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LAVORO DI RICERCA CLASSI 5 ITI A/B - 2010/2011

COMPUTER

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WORKFLOW DI PRESTAMPA

Cos’è un Workflow, a cosa serve e quali soluzioni esistono nel mercato. di Davide Armari, Giulia De Rossi, Niccolò Gallo e Valentina Lovisetto

COS’È UN WORKFLOW?

La teoria e le applicazioni del workflow management promuovono la gestione dei gruppi di lavoro e migliorano la produttività. Un processo consiste in una o più attività ognuna delle quali rappresenta un lavoro da svolgere per giungere a un obiettivo comune. Il workflow management sostiene l’organizzazione del processo di lavoro mediante l’utilizzo di software specifici. Le attività possono essere svolte dai partecipanti o da applicazioni informatiche. I sistemi software che sanno interpretare una serie di regole procedurali integrano diverse funzioni: utilizzano strumenti dell’Information Technology per la condivisione dell’informazione e gestiscono la comunicazione e il passaggio di compiti da un collaboratore all’altro. Sono chiamati “Workflow management systems”. In ambito grafico esistono tuttavia alcuni flussi di lavoro che possono utilizzare o digital master raster (ROOM) o digital master vettoriali (NORM).

ROOM (RIP ONCE OUTPUT MANY)

Il nucleo centrale del sistema di prestampa è un unico RIP che pilota tutti i dispositivi di output presenti nel sistema. È considerato un flusso di lavoro molto affidabile proprio perché, grazie alla monorasterizzazione le bozze visionate dal WORKFLOW DI PRESTAMPA - P. 1

cliente sono ottenute dallo stesso file, che sarà usato per la stampa su pellicola o lastra.

NORM (NORMALIZE ONCE RENDER MANY)

Il NORM prevede l’utilizzo di file prima “normalizzati” e che vengono inviati poi ai RIP collegati a ogni periferica. Questo flusso è basato sull’ Adobe PDF che diventa il digital master. La normalizzazione consiste nell’ordinamento dei codici PostScript secondo una sequenza logica e ordinata che rende le pagine indipendenti tra di loro, a differenza di un file PostScript in cui le pagine sono indissolubilmente legate tra di loro. Ogni casa produttrice di macchine da stampa, sia offset che digitali, propone un proprio workflow in modo da poter gestire nel miglior modo tutti i dispositivi a disposizione.

PRESSTEK LATITUDE

Presstek Latitude è altamente automatizzato. È una soluzione avanzata di workflow di prestampa powered by EskoArtwork Odystar. Basato sul formato nativo PDF 1.7, supporta i più recenti standard in JDF e Certified PDF. Offre una gamma completa di strumenti di prestampa, di preflight, certificazione PDF e la correzione automatica dei documenti fino al

trapping avanzato e l’imposizione. Latitude è stato progettato per automatizzare il lavoro quotidiano in un ambiente di produzione di prestampa. Oltre a guidare i dispositivi di output, fornisce strumenti di lavoro estremamente flessibili che consentono di automatizzare molti processi e delle comunicazioni. In esecuzione su Mac OS X, Latitude è aperto a tutti gli ambienti di prestampa e dell’editoria. È molto facile integrare i prodotti di terze parti in Latitude. Qualsiasi applicazione che è script, così come cartella applicazioni hot-based, può essere integrato. Latitude è scalabile e “può crescere con voi, come la vostra azienda ha bisogno di cambiamenti”. Latitude permette agli utenti di distribuire il flusso di lavoro su più piattaforme hardware con il bilanciamento del carico completamente automatizzato. Creare un prodotto stampato significa mettere insieme tutta una serie di singoli processi: dal lavoro alla pianificazione della produzione e dalla prestampa, stampa e finitura alla consegna del prodotto finito e la fatturazione. Se si vuole avere successo sul mercato, è necessario gestire questi processi in modo efficiente e avere il controllo completo del flusso di lavoro. Per questo motivo le aziende stanno cercando di organizzare la produzione nel


modo più completo possibile ponendosi come fornitori di servizi di media per i loro clienti. In questo settore, è particolarmente importante mantenere gli aspetti dei costi sotto controllo. Tutto ciò che può avere un effetto negativo sul flusso di lavoro e quindi il reddito di un’azienda di stampa deve essere attentamente controllata. Come regola generale, i punti deboli sono le interfacce tra le varie parti di flussi di lavoro di una azienda di stampa e quelli con i suoi clienti e fornitori. In termini concreti, l’elaborazione degli ordini, prestampa, stampa e finitura operano ancora in gran parte separatamente le une dalle altre. Come risultato, la comunicazione tra le singole aree non è sempre perfetta e la sola base uniforme dei dati è il job ticket. La soluzione è non solo quella di collegare senza soluzione di continuità tutti i passaggi all’interno della filiera produttiva, ma anche di collegarsi a questi flussi di lavoro durante tutto il processo di gestione, offrendo notevolmente maggiore economicità ed efficienza.

HEIDELBERG PRINECT

Prinect rappresenta il flusso completo di lavoro Heidelberg. Il nome “Prinect” sposa le due parole “stampa” e “Connetti”. Si integra ed ottimizza i flussi di lavoro in aziende di stampa. L’interazione con precisione sintonizzata delle varie componenti Prinect aumenta l’efficienza del workflow di produzione, offre una maggiore trasparenza dei processi e accelera in tal modo l’intero flusso di lavoro. Prinect fornisce un notevole contributo per aiutare le aziende a realizzare appieno il loro potenziale di razionalizzazione e ottimizzazione, migliorando così le prestazioni della tipografia e conseguire margini di profitto maggiore. Dal momento che ogni azienda di stampa ha le sue specifiche esigenze, Prinect non è concepito come un prodotto standard, ma piuttosto come una soluzione modulare. Questo significa che è possibile aggiungere componenti Prinect in qualsiasi momento, adattando il flusso di lavoro alle esigenze dell’ azienda. Tutti i componenti Prinect sono basati su standard aperti come il PDF (Portable Docu-

Schema del flusso di lavoro Heidelberg Prinect

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ment Format), PPF (Print Production Format) e JDF (Job Definition Format).

DIGRAPH PROXFLOW

Con Proxflow, il flusso di lavoro Digraph sviluppato insieme a TecnoTronica è possibile controllare, correggere e gestire qualsiasi commessa avendo a disposizione una vasta gamma di strumenti di imposizione tra cui prova colore certificata, coordinando tutte le risorse della prestampa. Ciò significa garantire sempre la conformità del risultato richiesto in fase di stampa. Proxflow, basato su PDF ed integrabile in qualsiasi realtà aziendale, permette l’aumento della produttività in piena consapevolezza e secondo le proprie esigenze. Il sistema Proxflow si integra in qualsiasi azienda dove possono essere già presenti server o eventuali computer RIP. Il software e le diverse interfacce del computer Black-Brain permettono una efficace e performante connessione con eventuali sistemi di produzione presenti nelle tipiche aziende della prestampa. Nella configurazione tipica, Proxflow genera delle connessione di rete dirette per trasmettere circa 22MByte di dati al secondo verso specifici computer senza creare il solito “traffico” nella rete aziendale. Nato per gestire il settore della prestampa, Proxflow è un sistema composto da un computer con altissime performance di calcolo e da un software con una interfaccia grafica curata nei minimi dettagli. Il sistema è “aperto” ed è predisposto a qualsiasi evoluzione per adattarsi alle differenti necessità di produzione. Con Proxflow è possibile controllare, correggere e gestire qualsiasi commessa avendo a disposizione una vasta gamma di strumenti e preferenze. È in grado di coordinare tutte le risorse dedicate nella prestampa come fotounità, stampanti, compu-


ter to plate, prove colore, cianografiche, server, ecc. Il controllo di qualità garantisce sempre la conformità del risultato richiesto in fase di stampa, evitando le solite distrazioni o “sorprese” nei documenti stampati. Il sistema Proxflow è installabile o integrabile in qualsiasi realtà aziendale. Organizza, coordina e controlla automaticamente qualsiasi flusso di lavoro in piena consapevolezza e secondo le proprie esigenze. Tutti i comandi esposti graficamente rendono intuibili ed immediate le operazioni di controllo e di intervento. Lo stretto contatto di collaborazione con i clienti di Proxflow, permette una continua evoluzione del programma grazie ai continui suggerimenti.

PRINERGY: IL RE DEI SOFTWARE BY KODAK

Il suo nome è leggendario e non ha bisogno di presentazioni. La suite si compone di 6 differenti applicativi, che consentono di gestire completamente tutte le operazioni da eseguire sul documento, dalla creazione del PDF fino alla scrittura su lastra o altro output. I software nel pacchetto sono Prinergy Connect, Prinergy direct, Prinergy powerpack, Synapse Prepare, Synapse InSite, Synapse Link. Prinergy Connect è basato su un database Oracle, che tiene traccia dello stato di avanzamento dei lavori e dà le informazioni necessarie per conoscere lo stato di un singolo file. Attraverso questo database e il software Synapse InSite è possibile anche condividere alcune delle informazioni via web, magari con il cliente che dall’ufficio visualizza le pagine per l’approvazione o lo stato di avanzamento dei lavori. Il software Prinergy Connect si avvale invece di vari moduli che consentono di realizzare il refining, la conversione del PDF in digital master, il trapping, la gestione e WORKFLOW DI PRESTAMPA - P. 3

conversione del colore, fino all’imposizione. Varie sono le versioni disponibili: EL, dedicato al mondo degli stampatori commerciali, gestisce CTP e CTF da 4 a 8 pagine, posizionandosi come una sorta di soluzione “entry level”. C’è poi una versione SS (Single Server) che aggiunge funzionalità di archiviazione, un modulo di refining aggiuntivo e l’uso di un server con 4 CPU per garantire una maggior prestazione nel calcolo. La versione MR può gestire CTP da 4 e 8 pagine, ma anche i VLF: per fare questo aggiunge alle funzioni della SS una stazione di rendering dedicata e 5 postazioni per l’utilizzo simultaneo del sistema da parte di 5 operatori. Arriviamo quindi alla versione HV, il top della gamma, costituita da 2 server con 4 CPU che lavorano assieme per meglio distribuire il carico di lavoro. HV ha inoltre strumenti dedicati e più potenti per la fase di normalizzazione, trapping e proofing. Se abbiamo bisogno di interfacciarci con prodotti che non sono della famiglia Creo/Kodak dovremo invece utilizzare Prinergy Access, che consente di effettuare l’uscita su modelli differenti di CTP e CTF a 4 o 8 pagine. Prinergy direct, infine, è un software che consente il trasferimento dei lavori tra sistemi Prinergy remoti, mantenendo inalterate tutte le opzioni dei singoli file; questo è possibile anche grazie alla compatibilità del sistema con il formato JDF. Chiudiamo con la famiglia dei prodotti Synapse: Prepare, InSite e Link. Il primo prodotto consente di generare file PDF conformi agli standard decisi dallo stampatore; InSite permette l’invio via web dei lavori, l’interazione cliente/fornitore, il monitoraggio dell’avanzamento dei progetti, l’approvazione delle pagine e la gestione on-line di tutte le attività che altrimenti faremmo in loco oppure al telefono. Parliamo infine di Link, che consente l’interazione e lo scambio d’informazioni tra sistemi di prestampa

e sistemi gestionali, per garantire una perfetta integrazione dei dati di prestampa con quelli di stampa e delle materie prime consumate, il tutto da utilizzarsi poi in fase di consuntivazione.

TRUEFLOW 3: IL WORKFLOW SECONDO SCREEN

In questa rapida carrellata di prodotti non poteva mancare Trueflow 3 di Dainippon Screen. Anche questo prodotto è basato sullo standard JDF e quindi consente l’interazione con diversi prodotti e apparecchiature per poter scambiare dati in maniera automatica. I file accettati in input sono 3 tipi di PDF: PDF/X1-a, PDF/X-3 e PDF certificati. Oltre al PDF il software accetta anche file PostScript 3. Come Output possiamo utilizzare il formato Trueflow outline PDF, oppure il classico TIFF 1-bit. Anche per questo prodotto i moduli attivabili sono vari, dalla conversione e gestione del colore fino al trapping automatico, all’imposition, alla gestione dei colori spot e al preflight basato sulle librerie di Enfocus PitStop. Analizzando alcuni moduli offerti all’interno di questa soluzione si parte dal modulo di trapping, completamente automatico e configurabile all’interno del flusso, cui si affianca un software denominato Trap Editor, che consente di gestire in maniera più interattiva e mirata il trapping sulle nostre pagine. Altrettanto potente è il modulo per la gestione dei colori spot, che possono essere filtrati e messi assieme creando un’unica tinta: se abbiamo due tinte con due nomi differenti, ma i due colori uguali, il software le unisce in automatico. Molto interessanti sono le funzionalità offerte dal supporto JDF. Esistono 3 tipi di workflow attivabili: hot folder, job container e job recorder. Il primo tipo di workflow consente di creare una cartella con un ticket assegnato che, alla rice-


zione del file, provvede a lavorarlo in automatico fino alla fase di output. La seconda modalità prevede invece la creazione di un flusso intelligente che attende il completamento della segnatura prima di procedere al completamento della lavorazione del file e permette, inoltre, di lavorare parallelamente fi le con ticket diversi che poi confluiranno tutti all’interno di un’unica segnatura. L’ultima tecnologia è invece orientata alla versatilità estrema, consentendo di realizzare ticket differenti all’interno del nostro flusso, eseguendo modiche delle singole pagine all’ultimo minuto, assegnando ticket differenti a segnature o pagine diverse e abbinando automaticamente un file ad una segnatura.

AGFA APOGEE X 3.0

Altro nome storico nel campo del workflow management è Agfa, con il suo ApogeeX 3.0, un prodotto modulare e compatibile con JDF. Passiamo all’analisi delle versioni di ApogeeX. I moduli utilizzabili sono: input, normalizing, preflighting, flattening, trapping

del PDF, imposition, rendering, output su proofer, gestione dei digital master, output su CTP e CTF. L’operatore, da un’unica interfaccia grafica, può gestire il flusso nella sua interezza, dalla creazione dell’imposition a quella di job ticket, fino al monitoraggio degli eventuali errori o dello stato di avanzamento del lavoro. Anche in questo caso il sistema si basa su ticket che contengono tutti i moduli attivi per quel flusso e tutte le specifiche abbinate alla singola fase: questi “mega ticket” vengono chiamati production plans. Di seguito elenchiamo alcune specificità di tale flusso di lavoro. Iniziamo dal modulo di imposition, che utilizza template di Preps: schemi salvati in Pjtf o JDF che, una volta caricati e abbinati al ticket del modulo, vengono applicati in automatico. Il modulo di preflight si basa invece su Enfocus PitStop Server: i profili di preflight possono essere integrati con altri creati dall’utente. Continuiamo con il modulo di flattening, utilizzato per appiattire in modo semplice e veloce file con trasparenze in un documento privo di queste specificità.

Schema del flusso di lavoro ScreenEurope Trueflow

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La gestione del rendering e del trapping viene effettuata con due moduli Adobe In-Render Separation e In-Render Trapping, che effettuano il rendering e l’applicazione del trapping sui file raster, precedentemente all’applicazione del trapping. L’utente dovrà definire con un apposito plug-in di Acrobat le specifiche di trap da applicare. Anche i moduli di gestione del colore e di proofing si basano sulla tecnologia Adobe, per assicurare la massima qualità di visualizzazione dei digital master su monitor o l’output su proofer. Per finire arriviamo all’integrazione con i sistemi gestionali, che non può mancare. Possiamo tenere traccia di differenti dati correlati al file, che poi possono essere inviati a vari software per consuntivazione, ristampa o controllo. A questo si aggiunge il modulo di invio delle pagine via web, per l’approvazione remota da parte del cliente.


RICAPITOLANDO Casa

Modello

Formati supportati

PRESSTEK

Latitude

Formato nativo PDF 1.7 JDF Certified PDF

HEIDELBERG

Prinect

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DIGRAPH

Proxflow

-

KODAK

Prinergy

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DAINIPPON SCREEN

Trueflow 3

PDF PDF/X1 PDF/X3 JDF

AGFA GRAPHIC

Agfa Apogee X 3.0

JDF Pjtf PDF PDF/X1 PDF/X-3 PDF/X-4

Siti internet consultati: www.presstek.com www.heidelberg.com www.digraph.it www.graphicskodak.com www.screeneurope.com

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SOFTWARE DI IMPOSITION

Sistema digitale che permette di collocare più pagine di un lavoro editoriale, all’interno di un unico layout, secondo specifiche tecniche relative alla macchina che ne realizzerà la stampa e al formato della carta sul quale verrà stampato. di Ambra Pasianotto, Alessia Lara Zacco, Filippo Maitan.

PRE-RIP

La segnatura viene realizzata da

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L’imposition è la fase del processo grafico in cui vengono impostate le segnature. Per realizzarle bisogna tener conto del formato finito del prodotto, devono esserci dei segni utili nella fase di stampa e rilegatura come i crocini, le scale di controllo, il colore d’inchiostro della lastra, lo spazio per il lato pinza (almeno 1 cm per permettere la presa del foglio in stampa, ma varia da processo a processo), i segni di taglio, il numero della segnatura corrente, segni di piega, rifilo. A questo scopo è necessario che l’operatore abbia già chiaro come deve essere il risultato finale, dov’è la testa e il piede del foglio, come deve essere rilegato e quali formati macchina riesce a supportare il processo scelto per la stampa. Inoltre l’operatore deve sapere qual è il formato migliore da usare per ottimizzare lo spazio sul foglio e creare meno sprechi possibili. Questo processo veniva fatto manualmente, facendo un montaggio delle pagine su pellicola. Oggi grazie alle tecnologie CTF (Computer To Film) e CTP (Computer To Plate) questa operazione viene fatta direttamente a computer con tutti i file in digitalizzati. Esistono due tecnologie principali in cui lavorano i software d’imposition: il pre-rip ed il post-rip.

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L’IMPOSITION

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C M Y

C M Y

BIANCA

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VOLTA

Front

Back

un software standard da il file originale o da file PostScript o PDF con i dati in alta risoluzione. Il file generato dal software verrà inviata al RIP che provvederà ad interpretare e rasterizzare i dati. Siccome il RIP deve rasterizzare una grande quantità di dati il processo viene rallentato. Un altro svantaggio di questo metodo è che se c’è un’errore in una pagina, bisogna correggerlo sul file originale, rifare il PDF, reinserirlo nella segnatura e ri-rasterizzare il tutto.

è che in caso di errore su di una singola pagina, viene corretta in originale, ma la ri-rasterizzazione avviene solo per quella pagina per poi essere ricollegata al file della segnatura.

Schema di impaginazione utilizzato per la composizione delle segnature

POST-RIP

È il tipo di imposition fatta ad esempio con InDesign. Le pagine del file originale in PDF vengono inviate al RIP, così facendo si ottiene una rasterizzazione a pagina singola. La segnatura viene poi eseguita “collegando” ogni singola pagina al proprio posto. Inoltre c’è il collegamento di ogni singolo riferimento per la stampa e per la rilegatura. Il vantaggio di questo metodo

COME FUNZIONA UN SOFTWARE DI IMPOSITION?

I software di imposition sono dei programmi specifici per la realizzazione di segnature. Alcuni operatori usano anche i programmi di impaginazione come InDesign o Quark Xpress. L’operazione richiede più tempo ed una maggiore sicurezza ed esperienza da parte dell’operatore nel suo lavoro. I software d’imposition provvedono a realizzare una segnatura corretta in modo quasi del tutto automatico. Prendiamo ad esempio Preps. Abbiamo già il file in PDF delle nostre pagine, creato precedentemente con programmi d’impaginazione e reso importabile a pagina singola. Per creare la se-


gnatura basta indicare il numero di pagine per foglio (es. quartino, sedicesimo...), poi indicare dove vanno collocate le pagine in bianca, di solito le successive vengono sistemate in automatico dopo le prime due/tre pagine indicate dall’operatore. Nel foglio in volta la pagine si dispongo in modo automatico. Le pagine che ci interessano per quella segnatura, vengono importate dal file PDF originale secondo le indicazioni dell’operatore. Inoltre è possibile aggiungere i vari valori di controllo e segni per la rilegatura, di cui bisogna indicarne sempre la posizione. Questo software permettere di creare una segnatura alla volta (es. un quartino), perciò bisogna fare attenzione alle pagine che s’importano. Una volta finita l’imposition il file che ne risulta può essere scritto su pellicola o su lastra. Il vantaggio di usare software d’imposition sono sicuramente una riduzione notevole del tempo, una fuori uscita di un’unica pellicola o lastra per colore, una precisione assoluta del registro e una maggiore organizzazione del flusso di lavoro. Analizziamo ora alcuni software d’imposition presenti attualmente sul mercato.

METRIX

Software leader nella pianifica-

zione dei lavori e dell’imposizione stessa, permette di creare varie soluzioni per poi consentire all’operatore di scegliere quella più semplice ed efficace. I parametri per creare le varie opzioni possono essere inserite manualmente dall’operatore oppure possono essere importate da sistemi da lavoro MIS o di altro tipo. Per raggiungere l’imposizione ottimale vengono calcolati i vari parametri secondo sofisticati algoritmi e una logica in cui vengono scelte le soluzioni più convenienti. È un software che riesce a trovare un adeguato risultato anche sui file che sembrano impossibili da progettare e poco redditizi, non deludendo l’operatore che ne fa uso. I file creati da Metrix sono direttamente inviabili ai CTF, CTP o apparecchi per la prova colore. Metrix dispone di un database in cui l’operatore deve inserire le caratteristiche delle macchine da stampa presenti in azienda, delle macchine di rilegatura, i flussi di lavoro disponibili e la caratteristiche sui clienti. Inoltre devono essere forniti i dettagli sul lavoro finito, come ad esempio il formato, il numero di copie ed il numero di pieghe. Una volta compilato bene il database e fornito tutti i dati necessari, Metrix è in grado di realizzare varie opzioni di pianificazione con

Loghi dei programmi utilizzati per l’imposition

Imposition Studio SOFTWARE DI IMPOSITION - P. 2

dettagli sul lavoro, costi, quantità ecc. oltre che ha proporre file d’imposition. La scelta finale sul più conveniente spetta all’operatore. I file finali di Metrix possono essere usati in: • stampanti capaci di produrre un lavoro monofoglio e piegato; • stampanti capaci di produrre un lavoro rilegato, comprese la cucitura a sella e libri brossurati, riviste, cataloghi, opuscoli e altro ancora; • stampanti capaci di ricevere ordini attraverso un sistema Web to Print; • le stampanti che lavorano a banda di conduzione e tanti altre produzioni in base al risultato che si vuole ottenere.

IMPOSITION STUDIO 3.7

Imposition studio è un software professionale per la creazione di segnature per le macchine da stampa digitali od offset. Il programma fa parte della casa produttrice Farrauck, da anni produttrice di programmi per il workflow e l’imposizione grafica. Il file finale è un unico PDF da file originali composti da più PDF. Imposition Studio dispone di alcuni template standard per la realizzazione delle segnature, in più l’operatore può creare i propri template con i numero di file desiderato e con lo stile di stampa che più preferisce. Il file d’origine deve essere un PDF contenente tutte le pagine di un libro o una rivista. Per realizzare un’imposition si deve selezionare il PDF come sorgente e il numero di pagine necessarie per la segnatura. Impostare le specifiche per la macchina da stampa ed impostare lo stile di margine e di uscita. Fare clic sul pulsante Esporta in PDF per creare un PDF di imposizione finale. È quindi possibile utilizzare il file in uscita su CTP. Ecco le principali caratteristiche del programma:


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layout personalizzati; nessuna applicazione per terze parti richiesta; è possibile allegare più file in formato PDF; modelli riutilizzabili; segni di taglio personalizzabili; supporto di posizione per il CTP; è possibile inserire i segni per ottenere una cucitura a sella; impostazioni automatiche di perfezionamento per l’uscita in CTP; supporta la clonazione di pagina.

DYNA STRIP

È una suite di software specializzati su imposition e workflow, specialmente lavorando con più postazioni. Dispone di quattro varianti: Dyna Compact, DynaStrip Full, DynaStrip Rete e DynaStrip Fusion, ognuna con funzioni più o meno specifiche in base al lavoro che deve essere prodotto. Quando apriamo un lavoro in Dyna ci viene presentata una finestra che funge da tavolo luminoso, con tutti gli oggetti per creare ciò che l’operatore vuole, inoltre sono presenti ben tre barre di strumenti per aggiornare il layout su cui stiamo lavorando. DynaStrip offre tre modi diversi per creare un nuovo lavoro: utilizzando il metodo predefinito, utilizzando l’interfaccia veloce per la realizzazione di layout o utilizzando Importa JDF per ex-dati tratto da un file JDF. I layout possono essere di due tipi: Job Definition (standard) che permette un controllo completo di tutte le impostazioni di lavoro. Poi c’è il Layout Quick che è una modalità molto più semplice che segue l’operatore nella creazione della segnatura e le impostazioni sono predefinite. Dyna ha anche una soluzione per la realizzazione di workflow ed inoltre il JDF di Dyna è certificato dal CIP4. SOFTWARE DI IMPOSITION - P. 3

VANTAGGI PRINCIPALI • creazione facile di modelli: i modelli realizzati possono essere riutilizzati, modificati o creati al volo. Non è necessario crearne di nuovi ogni volta; • interfaccia semplice e comprensibile; • è possibile gestire più clienti alla volta; • pianificazioni del lavoro d’uscita, anche su locali lontani tra loro; • licenze di lavoro compatibili con diverse modalità d’output.

