Lungarno n. 113 - gennaio 2023

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Gennaio 2023 - N. 113

FACOLTÀ DI CREARE

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Percorsi di Alta Formazione riconosciuti dal MIUR, con rilascio di Diplomi accademici di 1° livello - Laurea triennale.

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012

N. 113 - Anno XII - Gennaio 2023

Rivista Mensile

ISSN 2612-2294

Editore: Tabloid Soc. Coop. • Firenze N. ROC 32478

Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato

Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi

Coordinatrice di redazione: Asia Neri

Editor: Arianna Giullori

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Matilde Sereni, Daniele Pasquini, Salvatore Cherchi, Leonardo Cianfanelli, Asia Neri, Irene Tempestini, Michele Baldini, Raffaella Galamini, Riccardo Morandi, Valentina Messina, Lafabbricadibraccia, Elisa Lupi, Michele Baldini, Niccolò Protti, Carlo Benedetti, Tommaso Chimenti, Caterina Liverani, Giulia Focardi, Susanna Stigler, Comari sull’Uscio, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Simone Lisi, Paolo Metaldi e Japa.

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

Fotoautomatica

Premio Città dei Lettori

Dio Drone

Radio Papasse

Piccolo museo del diario

Alle

Università

Polaroid

Spazi

Sipario Brevi

Nuove

Caro

La serenata
L’Editoriale
dei desideri
origini della fotografia con Fotonomìa Le simmetrie
Toscana
di Firenze più accessibile Archeoplastica Saluti dalla
gennaio
perdere
L’Agenda di
Gennaio da non
cambiamento
a margine Voci del
trovarli
Luoghi ameni e dove
cronache librarie
& Down
musica Minimondo
Mabuse Up
Città in
Frastuoni
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Spirito
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daStoriemuseo

Museo Nazionale del Bargello

Il Museo del Bargello si vuole raccontare

Visite guidate tematiche:

lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì h 10 e h 12; sabato alle h 15 e alle h 17

Focus di approfondimento:

sabato e 3° domenica del mese, h 11 e h 12

Museo delle Cappelle Medicee

L’arte e il potere

Visite guidate tematiche:

lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato h 11, h 12, h 16, h 17

Focus di approfondimento:

sabato h 10:30, h 11:30, h 15:30, h 16:30 e domenica h 10:30 e h 11:30

Museo di Palazzo Davanzati

Alla riscoperta del Museo di Palazzo Davanzati

Visite guidate tematiche:

martedì, mercoledì e giovedì h 10:15 e h 12:15; venerdì, sabato e domenica h 15:15 e h 17:15

Focus di approfondimento:

martedì, mercoledì e giovedì h 9:15 e h 11:15;

venerdì, sabato e domenica h 14:15 e h 16:15

Chiesa di Orsanmichele

Un racconto attraverso secoli di storia e arte

Visite guidate tematiche: martedì e sabato h. 10:30; 12:00; 14:30; 16:00 (fino al 14 gennaio 2023)

Museo di Casa Martelli

Benvenuti a Casa Martelli

Visite guidate tematiche: sabato h 9, h 10, h 11 e h 12

Non occorre la prenotazione.

Gruppi di max 15 persone in ciascun museo ad esclusione di Casa Martelli, dove i gruppi saranno di max 10 persone

LA SERENATA

di Matilde Sereni

Essendo una bofonchiona, inguaribile ottimista, nutro grandi aspettative per questo 2023.

Mi auguro sia l’anno delle energie che ritornano, della voglia di ridere, consapevoli delle difficoltà, ma con una nuova speranza (supercit.). Sì, ammetto che al momento non sembriamo vivere i nostri anni migliori, ma sfogliando Lungarno è più facile vedere al di là del presente. Questa rivista nasce esattamente con questo scopo, sfatare il detto “a Firenze non c'è mai niente da fare” riempiendo ogni mese 12, 24, 36, in alcuni casi 40, pagine di una free press di arte e cultura. E questo continua a fare: diffondere idee e progetti voltando lo sguardo al positivo.

Non sono mancate storie dal finale amaro, rubriche irriverenti, rispetto nei momenti più complessi, fatto sta che siamo al nostro dodicesimo anno e ne siamo felicissimi.

Benvenuto 2023, ti accogliamo con le nostre migliori intenzioni, vedi di comportarti bene perché ci saremmo un cincinnino stancati della situa incerta-depressa-apocalittica da vivere come niente fosse tra un reel su instagram e una multa della Municipale.

Ci aggiorneremo via via, fosse solo per vedere quante cavolate sparo in un anno, nel frattempo a voi il meglio del meglio di quello che Firenze sceglie di offrirvi.

Buona lettura

EDITORIALE

Tra passato e futuro

Un bilanciamento necessario per affrontare al meglio il presente. Tener conto del passato con uno sguardo sui traguardi futuri è essenziale per comprendere quello che ci circonda nell’attualità. Così, tra queste pagine potrete sprofondare nell’effetto nostalgia, con fotografie - e tecniche - ormai antiche e musei dei ricordi e delle esperienze, vecchie conoscenze e appuntamenti annuali da segnare in calendario, assaporando anche una fetta di futuro con nuovi spazi e nuovi appuntamenti, rinnovamenti a favore dell’accessibilità, personaggi inediti e frammenti di internet agli esordi. Gennaio è da sempre il mese dei buoni propositi per tutto l’anno e se serve questo bilanciamento tra vecchio e nuovo, utile è anche rendersi pratici. Nel 2023 Firenze si sveglia con tanti chilometri di piste ciclabili in più, ma il tratto verso la stazione centrale continua inesorabilmente a rimanerne orfano, solo per fare un esempio a cui teniamo particolarmente. I buoni propositi sono importanti, certo, ma questo è anche il mese dove si fa un bilancio dell’anno appena trascorso, spesso ricolmi di recriminazioni e sensi di colpa. Per un attimo il modello turismo-centrico della città è infatti stato messo in discussione; oggi trovare una casa in affitto è diventato un’odissea e la città ha ormai perso la stagionalità delle visite. E visto che ultimamente siamo passati da una pandemia a una guerra, dalla crisi climatica alla recessione economica, è forse meglio non farsi troppe domande, almeno per questo mese, e assicurarci un po’ di ignorante sollievo per viverci il presente come viene. Lo spazio, alla fine dei conti, è ancora tanto da esplorare.

JAPA (Jacopo Degl'innocenti) è nato e cresciuto a Firenze. Nel 2010 ha deciso di trasferirsi a New York dove vive e lavora come illustratore ed animatore.

www.japa-art.com @japa_art

IN COPERTINA
Via Faenza di Japa

FOTOAUTOMATICA

STORIA ANALOGICA E IN BIANCO E NERO

DELLE FOTOCABINE DI FIRENZE

Matteo Sani una volta era scenografo. Dopo essersi fatto le ossa in Italia, per amore è partito e ha costruito una carriera in Germania. Ma avvertiva il Sassaroli in Amici Miei: “mai andare in Germania”. L’amore è finito, i piani sono cambiati. Matteo si prende un anno sabbatico, un viaggio verso Est. In ordine alfabetico: Bratislava, Budapest, Sofia, Tallin, Valona. Torna a Firenze con un’idea che di lì a poco diventerà un’impresa, ma soprattutto una bella storia. Perché Fotoautomatica non è solo il lavoro grazie a cui Matteo vive, ma una questione pubblica, antropologica e artistica. Un passo indietro. Prima del crollo del Muro in Occidente erano ben diffuse le cabine per fototessere: perlopiù americane, erano macchinari analogici che negli anni erano stati modernizzati, fino a essere sostituiti dai mezzi digitali. “Però negli stessi anni”, spiega Sani, “a Est chi voleva una fototessera doveva andare in uno studio”. Le fotocabine non c’erano. Almeno fino all’89, quando iniziarono ad arrivare quelle ormai vecchie scartate ad Ovest. Poi nel tempo sono cadute in disuso anche nell’Europa dell’Est, sconfitte dal progresso.

Sani le vede e intuisce il potenziale di quei vecchi oggetti ingombranti. Inizia a recuperarli, li importa e prende a stu-

diarli, a smontarli e a restaurarli nell’officina di Pelago, sulle colline fiorentine. La prima cabina Fotoautomatica arriva in strada nel 2010, ormai 13 anni fa. Oggi le macchine sono 5 nel centro di Firenze, 2 all’interno di locali, e diverse altre decine nel suo laboratorio. Ogni cabina è unica, ma l’approccio è sempre lo stesso: si inserisce una moneta da €2 (il pagamento POS non è possibile: “è una questione di rigore filologico”), si tira la tendina e poi arrivano i flash. Quattro lampi, uno per ogni scatto. Dopo inizia l’attesa, 4 minuti in cui la macchina lavora allo sviluppo, senza elettronica.

Il fascino di queste macchine è una questione di peso. Da un lato la mole della meccanica, dell’ingegneria, della chimica. Dall’altra l’intimità, l’attesa e la sorpresa. “Le macchine digitali mostrano l’anteprima, puoi scartare, riprovare. Qua invece nessuno ti rende migliore, sei te con il destino. Una moneta, aspetti qualche minuto, poi esce la verità”. Niente pose a raffica, nessun ripensamento. Sembra poco, forse nostalgico, magari vintage, ma non è questo Per chi è cresciuto con i selfie si tratta di un fenomeno nuovo, di rieducazione allo stupore. Matteo in questi anni ha raccolto testimonianze, recensioni, storie di chi è venuto da fuori per un autoscatto in bianco e nero. Soprattutto a tarda notte “in queste piccole camere oscure succedono cose straordinarie”: tirata la tenda, l’intimità della macchina

diventa un confessionale laico dove ci si bacia, si ride a crepapelle, Clark Kent diventa Superman, si inventano personaggi pazzeschi. Qualcuno condivide le proprie creazioni online, ma a volte “se qualcosa va storto al mattino ritrovo le foto inceppate nella macchina”. Come nel meraviglioso mondo di Amelie Poulain, ma meno retorico. Su richiesta rimborsa e restituisce al cliente, altrimenti conserva in privato: “c’è qualche tetta o pisello, ma capita anche la tipa scesa in accappatoio per fotografarsi col phon mentre si asciuga i capelli, o il matto che si ritrae mentre mangia un piatto di pasta”

Dopo i primi successi Matteo aveva “il desiderio ‘imperialista’ di esportare il marchio in altre città”. Poi le reazioni di fiorentini e forestieri affascinati gli hanno suggerito di legare Fotoautomatica alla città, come unicità locale. Oggi il suo sogno non è di espansione, ma di conservazione e divulgazione. Magari in collaborazione con Fondazione Alinari, chissà. Nel tempo sono arrivati interessamenti da brand commerciali, anche dai big della moda, in cerca di fondali per i set degli spot. Matteo ha detto no, perché le cabine hanno un’anima punk, e associarle a marchi del lusso non avrebbe senso. Meglio che siano alla portata della creatività sotterranea, quella che nasce in strada. Flash abbaglianti, alla portata di tutti.

