Maggio 2022 - N. 106
Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 106 - Anno XI - Maggio 2022 Rivista Mensile ISSN 2612-2294 Editore: Tabloid Soc. Coop. • Firenze N. ROC 32478 Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato
Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi Caporedattore: Riccardo Morandi Editor: Martina Vincenzoni Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Matilde Sereni, Anna Sivak, Aura Fico, Rosalba Elio Bonaccini, Alessia Cersosimo, Daniele Pasquini, Alessandra “Luchadora” Marinelli, Leonardo Cianfanelli, Irene Bavecchi, Emanuele Nesti, Valentina Messina, Amanda Martín-Dombrowski, Lafabbricadibraccia, Tommaso Ciuffoletti, Marcho, Michele Baldini, Virginia Landi, Raffaella Galamini, Marta Magrini, Carlo Benedetti, Tommaso Chimenti, Caterina Liverani, Giulia Focardi, Riccardo Ghilardi, Susanna Stigler, Francesca Corpaci, Costanza Ciattini, Comari sull’Uscio, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Lulaida, Duccio “Dootcho” Formiconi. Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.
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L’Editoriale La serenata
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Toscana tropicale
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Cantieri in mostra Allo stadio è un’altra cosa
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1:87 - la scala dei sogni YellowSquare
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Futuri urbani Un paradosso vi seppellirà
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Vieri Cervelli Montel
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Pax de Deux Bucolica
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Scatti emergenti
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Lavignetta
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Personaggi fiorentini È tutto nei termini
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L’Agenda di maggio
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Maggio da non perdere
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Annunci bestiali I consigli dell’esperto
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Sipario Brevi cronache librarie
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Sognando Lynch: Farrago Up & Down
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Città in musica Minimondo
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Frastuoni
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Amorazzi
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Nuove aperture Lo Zigozago
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Palati fini Spirito Liquido
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Oroscopo
EDITORIALE
LA SERENATA
di Jacopo Aiazzi
di Matilde Sereni
Come i bonsai I bonsai sono piante delicate, necessitano di cure e attenzioni costanti. Gli alberi giovani hanno bisogno di essere rinvasati ogni due anni, quelli più vecchi ogni tre. Questa operazione viene fatta per permettere alle radici di ritrovare il loro spazio e di conseguenza l’energia per assorbire le sostanze necessarie ad una crescita vigorosa. Dopo due anni e spicci in stato di emergenza, è - forse - arrivato il momento anche per noi. Questa condizione ha permesso di alleggerire tutta una serie di vincoli amministrativi, ma ha forse appesantito, in maniera più o meno conscia, le nostre menti e i nostri cuori. Emergenza è allerta, allerta è preoccupazione. La preoccupazione è uno stato emotivo che deve avere un limite, altrimenti sfocia in un soffocamento mentale, proprio come soffocano le radici dei bonsai. La fine dello stato di emergenza potrebbe davvero segnare un punto di (ririri)partenza, la fine di un letargo sentimentale, la primavera di nuova speranza, miei giovani padawan. Certo, è difficile vedere tutto rosa e fiori (per restare in tema) senza considerare gli strascichi che tutto questo lascerà in ognuno di noi. E senza essere troppo aulici, basterà leggere la prossima bolletta per rendersi conto che non è andato tutto benissimo. Ma come si trova scritto nei cioccolatini, la vita è come reagisci a quello che ti capita, perché le cose, vuoi o non vuoi, capitano. A tutti. Augurati di ritrovare gli amici di sempre, nel locale del circolo a cui sei affezionato e che non frequenti da un po’. Pensa di tornare a vedere i sorrisi, gli abbracci e le strette di mano. Immagina una festa, una sera a teatro, un concerto con posto unico - parterre, un giro al centro commerciale (ogni tanto, perché no), un cinema affollato, l’inaugurazione di un nuovo spazio culturale. Qualcosa, tutto. Sì, è tornata la Serenata, che, come Mary Poppins, va e viene quando cambia il vento. Buona lettura.
I
Una capra nel labirinto
mmaginate di ritrovarvi in un labirinto di siepi, ovvero una situazione di incertezza e spaesamento da cui non riuscite ad uscire se non con grandi difficoltà. Immaginate adesso che insieme a voi ci sia una capretta. Alcuni abbandonerebbero subito l’animale al proprio destino, altri perderebbero tempo cercando di trascinarla verso la via d’uscita, chi per spirito solidale, chi come approvvigionamento alimentare. Ma lei, testarda, penserà sempre e solo a brucare e riempirsi lo stomaco. Così non resta che avventurarsi ognun per sé, se si vuole imboccare la strada del ritorno. Superato il vicolo cieco della pandemia, però, si finisce sul percorso sbagliato della crisi energetica, poi l’incrocio del cambiamento climatico dove si incontrano le direttrici dei cataclismi naturali e delle grandi migrazioni di massa. Fino a ritrovarsi al punto di partenza. Con una piccola differenza rispetto a qualche ora e dannazione prima: su una parete del labirinto, tra le siepi, è apparso un varco. Percorrendo l’improvvisata strada, trapassando le frasche si raggiunge un prato dove ad attenderci c’è la nostra imperterrita capretta impegnata a brucare. La via di uscita in questa storia la raggiunge indistintamente chi ha cercato di aiutare la ruminante bestia come chi non se ne è curato. Perché una bella botta di fortuna è sempre meglio di un piano ben congegnato. Un po’ come il tentativo della nostra società di proporsi più rispettosa delle specificità di ognuno di noi. L’utilizzo di desinenze finali neutre al posto dei plurali maschili universali, al fine di promuovere un linguaggio più inclusivo, ha portato alle più disparate formule - e un po’ di confusione - tra asterischi, u, ripetizioni, e rovesciate… fino al lancio della petizione per abolire proprio lo schwa parlando di “pericolosa deriva spacciata da incompetenti della lingua” e “follia bandita sotto le insegne del politicamente corretto”. Che fini linguisti! In questo scenario però si affacciano anche due atleti di uno degli sport più derisi al mondo, regalandoci forse qualcosa di più di un oro olimpico. Lei che ordina e lui che dà il cencio, vincono imbattuti il primo posto al mondo in una disciplina ancora molto poco praticata nel nostro paese. La parità di genere.
IN COPERTINA
Fruscìo di Maria Capaccioli Maria Capaccioli è un’illustratrice fiorentina nata nel 1994. Nell’autunno 2020 si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna in Illustrazione. Lo scorso settembre ha illustrato la raccolta di racconti “La crisi dei sette anni” per l’associazione culturale fiorentina In fuga dalla bocciofila. Al momento vive a Firenze e porta avanti molteplici progetti personali e lavori su commissione. Behance: www.behance.net/meriahshri5c85 IG: @meriah_weasley
TOSCANA TROPICALE
PER COMBATTERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON SERVONO I SUPERPOTERI di Daniele Pasquini illustrazione di Alessandra ″Luchadora″ Marianelli
L’
estate più calda del secolo. Siccità record. Termometro alle stelle. Sono titoli a cui siamo abituati, eventi così frequenti da non fare più rumore. Sembra la metafora della rana bollita di Noam Chomsky, in cui l’animale rimane a sguazzo nella pentola anche se la temperatura sale, e ci resta finché l’acqua non bolle. Solo allora muore, senza accorgersene. Ma una soluzione c’è, e ne parliamo con Roberto Ferrise e Marco Bindi, docenti del Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze. Bindi, in particolare, è l’unico autore italiano di un articolo pubblicato da “Science” sul cambiamento climatico rivolto ai leader mondiali, ed è nella lista dei cento top italian scientists. Abbiamo un problema. Ripetere ogni volta che il mondo si sta riscaldando non fa più effetto. MB: “Abbiamo due problemi. Guardare il clima con gli occhi della cronaca non serve. Gli articoli degli anni ‘60 a volte avevano gli stessi titoli di oggi, perché le notizie si riferiscono ad eventi, non a cambiamenti di lungo periodo. Questo genera un problema di percezione, che fa gridare all’allarme ma non fa comprendere il contesto. L’altro problema è nel capire che il riscaldamento non si inverte rapidamente. I gas serra hanno un tempo di vita lungo. Anche se oggi smettiamo di emettere CO2, certe sostanze rimarranno comunque nell’atmosfera per anni”. Eppure, durante il lockdown, quando tutti si sono fermati, qualcosa era migliorato... RF: “Sono interessanti i grafici prodotti da Carbon Global Project. Durante il lockdown
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l’emissione globale di CO2 si è quasi azzerata. Però nonostante il crollo delle emissioni, la concentrazione di CO2 non è mutata. Dobbiamo capire che i risultati non arrivano subito, e allo stesso tempo che rimandare peggiora le cose. E in un contesto aggravato, serviranno soluzioni più radicali e costose”. Torniamo a Firenze. Abbiamo passato lunghe settimane senza pioggia. È stata un’eccezione o è un trend? MB: “Non ha più senso parlare di fenomeni eccezionali, ormai è una consuetudine. La siccità non è più un fenomeno estremo, è la regola”. Dobbiamo prepararci ai monsoni? RF: “I dati ci dicono che ogni anno è sempre più caldo. In Toscana nel 2010 rispetto al trentennio 1961-90 avevamo +0,5° di media, con picchi di +1° in estate”. MB: “Le quattro stagioni ci sono ancora, ma sono diverse. A fine settembre stiamo ancora bene in spiaggia, poi in autunno assistiamo a cambi bruschi: parliamo di tropicalizzazione, perché certi acquazzoni sono eventi tipici ai tropici, ma ormai sono familiari anche per noi”. Cambia il clima, ma la terra si adatta? La nostra agricoltura si basa su ulivi e viti. MB: “Può reggere solo se prendiamo atto del cambiamento. Se a ottobre ci sono 25° è chiaro che bisogna anticipare i tempi, le olive si raccolgono in maglietta. Anche la vite si adatta, per metterla in sofferenza c’è bisogno di condizioni climatiche ben più estreme. Però sempre di più nei nuovi vigneti troviamo l’irrigazione di soccorso, segno che chi coltiva corre ai ripari. Il clima inoltre influisce sui parassiti – basti pensare all’incidenza che ormai ha la mosca dell’olivo -, o sulle gelate tardive, sempre più frequenti”. Le amministrazioni parlano spesso di
piantare alberi in città. Serve a qualcosa? RF: “È una strategia semplice. Un albero fa ombra e quindi genera rinfresco. Ma un conto sono gli annunci, un altro la realtà che ci circonda. Mi sono ritrovato a parlare di questi temi agli studenti nel Plesso di Novoli, poi mi sono guardato intorno…” MB: “Abbiamo fatto un esperimento con delle centraline sulla tramvia. Da Villa Costanza alle Cascine vedevamo che la temperatura calava in corrispondenza delle zone alberate. Ma sono onesto: la questione finisce qui. Pensare che gli alberi assorbano tutta la CO2 delle città è utopia. Inoltre, per piantare alberi serve tanta acqua, altrimenti muoiono. Serve manutenzione, spazio per le radici. Gli alberi sono utilissimi, ma piantarne milioni in città è una scelta insostenibile. Io non credo nei grattacieli verdi. Una casa così non la comprerei, vedo più problemi che benefici”. E allora cosa può fare chi amministra la città? MB: “Tre cose. Partire dalla mobilità urbana: buone piste ciclabili, migliorare il servizio di trasporto urbano. Così si abbattono le emissioni. Secondo, occuparsi del recupero delle aree marginali. Abbiamo avuto una perdita enorme di superficie curata e coltivata. Da Firenze alla costa siamo pieni di campi abbandonati. Da noi i terreni sono tanti e vasti, recuperarli significa contrastare il dissesto idrogeologico e allo stesso tempo produrre cibo. Terzo, pensare ai piccoli invasi. È l’unico modo per immagazzinare l’acqua quando cade. La Toscana ne ha molti, ma essendo in aree abbandonate ormai sono grandi buche piene di terra. Dal loro recupero dipende l’approvvigionamento idrico del nostro futuro”. Non sembra impossibile. MB: “Sono cose semplici, ma vanno coordinate. Basta parlarsi e iniziare”.
