Lungarno n. 99 - ottobre 2021

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FIND YOUR DIFFERENCE

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Sommario 05

La Serenata Editoriale

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Woman's World

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SOTF e il reselling

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Pedalando verso Nord

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La radiocronaca mancata

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Jeff Koons a Palazzo Strozzi

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FAF - Female Arts in Florence Jenny Saville: corporeità senza filtro

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Little Amal

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Scatti emergenti

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Lavignetta

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L'agenda di Ottobre

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Ottobre da non perdere

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Dante Pop

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Il teatro fiorentino non molla Brevi cronache letterarie

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Il tempo della vita: Californie Up&Down

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Annunci bestiali Pillole educative

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Personaggi fiorentini È tutto nei termini

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L’autunno in movimento tra jazz, rock e rap Minimondo

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Dischi Fenice: Fede, Amore e Resilienza

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Frastuoni

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Amorazzi

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L’ex Monte dei Pegni diventa un albergo Lo Zigozago

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Palati fini Spirito Liquido

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Oroscopo



LA SERENATA

EDITORIALE

di Matilde Sereni

di Jacopo Aiazzi

Da sempre le copertine di Lungarno ne sono il marchio distintivo. La frase che rimbomba nella cover del numero 99 è per me la più significativa rispetto alla vita di questa stramba rivista. È presa da un romanzo di Dahl, per adulti - per di più “erotico” - che si intitola “Lo zio Oswald” (1979), ne estrapolo il periodo completo: “[...] Ascoltandolo a quella giovane età cominciai a capire quanto fosse importante, nella vita, essere entusiasti. Lui mi insegnò che, se ti interessa qualcosa, qualsiasi cosa, bisogna prendersela, buttarcisi a capofitto. Abbracciarla, stringerla a sé, amarla e soprattutto appassionarsene. La tepidezza non va bene. Il calore non basta. Ci vogliono il calor bianco e la passione.” Ed ecco svelato l’ingrediente segreto per questi 9 lunghi anni insieme. Con questo non si vuol certo sminuire tutto il lavoro “sporco” che serve davvero a portare avanti una rivista come Lungarno - ma senza un’importante componente emotiva, sono certa che non saremmo arrivati fin qui. Ancora una volta avete tra le mani un numero ricco di storie, vere, tristi, divertenti, di sicuro mai scontate e raccontate con il giusto mix tra distacco e pensiero critico. E adesso tutti a lavoro per il numero 100.

Ultimo centimetro

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n quanti conservano nella propria memoria il ricordo del pubblico di Ok il prezzo è giusto che intona all’unisono la litanía del “100, 100, 100” e la risposta impietosa di Iva Zanicchi che sentenzia con “99!” seguita da un nooooo delusissimo? Già, perché il 99 pur essendo un numero ragguardevole non arriva mai alla purezza del numero che lo segue. Non nel nostro caso: per noi ogni numero di Lungarno è una pietra di un percorso che ci ha condotto fino a qui. Il 99 rappresenta l’ultimo scatto prima del traguardo, il centimetro che separa il trampolino dal vuoto e dall’acqua. È una cifra che invita sempre alla riflessione, al raccoglimento delle energie. E questo 99 cade in un periodo importante per il nostro territorio; dove tra vitigni, uliveti e marronete i toscani popolano i campi, le colline e i monti. Scoprono i frutti del lavoro dello scorso anno. Spesso la raccolta è la prima esperienza lavorativa dei giovani, talvolta un momento di raccoglimento familiare che culmina immancabilmente con un bicchiere di vino e una cena a base di fettunta e bruciate o ballotte, secondo il proprio gusto. E così anche noi, stretti tra Iva Zanicchi e la passione per la fettunta, aspettando il risultato delle nostre fatiche, ci godiamo questo ultimo centimetro.

Buona lettura!

IN COPERTINA

Be an Enthusiast in Life di Maria Chiara Fantini

Maria Chiara Fantini è una designer e lettering artist basata a Firenze, dove vive e lavora. Le sue creazioni eleganti e intricate sono profondamente influenzate dal suo amore per la storia dell’arte: in particolare ama guardare alla raffinatezza del Rinascimento fiorentino e alle opere decorative dei designers del movimento Arts and Crafts. Le piace combinare lettere e ornamento per realizzare artwork che evochino un senso di nostalgia ma con un taglio moderno. Instagram: @mariachiarafantini www.mariachiarafantini.com

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 99 - Anno X - Ottobre 2021 - Rivista Mensile ISSN 2612-2294 Editore: Tabloid Soc. Coop. • Firenze • N. ROC 32478 Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Martina Vincenzoni, Aura Fico, Michele Baldini, Valentina Messina, Virginia Landi, Emanuele Nesti, Amanda Martìn-Dombrowski, Lafabbricadibraccia, Caterina Liverani, Raffaella Galamini, Tommaso Chimenti, Carlo Benedetti, Costanza Guerrini, Tommaso Ciuffoletti, Giulia Focardi, Susanna Stigler, Marcho, Leonardo Cianfanelli, Gabriele Giustini, Francesca Corpaci, Riccardo Morandi, Comari sull'Uscio, Costanza Ciattini, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Lulaida, Francesca Arfilli e Maria Chiara Fantini. Caporedattore: Riccardo Morandi Editor: Arianna Giullori Lungarno ringrazia Marco Battaglia e la type foundry Zetafonts per aver concesso, rispettivamente, l'utilizzo delle font Queens Pro e Monterchi.


Woman’s World il mondo con gli occhi delle donne di Martina Vincenzoni

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volte al mondo dell’arte si critica la distanza con la realtà. Vernissage, aste milionarie e linguaggi provocatori non immediatamente comprensibili possono creare una sorta di diffidenza nel pubblico meno avvezzo. Altre volte, gli artisti riescono a saltare tutti questi ostacoli in un colpo solo: è spesso il caso della street art ed è sicuramente quello delle street artist in mostra a Firenze, dal 22 ottobre al 14 novembre, negli spazi di Informacittà. Stiamo parlando di Lediesis, Laika e Ale Senso, che espongono in una mostra collettiva per la prima volta a Firenze in occasione del festival L’eredità delle donne, curato da Serena Dandini. LEDIESIS Gruppo di artiste anonime celebri per le supereroine con tanto di “S” di Superman che fanno l’occhiolino ai passanti, sono le più note e riconoscibili, almeno per i fiorentini, che hanno potuto apprezzare la principessa Leila di via dei Cimatori, Sofia Loren in via delle Caldaie, Margherita Hack in piazza del Carmine, e così via. Tutti dipinti in acrilico su carta velina, spesso incorniciati da finestre cieche per valorizzarne l’intento celebrativo e dialogare con le forme della città. Il loro scopo è ricordare alle persone di passaggio, sopratutto alle donne, che ciascuno di noi possiede dei superpoteri, che vanno solo scoperti ed utilizzati nelle nostre scelte quotidiane. Lediesis sono molto attente a ciò che succede ogni giorno

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nel mondo della cronaca al femminile, e la loro ultima opera è la Madonna di Kabul. In mostra anche i SuperBlack, una serie di lavori grafici realizzati durante il lockdown per esorcizzare la paura del virus.

LAIKA Maschera bianca, parrucca rossa e voce alterata durante le interviste: Laika MCMLIV (1954 in numeri romani, anno di nascita della cagnetta russa che fu il primo essere vivente in orbita a bordo dello Sputnik 2) è una street artist di base a Roma. Si definisce “attacchina” e la sua opera più famosa è il poster con Giulio Regeni che abbraccia Patrick Zaki alle spalle e lo rassicura: “stavolta andrà tutto bene”. Ha partecipato al primo Women’s Art independent festival, sempre proteggendo la sua identità e la sua libertà di

espressione dietro una maschera, per evitare di asservire la sua immagine alle costruzioni sociali attorno alla femminilità. Definisce il suo lavoro “la galleria d’arte più democratica del mondo: non si paga il biglietto, può accedervi chiunque, può essere recepita positivamente o negativamente”. ALE SENSO Bergamasca, classe ‘77, Ale Senso è un’artista di respiro internazionale. Avvicinatasi alla street art già a 15 anni, si forma all’Accademia di Brera a Milano e completa gli studi a Budapest. Lavora molto negli spazi abbandonati; entra a fare parte della storica crew TDK con la quale partecipa alla prima “LA Gold Rush” a Los Angeles nel 2007. Una lunga permanenza a Berlino, dove attualmente mantiene uno studio, la mette in contatto con artisti da ogni parte del mondo. Lì sviluppa il progetto Apartment A e espone “LA FAME”. Recentemente, inoltre, ha partecipato al progetto di scambio culturale “Womenpower” che ha coinvolto tantissime donne tra attiviste, artiste, politiche, giornaliste e fotografe provenienti da Italia, Germania e Bosnia. La mostra Woman’s World: il mondo con gli occhi delle donne si trova in via San Gallo 121 r, è visitabile dal lunedì al venerdì negli orari 10-12.30 e 15.30-17; sabato e domenica su appuntamento, telefonando al 3482416549. Ulteriori info su: www.informacitta.net


SOTF e il reselling di Michele Baldini

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i solito quando vado a correre in centro prima delle 7 trovo solo qualche altro pazzo come me e gli autospurgo. Trovare in piazza Santa Trinita, di fronte a SOTF, un negozio di abbigliamento sportivo urban, un nugolo di giovani accampati, con tanto di thermos, seggioline pieghevoli e copertine, mi ha perciò particolarmente incuriosito. Mi ha meravigliato ancora di più notare che tra loro ci fosse una persona che conosco bene, che non abita a Firenze e che per comodità chiamerò con le iniziali L.G. Mi sono fermato, ho tolto le cuffiette, ho guardato meglio ed era proprio lui. Mi ha salutato. Gli ho chiesto che ci facesse lì, a quell’ora. La sua risposta è stata: “resello”. Ignoravo fino all’ora il significato e soprattutto la declinazione del verbo “resellare”. Poi, avvicinandomi alla materia da casa, ho scoperto che quello del reselling è un fenomeno enorme di cui forse sono uno dei pochi che fin qui ha ignorato la portata. Ci sono molti cosiddetti “mercati secondari” ma quello delle calzature è uno dei più redditizi. SOTF è poi uno di quei posti dove, quando c’è una release, c’è chi fa quasi a botte per accaparrarsi il bottino. In cosa consiste il bottino? Semplice, in genere un modello in pochi esemplari, associati a edizioni speciali o a collaborazioni

eccezionali. Il primo scalpore fu destato, proprio a SOTF, dall’uscita delle scarpe firmate da Kanye West per Adidas, le Yeezy, nel 2017. Fenomeno simile per scala, ma tarato su altre fasce di prezzo, è stato quello, più recente, legato alle scarpe running della Lidl. Insomma tutto ciò che riesce a creare hype è resellabile. Fatto sta che il reseller, cerca quanto prima di finire le scorte (appunto pochi numeri) per poi rivenderle sovrapprezzo in rete sulle diverse piattaforme di vendita privata, come vinted, ebay, ecc. Recupero il telefono di L.G. e lo chiamo, voglio andare più a fondo. Gli chiedo per prima cosa se viene spesso da SOTF. “Non tanto, di solito fanno un paio di release al mese, per esempio stamani c’era quella di un paio di ciabatte”. È vero, rispondo, infatti anche stamani ho trovato la folla lì davanti ed erano le 6 e 45, con il negozio ancora chiuso. “Infatti, vedi, solo che ultimamente hanno rincarato il prezzo di vendita in negozio rispetto all’uscita online, per cui preferisco acquistare dal sito, appena aprono la slot”. Ma che tipo di mercato è e quanto si ricarica il prezzo con la rivendita? “Il mercato delle scarpe è solo uno dei mercati secondari, ce ne sono per ogni cosa, non ti puoi immaginare per esempio quanto ci puoi fare con le carte dei Poke-

mon”. Ma tipo? “Dipende, calcola che in genere, un paio di scarpe resellato può fruttarti dal 20% al 50% sul prezzo di acquisto”. Ci vuole molto a smaltire le scorte (in backdoor)? “No, meno di un paio di settimane, di solito”. Continuo, incalzo. Da quanto tempo fai questa cosa e come hai iniziato? “Più o meno da ottobre dell’anno scorso. Su Youtube ci sono un sacco di canali dedicati, gente che ti dice cosa comprare, dove, ti descive i modelli, il mercato che hanno”. Si può fare di lavoro? “Ci dovresti stare a tempo pieno”. Sono vecchio per queste cose, penso. Arrivo tardi, penso. Però, per chi volesse provare il brivido, L.G. vi consiglia di seguire Andrea Erati su Youtube, un canale con ben 240.000 iscritti. “Memorabile” il suo video di denucia contro il “servizio” di Striscia la notizia del 2018. “Siamo imprenditori” - dice lo youtuber - “non vogliamo venire spacciati per spacciatori”.