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PREMIARE IL RAPPORTO TRA CHI SCRIVE E CHI LEGGE LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO LA CITTÀ DEI LETTORI

Lo scorso novembre sono stati annunciati i sei finalisti della prima edizione del Premio La Città dei lettori, festival letterario partito nel 2018 da Villa Bardini, oggi diffuso in (quasi) tutta la Toscana, con l’intento di portare sotto casa dei lettori le eccellenze della letteratura italiana. Siamo andati a parlare col direttore del festival, Gabriele Ametrano, per capire meglio come funziona il Premio. “L’idea è quella di premiare sia la qualità di un’opera, sia il rapporto tra autori, autrici e lettori. La Città dei lettori è un momento in cui lettori e autori si incontrano, costruendo quel rapporto che è alla base del sistema editoriale. Si scrive perché qualcuno legge. Si legge perché qualcuno scrive. Chi scrive dona la sua opera al pubblico. Il pubblico dona tempo e fiducia a chi scrive. È uno scambio reciproco, e il premio vuole ripagarlo”. Come vengono selezionate le opere, chi sono i giurati?

“Chiunque è in programma nel festival, può essere votato dagli oltre 400 lettori dei cir-

coli di lettura dei soci Unicoop Firenze, che sostiene il Premio. Si tratta di una giuria popolare, chiamata a valutare la qualità delle opere, e il rapporto instaurato con autori e autrici durante i 4 mesi di incontri nelle 12 diverse città toscane, anche le più piccole, come Villamagna, alle porte di Volterra. La votazione dunque non è rivolta a tutto il mercato editoriale o alle novità, ma alla selezione fatta a monte dalla direzione del festival per chiudere il calendario. Ogni lettore ha a disposizione un voto, per selezionare la sestina e poi il vincitore o la vincitrice. Le votazioni si chiudono a febbraio, e la premiazione sarà a maggio. Tra dicembre e gennaio ci saranno alcuni incontri aperti a tutti, in cui presentiamo le opere con rispettivi autori e autrici”.

Nella sestina ci sono prevalentemente autori toscani. È voluto?

“È un caso. È stata una sorpresa anche per noi. Può essere che la vicinanza territoriale abbia influito sulle preferenze di scelta, perché non è solo una questione di qualità, ma del rapporto che chi scrive instaura con chi legge. Per il festival, come per il Premio, il lettore è protagonista, è l’anello fondamentale della catena editoriale. La sestina è la volontà dei lettori, non abbiamo dato

nessuna indicazione”.

Qual è il valore aggiunto che un premio può e deve dare a un’opera?

“Non creare una vetrina di libri dicendo cosa si deve leggere e comprare. Col Premio e col festival vogliamo ribaltare questo meccanismo. Vogliamo dare al lettore la libertà di scelta e conoscenza. Sono i nostri lettori che scelgono cosa mettere in vetrina, e cosa far vincere, facendo emergere anche libri meno conosciuti”.

La città dei lettori è un festival, ora un Premio, ma è anche una rivista.

“La città dei lettori è un progetto con mille rivoli di creatività e organizzazione. La rivista è uno spazio in cui raccontare un libro non con piglio critico, ma come se racchiudesse in sé un’esperienza. Vivere qualcosa, ritrovarla dentro le pagine di un libro, raccontarlo. Credo che la lettura sia una passione, che si trasmette con le emozioni, l’esperienza, e il racconto”. Prospettive future?

“Crescere. Diventare un festival diffuso in tutta la regione, toccare tutte le provincie. Stiamo anche lavorando a un festival dedicato esclusivamente alla letteratura per ragazze e ragazzi”.

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DIO DRONE DIECI ANNI DI BACCANO

Il 21 gennaio 2023 l’etichetta fiorentina Dio Drone spegne dieci candeline e festeggia con il festival “Decade” al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino. Ne parliamo con il suo “black heart” Nàresh Ran:

A parte la leggenda psichedelica narrata nell'evento ufficiale del Festival, ci racconti come è nato Dio Drone?

“Adoro le leggende, specie se ben raccontate e quando nascondono un po’ di verità. Dio Drone è effettivamente stato un big bang sonoro, un piccolo vulcano che ha messo in luce un magma già esistente ma estremamente sotterraneo. L’etichetta nasce ufficialmente nel 2013 dall’esigenza di mettere insieme musicisti local che stimavo e creare una 'scena' tutta nostra. Produrre dei dischi è di fatto dare il proprio contributo perché qualcuno lasci un segno tangibile del proprio passaggio sul pianeta, ed è quindi qualcosa che per me sarà sempre estremamente importante, ma la storia non è tutta qui. Dio Drone rappresenta il mio modesto tentativo di restituire ciò che il mondo sonoro mi ha dato fin da piccolo, salvandomi in ogni modo possibile. Di fatto, dopo essermi sentito un outsider per 33 anni, è stato come creare una gang di miei simili per fare più baccano possibile”.

Decine e decine di release ed eventi marchiati dal tuo nome e dalla tua

grafica inconfondibile. Quale la missione di Dio Drone sulla Terra?

“A onor del vero, sebbene la label sia uno specchio fedele della mia persona, gran parte dell’estetica deve tutto alla mano di Coito Negato, illustratore fiorentino unico nel suo genere e dallo stile inconfondibile. Dio Drone vanta la collaborazione di persone che stimo moltissimo e che hanno sempre contribuito a realizzare praticamente tutti gli eventi di questi 10 anni elettrici. Niente sarebbe stato lo stesso senza Leonardo Granchi [aka Bad Girl], Gabriele Gabo Fabbri [Nudist], Stefano Matteoli, Nicola Savelli, Alessandro Maffei, Niccolò Gallio e una manciata di amici che hanno visto questa piccola realtà farsi le ossa e crescere negli anni. Credo che il punto fondamentale sia la condivisione, sia all’interno che all’esterno. E, di nuovo, fare un gran baccano”.

Tra i mille, c’è un aneddoto in particolare che ti è più caro di questi dieci anni?

“Un sabato mattina qualsiasi di tre anni fa, mentre mi trovavo in tour con Nudist e Hate & Merda, ricevo un messaggio su FB da un profilo che ha tutta l’aria di essere fake. Dice di essere Iggor Cavalera (e tra parentesi specifica ‘Sepoltura’, come se il nome mi fosse nuovo) e si complimenta per il lavoro della label che dice di seguire da diverso tempo. Va a finire che pochi mesi dopo sono seduto con Gabo e Leonardo in un tourbus a Treviso, e di fronte a noi c’è dav-

vero lui. Parliamo di musica, ci racconta aneddoti incredibili delle sue scorribande di una vita e poi d’istinto, senza crederci davvero, gli propongo di suonare a un nostro festival. Quell’incontro ha ribilanciato molte di quelle delusioni contro cui ho dovuto scontrarmi in questi anni, dimostrandomi che nessun musicista è davvero chissà chi, manco dopo 100 anni in Amazzonia, se non è in primis una gran persona”.

Parlaci della fantastica line up del Festival.

“Il 21 gennaio Dio Drone compie ufficialmente 10 anni, e se ci penso ancora non mi sembra possibile. Dopo due anni di 'silenzio' sento un fortissimo bisogno di festeggiare in modo adeguato e i nomi erano già nella mia testa da un pezzo. Iggor, da sperimentatore qual è, ha accettato subito con entusiasmo l’idea di performare un solo set, così come i Jealousy Party (icone storiche della Firenze più estrema), Gasparotti e Petrolio. É buffo da dire, ma la sento davvero come una serata tra amici”.

Quale consiglio ti senti di dare all’eroe di turno che ha voglia di iniziare un’esperienza simile alla tua?

“Scappa e non voltarti più indietro! Ma se proprio te la senti metti in piedi qualcosa che ti rispecchi, e che ti faccia sentire bene nonostante le ansie quotidiane. Io sono in costante esaurimento nervoso, ma questi 10 anni sono stati i migliori della mia vita”.

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Piccolo museo del diario: la nostra storia più autentica

Stanze della memoria che raccolgono voci di carta. Tra le oltre 9000 testimonianze che si incontrano nel Piccolo museo del diario, c’è l’identità più intima e autentica del nostro passato. Il percorso museale interattivo nasce per raccontare le scritture conservate dall’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR), fondato nel 1984 da Saverio Tutino con la convinzione che le “storie dal basso” fossero capaci di coltivare - e collettivizzare! - la memoria. Ma quale memoria?

Quella senza filtri e priva di retorica, quella sussurrata sulle pagine di un quaderno segreto, quella confessata tra le righe struggenti di lettere d’amore, quella di chi migra e di chi resta, quella più viva e disincantata dei taccuini di guerre, trincee, detenzioni. Quella di persone comuni, come l’autobiografia di Clelia Marchi, scritta intensamente sul lenzuolo a due piazze che condivideva con il marito scomparso. Il Piccolo museo del diario propone un’esperienza multisensoriale e innovativa disegnata dallo studio dotdotdot per immergere visitatori e visitatrici in un corpo di suoni, proiezioni e narrazioni audio. Ogni anno, nuovi frammenti del passato trovano il proprio posto in questo archivio collettivo: per depositare la testimonianza di una persona cara è possibile contattare la fondazione all’indirizzo adn@archiviodiari.it o partecipare al Premio Pieve. Il museo è inoltre impegnato sul fronte della didattica con il progetto Diari incrociati, un’attività rivolta a studenti e studentesse per creare nuovi storytelling partendo dagli estratti diaristici.

RADIO PAPESSE L’ARTE CONTEMPORANEA ON DEMAND

La radio, internet, l’arte contemporanea. Tre elementi chiave per raccontare il progetto di Radio Papesse, un archivio digitale online che produce e raccoglie le ricerche di artisti e artiste, producer, audio maker. Già nel 2004, Carola Haupt, Ilaria Gadenz e Cristiano Magi avevano compreso il potenziale narrativo del mondo audio, forse perché l’arte di comunicare senza immagini è una delle più antiche forme di trasmissione e ricezione di messaggi che, da qualche decennio, vive una nuova stagione di sperimentazione grazie all’emergere di formule come la radio on demand e il podcast. Quando agli inizi degli anni 2000 questi format si erano già diffusi a livello internazionale, il Palazzo delle Papesse - Centro per l’Arte Contemporanea di Siena stava ospitando un progetto che per il contesto italiano era sicuramente precursore. Radio Papesse nasce ufficialmente nel 2006 grazie alla fiducia del direttore di Palazzo delle Papesse, Marco Pierini, e alla visione di tre giovani studenti che immaginavano la radio non solo come mezzo di divulgazione dell’arte contemporanea ma anche come linguaggio di sperimentazione e di ricerca.