KODAK PREPS

Kodak Preps è un software d’imposizione molto veloce e facile da utilizzare, riducendo drasticamente i costi e i tempi del lavoro.

Supporta lavori complessi per il digitale e la stampa con elementi di contenuto e dati provenienti da una varietà di fonti. Preps riesce a lavorare in modalità completamente automatica. Nell’ultima versione del software (6.0), l’interfaccia utente è stata semplificata per mettere l’operatore a proprio agio, sono aumentate anche la facilità di creare, modificare e visualizzarne l’anteprima. Le imposizioni sono più veloci da costruire, da zero, o sulla base di un modello esistente. Il software è disponibile sia per sistema operativo Windows che Macintosh. Può essere utilizzato con terze parti RIP e flussi di lavoro o come parte integrante di una soluzione di workflow. Il lavoro è previsto in tempo reSetup di imposition


ale, con la possibilità di ingrandire sui dettagli delle segnature. C’è la possibilità di salvare i modelli e grazie alle biblioteche, i lavori possono essere ripetuti in modo efficiente ed automatico. Per personalizzare una segnatura basta assegnarle lo stile che vogliamo, in più il software ci aiuta nella scelta del formato minimizzando gli sprechi. Quando il tutto è pronto, è possibile stampare un report dettagliato del piano di lavoro e un JDF con i dati di piegatura e taglio, per velocizzare le operazioni successive.

PRINECT SIGNA STATION

Signa Station è il software dedicato ai workflow ed all’imposition di casa Heiderlberg. Alcune delle caratteristiche del programma sono la semplicità d’uso dell’interfaccia, un controllo visivo di tutte le fasi del workflow, una separazione tra le pagine digitali e quelle da stampare ed uno speciale modulo per la stampa di packaging. Signa Station provvede inoltre a consigliare delle giuste condizione per ottenere un’ottima efficienza lavorativa e ridurne il tempo, anche nelle fasi di stampa e rilegatura. SignaStation riesce a creare un’unico file d’uscita da più file d’entrata, ad esempio se abbiamo un lavoro in bianco e nero, il software crea subito la singola uscita, senza che glielo indichi l’operatore. Il programma permette di lavorare in varie modalità, a seconda del file che si vuole creare e l’abitudine di lavoro dell’operatore. Dispone anche di modelli predefiniti sia per le imposition che per i workflow. I lavori vengono ordinati in una finestra di ricerca secondo la struttura della produzione. Un lavoro in media consiste in varie parti, come la copertina e il contenuto, la confezione, livelli e ripetizioni individuali. La finestra di ricerca ci mostra le impostazioni per il lavoro SOFTWARE DI IMPOSITION - P. 4

Schermata di impaginazione appartenente al programma PREPS

corrente. È semplice anche creare diverse versioni dello stesso file, come ad esempio la modalità multilingua. Il software provvede ad aggiungere i segni di taglio, il formato e altre informazioni per la segnatura. Permette di realizzare file d’uscita in formato JDF e PPF. PRINCIPALI FUNZIONI • efficiente imposition con la fondamentale distinzione tra pagine da stampare e pagine digitali; • assistenza nel lavoro; • struttura pulita del lavoro; • creazione libera dei segni di taglio e stampa; • semplice realizzazione di segnature per diversi tipi di output; • ottimizzazione del lavoro, indicando reperti e tempi necessari per la realizzazione; • alta qualità per la parte di confezione (vedi parte successiva). LA PARTE DEL PACKAGING Con questa modalità è possibile creare la modalità per le confezioni dei nostri prodotti. Ci permette di caricare file CAD in tutte le estensioni predefinite e prepararlo per la stampa. Il software imposta automaticamente la direzione del foglio, i

reparti ed i tempi in cui è possibile realizzare il packaging. Il sistema è estremamente conveniente per lavorare in modo ben organizzato. Le principali funzioni per il packaging sono: • fasi e reparti per l’organizzazione automatica di reparti con ottimizzazione del lavoro; • separazione degli output per il taglio finale e la produzione finale; • virtuale rappresentazione 3D della scatola con o senza la grafica in materiale opaco, semitrasparente o trasparente; • definizione e pianificazione di tutte le fasi operative.

Siti internet consultati: www.google.it www.dynagram.com www.kodak.it www.devalapi.com www.litotechnics.com microsoft.com/visualstudio


TECNOLOGIE DI RETINATURA Retino stocastico (FM), retino tradizionale (AM) e retino ibrido (XM). La “retinatura” è la tecnica che permette la riproduzione dei toni continui tramite aree inchiostrate discontinue. di Cinzia Segatto, Davide Favaro, Marco Bonucci

LA RETINATURA DELLE IMMAGINI

Per ogni immagine, sia essa a tono continuo, o digitale, si rende indispensabile prima della fase di stampa eseguire la retinatura cioè la scomposizione in tanti piccoli punti più o meno estesi che riproducano l’effetto chiaroscurale dell’originale. La retinatura è necessaria nel procedimento offset, flessografico e serigrafico, in quanto nessuno di questi sistemi è in grado di depositare strati diversi di inchiostro per area unitaria. Il procedimento rotocalco, invece, seppur capace di depositare quantità diverse di inchiostro per unità di superficie, ricorre alla retinatura per un altro motivo: per disporre delle coste, delle cellette indispensabili per sorreggere la racla durante la fase di inchiostrazione. I passaggi tonali della sfumatura sono dovuti alla sensazione visiva che l’occhio percepisce, variabile a seconda dell’area coperta dal puntino, rispetto alle altre zone rimaste scoperte. L’occhio umano, non avendo il potere risolutivo in grado di percepire questi piccoli punti, avrà una visione dell’intera area con l’impressione di diversi livelli di grigio. Il valore dell’area retinata è espresso da un numero in percentuale di area coperta rispetto ad un’area unitaria. Il valore minimo sarà 0% e il massimo 100%. TECNOLOGIE DI RETINATURA - P. 1

Esempio di immagine retinata

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Esempio di scala retinata

Di ogni immagine retinata si possono distinguere alcune caratteristiche fondamentali: 1. Lineatura (L/cm, numero di file di punti in un cm lineare o LPI per pollice); da questa grandezza si può ricavare il “modulo di retino”, cioè lo spazio quadrato entro il quale viene costruito il singolo punto del retino; 2. Forma geometrica del punto (quadrato, tondo e ellittico); 3. Inclinazione del retino: misurata sulla diagonale dei punti.

La retinatura viene utilizzata con la tecnica elettronica, che prevede l’uso di un calcolatore digitale nella fase di filmatura (CTF), o nella fase di incisione lastre (CTP), sempre mediante l’uso di una sorgente laser. Il RIP (Raster Image Processor), comanda il dispositivo di scrittura e indica al laser dove scrivere o non scrivere. Queste informazioni costituiscono quella che più comunemente è chiamata raster.


RETINO TRADIZIONALE

Il retino tradizionale viene anche chiamato AM, Amplitude Modulation, variazione dell’ampiezza dei punti. I punti piccoli rappresentano le zone chiare mentre i punti grandi rappresentano quelle scure, questo per ottenere un diverso effetto chiaroscurale. Il retino AM è caratterizzato dall’inclinazione e dalla lineatura. La sovrapposizione dei vari colori produce l’effetto moiré e l’effetto rosetta. Il moiré è il difetto ottico di disturbo che si verifica ogni volta che Retino AM

si sovrappongono trame regolari con assi equidistanti. Per evitare questo difetto, in fase di generazione del retino, i colori devono essere inclinati fra loro di 30°, il colore più chiaro, generalmente il giallo, deve essere collocato a 90° con la distanza di 15° dal colore più vicino.

RETINO STOCASTICO

Il retino stocastico viene anche chiamato FM (Frequency Modulation), dove viene appunto modulata la frequenza dei punti. Per evitare la granulosità nel mezzotono, non si usano punti casuali ma viene utilizzata una geometria predefinita e ripetibile. I punti (aventi un raggio di pochi micron; una misura tipica dei puntini che andranno a comporre il retino stocastico sono 20 micron) TECNOLOGIE DI RETINATURA - P. 2

vengono posizionati in maniera casuale Un tempo l’incisione della lastra offset passava necessariamente attraverso il processo di esposizione film/lastra, e inevitabilmente questo passaggio comportava una drastica diminuzione qualitativa del lavoro su lastra, soprattutto nelle zone alte-luci/ombre. La perdita di definizione in queste aree, legata a un’eccessiva incontrollabilità del processo, ha decretato lo scarso successo dei retini FM. L’incontrollabilità del processo derivava dal fatto di dover tenere sotto controllo Retino FM

troppi fattori quali: 1. la potenza del laser per l’incisione del film (CTF); 2. il processo chimico del film sviluppatrice (tempo/temperatura); 3. i parametri di esposizione film/lastre (lampade/tempi di esposizione). Con l’avvento dei CTP si è saltato a piè pari tutto il processo legato alla produzione e alla posa del film. Questa drastica riduzione dei parametri da controllare, ci permette oggi un’agevole gestione dei retini FM. Ora per una corretta produzione delle lastre, basta tenere sotto controllo il chimico di sviluppo mediante l’uso di apposti densitometri per lastra. Questa tecnica è migliore di quella tradizionale in quanto l’im-

magine risulta più “fotografica”, è più ricca di dettagli e con le saturazioni di colore maggiormente evidenti. Utilizzare questa tipologia comporta i seguenti vantaggi: 1. aumento della gamma tonale: comporta un elevato “schiacciamento del punto ottico”, che è facilmente gestibile con corrette curve di compensazione tonale, questo comporta un aumento della gamma tonale; 2. eliminazione del moiré e della rosetta: non utilizzando la classica rosetta, viene eliminata la possibilità dell’effetto moiré da soggetto; 3. aumento dei dettagli: permette di ottenere stampati con una qualità paragonabile al tono continuo; 4. fuori registro meno visibile: non eliminano il fuori registro, ma non essendoci la rosetta, nascondono molto meglio al nostro occhio l’errore di registro; 5. colori più vividi a parità di supporto/inchiostri: l’aumento della gamma tonale, unito alla possibilità di usare inchiostri esacromatici, ci permette la riproduzione di tonalità ancora più estreme; 6. maggiori possibilità di simulazione di colori speciali (es. Pantone); 7. risoluzione scansione immagine più bassa: i micropunti permettono ottimi risultati con risoluzioni circa 30% più basse rispetto alle normali. Esistono altrettanti svantaggi da prendere in esame per ottenere la maggiore prevedibilità possibile da tutto il processo di creazione lastre, messa in macchina e stampa:


1. necessità di un controllo accurato di processo sui file originali in cromia e in prestampa: se chi prepara il lavoro in prestampa sa che il retino utilizzato sarà un FM, dovrà effettuare tutti i controlli di risoluzione immagini e gestione della curva di compensazione tonale necessari alla produzione di un ottimo risultato finale; 2. maggior controllo di processo per l’uscita lastre: in fase di lastrazione del lavoro è fondamentale l’uso di apposite scalette di controllo sulla lastra e relativa lettura densitometrica. Questo tipo di controlli permette di sapere, prima dell’avviamento macchina, se la lastra è stata incisa e sviluppata correttamente; 3. maggior perfezione e controllo di processo in macchina da stampa (pressioni, inchiostrazioni, bagnatura ecc..): in fase di stampa del lavoro è fondamentale l’uso di scale di controllo sul lavoro e relativa lettura densitometrica. Questi tipi di controlli garantiscono che lo schiacciamento del

punto ottenuto in macchina da stampa rispecchi il dot gain previsto in fase di prestampa; 4. minore possibilità di correzioni “colore e densità” in fase di stampa: data la microdimensione dei puntini che compongono il retino FM, duTECNOLOGIE DI RETINATURA - P. 3

rante la stampa, questi risponderanno in maniera meno dinamica alle variazioni di carico inchiostro sui calamai.

STOCASTICO O NO?

La retinatura stocastica, a differenza di quella tradizionale, permette di implementare senza problemi di inclinazione, e quindi di moiré, non solo la stampa a quattro colori ma anche l’esacromia e la multicromia che in alcuni settori (moda, profumeria e cosmetica) si utilizzano spesso. Ma ci sono casi di utilizzo anche per le «normali» stampe in rotooffset di giornali commerciali (offerte dei supermercati) nei quali qualcuno si cimenta nel loro utilizzo con buoni risultati. Ma per sfruttare al meglio la retinatura stocastica è richiesto un attento e particolare controllo della tecnologia di riproduzione delle lastre, come anche la messa a punto e il costante controllo tecnico della macchina da stampa con relativa caratterizzazione e profilatura. Si tratta di retini e tecniche che tutti dicono di saper utilizzare, ma che poi, osservando i vari stampati, non riescono a mettere in pratica;

ci vuole infatti molta competenza ed esperienza per ottenere buoni risultati. Ovviamente, quando si parla di retini, non si deve pensare soltanto alla stampa, ma anche alla matrice. Sono poche le aziende e gli operatori che danno il giusto peso a questo argomento. Le variabili di

stampa sono incontrollabili se non si considerano le tipologie delle matrici e le impostazioni dei RIP e dei CTF e CTP, indispensabili per la realizzazione di pellicole, lastre, cilindri, polimeri ecc. Le matrici devono avere una percentuale di punto sulla lastra in grado di rispettare il valore presente nel file, in modo tale da garantire l’ottenimento dei valori tonali in stampa, stabiliti dalla Norma ISO 12647-2. Negli altri casi (dove non si segue la norma) si utilizzano curve di riproduzione delle matrici personalizzate, studiate e sperimentate da ogni prestampatore e stampatore. Queste curve «customizzate» si applicano sulla base di determinate tipologie di riproduzione che contemplano, per esempio, i retini FM/ XM, le lineature elevate, i supporti di stampa particolari, gli inchiostri speciali e così via. In questi casi si deve ricordare che le curve di riproduzione che prevedono svuotamento o imbottitura (in gergo), si devono tassativamente applicare in fase di produzione delle matrici, e servono non per tutti gli stampati (carte, inchiostri ecc.) ma solo per quella precisa tipologia di stampato, in quella determinata azienda. Per essere riprodotto qualitativamente nel tempo, deve essere realizzato sempre con gli stessi retini, le stesse curve di riproduzione e nelle medesime condizioni, preferibilmente sulla stessa macchina da stampa, con quella carta, quella gamma di inchiostri ecc. Per definire le curve di riproduzione (curve di compensazione) che consentono di rispettare i valori determinati dalla norma ISO, oppure per determinare alcune curve personalizzate, si dovrebbero effettuare, prima di renderle operative, almeno due successivi passaggi in macchina da stampa. Un’operazione utile a individuare eventuali anomalie tecniche e a consentire l’effettuazione di alcuni «aggiustamenti» che daranno la certezza di ottimi risultati qualitativi.


RETINO IBRIDO

Il primo approccio divide le immagini in parti, miscelando retini stocastici per le alte luci ed ombre (riproducendo così dettagli), a retini tradizionali per il mezzotono (evitando così la granulosità). Sfortunatamente questo tipo di soluzione impiega molto tempo per calcolare il retino facendo da imbuto per la produttività. Inoltre la congiunzione fra retino AM e retino FM risulta molto visibile creando un netto salto tonale nelle immagine retinate. Nel secondo approccio, come nel caso precedente, il retino AM viene applicato al mezzotono, per alte luci ed ombre viene utilizzato un retino FM diradato. In questo approccio il retino AM usa alte lineature per raggiungere un alto dettaglio nel mezzotono. Il retino FM diradato assicura che i minimi restino riproducibili evitando di scendere sotto la soglia di punto

non stampabile. Come nel primo caso l’intersezione fra retino AM e retino FM è chiaramente visibile e produce un forte salto tonale. Il terzo approccio distribuisce puntini di misura AM usando una geometria casuale di tipo FM. Questa modalità assicura buoni dettagli solo a lineature medio basse. Comunque non permette di eliminare i limiti di granulosità nel mezzotono tipici del retino FM di prima generazione. Tutte queste metodologie non garantiscono un ottimo risultato; la soluzione ideale pensata è la seguente: quando il retino raggiunge il punto minimo riproducibile in una specifica condizione di stampa, non viene più ridotta la misura del punto, ma a parità di dimensione ne viene rarefatta la frequenza (usando un brevetto “take-out”), garantendo la posizione e l’inclinazione del retino AM originario.

QUALE SCEGLIERE?

Molti tecnici, consulenti e stampatori non concordano sull’utilizzo di un’unica strategia. Alcuni sono convinti che per aumentare il «gamut» si debba stampare in esacromia, altri propendono per la scelta dei retini stocastici e ibridi, altri puntano invece sulle alte lineature. Si tratta sempre di idee, tecniche e metodi che hanno lo scopo di ottenere più passaggi tonali e di saturazione del colore in stampa, contenendo così tempi e costi.

Tipologia di retini Casa

Nome

Tipologia

Caratteristiche

Applicazioni

AGFA

Sublima

XM

-340 LPI -No moiré -Colori più vivaci

-Packaging -Giornali

CREO

MaxTone

XM

-Sfumature <3% -Migliore riproduzione della gamma tonale

-Packaging -Cartone ondulato

HEIDELBERG

Diamond Screening

FM

-200 LPI -25% Dot gain -Alta qualità

-Stampa offset

AGFA

Cristal Raster

FM

-No moiré -Extra definizione -Colori brillanti

-Stampa di fotografie

HEIDELBERG

Irrational Screening

AM

-Colore stabile -Alta scorrevolezza principalmente per i toni medi

-Stampa offset

AGFA

Balanced Screening

AM

-Massimizza i risultati di stampa -No moiré

-Serigrafia

Siti consultati: www.wikipedia.it - www.artigrafiche.blogspot.com - www.grafichegelli.it TECNOLOGIE DI RETINATURA - P. 4


CTP: sistemi esposizione e lastre Caratteristiche tecniche e funzionali dei CTP termici e UV di Giovanni Longato e Taborra Nicolò

TERMINOLOGIA CTP

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Il termine Computer To Plate è usato per descrivere quel processo produttivo in grado di ottenere la forma da stampa direttamente dai dati digitali. Questa tecnologia già presente dagli anni ’80 nella preparazione dei cilindri rotocalco si è affacciata in Europa agli inizi degli anni ’90. Alla Drupa del 1995 sono apparse le prime attrezzature in grado di ottenere lastre in modalità digitale, ma solo negli anni successivi la tecnologia si è sviluppata concretamente a tal punto di essere oggi considerata la modalità più logica e razionale per l’ottenimento delle lastre da stampa. Questa tecnologia, sviluppatasi solo negli ultimi decenni, innovando la precedente fotocomposizione e il più recente CTF (computer to film), permette di risparmiare tempi e costi, nella fase di prestampa di un qualsiasi progetto di stampa. Infatti alcuni passaggi legati in precedenza alla fotocomposizione, come lo sviluppo del film prodotto dalla fotocompositrice, il montaggio su un foglio trasparente (foglio di montaggio) e l’esposizione del “montato” su una lastra tradizionale agli UV di un bromografo, vengono saltati. A parte costi e tempi la tecnologia CTP è qualitativamente da preferire perché, limitando i citati passaggi.

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ASPETTI TECNICI DA VALUTARE

Dal punto di vista tecnologico gli aspetti che contraddistinguono e che devono essere valutati in fase di investimento, vista la varietà di CTP presenti sul mercato, sono: CTP: sistema esposizione e laser - P. 1

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Il sistema di esposizione (tecnologia di scrittura); il tipo di laser o sorgente esposizione; il formato la risoluzione di scrittura; le lastre utilizzabili; il dispositivo di automazione; la produttività; il flusso di lavoro (workflow)

uniformità di esposizione, questa tecnologia è particolarmente adatta ai piccolo formati, inoltre, consente elevati livelli di produttività e la possibilità di utilizzare più teste di scrittura per i grandi formati. Tamburo interno con spinner

SISTEMA DI ESPOSIZIONE (TECNOLOGIA DI SCRITTURA) Per tecnologia di scrittura s’intende la modalità che ha la lastra di essere esposta in riferimento alla sua posizione e a quella della sorgente di scrittura (laser). Letto Piano

In questa tipologia di CTP, il sistema di scrittura si rifà alla tecnologia “capstan” della fotounità, dove il materiale viene scritto per linee da un laser (visibile o violetto) proiettato sulla superficie attraverso un sistema di specchi. L’avanzamento del materiale o lo spostamento della testa di esposizione consentono di scrivere l’intera superficie. Dovendo garantire

In questa tecnologia la lastra è ferma all’interno di un cilindro, il raggio laser viene guidato all’interno del sistema attraverso un sistema ottico girevole chiamato spinner. La velocità di scrittura dipende dalla velocità dello spinner che a sua volta è in relazione al tipo di laser e alla sensibilità del materiale da esporre. Si tratta di una tecnologia maggiormente adatta ai laser visibili o violetti. La tecnologia a tamburo interno si rende meno adatta all’impiego di lastre termiche in quanto, vista la lunghezza del percorso del raggio laser, questo non riesce a contenere una sufficiente energia per la completa trasformazione dell’emulsione. In questi casi è preferibile l’uso di laser IR da 1064nm anziché i normali laser da 830nm. Molto diffuso nei medi formati (8 pagine) si tratta di una tecnologia consolidata e largamente presente sul mercato.


Tamburo interno con tamburo controrotante

interno. Però, dato che la velocità di scrittura dipende dalla velocità del cilindro e non potendo quasi a ruotare a velocità elevatissime per

trova la sua più significativa presenza nei CTP di grande formato, pur essendo nel mercato anche per il medio e piccolo formato.

problemi di stabilità e vibrazioni, questa tecnologia prevede, per migliorare la produttività, la scomposizione del raggio laser in più raggi, oppure l’utilizzo di più diodi laser per garantire tempi di scrittura convenienti. Questa tecnologia è molto utilizzata per l’esposizione di lastre termiche, in quanto, vista la vicinanza tra sorgente e lastra, riesce a concentrare la massimo l’energia richiesta. Il tamburo esterno

TIPOLOGIE DI LASER

Questo sistema può essere considerato un “mix” in quanto mette insieme due tecnologie: il tamburo interno per l’alloggiamento della lastra e quello esterno per la testa di scrittura. Questa tecnologia, prevede l’utilizzo di una testa di scrittura dotata di diodi laser che, posizionati sulla periferia del cilindro interno, ruotano a pochi millimetri dal materiale da esporre. Il sistema consente, vista la poca vicinanza tra lastra e sorgente luminosa, di scrivere convenientemente anche i materiali termici, pur utilizzando una tecnologia tamburo interno. Tamburo esterno

In questa tecnologia il materiale da esporre è avvolto all’esterno di un cilindro, il raggio laser viene proiettato sulla lastra che ruota; la distanza si mantiene costante e la messa a fuoco automatica. Ad ogni giro del cilindro corrisponde uno spostamento orizzontale della testa di scrittura. Questo sistema consente di posizionare la sorgente laser molto più vicino alla lastra che non in un sistema a tamburo CTP: sistema esposizione e laser - P. 2

A fronte della tecnologia CTP la scelta del tipo di laser diventa fondamentale, in quanto strettamente legata al materiale da utilizzare e alle condizioni di utilizzo, se in camera chiara o con luce di protezione. Oggi i laser CTP si possono classificare nelle seguenti tipologie: • laser violetti • laser IR


Laser violetti Lo sviluppo dei laser ha portato all’introduzione nel mercato di laser violetti. I laser a diodi violetti (400-410 nm) stanno conquistando una vasta gamma di mercato in quanto presentano buone caratteristiche quali: •

costo del laser minore: questo è dovuto a vari aspetti: -- essendo ottenuti su vasta scala in quanto sviluppati per il mercato dei DVD e per altri mercati consumer, offrono molto più bassi rispetto ai laser IR a diodi termici; -- nel sistema laser a diodi termici è necessario un numero maggiore di diodi e questo incide notevolmente sui costi: infatti nei sistemi a luce violetta è necessario un solo laser; -- non necessitano di modulazione, in quanto possono essere spenti o accesi direttamente, evitando la costosa energia di modulazione elettroacustica; -- l’ottica laser ha dimensioni minori ed è più compatta, questo permette un’alloggiamento più facilitato dentro il tamburo interno; -- i diodi non necessitano di una potenza elevata (si va dai 5 ai 30 mW) e non richiedono raffreddamento inoltre durano di più. Tutto questo si traduce in un costo più basso di investimento e maggiore facilità di gestione, come: lavorazione in luce di sicurezza gialla: avendo una sensibilità attorno ai 410nm le lastre possono essere utilizzate in ambienti con luce gialla; possibilità di essere utilizzabili sia su lastre a base d’argento (silver) che fotopolimeriche.

CTP: sistema esposizione e laser - P. 3

Laser IR Con l’evoluzione e la ricerca di nuovi materiali si è sviluppata la tecnologia delle lastre termiche che richiedono laser IR (infrarossi) ad alta potenza (da 10 ai 40W). Questi laser trovano applicazione nei CTP a tamburo esterno con lunghezze d’onda di 830 nm e con 1064 nm per il tamburo interno, o per materiali ablativi.

