LussinO Foglio della Comunità di Lussinpiccolo
Storia, Cultura, Costumi, Ambiente, Attualità dell’Isola di Lussino Quadrimestre 32 - Aprile 2010 - Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 622/96 - Filiale di Trieste C.P.O. - Via Brigata Casale Tariffa Associazioni senza fini di lucro: art. 1, comma 2, D.L. 353/2003 convertito in Legge 27/2/2004 n° 46, DCB Trieste In caso di mancato recapito inviare all’Ufficio Trieste C.P.O. per la restituzione al mittente che s’impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto
La Marineria Lussignana di Licia Giadrossi-Gloria Tamaro
Gli inizi: Marinai e Patroni Solcare i mari era un lavoro durissimo, così come rendere fertile una terra di sassi, di grotte, di macchia mediterranea densa e spinosa come era l’isola di Lussino. Quel calcare bianco, abbacinante sotto la luce del sole, era poco produttivo, solo capre e pecore potevano sopravvivere con quel poco che il suolo dava; la miseria è stato il motore che ha lanciato i lussignani sul loro mare, il Golfo di Venezia, con imbarcazioni di piccolo cabotaggio, per trasportare nella Serenissima Repubblica di San Marco il
Lussinpiccolo, la Valle d’Augusto – foto Rita Cramer Giovannini
pescato, conservato in “salume” o in “zeladìa”, oppure il legname da fuoco. Questo proveniva in buona parte dall’Istria e dalla Dalmazia, portato soprattutto da navigli di Lussino, specializzati in questo intenso traffico regolare con la Dominante. Nei “bulletari” di Ossero del 1519 compaiono notizie sui primi isolani dediti al trasporto: Forzinich, Marussich, Vidulich. Un antico patrone di cui si ha notizia è Simon de Bartole Romagnolich da Lussingrande che la notte del 20 novembre 1602 col suo “vassello” fece naufragio