Il progetto si sposta nel 2011 a Firenze, trovando sede a Villa Romana, un luogo d’elezione dove fin dai primi anni del Novecento artisti nazionali e inter-

nazionali hanno trovato un’interfaccia dinamica per la propria produzione. “Rispetto alla prima fase embrionale, Radio Papesse si è trasformata abbracciando nuove progettualità e continuando a documentare le proprie collaborazioni sul sito online” racconta Carola Haupt, ripercorrendo i sedici anni di attività durante i quali la web radio ha trovato in più occasioni fisicità. È il caso di Lucia Festival, la rassegna dedicata alle storie audio dal mondo, allo scambio di competenze tra amatori e professionisti del settore che ha appena chiuso la sua quarta edizione al CANGO Cantieri Culturali Goldonetta. E dunque, occhi chiusi e orecchie tese per affidare il proprio corpo all’esplorazione sonora: un modo di fare esperienza abbracciato anche dagli appuntamenti di Bagni Lucia, tre giorni di ascolti guidati che invitano il pubblico in uno studio radiofonico mobile ed en plein air; poi Altre Velocità, sessioni dedicate alle più significative produzioni di audio-fiction e di audiodramma; oppure Plotting the urban body di Maria Pecchioli, un’indagine sullo spazio urbano perseguita attraverso itinerari audio ed esercizi sonori. La cultura dell’ascolto per Radio Papesse è sempre centrale: l’ascolto come postura creativa e immaginativa, come atto di produzione, come opportunità di sintonizzarsi su frequenze intime. radiopapesse.org è l’arte contemporanea on demand. Un archivio online di “spettacoli invisibili” dove esplorare nuovi sound e incontrare storie audio dal mondo.

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di Asia Neri foto di Alisa Martynova

ALLE ORIGINI DELLA FOTOGRAFIA CON FOTONOMÌA

La rapidità del semplice gesto con cui oggi ognuno di noi può produrre centinaia di immagini fotografiche al giorno ci fa quasi dimenticare che la fotografia è nata come un processo chimico che richiedeva specifiche competenze e tempi molto più dilatati, sia per la posa che per la stampa. A tal proposito, forse, non molti sanno che a Firenze opera dal 2014 Fotonomìa, associazione no profit il cui scopo principale è quello di mantenere vive le tecniche fotografiche antiche a livello storico, teorico e pratico

Questa piccola realtà è sorretta dalla passione per la storia della fotografia di Barbara Cattaneo, restauratrice di materiali

fotografici presso l’Opificio delle Pietre Dure, e dei due soci attualmente più attivi, Giovanni Emiliani ed Eugenia Di Rocco. All’unisono, tengono a precisare che nel loro laboratorio ‹‹vengono riprodotti quei procedimenti adottati dai primi fotografi per “fissare” immagini dalla realtà›› e che dunque non si tratta di “alternative photography”, come spesso queste tecniche vengono sommariamente definite in rete.

L’associazione, dunque, propone e organizza seminari, workshop e laboratori: a lezioni frontali con specialisti legati alla fotografia tout court seguono dimostrazioni pratiche. Collabora, inoltre, con diverse istituzioni e musei, tra cui il Kunstistorisches Institut e l’Università degli Studi di Firenze - con training di

riconoscimento delle tecniche fotografiche -, il Museo Galileo, Fondazione Alinari e Fondazione CR Firenze per le quali ha curato, anche con discreto successo, il laboratorio di cianotipia in occasione della mostra Fotografe a Villa Bardini. Tramite la Caritas ha, di recente, organizzato attività fotografiche di solidarietà con i bambini ucraini fuggiti dal conflitto. Avete mai sentito l’odore del collodio? Se la riposta è no sappiate che il prossimo evento - in programma per il 26 febbraio 2023 - sarà un laboratorio sulla tecnica al collodio umido per l’iniziativa “Colazione al museo” presso il Museo Galileo.

LE SIMMETRIE DEI DESIDERI (E SANT’AMBROGIO) INTERVISTA A ILARIA TURBA

“AMarsiglia ho vissuto e lavorato per 4 anni, a Firenze, in Sant’Ambrogio, soltanto un mese” tiene a precisare –anche se non sembra – Ilaria Turba, autrice della bellissima mostra al MAD, dal titolo Le simmetrie dei desideri, curata da Giorgio Bacci e Valentina Gensini.

Un’indagine che comincia nei quartieri periferici a nord di Marsiglia, dove l’artista ha stabilito un contatto con gli abitanti del luogo realizzando – insieme a loro – una collezione di “pani del desiderio”: pani rituali cotti in un forno tradizionale algerino in terra e paglia costruito dagli abitanti del quartiere con dell’argilla locale, collegati ciascuno al desiderio di chi lo ha plasmato e realizzato, raccolti poi in una mostra al Mucem - Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo nell’estate 2021 in Francia. Alla base di tutto? Il desiderio.

Bene, ma quali sono invece le simmetrie tra una città di mare, come Marsiglia, e una città come Firenze?“In realtà sono molte di più di quanto si pensi”. In questa sorta di “simmetria” vi è infatti il tentativo, riuscito, da parte della Turba, di vivere il quartiere di Sant’Ambrogio a fondo, se pur soltanto un mese, “un quartiere molto piccolo e molto stratificato, in cui convive un forte connotato di tradizione, che i giovani cercano di mantenere, attualizzandolo, attraverso il recupero dei vecchi mestieri, con l’inarrestabile turi-

stificazione e la componente multietnica” rappresentata anche dalla presenza della sala preghiera in Borgo Allegri. Ecco allora quell’insieme di connessioni e simmetrie nuove tra oggetti e persone, storie e relazioni. Artigiani, cuochi, mediatori culturali, negozianti, persone di passag-

gio o che ci vivono da decenni, rifugiati politici e profughi ucraini: Ilaria Turba ha raccontato il progetto agli abitanti che ha incontrato lungo un percorso di passaparola e di sinergie, mostrato la collezione dei pani del desiderio, dopodiché ha chiesto alle persone di scegliere degli oggetti affini per forma, tematica, natura e di poterli ricevere in affido per il tempo del progetto. Oggetti privati e d’affezione che diventano veicoli altrettanto

forti di desideri, storie, ed immaginari. “Mi avevano in un certo senso allertato sulla diffidenza e la chiusura dei fiorentini, ma quello che ho riscontrato è stato tutt’altro, ovvero una forte apertura e un forte desiderio di condivisione e di ritorno alla collettività, elemento che ho riscontrato – in particolare dopo il covid – anche altrove”. E come è stato invece il rapporto con lo spazio delle Ex Murate? “Non è certo uno spazio neutro, uno spazio che è stato prima un convento e poi un carcere, ho cercato di confrontarmi con la sua particolare natura”. Ha persino inserito il tuo studio nel percorso della mostra. “Sì, ho deciso di trasferirlo al primo piano”. Una scelta che cala il visitatore nel quotidiano dell’artista e nei suoi percorsi, anche fisici: “ho tracciato sulle mappe tutti i miei spostamenti, sembra incredibile il numero di chilometri fatti in un mese in così poco spazio”. Quello che più sorprende è la tecnica utilizzata. “In questo come in altri miei lavori prendo a prestito degli elementi dell’indagine antropologica e sociale, usandoli in un modo completamente diverso, integrandoli con la mia ricerca artistica” Il 12 gennaio un talk con i curatori Bacci e Gensini farà un punto sulla mostra che, salvo proroghe, terminerà il prossimo 14 gennaio, Ilaria Turba presente. “Sono molto soddisfatta sia del mio lavoro sia di come la mostra sia fin qui andata”.

foto di Alisa Martynova e Camila Schuliaquer
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4 4 6 5 4 5 2 4 4 5 4 3 3 3 4 5 5 4 2 4 popolamento 3 cinghiali di rinforzo per tutti Primo attacco, tutti i dadi ottengono +1 cittadini carica bestiale Cinque tribù di cinghiali si contendono I TERRITORI, scegli chi impersonare e coMbatti COME NON HAI MAI FATTO. GNAMO! CONQUISTA LA TOSCANA. Scoprilo su www.demoela.com

UNIVERSITÀ DI FIRENZE PIÙ ACCESSIBILE, NEL RICORDO DI NICCOLÒ

Senza barriere. Uffici e facoltà dell’università di Firenze saranno presto più accessibili alle persone con disabilità. L’ateneo fiorentino ha avviato un progetto di mappatura di quegli ostacoli che rendono la vita difficile a chi ha problemi motori. Un lavoro ingente di raccolta ed elaborazione dati realizzato dalla startup Kinoa e destinato a confluire nelle mappe digitali di Kimap. La app gratuita si propone di rendere più facile la vita e soprattutto la mobilità delle persone con disabilità. L’applicazione procede prima a mappare i vari siti secondo importanza e dedica particolare attenzione per la geolocalizzazione dei punti d’interesse. L’utente può sfruttare la app per raggiungere la destinazione desiderata seguendo il percorso con la migliore accessibilità. Una rivoluzione che non si ferma a uffici e facoltà ma va toccare tutta una serie di esercizi e luoghi di utilità generale nelle immediate vicinanze dei plessi universitari. Nella app di Kimap saranno inserite informazioni, geolocalizzazioni e soprattutto percorsi e accessibilità di posti auto riservati, fermate dell’autobus,

farmacie, uffici postali e bancari, bagni pubblici.

La raccolta dati per la mappatura è stata presentata in anteprima, con la partecipazione diretta di alcuni fruitori, ai primi di dicembre 2022 in occasione della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Una preview per far vedere in concreto cosa l’ateneo fiorentino vuole fare per studenti e studentesse con disabilità. L’occasione, al tempo stesso, per ricordare uno studente scomparso due anni fa tragicamente. L’ateneo fiorentino ha infatti apposto una targa in memoria di Niccolò Bizzarri: il giovane affetto dalla sindrome di Duchenne e costretto su una carrozzina, non aveva rinunciato al suo sogno di frequentare l’università. Ogni giorno seguiva le lezioni del corso di laurea in Lettere antiche. Quella mattina di gennaio del 2020, mentre si dirigeva verso via degli Alfani, una ruota della sua carrozzina, a causa di un avvallamento stradale, si incastrò: la sedia a rotelle si ribaltò e il giovane cadde a terra frontalmente. Subito soccorso e portato all’ospedale di Santa Maria Nuova le sue condizioni, inizialmente, non vennero giudicate serie. Al punto che Niccolò fu dimesso facendo ritorno a casa. Sette

ore dopo, a causa di un improvviso aggravamento, il decesso tra lo sgomento di familiari e amici. Niccolò nel suo percorso universitario si era impegnato presso gli organi istituzionali per un coinvolgimento degli studenti disabili nelle attività d’ateneo. A distanza di due anni, proprio nel suo ricordo, parte dall’università di Firenze questa rivoluzione che promette di rendere migliore la vita delle persone con disabilità e più accessibili a tutti uffici e facoltà. Nella targa affissa nel cortile della sede universitaria di piazza Brunelleschi, si può leggere una poesia scritta da Niccolò Bizzarri. Nei versi del giovane studente sogni e aspettative di un altro giorno da vivere. “Con la scomparsa tragica di Niccolò, abbiamo avuto la percezione di un diritto negato - ha affermato durante la cerimonia la rettrice Alessandra Petrucci -. Per garantire l’esercizio di questo diritto, l’Ateneo si è mosso e sta lavorando per offrire a studentesse e studenti con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento pari condizioni nel diritto allo studio, tramite azioni specifiche, mirate alla progressiva rimozione degli ostacoli che limitano il loro inserimento nel mondo universitario”.