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FORMATO

I CTP si possono classificare in: piccolo formato (fino al 50×70); medio formato (fino al 70×100); -- grande formato, chiamati anche VLF Very Large Format (formati superiori al 70×100). Ogni CTP all’interno della propria categoria ha un suo formato massimo e minimo di lastra inseribile e un formato massimo e minimo di areasuperficie scrivibile (superficie utile di esposizione). ---

RISOLUZIONE DI SCRITTURA

Nella tecnologia CTP trattandosi di scrittura a laser, diventa importante ai fini della qualità, la risoluzione di scrittura. Questa dipende, come già sappiamo, dalle dimensioni dello spot di scrittura. La risoluzione si misura in DPI, ed è a sua volta in relazione alla lineatura di retino e ai livelli di grigio che si vogliono ottenere. La testa di scrittura deve quindi essere scelta anche in base alla lineatura di retino: possiamo trovare CTP con risoluzioni che vanno dai 1000 fino ai 4000 DPI.

DISPOSITIVO DI AUTOMAZIONE

Un aspetto a supporto della produttività di un sistema CTP sono gli automatismi. Il mercato offre soluzioni in grado di risolvere ogni problema. Volendo fare un elenco delle possibili soluzioni, consideriamo:

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i dispositivi di carico che possono rendere il processo manuale, semiautomatico o completamente automatico; i dispositivi di punzonatura on line (numero e tipologia); la possibilità di alimentare il CTP con più cassetti e con più formati lastra; l’inserimento delle lastre esposte direttamente in linea con la sviluppatrice e/o con possibilità di rotazione della lastra qualora non possa essere messa in linea frontalmente; i dispositivi di uscita-scarico delle lastre finite. In alcuni casi queste funzionalità eliminano la necessità di operare in camera oscura, riducendo ed in alcuni casi evitando l’intervento dell’operatore, limitando altresì gli errori umani. Tutte questi automatismi hanno però un loro costo che deve essere valutato attentamente in funzione delle effettive necessità e ai livelli di produttività aziendali.

PRODUTTIVITÀ DISPOSITIVO DI AUTOMAZIONE

Parlando di produttività si intende il numero di lastre/ora che il CTP è in grado di garantire. Nel calcolo della produttività si devono considerare i tempi di: caricamento, scrittura, scarico, sviluppo e trattamento della lastra e questo a pieno ciclo di lavoro. La comparazione dovrà essere naturalmente fatta a parità di formato lastra e di risoluzione di scrittura.

FLUSSO DI LAVORO (WORKFLOW)

Vista l’evoluzione delle tecnologie in commercio, l’aspetto forse più importante è rappresentato dal flusso di lavoro digitale che deve garantire, sia in termini di organizzazione-gestione che di velocità di elaborazione, i livelli di produttività che le tecnologie oggi consentono.


LASTRE UTILIZZABILI LASTRA CON SUPPORTO IN POLIESTERE

LASTRA CO SUPPORTO IN METALLO

-Ablative

-Termopolimeriche -Ablative (waterless e wet) -No process

Sensibili alla luce - Alogenuri d’argento (silver Halide) Termiche

La prima classificazione delle lastre è relativa al supporto, che può essere: • in poliestere; • in metallo. La seconda classificazione in riferimento alla sensibilità: • sensibili alla luce; • sensibile al calore o termiche.

HEILDELBERG IR SUPRASETTER 145/162/190 PER I GRANDI FORMATI I Suprasetter 145/162/190 dedicati per i grandi formati sono basati su tecnologie ben collaudate in

CTP: sistema esposizione e laser - P. 4

- Alogenuri d’argento (silver Halide) - Fotopolimeriche

questa gamma di CTP. Questo include soprattutto i laser costruiti da Heidelberg con il loro sistema brevettato. Questi modelli dispongono anche di una produzione eccellente di profondità di fuoco, la stabilizzazione della temperatura interna e il funzionamento diretto in modo univoco. Il CTP di grande formato ha stabilito nuovi standard nella loro classe per quanto riguarda la qualità, affidabilità, flessibilità, facilità d’uso e convenienza. Grazie al suo esclusivo design modulare, il sistema CTP può essere configurato a proprio piacere, sia in termini di installazione del laser e sistemi di punzonatura facoltativa, selezionando la necessaria unità di carico lastra. È inoltre possibile aggiornare il sistema in qualsiasi momento in futuro.

CTP Heidelberg IR Suprasetter A145/162/190

HEILDELBERG IR SUPRASETTER A105/105 PER I MEDI FORMATI

Dotata di una tecnologia estremamente affidabile, unica nel suo genere, A105/105 Suprasetter offre un’eccellente qualità con capacità di produzione massima. Ancora più, questa gamma di Suprasetter fornisce un alto livello di flessibilità nel formato. Le migliori condizioni per la combinazione di alta produttività e massima flessibilità sono assicurati anche attraverso l’integrazione nel flusso di lavoro di Prinect il quale fornisce un accesso diretto alla produzione di lastre dal pannello di controllo di stampa.

CTP Heidelberg IR Suprasetter A52/A75


HEILDELBERG IR SUPRASETTER A52/A75 PER I PICCOLI FORMATI

Uno dei punti impressionante di Suprasetter di piccolo e medio formato è la compattezza. La base di alimentazione manuale CTP ha un ingombro molto piccolo, A52/ A75 Suprasetter con caricamento automatico lastre, è di gran lunga il più piccolo platesetter nella sua classe. L’ingombro ridotto permette una facile integrazione nella maggior parte negli ambienti di stampa. Completamente attrezzata con la tecnologia di una macchina di fascia alta, offre caratteristiche di prestazioni eccezionali.

Screen fornisce una vasta gamma di soluzioni CTP rinomate per il loro elevato livelli di qualità, affidabilità e produttività. Le macchine disponibili coprono tutti i formati di stampa presenti sul mercato dal f.to 35×50 cm (2 pagine), fino alle macchine da stampa “jumbo” della MAN Roland e KBA. Screen: tecnologie senza agenti chimici Sta emergendo una nuova serie di soluzioni tecnologiche (lastre) senza chimici, basate sul processo non ablativo. Esse variano leggermente tra loro, ma tutte condividono l’eliminazione del processo chimico. La gamma di platesetter termici di Screen, sia della nuova serie che delle precedenti, rappresenta la soluzione ideale per l’utilizzo di tali lastre. Upgrade sul campo Un ulteriore vantaggio dell’ultima gamma si sistemi CTP è la possibilità di potenziare la capacità di produzione sul posto, a installazioCTP: sistema esposizione e laser - P. 5

ne avvenuta. Questa caratteristica è condivisa dalla maggior parte dei nostri platesetter. Ciò significa che una volta scelta la macchina più adatta alle proprie esigenze attuali, questa si evolverà con le vostre attività: da una soluzione manuale di fascia bassa fino ad una modello interamente automatico a elevata produttività, sempre usando la stessa macchina.

La punzonatura in Iinea evita centinaia di ore di Iavoro alla macchina da stampa I vantaggi del funzionamento senza operatore sono ovvi, ma occorre anche non sottovalutare l’impatto che la punzonatura in linea può avere. Screen è pioniera nell’uso della punzonatura in linea, e i clienti si avvalgono dei suoi Vantaggi da molti anni. Oltre al risparmio di tempo derivante dal fatto che l’operatore non deve eseguire l’operazione manualmente, il principale risparmio lo si apprezza una volta che le lastre raggiungono la macchina da stampa . In confronto alla punzonatura manuale, il tempo necessario per l avviamento macchina, soprattutto sulle attrezzature meno recenti, pub essere ridotto notevolmente grazie al fatto che la zona stampante si trova sempre nello stesso punto in relazione alla punzonatura. Ciò significa che una volta in macchina da stampa, le guide laterali non avranno mai bisogno di aggiustamenti per una perfetta messa a registro del lavoro.

PLATERITE ULTIMA 36000

Sia Man Roland sia KBA hanno introdotto macchine con lastre superiori ai due metri, per le quali PlateRite 36000 è il partner CTP ideale: persino le lastre da 2100×1600 nm traggono vantaggio dalle funzionalità di gestione automatica delle lastre offerte da tutti i dispositivi CTP di Screen. Per le lastre più grandi la punzonatura in linea è ancora più importante, poiché altrimenti i tempi di preparazione potrebbero essere piuttosto lunghi. La punzonatura in linea mantiene l’area di stampa sempre perfettamente al centro della lastra, accelerando notevolmente la preparazione. Una caratteristica comune a Ultima 36000 e Ultima 2400 è la possibilità di caricare le lastre più piccole due alla volta. Ciò consente a PlateRite Ultima 36000ZX di arrivare a velocità record di 68 lastre B1 l’ora, ovvero alla produzione di un’intera serie di lastre per macchina 70×100 (8 pag..) convertibile con 14 gruppi stampa in meno di 15 minuti.


PLARERITE ULTIMA 16000II

CTP Screen platerite Ultima 36000II

Il PlateRite Ultima 16000II rappresenta la generazione più recente della serie 16000. Esso può produrre lastre di dimensione massime 1470×1165 mm, ed è la macchina ideale per una vastissima gamma di applicazioni quali packaging, editoria, stampa commerciale. Tutti i PlateRite della serie Ultima 16000II si avvalgono della tecnologia con testa di scrittura GLV, ed il modello di punta della serie, il PlateRite Ultima 16000IIZ, produce il numero impressionante di 31 lastre/ora. Oltre alla accresciuta velocità, il nuovo PlateRite Ultima 16000II comprende varie tecnologie innovative in grado di assicurare costanza ed alta qualità anche quando vengono incise lastre di grandi dimensioni. Il modello base PlateRite Ultima 16000IIE può essere aggiornato ai modelli di maggiore velocità S e Z direttamente sul campo, una volta installato dal cliente.

CTP: sistema esposizione e laser - P. 6

PLATERITE 8800

Il PlateRite della serie 8800 comprendono tre nuovi modelli, incluso il nuovo PlateRite 8800ZX che produce fino a 51 lastre/ora, il valore più alto in assoluto della categoria. Questo CTP è basato sulla combinazione vincente della tecnologia Screen, inclusi il tam-

buro esterno, l’altissima precisione nella scrittura lastre, oltre all’output anche nel formato B1-plus, tanto da farne il fiore all’occhiello nella gamma dei CTP Screen; le nuove versioni aggiornate di questa serie sono particolarmente adatte per aziende con produzione media d lastre. Inoltre, il PlateRite 8800 ha la possibilità di produrre lastre di piccolo formato e comprende l’opzione per risoluzioni (4000dpi) adatte alla stampa di carte valori. I PlateRite della serie 8800 garantiscono output veloci e affidabili, rendendo perfetti per i flussi di lavoro digitali tecnologicamente più evoluti.

CTP Screen platerite 8800


CTP Luxel V-9600 multi laser U.V.

LUXEL V-9600 MULTI LASER U.V.

Luxel V-9600CTP MAL è un CTP completamente automatico di formato B1 (70x100 cm) che integra tecnologia innovativa e metodologia di progettazione collaudata per offrire produttività e prestazioni. La tecnologia brevettata a tamburo interno multi-laser di Luxel V-9600CTP MAL offre un’ampia scelta di livelli di prestazioni. Luxel V-9600CTP MAL è uno dei platesetter per formati B1 più veloci sul mercato, in configurazione dual beam produce il doppio rispetto ad un platesetter termico della stessa categoria e prezzo

CTP Luxel V-8 U.V.

Fujifilm di formato B1 basato su tecnologia a laser U.V. Nella configurazione semiautomatica una sviluppatrice collegata in linea al sistema CTP incrementa il livello d’automazione. La versione manuale consente di sviluppare le lastre in un’unità fuori linea. Ottimizzato per le lastre U.V. Fujifilm Brillia LP-NV, Luxel V-8 prevede opzioni a livello di RIP e workflow che possono essere aggiunte in base alle specifiche esigenze. Luxel V-8 è concepito ad hoc per rispondere a requisiti di flessibilità e infatti può essere upgradato man mano che aumentano le richieste di produttività e velocità d’elaborazione. Se la qualità dell’immagine è di primaria importanza, l’opzione High Definition (HD) migliora la gamma tonale e la resa cromatica.

LUXEL V-8 SINGLE CASSETE AUTOLOADER (SAL) U.V. Soluzione ad un prezzo competitivo per una produzione automatizzata, Luxel V-8 Single Cassette Autoloader (SAL) utilizza un’unica cassetta online per alimentare il CTP durante la produzione. Cassette aggiuntive vengono tenute fuori linea, con diversi formati di lastre se necessario. Ottimizzato per lastre U.V. Fujifilm Brillia LPNV, Luxel V-8 SAL prevede opzioni a livello di RIP e workflow che possono essere aggiunte in base alle specifiche esigenze. Luxel V-8 SAL è concepito ad hoc per rispondere a requisiti di flessibilità e infatti può essere upgradato man mano che aumentano le richieste di produttività e velocità d’elaborazione

LUXEL V-8 U.V.

LUXEL V-8 MAL MULTI CASSETE AUTOLOADER U.V.

Luxel V-8 semi-automatica e manuale. Luxel V-8 è il CTP di

Luxel V-8 MAL di Fujifilm l’ideale per i clienti con macchine

CTP: sistema esposizione e laser - P. 7

di formato B1 che richiedono una produzione non assistita, oltre a elevata qualità ed affidabilità. Grazie a un caricatore automatico con cinque cassetti, Luxel V-8 è in grado di contenere 300 lastre. Lastre di formato diversi possono essere caricate in ogni cassetto e il software intelligente tiene traccia di quale lastra è necessaria per ogni tipo di lavoro, caricando automaticamente il cassetto giusto. Ottimizzato per le lastre U.V. Fujifilm Brillia LP-NV, Luxel V-8 prevede opzioni a livello di RIP e workflow che possono essere aggiunte in base alle specifiche esigenze. Se la qualità dell’immagine è di primaria importanza, l’opzione High Definition (HD) migliora la gamma tonale e la resa cromatica.

LUXEL V-6 CTP U.V. Luxel V-6 CTP è una soluzione ad alta qualità e affidabilità che valorizza le tecnologie esistenti. Studiato e ottimizzato per le lastre con fotopolimeri Fujifilm Brillia LPNV, Luxel V-6 CTP è dotato di una nuova sviluppatrice per il formato B2, RIP economici e gestione delle lastre a più livelli di automazione. Dovendo far fronte a una crescente concorrenza e a profitti ridotti, gli stampatori specializzati nel formato B2 necessitano di un dispositivo CTP economico in grado di adattarsi alla costante evoluzione delle richieste. Luxel V-6 CTP è estremamente flessibile e aggiornabile. La linea Luxel V-6 CTP risponde ai clienti che chiedono tempi di produzione più rapidi e inviano carichi di lavoro più elevati. La qualità


non deve più scendere a patti con la convenienza. Grazie al tamburo e al laser Fujifilm personalizzato, Luxel V-6 CTP offre la precisione di immagini e la qualità ottimale che vi aspettate da Fujifilm. Le lastre CTP fotopolimeriche con tecnologia al U.V. possono essere manipolate con luce di sicurezza gialla e offrire la praticità di un platesetter semiautomatico o manuale di ingombro e costo ridotto. Luxel V-6 CTP offre un altro vantaggio: utilizza un unico laser U.V. personalizzato che, grazie a una durata di esposizione di oltre 5.000 ore, assicura notevoli risparmi rispetto ai laser multipli utilizzati nei dispositivi termici. Si noteranno considerevoli risparmi sull’acquisto iniziale ma anche sul servizio di assistenza e sostituzione del laser a lungo termine e sui costi operativi quotidiani.

CTP Luxed V-6 U.V.

MAGNUS VLF Magnus VLF è il più veloce e completamente automatizzato tra i sistemi CTP per grandi formati attualmente disponibili sul mercato. La nuovissima configurazione XSpeed è in grado di esporre all’ora 27 lastre da 2.070 mm oppure 48 lastre da 1.030 mm con risoluzione di 2.400 dpi.

KODAK MAGNUS 400 III Il sistema CTP MAGNUS 400 III offre capacità produttive più avanzate, ha un’interfaccia utente semplificata, una manutenzione CTP: sistema esposizione e laser - P. 8

CTP kodak Magnus VLF

più facile e un ridotto impatto ambientale. Progettato per estendere la continuità operativa della macchina da stampa semplificando le attività di manutenzione, il sistema CTP MAGNUS 400 III supporta fino a sette lingue, è dotato di un meccanismo di recupero e di comunicazione Gigabit Ethernet. Inoltre, il sistema presenta compo-

nenti elettronici moderni ed efficienti e una funzione di risparmio energetico che si attiva nei momenti di pausa del sistema. Possiede alta velocità di esposizione, qualità e flessibilità per moltiplicare l’offerta. La linea di sistemi CTP Kodak Magnus 400 offre efficienza, facilità d’uso, qualità delle immagini e funzioni avanzate


ai centri stampa di ogni dimensione. La linea Magnus 400, che offre una velocità eccezionale con una produttività massima di 28 lastre/ ora, rappresenta un investimento sicuro. il sistema CTP Magnus 400 consente di esporre una vasta gamma di formati lastra, permettendo di sviluppare nuove opportunità commerciali. KODAK Intelligent Prepress Manager è una nuova funzione software che offre il monitoraggio in remoto della linea di lastre garantendo un livello più alto di produttività ed efficienza e che produce rapporti standard e personalizzabili che permettono di realizzare una migliore gestione della lavorazione delle lastre.

CTP Kodak Magnus 400III

TRENDSETTER 800 III PLATESETTER I platesetter Kodak in formato 8 pagine offrono ai centri stampa di qualsiasi dimensione efficienza, facilità d’uso, alta qualità dell’immagine e funzioni avanzate. Grazie al costante miglioramento delle tecnologie, i sistemi CTP Kodak a 8 pagine sono in grado di offrire produttività e prestazioni sempre all’avanguardia. Dai modelli base ai sistemi automatizzati ad alta velocità sono dotati della tecnologia di esposizione Kodak Squarespot, i sistemi CTP Kodak in formato 8 pagine costituiscono un investimento sicuro in termini di qualità superiore, affidabilità e grande varietà di opzioni di uscita. Questo dispositivo di CTP 8 pagine offre la produttività, la qualità delle immagini eccellente, e la stabilità che gli stampatori hanno bisogno. Produttività Tre opzioni di automazione per ridurre il tempo di fabbricazione della lastra: Autoloader fornisce un automatizzato carico e scarico fino a 40 lastre da 0,3 mm senza divisori; Auto Unload ha la capacità di carico lastra CTP: sistema esposizione e laser - P. 9

CTP KodakTrensetter 800 III Platesetter

semi-automatico e scarico automatico; standard: carico e scarico lastra semi-automatico; ottimo rendimento: fino a 42 lastre all’ ora con caricatore automatico (34 lastre all’ora per semi-automatica e automatica Unload). Facilità d’uso, connettività a KODAK Workflow Systems, tra cui KODAK PRINERGY; opzione multi-lingua con le lingue operati-

ve; Autorecovery: meccanismo che corregge molti errori senza alcun intervento dell’operatore. Eccellente qualità delle immagini Trendsetter 800 QUANTUM consente una lineatura di 450 lpi, 2400 dpi e 1200 dpi di risoluzione. Stabilità KODAK SQUARESPOT: tecnologia di serie su ogni TRENDSETTER platesetter, fornendo precisione, stabilità e ripetibilità per ogni lastra.


COBALT 8

COBALT 4

Cobalt ha sposato le tecnologie più avanzate per offrire la qualità più alta, la maggiore velocità e la massima affidabilità dell’industria, il tutto a prezzi rivoluzionari. Il basso costo d’acquisto del Cobalt, combinato con la sua qualità di immagine superiore e la elevata velocità di produzione lastre, offre il più rapido ritorno di investimento del mercato. Il CTP Cobalt riduce il tempo di produzione lastre e permette tempi di avviamento più veloci e minor spreco di carta grazie alla precisione del punto, alla qualità dei mezzitoni e alla elevata ripetibilità della resa lastre. Il registro perfetto e il sistema di ottiche avanzate, significano un minor numero di rifacimenti lastre. Utilizza lastre sensibili al laser violetto di spessore da 0,15 a 0,30mm Silver o Fotopolimeriche, il formato lastra/incisione varia da 216x279mm a 615x745mm,utilizza un laser di tipo violetto con lunghezza d’onda 410 nm, la sua velocità di incisione è di 1200 dpi in 72 secondi nel formato massimo, 2400 dpi in 2,4 min nel formato massimo. Capacità lastre per cassetto: 130 lastre da 0,30 mm di spessore 180 lastre da 0,20 mm di spessore 220 lastre da 0,15 mm di spessore La risoluzione di scrittura varia dai 1000 ai 3600 dpi, con una misura del punto minima di 6 micron, ha la luce di protezione gialla, per un peso di circa 1135 kg e dimensioni di 1640x3175x1450mm. CTP: sistema esposizione e laser - P. 10

Cobalt 8 utilizza lastre sensibili al laser violetto di spessore da 0,15 a 0,30mm Silver o Fotopolimeriche, il formato lastra/incisione varia da 410x500mm a 810x1030mm, utilizza un laser di tipo violetto con lunghezza d’onda 410 nm, la sua velocità di incisione è di .1200 dpi in 96 secondi nel formato massimo, 2400 dpi in 3,2 minuti nel formato massimo. La risoluzione di scrittura varia dai 1000 ai 3600 dpi, con una misura del punto minima di 6 micron, ha la luce di protezione gialla, per un peso di circa 590 kg e dimensioni di 1640x890x1450mm.

COBALT 24

Cobalt 24 permette un produzione lastre velocissima: solo 360 sec. per incidere la lastra di formato maggiore, o 180 sec. a 1200dpi. Il costo di acquisto e di gestione di un CTP Cobalt è decisamente inferiore a quello di sistemi equivalenti violetti oppure termici. Cobalt, inoltre, vanta il minore costo di manutenzione di qualsiasi sistema CTP.Inoltre i sistemi Cobalt sono protetti da ComfortZone3, la garanzia Escher-Grad di 3 anni sulle parti di ricambio. Utilizza lastre sensibili al laser violetto di spessore da 0,15 a 0,30mm Silver o Fotopolimeriche, il formato lastra/ incisione varia da 762x1016 mm a 1270x1524 mm, utilizza un laser di tipo violetto con lunghezza d’onda 410 nm, la sua velocità di incisione è di 1200 dpi in 2,5 minuti nel formato massimo, 2400 dpi in 5 minuti nel formato massimo. La risoluzione di scrittura varia dai 1000 ai 3600 dpi, con una misura del punto minima di 6 micron, non necessita della luce di sicurezza gialla, il peso è di circa 2630 kg e dimensioni di 2465 x 1930 x 1675 mm.


AGFA ADVANTAGE N Agfa Graphics presenta la loro terza generazione di sistemi CTP: Advantage N , basato sul successo delle generazioni precedenti: Polaris e Advantage offrendo una maggiore economicità, affidabilità e facilità d’uso. Con il suo esclusivo sistema di incisione a laser viola Advantage N combina velocità e affidabilità. I diodi laser viola fornisce una durata maggiore del laser stesso avendo così il più basso costo di manutenzione. 
La famiglia Advantage N è progettata per gestire lastre di stampa classiche, convenzionali, e per lastre UV prive di chimica. Essa offre una scelta di diverse tipologie di CTP in base all’inserimento lastra e modalità di scrittura laser. Advantage N 1) Fino a 75 lastre all’ora 2) Inserimento lastra manuale 3) Processore off-line Advantage N-SA: 1) Fino a 75 lastre all’ora 2) Inserimento lastra manuale 3) Processione on-line Advantage-SL 1) 100 lastre all’ora 2) Caricamento automatico delle lastre da 100 lastre 3) Processore on-line Advantage N-DL/TR 1) Più di 300 lastre ora 2) Inserimento lastra automatico (fino a 1500 lastre)

CTP Agfa Advantage N

CTP: sistema esposizione e laser - P. 11

Advantage è stato progettato per soddisfare esigenze di piccola, media e lunga tiratura. Supporta dimensioni lastra (a seconda del modello Advantage N e tipo) da 275 x 451 mm a 1250 x 710 mm. Principali vantaggi: 1) laser di incisione viola, fornisce lastre in modo veloce e affidabile, consentendo di rispettare le scadenze ristrette. 2) automazione con resa di qualità costante, per un minor meno spreco di materiale. 3) design semplice e meno componenti in movimento all’interno del CTP, contribuisce a una minima manutenzione e meno tempi di inattività. La combinazione di N Advantage FlexWheel © e FlexPin © garantisce una perfetta automazione e indipendenza.
Una volta registrati correttamente, il software gestionale High Precision Drive System si occupa del trasporto preciso delle lastre.
 La superficie di trasporto lastra è liscia ed è percorsa da aria la quale trasporta la lastra liscia sotto le testine di esposizione evitando eventuali graffi, in aggiunta
 il software Arkitex PowerWedge © viene fornito di serie con i sistemi CTP, esso consente di controllare visivamente se la lastra è stata esposta correttamente.

locità di incisione, Palladio utilizza un laser viola che può realizzare fino a 17 - 23 lastre all’ora con una precisione incredibile, la testa di scrittura dura fino a 10 anni, risparmiando i costi di sostituzione e manutenzione, avendo così un basso costo di gestione. Palladio dispone inoltre di una piccola cassetta di riconoscimento, che consente agli utenti di assegnare i parametri e destinazioni di stampa delle lastre. Dei sensori nel cassetto del sistema, automaticamente leggono il codice ID della lastra e memorizzano i dati appropriati, gli operatori, grazie a questo sistema, risparmiano tempo e difficoltà di inserimento di tali dati ogni volta che cambiano cassetto lastra. Un sistema di dentellatura interna rende la presa delle lastre molto più pratica ed efficace. Grazie al software PlateManager si potrà aggiunge una maggior automatizzazione nell’inserimento lastra all’interno di Palladio. L’affidabilità, di qualità costante è uno dei punti di forza di Polaris X, il quale fornisce immagini estremamente precise e uguali, in modo da poter essere sicuri che la lastra non sarà diversa da quella successiva. Polaris X ha un cassetto che contiene molte lastre, il tutto è completamente automatizzato. Il sistema riconosce anche diverse formati di lastra.

