Rifiuti dall'ato all'aro cosa cambia

Page 1

Rifiuti, dalle Ato agli Aro, ma cosa cambia? Un anno di gestione del presidente Crocetta Di Redazione | 13 gennaio 2014

È passato ormai un anno dalla nuova gestione dei rifiuti in Sicilia e dell’insediamento del governo Crocetta. Ma si è effettivamente avuta la tanto sbandierata rivoluzione in un settore che vede l’isola fanalino di coda per percentuale di raccolta differenziata? A quanto pare la situazione rimane gattopardiana: tutto cambia per non cambiare. Ci spiega il perché ripercorrendo le tappe di quest’anno il nostro blogger, nonché presidente dell’associazione Rifiuti Zero, Danilo Pulvirenti

Era il 29 Dicembre del 2012 quando la legge n°9\10 fu modificata e vennero istituiti gli Aro (Ambiti di raccolta ottimale) e le Srr (Società di regolamentazione rifiuti) che avrebbero dovuto ridare la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti in mano ai Comuni i primi mentre i secondi dovrebbero sostituire le vecchie Ato. Infatti fino ad allora (e comunque ad oggi le Ato esistono anche se in liquidazione) il servizio di gestione dei rifiuti era stato dato in pasto agli Ato (Ambiti territoriali ottimali) che erano degli enti (27 nella nostra regione) che avevano in mano tutto il servizio, dalla raccolta dei rifiuti, al conferimento in discarica, al conferimento della Rd al circuito Conai, alla riscossione della tariffa\tassa Tarsu\Tia fino, alla riscossione dei contributi Conai passando dalla gestione delle isole ecologiche ed in alcuni casi di impianti di proprietà della Regione come impianti di compostaggio o piattaforme per la differenziazione dei rifiuti post raccolta porta a porta. Le Ato erano enti sovra-comunali ed erano spa a totale capitale pubblico. In realtà la situazione Regionale era a macchia di leopardo con alcuni Ato che avevano tutti i poteri sopra esposti (come ad esempio l’Ato Kalat Ambiente che racchiudeva i comuni vicini a Caltagirone), altre Ato che invece avevano i rapporti con le ditte per la raccolta ma non avevano assunto il ruolo di riscossione delle bollette, o alcuni comuni come Catania si sono tenuti il servizio per intero. Insomma un collage variegato che ha di fatto favorito il marasma generale e il grave ritardo in cui si trova ancora la Sicilia in materia di gestione dei rifiuti, e la perenne emergenza non ha fatto che altro che aggravare la situazione. Sono aumentati i costi del servizio e chi ci rimette siamo sempre e solo noi cittadini. Ma questa è storia “vecchia” mi piacerebbe parlarvi del “nuovo”. Dopo la sbandierata restituzione del servizio ai Comuni la Regione è costretta a fare qualche passo indietro, perché la normativa nazionale (il Testo unico ambientale D.lgs.1526 modificato dal D.lgs. 205\10) impone l’esistenza di enti sovra-comunali (le vecchie Ato) anche se non specifica nel dettaglio quale debba essere il loro compito. Così Ecco che, accanto alle Aro, sono istituite le Srr (Società di regolamentazione rifiuti). Nella circolare n 221 del 1/2/2013 “direttiva in materia di gestione integrata dei rifiuti” si legge che • le Aro sono aree di raccolta ottimale ed hanno il ruolo di erogare il servizio di spazzamento raccolta e trasporto, e sono costituiti da Comuni in forma singola o associata mediante lo strumento della convenzione tra enti locali e possono fare i piani di intervento, capitolato d’oneri e bando di gara per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti.


Le Srr invece sono in tutto 18 hanno il ruolo di fare i Piani d’ambito, costi standard dei servizi, tariffe d’ambito, monitoraggio servizi e progettazione impiantistica.