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L’intuizione nel sapere leggere quello che ci circonda e renderlo appetibile è da sempre una dote rara. Quando poi questa lettura incontra delle questioni fondamentali quali l’ambiente, ci troviamo davanti a qualcosa di estremamente interessante e curioso, come è il progetto Archeoplastica. Abbiamo cercato di spiegare il senso di questa attività parlando con l’ideatore Enzo Suma, guida naturalistica a Ostuni. “Il nostro progetto nasce nel 2018: l’attività di raccolta oggetti massiva sui lidi, che già svolgevo, si riformula quando la mia attenzione si concentra su un tubetto di spray abbronzante prezzato in lire. Cercare la storia del reperto e iniziare la catalogazione mi ha spinto a proseguire la raccolta

di oggetti datati, dagli anni ‘60 in poi, che hanno fatto la nostra storia”. Le attività successive sono state coinvolgere una rete di collaboratori in tutta Italia, motore per strutturare un progetto che tutt’ora gode di risalto anche internazionale (il The Guardian ne ha parlato) e che vanta, oltre che social attivi e un museo virtuale, alcune mostre realizzate col supporto di National Geographic. “L’uomo probabilmente talvolta perde il senso del tempo e lo deve recuperare osservando gli oggetti della propria storia per capire a esempio quanto sia inattaccabile un materiale come la plastica”, continua il fondatore del progetto, la cui forza è rendere “pop” una

SALUTI DALLA TOSCANA

Come si fa a non cadere nel banale raccontando una delle regioni più instagrammate d’Italia? Ad andare oltre il tipico casolare rustico, il paesaggio con cipressi a perdita d’occhio e un inflazionatissimo bicchiere di vino - magari fotografato da una vigna - ci hanno pensato Lucrezia Cortopassi e Riccardo Demi, genitori del progetto Instagram @salutidallatoscana. Una guida di viaggio digitale che comunica in modo semplice e genuino attraverso fotografie amatoriali mescolate a grafiche accattivanti, posti che scoprono in prima persona esplorando la regione durante i weekend, proprio come solo i veri local sanno fare. Originaria della Versilia lei (Pietrasanta) e pisano lui, hanno dichiarato: “Questo mix di elementi tra foto e grafiche è il nostro punto di forza. Abbiamo unito i nostri due mondi (il graphic design per Lucrezia, il digital marketing per

Riccardo) dando vita a un modo divertente di promuovere il territorio, incuriosendo principalmente un target composto da giovani che vuole andare oltre i soliti cliché. Per offrire questo punto di vista innovativo su una regione eterna dall’alto contenuto artistico/culturale, collaboriamo con i creativi che la vivono tutti i giorni, dai fotografi agli scultori ma anche artigiani e designer con cui condividiamo le origini”. Lucrezia è una ragazza che fa collezione di calamite per frigoriferi e non se ne vergogna.

Da qui l’idea di creare lo spin-off commerciale @souvenirdallatoscana, uno shop online con oggetti che custodiscano il ricordo della propria esperienza, spesso in sinergia con artisti emergenti toscani. Attingono dalla tradizione toscana (vedi il servizio di piatti con olive e girasoli) ma in modo originale e più fresco (per esempio dei David di Michelangelo in 3D nei colori pastello). Tra le richieste più stravaganti che hanno ricevuto c’è senz’altro quella di qualche

tematica di estrema importanza. Per il futuro c’è ancora molto da lavorare, soprattutto in fase di informazione, ma c’è un movimento culturale sempre più attento nonostante le ambiguità sulla questione delle bioplastiche, da molti viste come prodotti degradabili al pari di prodotti organici. “C’è tempo e il nostro lavoro prosegue con massima soddisfazione” conclude Enzo Suma. In bocca al lupo Archeoplastica.

americano che chiede il posto perfetto dove fare la proposta di matrimonio. Ma dietro le quinte di salutidallatoscana, con il suo tocco nostalgico-retrò, che non ha bisogno di droni o effetti speciali, ci assicurano di voler rimanere umili, e al momento non parlano di proposte pubblicitarie in collaborazione con locali, perché verrebbe meno quella genuinità con il quale il loro storytelling è iniziato.

ARCHEOPLASTICA
L’UOMO E IL TEMPO
di Valentina Messina
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l'Agenda di gennaio

DOMENICA 1

3 CAMILLA ALBERTI | ANOUK CHAMBAZ. WONDERFUL! (fino all’8/01)

Museo Novecento Firenze (FI) ing. da 5€

3 JULIA KRAHN | ST. JAVELIN (fino al 29/01)

Museo Novecento Firenze (FI) ing. da 5€

LUNEDÌ 2

3 MANNEQUIN DI ARKO DATTO

Fondazione Studio Marangoni (FI) ing. gratuito

3 GIANNI BERTINI. IDENTIKIT 100 (fino al 2/02)

Frittelli Arte Contemporanea (FI) ing. gratuito

MARTEDÌ 3

3 CORSO SETTIMANALE DI QIGONG

Casa del Popolo Le Panche (FI) ing. NP

3 (W)HOLE NEW LEVEL (fino all’1/03)

Aria Art Gallery (FI) ing. gratuito

3 LE SIMMETRIE DEI DESIDERI (fino al 14/01)

MAD Murate Art District (FI) ing. gratuito

MERCOLEDÌ 4

3 JAZZ WEDNESDAY

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 JAM SESSION

Jazz club (FI) ing. gratuito con tessera

GIOVEDÌ 5

3 LAZARUS DAVID BOWIE TRIBUTE

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 BUBBLES REVOLUTION

Teatro Puccini (FI) ing. da 10€+dp

3 KARAOKE NIGHT (tutti i giovedì)

YellowSquare Florence (FI) ing. gratuito

3 SERATA UNIVERSITARIA

Ostello Bello (FI) ing. gratuito

3 TROPICAL ANIMALS

Club 21 (FI) ing. 15€

VENERDÌ 6

3 MODENA CITY RAMBLERS

Viper Theatre (FI) ing. 20€+dp

3 EMILIANO MAGGI. SONGS AND SPELLS

Museo Stefano Bardini (FI) ing. da 5,50€

3 BRUNO LO ZOTTO IN TEATRO

Teatro Puccini (FI) ing. 8€+dp

3 FOR IRAN. CAMBIAMENTO È RESISTENZA (aperta tutti i venerdì fino al 31/01)

La Portineria (FI) ing. gratuito

3 LA GRANDE ILLUSIONE DI J. RENOIR

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

3 APERITIVO MUSICALE CON GIAMPIX Fermino (FI) ing. gratuito

SABATO 7

3 BOWIE NIGHT | BOWIE BLUEBIRD GLUE (FI) ing. gratuito con tessera

3 SABATO FIORENTINO NOF (FI) ing. gratuito

3 SIR ANDRÁS SCHIFF

Teatro della Pergola (FI) ing. da 5€+dp

3 JESPER JUST – SEMINARIUM (fino al 20/03) Museo Marino Marini (FI) ing. da 8€

DOMENICA 8

3 LE PANDE GIALLE

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 TOMBOLA CON CO.LORE Fermino (FI) ing. gratuito

3 LA BELLA E LA BESTIA Teatro Puccini (FI) ing. 8€+dp

3 FIERA PROMOZIONALE D’OLTRARNO Piazza S. Spirito (FI) ing. gratuito

3 POMERIGGIO LIVE NOF (FI) ing. gratuito

3 LA REGOLA DEL GIOCO DI J. RENOIR

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

LUNEDÌ 9

3 LABORATORIO ALL’OPERA! (tutti i lunedì) Associazione Isola di Santa Croce (FI) ing. NP

3 MONDOVISIONI 2023 (fino al 06/02)

TerminaleCinema (PO) ing. da 6€

MARTEDÌ 10

3 FRANCESCO MILETO | STAND UP COMEDY SHOW NOF (FI) ing. gratuito

3 LEZIONE SUL CINEMA DI JEAN RENOIR

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 3€

3 L’ANGELO DEL MALE DI J. RENOIR

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

3 PITTI IMMAGINE UOMO (fino al 13/01)

Fortezza da Basso (FI) ing. 35€

MERCOLEDÌ 11

3 JAZZ WEDNESDAY

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 DRUM CIRCLE

InStabile Culture in Movimento (FI) ing. da 5€

3 ITALO CALVINO | CORSO MONOGRAFICO MAD Murate Art District (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 12

3 CUT & BLADE Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 SCHUBERT, MARIO BRUNELLO

Teatro Verdi (FI) ing. da 15€+dp

3 RINASCIMENTO PSICHEDELICO

C4 Centro di Contaminazione Culturale (FI) ing. gratuito con tessera

3 APERITIVO MUSICALE CON REALSARABAMBA Fermino (FI) ing. gratuito

VENERDÌ 13

3 I VERSI DELL’ORNITORINCO: TORNEO DI POETRY SLAM

L’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 SISTEMA NERVOSO

Il Lavoratorio (FI) ingr. NP

3 FESTIVAL BIRRAIO DELL’ANNO (fino al 15 /01) Tuscany Hall (FI) ing. da 8€

3 GALEFFI | BELVEDERE TOUR Viper Theatre (FI) ing. 20€+dp

3 PAROLE IN PRESTITO Biblioteca Pietro Thouar (FI) ing. gratuito

3 IL DELITTO DEL SIGNOR LANGE DI J. RENOIR Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

SABATO 14

3 GOD OF THE BASEMENT + HATE MOSS GLUE (FI) ing. gratuito con tessera

3 SERGIO CASTELLITTO | ZORRO (fino al 15/01)

Teatro Puccini (FI) ing. da 27€+dp

3 CIRCLE SONGS

InStabile Culture in Movimento (FI) ing. 25€

3 WORKSHOP DI YOGA ORMONALE Bodyflow (FI) ing. NP

3 RAFAŁ BLECHACZ

Teatro della Pergola (FI) ing. da 5€+dp

3 INTRECCI DI COMUNITÀ Museo Arte Sacra Montespertoli (FI) ing. gratuito

DOMENICA 15

3 PRESENTAZIONE DI MONSTRUMANA L’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 INDIPENDENZA ANTIQUARIA Piazza Indipendenza (FI) ing. gratuito

3 POMERIGGIO LIVE NOF (FI) ing. gratuito

3 SHANGHAI EXPRESS DI J. VON STERNBERG Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

MUSICA \ TEATRO \ CINEMA \ ARTE \ EVENTI

3 MUSICA &... | ALLA RICERCA DI ORFEO

Saloncino della Pergola (FI) ing. da 5€+dp

3 INTRECCI DI COMUNITÀ

Museo della ceramica Montelupo (FI) ing. gratuito

3 INAUGURAZIONE MOSTRA RITMICALMENTE

Fermino (FI) ing. gratuito

LUNEDÌ 16

3 FRED!

Teatro Puccini (FI) ing. 20€+dp

3 MARCO TRAVAGLIO

Il Garibaldi (PO) ing. da 18€

MARTEDÌ 17

3 RIPESCATI DALLA PIENA - POETRY NIGHT

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 OPEN MIC | STAND UP COMEDY SHOW

NOF (FI) ing. gratuito

3 SCANDALO INTERNAZIONALE DI B. WILDER

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

MERCOLEDÌ 18

3 JAZZ WEDNESDAY

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 CAVEMAN L’UOMO DELLE CAVERNE

