e il trasporto della Macchina di Santa Rosa
ogni 3 Settembre a viterbo avviene il suggestivo trasporto d e l l a M ac c h i na d i S a n ta R o s a , u n a t o r r e a lta t r e n ta m e t r i portata a spalla da oltre cento facchini per le strette vie del centro storico della cittĂ
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
l’ i d e n t i t à Rosa, la Santa dei viterbesi
Se l’uomo non riconosce il mondo che lo circonda entra in crisi, se l’uomo dimentica il suo passato non ha più identità. Con la manifestazione del 3 settembre Viterbo ricorda se stessa, ciò che è stata nel passato e che ancora è nel presente. Il Trasporto della Macchina, con la sua imponenza, permette al ricordo di diventare una presenza tangibile. E diventa il modo in cui la collettività individua e conserva la sua identità.
A sinistra
La divisa del facchino con lo stemma del Sodalizio A destra
Santa Rosa raffigurata nel polittico del maestro viterbese Antonio Zacchi datato 1441
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
i fac c h i n i La forza della fede
Oltre cento facchini che, al grido di “sollevate e fermi!” portano la Macchina nel percorso che da Porta Romana arriva fino alla Basilica dedicata a Rosa. Una fede incrollabile che è identità stessa del facchino. Un percorso di fatica e pericolo. Per questo motivo, prima del trasporto, i facchini vengono benedetti in articulo mortis.
In alto a sinistra
I facchini con indosso il ciuffo sfilano lungo il percorso In basso a sinistra
Momenti di spiritualità all’interno del Santuario di Santa Rosa In alto a destra
I facchini all’interno della Chiesa della Trinità In basso a destra
All’ordine del capofacchino i facchini prendono posizione sotto la macchina
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
l’a t t e s a e il sentimento popolare
“Attendere: infinito del verbo amare... amare all’infinito”. Parole di don Tonino Bello che esprimono la spiritualità cristiana, che si fa amore in terra. La mattina del 3 settembre le strade si riempiono di persone. Ognuna in attesa, per ore, che la Macchina parta. L’attesa che precede il Trasporto. Quando la folla si fa silenziosa e i facchini sono pronti. Un grido che scuote e dà pace: “Sollevate e fermi!”. “Evviva Santa Rosa!”
A sinistra
La folla attende il passaggio della Macchina in Piazza delle Erbe A destra
I facchini sfilano lungo il percorso salutati dalla folla
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
il trasporto Un percorso di fede
Forza fisica e morale. Volontà. Doni di Dio che permettono di scegliere il proprio destino. Concetti che, unitamente alla fede e all’umiltà, caratterizzano i Facchini e lo spirito dei viterbesi. Il percorso della Macchina è il percorso di fede di Santa Rosa che con forza e volontà ha portato il messaggio cristiano al popolo. Un messaggio di speranza e liberazione che permette di rinascere e ritrovare i princìpi della giustizia.
A sinistra
Fiore del Cielo all’arrivo in Piazza del Comune A destra in alto
L’arrivo in Piazza del Comune prima della “girata“ A destra in basso
L’ultima tappa in salita verso il Santuario
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
la speranza Una tradizione che si rinnova
Una festa che guarda alle nuove generazioni, ai piÚ piccoli. Tutto inizia con il gioco come fonte di gioia e di virtÚ. Con l’innocenza che solo i bambini possono avere. La Mini Macchina di Santa Rosa. Di padre in figlio, fino a dar vita a una nuova tradizione, caparbiamente portata avanti dai piccoli facchini, viterbesi dai 6 ai 14 anni. Come un testimone, il trasporto della Macchina viene consegnato nelle mani del futuro.
A sinistra
La gioia dopo l’arrivo A destra in alto
Una tradizione tramandata di padre in figlio A destra in basso
Un momento del trasporto della Mini Macchina del Pilastro
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
Cronistoria della macchina
1258
1664
Inizia la storia della Macchina. Alessandro IV per commemorare la traslazione del corpo di Rosa, promuove la processione con il trasporto di un’immagine, forse una statua, illuminata su un baldacchino.
Nasce la Macchina di Santa Rosa. è in questo anno che la manifestazione assume le caratteristiche attuali divenendo l’unica manifestazione notturna permessa in città.
1967
1978
Giuseppe Zucchi progetta il Volo d’Angeli caratterizzato una novità assoluta, l’altezza della Macchina, che per la prima volta raggiunge quasi i 30 metri. La macchina si ferma al termine di via Cavour non terminando il percorso, forse per l’eccessivo peso.
Maria Antonietta Palazzetti Valeri progetta Spirale di Fede, la prima macchina ideata da una donna.
1983 Il 9occasione In luglio avviene del 750º il trasporto anniversario della straordinario per ilnascita 750o della di nascita Santa Rosa di Santa vieneRosa. effettuato un trasporto straordinario
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
1986 Roberto Joppolo, artista viterbese progetta Armonia Celeste, una “summa” dei principali monumenti della città sormontati da una allegoria di angeli ascendenti al cielo. La macchina a causa della sua altezza, sbanda davanti al Sagrato.
1984
2003
Il 27 maggio trasporto straordinario in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II.
Raffaele Ascenzi progetta Ali di Luce introducendo per la prima volta il movimento meccanico di alcune parti della struttura. Una porzione della macchina è esposta al Museo delle Arti popolari di Roma.
