono svolte da Venezia al Trentino, dalla Puglia alla Basilicata, fino a Matera e Bari. Abbiamo lavorato con volti, tracce, dislessie, giovanissimi, anzianissimi, professionisti, artigiani; insomma, con una vera ‘geografia’ di esistenze».
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“We based our work at the Corderie on the fundamentals: the origin of creation, practice and its creative, conclusive steps. What is new, though, is the process being open to all the public of the Architecture Biennale. At the Corderie, in dialog with architecture, we will represent another concept of polis, not the city anymore but a system that we designed from the beginning to accommodate dance. During the Biennale’s opening days up to the 29th of June a series of acts and creative performances will take place continuously from 11am to 6pm to form an integral part of the Exhibition. Bodies and choreography will also be present in what I call “polis Corderie”: imagine a mixture of choreographers, artists, dancers sharing these spaces for twenty days. An unprecedented event – we still don’t know how it’s going to end up. “polis Arsenale” stands at the Tese Cinquecentesche, Gaggiandre and Teatro Piccolo with work by choreographers from Italy and abroad and their young dancers. And then the 27 scenes from the Gospel according to Saint Matthew, a strenuous, wonderful endeavour. We have been rehearsing in Venice, Trentino, Apulia, and Basilicata. We worked with faces, traces, dyslexia, the very young and the very old, professional, artisans. A true geography of existence.” Tr. A.F.
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In particolare il suo intervento a Venezia nell’area Ex-Junghans come viene collocato nel contesto più generale di Innesti? Per principio non espongo al Padiglione Italia alcuno dei miei progetti, anche se molti di essi – sia quelli a scala urbana che quelli a scala più propriamente architettonica – potrebbero riconoscersi bene nelle linee indicate dalla mostra da me curata. La riforma dell’area Ex-Junghans rappresenta un caso estremo di questa condizione di fallibilità del moderno, e della responsabilità che consegue all’operare nel corpo vivo di un ambiente collettivo sedimentato come quello veneziano. Come fatto da molti progetti in mostra, credo di aver operato con molta attenzione alle condizioni particolari del sito e del tessuto veneziano in genere, ma senza alcuna finzione o ipocrisia stilistica. Alla Junghans abbiamo scavato due nuovi canali e disegnato un sistema di nuovi spazi pubblici che prima non esisteva nell’enclave industriale, proseguendo la maglia di calli fino alla laguna; non quindi un ‘ambientamento’ o un ripristino, ma un vero nuovo progetto di una parte urbana, seppur molto ben innestato sulla città esistente e sugli edifici industriali conservati dal progetto. Entriamo nel Padiglione: ci guidi tra gli spazi delle Tese delle Vergini attraverso i diversi ‘capitoli’ della sua mostra: Innesti: il nuovo come metamorfosi / EXPO 2015: un laboratorio ambientale / Milano Moderna: un laboratorio urbano / Un paesaggio contemporaneo / Ambienti Cut and Paste / Paesaggi Abitati: la vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita. Dopo un’introduzione generale, data da una parete che mostra alcuni episodi antichi e moderni di ‘innesti’ progettuali, e la sezione dedicata all’EXPO, dove è stato chiesto a cinque giovani studi di immaginare proposte per l’area dopo la fine della manifestazione, la ‘modernizzazione’
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di Milano dell’ultimo secolo è presa come ‘caso studio’ che esprime al massimo grado la dialettica tra innovazione e permanenza della forma urbana esistente. Nella seconda sala, dedicata alla situazione contemporanea, i progetti scelti non sono descritti attraverso una documentazione estesa – la Biennale non è il luogo dove questo è possibile – ma composti insieme a formare un grande paesaggio luminoso. Infine un montaggio di video amatoriali commissionati per l’occasione documenta come il paesaggio urbano italiano sia oggi lo sfondo di modi di vita molto diversi. All’inizio e alla fine della mostra, un grande portale in acciaio ossidato e un lungo nastro-panca che si snoda nel Giardino delle Vergini costituiscono dei veri ‘innesti’ fisici nello spazio dell’Arsenale.
we can cause. However there is no recipe for salvation, but rather a series of objectives and appropriate techniques. In Innesti/Grafting’s broader context, how does your involvement in the ex-Junghans area fit in? The overhaul of the ex-Junghans area is an extreme case of this condition of the modern’s fallibility. At Junghans, we dug two new channels and designed a new system of public spaces that did not exist prior to the industrial enclave, carrying on the network of lanes as far as the lagoon. Therefore, it’s not an “adaptation” or a restoration, but a new design of an urban division, albeit very well grafted onto the existing city and industrial buildings preserved by the project.
Per quanto riguarda la sezione Cartoline dal Mondo, quale relazione ha con Monditalia di Koolhaas e quali i criteri di scelta dei 20 architetti internazionali che partecipano al progetto? Nel passato e nel presente, l’Italia ha sempre scambiato cultura con il mondo: Fra Giocondo era stato chiamato per il London Bridge, Bernini per la facciata del Louvre, mentre il Duomo di Milano è una vera architettura ‘di importazione’. Ho scelto architetti contemporanei che stimavo per il loro lavoro e che ritenevo interessanti per il loro rapporto con il nostro Paese; ho chiesto loro di sintetizzare il loro pensiero in una ‘cartolina’ che viene distribuita all’uscita del Padiglione.
Let’s go into the Pavilion: lead us through the various “chapters” of your exhibition. After a general introduction, on a wall that displays some ancient and modern episodes of design “grafts”, and the section devoted to EXPO, where five young people were asked to come up with ideas for the area after the end of event, Milan’s “modernization” in the last century is used as a “case study” to express to the highest degree the dialectic between innovation and permanence of the existing urban form. In the second room, dedicated to the contemporary scene, the designs selected form a vast dazzling landscape. Finally, there is a montage of home videos commissioned for the occasion that document how the Italian urban landscape today has become the background for many different ways of life. At the beginning and at the end of the show, the large oxidized steel portal and a long ribbon-bench that runs through the garden of the Vergini are real physical “graftings” on to the Arsenale’s space.
Architettura in Italia. Quali indicazioni, quali suggestioni per il futuro prossimo emergono dalle linee tracciate dal Padiglione Italia 2014? Siamo in una condizione paradossale: dal punto di vista immobiliare e professionale siamo nel mezzo di una crisi di grandi proporzioni, ed è difficile vedere un’uscita a breve. Ma dal punto di vista intellettuale e artistico le giovani generazioni di architetti italiani che operano in questo paese, o in studi all’estero, dimostrano una qualità e una maturità stupefacenti. Io sono estremamente fiducioso e sento che la capacità italiana di operare in contesti complessi – dal punto di vista sia fisico che di contenuto – abbia dato e darà frutti molto convincenti, capaci di far parte a pieno titolo dello scenario globale.
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Postcards from the World: What were the selection criteria for the 20 international architects involved in the project? In the past and in the present, Italy has always traded with the world of culture: Fra Giocondo was called for London Bridge, Bernini for the facade of the Louvre, while the Milan Cathedral is truly an architectural “import”. I chose contemporary architects whose work I admire and who I thought were interesting because of their relationship with our country. I asked them to summarize their thoughts on a “postcard” that is distributed at the Pavilion’s exit. Architecture in Italy. What indications, suggestions for the near future? We are in a paradoxical condition. From the real estate and professional point of view, we are in the midst of a crisis of major proportions, and it is difficult to see a way out soon. But from an intellectual and artistic point of view, the young generation of Italian architects working in this country, or studying abroad, is demonstrating staggering maturity and quality. I am extremely confident. Tr. B.L.S.
Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Palazzo Montecatini, Milano 1936-1938 © CZA
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Fundamentals
14ème Exposition Internationale d’Architecture Biennale de Venise 2014 Venise, 7 juin > 23 novembre 2014
Guide
LucaZanattaPortfolio | 15
14. Mostra Internazionale di Architettura
14. Mostra Internazionale di Architettura
funda men tals contents
PAVILIONS
COLLATERAL
08 biennale map
13 giardini
overview
44 around town
national participations/1
collateral events
4
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6
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EXHIBITIONS
GUIDE 25 arsenale
36 around town
national participations/2
56 around town
national participations/3
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not only biennale
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funda men tals
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absorbing modernity 1914-2014
14. Mostra Internazionale di Architettura
biennale & not only biennale
14. Mostra Internazionale di Architettura
partecipazioni nazionali national participations
exhibitions
giardini
Not Only Biennale Around Town (pp. 56-69)
89
Agibi le e Bella
Architetture di qualità per la qualità delle scuole Iniziative istituzionali MiBACT Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858
Eventi Collaterali Around Town
90
Le Amazzoni della fotografia
3 4
94
Art Night 2014
119
Prix W 2014
Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
95
Art or Sound
120
Matteo Pugliese
96
Un Autoritratto di Miroslav Kraljevic´, modernista croato
121
Realtà aumentata
97
Azimut/h
122
Maria Grazia Rosin
123
I Santillana
Costa Rica
7 Repubblica di Corea
36 Repubblica Dominicana Isolotto
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17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
Polonia Romania/1 Russia Serbia Spagna Stati Uniti d’America Svizzera Ungheria Uruguay Padiglione Venezia
Irving Penn Le Porcellane
Gotthard Landscape
Croazia
16
117
118
71
35
10
10
Unfurling
Art in Architecture
Fundamentally Hong Kong? DELTA FOUR 1984–2044
33 Repubblica Popolare Cinese, Cina Magazzino delle Cisterne
Danimarca Egitto Finlandia (Padiglione Alvar Aalto) Francia Germania Giappone Gran Bretagna Grecia Israele Olanda Paesi Nordici Finlandia, Norvegia, Svezia
Architecture Van Brandenburg
Air Fundamental
70
Sale d’Armi Artiglierie
57
Armenia
Costa d’Avorio
38
Estonia
60
Kenya
Sale d’Armi Nord Artiglierie
Indonesia Iran
41
Irlanda
Artiglierie
Sale d’Armi Artiglierie
42 Repubblica del Kosovo Artiglierie
Kuwait
44
Lettonia Artiglierie
45 Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia Sale d’Armi 46
73
Montenegro
Nuova Zelanda Paraguay
65
66
Malesia Marocco Messico
Liceo Artistico Statale Michelangelo Guggenheim Dorsoduro 2613
74
Lifting the Curtain
75
M9 Transforming the City
Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia Palazzo Correr, Campo Santa Fosca, Cannaregio 2214
Ucraina
Riva dei Sette Martiri, Castello
Artiglierie
49 Repubblica del Mozambico Sale d’Armi Nord
Perù
51
Portogallo
Sudafrica
Thailandia
55
Turchia
Padiglione Italia
Caffè Florian, Piazza San Marco
Continuità e nuovo
Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701
Immaginari e prefigurazioni in Architettura Iniziative istituzionali MiBACT
Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858
Beyond Entropy Africa
124
Carlo Saraceni
Vittore Carpaccio
125
Nel segno di Carlo Scarpa
Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, Dorsoduro 1050
126
Scarpa_Viani_De Luigi
101
Palazzo Cini
Once upon a Time in Liechtenstein
102
Guido Cirilli
Planta
Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia, San Marco 2810 (Campo Santo Stefano)
103
Collettiva
82
Salon Suisse
104
Da Rauschenberg a Jeff Koons
83
The Space that Remains
79
Moskva: Urban Space
Galleria Michela Rizzo Giudecca 800q-Ex Birrificio, Isola della Giudecca
80
81
Istituto Santa Maria della Pietà, Castello 3701 Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
Palazzo Cini, Campo San Vio, Dorsoduro 864
The next 100 Years – Scenarios for an Alpine City State
The Yenikapi Project
85
Time Space Existence
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Township of Domestic Parts
87
Young Architects in Africa
88
Z CLUB on Money, Space, Postindustrialization, and…
Sale d’Armi Nord
Zuecca Project Space, Complesso delle Zitelle Giudecca 32 (Fondamenta delle Zitelle) Palazzo Bembo, San Marco 4793 (Riva del Carbon); Palazzo Mora, Cannaregio 3659 (San Felice, Strada Nova)
Genius Loci
Il Gioiello Fantasia dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo Iniziative istituzionali MiBACT
Ca’ d’Oro, Galleria Giorgio Franchetti, Cannaregio 3932
Sguardi incrociati a Venezia SHAPE!
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Un ospedale è una casa per l’uomo Iniziative istituzionali MiBACT
Palazzo Ducale, Loggia, Piazza San Marco
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Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, Dorsoduro 1050
110
IK - 00
The Spaces of Confinement
Casa dei Tre Oci, Giudecca, Zitelle
111
L’Illusione della luce
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India
Palazzo Giustinian Lolin Calle Giustinian San Marco 2893
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Solo per i tuoi occhi
Stream Lectures
Una collezione privata, dal Manierismo al Surrealismo
Partecipazioni Nazionali_National Participations/1 Giardini
Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701 Teatrino Grassi, San Marco 3260
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Hiroshi Sugimoto
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Hiroshi Sugimoto
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Synchrodogs
Elements of Architecture
Modern Times
Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito Dorsoduro 2826
Glass Tea House Mondrian
Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore
Naturally Occurring
Spazio Punch, Giudecca 800/0
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Finlandia ( Padiglione Alvar Aalto)
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Sia concesso di chiamare i parlamenti “case del popolo”. Il Padiglione Austria, con la sua collezione in scala 1:500 di modelli di 200 parlamenti nazionali, è una casa di case. La varietà in stile architettonico e la triste varietà in rappresentatività popolare delle assemblee delle nazioni del mondo hanno un legame degno di essere indagato. Conflitto, valori, parzialità. L’architettura e l’arredo urbano non sono né causa né conseguenza dello sviluppo sociale: ne sono una delle forme./ Let parliaments be “houses of the people”. The Austrian Pavilion, with its collection of 1:500 scale models of 200 parliament buildings, is necessarily a house of houses. The variety in architectural style and the sad variety in the representational effectiveness of such assemblies around the world is a relation worthy of thinking about. Conflict, values, partiality. Architecture and urban planning are no cause or consequence of social development: rather, they are one of its forms.
Belgio
felix._Giles_Anderson+Goad
Modelli di realtà aumentata, immagini, doppiaggi e animazioni attivati da Augmented Australia, una app progettata appositamente e scaricabile gratuitamente, mettono in mostra 11 progetti storici e 11 progetti contemporanei australiani degli ultimi 100 anni che per diversi motivi non sono mai stati realizzati. 22 nonarchitetture, che attraverso una tecnologia innovativa possono espandersi al di fuori dei Giardini sfruttando anche le isole di Venezia, dove sarà possibile ammirare le proporzioni e la grandiosità di ciascun edificio virtuale immergendosi in modelli tridimensionali in scala reale./ Augmented Australia is a free app designed exclusively for the Biennale, showing 11 historical projects and 11 contemporary ones (realized in Australia over the last 100 years) that, for some reason, have never been put into practice. Thanks to an innovative technology, 22 non-architectures including augmented reality models, images, dubbing projects and animations will expand beyond the Giardini and on the islands around Venice. All of them will be accompanied by tridimensional scale models.
pages reliure format langue
120 Brochage 210x260 mm Italien/Anglais
Auböck/Kárász, Coop Himmelb(l)au, Kollektiv/Rauschen, University of Technology Vienna
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Stati Uniti d’America Svizzera Ungheria
Finlandia, Norvegia, Svezia
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Uruguay
Polonia
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Padiglione Venezia
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absorbing modernity 1914-2014
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Jamesie Alivaktuk, Joshua Armstrong, Neil Aspinall, Michèle Aubé, Alain Barriault, Laakkuluk Williamson Bathory, Caitlin Biggar, Tim Brown, Geoff Cox, Abraham Eetak, Alain Fournier, Jakob Gearheard, Igah Hainnu, Gwen Healey, Lauren Holmes, Caroline Inglis, Luke Irkok, Jaco Ishulutaq, Jupa Ishulutaq, Tyler Jones, Lucian Kabvitok, Jack Kobayashi, Anamarija Korolj, Billy Kuksuk, Leon Lai, Christine Lamothe, Sandy Maniapik, Greg Morgan, Leo Mukyungnik, Willie Mukyungnik, David Nibgoarsi, Thomas Nibgoarsi, Arnaud Paquin, Anders Peacock, Lew Philip, Gino Pin, Malaya Pitsiulak, Fatima Rehman, David Sewoee, Lola Sheppard, Matthew Spremulli, Simon Taylor, Anugakuluk Tikivik, Mason White, Antonio Zedda
Brasile
Brazil: Modernity as Tradition
Lucio Costa, Oscar Niemeyer, Roberto Burle Marx, Affonso Reidy, Lina Bo Bardi, Lelé (João Filgueiras Lima), Paulo Mendes da Rocha, Vilanova Artigas, Gregori Warchavchik, Rino Levi, Ruy Ohtake, Eduardo de Almeida, Vinicius Andrade, Marcelo Morettin, Angelo Bucci, Isay Weinfeld, Marcio Kogan, Marcos Boldarini, Carla Juaçaba, Rodrigo Cerviño Lopes, …
Cinquanta architetti per 180 progetti, presentati su pannelli intervallati da tralicci e cobogò – elementi di divisione dello spazio ampiamente utilizzati in Brasile – raccontano l’evoluzione dell’architettura del ‘gigante’ sudamericano per arrivare alla definizione di un’architettura nazionale. A elementi storici rilevanti, quali l’architettura precolombiana (ocas), costruzioni native e progetti barocchi, la mostra contrappone opere di grande influenza internazionale, come il Palácio Capanema di Rio de Janeiro, uno dei primi esempi di architettura moderna del Paese, o la stessa capitale Brasilia, edificata in meno di tre anni, tra il 1956 e il 1960, da un progetto urbanistico di Lucio Costa e Oscar Niemeyer basato sulle teorie di Le Courbusier. Un tragitto cronologico attraverso le tappe di un’architettura che si è mossa in parallelo con le grandi sfide economiche e sociali./ Fifty architects for 180 designs, presented on panels interspersed with pylons and cobogò (the elements used widely in Brazil to divide spaces) recount the evolution of Brazilian architecture by defining a national style from the past to modernity. Internationally influential works such as Palácio Capanema or Brasilia speak of an architecture that has moved in parallel with the country’s major economic and social challenges.
Quindici anni fa veniva istituito il territorio del Nunavut, una regione straordinaria e poco conosciuta. La modernità ha portato le popolazioni locali, gli Inuit, a passare dagli igloo ad internet, e nella descrizione della vita reale emerge come tradizione e contemporaneità possano rappresentare un modello dinamico di sviluppo. L’architettura offre un modello innovativo e in grado di adattarsi alle peculiarità del territorio, senza essere ‘timorosa’ dell’unicità del luogo. Malgrado le oggettive asperità delle condizioni di vita, ne emerge un Nord canadese moderno ma resiliente alla tendenza universalizzante del modernismo./ Fifteen years ago, the territory of Nunavut, an extraordinary and little-known region, was established. Modernity led the local people, the Inuit, to move from igloos to the internet. In the description of real life, the way that tradition and modernity can represent a dynamic model of development emerges. The architecture offers an innovative model that has been able to adapt to the territory’s idiosyncrasies, without being “afraid” of the place’s uniqueness. Despite the genuine difficulty of living conditions, a modern Canadian North has emerged, that is resilient to the universalizing tendency of modernism.
Più di cento milioni di metri quadri in cent’anni. A tanto ammonta la superficie di spazio edificato nella Repubblica Ceca, di cui più del 60% destinato ad abitazioni. L’ultimo secolo in architettura potrebbe essere agevolmente definito come la storia delle abitazioni collettive, sia prima della Seconda Guerra Mondiale, che durante il periodo comunista e post rivoluzione. Un lavoro congiunto di architetti, sociologi, artisti e studenti per mappare questa situazione che coinvolge ora due stati: la Repubblica Ceca e la Slovacchia./ More than a hundred million square meters over a hundred years: this is the amount of built space in the Czech Republic, 60% of which consists of private homes. The last century of architecture – from the Second World War to Communism and the post-revolutionary period – could easily be called the century of collective housing. Architects, sociologists, artists, and students join forces to map a phenomenon that involves two countries: the Czech Republic and Slovakia.
L’architettura è la sintesi, la ricostruzione che riflette e forma la vita dei coreani./ Not a bird’s-eye view, rather, a crow’s-eye view. Interrupted, patchy, and uneven, such is the Korean peninsula in 2014. A map made of patches, heuristically collected by architects, planners, poets, authors, artists, photographers that by overlaying and intertwining try to describe an anomalous land and the two halves of a nation that can only understand each other obliquely, by triangulation. Architecture is the synthesis and reconstruction that reflects and shapes the lives of Koreans.
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www.arko.or.kr
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Danimarca
Empowerment of Aesthetics
www.kolmo.eu
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14. Mostra Internazionale di Architettura
Crow’s Eye View: The Korean Peninsula
31 Edi Hila, Adrian Paci
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Repubblica Ceca
2x100 mill.m2 : Collective Dream
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Sekwon Ahn, Alessandro Belgiojoso, Nick Bonner (featuring Mansudae Art Studio and anonymous artists and architects of North Korea), Marc Brossa, Onejoon Che, Charlie Crane, Maxime Delvaux, Min Cho Jun, Ik-Joong Kang, Karolis Kazlauskas & PLT Planning and Architecture Ltd., Dongsei Kim, Hanyong Kim, Kichan Kim, Seok Chul Kim & Franco Mancuso, Kim Swoo Geun, Young June Lee, Chris Marker, Philipp Meuser, Hoon Moon, MOTOElastico, Osamu Murai, Peter Noever (featuring the North Korean architects exhibited in Flowers for Kim Il Sung, MAK, 2010), Kyong Park (featuring Nam June Paik and the artists of the Project DMZ, Storefront for Art and Architecture, 1988), James Powderly, Kyungsub Shin, Hyun-Suk Seo (featuring Kim Jong Hui et al.), Yehre Suh, Yi Sang, Dongwoo Yim
Arctic Adaptations: Nunavut at 15
Kolmo.eu (CZ), The Faculty of Art and Architecture Technical University of Liberec (FUA TUL, CZ), Department of Architectural Design at Academy of Fine Arts and Design (VSVU, SK), D+G+G (CZ), Department of Theory and History of Art at Academy of Arts, Architecture and Design in Prague (VSUP, CZ)
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Fundamentalists and Other Arab Modernisms
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Non una prospettiva a volo d’uccello, ma a volo di corvo. Interrotta, irregolare e disomogenea; così è la penisola coreana oggi. Una mappa composta di pezze, di euristiche raccolte da architetti, urbanisti, poeti, scrittori, artisti e fotografi, che, sovrapponendosi, richiamandosi e opponendosi, tentano di descrivere una terra anomala e due metà di una nazione che riescono a comprendersi solo obliquamente, per triangolazione.
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Urbanus (Meng Yan, Wang Hui, Liu Xiaodu), Duoxiang Studio (Lu Xiang, Jia Lianna, Chen Long, Hu Xian), Open Architecture (Li Hu, Huang Wenjing), To Meet You (Liu Zhizhi, Guang Yu), Research Team (Stanislaus Fung + Dai Chun + Gao Yan),
Cile
Monolith Controversies
Zhang Jian
Una combinazione all’apparenza inspiegabile tra farfalle, meccanica quantistica, poesia e terriccio con aghi di pino. L’idea è quella di ridare potenza creatrice all’estetica come utile aggiunta alla razionalità, in un insieme che rappresenta la dialettica del divenire. La modernità dimenticata incontra il futuro, e leggendo la lettera dello scienziato nucleare Niels Bohr a Einstein si coglie il senso della poesia. I diversi elementi si incontrano e si combinano tra loro mentre razionalità ed estetica divengono punti fondamentali nella creazione di nuove città e di vite nuove./ What do butterflies, quantum mechanics, and earth covered with pine-needles have in common? The idea behind this odd combination is endowing aesthetics with creative power again, seeing it as a useful adjunction to rationality. Together, they represent the dialectic of becoming. A forgotten modernity meets the future, and a letter by nuclear scientist Niels Bohr to Einstein captures the essence of poetry. As the different elements combine, rationality and aesthetics become key concepts in the construction of new cities and new lives.
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NEW ENTRY
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Repubblica Dominicana
Fair Concrete / La Feria Concreta
Sale d’Armi
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Croazia
Fitting Abstraction
Juan Castillo, Christy Cheng, Rubén Hernández, Sachi Hoshikawa, Juan Mubarak, Emil Rodríguez Garabot, Shohei
Magazzino delle Cisterne
Shigematsu
C’è stato un momento nella storia dell’arredo urbano in cui il cemento è entrato prepotentemente nelle città a significare visivamente la nuova vita urbanizzata del ventesimo secolo. Era progresso. Ora preferiamo materiali più pregiati al nudo cemento, che tuttavia non ha perso quel carattere di modernità e di imponenza. Fair concrete, il buon cemento o il cemento della fiera, quella del 1955 che Trujillo volle come simbolo della modernizzazione del paese, allora in ricostruzione dopo un devastante uragano./ There was a time in the history of urban decorum where cement peremptorily entered into cities to visually signify the new, urbanized XX-century life. It was progress. Now we prefer finer materials over bare cement, which nonetheless has not lost its character of modernity and its stately appearance. Fair concrete, good cement or the fair’s cement, namely the Fair of 1955 that Trujillo wanted as a symbol of the modernization of the Country, then under reconstruction after a devastating hurricane.
Costa Rica
Ticollage City
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Isolotto www.lad.do
Repubblica Popolare Cinese
Cina
NEW ENTRY
Zrinka Barišic Marenic, Melita Cavlovic, Igor Ekštajn, Nataša Jakšic, Mojca Smode Cvitanovic, Marina Smokvina, Karin Šerman
IDEAL / REAL - IDEALE / REALE - IDEAL / REAL L’introduzione dell’economia del Real Estate, un’importazione culturale anglosassone nel mondo arabo che traccia le sue origini al tempo delle colonie, è qui ricostruita attraverso un’estesa collezione documentale di grande rilievo storico, che introduce il visitatore a una comprensione più dettagliata dell’architettura araba nelle declinazioni delle sei macroregioni geografiche grazie a esempi di costruzioni del periodo 1914-2014./ The introduction of Real Estate economy, an import from the English-speaking world that traces its origins back to the times of Colonization, is here reconstructed through an extensive document collection of historical significance that will comprehensively introduce the audience to the history of Arab architecture in the six macro-regions it comprises, thanks to examples of buildings from the period 1914-2014.
Oliver Schütte, Marije van Lidth de Jeude, Florencia Quesada, Ofelia Sanou, Javier Salinas, Carlos Araya, Lou Guthrie, Alvaro Rojas, Klaus Steinmetz, Simón Bolívar, David Meléndez, Daniel Perlin
La maggior parte degli abitanti della Costa Rica (Ticos) vivono in un’unica grande area metropolitana (GAM), centrata su San José. Nonostante l’alta urbanizzazione e il lodevole 90% di quota di energie rinnovabili sul totale consumato, l’inquinamento da trasporto è ancora un problema ed è dovuto, pare, alla frammentazione e alla mancata verticalizzazione dei centri urbani, dove si concentrano le attività economiche. L’immagine della Costa Rica come Paese di pace e natura viene contraddetta dalle sue città. In questo senso, il Padiglione
Artiglierie www.moc.gov.bh
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guarda al ruolo dei centri storici urbani, al loro passato e possibile futuro all’interno della GAM./ The majority of Costa Ricans - called Ticos - lives in the Greater Metropolitan Area (GAM), a spatially fragmented and socially segregated rurban hybrid. The modernist separation of functions has led to a seemingly random collage of scattered life-worlds, with high levels of environmental pollution and an almost absurd perception of insecurity. The image of Costa Rica as a nature- and peace-loving country is contradicted and caricatured in its cities. In this context, the Pavilion looks at the role of the historic urban centres, their past, presence, and possible future within the GAM.
NEW ENTRY
Mountains Beyond Mountains
Argentina
http://www.dac.dk
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Il Cile presenta il risultato di un progetto di ricerca su 153 unità residenziali costruite nel Paese dallo stabilimento del KPD, un’industria per l’edilizia prefabbricata donata dall’Unione Sovietica per “la via cilena al socialismo” guidata da Salvador Allende. Al centro del Padiglione un pannello di cemento armato si fa testimone delle lotte ideologiche e politiche del Cile contemporaneo e simbolo fondamentale dell’assorbimento della modernità pure nella sua marginalità rispetto alla storiografia dell’architettura moderna./ Monolith Controversies is the result of a research project on 153 residential units built in Chile at an establishment of the KPD, a business for prefabricated building materials donated by the Soviet Union for the “Chilean road to socialism”. A panel at the center of the Pavilion, witnesses contemporary Chile’s ideological and political struggles standing as an important symbol of the absorption of modernity even in its marginality with respect to the historiography of modern architecture.
Come possono le tradizioni proporsi alla contemporaneità? L’architettura cinese degli ultimi cento anni può, mediante la presentazione di fondamenti architettonici universali - casa, cortile, architettura come corpo, mondo come frattale -, rappresentare le tensioni che si manifestano a livello relazionale. Lo spazio e il progetto contenuto all’interno del Padiglione sono coordinati verso la presentazione di Yi e Xang (forma e significato), che suggeriscono alcuni dei modi in cui la modernità può essere assorbita dalla tradizione./ How can traditions be brought into modernity? The Chinese architecture of the last hundred years can represent the tensions that arise at a relationship level by presenting its fundamentals – house, yard, architecture as a body, world as a fractal compound. The Pavilion’s space and project are coordinated in the form of Yi-Xiang, shape and meaning, that in turn suggest a few ways modernity can be absorbed by tradition.
Isolotto
Sale d’Armi
Canada
www.interieurs2014.be
Regno del Bahrain
L’Albania, come tutti i Paesi che hanno subito radicali rivoluzioni dell’ordine sociale e culturale nel volgere di pochi decenni, da un lato sta rifiutando certa architettura imposta dall’alto e dall’altro ha accumulato difformità stilistiche e, più fattivamente, un certo numero di edifici non finiti. Simili a rovine, è pur possibile vederli come spazi che, al contrario delle rovine, offrono potenziale creativo per una nuova monumentalità tutta da immaginare, magari in termini fantastici e sognanti./ Albania, as many other countries that underwent revolutions in the social and cultural order in the matter of a few decades, on the one hand refuses some of the coercively imposed architecture, on the other hand it cumulated incoherence in style and, in practical terms, a number of unfinished buildings. Similar to ruins, it is nonetheless possible to see them as ruins-in-reverse, offering the creative potential for a new monumentality to be imagined in the voice of fantasy and dream.
SLA
5 Migliaia di fotografie di interni di case, scattate durante cinque mesi di indagine su tutto il territorio belga, raccontano la trasformazione degli spazi abitati attraverso i paesaggi domestici, quelli che abitualmente mutano e si evolvono di nascosto, al riparo delle facciate. Foto, appunti e interventi raccolti sul campo compongono un libro, strutturato come un manuale e pubblicato in occasione dell’inaugurazione del Padiglione, che ha lo scopo di giungere alla definizione di un vero e proprio ‘vocabolario degli interni’./ Thousands of photographs of house interiors document the transformation of lived spaces by focusing on domestic landscapes – those that usually change and evolve in secret, hidden behind house façades. Photographs taken all over Belgium in five months, notes, and contributions collected on the field compose a book that structurally resembles a manual, and will be published in the occasion of the exhibition’s vernissage. The goal of the book is providing an actual ‘dictionary of interiors.’
L’Ideale è il caotico e insidioso mondo delle sfide lasciate aperte, delle frustrazioni, dell’incomprensione; ma è anche il luogo dell’impulso creativo che si alimenta di aspirazione verso il cambiamento, di fascino per l’innovazione, di dibattito professionale. A sorreggere i fecondi ma evanescenti sogni idealisti c’è il Reale, ciò che è stato effettivamente costruito dalla società e che ha preso forma nell’abitare. La riflessione argentina si fonda sulla contrapposizione di queste due dimensioni, che, alimentandosi a vicenda, hanno portato l’architettura del Paese verso la metabolizzazione della modernità./ The Ideal is the chaotic, insidious world of unresolved challenges, frustration, and incomprehension. But it is also the space of creativity, which feeds on the yearn for change, on the fascination for innovation, on professional debates. The Real supports the prolific but ephemeral dreams of the Ideal. It is what society actually constructed, and it reveals itself in the way people inhabit spaces. The Argentinian Pavilion reflects on these contrasting dimensions, which, by complementing each other, brought Argentinian architecture into modernity. Sale d’Armi Nord, Arsenale
Repubblica di Corea
www.arcticadaptations.ca
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Albania
Potential Monuments of Unrealised Futures
www.bienal.org.br
www.architecture.com.au/venicebiennale
Plenum. Places of Power
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arsenale
Intérieurs, notes et figures
Austria
Paesi Nordici
Egitto
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partecipazioni nazionali national participations
3
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Olanda
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14. Mostra Internazionale di Architettura
www.labiennale.at
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Isola della Certosa (Laguna Nord)
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Spagna
Israele
Repubblica di Corea
nasce e rinasce Iniziative istituzionali MiBACT
Serbia
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Danimarca
Palazzo Grassi, San Samuele 3231
Russia
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Gran Bretagna
Repubblica Ceca
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The Revealed Mysteries
Romania/1
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Giappone
6
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Fondazione Emilio e Annabianca Vedova Magazzino del Sale, Zattere, Dorsoduro 266
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Germania
Grecia
VeneziaArchiNatura 2014
Palazzo Ducale, Loggia, Piazza San Marco
Francia
14 15
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Iniziative istituzionali MiBACT
11 12 13
Brasile Canada
Vedova in Tondo
Museo Correr, San Marco 52
giardini
Australia
Belgio
5
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Problemi di autografia nella grafica tizianesca
partecipazioni nazionali national participations
Augmented Australia 1914–2014
Austria
3 4
UEL Pavilion – Londra/Venezia
absorbing modernity 1914-2014
1
Australia
2
Tiziano, un autoritratto
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Arsenale Nord, Tesa 92
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1
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Idee e progetti d’autore
Disegni tra arte ed architettura dell’Ottocento e Novecento dalle Collezioni del Polo Museale Iniziative istituzionali MiBACT
Jiro¯ Taniguchi / Mariano Fortuny
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Spirit of Place
Un Hôpital est une maison d’homme
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5
Espace Culturel Louis Vuitton Venezia Calle del Ridotto, San Marco 1353
Palazzo Fortuny, San Marco 3958
CA’ASI, Palazzo Santa Maria Nova, Cannaregio 6024 (Campiello Santa Maria Nova)
14 12
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Dialogo tra arti. Dialogo tra artisti
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Shadows
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Palazzo Cavalli Franchetti, Campo Santo Stefano 2842
13 7
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Area Carlo Scarpa e Museo, Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252
128
Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076
Anne-Karin Furunes
Made in Taiwan
Palazzo delle Prigioni, Castello 4209 (San Marco)
Tese delle Vergini
Lo sguardo di Ileana Sonnabend
Divine. Splendori di scena
107
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Negozio FAI Olivetti Piazza San Marco 101 (Procuratie Vecchie)
Bugno Art Gallery, San Marco 1996/d
105
19
1
Un veneziano tra Roma e l’Europa
Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, Dorsoduro 1050
Accademia di Belle Arti di Venezia (Magazzino 3) Dorsoduro 264
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Yao Jui-Chung’s Ruins Series
84
New Opening
21
Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana
28
20 27
6
25
Isola di San Giorgio Maggiore
Ilha de São Jorge
Fondazione Giorgio Cini, Sala del Piccolo Teatro Isola di San Giorgio Maggiore
Beyond the Red Door
Ca’ Foscari Esposizioni, Dorsoduro 3246
Cartoline d’Italia
Arrivo dei pellegrini a Colonia Iniziative istituzionali MiBACT
18
Museo del Merletto, Piazza Galuppi 187-Burano
Gabriele Basilico
Ex Chiesa di San Lorenzo, Castello 5069 (Campo San Lorenzo)
16 24
Spazio Esedra
8
Merletto frattale
98
99
Palazzo Michiel dal Brusà, Cannaregio 4391/A (Strada Nova)
entrata/entrance tickets infopoint deposito bagagli/ checkrooms
Serenissima Babel
4
26
10 Stirling Pavillion
Fondazione Wilmotte Venezia Fondamenta de l’Abazia, Cannaregio 3560
100
Mikhail Roginsky
22 9
17 3 23
di Marino Nani Mocenigo
Ca’ Rezzonico, Dorsoduro 3136
Ca’ Foscari (sede centrale) e Venezia (vari luoghi) Ca’ Corner della Regina, Calle de Ca’ Corner Santa Croce 2215
Punta della Dogana, Dorsoduro 2
Resonance
Palazzo Grassi (secondo piano), San Samuele 3231
Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076
Istituto Santa Maria della Pietà, Castello 3701
Sale d’Armi Nord
Artiglierie
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Galleria Dorothea van der Koelen San Marco 2566
Fondazione di Venezia, Dorsoduro 3488/U (Rio Novo)
Made in Europe Masegni
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Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
Sale d’Armi Nord Artiglierie
52 Repubblica di Slovenia Artiglierie 53 54
Projects & Others
Forme
Palazzo Fortuny, San Marco 3958
Museo Diocesano di Venezia Sant’Apollonia Fondamenta della Canonica, Castello 4312
Central European Architectural Networks
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Romania/2
Sale d’Armi Nord
50
“Happiness Forecourt” = “Largo da Felicidade” = “開心前地”
Officina delle Zattere, Dorsoduro 919 (Fondamenta delle Zattere)
Palazzo Malipiero, San Marco 3079 Palazzo Pisani Santa Marina, Calle delle Erbe Cannaregio 6104
Artiglierie
47 48
Catalonia at Venice
Arsenale, Castello 2126/A (Campo della Tana)
Chiesa San Francesco della Vigna, Castello Isola di San Servolo
61 Granducato di Lussemburgo Ca’ del Duca, Corte del Duca Sforza San Marco 3052 62 63
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Artiglierie
Grafting Architecture Cantieri Navali, Castello 40 (Fondamenta Quintavalle)
58 Repubblica di Cipro Palazzo Malipiero, San Marco 3079 59
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Collegio Armeno Moorat Raphael, Ca’ Zenobio Dorsoduro 2596
The Unexpected View
Iniziative istituzionali MiBACT
Museo Diocesano di Arte Sacra Sant’Apollonia Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312
Collision Between Inflatable and Architecture
Arsenale, Castello 2126 (Campo della Tana)
Partecipazioni Nazionali/3 Around Town (pp. 36-42)
Emirati Arabi Uniti
40
Palazzo Zen, Cannaregio 4924 (Gesuiti)
Arsenale Nord, Spazio Thetis
37
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Beijing
Arsenale Nord, Tesa 100
Isolotto
6 Repubblica Ceca
8
Isola di San Giorgio Maggiore (Piazzale)
Prima Materia
Ritsue Mishima
Andate in pace
Across Chinese Cities Adaptation
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Sale d’Armi Sale d’Armi Nord, Arsenale
Cile
2
Padiglione Centrale
The Sky over Nine Columns
115 116
91
92
93
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Argentina
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Palazzo Fortuny, San Marco 3958
Albania
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Biblioteca della Biennale ASAC
Nonostante Picasso
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31 Regno del Bahrain Artiglierie
Australia Austria Belgio Brasile Canada
Heinz Mack
dalla collezione di Mario Trevisan Palazzo Fortuny, San Marco 3958
(pp. 44-54)
Partecipazioni Nazionali/2 Arsenale
1 2
Dora Maar
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(pp. 25-35)
Partecipazioni Nazionali/1 Giardini (pp. 13-22)
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Un secolo di architettura, partendo dalla dissoluzione dell’Impero Asburgico nel 1914, fino ad arrivare all’adesione alla UE del 2013, un secolo turbolento con grandi stravolgimenti politici e sociali. Uno spaccato in otto versioni fondamentali, pur nella loro autonomia, della cultura architettonica croata che hanno mostrato la loro persistenza, contribuendo alla formazione di un’identità nazionale. Il modernismo, con il suo portato di concetti e strumenti, si è rivelato essere determinante per creare una base identitaria nazionale nella cultura della progettazione architettonica che arriva fino ai giorni nostri./ A century of architecture from the dissolution of the Habsburg Empire in 1914 to Croatia accession to the EU in 2013. A stormy, troubled century fraught with political and social revolutions. A view over eight fundamental versions, each in their own autonomy, of Croatian architecture that show their persistence and contribution to a national identity modernism has been crucial to determine.