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Pedalando verso Nord dal Lago di Garda a Capo Nord in bicicletta di Aura Fico foto di Matteo Dunchi

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i sono esperienze che ho sempre ritenuto impossibili, per esempio riuscire a non fare tardi almeno una volta, mangiare uno spaghetto aglio olio e peperoncino senza ricreare un Pollock sulla mia maglietta, arrivare in bicicletta fino a Capo Nord. Le prime due restano ancora un miraggio mentre ho scoperto grazie a Peppe che con un po’ di buona volontà e allenamento si può arrivare dove si vuole, anche in capo al mondo. La NorthCape4000 è una gara di ultracycling che consiste in 4500 km attraversando 11 paesi in 22 giorni, dal Lago di Garda a Capo Nord. L’unica cosa fornita dallo “staff”è una mappa con il percorso tracciato, tutto il resto (compreso il coraggio) va portato da casa. Ho chiesto a Peppe Esposto di spie-

garmi, intanto, cosa lo ha spinto a tentare questa impresa: “Faccio ciclismo da diversi anni a livello amatoriale e professionale, nel corso del tempo ho maturato molte esperienze per i viaggi in bici, con l’arrivo della pandemia ho perso il lavoro in pochissimo tempo e avevo bisogno di impegnarmi in qualcosa per avere una motivazione, così ho deciso di iscrivermi a questa gara”. Cosa puoi dirci di questa esperienza? “È un’esperienza unica nel suo genere, la preparazione è a 360°, devi sapere con quale attrezzatura partire e allenarti mentalmente a sopportare molti chilometri al giorno, la paura c’è ed è ovvio ma con la prima pedalata passa. All’arrivo senti di aver raggiunto qualcosa che prima non avevi, impari a conoscerti, pedali dalle 12 alle 14 ore al giorno e hai tempo per ascoltare il tuo corpo e la tua mente, i lotti con te stesso, con la stanchezza che ti porta a deconcentrarti, devi imparare a gestirti in situazioni del genere”.

In Italia si parla poco di queste iniziative, ci sono gruppi online che puoi segnalarci per gli interessati? “Certo! Su Firenze ci sono: Gravel, BBB Gravel Firenze ed il Tuscany Trail , mentre per le ultrarace: Race Across Europe, Silk Road Race che sono più di nicchia per la preparazione fisica che necessitano”. Consiglieresti questo tipo di esperienza? “Sì sicuramente la consiglio a tutti, è la dimostrazione che il ciclismo è un’attività accessibile a chiunque, la raccomando perché se impari a viaggiare in bici significa anche rinunciare al futile che hai nel quotidiano, è un’esperienza formativa per i cittadini di oggi e domani”. Instagram: peppeesposto

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La radiocronaca mancata di Riccardo Morandi

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o 44 anni, e seguo la Fiorentina dalla scuola elementare. Il calcio era un’altra cosa, era un attendere, un guardare a determinati orari qualche immagine sgranata su tv a tubo catodico, un ascoltare. Per la stragrande maggioranza dei calciofili era sintonizzarsi in AM su RadioRai, che trasmetteva e trasmette ancora “Tutto il calcio minuto per minuto”. A Firenze, e non solo, la cosa era diversa. 
Mio padre aveva, e ha, una radio Lenoir, nera, con batterie grandi, di quelle che forse non si trovano nemmeno più: la radio cantava male, ma era funzionale per l’utilizzo settimanale, nelle domeniche pomeriggio. L’apparecchio era piombato su un canale, quasi come fossimo in una piccola Corea del Nord: la voce di quel pezzo di plastica era di David Guetta. Scandiva con i tempi alla mia generazione la narrazione delle gioie (poche) e le vicissitudini della nostra squadra del cuore. Perché i sentimenti hanno un rumore. Il rumore di chi vive la partita allo stadio, ma anche di chi non è lì, perché è freddo, ha 12 anni e la Fiorentina gioca a Cremona. Succede che poi il “GOOOOL” (nella fattispecie di Stefano Pioli) lo senti nella radio Lenoir e te lo ricordi tutta la vita. Era freddo, la Fiorentina non vinceva mai in trasferta (anche se il cammino in Coppa UEFA era un sogno), e il babbo si sarebbe

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accontentato per la cronaca di un pareggio.
Quella radiocronaca era un rito. Qualcosa che si cita ancora per scherzo, in pausa caffè al lavoro. Parlare dei vecchi sponsor come le “ore ufficiali” o i negozi di sport scomparsi, ricordare i rimandi alla regia per gli aggiornamenti sui campi, lanciati da una voce femminile dall’esotico nome “Katty”, che David omaggiava con complimenti ed epiteti struggenti qualora la Fiorentina stesse vincendo.
Ma queste righe non vogliono solo essere solo un amarcord. Troppo facile sarebbe, parlare dei tempi che furono. Il calcio è come il tempo, va avanti, volenti o nolenti, e chi ama questo sport prende il buono ed il meno buono. Noi sportivi abbiamo fatto spallucce al cosiddetto “spezzatino”, ovvero partite quasi tutti i giorni della settimana, abbiamo annuito davanti alla VAR, come davanti a quel signore denominato “Quarto Uomo” quasi fosse una strana entità sovrannaturale. Ci siamo addirittura presi in silenzio il “Golden Gol” e Diletta Leotta a parlare di calcio. Insomma, altro che facinorosi, noi popolani del calcio siamo mansueti.
Detto questo, la Fiorentina da quest’anno, dopo 39 anni di dirette radiofoniche, ha deciso di non rinnovare la concessione della diretta radiofonica per le partite in casa. Ho contattato sia la Fiorentina che David Guetta, per capire cosa fosse successo e quali siano gli scenari per questa e le prossime stagioni calcistiche. La società non ha

risposto, David invece sì, al volo. Ha spiegato che il lavoro suo e del suo staff prosegue con una diretta di 5 ore fra prepartita e postpartita: ovvio, non può più fare la cronaca diretta (servizio che la Fiorentina fa in streaming), ma si adopra per fare vero giornalismo calcistico a Firenze. “Abbiamo aperto una trattativa per rinnovare, che è andata avanti per due o tre mesi, ma la Fiorentina non si è fatta più sentire: alla nostra sollecitazione ci è stato comunicato che la società procedeva da sola. Noi ci siamo messi a lavorare per una cosa alternativa, ovvero narrare la partita come un racconto.”
Il lavoro di David e di tutti i giornalisti sportivi a Firenze è a mio avviso encomiabile. Pur non ovviamente poterli citare tutti il plauso è anche loro in queste battute: perché quando cambiano scenari così vasti, quando ci sono frizioni importanti con la società (cosa avvenuta qualche mese fa), la penna o la voce è sempre al servizio dell’informazione. 
Certo, era meglio quando giocavamo a Cremona in trasferta. Ma sentire l’entusiasmo di David al telefono, apprezzare il suo lavoro, sentire l’enfasi nelle famigerate “telefonate in diretta” nei vari format, creano un’alchimia che chi non ha mai seguito questo sport difficilmente può toccare.
In ogni caso la radio Lenoir è sempre nel secondo cassetto del salotto dei miei, che non possono accedere alla cronaca in streaming. Magari un giorno, magari, tornerà quel GOOOL sporco in quella radio a pile.


L’arte splendente di Jeff Koons a Palazzo Strozzi di Valentina Messina

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Jeff Koons, “Balloon Monkey (Blue)”, Courtesy Collezione privata © Jeff Koons

opo una primavera di successi - basti pensare a “La Ferita”, installazione di JR diventata virale sul tema dell’accessibilità ai luoghi della cultura in epoca pandemica, e la mostra “American Art 1961-2001. Da Andy Warhol a Kara Walker”, un itinerario alla scoperta dell’arte moderna degli USA - Palazzo Strozzi scalda i motori per ospitare le opere di uno degli artisti contemporanei più noti (e discussi) a livello mondiale. Sarà Jeff Koons il protagonista dell’autunno fiorentino, in una personale in programma dal 2 ottobre al 30 gennaio 2022. Dal titolo “Shine”, la mostra viaggia sul concetto di “lucentezza” inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire. L’utilizzo di materiali diversi, colorati e spesso specchianti, è infatti una costante delle sculture di Koons. Lucide e talvolta eccessive ma con la capacità di unire cultura alta e popolare, mixare eleganza e pacchianeria, di esaltare elementi di consumo di massa accostandoli a raffinati riferimenti alla storia dell’arte. Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e lo storico dell’arte Joachim Pissarro, la mostra ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali (ricorderete senz’altro i giganteschi palloncini di acciaio lucido a forma di cane, Ballon Dog o il West Terrier floreale di 12 metri esposto in maniera permanente al Guggenheim di Bilbao, Puppy). Le opere di Koons pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda. Come afferma lo stesso artista: “Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte”. È dunque l’arte che rispecchia l’uomo o l’uomo che si specchia nell’arte? Non c’è una risposta giusta o sbagliata, soltanto l’auspicio di innescare una riflessione sociologica.


Jenny Saville: corporeità senza filtro di Martina Vincenzoni

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FAF

Female Arts In Florence di Virginia Landi

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he siano indumenti dai colori sgargianti, installazioni luminose o vere e proprie opere d’arte contemporanea, se passate davanti al n. 131/r di Borgo San Frediano non può non esservi caduto l’occhio sulla vetrina di FAF - Female Arts in Florence, la galleria e spazio creativo dedicato alle donne. “Dalle donne, per le donne” è il concetto alla base su cui si erge l’idea di Giulia Castagnoli, frizzante manager, designer e direttrice del progetto che porta avanti insieme alle colleghe e artigiane Ayako Nakamori, Jacqueline Harberink e Jane Harman. “Da libero professionista donna ho sperimentato in prima persona cosa significhi non ricevere lo stesso trattamento di un uomo, non essere messe allo stesso livello, non venire retribuite allo stesso modo - racconta Giulia - FAF è uno spazio che vuole supportare l’universo femminile e che serve per promuoverci in tutte le attività che facciamo con un piccolo contributo, dall’arte all’artigianato, dai laboratori alle iniziative culturali e di benessere. Una dimensione in cui essere viste, che ci metta al primo posto”. L’ambiente dal respiro internazionale e curato nel dettaglio della sua originalità attira visitatori e curiosi da ogni dove che questo mese potranno fruire di un cartellone di eventi inseriti in programma per il festival l’Eredità delle Donne, dal 22 al 24 ottobre e visitare la mostra INK ALCHEMY dell’artista americana Auria Bohn, che decorerà l’area espositiva dal 7 ottobre al 4 novembre. Giochi di acquerelli, collage, inchiostri e pigmenti naturali che portano a scoprire un mondo emozionale in cui immergersi in un luogo di sinergie che prende i colori del talento, dell’inclusione e della creatività mettendoli insieme, alla portata di tutti.

arte contemporanea è per definizione dialogo, contrasto, invito a superare il confine: quello tra detto e indicibile, tra opera e pubblico, tra museo e città. Su tutti questi canali viaggia la mostra di Jenny Saville, una delle più influenti pittrici contemporanee, membro insieme a Damien Hirst del gruppo Young British Artists. La sua ricerca verte sul corpo, con prevalenza di soggetti femminili nudi, spesso mutilati o deformi. Le sue tele di grandi dimensioni - oltre cento - saranno in dialogo con i maestri del Rinascimento fiorentino, grazie al progetto del direttore del Museo Novecento, Sergio Risaliti, che coinvolge anche Palazzo Vecchio, il Museo dell’Opera del Duomo, il Museo degli Innocenti e il Museo di Casa Buonarroti. Il Museo Novecento in particolare dialogherà con la piazza grazie all’esposizione nel loggiato esterno di un dipinto esposto sopra l’altare della ex chiesa dello Spedale. Si tratta dell’imponente ritratto di Rosetta II, donna non vedente, che sarà visibile attraverso una vetrina affacciata sulla piazza. Altro intervento di dialogo monumentale è quello previsto per Fulcrum, opera che consacrò definitivamente Saville con la sua prima mostra personale nel 1999 alla Gagosian Gallery a New York (che sostiene la mostra organizzata da MUS.E). Sarà nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, in dialogo con gli affreschi e le sculture lì conservati. Study for Pietà sarà invece esposta al Museo dell’Opera del Duomo, nella sala della Pietà Bandini di Michelangelo. Altri interventi previsti nel Museo degli Innocenti e in quello di Casa Buonarroti sono un ottimo incentivo per andare a visitare luoghi preziosi spesso meno noti agli stessi fiorentini, realizzando l’idea di museo diffuso, centrale nella progettazione della Firenze del presente e del futuro.