2001
2000
2009
Rievocazione della traslazione del corpo di Santa Rosa.
Una Rosa per il Duemila, denominata in latino Tertio Millennio Adveniente celebra il nuovo millennio. Il progetto è curato dagli architetti Marco Andreoli, Lucio Cappabianca e Giovanni Cesarini.
è l’anno di Fiore del Cielo, progettata da Arturo Vittori e Andreas Vogler. è la Macchina tuttora trasportata.
2009 Il 6 settembre Papa Benedetto XVI visita Viterbo e ammira Fiore del Cielo ferma davanti al Santuario.
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
i numeri di fiore del cielo
fiore del cielo Progettata da Arturo Vittori e Andreas Vogler, è stata trasportata per la prima volta nel 2009
La Macchina è alta
Il peso complessivo è di
28 m 5 tonnellate 113 facchini trasportano a spalla la macchina lungo un percorso di 1.200 metri
Il carico medio per ciascun portatore è di circa 50 chilogrammi con picchi di 150 kg
L’altezza di Fiore del Cielo supera di 3 m quella dell’Obelisco Vaticano situato in piazza San Pietro
trasporto della m a c c h i n a d i s a n ta r o s a
il percorso della macchina
PORTA ROMANA
PIAZZA DELLE ERBE
PIAZZA FONTANA GRANDE
SANTUARIO DI SANTA ROSA
CHIESA DEL SUFFRAGIO
PIAZZA DEL PLEBISCITO
1.200 m
PIAZZA VERDI
circa
v i t e r b o Cuore della Tuscia
Capoluogo di antica origine etrusca e di grandi tradizioni storiche, Viterbo conserva un assetto monumentale tra i piÚ importanti del Lazio: aristocratici palazzi, monumenti ricchi di opere d’arte di spiccato interesse, suggestivi quartieri medievali, chiese e chiostri di varie epoche, torri slanciate ed eleganti fontane in peperino. Nota come la città dei Papi fu a lungo residenza papale e sede del primo conclave della storia.
bolsena 35 min
orte 25 min viterbo
ronciglione 25 min tarquinia 40 min
civitavecchia 54 min
cerveteri 1 h 10 min
roma 1 h 15 min
viterbo cuore della tuscia
Via Francigena viterbese Il cammino della Via Francigena ha solcato per millenni il territorio della Tuscia e vede tuttora il passaggio dei moderni pellegrini diretti a Roma. Da Acquapendente a Vetralla passando per la città dei Papi, questa tappa è una delle più suggestive per l’incredibile varietà di paesaggio e bellezze storiche.
viterbo cuore della tuscia
La via dell’acqua, dal termalismo al lago di Bolsena Famosa per le sue sorgenti già conosciute ed apprezzate dagli antichi romani e citate da Dante nella Divina Commedia, Viterbo è uno dei bacini idrominerali e idrotermali più copiosi d’Italia. è possibile fare il bagno in sorgenti termali libere così come regalarsi relax e trattamenti in strutture organizzate. Ma Viterbo non è solo terme, a pochi chilometri è possibile vivere l’esperienza dei laghi di origine vulcanica con i suoi insediamenti turistici con particolare propensione per il turismo a contatto con la natura.
viterbo cuore della tuscia
Archeologia da scoprire Dal Museo Civico con la straordinaria collezione Rossi Danielli e il Museo Nazionale Archeologico ospitato nella monumentale Rocca Albornoz, alla Necropoli di Tarquinia con la sua serie straordinaria di tombe dipinte, passando per Castel d’Asso, la Tuscia è la terra degli Etruschi che scelsero questo territorio per la sua particolare morfologia caratterizzata da profonde forre tufacee percorse da fiumi e torrenti. Anche i Romani hanno lasciato tracce sul territorio, ne è un esempio l’antico teatro romano di Ferento che tutti gli anni nei mesi estivi ospita la stagione teatrale.
viterbo cuore della tuscia
Villa Lante e i giardini storici Votata nel 2011 Parco più bello d’Italia, Villa Lante a Bagnaia, frazione di Viterbo, è uno dei più famosi giardini italiani a sorpresa manieristici del XVI secolo.
viterbo cuore della tuscia
Museo civico di Viterbo Custodisce reperti provenienti da Ferento e da siti archeologici del viterbese e una pinacoteca con opere dal XII al XIX secolo. Fiore all’occhiello, i due dipinti di Sebastiano del Piombo: la celebre Pietà del 1516 - 1517 e la Flagellazione del 1524.
viterbo cuore della tuscia
La Faradda di li candareri di Sassari
La Rete delle grandi macchine a spalla
Festa dei Gigli di Nola
Nata nel 2006 come forma di interscambio culturale tra le comunità, include quattro feste religiose italiane: la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi e la Faradda di li candareri di Sassari. Dal 2013 la rete è inserita nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO. La Varia di Palmi
Pubblicazione a cura di Città di Viterbo Finita di stampare ad agosto 2014 Progetto grafico Andrea Venanzi Immagini* Sergio Galeotti © Tutti i diritti riservati * Ad eccezione di alcune immagini d’archivio del Comune di Viterbo (Cronistoria, Teatro di Ferento, Sebastiano del Piombo, Rete delle Grandi macchine a spalla)
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