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Emirati Arabi Uniti
Lest We Forget: Structures of Memory in the United Arab Emirates
Artiglierie
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E
ISCA
A PIAVE
LARG CALLE
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DELLA
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DELLA
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PIETÀ
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CALLE
CALLE CAVALLI
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CALLE
CALLE MAZZA MOSCHET TE
DELLE
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DALE OSPE
DELL’ CALLE TETTA DELLA CALLE
FONDAME
DAND TA
DEGLI SCHIAVONI
S. GIORGIO FONDAMENTA
SALI
Z
DEI GRECI
CORTE BOSEL
LO
CORTE CA’ BOLLANI
PIETÀ
CALLE DRIO LA PIETÀ
BAND
CALLE
Chiesa della Pietà
CALLE DELLA
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CALLE
83 Chiesa di San Zaccaria
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FONDAMENTA SORANZO
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CORTE NUOVA CORTE VECCHIA
114
FONDAMENTA CAMPO DOGANA DELLA SALUTE Centro d’Arte Contemporanea Punta della Dogana ONI SAL ANA A DOG ENT DAM FON
Chiesa di Santa Maria della Salute
San Giorgio
115
Chiesa di San Giorgio Maggiore
Fondazione Giorgio Cini
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84
Chiesa di Santa Maria della Presentazione
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Not only Biennale GENIUS LOCI Spirit of Place Ai Weiwei, Daniel Buren, Tony Cragg, Richard Deacon, Spencer Finch, Dan Graham, Shirazeh Houshiary, Anish Kapoor, Richard Long, Tatsuo Miyajima, Julian Opie, Pedro Reyes, Santiago Sierra, Lee Ufan, Koen Vanmechelen, Joana Vasconcelos, Lawrence Weiner, Richard Wentworth Esposte sia all’interno che all’esterno di Palazzo Cavalli Franchetti, le sculture in vetro dei 15 artisti invitati da Lisson Gallery in collaborazione con Berengo Studio (tra cui Ai Weiwei, Anish Kapoor, Joana Vasconcelos), testimoniano come gli interventi di arte pubblica possano essere tanto complemento quanto sfida all’ambiente in cui sono collocati./ Fifteen international artists (among which Ai Weiwei, Anish Kapoor, Joana Vasconcelos) were invited by Lisson Gallery and Studio Berengo to create glass works, now on display inside and outside of Palazzo Cavalli Franchetti: a reminder of how public art can complement the setting in which it is located. SQUER
Ca’ Corner della Regina, Calle de Ca’ Corner Santa Croce 2215
RATIVA
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Le tappe della liaison tra arte e suono attraverso l’esposizione di oggetti: dai pregiati strumenti musicali del Seicento agli Intonarumori di Luigi Russolo, dagli strumenti ‘cult’ di Cage alle installazioni di Rauschenberg e Laurie Anderson. A cura di Germano Celant./ The liaison between art and sound emerges in this exhibition curated by Germano Celant as a world made objects: precious music instruments from the seventeenth century, Luigi Russolo’s Intonarumori, John Cage’s ‘cult’ instruments, sound boxes by Robert Morris and Nam June Paik and installations by Rauschenberg and Laurie Anderson.
DELLO
«Durante una visita al Parc Güell a Barcellona […] ho visto soluzioni strutturali create da forme che si intersecavano e che sembravano spontanee; così naturali eppure controllate da una precisa geometria. Quanto ho visto in quel giorno del 2004 è all’origine di un cambiamento in me, uno spiegarsi, ed è ciò che mi ha portato a essere qui oggi»./ “While looking around Park Güell in Barcelona. I was in awe of what I saw: […] structural solutions created by intersecting forms that seemed spontaneous - yet controlled by specific geometry. What I saw on that day in 2004 was the source of a change in me like an unfurling process…” (Fred van Brandenburg)
CALLE
Lo studio Sauerbruch Hutton, vincitore del concorso internazionale promosso da Fondazione di Venezia (2010), presenta ora il progetto esecutivo: un’area di oltre 9.200 mq che comprende un nuovo museo, un convento seicentesco restaurato e un edificio degli anni ’60. M9 si configura come catalizzatore della rigenerazione del centro di Mestre./ Sauerbruch Hutton, winner of the International contest sponsored by Fondazione di Venezia in 2010, present their project, covering an area of 9,200 mq in the heart of Mestre.
Chiesa del Redentore
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National Participations MONTENEGRO Yugo Ruin Quattro esempi della tard inaugurati negli anni ’80 t in condizioni di abbandon provano a cambiare il fina edifici, risvegliare le loro of Montenegro’s late mode in 1986 and now are left in to change the ending by gi reawakening their unfulfill
Chiesa della Madonna CAMPO dell’Orto DELLA MADONNA DELL’ORTO
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National Participations NUOVA ZELANDA Last, Loneliest, Loveliest Un viaggio architettonico lungo un secolo celebra lo sviluppo di un’architettura leggera e volatile. Spazi ampi e linee essenziali, elaborati dai viaggiatori che migravano tra le isole del Pacifico, sono sopravvissuti alla colonizzazione, acquisendo un valore più profondo alla luce delle istanze contemporanee./ A century-long journey through fleeting architectural forms. Vast space and essential lines imagined by Pacific travelers have survived colonization and have now been rediscovered.
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Mostra Internazionale di Architettura
Fundamentals accoglie tre manifestazioni complementari – Absorbing Modernity 19142014, Elements of Architecture, Monditalia – che gettano luce sul passato, il presente e il futuro della nostra disciplina. Dopo diverse Biennali dedicate alla celebrazione del contemporaneo, Fundamentals si concentrerà sulla storia, con l’intento di indagare lo stato attuale dell’architettura, e di immaginare il suo futuro.
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CINA, Repubblica Popolare cinese
Mountains Beyond Mountains L’architettura cinese degli ultimi cento anni rappresenta, mediante Teatrino i fondamenti architettonici universali - casa, cortile, architettura Groggia FONDcorpo, mondo come frattale -, le tensioni che si manifestano come AME Madonna NTA DEI dell’Orto nella relazione di Yi e Xang (forma e significato), suggerendo in RIFO RMA TI che modo la modernità può essere assorbita dalla tradizione./ The Chinese architecture of the last hundred years can represent the tensions arising from Yi and Xiang (shape and meaning), that in turn FON suggest how modernity can be absorbed by tradition. DAM FON ENTA
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National Participations
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National Participations PADIGLIONE ITALIA Cino Zucchi Innesti/Grafting Esiste un panta rhei anche in architettura, ma non si tratta di un tumultuoso scorrere che travolge ogni cosa, bensì di un innesto che apporta un nuovo aspetto a contesti urbani, necessariamente stratificati. Nello spazio di un secolo il nuovo è cresciuto attraverso il preesistente, segnandone una continuità./ The concept of panta rhei FON is still transformation and for the field DArelevant in the age of relentless FON ME DAM NTA ENTA of architecture. It is a grafting process that revolutionizes the outlook DI DI SAN CA FO NN GIRO of urban contexts, which are necessarily stratified. In the course of one ND AR LAM EGI O O century,AMENnew forms have grown out of the old ones, ensuring continuity. TA Tre Archi CAL
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National Participations SVIZZERA Arctic A Stroll Through a Fun Palace Il curatore Hans Ulrich Obrist dedica la mostra a due ‘illustri visionari’: Lucius Burckhardt e Cedric Price. Cuore dell’allestimento, i loro disegni custoditi nella Graphic Room. Intorno, mise-en scène di artisti e architetti chiamati a creare una drammaturgia sul tema del tempo nello spazio./ Curator Hans Ulrich Obrist dedicated the exhibition to two eminent visionaries: Lucius Burckhardt and Cedric Price. At the heart of it, in the Graphic Room, are their drawings. All around, a miseen-scène by artists and architects, drama on time in space.
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National Participations Daniel Libeskind Sonnets in Babylon In continuità con le sue Three Lessons del 1985, Daniel Libeskind presenta un centinaio di disegni inediti creati a mano con la china e una miscela di fondi di caffè, coinvolge gli studenti dello IUAV per una riflessione sulle tensioni fondamentali tra architettura e disegno./ Continuing his Three Lessons (1985), Daniel Libeskind presents 100 unpublished drawings, handmade with Indian ink and a mix of coffee grounds, involving students from IUAV to experience the fundamental tension between architecture and drawing.
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Le opere di 20 artisti dag sulle sue estensioni spaz Doug Wheeler, illuminata secondo piano una retros maestro dell’immagine Ir from the 1960s up to today of light. Opening the exhibi a large dome gives the imp floor monographical retros ster Irving Penn.
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27/06/14 15:13 progetto Promovenezia S.c.p.A. con il contributo di L.R. 33/202
MM
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www.venezianews.it
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Collision Between Inflatable and Architecture
Z CLUB on Money, Space, Postindustrialization, and…
6 giugnoJune–31 agostoAugust CA’ASI, Palazzo Santa Maria Nova, Cannaregio 6024 (Campiello Santa Maria Nova)
Made in Taiwan
Township of Domestic Parts
7 giugnoJune–23 novembreNovember Palazzo Bembo, San Marco 4793 (Riva del Carbon); Palazzo Mora, Cannaregio 3659 (San Felice, Strada Nova)
84
The Yenikapi Project
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Time Space Existence
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7 giugnoJune–23 novembreNovember Palazzo Zen, Cannaregio 4924 (Gesuiti)
Beijing
Across Chinese Cities Ucraina
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Once upon a Time in Liechtenstein 7 giugnoJune–23 novembreNovember Istituto Santa Maria della Pietà, Castello 3701
Beyond the Red Door
102
5 giugnoJune–21 settembreSeptember Accademia di Belle Arti di Venezia (Magazzino 3) Dorsoduro 264
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Guido Cirilli
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Palazzo Cini
Arrivo dei pellegrini a Colonia Iniziative istituzionali MiBACT
Art Night 2014
95
Art or Sound
21 giugnoJune, dalle h. 18 a mezzanotte From 6 p.m. to Midnight Ca’ Foscari (sede centrale) e Venezia (vari luoghi)
Fino alUntil 14 luglioJuly Palazzo Fortuny, San Marco 3958
Forme
Ritsue Mishima
130
104
7 giugnoJune–23 novembreNovember Palazzo Giustinian Lolin Calle Giustinian San Marco 2893 6 giugnoJune–18 novembreNovember Espace Culturel Louis Vuitton Venezia Calle del Ridotto, San Marco 1353
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Jiro¯ Taniguchi / Mariano Fortuny
Sguardi incrociati a Venezia 6 giugnoJune–23 novembreNovember Negozio FAI Olivetti Piazza San Marco 101 (Procuratie Vecchie)
India
IK - 00
126 125 124
Dialogo tra arti. Dialogo tra artisti
Scarpa_Viani_Deluigi
5 giugnoJune–29 settembreSeptember Area Carlo Scarpa e Museo, Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252
Nel segno di Carlo Scarpa
Un veneziano tra Roma e l’Europa
Carlo Saraceni
5 giugnoJune–23 novembreNovember Isola della Certosa (Laguna Nord)
Fino alUntil 3 agostoAugust Isola di San Giorgio Maggiore
Idee e progetti d’autore
4 giugnoJune–23 novembreNovember Bugno Art Gallery, San Marco 1996/d
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Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana
I Santillana
Merletto frattale
120 119
Immaginari e prefigurazioni in Architettura Iniziative istituzionali MiBACT
Vedova in Tondo
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VeneziaArchiNatura 2014
5 giugnoJune–30 agostoAugust Fondazione Wilmotte Venezia Fondamenta de l’Abazia, Cannaregio 3560
Le Porcellane
UEL Pavilion – Londra/Venezia
Problemi di autografia nella grafica tizianesca
Tiziano, un autoritratto 31 maggioMay–3 agostoAugust Spazio Punch, Giudecca 800/0
133 132
Naturally Occurring
Synchrodogs
Glass Tea House Mondrian
Hiroshi Sugimoto
5 giugnoJune–12 ottobreOctober Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito Dorsoduro 2826
Fino alUntil 31 dicembreDecember Palazzo Grassi (secondo piano), San Samuele 3231
Resonance
Iniziative istituzionali MiBACT Fino alUntil 15 giugnoJune Museo Correr, San Marco 52
Matteo Pugliese Prix W 2014
Irving Penn
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Fino alUntil 2 novembreNovember Fondazione Emilio e Annabianca Vedova Magazzino del Sale, Zattere, Dorsoduro 266 5 giugnoJune–23 novembreNovember Palazzo Ducale, Loggia, Piazza San Marco
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Realtà aumentata
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Serenissima Babel
DalFrom 6 giugnoJune Fondazione Giorgio Cini Isola di San Giorgio Maggiore
14 giugnoJune–30 novembreNovember Ca’ Rezzonico, Dorsoduro 3136
di Marino Nani Mocenigo
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nasce e rinasce Iniziative istituzionali MiBACT
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Maria Grazia Rosin
Fino alUntil 21 giugnoJune Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858
Genius Loci Da Rauschenberg a Jeff Koons Collettiva
GiugnoJune–ottobreOctober Teatrino Grassi, San Marco 3260
Solo per i tuoi occhi
Dora Maar
The Revealed Mysteries
The Spaces of Confinement
Disegni tra arte ed architettura dell’Ottocento e Novecento dalle Collezioni del Polo Museale Iniziative istituzionali MiBACT
Un ospedale è una casa per l’uomo Iniziative istituzionali MiBACT
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Spirit of Place
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5 giugnoJune–31 agostoAugust Caffè Florian, Piazza San Marco
Anne-Karin Furunes
Il Gioiello Fantasia dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo Iniziative istituzionali MiBACT
Divine. Splendori di scena
Lo sguardo di Ileana Sonnabend
Una collezione privata, dal Manierismo al Surrealismo
SHAPE!
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Heinz Mack
Fino alUntil 14 luglioJuly Palazzo Fortuny, San Marco 3958
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2 ottobreOctober–31 dicembreDecember Palazzo Grimani, Ramo Grimani, Castello 4858
Le Amazzoni della fotografia
Stream Lectures
Fino alUntil 31 agostoAugust Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701
Fino alUntil 31 dicembreDecember Punta della Dogana, Dorsoduro 2
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The Sky over Nine Columns Nonostante Picasso
5 giugnoJune–30 settembreSeptember Arsenale Nord, Tesa 92
112
Fino alUntil 31 dicembreDecember Palazzo Grassi, San Samuele 3231
L’Illusione della luce
7 giugnoJune–24 agostoAugust Casa dei Tre Oci, Giudecca, Zitelle
110
Agibi le e Bella
90
Fino alUntil 27 luglioJuly Museo del Merletto, Piazza Galuppi 187-Burano
Un Hôpital est une maison d’homme 7 giugnoJune–23 novembreNovember Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Palazzo Cavalli Franchetti, Campo Santo Stefano 2842
107
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Architetture di qualità per la qualità delle scuole Iniziative istituzionali MiBACT
Fino alUntil 29 giugnoJune Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, Dorsoduro 1050
10 ottobreOctober–11 gennaioJanuary, 2015 Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, Dorsoduro 1050
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25 luglioJuly–23 novembreNovember Palazzo Ducale, Loggia, Piazza San Marco
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6 giugnoJune–23 novembreNovember Galleria Dorothea van der Koelen San Marco 2566
Projects & Others
Fino alUntil 14 luglioJuly Palazzo Fortuny, San Marco 3958
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31 maggioMay–4 gennaioJanuary, 2015 Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce 2076
Not Only Biennale Around Town
7 giugnoJune–23 novembreNovember Officina delle Zattere, Dorsoduro 919 (Fondamenta delle Zattere)
7 giugnoJune–28 settembreSeptember Fondazione di Venezia, Dorsoduro 3488/U (Rio Novo)
Prima Materia
3 giugnoJune–23 novembreNovember Isola di San Giorgio Maggiore (Piazzale)
114
Vittore Carpaccio
113
Ilha de São Jorge
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20 settembreSeptember–19 gennaioJanuary, 2015 Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701
Continuità e nuovo
Art in Architecture
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Fino alUntil 14 luglioJuly Palazzo Fortuny, San Marco 3958
dalla collezione di Mario Trevisan
Lifting the Curtain
Central European Architectural Networks
Shadows
29 agostoAugust–11 gennaioJanuary, 2015 Ca’ d’Oro, Galleria Giorgio Franchetti Cannaregio 3932
Iniziative istituzionali MiBACT
Andate in pace
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Made in Europe
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7 giugnoJune–31 agostoAugust Museo Diocesano di Arte Sacra Sant’Apollonia Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312
7 giugnoJune–6 settembreSeptember Ex Chiesa di San Lorenzo, Castello 5069 (Campo San Lorenzo)
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Beyond Entropy Africa Gabriele Basilico Fino alUntil 15 giugnoJune Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce 2076
Un Autoritratto di Miroslav Kraljevic´, modernista croato
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7 giugnoJune–3 novembreNovember Ca’ Corner della Regina, Calle de Ca’ Corner Santa Croce 2215
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Unfurling
Architecture Van Brandenburg
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Mikhail Roginsky Masegni
7 giugnoJune–4 agostoAugust Palazzo Michiel dal Brusà, Cannaregio 4391/A (Strada Nova)
M9 Transforming the City
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New Opening
Fino alUntil 2 novembreNovember Palazzo Cini, Campo San Vio, Dorsoduro 864
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12 SettembreSeptember–14 dicembreDecember Gallerie dell’Accademia Campo della Carità, Dorsoduro 1050
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6 giugnoJune–6 luglioJuly Fondazione Giorgio Cini, Sala del Piccolo Teatro Isola di San Giorgio Maggiore
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6 giugnoJune–26 agostoAugust Galleria Michela Rizzo Giudecca 800q-Ex Birrificio, Isola della Giudecca
Azimut/h
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The Space that Remains Moskva: Urban Space
80 77
Partecipazioni Nazionali/3 Around Town
Cartoline d’Italia
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Yao Jui-Chung’s Ruins Series
The next 100 Years – Scenarios for an Alpine City State
Salon Suisse
7 giugnoJune–31 ottobreOctober Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia, San Marco 2810 (Campo Santo Stefano)
Planta
18–26 ottobreOctober Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
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12 giugnoJune–23 novembreNovember Museo Diocesano di Venezia Sant’Apollonia Fondamenta della Canonica, Castello 4312
7 giugnoJune–28 settembreSeptember Ca’ Foscari Esposizioni, Dorsoduro 3246
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Ca’ del Duca, Corte del Duca Sforza San Marco 3052 Isola di San Servolo
Repubblica di Cipro
7 giugnoJune–23 novembreNovember Zuecca Project Space, Complesso delle Zitelle Giudecca 32 (Fondamenta delle Zitelle) 7 giugnoJune; 30 agostoAugust Istituto Santa Maria della Pietà, Castello 3701
Air Fundamental Adaptation
7 giugnoJune; 4–6 settembreSeptember; 9–11 ottobreOctober; 30 ottobreOctober–1 novembreNovember; 20–22 novembreNovember Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
5 giugnoJune–23 novembreNovember Arsenale Nord, Tesa 100
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Eventi Collaterali Around Town
82
Riva dei Sette Martiri, Castello
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Liceo Artistico Statale Michelangelo Guggenheim Dorsoduro 2613
Nuova Zelanda Kenya
Costa d’Avorio Armenia
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Collegio Armeno Moorat Raphael, Ca’ Zenobio Dorsoduro 2596
Giardino delle Vergini
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S H A R E D
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supplemento al numero 186 di luglio-agosto 2014 del mensile di cultura e spettacolo Venezia News - spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/B - legge 662/96 - DCI-VE
AIRPORT MURANO MUSEO CERTOSA LIDO S.M.E. SAN MARCO
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SAN MARCO LIDO S.M.E. CERTOSA MURANO MUSEO AIRPORT
S.ANGELO RIALTO SAN STAE GUGLIE M.DELL’ORTO AIRPORT
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AIPORT MURANO COLONNA F.TE NOVE OSPEDALE BACINI CERTOSA LIDO S.M.E. ARSENALE SAN ZACCARIA SAN MARCO ZITELLE ZATTERE GIUDECCA (STUCKY) CRUISE TERMINAL
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il festival giorno per giorno/ what’s on day by day
il festival giorno per giorno/ what’s on day by day
La Storia
JACK SAVORETTI La storia del gioiello non prezioso, dapprima legata alla vedisemplice in mappa/copia see on dei map monili autentici, si sviluppa nell’Europa Jack Savoretti voce e chitarra acustica degli anni Venti, ma sono gli acustica Stati Uniti ad accogliere ed Pedro Vito Vieira de Souza chitarra espandere il repertorio del Gioiello Fantasia, dando vita, Jean Berthon contrabbasso Jesper Lind Mortensen negli anni Trenta, cajon a un settore produttivo con centinaia di Apertura straordinaria delladiCollezione ore 19.30 manifatture, migliaia addetti dalle e decine di disegnatori. The museum will be open from 7.30 pm Si precisano in questi anni i profili di grandi case COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM h. 21 produttrici come Eisenberg, Trifari, Coro, Dorsoduro 701-704/STOP> accademia –Pennino, salute www.guggenheim-venice.it Miriam Haskell, Joseff, Ralph, De Rosa, Boucher. visita alla Collezione, aperitivo e concerto/visit, aperitif and concert 14 e Dalle sofisticate geometrie del Déco si passa, negli anni Quaranta, ad un gusto eclettico dove prevale l’interesse JAZZ & WINE CRUISE per laromantica linea curva per ladi densità Crociera nellaelaguna Venezia decorativa, con le sue Romantic cruise in the Venicedi Lagoon innumerevoli varianti nodi, fiocchi, fiori, foglie e animali. IMBARCO FRONTE CASERMA CORNOLDI h. 21.10 I Gioielli Fantasia hanno finiture accurate e design Castello 4142/STOP> pietà – arsenale sbalorditivi. I colori, le forme e gli innumerevoli soggetti da giorno e da sera piacciono immensamente, tanto che, anche JAZZ ENSEMBLE DEL CONSERVATORIO
quando finisce la guerra e ritornano in auge i gioielli veri, MARCELLO 23 BENEDETTO i Gioielli Fantasia continuano ad essere realizzati. Anzi, la
La Collezione
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Paolo Furlano voce produzione a svilupparsi. E la loro storia procede Claudia Graziadeicontinua voce parallelamente quella dei gioielli veri e della moda. Massimo Parpagliolaasax Pietro Girardi piano
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ingresso libero/ free entrance
DANIEL ZAMIR
In collaborazione con l’Ambasciata d’Israele a Roma e con Coopculture CAMPO DEL GHETTO NOVO h. 21.30 Cannaregio/STOP> san marcuola – guglie
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Il Cinema
ANGELA MILANESE & FRIENDS Il termine Costume Jewelry viene usato per la prima volta In in little Smalleralle set of “Redemption riferimento creazioni disegnate dasongs Hobé per i – Canzoni per l’anima” costumi di scena delle Ziegfeld Follies (1910 - 1930), una serie di spettacoli teatrali prodotti a Broadway. Tra la fine degli anni Trenta e lungo tutti gli anni Quaranta a Hollywood sono di moda i film storici e i kolossal in costume. I registi di queste produzioni ricercano per le loro dive gioielli vistosi, scenografici e appariscenti, che aiutino ad aumentare il carattere sfarzoso delle scene e facciano sognare Angela Milanese voce la donna americana della classe media. Paolo La Vianello Sunset piano Jewelry Co. di Eugène Joseff nacque nel 1935 dom /su Maurizio Nizzetto proprio comecontrabasso ditta specializzata nella realizzazione di TRATTORIA “LA PALAZZINA” h. 20 gioielli per il cinema, che non venivano venduti alle case di Cannaregio 1509/STOP> guglie produzione ma solo noleggiati, in modo da poter essere JUAN LORENZO DUO FLAMENCO riutilizzati più volte.
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TRIBUTO PACO DE LUCIA Dive delAcinema come Greta Garbo, Bette Davis e
vedi in mappa/ see on map Vivien Leigh li indossano su loro abiti di scena (Joseff Juan Lorenzo chitarra crea moniliballerina, per centinaia Pilar Carmona naccheredi pellicole di gran successo, tra cui Via Col Marlene aveva un debole TEATRINO DI Vento). PALAZZO GRASSI Dietrich h. 21.30 Campo Samuele/STOP> san samueleera pazza per i bijoux di per San Trifari, Marilyn Monroe www.venetojazz.com Kenneth e Jean Harlow apprezzava le gioie aperitivo (h. 20.30) e concerto/aperitif (8.30 p.m.) and concert 10 e
di Coro.
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MG JAZZ TRIO
The Golden Age
Michela Grena voce mar/tu ThePrivato term Costume Jewelry has been used for the first Marco contrabbasso Gianpaolo time toRinaldi qualifypianoforte Hobé’s creations for Ziegfeld Follies stage PALAZZO MARIN h. 19.30 a series of theatre shows produced costumes (1910-1930), STOP> san marco – santa maria del giglio
in Broadway. www.palazzomarin.it cocktailthrough buffet and to concert e cocktail buffet From thee concerto/ late Thirties the 15 end
of the Forties, historical films and period epics were all the rage in HOT BOW TRIO Hollywood. For their stars, the directors of these movies
gio/th
www.villamabapa.com specialized in thecocktail realization of concert jewels 25 fore cinema.They would buffet and cocktail buffet e concerto/ and booking t. 0415260590) (infonot e prenotazioni/ sell their info creations, only rent them to the production
companies, so as to use the same models multiple times. Diretto TONINHO HORTA E ANTONIO ONORATO Great movie stars such as Greta Garbo, Bette Davis,
Concer Punta d Dogana Teatrino I bigliet Valdobb Prenota Prenota member
JAZZ & WINE CRUISE
Concer Apertur Il bigliet Prenota tel. (+3
sab /sat
Angela Milanese voce Paolo Vianello piano Maurizio Nizzetto contrabasso CA’ SAGREDO PALACE Sala Il Portego h. 19 Campo Santa Sofia 4198/STOP> ca’ d’oro
THE MAIN ROAD BAND
Satyamo Hernandez, Luca Burgalassi, Franco Ceccanti,
mar/tue Alessandro Sassoli voci e chitarre
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Francesco Socal clarinetto wanted spectacular, Andrea Boschetti chitarra flamboyant jewels which would help convey ancontrabbasso aura of sumptuousness to the scenes, taking Beppe Pilotto HOTEL VILLA MABAPA 19.30 into a true dream world. middle-class Americanh.women Riviera San Nicolò, Lido di Venezia /STOP> santa maria elisabetta Eugène Joseff founded Sunset Jewelry Co. in 1935 as a business
Toninho Horta voce e chitarre Organi and Vivien Leigh would wear them on their stage Antonio Onorato chitarre INFOR costumesCIVELLO (Joseff created jewels for+several successful CHIARA “CHIARA ” jazz@v Chiara Civello voce, with pianoforte, chitarra movies, Gone the Wind just to name one). Marlenewww.ve Simone de Filippis basso Dietrich loved Trifari, Marilyn Monroe would go crazyPREVE Emanuele Smimmo batteria for bijoux by Kenneth, and Jean Harlow appreciated Coro’s. Concer Doppio concerto www.tic In tutti i Vicenza vedi in mappa/ see on map TEATRO GOLDONI h. 21
San Marco 4650 /STOP> rialto www.teatrostabileveneto.it ingresso/ ticket 20/15 e
Crociera romantica nella laguna di Venezia Romantic cruise in the Venice Lagoon IMBARCO FRONTE CASERMA CORNOLDI h. 21.10 Castello 4142/STOP> pietà – arsenale
ANGELA MILANESE & FRIENDS
little Smaller set of “Redemption songs 26 –InCanzoni per l’anima”
ingresso libero/ free entrance
www.palazzograssi.it aperitivo e concerto/ aperitif and concert 10 e
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Gioiello Fantasia
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il festival giorno per giorno/ what’s on day by day
Il Museo
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il festival giorno per giorno/ what’s on day by day
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CARICHI MARCHING FAUSTO MirabileBECCALOSSI esemplare tardogotico di “casa-fondaco”, la Ca’ Con Gioiello Fantasia si intende una forma ARRIGO DUO d’Oro –CAPPELLETTI edificata per il ricco mercante Marino Contarini particolarmente creativa e originale di bijouterie, realizzata sab /sat Fausto Beccalossi fisarmonica tra il 1422 e il 1440 ca., sull’area di una precedente con materiali non preziosi. Ornamenti bellissimi e poco Arrigo Cappelletti pianoforte dimora veneto – fu acquistata 1894 dal costosi realizzati con materiali innovativi, come la gomma In collaborazione con bizantina Associazione Il Sestiere dellanel Musica nell’ambito rassegna Maree Sonore barone della Giorgio Franchetti che decise di farne il museo vulcanizzata, la celluloide, la bachelite, il plexiglas e h. 20passione CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO delle proprie raccolte d’arte, frutto di una l’acrilico, con tagli e forme eccezionali. San Marco 2810/STOP> accademia – santa maria del giglio collezionistica avviatasi già negli anni giovanili in Austria www.conseve.net ingresso/ ticket 10/5 e e Germania e intensificatasi poi nel corso di un lungo soggiorno fiorentino. Donata nel 1916 allo Stato, che si Costume Jewelry impegnò nella dei lavori di allestimento e Costume Jewelry is considered to be a particularly creative JAZZ CLUB ATprosecuzione “THE ST. REGIS VENICE restauro dell’edificio acquistando anche l’attiguo Palazzo and original form of bijouterie, made with non-precious SAN CLEMENTE PALACE” PIAZZALE SANTA LUCIA (stazione) h. 17.30 Duodo, la Galleria fu aperta materials. Inexpensive ISOLA DI SAN CLEMENTE h. 19 al pubblico nel 1927. Cannaregio/STOP> ferrovia but truly ravishing ornaments STOP> trasporto per Piazza San Marco tramite navetta - che h. 19.30 CAMPO BELLA Tra le opereda diemaggior prestigio della pinacoteca realized withVIENNA innovative materials, like vulcanized Rialto/STOP> rialto mercato privata dell’hotel/ Hotel transfer shuttle from and to Piazza vanta anche una interessante sezione di pittura rubber, celluloid, Bakelite, plexiglass, and acrylic, cut in Nazzareno Brischetto tromba San Marco del Cinque-Seicento con paesaggi, extraordinary shapes. Michele Tino sax alto scene di genere e nature morte - si segnalano il Ritratto Giuliano Nora sax tenore ALEX PRYRODNY Mattia Dalla Pozza sax baritono di Marcello Durazzo JAZZ di Van QUINTET Dyck, la Venere allo specchio di Glauco Benedetti basso tuba Tiziano, la Venere dormiente di Paris Bordon, le due mer/wed Simone Sferruzza e Diego Pozzan batteria Vedute veneziane di Francesco Guardi e, sempre tra i ingresso libero/ free entrance dipinti provenienti dal lascito originario, il San Sebastiano fiamminga e olandese ingresso gratuito/ free entrance
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La Mostra
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
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S C E N A
ingresso gratuito/ free entrance
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il festival giorno per giorno/ what’s on day by day
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mar/tue
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Haskell, Gianluca CarolloEugène tromba Joseff, Kenneth J. Lane, GRANAI DELLA REPUBBLICA 19.30 Pennino, fino a Wendy h. Gell e Iradj Moini. STOP> zitelle Tutte le opere provengono dalla Collezione di
A
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CARNEVALEd VENEziA2014
S P L E N D O R I
mer/wed
NINA VES 4TET Attraverso più di quattrocento esemplari di gioielli non Pasquale Cosco basso in America dal 1920 ad oggi la mostra preziosi prodotti lun /mon Elena Nina Carraro voce illustra lo sviluppo del Gioiello Fantasia o Costume Jewelry David Beltran Soto Chero chitarra negli anni della Grande Depressione e della Seconda Luca Bortoluzzi batteria Guerra Mondiale, analizzandone la produzione nella nuova GRANAI DELLA REPUBBLICA h. 19.30 STOP> zitelle società di massa, con particolare riferimento all’industria ingresso gratuito/ free entrance della moda e del cinema. L’origine è legata alla crisi di Wall Street del 1929, quando diventano sempre rari i materiali PAOLO CONTE In più concerto anteprimapreziosi preshow da impiegare vedinell’oreficeria in mappa/ see onemap diminuisce la disponibilità economica per TEATRO LA FENICE l’acquisto di benih.di21 lusso. Campo San reazione Fantin, Sanottimistica Marco Come alla crisi aumenta il desideriomer/wed STOP> san marco – santa maria del giglio di apparire, con accessori resi preziosi dall’inventiva www.teatrolafenice.it dei designer nel ticket 150/70 e creare forme nuove con moderne ingresso/ materie plastiche. La mostra presenta gli esemplari concepiti ed elaborati FRANCESCA BERTAZZO TRIO come Trifari, Marcel De Rosa, Eisenberg, Miriam dai piùBertazzo importanti designer Francesca chitarra e voce
accommodate the sacred pieces Omaggio a Benny Golson Giovanni Masiero clarinetto Maurizio Scomparin tromba Marco Ponchiroli piano Marco Trabucco batteria Marco Privato contrabasso TRATTORIA “LA PALAZZINA” h. 20 Cannaregio 1509/STOP> guglie
ANNA SOKLIC QUARTET inaugurazioneopening vedi in mappa/ see on map Evento inaugurale del festival con aperitivo al tramonto PUNTA DELLA DOGANA h. 20 Dorsoduro 2/STOP> salute
AIRPORT MARCO POLO
DIVINE
G I O I E L L I F A N TA S I A C O S T U M E J E W E L R Y02 DA L L A C O L L E Z I O N E D I PAT R I Z I A S A N D R E T TO R E R E B A U D E N G O
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Boucher, Coro, lun /mon Beppe Pilotto basso
KEITH JARRETT piano solo anteprimapreshow
5–8 giugnoJune Arsenale Nord, Spazio Thetis
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Repubblica del
Ex Repubblica Jugoslava di
Romania/2
Montenegro
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Chiesa di San Francesco della Vigna, Castello
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Cisterne
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:venews
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7 giugnoJune–23 novembreNovember Arsenale, Castello 2126 (Campo della Tana)
Mozambico Perù Portogallo Repubblica di Slovenia Sudafrica Thailandia Turchia Padiglione Italia Kuwait Lettonia
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Jazz Stars
Gotthard Landscape
Young Architects in Africa
5 giugnoJune–23 novembreNovember Palazzo delle Prigioni, Castello 4209 (San Marco)
8 giugnoJune–20 luglioJuly Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
The Exhibition
-------00.35 00.40 -------04.50 04.54 04.58 05.06 --------------05.24 05.29 05.37 06.07
02>27 lugJul 2014 Keith Jarrett Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Grafting Architecture
The Unexpected View
vedi in mappa/ see on map
----------------------------03.40 03.44 03.48 03.56 --------------04.16 04.25 04.33 05.03
Associate partner Venezia Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee
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Catalonia at Venice
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mar/tue
CRUISE TERMINAL GIUDECCA (STUCKY) ZATTERE ZITELLE SAN MARCO SAN ZACCARIA ARSENALE LIDO S.M.E. CERTOSA BACINI OSPEDALE F.TE NOVE MURANO COLONNA AIRPORT
LINEA ROSSA
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56 55 54 53 51 50 46
Macedonia Malesia Marocco Messico
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Paraguay
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Ristorante Granducato di Lussemburgo Bar Restaurant
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Bar ice-cream
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Tese delle Vergini
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Repubblica Popolare
Albania Argentina Regno del Bahrain Cile
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Linea stagionale // Seasonal route
LINEA ROSSA
Local partner Parnter tecnico PROVINCIA DI VENEZIA
Partner istituzionali
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25–31 luglioJuly Palazzo Trevisan degli Ulivi, Dorsoduro 810 (Campo Sant’Agnese)
“Happiness Forecourt” = “Largo da Felicidade” = “開心前地”
7 giugnoJune–23 novembreNovember Cantieri Navali, Castello 40 (Fondamenta Quintavalle)
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Fundamentally Hong Kong? DELTA FOUR 1984–2044
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Dominicana Emirati Arabi Uniti Estonia Indonesia Iran Irlanda Repubblica del Kosovo Cinese, Cina Costa Rica Croazia
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di Andrea Mantegna, capolavoro di maggior spicco del BURT BACHARACH Alberto seggi contrabasso museo, ancora custodito entro il suggestivo vano iniziato a collezionare Gioielli Fantasia negli Anni ‘80. vedi«Ho in mappa/ see on map Raul Catalano batteria architettonico rivestito di marmi che Franchetti aveva dom /sun TEATRO Il loroLA design raffinato, The History FENICE h. 20 in contrasto con i materiali poveri In collaborazione con Associazione Il Sestiere della Musica Campo Marco mi ha subito affascinata. Leggendo concepito per isolare l’opera in una dimensione sacrale. conSan cuiFantin, eranoSan prodotti, The history costume jewelry started out with straight nell’ambito della of rassegna Maree Sonore STOP> san marco – santalamaria giglio è nata in me una grande CAMPO VIENNA h. 19.30 e approfondendo lorodelstoria copiesBELLA of authentic jewels and developped in Europe in the ven /fri www.teatrolafenice.it Rialto/STOP> passione per questi meravigliosi gioielli non preziosi». Twenties. Itrialto wasmercato however the United States that adopted and ticket 120/30 e ingresso/ ingresso libero/ free entrance Patrizia Sandretto Re Rebaudengo expanded the great repertoire of this form of jewelry, and by The Museum TRIO VILLANI the Thirties it had become quite an industry, with hundreds A wonderful example of “Fondaco” (inn, or a combination of AMY LONDON TRIO Pietro Martinelli piano vediofinfactories, mappa/ seethousands on map of workers, and dozens of designers. warehouse and living quarters), the Ca’ d’Oro had Apollonio Maiello contrabasso Amy London vocethe years when great manufacturers like These were been built for wealthy merchant Marino Contarini between The Collection Mathis Grossmann batteria Rory Stuart chitarra Eisenberg, Pennino, Trifari, Coro, Miriam Haskell, circa 1422 and 1440 on the site of a former «I started collecting In collaborazione con Jazz Costume by the poolJewelry in the 1980s. I was John Ellis sax tenore h. 19.30 CAMPO BELLA VIENNA Joseff,CONTARINI Ralph De Rosa, and Boucher all came to Byzantine-Venetian mansion. Baron Giorgio Franchetti immediately fascinated by the elegant designs and the PALAZZO Rialto/STOP> mercato materials, but it was when I started Alex Pryrodnyitpiano DELLA PORTA DI FERRO h. 21.30 the fore. From the sophisticated Deco-style geometries, acquired in 1894 and decided to install his art collection contrast ofrialto its humble ingresso libero/ free entrance Matteo Sabattini sax Salizada Santa Giustina in 2926, there was a move the Castello Forties towards an eclectic taste there. Baron Franchetti nurtured his passion as a collector reading about it and found out more that I discovered my Lino Brotto chitarra STOP> rialto mercato with a preference for curved lines and intense decoration, since hiscontrabbasso younger years in Austria and Germany, and in real passion for these wonderful jewelless jewels». Alvise Seggi www.palazzocontarini.com BIG BAND DEL CONSERVATORIO withlibero/ countless varieties of knots, bows, flowers, leaves, and later yearsbatteria as he sojourned in Florence. Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Pietro Valente free entrance ingresso BENEDETTO MARCELLO In collaborazione con State Associazione Il Sestiere della Musicaundertook animals. The Costume Jewelry have a high- quality finish Donated to the in 1916, the government lun /mon Marco Vanni direttore nell’ambito della rassegna Maree Sonore andBOW an amazing restauration works and acquired adjacent Palazzo Massimo Parpagiola, Yan Zhelin sax alto HOT TRIO design. Their colours, shapes, and countless CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO h. 20 occasions to clarinetto wear them are so well liked that, even when The Gallery accademia was first opened to the Giovanni Masiero, Giacomo Zanetti sax ten Francesco Socal SanDuodo. Marco 2810/STOP> – santa maria delpublic giglio in 1927. Fabio Reggio sax bar www.conseve.net Boschetti chitarra precious jewels are back after WWII, Costume Jewelry will The collection includes an interesting section of Flemish and gio/thu Andrea Fabrizio Nasetti, Davide Carolo, Filippo Gazzola, ingresso/ ticket 10/5 e Beppe contrabbassoActually, production increases over time, stillPilotto be in production. Dutch art from the XVI and XVII centuries: Laura Favaretto trombe CA’ SAGREDO PALACE L’Alcova Terrace h. 19 parallel to those of precious jewels and fashion. landscapes, scenes, still life paintings. The most prestigious Simona Pellone, Mattia Zago, Antonio Costantini, Campo Santa Sofia 4198/STOP> ca’ d’oro JAZZ CLUB ATDyck’s “THEPortrait ST. REGIS VENICE pieces are Van of Marcello Durazzo, Federico Caldon tromboni www.casagredohotel.com aperitivo e concerto/aperitif and concert 15 e Ricky Ciarfera chitarra SAN CLEMENTE Titian’s Venus withPALACE” a Mirror, Paris Bordon’s Sleeping Venus, aperitivo, concerto e cena/aperitif, concert and dinner 65 e Giacomo Franzoso pianoforte ISOLA DI SAN CLEMENTE 19 two Venetian Vedutas byh.Francesco Guardi and, from (bevande escluse/ excl. drinks) Antonello Gnesutta contrabbasso STOP> trasporto da e per Piazza San Marco tramite navetta the dell’hotel/ original Franchetti endowment, Mantegna’s Saint Raul Catalano batteria Hotel transfer shuttle fromAndrea and to Piazza privata GIANNA CERCHIER 4TET the greatest masterpiece of the Paola Furlano, Barbara Fantecchi, Anna Varsori voci SanSebastian, Marco ingresso gratuito/ free preserved entrance In collaborazione con Associazione Il Sestiere della Musica museum, still in the beautiful, marble-plated nell’ambito della rassegna Maree Sonore compartment FranchettiQUINTET himself wanted to GIOVANNI MASIERO CAMPO BELLA VIENNA h. 19.30 of art. Rialto/STOP> rialto mercato 38
Finlandia, Norvegia, Svezia
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Palazzo Pisani Santa Marina, Calle delle Erbe Cannaregio 6104
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Gelateria Palazzo Malipiero, San Marco 3079
entrata/entrance tickets infopoint deposito bagagli/ checkrooms bookshop
Corderie
Teatro delle Tese
Arsenale
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Palazzo Malipiero, San Marco 3079
Solo uscita
19 28 9 22
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LINEA ARANCIO
su appuntamento by appointment only Fornasier Luigi sas Calle del Paradiso, 14 30141 Murano VE T/ 041 736176 info@lu-murano.it www.lu-murano.it
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Partner artistici In collaborazione con Partner FONDAZIONE TEATRO LA FENICE
:map D V NE EURO PE SHOPS Wh
7 giugnoJune–23 novembreNovember Arsenale, Castello 2126/A (Campo della Tana)
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Informazioni e prenotazioni | Information and booking Tel. +39 041-5218828 promozione@labiennale.org www.labiennale.org Servizi in mostra | Facilities within the exhibition Giardini e Arsenale Bar, ristorante, bookshop
42 41 40 39 37 36 35 34 33 29
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TEATRO LA FENICE h. 20 The exhibition includes almost four hundred items of Campo San Fantin, San Marco costume jewelry made America STOP> san marco – santa mariaindel giglio from about 1920 to the present day. The exhibition display illustrates its www.teatrolafenice.it ticket 140/40during e ingresso/ Four guest stars light up Venezia Jazz Festival seventh development the years of the Great Depression edition. Paolo Conte and Keith Jarrett are the two unrivaland of the Second World War, analyzing its evolution in the MAURO MODIN JAZZ COLOURS mostraexhibition led artists that will open the festival in Teatro la Fenice on newly formed mass society with a particular look at the Mostra a cura di Andriana Miconi – Spazio Bocciofila July 2nd and on July 8th respectively, to be followed by Burt world of fashion and the cinema. (aperta fino al 27 luglio/ open until July 27) Bacharach on July 20th and Cassandra Wilson on July 27th, Costume jewelry isSale linked to theh.Wall Street Crash of 1929, TEATRO LA FENICE Apollinee 18 (vernissage) both at Fenice. when materials Campo Sanprecious Fantin, San Marco became increasingly scarce for Paolo Conte and Keith Jarrett will be happily welcomed back STOP> marco – santa maria was del giglio use san in jewelry and cash short for the purchase of www.teatrolafenice.it in Venice for the festival. The two left a sign in the history of luxury goods. A heightened desire for ostentation came as ingresso libero/ free entrance Venice with their unforgettable events and their load of fans an optimistic reaction to this, in the form of accessories in and emotions. Paolo Conte won the love of 4,000 people new plastic materials which were given a precious touch with his one-in-a-lifetime concert staged in Piazza San HAMID DRAKE E PASQUALE MIRRA DUO by inventive designers.The exhibition presents specimens vedielaborated in mappa/ see map Marco in 2009 – a special production with his historical band byonthe most important designers, like Trifari, mer/wed Hamid Drake batteria, percussioni, voce and Venice’s own symphony orchestra. Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Pasquale Mirra vibrafono Keith Jarret is at his third concert at Fenice. In 2006, 80 years Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO h. 20 after Miles Davis’ birth, Jarrett left his audience speechless Wendyaccademia Gell, and Iradj Moini. SanPennino, Marco 2810/STOP> – santa maria del giglio after a complex, passionate performance. That very night www.conseve.net All the items come from the Collection of Patrizia gio/thu ingresso/ticket 10/5 e has been recorded by ECM to be published soon. Having Sandretto Re Rebaudengo. left behind the years of his trio with Gary Peacock and John DeJohnette after last year’s concert and three unexpected :venews / NEW VENUE... IN SOUL! extra shows, Keith Jarrett opens a new creative phase of Opening nuova sede del city-magazine internazionale di Venezia ven /fri Aperitivo con DJ set by Bigg e his artistic career as piano solo. We shall see what that is all Mash-up old school funky-soul r&b 100% vinili about on July 8th. SEDE «VENEZIA NEWS» h. 18.30 Legends Burt Bacharach, the author of unforgettable songs, Cannaregio 563E/STOP> crea – guglie and Cassandra Wilson, the Lady of2014 jazz, enrich program2015 www.venezianews.it 30 Agosto – 1the Marzo of an international festival that unites world-class artists and ingresso su invito/ entrance upon invitation the magic of a great setting. GALLERIA FRANCHETTI COSMIC COMBO Anna Soklic, Daniel Zamir, Jack GIORGIO Savoretti, Toninho Horta, and Lela Kaplowitz vocal Antonio Onorato. Chiara Civello and Grupo Segundo ALLA CA’ Compay D’ORO Zoran Majstorovic guitars, oud, ukulele da Buena Vista Social Club, and many more are the varied Joe Kaplowitz tuba voices of this festival that will meetVENEZIA in places of wonderful Boris Popov percussion In collaborazione con Associazione Sestiere della Musica art and on the most beautiful of stages around Venice: Punta Ministero nell’ambito della rassegna Maree Sonore Soprintendenza specialeCollection, per il Patrimonio della Dogana, Teatrino Grassi, Peggy Guggenheim ven /fri dei beni e delle Storico, Artistico ed Etnoantropologico e CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO h. 20 San Servolo Island, Palazzo Contarini, Campo delcittà Ghetto. attività per ilculturali Poloand museale della di Venezia San Marco 2810/STOP> accademia – santa maria del giglio Not to mention the many luxury hotels anddella breathtaking e edeldei turismo comuni Gronda lagunare www.conseve.net Direzione generale per il paesaggio, le belle views on the Lagoon… ingresso/ ticket 10/5 e arti, l’architettura e l’arte contemporanee
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Polonia Romania/1 Russia Serbia Spagna Stati Uniti d’America Svizzera Ungheria Uruguay Padiglione Venezia Israele Olanda Paesi Nordici
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( Padiglione Alvar Aalto)
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Biblioteca della Biennale ASAC
Quattro stelle internazionali firmano la settima edizione di Venezia Jazz Festival. Paolo Conte e Keith Jarrett sono i due impareggiabili artisti che apriranno la nuova edizione al Teatro La Fenice, rispettivamente il 2 e l’8 luglio, seguiti da Burt Bacharach (20 luglio) e Cassandra Wilson (27 luglio), sempre al Teatro La Fenice. Paolo Conte e Keith Jarrett sono un felice ritorno per Venezia e per il festival. Artisti che, con la loro musica, hanno lasciato un segno nella storia della città, con eventi memorabili che hanno raccolto pubblico ed emozioni. Paolo Conte, nel 2009, nel palcoscenico irripetibile di Piazza San Marco conquistò 4.000 persone con una produzione speciale che, assieme alla sua storica band, vedeva l’Orchestra Sinfonica di Venezia. Keith Jarrett al Teatro La Fenice torna per la terza volta. Nel 2006, anno indimenticabile dell’80° anniversario della nascita di Miles Davis, lasciò con il fiato sospeso il pubblico in una esibizione complessa e appassionata. E quella serata, registrata dall’etichetta ECM, sta per diventare un live. Chiusi gli echi del trio con Gary Peacock e Jack DeJohnette, definitivamente sciolto dopo il concerto dello scorso anno che regalò tre bis inaspettati, Keith Jarrett apre una nuova fase creativa in piano solo. L’8 luglio se ne assaporeranno i frutti… Leggende come Burt Bacharach, autore di brani indimenticabili, e Cassandra Wilson, la signora del jazz, arricchiscono il programma di un festival internazionale che unisce autori mondiali e magia dei luoghi. Anna Soklic, Daniel Zamir, Jack Savoretti, Toninho Horta e Antonio Onorato, Chiara Civello e Grupo Compay Segundo da Buena Vista Social Club e tanti altri, sono le voci variegate di questo Festival, valorizzate dai luoghi d’arte e dai teatri di un palcoscenico diffuso: Punta della Dogana, Teatrino Grassi, Collezione Peggy Guggenheim, Isola di San Servolo, ma anche Palazzo Contarini e il Campo del Ghetto. Senza tralasciare angoli raffinati di hotel di charme e viste mozzafiato sulla Laguna… Giuseppe Mormile, Direttore artistico
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Francia Germania Giappone Gran Bretagna Grecia
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Teatro Piccolo Arsenale
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ingresso gratuito/ free entrance
ingresso libero/ free entrance
GRANAI DELLA REPUBBLICA h. 19.30 STOP> zitelle
CAMPO BELLA VIENNA h. 19.30 Rialto/STOP> rialto mercato
Padiglione Centrale
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LINEA BLU
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Come raggiungere le sedi | How to reach the venues Da/from Piazzale Roma/Ferrovia > per/to Arsenale linee/lines 1, 4.1 > per/to Giardini linee/lines 1, 5.1
Servizi per il pubblico | Facilities Giardini e Arsenale Infopoint, guardaroba gratuito Infopoint, free cloackroom
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Australia Austria Belgio Brasile Canada Repubblica Ceca Repubblica di Corea Danimarca Egitto Finlandia
Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia Palazzo Correr, Campo Santa Fosca Cannaregio 2214
Monditalia
Partecipazioni Nazionali National Participations/2
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49 Exit only 36 32 41 44 39 31 42 35 Artiglierie 54 38 Sale d’Armi 4643 53 40 48 30 47 51 34 55 50 37 52 45 29 Isolotto
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veneziajazzfestival 02>27 luglioJuly 2014
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LU is the captivating mix of ights, colours, and the Costume Jewelry of DIVINE. Splendori di scena. Three large chandeliers don the nuances that best match the jewels they shine upon and light up the portico that houses the exhibition. A fourth LU chandelier triumphs in the loggia, shining beside the XV-century mullioned windows and bringing the Grand Canal-facing palazzo to its former splendour, when its golden façade earned merchant Contarini’s mansion the envied moniker Ca’ d’Oro.