PALLADIO II sistema CTP Palladio esegue un’automazione di facile impiego per le stampanti di medio volume. Palladio è molto redditizio grazie al suo laser viola affidabile che offre un’ottima scrittura e realizzazione delle lastre, fino a 10 anni senza bisogno di sostituzioni. Palladio è la soluzione perfetta per la stampa di medio volume e per i stampatori di packaging e prestampatori. Ha una soluzione semplice per la produzione di lastre automatizzate, si adatta formati lastra da 280 x 450 mm a 635 x 760 mm. Possiede un’alta ve-

CTP Agfa Palladio


Tabella riassuntiva Casa

Modello

VelocitĂ

Dimensioni

Tecnologia laser

HEILDERBERG

Suprasetter 145/162/190

15 lastre/ora

Grande f.to

Laser IR

Suprasetter A105/105

25 lastre/ora

Medio f.to

Laser IR

Suprasetter A52/A75

35 lastre/ora

Piccolo f.to

Laser IR

Magnus VLF

27 lastre/ora da 2070 mm 48 lastre/ora da 1030 mm

483 x 394 mm

Laser IR

Magnus 400 III

28 lastre/ora

724 x 680 mm

Laser IR

Trendsetter 800 III Platesetter

42 lastre/ora

1,030 x 838 mm

Laser IR

Platerite Ultima 36000

50 lastre/ora

2100x1600 mm

Laser IR

Platerite Ultima 36000II

31 lastre/ora

1470x1165 mm

Laser IR

Platerite 8800

51 lastre/ora

KODAK

SCREEN

FUJIFILM

COBALT

AGFA

B1-plus

Laser IR

V-9600 multi laser 32 lastre/ora UV

B1 (70x100 cm cm cm)

Laser UV

Luxel V-8 UV

43 lastre/ora a 1200 dpi

B1

Laser UV

Luxel V-8 single cassete autoleader (SAL)

43 lastre/ora a 1200 dpi

B1

Laser UV

Luxel V-8 MAL multi cassete autoleader

43 lastre/ora a 1200 dpi

B1

Laser UV

Luxel V-6 CTP

38 lastre/ora a 1200 dpi

B2

Laser UV

Cobalt 4

50 lastre/ora a 1200 dpi nel f.to max; 24 lastre/ora a 2400 dpi nel f.to max

216x279 mm 615x745 mm

Laser UV

Cobalt 8

37 lastre/ora a 1200 dpi nel f.to max; 20 lastre/ora a 2400 dpi nel f.to max

410x500 mm 810x1030 mm

Laser UV

Cobalt 24

24 lastre/ora a 1200 dpi nel f.to max 12 lastre/ora a 2400 dpi nel f.to max

762x1016 mm 1270x1524 mm

Laser UV

Advantage N

Advantage N 75 lastre/ora Advantage N-SA 75 lastre/ora Advantage SL 100 lastre/ora Advantage N-DL/ TR 300 lastre/ora

275x451 mm 1250x720 mm

Laser UV

CTP: sistema esposizione e laser - P. 12


TIPI DI LASTRE In questa ricerca vedremo, dopo un breve sommario, le tipologie di lastre più utilizzate e presenti sul mercato della stampa di Besazza Vittorio, Frezza Melania, Mialich Daniele, Castaldello Carlo

LASTRE PER CTP

Investire oggi in una tecnologia CTP vuol dire scegliere innanzitutto il materiale che dovrà essere utilizzato in stampa. Diversi sono gli aspetti da considerare e che caratterizzano i materiali: • sensibilità del materiale e quindi produttività • livello di qualità richiesta • mole della tiratura • necessità o meno del termoindurimento • costi delle lastre e dei chimici per lo sviluppo • necessità di lavorare senza luce di protezione. Le lastre per CTP oggi in commercio vengono classificate secondo il loro supporto, che può essere in poliestere o in metallo, e in base alla loro sensibilità alla luce o al calore. Lastre con supporto in poliestere agli alogenuri d’argento: Si espongono con le normali fotounità e, attraverso un processo di sviluppo basato sull’attivazione e stabilizzazione, sono in grado di riprodurre fino a 70 punti/cm. Possono garantire anche qualche decina di migliaia di copie. Si presentano nere nei contrografismi e grigie nei grafismi. Supporto in poliestere termiche ad ablazione Sono incise mediante laser IR TIPI DI LASTRE - P. 1

Comuni lastre da stampa

da 830nm in corrispondenza alle zone stampanti. La successiva rimozione dello strato superficiale consentirà di avere adatta alla stampa waterless. Supporto in metallo agli alogenuri d’argento Questi tipi di materiali sono analoghi a quelli stesi sul supporto di poliestere e si basano su un processo chiamato “Silver Diffusion”. Sono prodotti costituiti da diversi

strati: una base di alluminio, uno strato di “nuclei riceventi” e l’emulsione agli alogenuri d’argento. La lastra si presenta con grafismi di colore nero con un elevato contrasto. Sono materiali che hanno una notevole sensibilità, possono essere scritti con laser visibili, ma sono anche adatti all’utilizzo del laser violetto; in entrambi i casi garantisce un eccellente livello di qualità e, oggi, sono usati anche per le tirature.


Supporto in metallo fotopolimeriche Si tratta di fotopolimeri ad elevato grado di purezza. Il processo è di tipo negativo; l’esposizione realizza il processo di polimerizzazione formando un immagine latente. Se necessario possono essere termoindurite per arrivare a tirature che possono raggiungere anche un milione di copie. Supporto in metallo termopolimeriche La tecnologia termica si presenta allo stato attuale come una delle applicazioni più diffuse in merito alla stampa con lastre CTP. Il materiale è in grado di assorbire e trasformarsi a contatto con il calore. Possono essere utilizzate in luce ambiente, senza nessuna protezione. La sensibilità delle lastre termiche risulta la più bassa tra i materiali oggi esistenti (più basso è il valore, maggiore sarà la sensibilità). A questa categoria appartengono 2 tipi di materiali: le lastre termiche negative e le lastre termiche positive.

Le lastre termiche negative sono state le prime lastre termiche ad essere state introdotte sul mercato. Sono costituite da un supporto in alluminio anodizzato sul quale è steso uno strato termopolimerico che assorbe le radiazioni IR (l’esposizione a questo tipo di radioemissione provoca l’innesco del processo di polimerizzazione). Durante il processo i grafismi vengono generati direttamente in fase di esposizione. Il processo è lungo, si richiede una fase in più e perciò c’è la necessità di un forno in linea alla sviluppatrice. Le lastre termiche positive hanno un comportamento opposto a quelle negative e le zone colpite dal laser IR saranno rimosse nella fase successiva di sviluppo, la quale è molto delicata ed è consigliabile l’uso di sviluppatrici dedicate. Essendo di tipo positivo la possibilità di intacccare i grafismi è maggiore e per ovviare a questo problema è presente nella struttura della lastra uno strato di protezione superficiale. Queste lastre, se necessario,

possono essere anch’ esse termoindurite. Le lastre da stampa vengono suddivise in tre categorie: • piccolo formato (50x70cm) • medio formato (70x100cm) • grande formato (superiori al 70x100cm)

LASTRE PRESSTEK

Le lastre digitali Presstek sono protette dalla luce giornaliera, non richiedono un trattamento chimico, non sono fotosensibili e non hanno bisogno di una manutenzione particolare. L’indipendenza dalle condizioni di camera oscura e l’eliminazione delle variabili in esposizione, la stabilità chimica e l’intervento manuale con mezzi veloci, permettono risultati accurati e ripetibili. Lastra Aeon Aeon è una lastra CTP termica ad alta risoluzione, garantisce tirature fino a 200.000 copie senza termoindurimento; con un forno

Tipologie di lastre Presstek AURORA PRO

AEON

ANTHEM PRO

TIPI DI LASTRE - P. 2

FREEDOM PRO


opzionale si arriverà a delle tirature pari ad un milione di copie. Aeon è un prodotto versatile che lavora con tamburo esterno e laser a 830 nm. Durante la stampa la lastra Aeon fornisce un eccellente equilibrio tra inchiostro ed acqua e la durata la rende la soluzione ideale per una vasta gamma di applicazioni di stampa. Lastra Aurora Pro Le lastre Aurora Pro sono progettate per i sistemi CTP termici, offrono l’affidabilità e le prestazioni delle tradizionali lastre di alluminio granulate e anodizzate senza i problemi e le spese dei trattamenti chimici delle lastre tradizionali. Aurora Pro richiede solamente un semplice risciacquo con acqua per esser pronta per la stampa. Durante la stampa Aurora Pro stampa immagini nitide e pulite, con meno problematiche di dot gain e una maggior consistenza del punto rispetto alle lastre offset convenzionali. La granitura esclusiva di Presstek fornisce un’eccellente regolamentazione tra inchiostro ed acqua, una miglior raccolta e stabilizzazione del colore durante l’intero funzionamento della pressa. Questo tipo di lastre rende la stampa più facile, pulita e sicura, trasformando la loro produzione da costosa e disordinata in un processo semplice e pulito. Lastra Anthem Pro Le lastre Anthem Pro offrono l’affidabilità e le prestazioni delle tradizionali lastre di alluminio granulate e anodizzate senza i problemi e le spese dei trattamenti chimici delle lastre tradizionali. Anthem Pro richiede solamente un semplice risciacquo con acqua per esser pronta per la stampa. Durante la stampa Anthem Pro stampa immagini nitide e pulite, con meno problematiche di dot gain e una maggior consistenza del punto rispetto alle lastre offset convenzionali. La granitura esclusiva di Presstek forTIPI DI LASTRE - P. 3

nisce un’eccellente regolamentazione tra inchiostro ed acqua, una miglior raccolta e stabilizzazione del colore durante l’intero funzionamento della pressa. Lastra Freedom Pro Le lastre termiche Freedom Pro uniscono le caratteristiche delle lastre a base metallica con tecnologia avanzata. Dopo l’impressione, la lastra viene pulita automaticamente con l’acqua dal sistema di lavaggio integrato. Questa tipologia di lastra non necessita di cottura, liquidi speciali per la pulitura o gommatura; ne consegue un minor spreco di materiale e un maggior rispetto per l’ambiente. Le lastre Freedom Pro hanno uno dei prezzi più bassi tra le lastre termiche senza agenti chimici e sono ideali per la stampa di tirature ridotte fino a 25.000 copie.

LASTRE FUJIFILM

La tecnologia CTP, accreditata dall’ odierna industria di stampa per i suoi vantaggi in termini di produttività e redditività, rappresenta il passo successivo lungo il percorso di transizione che porterà ad un flusso di lavoro completamente digitale. Come leader nel settore delle lastre presensibilizzate (PS), Fujifilm ha indirizzato l’esperienza acquisita al raggiungimento di prestazioni altrettanto prestigiose con le lastre CTP, inserendo nel mercato Fujifilm Brillia: una nuova linea di lastre costruita sulla base delle tecnologie PS di Fujifilm ed appositamente progettata per rispondere alle esigenze dell’odierno mercato CTP. Attualmente vengono utilizzati due tipi di lastre CTP: lastre ai fotopolimeri e lastre termiche. Fujifilm ha pensato di sviluppare entrambi i tipi, ottimizzando i vantaggi specifici di ciascuno: la straordinaria stabilità e maggiore produttività delle lastre ai fotopolimeri, e la praticità dell’impiego in luce bianca delle lastre termiche.

Lastre ai fotopolimeri: rapidità e durezza Le lastre ai fotopolimeri sono l’ideale per tirature di stampa di lavori commerciali a colori fino a 175 lpi. La velocità di produzione della lastra è un elemento particolarmente importante per tenere testa ai tempi di produzione sempre più ridotti e per ridurre l’incidenza del costo delle attrezzature. Esse stampano con le normali caratteristiche delle lastre convenzionali, il che consente di non variare i settaggi della macchina da stampa. Lastre termiche: praticità dall’inizio alla fine Entrambi i tipi (negativo e positivo) producono ottimi semitoni ed un’ eccellente resa di stampa; queste lastre sono quindi in grado di raggiungere ottimi risultati. Le lastre termiche presentano una risoluzione compresa tra 1% e 99% a 200 lpi, e possono essere trattate con luce bianca. La diversità di Brillia Le lastre Brillia utilizzano una base in alluminio rivestita di uno strato MultiGrain, che consente un’ottima resa di stampa e le caratteristiche di riproduzione tonali straordinarie. Questa superficie presenta una complessa struttura che riunisce in sé tre elementi: • granuli primari • granuli a nido d’ape • micropori Questa combinazione assicura valori tonali saturi, una straordinaria risoluzione di punto dalle alte luci alle ombre, un equilibrio inchiostro/acqua facilmente gestibile e grandi tirature di stampa. Lastre Presensibilizzate Le lastre positive e negative MULTIGRAIN “4” garantiscono un ottimo rendimento, una precisa riproduzione tonale, una lunga durata in macchina ed una facile preparazione della lastra.


lastra può essere cotta per ottenere tirature ancora maggiori. La pulitura della lastra Amigo può essere eseguita praticamente in qualsiasi sviluppatrice presente sul mercato, quindi non richiede un ulteriore investimento. Il consumo di agenti chimici è estremamente basso, con tassi di rigenerazione compresi tra 30 e 50 ml/m2.

Tipologia di lastre termiche

Questo tipo di lastra risponde alle specifiche di stampa Europee tra le quali: • altissima produttività • riduzione del “tempo di vuoto” • riduzione del tempo di esposizione • eccellente contrasto sia prima, che dopo lo sviluppo • precisa riproduzione tonale per la perfetta stampa di retini normali e stocastici • ottimo bilanciamento acqua/ inchiostro • minimo incremento del punto

LASTRE AGFA Azura TS Azura TS è una lastra che offre tutti i vantaggi dell’assenza di agenti chimici, ma più veloce e funzionale. Essa elimina le variabili di processo, che costituiscono una fonte di preoccupazione, garantendo la qualità affidabile e costante di cui si ha bisogno. Azura TS soddisfa le esigenze di stampa commerciale per applicazioni 4-up e 8-up. È una lastra ad alta velocità, ecologica, priva di problemi e senza alcun compromesso per la macchina da stampa; è adatta per una vasta gamma di applicazioni di stampa commerciale, sia su macchine a TIPI DI LASTRE - P. 4

foglio sia a bobina. Dopo l’esposizione, le lastre Azura TS vengono pulite e gommate in un’ unica operazione. Consente di ottenere una definizione dell’immagine estremamente nitida senza dover modificare le condizioni o le pratiche operative della macchina da stampa. Può riprodurre fino al 2-98% di fondi retinati a 200 lpi e 240. A seconda delle capacità del platesetter, può effettuare fino a 100.000 copie, in base alle condizioni della macchina da stampa. Amigo Lastra termica Amigo, utilizza la tecnologia ThermoFuse, brevetto di Agfa. Grazie a questa tipologia, Agfa offre vantaggi alle stampanti per volumi più elevati. La tecnologia ThermoFuse di Agfa forma fisicamente l’immagine durante l’esposizione. Dopo la fase di esposizione, la lastra richiede solamente un’ulteriore fase di pulitura per rimuovere le aree non stampanti. Le lastre che si basano sulla tecnologia ThermoFuse offrono di conseguenza stabilità e uniformità eccezionali. Nel caso di Amigo, le aree non stampanti vengono rimosse con una soluzione di pulitura (in sostituzione della gomma). Ciò garantisce una maggiore produttività della lastra e tirature più elevate. La

Siti internet consultati: www.presstek.com www.fujifilm.it www.agfa.com


L’ultima serie di lastre prodotte da Fujifil: Brillia

Lastra per stampa offset.

TIPI DI LASTRE - P. 5


Lastre Presstek AEON

AURORA PRO

ANTHEM PRO

FREEDOM PRO

Substrato

alluminio granulato e anodizzato elettrochimicamente

alluminio granulato anodizzato

alluminio granulato anodizzato

Alluminio

Tipo di lastra

termica a scrittura positiva

termica a scrittura positiva

termica a scrittura positiva

priva di agenti chimici, a scrittura termica positiva

Spettro di emissione

830 nm

800 nm - 1200 nm

800 nm - 1200 nm

Risoluzione

1-99% a 200 linee per pollice

1% - 99% fino a 200 linee per pollice

2% - 98%, fino a 175 linee per pollice

2% - 98%, fino a 175 linee per pollice

Spessore lastra

0,15 mm; 0,20 mm; 0,30 mm; 0,40 mm

0,20 mm; 0,30 mm

0,15 mm; 0,20 mm; 0,30 mm

0,15 mm; 0,20 mm

Tiratura

senza forno cottura: 200.000 copie

fino a 25.000 copie

fino a 25.000 copie

fino a 25.000 copie

da 2 - 4 - 8 pagine

minimo: 240 x 240 mm massimo: 813 x 1118 mm

standard, da 2 pagine, oppure da 52 cm in gi첫

con forno-cottura: 1.000.000 copie Formato

Esposizione

laser termico

laser termico

laser termico

laser termico

Trasformazioni e preparazioni

semplice pulizia con acqua senza cottura o gommatura necessarie

semplice pulizia con acqua senza cottura o gommatura necessarie

semplice pulizia con acqua senza cottura o gommatura necessarie

semplice pulizia con acqua senza cottura o gommatura necessarie

Lastra Azura TS Substrato

Tipo di lastra

Risoluzione

Spessore lastra

Tiratura

Formato

alluminio granulato e anodizzato elettrochimicamente

termica non ablativa

2 - 98% a 200 linee per pollice

0,15 mm; 0,20 mm; 0,30mm;

fino a 100.000 copie

minimo: 200 x 310 mm massimo: 950 x 1000 mm

TIPI DI LASTRE - P. 6


COMPUTER TO PLATE ON PRESS Le soluzioni CTPoP (DI)

Moreno Piccolo, Elena Loggini, Andrea Zamborlini, Elena Pugliese

COSA SIGNIFICA COMPUTER TO PLATE ON PRESS?

Con Computer to Plate on Press si intende la scrittura-ottenimento della lastra direttamente in macchina da stampa e un sistema di incisione delle lastre che risiede all’interno della macchina stessa; questo permette all’utilizzatore di inviare i dati digitali direttamente in macchina, e dopo qualche minuto, ottenere l’incisione contemporanea delle lastre, ed essere pronti per la tiratura.

HEIDELBERG: SOLUZIONE “DI” Quickmaster DI 46-4 Pro

Quickmaster DI 46-4 Pro

Ormai è risaputo che l’industria della stampa si è evoluta caratterizzandosi con tempi di produzione sempre inferiori, tirature limitate e alto livello di flessibilità. Proprio per questo è stato possibile conciliare le esigenze del mercato senza compromettere la qualità o registrare una perdita nel profitto. La Quickmaster DI Pro nata nel 1995 è stata capace di racchiudere tutta la tecnologia utile per avere successo nel mercato e per essersi resi competitivi. Questa soluzione è risultata ideale per stampare basse tirature a colori in formato 34 x 46 cm (13.38 x 18.11 inch). L’efficienza della macchina COMPUTER TO PLATE ON PRESS - P. 1

ha permesso di ottenere la qualità di stampa tipica della offset, adattabilità alle basse tirature, possibilità di stampa su misura, tempi ridotti, vasta gamma di applicazioni, perciò flessibilità, oltre a rivelarsi una soluzione semplice e conveniente. La Quickmaster DI Pro ha fatto sì che le informazioni in formato digitale potessero essere direttamente trasferite in stampa, e in tal modo ha predisposto un percorso verso una nuova, efficiente produttività. L’incisione della lastra avveniva direttamente in macchina.

Con ciò è stato possibile eliminare la necessità di un sistema esterno di stampa della lastra (fase determinante in senso economico nel processo di produzione). La Quickmaster DI Pro ha reso altresì possibile inoltrare delle commissioni che sarebbero state considerate svantaggiose. Nella Quickmaster DI Pro di Heidelberg, tutti i componenti del workflow sono stati coordinati armonicamente per formare un insieme integrato. Attualmente, la macchina non è più in produzione; i modelli più recenti all'anno 2004.


COMPUTER TO PRESS CON SISTEMA PRESSTEK

La tecnologia Presstek si basa su un sistema di incisione in macchina mediante diodi laser e su forme waterless con base in poliestere o alluminio. La macchina da stampa non differisce molto dai tradizionali sistemi offset; non è provvista del sistema di bagnatura, in quanto è usato il principio waterless e al suo interno integra un sistema di esposizione CTP per ogni gruppo stampa. Il sistema di scrittura creato da Presstek, è costituito da un insieme di diodi laser a tecnologia termica. Le lastre vengono vendute in rotoli da inserire all’interno di un apposito caricatore. Ogni gruppo è composto da un minimo di 16 ad un massimo di 64 diodi che, attraverso delle fibre ottiche, indirizzano il segnale luminoso sulla lastra. Il raggio viene focalizzato al fine di ottenere un punto di scrittura corrispondente alla corretta risoluzione voluta. La lastra è ricoperta da uno strato sensibile al calore e da uno strato di silicone. Le zone colpite dal laser verranno asportate, per ablazione, lasciando scoperta la base lipofila, che accetterà l’inchiostro; mentre le zone ricoperte dal silicone lo respingeranno. Generalmente le fasi di incisione, aspirazione

Sezione di Presstek 52DI

COMPUTER TO PLATE ON PRESS - P. 2

della forma, lavaggio, durano circa venti minuti.

Presstek 52 DI

Nel 19995 è stata presentata la prima macchina da stampa offset a secco con tecnologia Digital Imaging di Presstek. Con la 52DI, è possibile produrre in modo economico stampati a colori in quantità dalle 250 alle 10.000 copie, con un formato massimo di 520 mm x 375 mm e un formato minimo di 257 x 182 mm. Oggi la offset DI continua a crescere, affiancando alla collaudata Presstek 34DI la Presstek 52DI nel formato 37x52. Illustrazione elementi della macchina da stampa (si veda l'immagine con lettere di riferimento): A. La Presstek 52DI utilizza inchiostri offset a secco. Il gruppo inchiostratore è composto da quattro rulli inchiostratori. Tre rulli di raffreddamento raffreddano l'inchiostro, per una applicazione uniforme. B. Sedici chiavi di inchiostrazione per unità vengono preimpostate durante la fase di RIP, basandosi sui profili colore e sull'area di esposizione per ciascun colore in un

particolare lavoro. La procedura di avvio automatico pre-inchiostra le lastre prima che i fogli entrino in macchina. C. La lastra ProFire Digital Media in ciascun cilindro a doppia lastra viene montata automaticamente; le lastre sono poi portate in tensione. La macchina sblocca i cilindri lastra ed inizia a farli girare a 300 giri/min durante la fase di esposizione. D. L'unità di esposizione Presstek ProFire Excel espone simultaneamente tutte e quattro le lastre a 2540 dpi in 4.5 minuti. E. I rotoli di lastra ProFire Digital Media sono sufficienti per realizzare 45 lavori al formato massimo; le lastre utilizzate sono automaticamente portate nel cassetto di scarico. F. Una volta completata la fase di esposizione, inizia la fase di pulizia automatica della lastra in due passaggi. Il sistema di aspirazione rimuove qualsiasi detrito rimasto dalla fase di esposizione. G. Il formato disposto in orizzontale utilizza cilindri a doppia lastra, con i corrispondenti cilindri a doppio caucciù sottostanti. La struttura dei cilindri garantisce una pressione di stampa costante. La configurazione a V si sviluppa


Lastra ProFire Digital Media: Durante l’esposizione, il calore sviluppato dai laser rimuove i due strati superiori della lastra, scoprendo lo strato in poliestere in grado di trattenere l'inchiostro. Le aree che rimangono coperte dallo strato superiore in silicone respingono l'inchiostro.

attorno al cilindro di pressione in comune. H. Il cilindro di pressione in comune, avente diametro triplo, trattiene saldamente due fogli, evitando potenziali problemi di registro, perché la pinza non viene mai cambiata. Il foglio riceve i quattro colori compiendo due giri I. Il sistema di registro guida in modo preciso la carta per assicurarne un ingresso corretto. I mettifoglio consentono di utilizzare una vasta gamma di materiali di stampa, persino plastica, buste, Tyvac ed altri materiali speciali con spessori da 0.06 mm a 0.5 mm in formati fino a 520 x 375 mm. J. L'asciugatore ad infrarossi accelera l'essiccazione degli inchiostri. Il ciclo di pulizia automatica prepara i rulli inchiostratori, il caucciù ed i cilindri lastra per il successivo lavoro. Il tempo totale di cambio lavoro è inferiore ai 10 minuti.