CANTIERI IN MOSTRA di Michele Baldini
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empi bui per le polemiche da quartiere. Sembra passata una vita da quando, subito dopo l’emergenza covid e prima della guerra, il rinnovo dei bonus per l’edilizia fece una fulminea apparizione sotto i riflettori mediatici. Oggi, pur in secondo piano, nel ruolo che giustamente merita confrontato con temi ben più importanti, è rimasto in agenda. Ho contato, solo ad aprile, 14 cantieri tra Borgo San Frediano e Porta Romana. Benissimo, si dirà, l’economia riprende, ce n’è bisogno. Vero. E si badi: sogno, come molti altri, di arrivare prima possibile (e in pace) a quel momento in cui potrò tutto il giorno fissare i cantieri con le mani a X dietro la schiena. Ma fino ad allora continuerò ad aver bisogno del mezzo privato, perché purtroppo – almeno per noi – lo smart
working non è stato capito. E dovrò pur parcheggiarlo da qualche parte in cui non ci sia un dehors, che con la bella stagione non possono che occupare più suolo pubblico possibile. Dovrò evitare di farmelo portar via col carro attrezzi, dato che dal 31 marzo è stato ripristinato il divieto di sosta a giorni alterni per il lavaggio strade. Dovrò schivare una transenna, un ponteggio, un cartello giallo della dimensione di un crostino che annunci, in questo o in quel tratto, la rimozione forzata l’indomani. Come se non bastasse, gli atti di vandalismo contro le auto si moltiplicano (già il 3 novembre scorso La Nazione online pubblicava un appello di residenti di varie zone della città). Fatti salvi i benefici turistici, ambientali e – soprattutto – catastali conseguenti, tutto questo non rischia forse di esasperare una situazione già critica e l’allontanamento ulteriore dei residenti dal centro storico?
ALLO STADIO È UN’ALTRA COSA LA CUOCA DELLA CURVA FIESOLE di Riccardo Morandi
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i sono gli stipendi milionari, ci sono i diritti televisivi, ci sono i brand sul pallone e sulle maglie. C’è poi il gioco del calcio. Ci sono gli stadi, le scale elicoidali, i posti seduti, gli Skybox, le sale stampa, le accomodations. C’è poi la Piera, a Firenze. La Piera in Curva Fiesole, da non confondere con l’omonima e più famosa paninara dello stadio. La signora in questione non è una semplice tifosa fiorentina, lo si capisce subito parlandoci al telefono. “Io oramai sono vecchia” dice, con piglio tosto, “ma finché le gambe mi reggeranno la partita la guardo in piedi e del resto le partite si guardano allo stadio, che è tutta un’altra cosa”. Ma la Piera oltre che tifare viola ha una marcia in più, quella di pensare alla partita come un momento di aggregazione, qualcosa di strano per chi non si sia mai cimentato in questa dimensione che non ha il solo fine del risultato. Qualcosa che va oltre, ed è quello per cui decine di migliaia di persone si avventurano in una infrastruttura per vedere se
un gol entri oppure no. È chiarissima la Piera, quando mi avverte di non chiederle nulla di tecnico sul gioco del calcio, ed ha ragione. Lei è in curva Fiesole da tanto tempo, in uno spazio dove suo marito e suo figlio hanno passato le domeniche e dove lei ancora apparecchia, quando c’è modo, per venti persone: primi, dolci e quello che le va di cucinare. “Ci andavo in autobus, ora c’è una coppia che mi accompagna con piacere: porto la minestra di pane, le lasagne e i dolci. Lo facevo quando ero custode del campo sportivo a Scandicci, e qualche ragazzo in curva a Firenze mi ha chiesto di fare lo stesso. Mi piace, ci sto bene coi giovani a tifare Fiorentina”. La Piera è l’amore per la condivisione, è la risposta al calcio che vuole solo trofei e numeri. È la prima risposta anche verso coloro che cinicamente blindano il calcio a intrattenimento per beceri, senza pensare che sia una forma di comunità per tutti. Da tifoso viola penso che la Piera sia la nostra Champions League. Con la nazionale fuori dai Mondiali questo gioco sta morendo per i bambini e per tutti noi, ma se ripartiamo dallo spirito di questa signora
ce la possiamo fare. Magari con un piatto di lasagne condivise in curva tutto sarà migliore. Siamo sicuri e #forzaviola. 7
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LA SCALA DEI SOGNI di Carlo Benedetti • foto di Juri Ciani
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a psicopatologia del ferromodellismo è chiara: controllare un mondo in miniatura visto che non possiamo controllare quello reale. Costruire ogni dettaglio e osservare i treni muoversi placa la disperazione di non saper cogliere l’ordine incomprensibile – e forse assente – del mondo che abitiamo. Ogni plastico ferroviario è quindi, inevitabilmente, un sogno. Ma l’immensità del sogno di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano lascia senza fiato: un plastico ferroviario di 280 mq ora ospitato dall’ex cinema Ariston in piazza Ottaviani, non lontano dalla Stazione (reale) di Santa Maria Novella, che sarà presto aperto al pubblico come
museo Hzero. H0 è una delle scale standard del ferromodellismo (1 a 87 cm) ed è quella che il plastico utilizza per ricostruire, in piccolo, viadotti, montagne, strade, stazioni di un mondo sospeso fra le Alpi e l’Italia. Nato come passione privata, il plastico, grazie al figlio di Giuseppe, Diego di San Giuliano, si appresta a divenire attrazione pubblica e spunto attorno al quale costruire attività didattiche, convegni e turismo (in effetti, Miniatur Wunderland, fratello maggiore di Hzero, è da anni l’attrazione turistica più visitata della Germania) anche grazie al curatore Alberto Salvadori, già direttore del mu-
seo Marino Marini e ora a ICA Milano. Il treno è il protagonista indiscusso di un’esperienza a metà fra analogico e digitale, muovendosi fra proiezioni, mappature fotografiche e chilometri di piccoli binari. Sostenuto da Fondazione FS, custode e gestore del grande patrimonio storico delle Ferrovie italiane, Hzero promette quello a cui ogni museo aspira: un viaggio indimenticabile. E, possibilmente, in orario. Hzero Piazza degli Ottaviani, Firenze www.hzero.com
YELLOWSQUARE L’OSTELLO GIALLO PER RISCOPRIRE FIRENZE di Valentina Messina foto di Iuri Niccolai
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e è vero che l’ospitalità si combatte a colpi di skyline vista Duomo, allora YellowSquare, l’ostello di ultima generazione, aperto da poco in viale Redi 19, non ha niente da invidiare ad altri vicini. L’attitudine è cosmopolita perché si rivolge a viaggiatori lontani dal concetto tradizionale di turista; la vocazione è orientata alla sostenibilità, con bar e cucina 100% plastic-free e la cura per il design e la personalizzazione degli ambienti si notano sin dall’ingresso. Sui muri della reception e degli ambienti comuni le pareti sono vestite dalle opere dell’artista argentina Valentina Chiappero, ma ci sono molte pareti bianche da riempire e tutto ciò verrà fatto durante delle staycation in collaborazione con degli artisti, che offriranno la loro arte in cambio di un soggiorno in loco. Dopo il successo di Roma e la recente apertura di Milano, quella del capoluogo toscano è la terza sede a firma YellowSquare.
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Con il concept di “ostello esperienziale”, YellowSquare vuole ridefinire il concetto stesso di ostello: non più un semplice posto dove dormire, ma un luogo in più per scoprire la città, fare nuove conoscenze, cimentarsi in lezioni di cucina, fare yoga al tramonto e ascoltare musica dal vivo la sera. Il fine ultimo è creare comunità e socializzare. Lo testimonia il fatto che nelle camere non c’è tv ma mensole per lo scambio di libri, per invogliare al dialogo con gli altri compagni di avventure. Dicono i due giovani imprenditori e fratelli Fabio e Marco Coppola, che aprirono il loro primo ostello ancora teenagers, a Roma nel 1999: “ci piace l’idea di ripartire con l’apertura di Firenze, una città da sempre votata al buon vivere, alla scoperta, all’arte e alla curiosità. Per questo speriamo di diventare un punto di riferimento per chiunque venga a visitare questi luoghi meravigliosi, per chi arriva qui per studiare o lavorare, ma anche per gli abitanti del quartiere e per tutti i fiorentini. Qui, novità assoluta rispetto alle altre sedi italiane, l’area relax sul rooftop con piscina e solarium, con vista panoramica sulla città”.
FUTURI URBANI di Asia Neri • foto di Juri Ciani
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ual è il futuro delle nostre città? Come possiamo e vogliamo abitarle? Con la nuova collana editoriale Futuri Urbani, il collettivo Criticity indaga la condizione contemporanea dell’ecosistema urbano aprendo una finestra divulgativa dal carattere multidisciplinare. Oltre trenta contributi accademici di urbanisti, architetti, sociologi, attivisti, docenti, centri di ricerca sono stati raccolti in tre volumi correlati: “Città Ostile”, “Città Fragile” e “Città Viva” usciranno all’inizio di giugno 2022 con la casa editrice fiorentina Contrabbandiera. Nata come giornata seminariale, Futuri Urbani è stato convertito in una rassegna di conferenze online a causa delle restrizioni imposte dal clima di emergenza sanitaria. La capacità di far fronte alle criticità con una postura fluida e scalabile è la premessa necessaria per introdurre il lavoro di Criticity. Lorenzo Brunello ed Emma Zerial fon-
dano il primo nucleo di ricerca, al quale aderiscono in seconda battuta anche Tommaso Mannucci e Mattia Ventrella, alimentando la dinamicità del collettivo. Tommaso, in arte Monograff, è infatti autore dell’illustrazione di copertina: un concentrato di Firenze che, nella selezione dei luoghi rappresentati, vuole comunicarci qualcosa. La ruota panoramica, il The Student Hotel, un aereo che atterra in mezzo alle abitazioni, qualche telecamera, il mercato, il fiume Arno, un’imbarcazione che lo attraversa (un richiamo al logo di Contrabbandiera Editrice) e, per finire, il loro studio in via Slataper 8, Rifredi. Insomma, un’accurata introduzione al contenuto dell’intera collana. Tra complessità e completezza, i tre volumi di Futuri Urbani seguono una
progressività: “Città Ostile” affronta la dimensione coercitiva dell’urbano nelle sue numerose (e sottese) forme di violenza, fisica e simbolica; “Città Fragile” analizza la condizione urbana post-pandemica, evidenziando la radicalizzazione delle iniquità sociali; “Città Viva” approda infine ai modelli abitativi possibili e auspicabili, suggerendo che il cittadino si renda co-agente degli interventi destinati a cambiare il suo spazio di vita. Ed è proprio questo il punto di arrivo (temporaneo!) di Criticity: innescare “non tanto una forma di rigenerazione urbana spaziale, ma più propriamente una rigenerazione di senso urbano” perché “nel domandarci quale città vogliamo abitare, ci stiamo chiedendo che persone vogliamo essere”.