:map Q
7.06 > 23.11.2014 | GIARDINI-ARSENALE 15 14 11 6 5 2
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7 13
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Concer Accesso Nell’am Info: w
www.casagredohotel.com aperitivo e concerto/aperitif and concert 15 e aperitivo, concerto e cena/aperitif, concert and dinner 65 e (bevande escluse/ excl. drinks)
Giardini
Foto Daniela Zedda
pliure 8 volets + 1 croisée format ouvert 680x480 mm format plié 85x240 mm langue Italien/Anglais LU Murano is a unique concept design at once revolutionary and traditional. Sinuous blown-glass shapes combined in dynamic motion. A motion conceived for each individual piece, blown and fashioned by hand at extremely high temperatures. LU is a harmonious synthesis of innovation and tradition, of the ski
Le luci e i colori di LU creano inedite suggestioni fondendosi con i Gioielli Fantasia nella mostra DIVINE. Splendori di scena. Tre importanti lampadari, le cui tonalità sono state accuratamente scelte per abbinarsi con le sfumature dei gioielli esposti, illuminano il portico dove è ospitata la mostra, mentre un quarto lampadario LU campeggia nella loggia, splendendo tra le quattrocentesche polifore e riportando il palazzo affacciato sul Canal Grande agli antichi splendori di quando le dorature delle architetture valsero alla residenza del mercante Contarini l’invidiato appellativo di Ca’ d’Oro.
LU Murano è una concezione unica, rivoluzionaria e tradizionale allo stesso tempo. Forme sinuose in vetro soffiato unite in un movimento dinamico; un movimento concepito per ogni singolo pezzo, soffiato e modellato a mano a gran fuoco. LU è un’armonica sintesi tra innovazione e tradizione, tra fare artigiano e creatività tecnologica.
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Biglietterie | Ticket offices Giardini e Arsenale
Orario | Opening hours 10.00-18.00 10.00-20.00 sede Arsenale: venerdì e sabato fino al 27 settembre/ Friday and Saturday until 27th September Chiuso il lunedì | Closed on Mondays eccetto lunedì 9 giugno e lunedì 17 novembre 2014/ except June 9th and November 17th
FUNDAMENTALS | 14. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA 13 12 10 8 7
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Elements of Architecture
Partecipazioni Nazionali National Participations/1
Concer Prenota tel. (+3
entrata/entrance tickets infopoint deposito bagagli/ checkrooms
Spazio Esedra
Stirling Pavillion
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Modern Times
Hiroshi Sugimoto
Biennale Architettura Map
the MAP 20
Mostra Internazionale di Architettura
7 giugnoJune > 23 novembreNovember
Stampa da sempre per l’arte Printing brings along art
Supplemento al n. 185 di Giugno 2014 del mensile Venezia News - spedizione in A.P. 45% art. 2 comma 20/B - legge 662/96 - DCI-VE
graficheperuzzo.it
graficheperuzzo.it
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14.FUNDAMENTALS_mappa_2014.indd 1
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03/06/14 17:38
LucaZanattaPortfolio | 17
Il Palazzo Enciclopedico 55ème Exposition Internationale d’Art Biennale de Venise 2013 Venise, 1 juin > 24 novembre 2013
Magazine
LucaZanattaPortfolio | 19
55 Biennale Arte
esposizione internazionale d'arte contents
Marisa Merz
Marino Auriti
Massimiliano Gioni © Collezione Jacorossi, Roma
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Maria Lassnig
Paolo Baratta © Eredi Luigi Ghirri
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padiglione santa sede
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padiglione italia
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leone d’oro alla carriera Marisa Merz
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leone d’oro alla carriera Maria Lassnig
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il palazzo enciclopedico arsenale
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il palazzo enciclopedico giardini
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interview with Massimiliano Gioni
interview with Paolo Baratta
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© 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich.
il palazzo enciclopedico
(Codogno, Lodi, 1966. Vive e lavora tra Milano e New York) I suoi lavori rivolgono alla realtà contemporanea uno sguardo anticonvenzionale, animato da empatia, umorismo e ironia. Le performance e le installazioni coinvolgono in modo imprevedibile lo scenario urbano, riattivando situazioni e comportamenti quotidiani e ibridandoli con la memoria personale e l’immaginario collettivo. Animated by empathy, humor, and irony, his works turn an unconventional eye to contemporary reality. His performances and installations involve the urban scenario in unpredictable ways, reactivating situations and everyday behaviors and hybridizing them with personal memories and the collective imagination.
Thoth Tarot, Atu XII - The Hanged Man, 1938-40 © Ordo Templi Orientis
1876 Saint-Pierre-les-Auchel, Francia – 1954 Burbure, Francia
Emma Kunz
Maria Lassnig
Augustin Lesage
Evgenij Kozlov
1919 Kappel am Krappfeld, Austria
1982 Praga, Repubblica Ceca
1955 San Pietroburgo, Russia
1892 Brittnau, Svizzera – 1963 Waldstatt, Svizzera
René Iché
Eva Kotátková
Roger Hiorns
1975 Birmingham, UK
Carl Gustav Jung
1875 Kesswil, Svizzera – 1961 Küsnacht, Svizzera
1897 Sallèles-d’Aude, Francia – 1954 Parigi, Francia
Guo Fengyi
Domenico Gnoli
1933 Roma, Italia – 1970 New York, USA
Tacita Dean
1942 – 2010 Xi’an, Cina
Peter & David Fischli & Weiss
1952 Zurigo, Svizzera / 1946 – 2012 Zurigo, Svizzera
Enrico David
1966 Ancona, Italia
1954 Ronse, Belgio
1965 Canterbury, UK
Varda Caivano
1971 Buenos Aires, Argentina
Oliver Croy and Oliver Elser
Aleister Crowley / Frieda Harris
1875 Royal Leamington Spa, UK – 1947 Hastings, UK 1877 Londra, UK – 1962 Srinagar, India
KP Brehmer
Roger Caillois
1913 Reims, Francia – 1978 Kremlin-Bicêtre, Francia
Geta Bratescu
James Lee Byars
1926 Ploiesti, Romania
1932 Detroit, USA – 1997 Il Cairo, Egitto
1938 a Berlino, Germania – 1997 Amburgo, Germania
1924 Livorno, Italia
Gianfranco Baruchello
Graphic Works of Southeast Asia and Melanesia, Hugo A. Bernatzik Collection 1932–1937
Uri Aran
Morton Bartlett
leone d’oro alla carriera Marisa Merz
(Firenze, 1967. Vive e lavora a Savigno, Bologna) Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995- 2001). La sua ricerca sintetizza innovazione, memoria e tradizione, recuperando la creatività artigianale dell’operare artistico, che si concretizza nella fisicità di luoghi reali, ma, al contempo, spazi mentali animati dalla memoria. After graduating in Oriental History at the University of Bologna, he participated in the Link Project (1995-2001). His art synthesizes innovation, tradition, and memory, restoring the artisanal creativity of an artistic work that takes shape in the physicality of real places that are, at the same time, mental spaces animated by memory.
(Peja, Kosovo, 1970. Vive e lavora tra Bruxelles e New York) Nel 1988 Sislej Xhafa lascia il Kosovo per trasferirsi a Londra, dove rimane qualche tempo, prima di stabilirsi a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti. In Italia consolida un linguaggio che si manifesta attraverso diversi media: video, performance, fotografie e installazioni. Tramite espressioni diversificate Xhafa mette a fuoco con ironia e intelligenza la complessità dei temi legati all’immigrazione e alle profonde differenze politiche e culturali dei paesi che ha attraversato. In 1988, he left Kosovo to move to London, where he remained for some time before moving to Florence to attend the Academy of Fine Arts. Through diverse expressions – video, performance, photographs, and installations – Xhafa focuses with humor and intelligence on the complexity of issues related to immigration and the deep political and cultural differences of the countries through which he has passed.
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7 Piero Golia
(Napoli, 1974. Vive e lavora a Los Angeles) Attraversando una varietà di linguaggi e modalità differenti - dall’installazione alla performance e la scultura - la sua ricerca mira alla costante messa in discussione dei confini tra realtà e immaginazione, possibile e impossibile, realtà e finzione, e si distingue per un approccio dal carattere ironico e acuto. Using a variety of different languages and forms – from installation to performance and sculpture – his art seeks to constantly question the boundaries between reality and imagination, possible and impossible, reality and fiction, and is distinguished by an approach that is ironic and sharp.
Leone d’Oro alla Carriera Marisa Merz
Marisa Merz, Senza titolo, 2004 Collezione privata, Courtesy Fondazione Merz, Torino Photo Paolo Pellion, Torino
With eyes closed
Sislej Xhafa
he only female artist of the Arte Povera movement in the 1960s, Marisa Merz has always defended and proved her individuality conferring upon her work an original cut that made it distinct from other artists her contemporaries. She came out of the rigor and coldness of Minimalism with her use of materials more specifically associated with women’s work, like knitting, and which gave her sculptures and installations the strong artistic personality for which she has always been recognized. Merz made her debut in 1966 in her studio in Turin where she exhibited some aluminum sculptures. Two years later, she took part in the collective Arte Povera + Azioni Povere, organized by Germano Celant at the Arsenals of the Ancient Republic of Amalfi. On that occasion, Marisa Merz presented some works carried out with such humble materials as nylon, copper, and scotch tape that were straight out of the “povera” philosophy yet which referred to her own life, past, and daughter’s childhood. Her work has always been rich not only of her personal but also of her artistic past: re-presenting works already offered before has often constituted an important mark of her artistic approach. For example, in 1972, at the 36th Biennale, she proposed Ad occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti (With eyes closed, the eyes are surprisingly open), which consisted of several sculptures that had been created up to eight years before. Personal and social memory, private and public dimension: these ingredients are always alive in her work and have made her the star of all her work while, at the same time, providing us with an almost intimate way of interpreting her works. Returning to the Biennale in 1980 at the invitation of Harald Szeemann, Marisa Merz began an exhibition career consisting only of great artistic opportunities. That year she was awarded the Golden Lion for the singularity of her artistic observation dedicated to the female space, to the painting, sculpture and drawing that combine contemporary and archaic in her work and to the vocation of solitude that invites us to look at her work “with eyes closed”. Tr. Brenda Stone
nica donna artista della corrente dell’Arte Povera negli anni ‘60, Marisa Merz ha sempre difeso e dimostrato la propria individualità conferendo al suo lavoro un taglio originale che l’ha distinta dagli altri artisti suoi coetanei. È emersa dal rigore e dalla freddezza minimalista con l’utilizzo di materiali propri delle lavorazioni artigianali più specificamente femminili, come il fare a maglia, e che conferivano alle sculture e alle installazioni quella forte personalità artistica che le è stata sempre riconosciuta. Esordisce nel 1966 nel suo studio a Torino con l’esposizione di alcune sculture in alluminio e due anni dopo partecipa alla collettiva Arte Povera + Azioni Povere, organizzata da Germano Celant negli Arsenali dell’Antica Repubblica di Amalfi. In questa occasione Marisa Merz propone alcune opere realizzate con materiali propri della filosofia ‘povera’, quali il nylon, il rame e lo scotch, ma che rinviano alla sua propria vita, al suo passato e all’infanzia della figlia, introducendo quel taglio giocoso che la allontana maggiormente dal rigore minimalista. Il suo lavoro è sempre stato ricco del suo passato, non solo personale ma anche artistico: riproporre lavori già presentati in precedenza ha sovente costituito una marca importante del suo fare artistico. Come nel 1972 quando, alla 36. Biennale propose Ad occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti, composto da diverse sculture realizzate fino a otto anni prima. Ricordo personale e ricordo sociale, dimensione privata e dimensione pubblica, sono ingredienti sempre vivi nei suoi lavori e la rendono grande protagonista di ogni suo lavoro fornendo a noi, al contempo, un modo quasi intimo di interpretare le sue opere. Tornata alla Biennale nel 1980 su invito di Harald Szeemann, Marisa Merz inizia la sua carriera espositiva fatta solo di grandi occasioni artistiche come, di poco successiva, fu quella a Parigi al Pompidou e a Roma al Palazzo Delle Esposizioni. Dalla partecipazione a Kassel nel 1982, inaugura invece un modo dialogico di esporre mettendosi in diretto contatto con i lavori a lei attigui in mostra. Molte sono state le mostre personali che le sono state dedicate negli anni successivi, tra cui da ricordare sono quella al MADRE di Napoli, ad Amsterdam, in Svizzera e nuovamente a Parigi al Pompidou. Dopo il premio speciale assegnatole nel 2001, quest’anno le è stato conferito il Leone D’Oro proprio per la singolarità della sua riflessione artistica riservata allo spazio femminile, per la pittura, la scultura e il disegno che nel suo lavoro combinano arcaico e contemporaneo e per la vocazione alla solitudine che invita a guardare il suo lavoro ‘ad occhi chiusi’.
Non ho chiesto agli artisti di fare esercizi di immaginazione attiva o di essere junghiani. C’è un continuo confrontarsi con la dimensione interiore, questo sì. Ciò che la mostra racconta è questo continuo contrapporsi tra l’immagine che è dentro di noi e le immagini che sono attorno a noi, le immagini artificiali. Da un lato l’immagine che ci portiamo in testa, l’immagine che sogniamo, il
Gianfranco Baruchello
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mapping giardini
Massimiliano Gioni T Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia Curator of the 55th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia U Foto: Giorgio Zucchiatti Courtesy: la Biennale di Venezia
(Livorno 1924. Vive e lavora tra Roma e Parigi) Conosce Marcel Duchamp nel 1962. Tra le collaborazioni figurano Felix Guattari, David Cooper e Jean-François Lyotard. Si avvicina dai tardi anni Cinquanta alle più aggiornate correnti americane ed europee, mantenendo una ricerca indipendente. Oltre al video e al film – di cui è precoce sperimentatore – la sua ricerca si esprime attraverso il disegno, la pittura, l’activity, l’editoria e l’installazione, allontanandosi progressivamente dai linguaggi tradizionali. He met Marcel Duchamp in 1962. He has worked with Felix Guattari, David Cooper, and Jean-François Lyotard, among others. Since the late 1950s, he has been interested in the latest American and European trends yet has continued his own independent artistic explorations. In addition to videos and films – of which he was an early experimenter – he has expressed his artistic vision through drawing, painting, printed matter, and installation, gradually moving away from traditional languages.
Nei video di Victor Alimpiev, elementi di diverse discipline – dalla pittura al teatro, dalla danza alla musica – si fondono nell’immagine in movimento. Al centro delle sue opere sta l’uomo, che di rado compare come individuo, quasi sempre come gruppo, folla, ‘massa’ plasmabile: i personaggi diventano così sculture viventi nello spazio. L’artista esplora le possibilità della messinscena teatrale e il carattere performativo del nostro agire quotidiano. In Victor Alimpiev’s video, images in motion combine elements of diverse disciplines – painting, theatre, dance, music. The center of his work is the human being, rarely appearing as an individual, more often as group, crows, malleable ‘mass.’ His characters are living sculptures in space. Alimpiev investigates the potentials of the theatrical mise en scène, and the performative character of our everyday lives.
The Dove, no. 12, Series UW, 1915 Courtesy The Hilma Af Klint Foundation
1909 Chicago, USA – 1992 Boston, USA
Carl Andre
Nikolaj Bakharev
1946 Mikhailovka, Russia
1977 Gerusalemme, Israele
Ellen Altfest
1935 Quincy, USA
Levi Fisher Ames
1843 Sullivan, USA – 1923 Monroe, USA
Hilma af Klint
1973 Mosca, Russia
1970 New York, USA
Victor Alimpiev
Biennale Arte
Victor Alimpiev
Cresciuto in una famiglia devotamente cristiana, dopo la morte del padre predicatore evangelico Crowley si libera di qualsiasi inibizione, ripudiando la sua educazione. Libertà sessuale, passione per l’occulto, che lo porterà addirittura a fondare una sua religione, Thelema, radicalmente liberale e antigerarchica. Nel 1938, Crowley iniziò quello che sarebbe diventato il suo ultimo progetto importante: con l’aiuto della pittrice Frieda Harris intraprese una revisione del tradizionale mazzo dei tarocchi. Crowley e Harris avevano un’attenzione ossessiva per i dettagli e il progetto finì per durare oltre cinque anni. Raised by a devout Christian family, after the death of his father, an Evangelical Minister, Crowley freed himself of all inhibitions and repudiated his education. His sexual freedom and fascination for the occult drove him to found a radically liberal, non-hierarchical new religion, Thelema. In 1938, Crowley started to work on his last important project: a revision of the traditional Tarots in collaboration with Frieda Harris. Crowley and Harris shared an obsession for details, and the project eventually took five years.
Flavio Favelli
Ad occhi chiusi
6
1862 Solna, Svezia – 1944 Djursholm, Svezia
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(Roma, 1966. Vive e lavora a Roma) Con riferimenti alla tradizione culturale politica e artistica del Novecento, come pure ai temi controversi della contemporaneità, l’opera di Elisabetta Benassi percorre uno spazio difficile, quello del nostro presente. Sullo sfondo dei suoi lavori appare sempre una domanda sulla condizione e l’identità attuali. With references to the twentieth century’s political and artistic cultural tradition as well as to the controversial themes of contemporaneity, Elisabetta Benassi’s work traverses the difficult space of our times. The question of the present-day condition and identity always appears against the background of her work.
The Red Book [page 63], 1915-1959 © 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich. First published by W.W. Norton & Co., New York 2009
Jung’s Red Book (Liber Novus) is a curious book yet curious does not explain the complexity of this work that is more similar in size and typeface to an expensive art exhibition catalog. It is a refined and bizarre book that can be seen as the transcription into words and images of the dreams and visions that populated its author’s “voyage of exploration to the other pole of the world”, a symbolic copy of “another” universe whose driving force is in the “secret”. At the same time, these interior images are filled, like a shamanic universe, with dangerous, salvific powers, sharing equally the qualities of artistic and psychological experimentation. In the guise of a restored medieval illuminated manuscript, it fulfills an existential plan, one that comes from that “creative illness” in which Jung’s unconscious engaged in an internal, almost hand-to-hand struggle, with the most profound images. This process, which Jung called “active imagination”, is the unprecedented tool he used to “resurrect” the archetypal content, objectifying them in images via interior meditation, writing (handwritten manuscript), and painting, with a rich iconographic legacy of phantasmagorias and virtuosities. They are memories or sightings of energies operating in the realm of the invisible, they are collected, evaluated in a speculative manner, and stripped bare in an attempt to make them visible. This is an impossible map to negotiate, which inhabits the asymptotic line of allusion. It is not a maze, but rather an attempt to look at the ever moving shadows on the wall of one’s own mind. Between movement, contents, and container a contrast, an oxymoron is created that re-views what exists “between”, in the gap between the imaginary world of ideas, fantasies, delusions, and hallucinations, and the so-called real world. But is this not the same evanescent world that contemporary art populates? Tr. B.S.
The Red Book [page 655], 1915-1959 © 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich. First published by W.W. Norton & Co., New York 2009
Tr. Brenda Stone
Sislej Xhafa
Massimo Bartolini
Marcello Maloberti
Giulio Paolini
(Genova, 1940. Vive e lavora a Torino) La sua ricerca artistica verte su tematiche che indagano lo statuto dell’opera d’arte, la sua essenza e il suo manifestarsi nello spazio. Frequentemente associati al movimento dell’Arte Povera, i lavori dell’artista si caratterizzano per un grande rigore concettuale e per un linguaggio che si serve di espedienti quali la citazione, la frammentazione e la duplicazione, per mettere in scena la natura tautologica del fare artistico e le dinamiche del rapporto autore-opera-spettatore. His quest for artistic exploration has hinged on topics that explore the statute of a work of art, its essence, and its manifestation in space. Frequently associated with the Arte Povera movement, the artist’s works are distinguished by a formidable conceptual rigor and a language that uses such devices as quotation, fragmentation, and duplication that stage the tautological nature of making art and the dynamics of the relationship between the artist, the work, and the viewer.
Elisabetta Benassi
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(Cecina, 1962. Vive e lavora a Livorno) La poetica dell’artista si articola attraverso linguaggi differenti che danno vita a opere sempre in stretta connessione con il luogo in cui si trovano. Tramite l’utilizzo di elementi diversificati, Bartolini agisce nello spazio distruggendo le classiche coordinate spazio-temporali e creando dimensioni Francesca Grilli nuove e inaspettate. (Bologna, 1978. Vive e lavora ad Amsterdam) This artist’s poetics are articulated through diverse La sua ricerca esplora l’ambito del suono, languages that give life to works that are always nelle sue molteplici implicazioni espressive closely connected to the place in which they are e percettive. Prediligendo il linguaggio found. Using a broad range of elements, Bartolini performativo, i lavori muovono da elementi undertakes in this space to destroy the classical privati e personali per incontrare lo spazio time-space coordinates in order to create new and d’azione dello spettatore, coinvolgendolo in un unexpected dimensions. territorio incerto e perturbante. Her art explores the range of sound in its manifold expressive and perceptual connotations. Preferring the language of performance, her works move through private and personal elements to encounter the viewer’s space of action, drawing him into an ambiguous and disquieting territory.
Francesca Grilli
Luca Vitone
VEDUTA/ LUOGO
120 Brochage 210x260 mm Italien/Anglais
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Elisabetta Benassi
Massimo Bartolini
pages reliure format langue
(Roma, 1956. Vive e lavora a Roma) La sua pittura è frutto di un complesso processo intellettuale che, partendo dalla registrazione di dati reali, arriva a distillare forme pure e allusioni spaziali e luminose. L’analisi della relazione tra forma - sempre in bilico tra riconoscibilità e astrazione - e luce è così assunta come punto di partenza per l’indagine delle possibilità e dei limiti della percezione. Presente per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1982. His painting is the result of a complex intellectual process that starts by recording actual data which is then distilled into pure forms and luminous spatial allusions. His analysis of the relationship between form – always poised between recognizability and abstraction – and light is thus the starting point for an investigation of the possibilities and limits of perception. He exhibited for the first time at the Venice Biennale in 1982.
PROSPETTIVA/ SUPERFICIE
Francesco Arena
(Genova, 1964. Vive e lavora a Berlino) Elemento centrale della ricerca dell’artista è l’indagine sui rapporti che legano l’uomo contemporaneo al suo luogo d’origine e all’ambiente in cui esso agisce. Attraverso un linguaggio che si lascia contaminare da altre discipline, quali la sociologia, la geografia, la letteratura popolare, Vitone avvia una vera e propria ricerca sulle tracce lasciate dall’uomo nell’ambiente e sullo stratificarsi di tradizioni e culture differenti. The central element of the artist’s vision is an investigation of the relationships that bind contemporary man to his place of origin and to the environment in which he operates. Through a language that is influenced by such other disciplines as sociology, geography, and popular literature, Vitone has begun research on the traces man has left on the environment and on the stratification of different traditions and cultures.
Francesco Arena
(Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978) Gli episodi di carattere storico, politico e sociale che hanno caratterizzato la cronaca italiana dei decenni appena trascorsi sono il punto di partenza della sua ricerca. Da un meticoloso studio su archivi e documenti e dall’indagine sul rapporto tra storia e individuo prendono vita progetti che si materializzano in forme scultoree sintetiche, spesso realizzate con tecniche artigianali, e in performance che propongono nuove chiavi di lettura e di interpretazione degli eventi. Recent historical, political, and social events drawn from Italian news are the starting point for his art. Projects are given life through a careful study of archives and documents as well as an examination of the relationship between history and the individual. They take shape as synthetic sculptural forms that often make use of craft techniques and performance to offer new interpretations of these events.
Gianfranco Baruchello
Luca Vitone
Fabio Mauri
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CORPO/ STORIA
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(Scandiano, 1943-Roncocesi, 1992) Nel 1975 viene nominato Discovery dell’anno nel TimeLife Photography Year. Nel 1979 pubblica Kodachrome e il CSAC di Parma gli dedica una mostra e un catalogo che segnano una svolta nella fotografia italiana. Nel 1982 si apre alla rappresentazione del paesaggio e dello spazio urbano e viene segnalato come uno dei venti autori più significativi della storia della fotografia del XX secolo. Nel 1984 cura la mostra e il catalogo Viaggio in Italia e nel 1989 pubblica Paesaggio italiano e Il profilo delle nuvole. I paesaggi da lui fotografati evocano atmosfere metafisiche, quasi irreali; raramente abitate direttamente da figure umane, ma sempre testimoni della presenza dell’uomo nello spazio. In 1975, he was named Discovery of the Year in Time-Life’s Photography Year. In 1979, he published Kodachrome and the CSAC of Parma devoted an exhibition and a catalog to him. In 1982, he expanded into portraying landscapes and urban spaces. He is considered one of the twenty most important artists in the history of twentieth century photography. In 1984, he curated the exhibition Viaggio in Italia and edited its catalog. In 1989, he published Paesaggio italiano and Il profilo delle nuvole. The landscapes he photographed evoke a metaphysical, almost unreal world; seldom inhabited directly by human figures, but always witnesses to the human presence in their space.
SUONO/ SILENZIO
Luigi Ghirri
(Roma, 1926-2009) Autore di un’articolata ricerca artistica: teatro, performance, installazione, pittura, teoria, insegnamento sono elementi di un unico luogo espressivo. I suoi primi monocromi e Schermi risalgono al 1957. Negli anni ‘70 Mauri rivolge l’attenzione alla componente ideologica dell’avanguardia linguistica, proponendo opere quali Ebrea (1971) e Che cosa è il fascismo (1971). Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1954, 1974, 1978 e 1993 dove espone il Muro Occidentale o del Pianto. La sua intensa attività è raccolta nel suo ultimo lavoro editoriale Io sono un ariano e continua attraverso lo Studio Fabio Mauri. The creator of multifaceted artistic visions: theater, performance, installations, painting, theory, teaching are elements of a unique expressive location. His early monochromes and Schermi (Screens) date back to 1957. In the 1970s, Mauri turned his attention to the ideological component of the linguistic avant-garde, offering works such as Ebrea (Jewess) (1971) and Che cosa è il fascismo (What is Fascism) (1971). He participated in the Venice Biennales of 1954, 1974, 1978, and 1993, where he exhibited the Muro Occidentale o del Pianto (The Western or Wailing Wall).
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Piero Golia
Marco Tirelli
Fabio Mauri
padiglione italia vice versa
Luigi Ghirri
Biennale Arte
Più di centocinquanta artisti provenienti da trentasette nazioni con opere che spaziano dall’inizio del secolo scorso a oggi, con molte nuove produzioni. Come ha costruito la ‘formazione’?
Marcello Maloberti
Le ossessioni e il potere trasformativo dell’immaginazione. Gli artisti chiamati rispondono ai requisiti richiesti dall’“esercizio di immaginazione attiva”, pratica che Jung teorizzò come strumento di scoperta ed analisi dell’inconscio? Il Libro Rosso di Carl Gustav Jung che apre l’esposizione al Padiglione Centrale ai Giardini è ‘solo’ la chiave di lettura della mostra o può considerarsi più in assoluto come uno dei punti chiave di partenza della trasformazione contemporanea?
Come è riuscito a dipanare attraverso i bellissimi spazi a disposizione la sua ‘summa dellarte’? Premessa fondamentale: Il Palazzo Enciclopedico di Auriti si chiama enciclopedico, ma è la cosa più distante possibile dalla sistematizzazione e catalogazione illuministe. Il Padiglione Centrale presenta un percorso improntato al principio dell’associazione, libera associazione di contrasti, continuo dialogo a distanza tra artisti di oggi e artisti di ieri. Un vero e proprio zig zag attraverso la storia, che cerca di riprodurre il modello proprio della società dell’informazione, dipanandosi più per contrasti e associazione, che per linearità. L’Arsenale, anche per motivi legati alla sua particolare struttura architettonica, accoglie un percorso concettualmente più lineare, anche se vi sono continui rimandi tra presente e passato. C’è inoltre un elemento di novità rispetto alle scorse edizioni: lo spazio è più costruito, viene scandito e quasi annullato nella forma. Ho cercato di combattere l’orizzontalità di questi spazi rendendo il percorso più simile ad un labirinto che al consueto sviluppo teatrale della vastità dell’Arsenale. Ho cercato di costringere lo spettatore a girarsi, ad andare a destra e a
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The obsessions and transformative power of the imagination. Have the invited artists met the prerequisite of an “active imagination exercise”, a technique Jung conceived as a tool for discovering and analyzing the unconscious? Is Carl Gustav Jung’s Red Book, which opens the Central Pavilion exhibition in the Giardini the “only” key to the show or can it be considered more as one of the key starting points of the contemporary transformation? I didn’t ask the artists to do active imagination exercises or to be Jungians. There’s most definitely, however, a constant comparison with the inner dimension. What this exhibition describes is the continuous contrast between the image that we have inside and the artificial images all around us. On the one hand, there is the image we carry in our heads, the image we dream: in short, the so-called imaginary. On the other hand, there are the exterior images. I invited the artists to furnish their own vision of the contemporary and this has necessarily involved a more intimate conception of each one’s image, their more hidden and interior sides. As regards Jung’s Red Book, in this case as well, like for the Encyclopedic Palace, I tried to take a cue from tangible objects: a volume painted for sixteen years by hand that is also the story of a continuous obsession, an object produced by an “amateur”, another key theme of the exhibition that invites us to think about the differences between professional and amateur, the amateur and the autodidact. Therefore, the Red Book is not necessarily a key to understanding. Indeed, I hope that the exhibition, although entitled The Encyclopedic Palace, is not meant to offer absolutist positions at all, but rather to pursue and express the cult of the exception. The idea of an individual who tries unaided
Flavio Favelli
Il senso del tempo nell’arte contemporanea e nella sua Biennale. C’è un bel libro di Kurt Vonnegut, La freccia del tempo, riferendosi alla freccia spezzata del tempo. In un certo senso la mostra racconta il continuo andirivieni nel ‘900 che corrisponde, secondo me, ad una condizione molto contemporanea. L’aspetto che contraddistingue maggiormente la mia generazione in particolare e il presente più in generale è la possibilità di accedere a una quantità infinita di informazioni, potendo mettere i piedi contemporaneamente in più scarpe. Volevo che la mostra riflettesse questo, la capacità di saltare di palo in frasca dal punto di vista temporale, cercando di sfruttare al massimo le potenzialità che il tempo presente offre. È la Biennale stessa, con la mostra internazionale ma anche con i Padiglioni nazionali, a esemplificare al meglio la poliedricità di dirsi contemporanei. Non modalità di sviluppo diverse, ma compresenza di tanti modi di essere ‘il presente’, in Cina piuttosto che in Costa d’Avorio, in Kosovo anziché in Italia. Un senso del tempo prevalentemente orizzontale, più che lineare.
There is a fine book by Kurt Vonnegut called Broken Arrow, referring to the broken arrow of time. In a sense, the exhibition tells the comings and goings during the 20th century that, in my opinion, correspond to a very contemporary condition. The aspect that most distinguishes my generation in particular and in general is this ability to access an infinite amount of information, being able to juggling many things simultaneously. I wanted the exhibition to reflect this ability to jump about from a temporal point of view, trying to exploit the full potential offers by the present time. It is the Biennale itself, with the international exhibition but also with the national pavilions, that best exemplify the multifaceted nature of said contemporaries. Not different ways of development but simultaneous presence of many approaches to ‘the present’, in China rather than in Côte d’Ivoire, in Kosovo instead of in Italy. A primarily horizontal, rather than a linear sense of time.
Il Libro Rosso (Liber Novus) di Jung è un libro insolito. Ma insolito non rende ragione della complessità di questo volume più simile, anche per dimensioni e veste tipografica, ad un prezioso catalogo di una mostra d’arte. Libro raffinato e bizzarro che può essere visto come una trascrizione in parole ed immagini dei sogni e delle visioni che hanno popolato il «viaggio di esplorazione verso l’altro polo del mondo» da parte del suo autore. Una riproduzione simbolica di un universo ‘altro’ che ha nel ‘segreto’ la sua forza propulsiva. Si tratta di immagini interiori che si caricano, come nell’universo sciamanico, di poteri salvifici e pericolosi al tempo stesso. Condivide le caratteristiche sia della sperimentazione artistica che di quella psicologica e sotto la veste di un rinnovato manoscritto miniato medioevale adempie ad un progetto esistenziale. Progetto che deriva da quella ‘malattia creativa’ in cui l’inconscio di Jung ha ingaggiato una lotta interna, quasi un corpo a corpo, con le proprie immagini più profonde. Questo processo, che Jung chiamerà «immaginazione attiva», è appunto lo strumento inedito di cui egli si servì per ‘resuscitare’ i propri contenuti archetipici ed oggettivarli in immagini attraverso la meditazione interiore, la scrittura (manoscritto in testo calligrafico), e la pittura, con un ricco corredo iconografico di fantasmagorie e virtuosismi. Sono ricordi o avvistamenti di energie che operano nella sfera dell’invisibile, vengono raccolti, valutati in modo speculativo e messi a nudo nel tentativo di renderli visibili. È questa una mappa impossibile da percorrere, che abita la retta asintotica della allusione. Non si tratta di un labirinto, quanto piuttosto del tentativo di uno sguardo delle ombre mai ferme sul muro della propria mente. Tra movimento, contenuto e contenitore si viene a creare un contrasto, un ossimoro che ri-guarda quello che esiste ‘tra’, nell’interstizio tra il mondo immaginario delle idee, fantasie, deliri e allucinazioni ed il mondo cosiddetto reale. Ma non è questa la stessa evanescente realtà che popola l’arte contemporanea? Luca Caldironi
FAMILIARE/ ESTRANEO
The Encyclopedic Palace is a utopian summa, the dream of a universal and all-encompassing knowledge. Where did it start and where has it led? I got the idea from The Encyclopedic Palace, the dream and the visionary design of a self-taught Italo-American artist named Marino Auriti. Although this is a show about imagination, I really liked the idea of starting from a real object. I wanted the exhibition to be rooted in an object, while referring to the free flight of the artist’s imagination. Focusing on the artist’s willingness to attempt a complete understanding of the real and an intimate awareness of how, at an absolute level, this understanding is impossible to achieve. The story naturally ends in Venice, in some ways, closing a circle, alighting, of course, at the Biennale, a place that tells of the same infinite desire for knowledge and, at the same time, of the impossibility of its being completely understood. The Biennale is itself born from a cultivation of this universalist desire, every two years reminding itself and the public that the universal is impossible and utopian and it is precisely this diversity of detail that makes it extraordinary.