Presstek 34 DI

Illustrazione elementi della macchina da stampa (si veda l'immagine con lettere di riferimento): A. La Presstek 34DI rientra nelle categorie di macchine senza bagnatura. Il gruppo inchiostratore è composto da quattro rulli inchioCOMPUTER TO PLATE ON PRESS - P. 3

stratori. Tre rulli di raffreddamento raffreddano l’inchiostro, per una applicazione uniforme. B. Undici chiavi di inchiostrazione per unità vengono preimpostate durante l'elaborazione del RIP (apertura e regolazione calamaio), basandosi sui profili colore e sull’area di esposizione per ciascun colore in un particolare lavoro. La procedura di avvio automatico pre-inchiostra le lastre prima che i fogli entrino in macchina. C. La lastra ProFire Digital Media in ciascun cilindro a doppia lastra viene montata automaticamente; le lastre sono poi portate in tensione. La macchina sblocca i cilindri lastra ed inizia a farli girare a 300 giri/min. durante la fase di esposizione. D. L’unità di esposizione Presstek ProFire Excel espone simultaneamente tutte e quattro le lastre a 2540 dpi in 4.5 minuti. E. I rotoli di lastra ProFire Digital Media sono sufficienti per realizzare 28 lavori nel formato massimo; le lastre utilizzate sono automaticamente portate nel cassetto di scarico. F. Una volta completata la fase di esposizione, inizia la fase di pulizia automatica della lastra in due passaggi. Il sistema di aspirazione

rimuove qualsiasi detrito rimasto dalla fase di esposizione. G. Le macchine da stampa a formato verticale utilizzano cilindri a doppia lastra, con i corrispondenti cilindri a doppio caucciù sottostanti. La struttura dei cilindri garantisce una pressione di stampa costante. La configurazione a V si sviluppa attorno al cilindro di pressione in comune. H. Il cilindro di pressione in comune, avente diametro triplo, trattiene saldamente due fogli, evitando potenziali problemi di registro, perché la pinza non viene mai cambiata. Il foglio riceve i quattro colori compiendo due giri. I. Il sistema di registro guida in modo preciso la carta per assicurarne un ingresso corretto. I mettifoglio consentono di utilizzare una vasta gamma di materiali di stampa, persino plastica, buste ed altri materiali speciali con spessori da 0.06 mm a 0.5 mm in formati fino a 340 x 460 mm. J. L’asciugatore ad infrarossi accelera l’essiccazione degli inchiostri. Il ciclo di pulizia automatica prepara i rulli inchiostratori, il caucciù ed i cilindri lastra per il successivo lavoro. Il tempo totale di cambio lavoro è inferiore ai 10 minuti.

La 34DI produce stampati ad alta definizione, migliore di quella


LE TESTINE DI INCISIONE LASTRE CTP DI L'incisione delle lastre CTPoP avviene grazie all'incisione laser tramite diodi.

Il laser

ottenibile con le tradizionali macchine da stampa offset e con le stampanti basate su toner. Il livello di automazione e la qualità intrinseca della macchina da stampa DI a formato verticale rendono la stampa offset di alta qualità semplice come non mai, diminuendo la necessità di operatori esperti. Con una 34DI, è possibile stampare con lineature fino a 300 lpi oppure utilizzando retinatura FM, senza ulteriori aggravi di tempo o di costo. La Presstek 34DI rappresenta la strada più breve dal file digitale al prodotto stampato finito. L’elevato livello di automazione, la facilità d’utilizzo e la velocità operativa che raggiunge le 7.000 copie orarie, consentono di effettuare un cambio lavoro in meno di 10 minuti. La funzionalità di auto-stampa consente all’operatore di essere sempre produttivo: caricare la carta, trasferire i lavori in memoria, aggiornare gli ordini di lavorazione mentre la DI sta automaticamente montando ed esponendo le lastre, impostando le chiavi di inchiostrazione e stampando a colori.

Precisione

Il processo di stampa della Presstek DI è preciso per l’intrinCOMPUTER TO PLATE ON PRESS - P. 4

seca costruzione della macchina: tutte le lastre sono esposte direttamente in macchina mantenendo il registro preciso, il sistema ZTP (Stampa a Zero Transfer) garantisce che il foglio viaggi all’interno della macchina da stampa senza alcun movimento, e l’intero processo è automatizzato eliminando tutti i passaggi e le responsabilità legate alla produzione della lastra con macchinari esterni. In questo modo il registro è perfetto fin dalla prima copia.

Versatilità senza pari

La 34DI consente di stampare con facilità su una vasta tipologia di materiali. Si possono utilizzare materiali da 0.06-0.5mm. È possibile stampare senza problemi su materiali sintetici come stirene, acetato, ed altre plastiche, compresa la stampa lenticolare. La 34DI consente inoltre di stampare su etichette e buste già piegate.

Inchiostrazione Intelligente

La 34DI preleva automaticamente l’inchiostro all’inizio di un lavoro, e bilancia i rulli di inchiostrazione per garantire una misurazione precisa dell’inchiostro. L’inchiostrazione intelligente contribuisce a tempi di avviamento più rapidi, riducendo lo spreco di carta.

La parola LASER è l'acronimo per "Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation", cioè amplificazione della luce mediante il fenomeno dell'emissione stimolata di radiazione. Per comprendere il funzionamento di un laser è necessario quindi studiare l'interazione tra radiazione e materia. La tecnica di incisione laser, rispetto alle tradizionali tecnologie di marcatura, garantisce risultati eccellenti con una migliore qualità e costi di produzione più contenuti, grazie a velocità di esecuzione, accuratezza e ripetibilità. Il raggio laser permette di marcare in assenza di contatto e senza usura ed è la soluzione ideale per la marcatura di oggetti metallici. Oltre ad essere una marcatura indelebile e resistente al graffio. L’effetto della marcatura produce risultati differenti con dipendenza principale del materiale e della lunghezza d’onda del laser.

Il diodo laser

Come in altri tipi di diodi, quando la struttura viene polarizzata direttamente, le lacune provenienti dalla regione positiva vengono iniettate nella regione negativa, dove gli elettroni sono i portatori maggioritari di carica. Analogamente, gli elettroni dalla regione negativa sono iniettati nella regione positiva, dove le lacune sono i portatori maggioritari. Quando un elettrone e una lacuna sono presenti nella stessa regione, possono ricombinarsi per emissione spontanea, cioè l'elettrone può rioccupare lo stato energetico della lacuna, emettendo un fotone con un'ener-


gia uguale alla differenza tra gli stati dell'elettrone e della lacuna coinvolti. Questi elettroni e lacune iniettati rappresentano la corrente di iniezione del diodo, e l'emissione spontanea da' al diodo laser sotto la soglia laser proprietà simili a un LED. L'emissione spontanea è necessaria per iniziare l'oscillazione laser, ma è causa di inefficienza una volta che il laser è in oscillazione. I due capi del cristallo vengono incisi per ottenere le superfici piane e perfettamente parallele di un risuonatore. I fotoni emessi in un certo modo di propagazione della guida d'onda viaggeranno lungo la guida d'onda e saranno riflessi molte volte dalla faccia di ciascuna estremità prima di essere emessi. Il risultato in pratica è che quando la luce si propaga attraverso il piano di fenditura e transita verso lo spazio libero da dentro il cristallo semiconduttore, una frazione dell'energia della luce viene assorbita dagli stati di superficie da dove viene convertita in calore dalle interazioni fonone-elettrone. Tutto ciò scalda lo specchio a fenditura. Inoltre, lo specchio può scaldarsi semplicemente a causa del fatto che il bordo del diodo laser, è in contatto non proprio perfetto con il supporto che fornisce un percorso per la dissipazione del calore. Lo scaldarsi dello specchio provoca una riduzione della banda del semiconduttore nelle aree più calde. Il restringimento della banda porta più elettroni nelle transizioni elettroniche banda-a-banda ad al-

linearsi con l'energia fotonica provocando un assorbimento ancora maggiore. La soluzione a questo problema è stata di depositare un sottile strato di ossido di alluminio sopra al dissipatore. Esso funziona come un trattamento anti-riflesso, riducendo la riflessione sulla superficie, quindi diminuendo il riscaldamento del diodo.

LASTRE TERMICHE SENZA SVILUPPO DI APPLAUSE Le lastre termiche per CTP Applause non necessitano di lavaggio o sviluppo chimico: sono pronte per la stampa dopo l’incisione. Applause ottimizza le prestazioni delle applicazioni DI e CTP. Tra gli aspetti caratterizzanti della tecnologia, la mancanza della necessità di lavaggio e di sviluppo chimico e la compatibilità con i sistemi di bagnatura tradizionali. La tiratura massima realizzabili con tali lastre è di 100.000 copie, offrono un eccellente equilibrio acqua/inchiostro senza cottura né gommatura. Le lastre termiche senza sviluppo si adattano ad applicazioni DI e CTP e all'utilizzo di inchiostri UV.

KARAT "PEARLDRY" 46/74 Karat

A differenza di altre macchine la Karat presenta una particolare ingegnerizzazione del gruppo porta forma; infatti all'interno della macchina se ne trovano due, ognuCOMPUTER TO PLATE ON PRESS - P. 5

no dei quali accoglie due forme da stampa (C+Y e M+K).

74 Karat

La 74 Karat è una macchina offset a foglio con esposizione digitale integrata delle lastre, pensata per la stampa in quadricromia nel settore delle piccole e medie tirature. Essa è concepita per un comando efficiente ed economico con un solo operatore. I gruppi inchiostratori e i gruppi di stampa sono disposti su un lato della macchina, mentre il mettifoglio e uscita sull'altro. Cartucce di inchiostro, rapide da sostituire, consentono un cambio semplice e pulito dell'inchiostro anche durante il funzionamento della macchina. Il cambio delle lastre è interamente automatico. Le lastre usate vengono scaricate e posizionate in un apposito vano di deposito, successivamente si introducono le nuove lastre. In questo modo, è possibile avviare senza indugi l'ordine successivo. Il moderno sistema di esposizione della 74 Karat è composto da due testine di esposizione termoottiche che consentono una qualità d'immagine elevata, dal punto nitido. Ogni testina possiede 40 diodi laser. Le lastre termiche Pearldry della Presstek, utilizzano lastre ad asportazione, dove non è necessario il processo di sviluppo. Dopo l'esposizione le lastre essiccate in automatico e ottimizzate, quindi, per la stampa. Ciò riduce i cicli dell'ordine e tutela l'ambiente. L'esposizione precisa delle lastre direttamente sui due cilindri portalastra e la stampa in un'unica chiusura delle pinze, senza trasferimento del foglio sul cilindro di stampa di dimensioni triple, consentono una messa a registro assolutamente precisa nella stampa in quadricromia, senza la necessità di apporre correzioni.


ALTRE TECNOLOGIE

Truepress 344

Dainippon Screen TruePress 544 e 742

Le Dainippon Screen TruePress 544-742 usano cilindri porta forma di diametro doppio, su ciascuno dei quali alloggiano 2 colori e precisamente C+Y e M+K; la forma è in poliestere ed è sensibile ad un laser da 633 nm, che scrive ad una risoluzione tra i 1000 e 3000 dpi; dopo l'esportazione la lastra deve essere sviluppata da un'apposita soluzione. Durante la fase di incisione della forma, il primo cilindro viene spostato nella zona di esposizione; automaticamente la lastra viene fatta fuoriuscire dal magazzino e fatta aderire alla superficie del cilindro, quindi tagliata e fissata. Un laser ROS provvede all'esposizione della prima lastra, che viene successivamente sviluppata, mentre il secondo colore viene scritto. Al termine della preparazione del primo cilindro, questo viene riposizionato nella zona di stampa e il ciclo riprende per le due successive forme; il tempo totale di esposizione varia tra i 20 e 25 minuti.

Truepress 344

Si tratta di una macchina da stampa offset digitale a 4 colori A3+ che consente di stampare 7000 fogli A3 all'ora (500 fogli in bianca in meno di 15 minuti) avendo così un numero di lavori al giorno eccezionalmente elevato. Truepress 344 è l'ideale per aziende di prestampa e stampa in movimento per l'alta qualità offerta on-demand di materiale stampato. Essa è caratterizzata da un'unica serie di diodi laser multi testa Imaging con lastre senza sviluppo. L'Imaging ha una risoluzione di 2400 dpi e, con il processo di stampa tradizionale offset con inchiostri standard, la Truepress 344 offre uno straordinario livello di qualità di stampa. Questo notevole sistema di stampa digitale utilizza lastre termiche senza sviluppo, che non richiedono proCOMPUTER TO PLATE ON PRESS - P. 6

cessi chimici, fornendo così nuovi standard ecologici. Utilizzando un nuovo e innovativo MALD (Multi Array Laser Diode) può esporre quattro lastre da stampa contemporaneamente con un tempo di incisione delle lastre notevolmente ridotto. L'alimentatore automatico di installazione delle lastre consente inoltre all'operatore di stampare un'alta varietà di lavori, (dimensione minima di 90 mm x 148 mm) al formato A3 (340 mm x 470 mm). Essa dispone di un nuovo sistema di regolazione automatica del posizionamento della carta che facilita il funzionamento: l'operatore semplicemente indica lo spessore della carta, il tipo e la dimensione e il sistema penserà in maniera autonoma a calcolare le regolazioni specifiche. Utilizza un'unica striscia di controllo dei dati per valutare il fattore di attenuazione dell'acqua necessaria per l'equilibrio ottimale con l'inchiostro. Un unico algoritmo infatti calcolerà i livelli di soluzione della bagnatura grazie alle impostazioni effettuate dall'operatore. Per la manutenzione richiede meno tempo e fatica grazie alla pu-

lizia automatica del caucciù e della soluzione di bagnatura. Per l'unità di essiccazione fa uso di un'unità a raggi IR. Il fatto che questa stampi con inchiostri e carte standard e faccia uso di lastre termiche senza sviluppo, ci fornisce un basso costo di consumo. Inoltre, grazie al ridotto uso di sostanze chimiche corrosive fa si che si crei un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle più severe normative statali. Un altro vantaggio che essa dispone è quello della possibile memorizzazione dei lavori, dando così la possibilità di richiamare tutti i dati riguardanti quel lavoro per una futura ristampa senza perdite di tempo.

Siti internet consultati: www.wikipedia.it www.diagraph.com www.fujifilm.com www.screeneurope.com www.presstek.com www.macchingraf.it www.heidelberg.com www.samor.com www.graphics.kodak.com www.esko.com www.agfa.com testo di tecnologia


LE PROVE COLORE La prova colore è la simulazione fisica del risultato che si avrà in stampa del file elettronico finale dell’impaginato di un lavoro grafico. Costituisce l’elemento che da valore e supporta i dati dei file elettronici “ finali” dei lavori. di Mattia Chersicola, Edoardo Mora, Giulio Pappagallo, Alessio Salvadori

INNOVAZIONI DELLE PROVE COLORE

Dagli anni ’90 ad oggi si sono sviluppate parecchie innovazioni nelle prove colore, le quali possono essere così suddivise: • contrattuali • non contrattuali Questo concetto è stato messo in campo per dare un minimo di credibilità alla miriade di stampanti digitali a colori economiche presenti sul mercato che sono lontane dal poter essere intese come sistema che produce la simulazione del risultato di una macchina da stampa. Le prove colore possono inoltre essere: • digitali: ottenute direttamente dai dati mediante una stampante; • remote: usate nei casi in cui la stampante, per ottenere la prova colore cartacea, si trova in luoghi diversi da quello in cui avviene la preparazione dei file ma allo stesso tempo è collegata in rete; • sistemi soft-proof: le prove colore che si limitano alla visualizzazione sul monitor calibrati delle immagini a colore, sono sempre più utilizzate all’interno di redazioni che hanno tempi di produzione sempre più stretti; • hardware, mediante stampanti certificate o plotter: prova colore ad alta risoluzione e/o cianografica digitale a colori del foglio macchina a bassa risoluzione. LE PROVE COLORE - P. 1

Esempio di foglio test per valutazione qualità prova colore

In un contesto così variegato vediamo ora di definire quali sono le caratteristiche inderogabili che un sistema di prove colore deve comunque possedere. Fornire simulazioni veritiere Il sistema scelto deve consentire l’ottenimento di simulazioni stampa veritiere la cui qualità è comprovata proprio con il confronto visivo con il foglio di macchina ottenuto con la tecnica industriale di stampa. La capacità di simulazione cioè di offrire la stessa sensazione di colore che si avrà poi in stampa è riconducibile a due aspetti:

• la capacità dei singoli monocromi di stampa utilizzati di coprire lo spazio colore della tecnica di stampa finale; • consentire la calibrazione, cioè l’allineamento della periferica stessa ai risultati cromatici di stampa. Affianco a ciò ci può essere un modulo, sempre software di CMM (Color Management Module) che consente di accettare i profili ICC della macchina da stampa e, su questi dati, elaborare la miglior immagine di simulazione che al stampante può dare.


Economicità: Il sistema di prova colore deve essere economico sia come investimento iniziale e soprattutto come costo finale a copia. L’economicità è fondamentale in quanto il suo costo è già contemplato nel processo di lavoro ed è pari generalmente a due prove (necessarie per un lavoro): se il costo è basso si potranno realizzare anche più copie e ottenere lavori in cui i colori sono verosimilmente perfetti; se il costo è considerevole, ci si dovrà accontentare di compromessi. Ripetibilità: Un sistema di prove colore deve essere ripetibile, vale a dire garantire a parità di condizioni di partenza, risultati uguali nel tempo ovvero dallo stesso file, fatto uscire dalla medesima stampante, in tempi diversi e con le medesime calibrazioni, si devono ottenere delle prove colore uguali.

A CHI SERVONO LE PROVE COLORE

Sono in molti a riporre la loro fiducia nelle prove colore, cioè sui risultati cromatici che queste presentano; ai tecnici della prestampa spetta la responsabilità di non deludere questa fiducia. Le prove colore sono necessarie a: clienti: essi hanno tutto il diritto di vedere l’anteprima di ciò che poi andranno ad utilizzare per la propria attività di comunicazione; operatori di prestampa: ne hanno bisogno per effettuare una valutazione del loro operato, sia in termini di correttezza dei colori delle singole immagini (cromia) che dell’impaginato complessivo, considerando pure gli avviamenti cromatici dei diversi elementi grafici che lo compongono, ovvero l’impaginato; operatori delle macchine da stampa: per avere il riferimento cromatico a cui possono riferirsi per ottenere, in fase d’avviamen-

to, il foglio di “ visto di stampa” e quindi per tutta la fase di tiratura del lavoro.

CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI DI PROVA COLORE

Ecco i sistemi esistenti; soft proof, hard proof inkjet-elettrofotografiche, trasferimento termico. Soft proof Sono prove che si sono sviluppate negli ultimi anni ma che non danno una copia fisica finale stampata del lavoro. Non permettono solo la visualizzazione delle immagini o dell’impaginato finale direttamente su un monitor calibrato del cliente ma permettono anche l’esecuzione diretta di annotazioni elettroniche e l’approvazione finale del cliente. Le immagini possono essere sia in bassa che ad alta risoluzione, si possono verificare le aree di sovrastampa (trapping), la presenza di colori speciali come

IT8 utilizzato per la caratterizzazione di una stampante o di un sistema prova colore (profili ICC)

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i Pantone e anche altre funzioni come il densitometro, il righello e i colori separati. Hard proof ink-jet Le unità ink-jet a basso costo si sono imposte sull mercato delle prove colore e si stanno progressivamente affermando anche come prove contrattuali per diversi segmenti di mercato. Molte soluzioni sono in grado di emulare e di riprodurre il retino di stampa: quest’operazione viene chiamata screen proofing. L’accettazione dei profili ICC costituisce una costante per tutti i software di proofing di ultima generazione. Le stampanti per prove ink-jet si distinguono in 2 tipologie: ad inchiostro liquido o ad inchiostro solido/semisolido. In questi sistemi la carta viene avvolta attorno ad un cilindro e tenuta ferma grazie ad un sistema di aspirazione. L’inchiostro viene Schemi funzionamento tecnologia inkjet

LE PROVE COLORE - P. 3

aspirato da ciascuna delle quattro o più cartucce e inviato ad alta pressione ai 4 ugelli di scrittura. In ognuno di questi può essere posizionato un cristallo piezoelettrico che, sottoposto ad una vibrazione ad altissima frequenza, suddivide lo spruzzo costante di inchiostro in un flusso di circa un milione di singole gocce al secondo. Il flusso è fatto passare attraverso un tunnel che va a caricare elettrostaticamente le goccioline di ink che risulterebbero in sovrappiù; queste vengono attirate da un campo elettrostatico di segno opposto con la conseguenza che vengono deviate, fatte scolare in un recipiente di recupero. La corrispondenza con la stampa finale può essere considerata massima. Hard proof elettrofotografiche La stampante per le prove fotografiche utilizza il principio dell’ormai diffusa e più conosciuta fotocopiatrice. È generalmente composta


Concetto di uniformità colore

da un tamburo centrale ricoperto di materiale fotoconduttore, un sistema di caricamento elettrostatico, un dispositivo d’esposizione, quattro “calamai” contenenti toner colorato e un tamburo di trasferimento. Il ciclo per l’ottenimento della copia stampata prevede innanzitutto il caricamento completo di tutta la superficie del tamburo centrale d una carica elettrica negativa mediante lo sfioramento al sistema di carica elettrostatica: quindi avviene la scrittura laser. Successivamente il calamaio del colore in esposizione si avvicina e si posiziona a distanza minima rispetto al tamburo: le particelle di colore ovvero toner, che sono caricate positivamente, vengono attratte dalle cariche negative del tamburo e si viene a formare l’immagine colorata su quest’ultimo. A questo punto l’immagine del singolo colore viene trasferita, al tamburo di trasferimento che svolge una funzione simile a quello del caucciù nella stampa offset. Il tamburo con il fotoconduttore, viene quindi pulito meccanicamente da eventuali residui di toner e sottoposto ad un nuovo ciclo di stampa, chiaramente con il secondo colore. Il foglio con il toner trasferito prima d’uscire dalla stampante, viene leggermente siliconato e riscaldato per permettere la fusione della resina contenuta nel toner, e quindi il suo ancoramento alla carta definitivo e irreversibile. Il software che governano queste apparecchiature consentono anche di ottenere una LE PROVE COLORE - P. 4

calibrazione del colore molto precisa e affidabile. L’aspetto più critico di tali sistemi è la ripetibilità dei risultati dovuta a fattori esterni piuttosto che ad un usura o da una scarsa manutenzione. Trasferimento termico Questo sistema di prove colore si basa sul principio di trasferire mediante il calore una certa quantità di sostanza colorata, trasportandola su di un supporto adatto e formando in questo modo i grafismi. Il calore fa rinvenire e rammollire una cera nella quale è disperso il colorante; una leggera pressione trasferisce ad un supporto ricevente di transito dove si fissa. I fogli colorati sono quattro, uno per ogni monocromo di stampa. La scrittura viene fatta su ciascun colore che, sempre automaticamente, viene trasferito sull’unico foglio ricevente. Dopo aver ricavato il quarto colore viene messo a contatto con il foglio di carta, in una pressa a freddo, per effettuazioni dell trasferimento finale.

contrattuale. In verità la prova con retino è solo quella fornita con lo stesso RIP che genera la stessa struttura di punto sia per il CTF/ CTP, quindi solo i plotter ambivalenti CTP/proofer sarebbero in grado di fare ciò, utilizzando sempre lo stesso RIP, lo stesso software colore, le stesse font, lo stesso laser ecc. Gli altri sistemi di prove che offrono la retinatura in output danno si un retino ma non si può esser certi che valga usando lo stesso algoritmo di retinatura come pure le font.

REMOTE PROOFING

Le applicazioni di remote proofing si stanno affermando come prova intermedia e come supporto per marcatura delle correzioni; resta da vedere se sapranno affermarsi come soluzioni per la prova contrattuale finale. Alcune soluzioni offrono meccanismi di certificazione dell’output colore remota rispetto all’output sulla stampante locale: vi è comparazione tra alcuni valori misurati tra le due prove con il calcolo dello scostamento in delta E. Il trasferimento dei file viene realizzato sfruttando le connessioni di rete.

PROVE COLORE SENZA RETINO?