Jenny Saville, “Rosetta” 12


Little Amal

Il pupazzo avventuriero con un grande messaggio di Emanuele Nesti

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l 15 settembre 2021 è passata a trovarci brevemente nella città di Firenze la piccola “Amal”, un’enorme bambola di tre metri e mezzo raffigurante una bambina di 9 anni. Amal è stata realizzata dal gruppo artistico sudafricano “Handspring Puppet Company” (guidato da Adrian Kohler, Basil Jones insieme a Amir Nizar Zuabi) con materiali robusti ma leggeri, come canna e fibra di carbonio, permettendole di ben sopportare i vari climi che avrebbe trovato lungo il suo cammino. La Piccola Amal ha percorso otto stati a piedi, da Gaziantep, vicino al confine turco-siriano, fino a Manchester nel Regno Unito, passando per Grecia, Italia, Francia, Svizzera, Germania e Belgio. L’obiettivo di questa iconica camminata è imprimere nel cuore e nelle menti delle persone il messaggio “Non dimenticatevi di noi”, dedicato ai numerosi profughi migranti, tra cui ci sono bambini in tenera età, vittime innocenti di uno sfruttamento politico e sociale da parte delle grandi nazioni ospitanti. La storia di “Little Amal” è iniziata con lo spettacolo teatrale “The Jungle” di Good Chance Theatre, basato sulle storie raccolte dai fondatori, Joe Murphy e Joe Robertson, nel campo profughi di Calais nel 2015. Dopo

l’enorme successo ottenuto e la volontà di trasmettere l’importantissimo messaggio umanitario delle loro testimonianze, è stata costruita l’enorme marionetta, guidata da quattro persone ma pensata e realizzata da una numerosa equipe di molte nazionalità, in una magistrale collaborazione tra arabi, europei ed africani. In Italia il progetto “The Walk” ha tenuto molti eventi di danza, arte e spettacolo tra il Sud ed il Nord, incontrando pure Papa Francesco a Roma, il quale così si espresso nel discorso in onore del nobile proposito portato avanti da questi giovani artisti: “Tra i poveri migranti di tutto il mondo, i bambini come la dolce Amal costituiscono il gruppo più vulnerabile, perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce, in balia dei trafficanti che lucrano sulla pelle delle persone. Amal ci invita ad aprire i nostri cuori ed a finalmente ascoltare le loro inascoltate voci”. Seppur l’accoglienza non sia stata delle migliori, secondo gli organizzatori, a causa della scarsa pubblicità del Comune di Firenze, criticato per aver utilizzato l’evento del G20-Agricoltura Coldiretti come scusa per la mancata organizzazione (tenutosi però tre giorni dopo il passaggio del pupazzo, il 18 ed il 19 Settembre), Amal è stata portata a Villa Favard, attuale sede di Fashion Business e Design

Polimoda, dove la sua sosta è stata di breve durata. La celebrazione si è conclusa con l’invito di Bartolomeo Bartolini, unico artista italiano e fiorentino dell’equipe, nel piccolo comune di Pelago, acquietando almeno in minima parte i dispiaceri dati dalla mancata presenza dell’eterna rinascimentale Firenze nel video-documentario realizzato da “The Walk”. Parla così della sua idea e dei suoi sforzi il direttore artistico Zuabi: “È proprio perché in questo momento l’attenzione del mondo è diretta altrove che diventa più importante che mai riportare i riflettori sulla crisi dei rifugiati. Sì, i rifugiati hanno bisogno di cibo e di coperte, ma hanno bisogno anche di una voce e di una tanto sottovalutata dignità. Lo scopo di “The Walk” è mettere in luce il potenziale dei rifugiati, senza soffermarsi solamente sulle terribili condizioni in cui si trovano a vivere. Amal è alta appunto tre metri e mezzo perché vogliamo non passi inosservata e che il mondo cresca a sufficienza per accoglierla. Vogliamo che ci inviti a pensare in grande ed agire altrettanto in grande”. walkwithamal.org Social: @walkwithamal

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SCATTI EMERGENTI di Amanda Martín-Dombrowski

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Calcio dal basso

l Centro Storico Lebowski è una squadra di calcio fondata nel 2010 a Firenze, rispondendo a un mondo calcistico sempre più centrato sulla competizione e gli affari, dimenticatosi del divertimento della gente a cui veramente appartiene. Sara Esposito inizia a documentare il CSL nel 2018, quando entra a giocare nella squadra amatoriale di calcio a 5 “Le Mele Toste”, frequentandolo con la macchina fotografica per due anni. Il suo reportage non parla solo di calcio. Il progetto fotografico di Sara è una preziosa documentazione della rivendicazione dal basso di un sport popolare e antico. Le sue foto ci trasportano all’euforia del calcio inteso come collettività, rendendoci partecipi e spettatori sul campo e negli spogliatoi, nelle sagre di fritto misto, durante le serate rock e punk e nella scuola di calcio per bambini a San Frediano, portandoci a essere parte di una comunità che porta avanti iniziative sociali e politiche. Le composizioni delle sue foto sono pulite ma movimentate, piene di azione anche nelle fotografie still life. Sara riesce a farci scoprire un mondo composto da tante sfaccettature mantenendo sempre l’attenzione dello spettatore e trasmettendo il suo amore per il calcio. Nel 2019 la fotografa pubblica insieme all’illustratrice Olga Mazzolini il libro “Manuale distruzione calcistica”, che unisce la fotografia e l’illustrazione per documentare il mondo del CSL e diffondere i suoi valori. Sara Esposito è una fotografa napoletana che vive a Firenze. Ha studiato fotogiornalismo presso la Fondazione Studio Marangoni a Firenze e fotografia documentaria presso lo Spazio Labò di Bologna. Di recente ha esposto presso il Museo degli Innocenti di Firenze, nell’ambito della mostra collettiva “Dis-conessi. Adolescenti e nuove tecnologie”, curata dalla Fondazione Marangoni. https://www.sarespo.com/ @sharonespo

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L’agenda di Ottobre Venerdì 1 3  INTERCITY/TEATRO DELLE DONNE - SUL

PRINCIPIO DEL PRECIPIZIO Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  007 NO TIME TO DIE

Cinema Odeon (FI)

3  ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

- MANFRED HONECK Teatro del Maggio (FI) ing. da €25

3  INTEMPORANEA - CHIARA FRANCINI PRESENTA

“IL CIELO STELLATO FA LE FUSA” Piazza delle Murate (FI) ing. libero

3  ENRICO ZANISI - PIANO SOLO

Sala Vanni (FI) ing. da €13

Sabato 2 3  INTERCITY/TEATRO DELLE DONNE - SUL

PRINCIPIO DEL PRECIPIZIO Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  SHINE - JEFF KOONS

Palazzo Strozzi - ing. €16

3  I POETI DEL PIANO SOLO - SHAI MAESTRO

Sala Vanni (FI) ing. €13

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - COME LE ALI

Cango, Via S.Maria (FI)

3  FABBRICA EUROPA - CARUSO – MUSEO

DELL’ALTROVE Villa Caruso, Lastra a Signa (FI) ing. €13

3  FABBRICA EUROPA - “IF, IF, IF, THEN” JACOPO

JENNA PARC (FI) ing. €13

3  LA TRAVIATA DI GIUSEPPE VERDI

Teatro del Maggio ing. da €50

Domenica 3 3  RISONANZE METROPOLITANE/GILGAMESH

Biblioteca Comunale, Pontassieve (FI) ing. libero

3  BAMMM! BOOKS & ART

Museo Marino Marini (FI) ing. NP

3  INTERCITY/TEATRO DELLE DONNE - SUL

PRINCIPIO DEL PRECIPIZIO Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  COPPIE - FELICEMENTE INFELICI

Teatro Lumiere (FI)

3  FABBRICA EUROPA - “IF, IF, IF, THEN” JACOPO

JENNA PARC (FI) ing. €13

3  “LA DIRETTA” MONOGRAMMA SATIRICO SUL

NARCISISMO MASCHILE Teatro dell’affratellamento (FI) ing. su prenotazione

3  I POETI DEL PIANO SOLO - ALESSANDRO

LANZONI Sala Vanni (FI) ing. €13

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - COME LE ALI

Cango, Via S.Maria (FI)

3  FABBRICA EUROPA - CARUSO – MUSEO

DELL’ALTROVE Villa Caruso, Lastra a Signa (FI) ing. €13

3  MAGGIO MUSICALE FIORENTINO - LINDA DI

CHAMOUNIX Teatro del Maggio Fiorentino ing. da €40

Lunedì 4 3  INTERCITY SPETTRI – IL TEATRO IN TEMPI DI

PANDEMIA (FINO AL 17/10) Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. libero

3  SEMPRE FIORI MAI UN FIORAIO!

Teatro Niccolini (FI) ing. NP

3  ANDATURE - CHIARA BETTAZZI/DANIELA DE

LORENZO (fino al 30/10) Museo Marino Marini (FI) ing. €6

Martedì 5 3  GOGMAGOG/GIALLO MARE MINIMAL TEATRO -

LA TRAPPOLA Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  LA TRAVIATA DI GIUSEPPE VERDI

Teatro del Maggio, ing. da €50

3  ELLEN SHEIDLIN - COMPREHENDED BY FANTASY

(fino al 20/10) The Student Hotel (FI) ing. libero

Mercoledì 6 3  INSIDE DALÌ - DIGITAL ART EXHIBITION

Chiesa di Santo Stefano al Ponte (FI) ing. €13

3  INTEGRALE DEI CONCERTI PER PIANOFORTE E

ORCHESTRA DI LUDWIG VAN BEETHOVEN Teatro della Pergola (FI)

Giovedì 7 3  TEATRO SOLARE - IL MONDO AL DI LÀ DEGLI

OPPOSTI Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  ORCHESTRA DEL MAGGIO FIORENTINO - CICLO

BEETHOVEN Teatro del Maggio Fiorentino (FI) ing. da €25

3  VOLARE - CONCERTO A DOMENICO MUDUGNO

(fino al 10/10) Teatro Niccolini

Venerdì 8 3  ORT - OPENING CONCERT, JOHN AXELROD

Teatro Verdi (FI) ing. €19

3  IMMAGINI & SUONI DEL MONDO - FESTIVAL DEL

CINEMA ETNOMUSICALE (fino al 10/10) Cinema La Compagnia (FI) ing. da €7

3  FABBRICA EUROPA - BETWEEN ME AND P.

PARC (FI) ing. €13

3  IL CORPO PIÙ BELLO CHE SI SIA MAI VISTO

Teatro di Rifredi ing. €16

Sabato 9 3  SOLO - ARTURO MARTINI E FIRENZE (fino al 14/11)

Museo del 900 (FI) ing.su prenotazione

3  ARCHÈTIPO - CUORE

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  FABBRICA EUROPA - BETWEEN ME AND P.