È un percorso organico, in cui spero si possa ravvisare come in un anno e mezzo di lavoro ci sia stata una parabola di apprendimento che ha interessato tanto me quanto la Biennale, con un percorso di costruzione attento anche all’apprendimento del pubblico, a corrisponderne il più possibile le potenziali attese. È un percorso organico che non restituisce però puntualmente tutti i presupposti progettuali del concept. Io costruisco le mostre ‘in levare’; dopo aver ipotizzato (e successivamente scartato) tante ipotesi di percorsi possibili, mano a mano individuo e solidifico dei punti cardine. Tre sono state le pietre angolari che si sono delineate per la realizzazione dell’impianto finale dell’esposizione: Il Palazzo Enciclopedico, il Libro Rosso di Jung e Apollo's Ecstasy, opera di Walter De Maria. Si parte da Auriti e Jung e poi si finisce a parlare con gli atri artisti, in maniera più o meno esplicita, del presente, della società dell’immagine, della società dell’informazione. Ci sono moltissime cose che non conoscevo quando ho iniziato a lavorare al progetto, che poi ho appreso e sviluppato grazie ai contributi degli artisti. La mostra, in un certo senso, è articolata su tre livelli: opere storiche, che ho scelto personalmente; opere di artisti più affermati o più maturi, ai quali ho chiesto degli oggetti in particolare e alla cui richiesta hanno reagito proponendone talvolta altri, altre volte gli stessi; lavori di artisti giovani, ai quali ho chiesto la realizzazione ad hoc di un’opera che sviluppasse le atmosfere connotanti la mostra.
TRAGEDIA/ COMMEDIA
Il Palazzo Enciclopedico come summa utopica, come sogno di una conoscenza universale e totalizzante. Da dove è partito il suo scavo e dove infine l’ha condotta? Sono partito puntualmente proprio da Il Palazzo Enciclopedico, sogno e progetto visionari di questo artista autodidatta italo-americano di nome Marino Auriti. Pur trattandosi di una mostra sulle fantasie, mi piaceva molto l’idea di poter prendere spunto da un oggetto concreto. Volevo che l’esposizione fosse radicata in un oggetto, pur riferendosi alla fuga libera delle fantasie degli artisti. Concentrare l’attenzione sulla volontà, da parte degli artisti, di effettuare uno sforzo teso alla massima comprensione del reale e alla intima consapevolezza di quanto questa comprensione a questo assoluto livello sia impossibile da conseguire. Il racconto finisce naturalmente a Venezia, chiudendo per certi versi un cerchio, approdando, va da sé, alla Biennale, luogo che racconta lo stesso desiderio infinito di conoscenza e allo stesso tempo l’impossibilità di un suo assolvimento compiuto. La Biennale nasce di per sé coltivando questo desiderio universalista, ricordando ogni due anni a se stessa e al pubblico che l’universale è impossibile, utopico, e ciò che lo rende bellissimo è proprio la diversità del particolare.
Non ho chiesto agli artisti di fare esercizi di immaginazione attiva o di essere junghiani. C’è un continuo confrontarsi con la dimensione interiore, questo sì. Ciò che la mostra racconta è questo continuo contrapporsi tra l’immagine che è dentro di noi e le immagini che sono attorno a noi, le immagini artificiali. Da un lato l’immagine che ci portiamo in testa, l’immagine che sogniamo, il cosiddetto immaginario, insomma, dall’altro le immagini esteriori. Ho invitato gli artisti a fornire la propria visione del contemporaneo e questo ha necessariamente coinvolto la concezione più intima dell’immagine di ognuno, il suo versante più nascosto e interiore. Per quanto riguarda il Libro Rosso di Jung, anche in questo caso, come per Il Palazzo Enciclopedico, ho cercato di prendere spunto da oggetti concreti; un volume dipinto a mano per sedici anni che è anche la storia di un’ossessione continua, un oggetto prodotto da un ‘dilettante’, altro tema-chiave della mostra che ci invita a riflettere su quali possano essere le differenze tra professionista e dilettante, tra l’amatore e l’autodidatta. Quindi, il Libro Rosso non è necessariamente una chiave di lettura; anzi, spero che la mostra, che pur intitolandosi Il Palazzo Enciclopedico non intende proporre affatto posizioni assolutiste, persegua e sappia esprimere il culto dell’eccezione. L’idea dell’individuo che prova da solo a trovare il suo percorso nel mondo. In fondo anche il libro di Jung è un racconto di un viaggio interiore, un viaggio fatto da un individuo libero dalla rassicurante, quanto improbabile, certezza di regole universali. Altro aspetto che è di sicuro ben rappresentato dal Libro Rosso, ma che ricorre anche in altre tracce ispiratrici della mostra, è l’idea del medium; un topos ricorrente nell’immaginario di moltissimi artisti del ‘900, qui presente soprattutto all’inizio della mostra, che dichiaravano di essere arrivati alla pittura dopo aver colto un invito divino e universale; una sorta di contatto con il sovrannaturale che li chiamava ad impegnarsi in prima persona nell’arte. La ripresa di questa idea del medium esprime non tanto un’intenzione di romanticizzare la figura, il ruolo dell’artista, quanto invece il tentativo di dimostrare come in ognuno di noi ci possano essere le capacità per farsi strumento di rielaborazione delle immagini; siamo in definitiva tutti dei medium! Nell’era del digitale mi piaceva ribadire come il più immediato medium delle immagini non siano tanto il telefonino o il notebook, quanto in primis l’essere umano stesso.
Marco Tirelli
ella storia ultracentenaria della Biennale è il più giovane curatore atteso alla prova Biennale. Inserito nella lista dei potenti dell’arte secondo «ArtReview», Massimiliano Gioni, non senza timore ed eccitazione, ci presenta Il (suo) Palazzo Enciclopedico. Il suo mantra è: «immagine, immaginazione, immaginario»; il suo tempo assolutamente senza confini cronologici; il suo spazio un labirinto di idee ed emozioni; il suo obiettivo ambizioso e visionario: restituire all’arte la sua forza primigenia. Il risultato... da non perdere!
Giulio Paolini
N
n its ultra-centenarian history, he is the youngest curator to be put to the Biennale test. Listed in ArtReview as one of the most influential people in the world of art, Massimiliano Gioni, with a degree of apprehension and excitement, introduces us to The Encyclopedic Palace, whose mantra is “image, imagination, the imaginary”, a time absolutely without chronological boundaries, and a space that is a maze of ideas and emotions, with the ambitious and visionary objective of returning art to its primeval force. The result is not to be missed!
The sense of time in contemporary art and its Biennale.
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Hilma af Klint, pioniera dell’arte astratta, filosofa e mistica, fu una figura chiave del gruppo The Five, un collettivo tutto al femminile che condivideva un nuovo e preciso sistema di interpretare la filosofia e il misticismo. Influenzato dallo spiritismo, dalla teosofia e dall’antroposofia, il lavoro di Hilma af Klint si basa sulla convinzione personale e la consapevolezza dell’esistenza di una dimensione spirituale dell’essere umano. I suoi dipinti sono il frutto di una coscienza superiore che guida l’artista, parlando e agendo a suo nome. L’artista ha prodotto più di mille dipinti, disegni e acquerelli, in mostra la serie Svanen (Cigno) e Duvan (Colombo). A philosopher, a mystic, and a pioneer of abstract art, Hilma af Klint was a leading figure of The Five, a female art collective who shared a new, precise interpretation of philosophy and mysticism. Hilma af Klint’s work, influenced by spiritism, theosophy, and anthroposophy, is based on the personal belief in the human being’s spiritual component. Her paintings are the product of a superior consciousness driving the artist’s hand, who speaks and act in its name. Klint realized more than one thousand paintings, sketches and watercolor drawings. The exhibition consists of her series Svanen (Swan) and Duvan (Dove). The artist herself had decided not to expose them publicly until the moment in which humanity would be ready to comprehend the profound significance of her work and research.
Thierry De Cordier
Massimiliano Gioni Curatore della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia Curator of the 55th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia Foto: Giorgio Zucchiatti Courtesy: la Biennale di Venezia
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Aleister Crowley e Frieda Harris
Hilma af Klint
il palazzo enciclopedico giardini
1970 Kitzbühel, Austria / 1972 Rüsselsheim, Germania
Biennale Arte
Carl Gustav Jung
SISTEMA/ FRAMMENTO
We are the image of the universe
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interview with Massimiliano Gioni
Siamo l’immagine dell’universo
Biennale Arte
Interview with Massimiliano Gioni
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Chiara Casarin
Marisa Merz con Living Sculture, Torino, 1966
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È un percorso organico, in cui spero si come in un anno e mezzo di lavoro ci s parabola di apprendimento che ha inte tanto me quanto la Biennale, con un pe costruzione attento anche all’apprendim pubblico, a corrisponderne il più possib attese. È un percorso organico che non però puntualmente tutti i presupposti p
Venice Daily 2014
71ème Exposition Internationale d’Art Cinématographique Biennale de Venise 2014 Venise Lido, 27 août > 6 septembre 2014
LucaZanattaPortfolio | 21
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04. 09. Copyright Archivio Cameraphoto Epoche
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(8 pages réservées au magazine Ciak)
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10 Daily avec publication quotidienne pendant toute la durée de l’Exposition
abel ferrara, willem dafoe, ninetto davoli, xiaoshuai, joe dante, screening mastandrea, maria de medeiros, ashley green, augugliaro, guide del grande, al nassiry, abu nowar, tamhane...
Venice Daily 2013
70ème Exposition Internationale d’Art Cinématographique Biennale de Venise 2013 Venise Lido, 28 août > 7 septembre 2013
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cage, gordon green, schrader, gröning, palavecino, rossetto, abramovic, ´ biennale college, pasolini, ozu...
screening guide
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william friedkin, edgar reitz, alba rohrwacher, sion sono, rick ostermann, hiam abbass, alain resnais...
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baratta, riccobono, bullock, 70 future reloaded, schrader, rosi, labruce, de laurentiis, maccanico...
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An exclusive presentation for Italy by RAI Cinema
pascal diot, landesman, avranas, miyazaki, agnès b., coppola, kill your darlings, biennale college, micciché, renoir, schoedsack, sala web-mymovies.it...
screening guide
LucaZanattaPortfolio | 23
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Mary is Happy, Mary is Happy di nawapol Thamrongrattanarit (THA) Biennale College-Cinema in partnership con Gucci Sala Perla, h. 14
What agnès b. loves the most is drawing, writing, photographing, discovering, swapping, filming... All her passions mix and weave in a progressing spiral. A talented fashion designer since the 70s, she found inspiration in art and lets artists intervene creatively in her collections. Now she is also a director of her first movie Je m’appelle Hmmm… How did you live your first experience making a feature film? I wrote this story long ago, as an essay, in little more than two days. I wrote fast, then I let it ripe. When I brought it on stage I realized how the word ‘realize’ applies to movies, becoming aware of what was already in my mind. I had already directed a few short movies for my collections. Actually, they were short fictions, as catwalks are but the mise-en-scène of characters passing by each other, each with their own story. I design a new collection every three months and each time I would invent a new story and draw clothes for my characters.
Points of contact between the story of a collection and a stage, between fashion and cinema. I have always wanted to express myself in more ways than fashion. I took photographs, I made drawings, I still draw for my collections. For Je m’appelle Hmmm… it was always me taking shots, I would enjoy it so much! I chose Douglas Gordon for lead, he is also a close friend. He will tell the story of an escape and an odd friendship. Fashion, art, and now cinema. Is there any other field to explore? I thought for a long time about writing an autobiography, but I am not quite ready yet. I will focus on cinema for the time being. Writing for cinema. Your film in the Orizzonti section Being in Venice for the movie preview is an honour. I should maybe make a wish since this is the first time I concur with a movie. I still have a hard time believing it and I am doing my best to take it easy; I live the present and leave no room to fear or angst. Later, the film will be in competition at New York festival, but how beautiful it is to be in Venice today!
Nausicaä della valle del vento (Kaze no tani no Naushika, 1984) Il medioevo post-apocalittico di un grande poeta
Il mio vicino Totoro (Tonari no Totoro, 1988) Via da Tokyo, alla scoperta della natura e del Gattobus
Porco Rosso (Kurenai no buta, 1992) Un maiale aviatore antifascista vola per i cieli dell’Adriatico
The Most Dangerous Game di Ernest B. Schoedsack, Irving Pichel Sala Volpi, h. 22.15
La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi, 2001) Il suo capolavoro
Il castello errante di Howl (Hauru no ugoku shiro, 2004) L’Europa inizio Novecento sotto lo sguardo della magia
Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo, 2008) 170.000 disegni per dire no al digitale
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Geoffrey: Yes? Death: I am Death. I am the Grim Reaper. Geoffrey: Yes well, the thing is, we’ve got some people from America for dinner tonight... Angela: Who is it, darling? Geoffrey: It’s a Mr Death or something... he’s come about the reaping... [To Reaper.] I don’t think we need any at the moment Monty Python, The Meaning of Life
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Theorems intervista con Ryuichi Sakamoto
© P. Menini
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l ragazzo di Nakano ha sessantuno anni, un pugno di capelli grigi in testa e una maglietta nera addosso. Mette in fila le parole con calma, le pesa, le studia, poi le lascia andare con una grazia infinita, accompagnate da un sorriso. A vederlo così potrebbe sembrare uno dei (molti) turisti giapponesi di passaggio a Venezia, invece si chiama Ryuichi Sakamoto ed è uno dei più grandi compositori viventi capace, nell’arco di quasi quarant’anni di carriera, di cimentarsi con tutti i generi, dall’elettronica alle colonne sonore. Al Lido in Giuria a fianco del suo amico Bernardo Bertolucci con cui, tra la fine degli anni ‘80 e gli anni ‘90, firmò la trilogia dell’Oriente vincendo anche un Oscar, Sakamoto in realtà è presente alla Mostra anche con Furyo, il film che girò con –shima trent’anni fa, nel Nagisa O 1983. «Ricordo bene quei giorni sul set» spiega, sistemandosi gli occhiali «Era il mio debutto come attore e anche come composi-
Interview with Ryuichi Sakamoto The boy from Nakano is sixtyone, he has a bunch of grey hair, wears a black T-Shirt, and looks like a Japanese tourist. But his name is Ryuichi Sakamoto and he is one of the greatest living composers. Sakamoto and his friend Bernardo Bertolucci are both jury members. Sakamoto also appears in Furyo, the film –shima he made with Nagisa O thirty years ago, in 1983. “I remember well those days on the set. I debuted as an actor and a composer too. I ended up acting side by side with David Bowie, and I tried to do my best, but it wasn’t easy.”
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limelight #6•2sept
di Andrea Morandi
tore. Mi ritrovai a recitare a fianco di David Bowie e cercai di fare del mio meglio, anche se non fu facile». Il risultato fu una incredibile performance d’attore e, soprattutto, uno dei temi più celebri del cinema recente (Merry Christmas, Mr. Lawrence), prima di una lunga serie di colonne sonore che lo portarono a lavorare con registi come De Palma, Almodóvar e, appunto, Bertolucci, che appare sulla terrazza del Palazzo del Cinema proprio mentre Sakamoto finisce la frase. «Bernardo, Bernardo: lui è una figura importante per me, a volte è come un padre, a volte come un fratello maggiore, altre volte lo vedo come un sensei (la figura del maestro in giapponese, nda). Il mio rapporto con l’Italia è da sempre filtrato attraverso di lui, dal primo incontro alle collaborazioni sui tre film che abbiamo fatto (L’ultimo imperatore, Il tè nel deserto e Piccolo Buddha, nda). Qual è la mia colonna sonora preferita tra quelle dei suoi film? In realtà quella di Novecento di Ennio Morricone (ride, nda). Tra le mie senza dubbio ho un legame profondo con quella di Piccolo Buddha, per la sua struttura, per il significato che al tempo vi riposi». Almodóvar, De Palma, Berto– lucci, Oshima: in carriera ha collaborato con molti grandi autori. Come sceglie i film da musicare? In realtà la scelta è sempre duplice: la mia e quella dei registi. Ovviamente nel corso degli anni non ho accettato tutte le proposte che mi hanno offerto, e questo per un motivo semplice: scrivere una
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How do you choose the films you work on? It’s always a double choice: mine and the directors’. I haven’t accepted all the movies they proposed me, and this happened for a simple reason: it takes a long time to write music scores. You have to meet the directors’ expectations, and they might not like your work. Venice. Incredible as it may seem, this is my first time in Venice. I would like to spend more time being a tourist, but it’s an honor and a privilege to be part of the Jury of this beautiful Festival. From Yellow Magic Orchestra and Thousand Knives up to now. Your career in hindsight. continues on p. 6
partitura per il cinema richiede molto tempo, e poi è un lavoro che fai e che comunque deve andare incontro alle esigenze del regista. E devi mettere in conto che possa non piacere. Che rapporto ha con l’Italia? Lei è spesso in tour nel nostro Paese… Ho un rapporto meraviglioso, ci vivrei, anzi, fosse per me terrei i miei concerti solo in Italia, costringendo il pubblico a venire qui. Luoghi, cibo, gente: tutto qui è meraviglioso. La cosa incredibile però è che questa è la mia prima volta a Venezia. Non ci ero mai stato e sono affascinato, anche se vorrei passare più tempo a fare il turista, ma ho il privilegio di far parte di questa bellissima Mostra da giurato e sono lusingato. Dalla Yellow Magic Orchestra e da Thousand Knives, primo disco del 1978, a oggi, la sua carriera è stato un lungo viaggio in cui ha toccato generi e continenti diversi, dalla musica brasiliana all’elettronica. Come la vede a ritroso? La vita stessa è un viaggio, no? Dobbiamo essere pronti ad accogliere quello che succede, a farci influenzare, a seguire i percorsi che può prendere improvvisamente la nostra esistenza. Da qualche anno non compone più musica per film. Perché? In realtà ne ho registrata una qualche anno fa (Ichimei, di Takashi Miike, nda) ma è vero, meno rispetto al passato. Il motivo però è semplice: ho bisogno del progetto giusto, di un film in cui credo. Ma sono pronto, sono qui.
Sakamoto's five Furyo
L’inizio di tutto, con un capolavoro chiamato Merry Christmas Mr. Lawrence
L’ultimo imperatore
Bertolucci chiama, Sakamoto risponde. Ed è subito (meritato) Oscar
Il tè nel deserto
Seconda collaborazione con Bertolucci. E forse il capolavoro di Ryuichi
Tacchi a spillo
Chiamato da Almodóvar, Sakamoto firma uno score magnifico
Deridda
Un cult poco conosciuto le musiche di questo documentario sul filosofo francese
Terry Gilliam riparte dal Teorema Zero, senza dimenticare Brazil. Nel film di trent’anni fa l’ex componente e regista dei Monty Phyton ipotizzava un futuro prossimo lontano; oggi invece dedica il suo sguardo a quel mondo, come potrebbe realizzarsi nei disegni di un eccentrico genio del computer che lavora ad un misterioso progetto che cerca di scoprire il fine ultimo dell’esistenza umana. Cast stellare (Matt Damon, Tilda Swinton, Christoph Waltz, Mélanie Thierry) e grande attesa per il film./ Terry Gilliam re-starts from The Zero Theorem, without forgetting Brazil. Thirty years ago, the director and member of Monty Phyton conjured a next and yet remote future. Today, he looks at that world through the eyes of an eccentric computer genius working on a mysterious project to figure out the ultimate meaning of human existence.
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L’altro film di Venezia 70 della giornata, Tom à la ferme del canadese Xavier Dolan è una delicata storia di amore omosessuale in absentia, dove - come in Brokeback Mountain - Tom
sguardi A
cinquant’anni esatti dall’assassinio di John F. Kennedy, cinema e letteratura americani sono ancora ben lungi dall’aver elaborato quel lutto e quel trauma (basti ricordare il penultimo, monumentale romanzo di Stephen King 22/11/63, Sperling & Kupfer, 2011). Oltretutto, proprio il celebre super8 di Abraham Zapruder è diventato nei decenni epitome del “non filmabile” eppure filmato, ripreso, riprodotto e ricostruito all’infinito; sottoposto a scomposizioni e ricomposizioni, ‘autopsie’ letterali, ad esempio nel fiammeggiante JFK di Oliver Stone (1991). Ma l’approccio di Parkland del debuttante Peter Landesman non è quello dell’‘inchiesta’, pur nel rigore documentale dei fatti; nemmeno gli interessa uno zoom storico come Thirteen Days (2000, di Roger Donaldson) sulla crisi di Cuba, o il lato melò, familistico e ‘scomodo’
looking for
>> Cinefilos.it James Franco sembra aver trovato realmente una nuova vocazione nella regia
>> GQ.com James Franco, ci manca solo che faccia Batman LEGENDA
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DIE FRAU DES POLIZISTEN (The Police Officer’s Wife)
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dignità intervista con Paride Leporace
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a Basilicata esiste», dice Rocco Papaleo. E ora si presenta non solo come terra di cinema e bella natura ma anche come una regione che grazie a fondi europei, buona pubblica amministrazione e la neonata Lucana Film Commission riesce a promuovere un bando pubblico per due milioni di euro con cui finanziare grandi produzioni e creatività locale per realizzare opere cinematografiche. Bando alla crisi. Come poter fare in Basilicata e in Italia tutti i film che vuoi viene presentato oggi alle 17.30 nello spazio lounge di Cinecittà-Luce all’Hotel Excelsior. Ne abbiamo parlato con Paride Leporace, Direttore della Lucana Film Commission. La Basilicata, terra di cinema. La Basilicata ha una storia lunga e significativa in fatto di cinema. Qui sono stati realizzati molti grandi capolavori come Il Vangelo secondo Matteo, girato da Pasolini tra Matera e Barile nel 1964, The Passion d Mel Gibson e anche il più recente ma significativo Basilicata coast to coast. È arrivato il momento di mettere a sistema tutto questo, e seppure da ultima, rispetto al panorama delle Film Commission presenti ed operanti in Italia, nasce una Lucana Film Commission, che si presenta alla 70. Mostra del Cinema di Venezia in un momento assai complicato per il cinema, italiano in particolar modo, con delle misure fortemente anticicliche. Infatti il motto della Basilicata a Venezia è “bando alla crisi”, perché si promuove un bando che offre 2 milioni di euro per segnare l’avvio di un discorso produttivo molto serio legato ai tempi attuali. Noi con questa
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Che toccasse proprio al famoso attore porno James Deen in The Canyons (al suo attivo oltre 1400 film erotici) far ridere tutta la platea, non lo avrei immaginato. Immersi in una aspettativa di sesso e scene violente della ultima creazione del regista Paul Schrader, <attenzione spoiler> James, nel tentativo di interpretare un ruolo non consueto di assassino di Cynthia (la bella Tenille Houston), si infila guanti di lattice, felpa con cappuccio rialzato degli adolescenti americani e zip sino al collo, mandando in frantumi tutto il pathos sino allora creato. Parodia voluta e risata liberatoria.
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di Loris Casadei
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Budget ristretto? Oggi vi segnaliamo le proiezioni di Biennale College-Cinema, tre lungometraggi micro-budget realizzati in meno di dieci mesi, tutti e tre in programmazione a Venezia 70. I film sono Mary is Happy, Mary is Happy, Memphis e Yuri Esposito, rispettivamente di Nawapol Thamrongrattanarit, Tim Sutton e Alessio Fava, tre giovani registi provenienti da diverse parti del mondo uniti da questa nuova scuola di cinema. Le proiezioni sono a prezzo minimo per la Sala Web (€4), oppure totalmente gratuite nelle sale convenzionali per tutti i temerari che riusciranno ad aggiudicarsi i coupon in distribuzione nelle biglietterie. FEMS Daily Venezia70 Supplemento di :venews n. 177 settembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.1245 del 4/12/1996 Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (responsabile redazione), Mariachiara Marzari (coordinamento editoriale), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Andrea Falco, Elena Furlanetto, Fabio Marzari, Chiara Sciascia, Luca Zanatta (graphic design)
venice Hanno collaborato
Ambra Agnoletto, Andrea Bruni, Sara Civai, Alice Cucchetti, Loris Casadei, Michele Gottardi, Pazuzu, Radio Ca’ Foscari, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Brenda L. Stone, Riccardo Triolo, Andrea Zennaro Fotografie Claudia Fincato Stampa EVOLUTION PRINTING S.R.L. Via A. Volta 38 - 31020 Villorba (TV)
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AnnA di Giuseppe Marco Albano è espressione completa della lucanità: regista, produzione, attori (tranne Massimo wertmuller) e location – girato a Bernalda – sono tutti made in Basilicata. Promosso dalla Commissione Pari opportunità della Regione Basilicata, in partnership con Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Cna di Basilicata, Lucana Film Commission, il cortometraggio denuncia in modo incisivo il diffuso e aberrante fenomeno delle ‘dimissioni in bianco’.
lavoro,
AnnA di Giuseppe Marco Albano CinemadaMare, Piazza Sant’Antonio h. 21
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Sa a evo 08.30
somma messa a disposizione dalla Regione Basilicata vogliamo poggiare le prime pietre molto solide nell’industria dell’audiovisivo e soprattutto cinematografica. Basilicata coast to coast fu un’intuizione della Regione Basilicata che diede vita ad un format produttivo molto interessante tra Regione e Ministero e che ha dato buoni risultati economici sia al botteghino, sia nello sfruttamento della conoscenza della Basilicata anche da un punto di vista turistico e sentimentale. Quali furono i più importanti film prodotti in Basilicata? Furono prodotti grandi capolavori, il 2014 festeggerà i 50 anni da quando Pasolini decise di spostare Gerusalemme a Matera e a Barile, e nacque Il Vangelo secondo Matteo, che diede un impulso determinante a Matera e alla Basilicata; dopo Pasolini saranno moltissimi i film sulla Passione fino ad arrivare a The Passion, uno dei più grandi successi nella storia del cinema, e soprattutto la definitiva consacrazione di Matera come meta turistica, luogo riconosciuto, al punto che oggi a Pasqua a Matera c’è sempre il tutto esaurito. Un punto di meta cinema, chiunque voglia raccontare la Passione ha in mente il set naturale di Matera. Poi Tornatore, che girò vi L’uomo delle stelle; Rosi con Cristo si è fermato a Eboli, epopea tipicamente meridionale; il film dei Fratelli Taviani, oltre 50 film, l’esordio di Lattuada, Zampa, il documentarismo. Una storia cinematografica davvero molto interessante e significativa. Progetti e possibilità di sviluppo della Film Commission Lucana. Con i piedi ben saldi a terra e ben conoscendo i rischi, ma anche le potenzialità di questa operazione, si è fatto un discorso di apertura al
“Basilicata exists”, says Rocco Papaleo, land of cinema and nature. Today at 5:30 pm, Excelsior Hotel, Paride Leporace will present the local administration’s project to harbour cinema making in the Region. Basilicata enjoyed a long, meaningful history with cinema. Pasolini’s Il Vangelo secondo Matteo, The Passion, and recent Basilicata coast to coast. Lucana Film Commission has been established to foster and develop filmmaking, and to make the Region known as tourist destination. Basilicata, land of cinema. Our motto is “Down with crisis!”, that is why we offer a contribution of 2 million euro to prospect moviemakers for a film to be shot here about our very region. Many movies have been made here, masterpieces! Next year will be the 50th anniversary of Pasolini’s Il Vangelo secondo Matteo; Pasolini made Jerusalem out of Matera and Barile. Tornatore, the Taviani brothers, more than 40 movies, a truly interesting tradition in cinema. What is still to develop? We need now to open to the world and make national and international producers come see us. Basilicata is a large, little-populated land and moviemakers can make, as we say in our claim, “all the movies you want!”. Our professionals are well trained and we want the younger generation to fully participate in this economy as well. Maestro Francis Ford Coppola’s origins are here, who can be a better testimonial for our land? I hope one day we will be able to watch a movie on the story of his family… How do you manage your presence in town? The message we want to publicize the most is the governmental aid to prospects. Today, September 4th, we will hold a meeting on the rationale and technical aspects of our initiative. We want the world to know how we are tackling the economic crisis and are close to the industry of cinema, as show examples all over the world, even in California.
ÅTERTRäFFEN (The Reunion)
Amos Gitai (84’) v.o. ebraico/arabo st. italiano/inglese
Interview with eng Paride Leporace
09.00
Sala Grande
Anna Odell (88’) v.o. svedese st. italiano/inglese
FUORI CONCORSO - PROIEzIONI SPECIALI pubblico · tutti gli accrediti
UKRAINA NE BORDEL (Ukraine is Not a Brothel)
Principali Film girati in Basilicata 2010
BASILICATA COAST TO COAST Rocco Papaleo 2004
LA PASSIONE DI CRISTO Mel Gibson 2002
IO NON HO PAURA Gabriele Salvatores 1998
DEL PERDUTO AMORE Michele Placido 1995
L’UOMO DELLE STELLE
Giuseppe Tornatore
Robin Campillo (128’) v.o. francese st. italiano/inglese
09.00
L’ARMéE DU SALUT
Sala Casinò
ANNO UNO Roberto Rossellini 1964
IL VANGELO SECONDO MATTEO Piero Paolo Pasolini 1962
ANNI RUGGENTI Luigi Zampa
09.15
Sala Volpi
14.30
LITTLE FUGITIVE
PalaBiennale
14.30
11.15
Sala Volpi
VENEzIA CLASSICI · FILM RESTAURATI pubblico · tutti gli accrediti
IL BACIO DI TOSCA, UNE RESTAURATION NUMéRIQUE Richard Szotyori (16’) v.o. francese st. inglese/italiano
LA LUPA Alberto Lattuada
AT BERKELEy
Frederick Wiseman (244’) v.o. inglese st. italiano
15.15
+ IL BACIO DI TOSCA
16.30
11.30
Sala Grande
ORIzzONTI pubblico · tutti gli accrediti David Pablos (90’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
Sala Darsena
RIGOR MORTIS
Sala Volpi
KAPURUSH (The Coward) Satyajit Ray (74’) v.o. bengali st. inglese/italiano
+ MAHAPURUSH (The Holy Man)
Satyajit Ray (65’) v.o. bengali st. inglese/italiano
17.30
Sala Perla 2
VENEzIA CLASSICI · DOCUMENTARI pubblico · tutti gli accrediti
BERTOLUCCI ON BERTOLUCCI Luca Guadagnino, Walter Fasano (105’) v.o. italiano/inglese/francese st. italiano/inglese
17.30
PalaBiennale
FUORI CONCORSO pubblico · tutti gli accrediti
Sala Grande
Sala Perla 2
MEMPHIS
Tim Sutton (84’) v.o. inglese st. italiano
20.00
Sala Volpi
VENEzIA CLASSICI · FILM RESTAURATI pubblico · tutti gli accrediti
SJEC´AS ˇ LI SE DOLLy BELL (Do you Remember Dolly Bell?) Emir Kusturica (110’) v.o. bosniaco st. italiano/inglese
20.30
PalaBiennale
VENEzIA 70 pubblico
L’INTREPIDO
+ THE UNKNOWN KNOWN Errol Morris (105’) v.o. inglese st. italiano
VENEzIA 70 press · industry
Paul Rudish (3’) v.o. italiano st. inglese
Shinji Aramaki (115’) v.o. giapponese st. italiano/inglese
17.30
Sala Pasinetti
FUORI CONCORSO - PROIEzIONI SPECIALI pubblico · tutti gli accrediti
CON IL FIATO SOSPESO Costanza Quatriglio (35’) v.o. italiano st. inglese
+ REDEMPTION
Miguel Gomes (26’) v.o. portoghese/francese/tedesco/italiano st. italiano/inglese
19.00
Sala Perla
VENEzIA 70 press · industry
JIAOyOU (Stray Dogs) Tsai Ming Liang (138’) v.o. cinese st. italiano/inglese
19.00
Sala Pasinetti
ORIzzONTI press · industry
BAUyR (Little Brother) Seric Aprymov (77’) v.o. kazako st. italiano/inglese
Sala Grande
VENEzIA 70 pubblico
L’INTREPIDO
Gianni Amelio (104’) v.o. italiano st. inglese
19.30
Sala Darsena
LA JALOUSIE
Sala Casinò
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO
Matteo Oleotto (106’) v.o. italiano/sloveno st. inglese/italiano
JIAOyOU (Stray Dogs)
Sala Darsena
ORIzzONTI press · industry
BAUyR (Little Brother) Seric Aprymov (95’) v.o. kazako st. italiano/inglese
22.00
Sala Perla
FUORI CONCORSO press · industry
WAłE˛SA. CZłOWIEK Z NADZIEI (Walesa. Man of Hope) Andrzej Wajda (127’) v.o. polacco st. italiano/inglese
22.00
Sala Perla 2
VENEzIA CLASSICI · DOCUMENTARI pubblico · tutti gli accrediti
DONNE NEL MITO: ANNA MAGNANI A HOLLyWOOD Marco Spagnoli (39’) v.o. italiano st. inglese
+ DOUBLE PLAy: JAMES BENNING AND RICHARD LINKLATER Gabe Klinger (70’) v.o. inglese st. italiano
Sala Casinò
GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti
KöKSüZ (NOBODy’S HOME)
Deniz Akçay Katiksiz (81’) v.o. turco st. inglese/italiano
22.15
Sala Grande
FUORI CONCORSO pubblico · tutti gli accrediti
UNE PROMESSE Patrice Leconte (95’) v.o. inglese st. italiano
22.30
Sala Web LA VIDA DESPUèS
David Pablos (90’) v.o. spagnolo st. inglese
EASTERN BOyS
Tsai Ming Liang (138’) v.o. cinese st. italiano/inglese
22.00
12.00 UKRAINA NE BORDEL (UKRAINE IS NOT A BROTHEL) (Fuori Concorso - Proiezioni Speciali) 12.30 EASTERN BOYS (Orizzonti) 13.00 THE UNKNOWN KNOWN (Venezia 70) 13.30 UNE PROMESSE (Fuori Concorso) 14.00 LA VIDA DESPUÉS (Orizzonti) 14.30 L’INTREPIDO (Venezia 70)
ORIzzONTI
Sala Pasinetti
22.00
Philippe Garrel (77’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.45
21.15
Press conferences Sala Conferenze (Casinò)
ORIzzONTI
Gianni Amelio (104’) v.o. italiano st. inglese
+ HARLOCK: SPACE PIRATE [3D]
SETTIMANA DELLA CRITICA tutti gli accrediti
Sala Perla
VENEzIA 70 press · industry
L’INTREPIDO
Gianni Amelio (104’) v.o. italiano st. inglese
20.00
BIENNALE COLLEGE – CINEMA IN PARTNERSHIP CON GUCCI pubblico · tutti gli accrediti
DISNEy MICKEy MOUSE ‘O SOLE MINNIE
VENEzIA 70 press · industry
17.00
VENEzIA 70 pubblico · tutti gli accrediti
THE UNKNOWN KNOWN Errol Morris (105’) v.o. inglese st. italiano
UNE PROMESSE
17.00
VENEzIA CLASSICI · FILM RESTAURATI pubblico · tutti gli accrediti
19.30 Sala Darsena
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico · tutti gli accrediti Juno Mak (101’) v.o. cantonese st. inglese/italiano
LA VIDA DESPUèS
11.30
PalaBiennale
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STILL LIFE
Daniel Schmid (87’) v.o. italiano st. inglese
11.30
Sala Casinò
Uberto Pasolini (87’) v.o. inglese st. italiano
FUORI CONCORSO press · industry
Dino Risi 1953
Wang Bing (227’) v.o. cinese st. italiano/inglese
FUORI CONCORSO - PROIEzIONI SPECIALI pubblico · tutti gli accrediti
Patrice Leconte (95’) v.o. inglese st. italiano
LA NONNA SABELLA
Sala Perla
FUORI CONCORSO - PROIEzIONI SPECIALI pubblico · tutti gli accrediti
FENG AI (‘till Madness Do Us Part)
UNDER THE SKIN
Rossellini
VIVA L’ITALIA Roberto
Jiang Wen (140’) v.o. cinese st. italiano/inglese
VENEzIA CLASSICI · FILM RESTAURATI pubblico · tutti gli accrediti
1958
1957
Sala Volpi
IyANGGUANG CANLAN DE RIZI (In the Heat of the Sun)
Jonathan Glazer (107’) v.o. inglese st. italiano
1974
14.00
VENEzIA CLASSICI · FILM RESTAURATI pubblico · tutti gli accrediti
VENEZIA SALVA Serena Nono (79’) v.o. italiano st. inglese
VENEzIA 70 tutti gli accrediti
1979
Sala Darsena
SETTIMANA DELLA CRITICA pubblico · tutti gli accrediti
Abdellah Taïa (81’) v.o. francese/arabo st. italiano/inglese
09.00
GIORNATE DEGLI AUTORI EVENTO SPECIALE press · industry
Ray Ashley, Morris Engel, Ruth Orkin (75’) v.o. inglese st. italiano
Beresford
14.00
Sala Perla
FUORI CONCORSO press · industry
UNE PROMESSE Patrice Leconte (95’) v.o. inglese st. italiano
10.30
Sala Grande
ORIzzONTI pubblico · tutti gli accrediti
EASTERN BOyS
Gianni Amelio (104’) v.o. italiano st. inglese
1985
CRISTO SI È FERMATO A EBOLI Francesco Rosi
14.00
Sala Darsena
VENEzIA 70 press · industry
L’INTREPIDO
Taviani
KING DAVID Bruce
PalaBiennale
RUIN
Michael Cody, Amiel Courtin-Wilson (90’) v.o. khmer/inglese st. italiano/inglese
1990
IL SOLE ANCHE DI NOTTE Paolo e Vittorio
13.00
ORIzzONTI pubblico · tutti gli accrediti
Kitty Greenk (78’) v.o. ucraino/russo st. italiano/inglese
09.00
Sala Casinò
SETTIMANA DELLA CRITICA press · industry
ANA ARABIA mondo, decidendo di attrarre produzioni nazionali e possibilmente anche internazionali. La Basilicata è una regione molto estesa, scarsamente antropizzata e questo è un vantaggio per lo sviluppo della realizzazione dei film. Infatti uno dei punti per la campagna è «in Basilicata ti puoi fare tutti i film che vuoi». In Basilicata ci sono delle relazioni molto corte che permettono di trovare soluzioni immediate. In questo sforzo di far crescere una formazione di lunga durata, già c’è un esistente molto significativo di maestranze che si sono formate nel corso degli anni. Vogliamo fare da richiamo alle molte professionalità lucane che oggi ci sono nel mondo, nei punti più disparati del pianeta, facendole rientrare per dei progetti di film, cortometraggi, web series. Una globalizzazione che permetta il loro ritorno e un loro contributo molto interessante, oltre a poter dare alle nuove generazioni la chance di non partire più e di realizzare nella propria terra, in questi luoghi molto cinematografici, le proprie passioni e aspirazioni. Serve inserirsi in questo circuito virtuoso ed aggredire la crisi economica che ci sta attanagliando. Abbiamo la fortuna di avere un padre nobile come Francis Ford Coppola, uno dei Maestri universali del cinema, di origine lucana. Egli si è prestato alcuni anni fa ad una video intervista, che è divenuto il nostro migliore spot sulla Basilicata, in cui racconta questo suo rapporto con la terra di cinema. Noi speriamo possa nascere, secondo quanto dichiarato da Coppola, un film sulla sua famiglia, che partì dalla Basilicata verso l’America. Un giorno forse vedremo questo film… La Basilicata alla Mostra di Venezia, come ha strutturato la sua presenza? Abbiamo pensato ad una presenza diffusa, concentrata in una forte comunicazione sul nostro bando, che culmina nel convegno che si svolge oggi, 4 settembre, in cui illustreremo le ragioni e le questioni tecniche per far conoscere al mondo produttivo, nazionale ed internazionale, questa forma di co-produzione che rilancia l’intervento pubblico dal basso, da una regione, esattamente come avviene in alcuni stati in America. Anche la California ha dovuto ricorrere a questi elementi per rivitalizzare il cinema!
11.30
PalaBiennale
VENEzIA 70 tutti gli accrediti
di Fabio Marzari
•
della miniserie I Kennedy (2011); egli si situa a lato degli eventi centrali, scruta i dolenti comprimari della tragedia, i personaggi collaterali, le emozioni tangenziali. Così, Parkland sta all’uccisione di John (quasi) esattamente come Bobby di Emilio Estevez (Venezia 63) stava a quella di Robert Kennedy. Posto che ormai la verità è sepolta chissà dove (memorabile la gag finale di Nicolas Cage in The Rock, 1996, di Michael Bay: «Cara vuoi sapere chi ha davvero ucciso Kennedy?»), qui conta di più il vissuto dei testimoni ignari. Che ci ricorda anche un altro, delicato e prezioso film sul tema: Due sconosciuti, un destino (1992, di Jonathan Kaplan) con l’incontro casuale e fatale dei due fuggiaschi Michelle Pfeiffer e Dennis Haysbert sullo sfondo di quella orribile giornata che mutò per sempre il volto dell’America e le aspettative del mondo.
