Jobs Act: decreto attuativo sul nuovo indeterminato http://www.pmi.it/economia/lavoro/approfondimenti/91117/jobs-act-prime-deleghe-contrattoindeterminato.html
Approvati i primi decreti del Jobs Act: al via il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, riforma dell'ASPI e modifiche all'articolo 18 con nuove regole su licenziamenti, reintegro e indennizzo. Parte la Riforma del Lavoro del Governo Renzi con le prime deleghe sul Jobs Act esercitate dall’Esecutivo: il Consiglio dei Ministri del 24 dicembre ha approvato il decreto attuativo sul nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, con relative novità in materia di licenziamenti (articolo 18) e ammortizzatori sociali (con formula del “salvo intese”). L’obiettivo, dichiarato nella legge delega 183/2014 (comma 7, lettera b), è: «promuovere, in coerenza con le indicazioni europee, il contratto a tempo indeterminato come forma comune di contratto di lavoro rendendolo più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti». Per raggiungerlo, un duplice intervento: la defiscalizzazione contributiva inserita nella Legge di Stabilità per le assunzioni a tempo indeterminato stipulate nel 2015 (che rende questa tipologia contrattuale più appetibile dal punto di vista economico per le imprese) e il decreto attuativo del Jobs Act appena approvato, che introduce il contratto a tutele crescenti.
Licenziamenti Il nuovo contratto indeterminato a tutele crescenti prevede che, per i nuovi assunti, cambi definitivamente la disciplina dell’articolo 18. In pratica, il diritto al reintegro resta solo per i licenziamenti discriminatori illegittimi, mentre viene abolito per quelli economici (giustificato motivo oggettivo, come la crisi e la riorganizzazione aziendale) – per i quali la riforma Fornero aveva previsto una sorta di doppio binario (indennizzo economico o reintegro su decisione del giudice), sostituito da un indennizzo economico pari a 2 mensilità per ogni anno di lavoro, con un minimo di 4 e un massimo di 24. Niente opting out, ossia la possibilità per l’azienda (anche davanti a sentenza di reintegro del giudice), di reinserire il dipendente in organico pagando un indennizzo più alto. Era un’ipotesi di cui si era parlato nei giorni scorsi, ma che non rientra nel testo approvato (sarebbe stato eccesso di delega, ha spiegato il premier Renzi). Anche per i licenziamenti disciplinari viene sostituito il reintegro con un indennizzo, tranne che nel caso in cui l’impresa lasci a casa un dipendente per un fatto insussistente. Prevista una sorta di procedura di conciliazione veloce, per cui il datore di lavoro può offrire una mensilità di ogni anno di anzianità, con un minimo di due (evitando di andare in contenzioso). Novità dell’ultim’ora: le nuove regole si applicano anche ai licenziamenti collettivi, non solo a quelli individuali.
ULTIMI AGGIORNAMENTI SULLA LEGGE DI STABILITà 2015 (AL 23 DICEMBRE 2014) Legge di Stabilità 2015 alle battute conclusive: il testo approvato in seconda lettura al Senato il 20 dicembre (162 voti favorevoli, 37 contrari, nessun astenuto) è passato in commissione Bilancio alla Camera con approdo in Aula a Montecitorio il 22 e via libera definitivo. Il testo finale è quello del maxi-emendamento presentato dal governo a Palazzo Madama con voto di fiducia.
Vediamo in estrema sintesi le norme più importanti contenute nella manovra
Imprese e professionisti Sconto IRAP sul costo del lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato (deducibilità totale). • Credito d’imposta del 10%, sull’IRAP per micro PMI senza dipendenti, per compensare l’aumento dell’aliquota al 3,9% (che per queste imprese non sarebbe controbilanciato dal taglio fiscale sui dipendenti). • Esenzione IMU per “imbullonati” (macchinari fissi nei capannoni delle imprese), che non saranno conteggiati nella rendita catastale. • Compensazione crediti PA (con proroga a tutto il 2015) con debiti fiscali come le cartelle esattoriali, tramite consueta procedura di certificazione su apposita piattaforma del Ministero delle Finanze. • Altre misure: rifinanziamento della Sabatini Bis, misure di rilancio del Made in Italy, meccanismo dello Split Payment esteso a nuovi settori (IVA dei fornitori della PA viene versata direttamente dal soggetto pubblico a partire dal 2015), previa autorizzazione UE. • Bonus ricerca con credito d’imposta al 25% sulla media degli investimenti degli ultimi tre anni (incrementali rispetto al passato), platea di beneficiari più vasta (non solo le PMI), agevolazione fino al 2019 e nuovi requisiti di investimento. Il nuovo bonus sostituisce le precedenti agevolazioni per assunzioni altamente qualificate introdotto con l’articolo 24 del decreto legge 83/2012 (Decreto Sviluppo 2012) e per R&S previsto dai commi da 95 a 97 della legge 228/2012 (Finanziaria 2013). •
Contribuenti Minimi La riforma del Regime dei Minimi prevede l’introduzione del nuovo Forfait al 15% (aliquota sostitutiva di IRPEF, IRES, IRAP e IVA), con nuovi requisiti di ingresso nel regime fiscale agevolato (scaglioni di reddito differenziati per diverse tipologie di Partite IVA). Una modifica introdotta al Senato vieta l’accesso al nuovo Regime dei Minimi 2015 per chi cumula reddito dipendente e autonomo e supera i 20mila euro annui.
Lavoro Aumento di 80 euro per i dipendenti (concesso per il 2014 dal Dl 66/2014): da bonus diventa una detrazione in busta paga, applicata dal sostituto d’imposta (agevolazione piena fino a 24mila euro di reddito lordo annuo, ridotta progressivamente fino a 26mila euro) • Anticipo TFR: dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018 i dipendenti possono chiedere l’anticipo del Trattamento di fine rapporto (TFR), in busta paga, con liquidazione maturata versata mensilmente (lo svantaggio è che si applica la tassazione ordinaria e non quella separata) senza oneri per le PMI, che per versarlo possono chiedere un finanziamento bancario agevolato con le stesse condizioni della liquidazione a fine rapporto. Sale al 17% la rivalutazione del TFR. • Bonus bebè: per i figli entrati in famiglia dal 2015 al 2017, è previsto un bonus in denaro di 960 euro per nuclei con ISEE sotto i 25mila euro, che raddoppia se l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è sotto i 7mila euro. • Bonus mamma: stanziati 45 milioni di euro per le madri con almeno 4 figli ed ISEE fino a 8.500 euro. •
Fisco Aumento tasse sugli utili distribuiti da fondazioni ed enti non commerciali (imponibile dal 5 al 77,74%). • Bonus Ristrutturazioni ed Ecobonus prorogati per il 2015 (al 50% per lavori edili e 65% per efficientamento energetico, esteso ai lavori di prevenzione antisismica). • IMU-TASI: congelati gli aumenti 2015 (si rischiava l’incremento dell’aliquota base), in attesa della Local Tax che unisca le imposte comunali. • Canone RAI congelato per il 2015, al costo di 113,50 euro. • Pensioni private: salgono le tasse per fondi pensione (al 20% e casse previdenziali dei professionisti (al 26%), ma con crediti d’imposta, rispettivamente al 9% e 6%, per gli enti che investono in infrastrutture. •