UN PARADOSSO VI SEPPELLIRÀ di Salvatore Cherchi
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e dovessi scegliere una figura retorica in grado di sintetizzare l’attualità, sceglierei l’anastrofe. La sua peculiarità è quella di capovolgere l’ordine naturale del discorso, dunque del linguaggio, dunque della realtà. Da anni, infatti, nell’inconscio collettivo cresce una perturbante sensazione di capovolgimento di senso, di preludio alla catastrofe. E se ci dicessero che non è il mondo là fuori a essere sottosopra, ma solo la percezione che ne abbiamo, avremmo difficoltà a crederlo. Eppure, tutto funziona benissimo, almeno in termini universali. Dunque, come spiegare questa asincronicità? Come comprendere che forze opposte e contrarie sono in realtà complementari e interconnesse, che il sotto è parte del sopra e l’assurdo parte dell’ordinario? Ci si può affidare a due categorie intellettuali storicamente interessate a superare i confini del linguaggio e dunque del mondo che rappresenta: filosofi e comici. I primi hanno da tempo ri-
nunciato alla correlazione mente-mondo, per aprirsi all’assoluto e indagare la realtà al di fuori di come la percepiamo. Si può pensare qualcosa che sta al di là del nostro stesso pensiero? È una speculazione, utile a dimostrare come la contraddizione e il paradosso non siano illogicità da temere, ma elementi necessari a spiegare ciò che non comprendiamo. Elementi, tra gli altri, che da sempre i comici utilizzano per scardinare l’ostinata razionalità e causalità che domina il quotidiano, aprendoci a una lettura del mondo imprevedibile, anomala, incongruente. Non voglio dire che i filosofi sono comici o viceversa, ma che il pensiero di queste due figure, su binari parallelo-convergenti, ci aiuta a non impazzire davanti ai paradossi dell’esistenza. Due consigli, dunque, per addentrarsi nel teatro dell’assurdo: “Confessioni di una coppia scambista al figlio morente” (Rizzoli, 2022, 16 euro), del comico aretino Alessandro Gori; “L’assurda evidenza” (Tlon, 2022, 13 euro) del filosofo fiorentino Francesco D’Isa.
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VIERI CERVELLI MONTEL IL PRIMO DELLA TANCA di Leonardo Cianfanelli • foto di Camilla Cattabriga
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vevamo annusato il suo talento in occasione del Rock Contest 2019 e ora il fiorentino Vieri Cervelli Montel arriva al debutto “I” (si legge “primo”) che inaugura la nuova etichetta Tanca di Iosonouncane. “Iosonouncane è stato imprescindibile innanzitutto indirettamente, poiché il suo approccio alla parola e all’unione della stessa con la musica è stato indiscutibilmente un’ispirazione per me fondamentale”, ci racconta Vieri. “Per quanto riguarda l’apporto diretto, Jacopo è entrato in gioco quando i brani erano già completi da un punto di vista compositivo, ma ha in generale costituito una figura di riferimento capace con una singola idea di far fiorire un’intera sezione, o anzi di farla appassire – narrativamente, s’intende – grazie alla sua capacità di individuare un elemento chiave e, agendo solo su quello, modificandolo o sostituendolo, dare un piano di lettura completamente nuovo alla
sezione o a tutto il brano, insomma creando profondità a partire da un solo gesto”. “I” è un concept album legato alla perdita del padre. “È sicuramente un album personale, e in realtà addirittura autobiografico. Paradossalmente, però, essendo il frutto di un percorso introspettivo, e in quanto tale non scevro di proiezioni sulla sfera personale di figure comuni, forse addirittura innate, è un concept che fa degli archetipi il proprio linguaggio. Anzi è proprio mettendo per iscritto la mia storia, e affrontando il mio personale dolore, che mi sono reso pienamente conto di quanto la morte di mio padre, la mia crescita senza di lui, la stessa accettazione della caducità, siano in realtà tasselli di una condizione umana condivisa. In questo senso è sicuramente un disco universale”. Una lunga gestazione che finalmente è arrivata alla fine: “a cinque anni da quando ho iniziato a scriverlo, in tutta onestà fatico molto a rendermi conto che l’atteso momento in cui questo disco avrebbe visto la luce è finalmente arrivato. Sono profondamente emozionato all’idea di
condividerlo presto con le persone, soprattutto suonandolo dal vivo”.
LIVE IN SALA VANNI GIOVEDÌ 5 MAGGIO ORE 21.15
COMUNE DI
QUARRATA
PAS DE DEUX
TRA MARINI E STRAVINSKIJ di Emanuele Nesti
S
i tiene fino al 30 maggio al Museo Marino Marini la mostra “Pas de Deux: Marini e Stravinskij”, un evento che ripercorre, tramite cinquanta opere mai esposte in precedenza, il sodalizio tra alcune delle figure più influenti del Novecento in campo artistico: lo scultore e pittore toscano Marino Marini e il compositore russo Igor Stravinskij. Dopo aver attraversato le sale con le sculture mariniane, accarezzate da un’intensa luce naturale, al primo piano del museo si trova la mostra “Pas De Deux”, nome che riprende il ballo di coppia. Il visitatore è immerso qui nel genio dei due artisti, in un incontro iperuranico tra musica, arte e teatro. Grazie all’allestimento di Marisa Coppiano e la curatela di Luca Scarlini, lo spettatore ripercorre i frutti della sincera amicizia tra le due personalità tramite l’esposizione delle opere di tema teatrale
di Marini, accompagnate dal sottofondo musicale di Stravinskij. Insieme alle inedite litografie “Personnages du sacre du printemps” dell’artista, realizzate per la scomparsa del compositore nel 1971, sono conservate anche le acqueforti “Marino to Stravinskij”, che documentano un intenso legame nato dall’incontro del 1948 presso la galleria d’arte Curt Valentine. La mostra si chiude con la proiezione della “Sagra della Primavera” al Teatro della Scala nel 1972, apice del rapporto intellettuale tra le due personalità. La musica e i balletti del defunto Igor furono celebrati dai fondali dipinti da Marino con le variazioni del blu, colore del mistico e del silenzio assordante, riuscendo ora a conquistare tutto lo spazio della mostra. Oltre a godere dell’estetica avanguardistica dell’allestimento, all’interno del museo, che sorge sull’ex Chiesa di San Pancrazio, è conservato il Tempietto del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti, ispirato a quello di Gerusalemme e realizzato per
i committenti Rucellai, uno dei massimi esempi del Rinascimento fiorentino. Per info: www.musemarinomarini.it
BUCOLICA LA FATTORIA CULTURALE di Alessia Cersosimo
C’
è un luogo, nel cuore di Lastra a Signa, dove la campagna rivendica il suo spazio. In via Castracane 110, a pochi metri dai supermercati, tra la fretta e il cemento, sorge una fattoria, diventata il circolo culturale agricolo Bucolica. Dopo vent’anni di abbandono dei terreni, Riccardo Zammarchi (classe ’85) e Filippo Zammarchi (classe ’91), cresciuti lì, nell’ultimo avamposto della campagna a ridosso dello spazio urbano, sfidano tutto e uniscono le loro competenze. Filippo, agronomo junior, si occupa delle coltivazioni e dei progetti di agri – ecologia; Riccardo, Presidente de La Scena Muta e organizzatore di eventi, cura i vari appuntamenti. Nella convinzione che l’agricoltura sia “un mezzo per fare cultura e un presidio di tutela della biodiversità”, i ragazzi puntano su colture dimenticate, l’uliveto biologico, l’orto, l’apiario, frutti
e grani locali antichi, galline autoctone ed erbe aromatiche. Se, come ci racconta Riccardo, “non si deve piegare la natura ai nostri bisogni”, si tratta pur sempre di scelte antieconomiche, ma necessarie per portare un cambiamento. Nel progetto anche una serie di attività che, dal 18 maggio, dal mercoledì alla domenica, ci accompagnerà in estate: degustazioni, corsi di teatro, artigianato, musica, yoga tra gli ulivi, laboratori per bambini, passeggiate tematiche sui colli, escursioni a piedi, djset e, solo al costo della cena, l’immancabile serata del venerdì di musica popolare fiorentina.
Un piccolo punto di riferimento dove poter ascoltare vari stornellatori, da Alessandro Giobbi a Le Comari sull’Uscio. Ma non è finita qui. Si torna in pista con balli popolari toscani e si ride con improvvisatori in ottava rima. Dal 28 maggio è anche Open Farm. Prendi da mangiare al bar di Bucolica e lo gusti dove vuoi, sotto un albero, su una balla di fieno o steso sul prato. A volte, per piccoli momenti di felicità, basta svoltare l’angolo e ritrovarsi in quella campagna che non ti aspetti, ricca di vita e di cultura. Per info: www.bucolica.farm 11
SCATTI EMERGENTI di Amanda Martín-Dombrowski
They Are Not, Yet
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el suo progetto “They Are Not, Yet”, Dimitri D’ippolito investiga il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco da parte della criminalità organizzata italiana, che investe e ricicla capitale nell’economia britannica. I protagonisti sono i cosiddetti “colletti bianchi”, persone che operando all’interno del sistema finanziario come agenti di borsa o banchieri portano avanti affari illeciti. Il progetto artistico a lungo termine e ancora in via di sviluppo è ambientato a Londra. Il lavoro vuole essere una scintilla che accende la nostra curiosità, avvicinandoci a un fenomeno che la maggior parte di noi non conosce e di cui non può immaginare le dimensioni, i meccanismi e l’influenza che ha sui vari paesi. Lo scopo del fotografo è infatti quello di creare consapevolezza: “Il mio intento è cercare di suggerire alle persone come guardare il mondo che ci circonda con un occhio più critico e vigile. Non voglio che il pubblico abbia paura del mondo in cui viviamo: al contrario, sento fortemente il bisogno di portare le persone a capire che non tutto è effettivamente come sembra”. Per ritrarre questa realtà occulta e stratificata, l’artista combina suggestive immagini scattate nel distretto finanziario di Londra a immagini manipolate attraverso il ritaglio, il collage oppure l’aggiunta di elementi grafici, rappresentando l’alone di mistero e la complessità che circondano il fenomeno del riciclaggio di denaro. Nato nel 1993 a Firenze, Dimitri D’ippolito è un artista visivo e fotografo italo-americano che attualmente vive e lavora a Londra. Ha studiato fotografia presso lo Studio Art Centers International (SACI) di Firenze e successivamente ha completato il corso triennale di fotografia presso l’Università di Brighton. Ha partecipato a workshop tenuti da Jim Goldberg, Paolo Woods, Gabriele Galimberti e Federico Clavarino. Nel 2017 è stato nominato per il Magnum Graduate Photographer Award, nel 2018 e nel 2021 per Pla(T)form, Fotomuseum Winterthur come talento emergente. Ha lavorato come assistente di studio di Mark Power, come assistente di Edmund Clark e nel 2021 è diventato Studio Manager dell’artista Indre Serpytyte. www.dimitridippolito.com @dimitridippolito
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popolamento 3 cinghiali di rinforzo per tutti
carica bestiale
Primo attacco, tutti i dadi ottengono +1
Cinque tribù di cinghiali si contendono I TERRITORI, scegli chi impersonare e coMbatti COME NON HAI MAI FATTO.