Teatro Puccini (FI) ing. da 17,40€+dp

3 TOUR DE FUNK

Fermino (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 19

3 NONO - IRONIA IN MUSICA

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 TESTIMONE D’ACCUSA DI B. WILDER

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

3 APERITIVO MUSICALE CON DOTTOR FELIXIR

Fermini (FI) ing. gratuito

VENERDÌ 20

3 COSTELLAZIONI (fino al 22/01)

Teatro Puccini (FI) ing. da 17€+dp

3 MANAGEMENT + ROS

GLUE (FI) ing. gratuito con tessera

3 BEST FRIDAY

NOF (FI) ing. gratuito

SABATO 21

3 SABATO FIORENTINO NOF (FI) ing. gratuito

3 MAROCCO DI J. VON STERNBERG

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

3 TWIST AND SHOUT! A 50’S AND 60’S NIGHT Viper Theatre (FI) ing. da 12€+dp

3 MUSICHE DI DEBUSSY, ŠOSTAKOVIČ, RACHMANINOV

Teatro della Pergola (FI) ing. da 5€+dp

DOMENICA 22

3 I FUSIBILI POWER DUO Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 LA DOMENICA BESTIALE Ostello Tasso (FI) ing. con tessera

3 L’ARTE DEL CANTO | MUSICHE DI SCHUBERT Saloncino della Pergola (FI) ing. da 5€+dp

3 PRANZO DOMENICALE + MUSICA CON MELLOO Fermino (FI) ing. gratuito

LUNEDÌ 23

3 LA DONNA SCIMMIA DI M. FERRERI Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

MARTEDÌ 24

3 NUDA (fino al 29/01)

Teatro della Pergola (FI) ing. da 13€+dp

3 PERLASCA, IL CORAGGIO DI DIRE NO Teatro Puccini (FI) ing. da 12€+dp

3 DANIELE RACO | STAND UP COMEDY SHOW NOF (FI) ing. gratuito

3 MOZART | LA FINTA SEMPLICE (anche 26-28-29/01) Teatro Goldoni (FI) ing. da 15€

3 DREAM THEATER Tuscany Hall (FI) ing. da 57,50€+dp

MERCOLEDÌ 25

3 MOZART E MAHLER, YUTAKA SADO Teatro Verdi (FI) ing. da 15€+dp

3 JAZZ WEDNESDAY Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 ITALO CALVINO | CORSO MONOGRAFICO MAD Murate Art District (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 26

3 PRESENTAZIONE E READING POETICO: CLEMENTINA DI BRANCO

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 CAPPUCCETTO ROZZO

Teatro Puccini (FI) ing. da 13,90€+dp

VENERDÌ 27

3 HYBRIS

Teatro Puccini (FI) ing. da 17€+dp

3 PRETTY WOMAN MUSICAL

Teatro Verdi (FI) ing. da 20€+dp

3 I VERSI DELL’ORNITORINCO: SPOKEN MUSIC CON PAOLO AGRATI

L’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

SABATO 28

3 NOTHING FOR BREAKFAST

GLUE (FI) ing. gratuito con tessera

3 LE NOZZE DI FIGARO (fino al 29/01)

Teatro del Giglio (LU) ing. da 15€+dp

3 IL CLOWN DEI CLOWN (fino al 29/01)

Teatro Puccini (FI) ing. da 15€+dp

3 BOBO RONDELLI + CECCO E CIPO

Teatro Garibaldi Figline V.no (FI) ing. da 11,50€+dp

3 ORNELLA VANONI

Tuscany Hall (FI) ing. da 40,25€+dp

3 NELLA RAPIDE | FINISSAGE CON TOMASO MONTANARI

Il Conventino Caffè Letterario (FI) ing. gratuito

DOMENICA 29

3 MAR SEA AZUL

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 WHISKY TRAIL – OMAGGIO A GIULIA

Tuscany Hall (FI) ing. da 15€+dp

3 PRESENTAZIONE DELLA CASA EDITRICE READERFORBLIND

L’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

LUNEDÌ 30

3 EDOARDO LOMBARDI VALLAURI

Teatro Puccini (FI) ing. 8,70€+dp

MARTEDÌ 31

3 RIPESCATI DALLA PIENA - POETRY NIGHT

Circolo Aurora (FI) ing. gratuito

3 LEZIONE SUL CINEMA DI JEAN RENOIR

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 3€

3 HO FATTO IL CLASSICO

Teatro Puccini (FI) ing. 18,50€+dp

3 BREAK UP – L’UOMO DEI CINQUE PALLONI DI M. FERRERI

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 4€

SABATO 7 GENNAIO

BOWIE NIGHT

Bowie bluebird

SABATO 14 GENNAIO

GOD OF THE BASEMENT + HATE MOSS

VENERDI 20 GENNAIO MANAGEMENT + ROS

SABATO 28 GENNAIO

NOTHING FOR BREAKFAST

ingresso gratuito riservato ai soci

Associazione Culturale Glue/US Affrico

Viale Manfredo Fanti 20 Firenze

www.gluefirenze.com

BIRRAIO DELL’ANNO

13-15 GENNAIO • TUSCANY HALL

Birraio dell’Anno è il riconoscimento che premia il miglior produttore di birra artigianale italiana che dà vita a un festival realizzato a gennaio a Firenze. Il premio, organizzato da Fermento Birra, può essere considerato una sorta di “Pallone d’oro” della birra. Un riconoscimento, che non vuol consegnare medaglie ad un’etichetta piuttosto che un’altra, ma ad un birraio in carne ed ossa per il lavoro svolto nel corso di un intero anno, ben consapevoli dell’intimo legame tra birra artigianale e il produttore. A differenza dei classici riconoscimenti, non intende valutare la bontà di una birra in un preciso momento, ma piuttosto la bravura tecnica del birraio nel suo complesso, la sua filosofia, la costanza qualitativa dei prodotti. Una selezione di oltre 100 birre alla spina prodotte da 50 birrifici artigianali

GALEFFI

13 GENNAIO • VIPER THEATRE

Galeffi è un cantautore romano, classe 1991. Il suo album d’esordio “Scudetto”, uscito nel 2017 per Maciste Dischi, desta immediatamente un grande interesse da parte di pubblico e critica, collezionando oltre 25 milioni di ascolti streaming e portando l’artista a fare in meno di un anno un tour di 70 concerti nei principali club e festival italiani, molti dei quali andati sold out. Galeffi arriva al Viper Theatre per presentare l’ultimo album “Belvedere”, un disco in cui l’artista osa negli arrangiamenti e lo trova rinnovato anche dal punto di vista autoriale. Una crescita, quella musicale e personale, che si percepisce anche dai suoi testi, attraverso i quali si scopre, mettendo più a nudo che mai anche le sue fragilità e debolezze, provando ad andare oltre i temi che tanto gli sono stati cari nei precedenti lavori.

GOD OF THE BASEMENT + HATE MOSS

14 GENNAIO • GLUE ALTERNATIVE CONCEPT SPACE

Il super collettivo Stock-a Production, che si occupa dell’organizzazione di eventi e della promozione di artisti emergenti, presenta una serata dall’alto potenziale di adrenalina. Sul palco la band heavy pop God of the Basement [GOTB], da un’idea nata in uno scantinato dell’East London da Tommaso Tiranno (voce) ed Enrico Giannini (chitarra e sampling), che poi ha preso forma e si è sviluppata nelle periferie toscane grazie all’arrivo di Rebecca Lena (basso e visual art) e Alessio Giusti (batteria), e gli Hate Moss, il progetto di Tina e Ian, alimentato dell’influenza di artisti onnivori soprattutto nell’ambito elettronico, che si si sono incontrati a Londra dove hanno deciso di avviare un’etichetta indipendente, la Stock-a Records. La serata prevede anche special guest e mille sorprese!

NUDA DAL 24 AL 29 GENNAIO • TEATRO DELLA PERGOLA

Ispirata al suo omonimo romanzo, Nuda di Daniele Finzi Pasca è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. La potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea. Due gemelle, cresciute in una famiglia “eccentrica”, eppure così simile a quella di tutti, si toccano, si sfiorano, a volte si calpestano, per poi riscoprirsi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate. Un gioco acrobatico, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciate alla narrazione e un potente universo sonoro, compongono questo spettacolo magico e surreale.

REZZAMASTRELLA - HYBRIS

27 GENNAIO • TEATRO PUCCINI

Flavia Mastrella e Antonio Rezza presentano al Teatro Puccini di Firenze il nuovo spettacolo Hybris “Come si possono riempire le cose vuote? È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista? La porta…perché solo così ci si allontana. Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, perde il suo regno così in terra e non in cielo. L’uomo fa il verso alla belva. Che lui stesso rappresenta. Senza rancore. La porta ha perso la stanza e il suo significato, apre sul nulla e chiude sul nulla. Divide quello che non c’è… intorno un ambiente asettico fatto di bagliori. L’essere è prigioniero del corpo, affascinato dall’onnipotenza della sua immagine trasforma il suo aspetto per raggiungere la bellezza immobile e silente che tanto gli è cara.”

WHISKY TRAIL – OMAGGIO A GIULIA

29 GENNAIO • TUSCANY HALL

Il 29 gennaio al Tuscany Hall di Firenze un grande concerto omaggio a Giulia Lorimer, voce e violino del gruppo storico di musica celtica Whisky Trail, recentemente scomparsa. Sul palco tanti amici per presentare pezzi della storia del gruppo, con alcuni testi di Giulia fra cui il bellissimo “With all my love”, musicato per l’occasione. La band scrive: “Eravamo giovani. Con storie diverse, ma in un modo o nell’altro finimmo tutti per trovarci da Giulia, nella sua grande casa. Una casa che aveva la sua storia, di una grande famiglia in cui si poteva provare, senza pregiudizi o divieti, a cercare una vita più autentica, aperta ai fermenti di un mondo in coinvolgente trasformazione. A casa di Giulia avevamo la percezione che quello che ciascuno di noi aveva sognato, si potesse realizzare.”

GENNAIO DA NON PERDERE
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SPAZI A MARGINE

“Il  giardino della Gherardesca  si trova a Firenze, tra  via Gino Capponi, via Giuseppe Giusti, Borgo Pinti (dove si accede al Palazzo della Gherardesca) e il viale Giacomo Matteotti, con l’entrata principale sul  piazzale Donatello. Il giardino è il più grande giardino privato nel  centro storico della città. Il palazzo Della Gherardesca con le sue pertinenze appare nell’elenco redatto nel  1901  dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale”.

Alessandro, da che ha memoria, ha sempre amato studiare fitologia. Trovava nelle piante un modo di evadere e estraniarsi, dalla città che lo circondava. Molto spesso, durante il freddo inverno fiorentino, approfittando dello scarso turismo, si rifugiava tra le colonne del tempietto, nel giardino della Gherardesca, a leggere i suoi amati libri botanici, che tanto lo affascinavano. Anche se il gelo invernale poteva essere pungente e sconfortevole a volte, lui lo preferiva di certo: giardini vuoti e panchine libere, non poteva chiedere di meglio.

