1 minute read
I sipari di novembre
di Tommaso Chimenti
Inostri teatri cittadini non stanno con le mani in mano e se ottobre è passato in sordina a novembre fioriscono bei progetti, interessanti titoli con interpreti di valore. Proposte bernhardiane per il Teatro Puccini che ha virato rispetto alle ultime stagioni, più impegnato il cartellone di questi ultimi mesi del famigerato 2020: prima “Antichi Maestri” per la regia di Federico Tiezzi (5-7) poi “Il nipote di Wittgenstein” con Umberto Orsini (2425) intervallati da “Novecento” di Baricco con Eugenio Allegri (13-14). Tre titoli di sicuro impatto, da vedere, ascoltare fino all’ultima riga. Idea impegnativa quella che invece ha strutturato il Teatro della Pergola con “The Dubliners” messo in scena da Giancarlo Sepe (fino al 15) con quindici giovani della scuola del teatro nazionale. La Pergola sarà trasformata e ridisegnata per l’occasione per permettere la messinscena di due tra i quindici racconti di James Joyce: “The Dead” (I Morti), e il dodicesimo, “Ivy Day” (Il giorno dell’edera), entrambi basati sull’esistenza statica e alienata dei dublinesi, suoi concittadini. Niente più quinte e lo spettatore è immerso in una dimensione altra, sprofondato nell’atmosfera grigia e fumosa di una Dublino “in cui personaggi stanchi si trascinano nella vana speranza di trovare uno slancio, un sussulto di vita. È una collezione di epifanie, con una città che Joyce trasfigura in rivelazione di carattere religioso, per rendere manifesto ai suoi concittadini che essi si trovano al centro di una paralisi spirituale, corrotti e oppressi da regole inutili quanto crudeli”. Alquanto contemporaneo. Anche il Teatro di Rifredi cala due suoi assi con i suoi artisti storici e residenti,
Advertisement
entrambe incentrate sulla scrittura del francese Remi DeVos, prima “Tre rotture” (4-8) e successivamente la novità “Occidente” con Ciro Masella e Serra Yilmaz (25-29). Testi che riescono a stuzzicare allo stesso tempo riflessione e divertimento, amarezza e humour, cinismo e tagliente allegria. Un novembre che pare un’alluvione di teatro.