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PERSONAGGI FIORENTINI di Tommaso Ciuffoletti - illustrazione di Marcho
(È) TUTTO NEI TERMINI di Michele Baldini e Virginia Landi
UI/UX e Droppare In attesa di un mondo reale più tranquillo, dovremo conoscere e accontentarci di quello virtuale, che pure continua a creare termini e situazioni nelle quali sempre più ci troviamo invischiati senza sapere di che si tratti. Oddio, anche il mondo reale è così. Ma procediamo per gradi. Ringraziamo per la collaborazione Alessia Marino, studentessa di Comunicazione all’Università di Siena.
Rolando
C
i sono alcuni personaggi fiorentini il cui ritratto non può non essere fatto. Questo perché nel tempo sono assurti al ruolo di vere e proprie leggende metropolitane, di una città che però non è una metropoli. Ecco perché più che leggende metropolitane, forse si tratta di quei personaggi da mitologia paesana, che si trovano anche una città come Firenze. Rolando è a pieno titolo uno di questi personaggi. Si è guadagnato questo titolo grazie, va detto, ad una dedizione al lavoro che, per quel che posso dire, ricordo indefessa. “Oyé! Quieres cerveza frìa?” era un invito che non potevi evitare se trascorrevi le tue serate di metà anni 2000 in piazza Santa Croce (ma anche in Santo Spirito o in altri luoghi classici della vita notturna fiorentina). Perché questo faceva Rolando, vendeva birre che si portava appresso in uno zaino. Stava a metà tra il venditore ambulante e una sorta di precursore dei vari servizi di consegna rapida a domicilio. Se avesse avuto una app con rilevatore satellitare, credo che avrebbe potuto fare un business non indifferente. Credo sia giusto dedicare infine una breve nota sulla promessa che la birra fosse frìa perché io me la ricordo invece piuttosto tiepidinia. Ma anche questa nota va a disegnare il profilo di un venditore che deve comunque dirti che la sua merce è buona, nel tentativo di vendertela. Per certi versi, si può dire, Rolando era un vero professionista.
UX/UI /iuˈex//iuˈai acr. di User Experience e User Interface parte visuale. Ad esempio, se la vostra schiacciata fiorentina vi fosse presentata da uno UX designer, questi vi attirerebbe con il profumo del dolce, vi darebbe le posate e infine vi regalerebbe un bicchier d’acqua. Nel frattempo, l’UI designer si sarà occupato di ricoprirla di zucchero a velo e di averci impresso il tipico giglio fiorentino. Droppare /dròppàre/ dall’inglese to drop (lasciar cadere, lasciarsi sfuggire di mano, sganciare, mollare). Il neologismo, dal significato variabile in base al contesto, assume oggi anche un’accezione social che si traduce con il termine pubblicare, ossia lasciar cadere un’immagine o un contenuto all’interno di una piattaforma. Oltre ad evocare il fastidioso promemoria spazio-quasi-esaurito-sul-tuo-Dropbox e ad annunciare il lancio di un nuovo album nel mondo della musica, il nostro caro droppare è stato vittima di una catena di Sant’Antonio 3.0 che ha coinvolto proprio tutti, dai VIP ai NIP. Più o meno è andata così: tra le storie di Instagram ha cominciato a circolare un adesivo (chiaramente una roba virtuale, non si attacca da nessuna parte) che invitava a condividere una “Foto estate 2021, chi non la droppa avrà un’estate terribile”. Perché già così non eravamo stati sufficientemente sfortunati.
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l'Agenda di Maggio VENERDÌ 1
3 IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE (fino al 03/04)
Teatro di Rifredi (FI) ing. da € 16
3 DANIELE TINTI - DILEMMA
Teatro Puccini (FI) ing. € 12
3 STARS! A POP - ROCK CELEBRATION
Tuscany Hall (FI) ing. € 26
LUNEDÌ 4
3 GIL SHAHAM
Teatro della Pergola (FI) ing. da € 25
3 ROBY FACHINETTI - SIMPHONY
Teatro Verdi (FI) ing. da € 25
MARTEDÌ 5
3 COMPAGNIA OPUS BALLET - WHITE ROOM
3 AZUL (fino al 10/04)
3 MUSEO PASOLINI DI ASCANIO CELESTINI
3 IL FANTASMA DI CANTERVILLE
3 MINE VAGANTI (fino al 03/04)
3 IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE (fino al 10/04)
3 LEGALLY BLOND - THE MUSICAL (fino al 03/04)
3 SCELTI DALLA CRITICA - QUI RIDO IO
Cango (FI)
Teatro Puccini (FI) ing. da € 18
Teatro della Pergola (FI) ing.da € 21 Teatro Verdi (FI) ing. € NP
3 PETER MILTON WASH
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
Teatro della Pergola (FI) ing.da € 21
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
Teatro di Rifredi (FI) ing. da € 16 Spazio Alfieri (FI) ing.€ 7
MERCOLEDÌ 6
3 JURIJ GAGARIN, AL SECOLO GIGI
3 ANDREA BATTISTONI - VADYM KHOLODENKO
3 IONOI
3 IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
Cinema Stensen (FI) ing. € NP
SABATO 2
Teatro Verdi (FI) ing. € 17
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
3 GIULIA MILLANTA
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 “DON CHISCIOTTE” TRAGICOMMEDIA DELL’ARTE
3 FRANZ WELSER MÖST
3 MOBRICI “ANCHE LE SCIMMIE VANNO IN TOUR”
3 ORT - ANDREA BATTISTONI
3 SOLOPIANO - ANDREA LUCCHESINI, GIOVANNI
3 MASSIMILIANO CIVICA - L’ANGELO E LA MOSCA
Teatro Puccini (FI) ing. € 20
Viper Club (FI) ing.
BIETTI Teatro della Pergola (FI) ing. da € 25
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 25 Teatro Verdi(FI) ing. € 19 CANGO (FI) ing. € 12
3 VENTI SCONOSCIUTI
GIOVEDÌ 7
DOMENICA 3
3 SUBSONICA - MICROCHIP TEMPORALE CLUB
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
3 PIMP MY VINTAGE MARKET
The Student Hotel (FI) ing.libero
3 PER GRANDI E PUCCINI - SULLE ALI
DELL’IPPOGRIFO - UN FOLLE VOLO NELL’ORLANDO FURIOSO Teatro Puccini (FI) ing. € 8
3 FLORENCE KOREA FILM FESTIVAL (fino al 15/04)
Cinema La Compagnia (FI)
TOUR Tuscany Hall (FI) ing. € 34,50
3 SUSSI E BIRIBISSI (fino al 10/04)
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
3 LO SGUARDO AVANTI
Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da € 22
3 SUPERATTORI - INUOVI
3 È ANDATO TUTTO BENE
3 JAZZY - CONCERTO DI PRIMAVERA
3 THE VERNAL AGE OF MIRY MIRRORS
Teatro della Pergola (FI) ing.€ 5 Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 CHI HA VISTO LA CODA DEL SIGNOR VOLPE
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
3 IL FLORIDA DEI PICCOLI - PIERINO E IL LUPO
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. € 7
3 VENTI SCONOSCIUTI
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
3 A WHITE WHITE DAY - SEGRETI NELLA NEBBIA
Cinema Stensen (FI) ing. € NP
Cinema Stensen (FI) ing. € NP Manifattura Tabacchi (FI) ing. libero
3 ORA PARLAMI D’AMORE
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. € 15
VENERDÌ 8
3 PERIMETRI DI GHIACCIO
Crumb Gallery
3 FAMILIE FLÖZ - FESTE (fino al 10/04)
Teatro Puccini (FI) ing. da € 22
3 ROCK&GOL
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 ORA PARLAMI D’AMORE
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. € 15
3 EUGENIO BENNATO
Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da € 22
3 KINKALERI - HELLO°
CANGO (FI) ing. € 12
SABATO 9
3 SUPERSOCRATES
Il Lavoratorio (FI)
3 TRETTEMPI - MUSICA E DANZE FOLK
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 SOLOPIANO - PIERRE - LAURENT AIMARD
Teatro della Pergola (FI) ing. da € 25
3 ZIO VANJA
Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da € 22
3 KINKALERI - HELLO°
CANGO (FI) ing. € 12
DOMENICA 10
3 IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE
Teatro di Rifredi (FI) ing. da € 16
3 ANGELA HEWITT
Teatro della Pergola (FI) ing. da € 25
3 SUPERATTORI - INUOVI
Teatro della Pergola (FI) ing.€ 5
3 CHI HA VISTO LA CODA DEL SIGNOR VOLPE
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
3 ZIO VANJA
Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da € 22
LUNEDÌ 11 3 INSIDE DALÌ
Chiesa di Santo Stefano al Ponte (FI) ing. € 10
3 ORIENTE/OCCIDENTE: DIALOGO DELLE ANIME
Teatro della Pergola (FI) ing. da € 25
3 FEDERICO SACCHI - INSPIRED BY THE KING
Teatro Puccini (FI) ing. € 8
MARTEDÌ 12
3 IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
3 ORPHÉE ET EURYDICE
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 40
MERCOLEDÌ 13 3 LA SPOSA INFEDELE
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
MUSICA \ TEATRO \ CINEMA \ ARTE \ EVENTI 3 ORPHÉE ET EURYDICE
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 40
GIOVEDÌ 14
3 DONATO RENZETTI - ORCHESTRA DELLA
TOSCANA Teatro Verdi (FI) ing. € 17
3 LE INVASIONI FIORENTINE
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
3 MARCO D’AGOSTIN - BEST REGARDS
CANGO (FI) ing. € 12
3 MASSIMO PERICOLO
Tuscany Hall (FI) ing. € 25
VENERDÌ 15
3 FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
Tuscany Hall (FI) ing. € 28,75
3 CINEPROGRESSO
3 LE CHIAVI DELLA CITTÀ - GNOMI
3 GEPPI CUCCIARI - PERFETTA
3 FRANCO ARMINIO: STUDI SULL’AMORE
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP Teatro Verdi(FI) ing. € 20,70
GIOVEDÌ 21
3 ORPHÉE ET EURYDICE
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 40
VENERDÌ 22 3 ABBA DREAM
Tuscany Hall (FI) ing. da € 18
3 HUGO RACE FATALISTS
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 LA VILLANA DI LAMPORECCHIO, OVVERO LA
RIUNIONE DEI PAZZI CERVELLI Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
Teatro Cantiere Florida (FI) ing. € 5 Teatro Puccini (FI) ing. € 13
3 RAF - TOZZI
Teatro Verdi(FI) ing. da € 39
3 PIAZZOLLA TANGO
Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da € 22
3 PASOLINI 100 - PORCILE
Cinema Stensen (FI) ing. NP
MERCOLEDÌ 27
3 SAMUELE BERSANI - CINEMA SAMUELE TOUR
Tuscany Hall (FI) ing. da € 35
3 CINEPROGRESSO
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 ROMÉO ET JULIETTE
3 CRISTOPHER PAUL STELLING
3 JESUS CHRIST SUPERSTAR
3 PASOLINI 100 - IL VANGELO SECONDO MATTEO
3 CAMILLA MONGA / EMANUELE MANISCALCO
GIOVEDÌ 28
SABATO 23
3 VLADIMIR SPIVAKOV - ORCHESTRA FILARMONICA
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP Cinema Stensen (FI) ing.€ NP
SABATO 16
3 GRUPPO NICHE
Tuscany Hall (FI) ing. € 53
