LussinO Foglio della Comunità di Lussinpiccolo
Storia, Cultura, Costumi, Ambiente, Attualità dell’Isola di Lussino Quadrimestre 52 - Dicembre 2016 - Poste Italiane SPA - Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 622/96 - Filiale di Trieste C.P.O. - Via Brigata Casale Tariffa Associazioni senza fini di lucro: art. 1, comma 2, D.L. 353/2003 convertito in Legge 27/2/2004 n° 46, DCB Trieste In caso di mancato recapito inviare all’Ufficio Trieste C.P.O. per la restituzione al mittente che s’impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto
Nazario Sauro, audace rondine del mare di Licia Giadrossi-Gloria Tamaro Così lo chiamava la figlia Anita, classe 1908 (da Anita Garibaldi). Egli rivive a cent’anni dalla morte attraverso i documenti e i ricordi di famiglia perché suo nipote l’ammiraglio Romano Sauro ha pubblicato assieme al figlio Francesco una seconda edizione del libro a lui dedicato: “Nazario Sauro, storia di un marinaio”. Si tratta della stessa collana “Acque vive” di letteratura, storia e varia dell’Adriatico cui appartiene anche il libro “Giuseppe Martinoli, una vita dedicata alla botanica” a cura di Adriana Martinoli (La Musa Talia Editrice, Venezia). Il libro dei Sauro narra la storia di questa famiglia da sempre legata al mare, coraggiosa e intraprendente, in cui l’esponente più famoso Nazario viene descritto nella sua interezza, al di là del mito che lo ha sempre esaltato. Amava l’Italia e i rischi, odiava l’Austria e Francesco Giuseppe, marinava la scuola per il mare. Nazario Sauro è stato giustiziato a Pola cento anni fa, ma il suo nome risuona ancora dappertutto in tantissime vie e scuole a lui intitolate. A Lussinpiccolo la Nautica si chiamava Istituto Nautico Nazario Sauro, a Trieste ci sono Riva Nazario Sauro, Circolo Marina Mercantile Nazario Sauro, Scuola Media ed Elemantare Statale Nazario Sauro, a Muggia pure e così in tutta Italia, in totale più di quaranta.
A Capodistria, in Francia, a Trieste Nazario Sauro nacque a Capodistria il 20 settembre 1880 in piazza Sant’Andrea da Anna Depangher e da Giacomo Sauro “Bareta” esperto marinaio che aveva navigato a lungo, fin da giovanissimo, su tutti i mari del mondo come mozzo, timoniere, carpentiere, aiuto comandante e poi sul suo piccolo motoveliero, il San Nazario.
Quarnero, Galiola
Gli affari però non andavano bene e quindi per motivi economici la famiglia si trasferì in Francia, tanto che i suoi, da allora lo chiamarono sempre Nazarì. A Cette, oggi Sète, a 6 anni ebbe un incidente a un occhio, mentre era affaccendato a costruirsi una barchetta. L’urto al braccio di una coetanea e il chiodo che usava lesero la cornea dell’occhio destro. La madre fece tutto il possibile per far recuperare la vista al figlio; lo portò anche a Trieste dove finalmente un oculista austriaco riuscì nell’intento. Questo problema ormai risolto si rivelò sufficiente a esonerare Nazario dal servizio militare austro-ungarico ma fu anche determinante a riconoscerlo a Pola nel corso del breve processo che lo condusse al capestro per alto tradimento il 10 agosto 1916, a 36 anni. Un’epidemia di colera costrinse i Sauro a rientrare a Capodistria, Giacomo acquistò un piroscafo a elica, il Carpaccio, per poi far costruire uno stabilimento balneare galleggiante a Punta Grossa (1899). Crescendo Nazario frequentò, dopo le scuole elementari, il Ginnasio civico ma non aveva interesse per lo studio, bigiava le lezioni, amava il mare, la barca a vela, le lance a remi. Nel 1895 abbandonò la scuola e si diede al navigare. Nel 1901 sposò Caterina (Nina) Steffé, nonostante il parere contrario dei genitori di lei perché era un marinaio ribelle, litigioso, sempre avverso all’Impero austro ungarico, una testa calda insomma, ma lei era incinta. Si sposarono il giorno prima che nascesse il primogenito Nino (1901, da Nino Bixio), testimone di nozze era l’amico Piero de Manzini che divenne poi podestà di Capodistria. In seguito nacquero Libero nel 1907, Anita nel 1908, Italo nel 1910 e Albania