PARC (FI) ing. €13

3  IL CORPO PIÙ BELLO CHE SI SIA MAI VISTO

Teatro di Rifredi ing. €16

3  TRADIZIONE IN MOVIMENTO - REDI HASA

Sala Vanni (FI) ing. €13

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - MERMAIDS ON A

DOLPHIN’S BACK Cango, Via S.Maria (FI) ing. €10

Domenica 10 3  ARCHÈTIPO - CUORE

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  FIERA DEL LIBRO E DELL’ARTE

Piazza Lippi (PO) ing. gratuito

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - MERMAIDS ON A

DOLPHIN’S BACK Cango, Via S.Maria (FI) ing. €10

3  NON MI PIACCIONO LE COSE VERDI, I BAMBINI

E IL CIBO Teatro di Rifredi, ing. €16

Lunedì 11 3  JENNY SAVILLE IN MOSTRA A FIRENZE

varie location ing. NP

Martedì 12 3  INTERCITY - ITALIA IN FABULA

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  FABBRICA EUROPA - DANCE WALL (fino al 17/10)

PARC (FI) ing.libero

3  PRIMO AMORE - PERSO NELL’IRONIA DI BECKETT

(fino al 14/10) Teatro Niccolini

Mercoledì 13 3  LUMEN - FOTOGRAFIE DI CLARA MELCHIORRE

Museo Marino Marini (FI) Ing. €6

3  FABBRICA EUROPA - CITERNE BEIRUT, OMAR

RAJEH PARC (FI) ing. gratuito su prenotazione

Giovedì 14 3  FÁN HUĀ CHINESE FILM FESTIVAL (fino al 17/10)

Cinema La Compagnia (FI) ing.da €7

3  VINTAGE KILO SALE (fino al 17/10)

Manifattura Tabacchi (FI) ing. €3

3  FABBRICA EUROPA - MAQAMAT OMAR RAJEH

Teatro Cantiere Florida (FI) ing. €13


Musica 3  MATRIMONIO PER CASO, ALESSANDRO PACI E

DILETTA OCULISTI (fino al 17/10) Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Venerdì 15 3  INTERCITY 4:48 PSICOSI DI SARAH KANE

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  A JAZZ SUPREME - GIOVANNI GUIDI, LUCA

AQUINO DUO Sala Vanni (FI) ing. €13

3  ORCHESTRA DEL MAGGIO FIORENTINO - CICLO

BEETHOVEN Teatro del Maggio Fiorentino (FI) ing. da €25

Sabato 16 3  INTERCITY 4:48 PSICOSI DI SARAH KANE

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  AVAMPOSTI LOCKDOWN MEMORY INSTABILI

VAGANTI Teatro Studio Mila Pieralli (FI) ing. €14

3  L’ARTE DEL CANTO: VIRTUOSISSIMO!

Teatro della Pergola (FI)

3  OMAGGIO A PINO DANIELE E LUCIO DALLA - I

SOLISTI DELL’O CHESTRA DA CAMERA FIORENTINA Fondazione Franco Zeffirelli (FI) ing.€30

3  RISONANZE METROPOLITANE - IN UNA NOTTE DI

TEMPORALE cuREMAKE (FI) ing. a pagamento

Domenica 17 3  INTERCITY 4:48 PSICOSI DI SARAH KANE

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  SOLOPIANO: OMAGGIO A STRAVINSKIJ

Teatro della Pergola (FI)

3  TEATRO DEL MAGGIO FIORENTINO - RIGOLETTO,

VERDI Teatro del Maggio Fiorentino (FI) ing. da €50

3  RISONANZE METROPOLITANE - IN UNA NOTTE DI

TEMPORALE cuREMAKE (FI) ing. a pagamento

Teatro

Arte

3  CAVEMAN - REGIA DI TEO TEOCOLI

Tuscany Hall (FI) ing. da €20

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - DANZA CIECA

Cango, Via S.Maria (FI) ing. €10

Giovedì 21 3  ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

- JOHN ELIOT GARDNER Teatro del Maggio Fiorentino (FI) ing. da €25

Venerdì 22 3  ORT - DANIEL COHEN

Teatro Verdi (FI) ing. €19

3  BEN OTTEWELL (GOMEZ)

Circolo Arci Progresso (FI)

3  A JAZZ SUPREME - SHE’S ANALOG

Sala Vanni (FI) ing. €13

3  WOMAN’S WORLD - IL MONDO CON GLI OCCHI

DELLE DONNE Informacittà,Via San Gallo 121 (FI)

3  TEATRO DEL MAGGIO FIORENTINO - RIGOLETTO,

VERDI Teatro del Maggio Fiorentino (FI) ing. da €50

3  AFFARI DI FAMIGLIA, ANTONELLA QUESTA

Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Sabato 23 3  FLORENCE BIENNALE ART (fino al 31/10)

Fortezza da Basso (FI)

3  AFFARI DI FAMIGLIA - ANTONELLA QUESTA

Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Domenica 24 3  TEATRO DEL MAGGIO FIORENTINO - RIGOLETTO,

VERDI Teatro del Maggio Fiorentino (FI) ing. da €50

3  AFFARI DI FAMIGLIA - ANTONELLA QUESTA

Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Lunedì 25

Lunedì 18 3  PASSEGGIATA DI SALUTE - PROMENADE DE SANTÉ

(fino al 21/10) Teatro Niccolini (FI)

Martedì 19 3  INTERCITY - ITALIA IN FABULA

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - DANZA CIECA

Cango, Via S.Maria (FI) ing. €10

Mercoledì 20 3  L’ARMATA BRANCALEONE (fino al 24/10)

Teatro Metastasio (PO) ing. da €12

Martedì 26 3  INTERCITY - ITALIA IN FABULA

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. €15

Mercoledì 27 3  ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE - FRANZ

SCHUBERT Teatro del Maggio Musicale

Cinema

Eventi

Giovedì 28 3  “UN TUNNEL PER FIRENZE”

Bottega Tiziana Alemanni Sartoria ing. €10

3  OTELLO - PROGETTO E REALIZZAZIONE

KINKALERI Teatro Fabbricone (PO) ing. da €12

3  ORCHESTRA DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO

Teatro del Maggio Musicale (FI) ing.da €25

3  FLORENCE CREATIVITY (fino al 31/10)

Fortezza da Basso (FI) ing. NP

3  MISERICORDIA DI EMMA DANTE

Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Venerdì 29 3  ORT - LEONORA ARMELLINI

Teatro Verdi (FI) ing. €19

3  RISONANZE METROPOLITANE - LA NOVELLA

DELL’ANTELLA Teatro di Antella, Bagno a Ripoli (FI)

3  A JAZZ SUPREME - ADA MONTELLANICO

“WETUBA” FEATURING MICHEL GODARD Sala Vanni (FI) ing. €13

3  MISERICORDIA DI EMMA DANTE

Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Sabato 30 3  AIELLO

Tuscany Hall (FI) ing. da €23

3  LA DEMOCRAZIA DEL CORPO - FISICA DELL’ASPRA

COMUNIONE Cango, Via S.Maria (FI) ing. €10

3  MISERICORDIA DI EMMA DANTE

Teatro di Rifredi (FI) ing. €16

Domenica 31


Ottobre da non perdere AMICI DELLA MUSICA - NUOVA STAGIONE 9 OTTOBRE • TEATRO DELLA PERGOLA

FÁN HUĀ CHINESE FILM FESTIVAL 14 - 17 OTTOBRE • CINEMA LA COMPAGNIA

Dopo la stagione 2020/2021, interrotta a causa della pandemia da Covid-19, gli Amici della Musica di Firenze tornano con un nuovo e ricco cartellone di concerti al Teatro della Pergola, riprendendo con regolarità l’attività dal vivo aperta al pubblico. La stagione si inaugurerà sabato 9 ottobre, alle ore 16.00, con l’Orchestra Giovanile Italiana che eseguirà l’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig Van Beethoven. Cinque concerti per cinque solisti, che si alterneranno sul palco: Gabriele Carcano, Jin Ju, Filippo Gorini, Mariangela Vacatello (al debutto per gli Amici della Musica), Pietro De Maria. Quattro gli appuntamenti di ottobre con SOLOPIANO, il ciclo dedicato al pianoforte, al quale prendono parte alcuni dei nomi più interessanti e acclamati della scena pianistica internazionale.

Un viaggio nella Cina contemporanea, quella meno conosciuta e più autentica, oltre gli stereotipi, nei film della prima edizione di Fán Huā Chinese Film Festival, la rassegna cinematografica in programma al cinema La Compagnia di Firenze dal 14 al 17 ottobre che presenterà un programma di 10 film inediti in Italia. Il festival è organizzato da Zhong Art International con la consulenza artistica di Paolo Bertolin, critico cinematografico e selezionatore presso diversi festival internazionali, inclusa la Mostra del Cinema di Venezia, e il supporto dell’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana. Il titolo della rassegna, letteralmente “varietà di fiori che sbocciano”, fa riferimento, con un’immagine poetica, alla florida e variegata produzione di opere cinematografiche che si sta sviluppando in Cina. I film verranno proposti in lingua originale, con sottotitoli in italiano.

OMAR RAJEH 14 OTTOBRE • TEATRO CANTIERE FLORIDA

A JAZZ SUPREME 15 OTTOBRE - 19 NOVEMBRE • SALA VANNI

Dopo il successo degli eventi di settembre, continuano gli appuntamenti con la nuova edizione del festival Fabbrica Europa con il coreografo libanese Omar Rajeh, fondatore di Maqamat Dance, protagonista il 14 ottobre negli spazi del Teatro Cantiere Florida con il progetto The Odor of Elephants After the Rain, un film, una danza, una lecture/ performance che raccontano Beirut attraverso strutture, strade e persone che ne sono il cuore pulsante, interrogandosi sul ruolo del corpo nei momenti di crisi, sulle sue possibilità residue, sulla vulnerabilità, resilienza, ribellione o sul suo solo esistere di fronte a una calamità naturale.

Dopo la cancellazione forzata dell’edizione 2020 causa pandemia, torna la rassegna del Musicus Concentus A Jazz Supreme, sei appuntamenti sul palcoscenico della Sala Vanni che raccontano la migliore scena jazzistica contemporanea. Protagonisti del mese di ottobre saranno il Giovanni Guidi Luca Aquino Duo (15/10), un pianoforte più una tromba per emozioni a volte familiari e altre volte estranee, gli She’s Analog (22/10), trio nato a fine del 2018 con la precisa volontà di esporare le possibilità sonore offerte da una particolare declinazione del più classico degli ensemble e Ada Montellanico “WeTuba” featuring Michel Godard (29/10), la cantante e compositrice tra le più importanti e originali del panorama italiano incontra Michel Godard, artista poliedrico e grande sperimentatore, uno dei più straordinari tubisti nonché unico in assoluto suonatore di serpentone.

AFFARI DI FAMIGLIA 22 - 24 OTTOBRE • TEATRO DI RIFREDI Il passaggio generazionale risulta essere il momento più delicato e più temuto all’interno di una famiglia proprietaria di azienda e le problematiche relazionali, amplificate proprio perché siamo in ambito familiare, giocano un ruolo chiave nel successo o meno di questo passaggio. Ma come mai generosità, fiducia, apertura si usano con maggiore facilità verso il mercato finanziario anziché verso la propria prole? Antonella Questa in Affari di Famiglia, in anteprima nazionale dal 22 al 24 ottobre al Teatro di Rifredi, vuole raccontarci invece la riuscita felice di un passaggio generazionale inizialmente difficile, un’ottima occasione per riflettere sulla difficoltà delle vecchie generazioni a lasciare il posto alle nuove e di quali possano essere le strade per superarle, non soltanto in ambito imprenditoriale.

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BEN OTTEWELL (GOMEZ) 22 OTTOBRE • CIRCOLO ARCI PROGRESSO FIRENZE Fondatore e leader dei Gomez, il britannico Ben Ottewell è riconosciuto come uno dei principali cantautori della scena Indie-Folk inglese. La sua voce baritonale e profonda, che lo avvicina a Ray Lamontagne e Eddie Vedder, è uno dei marchi di fabbrica che lo contraddistinguono, e rendono i suoi progetti solisti ampiamente efficaci anche in versione acustica, dove esprime grande emozionalità e carisma, ricordando non poco la poesia di Nick Drake. Autore di tre dischi in 6 anni per la ATO Records e dopo i posticipi causati dall’emergenza sanitaria, Ben Ottewell torna in Italia per la promozione dell’ultimo lavoro “A Man Apart”, definito tra i suoi più maturi e avvicinabili alle composizioni coi Gomez.