Teatro Verdi(FI) ing. da 25,50 CANGO (FI) ing. € 12
3 /RI.TRÀT.TI/ /’PÔR’TRĀTS/
Palazzo Pretorio (PO)
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 40
3 IL SILENZIO
Teatro di Rifredi (FI) ing. € 16 NAZIONALE DI RUSSIA Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 25
3 45 PRIMAVERE DI MASSIMILIANO POLI
3 PIF E FRANCESCO PICCOLO - MOMENTI DI
3 LABORATORIO PUCCINI - ELISABETTA SALVADORI:
DOMENICA 17
3 BALL PERCUSSION CON F. GHERARDI
3 ROBERTO VECCHIONI
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
TRASCURABILE (IN)FELICITÀ Teatro Puccini (FI) ing. da € 20
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 ORPHÉE ET EURYDICE
LUNEDÌ 18
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 40
3 ORPHÉE ET EURYDICE
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 40
3 IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5
3 PASOLINI 100 - IL DECAMERON
Cinema La Compagnia (FI) ing.€ 7
MERCOLEDÌ 20
3 QUARTET
3 IL SILENZIO
3 CAMILLA MONGA / EMANUELE MANISCALCO
3 RKOMI - TAXI DRIVER TOUR
CANGO (FI) ing. € 12
DOMENICA 24
3 JESUS CHRIST SUPERSTAR
Teatro Verdi(FI) ing. da 25,50
3 QUARTET
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
LUNEDÌ 25
3 EDOARDO FERRARIO - IL DIRETTORE SANITARIO
Teatro Puccini (FI) ing. da € 17,40
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP Teatro di Rifredi (FI) ing. € 16 Tuscany Hall (FI) ing. € 32,20
3 ALESSANDRO GORI
DIECI MONOLOGHI SULLA MORTE Teatro Puccini (FI) ing. € 10,50
3 CONCERTI DI PRIMAVERA
CAMERATA MUSICALE LIGURE Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da €
3 MOTUS - YOU WERE NOTHING BUT WIND
CANGO (FI) ing. € 12
SABATO 30
Teatro della Pergola (FI) ing. € 5 Teatro di Rifredi (FI) ing. € 16
VENERDÌ 29 3 CHANTAL ACDA
Teatro Verdi(FI) ing. da 25,50
3 IL FANTASMA DI CANTERVILLE 3 LE MILLE E UNA BRUNA (fino al 24/04)
Teatro Politeama Pratese (PO) ing. da € 40,25
3 JESUS CHRIST SUPERSTAR
Teatro di Cestello (FI) ing. da € 16
MARTEDÌ 19
PICCOLO COME STELLE Teatro Puccini (FI) ing. € 8
MARTEDÌ 26
3 DANIELE GATTI - CONCERTO INAUGURALE
Teatro del Maggio Musicale (FI) ing. da € 25
3 MISS PARKER - CHIARA FOIANESI
Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP
3 FIORELLA MANNOIA
Teatro Verdi(FI) ing. da € 35
SCOPRI ROBIN FOOD SCOPRI ROBIN FOOD IL DELIVERY SOSTENIBILE IL DELIVERY SOSTENIBILE DIRETTAMENTE A CASA TUA DIRETTAMENTE A CASA TUA Robin Food è una cooperativa di delivery indipendente, fondata e autogestita dagli stessi rider che ne fanno parte. La nostra missione è creare un’alternativa etica e locale ai grandi colossi del food delivery. Noi di Robin Food mettiamo al primo posto: - la tutela dei diritti e la dignità del lavoratore - la collaborazione con le piccole imprese, per crescere insieme - il rispetto per l’ambiente
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Seguici ! l a i c o s i u s
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ICO G O L ECO E! T N E I IC F F E D E
MAGGIO DA NON PERDERE FLORENCE KOREA FILM FEST DAL 7 AL 15 APRILE • CINEMA LA COMPAGNIA Compie 20 anni il Florence Korea Film Fest, il più importante festival italiano dedicato al meglio della cinematografia sudcoreana contemporanea, che porterà anche quest’anno film, documentari, tendenze e star del cinema a Firenze e on line sulle piattaforme Più Compagnia e MyMovies. Ecco alcune anticipazioni: ad inaugurare il festival, la prima italiana di “Heaven: to the Land of happiness” di Im Sang-soo, regista cult della cinematografia coreana, un road movie interpretato da Choi Min-sik (tra più famosi attori in Corea del Sud, storica la sua interpretazione in “Old Boy”). A chiudere il festival il 15 aprile l’atteso in prima italiana “Escape from Mogadishu” di Ryoo Seung-wan, basato su una storia vera e ambientato durante la guerra civile a Mogadiscio. SUPERSTAR DALL’8 APRILE AL 28 MAGGIO • INFORMACITTÀ Da venerdì 8 aprile fino al 28 maggio lo spazio di Informacittà – L’arte di comunicare, si tinge nuovamente di rosa con una collettiva che omaggia la Barbie, celebre bambola della Mattel. Il percorso espositivo corre su due binari grazie a una rara collezione di documenti che presenta cataloghi d’epoca, giochi, figurine e grazie alle opere create appositamente per la mostra che omaggiano la figura della mitica bambola, tra cui spicca Garbitch (Be pop), il lavoro site specific realizzato da Rakele Tombini. Barbie non è una principessa da salvare o il bambolotto da accudire, ma è la ragazza della porta accanto, un nuovo paradigma di donna. La bambola più famosa del mondo ha travalicato rapidamente il mondo del giocattolo per farsi fenomeno di costume: è stata celebrata, studiata ma anche giudicata. TRK. GLITCH CLUB #3 MAX EILBACHER + GLITCH PARTY 21 APRILE • LIMONAIA DI VILLA STROZZI TRK. Glitch Club è un nuovo appuntamento di Tempo Reale, che nasce come metamorfosi della rassegna di musica sperimentale TRK. Sound Club. Protagonista del terzo evento sarà Max Eilbacher, un artista intermediale che lavora principalmente con suono, video e performance. La sua ricerca sonora attinge alle tradizioni della composizione algoritmica della musique concrète e della performance d’avanguardia. Con queste esperienze Eilbacher crea sistemi concettuali in cui la sintesi e gli ambienti software, ad alta intensità di elaborazione, sono strutture dalla forma compositiva e scultorea. La costruzione sonora del sociale, del politico e del fisico è indagata trattando lo spazio, il timbro e la percezione come parametri elastici e malleabili. A seguire il Glitch Party, libera improvvisazione sul tema del glitch.
CROATIAN AMOR 22 APRILE • SALA VANNI
Croatian Amor è il progetto grazie al quale Loke Rahbek riesce a realizzare un inusuale e sorprendente racconto sonoro del mondo contemporaneo. Di base a Copenaghen, dirige la label Posh Isolation – incubatrice per talenti provenienti dalla scena musicale scandinava e non solo – ma è grazie al progetto Croatian Amor che Rahbek si mette totalmente a nudo, portando avanti svariati progetti che sono divenuti il focus del suo incessante lavoro. I suoi lavori mischiano sapientemente texture post industrial con una sensibilità pop, e sono spesso caratterizzati da un forte senso della narrativa. Spesso utilizza come punto di partenza un mix di eventi e luoghi reali per poi sconfinare in un illimitato mondo onirico, che dà vita a temi melanconici dove finzione e realtà si confondono perfettamente. SAMUELE BERSANI 27 APRILE • TUSCANY HALL Dopo i posticipi dovuti dall’emergenza pandemica, Samuele Bersani torna live a Firenze con “Cinema Samuele Tour”, organizzato e prodotto da Friends & Partners. L’album segna un nuovo percorso sonoro per l’artista, figlio di una lunga e attenta ricerca musicale e racchiude dieci tracce in cui l’attualità irrompe nella sua poesia come il lampo di un proiettore che nel buio della sala arriva sul grande schermo improvviso, caldo e diretto. Dieci canzoni che si presentano all’ascoltatore in maniera cinematografica, dove c’è una colonna sonora sorprendente da ascoltare ma anche immagini nitide, crude e poetiche da guardare, tutto ad un millimetro dal protagonista. Le canzoni di “Cinema Samuele” prenderanno vita live. CHANTAL ACDA 29 APRILE • CIRCOLO ARCI IL PROGRESSO Chi segue la produzione underground folk europea sa che Chantal Acda è una musicista molto quotata, vanta collaborazioni di alto livello (per citarne solo alcune: Peter Broderick e Alan Gevaert dei dEUS) e fa parte della scuderia di una delle più coraggiose ed apprezzate label europee, ovvero Glitterhouse Records. Nel nuovo album “Saturday Moon” appena uscito, ci sono ospiti prestigiosi: Mimi Parker e Alan Sparhawk in arte Low, la leggenda della chitarra Bill Frisell, Shahzad Ismaily, già all’opera con Tom Waits e Marc Ribot, e Borgar Magnason (Sigur Rós, Björk). Non perdetevela live, Chantal ha una delicatezza difficilmente replicabile.
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Noleggia Piedelibero e pensi solo a pedalare Più di 200 bici, recuperate dalla depositaria comunale, riqualificate e revisionate grazie all’esperienza di Piedelibero per i soci de La Comune Essere un Piedelibero significa sostenere i valori di: sostenibilità ambientale, stile di vita sano, riuso e riciclo dei rottami, reinserimento sociale dei detenuti dell’Istituto Penitenziario di Sollicciano.
Ne vuoi una anche tu? Info e noleggi su
lacomune.coop Oppure chiama
348 9386460
da lunedì a venerdì dalle ore 10-13 e 14-17
Fai presto! Con il contributo di
Ai primi 100 soci che sottoscriveranno il servizio di noleggio in omaggio kit luci, lucchetto ad alta resistenza e una borraccia offerta da Publiacqua spa.
In collaborazione con
Piedelibero è un progetto di Ulisse cooperativa sociale
La bicicletta a Firenze dal 1960
ANNUNCI BESTIALI di Raffaella Galamini Abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più la loro fedeltà, il loro attaccamento durante il periodo del lockdown. Costretti in casa h24 abbiamo cominciato a capire un po’ di più la loro psicologia e abbiamo cementato il rapporto con loro. I nostri cani, i nostri gatti sono stati ancor più fedeli compagni in quel difficile momento. Per chi ha un animale domestico questa pagina mensile vuole essere un punto di riferimento per apprendere attraverso i consigli di educatori cinofili come instaurare un corretto rapporto e capirne esigenze e richieste. Per chi invece vorrebbe adottare ma ogni volta trova una scusa e rimanda Lungarno offre un’occasione di stimolo e di riflessione e magari spinge al grande passo di aprire il cuore a un animale in difficoltà. Raccontando di volta in volta storie spesso anche difficili, in attesa del lieto fine da copione o, qualche volta, già concluse nel migliore dei modi. Con l’adozione e l’ingresso in una casa per cominciare una nuova vita.