Molto si parla di sharing economy, poco di esempi concreti. Forse uno di questi è Firenze Bottegaia, portale di e-commerce a disposizione dei piccoli e piccolissimi commercianti, artigiani, artisti e – si capisce – bottegai del centro storico. Quelli, si direbbe altrettanto grossolanamente, non mainstream Tutto comincia e si sviluppa nel 2019 attorno all’idea di Alessandro Prosperi, co-founder anche di Postini Fiorentini, realtà che adesso conta 60 dipendenti. I tempi però si allungano ed è solo nel 2021 che il sogno diventa realtà: “Questo progetto mi appassiona tantissimo perché c’è tanta voglia di raccontare e respirare

Firenze Bottegaia il marketplace fiorentino

la città, poi se si parla solo di business non riesco mai a dare il massimo. Forse è proprio per questo che la parola imprenditore non mi piace”. Tuttavia di vera e propria impresa, in senso lato, si tratta. Spieghiamolo ancora con le parole del creatore: “avendo un’azienda che si occupava di consegna di posta, mi sono accorto che con la digitalizzazione la tendenza fosse sempre più quella di consegnare anche merce. Per questo ho cercato di adattare prodotti diversi allo stesso sistema, cioè quello di Postini Fiorentini”, logistica di prossimità. Quartiere per quartiere, utilizzando le edicole come veri e propri hub o uffici postali “I miei clienti sono piccolissime

aziende, che non riuscirebbero a gestire un e-commerce da soli, ma che hanno comunque una linea di prodotti fresca, divertente, che può funzionare. E poi – mi sono sempre detto – potrei creare una serie di vetrine online che potrebbero l’un l’altra farsi promozione a vicenda”. Dove sta il business?

“Io ci metto la spedizione, loro la merce. Lo spazio è gratuito, chiedo solo di farci promozione a vicenda e fin qui, con molta pazienza, sta funzionando. Non posso fermare l’e-commerce, posso “surfarlo”. Non possiamo garantire la velocità e i prezzi di Amazon, possiamo però essere davvero vicino alle persone” . Il sito è www.firenzebottegaia.it

VOCI DEL CAMBIAMENTO
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LUOGHI AMENI E DOVE TROVARLI

di Niccolò Protti • foto di Irene Tempestini

Lungo il concetto

Abbiamo collezionato badilate di fallimenti, viaggi a vuoto, abbiamo contribuito in maniera sensibile alla crisi climatica coi nostri spostamenti in autovettura, in due, e tutto per amore di scoperta e conoscenza – ah che amore vano, che inconsistenza di base! –, un amore impossibile da esperire a pieno ma da godere a gocce, tipo lacrime di campioncino di profumo. Ma se, come dicono, gli insuccessi sono occasioni per imparare – e ci mancherebbe: che si fa? Ci scapitozziamo? – ecco che cogliamo i frutti dei chilometri di strade bianche, delle riflessioni vegetali, dei magri simposi, e ci poniamo una domanda esistenziale: abbiamo gli strumenti per valutare le gradazioni di amenità? La consapevolezza del dubbio è sorta al Galluzzo.

Tra un semaforo lampeggiante e un tramonto in arrivo, tra una merenda saltata e un quattro salti in padella per cena, ecco el Juicio Final: le tovaglie e i lenzuoli asciutti, i ronzii dei cassoni dei condizionatori, le anime dannate, le puppine a coppa di champagne, i six pack notevoli, le corde terribili, lo scarso traffico della domenica, le finestre incolonnate, un culo. E il nostro pensiero mentre proviamo a goderci un momento di fortuna: è ameno questo luogo? Ci siamo risposti di sì per un sacco di motivi, avremmo potuto dirci di no per tanti altri. La verità è che ci muoviamo lungo il concetto di amenità con un’asta in mano, soppesiamo le criticità e le possibilità della lingua, cerchiamo un equilibrio sottile tra le sensibilità nostre e quelle che possiamo solo immaginare. Alla fine, facciamo i conti con chi siamo. Qui al Galluzzo abbiamo detto SÌ: un sì dai tratti bernhardiani, ma comunque un sì. La prossima volta, magari, diremo di no e ciò che sta dietro questa rubrica, dietro queste parole, dietro questo scatto, sarà una chiacchierata all’insegna dell’inquinamento, di un gioco di ombre, di incastri d’orario, di un Giudizio dall’esito opposto.

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Brevi Cronache Librarie

Racconti Fiorentini con la scusa di un Libro di Carlo Benedetti

Prendevamo il 6 in via Landucci e scendevamo da qualche parte in centro, ma per quanto mi sforzi, non so dire dove. Poi a piedi fino in via Cavour: la prima tappa, inutile, era da Cavurotto, negozio ormai scomparso di argenterie. Mamma non comprava mai niente. Poi finalmente, lì a fianco, un negozio di trenini.

Quando non so davvero cosa fare, prendo quello bianco e verde, una E656 della Lima, e lo guardo girare sul plastico. Non ha fretta, non si annoia: sparisce dentro la galleria e riappare ogni volta. Mi torna in mente una filastrocca: “sono solo una nuvola nera, che un po’ di vento si porta via”. Allora chiudo gli occhi, proprio mentre la E656 passa per l’ennesima volta dalla stazione, e mi rivedo steso in acqua, la mano di Mamma sotto la nuca che mi fa galleggiare e lei che canta sorridente.

Poi giro la manopola del trasformatore e il treno accelera, ascolto lo sferragliare sugli scambi e aumento ancora un po’ finché le ruote si sollevano e tutto il treno spancia sulla destra e si arena sul verde artificiale del prato.

Tornavamo a casa con una busta piena di binari con i quali costruivo ellissi sempre più ampie sul pavimento del salotto. Non bastava un pomeriggio per esplorarne tutte le possibilità.

«Non aver paura, non può succedere nulla di male» dico al macchinista immaginario, mentre lo risistemo sui binari, seguito dai suoi quattro vagoni.

E vorrei dirlo anche a Mamma, ma è tutto fuori scala e gli autobus non passano più come una volta.

IL 2023 INIZIA CON YLLANA, BERNHARD E ALE & FRANZ

di Tommaso Chimenti

Non ci resta che la speranza che il 2023 sia più brillante degli ultimi tre anni, un trittico che non ci saremmo aspettati. Il teatro però, fiorentino in particolare, non sembra affatto in crisi, anzi. La scelta è varia e le proposte oscillano tra l’impegnato e riflessivo e il leggero e scanzonato.

Al Teatro di Rifredi sono felicemente di casa il gruppo spagnolo degli Yllana che ogni anno sbarcano a Firenze con il loro carico di risate senza parole. Stavolta ecco arrivare gli aborigeni di “The Primitals” (5-8 gennaio) una commedia musicale a cappella. Quattro indigeni, provenienti da un pianeta simile alla Terra, suoneranno ogni genere di musica. È una tribù lievemente disfunzionale che passerà dai classici del rock e del pop fino a famosissime colonne sonore.

amori strampalati e una bella dose di follia.

A seguire “Interno Bernhard” (10-15 gennaio) con Glauco Mauri e Roberto Sturno diretti da Andrea Baracco. Sulla scena vediamo due dei protagonisti degli scritti di Thomas Bernhard tratti da “Minetti” e da “Il Riformatore del mondo”, scorbutici, arroganti, presuntuosi, perennemente contro, anaffettivi, ispidi, burberi, solitari. Solo l’arte può attenuare la perdita della vita: il teatro nel primo caso, la letteratura nel secondo.

Per arrivare a “Nuda” (24-29 gennaio) di Daniele Finzi Pasca, uno spettacolo carico di mistero e stupore, un mondo leggero e luminoso, tra poesia, teatro fisico e danza aerea con protagoniste due gemelle in un gioco acrobatico immerse in un’installazione di luci.

A volte sparisco Topipittori, 2022 – 12€

Al Teatro della Pergola invece un bel tris da non perdere. Prima “Uomo e galantuomo” (1-3-4-5 gennaio) di Eduardo De Filippo con Geppy e Lorenzo Gleijeses ed Ernesto Mahieux. Una macchina comica formidabile che ha come protagonisti una compagnia di saltimbanco scritturati per una serie di repliche in uno stabilimento balneare, tra suggeritori imbranati e cialtroni d’ogni risma,

Per concludere con il Teatro Verdi che propone il nuovo spettacolo di Ale & Franz, “Comincium”, dal 6 all’8 gennaio, dove la solida consolidata comicità del duo si miscelerà con canzoni di Jannacci e Gaber. Attivi dal ‘95, passati per la grande fucina di talenti brillanti che è Zelig, con la famosa panchina che anche qui ritorna insieme alla fermata dell’autobus, luoghi ideali dai quali raccontare il nostro tempo, dall’ecologia al gender.

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Mercoledì

Tim Burton è un furbacchione che per diversi anni ha dimostrato di avere un gran talento: Beetlejuice, Batman, Batman Il Ritorno, Edward mani di Forbice, Big Fish, Ed Wood e il perfetto Sleepy Hollow. Ma quanto si può tirare una corda prima di spezzarla? A un certo punto quell’ irriverente originalità mista a elementi autenticamente disturbanti è diventata stantia ripetendosi all’infinito. In Mercoledì c’è un po’ di tutto: Harry Potter, Twilight, Licantropi, Serial Killer, adolescenti problematici. Se ci tappiamo il naso fingendo di ignorare i primi 15 anni di attività di Burton può persino divertire.

L’ORIZZONTE DI GLORIA

MABUSE IL CINECLUB DI UNA VOLTA

C’è un’esperienza di cinema che ha trovato a Prato (al Terminale Cinema-Casa del Cinema di Prato in inverno e al Castello dell’Imperatore d’estate) la sua dimora da ormai quasi 25 anni. Si tratta del Circolo del Cinema Mabuse che ha come proposito quello di raccontare la filmografia dei grandi Maestri a partire dalle loro ultime opere o dai restauri, fino a presentare (o ripresentare) in sala i film meno conosciuti o dimenticati.

“Le ultime due rassegne che abbiamo proposto nel 2022 sono emblematiche – ci racconta Luca Barni, uno dei fondatori – con l’uscita dell’ultimo film di David Cronenberg Crimes of the Future abbiamo proposto al pubblico delle pellicole più vecchie e meno frequentate. Nel caso di Cronenberg la scelta è ricaduta sul primo periodo, quello del body-horror dal momento che sembra una strada che il regista è tornato proficuamente a sperimentare. Oltre a Videodrome, che è stato recentemente restaurato, abbiamo messo in cartellone Scanners, Brood- La covata malefica e Il demone sotto la pelle”.

Parigi, 13Arr.  (Les Olympiades)

Che strana cosa l’amore. E se fosse davvero, come in questa perla in bianco e nero, che basta che si accenda un fuoco perché altri inizino a bruciare? Tutto ha origine dal sentimento, non ricambiato, di Emilie per Camille, che si alimenta, in modo discontinuo e sgangherato, nel quartiere parigino che dà il nome alla pellicola. Tra vecchie ferite, dating app, cam-girl e appartamenti vissuti, condivisi e poi abbandonati, 3 giovani, forse e non senza difficoltà, troveranno la loro strada. Da il regista de Il Profeta.