Dante Pop di Matilde Sereni

I

n occasione del settecentesimo anniversario dalla morte dell’Alighieri anche Bagno a Ripoli celebra il sommo poeta. Dante al cinema, nei fumetti, tra gli slogan delle pubblicità e persino nei videogiochi. È un poeta che parla i linguaggi della contemporaneità quello rappresentato nella mostra Dante pop. Un percorso attraverso l’immaginario dantesco e celebrato nel programma di incontri collaterali organizzati dal Comune di Bagno a Ripoli all’Oratorio di Santa Caterina a Ponte a Ema (via del Carota) dal 24 settembre al 24 ottobre 2021. La rassegna, a cura di Silvia Diacciati dell’ufficio cultura del Comune con Gabriele Danesi dell’ufficio innovazione è organizzata dal Comune in collaborazione con Fondazione Franco Fossati e Wow Spazio Fumetto, Archivio Storico Olivetti, CuCo Cultura Commestibile con il contributo di Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, Publiacqua e Toscana Energia e prevede un ciclo di quattro

incontri con altrettanti intellettuali e studiosi, che vede protagonista, tra gli altri, il regista pluripremiato Pupi Avati. Per coinvolgere e intercettare il pubblico più giovane inoltre, tra ottobre e novembre, verrà attivata una serie di laboratori – coordinati da Coop21 - di street art, di rap (con trasposizione a ritmo di Rap delle terzine della Commedia) e di videogames a tema dantesco, quest’ultimo a cura di CoderDojo, oltre ad un incontro aperto al pubblico durante il quale gli studenti dell’ISIS Gobetti-Volta leggeranno alcuni brani tratti dalla Divina Commedia. “Dante POP è una mostra che parla a tutti, ma una dedica speciale è rivolta alle nuove generazioni, tra le più colpite dalla pandemia, nella convinzione che la cultura può ‘traghettarci’ verso la normalità perduta. È per loro che abbiamo cercato un linguaggio innovativo, alle volte irriverente, facendo ricorso ai fumetti, alla pubblicità e persino ai videogiochi, per raccontare il poeta a chi è nato 700 anni dopo di lui – spiega il sindaco Francesco Casini –. L’esposizione è solo l’evento centrale di un progetto molto più ampio e ambizioso, iniziato in primavera con

una serie di conferenze dantesche, i laboratori di fumetto per ragazzi con la Scuola Comics, e che proseguirà fino a ottobre con nuovi incontri che culmineranno con la lectio di Pupi Avati. Nato nelle nostre menti oltre due anni fa, a causa dell’emergenza siamo quasi arrivati al punto di rinunciarvi. Oggi, invece, prende forma, grazie ai contributi di Fondazione CR Firenze, che attraverso il bando ‘Partecipazione culturale’ ha stimolato progetti come questo in cui la cultura è strumento di inclusione e crescita di una comunità, della Regione Toscana, e grazie alle sponsorizzazioni di Toscana Energia e Publiacqua, cui va il nostro ringraziamento. Ci auguriamo che il pubblico lo apprezzi, scoprendovi nuovi stimoli e chiavi di lettura dell’opera dantesca”. La mostra è articolata in quattro sezioni: “Dante testimonial”, “Dante a Fumetti”, “Riletture” e “Dal cinema alla console”. Contestualmente alla mostra si terrà un ciclo di incontri volti ad approfondire, grazie al contributo di quattro ospiti speciali, il ruolo dell’Alighieri, simbolo universale della letteratura e della cultura, nella contemporaneità.

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BREVI CRONACHE LIBRARIE di Carlo Benedetti

Racconti fiorentini con la scusa di un libro Sentiva crescere il solito nocciolo duro, bianco e liscio, di rabbia che, negli anni, aveva dovuto imparare a riconoscere e scansare, creando spazio. Era diventata brava a respirare e accettare l’idiozia di suo marito, il suo narcisismo, l’incapacità assoluta di mettersi in dubbio. Non era un uomo perfetto, come tutti noi. Solo che ora, a metà di via Dei Calzaiuoli, con davanti piazza Duomo, lui insisteva, perché chi poteva saperlo meglio di lui che non era mai stato a Firenze, che in generale riusciva a perdersi nel tragitto casa lavoro, che si rifiutava caparbiamente di aprire una mappa perché aveva tutto in testa, chi avrebbe potuto essere altrettanto sicuro che dovevano tornare indietro per arrivare a piazza San Marco dove li aspettava il loro autobus e - finalmente - l’albergo? Chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Il nocciolo le riempì lo stomaco. – Io torno indietro. – Stava per spiegargli come piazza San Marco fosse in fondo a via Cavour e via Cavour subito dopo via Martelli e via Martelli quella maledettissima strada che si vedeva davanti a loro. Ma alle orecchie le arrivarono dei tamburi ritmati. Vibravano allegri e felici. E poi un coro: – Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare! – Al che un altro rispondeva: - Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare! – E tanti vestiti di bianco e arancione ballavano, suonando dei piccoli campanelli a ritmo con le parole. – Puoi tenermi un attimo la borsa? – gli disse, togliendosi le scarpe da ginnastica prima di sparire dietro alla processione e non tornare in albergo la sera, né la seguente, né il giorno della partenza. – Spero non si sia perso – diceva sorridendo ogni mattina, prima di ringraziare Rama per il buon cibo.

Chandra Livia Candiani Questo immenso non sapere Einaudi, 2021 – 12€ 20

Il teatro fiorentino non molla di Tommaso Chimenti

A

ncora l’incertezza regna sovrana. Nonostante i vaccinati, nonostante il green pass e la prova della temperatura, nonostante il distanziamento e l’Amuchina, serpeggia ancora la paura di una possibile nuova chiusura. Le varianti e i no vax non fanno fare sonni tranquilli a gestori e pubblico. Molte stagioni ancora non sono state presentate, i direttori aspettano gli ultimi decreti o le ultime notizie. La maggior parte ha compilato un cartellone fino a dicembre, che non si sa mai. In questo limbo a ottobre qualche assaggio per ricominciare a occupare le sale, per risentire l’odore del sipario, il rumore degli applausi. Al Teatro della Limonaia da settembre è ripartito il Festival Intercity, mentre a ottobre due le proposte più interessanti. Prima “Sul principio del precipizio” (1, 2, 3) di Irene Petra Zani con due uomini che si trovano appunto sopra l’abisso e nessuno dei due sa chi si butterà per primo. Il 5 invece ecco “La trappola” dei Gogmagog tratto da Pirandello, un percorso tra identità e maschere, tra essere e apparire, dove l’incipit è una vicenda sconveniente sociale da gestire in maniera privata per salvare la faccia. Una bella doppietta al Teatro di Rifredi con la lettura de “Il corpo più bello che si sia mai visto da queste parti” (8, 9) di Josep Mirò con in scena Maddalena Crippa: un corpo straziato è stato ritrovato in mezzo alla campagna. E poi arriva “Misericordia” di Emma Dante (28, 29, 30), acclamato al Festival di Avignone: tre prostitute e un ragazzo ipercinetico vivono insieme in un monolocale poverissimo tra disagi di ogni tipo, fisici, economici, tra miseria e poesia, compassione e pietas. Al Teatro Verdi, dove tra tanta musica abbiamo scovato un unico spettacolo teatrale, ecco “Cappuccetto Rozzo” (21) con Jonathan Canini nuovo comico toscano che ha portato la favola in Toscana con i suoi vari dialetti, o meglio vernacoli: lucchese il lupo, fiorentina la protagonista, livornese la nonna, pisano il cacciatore. Canini viene decantato come il nuovo erede della tradizione toscana della risata da Benvenuti a Nuti, da Pieraccioni a Panariello, da Ruffini a Ceccherini.


Il tempo della vita: Californie di Caterina Liverani

U

up&down

n cinema che nasce casualmente e che si sviluppa in maniera inaspettata. Un film che racconta una realtà vicina ma che sembra distante anni luce. La vera vita di una protagonista che diviene il soggetto di una sceneggiatura di finzione. I due registi fiorentini Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli hanno presentato alla Mostra del cinema di Venezia, alle Giornate degli Autori, “Californie”: il frammento, lungo 5 anni, della vita di Jamila, un’adolescente marocchina di Torre Annunziata interpretata da Khadjia Jaafari. Casey e Alessandro ci hanno raccontato del film e di come dalla loro amicizia si è sviluppato un sodalizio professionale tanto forte. Come vi siete conosciuti? Alessandro: Io sono nato e cresciuto a Firenze mentre Casey a San Francisco e si è trasferito qui a 12 anni. Siamo completamente diversi ma grandi amici. Le nostre strade si sono incrociate spesso prima di iniziare a lavorare insieme: io sono stato a Berlino per molti anni e lui in Medio Oriente, fino a quando 6 anni fa ci siamo rincontrati a Firenze. Volevamo fare qualcosa insieme ed è stato - ed è tuttora - un processo molto naturale. Casey: Siamo cresciuti praticamente insieme a Firenze sud, poi io ho fatto l’Universi-

tà negli Stati Uniti. Quando sono tornato volevo iniziare a lavorare nel giornalismo e siamo diventati coinquilini a Roma, perché Alessandro viveva lì mentre studiava cinema. Abbiamo iniziato a interessarci l’uno del lavoro dell’altro. Il caso ci ha riunito di nuovo a Firenze entrambi alla ricerca di nuovi stimoli. Come è nato il progetto di questo film? Alessandro: È partito dal nostro precedente lavoro, il documentario “Butterfly” durante il quale abbiamo conosciuto la nostra protagonista Khadjia che all’epoca aveva 9 anni. Ci avevano colpito i suoi occhi. Anche gli spettatori ci chiedevano di lei dopo le proiezioni. Siamo tornati a Torre Annunziata per conoscerla meglio e abbiamo scoperto la sua natura fragile ma al contempo battagliera. Girando il film nell’arco di 5 anni abbiamo registrato anche la sua trasformazione fisica. Casey: Con “Butterfly”, che abbiamo presentato in diversi festival, avevamo vinto il Globo d’Oro. Quando abbiamo deciso di proseguire con il cinema di finzione non abbiamo voluto abbandonare del tutto il realismo. La scrittura del film si basa infatti sulla vera vita di Khadjia, di sua sorella e di altri ragazzi di Torre Annunziata. Tra i vostri riferimenti cinematografici si rintracciano, oltre “Boyhood” di Richard Linklater, anche i fratelli Dardenne, Ken Loach, Lukas Moodysson ed Érick Zonca.

Alessandro: Credo che lo stile di ogni autore venga inevitabilmente condizionato dai film che ha amato. A Roma quando studiavo cinema avevo due poster in camera: uno era “Together” di Moodysson e l’altro “La vita sognata dagli angeli” di Zonca. Parallelamente alle riprese ho riguardato la filmografia dei Dardenne. Un altro film che ci siamo rivisti è “I quattrocento colpi” insieme a “Fish Tank” di Andrea Arnold. Casey: Abbiamo rivisto “Boyhood” prima di iniziare le riprese. Il concetto del tempo in quel film è stato molto importante per noi, un precedente che ci ha dato la sicurezza che mettere in scena i cambiamenti che il tempo porta era possibile. La vita reale d’altronde non ha mai un plot preciso. C’è qualcosa che lega Torre Annunziata a Firenze? Alessandro: Sono due mondi indubbiamente diversi, ma il cinema racconta l’umanità che si assomiglia in tutto il mondo. Casey: Cinematograficamente un italiano coglie subite le enormi differenze tra questi due luoghi. Mentre invece per uno spettatore straniero le sfumature sono più difficili: un vicolo di Napoli può apparire “caratteristico” come uno di Santo Spirito. La prospettiva è diversa. Durante la Mostra del Cinema “Californie” si è aggiudicato una menzione speciale per la sceneggiatura da BNL e il riconoscimento Label assegnato da Europa Cinemas.

L’orizzonte di gloria

Il viale del tramonto

CANDYMAN Un’idea agghiacciante può scaturire da qualsiasi cosa ma è quando il quotidiano si stravolge, diventando sinistro, che il terrore si manifesta nella sua forma forse più alta. “Candyman” diretto dalla regista 32enne Nia DaCosta si può considerare un horror politico? Senza dubbio sì e la sua forza, insieme a una messa in scena sofisticata che non rinuncia a un tocco di fascino retrò, è proprio nell’aver inserito perfettamente uno dei dibattiti che più accendono la nostra contemporaneità nella sceneggiatura di un perfetto film di genere.