La prova colore a tono continuo non presenta controindicazioni per quanto concerne la capacità di simulazione dei risultati di stampa ma non mette in evidenza l’eventuale moirè del retino o il trapping applicato, in quanto si è utilizzato un RIP diverso da quello di produzione. Alcuni stampatori lo mettono come prerequisito per la prova

Siti internet e testi consultati: www.wikipedia.it Tecnologia Grafica - Vol.2


PLOTTER INKJET Stampa digitale di grande formato Riccardo Bortolozzo, Matteo Bidoia, Francesco Checchin, Giulia Semenzato

PANORAMICA GENERALE Siamo stati tutti testimoni dell’esuberante marcia della visual comunication, che negli scorsi anni ha portato la comunicazione XXL a conquistare gli spazi urbani e non solo. Fin da i suoi esordi, l’industria del grande formato ha registrato ritmi di crescita vertiginosi, interrottisi nel 2009 quando, con la crisi economica internazionale, gli operatori del settore si sono visti costretti ad adottare tattiche di sopravvivenza difensive, causando un improvviso rallentamento del mercato jumbo size a livello mondiale. Tuttavia a distanza di un anno gli scenari sono di nuovo cambiati in positivo. L’ impulso è arrivato direttamente dalla comunità del grande formato che, riprendendo in mano le redini della situazione è tornata a promuovere strategie di vendita e operative proattive, basate su investimenti e innovazione volte alla crescita. Per quanto riguarda il mercato della concorrenzialità, il mercato della visual communication verte, secondo quanto emerso dall’inchiesta di FESPA che è l’evento specializzato per gli operatori della stampa e decorazione digitale tessile, in un stato di flusso: secondo il 65,5% del campione la concorrenza si è consolidata o è andata incontro al fallimento, mentre il 43,1% ha indicato che i propri concorrenti si PLOTTER INKJET - P. 1

stanno spostando su altri mercati o sull’offerta di nuovi servizi. Come inevitabile, l’approccio di sopravvivenza e la politica difensiva adottate nel 2009 dagli operatori del grande formato ne ha indebolito l’attenzione per l’ambiente: non a caso, il 59,6% dei rispondenti ha definito la produzione sostenibile come meno importante in conseguenza della crisi. Tuttavia un considerevole 40,4% ha risposto che la difficile fase economica non ha reso meno rilevante la stampa ecologica. Un altro dato significativo riguarda il

fatto che un quinto degli interpellati usi la sostenibilità come fattore di differenziazione sulla concorrenza. Ciò suggerisce la presenza di opportunità nell’innovazione in questo ambito: opportunità da cui potranno trarre vantaggio sempre più fornitori di servizi di stampa, anche in vista del crescente miglioramento delle prospettive economiche.


PROCESSI DI STAMPA L’Inkjet è una tecnologia di stampa che consiste nel proiettare minuscole goccioline di inchiostro sul supporto da stampare. I plotter Inkjet utilizzano lo stesso meccanismo di stampa delle stampanti a getto d’inchiostro. Presentano un carrello che si muove lungo tutta la larghezza del foglio, il quale a sua volta può procedere in direzione perpendicolare al carrello attraverso un sistema di rulli. Sul carrello sono presenti le testine di stampa, il loro compito è quello di proiettare sul foglio microgocce di inchiostro del volume di pochi picolitri attraverso minuscoli forellini detti ugelli.

TECNOLOGIE DI STAMPA Esistono due tecnologie di stampa: Drop on Demand e get-

Plotter CANON inkjet

PLOTTER INKJET - P. 2

to continuo. La prima comprende quella termica: in corrispondenza di ogni ugello è posizionato un resistore attraverso il quale vengono fatti passare impulsi di corrente; ad ogni impulso il resistore si scalda di alcune centinaia di gradi in pochi microsecondi e genera nell’inchiostro a contatto con esso una bolla di vapore; e quella Piezoelettrica: sotto ogni ugello è sistemato un canalino circondato da un cristallo piezoelettrico; un impulso elettrico provoca la deformazione del cristallo e conseguentemente la repentina strozzatura del canalino e l’eiezione dell’inchiostro. L’inchiostro viene prelevato da serbatoi chiamati cartucce le quali possono contenere inchiostro libero o trattenuto da una spugna; posizionate in un luogo fisso e collegate al carrello con le testine mediante tubi. La seconda è invece caratterizzata da alte frequenze di getto

che permettono una elevata velocità di stampa. L’inchiostro viene spruzzato senza sosta e si deposita o meno sulla carta, in questo modo l’inchiostro viene riciclato. Nelle parti in cui non è necessario utilizzare l’inchiostro il suo flusso viene deviato attraverso dei sistemi elettrostatici. La risoluzione di stampa ottenibile raggiunge circa 300 dpi e i diametri degli ugelli variano tra il 5 e 42 μm. Gli inchiostri utilizzati sono a base di colorante, di acqua e al MEK (metiletilchetone) un tipo di solvente.


INCHIOSTRI PER INKJET Inchiostri ad acqua Negli Inchiostri ad acqua il veicolo è l’acqua. Questi sono stampati su dei supporti in cui l’acqua può evaporare velocemente tramite calore e il pigmento si fissa sulla superficie dando un immagine ben definita. Sono principalmente usati per grafiche o su supporti tessili. Inchiostri a solventi Gli inchiostri a Solventi hanno come veicolo il solvente : generalmente il solvente è un tipo di composto organico volatile che si asciuga velocemente tramite evaporazione. Gli inchiostri a solvente sono economici, durevoli, e damo buoni risultati anche su supporti poco porosi. Un aspetto negativo è la necessità di usare un buon impianto di ventilazione per eliminare l’odore provocato dal evaporazione del solvente. Inchiostri a basa d’olio Sono composti d un legante, da una vernice e da una parte di pigmento. La vernice è un olio vegetale che aumenta la lucidità della stampa. Gli inchiostri a base d’olio si asciugano velocemente tramite assorbimento e sono perfetti per stampare su supporti porosi come cartoni, usomano. Inchiostri UV Poiché non usano solventi sono inchiostri non inquinanti poiché a differenza degli altri inchiostri questo non disperde il veicolo nell’ambiente e quindi non inquina. Sono usati per stampare su supporti non porosi e sono usati principalmente su stampa industriali e decorazioni di prodotti. Inchiostri fusione a caldo (inchiostri hotmail) Questi inchiostri sono scaldati sulla testina di stampa per tenerli liquidi e una volta che sono gettati si solidificano d’impatto sul PLOTTER INKJET - P. 3

supporto. Questo cambiamento di stato da liquido a solido avviene nel momento in cui la goccia di ink si appoggia al supporto; questo passaggio provoca un allargamento e una lievitazione che ci permettono di controllare la quantità di inchiostro che viene rilasciata dalla macchina. Questi inchiostri hanno vantaggio rispetto a quelli ad acqua di non avere sbavature e controstampa. Uno svantaggio di questi inchiostri, essendo solidi e aggrappandosi al supporto per essiccazione, creano un grafismo sul supporto facilmente graffiabile.

INCHIOSTRI LATEX Questa tipologia di inchiostri è particolarmente nuova e sono composti da il 70% di acqua e il 30% di additivi che vengono selezionati in base al tipo di supporto da stampare. Latex significa microscopiche particelle di polimeri sospese nell’inchiostro. Gli inchiostri latex offrono una buona durata rispetto agli ink a solvente ma sono meno reperibili e decisamente più costosi, ma hanno il grosso vantaggio di essere ecologici salvaguardando l’ambiente e la salute dell’uomo. Certe aziende stanno iniziando ad utilizzare gli ink al latex per la segnaletica interna ed esterna . Al contrario degli ink a solvente, in questo tipo di inchiostro c’è bisogno di un particolare meccanismo di asciugatura poiché mentre il liquido evapora i polimeri di latex si fondono insieme inglobando il colore. Quello che rimarrà sul supporto è un continuo strato di polimeri latex che proteggono il pigmento.

inchiostri per inkjet


MUTOH LE STAMPANTI SPITFIRE 65/90 EXTREME Utilizza una modalità di stampa a 540 dpi, garantendo una qualità di stampa sia per applicazioni grafiche che fotografiche. Il plotter Spitfire Extreme è destinato ad applicazioni grafiche con stampa ad alta velocità a 8 canali con predisposizione di configurazione da 2x4 colori. Gli inchiostri CMYK garantiscono una piena saturazione, il che significa colori brillanti e un’ampia gamma di colori. Gli inchiostri presentano inoltre eccellenti caratteristiche di asciugatura e fissazione, il che permette alte velocità di stampa su un’ampia gamma di PVC autoadesivo. Grazie a queste caratteristiche di saturazione, il risparmio di inchiostro può essere massimizzato, garantendo un basso consumo ma mantenendo allo stesso tempo un’elevata brillantezza.

Stampante SPITFIRE 65/90 EXTREME

.

PLOTTER INKJET - P. 4


AGFA JETI 1224 UV HDC Agfa Jeti 1224 UV HDC (High Definition Colour) È una tecnologia di stampa flatbed UV, cioè consente di stampare in piano su grandi superfici un gran numero di materiali, anche rigidi, destinato a tutte le applicazioni interne ed esterne, con un’altissima qualità, progettata per applicazioni di qualità fotorealistica e con più ampio insieme dei colori che la periferica è in grado di produrre. Le teste di stampa inkjet Ricoh Gen 4 usano una serie di inchiostri U . La combinazione tra gli inchiostri e le teste di stampa Agfa consente di gestire al meglio la stampa in quadricromia e bianco, con risoluzione massima di 1200 dpi e goccia di soli 8 picolitri, producendo immagini ricche di dettagli e sfumature. Inoltre, grazie all’elevata concentrazione dei pigmenti che compongono gli inchiostri Anuvia HD, hanno un elevata coprenza della superficie del supporto (bianco, colorato, scuro o trasparente) con un ridotto consumo d’inchiostro, qualità di stampa anche ad elevate velocità. A caratterizzare ulteriormente la

PLOTTER INKJET - P. 5

new entry del portfolio Agfa sono tre nuove modalità di stampa studiate per garantire elevata produttività indipendentemente dalla qualità dell’immagine che rimarrà sempre eccezionale: in modalità express, Agfa Jet 1224 UV HDC tocca la vetta di 110 m2/ora; 54 m2/ ora nella modalità “production”, mentre per riproduzioni artistiche speciali 36,2 m2/ora. Grazie ad un ampio piano di stampa aspirato, Agfa Jet 1224 UV HDC consente di stampare su qualsiasi tipo di supporto fino a 5 cm di spessore.w

Stampante AGFA JET 1224 UV HDC


Esempio di Tabella Casa

Modello

Velocità

Diemensioni

Altro

HP

Designjet T2300

80 stampe A1 all’ora

84 × 118 cm (A0)

ink: Dye (C, M, Y, G, pK); pigmentato (MK) supporti: carta patinata, fotografica, adesiva, pellicola, laminato plastico, cianografie e cartone.

Designjet T1200

28 sec/pagina A1

84 x 118 cm (A0)

ink: nero opaco: inchiostro pigmentato HP; ciano, grigio, magenta, nero fotografico, giallo: inchiostro dye HP supporti: carta normale, patinata, pellicola, supporti adesivi

Designjet 4020

100 stampe A1 all’ora

84 x 118 cm (A0)

ink: nero: inchiostro pigmentato HP; ciano, magenta, giallo: inchiostro dye HP a base d’acqua supporti: carta normale, pigmentata, tecnica (da ricalco,naturale, pergamena), autoadesiva, materiale per insegne

stampa a colori (carta lucida) 4,9 min/pagina

Océ

PLOTTER INKJET - P. 6

Designjet L25500

9,8 min/pagina

84 x 118 cm (A0)

ink: pigmentati HP Vivera supporti: grafica standard web

CS2436 MF

48 sec/A0

150 m x 91,4 cm

ink: Termica a getto d’inchiostro, base acqua supporti: standard, patinata, riciclata, trasparente, carte fotografiche, pellicole in poliestere e per esterni

CS2424

30 sec/A1

150 m x 60 cm

ink: base acqua a alta densità supporti: carta draft, comune, trattata, riciclata, trasparente, fotografica, da esterno e film di poliestere

CS2236

56 sec/A0

200 m x 91,7 cm

supporti: non trattati, trattati, riciclati, trasparenti, carta fotografica e film di poliestere

CS2344

104 sec / A0

200 m x 1118 cm

supporti: non trattate, trattate, outdoor, carte fotografiche, film di poliestere, canvas, banner


Casa

Modello

VelocitĂ

Diemensioni

Xerox

8390

42 mq/h

228 cm

7450

18 mq/h

610 cm

7142

40 mq/h

1080 cm

11880

35,4 mq/h

162 cm

LP17 z

2 A2 in 20 secondi

A2

stampe senza bordo

iPF610

1 A1 in 33 secondi

A1

stampa di progetti CAD a 1.200 dpi

iPF750

1 A0 in 48 secondi

36 pollici A0

compatibile con i file HP GL/2

iPF810

1 A0 in 47 secondi 1 A1 in 24 secondi

111 cm

Testine con 15.360 ugelli

Canon

PLOTTER INKJET - P. 7

Altro

supporti: carta di qualitĂ , carta lucida poliestere, carta patinata e non


STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME Le periferiche sono dedicate all’ufficio o a piccole-medie aziende e possono offrire altre funzioni, come ad esempio copiatrice, scanner e fax. Le due tecnologie impiegate sono quella a laser e quella ink-jet. Le caratteristiche standard sono: f.to standard A4, stampa da 20 fino a 40 ppm (pagine per minuto) e risoluzione finale di 600x600 dpi.

di Giulia Bainella, Alessandra Manente, Beatrice Scarpa e Francesca Alba

PREMESSA

La stampa digitale viene identificata come un sistema di stampa nel quale la matrice viene generata attraverso processi elettronici, e successivamente impressa in maniera diretta o indiretta sul supporto. La forma da stampa viene ricreata ad ogni copia da stampare; perciò offre ogni possibilità di personalizzare testo e immagini. Questo termine è generico e in esso vengono fatte rientrare tipologie di macchine con diverse caratteristiche e settori legati a questo tipo di mercato, come i sistemi di finitura. Questi sono elementi molto importanti per la comprensione della complessità della tecnologia. Fondamentalmente, le tecnologie digitali elettrofotografiche vengono suddivise in tre grandi aree: Low Volume, Mid Volume e High Volume. La differenza principale riguarda il numero di pagine che stampano per minuti. Le periferiche Mid Volume stampano dalle 40 alle 70/90 ppm; mentre quelle High Volume dalle 70 ppm in su.

Con l’entrata nel mercato di queste stampanti digitali si è cercato di utilizzare queste macchine per la produzione di stampanti commerciali di diverse tipologie; alla fine, questa tecnologia ha portato alla realizzazione di attrezzature complete di elevata qualità. Le loro caratteristiche principali sono la buona risoluzione fino a 600 dpi e la discreta velocità di stampa (oltre le 20 copie al minu-

to). Attualmente il piano di scansione non è un elemento importante. In alcuni modelli esso è venduto separatamente andando ad evidenziare il diverso utilizzo che queste macchine hanno subito nel tempo. La maggior parte delle stampanti Low Volume utilizza la tecnologia laser, ma alcuni modelli di bassa produttività usano la tecnologia ink-jet. Vediamo brevemente il funzionamento.

EVOLUZIONE

Originariamente, all’interno della categoria delle stampanti digitali low volume, erano presenti delle fotocopiatrici a colori interfacciabili con un RIP. Infatti, all’inizio, la loro funzione era quella di fotocopiare e nell’ipotesi stampare. STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME - P. 1

1. Accesso al piano di scansione ; 2. Alimentatore automatico 3. Scomparto di uscita degli originali; 4. Scomparto per più formati 5. Finisher; 6. Pinzatrice manuale; 7. Pannello di comando; 8. Alimentatore speciale; 9. Sportello dello scomparto della carta; 10. Sportello anteriore


materiale fotoconduttore e da una stazione di sviluppo dell’immagine mediante toner. La scrittura con i LED (Light Emitting Diodes) viene utilizzata da molte stampanti digitali. Essa offre un’ottima qualità di stampa per quanto riguarda il colore ed il bianco e nero, ed è composta da diversi diodi luminosi montati su una barra che coprono l’intera larghezza del cilindro. Ciascun LED coincide con un punto di scrittura; la risoluzione del sistema di scrittura viene determinata dal numero di LED presenti. Vi sono due generazioni: nella prima i fotodiodi erano organizzati in blocchi e a seconda della risolu-

immagine del segnale

L’ink-jet è un sistema di stampa a basso costo, silenzioso e con una buona resa nei colori; leader nelle stampanti per l’utenza privata e per i piccoli uffici. La testina di stampa si muove orizzontalmente sulla carta portando con sè la cartuccia, o le cartucce, mentre l’inchiostro a base di acqua viene spruzzato da ugelli microscopici. Nella tecnologia ink-jet DOD “Drop On Demand” Bubble Jet, ogni ugello contiene una goccia d’inchiostro che viene riscaldata elettricamente fino a un punto definito di ebollizione che la fa scoppiare. Al momento dello scoppio, l’inchiostro fuori esce da un foro posto anteriormente atterrando sulla carta. Successivamente l’ugello viene raffreddato e, grazie al vuoto creato dalla goccia in uscita, ne viene risucchiata un’altra dal serbatoio d’inchiostro. Vi è però il problema molto frequente dell’essiccamento dell’inchiostro nelle testine, il quale provoca mal funzionamenti. Se confrontato con le altre tecnologie, un altro suo svantaggio è dato dall’elevato costo per copia stampata. Queste stampanti impiegano circa 60-70 secondi per pagina, ed hanno una risoluzione che varia dai 300x300 dpi ai 300x360 dpi.

strato dielettrico

Il sistema elettrofotografico è il principio base della stampa digitale. Esso si può dividere in due processi che sfruttano due differenti sistemi di esposizione ma che sono simili nel loro funzionamento: il sistema elettrofotografico a LED e il sistema elettrofotografico a Laser. Il primo sistema è formato da un’unità di esposizione LED, da un corotron di carica e scarica della superficie del cilindro fotoconduttore, da un cilindro ricoperto di un STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME - P. 2

elettrodo di scrittura (stilo)

carta (conduttiva) controelettrodo

A

PROCESSO ELETTROFOTOGRAFICO DELLA STAMPA LASER

zione erano presenti dai 64 ai 128 elementi su ogni chips. Questi blocchi emettevano una luce proiettata sul cilindro, grazie alla lente Selfoc e venivano alimentati da un circuito che forniva elettricità e dati; quest’ultimo aveva un diametro di 25 micron e connetteva i chips con un driver Ics. Nella seconda, invece, aumentando la risoluzione fino a 600 dpi si è ottenuto un innalzamento qualitativo della produzione e un’indicazione principale verso la stampa fotografica a colori. Le principali differenze riguardano: una maggiore precisione della lente Selfoc; una varietà di intensità dell’esposizione di ogni diodo; la velocità di stampa; evitare delle di-

traferro

elettrodo

immagine del segnale

STAMPA INK-JET

scrittura testa strato dielettrico carta (conduttiva)

B immagine elettrodo

non-bagnante, fluido conduttivo

carta controelettrodo C


storsioni nella fase di esposizione; un miglior controllo dell’esposizione dei LED; l’introduzione di un sistema di energia della lente Selfoc e una maggiore velocità di trasmissione dei chips. Il sistema elettrofotografico a laser venne introdotto per lo sviluppo delle stampanti non ad impatto ma in particolar modo per le stampanti digitali a bassa velocità. Esso è composto da un generatore laser, da un sistema ottico costituito da lenti e da uno specchio poligonale rotante. Nella tecnologia laser, un raggio laser infrarosso viene modulato secondo la sequenza di pixel. Quest’ultima deve essere impressa sul foglio e successivamente viene ceduta da uno specchio rotante su un tamburo fotosensibile elettrizzato, il quale si scarica dove viene colpito dalla luce. In seguito, l’elettricità statica attira il toner che viene trasferito sulla carta. Il foglio passa successivamente sotto un rullo fusore riscaldato ad elevata temperatura che fonde il toner facendolo aderire alla carta. Per ottenere la stampa a colori si impiegano quattro toner: nero, ciano, magenta e giallo, trasferiti da un unico tamburo oppure da quattro distinti. Questo tipo di stampante ha una velocità fino a 40ppm.

CONFIGURAZIONE DELLE STAMPANTI MULTIFUNZIONE

Le stampanti digitali low volume possono prevedere: un piano per la fotocopiatura che è sostanzialmente uno scanner digitale in formato A3 che può acquisire immagini con una risoluzione di 300 dpi; su un fianco è presente un bypass, cioè un cassetto esterno che ha la capacità di contenere circa 50 fogli; sull’altro fianco, invece, si trova un raccoglitore di uscita e infine nella parte bassa della stampante sono posizionati dei cassetti per la carta (massimo 4). Il formato mas-

simo che queste stampanti possono contenere è A4 con una grammatura che può arrivare fino a 120 gr/ m². Queste stampanti possono essere multifunzionali; esse comprendono strutture di copia, scanner e fax. Esistono modelli che stampano in B/N e altri in B/N e a colori. (vedi informazioni nelle tabelle).

IL RIP NELLE STAMPANTI DIGITALI “LOW VOLUME” E LE SUE TIPOLOGIE

Questa tecnologia possiede un dispositivo elettronico chiamato RIP (Raster Image Processor); esso ha la funzione di coordinarla, ha il compito di ricevere il file da stampare e ha la capacità di preparare la griglia (Raster) della pagina comprensibile al dispositivo di scrittura (laser o LED). Esistono due tipologie principali di RIP che si distinguono in: esterno ed interno. Nelle periferiche Low Volume, il RIP è generalmente un “interprete” PostScript (una sorta di RIP semplificato) interno alla periferica. Il primo dispositivo è basato su due diversi hardware: RIP basati su tecnologia Intel, con sistema operativo Windows o MacOS. Entrambe le due soluzioni sono postazioni di lavoro complete ma opportunamente dimensionate, per svolgere l’attività di rasterizzazione dei file a colori e la gestione della macchina da stampa digitale. In aggiunta questi hardware possono lavorare direttamente sul RIP o in modalità remota, cioè attraverso utility specifiche o con un browser web, che interagisce con il software di gestione del RIP visualizzando le code di stampa o gli strumenti di gestione del colore. Inoltre il RIP ha la funzione di gestire l’imposition dei documenti e l’editing dei file. Il RIP interno, invece, è più limitato rispetto al precedente e di solito viene installato sul retro della stampante o inglobato all’interno.

STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME - P. 3

Stampante XEROX Phaser 6125

HP LaserJet serie M4345

dell-2335dn

Epson Aculasder Serie CX28DN


Esso possiede caratteristiche limitate e solitamente viene utilizzato per le applicazioni office. Ogni RIP deve avere delle funzionalità minime. Esse sono: la gestione della “coda di stampa”; l’assegnazione delle priorità di stampa; possibilità di assegnazione file delle proprietà di stampa (formato, fron-

te-retro, colori, ..), di archiviare i file su un disco rigido e di importare file .Ps e file .Pdf nella coda di stampa; la gestione della stampa in fronte e retro con la regolazione del registro e accettazione dei profili colore. In aggiunta quest’ultimo possiede alcune funzioni extra, quali:

l’editing del file mediante tool software; le funzioni di linearizzazione e calibrazione evolute madiante tools sofware per la taratura del colore del motore di stampa e infine la creazione in automatico di opuscoli.

Le due tabelle seguenti, presentano le diverse tipologie di stampanti digitali low volume offerte dal mercato. Inoltre vengono riportate le varie caratteristiche di ciascuna di esse.

Tabella comparazione stampanti low volume

HP

XEROX

Casa

Modello

Caratteristiche

Phaser 3635MFP

Stampante multifunzione in bianco e nero • Funzioni: stampante, copiatrice, scanner, fax • Velocità: fino a 33 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi • Capacità carta standard: 550 fogli • Capacità carta massima: 1.050 fogli • Ideale per l’uso quotidiano in ufficio da parte di gruppi di lavoro piccoli e medi

ColorQube 8870

Stampante a colori a inchiostro solido • Funzioni: stampante • Velocità: fino a 40 ppm in bianco e nero e a colori • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi • Volume di stampa mensile: fino 15.000 • Capacità carta standard: 625 fogli • Capacità carta massima: 2.200 fogli

HP LaserJet serie 9040

Stampante laser bianco e nero x tirature elevate

HP Color LaserJet CP3520

Stampante laser a colori

HP Officejet 6000

Stampante ink-jet

• • • • • •

• • • • • •

• • • •

Funzioni: stampante Velocità: fino a 40 ppm Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi Volume di stampa mensile: da 15.000 a 30.000 Fino a 4 vassoi, con capacità di alimentazione di 2100 fogli ideali a grandi gruppi di lavoro e reparti aziendali

Funzioni: stampante Velocità: fino a 30 ppm in bianco e nero e a colori Risoluzione di stampa: 1200 x 600 dpi Volume di stampa mensile: da 1.500 a 5.000 Fino a 3 vassoi, per capacità di alimentazione di 850 fogli Piccoli gruppi di lavoro da 5 a 15 utenti

Funzioni: stampante Velocità: fino a 32 ppm in bianco Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi Capacità carta standard: 250 fogli

STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME - P. 4


Caratteristiche

i-SENSYS MF4550d

Stampante multifunzione laser monocromatico • Funzioni: Stampa, scansione, copia e fax • Velocità: fino a 30 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi • Volume di stampa mensile: Max. 15.000 pagine

i-SENSYS MF4550d

Stampante multifunzione laser monocromatico • Funzioni: Stampa, scansione, copia e fax • Velocità di stampa: fino a 25 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi • Volume di stampa mensile: Max. 10.000 pagine

imageRUNNEN 2318

Stampante multifunzione ink-jet • Funzioni: Stampa, copiatrice • Velocità di stampa: fino a 20 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi

imageRUNNER 2520

Stampante ink-jet • Funzioni: Stampa • Velocità di stampa: fino a 20 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi

IR 2870 Ne

Stampante ink-jet • Funzioni: Stampa • Velocità di stampa: fino a 28 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi • Capacità carta standard: 2250 fogli

EPSON

Casa

EPSON ACULASER SERIE CX28DN

Stampante laser

d-Copia 403MF e d-Copia 404MF

Stampante digitale multifunzione • Funzioni: stampante, copiatirce, scanner • Velocità: fino a 40 ppm e in scansione 35 ppm • Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi • Volume di stampa mensile: fino a 2.100 fogli • Indirizzati a gruppi di lavoro medio-grandi, anche per singoli

CANON

Modello

OLIVETTI

Tabella comparazione stampanti low volume

• • • •

Funzioni: Velocità di stampa fino a 24 ppm in bianco e nero e a colori Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi Volume di stampa mensile: fino a 60.000 pagine

STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME - P. 5

utenti


Tabella comparazione stampanti low volume

DELL

Casa

Modello

Caratteristiche

Dell 3130cn

Stampante laser a colori di qualità elevata • • • • •

DellTM 2335dn

Funzioni: stampante Velocità: 30 ppm in bianco e nero, 25 ppm a colori Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi Volume di stampa mensile: fino a 70.000 stampe Capacità carta standard e massima: 250 fogli

Stampante multifunzione • • • • •

Funzioni: stampante, copiatrice, scanner, fax Velocità: fino a 33 ppm Risoluzione di stampa: 600 x 600 dpi Volume di stampa mensile: 60.000 fogli Capacità carta standard e massima: 150 fogli

Siti internet e testi consultati: www.canon.it www.epson.it www.olivetti.it www.dell.it www.hp.com www.xerox.it www.wikipedia.it testo vol.2 tecnologia grafica testo HandBook of Print Media

STAMPANTI DIGITALI LOW VOLUME - P. 6


STAMPANTI DIGITALI MID VOLUME Funzionamento, principali caratteristiche, vantaggi e svantaggi delle stampanti digitali mid volume di Luca Pasqualinotto, Matteo Trevisan, Paolo Centenaro, Marco Whaba

INTRODUZIONE STAMPANTI “MEDIO VOLUME”

Le stampanti Mid Volume sono stampanti semplici da utilizzare, non richiedono un operatore specializzato per la manutenzione e la loro invenzione ha portato al mercato della stampa digitale notevoli innovazioni. Riescono a fornire prodotti di qualità con una risoluzione massima di 1200 dpi, con un formato massimo di 32x48 cm su supporti di grammatura che arrivano fino a 280 g/m2, con una velocità di circa 70/90 copie al minuto. Possono stampare sia sulla carta che su diversi supporti come su adesivi, acetati trasparenti, carta transfer.