Anche per il restauro di Psyco avete pensato qualcosa del genere?

“Si, abbiamo scelto di proporre L’uomo che sapeva troppo nella versione del 1956 (è l’unico film di cui Alfred Hitchcock ha girato un remake, il film originale è del 1934).

La stagione artistica più conosciuta di Hitchcock è sicuramente quella che va dal 1950 al 1960, ma in precedenza aveva realizzato opere importantissime ma poco conosciute ed è per questo che abbiamo inserito anche I 39 scalini del 1935”.

Chi sceglie di venire a vedere in sala dei vecchi film preferendoli alle prime visioni?

“Un pubblico sorprendentemente giovane che sta formando il proprio gusto e che vede certe pellicole per la prima volta. La nostra esperienza è iniziata nella primavera del

1998 e il riferimento più prossimo erano le rassegne che si facevano in quel periodo al Cinema Alfieri di Firenze, ma il modello dei Cineclub è legato agli anni 70-80, che continua a essere in voga in molte città Europee”.

Il nome Mabuse fa effettivamente pensare al cinema europeo del passato.

“È chiaramente un omaggio al film di Fritz Lang Il dottor Mabuse (1921). Lang è stato un regista di riferimento sia per il cinema hollywoodiano classico ma, soprattutto, per il periodo del muto. Riuscì a farsi beffe del nazismo promettendo di lavorare per loro per poi fuggire la notte stessa, dopo aver parlato con Goebbels. Mabuse, il terrificante psicanalista interpretato da Rudolf Klein-Rogge, è un personaggio straordinario che rappresenta una sorta di premonizione di ciò di cui sarebbe stata capace la follia nazista”.

Voi non programmate con troppo anticipo.

“No perché tentiamo, per quanto possibile, di restare legati a quello che succede nel mondo del cinema e non solo alle uscite in sala. Per esempio lo scorso anno ci siamo ritrovati, in corsa, a organizzare un omaggio a Monica Vitti”.

Dove non avete proposto solo i film di Antonioni...

“No affatto. I primi film della Vitti sono state commedie, solo dopo l’incontro e l’inizio del legame con Antonioni è diventata la protagonista di alcuni tra i suoi film più noti. Conclusa quella esperienza lei era tornata alla cifra che le era più congeniale. Proprio perché molti giovani tendono a identificarla con capolavori come L’eclisse, L’avventura e Deserto rosso noi abbiamo proposto anche L’anatra all’arancia di Luciano Salce (1975) con Ugo Tognazzi, uno dei film migliori di quell’epoca”.

Il modo migliore per rimanere informati sulla nuova stagione sul Circolo del Cinema Mabuse è seguire l’omonima pagina Instagram o scrivere a circolodelcinemamabuse@gmail.com

di Caterina Liverani foto di Filippo Bardazzi
IL VIALE DEL TRAMONTO
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TRA I TEATRI PER UN INIZIO ANNO DI MUSICA ECCELLENTE

Se il 2022 è terminato con un pieno di musica e generi e le maggiori venue di Firenze ricche di suoni e di vita, anche questo primo mese del nuovo anno non è da meno. Ancora lontana la stagione dei festival e delle rassegne, ma tra Viper, Tuscany Hall e Teatro Verdi non manca la possibilità di spaziare tra una diversità stilistica e di proposte sempre interessanti e stimolanti. Partiamo proprio dal club di Via Pistoiese nel parlare di questo nostro mese musicale, il Viper Theatre, che dopo aver iniziato il 2023 con il Cartoon Trash Party e una ospite d’eccezione come Cristina D’Avena (5 gennaio), prosegue la propria programmazione con i Modena City Ramblers (6 gennaio) nel loro tour invernale iniziato novembre, con cui la band prosegue le celebrazioni di “Appunti Partigiani”. Il 13 gennaio sarà la volta del giovane cantautore romano Galeffi, pronto a condividere il suo meraviglioso

viaggio musicale e interpretativo con il suo nuovo progetto “Belvedere”. Chiude il mese del club fiorentino, il 30 gennaio, il duo fresco vincitore di X-Factor, i Santi Francesci, composto da Alessandro De Santis  e  Mario Francese.

Il Teatro Verdi, dopo l’esordio con il concerto di Capodanno a cura dell’ORT, offrirà un programma di concerti interessante di cui segnaliamo: il 12 gennaio sempre l’Orchestra Regionale della Toscana sarà protagonista della serata con la direzione del violoncellista Mario Brunello; il 14 gennaio Elio che canterà e reciterà Enzo Iannacci con “Ci vuole orecchio”, non solo uno spettacolo canoro ma un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile.

Chiudiamo il nostro mese al Tuscany Hall: il 20 gennaio, un concerto atteso come quello della storica orchestra di Duke Ellington che torna per un attesissimo tour, perpetuando ottantotto anni di esi-

bizioni in tutto il mondo sotto la guida di tre generazioni della famiglia Ellington. Il 24 gennaio, cambiando totalmente genere, i protagonisti assoluti saranno i Dream Theater, maestri del progressive metal con uno dei tre appuntamenti del Top Of The World Tour in Italia.

Il 28 gennaio Ornella Vanoni presenterà al pubblico fiorentino il suo nuovo progetto tutto al femminile “Le donne e la musica”, un ritorno, tanto atteso per l’artista che sceglie di raccontarsi, accompagnata da un quintetto di sole donne, eccellenze della musica e del jazz in particolar modo, per cui ha sempre avuto intuizione e un’attenzione speciale.

minimondo

testo e collage fotografico di Susanna Stigler

Prove generali sul paesaggio di domani.

43°80'88.83"N 11°19'71.35"E

CITTÀ IN MUSICA
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FRASTUONI

BLACK OX ORKESTAR EVERYTHING RETURNS (CONSTELLATION)

Dopo più di quindici anni di silenzio torna con il nuovo album il collettivo Black Ox Orkestar, che al suo interno annovera il meglio dell’illuminata scena musicale di Montreal tra cui anche Thierry Amar e Jessica Moss dei Godspeed You Black Emperor e Thee Silver Mt. Zion. Una strana e magnetica miscela sonora che mescola il cantautorato crooner e il post rock con il folk della tradizione yiddish e balcanica, che abbraccia le radici ebraiche della band. Il gruppo amplifica una minuziosa ricerca nella musica popolare con il suo sconvolgente talento, tra strazianti melodie e potenti misticismi creati dagli archi, dalla sessione di fiati e dalla voce baritonale di Scott Gilmore che scalda e avvolge. Un ritorno in grande stile con un album cosmopolita senza tempo, destinato a durare negli anni.

LELAND WHITTY ANYHOW (INNOVATIVE LEISURE)

Pescato last minute tra le scarse uscite interessanti di dicembre, il debutto solista di Leland Whitty, principalmente conosciuto come sassofonista e polistrumentista dei BADBADNOTGOOD, stupisce per la sua maturità. Dopo una serie di produzioni cinematografiche/televisive e le collaborazioni con giganti come Kendrick Lamar e Earl Sweatshirt, in “Anyhow” l’intelligenza musicale di Whitty costruisce texture elettroniche e organiche con arrangiamenti sontuosi, dal vago sapore cameristico, e padroneggia con stile le sue sette tracce. Coadiuvato dagli stessi membri di BBNG, in questo album l’artista canadese continua a reinterpretare con originalità il jazz, miscelando suggestioni à la Jonny Greenwood e cinematiche, con archi e assoli che si rifanno ai maestri John Coltrane e Miles Davis.

FRASTUONI SU SPOTIFY

DEAD MEADOW FORCE FORM FREE (BLUES FUNERAL RECORDINGS)

Con all’attivo una fanbase importante, che spazia dall’indie depresso al capellone infoiato, e più di vent’anni di rumorosa carriera, tornano i rimastoni rock-psichedelici di Washington, Dead Meadow, con il nuovo “Force Form Free” che porta il loro amore per l’hard rock dei primi anni ‘70 e la psichedelia degli anni ‘60, verso inesplorate galassie. Un meraviglioso viaggio tra una miriade di suoni, melodie e atmosfere, dove la voce di Jason Simon è ridotta al minimo: un progetto che cattura e ipnotizza, con il coraggio e la voglia di rimettersi in gioco per l’ennesima volta. La musica di questo lavoro è come un tappeto orientale dagli strani e colorati disegni che affascinano e stupiscono, minuziosamente tessuto con la massima cura per i dettagli, sul quale è bello volare e meditare.

La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori brani sia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. Scansiona il QR code per accedere direttamente e segui la pagina Facebook di Lungarno per rimanere aggiornato. Per reclami, segnalazioni e pacche sulle spalle, scrivi a frastuoni@lungarnofirenze.it

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Ci mancava solo lui

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LO ZIGOZAGO storie e tradizioni

Comari sull'Uscio Il prete nel letto

In queste fredde notti invernali ci vorrebbe proprio un bel prete nel letto Anzi, ci vorrebbero sia un prete che una monaca: allora sì che la stanza diventerebbe tutta un bollore!

Non temete, “Lo Zigozago” non si è trasformato in una rubrica erotica per fantasie claustrali e i nostri protagonisti non sono due servi di Dio avvinghiati in ripensamenti, ma due componenti di uno stesso oggetto, oggi desueto e per qualcuno misterioso, un tempo a dir poco fondamentale. Il prete era un telaio in legno che veniva messo poco prima di coricarsi tra il materasso e le coperte in modo da tenere quest’ ultime lontane dalla monaca, un contenitore metallico che, riempito di braci ardenti e cenere, era poi appeso o appoggiato al centro della struttura lignea. Lasciata qualche ora a fare il proprio dovere e poi rimossa, quest’opera d’ingegneria popolare trasformava il letto marmato in un’oasi felice in cui era possibile trovare un po’ di sollievo dalla rigidità di inverni non ancora stemperati dal cambiamento climatico. Il tutto, in teoria, a prova di incendio. Per dare un’idea della diffusione di questi oggetti basterà ricordare che a Firenze, dove la variante più piccola del telaio veniva chiamata “trabiccolo”, fino al secolo scorso sul Ponte Santa Trinita veniva organizzata proprio la “fierucolina dei trabiccoli”, un mercato annuale in cui cittadini e artigiani facevano affari all’insegna del calore.

Ampiamente usati in Italia, i preti e le monache non sembrano però essersi granché diffusi oltre il bel paese. A raccontarcelo è l’olandese M. C. Esher, che in una lettera inviata da San Gimignano nel 1922 (e visibile nella mostra a lui dedicata all’Istituto degli Innocenti), li descrive come “scaldaletto molto curiosi” o anche “aggeggi” inspiegabilmente definiti dai locali “ignifughi”, e correda la descrizione con uno schizzo, immortalando così, tra le carte di quello che sarà definito come uno dei più geniali artisti del ‘900, un umile prete delle campagne senesi.