THE HOUNTING OF BLY MANOR Rendere l’horror meno spaventoso perché possa raccogliere un pubblico più vasto è un peccato veniale, basta che la tensione rimanga alta ma gestibile. E questo a Mike Flanagan era riuscito con “The Hounting of Hill House”. Con “Bly Manor” la situazione è degenerata, non per la regia, ma per la scelta di voler annacquare un terrore che poche opere letterarie sono in grado di generare. “Giro di vite” di Henry James non è qualcosa con cui prendersi licenze. Se non c’è nessun film che vi ispiri il 31 aprite la prima pagina di questo romanzo breve e non ve ne pentirete. 21


ANNUNCI BESTIALI di Raffaella Galamini

Abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più la loro fedeltà, il loro attaccamento durante il periodo del lockdown. Costretti in casa h24 abbiamo cominciato a capire un po’ di più la loro psicologia e abbiamo cementato il rapporto con loro. I nostri cani, i nostri gatti sono stati ancor più fedeli compagni in quel difficile momento. Per chi ha un animale domestico questa pagina mensile vuole essere un punto di riferimento per apprendere attraverso i consigli di educatori cinofili come instaurare un corretto rapporto e capirne esigenze e richieste. Per chi invece vorrebbe adottare ma ogni volta trova una scusa e rimanda Lungarno offre un’occasione di stimolo e di riflessione e magari spinge al grande passo di aprire il cuore a un animale in difficoltà. Raccontando di volta in volta storie spesso anche difficili, in attesa del lieto fine da copione o, qualche volta, già concluse nel migliore dei modi. Con l’adozione e l’ingresso in una casa per cominciare una nuova vita.

BRIAN cane da adottare

JIMMONE gatto da adottare

Brian è il classico cane invisibile. È arrivato al rifugio che aveva tre mesi e non è più uscito. Oggi ha due anni: è un cucciolone sano, competente e bravo. Sa andare al guinzaglio e comportarsi a modo in ogni situazione. Va d’accordo con le femmine, purtroppo non è compatibile con i gatti. Sarebbe pronto per andare a casa anche domani, ma nessuno sembra accorgersi di lui: Brian ha visto uscire dal box decine e decine di altri cani ma mai nessuno ha telefonato per lui. Così continua ad aspettare, giorno dopo giorno, sperando che arrivi presto una chiamata e la sua famiglia lo porti a casa. Nonostante un carattere naturalmente allegro, Brian comincia a dare segni di scoramento. Sta perdendo le speranze e appare ormai rassegnato a rimanere dove si trova. Brian è adottabile in tutto il Centro Nord Italia. Per informazioni contattare i numeri: 328 868 5263; 3489124409.

Jimmone viveva in una colonia in mezzo alla campagna ed era rimasto l’unico gatto. Se non fosse bastata la solitudine che già non gli dava tregua, recentemente il signore che si prendeva cura di lui non ha più potuto accudirlo per problemi di salute. Era quindi urgente intervenire per toglierlo dalla strada e metterlo in sicurezza nell’attesa di un’adozione del cuore. Una volontaria lo ha recuperato sperando di potergli trovare una famiglia. Per Jimmone, che ha 10 anni ed è sterilizzato, servirebbe una casa con giardino in sicurezza per evitare che possa scappare o mettersi in pericolo. Insomma serve un’adozione davvero speciale, un luogo dove Jimmone possa trascorrere serenamente gli ultimi anni della vecchiaia senza più correre rischi o soffrire la solitudine. Oggi Jimmone si trova nelle vicinanze di Pontedera (PI). Per informazioni e adozione telefonare al 3281470263.

PILLOLE EDUCATIVE di Costanza Guerrini educatrice cinofila e volontaria presso Florence Dog Rescue Firenze

Q

uando andiamo ad adottare un cane adulto sappiamo già con quale identità andiamo a confrontarci e soprattutto a convivere. A differenza di un cucciolo, che è ancora un soggetto in evoluzione con i suoi pro e i suoi contro, se il cane è adulto già sappiamo quale compagno ci scegliamo per la vita. Ne conosciamo la taglia, il peso, il carattere, il comportamento, le esigenze. Tutte richieste che di solito pone chi invece sceglie un cane più giovane e ancora da educare. In un adulto possiamo apprezzare le sue caratteristiche e valutare al meglio se e come andrà a modificare la nostra vita il suo arrivo. Tengo a sottolineare che chi non è disposto a modificare nulla di sé di sicuro non sarà indicato per l’animale e il cane di certo non lo sarà per lui.

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Tra i fattori di cui tenere conto di sicuro c’è la provenienza: per esempio se arriva da un rifugio bisogna capire la sua storia. Si tratta spesso di animali che non sanno cosa sia una casa, che non sanno fare le scale o non hanno mai visto le mura e non sanno cosa sia un soffitto. Inoltre non bisogna pressarli troppo o avere delle richieste. Il cane ha bisogno di studiarci, di adattarsi alla famiglia. Per chi può consiglio di rivolgersi a un professionista che saprà fornire tutte le indicazioni per aiutare il cane a rilassarsi e a combattere lo stress. Per non sbagliare mai suggerisco sempre di mettersi nei panni del cane. Solo così sapremo rispettarlo: per abituarsi ha bisogno di avere i suoi spazi e di avere abbastanza tempo a disposizione per ambientarsi.


PERSONAGGI FIORENTINI di Tommaso Ciuffoletti illustrazione di Marcho

(È) TUTTO NEI TERMINI di Michele Baldini e Virginia Landi

Q

uesta volta abbiamo scelto un target di giovanissimi. I post-millenials, o se si preferisce, la Z gen. I termini sono accomunati da un look che ai più anziani, come tutte le generazioni ormai mature, potrebbe sembrare barbaro, accompagnato da un’attitudine che – nonostante le apparenze provocatorie e anticonformiste – pare essere l’esatto specchio dei tempi: “cerchiamo di ottimizzare l’ottimizzabile”. E allora via libera: più inglese, meno responsabilità. In una parola (la terza del mese)? SMART.

Maddalena di Todo Modo

C

i sono delle persone che sono in grado di muovere montagne semplicemente convincendo le montagne che è bene per loro muoversi. E se anche le montagne non paiono molto convinte del fatto che convenga loro muoversi, quelle persone non cedono e semplicemente spiegano loro che quella è la verità. Non ce ne sono tante di persone del genere e forse è un bene, ché altrimenti vedremmo montagne spostarsi come banchi di sardine e l’orografia globale ne risulterebbe seriamente complicata. Per la precisione io ne conosco due di persone del genere. Una è mia sorella Sofia e nessuno di voi vorrebbe mai discutere con mia sorella Sofia, perché ha ragione lei. L’altra è Maddalena di Todo Modo, che ora ha aperto anche una nuova libreria per bambini in via dei Serragli che si chiama Todo Modo Dilà. Sorride e ride (e quando ride la sentite) dietro gli occhiali grandi, a volte sembra seguire il filo di pensieri che sono altrove, altre volte invece ha sempre da fare. Ma non fatevi ingannare, i modi con cui appare distratta e presa da altro, son quelli di chi sta guardando quale montagna spostare oggi. Non mi credete? Ebbene per un breve tempo sono stato - come noto - lo scapolo più ambito di Firenze. Pronto a godermi la nuova gioventù dei 40. Saldo come un montagna nel mio proposito, sono adesso felicemente fidanzato con Francesca. Come questo sia successo è evidentemente figlio di tanti casi e stelle che si allineano. Sì. Ma anche di una montagna che si è spostata mentre Madda sembrava fare altre cose.

Resellare /ré·sèl·la-re/ v. i. mutuazione dall’inglese to re-sell a sua volta derivato da re + sell (vendere di seconda mano). Pratica in uso soprattutto tra i giovanissimi, è spesso associata alla rivendita di pezzi unici, da collezione o in edizione limitata, che possono essere di abbigliamento, oggettistica, hobby (es. carte dei Pòkemon). Nulla ha quindi a che vedere con quella che per assonanza potrebbe essere la doppia sellatura di un destriero o di un mezzo a motore. SKRT / Skrrrt / scritto anche “sku” o “skurt” Termine utilizzato in musica per riprodurre il rumore di uno pneumatico che sgomma sull’asfalto. Teoricamente un’onomatopea, praticamente un rumore a tratti fastidioso e dalla non semplice pronuncia, il termine “Skrt” prende forma all’interno di brani Rap e Trap e indica una brusca accelerazione o una curva presa ad alta velocità con l’auto. Generalmente utilizzato con ripetizione “skrt – skrt”, segnala in seconda battuta la fuga da una persona o da una situazione di pericolo. E dunque l’estate è finita, ottobre è arrivato e quindi “skrt – skrt” andiamo a lav…A fare il conto alla rovescia alle vacanze di Natale (va’ che il 25 dicembre e il 1 gennaio vengono di sabato).

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CITTÀ IN MUSICA di Giulia Focardi foto di Paolo Soriani

L’autunno in movimento tra jazz, rock e rap

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ttobre 2021 è il mese dei recuperi, il mese dei concerti rimandati da un anno pandemico all’altro, il mese del ritorno agli spazi di spettacolo al chiuso, una parvenza di normalità in attesa che tutto torni a fluire come due anni fa. Il primo tra questi eventi rimbalzati tra autunni e primavere è il concerto del rapper Anastasio al Viper (8 ottobre), per la promozione del suo primo album ufficiale dal titolo ATTO ZERO – dopo la vittoria a X Factor - un progetto che contiene tutte le diverse anime e sfaccettature della sua anima artistica. Proseguendo nel parlare di volti noti, protagonisti anche dell’ultima edizione

MINIMONDO testo e foto di Susanna Stigler

Fine cura mai Aprire i cancelli sui nostri percorsi quotidiani Buttarsi a capofitto, con eleganza Richiudere bene, prima che arrivi il pensiero (Non diluire)

43°46’27.1”N 11°12’54.1”E

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di Sanremo, non possiamo non menzionare Achille Lauro (26 ottobre) che dal Palco dell’Ariston porterà la sua performance dirompente sul palco del Tuscany Hall per presentare il suo alter-ego “Achille Idol” Immortale; a seguire (29 ottobre), sempre al Tuscany Hall, sarà la volta di Aiello, al suo primo live tour con tutti i brani del suo disco “EX VOTO”. Protagonista del mese di ottobre, da qualche anno, è anche la rassegna di jazz organizzata in Sala Vanni dal Musicus Concentus (direzione: Simone Graziano), “A Jazz Supreme”, che inizierà il 15 ottobre per proseguire anche nel mese di novembre. Sono tre le date di questo mese: il 15, in apertura, il duo

di Luca Aquino (tromba) e Giovanni Guidi (piano), con un live che si trasformerà in un vero viaggio. Il 22 ottobre sarà la volta di She’s Analog, il trio con Luca Sguera (pianoforte, synth), Stefano Calderano (chitarra), Giovanni Iacovella (batteria, elettronica) attivo dal 2018. A chiudere la terna delle date del mese, è il gruppo guidato dalla cantante Ada Montellanico, “WeTuba” featuring Michel Godard, previsto il 29 ottobre. Insieme all’artista romana saranno sul palco della Sala Vanni: Simone Graziano (piano), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Bernardo Guerra (batteria) e l’ospite, annunciato nel titolo, Michel Godard (tuba, serpentone). Tutti i concerti inizieranno alle 21:15.