DESCRIZIONE DELLA TECNOLOGIA ELETTROFOTOGRAFICA A TONER

La carta è alloggiata all’interno a dei cassetti. Il by-pass consente una migliore gestione del supporto cartaceo perché è in grado di svolgere il condizionamento della carta per favorire una migliore stampabilità. Dopo aver scelto un range di grammature e il tipo di supporto, il sistema umidifica il contenuto del cassetto e modifica i parametri di trasferimento e fusione del toner. Il sistema di trasferimento dell’immagine viene chiamato transfer belt, perché il toner viene

Qui sopra viene illustrato il processo della tecnologia mid volume elettrofotografica a toner

inizialmente trasferito su una cinghia e solo in un secondo momento da questa al supporto fatto passare in piano. Il toner viene chiamato dry-ink e siamo in presenza del developer, elemento indispensabile per trasferire il toner dall’unità di sviluppo al belt e alla carta. L’ultimo elemento è l’unità di fusione, che cristallizza il toner e lo ricopre di un leggero velo di olio siliconico. Ci sono dei cilindretti ricoperti con questo olio che applicano sul foglio una certa pressione e una certa quantità di calore che permette la fusione. In questa fase si possono incontrare dei problemi

STAMPANTI DIGITALI MID VOLUME - P. 1

relativi alla lucentezza del prodotto stampato, specialmente nelle zone scure, che dipende dal calore troppo alto o dal troppo toner usato. Il problema si risolve riducendo la quantità di toner necessario per le aree scure: in questo modo si ottiene una migliore riproduzione delle immagini grazie all’uso dei profili colore ICC. Con questo sistema nella zona di uscita possiamo mettere un vassoio basculante per la divisione dei fascicoli, o possiamo avere un sistema di cucitura metallica sul dorso ed una uscita ad alta pila. Possiamo inoltre agganciare alla struttura


hardware di stampa dei sistemi di finitura automatici in linea.

IL RIP NELLE STAMPANTI MID VOLUME

Ogni periferica di stampa è sempre coordinata da un dispositivo elettronico, chiamato RIP (Raster Image Processor), che ha il compito di ricevere il file da stampare dalla postazione di lavoro e preparare la griglia (raster) dalla pagina comprensibile al dispositivo di scrittura laser o LED. Nelle stampanti Mid Volume il RIP è esterno e permette di ottenere anche altri funzioni, come la rasterizzazione dei file, la creazione delle code di stampa e la gestione del colore. Oltre a questo si devono affiancare anche altre funzioni, che permettono un uso corretto della stampante, come la gestione delle grammature e dei tipi di carta, i profili colore ICC, per una gestione ottimale del colore, la conversione di file RGB in CMYK, un densitometro/spettrofotometro per la linearizzazione della periferica, opuscoli per utilizzare diversi schemi di imposizione o di crearne di nuovi, la gestione della fascicolazione,

la possibilità di modificare il file da stampare utilizzando la tecnologia PDF, l’archiviazione degli spool file per una successiva ristampa. Il RIP dovrà garantire un’efficace gestione della periferica e dei file.

TECNOLOGIA LED

La tecnologia LED è basata sul processo elettrofotografico dove una sorgente luminosa, controllata dalla CPU della stampante, illumina un tamburo fotosensibile, creando una carica che attrae il toner. Il tamburo ruota inizialmente vicino ad un contenitore di toner, attraendo le particelle di ink solo nei punti precedentemente colpiti dalla luce e, successivamente sulla carta, sulla quale viene trasferito il toner, riproducendo su di essa l’immagine che viene fissata dal fusore tramite un processo di pressione e calore.

TECNOLOGIA LASER

Le stampanti laser, sono quelle attualmente più utilizzate e tecnologiche. I principali elementi che caratterizzano una stampante laser sono : il laser, il toner ed il tamburo

Illustrazione del processo della tecnologia a LED

STAMPANTI DIGITALI MID VOLUME - P. 2

fotosensibile. L’ emettitore laser è una luce coerente, cioè monocromatica e concentrata in un raggio estremamente preciso. Si utilizzano polimeri (sono molecole costituite dal legame di tante unità uguali o simili) estremamente piccoli (pochi micrometri di diametro) perfettamente sferici. La dimensione ridotta dei polimeri è necessaria per raggiungere risoluzioni di stampa elevate. Le dimensioni delle particelle di toner sono molto vicine alla soglia delle nano particelle. Il tamburo fotosensibile, è costituito da un rullo rivestito da una superficie di materiale fotosensibile. Questo, sta a significare che la superficie può essere caricata con cariche elettriche negative che vengono disperse nei punti in cui la superficie viene colpita dalla luce, in quantità proporzionale all’intensità della luce stessa. In questo modo è possibile disegnare su di esso un’immagine virtuale.

VANTAGGI DELLA TECNOLOGIA LED RISPETTO ALLA TECNOLOGIA LASER

I vantaggi di questa tecnologia rispetto a quella digitale sono diversi: • alta qualità dell’immagine, grazie ad una più precisa illuminazione del tamburo; • la matrice è disposta lungo tutta la superficie del tamburo, in tal modo viene eliminato qualsiasi errore di parallasse o di temporizzazione; • qualità di stampa e velocità superiore tramite una dimensione dei punti inferiore; • la testina laser può produrre punti della dimensione di 60μm, mentre la tecnologia LED digitale può produrre punti di dimensioni fino a 34μm. Una testina laser deve effettuare la scansione della larghezza del tamburo per ogni linea di dati dell’immagine. C’è però un limite sulla velocità di rotazione del tamburo per


mantenere l’integrità della scansione orizzontale. • visto che la tecnologia LED digitale utilizza più sorgenti luminose (i singoli LED della testina), non è necessaria alcuna operazione di scansione, quindi la tecnologia LED digitale non soffre di questo svantaggio e perciò stampa più velocemente ad alta risoluzione; • la maggiore compattezza e le minori dimensioni consentono di realizzare stampanti più piccole utilizzando meno materie prime con il conseguente minore impatto ambientale; • le dimensioni inferiori dei punti consentono la stampa più chiara e dettagliata di testo e grafica • la più precisa sorgente luminosa, fornisce una migliore qualità dell’immagine; • la tecnologia coinvolta può lavorare più velocemente consentendo la funzionare più velocemente alle risoluzioni più elevate.

CANON

Il marchio Canon è noto in tutto il mondo ed è diventato sinonimo di innovazione, ambizione e affidabilità. Si caratterizza anche per una vastissima area di prodotti per l’azienda che coprono le esigenze di stampa per le aziende piccole e grandi di ogni genere, crede nel potere dell’immagine: il potere di comunicare in modo semplice e veloce, di rendere anche la più fine delle sottigliezze, di suscitare le emozioni più intense e di semplificare anche i compiti più ardui. La tecnologia Canon ha contribuito allo sviluppo del mercato della stampa digitale a colori mantenendo da anni una posizione di leadership. Con una gamma di sistemi di stampa per uso professionale offrendo soluzioni versatili e di straordinaria qualità. I sistemi digitali a colori Canon, garantiscono una stampa di elevata qualità, una gestione completa del colore, funzionalità specifiche per

la grafica e una gestione efficiente del flusso di stampa. I sistemi digitali a colori Canon, sono imbattibili nel mercato della stampa digitale.

XEROX

XEROX Corporation, tradizionalmente nota per l'invenzione della fotocopiatrice, ha oggi un offerta di mercato che va ben oltre il prodotto e comprende la fornitura di servizi e sistemi che aiutano le aziende a rendere più efficienti i propri flussi di lavoro. Infatti produce e vende stampanti in bianco e nero, sistemi multifunzione, fotocopiatrici, stampanti di produzione digitale, servizi di consulenza, forniture, monitor LCD, stampanti digitali di grande e medio volume e il software di workflow, chiamato FreeFlow. La gestione dell'azienda si ispira a valori che mettono al centro le esigenze del cliente e il valore delle risorse umane, supportando azioni di responsabilità sociale di impresa, di tutela della diversità e di promozione della qualità, il tutto rifacendosi a una passione condivisa per l'innovazione, la velocità e la flessibilità. Attraverso le proprie organizzazioni di vendita e un importante rete di partner e rivenditori, XEROX opera nel mercato della gestione documentale proponendo sistemi digitali e soluzioni progettate sulle specifiche esigenze e aspettative del cliente.

OCÈ

OCÈ offre una gamma di prodotti, servizi e materiali per stampa di grande formato, stampa di produzione e stampa di documenti in ambiente ufficio. Molti di questi prodotti si basano su tecnologie proprietarie OCÈ. OCÈ ha presentato in questo ultimo periodo nelle sue nuove macchine, una nuova tecnologia di stampa chiamata OCÈ CrystalPoint™ che è una tecnologia che unisce la stampa a getto d’inchiostro con quella basata su toner e

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permette una velocità di stampa doppia rispetto ai tradizionali sistemi inkjet. Il modello ColorWave utilizza delle sfere di inchiostro solido, chiamate TonerPearls™ che vengono poi trasformate in gel durante il processo di stampa.

TOSHIBA

TOSHIBA TEC Europe lancia i nuovi moduli ultraveloci RFID (tecnologia di identificazione a radio frequenza) per stampanti di etichette Auto ID. L'Auto-ID Center è stato fondato nel 1999 e da allora con sede al MIT. I moduli RFID UHF di TOSHIBA TEC operano in base agli standard di tecnologia EPC Gen 2 UHF, (un protocollo progettato per operare a livello internazionale). Tutte le stampanti pronte RFID di TOSHIBA TEC possono essere facilmente integrate ai nuovi kit RFID. TOSHIBA TEC apporta continuamente nuove innovazioni come il lancio dei kit RFID di seconda generazione Gray Area Detection e una prestazione doppia di trasformazione dei dati rispetto ai kit precedenti. L’intelligente combinazione di tecnologie Toshiba differenti offre qualità, durata del prodotto e sicurezza ai clienti di tutto il mondo.

Siti internet consultati: www.canon.it/ www.xEROX.it/ www.oce.it/ www.digital-world.it/ www.aeptecnologie.it/ www.biancolavoro.it/


CANON Casa/Modello

Tipo di ink

Velocità

Formato carta massimo/ risoluzione

Vantaggi/ Altro

Canon image RUNNER ADVANCE C9060 PRO

toner

Velocità di stampa fino a 70 ppm per le stampe a colori o in bianco e nero.

Formato carta standard massimo SRA3 (o 330,2 x 487,7 mm per i formati irregolari) e le grammature di 300 g/m2 La risoluzione arriva fino a 1200dpi.

Offre prestazioni eccellenti, garantisce qualità eccezionale delle immagini utilizzata anche per lavori di stampa complessi, funzioni di finitura avanzate e integrazione efficiente dei flussi di lavoro. Con la sua eccellente qualità delle immagini, alle superlative funzionalità di finitura e alla efficiente integrazione dei flussi di lavoro, garantisce un rapido ritorno sugli investimenti.

Canon image RUNNER ADVANCE C5051i

toner

Sia per la stampa a colori che in bianco e nero, il dispositivo garantisce la produttività di 51 ppm.

Formato carta massimo A3. La risoluzione di stampa arriva fino a 1200dpi.

È la soluzione compatta per la gestione dei documenti nelle aziende che richiedono prestazioni elevate e comunicazioni impeccabili. Progettata per completare tutte le fasi del ciclo di vita di un documento, senza mai perdere di vista la sicurezza e l’ambiente. Il design compatto, le funzioni di stampa, copia, scansione, fax (opzionale) e l’unità di finitura interna salvaspazio ne fanno una delle soluzioni preferite degli utenti.

Canon image RUNNER ADVANCE C7065i

toner

Velocità produttiva dalle 55 alle 65 ppm per le stampe a colori o in bianco e nero.

Formato carta massimo A3. La risoluzione di stampa arriva fino a 1200dpi.

Progettata per migliorare i flussi dei documenti, offre prestazioni eccezionali grazie alle funzioni di stampa eccellenti e alla elevata riservatezza delle informazioni. Dispone di grande schermo tattile facile da usare. La modalità di stampa e finitura è di elevata qualità con una condivisione di documenti avanzata. Questa stampante è stata progettata per completare tutte le fasi del ciclo di vita di un documento, senza mai perdere di vista la sicurezza e l’ambiente.

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XEROX Casa/Modello

Tipo di ink

Velocità

Formato carta massimo/ risoluzione

Vantaggi/ Altro

XEROX Colour 550/560

toner

550: -55 ppm in bianco e nero -50 ppm a colori

Min: 182 x 250 mm Max: 330 x 488 mm

Soluzione di stampa digitale a colori dal prezzo contenuto adatta per qualsiasi ambiente. Protezione dei dati riservati con potenti funzioni di scansione conformi a rigorosi standard e normative. Multifunzionalità: stampa, copia, fax e scansione, inclusa la scansione su PC, USB o email. Opzioni di finitura inline quali pinzatura, perforatura, piegatura e unità libretto garantiscono risultati dall’aspetto professionale per presentazioni, brochure, report e newsletter.

560: -65 ppm in bianco e nero -60 ppm a colori

DocuColor 7002

toner (toner “Low Gloss” produce stampe con una piacevole finitura opaca)

70 ppm

Supporti patinati Stampa/Copia: 2400 x 2400 dpi Scansione: 600 x 600 dpi non patinati fino a 300 g/m2

Min: 183 x 183 mm Max: 320 x 488 mm 2400 x 2400 Patinata, pesante, lucidi, DocuMagnet®, (uno dei numerosi supporti magnetici specificamente progettati per le applicazioni laser ad alta velocità), etichette, schede. Tutti i vassoi gestiscono supporti patinati.

XEROX 700

toner

70 ppm

Min 101 x 142 mm Max 330 x 488 mm 2400 x 2400 dpi Patinata, pesante, lucidi, DocuMagnet®, etichette, schede. Tutti i vassoi gestiscono supporti patinati.

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Qualità delle immagini a colori sempre garantita; gestione del colore automatizzata, opzioni modulari e scalabili di finitura e colour server consentono di personalizzare la soluzione più rispondente al vostro piano aziendale. Fronte/retro automatico alla massima velocità per supporti di qualunque formato e grammatura. Ampia gamma di opzioni di finitura, come lay-flat, fascicolazione, perforatura, rilegatura a spirale e creazione libretto. Massima flessibilità per produrre un’ampia gamma di applicazioni su carta patinata e non patinata. Produce passaggi di colore delicati, fotografie ad alta risoluzione, testo nitido e chiaro, eccellenti sfumature e precisione dei dettagli. Finitura in linea di carta patinata, creazione documenti ad alto valore con una uniforme finitura opaca di livello offset, sfumature incredibilmente nitide e mezzitoni di qualità.


OCÈ Casa/Modello

Tipo di ink

Velocità

Formato carta massimo/ risoluzione

Vantaggi/ Altro

OCÈ CS655

Toner a polimeri ad alta definizione; olio non siliconato

Produzione digitale a colori e bianco e nero a 55 pagine al minuto.

1.800 dpi x 600 dpi in stampa 600 dpi x 600 dpi in copia 600 dpi x 600 dpi; 400 dpi x 400 dpi; 300 dpi x 300 dpi; 200 dpi x 200 dpi in scansione

OCÈ CS655 Pro fornisce copie e stampe a colori economiche per ogni specifica esigenza. Produce stampe a colori di qualità eccezionale su una varietà di supporti e con opzioni di finishing per la realizzazione di newsletter, brochure, libretti, memo, mailing. Offre una produzione digitale a colori efficace dal punto di vista dei costi. La velocità, la gestione dei supporti e la versatilità nel finishing combinate con una produzione di elevata qualità, assicurano un incremento della produttività nei centri stampa digitali.

Ocè Vario- Print 2110

Led

A4: 106 ppm.

Lettura: 600 x 600 dpi

OCÈ VarioPrint 2110 Titanium è una stampante digitale unica nel suo genere per ambienti di produzione in azienda e per i centri stampa. L'approccio sistematico ed intelligente alla produzione di stampe permette di sincronizzare tutti i processi di lavoro in modo logico e naturale. La qualità dell'immagine è consistente con una ineguagliabile scala di grigi. Ha Il più basso impatto ambientale nella sua classe

600 x 600 dpi

OCÈ VarioPrint 2090 è la soluzione perfetta per incrementare la produttività. Questa stampante di medie dimensioni, a foglio singolo è semplice da utilizzare, affidabile e offre una pratica gamma di opzioni: stampa, scansione e copia silmultanea, programmazione illimitata dei lavori successivi, gestione delle code di stampa con interfaccia utente integrato, programmazione copertine e inserti; divisori a rubrica: stampati, stampa sulla linguetta e stampa di inserti.

OCÈ VarioPrint 2090 Toner

45 immagini A3 al minuto, facciata singola e fronte-retro. La velocità di stampa è indipendente dal tipo di supporto.

85 immagini A4 al minuto, modalità facciata singola o fronte/retro. 43 immagini A3 al minuto, modalità facciata singola o fronte/retro.

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TOSHIBA Casa/Modello

Tipo di ink

Velocità

Formato carta massimo/ risoluzione

Vantaggi/ Altro

Toshiba e-Studio 4520

Toner

velocità 45 copie/stampe al minuto in bianco e nero 45 a colori;

formato carta max A3

La nuova Scheda di accelerazione elaborazione immagini potenzia ulteriormente la velocità di acquisizione. L’elevata produttività del sistema è avvalorata anche dalla capacità carta di 3.700 fogli, che riduce gli interventi di rifornimento dei supporti di stampa, e dalla lunga durata dei consumabili che limita le interruzioni del ciclo produttivo. Le versatili opzioni di finitura in linea, che includono la pinzatura multi-posizione, la pinzatura e piegatura a sella e la foratura, conferiscono ai documenti a colori un tocco professionale ed eliminano definitivamente il ricorso a successivi interventi di finitura.

i lavori scansiti sono elaborati ad una velocità di ben 57 pagine al minuto.

da By-Pass A3+/ SRA3/Banner 30,5X120cm risoluzione 600 dpi fino a 2400x600 dpi 8 Bit per canale

Toshiba e-Studio 555

- Toner

velocità 55 copie/stampe al minuto in bianco e nero e colore

Elevata produttività e prestazioni affidabili per la creazione rapida ed efficiente di documenti in bianco e nero; elevata intuitività di utilizzo delle funzionalità di stampa, scansione, copiatura e fax; soluzioni di finitura professionali, che includono la pinzatura, la realizzazione di opuscoli e l’inserimento di pagine prestampate.

Toshiba e-Studio 655

- Toner

velocità 55 copie/stampe al minuto in bianco e nero e colore

Elevata produttività e prestazioni affidabili per la creazione rapida ed efficiente di documenti in bianco e nero; soluzioni di finitura professionali, che includono la pinzatura, la realizzazione di opuscoli e l’inserimento di pagine prestampate.

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STAMPANTI DIGITALI HIGH AND VERY HIGH VOLUME Le stampanti digitali possono essere classificate secondo la loro capacità produttiva. Troviamo nel mercato stampanti appartenenti a quattro categorie: low volume, mid volume, high volume e very high. Le tendenze e le tecnologie della stampa digitale sono in continua evoluzione; qualità e velocità sono le parole chiave. di Falcon Riccardo, Giovanni Checchin e Davide Cavallini.

LE STAMPANTI HIGH VOLUME E VERY HIGH

Inizialmente si definivano “high volume” le stampanti che garantivano 70 copie al minuto fino ad arrivare 130, utilizzando supporti da 80 fino ai 500g/m². Oggi, con le nuove tecnologie, si riescono a stampare oltre le 200 copie al minuto, sarebbe allora più corretto distinguere le “high volume” dalle “very high volume”. C’è un po’ di confusione a riguardo, spesso non si sa se prendere in considerazione una sola categoria o entrambe. Possiamo trovare sia le tecnologie di stampa a foglio che a bobina. Sono per lo più basate sul sistema elettrofotografico con diverse varianti a seconda della tecnologia di stampa, ma in mercato sono presenti anche stampanti inkjet.

HIGH VOLUME E IL TREND DEL MERCATO

Nel mercato della stampa digitale si riconoscono prodotti per l’alta produzione e per il mondo office. Le applicazioni di stampa digitale si suddividono in due ambiti: applicazioni IT caratterizzate da stampa transazionale, cadenze predeterminate, dati variabili (bollette, estratti conto, quietanze fatture); e applicazioni PoD caratterizzate da stampata Just in Time, eventi asincronici, mailing, libri, libretti, opuscoli, manuali, cataloghi,

brochure ecc. Le analisi sviluppate da Asso.It (Associazione Nazionale Fornitori Apparecchiature Information Technology) dividono il mercato in 4 categorie: stampanti monocromatiche con alimentazione a bobina, con alimentazione a foglio singolo; stampanti full color con alimentazione a bobina, con alimentazione a foglio singolo.

TECNOLOGIA ELETTROFOTOGRAFICA A LED

Alcune stampati usano la tec-

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nologia elettrofotografica a LED, introdotta da Xeikon. È stata rivenduta anche ad altre società, che non hanno apportato modifiche sostanziali al “motore di stampa”, ma hanno semplicemente modificato il software per la gestione dei file. Infatti queste macchine attualmente presentano le medesime caratteristiche hardware, ma offrono differenti soluzioni software.

STAMPANTI A BOBINA

Sono prodotte con due differenti formati della bobina, 32 o 50


zare le cariche elettrostatiche presenti sulla superficie del cilindro al fine di prepararlo per l’operazione successiva; 6- la spazzola: ha il compito di pulire la superficie del cilindro dal toner residuo che non è stato trasferito sulla carta. Gli elementi sopra descritti sono i principali elementi che determinano la qualità dello stampato; è importante quindi che tutti siano perfettamente registrati e controllati. Schema di un sistema di stampa digitale a bobina

cm; è possibile scegliere anche se dotare l’attrezzatura di due torri per la stampa fronte e retro in un unico passaggio. Si possono distinguere tre parti costitutive: input, torre di stampa, output.

INPUT

È il dispositivo che accoglie la bobina ed è in grado anche di svolgere l’attività di tensionamento e di umidificazione. La bobina, viene preparata per il caricamento: viene applicato un albero dotato, agli estremi, di due flange e di un sensore che rileva il fine bobina. Il nuovo supporto viene agganciato al precedente, ancora presente in macchina, con del nastro biadesivo. Preparata la bobina, l’operatore procede via software, ad effettuare una serie di test con differenti parametri quali: umidità, conducibilità elettrostatica, resistenza al calore e alla trazione. I dati rilevati serviranno per predisporre i sistemi di controllo e i dispositivi che regolano tutte le variabili che intervengono durante la stampa. Dopo di ciò si può avviare la procedura di cambio carta. In questa fase la macchina procede ad espellere la carta contenuta in stampa, fino alla giuntura alla bobina nuova: la lunghezza della carta espulsa è di vari metri.