>> Jamesfrancoitalia.blogspot.it Ecco a voi il cinturino di riconoscimento firmato “James Franco Italia”. Ritagliatelo e mettetelo al polso
>> Cinema Errante «Quando dorme? Adesso, sta dormendo adesso…» (Scott Haze, protagonista di Child of God)
decide di incontrare la famiglia del suo amante scoprendo che i familiari del ragazzo ne ignoravano la relazione./ The other film of the day at Venice 70 is Tom à la ferme, by the Canadian director Xavier Dolan. The film is about a delicate homosexual love story in absentia. Like in Brokeback Mountain, Tom decides to meet his lover’s family, and finds out they know nothing about their relationship.
di Roberto Pugliese
>> Asca James Franco si aggira al Lido nascosto da occhiali da sole e cappellino
Regista, attore, scrittore, sceneggiatore, performer, instagrammer, videoartist, comico, pittore, tv star… ma dove lo trova il tempo per dormire?
di Michele Gottardi
Fuori concorso sono invece le atmosfere thrilling di Locke di Steven Knight, alla sua seconda opera, dopo averne firmate molte come sceneggiatore – sul piccolo e sul grande schermo – tra cui Piccoli affari sporchi di Frears, presentato alla 59. Mostra del cinema (2002), e La promessa dell’assassino di David Cronenberg (2007)./ Steven Knight’s Locke and its thrilling atmospheres follow in the Out of Competition section. This is Knight’s second work as a director, but he signed many others as a screenwriter for both cinema and television, among which Frears’ Dirty Pretty Things, presented at the 59th edition of the Venice Film Festival (2002), and Eastern Promises by David Cronenberg (2007)
ovviamente interessano particolarmente i distributori che hanno acquisito i diritti delle pellicole a livello internazionale. Questa ‘visione’ del cinema del futuro vi colloca in una posizione di avanguardia a livello internazionale. Da dove è nata questa urgenza? Siamo stati tra i primissimi a rivolgere queste attenzioni al consumer, fino a tre anni fa trattato abbastanza con freddezza dal circuito cinematografico. Abbiamo dato la possibilità, per esempio, di poter vedere un film in streaming addirittura prima della sua uscita nelle sale cinematografiche, cosa che non è passata inosservata neanche a Hollywood, con «Variety» in prima fila a segnalare la novità. In questo senso siamo stati dei precursori, spinti probabilmente dalle enormi criticità che in Italia riguardano la distribuzione, con una marea di pellicole che non trovano spazio nelle sale tradizionali. Abbiamo quindi, per così dire, fatto di necessità virtù: un contesto di arretratezza ci ha regalato una straordinaria opportunità di essere all’avanguardia.
>> Lettera43 Eclettico. Discusso. Creativo. L’attore californiano sbarca al Lido col suo Child of God
JAMeS FRAnCO
di Sara Sagrati
STARS& INTERNATIONAL STRiPeS CRITICS
di Massimo Bran
inevitabilmente travolti dal loro continuo rinnovarsi. L’esperimento di MYmovies Live è nato tre anni fa proprio dalle idee di chi immaginava una sala cinematografica virtuale. Vedere oggi una delle sezioni del Festival di Venezia affidarsi a questo tipo di tecnologia per offrire l’accesso ai propri film per noi rappresenta un piccolo grande sogno che si realizza. L’intero festival in streaming. Quali i problemi e le opportunità per l’industria distributiva? Esistono strumenti collaudati per poter salvaguardare lo sfruttamento di un film. Già qui a Venezia in Sala Web si possono vedere i film di Orizzonti solo per 24 ore, con ingressi streaming non ripetibili e acquisto di biglietti ad hoc. Per le Giornate degli Autori, ad esempio, è prevista la proiezione unica delle 21.30. Posso tranquillamente ipotizzare anche per i festival uno scenario in cui lo sfruttamento sarà totalmente streaming. Le dinamiche di promozione possono trarre vantaggi innegabili da un sistema world wide, non vincolato da limiti geografici, prospettive che
ZIA
zoom around the festival MYmovies, la Mostra 2.0 La novità che guarda davvero al domani di questa 70. Mostra è senza ombra di dubbio la Sala Web, che grazie a MYmovies, il sito n. 1 del cinema, permette la visione in streaming di svariate pellicole tra Orizzonti, Venice Days e Biennale College. Con Gianluca Guzzo, CEO di MYmovies, abbiamo cercato di capire che visione ci riserverà questa innovativa finestra sul futuro. Con la Sala Web di MYmovies una Mostra sempre più 2.0. Quali le aspettative? Si tratta di un’offerta molto interessante che rappresenta un primo approccio verso una penetrazione territoriale più profonda dello sforzo che i direttori artistici portano avanti con le proprie selezioni. Quello che dobbiamo capire, avendo oggi i mezzi per farlo, è la necessità di costruire un prodotto il più possibile dinamico, vicino al nuovo modello di ‘utente’ e alle sue nuove necessità. Non assecondare queste tendenze aprirebbe spazi immensi a nuove forme di intrattenimento già vivissime sul fronte web, venendo
NE
La moglie del poliziotto ntriamo nell’intimità del nucleo familiare in punta di piedi seguendo i personaggi nei loro semplici gesti quotidiani: Gröning riprende la casa con la macchina da presa fissa, prediligendo una continua simmetria nella composizione dell’inquadratura. Tutto sembra perfetto fintanto che qualcosa di inquietante si insinua nel racconto come un germe: sulla schiena della giovane moglie del poliziotto spunta un ematoma. Irrompe un’escalation di brutalità e umiliazioni (la maggior parte delle volte fuori scena come nelle opere di Haneke) che è una vera e propria discesa agli inferi. La madre cerca in tutti i modi di preservare la purezza e l’innocenza della figlia facendola cantare ed immergendosi con lei nella vasca da bagno, sorta di utero protettivo che in una scena molto efficace sembra ingrandirsi a dismisura. Il silenzio (un altro ‘grande silenzio’, dopo quello dei monaci della Grande Chartreuse nel precedente film) e il canto fanno da contrappunto a quest’opera quasi sperimentale di un regista alla continua ricerca di nuove strade di sviluppo del racconto per immagini.
E
A
eng
The meeting of two lonely souls in an intergenerational road movie. Céline is an twelve-yearold girl fleeing from an incestuous father and a childhood betrayed. Peter is a forty-yearold who has left Scotland and a painful memory, and spends his days in a red truck. Together for the first time, on a journey that will lead Celine to the shining discovery of her own childhood and Peter to a final reconciliation with life. From fashion to film, for a love that lasts forever: this is the stylistic figure cut by the work of Agnès Andrée Marguerite Troublé, aka agnès b., French fashion designer, producer, and director. In 1997, she founded the film production company Love Streams Productions. Among the films she has produced is Spring Breakers (2012).
eng
Interview with agnès b.
a storia narrata è semplice, ma efficace. In un’isola sconosciuta un ricco conte russo, Zaroff, accoglie un naufrago ospitandolo nel suo castello, a lui narra della sua passione per la caccia, condivisa dal superstite. Il conte spiega che la sua emozione più grande è cacciare la preda ritenuta da lui la ‘più pericolosa’. Il sopravvissuto, assieme ai superstiti di altri naufragi, scoprirà a sue spese che lo sport amato dall’aristocratico è la caccia all’uomo. Girato nel 1932 - parallelamente all’altro film del regista Ernest B. Schoedsack, il mitico King Kong (co-diretto con Merian C. Cooper), per sfruttare la stessa troupe e le stesse location - The Most Dangerous Game continua ancora oggi a trasmettere nello spettatore una buona dose di turbamento: per l’epoca, vedere teste umane appese al muro come trofei fu un’esperienza alquanto scioccante. Elementi interessanti, che si trovano anche in altre produzioni dell’epoca, sono la lotta per la sopravvivenza dei protagonisti in un ambiente selvaggio e la figura del pazzo carismatico che manipola le persone a suo piacimento (Bela Lugosi in Dracula rimane insuperato); in America siamo in piena Depressione e si cercano di esorcizzare le paure per l’ignoto. Dall’omonimo racconto breve di Richard Connell del 1924, ispirazione per opere letterarie e cinematografiche future (si pensi a La decima vittima e L’implacabile), The Most Dangerous Game è un gioiellino del cinema d’azione con venature horror.
R
Lino Micciché
Je m’appelle Hmmm...
Miyazaki’s six
views
di Andrea Zennaro
L
EB LA W
Palo Alto
Dark stories about California teenagers for the directorial debut of Gia Coppola. The screen adaptation of one of the stories in Palo Alto: Stories, Hollywood star and cast member James Franco’s first work, Coppola’s film gives voice to the confusion and boredom of a group of California teenagers. Does it have something in common with Spring Breakers, in addition to James Franco’s appearance? Born in 1987, Gia Coppola is Francis Ford Coppola’s granddaughter. She was a costume assistant on the set of Somewhere, directed by Sofia Coppola, the Golden Lion at 67 th Venice Film Festival. She wrote and directed Palo Alto, her first feature film.
uello che agnès b. (Agnès Troublé) ama più di tutto è disegnare, scrivere, fotografare, scoprire, scambiare, filmare. Tutte le sue passioni si mescolano e si intrecciano in una spirale virtuosa: talentuosa creatrice di moda fin dagli anni ‘70, trova l’ispirazione nell’arte e fa intervenire gli artisti nelle sue collezioni. È anche l’attenta gallerista della Galerie du Jour nel cuore di Parigi che inaugura il 13 settembre una nuova mostra, États des lieux, sull’arte della strada. Ora è anche una regista e presenta in anteprima assoluta il suo primo lungometraggio Je m’appelle Hmmm… Come ha vissuto questa prima esperienza di lungometraggio, dalla scrittura alla realizzazione? Ho scritto questa storia molto tempo fa, come un saggio, in poco più di due giorni. L’ho scritta molto velocemente, poi l’ho lasciata maturare. Quando l’ho portata sullo schermo mi sono accorta che realizzare un film significa veramente “realizzare”, prendere coscienza di quello che avevo in testa. Ed è stata una sensazione fantastica. Avevo già fatto dei cortometraggi di 2 o 3 minuti per le mie collezioni. Mi sembravano più moderni rispetto alle solite sfilate. Erano più che altro delle piccole finzioni, perché una collezione non è nient’altro che la messa in scena di personaggi che si incrociano tra di loro, ognuno con la propria storia, personalità, e con dei vestiti che ne esaltano la personalità. La moda e le mie collezioni sono un susseguirsi di piccole storie costruite a partire dalla frase
di Andrea Zennaro
vita a un sorprendente universo narrativo. Il cinema di Miyazaki crea mondi fantastici che grondano umanità: l’impegno ecologista, la passione per il volo, lo sguardo sull’infanzia, gli eroi e le (tante) eroine, l’etica del lavoro, le idee politiche, gli spiriti dei boschi, i favolosi castelli, la perfezione dei fondali... Ma, al di là delle trame intrise di magica fantasia e della qualità altissima del disegno, i film di Miyazaki hanno qualcosa di profondamente inspiegabile. Un sogno che sogna se stesso, probabilmente. Il fatto è che quando si guarda un suo film spesso è difficile capire precisamente dove stia il motivo della fascinazione che provoca. C’è sempre un elemento impalpabile e sottile, che sfugge alla razionalizzazione e alla spiegazione, un qualcosa che c’è ma non si lascia afferrare.
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rasposizione cinematografica di uno dei racconti di In stato di ebbrezza - opera prima della star di Hollywood James Franco, presente anche nel cast del film - la pellicola targata
Photo Patrick Swirc
Q
classici
Hayao Miyazaki
di F.D.S. ayao Miyazaki, il “Dio degli anime”, è oramai conosciuto da una larga fetta di pubblico, soprattutto per i successi internazionali degli ultimi anni (Orso d’Oro a Berlino, Leone d’Oro alla carriera a Venezia, Oscar per il miglior film d’animazione e altri): La città incantata, Il castello errante di Howl, Ponyo sulla scogliera non sono più titoli esotici riservati a un piccolo gruppo di esperti e le possibilità di vedere un film di Miyazaki si sono moltiplicate. Prima del pluripremiato La città incantata e prima dell’approdo alla Mostra del Cinema di Venezia de Il castello errante di Howl Miyazaki aveva già realizzato una lunga serie di opere davvero notevoli, aveva fondato con l’amico e collega Isao Takahata, altro gigante del cinema mondiale, l’oramai leggendario Studio Ghibli e, soprattutto, aveva dato
AR
Storie estreme di teenagers californiani per l’esordio alla regia di Gia Coppola.
Coppola dà voce alla confusione e alla noia di un gruppo di adolescenti californiani. Qualcosa - e non solo la presenza di James Franco - in comune con Spring Breakers? Gia Coppola, classe 1987, è la nipote di Francis Ford Coppola. Figlia d’arte, recita nel Padrino – Parte III e lavora come assistente ai costumi nel set di Somewhere, per la regia di Sofia Coppola, Leone d’oro alla 67. Mostra del Cinema di Venezia. Palo Alto è il primo lungometraggio da lei sceneggiato e diretto. S.C.
focus H
BARBARA HoLLENDER RzeCzPOSPOLiTA
Palo Alto di Gia Coppola con Emma Roberts, James Franco, Jack Kilmer, Val Kilmer, Keegan Allen, Nat Wolff, Zoe Levin, Claudia Levy (Usa, 98’)
éline è una ragazzina di dodici anni in fuga da un padre incestuoso e da un’infanzia tradita. Peter è un quarantenne che ha lasciato la Scozia e una memoria dolorosa, legata alla perdita della moglie e della figlia, e che ora trascorre le giornate a bordo di un camion rosso. Insieme per la prima volta, lungo un tragitto che porterà Cèline alla radiosa scoperta della propria infanzia e Peter a riconciliarsi finalmente con la vita. Dalla moda al cinema, per un amore che dura da sempre: è questa la cifra stilistica che caratterizza la poliedrica attività di Agnès Andrée Marguerite Troublé, in arte agnès b., fashion designer, produttrice e regista francese. Laureata presso l’Ecole des BeauxArts, nel 1975 fonda la propria boutique d’alta moda. Nel 1997 intraprende la carriera cinematografica, con la casa di produzione Love Streams Productions. In qualità di produttore lavora, tra gli altri, a Spring Breakers (2012) in concorso alla 69. Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2011 esordisce alla regia con il corto documentario Une sorte de journal vidéo. S.C.
scrivere per il grande schermo. Abituata a calcare le passerelle dell’alta moda, come sarà calcare il red carpet del Festival come protagonista di un film in concorso sia di Orizzonti che di Opera Prima? Essere a Venezia per la prima del film è un vero onore. Forse dovrei esprimere un desiderio dato che è la prima volta che presento un film in un concorso. Ancora faccio fatica a crederci ma prendo le cose con molta serenità; vivo l’istante presente senza farmi prendere da paure o ansie. In seguito, il film parteciperà al festival di New York, ma essere qui a Venezia è particolarmente bello.
SAMIR FARID AL-MASRy AL-yOuM
C
«facciamo come se fossimo»: facciamo come se fossimo in un aeroporto, facciamo come se fossimo al lavoro… E il soggetto “noi” si riferisce alle donne e agli uomini in generale. Disegno una collezione ogni tre mesi e ogni volta mi invento delle storie nuove per creare i vestiti dei miei personaggi. Ci sono tanti punti di contatto tra la storia che racconta una collezione e uno scenario, tra la moda e il cinema. Ho sempre voluto esprimermi non solo con la moda. Ho fatto delle fotografie, dei disegni; disegno tuttora per le mie collezioni. Per Je m’appelle Hmmm…, ero sempre io a fare le riprese, mi piace proprio tanto. Ho affidato il ruolo principale a Douglas Gordon, che è anche un caro amico, per raccontare la storia di una fuga e di un’insolita amicizia. Si occupa di moda, di arte, ora anche di cinema. Ci sono altri campi che vorrebbe esplorare? La scrittura ad esempio, pubblicare un libro? Ci ho pensato spesso a scrivere un’autobiografia, ma non sono ancora pronta. Per ora ho altri progetti, il cinema soprattutto,
DEREK MALCoLM evening STAnDARD
L’incontro tra due solitudini per un road-movie intergenerazionale firmato agnès b.
RoBBIE CoLLIN THe DAiLy TeLegRAPH
intervista con agnès b. di Delphine Trouillard
di agnès b. con Douglas Gordon, Lou-Lélia Demerliac, Sylvie Testud, Jacques Bonnaffé, Marie-Christine Barrault, Jean-Pierre Kalfon, Jean-François Garreau (Francia, 120’)
i auguriamo davvero – purtroppo dubitandone – che il nome di Lino Micciché dica qualcosa anche ai più giovani. Per chi volesse colmare la lacuna ecco in Venezia Classici Lino Micciché, mio padre. Una visione del mondo il documentario del figlio Francesco. Non il prevedibile e legittimo omaggio di un figlio al genitore, ma una testimonianza corale e civile su una delle personalità più rilevanti ed esplosive nel panorama intellettuale italiano dell’ultimo mezzo secolo. Critico, organizzatore, polemista, storico del cinema, militante della sinistra quando esserlo faceva ancora la differenza, uomo dal carattere senza compromessi, Lino è stato un combattente che preferiva gli spigoli alle levigature, e un maestro per due generazioni di critici e studiosi. Anima della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, critico storico dell’«Avanti!» (non quello di Lavitola…), presidente della Biennale, presidente del Sindacato critici cinematografici, Micciché fu un combattente senza se e senza ma proprio per quella visione del mondo e del cinema ricordata da Francesco. Personalmente ho studiato sui suoi libri, ho litigato con lui (come accadeva a molti), e ho condiviso con lui almeno due battaglie storiche, entrambe legate alla Mostra. La prima, nel 1988, nell’aver strenuamente difeso la permanenza di Guglielmo Biraghi al timone della Mostra contro la candidatura del pur rispettabilissimo Sergio Zavoli, veicolata dall’establishment televisivo; la seconda, nel medesimo anno, nell’aver opposto altrettanta resistenza al linciaggio preventivo e delirante degli ambienti catto-reazionari contro L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Averne come te oggi, Lino…
postscriptum
DAN FAINARu MARK ADAMS LEE MARSHALL SCReen inTeRnATiOnAL
Je m’appelle Hmmm…
di Roberto Pugliese
P quée 245x320 mm a en Ang a s
«
Questo film è nato come esperimento per trovare un nuovo modo di raccontare una storia. […] Nell’adattamento cinematografico di un account Twitter anonimo aperto da qualcuno che non ho mai visto, la sfida consisteva nel prendere una serie di eventi casuali e trasformarli in una narrazione nawapol Thamrongrattanarit
Tutti pazzi per Mary
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re ure orma angue
»
La Bête humaine di Jean Renoir
C
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Jean Renoir non filma idee ma uomini e donne che hanno idee e queste idee, per quanto barocche o illusorie possano essere, lui non ci invita né ad adottarle né a scartarle, ma semplicemente a rispettarle François Truffaut
Bestia
Sala Volpi, h. 17.15
sguardi orizzonti
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Il teorema della
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Mi sono sempre chiesto chi ha il potere: quello che attacca o colui che prova dolore? La violenza più dura è quella del silenzio. Del non detto. Della regolarità che copre ogni vuoto emotivo creato dall’esercizio del potere Alexandros Avranas
ToBIAS KNIEBE SuSAN VAHABZADEH SüDDeuTSCHe zeiTung
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KATE MuIR WENDy IDE THe TiMeS
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FRANCK NouCHI Le MOnDe
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MICHEL CIMENT FRAnCe CuLTuRe POSiTiF
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Sala Volpi
Robin Campillo (128’) v.o. francese st. inglese
Per accedere alla Sala Web (sala virtuale con proiezioni in streaming) è necessario effettuare una registrazione sul sito della Biennale (www.labiennale.org) e acquistare il biglietto di ciascun film (€ 4) entro le ore 24 del giorno precedente la proiezione ufficiale. Il film prescelto sarà disponibile, per una singola visione, nell’arco delle 24 ore a partire dalle ore 21 del giorno della presentazione ufficiale. Le proiezioni (in versione originale con sottotitoli in inglese) sono collocate su un sito protetto, operato da Festival Scope. Alla promozione collabora da quest’anno anche Mymovies.it
Esterno Notte 16.30 Giorgione Movie d’essai - sala A ORIzzONTI
MEDEAS
Andrea Pallaoro (98’) v.o. inglese st. italiano
19.00 Giorgione Movie d’essai - sala A ORIzzONTI
STILL LIFE
Uberto Pasolini (87’) v.o. inglese st. italiano
21.00 Arena di Campo San Polo VENEzIA 70
ANA ARABIA
Amos Gitai (84’) v.o. ebraico/arabo st. italiano
21.30 Giorgione Movie d’essai - sala A SETTIMANA DELLA CRITICA
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO
Matteo Oleotto (106’) v.o. italiano/sloveno st. inglese
Opera Prima
VENEzIA CLASSICI · FILM RESTAURATI pubblico · tutti gli
6 sept. 2013 7:30 pm Sala Volpi
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screening guide
venic
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gianni amelio, martina gedeck, errol morris, david pablos, robin campillo, kitty green, emir kusturica, damiano damiani, jiang wen, paride leporace, giuseppe marco albano...
screening guide
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05.0 9.20
www.venezianews.it
haifaa al mansour, jonathan glazer, scarlett johansson, screening amos gitai, aramaki, kim ki-duk, uberto pasolini, michael cody, guide amiel courtin-wilson, harlock: space pirate, lenny cooke...
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04.0 9.20
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ryuichi sakamoto, terry gilliam, xavier dolan, ti west, andrea pallaoro, alex gibney, visconti, don weis, cinemadamare, italy amore mio...
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03.0 9.20
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02.0 9.20
www.venezianews.it
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andrzej wajda, gianfranco rosi, philippe garrel, tsai ming liang, renato berta, seric aprymov, corti orizzonti/1, elio petri, chantal akerman...
screening guide
ettore scola, andrea segre, anita caprioli, shahram mokri, babak karimi, lee sang-il, alexej german sr, serena nono, eugenia costantini, corti orizzonti/2...
screening guide
My movies
Festival International du Film de Rome VIII ĂŠdition Rome, 8 > 17 novembre 2013
9 dailies in one
LucaZanattaPortfolio | 25
The structure of the program: paths to discover The fundamental question is: how approachable is the program that we lay out? If a festival needs a complicated signage all along to make people understand which way to go, especially in a metropolitan, diverse area such as Rome, it’s just not going to work effectively. All of these elements, blended, make the program readily comprehensible, so much that it will involve those movie buffs who won’t skip a festival as well as public at their first experience. Santa Cecilia theatre, which seats 2000, means a continues on p. 12 >
More and more Masterclass The strength of 2013 edition is we know that each day, on the red carpet, we will have the greatest stars: namely, the English and the Americans. And since we didn’t want their participation to be limited to a quick stroll on the red carpet, some of them have been involved in meetings and projects on very interesting topics. Jonathan Demme, Spike Jonze, Roman Coppola, Wes Anderson… actors like John Hurt and his splendid career equally allotted to auteur cinema and distinctly commercial flicks. We wanted to see no sector of cinema being excluded a priori. For this very reason, we thought it was right to have eclectic, histrionic Checco Zalone - someone you just cannot reduce to the customary image TV gives of him - before our last meeting on the 16th with Maverick Director Award being given to Tsui Hark. A.J. German, the Festival’s big hit I believe citing Gilles Jacob’s words to French daily “Libération” will suffice. President of Cannes Film Festival Jacob, asked what unedited masterpiece could change the way we think of cinema forever, had no hesitation in choosing German’s Hard to Be a God. The movie had been in production for 13 years and while all festivals around the world competed to have it, Rome Film Festival was chosen by the director himself. This invaluable godsend will help us in our effort to take audiences back to cinema and make them lose themselves in the enchantment of the theatre. >
Intervista Marco Müller continua da p. 4
L’unione di tutti questi elementi rende il programma subito comprensibile e coinvolgente sia per chi è avvezzo a manifestazioni cinematografiche che per chi invece non lo è affatto o poco. La Sala Santa Cecilia, capace di accogliere circa 2mila spettatori, rende possibile una visibilità di cui il cinema di genere può godere soprattutto grazie al riflesso del richiamo mediatico dei grandi film angloamericani, strategicamente in programma in fascia serale e preserale. Sempre più Masterclass La forza di quest’anno è sapere di avere ogni sera, sul tappeto rosso, grandi presenze divistiche, vale a dire i grandi interpreti angloamericani. Proprio per fare in modo che le presenze non si riducano a una veloce camminata sul red carpet alcuni di loro sono stati coinvolti in progetti e incontri capaci di approfondire aspetti di particolare interesse. Ecco allora Jonathan Demme e Spike Jonze, Roman Coppola e Wes Anderson, o attori come John Hurt, capace quest’ultimo di portare avanti una carriera equamente distribuita tra grande cinema d’autore e pellicole più spiccatamente commerciali. Il nostro proposito è quello di far vedere come nessun settore del cinema venga escluso a priori. Proprio per questo motivo ci sembrava giusto, prima dell’ultimo incontro in programma il 16 sera per il conferimento del nostro Maverick Director Award a Tsui Hark, collocarne uno con Checco Zalone, personalità creativa sfaccettata e intrigante che non si può di sicuro ridurre all’immagine diffusa abitualmente.
Diego Ayala, Elizabeth Banks, Paolo Carboni, Woody Harrelson, Liam Hemsworth, Philip Seymour Hoffman, Josh Hutcherson, Anibal Jofré, Lenny Kravitz, Peppe Lanzetta, Francis Lawrence, Jennifer Lawrence, Guido Lombardi, René Miranda, Marco Antonio Pani, Salvatore Striano, Donald Sutherland, Stanley Tucci, Loreto Velasquez, Jeffrey Wright, Checco Zalone
Dario Acocella, Tania Arredondo, Javier Botet, Anouk De Clercq, Álex de la Iglesia, Davide Ferrario, Zaili Sofía Macías Galván, Jennifer Garner, Ercan Kesal, Jared Leto, Matthew McConaughey, Tayfun Pirselimoglu, Michael Rowe, Marco Santarelli, Jean-Marc Vallée, Nicolas Vanier, Yonfan
Wasim Abo Azan, Casey Affleck, Christian Bale, Jaouher Brahim, Ermanno Cavazzoni, Scott Cooper, Alessio Cremonini, Willem Dafoe, François Damiens, Gabriel De Glaudi, Andrei Gruzsniczki, Woody Harrelson, Sorin Leoveanu, Ariel Levy, Mirko Locatelli, Gong Mingchun, Géraldine Nakache, Eli Roth, Zoë Saldaña, Jean-Paul Salomé, Sam Shepard, Forest Whitaker
Elisa Amoruso, Geraldine Chaplin, Isabel Coixet, Alberto Fasulo, Claire Forlani, Rhys Ifans, Toma Ikuta, Yury Leiderman, Takashi Miike, Riisa Naka, Lučka Počkja, Jonathan Rhys Meyers, Andrey Silverstrov, Gregg Sulkin, Tariq Teguia, Shinichi Tsutsumi, Sophie Turner, Leonor Watling, Branko Završan
daily 3 • 10 nov
daily 6 • 13 nov
daily 9 • 16-17 nov
Amy Adams, Caio Blat, Fedor Bondarchuk, Angelo Bozzolini, Juan José Campanella, Chiara Caselli, Giovanni Donfrancesco, Filipe Duarte, Petr Fedorov, Valeria Golino, Vítor Gonçalves, Scarlett Johansson, Spike Jonze, Thomas Kretchmann, Manetti Bros., Rooney Mara, Paulo Morelli, Pedro Morelli, João Perry, Joaquin Phoenix, Marco Simon Puccioni, Filippo Timi, Olivia Wilde
>
Wes Anderson, Nicolas Bary, Bérénice Bejo, Roman Coppola, Jian Cui, Guillaume De Tonquédec, Aleksej Jurevič German, Ni Hongjie, Isabelle Huppert, Kiyoshi Kurosawa, Émir Kusturica, Atsuko Maeda, Ebon Moss-Bachrach, Thierry Neuvic, Valentina Pedicini, Raphaël Personnaz, Alicia Silverstone, Sharon Stone, Ryohei Suzuki, Yuriy Tsurilo, Marc Turtletaub, John Turturro, Christopher Walken, Leonid Yarmolnik, Zhao Youliang
Il tax credit è un vero aiuto per il cinema? Dal suo osservatorio creditizio, a che punto è la crisi del cinema italiano? Il tax credit è sicuramente uno strumento di grande importanza per il settore cinematografico. Grazie al beneficio del tax credit, ad esempio, sono ben 40 le opere cinematografiche realizzate con il sostegno finanziario di
CARLO CARLEI Originario di Lamezia Terme, lavora tra l’Italia e gli Stati Uniti. Appassionato di fumetti e letteratura fantascientifica, esordisce alla regia con la favola tecnologica Capitan Cosmo (1990). Il successo internazionale arriva due anni dopo con La corsa dell’innocente, opera in cui la ricerca dello spettacolo si coniuga con la rappresentazione realistica dell’ambiente. Negli anni ha firmato la regia di alcuni importanti lavori per la tv come Padre Pio, Ferrari e Il generale Della Rovere.
La Santa di COSIMO ALEMà massimiliano gallo, Francesco siciliano, gianluca di gennaro, michael schermi, marianna di martino, lidia vitale (Italia, 2013, 90’)
(Italia, 2013, 70’)
h. 14.30 Teatro Studio RETROSPETTIVA pubb. | accr. € 5
MAXXI RETROSPETTIVA pubb. | accr. € 5
LA CONTESSA AZZURRA di Claudio Gora Italia, 105’
h. 16.30 Sala Santa Cecilia ALICE NELLA CITTÀ - FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 8 BELLE ET SÉBASTIEN di Nicolas Vanier Francia, 98’
h. 17.00 Sala Sinopoli CONCORSO pubb. | accr. € 10
MANTO ACUÍFERO di Michael Rowe Messico, 79’
h. 17.00 Teatro Studio RETROSPETTIVA pubb. | accr. € 5
GIULIANO GEMMA. UN ITALIANO NEL MONDO di Vera Gemma Italia, 83’
h. 17.00 MAXXI MAXXI pubb. | accr. € 5
THING di Anouk De Clercq Belgio, 18’ GLAUCOCAMALEO di Luca Trevisani Italia, 75’
h. 17.30 Sala Petrassi PROSPETTIVE DOC ITALIA pubb. | accr. € 8
LETTERA AL PRESIDENTE di Marco Santarelli Italia, 69’
h. 18.00 Cinema Barberini, sala 1 FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 9
TALES FROM THE DARK (B) di Simon Yam, Fruit Chan, Chi Ngai Lee Hong Kong, 112’
h. 19.30 Sala Santa Cecilia CONCORSO pubb. | accr. € 25
VANITY FAIR AWARD DALLAS BUYERS CLUB di Jean-Marc Vallée USA, 117’
h. 20.00
Sala Petrassi RETROSPETTIVA pubb. | accr. € 5
FEDERICO DEGLI SPIRITI di Antonello Sarno Italia, 20’ LE TENTAZIONI DEL DOTTOR ANTONIO (Ep. Boccaccio 70) di Federico Fellini Italia, 60’
h. 20.00 MAXXI CINEMAXXI pubb. | accr. € 5
RIVERBERO di MyBossWas 14’ CHI HA LOTTATO... di Riccardo Giacconi 18’
Attore e produttore russo, nel 2013 è stato scelto per interpretare Papa Giovanni Paolo II nella fiction Era santo, era uomo. Gabriele Salvatores lo ha voluto nel cast del suo prossimo film, Il ragazzo invisibile.
Amir Naderi
Amir Naderi è una delle figure più influenti del nuovo cinema iraniano, grazie a una cultura cinematografica maturata lavorando sui set fin da adolescente. Il suo ultimo lavoro, Cut, ha aperto la sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia nel 2011.
Zhang Yuan
Nato a Nanjing, è considerato uno dei pionieri della cosiddetta Sesta Generazione. Nel 1996 gira Dong gong xi gong, primo film cinese con personaggi omosessuali, fatto uscire clandestinamente dalla Cina e proiettato al Festival di Cannes nel 1997. Guo nian hui jia (Diciassette anni), ha vinto il premio per la miglior regia alla Mostra di Venezia nel ‘99.
Premi concorso • Marc’Aurelio d’oro per il miglior film • Premio per la migliore regia • Premio speciale della giuria • Premio per la migliore interpretazione maschile • Premio per la migliore interpretazione femminile • Premio a un giovane attore o attrice emergente • Premio per il miglior contributo tecnico • Premio per la migliore sceneggiatura
Giuria ProsPettive doc Marco Visalberghi (presidente) Produttore e regista, realizza documentari scientifici per il mercato nazionale ed internazionale. Attraverso la DocLab, di cui è presidente, ha avviato una collaborazione continuativa con SuperQuark, consolidando una rete di rapporti con emittenti quali Discovery Channel, National Geographic Channel, BBC e Channel 4. L’ultimo film prodotto è Sacro GRA, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
CONCORSO
Larry Clark (presidente)
Fra i più importanti registi e artisti degli ultimi cinquant’anni, nasce a Tulsa, in Oklahoma, nel 1943. Il suo ultimo lungometraggio, Marfa Girl, presentato in prima mondiale alla scorsa edizione del Festival Internazionale del Film di Roma e premiato con il Marc’Aurelio d’oro per il miglior film è stato il primo film vincitore di un festival internazionale ad aver saltato la distribuzione in sala ed essere reso immediatamente disponibile on-line.
04|05
Ashim Ahluwalia
Nato a Mumbai, India, ha studiato Cinema al Bard College di New York. Le sue opere anticonformiste, a metà tra il documentario e la fiction, tra il pulp e l’high art, sono state proiettate nei più importanti musei internazionali.
Yuri Ancarani
Nato a Ravenna nel 1972, è un video artista e film-maker italiano. Le sue opere nascono da una commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, in direzione di una ricerca tesa a esplorare regioni poco visibili del quotidiano.
Laila Pakalnina
Nata nel 1962 a Liepaja, in Lettonia, si laurea presso il Moscow Film Institute. Nel 2012 ha vinto il Premio Speciale della Giuria CinemaXXI al Festival Internazionale del Film di Roma con il lungometraggio Picas.
Michael Wahrmann
Regista, sceneggiatore e montatore israeliano-uruguaiano, nel 2007 si è laureato alla FAAP Cinema School di San Paolo. Avanti popolo, il suo primo lungometraggio, ha vinto il premio CinemaXXI allo scorso Festival Internazionale del Film di Roma.
Premi cinemaXXi • Premio CinemaXXI (lungometraggi) • Premio Speciale della Giuria CinemaXXI (lungometraggi) • Premio CinemaXXI film brevi
Christian Carmosino Regista e produttore, ha realizzato documentari e cortometraggi che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Nel 2005 fonda Officine, cineclub e associazione culturale con cui nel 2010 crea [CINEMA. DOC], primo circuito per la diffusione del documentario nelle sale di prima visione. Gerardo Panichi Ha prodotto e diretto documentari venduti alle maggiori televisioni internazionali e selezionati ufficialmente in molti prestigiosi festival. Il suo ultimo documentario, Giuseppe Tornatore - Ogni film un’opera prima, ha vinto il Nastro d’Argento come Miglior Film sul cinema.
Giusi Santoro Lavora come freelance per case di produzione fra Bologna, Milano e Roma. Ha montato più di 60 documentari, oltre a spot pubblicitari e programmi TV. Sabrina Varani Direttrice della fotografia e regista. Ha realizzato due documentari autoprodotti, Toubab e Dannati ad metalla. A Parigi lavora come direttrice della fotografia in diversi lungometraggi e documentari.
Premi ProsPettive doc • Premio Doc It - Prospettive Italia Doc per il Migliore Documentario italiano
14|15
OPERA SECONDA
Manto acuífero
MICHAEL ROwE Zaili sofía macías galván, tania arredondo, arnoldo Picazzo
di
con
(Messico, 2013, 85’)
Manto Acuífero è il secondo film di una trilogia incentrata sulla solitudine. Ambientato a Puebla, in Messico, descrive le emozioni e le vicende di una bambina di otto anni che, costretta a trasferirsi con la madre e il patrigno Felipe, trova rifugio nel giardino della nuova casa, dove il pozzo diventa un luogo segreto che ispira la sua immaginazione. E dove apprende un segreto sul padre che cambierà improvvisamente la sua vita.
MICHAEL ROwE Classe 1971, Michael Rowe è un cineasta australiano-messicano. Dopo gli studi di Letteratura a Melbourne, lavora come poeta e drammaturgo, trasferendosi successivamente in Messico, dove tuttora vive. Lavora come giornalista e nel 2006 dirige il suo primo cortometraggio, Cacauhates, seguito da Silencio nel 2007. Il debutto nel lungometraggio, Año Bisiesto, vince la Caméra d’or a Cannes nel 2010.
PROSPETTIVE DOC ITALIA
HO FATTO UNA BARCA DI SOLDI di Dario Acocella Italia, 63’
h. 20.15 Cinema Barberini, sala 1 FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 9
L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO di Giovanni Veronesi Italia, 113’
h. 21.30 Teatro Studio ALICE NELLA CITTÀ pubb. | accr. € 8
09 sabato
EN SOLITAIRE di Christophe Offenstein Francia, 96’
h. 22.00 Sala Sinopoli CONCORSO pubb. | accr. € 10
Vanity Fair Award
I AM NOT HIM di Tayfun Pirselimoglu Turchia, Grecia, Francia, Germania 123’
CONCORSO
Dallas Buyers Club
h. 22.30
Sala Santa Cecilia FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 15
LAS BRUJAS DE ZUGARRAMURDI di Álex de la Iglesia Spagna, 112’
con
h. 22.30 Sala Petrassi CINEMAXXI pubb. | accr. € 10
JEAN-MARC VALLéE Regista e sceneggiatore canadese, si fa notare nel 2005 grazie al successo di C.R.A.Z.Y., ambientato nel Québec degli anni ’60 e ’70 sulle note di icone del rock quali Rolling Stones e Pink Floyd. Nel 2009 dirige il pluripremiato The Young Victoria, ambientato nei primi anni di regno della regina Vittoria. Nel 2011 gira Café de Flore.
LÜ di Yonfan Hong Kong, 11’ LITTLE FEET di Alexandre Rockwell USA, Francia, 64’
h. 22.30 MAXXI RETROSPETTIVA pubb. | accr. € 5
ERCOLE AL CENTRO DELLA TERRA di Mario Bava Italia, 91’
h. 22.30 Cinema Barberini, sala1 FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 9
di JEAN-MARC VALLéE matthew mcconaughey, Jennifer garner, Jared leto, denis o’Hare, steve Zahn (Stati Uniti, 2013, 117’)
È il 1985. Negli USA l’HIV si sta diffondendo rapidamente, nella quasi completa disattenzione della comunità scientifica. Ron Woodroof, come milioni di altri americani, ne ignora la gravità. Quando scopre di esserne infetto, dapprima tende a sottovalutarne i rischi, ma poi, di fronte al drammatico responso dei medici, decide di darsi da fare per trovare una cura. Le ricerche lo conducono a un farmaco alternativo, non sperimentato e quindi illegale. A Woodroof non rimane altra scelta che mettere in piedi un traffico illecito dal Messico per fornire il medicinale a chiunque ne abbia bisogno. Tratto da una storia vera.
TALES FROM THE DARK (A) di Gordon Chan, Lawrence Lau, Teddy Robin Kwan Hong Kong, 87’
h. 19.00 Sala Sinopoli FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 15
LA LUNA SU TORINO di Davide Ferrario Italia, 90’
In un paesino del sud Italia sospeso nel tempo e nello spazio arrivano quattro forestieri all’inseguimento di un disperato sogno di riscatto dalle loro esistenze. Dante, Gianni, Agostino e Diego sono quattro balordi intenzionati a rubare la statua della Santa del paese. Ma in una comunità in cui religione e feroce superstizione convivono in un equilibrio precario, le reazioni possono essere imprevedibili e molto violente. È troppo tardi quando i quattro si accorgono di aver commesso l’errore più grande della loro vita.
Entra oggi nel vivo CinemaXXI con uno dei film più attesi, Fear of Falling (Stati Uniti, 2013) di Jonathan Demme, presentato al Festival di Roma in anteprima mondiale. Demme è autore di film come Philadelphia (1993), Rachel sta per sposarsi (2008) e Qualcosa di travolgente (1986), oltre che Premio Oscar per Il silenzio degli Innocenti (1991). Sempre più sensibile alle narrazioni anticonvenzionali di impegno sociale, il cineasta newyorkese si è avvicinato nel corso degli ultimi anni in modo brillante e convincente al mondo del documentario. Fear of Falling prende le mosse da una produzione teatrale mai andata in scena dell’attore, regista e sceneggiatore Andre Gregory, basata sul racconto Il costruttore Solness di Henrik Ibsen, tradotto e adattato dall’attore e commediogarfo Wallace Shawn. Gregory e Shawn, legati da un sodalizio artistico che dura da circa quarant’anni, tornano a recitare sul
TAyFUN PIRSELIMOGLU ercan Kesal, maryam Zaree, riza akin, mehmet avci, nihat alptekin
di
VITTORIO MORONI
(Italia, 2013, 110’)
RETROSPETTIVA
Di ritorno dalla guerra A cavallo tra gli anni ’50 e ‘60 la produzione cinematografica legata alla mitologia e all’antichità greco-romana fu decisamente abbondante, ma pochi di quei film seppero sfoggiare una messa in scena tanto spettacolare e magnificente quanto quella di Ursus (1961). Con un cast in cui compaiono, tra gli altri, Moira Orfei e Mario Scaccia, Carlo Campogalliani si cimenta con il tema universale e storicamente persistente del trauma del rientro dalla guerra. Senza cadere in toni nostalgici e patetici, l’atmosfera della sceneggiatura resta divertente e spettacolare e non tralascia colpi di scena degni dello straordinario impegno scenografico del filone mitologico. Per l’omaggio a Claudio Gora il programma propone Febbre di vivere (1953), seconda regia dell’autore, che continua l’analisi della crisi di valori conseguente al conflitto bellico con uno sguardo impietoso, già cominciata ne Il cielo è rosso. Si confrontano così sullo schermo personaggi problematici, interpretati da Marcello Mastroianni, Massimo Serato e Marina Berti; personaggi che diventano tratti salienti della filmografia di Gora. La maestria di questi attori, al servizio dell’adattamento letterario a cura di Leopoldo Trieste e Suso Cecchi d’Amico, porta ad un risultato coinvolgente e melodrammatico.