Dischi Fenice

Fede, Amore e Resilienza di Leonardo Cianfanelli

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el quartiere di San Lorenzo c’è un piccolo negozio di dischi specializzato in musica classica, Dischi Fenice, longeva e bellissima realtà che negli anni è riuscita a diventare uno stabile punto di riferimento per amanti del genere e non solo. Ne parliamo con una dei titolari, Silvia Venturi: Ci racconti in breve la storia di Dischi Fenice? «Questo negozio nasce da una scommessa. Se non fossi stata licenziata da Setticlavio e non avessi avuto un padre “discaio” che a 60 anni aveva ancora voglia di rimettersi in gioco, Dischi Fenice non sarebbe nata. E la scommessa ancora più grande è stata di aprire l’attività in una strada che nemmeno i fiorentini conoscono, pretendendo (finché abbiamo resistito) di vendere soltanto etichette indipendenti. Negli anni ‘90 non avere l’ultimo di Pollini era uno scandalo! Abbiamo festeggiato da poco i 28 anni di apertura (not bad...) e lo staff è composto stabilmente da me, Danilo e Martina (che, fortunatamente, abbassa l’età media)». Quali sono le sfide principali oggi per portare avanti un’attività rara e di nicchia come la vostra? «Ostinarsi a tenere aperto un negozio di musica nel XXI secolo è un atto di fede, di amore, di resilienza. L’importante, quando tiri giù il bandone la sera e hai servito tre clienti, è pensare: domani andrà meglio. E mentre vai a casa mettere in moto il cervello per inventare una nuova idea accattivante che convinca chi ha comprato su Amazon a tornare da te. La nostra carta vincente è stata capire per tempo che il negozio tradizionale non aveva più futuro. Quelli che si sono ostinati a vendere le novità Deutsche Grammophon hanno chiuso da un pezzo. Il nostro “core business” ora è

comprare bene, ma in quello siamo piuttosto bravi, e vendere principalmente usato. Il segreto è conoscere quello che vendi e quelli a cui lo vendi, magari mettendoci insieme anche un commento ad hoc sul campionato, ovviamente cercando di non fare gaffe. Non dico che ormai abbiamo un rapporto “personale” con tutti i nostri clienti ma quasi. L’algoritmo creato da una mente umana invece che da un computer, di solito, è garanzia di successo». Oltre a quello culturale, è importante anche il vostro ruolo sociale sul territorio... «Sicuramente, da anni con l’Associazione Insieme per San Lorenzo combattiamo strenue battaglie per arginare il degrado che purtroppo affligge il nostro quartiere: promovendo petizioni, facendo sentire la nostra voce a tutti gli assessori che si sono avvicendati, auspicando che prima o poi il fatiscente immobile di Sant’Orsola venga restituito a nuova vita. In particolare, nell’ultimo difficile periodo in cui gli abitanti del centro storico si sono sentiti abbandonati a loro stessi (in quanto razza in via d’estinzione), siamo diventati un po’ un presidio sociale, aiutando le persone anziane, diventando punto di raccolto per la spesa solidale della Caritas, garantendo, seppure a volte con un po’ di fatica, tre volti umani sempre sorridenti e un’unica luce accesa in tutta la strada». Ci consigli tre dischi che tutti dovremmo avere? 1. BEETHOVEN - SINFONIA N.7 diretta da Carlos Kleiber 2. LE VARIAZIONI SULLA FOLIA dirette da Jordi Savall 3. SCHUBERT - TRIO PER PIANOFORTE OP. 100

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F R AST U O N I di Gabriele Giustini

LITTLE SIMZ “Something I Might Be Introvert” Age 101 / Awal

CLAIRO “SLING”

Clairo Records / Fader Republic / Universal

HAND HABITS “Fun House”

Evidentemente a Little Simz, il precedente “Grey Area” era piaciuto il giusto. Noi in realtà avevamo gradito moltissimo – non solo noi chiaramente, visto che con quel disco ha vinto il prestigioso Mercury – e non capiamo come non ne abbia tenuto conto. Tanto infatti quel disco era austero negli arrangiamenti, perfettamente contenuto in una quarantina di minuti scarsi, quanto il nuovo “Something I Might Be Introvert”, acronimo di SIMBI, vero nome dell’artista, quarto album della sua discografia, vive di una certa opulenza e di momenti epici, sin dalla dichiarazione d’intenti della magnifica apertura – quasi morriconiana - di ‘Introvert’. Qui i brani sono 19, considerando un paio di intermezzi, per oltre un’ora di musica. Di bella musica, perché il talento della rapper britannica esce definitivamente allo scoperto, in maniera dirompente. “Something I Might Be Introvert” racconta la lotta tra il suo personaggio pubblico e quello privato e lo racconta in chiave rap, hip hop, soul, jazz e orchestrale attraverso un lavoro maestoso tra richiami alla Lauryn Hill di “The Miseducation of Lauryn Hill” in ‘Woman’, echi di Fela Kuti (‘Fear No Man’), così come Jay Z o Kanye West. Dopo un decennio di carriera e di ricerca, Little Simz e Simbi si sono finalmente incontrate.

Esplodere e avere così tanta attenzione da giovanissime può creare molti problemi. Con qualche forzatura, ma vedo in Clairo la stessa difficoltà della tennista Naomi Osaka (più meno o quello che potrebbe accadere alle recenti finaliste degli US Open, bimbe, Fernandez e Raducanu) nel gestire questa situazione di sovraesposizione. Cosa fare quindi, se soprattutto non si parla esclusivamente della tua musica ma della tua bisessualità? Si prova a isolarsi, oltre a realizzare un disco che potrebbe esser stato registrato nel ’70. Questo è “Sling”, seconda attesa uscita di Clairo, all’anagrafe Claire Elizabeth Cottrill, classe ’98, inciampata nella fama quando di anni ne aveva solo 17. Composto da 12 canzoni senza tempo e prodotto da Jack Antonoff (già al lavoro con Taylor Swift, Lana Del Rey, Sia, FKA Twigs e Lorde, quest’ultima qui presente anche in un paio di brani), il nuovo disco lascia definitivamente fuori i dolori adolescenziali cercando un primo equilibrio dopo una girandola folle di emozioni. Ecco quindi che la pace viene trovata nel folk classico di Carole King, Joni Mitchell e Carpenters – in questo caso si rimanda alla bellissima ‘Joanie’. Ma c’è anche un altro paragone, spesso ricorrente in chi ha già scritto del disco, quello di Elliott Smith. Se da un lato alcuni frame possono avvalorare questa tesi – l’incipit di ‘Partridge’ o ‘Blouse’ (‘Say Yes’?) o la conclusiva ‘Management’ – manca però l’inarrivabile gusto e leggerezza di Smith negli arrangiamenti. “Sling” è tuttavia un disco delizioso, primo passo verso la ricerca di serenità di una ventenne.

C’è un momento a metà di “Fun House”, il nuovo album di Meg Duffy in arte Hand Habits, in cui la musicista si chiede: “Quante volte devo riavvolgere il nastro?” Si tratta di una domanda legittimamente piazzata nel mezzo di un disco e di un brano – che infatti si intitola ‘The Answer’ – che cerca di dare un senso e di fare un bilancio. Quanto tempo dobbiamo passare a esaminare il nostro passato per comprenderlo pienamente? Come possiamo riconoscere con sicurezza il dolore per liberarlo e realizzare pienamente chi dovremmo essere? “Fun House”, terzo album di Hand Habits e, al momento, il più ambizioso, riesce a rispondere a tutto ciò. Prodotto da Sasami Ashworth (SASAMI) con l’aiuto di Kyle Thomas (King Tuff), il disco condivide alcuni dei suoni delle precedenti uscite – rimane quel senso di vulnerabilità – ma sancisce un importante stacco dai toni spesso smorzati di “Placeholder” del 2019 e “Wildly Idle (Humble Before the Void)” del 2017. A brani come ‘Aquamarine’ e ‘More than Love’, fra narrazioni di perdite, desideri e traumi infantili su base synth-pop, rispondono ‘Gold Rust’ e ‘Concret and Feathers’, chicche che profumano di Neil Young, o la bellissima ‘No Difference’, con la collaborazione di Mike Hadreas (Perfume Genius, presente anche in ‘Just to Hear You’) vicina alle bellissime cose di Weyes Blood. Non sappiamo ancora quante volte dovremo riavvolgere il nastro, ma per riascoltare “Fun House” lo potremo fare serenamente.

FRASTUONI SU SPOTIFY

Saddle Creek

La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori brani sia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. In copertina Little Simz. Scansiona il QR code per accedere direttamente e segui la pagina Facebook di Lungarno per rimanere aggiornato. Per reclami, segnalazioni e pacche sulle spalle, scrivi a frastuoni@lungarnofirenze.it 26


AMORAZZI

~ QUASI UNA POSTA DEL CUORE ~ a cura di Francesca Corpaci illustrazione di Costanza Ciattini

Foucault Sono padre di due bambini. Lavorando da casa ho passato molto tempo con la babysitter e si è creato un rapporto confidenziale. Ho sempre mantenuto le distanze, ma giorno dopo giorno mi sono accorto di provare qualcosa per lei. Non mi ha mai dato segnali in nessun modo, è un film tutto mio. Non ho domande particolari, se non: come mai la vita è così assurda? Ora che lei ha un nuovo lavoro, soffro. Mi sento un idiota. Amorazzo caro, hai mai letto Foucault? Ti rivelo una cosa: neanch’io. Me ne vergogno orribilmente da anni, ma ho deciso che questa è l’occasione buona per fare coming out. Mi spiego: non ho mai capito la filosofia. Forse ho un temperamento troppo materialista, sarà che sono del segno del Toro, o magari è quel disturbino dell’attenzione che al liceo mi faceva menare i ragazzi che mi piacevano e che tuttora mi impedisce di concentrarmi sulla stessa cosa per più di dieci minuti. Chissà. In ogni caso: a scuola la filosofia era LA materia che tutte le persone giuste amavano con autentico e bruciante trasporto, per niente spaventate dallo spettro della disoccupazione post laurea. Puoi immaginare il senso di fallimento quando ho dovuto riconoscere che per me non era affatto diversa dalla matematica: un linguaggio astruso con cui mi era del tutto impossibile entrare in relazione. Ma perché ti sto ammorbando con tutto questo, amorazzo mio? Continua a seguirmi, ci sto arrivando. Grazie all’ausilio Youtube, ho tentato di colmare la lacuna con un mezzo più consono al mio deficit: comodi videini di pochi minuti in cui intellettuali alla moda esponevano le loro teorie avvolti in morbidi lupetti di cashmere. Tra loro c’era lui, il più elegante di tutti, Michel Foucault. Mi sono lanciata in visioni notturne di interviste dai titoli eccitanti tipo Bio-

politica neoliberale e processi di soggettivazione, ho preso appunti su una Moleskine apposita di colore nero, mi sono iscritta a un corso di francese e a un certo punto ho anche ricominciato a fumare. Esaltata dai primi apparenti successi ho acquistato su Amazon (Dios, perdoname) il compendio essenziale di tutte le sue opere più immancabili in un’accattivante edizione Penguin: 528 pagine che, mi ripetevo a mò di mantra mentre inserivo i dati della carta, nella peggiore delle ipotesi sarebbero servite a dare il classico tono all’ambiente. Com’era prevedibile niente di tutto questo ha funzionato, e nel giro di due settimane ho dovuto rassegnarmi al fatto che alcune cose semplicemente non fanno per me. Il corso di francese a onor del vero l’ho finito, mentre il paperback Penguin è ancora avvolto nella plastica. Però un concetto sono riuscita a introiettarlo: quello di relazione di potere. In sostanza quindi: perché la vita è così assurda da farti immaginare una storia con la tua babysitter sebbene lei non abbia mai dato alcun segno al riguardo? Perché, ti direi, è il più vecchio dei cliché. E perché sei un uomo, immagino bianco, immagino benestante. Ma soprattutto perché sei (eri) il suo datore di lavoro. Fai molto bene a sentirti un idiota baby, perché che tu abbia o non abbia letto Foucault, mi sa che alla fine un po’ lo sei

Affidate dubbi, dilemmi e inconfessabili segreti in forma 100% anonima a: tellonym.me/ amorazzi. Ogni mese il vostro amichevole amorazzo di quartiere risponderà in questo spazio.