TYSON
BERNINA
Tyson è un maschio castrato di due anni. Un cane di taglia media, buono come il pane. Tranquillo con gli altri cani, si adatta a contesti urbani e cittadini senza problemi. Non tira al guinzaglio. Insomma, il cane che potrebbe far felice qualsiasi famiglia. Eppure, la ricerca di una casa tutta per lui ad oggi non ha ancora avuto successo. Vari gli appelli rilanciati dall’associazione Florence Dog Rescue sui social: tre famiglie avevano chiamato per conoscerlo ma poi non si sono presentate e sono sparite nel nulla. Tyson è rimasto quindi in gabbia e questa condizione dietro le sbarre lo sta rendendo ogni giorno più triste. Da qui l’appello ad adottare Tyson per regalargli la felicità che i suoi occhi desiderano ormai da troppo tempo. Per chi lo sceglierà la sicurezza di aver trovato un compagno buono, fedele e affettuoso. Sempre pronto a stare al suo fianco. Tyson si trova in provincia di Siena e si affida preferibilmente in Toscana. Per adottarlo: 3489124409; 3334979452; 3342275101.
Abbandonata in una scatola di cartone, Bernina, una gatta anziana di 14 anni, è stata lasciata così, come un oggetto vecchio di cui liberarsi. Eppure è una gatta dolce, tranquilla e socievole. Le analisi a cui è stata sottoposta dai volontari del gattile Ama (Amici del mondo animale Odv di Firenze e Bagno a Ripoli) hanno evidenziato un’insufficienza renale. Inoltre pare avere un deficit visivo. Si cerca per Bernina una casa tranquilla dove una vecchina come lei possa essere accudita e seguita con amore per il resto della sua vita. La gatta dovrà mangiare del cibo specifico per l’insufficienza renale di cui soffre e quindi chi decide di adottarla dovrà prestare attenzione che si alimenti in modo corretto. Bernina è sterilizzata, Fiv/ felv negativa. Per info: 346-7713011 oppure mandare un messaggio WhatsApp al 328-7939270 specificando la situazione familiare e abitativa. Volendo si può scrivere a adozioniama@gmail.com
I CONSIGLI DELL'ESPERTO di Marta Magrini, educatrice cinofila canile il Rifugio di Prato
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on l’arrivo della bella stagione le passeggiate in campagna e nei boschi sono un appuntamento imperdibile, da condividere con il cane. L’importante è affrontare questo momento con le opportune attenzioni. La regola numero uno, soprattutto quando le temperature cominciano a salire, è di portare sempre con sé una bottiglia d’acqua in modo da consentire al cane di non soffrire la sete. Se vogliamo poi farlo camminare in modo più agevole il consiglio è di
adottare un guinzaglio lungo che consente al cane di potersi muovere con più libertà. Meglio evitare di lasciarlo libero: si potrebbero nascondere insidie che nell’immediato non riusciamo a valutare. Attenzione alle punture di insetti, alle processionarie e ai forasacchi. Prestate molta attenzione alle reazioni del cane al ritorno dalla passeggiata. Nel caso di gonfiori, segni di arrossamento e manifestazioni di fastidio meglio fare subito un salto dal veterinario. 21
Brevi Cronache Librarie Racconti Fiorentini con la scusa di un Libro di Carlo Benedetti Avrei dovuto spegnere il telefono e addormentarmi. Domani le avrei scritto: «Batteria scarica, scusami!». Lei mi avrebbe risposto: «Sei il solito casinista», ma con un cuoricino alla fine. Ci saremmo visti al chioschetto sul lungarno e avremmo riso dei cani e dei loro padroni nell’area di sgambo più rumorosa di tutta Firenze. Saremmo stati felici a bere birra e patatine. Me l’ha sempre detto: «Non mi piacciono le sorprese». Sempre, da quando ci siamo conosciuti. Tutto ben programmato, non l’ho mai vista in ritardo: una telefonata anche solo per cinque minuti. Nessuno si è preso cura di me più di lei o mi ha fatto sentire altrettanto amato: i Post-it nascosti nell’agenda, sotto la tazza della colazione. C’ho pure pianto, una volta, per una faccina sorridente disegnata al volo chissà quando. Ma come cazzo mi è venuto di affrontare tutta la città in motorino, sotto la pioggia, almeno mezz’ora anche senza traffico - via Baracca deserta, via Pistoiese dai semafori sincronizzati – senza pensare, senza che mi venisse mai in mente che fosse una pessima idea? Senza ricordarmi che mai, mai negli ultimi due anni, mi aveva detto che le piaceva la spontaneità? Con i tombini otturati, i marciapiedi sembrano isole e io Mosè. Perché son voluto passare da casa sua? Perché non sono arrabbiato? Mi avranno visto?
Daniele Pasquini Un naufragio
SEM, 2022 – 17€
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MAGGIO A TUTTO PUCCINI PERGOLA E RIFREDI SI FONDONO di Tommaso Chimenti
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nche questa annata teatrale volge al termine. Ci ricorderemo delle necessarie code per esibire il green pass, del respiro rantoloso sotto le mascherine, degli occhiali appannati. In compenso molti, molti meno colpi di tosse. Volgono al termine le stagioni al chiuso e finalmente si aprono le porte all’estate con gli spettacoli nelle piazze e nelle strade, nelle arene, nei parchi con il cuore e le orecchie sempre volti verso l’Ucraina, applaudire senza dimenticare gli orrori che avvengono accanto a casa nostra. Intanto la notizia della fusione tra Fondazione Teatro della Pergola e il Teatro di Rifredi, che già sapevamo da molto tempo, ma che comunque ci ha lasciato interdetti visti i percorsi diametralmente opposti intrapresi in questi anni dalle due strutture produttive fiorentine. Ci auguriamo che Rifredi non finisca nell’oblio come il Teatro Studio di Scandicci, sarebbe una sconfitta per tutti e un impoverimento dell’offerta teatrale per gli spettatori. Se la stessa Pergola a maggio avrà chiuso la sua programmazione, dopo lo sconcertante “Azul” di Stefano Accorsi e dopo le belle proposte internazionali, invece il Teatro Puccini è ancora molto
attivo ed ha in serbo ancora molte frecce. Piccole scoperte, giovani talenti tutti da scoprire: da “Rammaricandoci per la bellezza della sposa” con Niccolò Re (il 4) a “Bubbles Revolution” (7 e 8) con la magia delle bolle di sapone, da “Quanti giga pesa Dio?” di Rick DuFer (il 14) a “Grammamanti” di Vera Gheno (il 20). Questo dovrebbe fare un teatro, mettersi il lume di Diogene sulla testa e andare a cercare talenti, metterli alla prova, sperimentare linguaggi, dare la possibilità di un palco, dare l’opportunità di sbagliare. Anche il Teatro di Rifredi mette in piedi un bel progetto tra scritture di scena, messinscena, letture sceniche e traduzioni con “Drammaturgia – Drammaturgie” (il 2), un importante laboratorio con l’autore cubano Abel Melo. Nelle ultime stagioni Rifredi, grazie alle traduzioni di Angelo Savelli, si è avvicinata a grandi nomi del teatro contemporaneo portandoli per primi in Italia, da Sergio Blanco a Remi De Vos, fino a Josep Maria Mirò. Al Teatro Verdi invece ancora luccichini e paillettes con la classe di Drusilla Foer e il suo “Eleganzissima” (il 14), ormai campione di sold out, e “Samusà” con Virginia Raffaele (dal 20 al 22): splendide interpreti, favolose protagoniste.
IL VIALE DEL TRAMONTO
SOGNANDO LYNCH: FARRAGO di Caterina Liverani
Don’t Look Up Una trama allucinante e un po’ di star totalmente spaesate per un filmetto spocchioso e supponente che puntava alle nuove generazioni, magari digiune di classici del genere catastrofico o di buon cinema indipendente, pensando di diventare un instant cult. A cavallo del Natale 2021, con la prima variante Omicron che galoppava, effettivamente più o meno lo abbiamo occhieggiato tutti tra un tampone e un panettone. Di buono, però, c’è che ce ne siamo dimenticati in fretta. L’ORIZZONTE DI GLORIA
L’Ultima Eclissi “Qualche volta fare la carogna è l’unica cosa che resta a una donna”. Se questo splendido film di Taylor Hackford, tratto da un romanzo di Stephen King, fosse uscito adesso e non nel 1995 sarebbe immediatamente diventato una serie, data la quantità di tematiche in ballo. Una storia di coraggio totalmente al femminile con una spettacolare antieroina interpretata da Kathy Bates. Un film sulla lotta nei confronti della sopraffazione, su una improbabile alleanza femminile e sull’ostinazione nella ricerca della verità.