ALEkSEj jUREVIč GERMAN leonid Yarmolnik, Yuriy tsurilo, natalia moteva, dmitry vladimirov, laura lauri, aleksandr ilin
(Russia, 2013, 170’)
truccatrice professionista. In realtà le cose stanno diversamente: Zoe è costretta a lavorare in un negozio di alimentari durante l’estate, Asal andrà alle secondarie in inverno. Kai è il ragazzo di cui Asal si innamora. I tre decidono di fare una gita al lago e sarà una passeggiata romantica a mettere alla prova l’amicizia tra le due ragazze.
My Mommy Is in America and She Met Buffalo Bill
Sitting Next to Zoe di
IVANA LALoVIć
(Svizzera, 2013, 88’)
Asal e Zoe hanno 15 anni e sono grandi amiche. Trascorrono insieme ogni minuto della loro ultima estate spensierata. Asal, carina ma timida, desidera un ragazzo, e Zoe, paffuta e ottimista, sogna di diventare una
Basato sul romanzo omonimo di Arkadi e Boris Strugatzky, il film racconta le vicende di un gruppo di storici terrestri che vivono in incognito su un pianeta che sembra vivere una fase storica molto simile al medioevo terrestre. Fingendosi abitanti del pianeta, gli studiosi assistono impotenti ad atrocità e ingiustizie. La loro missione è quella di proteggere alcuni individui, le cui conoscenze potrebbero aiutare l’intero pianeta. Il protagonista, Don Rumata, dovrà salvare uno dei sapienti, Budhakm, tenuto prigioniero da un cardinale al servizio di un re debole e di un tiranno pazzo.
Fear of Falling, Jonathan Demme
grande schermo come protagonisti di Fear of Falling dopo la collaborazione con Louis Malle, che li aveva diretti ne La mia cena con Andre (1982) e Vanya sulla 42ª strada (1994). Nella giornata di oggi l’Italia è invece rappresentata da Elisabetta Sgarbi e il suo Quando i tedeschi non sapevano nuotare (Italia, 2013), racconto della Resistenza nel Basso Ferrarese e nel Polesine che raccoglie episodi e testimonianze di chi vi ha fatto attivamente parte. In collaborazione
eventi sPeciali
Kiko ha 16 anni, è figlio di un italiano, defunto, e di una filippina. Con loro vive Ennio, il nuovo compagno della madre, un caporale che sfrutta immigrati clandestini. Ogni giorno, dopo la scuola, Kiko è costretto a lavorare nei cantieri edili di Ennio. Sente di vivere nel pianeta sbagliato. Gli rimane solo un rifugio in cui poter ancora sognare: un vecchio autobus abbandonato in una discarica. Un giorno un vecchio amico del padre, Ettore, viene a cambiare il suo destino: lo cerca e si offre di diventare il suo maestro...
con
MAXXI – Cinema e Arte
Un dramma che ruota intorno al tema dell’identità. Protagonisti sono un uomo e una donna, lui presta servizio nella cucina di un ristorante di Istanbul, lei, molto più giovane, lavora insieme a lui. Un giorno, il marito di lei finisce in carcere. Un evento che cambierà le vite di entrambi, portandoli ad avvicinarsi, scontrarsi e a porsi domande alle quali dovranno trovare delle risposte.
(Turchia, Grecia, Francia, Germania, 2013, 123’)
Premio alla carriera
MARC BORéAL, THIBAUT CHATEL
(Francia, 2013, 75’)
Adattamento della graphic novel francese di Jean Régnaud ed Emile Bravo. Molte cose son cambiate per Jean da quando la scuola è iniziata. Deve imparare a comportarsi da grande e soprattutto venire a patti col fatto che sua madre non torna dal suo viaggio in Africa e America, iniziato quando è nato il fratellino Paul. L’unica cosa che ha di lei sono le cartoline che gli ha mandato e che il suo amico Michèle gli legge di nascosto. Jean ha una fervida immaginazione che usa per esplorare con audacia i paesaggi delle cartoline...
con MAXXI invece Twenty-OneTwelve The Day the World Didn’t End (Portogallo, 2013) di Marco Martins e Michelangelo Pistoletto, riflessione sul ruolo dell’arte come catalizzatore delle trasformazioni all’interno della società, ambientata il 20 dicembre 2012, giorno precedente la profezia Maya sulla fine del mondo. Ambientato nel dicembre 2011 è invece il cortometraggio francese di Ronny Trocker Gli immacolati (Francia, 2013), che racconta una storia di violenza e stupro. Antoine d’Agata, fotografo estremo dell’agenzia Magnum, porta sullo schermo il diario autobiografico di un uomo senza legami, reduce da un lungo viaggio, in Atlas (Francia, 2013), mentre That Has Been Bothering Me the Whole Time (Austria, 2013) è il nuovo cortometraggio dell’iraniano di base a Vienna Arash T. Riahi. Dall’India, ecco il corale Makara (India, 2013) di Prantik Basu.
Tavola rotonda
14 nov h. 10 maXXi
risonanze & eventi 9 GIORNI DI GRANDI INTERPRETAZIONI Vedi #1 - 08 novembre 10.30-14/15-19 Stand Lottomatica, Villaggio del Cinema | www.rbcasting.com CINEMA, LAVORO E RESPONSABILITà Un’occasione per approfondire i temi legati al futuro del cinema, con il coinvolgimento diretto di registi, attori e aziende. Intervengono: Fabio Gallia, Nicola Maccanico, Maria Sole Tognazzi, Pierfrancesco Favino, Cristiana Capotondi e Luigi Abete. (Ingresso su invito) h. 11-13 | Auditorium MAXXI via Guido Reni 4 MOVIEXTRA: FELLINIANA Vedi #1 - 08 novembre h. 15-19 | AuditoriumArte www.moviextra.rai.it INCONTRI Il regista Spike Jonze incontra il pubblico (8€ pub/acc) h. 18 | Sala Petrassi CONVERSAZIONI VIDEO Vedi #1 - 08 novembre h. 18.30 | Casa dell’Architettura p.zza Manfredo Fanti 47
11 lunedì
Focus Aleksej Jurevič German
di
ALEkSEj jUREVIč GERMAN Figlio dello scrittore e sceneggiatore Yuri P. German, Aleksej Jurevič German, dopo un diploma in Arte Drammatica, vede i suoi esordi come attore, lavorando dal 1961 al 1964, a Leningrado con il Teatro Drammatico Statale; lo stesso anno entra come aiuto regista nello Studio Lefil’m. Dopo alcune esperienze formative ha modo di esordire dietro la macchina da presa nel 1971 con Controllo Stradale, opera che lo impone subito come ‘autore eretico’ (il film sarà vietato sino al 1985). Agli inizi degli anni ‘80 viene espulso dall’Unione dei Cineasti: il suo film più celebre, Il mio amico Ivan Lapšin, riuscì ad uscire solo nel 1884, e nel 1986 fu premiato col Pardo di bronzo a Locarno, ove si portò a casa pure il premio Fipresci. Lontano anni luce dalla retorica del “Realismo socialista”, German resta una indomabile belva anche nella Russia post-disgelo. Nel 1998 presenta a Cannes Chrustalëv, la macchina!, implacabile “j’accuse” (e pietra tombale) sulla cupa era staliniana (il film è ambientato nel 1953, anno della morte del dittatore). Gli ultimi quindici anni della sua vita saranno in gran parte dedicati alla realizzazione della propria opus magnum, È difficile essere un dio, dall’omonimo romanzo fantascientifico di Arkadi e Boris Strugatzki: un sogno celluoideo accarezzato sin dal 1964.
di andrea bruni
Under the sign of Griffith and Bosch Modern art is solipsistic. After the shape and light asperities of Expressionism and Impressionism, the isolated sprays of gunfire of Avant-garde, only cinema re-discovers the sumptuous charm of Fresco. And with little influence from sponsors, since – as Vasari already noted in 1550 – painting on large walls was the technique where mastery and beauty prevailed. D.W. Griffith, much like a God of Olympus, used a 30-metre tower to dominate from above the set of Intolerance and coordinate the masses at his will. Abel Gance, with imaginative Napoleon managed to reinvent cinema itself with courageous editing techniques and wide shots as (in his own words) “we need to make actors out of audience, mix them into the images, make them protagonist of the rhythm of images”. Aleksej German’s radicality made the dream of his whole life, making the movie based on novel Hard to Be a God by Arkadi and Boris Strugatzky combine with his Flemish (Bruegel the Elder and Bosch) apocalyptic vision of the world into the ultimate, extreme Fresco. Through horror and the blind, late medieval putrescence of that flagellate planet Arkanar, German shows us the Malebolge of Stalinist Russia. A master of choreography in every single act as well as the most ambitious mass scenes, before the disturbing images of Hard to Be a God we reminisce what Dominicus Lampsonius, another Flemish artist, used to say, ideally questioning Bosch: “What about your astonished eyes, Hieronymus? Your pale face? Like you were looking the lemures and spectres of hell flying before you. I could believe the doors of the Ades and the house of Tartarus opened for you, as your right hand could depict to perfection what is inside the deepest recesses of the underworld.” L’arte moderna è solipsistica; dopo le asperità plastico-luministiche di Espressionismo ed Impressionismo, dopo le isolate raffiche di mitraglia delle avanguardie storiche, solo il cinema riscopre il sontuoso fascino dell’affresco. Senza le forche caudine della committenza, peraltro, perché - come già diceva il Vasari nel 1550 - la pratica del dipingere sui grandi muri è «il più maestrevole e bello». D.W.Griffith, simile ad un dio dell’Olimpo, utilizzava una torre alta quasi 30 metri per dominare dall’alto i set di Intolerance e coordinare le masse a suo piacimento; Abel Gance, con l’immaginifico Napoleon arrivò a re-inventare il cinema stesso con le sue arditezze di montaggio e i suoi grandangoli, perché - parole del titanico regista - «bisogna fare di uno spettatore un attore, mischiarlo alle immagini, renderlo protagonista del ritmo delle immagini». La radicalità di Aleksej German ha fatto sì che il sogno di una vita, l’adattamento del romanzo È difficile essere un dio di Arkadi e Boris Strugatzki, con la sua visione del mondo da apocalisse fiamminga (Bruegel il Vecchio e Bosch su tutti) divenis-
TAyFUN PIRSELIMOGLU Autore turco, studia pittura e incisione all’Accademia di Arti Applicate di Vienna. Dopo varie mostre a livello internazionale, dagli anni ’80 si dedica alla scrittura (ha all’attivo quattro romanzi) e alla sceneggiatura. Il debutto nel lungometraggio avviene nel 2002 con Hiçbiryerde, mentre Rıza risale al 2007. Creatore di personaggi disperati in lotta contro un destino avverso, Pirselimoglu continua la sua esplorazione dell’animo umano con Saç e Pus (2010), e con I Am not Him.
Il cinema di Aleksej Jurevič German
di
con
ALICE NELLA CITTÀ
(If I Close my Eyes I’m not Here)
FUORI CONCORSO
Trudno byt’ bogom (Hard to Be a God)
concorso
Se chiudo gli occhi non sono più qui
Art corner Gli spettatori del Festival possono visitare, usufruendo del biglietto ridotto, il Museo e le mostre in corso, a partire dall’ironica e geniale Galleria Vezzoli (fino al 24 novembre), a cura di Anna Mattirolo, per poi passare a The Cast, dove Clemens von Wedemeyer fa rivivere con i suoi video ad altissima tecnologia i calchi e le sculture, i fasti e la decadenza di Cinecittà (fino al 26 gennaio 2014). mar, mer, ven, dom 11-19, sab 11-22, chiuso lun via Guido Reni 4/A - via Masaccio www.fondazionemaxxi.it
30|31
di
Il racconto realistico di una periferia italiana abitata dai membri della comunità abusiva del Parco Saraceno. Simili a surreali personaggi, rinchiusi da almeno dieci anni in un luogo infinitamente degradato e senza tempo, gli abitanti del Parco vivono tra miserie e illegalità, sospesi tra violenze quotidiane e il sogno di una vita normale. Ma il destino del Parco Saraceno è segnato. Nell’arco di qualche anno verrà abbattuto per far posto ad un enorme porto turistico, simbolo del rilancio del territorio. Montesarchio segue le vicende di una varia umanità, estrema e dimenticata.
h. 14.30 Sala Sinopoli FUORI CONCORSO pubb. | accr. € 8
L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO di Giovanni Veronesi Italia, 113’
h. 14.30
CINEMAXXi
FUORI CONCORSO
64 P quée 200x280 mm a en Ang a s
h. 14.00 Sala Santa Cecilia ALICE NELLA CITTÀ pubb. | accr. € 5
MARINA di Stijn Coninx Belgio, Italia, 110’
ARRIVANO I TITANI di Duccio Tessari Italia, Francia, 120’
Mr Demme is coming to town
con
page re ure orma angue
Aleksei Guskov
Ogni Festival ha le sue madrine. Senza quel tocco di glamour e un tappeto rosso un Festival sembrerebbe una rassegna cinematografica e nulla più. Per l’apertura di Roma è stata scelta l’icona presente della città: Sabrina Ferilli. Una donna che rappresenta al meglio l’anima di Roma, un po’ colta, un po’ popolare. Un’attrice che da anni, grazie ad una prorompente fisicità, riesce a mescolare bravura e simpatia oltre i confini della capitale. E poco conta che la Ferilli sia in realtà una donna minuta, che ha saputo al meglio valorizzare le forme nei punti giusti. Non c’è finzione, esiste solo il criterio della giusta armonia di proporzione! La cerimonia di chiusura è affidata all’attrice poco più che trentenne Anna Foglietta, che nella sua carriera ha alternato cinema, televisione e teatro. Uno dei volti più interessanti e versatili del nuovo cinema italiano, con alcune significative incursioni anche nel cinema internazionale. Oltre ai premi della Festa del Cinema di Roma, a lei spetta il ruolo di maestra di cerimonie per l’assegnazione del Maverick Director Award a Tsui Hark, il regista, produttore e sceneggiatore di Hong Kong.
LE FATICHE DI ERCOLE di Pietro Francisci Italia, 103’
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA VIII EDIZIONE 8>17 novembre 2013
CARLO CARLEI douglas booth, Hailee steinfeld, damian lewis, Paul giamatti, laura morante, thomas arana, Kodi smit-mcPhee, natascha mcelhone
ROMANO MONTESARCHIO con claudia conte, Pasquale Patierno, salvatore Palomba, vincenzo marotta, ciro salessi, carmine migliaccio, costantino migliaccio, caterina cerchia, lello cerchia, nello Formisano
Luca Guadagnino
Programma sabato 09
09
Nata a Buenos Aires nel 1969, si diploma in regia al Centro de Experimentación y Realización Cinematográfica. Il suo primo lungometraggio, Vagon fumador, vince la Carabela de Plata per il miglior film d’esordio al Festival de Cine Iberoamericano di Huelva (Spagna).
Regista, sceneggiatore e produttore, membro d ella giuria della 67. Mostra del Cinema di Venezia, il suo Io sono l’amore ottiene la candidatura agli 82. Academy Awards per i migliori costumi.
h. 11.30 Teatro Studio RETROSPETTIVA pubb. | accr. € 5
sabato
Verónica Chen
Regista, sceneggiatrice e attrice, Noémie Lvovsky è nata a Parigi. Nel 2012 scrive, dirige e interpreta Camille redouble, presentato a Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs, vincitore del Variety Piazza Grande Award al Festival di Locarno e candidato a 13 César.
Ben o degilim (I Am not Him)
(Regno Unito, 2013, 118’)
PROSPETTIVE DOC ITALIA
Partita doppia. Le madrine di Roma
Nato a New York nel 1969, regista, sceneggiatore e produttore. Il primo film da lui scritto e diretto, il noir Little Odessa con Tim Roth, Vanessa Redgrave, Maximilian Schell e Edward Furlong, vince numerosi premi fra cui il Leone d’argento e la Coppa Volpi alla migliore attrice non protagonista (Redgrave) alla 51. Mostra del Cinema di Venezia.
Giuria cinemaXXi Noémie Lvovsky
CONCORSO
di
concorso
BNL dal 1935 è partner economico del cinema italiano. Come coniugare il profitto alla cultura espressa dalla settima arte? BNL ha sempre posto grande attenzione al mondo della cultura e dell’arte in tutte le sue forme. In circa 80 anni, è diventata la Banca di riferimento del settore cinematografico, contribuendo attivamente alla crescita della vita culturale italiana e rendendo possibili progetti innovativi e di grande impatto nei comportamenti sociali e di consumo che hanno consentito all’industria cinematografica di accompagnare l’evoluzione della società, in alcuni casi anticipandone gli scenari futuri. continua a p. 12 >
di
con
Ritratti abusivi
BNL ha scelto di sostenere il Festival Internazionale del Film di Roma sin dalla sua prima edizione nel 2006, riconoscendo la validità del progetto culturale e contribuendo negli anni alla sua crescita. Abbiamo incontrato Alberto Baldini, Referente Cinema-Media di BNL Gruppo BNP Paribas.
h. 11.30 Sala Santa Cecilia ALICE NELLA CITTÀ scuole| pubb. | accr. € 5
Romeo and Juliet (Romeo e Giulietta)
di
Giuria concorso James Gray (presidente)
Referente Cinema-Media di BNL Gruppo BNP Paribas
EN SOLITAIRE di Christophe Offenstein Francia, 96’
FUORI CONCORSO
COSIMO ALEMà Riconosciuto come uno dei maestri dei videoclip italiani, esordisce alla regia cinematografica nel 2011 con l’action-thriller At the End of the Day - Un giorno senza fine, dirigendo un cast di interpreti britannici. Ha firmato svariate campagne di promo televisivi e insegnato Video Design allo I.E.D. di Roma. Dal 2008 suona la chitarra e le tastiere in una band new wave-indie di nome Qali.
Intervista Alberto Baldini
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BNL e del Gruppo, dal 2010 ad oggi, per un investimento complessivo di oltre 13 milioni di euro. Oggi il cinema italiano è molto cambiato, rispetto agli anni d’oro della “Hollywood sul Tevere”, che attraevano i capitali delle major americane. Rispetto agli anni ‘60 è cambiato anche il mercato con una netta supremazia dell’industria americana e la crescita di cinematografie locali che fino agli anni ‘40 non esistevano. Il cinema italiano pertanto punta a rilanciare l’export verso i Paesi emergenti dell’Estremo Oriente e del Sudamerica, attraverso gli incentivi per la distribuzione e cercando di attirare gli investimenti nel nostro Paese con il tax credit. Per affrontare il difficile momento che il cinema italiano sta vivendo, da quest’anno, per la prima volta, i vari attori coinvolti – il Ministero dello Sviluppo Economico e dei Beni Culturali insieme all’ANICA – hanno avviato un processo di sistema sull’internazionalizzazione del cinema italiano che si basa su 3 fattori: export, coproduzioni e attrazione di investimenti esteri sul nostro territorio. Il tax credit ha certamente un ruolo significativo anche per attrarre investimenti stranieri in Italia: la Legge 112/2013 ha riportato gli incentivi fiscali da 90 milioni a 110 a partire dal prossimo anno. Un’altra soluzione per il nostro cinema, o meglio per i nostri distributori, potrebbe essere quella della diversificazione, ovvero proporre un’offerta alternativa agli spettatori, utilizzando le opportunità tecnologiche offerte dal digitale: aprire una multiprogrammazione interdisciplinare che spazi dalla proiezione dei concerti rock all’opera, dal balletto alle mostre, dalle vecchie pellicole restaurate alla partita di calcio.
A.J. German, il grande colpo del festival. A questo proposito credo sia sufficiente citare quello che pochi giorni fa Gilles Jacob, Presidente del Festival di Cannes, ha dichiarato al quotidiano francese «Libération», quando alla domanda su quale fosse il capolavoro, ancora non visto, capace di cambiare per sempre il modo di pensare il cinema, la sua scelta è caduta senza la minima esitazione proprio su È difficile essere un dio di German. Questo film, in lavorazione per 13 anni e che tutti i festival del mondo si sono contesi, arriva a Roma su espressa volontà del regista, perla che ci aiuta lì dove vogliamo sforzarci, far tornare cioè al pubblico la voglia di andare al cinema e perdersi nell’incantesimo della sala buia.
Un nuovo adattamento cinematografico della tragedia scespiriana, una storia senza età ripensata per il ventunesimo secolo e per chi ancora, soprattutto fra le nuove generazioni, non conoscesse l’immortale storia d’amore dei due sfortunati innamorati di Verona o volesse semplicemente immergersi in questa nuova reinterpretazione di Carlei. Dopo cinque secoli Shakespeare non smette di ispirare l’arte in tutte le sue forme.
La struttura del programma: immediatezza di lettura dei percorsi. La questione fondamentale resta quella relativa alla leggibilità delle linee programmatiche che vengono di volta in volta tracciate. Quando un festival ha bisogno di una segnaletica complicata per indicare il proprio percorso, il suo funzionamento in un’area metropolitana e variegata come Roma è già compromesso. Osservando il palinsesto, per quanto riguarda i film in concorso, alle cinque del pomeriggio c’è la fascia delle rivelazioni, opere prime o seconde di registi nuovi che hanno scelto il Festival come palcoscenico per confermarsi e proseguire un percorso artistico, con un supplemento di visibilità. Nella fascia serale, a partire dalle sette e mezza, ecco i film di cui ‘molti sanno già tante cose’, pellicole cioè sorprendenti come Dallas Buyers Club, Her di Spike Jonze, Out of the Furnace, Another Me, film caratterizzati da cast dall’attrattiva immediata, ad alto tasso di divismo. Per gli abituali frequentatori di festival c’è infine la fascia delle dieci di sera, con film in concorso e ultimi lavori di nomi ormai confermati, la cui importanza non è più da dimostrare. continua a p. 12 >
Yuri Ancarani, Julie Bertuccelli, Benny Chan, Mark Chao, Nick Cheung, Amit Dutta, Shaofeng Feng, Lin Gengxin, Hiroaki Harada, Tsui Hark, Satoshi Judai, Ian Kim, Louis Koo, Sean Lau, Takashi Miike, Issei Okihara, Nicolas Pereda
Intervista Alberto Baldini continua da p. 4
Oggi più che mai, in questi anni difficili, BNL – che quest’anno celebra 100 anni di attività –, crede consapevolmente, come azienda responsabile e non solo come attore finanziario, nella necessità di coniugare il profitto con la cultura e la solidarietà sociale. La relazione con la cultura va al di là di una semplice politica di intervento. Non si tratta solo di visibilità e immagine, non è uno strumento per misurare la reputazione di un’azienda, non è mecenatismo: è un valore che fa parte del nostro DNA. BNL supporta, infatti, il cinema nelle sue diverse esigenze, sostenendo manifestazioni e progetti, promuovendo in prima persona iniziative e convegni, finanziando la realizzazione e la distribuzione dei film nonché le ristrutturazioni delle sale di proiezione. In particolare, la Banca guarda con fiducia e positivamente al futuro e ai giovani. Al riguardo, voglio ricordare il recente accordo con il Centro Sperimentale di Cinematografia che prevede l’investimento triennale di BNL tramite tax credit per almeno un film all’anno tra quelli realizzati dagli allievi del Centro. E ancora, il sostegno a progetti innovativi e forme alternative di comunicazione di registri e produttori, come avviene da dieci anni con il supporto alle Giornate degli Autori a Venezia.
La selezione: non solo intrattenimento&ricerca… La cosa interessante è ravvisare elementi sorprendenti anche all’interno di pellicole più dichiaratamente d’intrattenimento e, di riflesso, tratti spiccatamente comici anche in film apparentemente più rigorosi e di ricerca. Basti pensare alla serata di apertura, concepita seguendo proprio questo proposito: c’è il ritorno della grande commedia all’italiana con L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi, interpretato da quella che potremmo definire la “Famiglia Reale” del cinema italiano, opera che diverte e indigna ripercorrendo le vicende più significative della recente storia d’Italia; c’è la commedia napoletana che pare scritta da un moderno Eduardo De Filippo, L’amministratore di Vincenzo Marra, che poi si scopre essere un documentario su un personaggio reale, amministratore per l’appunto di una cinquantina di condomini disseminati su tutto il comprensorio napoletano; per gli amanti del genere c’è infine Snowpiercer, straordinario apologo filosofico, film di fantascienza molto oscuro realizzato da un regista sudcoreano, con un cast che alterna star dell’intrattenimento a leggende viventi del cinema d’autore. Naturalmente il programma non si limita a intrattenimento e ricerca. Dobbiamo sforzarci di rifiutare fermamente gli steccati che si vengono a creare tra cultura e mercato, attraverso una buona dose di quella che io definisco “schizofrenia controllata”, costruendo cioè un rapporto di complicità e fiducia con gli spettatori, in un luogo così particolare per la concentrazione di sale e appuntamenti come può essere l’Auditorium Parco della Musica, offrendo proposte innovative senza perdere mai di vista i tempi di assorbimento delle fette di pubblico con cui il rapporto è stato instaurato. Dovendo fare un po’ di autocritica, è come se l’anno scorso noi avessimo percorso un chilometro, trovandoci poi costretti a fermarci per aspettare gli spettatori. Quest’anno abbiamo percorso piuttosto 50 metri, disseminando questo tragitto di riferimenti ad hoc affinché il pubblico potesse raggiungerci il prima possibile.
daily 8 • 15 nov
daily 5 • 12 nov
Direttore Artistico Festival Internazionale del Film di Roma Müller atto secondo: consolidamento e sfide di un nuovo corso. Venivamo da un’edizione in cui erano state prese le misure di quello che poteva essere un modello di festival moderno e metropolitano. L’edizione di quest’anno si è configurata da subito come un’edizione di verifica del programma che poteva essere proposto in una città come Roma, in cui il pubblico come entità astratta non esiste, soppiantato piuttosto da gruppi di spettatori molto diversi tra loro e accomunati da affinità culturali, abitudini di frequentazione, fasce di età. Il programma di quest’anno risponde, quindi, per certi aspetti alle questioni sollevate nell’edizione precedente, per certi altri si delinea volutamente come ‘contraddittorio’, genuinamente innovativo. Non so quanto sarà ancora possibile andare avanti seguendo la vecchia concezione di festival che in qualche modo deve rispondere alle carenze e ai ‘buchi’ del circuito di diffusione e informazione cinematografica. Ciò che mi preme è spingere l’ambiente a non accettare lo status quo, fare in modo che alla fine della rassegna una concezione così retrograda non abbia più motivo di esistere.
9 dailies in one
Cosimo Alemà, Kiarash Asadizadeh, Carlo Carlei, Jakob Cedergren, Jonathan Demme, Helle Fagralid, Isabella Ferrari, Massimiliano Gallo, Paul Giamatti, Nils Malmros, Antonio Morabito, Laura Morante, Claudio Santamaria, Elisabetta Sgarbi, Francesco Siciliano
Intervista Marco Müller
se l’affresco estremo e definitivo. Attraverso gli orrori, le cieche putrescenze da Basso Medioevo che flagellano il pianeta Arkanar, German ci mostra le Malebolge della Russia stalinista. Maestro nell’arte del coreografare sia il singolo atto che le più ambiziose scene di massa, davanti alle sconvolgenti immagini di È difficile essere un dio torna alla mente ciò che Dominicus Lampsonius, altro artista fiammingo, diceva rivolgendosi idealmente a Bosch: «Che significa, o Hieronymus, quel tuo occhio attonito? Quel pallore del volto? Come se tu stessi guardando i lemuri e gli spettri dell’inferno svolazzarti davanti. Potrei credere che ti si siano spalancate le porte dell’avido Dite e le dimore del Tartaro, poiché la tua destra ha potuto dipingere tanto bene tutto quello che il più profondo recesso dell’Averno contiene».
MARC TURTLETAUB alicia silverstone,
con
FUORI CONCORSO
Au bonheur des ogres (Il paradiso degli orchi) di NICOLAS BARy con raphaël Personnaz, bérénice bejo, Émir Kusturica, guillaume de tonquédec, thierry neuvic, isabelle Huppert (Francia, 2013, 92’)
Benjamin Malaussène è un capro espiatorio, un uomo pagato per prendersi la responsabilità di qualsiasi guasto o malfunzionamento degli oggetti venduti ai Grandi Magazzini. Ogni volta che viene chiamato all’Ufficio Reclami deve ripetere la stessa partitura, impietosire a tal punto l’acquirente da costringerlo a ritirare il reclamo. Proprio dopo aver concluso una sua performance, nei Grandi Magazzini scoppia una bomba; un boato, delle urla, poi il silenzio. Una sola vittima, un uomo dilaniato. Adattamento del primo romanzo di successo della saga Malaussène creata dallo scrittore francese Daniel Pennac.
NICOLAS BARy Regista francese, inizia a produrre i primi cortometraggi durante il periodo del liceo. Nel 2008, a soli ventotto anni, scrive e dirige il primo lungometraggio, Les enfants de Timpelbach, e fonda una sua società di produzione, Les Partenaires. Au bonheur des ogres, trasposizione dell’omonimo romanzo di Daniel Pennac, è il suo secondo lavoro da regista.
Daily 6
Interview Marco Müller continues from p. 2
Joon-ho Bong, Fruit Chan, Gordon Chan, Kelly Chen, Chris Evans, Elio Germano, Alessandro Haber, Ed Harris, John Hurt, Teddy Robin Kwan, Ka Tung Lam, Lawrence Lau, Chi Ngai Lee, Vincenzo Marra, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis, Sergio Rubini, Octavia Spencer, Tilda Swinton, Giovanni Veronesi, Simon Yam
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Daily 4
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daily 7 • 14 nov
daily 2 • 09 nov
The selection: more than entertainment and research… The most interesting part of the job is to understand what surprising elements can be there even in admittedly entertainment-oriented films and, conversely, blatantly comical hints in films more on the rigorous side of research. Just think about the opening night, created around this very concept: the return of the great Italian comedy with L’ultima ruota del carro by Giovanni Veronesi, interpreted by what we can call the Royal Family of Italian cinema - the movie entertains and outrages by commenting the most meaninful facts in our recent history. Then you have Neapolitan comedy that seems to have been penned by a modern Eduardo De Filippo, L’amministratore by Vincenzo Marra, which we will find out it is a documentary on a living person, a housing manager of some 50 condos all around the greater Naples. For those who like the genre, Snowpiercer, an extraordinary philosophical apology, a dark sci-fi flick by a South Korean director. Its cast alternates stars of the entertainment and legends of auteur cinema. Naturally, the program will not limit to entertainment and research. We should strive not to let culture and market fence off one another with a booster dose of what I call ‘controlled schizophrenia’, that is, complicity and trust with audiences. In such a peculiar location as the Auditorium Parco della Musica, we will offer innovation and never let go of that audience we were able to let movies cling to. This is one thing we can improve on last year’s performance, when we sprinted one kilometre and had to wait for the audience to catch up. This year, we will walk 50 metres and leave references for everybody to keep up with the race.
visibility genre cinema can exploit thanks to the media attention that American blockbusters will gather. We strategically programmed this movies at night. Just look at the schedule. As per movies in competition: every day at five you have revelations, first or second movies by emerging talents that chose the Festival as stage to prove their worth and launch their artistic career with a plus on visibility. At night, from 7:30 on, movies ‘we already know a few things about’, great films such as Dallas Buyers Club, Her by Spike Jonze, Out of the Furnace, Another Me, films that have appealing casts, high rates of glamour around here. Festival habitués should keep an eye on 10pm: film in competition and the last works by names who proved themselves worthy in the past and don’t need no confirmation anymore.
daily 4 • 11 nov
Daily 2
Müller, second act: getting stronger, accepting new challenges While working on last year’s edition, we envisioned what could be a model festival, modern and metropolitan. This year, we wanted right away to put to test what program we could offer in a city like Rome, whose public cannot be abstractly thought as one, on the contrary, it is composed of several audiences different from one another in cultural affinities, habits, and demographics. This year’s program is, in fact, the answer to what questions have been raised in the past. In a way, it is voluntarily contradictory and genuinely innovative. I don’t know how longer we can keep going on with the old concept of festival, that in some way or another has to fill in where and when distribution and information in the world of cinema come short. What I really care about is for the industry to go further than the status quo and for the festival to leave no reason for the old concept to exist anymore.
daily 1 • 08 nov
Daily 2
Artistic Director of the Rome Film Festival
9 dailies in one
Festival Internazionale del Film di Roma
Interview Marco Müller
13 mercoledì
Si apre all’insegna dell’Oriente questa giornata di CinemaXXI. Abbinato al lungometraggio in concorso di Jian Cui Blue Sky Bones, il cortometraggio d’animazione in 3D Magician Party and Dead Crow (Cina, 2013) di Sun Xun analizza l’antico universo e le divinità di una volta attraverso i primi monumenti realizzati dagli esseri umani. A seguire Beautiful New Bay Area
Destination Venise Compagnons de Voyage Venise... quand, quoi, qui, o첫 Brochure
VENEZIA... da non perdere
ARTE A VENEZIA
Una città, patrimonio del mondo, un nome conosciuto anche negli angoli più remoti della terra, un’icona di bellezza senza eguali che ognuno vorrebbe visitare almeno una volta nella vita. Venezia ha saputo conservare degli angoli nascosti, pronti a essere svelati a chi non sia un visitatore frettoloso o distratto. Nella sua storia più che millenaria, moltissimi personaggi illustri sono stati rapiti dalle sue chiese, dai suoi palazzi e dai tesori in essi contenuti. Il Canal Grande è la via d’acqua più famosa al mondo, dove nel volgere di poco si susseguono meraviglie dell’architettura e riflessi di luce in continuo divenire. Venezia non è un viaggio, ma un’esperienza che va vissuta più e più volte.
RIALTO
ACCADEMIA
SAN GIORGIO MAGGIORE
GIUDECCA
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
BASILICA DEI FRARI
CAMPO SANTA MARGHERITA
ARSENALE e CASTELLO
MURANO, BURANO, TORCELLO
LIDO
Piazza San Marco
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LE 100 CHIESE DI VENEZIA
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Artisti Giovanni Bellini (Venezia, ca 1430-1516)
Partendo da elementi stilistici tardo gotici, riesce a fare una sintesi originale con il senso della spazialità rinascimentale appreso dal Mantegna. Ciò che lui ottiene è una pittura in cui il colore e la luce creano un effetto di spazialità nuovo. Museo Correr + Fondazione Querini Stampalia + Accademia
Carpaccio (1465-1525)
Dallo stile personalissimo, sviluppò una pittura fortemente narrativa, come testimoniato dalla serie di teleri con storie di santi, primo fra tutti il ciclo dedicato alle Storie di Sant’Orsola. Immagine: Uomo col berretto rosso Gallerie dell’Accademia + Museo Correr + Scuola di San Giorgio degli Schiavoni
Giorgione (1477–1510)
«Egli appare piuttosto come un mito che come un uomo» (Gabriele D’Annunzio, 1928). La scarsità di notizie biografiche non permette di ricostruire con esattezza le tappe della sua vita. Fu certamente allievo di Giovanni Bellini e risentì dell’influsso di Antonello da Messina, Dürer, Leonardo. Giunse a una pittura tutta colore e paesaggio: La Tempesta.
urban life
Gallerie dell’Accademia
Tiziano (1490-1576)
Dagli esordi veneziani in seno alle botteghe di Giovanni Bellini e Giorgione all’autonomia acquisita con le grandi tele per i dogi, gli Este e i Della Rovere, fino ad arrivare alle committenze imperiali di Carlo V e poi del figlio Filippo II. Magistrali il senso del colore, la sensualità delle forme, l’elemento naturalistico e l’evoluzione della pennellata. Gallerie dell’Accademia + Basilica dei Frari
Tintoretto (1519-1594)
Fondamentali note caratterizzano il suo stile: la prepotente e complessa dinamicità dell’invenzione prospettico-spaziale, la scattante rapidità del segno, l’accentuazione dei moduli plastici e delle vampate chiaroscurali, la trattenuta potenza di gesti e pose, la forza concitata dei colori, la luce in contrapposizione al sontuoso tonalismo di Tiziano. Scuola Grande di San Rocco + Chiesa di San Giorgio
Paolo Veronese (1528–1588)
Al pari del Tintoretto, la sua ricerca pittorica è legata molto all’effetto scenografico, in grandi tele che affolla di personaggi e di numerosi particolari, sullo sfondo di complesse e spettacolari architetture. La sua formazione è però diversa dal Tintoretto. Non è la pittura di Tiziano a segnare il suo stile, bensì quella dei manieristi Giulio Romano, Correggio e Parmigianino. Chiesa di San Sebastiano + Gallerie dell’Accademia
Giambattista Tiepolo (1696–1770)
Instancabile realizzatore di imprese monumentali su tela o a fresco, vero e proprio detentore del monopolio tanto nella decorazione dei palazzi lagunari quanto delle ville di terraferma. Mostra una stupefacente capacità di assorbire le intonazioni stilistiche dai più differenti pittori, rielaborandole poi con la propria sensibilità e una tecnica rapida. Ca’ Rezzonico + Gallerie dell’Accademia + Scuola Grande del Carmine
Via Garibaldi
Campo Santa Margherita
Canaletto (1697-1768)
Antonio Canal non inventa il genere della veduta, ma lo ricrea, superando gli esempi dell’olandese Gaspar van Wittel e del friulano Luca Carlevarijs. Il suo genio pittorico, profondamente radicato nella tradizione veneziana, eleva il vedutismo a una corrente di gusto. Ca’ Rezzonico + Gallerie dell’Accademia
DA DORSODURO A RIALTO per arte e bacari
Francesco Guardi
(1712-1793)
Il suo stile personalissimo è libero e allusivo: nelle sue vedute le proporzioni fra i vari elementi sono liberamente alterate, la struttura prospettica diviene elastica e si deforma senza alcun aggancio con la realtà, le figure diventano semplici macchie di colore.
DA DORSODURO ALLA GIUDECCA arte e golosessi (dolci)
Ca’ Rezzonico + Gallerie dell’Accademia
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Piatti Pasta e fasioi (Pasta e fagioli)
Tagliatelle cotte con i fagioli precedentemente preparati per metà passati nel passaverdure e per metà interi con aggiunta di soffritto di cipolla, carota, sedano e pancetta.
Baccalà mantecato
Il baccalà viene cotto e ridotto in crema con abbondante olio, aglio e prezzemolo e poi servito con polentina bianca o crostini di polenta.
Sarde in saór
Una volta cotte le cipolle con aceto e olio, si posavano a strati inframezzati da sarde fritte in contenitori di terracotta. Col passare del tempo alla ricetta originale fu aggiunta l’uva sultanina, che serviva a favorire la digestione e ad addolcire bocca e alito dei suoi degustatori. La ricetta moderna prevede anche i pinoli.
Seppie in nero
Un classico: le seppie in nero si preparano pulendo con cura le seppie e conservando in una scodella il nero di seppia, che verrà aggiunto a metà cottura. Tagliate a listerelle, vengono cotte in un soffritto di aglio e cipolle. Dopo la cottura è possibile servirle con la polenta o con la pasta.
Castraure (carciofini)
Le isole della Laguna di Venezia sono famose per la produzione di carciofi. Sono molto più piccoli degli altrettanto famosi carciofi romani, ma molto saporiti. Le castraure sono i primi carciofini di inizio primavera che vengono tagliati per moltiplicare la crescita di carciofi nella stessa pianta. Vengono tagliati a metà, immersi nell’uovo sbattuto e nella farina e quindi fritti in olio di semi e salati.
Dolci tipici
Il caramel, la frutta caramellata, i biscotti (come i famosissimi baicoli), le fugasse, le fritole, i galani, i buranelli (tipici biscotti dell’isola di Burano) sono i dolci della tradizione veneziana, che venivano sempre annaffiati da vini pregiati orientali come il vino di Cipro, i passiti e la malvasia.
Baicoli
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Erbaria, Rialto
DA CANNAREGIO A CASTELLO tra bacari, ombre e cicheti
I baicoli erano i biscotti della Serenissima, parte integrante delle provviste delle navi mercantili grazie al loro ottimo sapore e alla loro capacità di conservazione. «Non c’è al mondo biscotto più fino, dolce e sano da intingere nella tazza o nel bicchiere del nostro Baicolo Veneziano».
Aperitivi Spritz
Preparato con Aperol, vino bianco (fermo o mosso) e seltz; ora è servito con scorza di limone o arancia, o con oliva verde, e può essere più o meno forte a seconda dell’aggiunta di Aperol, Campari o Cynar.
Bellini
Nella versione originale, un nettare di pesca bianca fresca con l’aggiunta di prosecco o champagne. Esistono anche altre varianti, il Tintoretto, a base di melograno, il Tiziano con uva nera (o uva fragola) e prosecco e il Rossini a base di fragola.