TORRE DI STAMPA

La torre di stampa di una macchina a bobina è composta da differenti elementi; ogni lato comprende quattro gruppi completi del sistema elettrostatico, composti ognuno da: 1- il cilindro fotorecettore; la barra di carica: essa è costituita da un involucro metallico, chiuso su tre lati, all’interno del quale risiede un filo di rame, denominato corona. Sul quarto lato è fissata una griglia metallica che ha il compito di distribuire uniformemente il campo elettrostatico creato dal filo corona; 2- il sistema di esposizione LED; 3- l’unità di sviluppo: questa ha il compito di depositare sul cilindro scritto il toner che serve per costruire l’immagine. L’operazione avviene tramite un cilindro magnetizzato che attrae il composto di toner e developer e lo dispone sottoforma di piccoli filamenti che verranno successivamente attratti dalle zone elettrostatiche presenti sul cilindro; 4- il TED: per poter trasferire il toner è necessario l’uso di un elemento, denominato TED, costituito da una placca di metallo con quattro fili corona. Il TED con i fili corona applica un campo elettrostatico alla carta, di carica elettrica opposto a quella del cilindro per poter attirare il toner; 5- la barra di scarica: è identica alla barra di carica, va a neutraliz-

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FUSIONE

Dopo la stampa, il nastro di carta viene fatto passare all’interno del forno di fusione. Questo si diversifica a seconda del tipo di macchina: per le duplex (stampa sui due lati del foglio) il forno è concepito per poter lavorare su supporti di grammatura massima fino ai 250 gr/m²; mentre nei sistemi simplex, adatto alla stampa di imballaggio flessibile e rigido, con grammature differenti, il sistema di fusione è stato leggermente modificato. Generalmente il forno è costituito da un sistema di resistenze che per irraggiamento fissano il toner, definitivamente. Dopo la fusione, il nastro di carta passa all’interno di un altro dispositivo: il GEM, che ha il compito di lucidare il toner sulla carta. Esso è costituito da una serie di cilindri in gomma che, grazie al calore, e allo strisciamento, stirano le particelle di toner ancora malleabili, rendendo la superficie del prodotto stampato più lucida e piacevole sia al tatto che alla vista. questa operazione può essere attivata dall’operatore via software, quando è necessario, agendo sia sullo strisciamento che sulla pressione.

OUTPUT

Dopo la stampa, il nastro di carta dev’essere ribobinato o tagliato in fogli. Nelle macchine a bobina il sistema di taglio è costituito da un cilindro su cui è fissata in senso assiale, una lama, che ruota a una


velocità indipendente dalla macchina per consentire il taglio in diversi formati. All’uscita il foglio potrà essere depositato in una tavola pareggiatrice, oppure collocato in un sistema chiamato staker, simile a quello utilizzato nelle macchine offset. In alcuni casi sono necessarie altre operazioni di finitura, per esempio, sistemi di ribobinatura, di fustellata in linea, di plastificazione e/o procedimenti di piega-cuci, ecc.

CONTROLLI

L’operatore che gestisce l’attrezzatura ha il compito di effettuare diversi controlli, con cadenza giornaliera o mensile, su tutti i componenti di ogni singolo gruppo stampa. Tra questi la pulizia dei fili corona e delle barre utilizzando alcool mentre per le griglie si procede con acqua corrente. È conveniente disporre di un set di griglie e fili già puliti da cambiare durante le tirature, per garantire una costante qualità di tutta la produzione. Per le spazzole invece, si procede a una pulizia con aspirapolvere fatta ogni 15-30 giorni, scelta condizionata dal numero di copie stampate. Il cilindro è sottoposto anch’esso ad una pulizia molto scrupolosa e complessa: viene smontato dalla macchina, inserito in un piccolo tornio e con carte vetrate di differente rugosità, si procede alla pulizia della superficie per togliere tutto l’eventuale toner che si è depositato durante la stampa e che non è stato completamente asportato dalle spazzole (questo si verifica perché il materiale che costituisce la superficie del cilindro è leggermente poroso). Prima della pulizia il cilindro presenta una superficie opaca; dopo il trattamento, si presenta lucida.

stampa e il substrato su cui si stampa. Le categorie reperibili sul mercato della stampa inkjet sono a base acqua, base lattice(latex), base olio, base solvente, ecosolvente, polimerizzazione UV e sublimatico. Nella stampa digitale di piccolo formato gli inchiostri impiegati sono a base acqua e si dividono in dye e pigmentati. I primi sono noti per essere in grado di rendere i colori saturi e brillanti grazie alla dimensione dei pigmenti che variano da 1,5 a 4 nm. Queste ridotte dimensioni permettono di ottenere bassi coefficienti di diffusione e riflessione garantendo un’ampia gamma cromatica e un elevato grado di penetrazione nella maggioranza dei supporti di stampa. Tuttavia i risultati migliori si ottengono con carte che hanno subito un trattamento superficiale per evitare l’effetto a ‘’diffusione macchia olio’’. Gli ink pigmentati hanno alta qualità ed elevata copertura anche su carte comuni o porose poiché hanno un più basso grado di penetrazione. Garantiscono colori brillanti e hanno una maggiore resistenza alla luce. Hanno un costo più elevato rispetto agli inchiostri dye. Uno dei grandi vantaggi dell’inchiostro sul toner è il basso spessore del film che si aggira intorno ai 0,5 micron, consentendo in questo modo di avere una elevata luminosità e nitidezza.

CASE A CONFRONTO

Si propone qui in seguito un confronta tra le maggiori case produttrici di macchine da stampa digitali che dispongono di una fetta di mercato nella vendita di stampanti high volume: Canon, Xeikon, Ocè e Xerox.

TECNOLOGIA INK JET

Nella stampa digitale a getto d’inchiostro c’è una forte interdipendenza tra il tipo d’inchiostro impiegato, tecnologia della testa di STAMPANTI DIGITALI “HIGH E VERY HIGH VOLUME”- P. 3

CANON IMAGERUNNER ADVANCE C9060 PRO E CANON IR150VPE La tecnologia Canon ha contribuito allo sviluppo del mercato della stampa digitale a colori e in b/n mantenendo da anni una posizione di leadership. Grazie alla eccellente qualità delle immagini, alle superlative funzionalità di finitura e alla efficiente integrazione dei flussi di lavoro, imageRUNNER ADVANCE C9060 PRO garantisce un rapido ritorno sugli investimenti nella fascia di produzione colore. iR150VPe è un’apparecchiatura che dà il meglio nelle condizioni più difficili. È in grado di raggiungere la velocità impressionante di 150 stampe al minuto e un volume mensile di 5 milioni di stampe; con una configurazione standard di sei cassetti di alimentazione carta, espandibile a 9 cassetti per 12.000 fogli con peso fino a 266 g/m², rappresenta l’avanguardia in fatto di produzione digitale per volumi elevati in b/n.

XEIKON 8000

Con Xeikon 8000 lo standard di riferimento per la qualità di stampa sale ai 1200 dpi. Alimentata a bobina, Xeikon 8000 stampa documenti a colori alla velocità di 230 pagine A4 al minuto e offre un’ampiezza di stampa di 504 mm, consentendo la stampa simultanea fronte-retro di formati A4 e A5, su una gamma di supporti da 40 a 350 g/mq. La testina di imaging basata su LED ad alta precisione offre una risoluzione a 1200 dpi reali a 4 bit per punto, dando vita a immagini di qualità eccezionale con dettagli nitidi e transizioni di tono omogenee. La nuova tecnologia di imaging si avvale della potente libreria di retinatura Pericle, che ottimizza ulteriormente la qualità complessiva della stampa. Due densitometri in linea e algoritmi di processo ad alto rendimento assicurano colori


accurati e uniformi e un registro perfetto del colore, garantendo una costanza del colore in ogni lavoro e su diverse macchine da stampa.

HP INDIGO W7200 CANON ImageRunner advance C PRO

CANON iR150VPe

XEIKON 8000

La HP Indigo W7200 è una macchina a bobina con doppio motore di stampa in grado di stampare fino a sette colori. La consolidata tecnologia HP Indigo basata sugli esclusivi inchiostri liquidi HP ElectroInk, permette a questa nuova macchina da stampa di produrre fino a 14.400 pagine in quadricromia all’ora e fino a 57.600 pagine in monocromia all’ora , con una velocità doppia rispetto ai modelli precedenti. Grazie a un formato immagine di 317 mm x 980 mm e alla possibilità di utilizzare supporti dallo spessore variabile tra 40g/ m2 e 350g/m2, la W7200 stampa in diversi formati una grande varietà di applicazioni. L’elevata capacità dei serbatoi per l’inchiostro riducono gli interventi da parte dell’operatore. Questa macchina garantisce una stampa a dati variabili affidabile e versatile, nonché elevati livelli di produttività a basso costo per pagina indipendentemente dalla copertura dell’inchiostro.

HP INDIGO 7500

HP INDIGO 7500

La HP Indigo 7500 Digital Press è una soluzione altamente automatizzata, grazie alla quale la stampa digitale a foglio raggiunge nuovi livelli di qualità, affidabilità e produttività. L’innovativa automazione di questa macchina e i miglioramenti della qualità di stampa la rendono un’alternativa ideale alle macchine da stampa offset analogiche di piccole e medie dimensioni e per le

applicazioni ad alto valore, come i collaterali di marketing a dati variabili, i fotolibri e il direct mailing personalizzato. Basata sulla piattaforma di HP Indigo 7000, la HP Indigo 7500 di fascia alta introduce Intelligent Automation, che è cruciale per aumentare la produttività di stampa fino al 10 per cento. La nuova Vision System automatizza completamente le calibrazioni manuali e le guide di diagnostica e risoluzione dei problemi, permettendo di risparmiare tempo, ridurre gli sprechi e limitare la dipendenza dalle competenze tecniche dell’operatore. Vision System permette ai clienti di ampliare il software con nuove funzionalità, offrendo loro un percorso di crescita che ne preservi gli investimenti. HP sta anche testando delle tecnologie di rilevamento dei difetti in tempo reale che identificano i difetti di stampa e li notificano all’operatore. Queste ultime saranno disponibili come opzioni in data successiva. Le nuove opzioni disponibili sulla HP Indigo 7500 supportano inchiostro bianco, ciano chiaro/magenta chiaro per le applicazioni fotografiche e i supporti spessi fino a 400 gsm/460 micron. Al fine di proteggere gli investimenti dei clienti, i miglioramenti di HP Indigo 7500 saranno in gran parte disponibili nel 2011 come aggiornamenti alla HP Indigo 7000.

XEROX IGEN4

Con XEROX IGEN4 si possono raggiungere una qualità delle immagini straordinaria, paragonabile all’offset, con l’aiuto di strumenti avanzati di gestione del colore che assicurano sempre immagini a colori ad alta definizione. Si può stampare un’ampia gamma di supporti cartacei come carta patinata, non patinata, goffrata, liscia e supporti speciali, nonché il formato per fogli pretagliati più grande di qualunque altra stampante digitale a colori (364 x 571 mm). Permette di produrre appli-


cazioni redditizie quali materiale promozionale di fascia alta, marketing diretto e libri fotografici. Automatizza le attività degli operatori accrescendo i tempi di operatività. Possiede un affidabile motore di stampa in grado di produrre quasi 4 milioni di pagine al mese con tempi di lavorazione rapidissimi per ogni tipo di lavoro. Contribuisce a ridurre l’impatto ambientale grazie ad inchiostri secchi atossici, scarti ridotti al minimo e al 97% di componenti riciclabili o rilavorabili. Si può espandere la produttività aziendale e le opportunità di business, dall’ordinazione via web ai lavori con finitura, con iGen4 EXP. Si può inoltre inserire in linea lo spettrofotometro che automatizza le calibrazioni e le regolazioni del colore per offrire una qualità delle immagini e un’accuratezza dei colori spot sempre perfette. Il controllo automatico della densità elimina qualunque striatura rilevando e rimuovendo automaticamente le variazioni di densità. Il Sistema CDS (Carrier Dispensing System) sostituisce lo sviluppatore tradizionale e garantisce una costante uniformità del colore. La linearizzazione ad alta definizione (High Definition Linearization) elimina la necessità di eseguire la calibrazione della scala di grigi, ciò assicura una migliore produzione di grigi neutri e di ombre con riflessi, una maggiore morbidezza delle immagini e una maggiore stabilità del colore. Il Profiling colore avanzato (Advanced Color Profiling) offre una maggiore uniformità del colore e dona maggiore realismo ad oggetti quali volti, e cieli - garantisce una perfetta corrispondenza agli standard GRACoL e ICC DeviceLink. Dato tecnico importante è che si possono applicare fino a 6 moduli di alimentazione con due vassoi ciascuno per una capacità di 30.000 fogli - estendibile a 80.000 fogli in totale con l’alimentatore a rullo opzionale.

XEROX NUVERA 200/288

XEROX NUVERA 200/288 Insieme, Xerox Nuvera 288 e Xerox Nuvera 200 vantano una produttività senza uguali e offrono velocità di stampa in bianco e nero fronte/retro su singoli fogli assolutamente straordinarie. Entrambi i modelli offrono un’eccezionale qualità dell’immagine di livello offset con una finitura uniforme, con il risparmio di costi e tempo propri della stampa digitale. Consentono un’elaborazione ininterrotta dei lavori grazie a un processore Dual Core da 2,6 GHz e funzionalità RIP parallele. Producono applicazioni con fogli perfettamente piatti, offrendo un’eccezionale qualità di impilamento e prestazioni ottimali delle opzioni di finitura in linea. Il rivoluzionario toner EA (Emulsion Aggregation) a particelle sottili crea una qualità pari o superiore alla stampa offset, con XEROX IGEN4

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linee più sottili, maggiori livelli di dettaglio e una finitura uniforme e opaca con risoluzione RIP di 1200 x 1200 dpi, risoluzione di stampa di 4800 x 600 dpi e retinatura dei mezzitoni fino a 156 lpi. Ha una velocità che varia dalle 200 alle 288 pagine a minuto (na da il nome alla macchina), per un totale pagine complessivo di 3.000.000 A4 al mese per la Xerox Nuvera 288 mentre la Xerox Nuvera 200 ha un 2.400.000 A4 al mese. Le varie finiture finali possibili possono portare alla creazione di libretti, lavorazioni di cutting, foratura, impilazione, rilegatura classica o rilegatura a nastro. I tipi di carta utilizzabili sono sia quelle appartenenti alle carte non patinate che a quelle patinate. Per le non patinate intendiamo: lucida, satinata, opaca. Per le carte non patinate troviamo carte di qualità, copertine, bristol e cartoncino. Altri supporti o supporti spe-


ciali: carta autocopiante, schede, buste, carta NeverTear (antistrappo), moduli offset prestampati.

OCÈ COLORSTREAM 3500

Ocè ColorStream 3500 è la stampante inkjet full color ad alta velocità che semplifica la transizione dal monocromatico alla quadricromia, capace di utilizzare fino a 5 o 6 colori. Grazie alla tecnologia DigiDot Multilevel Dot Modulation, stampa dettagli ben definiti e toni continui con qualità pari a 1200x1200 dpi alla massima velocità e offre produttività, flessibilità e affidabilità per la stampa monocromatica e a colori di applicazioni transazionali, transpromozionali, direct mail, libri e manuali di alta qualità su un’ampia gamma di supporti. Ocè ColorStream 3500 è strutturata a moduli per offrire varie configurazioni singole e gemellate. La flessibilità di Ocè ColorStream 3500 permette di utilizzare la modalità di stampa più conveniente per la transizione al colore. Se necessario, il sistema full color Ocè ColorStream 3500 può essere impostato in modalità monocromatica pura. La produttività e la flessibilità dei supporti ne fanno un sistema proiettato nel futuro che semplifica la transizione delle applicazioni e dei modelli di business verso documenti più sofisticati, con personalizzazione variabile e comunicazione intelligente a colori. Il sistema Ocè ColorStream 3500 stampa a 75 metri al minuto con una luce di stampa di 540 mm (21,25”). Ciò significa 505 A4 al minuto per singola unità ossia 1010 A4 al minuto in configurazione gemellata, con volume medio di 12 milioni di pagine A4 al mese per sistema singolo oppure di 24 milioni di pagine A4 al mese per sistema gemellato alla risoluzione di 600 x 600 dpi. Con l’opzione Multilevel Dot Modulation, possono essere prodotti dettagli definiti e toni continui con qualità pari a 1200x1200 dpi alla massima velocità.

OCÈ VARIOPRINT 1105

OCÈ VARIOPRINT 1105

Ocè VarioPrint 1105 soddisfa le esigenze e i requisiti di ambienti da produzione esigenti. Con l’ampia capacità di input e output per stampe incustodite, questa stampante monocromatica darà una spinta alla tua efficienza. Differenti configurazioni e opzioni di finitura supportano un’ampia gamma di applicazioni con materiali da 40 a 300 g/m2. E’ disponibile una gamma completa di opzioni di finitura per questa stampante da produzione bianco e nero. Ocè VarioPrint 1105 è una stampante, copiatrice e scanner che non solo produce 105 pagine al minuto, ma ha inoltre un profittevole rapporto di total cost of ownership (TCO). Adatta come stampante di produzione e ideale per la realizzazione di booklet, Ocè VarioPrint è una soluzione flessibile per applicazioni di qualità. VarioPrint 1105 possiede numerose opzioni di finitura in OCÈ COLORSTREAM 3500

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linea, incluso: Multi-piega, piega a z, doppio battente e piega centrale impilatura fino a 10.000 fogli Pinzatura in due punti e all’angolo fino a 100 fogli Due cassetti per inserti per un totale di 1.000 fogli di inserti (prestampati)

OCÈ JETSTREAM 2800 E 3300

Ocè JetStream 2800, la più veloce stampante inkjet con un’area di stampa di 30”, amplia il numero di applicazioni possibili rendendo più efficiente la stampa di libri e giornali. I clienti possono beneficiare di nuove opportunità di guadagno grazie a queste stampanti di produzione a colori ink jet. La 2800 ha una velocità di 130 metri al minuto e un’area di stampa di 29,5”. Questo permette a JetStream 2800 di produrre fino a 2630 A4 al minuto raggiungendo i 60 milioni di A4 al mese.


KODAK NEXPRESS SX

La Ocè Jetstream 3300 ha una velocità di 150 metri al minuto, con 3030 pagina al minuto, per raggiungere la soglia degli 80 milioni di A4 al mese. Jetstream 3300 aumenta il rapporto tra produttività e qualità imbattibile, massima produttività, versatilità, affidabilità e con costi totali di gestione più bassi.

KODAK NEXPRESS SX

Dotata di nuove funzionalità per la qualità e la produttività, la macchina da stampa digitale a colori Kodak Nexpress Sx con Print Genius si propone di rispondere alle esigenze di stampatori commerciali, centri stampa aziendali, centri dati e laboratori di stampa fotografica. Le funzioni più nuove comprendono capacità produttiva fino a 131 pagine per minuto, un formato foglio più lungo (661 mm), inchiostri a microparticelle, inchiostro nero a densità più alta, un nuovo quinto gruppo stampa Light

Black e una nuova opzione per l’applicazione dell’effetto opaco. La maggior parte dei clienti che già possiede la macchina da stampa Nexpress può facilmente passare alle nuova versione e usufruire così delle nuove funzionalità. La possibilità di utilizzo di fogli lunghi 661 mm offre un’area stampabile più ampia del 27%. I vantaggi del foglio più lungo comportano uno spreco minore e una produttività maggiore e al tempo stesso consentono di realizzare nuove applicazioni come brochure a sei pagine, poster, sovracopertine più grandi per i libri e diverse etichette. Le nuove microparticelle di inchiostro, sviluppate per ridurre la granulosità, garantiscono toni continui più omogenei particolarmente adatti alle stampe di qualità fotografica e consumano meno inchiostro. Inoltre, l’inchiostro a sec-

co Light Black, ora disponibile per il quinto gruppo stampa, utilizza algoritmi proprietari per sostituire colori specifici, conferendo maggiore omogeneità ai toni della pelle e mantenendo al tempo stesso dettagli finissimi. L’effetto opaco è una nuova opzione integrata che produce una finitura opaca su pagine stampate o su foto. Con una produzione mensile di oltre 4 milioni di pagine e con velocità di 91, 109 o 131 pagine per minuto, con il foglio più lungo, la macchina da stampa NEXPRESS SX stampa su più di 600 supporti offset standard tra cui supporti patinati, non patinati, certificati FSC, plastica, magneti, tessuti, trasparenti antistatici, microperforati, con carte di identità o bande magnetiche incorporate e altro.

OCÈ JETSTREAM 2800 E 3300

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Schema interno di una stampante XEROX NUVERA 200

Schema interno di una stampante XEROX IGEN4

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Stampanti digitali high volume a confronto Modello

F.to e risoluzione Velocità max

Produttività

Altro

CANON image RUNNER ADVANCE C9060 PRO

330,2 x 487,7 mm Risoluzione: 1200 dpi x 1200 dpi (solo testo), 600 dpi x 600 dpi.

60 ppm

High volume

La perforazione professionale, la piegatura, l’inserimento di fogli prestampati e la finitura a sella con rifilatura sono funzioni facilmente accessibili che consentono una scelta eccezionale per i clienti.

CANON IR150VP

9 cassetti per 12.000 fogli Larghezza max 364 x 470 mm Risoluzione: 600 x 600 dpi.

150 ppm

Larghezza del substrato scalabile fino a 512 mm Risoluzione: 1200 dpi a 4 bit/ punto.

230 ppm

317 x 980 mm 812/1219 dpi a 8bit 2438 x 2438 dpi HDI

240 A4 al minuto 480 A4 in bicromia 960 A4 in monocromia

Very high volume

330 x 482 mm 812/1219 dpi a 8bit 2438 x 2438 dpi HDI (high definiction imaging)

120 A4 al minuto 240 A4 in bibolore o monocromia al minuto

Very high volume

XEIKON 8000

HP INDIGO W 7200

HP INDIGO 7500

700.000 pagine A4 al mese.

Very high volume 5 milioni di stampe al mese.

Very high volume 8,5 milioni di pagine A4 al mese.

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14.400 pagine in quadricromia all’ora 57.600 pagine in monocromia all’ora

R150VPe offre prestazioni eccellenti per la finitura dei documenti. La gamma di accessori disponibile consente di eseguire in linea anche le richieste di finitura più complesse. Il Toner PA Xeikon offre una stampa economicamente vantaggiosa, rapida e di alta qualità.Presenza di una quinta stazione per colori a tinta piatta e toner di sicurezza. Con doppio motore di stampa in grado di stampare fino a sette colori, basata sugli esclusivi inchiostri liquidi HP ElectroInk, permette una velocità doppia rispetto ai modelli precedenti. La stampa digitale a foglio raggiunge nuovi livelli di qualità, affidabilità e produttività, le applicazioni ad alto valore, come i collaterali di marketing a dati variabili, i fotolibri e il direct mailing personalizzato.


Modello

F.to e risoluzione Velocità max

Produttività

Altro

XEROX IGEN4

364 x 572 mm Risoluzione: 300 dpi.

110 ppm

Very high volume

Integrazione spettrofotometro, linearizzazione ad alta definizione, profili colore avanzati, calibrazione della tinta piatta e controllo colore

XEROX NUVERA 200/288

4800 x 600 dpi

120/200 metri/min

High volume

OCÈ COLOSTREAM 3500

600 x 600 dpi

505 A4 al minuto 1010 A4 al minuto in configurazione gemellata

Very high volume

OCÈ VARIOPRINT 1105

1200 x 600 dpi

3.750.000 pagine al mese.

105 A4 al minuto

STAMPANTI DIGITALI “HIGH E VERY HIGH VOLUME”- P. 10

Vantano una produttività senza uguali e 2.400.000 di A4 al offrono velocità di mese pel la NUVERA stampa in bianco e 200. nero fronte/retro su singoli fogli assolutamente straorVery high volume dinarie, eccezionale qualità dell’imma3.000.000 di A4 al gine di livello offset mese per la NUVERA con una finitura uni288. forme, con il risparmio di costi e tempo propri della stampa digitale.

12 milioni di A4 al mese 24 milioni di A4 al mese in gemellata

High volume

La stampante inkjet full color ad alta velocità che semplifica la transizione dal monocromatico alla quadricromia, capace di utilizzare fino a 5 o 6 colori, grazie alla tecnologia DigiDot Multilevel Dot Modulation, stampa dettagli ben definiti e toni continui. Soddisfa le esigenze e i requisiti di ambienti da produzione esigenti questa stampante monocromatica darà una spinta alla tua efficienza, è disponibile una gamma completa di opzioni di finitura per questa stampante, ideale per la realizzazione di booklet.


Modello

F.to e risoluzione Velocità max

Produttività

Altro

OCÈ JETSTREAM 2800

Larghezza max 762 mm Risoluzione: 600 x 600 dpi.

130 metri/min

Very high volume

Il sistema è basato sulla tecnologia inkjet Ocè DigiDot: la dimensione variabile della goccia di inchiostro DigiDot permette la più alta qualità di output e produttività, una maggiore flessibilità e una stampa multilevel su diversi supporti.

KODAK NEXPRESS SX

661 mm f.to max

131 A4 al minuto

60 milioni di A4 al mese.

STAMPANTI DIGITALI “HIGH E VERY HIGH VOLUME”- P. 11

Very high volume oltre 4 milioni di pagine

formato foglio più lungo (661 mm), inchiostri a microparticelle, inchiostro nero a densità più alta, un nuovo quinto gruppo stampa Light Black e una nuova opzione per l’applicazione dell’effetto opaco.



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