Ma in realtà il nuovo modello di nuovo non ha nulla perché è la prosecuzione del vecchio. Era infatti già stabilito che si sarebbe dovuto andare avanti in questo modo e chi segue la questione dei rifiuti da anni lo sa bene. L’immagine che vedete sopra, che delimita le aree delle 18 Srr, girava già negli ambienti dei rifiuti già nel passato governo Lombardo ed stato ripreso tal quale dal governo Crocetta! Evviva la continuità. A questo ovviamente c’è una spiegazione che sarà palesata più avanti. Per i profani cerco di semplificare ciò che ciascun cittadino deve sapere. Prima dell’esistenza degli Ato il servizio di gestione dei Rifiuti era in mano ai Comuni che spesso avevano i propri mezzi ed i propri operatori ecologici. Poi il servizio fù esternalizzato. Gli Ato avrebbero potuto avere i loro mezzi ed i loro operatori. L’idea era quella della cosiddetta “economia di scala” un ente più grande che comprende più Comuni ammortizza i costi. In realtà questo succede forse in Europa ma non in Italia, non in Sicilia. Le Ato hanno infatti deciso di fare bandi di gara per l’affidamento del servizio di raccolta e conferimento allungando ancora di più i passaggi che prima erano: Comune > ditta o Comune > propri mezzi; con le Ato invece i passaggi sono: Comune> Ato> ditte. Ecco perché i costi sono lievitati spaventosamente, perché di fatto si sono aumentati i passaggi. Parliamo più o meno di 10 anni fa. Le Ato costituite da diversi Comuni hanno fatto i bandi di gara che nel frattempo sono tutti scaduti si è andati avanti di proroga in proroga sfruttando l’emergenza rifiuti nel silenzio generale, con regole vecchie e mai aggiornate. Oggi quello che sta succedendo è che quel sistema che era rodato (in senso negativo ovviamente) ma che consentiva di non avere le montagne di rifiuti in mezzo alla strada si è rotto. Con la chiusura delle Ato questo mondo si è frantumato e sono venute fuori le ripicche delle ditte (private ed esterne) nei confronti dei Comuni. Oggi è tornato tutto in mano ai Comuni che in forma singola o associata devono riscrivere i cosiddetti piani d’intervento (le cui linee guida sono pubblicate nel sito della Regione) che non sono altro che le regole del gioco attraverso cui si decide se un Comune raggiunge un obbiettivo di Rd oppure no. Ci sono diversi problemi però irrisolti: • Il personale è transitato tutto dalle Ato alle Srr, ma le Srr hanno meno compiti di un Ato (grazie ad un accordo quadro di Agosto 2013); • le Srr che dovrebbero fare la pianificazione dell’impiantistica (i cosiddetti piani d’ambito) ad oggi sono praticamente ferme ed è poco chiaro il loro effettivo ruolo; • che la Regione, attraverso una direttiva di maggio 2013, dice ai Comuni di redigere i piani d’intervento senza un piano d’ambito, cioè senza avere una organizzazione impiantistica definita e che questi piani d’intervento devono essere valutati dalla Regione stessa, saltando le Srr. • I Comuni sono di fatto sprovvisti delle competenze e si sono visti piombare addosso questo macigno e oggi in alcuni casi stanno pagando consulenti esterni (che facevano parte delle Ato) per redigere i piani d’intervento. Questo perché appunto il passaggio di consegna tra Ato e Comuni non è affatto stato indolore con i debiti spaventosi che non si sa ad oggi dove siano finiti. Nemmeno tutte le Srr sono state costituite perché di fatto è un modello calato dall’alto le cui delimitazione, per esempio, sono state


fatte senza nessuna discussione con le amministrazioni comunali. Siamo insomma in un momento molto delicato di cui nessuno parla ma che dati alla mano non potrà che portare al mantenimento dello stato di emergenza e quindi ad una spartizione facile di soldi pubblici. Chi ne guadagnerà saranno sempre e solo i proprietari delle discariche con cui la Regione pare avere forti dissidi. Il dato di fatto è che non c’è alcuna programmazione. La Regione ha in mente di proseguire una battaglia contro gli interessi privati delle discariche proponendo altre discariche “di ultima generazione” che si chiamano di biostabilizzazione. Proprio l’altro giorno è stata data la notizia di aver firmato dei bandi di gara per la realizzazione di ben tre impianti di biostabilizzazione pubblici sovradimensionati che devono gestire i rifiuti tal quale senza prevedere neanche una minima percentuale di Rd. Questo è il caso di Messina che sto seguendo direttamente ma è lo stesso perGela e per Enna. Finanziamento di 70 milioni di euro. E poche briciole per la Rd, nulla sulla pianificazione, nessuna informazione sui piani di prevenzione previsti dalla legge. Il problema è che i presidenti di Regione e gli assessori cambiano ma il dirigente che governa il sistema rifiuti in Sicilia no. E’ sempre lo stesso da anni ed è lui il vero responsabile di questo disastro certificato dalle bassissime percentuali di Rd. Il suo nome è Marco Lupo (potete leggere qui). Nessuno ha pensato di sostituirlo. Gli unici che hanno avuto il coraggio di fare il suo nome sono stati i deputati regionali del M5S i quali però pur avendo la Presidenza della commissione Ambiente all’Ars non hanno ancora istituito una sottocommissione ai Rifiuti (cosa che invece hanno fatto sull’Acqua). Non capisco come mai non si senta questo come un problema da portare avanti con tutti i mezzi possibili. Se si sbloccasse questo meccanismo si libererebbero milioni e milioni di euro e si creerebbero migliaia di posti di lavoro.

Riassunto realizzato dal presidente dell’associazione Rifiuti Zero, Danilo Pulvirenti dall’articolo di giornale: http://ctzen.it/2014/01/13/rifiuti-dalle-ato-agli-aro-ma-cosa-cambia-un-annodi-gestione-del-presidente-crocetta/


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.