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CUCINA VENEZIANA
La cucina veneziana si presenta nella sua semplice e raffinata varietà, seguendo il corso delle stagioni, offrendo dei piatti tipici, spesso immutati nel corso dei secoli, che lasciano sempre piacevolmente stupito l’ospite delle tavole veneziane, si tratti di semplici e popolari osterie o di raffinati ristoranti stellati. La tradizione gastronomica si basa su un sostanziale equilibrio tra la carne e il pesce; nei secoli passati il piatto tipico della tradizione era la selvaggina di valle, come raffigurato in numerose testimonianze pittoriche. Ancor oggi in alcune importanti feste tradizionali il piatto principale della festa non è il pesce, come sarebbe ovvio pensare, ma la selvaggina, l’anatra, l’anara, come si chiama in dialetto veneziano il volatile tipico delle paludi lagunari. La multiculturalità della Serenissima ha favorito da sempre delle commistioni tra generi, impensabili in altre parti del nord della Penisola. Tra i prodotti di origine orientale il riso è quello che più caratterizza la cucina veneziana. Nel Cinquecento il riso diventa il re delle tavole: risi e bisi (piselli degli orti della Laguna) è il piatto della festa più importante di Venezia, la festa di San Marco; non da meno Carlo Goldoni, in una delle sue commedie, parla dei «cento risi cola quagietta». Ancora oggi a Venezia è possibile gustare una varietà di risotti e minestre di riso. Anche la pasta, usata sin dai tempi molto antichi, celebra un definitivo cosmopolitismo anche della tavola. I bigoi in salsa sono una pasta particolare, somigliante per forma a dei grossi spaghetti dalla superficie ruvida, condita con un sugo di cipolle e sarde, un sapore più vicino alla tradizione araba siciliana che alle abitudini nordiche. Il pesce non viene condito con salse e intingoli, per non fargli perdere quel suo tipico sapore di mare, coniugato alla caratteristica distintiva e imprescindibile della freschezza. Un’eccezione è il saór o savór, un condimento a base di cipolle in agrodolce utilizzato nella cucina veneziana per accompagnare le sarde, sarde in saór, appunto. Era il metodo di conservazione che usavano i pescatori veneziani, i quali avevano l’esigenza di tenere il cibo a bordo per molto tempo o comunque il più a lungo possibile. Il baccalà, lo stoccafisso (merluzzo essiccato) importato dai Veneziani nella seconda metà del ‘500, dopo il Concilio di Trento, dagli empori della Lega Anseatica per consentire a tutti l’astinenza delle carni nei giorni di magro, è una ricetta tipica, delicata e raffinata. Immancabili anche le sepe in tecia col nero, tradizione culinaria antichissima e tipicamente lagunare, che utilizza appunto l’inchiostro naturale delle seppie per caratterizzare il sapore del piatto. L’anguilla (bisato), i molluschi (canestrei), le cicale di mare (canoce), le vongole veraci (caparossoi), la piovra (folpo), i moscardini (folpeti), le cozze (peoci), le lumache (s-ciosi), sono tutti cibi che fanno parte di una lunga tradizione culinaria veneziana. Tra i banchi del Mercato del pesce di Rialto, dove sono ancora visibili le tavole di marmo incise con la lunghezza regolamentata del pesce in vendita stabilita dal governo della Serenissima, ogni giorno è possibile trovare una grande varietà di pescato, magistralmente esposto, con alcune specie ancora vive, a testimoniarne l’assoluta freschezza. In stagione, le moeche, i granchi prima di fare la muta, si muovono incessantemente nelle loro ceste, dove vengono stivati. Tale leccornia, fritta e mangiata nell’interezza, rappresenta una delle specialità della cucina veneziana. Altro piatto prelibatissimo, direttamente dalle tavole della Serenissima, è la granseola; preparata prevalentemente da novembre a gennaio, viene bollita e servita direttamente nel suo guscio con un semplice condimento di olio, sale, pepe e succo di limone. Tra le carni, invece, un posto di rilievo spetta al fegato alla veneziana (figà ala venesiana), le interiora di vitello cotte nella cipolla dorata, di provenienza dagli orti della Serenissima o dalla vicina Chioggia, accompagnato con una morbida polenta. Un’altra invenzione culinaria che da Venezia ha conquistato il mondo è il carpaccio, una carne cruda di manzo, servita con un taglio sottilissimo e condita con una salsa leggera di limone e maionese. In occasione della Festa della Madonna della Salute, il 21 novembre, la cucina veneziana prevede la tradizionale castradina, un piatto antico a base di carne di montone che racconta la Venezia del 1600, quando in tutta Europa si celebrò la fine della pestilenza.
BACARI E OSTERIE
A Venezia si trovano ancora un gran numero di bar, bacari e osterie, molti nella zona di Rialto, nella zona del mercato ittico e ortofrutticolo, lungo la Strada Nova e all’interno di Cannaregio, a Dorsoduro, nella zona di Campo Santa Margherita e San Barnaba. Altri si affacciano numerosi in zone popolari e meno battute dal turismo, nel sestiere di Castello, nella zona interna a San Giovanni e Paolo e in Via Garibaldi. Un tempo la mescita avveniva nelle furatole (le bettole fumose ed affumicate dal camino) e nelle malvasie (rivendite di vini pregiati). L’osteria è il luogo della socialità tipica veneziana, il luogo dove si incontrano gli amici, quelli che i veneziani chiamano fioi (ragazzi), anche se la maggior parte di loro ha i capelli bianchi! Di solito si prende un’ombreta, ossia un bicchiere di vino, rosso o bianco, di provenienza locale, zona Piave o Friuli, accompagnato da qualche cicheto, un antesignano del finger food odierno. L’origine della parola “ombra” deriva dall’antica abitudine di mescere il vino sotto il campanile di San Marco, in uno spazio delimitato, composto da banchi riparati da tende. Il vino si consumava all’ombra per ripararsi dalla calura estiva o dalle intemperie invernali, da qui, con il proverbiale istinto alla sintesi tipica del dialetto veneziano, la parola “ombra”, ad indicare la sostanza bevuta. L’aperitivo veneziano per eccellenza è lo Spritz. È un rito che vede coinvolti un gran numero di persone che ogni sera dalle 18 in poi, giovani o meno giovani, affollano gli spazi antistanti i piccoli locali e con il bicchiere della colorata bevanda in mano consumano un tempo dedicato alla socialità collettiva. Diffuso in tutto il Veneto, e ora divenuto un aperitivo nella carta di locali di tutta Italia e non solo, lo Spritz deve il suo buffo nome, storpiato dai veneziani in spriss, dal verbo tedesco spritzen, spruzzare, aggiungere, e nasce al tempo della dominazione austriaca della Serenissima. I soldati austriaci non si adattavano all’asprezza dei vini locali e chiedevano un’aggiunta di seltz o anche di acqua per alleggerirne la gradazione alcolica, da lì trae origine questo aperitivo, divenuto nel tempo un’istituzione. Un’altra creazione di Giuseppe Cipriani, il fondatore del Harry’s bar, un minuscolo spazio famoso in tutto il mondo, sinonimo di cocktail e ristorazione al massimo livello, è il Bellini. Un omaggio ad uno dei massimi esponenti della pittura veneziana e un aperitivo che va provato almeno una volta nella sua versione doc.
RISTORANTI
Numerosissima è l’offerta dei ristoranti in città, da quelli piccoli con pochi tavoli, quasi un prolungamento delle cucine domestiche, alle trattorie, ai ristoranti di livello, spesso legati ai grandi alberghi o veri e propri templi pagani del buon cibo, dove alla qualità dell’offerta si aggiunge un servizio di altissimo livello, con scenari mozzafiato ad accompagnare il passaggio delle portate. Chef stellati dirigono le cucine di vari locali, dove una clientela internazionale trova una variegata offerta basata non solo sulla tradizione locale, ma anche sui piatti tipici della cucina italiana, declinati nel migliore dei modi e accompagnati dai una raffinata selezione di vini.
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DA CANNAREGIO A CASTELLO tra bacari, ombre e cicheti Dalle Fondamenta Nuove, limite settentrionale della città che si affaccia direttamente verso la Laguna, esattamente di fronte alle isole di Murano e di San Michele (Cimitero Monumentale), ci si immerge nell’estremo lembo del sestiere di Cannaregio. Da Campo dei Gesuiti, dominato dall’omonima chiesa e dall’Oratorio dei Crociferi, si raggiunge dopo poco Campo Santa Maria Nova, da cui si coglie, oltre il canale, l’armonia delle forme della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli. Strada facendo si susseguono i tradizionali bacari che, dalla mattina presto all’ora dell’aperitivo (dalle 18 alle 20), propongono le loro specialità, soprattutto a base di pesce, il tutto innaffiato da un’ombra, vino fermo o prosecco. Proseguendo lungo Calle Larga Giacinto Gallina si arriva in Campo Santi Giovanni e Paolo, detto “Campo de le Meravegie”, uno dei più ampi di Venezia, dove svetta in tutta la sua magnifica possanza la Basilica. Al centro del campo, su un basamento di marmi policromi, si erge il monumento equestre a Bartolomeo Colleoni, celebre condottiero al servizio della Serenissima, e la facciata monumentale dell’Ospedale Civile (un tempo Scuola Grande di San Marco), mentre tutt’attorno si trovano storici caffè con tavolini all’aperto molto frequentati. Appena fuori dal Campo, lungo Calle Barbaria de le Tole, un susseguirsi di negozietti, librerie e locali fa da contorno alla maestosa facciata dell’Ospedaletto, o Chiesa di Santa Maria dei Derelitti. Procedendo verso nord, ci si immerge nel cuore del sestiere di Castello: questo itinerario offre la possibilità di vivere l’autenticità di una Venezia d’altri tempi. In questa zona, più solitaria e popolare, vi sono locali e bacari storici, dove mangiare o anche solo dove bere un caffè o un’ombra di vino. Dalla Chiesa di San Francesco della Vigna, che prende il nome dalla grande vigna su cui sorse, si arriva fino a Campo dell’Arsenale e alla Porta di Terra, con le monumentali torri e i leoni in pietra di guardia. Superato l’Arsenale, ci si perde in un dedalo di calli per giungere presto in Via Garibaldi, dove si affacciano negozi di ogni tipo, ristoranti, bar e un mercato di frutta, verdura e pesce alla mattina; qui si respira un’aria popolare e vivace, tra calli e campielli colorati dai panni stesi al vento. Dirigendosi verso Riva dei Sette Martiri e poi, a destra, lungo Riva degli Schiavoni si raggiunge San Marco.
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Fondamenta Nuove
Campo dei Gesuiti Chiesa dei Gesuiti
Sant’Erasmo Sant’Erasmo
Oratorio dei Cruciferi
Campo San Maria Nova
Basilica dei Santi Giovanni e Paolo
Detta in veneziano San Zanipòlo, è insieme ai Frari la più maestosa chiesa gotica della città, con un interno di oltre 100 metri di lunghezza e con tre navate divise da enormi pilastri in cotto. Iniziata nel 1246, venne completata solo alla metà del XV secolo con le cinque straordinarie absidi poligonali.
ALLA SCOPERTA DELLA LAGUNA NORD Murano, Burano, Torcello…
Filari di antichi cipressi e di pini marittimi circondano il perimetro di una delle più belle isole della Laguna, situata a sud di Burano. Secondo la tradizione, la fondazione dell’eremo risale al soggiorno di Francesco d’Assisi reduce dall’Egitto, nel 1220. La nave partita da Alessandria giunse da queste parti durante una pericolosa tempesta, ma egli con la preghiera placò gli elementi e l’imbarcazione poté ancorarsi presso Torcello. Il Santo quindi, accompagnato da frate Illuminato da Rieti, visitò l’isoletta poco distante, che ne prese il nome. Il silenzio fa dell’isola un vero e proprio paradiso naturale, in cui i nove frati che vi abitano scandiscono le loro giornate isolati dal mondo.
Storico “orto della Serenissima”, l’isola più grande della Laguna ha aspetto rustico con atmosfere rarefatte e quasi sospese nel tempo, un’isola di frontiera che la natura stessa ha trasformato da nobile lido, luogo di villeggiatura, a isola minore. Coltivazioni di ortaggi (tra cui il famoso carciofo violetto), vigne e frutteti, interrotte solo da boschi e canali, da qualche antica peschiera o da qualche casetta isolata caratterizzano il paesaggio dell’isola.
Alla metà del XII secolo risale la fondazione di un ospedale tenuto dai frati crociferi che ospitava anche pellegrini e crociati in transito verso la Terrasanta. Nel XVI secolo una serie di ristrutturazioni culminò nella decorazione artistica dell’oratorio affidata a Jacopo Palma il Giovane.
Campo Santi Giovanni e Paolo
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San Francesco del Deserto
La costruzione (1713-1728) fu promossa dai Gesuiti, rientrati a Venezia nel 1657 dopo essere stati banditi, e dalla famiglia Manin, che ottenne di porre le proprie sepolture nel presbiterio. L’interno, ricchissimo di stucchi e marmi, risponde alla tipologia delle chiese gesuite a navata unica con cappelle e transetto inscritto.
Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Che si arrivi a Venezia via terra, in automobile o in treno, via mare o dal cielo, l’impatto con la città è sempre emozionante, e si percepisce da subito che ogni pietra di Venezia, abbia o meno valenza artistica propriamente detta, è carica di storia. Venezia è una somma di tantissimi monumenti, grandi e piccoli, di angoli nascosti, di scorci incredibili che mutano a seconda del riflesso della luce e delle stagioni; un’opera viva, in cui il tempo ha lasciato una patina inevitabile e la quotidianità si snoda in un dialogo mai interrotto tra passato, presente e futuro. L’immersione nell’arte e nella sua bellezza è parte integrante e ininterrotta della vita di Venezia e dei suoi abitanti, siano essi residenti stabili o ospiti temporanei. L’uso quotidiano degli spazi antichi per la vita di tutti i giorni testimonia una continuità col passato che diventa presente, a partire da Piazza San Marco, l’unica che possa fregiarsi di tale prefisso toponomastico, la cui immagine è famosa in tutto il mondo, con la Basilica e le sue cupole, i suoi ricchissimi mosaici, i Cavalli, il Campanile, crollato nel 1902 e ricostruito, com’era e dov’era, nel 1912, la Torre dell’Orologio e il Palazzo Ducale, centro del potere della Serenissima, ricchissima dimora del Doge e sede del complesso ma efficiente sistema di governo, che anche simbolicamente sapeva essere di monito ai cittadini con le carceri, i cosiddetti Piombi, annessi al palazzo stesso, in cui il percorso del detenuto prevedeva il passaggio, una volta terminato il processo, attraverso uno dei ponti ora più fotografati al mondo, il Ponte dei Sospiri. Ora è ritenuto uno dei punti più romantici, sotto cui passare con la gondola, tra le pareti imponenti dei due palazzi; un tempo i sospiri erano quelli di disperazione dei prigionieri, che andavano incontro ad un regime di durissima detenzione. Paradossalmente sarebbe più semplice elencare i pochissimi punti in città privi di appeal; il fascino incredibile di Venezia è dato anche dalla contiguità tra opere d’arte ed edifici all’apparenza ‘normali’, anche la calle più nascosta e buia contiene al suo interno un’edicola antica o testimonia un passato importante. Spesso è nelle pieghe dei muri scrostati che, alzando di poco lo sguardo, si trovano facilmente finestre a bifora o comignoli tipici, che nella forma rievocano il copricapo di un turco. Alla magnificenza e ricchezza dei palazzi che si affacciano sul Canal Grande con sontuosi ingressi dall’acqua si contrappongono strette calli per raggiungerli via terra, un labirinto di viuzze che favorivano un tempo la doppia vita dei palazzi, il loro uso ‘ufficiale’, pieno di ostentazione, e la loro quotidianità nel viavai della servitù e dei fornitori per garantirne la piena efficienza. Tuttora molti palazzi, ora trasformati in lussuosi hotel, vivono la loro dimensione di dimore da favola, unendo al fascino dell’antico i comfort della modernità, in un connubio virtuoso tra storia e tecnologia. Altri palazzi, trasformati in imperdibili musei, testimoniano una città dominante, in cui le famiglie importanti vivevano al meglio i proventi delle loro attività; fra queste, Ca’ Rezzonico, celebre e ricercato tempio di quel Settecento veneziano che fu stagione artistica tra le più splendide e alte dell’arte dell’Europa moderna, o la Fondazione Querini Stampalia, esempio di casa-museo fra le più importanti e meglio conservate d’Europa, con il piano nobile del Palazzo che ricrea la fastosa dimora della famiglia Querini, dove, in un’atmosfera di straordinaria raffinatezza, le antiche collezioni con i loro preziosi arredi, dipinti, porcellane, globi, tessuti e sculture danno vita ad un legame inscindibile con le sontuose sale ricche di stucchi e affreschi. Le numerose chiese, autentici scrigni con moltissimi capolavori artistici, meritano di essere visitate, e anche quelle meno frequentate dai turisti risultano fonti di numerose sorprese; due esempi per tutti: la chiesa di San Pantalon, con la sua facciata di mattoni incompiuta, che al suo interno presenta nel soffitto una tela unica di 443 metri quadri, una dimensione da primato, dipinta tra il 1680 e il 1704 da Gian Antonio Fumiani, e la chiesa di San Sebastiano, con il magnifico ciclo pittorico di Paolo Veronese, sepolto egli stesso nell’edificio religioso. Le Scuole Grandi, sedi delle confraternite, sono altri punti di espressione artistica al massimo livello, come la Scuola Grande di San Rocco, con i grandi teleri di Tintoretto site specific e la sala superiore, il cui sfarzo ed eleganza non hanno eguali, perché la magia dell’arte veneziana è la perfetta armonia tra forma e contenuto, nulla suona eccessivo, ridondante, anche se colmo di magnificenza. È il dialogo tra la città e le sue luci, sempre cangianti, riflesse nell’acqua, e tra le pietre scure della pavimentazione che esaltano la grandezza di alcuni edifici, con il bianco dei marmi e le enormi pareti di mattoni, come nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, e la poesia del piccolo campiello delimitato, dove sorge la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, un perfetto dialogo tra gli spazi, un edificio ricchissimo di pitture, che al suo interno contiene pure una reliquia della Santa Croce. O la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, con all’interno i magnifici dipinti di Carpaccio e la facciata che si integra nel contesto circostante, tra il canale, il ponte e gli altri edifici. Grandissimi artisti del passato si sono confrontati con la città e tuttora, come capitale mondiale dell’arte, Venezia rappresenta una sfida per ogni artista, un approdo ideale cui tendere. Dai pittori come Giovanni Bellini, Carpaccio, Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Paolo Veronese, Canaletto, Francesco Guardi, Giambattista Tiepolo, fino a Emilio Vedova e oltre, Venezia regala un’offerta di cultura senza eguali, alternando le epoche e gli stili, trovando un denominatore comune tra gli artisti, così come nell’architettura, da Palladio a Scarpa, da Sansovino a Mario Botta e Tadao Ando. Sono molti i livelli in cui poter affrontare la visita della città, ma è nella mescolanza che si ottiene il miglior risultato; Venezia è sovrapposizione, rielaborazioni di stili, e molte tracce di antico sono presenti nelle costruzioni. La vicinanza di Altinum e le invasioni barbariche, che causarono la fuga degli abitanti e la colonizzazione delle isole della Laguna Nord e poi l’urbanizzazione del primo nucleo di Venezia, portarono all’utilizzo di materiale di risulta e colonne di provenienza romana non sono così infrequenti nelle costruzioni veneziane. Così come può convivere benissimo nella Piazza, salotto del mondo, il tocco architettonico di Carlo Scarpa, nel Negozio Olivetti, con le meraviglie circostanti. Venezia è in divenire, come solo chi è in perenne sfida con la natura per la propria sopravvivenza può essere.
San Francesco del Deserto
Fondamenta Nuove
Capolavoro di Pietro Lombardo e dell’architettura della prima rinascenza veneziana, simile per unitarietà ad uno straordinario scrigno scolpito e rivestito di marmi policromi.
ARTE E STORIA
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Nelle giornate più limpide è possibile ammirare sullo sfondo della Laguna il panorama dell’intero arco dolomitico del Cadore. Era proprio per poter ammirare le sue montagne natali che in questa zona stabilì la sua residenza il grande pittore Tiziano Vecellio, dal 1531 fino alla morte nel 1576. Una targa ne ricorda l’ubicazione.
urban life
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Barbaria de le Tole
Torre Massimiliana
Massiccia fortificazione militare asburgica affacciata sulla bocca di porto del Lido, gestita dall’Istituzione Parco della Laguna, domina la spiaggetta del bacan (banchi di sabbia), dove i veneziani in barca vanno per tradizione a fare il bagno e le scampagnate estive.
Lazzaretto Nuovo Lazzaretto Nuovo
Con un decreto del 18 luglio 1468 il Senato veneziano decide di espropriare l’isola ai monaci per destinarla alla realizzazione del Lazzaretto Nuovo, da cui il nome attuale dell’isola, dove restavano in contumacia sia le persone che erano state esposte al rischio di contagio, sia le merci e gli equipaggi delle navi mercantili in arrivo in Laguna, sospettate di recare il terribile morbo della peste. Diverse campagne di scavi archeologici hanno promosso il recupero dell’isola. La passeggiata panoramica lungo le cinta murarie, sia interne che esterne, offre punti di notevole interesse naturalistico e storico.
Vignole
Santa Maria dei Derelitti
Vignole
La scenografica facciata, che si impone nella stretta calle con il forte aggetto architettonico e con la ricca decorazione di nicchie e statue, fu eseguita da Baldassare Longhena (1668-1674).
L’isola “delle sette vigne”, insieme alla vicina e più grande Sant’Erasmo, sono i cosidetti “orti della Serenissima”. La vegetazione lussureggiante di tamerici, sambuchi, olmi, pioppi, gelsi che spuntano dalle siepi e dai rovi, dietro ai quali si nascondono a loro volta gli orti e i vigneti, hanno dato fama a quest’isola. Da vedere, quel che resta dell’antica Chiesa di Sant’Erosia.
Campo dell’Arsenale Arsenale
Certosa
Costituisce una parte molto estesa della città, cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo. Qui venivano costruite le imponenti navi che garantivano alla Serenissima il predominio sul Mediterraneo, secondo un moderno concetto di fabbrica, con maestranze specializzate e catena di montaggio. L’Arsenale oggi è in parte della Marina Militare e in parte aperto al pubblico in occasione delle Mostre internazionali d’Arte e di Architettura della Biennale di Venezia.
Certosa
Una delle isole più estese della Laguna di Venezia, posta a meno di 200 metri da San Pietro di Castello, la Certosa è vocata a essere la porta del Parco della Laguna di Venezia, un parco urbano attrezzato con valenze naturalistiche, servizi per la nautica da diporto, nuove attività produttive nel settore dell’agricoltura e dell’artigianato, attraverso lo sviluppo dell’avviato Polo Nautico Vento di Venezia.
Isola di San Michele
Via Garibaldi
Isola di San Michele
Via Garibaldi
Formata da due isolette, San Michele e San Cristoforo della Pace, dall’inizio del 1800 ospita il Cimitero Monumentale di Venezia, che, suddiviso a seconda delle religioni e confessioni (israelitica, cattolica, ortodossa ed evangelica), ospita i monumenti funebri di molti personaggi famosi, italiani e stranieri, tra cui lo psichiatra e neurologo Franco Basaglia, il poeta russo Josif Brodskij, il matematico e fisico viennese Christian Doppler, la scrittrice veneziana Giustina Renier Michiel, il saggista-poeta statunitense Ezra Pound e il compositore russo Igor’ Stravinskij.
Fu realizzata nel 1807 interrando il canale preesistente e unendo le due fondamente. Fu chiamata Via Eugenia in onore di Eugène de Beauharnais, allora viceré d’Italia. Il nome venne poi modificato in Strada Nuova dei Giardini, infine nel 1866, con l’ingresso delle truppe italiane, la via venne dedicata a Giuseppe Garibaldi, al quale fu poi innalzato il monumento all’ingresso dei Giardini.
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Basilica dei Frari
GIRO IN GONDOLA SUL CANAL GRANDE
URBAN LIFE
Andare per bacari (osteria tipica veneziana) è un’esperienza enogastronomica nel cuore di Venezia e delle mille storie dei suoi abitanti, autentici veneziani o personaggi che da ogni dove hanno scelto di vivere in Laguna. L’esperienza del viaggiatore coinvolge tutti i sensi; non basta fermarsi alla bellezza, serve saper guardare con gli occhi della curiosità le abitudini, a volte apparentemente bizzarre, di una popolazione che non ha mai smesso di amare la propria città. Tappa dopo tappa (non si può mai fermarsi ad un solo locale) si viene sedotti dalla bontà delle tradizioni culinarie, gastronomiche ed enologiche che vanno di pari passo con le bellezze artistiche e gli angoli nascosti e autentici che riserva la città.
Canal Grande
PIAZZA SAN MARCO e i suoi tesori
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Murano È il 1291 quando viene decretato che le vetrerie di Venezia, attive probabilmente già prima del 1000, fossero trasferite a Murano, dal momento che i forni dei laboratori erano spesso responsabili di disastrosi incendi. Molti i luoghi di interesse, a partire dal Duomo dei Santi Maria e Donato del VII secolo, splendido esempio di arte veneto-bizantina, con all’interno un bellissimo pavimento in marmo e la sfolgorante e ipnotica Vergine, mosaico del XII secolo che campeggia sull’abside. Altre importanti chiese sono Santa Maria degli Angeli del 1188, con lo splendido altare in marmo di Carrara della fine del Seicento, e San Pietro Martire, realizzata nel 1438 e ricostruita nel 1511, con i lampadari in vetro e due bellissime pale di Giovanni Bellini. Tra le architetture civili spiccano Palazzo da Mula, in cui gli stili gotico, veneto e bizantino si fondono sulla facciata, il Faro in pietra, costruito nel 1934, e Palazzo Giustinian, sede del Museo del Vetro. Le collezioni esposte sono ordinate cronologicamente, dai reperti romani (I e III secolo dopo Cristo) alla storia del vetro muranese tra il Quattrocento e il Novecento. Su tutta l’isola è possibile ammirare gli artigiani del vetro che realizzano le loro opere con diverse tecniche. Burano Inconfondibile per le coloratissime abitazioni di pescatori, Burano è famosa nel mondo per la lavorazione dei merletti. L’origine di questa attività è legata a una leggenda: si narra che un pescatore, per amore della sua bella che abitava a Burano, riuscì a resistere al canto ammaliatore delle Sirene. La Regina del mare, per onorare questa sua devozione, gli regalò una corona di schiuma con cui ornare il capo dell’amata. Le amiche di questa, invidiose di quel velo così delicato, cercarono di imitarlo dando così origine alla lavorazione del filo di cotone. La piazza principale, intitolata al celebre musicista barocco Baldassare Galuppi, accoglie la Chiesa di San Martino, realizzata nel XVI secolo, in cui sono conservate le reliquie di Santa Barbara e la Crocefissione del Tiepolo, la Scuola e il Museo del Merletto. Torcello Torcello, che conta oggi solo 14 abitanti, fu la ‘capitale’ della Laguna Nord, fondata tra il V e il VI secolo. Si narra, infatti, che gli abitanti della terraferma in fuga dai Longobardi si rifugiarono qui prima ancora che sulle insulae di Venezia. La Basilica di Santa Maria Assunta è l’edificio monumentale più antico della Laguna, realizzato tra la seconda metà dell’800 e la fine del 1100. La parete occidentale, corrispondente con l’ingresso principale, è occupata da un mosaico in stile bizantino di notevolissime dimensioni, che rappresenta il Giudizio universale. Sulla piazza principale si trovano il Palazzo del Consiglio, il Palazzo dell’Archivio, sede del Museo di Torcello, in cui sono raccolti reperti di epoca romana, bizantina e medievale, e la Chiesa di Santa Fosca, che risale all’XI-XII secolo, a pianta a croce greca e porticato con colonne di marmo e capitelli. Al centro, un antico sedile di marmo, usato dai Tribuni per amministrare la giustizia, ma che, secondo una leggenda, sarebbe stato il trono di Attila, il re degli Unni. Il Ponte del Diavolo, situato nel canale d’accesso, conserva la caratteristica forma priva di spallette, come in origine erano tutti i ponti veneziani.
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PIAZZA SAN MARCO e i suoi tesori Emblema della città e da sempre centro della sua vita pubblica, la celeberrima Piazza San Marco è il risultato di un lungo processo di adattamento alle esigenze funzionali e rappresentative della comunità. Di forma quasi rettangolare, ha come sfondo la Basilica di San Marco. Fulcro della vita religiosa e pubblica, luogo ove venivano consacrati i dogi, è uno dei principali simboli di Venezia e della sua storia. Fondata nel IX secolo per custodire il corpo dell’evangelista Marco, patrono della città, trafugato da Alessandria d’Egitto nell’828, è un superbo esempio di stile romanico-bizantino. Nella sua complessa e articolata struttura, l’edificio riflette le diverse fasi della costruzione, che hanno sovrapposto ai primitivi elementi romanico-bizantini i segni di interventi gotici e cinquecenteschi. Ristrutturata in diverse occasioni, assunse il caratteristico profilo delle chiese bizantine, con grande cupola centrale e cupole emisferiche, sormontate da cupolette a bulbo. Di fronte alla Basilica, isolato, c’è il Campanile, chiamato affettuosamente dai veneziani “el paron de casa” (il padrone di casa). Il lato settentrionale della Piazza è delimitato dalle Procuratie Vecchie, lungo edificio eretto nel XII secolo e ristrutturato a partire dal 1514, affiancato a est dalla Torre dell’Orologio. Sovrastano la Torre “i due Giganti” (uno giovane e l’altro vecchio, a sottolineare il decorso del tempo), che battono le ore e che, anneriti con l’andar del tempo, vengono chiamati popolarmente “i Mori”. Di fronte, sul lato meridionale, si trovano le Procuratie Nuove, iniziate nel 1582 da Vincenzo Scamozzi e terminate verso la metà del XVII secolo da Baldassare Longhena. Sotto i portici si trova lo storico Caffè Florian, uno dei più celebri e antichi ritrovi della città. Le Procuratie Nuovissime vennero costruite per volere di Napoleone, dopo aver fatto radere al suolo la chiesa di San Giminiano. Dal 1922 ospitano il Museo Correr. A fianco della Basilica, sulla Piazzetta che si apre sul molo di San Marco, cui fa da sfondo l’isola di San Giorgio, troneggia il Palazzo Ducale. Straordinario esempio di architettura civile gotica veneziana, dimora del Doge e sede delle più alte magistrature statali, è la più alta rappresentazione della potenza e dello splendore dell’antica Repubblica Serenissima. Presso la riva si alzano le due colonne di San Marco e di San Teodoro del secolo XII.
Piazza San Marco Basilica di San Marco
Espressione del genio di Bisanzio e del culto della luce, intesa come elevazione dell’uomo verso Dio, la Pala d’Oro, ordinata dal doge Ordelaffo Falier nel 1102 e finita nel 1105 a Costantinopoli, posta sull’altare maggiore della Basilica di San Marco, racchiude le reliquie dell’evangelista. Fin dalle origini viene aperta solo nelle feste liturgiche della Basilica, così come avviene anche oggi. Negli altri giorni resta chiusa e ricoperta da una pala detta “feriale”, una tavola lignea dipinta.
I Cavalli di San Marco
Quattro cavalli bronzei, originariamente parte di una quadriga in trionfo di epoca romana o ellenistica, unico esemplare rimasto al mondo, trafugati da Costantinopoli, dominano la balconata della Basilica di San Marco. Nel 1980 furono posti nel Museo della Basilica e sostituiti all’esterno con copie identiche.
I Tetrarchi
Un doppio gruppo statuario della fine del III secolo o dell’inizio del IV, che faceva parte di due colonne in porfido provenienti da Costantinopoli, razziate durante la IV crociata, domina l’angolo della Basilica verso Palazzo Ducale. Il gruppo è considerato, oltre che il simbolo della tetrarchia stessa, un capolavoro della scultura tardo antica per l’essenzialità, il simbolismo e il pittoricismo.
Campanile di San Marco
Il più alto della città, 96.8 metri di altezza, dalla cui sommità si può godere di una splendida vista panoramica della città e della Laguna. Sulla cima svetta la statua dorata dell’Arcangelo Gabriele, alta tre metri, con grandi ali che, con la forza del vento, la fanno ruotare su se stessa. Per i veneziani quando l’angelo è rivolto verso la basilica è segno che ci sarà l’acqua alta.
Palazzo Ducale
L’edificio, fondato come castello nel IX secolo e assunta la forma attuale nel XIV e XV secolo, si struttura in una grandiosa stratificazione di elementi costruttivi e ornamentali. All’interno è possibile visitare le sale del Maggior Consiglio, del Senato, del Collegio, decorate con tele di Tintoretto, Tiziano e Veronese, gli appartamenti del Doge, il famoso Consiglio dei Dieci, l’armeria e le prigioni.
Torre dell’Orologio
La Torre, detta “dei Mori”, costruita tra il 1496 e il 1499 dall’architetto Mauro Codussi, è un grande orologio astronomico, capolavoro di tecnica e di ingegneria, che da cinquecento anni esatti segna la vita, la storia e il continuo scorrere del tempo della città. Il quadrante dell’orologio in oro e smalto blu indica l’ora, il giorno, le fasi lunari e lo zodiaco. Solo nel giorno dell’Epifania, a ogni scoccare di ora, il pannello laterale si apre per lasciare passare un carosello di statue in legno rappresentanti i personaggi della Natività e i Re Magi.
Colonne dette “Marco e Tòdaro”
Fungono da accesso monumentale alla Piazza San Marco verso il mare. La colonna che svetta dal lato di Palazzo Ducale regge il leone alato, simbolo di San Marco protettore della città, una scultura bronzea molto antica, una chimera cui vennero successivamente aggiunte le ali. Dal lato della Biblioteca si erge la statua di San Teodoro, santo bizantino, primo protettore della città, raffigurato in marmo nell’atto di uccidere un drago. Dalla metà del XVIII secolo lo spazio tra le due colonne fu luogo di esecuzioni capitali, tanto che tuttora persiste l’uso superstizioso di non attraversare lo spiazzo tra le colonne.
Teatro La Fenice
Non lontano da Piazza San Marco si trova il celebre Teatro La Fenice, tempio della musica classica e lirica. Fondato nel 1792, La Fenice è stata nell’Ottocento sede di numerose prime assolute di opere di Rossini (Tancredi, Sigismondo, Semiramide), Bellini (I Capuleti e i Montecchi, Beatrice di Tenda), Donizetti (Belisario, Pia de’ Tolomei, Maria de Rudenz), Verdi (Ernani, Attila, Rigoletto, La traviata, Simon Boccanegra). Un ricco cartellone di concerti, opere e balletti caratterizza la stagione del Teatro, che offre anche visite guidate alla scoperta, tra gli stucchi e gli ori delle prestigiose sale, delle sue origini, dei suoi retroscena e segreti, ripercorrendone la storia dalle origini fino ai nostri giorni.
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LA SPIAGGIA DI VENEZIA Il Lido A 12 minuti da Piazza San Marco (con collegamenti 24h su 24h) è possibile immergersi nelle atmosfere balneari del Lido. Striscia di terra lunga 11 chilometri e larga mediamente 500 metri, posto tra Venezia, la Laguna e l’Adriatico, il Lido si caratterizza per una forte urbanizzazione nella parte centrale affacciata sulla Laguna, con a nord San Nicolò e a sud Malamocco (tipico borgo di pescatori) e gli Alberoni (zona naturalistica con spiagge più selvagge e il famoso Golf Club di Venezia), mentre nella parte orientale, quella sul mare, per le lunghe spiagge di sabbia fine color beige-rosato, attrezzate e libere, in cui rigenerarsi. Nella seconda metà dell’Ottocento, imprenditori coraggiosi fecero decollare il Lido come stazione balneare e il 16 gennaio 1872 nacque la Società civile Bagni Lido. Una trasformazione iniziata a fine secolo, che rapidamente ha elevato il Lido a località balneare e di villeggiatura più mondana d’Europa, preferita da chi ricercava una vacanza ristoratrice in una meta unica. La trasformazione prenderà il via in grande stile con la costruzione dell’Hotel Des Bains (1908) e delle prime capanne sulla spiaggia antistante, che rappresentano ancora oggi il tratto caratteristico del Lido. Poco dopo sarà la volta dell’Hotel Excelsior, edificio in stile moresco, all’epoca il più grande hotel del mondo. Il Lido cambiò volto, connotandosi attraverso un linguaggio nuovo e originale, fusione degli stili neobizantino, neo-romanico, neo-gotico e liberty, ancora oggi evidente in edifici, ville, parchi e giardini della riviera di San Nicolò, del Lungomare Marconi, del Gran Viale Santa Maria Elisabetta e delle strade del centro urbanizzato dell’isola. Pietra d’Istria e mattoni cari alla tradizione veneziana si fondono con cemento armato, ferro e ceramica in soluzioni assolutamente originali e uniche, meritevoli di essere scoperte e ammirate. Il litorale del Lido è stato luogo di rifugio e d’ispirazione per grandi personaggi del vecchio e nuovo continente, quali Goethe, Byron, George Sand e de Musset. Thomas Mann fu per anni ospite abituale del Des Bains, che entra nella legenda grazie al suo romanzo Morte a Venezia, poi ripreso dal bellissimo film di Luchino Visconti. Il 6 agosto 1932 s’inaugura la I Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica e il suo successo vede ancora oggi il Lido protagonista di una delle più importanti kermesse mondiali. Le star del cinema di tutti i tempi, da Liz Taylor a Paul Newman, da Robert de Niro a George Clooney, da Meryl Streep a Nicole Kidman, sono state immortalate sulle spiagge del Lido.
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landmarks
CANAL GRANDE
Lido San Nicolò
In località San Nicolò si trova l’Aeroporto Nicelli, realizzato nel 1915 all’inizio della Prima Guerra Mondiale per dirottare i bombardamenti aerei che altrimenti avrebbero messo in pericolo Venezia. L’Aeroporto, nel primo dopoguerra, diventa un importante scalo con collegamenti verso Vienna, Monaco, Firenze, Roma e Brindisi. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Nicelli assume importanza militare. Dalla fine del conflitto fino al 2000 l’aeroporto ha attraversato un periodo di crisi. L’Enav, Ente Nazionale di Assistenza al Volo, ha ora ristrutturato lo scalo, aprendolo per grandi eventi, per voli turistici e con elicottero sulla Laguna, per scuola di volo.
Malamocco
L’antico nome di Metamauco denota la sua origine romana. Collegato alla terra ferma dal fiume Brenta, era in sostanza il porto di Padova. La zona si modificò nel tempo, sia naturalmente per le deviazioni dei fiumi e per l’accumulo di sabbie e detriti, sia per i lavori di scavo e fortificazioni che il doge Partecipazio aveva avviato in favore del porto del Lido. La morfologia è cambiata rispetto a un tempo, tuttavia le case basse e colorate affacciate sui canali, le calli e i campielli con le vere da pozzo, la via principale “Mercerie”, i palazzi nobiliari, come Ca’ del Borgo del XV secolo, la Chiesa di Santa Maria Assunta del XII secolo e il Palazzo Pretorio, sono lo spaccato fedele della vita di Malamocco, ieri come oggi. Un tempo infatti tutta la popolazione del Lido si concentrava per lo più in questa frazione e, nonostante il trasformarsi del Lido in luogo turistico, Malamocco ha sempre conservato il suo carattere originario assolutamente peculiare.
Alberoni
Posta nella zona sud del Lido, gode di una atmosfera magica e fuori dal tempo: natura rigogliosa, clima ventilato, spiaggia ampia e di sabbia finissima, oasi naturalistica protetta del WWF, campo di golf, uno dei più belli d’Europa - la leggenda vuole che sia stato Henry Ford, presidente della casa automobilistica americana, ad avere l’idea di un percorso di golf al Lido -, lunghissima (2 km) diga foranea in pietra d’Istria, pittoresca piazzetta sulla Laguna, una delle poche in tutta Venezia e isole da cui si possa ammirare un incantevole tramonto. Una vegetazione maestosa di tamerici, pini marittimi, oleandri, pioppi (da cui il paese trae il suo nome, “alberoni” appunto, come riferimento per i naviganti che entravano in porto) connota il confine tra mare e Laguna.
Pellestrina Pellestrina
Collegata a nord con il Lido attraverso un ferryboat e a sud con Chioggia con un vaporetto, Pellestrina, anch’essa lunga e stretta (lunga oltre 10 km e larga in media 150 metri) è l’isola dei pescatori, in un rapporto strettissimo tra mare e Laguna. Si caratterizza per una natura selvaggia - le spiagge sono tutte libere -, per gli alti murazzi di pietra d’Istria, che da secoli fungono da protezione di Venezia dalla violenza del mare, per gli orti e per alcuni piccoli e caratteristici centri, come San Pietro in Volta e Portosecco, tipici villaggi di pescatori con una chiesa, poche case colorate e qualche famoso ristorante di pesce assolutamente genuino. Di particolare valore ambientale e naturalistico è l’Oasi di Ca’ Roman, formatasi nel tempo da sedimenti sabbiosi portati dalla corrente marina, in cui sono presenti e protette varie specie vegetali e animali, tipiche degli ambienti litoranei.
nature
PIAZZA SAN MARCO
Venezia è arte, tutto è testimonianza viva di un passato glorioso e la stessa sopravvivenza della città è frutto di un miracolo alchemico, fatto di equilibri fragili e delicati tra natura e uomo. Il sistema di insulae lagunari in cui la città si è sviluppata, messe in collegamento da un numero di ponti, circa 420, che attraversano gli oltre 150 canali lagunari che la intersecano, suddividendola fin dalle origini in sei sestieri (quartieri), Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo, Santa Croce, ha prodotto un unicum architettonico in cui i vari stili si sono sovrapposti, fondendosi in un tessuto urbano particolarissimo, in cui l’acqua è protagonista indiscussa.