TORNA COIN NELLA LOGGIA DEL GRANO FIRSTGLASS LA STARTUP CON VISTA ARNO

di Raffaella

Coin riapre i battenti nella Loggia del Grano, dietro la galleria degli Uffizi, dopo la chiusura poco meno di un anno fa dello storico punto vendita di via dei Calzaiuoli. Uno store con una superficie di oltre 2000mq: sei i piani, ognuno caratterizzato da una proposta. Al pianoterra l’area ristorazione con tanto di dehor sulla Loggia: porta la firma di “Menchetti dal 1948”, fornai da tre generazioni. In questo spazio si potranno acquistare e mangiare pizza alla pala, pane, dolci a pranzo e all’aperitivo dalle 8 del mattino fino alle 23. Non mancheranno sempre al pianoterra i corner personalizzati dedicati ai brand beauty: Mac, Kiehl’s, Rituals e Teaology. Tra le novità “Il Papiro” con la carta artigianale fiorentina decorata a mano e lavorata con tecniche del XVII secolo. Al primo piano spazio ancora al mondo beauty tra il format Beauty Innovation, marchi green e sostenibili e il servizio beauty room. Al secondo e al terzo piano le linee d’abbigliamento

per uomo e donna. Nel mezzanino al quarto piano l’intimo donna e le proposte bambino. Al quinto piano lo spazio dedicato alla casa con tanti prodotti Coin. In Lungarno Acciaioli 4-6-8R è sbarcato FirstGlass: una startup fondata da 3 giovani donne che promette di rivoluzionare il mondo del vino. L’arma, neanche troppo segreta, è la bottiglia mono-calice (100 ml). Lo scopo è di permettere a tutti di assaggiare un nuovo vino, giusto un bicchiere. Bianchi e rossi, imbottigliati in formato mignon, sono prodotti con un esclusivo processo di imbottigliamento. Nel negozio vista Arno  si possono acquistare le etichette da circa 30 cantine d’Italia, ma l’azienda è in espansione e l’elenco di produttori è destinato ad allungarsi. Gioca invece in casa D.A.T.E.: il brand fiorentino di sneakers ha aperto un flagshipstore in via del Parione 53-55R nel centro di Firenze. Il brand, con il nuovo negozio all’interno di un palazzo storico, torna quindi nei luoghi che hanno visto la sua ascesa ai mercati internazionali, forte di un fatturato che nel 2021 è cresciuto del 35%.

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Robin Food è una cooperativa di delivery indipendente, fondata e autogestita dagli stessi rider che ne fanno parte. La nostra missione è creare un’alternativa etica e locale ai grandi colossi del food delivery.

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testo e illustrazione di Marta Staulo

A dieta dopo le feste

Nella lista dei buoni propositi pare che il 90% della popolazione mondiale inserisca la parola “dieta”. Scopriamo insieme quali sono le strategie alimentari fai da te che infiammano i primi giorni dell’anno... per svanire alla prima cena in pizzeria.

Dieta keto

Un’alimentazione che si compone all'80% di grassi e 20% di proteine affinché il tuo corpo entri in chetosi, una roba che consiste fondamentalmente nell’avere l’alito che puzza di acetone. Per scansare tutti quando sarai in fila alla posta a fare tutti i resi dei vestiti presi in saldo, che, scavallato Natale, non ti entrano più.

Dieta Sovranista

Mozzarella pomodoro e insalata, cocomero, pizza Margherita, pastasciutta, farfalle panna piselli e prosciutto. Per chi è talmente devoto al tricolore che non può farne a meno nemmeno nel piatto.

Dieta Eco del Frigo (aka "del frigo vuoto")

“Quando il mutuo ti assale, risparmia anche sul sale” dice un antico detto probabilmente alle origini del pane fiorentino, nella città che ha visto gli albori dello strozzinaggio. Butta nella pentola a pressione tutto quello che ti resta nel frigo, dagli di miniprimer, chiudi gli occhi e pensa al tuo portafoglio.

Dieta del Minestrone

Da non confondere con “l’ecodelfrigo” prevede grande programmazione nella caccia alle offerte dei minestroni surgelati - che nel carrello della spesa hanno raggiunto la soglia delle 10.000 lire - nei migliori supermercati della città, nonché abilità nello scippo, quando l'ottantenne cotonata vi sta per rubare l’ultima busta nella mezz’ora prima della chiusura.

Dieta delle Barrette energetiche

No, nulla a che vedere con la generazione di kW o bollette, è come mangiare un Twix con la differenza che dovrebbe sostituire un intero pasto e non essere confusa con un salto ai distributori dell’angolo caffè.

Dieta del Gelato

Dire che si è a dieta genera un terribile effetto domino per cui se tutte le tue amiche si mettono a dieta, il tuo dimagrimento non sarà più notato per contrasto. Quando vuoi confondere tutti con un effetto dimagrimento a sorpresa, senza far sapere a nessuno che sei a dieta o quando, forse, non lo sai nemmeno tu.

SPIRITO LIQUIDO

Ospitalità di inizio anno

Buongiorno, è passato un altro anno! Cominciare con la giusta carica è importante! Sorriso stampato sulla faccia e guardia alta. Ci vuole qualcosa di forte e deciso, un cocktail dalla gentil fermezza e dall’aspetto invitante. Avrete già intuito che si parla dell’Irish Coffee, bevanda tenace, ma con il cuore caldo. Inventato nel 1940 nella città di Foynes, secondo porto più grande d’Irlanda. Fu creato dallo chef del posto per tenere al caldo i passeggeri di un idrovolante a cui era stato cancellato il volo per maltempo. I passeggeri erano furiosi e il poveretto dovette trovare in fretta una soluzione per non essere vittima della loro ira. La situazione quella volta invece dei cazzotti, tirò fuori l’accoglienza irlandese, e che accoglienza...

Per preparare la pozione si mescola in un bicchiere per drink il caffè caldo, mi raccomando temperatura da ustione, il whiskey (che sia un Irish) e un cucchiaino di zucchero di canna, per permettere così alla panna di galleggiare in superficie. La panna deve essere shakerata senza il ghiaccio e lasciata colare a filo con la complicità del dorso di un cucchiaio, appoggiato alla parete del bicchiere. Mi raccomando non mescolate dopo aver aggiunto la panna, ma solo prima. Essa ha il compito di smorzare il gusto del whiskey e isolare il caffè per mantenerlo bollente come un portuale irlandese. Un brindisi al nuovo anno, coi pugni verso il cielo in direzione dei nuvoloni neri all’orizzonte. Non importa sperare in un nuovo anno caldo, lo sarà sicuramente. Evviva!

PALATI FINI
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CARO ZODIACO

L’oroscopo che ti giudica, ma che alla fine ti vuole bene

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ARIETE (21 marzo-19 aprile)

Caro Ariete, il nuovo profilo basso non vi si addice, ma voi avete voglia così. Il 2023 non sarà il vostro anno, ma porterete avanti un percorso, qualsiasi cosa esso significhi (forse niente, forse molte cose). Magari cambierete casa, magari solo le finestre: sarà bello osservare da dietro a un vetro la vita che accade.

CANCRO (21 giugno-22 luglio)

Caro Cancro, il 2023 potrebbe essere un buon anno, manicheo, protestante, così come siete voi. Forse, mi azzardo, potreste addirittura provare a non riempire necessariamente tutti gli spazi vuoti con dei gesti, ma lasciare che questo (vuoto che siete, vuoto che siamo) sia libero di essere.

BILANCIA (23 settembre-22 ottobre)

Cara Bilancia, forse il 2023 sarà l’anno in cui il vostro credo (un’estetica che si fonde con l’etica) non giungerà a completo dispiegamento. Ma ad ogni modo, care Bilance, prevedo per voi vento in poppa, non necessariamente insieme: ma vedo vento e vedo poppe. Che non sono niente male.

SCORPIONE (23 ottobre-21 novembre)

Caro Scorpione, ci sarebbe davvero tanto da ripensare, ridiscutere, analizzare sugli ultimi anni. Forse un percorso psicoanalitico, forse un viaggio verso Sud potrebbero essere la soluzione. O forse tirare una bella linea, grossa, e pensare di ripartire come se non fosse successo niente.

SAGITARIO (22 novembre-21 dicembre)

Caro Sagittario, forse questo sarà l’anno in cui emergerà dal negativo fotografico una bellissima foto. Forse a conti fatti sarà una foto mossa, fuori fuoco, con le dita davanti all’obiettivo, ma questo è secondario. Il negativo di quel vecchio rullino fotografico (negativo che siete, che siamo) verrà alla luce.

TORO (20 aprile-20 maggio)

Caro Toro, forse il 2023 vi sveglierete dal torpore che vi ha caratterizzato negli ultimi mesi (anni?) e verrà il vostro momento. Ne dubito io, ne dubitate voi. “Piena” sembra dire il vostro corpo, ma se non ora quando? Quanto potenziale c’è in voi, mi spingerei a dire: bellezza. Io ve l’ho detto, poi fate voi.

LEONE (23 luglio-23 agosto)

Caro Leone, sono decisamente troppi anni che aspettiamo la vostra svolta. Talmente tanti anni che quasi verrebbe da chiedersi, con Natalia Ginzburg ne “La Condizione Umana” parlando d’altro, che questa vostra non-svolta sia proprio il tratto più bello di voi.

GEMELLI (21 maggio-20 giugno)

Caro Gemelli, il 2023 potrebbe essere un anno di cambiamento, forse diventerete dei grandi o addirittura dei grandissimi. Del tipo Federico il Grande o Alessandro Magno, penserete voi adesso, ma io mi riferivo a qualcosina di meno, tipo semplicemente: adulti, e sarebbe comunque un bel passo avanti.

VERGINE (24 agosto-22 settembre)

Cara Vergine, volevate cambiare quello che vi assediava e non avete cambiato niente. Ma poi tutto intorno è cambiato il mondo, così, apparentemente senza il vostro minimo intervento. Ma io credo, Vergini adorate, che il 2023 sarà un buon anno, e forse cambierete (un pochino) perfino voi.

CAPRICORNO

(22 dicembre-19 gennaio)

Caro Capricorno, sono stati anni complicati, e per chi non lo sono stati. Ma per voi di più. Io credo che il 2023 sarà il vostro anno, non tanto perché ve lo meritiate (non esiste il merito, solo la grazia), ma perché sono tempi spigolosi e voi con gli spigoli ci sapete fare, perché voi siete come mignoli intorno a comodini e nulla può davvero scalfirvi, solo farvi imprecare.

Ne unavuoianche t ?

ACQUARIO (20 gennaio-19 febbraio)

Caro Acquario, siete così umani, così terribilmente umani, che quasi rasentate il divino. Vi ci mettono gli altri o vi ci mettete voi in questo ruolo? Spero che il 2023 sia un anno in cui siederete sul vostro scranno con un’aria più lieve, meno Antico-Testamento, più Dio della fertilità preistorico.

PESCI (20 febbraio-20 marzo)

Caro Pesci, c’è una canzone che mi fa pensare a voi ed è “Chairman Mao” di Robert Wyatt. Penso che se non la conoscete questa sarà la canzone che guiderà il vostro 2023. Perché il Grande Timoniere può insegnarci ancora oggi quando è tempo di muoversi e quando è tempo di rimanere fermi.

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CHE RAZZA DI ANNO SARÀ IL 2023?

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