C’
è una realtà giovane, energica e molto professionale che sta sbocciando ad Arezzo. Nonostante il periodo non favorevole e la lontananza da un centro di interesse culturale forzatamente più strutturato, come Firenze, un gruppo di ragazzi incontratisi al liceo porta avanti il suo sogno. Farrago è il nome del Collettivo Cinematografico e la serie “Rumors” è il progetto che ha destato l’interesse di un colosso dell’intrattenimento (che ancora non è possibile svelare). A Tommaso Caperdoni, uno dei due showrunner di “Rumors”, chiediamo la genesi di Farrago. “La Farrago nasce nel 2017 nell’ambito del Liceo Classico Petrarca di Arezzo, all’inizio eravamo solo io e Luca Bizzarri. Io frequentavo già il primo anno di Università e volevo scrivere, lui era un aspirante video maker. Ci uniamo in modo abbastanza casuale per realizzare una web serie ambientata nel nostro vecchio liceo. Alle assemblee di istituto iniziano i casting. Realizziamo una puntata che viene proiettata proprio in una di queste assemblee riscuotendo successo. Abbiamo quindi realizzato sei episodi costituendo un cospicuo gruppo di persone che volevano continuare su questa strada. Si sono creati dei rapporti molto stretti perché avevamo la consapevolezza di aver fatto qualcosa di non scontato e difficile, soprattutto in Italia. È nata quindi l’idea di coinvolgere altri licei della zona con una open call. Ai casting si sono presentate circa 120 persone; eravamo felicissimi. Con una squadra di 80 persone abbiamo girato “Dio”, la nostra prima serie. L’intento non era quello di fare un prodotto per forza bello, ma di realizzare un esperimento sociale. Ed è questo, infatti, il nostro focus: creare un contesto sociale, mandare dei messaggi specifici sacrificando, talvolta, la qualità sull’altare del sociale. Dare quindi un’opportunità a chi è alle prime armi. “Dio” è stata un piccolo successo locale e soprattutto si è creata la consapevolezza che il mezzo cinema comprende tante competenze ed è il pretesto perfetto per creare il cam-
biamento che volevamo vedere in una città come Arezzo, che è simile a molte altre città d’Italia. Abbiamo deciso di dedicarci a sette corti da realizzarsi in contemporanea. Purtroppo, è arrivata la pandemia che ha concluso l’avventura. A dicembre del 2020 il Comune di Arezzo ha pubblicato un bando a cui noi abbiamo partecipato con un progetto seriale e ad agosto 2021 abbiamo scoperto di aver vinto. All’inizio eravamo terrorizzati, pensavamo di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma abbiamo iniziato a lavorare a “Rumors”. A ottobre sono iniziate le chiamate per cast e troupe. Il 30 novembre contavamo 575 adesioni. La cosa poi si è ridimensionata e siamo scesi a 400. Grazie all’ingresso di altri sponsor il budget è cresciuto. È ancora folle tutto questo per noi che abbiamo messo in stand by qualsiasi altra cosa delle nostre vite”. Siete tutti sotto i trent’anni. Una scelta, come dicevi, tu sociale? “È una scelta prima di tutto pratica, non escludiamo nessuno ma siamo giovani e attiriamo i giovani. Questo per quanto riguarda la troupe; il cast è composto da persone di età diverse e superiori alla nostra”. Cosa fa concretamente uno showrunner? “È un mix fra una figura produttiva e una artistico/creativa che tiene le fila dalla sceneggiatura alla direzione; qualcuno che deve far rispettare le linee editoriali. Un ruolo ancora poco diffuso in Italia”. Cosa ha ispirato “Rumors”? “Sarà un thriller teen e la reference stilistica maggiore è Twin Peaks, ma i registri sono molteplici. È uno stile ibrido ed è comunque è il frutto di diverse scritture. La storia è ambientata nel marzo del 2022 in un presente post-pandemico. La casa e il rapporto con la famiglia sono elementi molto presenti. C’è anche Arezzo con i suoi lati oscuri, insieme al sentimento di esclusione provato da noi ragazzi. La serie verrà distribuita da una importante piattaforma on demand. L’uscita sarà in inverno ma già a settembre faremo una proiezione dei primi episodi con il team. Sicuramente faremo un tour nelle scuole, che sono l’ambiente in cui siamo nati”. 23
CITTÀ IN MUSICA di Giulia Focardi - foto di Jao Vicente
LA MUSICA DI QUALITÀ A FIRENZE
I
n attesa di una stagione estiva che ci riporti ai grandi concerti, il programma selezionato da Città in Musica continua nel mese di maggio 2022 con molti appuntamenti tra Firenze e Pisa. Andiamo per ordine, o meglio, per luogo: al Tuscany Hall sono diversi i concerti da segnalare che abbracciano generazioni presenti, future e anche passate: il 6 maggio saranno in scena i The Zen Circus, un ritorno ai live dopo l’uscita de “L’Ultima Casa Accogliente”, con cui hanno consolidato l’apprezzamento della critica, confermandosi come una delle realtà più riuscite del panorama musicale italiano attuale; l’8 maggio sarà il turno di Coez, con il suo “Volare Tour” e l’occasione per tornare a cantare le sue canzoni dopo oltre due anni di stop;
minimondo testo e collage fotografico di Susanna Stigler Vanno Vengono Ogni tanto si fermano E quando si fermano Sono nere come il corvo Certe volte sono bianche E corrono… Vengono Vanno Ritornano E magari si fermano tanti giorni Che non vedi più il sole e le stelle E ti sembra di non conoscere più Il posto dove stai (Le nuvole - De Andrè) 43°43'39.7"N 11°10'19.3"E
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segue Madame con due date il 9 e il 10 maggio; imperdibili i Litfiba con “L’ultimo Girone” tour, durante il quale, il 16 e il 17 maggio, si esibiranno per l’ultima volta dal vivo, con la formazione al gran completo, per festeggiare il “40ennale (+2)”. Per i concerti di musica jazz (organizzazione Music Pool), segnaliamo Teho Teardo con lo spettacolo “Ellipses dans l’harmonie, Lumi al buio” il 12 maggio al Teatro Puccini: l’ultimo lavoro del compositore di origini friulane, interamente ispirato alla musica contenuta nelle pagine della Encyclopédie di Diderot e D’Alembert. Il 13 maggio, presso la Sala del Buonumore, Conservatorio Cherubini di Firenze, riprendono gli appuntamenti di
Salotto Jazz: protagonista della serata la cantante Ada Montellanico, con la partecipazione di Simone Graziano e degli studenti del dipartimento jazz del Conservatorio Cherubini. Il 15 maggio torniamo a Pisa, al Teatro Sant’Andrea, per il concerto di Amaro Freitas in trio (insieme a Jean Elton al contrabbasso e Hugo Medeiros alla batteria): Amaro Freitas è un astro nascente del jazz carioca e internazionale e ha lavorato instancabilmente per diventare l’artista che è oggi. Nel tour presenta anche il suo nuovo album “Sankofa”, una ricerca spirituale nelle storie dimenticate, filosofie antiche e figure ispiratrici del Brasile nero.
F R AST UON I di Leonardo Cianfanelli
ALABASTER DEPLUME GOLD
ORVILLE PECK BRONCO
ROLLING BLACKOUTS COASTAL FEVER ENDLESS ROOMS
(INTERNATIONAL ANTHEM)
(COLUMBIA)
(SUB POP)
Tassello fondamentale della scena jazz di Londra, l’eclettico sassofonista e poeta Gus Fairbairn, in arte Alabaster DePlume, arriva al suo secondo album per la International Anthem. Come sempre succede con le uscite dell’etichetta di Chicago, anche in questo caso si parte dal jazz per finire in territori indefinibili e ostili, ma al tempo stesso dal fascino irresistibile. Registrato in lunghe session di improvvisazione, “GOLD” (Go Forward in the Courage of Your Love) è un esperimento riuscito, frutto di una sinergia perfetta tra tutti i musicisti con il sax e la voce di Faibairn, perfettamente amalgamati. A Faibairn va anche il merito di essere riuscito, in un secondo tempo, nell’impresa di mettere al posto giusto tutti i pezzi di questo stupendo puzzle, creati prima in studio insieme agli altri.
L’enigmatico cantante country mascherato Orville Peck torna con il nuovo album, che vira verso scenari mainstream, scelta che poteva destare qualche sospetto, ma che invece conferma il talento dell’artista canadese e continua quanto di bello aveva già fatto vedere con l’album e l’EP precedenti. Se il suo aspetto fisico viene sempre celato, tutto il resto è messo a nudo in questo disco, esorcismo di vecchi dolori trascurati e combattuti durante la pandemia. Ascoltando le quindici tracce di “Bronco” viene in mente un paesaggio desertico con Orville Peck e la sua incredibile voce baritonale che vegliano, su un cavallo di paillettes, la valle dove Phil Spector accende un falò circondato da coyote, mentre Elvis Presley versa da bere a Johnny Cash, technicolor cinematografici e orchestrali a tratti epici.
Voliamo in Australia, terra sempre più chiacchierata per la sua scena musicale, e ritroviamo i Rolling Blackouts Coastal Fever, cinque ragazzi di Melbourne che, dall’uscita dell’EP di debutto nel 2016, hanno macinato una quantità incredibile di chilometri, divorandosi palchi sempre più prestigiosi. Una vecchia casa sul lago Victoria, meraviglia locale, è diventata simbolo del nuovo disco, non solo prendendosi l’immagine di copertina, ma ospitandone le registrazioni e caratterizzandone il suono, il tutto diretto dalle abili mani di Matt Duffy, con cui la band ha prodotto l’album per la prima volta. L’ormai riconoscibile “jangle-pop” dalle forti tinte lo-fi del gruppo si arricchisce ora di nuovi elementi, come l’uso di synth, mantenendo il piglio irresistibile che ha reso famoso questo progetto.
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AMORAZZI
~ QUASI UNA POSTA DEL CUORE ~ a cura di Francesca Corpaci - illustrazione di Costanza Ciattini
Una questione di statistica Egregia posta del cuore, il mio problema è che temo la statistica sia contro di me, non intenzionalmente credo, niente di personale direbbe la statistica. Tuttavia, ho l’impressione che il mondo sia troppo piccolo. Mi spiego meglio: sono un uomo bisessuale, il che dovrebbe aumentare la possibilità di incontrare delle persone con cui stare bene insieme, questo dice il luogo comune. Invece, come sempre accade, le nostre preferenze sessuali non esauriscono le nostre personalità. Per me va bene un uomo o una donna, ma devo trovare in loro molte altre caratteristiche. Non vado con i fascist* (dal PD compreso andando verso destra non mi va bene niente), non vado con i credent*, nemmeno in religioni alternative, mi annoio a morte con chi fa solo sesso “vanilla”, voglio il bdsm spinto, chi pronuncia la parola “io” troppe volte mi genera ansia, le persone molto alte mi piacciono ma sono scomode. Insomma, mi restano i cavallucci marini, forse. Cara rubrica, hai qualche numero di telefono da girarmi? Grazie. A buon rendere. Baby sono con te, il mondo è un luogo inutilmente faticoso che non ci merita. Esistono teorie secondo cui un giro di giostra non si negherebbe a nessuno, il che mi sembra obiettivamente una follia. Non voglio dire che imbarcarsi nell’avventurosa ricerca di qualcuno con cui avere per lo meno due o tre cose in comune sia un’agonia inaffrontabile (forse in realtà voglio dirlo), però mi domando: abbiamo veramente tutta questa energia da sprecare? Quante conversazioni di circostanza siamo biologicamente strutturati per sostenere prima che i nostri neuroni decidano di spegnersi tutti insieme, facendoci crollare con la faccia nell’ennesima tazzina di caffè schifoso, nell’ennesimo bicchiere di plastica pieno di vodka tonic schifoso, nell’ennesimo piatto di deep fried California roll sushi schifoso? Sospetto che esista un numero specifico oltre il quale ci attende solo la paralisi cerebrale. Tuttavia tentare di mantenere la calma argomentando con tizi random sul perché Israele non possa PER NESSUN MOTIVO essere considerato uno stato legittimo, o su come votare PD, almeno in questa parte di multiverso, non significhi stare a sinistra, mi sembra una prospettiva civile e salutare se paragonata alla quantità di sesso prescindibile e scadente che prima,
dopo o durante la suddetta conversazione saremo tenuti a consumare per toglierci ogni possibile dubbio che quella avrebbe potuto essere, non dico la persona giusta, ma per lo meno una persona ok. L’unica buona notizia è che, nonostante la tua proiezione non proprio entusiasmante, la statistica almeno in teoria sta dalla nostra parte. Il mondo è grande, e se siamo diventati così tanti da mettere a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza voglio pensare che su otto miliardi di persone ce ne siano per lo meno due o tre capaci di soddisfare i tuoi standard, e per le quali pure tu sia una scelta accettabile. Puoi continuare tranquillo a fare la tua vita e aspettare di scovarle, ma potrebbe volerci un po’. L’alternativa è mettersi all’anima tutto il tribolare di cui sopra, e non so se consigliartelo. Insomma, baby, per quanto mi riguarda se esiste la possibilità che un giorno, sulla corrente del fiume, passi il cadavere del tuo nemico, esiste anche quella che, su quella stessa corrente, arrivi pagaiando la persona giusta per te. Per ingannare il tempo nell’attesa non ho numeri da girarti, ma puoi sempre iscriverti a un sito di incontri per amanti del bdsm atei e anarchici impostando il filtro sotto il metro e 70
Affidate dubbi, dilemmi e inconfessabili segreti in forma 100% anonima a: tellonym.me/amorazzi. Ogni mese il vostro amichevole amorazzo di quartiere risponderà in questo spazio. 26
LO ZIGOZAGO
storie e tradizioni Comari sull'Uscio
La Festa del Grillo In Toscana si dice che “per l’Ascensione nemmen gli uccelli fanno il nido”. E i fiorentini, ligi alle regole quando si tratta di rimandare il lavoro, fino a non molto tempo fa hanno rispettato il detto radunandosi, proprio nel giorno dell’Ascensione, alle Cascine, dove aveva luogo la rinomata Festa del Grillo. Per l’occasione uomini e donne, vecchi e bambini si riversavano fin dalla mattina nel grande parco cittadino per “cavare i grilli”. Se la caccia non dava buoni frutti, non c’era da preoccuparsi: durante tutto il giorno il parco accoglieva una fiera piena di banchi alimentari e di grillai che vendevano le caratteristiche gabbiette contenenti un piccolo grillo. Da bravi commercianti (e da bravi toscanacci) questi venditori attiravano l’attenzione dei passanti con frasi ad effetto come “e c’ho i’ grillo canterino! E gl’è Caruso!”, oppure, nella versione allusiva e ammiccante, “che lo vole i’ mi’ grillo?!”. Riguardo all’origine della ricorrenza, esistono più versioni. C’è chi la individua nel Calendimaggio, durante il quale i giovanotti, tra i tanti riti primaverili, usavano anche portare alle fanciulle un grillo in gabbia come simbolo d’amore, e chi invece, con meno romanticismo, la fa risalire ad un ipotetico editto emanato per limitare la diffusione di questi insetti nocivi per i raccolti. Quel che è certo è che il grillo, per il folclore, è una presenza preziosa, portatrice di ricchezza, fortuna e prosperità. Su questo animaletto i toscani hanno tramandato canzoni, storie e filastrocche; Collodi gli ha addirittura riservato uno dei ruoli principali del suo “Pinocchio”! Al di là delle motivazioni originarie, non meraviglia quindi che Firenze abbia deciso di dedicargli un’intera tradizione. A un certo punto, però, qualcuno ha fatto notare come il Re della Festa fosse l’unico a non godersela, e così, dal 1999, l’usanza si è interrotta, lasciando i bambini di ieri senza uno dei giorni più attesi dell’anno.