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Venezia
San Marco, 511 - Campo della Guerra 30124 Venezia, Italia Tel. +39 041 2411660 - Fax +39 041 2443765 E-mail: info@cadelcampo.it
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SVS Srl - San Marco 511 Campo della Guerra 30124 Venezia, Italia Tel. +39 041 2411660 Fax +39 041 2443765 www.cadelcampo.it info@cadelcampo.it C.F. 02463600284 - P.IVA 02609510272 Registro Imprese Venezia 38451 R.E.A. C.C.I.A.A. Venezia 229549
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CORTE del BANCHETTO
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two-minutes’ walking distance of St. Mark’s Square in a fully renovated building Ca’ del Campo and Corte del Banchetto offers its guests a pleasant stay in bright, welcoming and peaceful surroundings. The rooms can be all reached by lift and have private facilities, minibar, sat colour TV, air conditioning, direct dial telephone and safe. The breakfast room, located on the top floor offers its guests a panoramic view of the city and it is, together with the living room on the first floor, an excellent meeting-place for its guests.
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Progetto: Stefano Traine - Grafica: Luca Zanatta - Fotografia: Andrea Memo
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From Marco Polo airport: boat service arranged by Alilaguna departing every 30 minutes to St. Mark’s Square (Giardini). From Santa Lucia rail station and Piazzale Roma: public boat (ACTV) every 10 minutes during the day, lines 1, 2 an N (night line) to St. Mark’s Square (Vallaresso). From Isola Nuova del Tronchetto: public boat (ACTV) every 20 minutes during the day, lines 2 an N (night line) to St. Mark’s Square (Vallaresso).
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100 passi da Piazza San Marco e situati in un palazzo completamente restaurato Ca’ del Campo e Corte del Banchetto offrono piacevoli soggiorni in un ambiente luminoso, accogliente e tranquillo. Le camere, tutte raggiungibili con ascensore, sono dotate di bagno o doccia privati, frigobar, TV satellitare, aria condizionata, telefono diretto e cassaforte. La sala colazioni, situata in una mansarda con vista panoramica è, assieme al salone del primo piano, punto d’incontro molto gradito per i suoi ospiti.
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Dall’aeroporto Marco Polo: servizio navetta Alilaguna in partenza ogni 30 minuti circa con approdo in P.zza San Marco (Giardini). Dalla stazione ferroviaria di S. Lucia e Piazzale Roma: servizio di trasporto pubblico ACTV ogni 10’ durante il giorno, linee 1, 2 e N (notturna) fermata S. Marco. (Vallaresso). Dall’Isola Nuova del Tronchetto: servizio di trasporto pubblico ACTV ogni 20’ durante il giorno, linee 2 e N (notturna) fermata S. Marco. (Vallaresso).
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San Marco, 510 - Sottoportego del Banchetto 30124 Venezia, Italia Tel. +39 041 2411666 E-mail: info@cortedelbanchetto.it
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Sede operativa: San Marco 510 30124 Venezia, Italia Tel. +39 041 2411666 Fax +39 041 2443765 www.cortedelbanchetto.it info@cortedelbanchetto.it Sede legale: Depuracque Sviluppo S.r.l. Via Roma 145 - 30030 Salzano (VE) P.IVA 00855860276 C.F. e N° Reg. Imprese di Venezia 00855860276 - R.E.A. 157941
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Province de Venise
Salles de l’écomusée de la lagune de Venise
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Ezio Rizzetto ナ置vres 1935 - 1955 Catalogue
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Ezio Rizzetto
Galleria d’arte ARKÈ Salizzada Malipiero - San Samuele, 3211 San Marco - 30124 Venezia Telefono e Fax: 041 5224372 E-mail: galleria-arke@libero.it
Testo Toni Toniato 5
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Toni Toniato
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Appena un “capitolo” dell’opera di Ezio Rizzetto
Dopo l’esposizione dedicata nel giugno del Duemila ad Ezio Rizzetto, a distanza di tre anni dalla sua scomparsa – mostra presentata, allora, con un breve ma illuminante testo di Luca Massimo Barbero – in attesa di registrare che finalmente qualche istituzione pubblica avverta il dovere culturale di riproporre in maniera adeguata, se non esauriente l’opera, si è creduto opportuno intanto di esporre un gruppo di lavori – grafiche e dipinti – che ben riassumono un “capitolo” almeno della vasta produzione e precisamente talune ricerche, da lui, compiute tra il 1937 e il 1960. Un periodo questo davvero cruciale per gli sviluppi dell’arte veneziana moderna, avviato dall’affresco già neocubista di Deluigi, a Ca’ Foscari, nell’aula magna dell’Università, e culminante, poi, con gli esiti post informali degli “spazialisti” locali. A questo clima Rizzetto appartiene non soltanto per motivi generazionali, ma per la capacità di scelte formali che l’hanno condotto ad intraprendere una direzione altrettanto innovativa nel senso, fin da allora, di richiamarsi, a suo modo, alla magistrale lezione di Picasso, in parallelo, se non talora precedendo, le esperienze degli esponenti del “Fronte”. Anzi, vivendo la medesima diaspora – non solo ideologica – che ha contrapposto le posizioni poi sostenute da Guttuso e Pizzinato, da un lato, e Birolli, Santomaso, Vedova, dall’altro. Ebbene Rizzetto declina negli stessi anni formulazioni linguistiche che tentano, invece, di rifondere la sintassi scompositiva del cubismo con il lessico naturalistico di un realismo aspro ed intenso, per una vivacità cromatica intrisa ancora di etimi “fauves”. Artista di autentico talento e dalla vocazione precoce – ancora studente ai Carmini ottiene un prestigioso riconoscimento in un concorso a Palermo – Rizzetto, in seguito, si impegnerà su diversi settori dell’arte, dalla pittura all’affresco murale, dalla ceramica al vetro, portandovi un’impronta di novità, e soprattutto la consapevolezza di restituire queste forme espressive, troppo spesso affrancate da un decorativismo di maniera, all’autonomia della libertà e dell’invenzione creativa. Fin dagli esordi, Rizzetto, dunque, si muove all’interno del più vivo dibattito del tempo, ne fa propri gli assunti, sviluppando un percorso di ricerca sempre più personale, proponendo e saggiando inusitate cadenze strutturali, specie nella serie, realizzata tra il ‘38 e il ‘47, raffigurante gruppi di “oggetti”, messi in posa su un tavolo, disarticolati in piani e sezioni geometriche modulate da un colore di vivide luminescenze, dentro
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A brief period in the life and work of Ezio Rizzetto
prospettive sghembe, oppure l’esemplari plastiche “figurazioni”, di anni più tardi, dalle volumetrie imponenti, quasi monumentali, forme scorciate dai particolari possenti –da confrontare con certe grandiose sequenze del singolare realismo espressionista dei pittori messicani, da Rivera a Siqueiros – a lui, forse, noti durante il soggiorno, tra il ‘48 e il ‘52, in Argentina – immagini comunque da lui rese con violenti emozioni per intensità di tratto e vorticoso cromatismo. L’artista agisce su varie tastiere, provando insoliti registri, accenti di estrema delicatezza lirica e di inquietanti tensioni drammatiche, contenuti di coinvolgenti situazioni sociali e caratteri di evocative astrazioni poetiche, modalità scandite nel tempo con una partecipazione avvertita non solo sul piano estetico ma anche su quelo etico, al quale egli ha comparato di volta in volta la necessità di espressione e di figurazione. Allo stesso modo si è trovato inoltre a lavorare utilizzando mezzi e materiali tipici di antiche tradizioni locali, divenendo peraltro uno dei pionieri, per quegli anni, dell’arte moderna del vetro, accanto a Remo Bianconi, Carlo Scarpa, Luciano Gaspari, Vinicio Vianello, fautori con lui di un’esaltante rinascita di questa produzione. Rizzetto, durante la vita, è sembrato spesso appartato, per indole morale e pensosa discrezione, dagli effimeri clamori delle mode e del mercato, ma non è mai stato estraneo alla cultura dell’epoca e tentare oggi di rivalutarne l’opera significa innanzi tutto restituirla a un giudizio più equo, certamente meno settario di quello che ne ha provocato l’improvviso oblio. Ma soprattutto significa ricostruire, a partire dal “capitolo” che si è voluto qui riassumere, il suo lungo percorso di ricerca e trovare un filo per tanti versi essenziale di quella complessa e diramata trama della storia artistica veneziana del Novecento.
In June 2000 an exhibition was dedicated to Ezio Rizzetto three years later his death – and it was presented with a short, but revealing text by Luca Massimo Barbero. In the meantime, while waiting for one public institution or another to finally recognize it was their cultural duty to reintroduce his work in a suitable if not exhaustive manner, it was decided to exhibit a group of his works – graphics and paintings – that are the perfect summary of a “chapter” of part of this vast production and some of the lines of research he carried out from 1937 to 1960. This was a truly crucial period for the development of modern Venetian art, starting with the neo-Cubist fresco by De Luigi in the aula magna of Ca’ Foscari University, and which was then to peak with the post informal results of the local “spatialists”. Rizzetto is part of this climate not only because of his age, but also because of his ability to make formal choices that led him to follow an innovative path in the sense that, from then on, he would find his own way of referring to Picasso’s skilful lesson parallel, if not as a forerunner, to the experiences of the exponents of the “Front”. He was part of the same diaspora – not just ideologically – that characterised the positions taken by Guttuso and Pizzinato on the one hand and Birolli, Santomaso and Vedova on the other. During those very years Rizzetto stated linguistic formulations that tried to rewrite the decomposition syntax of Cubism with the naturalistic lexis of an austere and intense realism, creating a chromatic vitality imbued with “fauve” derivations. An artist of true talent and precocious calling – he received a prestigious prize in a competition in Palermo when he was still a student at the Carmini – Rizzetto was later to devote himself to various fields of the arts, ranging from painting to mural frescoes, from ceramics to glass, leaving not only his innovative mark but also the particular awareness of restoring these expressive forms all too often having been liberated from the predominance of decorative characters to the autonomy of freedom and creative invention. From the very beginning Rizzetto was therefore part of one of the liveliest debates of that time, adopting its beliefs and developing an increasingly personal line of research, proposing and trying out unusual structural inflections. For example, in the series he created between 1937 and 1947 with groups of “objects” laid on a table, with disjointed planes and geomet-
rical cross-sections modulated by a colour of brilliant luminescence, within oblique perspectives; with the exemplary plastic “figurations” of his later years, with their impressive, almost monumental, volumes, shapes shortened by powerful details – comparable to certain majestic sequences of the unique expressionist realism of Mexican painters – from Rivera to Siqueiros, whom he probably met during his stay in Argentine between 1948 and 1951. However, these images he created with violent emotions in the intensity of his brushwork and their stunning emphasis on colour. The artist works in different keys, trying out unusual registers, accents of extreme lyrical delicacy and disquieting dramatic tension, contents that reflect enthralling social situations and characters of evocative poetical abstraction, and modes marked by time with a participation that is not only aesthetic but also ethical, and with which, time and time again, he compared the need for expression and figuration. At the same time, he also worked with instruments and materials that were typical of local, ancient traditions, making him a forerunner in those years of the modern art of glass together with Remo Bianconi, Carlo Scarpa, Luciano Gaspari and Vinicio Vianello, who all went on to become exponents of a stimulating revival of this art.
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Toni Toniato
Autoritratto 1947 7
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...una scatola di colori, pochi tubetti nuovi, una quantità di tubetti schiacciati, aperti, tutto materiale che religiosamente, sempre ho portato abbandonando piuttosto altri oggetti per me più superficiali... dal “libro del mio inquieto animo” (Berlino, 15 maggio 1944)
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Il segno, pur in una svariata gamma di possibilità espressive, percorre il cammino della pittura riaffermando i valori e i modi della non-figurazione o recuperando i linguaggi del passato con una rivalutazione del segno e del colorre. Le cose vengono coinvolte in vortici d’aria e in turbini di luce e finiscono ad essere riassorbite e distrutte dal moto universale. La sua visione rivela un dinamismo cosmico che sfugge al controllo della ragione, si precipita nello sgomento. È una visione emozionante.
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Omaggio a Picasso 1935
Cascata di colore, geometria della forma, grafia istantanea del reale, tavolozza di vetro, occhio dove i colori come grandi macchie contrastanti, sono cose, pensieri, memorie, sensazioni, le tante facce dell’artista. Il dipinto non è su una superficie, ma su un piano che viene immaginato, si muove in una mente, è un’illusione uno specchio che specchia il cambiamento o la promessa di cambiamento, perché si cambia per ciò che si fa, per ciò che si dipinge, solo nel tempo si può consentire una creazione continua. Attraverso la mia memoria, sia pure con le sue nebbie, cerco di capire la sua creatività che lo ha portato ad essere ciò che era e ciò che avrebbe potuto ancora disseminare tracce. Ad ogni nuovo lavoro egli va sempre più in profondità nel tentativo di scoprire una memoria trasformata, mutata dal tempo che guarda ad un presente e lo proietta nel futuro. Cerca fuori, osservando gli elementi della vita che non sono superficiali ma che colorano l’intensità della superficie. È alla ricerca di una storia costruita intorno ad immagini a bagliori d’amore e d’intimità, al desiderio di piacere e di libertà. In questo percorso, le opere rinunciano ad ogni complicazione retorica, eliminano le sovrastrutture e ritornano alle radici, alla situazione elementare, disarticolano il linguaggio e lo riducono a puro elemento visuale spogliato da ogni presenza storica e simbolica.
le figlie Renata e Giovanna
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Vaso con fiori 1937 11
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Reale SocietĂ Canottieri Bucintoro Calendrier Manifestations 2008 Brochure
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XXX Regata de le befane
Fotoattualità
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XXX Regata de le Befane
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embra ieri eppure sono già passati trentanni. Si, avete capito bene trentanni! Possono sembrare una eternità ed invece sono volati via senza che molti di noi se ne accorgesse. Guardando le fotografie di allora si vedono tanti capelli neri, tanti bei visi allegri e tirati che impietosamente si confrontano con capelli bianchi, occhiali, rughe: ma l’espressione è sempre la stessa di allegria e di impegno per la continuazione di questa magica idea, nata per caso, iniziata per scherzo ma che negli anni ha catturato l’attenzione dei media e della gente che si sentirebbe più povera, più sola se in un giorno importante delle feste natalizie come l’Epifania non ci fosse questo avvenimento ormai tradizione della città. Spendiamo due parole per rifarne la storia: due vecchi soci della Bucintoro Italo Bianchetto titolare del conosciutissimo negozio di calzature “da Nino” in Campiello S.Rocco, compagno di barca, di regate, di sfide di Enzo Rinaldo, pure lui uno dei titolari del notissimo negozio di lingeria nella vicina Salizzada dei Frari, erano soliti ravvivare le loro giornate lavorative con scherzi, taluni storici, che non erano che la continuazione dello spirito di sano agonismo, di solidarietà e di fratellanza che da sempre sono una caratteristica della vita sociale della società. Ho ricordato il nome delle loro aziende perché, purtroppo, entrambe non esistono più soppiantate da attività non più legate alla residenza. Ebbene, un giorno, tra i due non più giovani gentiluomini , tra uno sfottò e l’altro si giunse alla sfida. Ti sfido in Canl Grande in mascarete a un remo! E dopo circa quindici giorni si giunse al singolar tenzone con tanti amci a fare da contorno ed incitamento in quella che fu subito battezzata “regata de le befane”. Così è nata questa singolarissima regata, allargata al massimo delle imbarcazioni che si possono allineare in volta de Canal (cinque) e riservata ai soci della antica società granata che abbiano compiuto i 55 anni. All’arrivo le tradizionali bandiere per i primi quattro che non sono però dei consueti colori ma che ogni anno ricordano la Festa della Befana con originali soggetti. Chi vince è “Befana dell’anno” titolo molto ambito dato che la competizione è tutt’altro che facile. Gli allenamenti cominciano molti mesi prima e, nel mese di ottobre, si svolge la selezione per le quattro barche che correranno in Canal Grande assieme alla Befana in carica partecipante di diritto. Selezioni a cronometro abbastanza severe con concorrenti agguerriti ed allenati (una quindicina di media). Circolano voci che come per le pensioni si voglia spostare in avanti il limite di età dei partecipanti . Scherzi a parte, quello che è importante è che la regata continui a rallegrare grandi e piccini, veneziani e non, e che la Bucintoro prosegua nel suo talora oscuro lavoro, a favore dei giovani e della città.
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er i vogatori veneziani e, non solo per loro, la “Vogalonga” rappresenta uno degli imperdibili appuntamenti della stagione. Si comincia a parlarne all’inizio dell’autunno per formare gli equipaggi, per sostituire chi ha deciso di non farla più o chi, purtroppoo, ci ha lasciato. I Clubs, le Associazioni “foreste” chiedono con mesi di anticipo imbarcazioni, ricovero od altro. Gli alberghi che non sono stati prenotati già dallo scorso anno sono impegnati a dare informazioni, quotazioni, prenotazioni. Sembra un avvenimento di poco momento ma attorno ad esso si muove una complessa organizzazione per consentire a migliaia di vogatori di tutto il mondo di essere presenti a questa Kermesse che si ripete per la 34a volta.
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gitori che hanno consentito alla Repubblica di essere annoverata tra le grandi potenze europee per oltre un millennio. Alla ricostruzione storica, alla felice iniziativa del dialogo tra luoghi e popolazioni si è recentemente avviata a concretizzazione la ricostruzione del “Bucintoro” vascello dogale vera rappresentazione della potenza e della gloria veneziane, anima e centro della Festa della Sensa. Un benemerito imprenditore veneziano che ha legato la sua vita, quella della sua famiglia e di gran parte della popolazione dell’Isola di Pellestrina al mare, alle navi, alle imbarcazioni ha voluto spendere il suo nome, la sua immagine e non solo, nella più volte tentata impresa della ricostruzione del Bucintoro, il cui ultimo esemplare fu distrutto da Napoleone nel 1797. Un tentativo al quale, fino ad ora, è mancato l’appoggio corale dei veneziani e delle Autorità e che, forse, ha trovato come succede per molte cose veneziane migliore accoglienza fuori della nostra città. La bramosia del facile, rapido arricchimento, le sollecitazioni per l’affermazione mediatica di grandi ambiziosi progetti che, spesso, restano a livello di annuncio hanno anche qui fatto trascurare il giusto riconoscimento e negato adeguate gratificazioni a chi per anni spesso in solitudine ha voluto mantenere viva questa importante tradizione . Come avviene in occasione della Madonna della Salute quando i veneziiani ed i veneti affollano il sagrato e la Basilica in ringraziamento per lo scampato pericolo dalla peste per ottenerne la protezione, altrettanto numerosi dovrebbero accorrere al Lido ed a S. Nicolò per il rinnovato dominio sul mare non più con le veleggianti temutissime galere ma con la presenza delle splendide realizzazioni della nostra Fincantieri e con il benefico interesse crocieristico che sicuramente troverà accettabile collocazione e soluzione.
elle grandi feste veneziane si può ben dire che la “Festa della Sensa” sia rimasta l’ultima e forse l’unica veramente ed autenticamente veneziana, non contaminata da più o meno evidenti intrecci mediatici e turistici. In tutti questi anni di impegno da parte del Comitato, lo spirito originario di orgoglioso ricordo della vittoria militare per la conquista del predominio in Adriatico è continuato indissolubile in una storica unità con l’altrettanto importante e fondamentale aspetto religioso che ha sempre permeato la storia della Serenissima. La Festa della Sensa è andata poi arricchendosi per il ritrovato dialogo con le località rivierasche e con quelle che, nei secoli, hanno contribuito con i prodotti del loro territorio o con l’opera dei propri abitanti a sostenere in modo determinante lo sviluppo ed il consolidamento dei territori da “mar et da tera”. La entusiastica risposta delle località prescelte per la custodia dell’anello dogale, ben al di là della formale adesione delle autorità, ha sottolineato come il nome di Venezia sia ancor oggi considerato insostituibile punto di riferimento culturale, artistico, legislativo, non per la potenza militare nei secoli dispiegata ma per la saggezza, per i valori, per la lungimiranza dei reg-
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XXXIV Vogalonga 11 maggio 2008
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Festa della Sensa 4 maggio 2008
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Associazione Vela al Terzo
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el 2008 l’A.V.T. di Venezia compie i primi 20 anni dalla sua fondazione. Dopo i successi acquisiti nel 2007, che vanno dalla presenza di oltre cento barche in Bacino San Marco in occasione della regata del “Presidente della Repubblica” alla splendida mostra fotografica, risultato del Concorso dedicato all’amico Mario Marzari, l’Associazione si prefigge l’obiettivo di confermare il trend di crescita delle ultime stagioni ed di concludere i festeggiamenti con la pubblicazione di un libro sulla tradizione della Vela al Terzo. L’Associazione, ogni anno, organizza, in collaborazione con altri Circoli Velici e Remieri una decina di regate, escursioni in Laguna e lungo le coste dell’alto Adriatico, (dalla riviera Romagnola fino in Istria). L’A.V.T. si propone di mantenere e diffondere la conoscenza della Laguna Veneta e della sua tradizione marinaresca, nonché di salvaguardarne l’ambiente e la sua tipicità. L’Associazione, nata il 15 aprile 1988 su iniziativa di alcuni appassionati, col fine di evitare l’estinzione delle barche tipiche lagunari (ne rimanevano una decina), è riuscita con le sue iniziative, anno dopo anno, a risvegliare l’attenzione di vecchie e nuove generazioni di veneziani e simpatizzanti, assegnando i numeri velici ad oltre 280 imbarcazioni fra le quali il batelo a pisso da pesca, fornito di ponte, al topo veneziano, da diporto, la sanpierota (barca da pesca in laguna, così chiamata dall'isola di San Pietro in Volta), la topetta, il sandolo, la bragagna, il mussetto ed il bragozzo. L’Associazione ha recuperato un’area nei pressi dei Bacini dell'Arsenale di Venezia ove ha stabilito la propria Base Nautica ed una darsena.
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Foto: “La torre e le vele” di Stefano Petitti Primo premio al Concorso Fotografico “Mario Marzari”
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opo il grande successo ottenuto due anni fa con l’organizzazione dei Campionati Italiani Giovanili di pattinaggio a rotelle corsa su pista, la gloriosa associazione sportiva Hockey Club Venezia ha inteso compiere un ulteriore salto di qualità offrendo ai tanti appassionati un evento sportivo di interesse internazionale: il “Casinò di Venezia - Gran Galà dei Campioni di pattinaggio artistico”. In un’unica serata sono stati proposti alla qualificata platea veneziana alcuni tra i migliori atleti del mondo nelle specialità del singolo maschile e femminile, nelle coppie danza e artistico e uno dei più forti gruppi spettacolo. Alcuni nomi? La nove volte campionessa mondiale Tanja Romano, il vicecampione mondiale 2005 Andrea Barbieri, i vicecampioni europei 2006 e bronzo ai campionati mondiali 2006 Debora Sbei e Emanuele Ciofetti e il Gruppo Rollercircus Aps Silea vicecampioni mondiali 2004. Onore anche per le atlete veneziane Laura De Michieli, vincitrice della Coppa Italia 2006, Chiara Colpo, campionessa italiana cadetti 2006 e le atlete di casa Beatrice e Valentina Carlon. La formula dell’esibizione, al contrario della competizione, ha permesso agli atleti di presentarsi senza la tensione del risultato, di proporre esibizioni assai spettacolari che non possono presentare durante le gare e agli organizzatori di allestire scenografie e luci che non fanno parte delle competizioni. Infatti la presenza del pubblico alla serata è andata al di là di ogni aspettativa. Gremita in ogni settore la tribuna del pattinodromo delle Quattro Fontane: 850 i posti a sedere, pubblico assiepato sui gradini, nelle poche zone senza seggiolini, in piedi lungo le scale d’accesso e tutto attorno all’anello per un totale di oltre 1.500 spettatori. Grande successo anche per la concomitante Cerimonia di Premiazione dei migliori atleti delle società sportive isolane denominata “Un Anno di Sport al Lido e Pellestrina”. Gli organizzatori sono già al lavoro per l’edizione del 2008, che dovrebbe tenersi il 14 e 15 giugno (non è ancora stato ufficializzato il calendario Fihp 2008) con molte novità davvero spettacolari.
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Festa del Redentore
1° Casinò di Venezia Gran Galà dei Campioni 14-15 Giugno 2008
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La Festa del Redentore La notte “famosissima”
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arlare del “Redentore” vuol dire ripetere cose dette e ridette, senza riuscire, spesso, a dare il senso, l’impressione di che cosa significhi per i veneziani, partecipare a quella che da sempre è definita la “notte famosissima”. Ora sono di moda le notti bianche; la notte del Redentore , notte bianca per antonomasia, risale a secoli fa quando era assolutamente nuovo pensare ad una festa “popolare” che seguisse una festa religiosa coinvolgendo l’intera cittadinanza per tutta la notte. I veneziani (una volta era difficile raggiungere il centro storico per unirsi a loro), si preparavano per tempo all’avvenimento. Si dovevano approntare le barche preparare i cibi, le bevande, la musica per assicurare alla famiglia, ai parenti, agli amici una serata indimenticabile. E, per tempo, bisognava arrivare sul luogo dove venivano sparati i fuochi (in un punto diverso dall’attuale). Le barche venivano addobbate con frasche, illuminate con palloncini di carta – con le candele naturalmente – secchi e mastelli si riempivano di ghiaccio per tenere fresche bevande ed angurie. Si cercava il parente, l’amico che sapesse suonare uno strumento per rallegrare le ore con canti e cori . E, finalmente, il primo botto, il segnale dell’inizio dei fuochi d’artificio che avrebbero illuminato le acque del Bacino, stagliando le sagome delle gondo-
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LUCA GINETTO
Fotoattualità
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1° Casinò di Venezia Gran Galà dei Campioni
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Granviale Editori
Publications littĂŠraires, livres dâ&#x20AC;&#x2122;art, romans, livres de photographies
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Mia Martini
Live 2007 - Le Concert CD cover
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Dall’immagine di copertina Mia si riaffaccia al suo mondo attraverso uno squarcio di infinito che come nei lavori di Fontana apre uno spiraglio immaginario tra lei e il suo pubblico. E quasi sembra di vederla compiaciuta ad osservare la platea che la sta attendendo per questo suo nuovo concerto. Non è la prima volta che Mimì viene riproposta con nuove produzioni ma in questa speciale occasione lo si fa nella dimensione a lei più congeniale, quella del concerto live. In particolare, questo lo si può definire un concerto ideale concepito come una miscela perfetta di pezzi storici del suo repertorio combinati a cover di alcuni suoi compagni di viaggio. Sono presenti così per la prima volta le interpretazioni dal vivo di Al mondo, Questi miei pensieri, Che vuoi che sia se t’ho aspettato tanto. Mimì si cimenta anche in una emozionante interpretazione solistica di Cu’mme. Non sarà questo l’unico omaggio alla canzone napoletana. Infatti, nel siparietto con il pianista Arrigo Cappelletti propone una dolcissima e personale Reginella. Ci regala poi una serie di brani dei suoi autori preferiti da sempre: dai Beatles - in un pezzo storico come Come together, nel quale Mia in perfetta interazione con i musicisti e il pubblico sfodera un’interpretazione di un’intensità unica in cui il cuore e la passione superano perfino la tecnica vocale – al Battisti di Emozioni – dove emerge la sua ammirevole capacità di improvvisazione – passando per il Fossati de I treni a vapore - trascinante ballata incentrata su uno struggente crescendo vocale. Nel brano dell’indimenticato Lucio nazionale il testo di Mogol viene raccontato, sussurrato, urlato in un continuo dialogo con il pianoforte di Cappelletti. Ma la lista dei grandi autori, ospiti di questo album, non finisce qui. L’introduzione è affidata a un interessante, inedito brano di Mariella Nava venuto alla luce in maniera inaspettata e che, grazie all’abilità di un affiatato gruppo di tecnici e musicisti, è stato riarrangiato per dare senso alla modernità e all’attualità della voce di Mia. Grande soddisfazione per l’autrice che aveva sempre desiderato che la Martini interpretasse un giorno una sua composizione. 2
Grazie al buon lavoro di quella specie di ‘archeologo’ musicale che è Piccoli, Mariella è stata accontentata. Il brano tratta una tematica spesso affrontata dall’artista e tutta centrata sulla condizione della donna nel suo rapportarsi agli uomini. A seguire una originale rilettura di Uomini farfalla eseguita in duetto con il suo autore. Molto ancora si potrebbe raccontare di questo progetto ma preferiamo lasciare che l’ascoltatore faccia le sue personali scoperte.
Da amico di Mimì e autore di molti suoi brani voglio sopra ogni cosa esprimere qui la mia sorpresa per quanto festosa, ritmica, modernamente presente la sento tutt’ora in queste sue performance straordinariamente calde e luminose malgrado le componenti di intima sofferenza presenti nella vocalità dell’ultimo periodo e nel suo DNA interpretativo. Dovendo curare l’editing delle registrazioni mai come prima l’ho ascoltata tanto e ammirata tanto di più. Per molto tempo è stata con me ogni giorno e ogni giorno mi portava ventate di vita vera, dura ma incastonata coi gioielli delle sue interpretazioni, con la felicità di sapersi dare fino in fondo e di amare questo cantare e cantarsi. Ho fatto da vera e propria ‘levatrice’ al brano di Mariella Nava ed è stata una gioia a notte fonda quando me lo sono sentito nelle orecchie venire da un lontano paese dei balocchi. Che regalo per gli appassionati e per tutti quelli che amano le belle cose! Per il Concerto poi, lo si voleva fare come Mimì avrebbe desiderato. Prendendo spunto dalle scalette che buttava giù sui soliti quaderni a quadretti (una la pubblichiamo), abbiamo scalettato il Cd in modo che si rispecchiasse il più possibile la sequenza brani di quello che avrebbe potuto essere il Concerto con la c maiuscola, svincolato dalle esigenze del singolo momento ma libero oramai di una libertà infinita. Certo questo è solo uno dei possibili migliori concerti ma tutti coloro che ci hanno lavorato sono concordi nel ritenerlo tra le cose più riuscite, per l’intensità che ha saputo infondere alle sue prestazioni vocali e per l’alto grado qualitativo dell’apporto dei musicisti.
Franco Canuto
Loredana Bertè, Mia Martini e Maurizio Piccoli
Maurizio Piccoli
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Maurizio Galli
Rosario Jermano
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Giorgio Cocilovo
Danilo Cherni 10
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Ideazione del progetto: Maurizio Piccoli (Metamauco Srl) Coordinamento e scelta del repertorio musicale: Franco Canuto Note introduttive: Franco Canuto, Maurizio Piccoli Progetto grafico: Luca Zanatta (EditGraf - Venezia) Foto di copertina (fronte e retro): Mauro Balletti (Trucco: Stefano Anselmo) Foto interne (pp. 03, 07,13, 15): Laura Romani Editing digitale audio: Maurizio Piccoli Mix e Mastering: Maurizio Piccoli e Claudio Zambenedetti (Level’s Studio -Treviso) Hanno suonato nel Concerto: Maurizio Galli (basso), Lele Melotti (batteria), Rosario Jermano (percussioni), Giorgio Cocilovo (chitarre), Gilberto Martellieri (pianoforte e tastiere), Danilo Cherni (tastiere e programmazione computer), Arrigo Cappelletti (pianoforte). L’arrangiamento del brano “Le altre” è stato curato da Maurizio Galli (basso, tastiere e programmazione), con il contributo dei musicisti Lele Melotti (batteria, registrata da Carlo Miori presso il "Lele Studio Velate" - MI), Massimo Fumanti (chitarre), Fabrizio Cesare (tastiere e programmazione), Lorenzo Capelli (pianoforte). In “Uomini farfalla” batteria e basso a cura di Davide Tagliapietra. 14
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Si ringraziano: Mariella Nava - Mauro Balletti per la gentile concessione delle foto di copertina Menico Caroli - Laura Romani, “unica ricercatrice superstite”, per il materiale fotografico - Maurizio Viola (foto Galli pag. 8) - Caterina Somma (foto Melotti pag. 8) - Giovanni Sanjust e Gabriele Varano (Promovideo) per la gentile concessione del brano “Uomini farfalla” - i musicisti, per la collaborazione e la documentazione fotografica, in special modo Massimo Fumanti per aver dato un importante La iniziale allo start del progetto. Un plauso a Roberto Galanti, per la sensibilità e l’entusiasmo con cui ha agevolato la realizzazione del tutto. Un grazie speciale e di grande affetto per Giuseppe, Leda, Loredana e Olivia Bertè. Un ringraziamento particolare a Marco Seregni. Questo disco non sarebbe stato realizzabile senza l’appassionata disponibilità di Franco Canuto. E grazie a Mimì per questo essere sempre qui con noi a offrirci la sua straordinaria bravura e freschezza interpretativa.
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Massimo Fumanti
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Gli Amici di Venezia
Association à but non-lucratif d’utilité sociale Invitation
Gli Amici di Venezia per l’Etiopia Ca’ Zen ai Frari, 30 novembre 2007
Gli Amici di Venezia ONLUS Viale xxiV Maggio 18 S. Elena 30132 Venezia, italia info@giorgiogirelli.com Ca’ Zen ai Frari S. Polo 2580 30125 Venezia
L’associazione “Gli Amici di Venezia” organizza una cena per raccogliere fondi per la realizzazione di un impianto idrico e fognario in uno degli slum più poveri di Addis Ababa.
giunta regionale
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Sponsor Banca del Veneziano Laboratorio di falegnameria Giorgio Girelli
La cena avrà luogo venerdì 30 novembre alle ore 20 a Ca’ Zen ai Frari. Costo della cena, a persona, 100 euro (offerta minima).
Mons. Beniamino Pizziol, Vicario Generale Curia Patriarcale Maestro Giancarlof. Tramontin
Programma della serata Aperitivo di benvenuto, saluto del presidente e danza indiana eseguita dalla ballerina ishvari Devi.
Poligrafica Scalo Fluviale
Con l’occasione verrà consegnato il finanziamento per la costruzione della casa a Care & Share. Presenti le istituzioni di Regione e Provincia.
Vetrerie Barovier & Toso Cena a buffet. Vetrerie Cenedese Vetrerie Carlo Moretti
Lotteria con pezzi dei maestri vetrai di Barovier & Toso, Cenedese, Carlo Moretti, serigrafie del maestro Giancarlof Tramontin, marmellate e prodotti vari confezionati dai soci. Asta di due giochi del domino, esemplari numerati dal n° 01 al n° 27, in legno di ebano del Gabon e acero, inserti in ebano e scatola-contenitore in faggio, realizzati a mano da Giorgio Girelli.
R.S.V.P. Giorgio Girelli 041 5228185 / 5600251 / 3487612282 info@giorgiogirelli.com
Incontri Musicali
Académie de musique italienne Dépliant_Affiche
Incontri Musicali
ACCADEMIA MUSICALE ITALIANA
La rilevante attività artistica di “Accademia Musicale Italiana” ha inoltre permesso di organizzare le manifestazioni: Festival Internazionale della Musica “I Concerti sulla Laguna”, Festival Internazionale di Musica Antica “Musiche al tempo dei Dogi”, Festival “Concerto al Castello”, Festival “Musiche in Villa”, rassegna concertistica “Incontri Musicali” e “Gubbio Arte Medioevale”, che si svolgono in diversi periodi dell’anno presso teatri, palazzi, ville storiche, chiese di Venezia, isole della laguna, città storiche del Veneto e presso castelli, palazzi e piazze di Gubbio. Presidente e Direttore Artistico della “Accademia Musicale Italiana”, il musicista veneziano Claudio Gasparoni, contrabbassista, violagambista e direttore, docente presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia e Accademie, membro di prestigiosi ensembles e orchestre italiane ed europee, direttore artistico di affermati Festivals Musicali in Italia e all’estero.
***** Orchestra “Accademia Musicale Italiana” Michele Lot, Francesca Bonomo, Mattia Tonon, Giancarlo Nadai, Sofia Baldisserra, Laura Agostinelli: violini - Lucia Zigoni: viola - Alan Dario: violoncello - Claudio Gasparoni: contrabbasso - Francesca Cescon: flauto - Paolo Fontolan: oboe - Venceslao Biscontin: clarinetto - Igor Dellaiti: fagotto - Massimo Zanolla, Nokolay Novikov: corni Sabrina Comin: clavicembalo.
GRANDI EVENTI ESTATE 2008
Sala Visconti
Hotel Des Bains Sala Visconti Lido di Venezia “ACCADEMIA MUSICALE ITALIANA” Via Paolo Erizzo 5/a 30126 Venezia-Lido Tel/Fax +39 041 5268868 - info@accademiamusicaleitaliana.com Presidente-Direttore Artistico M°. Prof. Claudio Gasparoni Tel/Fax +39 041 5264271 Cell. 348 1203793 e-mail: claudiogasparoni@libero.it
Per informazioni e prenotazioni: Hotel Des Bains Lungomare Marconi, 17 - 30126 Venezia Lido, Italia Tel. 041.5265921 - Fax 041.5260113 concierge.desbains@starwoodhotels.com -sheraton.com/desbains Ingresso al concerto alle ore 21.15 Ingresso con consumazione € 20,00 per persona
Incontri Musicali
Venerdì 1 Agosto, ore 21.30
“La Cambiale di Matrimonio” Farsa giocosa in un atto di Gaetano Rossi
Musiche di Gioacchino Rossini Prima rappresentazione: Venezia, Teatro S. Moisè, 3 Novembre 1810
Personaggi ed interpreti: Tobias Mill: Giovanni Comisso Fanny: Annalisa Massarotto Edoardo: Filippo Pina Castiglioni Norton: Andra Noal Clarina: Elena De Simone Slook: Giuseppe Piazza
Per i costumi di Marilina Maset Mele si ringrazia la compagnia teatrale “TREMILIONI”
Grandi eventi estate 2008 Il successo e la numerosa partecipazione di pubblico riscontrato nel corso delle passate edizioni di “Incontri Musicali”, hanno contribuito alla realizzazione di “Grandi Eventi 2008” in rinnovata ed ancor più spettacolare linea di programmazione. Presso la Sala Visconti dell’Hotel Des Bains del Lido di Venezia, i Solisti e l’Orchestra della “Accademia Musicale Italiana” daranno vita ad una serie di originale e coinvolgenti spettacoli ispirati ai grandi compositori italiani ed europei dell’epoca barocca e del periodo classico. Ideati al fine di contribuire alla diffusione ed alla valorizzazione dell'arte musicale, “Incontri Musicali”, saprà vivacizzare le serate estive del Lido di Venezia offrendo inoltre a turisti e residenti l’opportunità di partecipare ad eventi musicali di raro e inusitato ascolto. M°. Prof. Claudio Gasparoni
Giulio Polegato
Direttore Artistico
Direttore Hotel Des Bains
Mercoledì 6 Agosto, ore 21.30
“La Serva Padrona” Intermezzo comico in un atto di G.A. Federico
Musiche di Giovanni Battista Pergolesi Personaggi ed interpreti: Serpina: Loredana Zanchetta Uberto: Franco Zanette
Grafica: Luca Zanatta - Stampa: Poligrafica, Venezia
ACCADEMIA MUSICALE ITALIANA, è formata da noti ed affermati musicisti italiani e stranieri, concertisti, docenti presso Conservatori e Accademie Musicali e membri di prestigiose orchestre italiane ed europee. Costituitasi nel 1997 in Associazione CulturaleArtistica, l’attivita di “Accademia Musicale Italiana” si è sempre rivolta alla diffusione dell’arte musicale di ogni genere ed epoca, svolgendo inoltre, a completamento della sua finalità, intensa attività nel promuovere, organizzare e programmare manifestazioni culturali e artistiche in Italia e all’estero. Peculiarità di Accademia Musicale Italiana”, sarà eseguire in differenti organici e formazioni musicali un ricercato e inusitato repertorio musicale di diverse epoche,stili e generi : medioevale,rinascimentale, barocco, classico e romantico, del ‘900, e contemporaneo. Il successo riscontrato nel corso delle esibizioni presso alcuni dei più importanti Teatri, la partecipazione in prestigiosi Festivals Musicali in Italia e all’estero, le numerose tourneè: Stati Uniti, Giappone, Austria, Germania, Francia, Olanda, Svizzera, Grecia, Spagna, Slovenia, Slovacchia, Croazia, Iran, Israele, Algeria, Tunisia, Rep. Ceca, Ungheria, Albania, Russia, Taiwan, Corea, Cina, Italia, le numerose registrazioni, dirette radio e televisive, sono testimonianza della qualificante attività artistica della “Accademia Musicale Italiana”.
Municipalità Lido Pellestrina
Mercoledì 13 Agosto, ore 21.30
“I Grandi Concerti Barocchi” Programma G.F.HAENDEL Ouverture da “Agrippina” A.VIVALDI Concerto in sol maggiore per violino e orchestra Solista: Corinna Canzian A.VIVALDI Concerto in re maggiore per chitarra e orchestra Solista: Paolo Montini G.B.PERGOLESI Sinfonia in sol maggiore J.S.BACH Concerto in la minore per violino e orchestra Solista: Mattia Tonon G.Ph.TELEMANN Concerto in sol maggiore per violino e orchestra Solista: Corinna Canzian G.F.HAENDEL Grave e Allegro in re minore op.3
Orchestra “Accademia Musicale Italiana”
Vespone: Giancarlo Schiavon
Direttore Dino Doni
Orchestra “Accademia Musicale Italiana”
Regia Marco Bellussi
Direttore Dino Doni
Orchestra “Accademia Musicale Italiana”
Assistente alla regia Emiliano De Lello
Regia Loredana Zanchetta
Direttore Dino Doni
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