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Luoghi informali ludici e inclusivi _ Novella Miano pag
from Gioco Arte Città
by ludendo
Novella Miano
Laureata in Filosofia e Scienze della Formazione, insegna in una Scuola Primaria
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i l p ro GE tto l odi l udica
Luoghi informali ludici e inclusivi
L’emergenza pandemica, ancora non del tutto superata, ha avuto un fortissimo impatto sulla nostra vita quotidiana deprimendo ulteriormente un’economia già provata, rendendo difficoltoso l’accesso alle cure mediche, complicati gli spostamenti e rarefatti i contatti sociali. Tutto il nostro mondo, così come lo conoscevamo, è andato in crisi. Eppure il tempo sospeso del confinamento, nel periodo tra febbraio e maggio del 2020, ha rappresentato anche l’opportunità per pensare e ripensarsi. È questo il senso profondo delle Crisi che, come ricorda la radice etimologica del termine, è decisione e possibilità di scelta: possibilità di pensare al rapporto con la realtà che ci circonda e ripensarsi come soggetti in relazione alla realtà stessa. Possibilità, in poche parole, di mettersi e rimettersi in gioco. Il Progetto LodiLudica, oggetto di ricerca della mia tesi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, rappresenta proprio questo: un intravedere nella crisi il dischiudersi di originali orizzonti di senso che Animum Ludendo Coles, che opera in convenzione con il Centro Ricerche sulle Didattiche Attive di Bologna, ha colto scegliendo di tornare ad operare nel e per il proprio territorio, la città di Lodi, a partire da alcune riflessioni: ripensare al rapporto dei cittadini tra loro e con gli spazi della città e al ruolo giocato al suo interno dai cittadini più deboli, i bambini. “È ancora cittadino dimenticato il bambino? Abbiamo fatto qualche progresso verso la partecipazione negli spazi pubblici?” (Tonucci in Gherardi 2019). Maria Montessori proponeva le stesse riflessioni già nel lontano 1951 affermando che “Il bambino è sempre stato il cittadino dimenticato. Mentre, a mano a mano, nell’evoluzione della civiltà, nuove condizioni hanno migliorato la vita dell’adulto nell’ambiente, quelle del bambino si sono peggiorate.” (Montessori in “Vita dell’Infanzia” 1952). Le città - progettate per l’adulto lavoratore, dunque produttivo (Gherardi, Leonardi, in Gherardi) - dimenticano i cittadini più deboli. Non solo i bambini: anche lo straniero, la donna, l’anziano, il disabile diventano a-topos, fuori luogo, “strani” ed estranei, mentre i luoghi stessi della città, per dirla con l’antropologo francese Marc Augé, diventano non luoghi, spazi impersonali in cui ci si incrocia senza creare relazioni, luoghi senza storia, di passaggio, pensati per il consumo di merci (e di persone?). Il progetto LodiLudica, per quanto piccola
esperienza, rappresenta una forma di resistenza che attraverso la riqualificazione di un luogo informale della città - un parcheggio posto di fronte a una scuola Primaria riconvertito in spazio per il gioco - permette di intrecciare relazioni e costruire storie anche a partire da incontri, nello stesso luogo, tra generazioni, culture e situazioni personali diverse. Nell’ottica del sistema formativo allargato che vede la convergenza e la collaborazione tra scuola, enti locali, associazioni e professionisti, il progetto ha saputo convogliare energie altrimenti disperse. Innanzitutto ha coinvolto gli alunni della scuola Primaria “Arcobaleno” che hanno disegnato le decorazioni raffiguranti i giochi poi perfezionate e realizzate dagli studenti del locale Liceo Artistico “C. Piazza”, impegnati in un percorso di PCTO (ex Alternanza Scuola-lavoro). Inoltre, la partecipazione del CLEBA e dell’Associazione “Genitori Tosti in tutti i Posti” al progetto ha permesso di rivolgere particolare attenzione all’accessibilità e fruibilità del piazzale da parte di bambini, ragazzi e adulti con disabilità o bisogni specifici. Tutte queste caratteristiche verranno ulteriormente potenziate con il posizionamento di QRcode contenenti informazioni circa le peculiarità e le regole dei giochi rappresentati. Nuovi attori si metteranno in gioco in questa fase: Il Liceo Linguistico “Maffeo Vegio” e l’associazione Al Rahama collaboreranno con Ludendo, Genitori Tosti e il CLEBA affinché le informazioni, tradotte nelle principali lingue della Comunità Europea, in arabo e con gli strumenti della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, siano accessibili al maggior numero possibile di cittadini. Tutto ciò, infine, è stato possibile grazie anche all’attenzione e al contributo dell’Amministrazione Comunale per il miglioramento dell’accessibilità e della vivibilità degli spazi adiacenti alle scuole. Il piazzale, così concepito e in virtù della presenza dei giochi in esso raffigurati, rappresenta inoltre un’occasione per intraprendere e riannodare un dialogo proficuo con culture altre in quanto situazioni ludiche simili si ritrovano in luoghi (ed epoche) tra loro lontanissimi. Tuttavia, le differenze che esistono nelle diverse versioni dei giochi sono proprio il segno del modello culturale a cui essi appartengono, in un’unione ideale nella diversità delle persone come appartenenti a una singola famiglia umana.