LA RINASCITA DI PALAZZO PORTINARI SALVIATI di Raffaella Galamini foto di Giovanni Rinaldi
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i sono voluti anni di lavori e restauri ma Palazzo Portinari Salviati ha riaperto al pubblico. Uno scrigno di arte e storia, come è stato definito, che ora aspetta solo di essere visitato e conosciuto dai turisti ma prima ancora dai fiorentini. Nel corso degli ultimi decenni gli ambienti non erano accessibili a tutti e, anche se il suo futuro è nel segno del turismo deluxe, le occasioni per visitarlo e scoprirne i capolavori d’arte non mancheranno. Saranno organizzate visite guidate al palazzo almeno un giorno la settimana. Si potranno così ammirare la Corte di Cosimo I, la Corte degli Imperatori e la Cappella Salviati dedicata a Maria Maddalena. I cicli di affreschi dedicati all’Odissea e alle storie di Ercole, realizzati da Alessandro Allori e aiuti tra il 1574 e il 1576. Il Palazzo si propone come residenza d’epoca con 13 suite lussuose. Al piano terra il “Salotto Portinari Bar & Bistrot”, nell’attesa, dal primo giugno,
dell’apertura della Corte degli Imperatori e delle sale attigue, chiamate a ospitare “Chic Nonna”: il nuovo ristorante dello chef stellato Vito Mollica. In viale Redi ha aperto YellowSquare, l’ostello di ultima generazione. Un edificio, realizzato nel 1935 come dispensario provinciale per i malati di tubercolosi, divenuto sede dell’azienda sanitaria locale negli anni ’80 e nel 2005 finito all’asta. A distanza di 17 anni la rinascita. YellowSquare offre alloggio a chi è di passaggio in città, con qualche sorpresa. La più evidente è sul tetto: è la piscina con vista sullo skyline di Firenze. Circa 250 i posti letto in dormitori con stanze da quattro a otto posti, più dodici camere private. E ancora due giardini, spazio per il coworking e area ristoro, una cucina condivisa per le cooking class. L’esperienza food & beverage viene declinata su tre piani: dal basement per la cultura underground e i cocktail della notte nel “Bargiù”, al “Barmezzo” per tutti i momenti della giornata, fino al “Barsù”, dove approfittare sul rooftop di piscina e solarium. 27
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PALATI FINI testo e illustrazione di Marta Staulo
LA PIZZA MARGHERITA
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ltre al terrificante uso disgiuntivo di “piuttosto che” che appesta la nostra lingua odierna, sono molte le fastidiosissime espressioni che la nostra generazione sboccheggia in qua e in là, perdendo continuamente la preziosa occasione di stare zitta. Tra queste si annoverano “mai una gioia”, “ciao povery” e, in cima alla classifica, la mia preferita: “come se non ci fosse un domani”. Questa frase sprizzava menefreghismo e carta igienica srotolata dalle macchine in corsa, come in quella meraviglia di video degli Smashing Pumpkins che è “1979”. C’era qualcosa che dentro di te urlava: “adesso non mi importa un c***o perché domani stai sicuro che la sfango”. E sfidavi giorno dopo giorno l’interrogazione di latino classico, il controllore sul bus, i ritardi a casa, i sorpassi mentre stava per scattare il rosso, per vedere fin dove potevi spingerti, perché in cuor tuo eri certa che un domani ci sarebbe stato e non che saresti diventata la maestra suprema del catastrophizing. È questo il termine con cui gli psicologi contemporanei individuano l’attitudine dell’uomo post pandemico al volgere in scenari catastrofici la più banale azione quotidiana, al percepire una realistica assoluta sensazione di assenza del domani, #quandolafinzionesuperalarealta, tanto per dirne un’altra. Questa dimensione, dove il tg è un film e la vita sembra il tg, è stata pronosticata dal (suicida) Guy Debord di in “La società dello Spettacolo” (1967), brutta come solo certi (parecchi) film americani sanno essere. Che non è memento mori nè carpe diem, è la quotidiana rassegnazione al “vabbé, moriremo tutti”. Ma se un domani davvero non ci fosse, e le bilance di tutto il mondo smettessero di funzionare, per favore che questa fine arrivi in un letto di margherita. Sì, al singolare.
SPIRITO LIQUIDO di Andrea Bertelli
Frozen Strawberry Margarita “Potrei anch’io fare il Presidente, ma lo bevo e non mi manca niente. Io e il mio margarita, stiamo bene insieme”
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inalmente ci siamo: è maggio, si intravedono i primi weekend al mare, l’odore di salsedine, i corpi bianchi al sole, le abbronzature da muratore, le prime granite e le fragole che finalmente hanno sapore. Scrocchiano leggermente quando si affondano i denti in quella polpa rossa, in una sorta di erotico rituale. È la primavera dei sensi e dovreste provare a guarnirla con la ricetta di oggi. Una lampante espressione di godimento, da consumarsi ovunque si voglia, sulla sabbia dell’Arno o sugli scogli della Sieve. Un tesoro che si sprigiona dalla fusione di pochi semplici ingredienti. Bastano del ghiaccio, un goccio di triple sec, una buona tequila, zucchero di canna, delle fragole mature e qualche goccia di lime. Sciogliete un cucchiaino di zucchero di canna assieme a 2 cl di succo di lime, versate in un frullatore assieme a 4 cl di Tequila, 2 cl di Triple Sec, 6 o 7 fragole ben lavate ed una buona dose di ghiaccio che aggiungerete per ultimo. Frullate tutto ben bene ad alta velocità per una quindicina di secondi e servite in un bel calice sombrero. Per avere un risultato migliore, soprattut-
to una migliore texture del cocktail (vale per tutti i frozen), è bene prepararlo in dosi maggiori, almeno per 4-5 persone, così da ottenere una maggior omogeneità del ghiaccio. Sarà così più spumoso e consentirà alla parte alcolica di amalgamarsi meglio alla frutta. Ci vediamo in spiaggia! 29
O ROSC OP O di Lulaida - illustrazioni di Francesca Arfilli
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ARIETE (21 marzo-19 aprile)
BILANCIA (23 settembre-22 ottobre)
Maggio e la voglia di passare da un fiore all’altro. Proprio tipico di voi amici del segno. Siete frizzantini, pieni di energia: innamoratevi, ballate con un calice di vino in mano, divertitevi assaporando la vita che si dischiude davanti a voi. Ascolta: Good vibration, The Beach Boys
Carissimi, preparatevi ad una nuova sfida. Prima che vi facciate prendere dal panico vi dico subito che la vincerete a mani basse, rilassatevi! Le cose volgeranno al meglio e finalmente avrete la ricompensa che tanto avete inseguito. Ascolta: Stan, Eminem
TORO (20 aprile-20 maggio)
SCORPIONE (23 ottobre-21 novembre)
Non sempre riuscite ad avere la situazione sotto controllo, ma non temete: passerà velocemente questa sensazione. Cercate di distrarvi impegnandovi in compiti che non sempre amate o quanto meno che non rientrano nella vostra comfort zone. Ascolta: Hey Jude, The Beatles
Sei stanco delle solite cose che non riesci a superare. Smettila di lamentarti e fai qualcosa. Le lagne non hanno mai aiutato nessuno. Perciò quello che ti esorto a fare è agire in modo determinato per ottenere quello che più desideri. Ascolta: Dancing queen, Abba
GEMELLI (21 maggio-20 giugno)
SAGITTARIO (22 novembre-21 dicembre)
Questo mese vi si addice naturalmente, è il vostro habitat naturale: non fatevi intimorire da alcune nuvoline che potreste incontrare, sono comunque passeggere e di sicuro non portano acqua. Lasciate quindi l’ombrello a casa! Ascolta: What’s going on, Marvin Gaye
Quanto siete simpatici voi. La positività è parte integrante del vostro DNA. La bella stagione è la vostra naturale casa, ci vivete benissimo e ne siete felici. Anche se arriverà qualche intoppo, non ve ne accorgerete. Ascolta: The logical song, Supertramp
CANCRO (21 giugno-22 luglio)
CAPRICORNO (22 dicembre-19 gennaio)
Avete presente la vita delle api? Bene, maggio sarà cosi per voi: sarete delle operaie infaticabili, accumulerete bonus che vi ritroverete in estate. Cercate di investire adesso senza pensare al domani, arriverà la ricompensa. Ascolta: A change is gonna come, Sam Cooke
“Tout tout va bien” era scritto su un muro di Parigi che fotografai per caso da piccola. Penso che sia esattamente quello che avete bisogno di sentirvi dire. Fidatevi amici, perché sarà così e poi, come si dice, l’importante è crederci! Ascolta: Rosanna, Toto
LEONE (23 luglio-23 agosto)
ACQUARIO (20 gennaio-19 febbraio)
Attenzione alle false piste che ritenete valide: maggio sarà un po’ insidioso in questo senso. Avrete la sensazione di intraprendere scelte vincenti, ma dovrete invece rivedere i vostri piani. Il mio consiglio è di aspettare a decidere. Ascolta: Dreams, Fleetwood Mac
Il coraggio non vi manca, credo che siate uno dei segni più coraggiosi dello zodiaco. Maggio sarà un campo di battaglia, ma non vi spaventerà neanche un po’. Sfoderate tutta la grinta che avete, sarà faticoso, ma avete la vittoria in mano. Ascolta: Redemption song, Bob Marley
VERGINE (24 agosto-22 settembre)
PESCI (20 febbraio-20 marzo)
Questo sarà il mese della vostra autodeterminazione, sì, avete capito bene: sarete decisi a scoprire cosa davvero volete senza temere il risultato. Non fatevi frenare dalle paura di fallire, questa volta il vostro istinto sarà vincente. Ascolta: Hey ya, Outkast
Lo so bene che siete in una spasmodica attesa. Di cosa? Non ne ho idea, voi lo sapete. Non ditelo a nessuno, tenete segreti i vostri obiettivi. Saranno passi importanti e voluti più di ogni altra cosa. Alla fine di questo mese però sarete felici. Ascolta: Echoes, Pink Floyd
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