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L’ex Monte dei Pegni diventa LO ZIGOZAGO un albergo

STORIE E TRADIZIONI Comari Sull'Uscio

di Raffaella Galamini

L’

ex Monte dei Pegni, dopo anni d’abbandono, si presenta da poche settimane nella nuova veste di albergo di lusso, il 25hours Hotel San Paolino. Un’apertura che saluta il ritorno dei turisti stranieri a Firenze e la ripresa dell’attività dopo mesi sotto tono. L’hotel propone un’ambientazione a tema grazie al progetto curato dalla designer Paola Navone: nelle varie sale si rincorrono scene dell’inferno e del paradiso per un omaggio a Dante Alighieri e alla Divina Commedia. Non poteva esserci debutto migliore per lo smart brand alberghiero tedesco 25hours, che nel piano di rinnovamento di San Paolino ha investito 100 milioni di euro, grazie al sostegno di Art-Invest Real Estate. Ben 171 le camere presenti nell’edificio dietro piazza Santa Maria Novella, sei le tipologie di stanza tra cui poter scegliere per un soggiorno con angeli e demoni. L’hotel dispone del ristorante San Paolino che porta in tavola la tradizione toscana e del Companion Bar per l’aperitivo e l’after dinner. Annesso all’albergo, e con ingresso diretto da piazza San Paolino, c’è l’alimentari I Golosi a cura di S. Forno/ Santo Bevitore: qui si possono trovare vini e specialità culinarie. Si consuma invece uno scontro tra titani per chi ama gli hamburger. È sbarcato in via dei Neri Porcobrado, forte del riconoscimento di miglior panino europeo. Le specialità delle terre della Valdichiana nel giro di pochi anni hanno conquistato i mercati internazionali e ora anche Firenze. Per l’imprenditore aretino Angelo Polezzi il coronamento di un percorso professionale grazie ai suoi panini realizzati con il grano Verna e farciti con i deliziosi hamburger di spalla di cinta cortonese. In via dei Macci, con un battage pubblicitario che ha scomodato il membro virile del David di Michelangelo, è arrivato l’hamburger più “schifoso” d’Italia. BurgeZ è l’azienda che ha fatto del politically scorrect la sua bandiera. Provocazioni a parte promette di conquistare tutti con i suoi panini.

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Lo sciopero delle trecciaiole Chi l’avrebbe mai detto che tra i fili dei graziosi cappelli di paglia fiorentini si nasconde uno dei primi grandi scioperi femminili d’Italia? Eppure furono proprio le misere paghe delle trecciaiole a spingere centinaia di donne ad alzare la testa e ribellarsi al grido di “pane e lavoro”. Era il 15 maggio 1896 quando Barsene Conti, poi ribattezzata “la Baldissera” dal nome di un noto generale del tempo, interruppe il trasporto dei famosi cappelli stendendosi sui binari del tram. Quel gesto dette il coraggio alle lavoratrici di insorgere contro la continua diminuzione degli stipendi causata dalla concorrenza estera e dall’ingordigia di fabbricanti e fattorini. Lo sciopero delle trecciaiole, iniziato tra Peretola e Brozzi, trovò la solidarietà anche di molte altre operaie ed operai e nel giro di pochi giorni scosse tutti i comuni fiorentini. Non ci fu spargimento di sangue ma, come si legge nelle fonti dell’epoca, “il tumulto aveva preso delle proporzioni serie davvero (...) I discorsi, l’audacia insolente dimostrata dalle donne furono assolutamente insolite”: i carretti adibiti al trasporto delle trecce di paglia vennero saccheggiati o bruciati, le vetrine dei negozi di cappelli furono prese d’assalto e le fabbriche vennero controllate una ad una per assicurarsi che fosse rispettato il blocco della produzione. Per dare un’idea dello spirito con cui le trecciaiole tentarono di ribellarsi a tutti coloro che le volevano obbedienti e remissive, basterà ricordare la pronta risposta che la Baldissera dette a chi la avvertì della presenza di tre gendarmi davanti alla fabbrica: “mi paion tre fiammiferi!”. Lo sciopero si concluse con l’arresto di alcune lavoratrici e un elenco di richieste inascoltate. I rinomati cappelli tornarono presto a posarsi sulle teste del mondo. Ma in quella paglia lavorata pazientemente rimase intrecciata la fierezza di tutte quelle donne che tentarono di opporsi, in un sol colpo, a sfruttatori e patriarcato.


PALATI FINI testo e illustrazione di Marta Staulo

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Pumpkin Pie

on tutti sanno che le prime lanterne della notte di Ognissanti erano originariamente realizzate con grandi tuberi, quali rape e carote, radici che i Celti incidevano per utilizzarle come lumi atti a scacciare gli spiriti che aleggiavano nelle notti che diventavano sempre più lunghe. Quella che era nota come Samhain, una sorta di capodanno che sanciva la fine della stagione del raccolto e accoglieva quella della preparazione del terreno alla semina, derivava il suo nome dalla parola Samuin, termine che indicava “la fine dell’estate” ancor prima che i The Giornalisti se ne appropriassero. La ricorrenza pagana fu prima assorbita dal cattolicesimo per poi ritornare in mani laiche a metà ottocento quando scozzesi ed irlandesi importarono la tradizione nel nuovo mondo. Con lo sbarco negli USA, la zucca sembró un ortaggio più comune, d’impatto e facile da intagliare. Intagliare una zucca è un lavoro non da poco, e quando il food waste era una pratica sconosciuta, nascevano le più improbabili ricette a base di zucca, complice l’aspetto curvy e non binary della stessa, dolci o salate. Il nuovo corso fu accompagnato da un’immancabile leggenda a sfondo nazicattolico, che aveva come protagonista un contadino di nome Stingy Jack che osó sfidare il demonio, il cui spirito finì per vagare tormentato con in mano una zucca vuota a fargli luce nelle tenebre in cui era costretto, esiliato da Inferno e Paradiso, Che sia Halloween o meno, tieni anche tu lontani gli spiriti spavaldi e stolti che si aggirano oggigiorno su questa terra, tenta l’arduo compito di fare luce nelle loro zucche vuote, e nel caso dovessero attaccarti, una fetta di pumpkin pie potrà aiutarli a rimettersi in pace con l’universo.

SPIRITO LIQUIDO di Andrea Bertelli

I wonder how, I wonder why, give me another Martini Dry Nei momenti difficili, spesso non si può far a meno di pensare come il cocktail Martini sia una metafora perfetta della vita. Non esiste un equilibrio definito tra le parti, tutto sta in un bilanciamento sul filo del rasoio tra gin e vermouth dry e nonostante questo, alla fine, non esiste mai il Martini perfetto, ma solo quello che piace. La sua storia si perde nel mistero, o nei fumi dell’alcol, chissà. Sono numerose le ipotesi in merito alla sua nascita. Quel che è certo è che il nome del drink non è assolutamente legato al famoso marchio. La teoria più accreditata ne vede come padre un tale Martini di Arma di Taggia, il quale servì per primo il drink nel 1910 a New York in onore di John D. Rockefeller. Alcuni sostengono che derivi da un suo antenato, il Martinez inventato nella città californiana di Martinez o a New Orleans dal famoso barman Martinez, forse addirittura da Jerry Thomas che si dice servì il primo Dry Martini a un cliente in viaggio verso la città di Martinez. Non lo sapremo mai, in compenso per prepararlo le dosi ufficiali IBA sono 6cl di gin e 1 cl di Vermouth. 
Si riempie una coppa Martini di ghiaccio, successivamente si prende un mixing glass e si riempie anch’esso di ghiaccio versando tutti gli ingredienti al suo interno e mescolando bene. 
Si scola il ghiaccio dalla coppa Martini e vi si versa il cocktail, avendo premura di filtrarlo dal ghiaccio con lo strainer. Si va a guarnire con una o due olive oppure con un twist di scorza di limone sulla superficie della coppa avendo premura di non inserirla nel bicchiere.

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OROSCOPO di Lulaida illustrazioni di Francesca Arfilli

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ARIETE (21 Marzo-19 Aprile) Siete quelli del “tutto e subito” e la pazienza non sapete nemmeno cosa sia. Non è semplice starvi accanto in questo periodo, siete irritabili e scontenti sempre. Dovete imparare l’arte del respirare profondamente e del contare fino a dieci prima di avere una reazione. Mettete da parte l’istinto per una volta e fate le cose con calma. Mezzo di trasporto: Carrozza.

BILANCIA (23 Settembre-22 Ottobre) Sarà che si avvicina il vostro compleanno, ma non siete proprio dell’umore adatto in Ottobre. Pazienza, voi si sa, cadete sempre in piedi e non importa se avete la luna storta, sapete benissimo che passerà. In questo momento non volete decidere niente e fate benissimo, le cose importanti si programmano quando si sta bene. Mezzo di trasporto: Sottomarino.

TORO (20 Aprile-20 Maggio) Quanto chiedete a voi stessi! Dovreste essere più indulgenti e perdonarvi se commettete qualche errore, siete imperfetti, rendetevene conto senza farne un dramma. Non crediate che se nessuno vi vede quel panetto di burro che vi siete mangiati non vi farà ingrassare! Lo so che adorate i super eroi ma è ancora presto per diventare uno di loro. Mezzo di trasporto: Astronave.

SCORPIONE (23 Ottobre-21 Novembre) Siete quelli della passione furente e dei grandi dolori. La vita la tramutate spesso in un romanzo vittoriano, avete bisogno di emozioni forti e soprattutto sempre nuove. Rassegniamoci dunque alla vostra indole per niente semplice, ma soprattutto dovete essere voi a mettervi l’anima in pace, Ottobre sarebbe favoloso in realtà. Mezzo di trasporto: Carro Armato.

GEMELLI (21 Maggio-20 Giugno) Ottobre vi ritrova più spensierati del solito, avete in voi uno strano e forte ottimismo, che neppure sapete da dove sia arrivato. Ma c’è! Curatelo ed incoraggiatelo a rimanere in voi, credetemi se vi dico che vi servirà. Cosa state aspettando? Lo so che non avete altra voglia se non quella di uscire tutte le sere, beh in questo periodo vi è concesso. Mezzo di trasporto: Slitta trainata da cani.

SAGITTARIO (22 Novembre- 21 Dicembre) Ripartireste adesso per quel viaggio in Tailandia che avete fatto anni fa, oppure tornereste volentieri in montagna per perdervi nei sentieri e respirare aria buona. Siete tornati ma vorreste ripartire, avete l’animo inquieto ma pieno di desideri da realizzare ed io ve lo auguro, le premesse ci sono, coraggio! Mezzo di trasporto: Taxi.

CANCRO (21 Giugno-22 Luglio) Questo mese vi vede leggeri come una tanica di plutonio. Si sa che amate parlare di voi, solo di voi, ma ad ottobre questa vostra caratteristica si intensifica: vi darete alla spasmodica ricerca di un paio di orecchie degne dei vostri racconti, dovranno essere pazienti e molto attente. Buona ricognizione e auguri!!...al fortunato vincitore. Mezzo di trasporto: Aliante.

CAPRICORNO (22 Dicembre-19 Gennaio) Possiamo dirlo apertamente e senza dubbio: Ottobre vi vedrà innamorati e felici. Non abbiate timore di questa frase, le gioie, le cose belle accadono e ogni tanto accadono anche a voi. Non mettete le mani avanti come spesso fate, ma siate consapevoli che dall’alto ogni tanto il panorama è bellissimo. Mezzo di trasporto: Teleferica.

LEONE (23 Luglio-23 Agosto) Lo scorso mese spero vi sia stato utile per tirare le somme su situazioni che da troppo vi affliggevano. Adesso siete pronti a diventare realmente il numero uno, il centro della vostra vita. Si sa voi leoni siete sempre molto protagonisti, amate stare al centro dell’attenzione, ma adesso avete imparato a giocare in squadra. Bravi! Smezzo di trasporto: Sidecar.

ACQUARIO (20 Gennaio-19 Febbraio) Avete bisogno di recuperare il vostro centro e Ottobre sarà il momento ideale per attuare questa rinascita. Per farlo vi avviso, dovrete rinunciare alla folla, alla compagnia delle persone. Adesso vi esorto a stare in solitudine, sarà funzionale al lavoro interiore che dovete fare. Non abbiate paura, starete benissimo. Mezzo di trasporto: Chopper.

VERGINE (24 Agosto-22 Settembre) Ottobre vi vede pigri, molto pigri. Sia fisicamente che di testa: prendete pochi impegni, siete svogliati e spesso rispondete male. Soprattutto non amate troppo quando i vostri piani vengono sconvolti dagli altri. Spesso mi sono raccomandata di essere più flessibili, forse è venuto il momento di ascoltarmi. Mezzo di trasporto: Bici con pedalata assistita.

PESCI (20 Febbraio-20 Marzo) Se tutto è andato come doveva andare il mese scorso, adesso ne raccoglierete i frutti e sarete in una forma smagliante, sia interiore che esteriore: avete capito che tutto ciò che vi mancava era trovare quella persona o quelle persone che sanno ascoltarvi e comprendervi realmente. Ora siete in grado di affrontare qualsiasi cosa. Mezzo di trasporto: Canoa.




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