I DIRITTI
DEI BAMBINI
Il 20 novembre del 1959, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava all’unanimità la Dichiarazione dei diritti del fanciullo. La dichiarazione diceva... Ogni fanciullo ha diritto ad avere: ● Un nome ● Una famiglia ● Un luogo in cui vivere ● Amici con cui giocare, chiacchierare, discutere, scherzare e ridere. Senza questi diritti come farebbe un bambino a vivere? Può un bambino vivere: ● Senza una famiglia? ● Senza amici? ● Senza poter ripararsi dal freddo? ● Senza giocare? ● Senza sapere chi è e come si chiama? ● Senza vivere in pace? NO, non sarebbe possibile. Le classi quarta A e B hanno messo in scena due recite: “Pezzettino” e “La strabomba”. Con Pezzettino abbiamo voluto sottolineare l’importanza di avere un’identità, un nome. Pezzettino non si stanca mai di cercare, vuole sapere chi è, da dove viene e chi sono i suoi fratelli.
Con La strabomba, invece abbiamo voluto evidenziare come sia importante vivere in pace.
Articolo 1 Il bambino deve godere di tutti i diritti. Questi diritti devono essere riconosciuti a tutti i bambini senza eccezioni. Descrizione di Ombretta Ombretta aveva 7 anni ed era un po’ bassa per la sua età. I suoi capelli erano biondi e gli arrivavano circa fino alle spalle. Lei aveva gli occhi azzurri, un naso regolare ed era molto carina. Indossava una maglietta rosa, dei pantaloni azzurri e aveva delle scarpe color violetto. Ombretta era un po’ timida, ma altrettanto vivace. In quei giorni era un po’ triste perché nessuno la faceva giocare. Le piaceva giocare in compagnia, ma spesso era da sola, così raccoglieva erbe e fiori in giardino.
Riassunto: Ombretta la bambina invisibile C’era una volta una bambina di nome Ombretta che viveva in una valle. Sul fianco della valle si levava la verde collina del Popolo Verde…e sull'altro lato c’era l’azzurra collina del Popolo Turchino. I bambini del popolo Turchino non erano amici dei bambini del Popolo Verde. Ombretta viveva tra i bambini verdi e i bambini Turchini. Lei voleva essere amica di entrambi i Popoli, ma nessuno voleva giocare con lei. Ombretta aveva provato a fare amicizia,ma
quei bambini non volevano diventare suoi amici. Un giorno Ombretta pianse così tanto che diventò invisibile. Così iniziò a eliminare tutti gli scherzi che i bambini del Popolo verde preparavano ai bambini Turchini e viceversa, ma in questo modo si annoiavano tutti e due i popoli. Dopo qualche settimana i bambini turchini pensarono di andare dai bambini verdi per giocare. Così i bambini verdi e quelli turchini diventarono amici. In quel momento Ombretta diventò visibile. La cosa più bella fu che Ombretta diventò amica dei bambini di tutti e due i popoli.
Beatrice Maron, Helena Carta e Olga Romio
Articolo 2 Il bambino deve godere di una speciale protezione perché possa svilupparsi in modo normale fisicamente, intellettualmente e singolarmente Riassunto: I bambini che non erano bambini C’era una volta un paese dove vivevano dei bambini bravissimi. Ma gli adulti si preoccuparono dei propri figli perché non ridevano mai. Un giorno arrivò nel paese uno strano personaggio: era un mago, equilibrista e pagliaccio.
Quel mago chiese ai bambini se volevano ridere ma i bambini chiesero che cosa significa ridere. Il mago si accorse di aver trovato il loro segreto, non si erano mai sentiti liberi non avevano mai fatto ciò che volevano. Al mago venne un'idea brillante e la comunicarono a ciascun bambino e fu la fine del mondo. Allora i bambini si misero a fare un sacco di risate iniziarono a fare ciò che volevano imbrattavano muri e ridevano sempre a scuola. Un altro problema:i bambini ridevano troppo e si comportavano malissimo. Gli adulti decisero di cacciare il colpevole della situazione cioè il mago, ma quella decisione non ebbe i frutti sperati. Gli adulti si resero conto di aver sbagliato perciò si misero a cercare di nuovo il mago per farlo ritornare, ma lui disse che non era necessario che ritornasse. Il mago rivelò a ciascun genitore il segreto dell’allegria.
Allora il mago e gli adulti Insieme ai bambini si misero a ridere a crepapelle.
Leonardo De Boni, Linda Gullo, David Zarpellon, Linda Zuccato
Articolo 3 Il bambino ha diritto, fin dalla nascita, ad un nome e ad una cittadinanza.
Conclusione della storia: la bambina senza nome Il re capì che cosa occorreva a lei: doveva ritornare a casa sua ed essere chiamata con il suo vero nome, parlare la sua lingua e soprattutto vivere fra la sua gente. Il re mandò messaggeri per tutto il mondo a cercare e cercare… fino a che non avessero trovato il paese e la famiglia della bimba senza nome. Dopo molti giorni un messaggero avvisò che era stata trovata, così lei poté di nuovo riunirsi con la sua famiglia. Lei però si era innamorata del principe e non voleva più tornare a casa. Allora il re chiese alla famiglia della bambina se voleva restare là. Accettarono e così andarono a vivere tutti nel castello del re. Ora però la bambina era felice perchè conosceva il suo nome, la sua nazionalità e la sua famiglia.
La bambina, diventata adulta, sposò il principe ed ebbe un nuovo nome: Daisy.
Ayoub Jana, Scarnà Samoa, Zancan Alice
Articolo 4 Il bambino ha diritto alla sicurezza sociale affinché possa svilupparsi in modo sano. Il bambino ha diritto all’alimentazione,agli svaghi e alle cure mediche che sono necessarie. Il bambino piagnucolone C’era una volta un bosco molto bello, in cui vivevano animali e piante di ogni specie. Era un luogo di pace e tranquillità. Nulla turbava i suoni e i rumori della natura. Un giorno vi giunsero un uomo, una donna e un bambino; gli animali però non si spaventarono: gli ospiti non avevano aspetto di cacciatori. Quel bambino ero io, mi chiamavo Aldo. Io scoppiai a piangere
convulsamente: avevo bisogno di qualcuno… ma né l’uomo né la donna mi sentirono, il loro sonno era troppo profondo. Il mio pianto svegliò tutti gli animali del bosco che si preoccuparono molto. Il lupo capobranco si infastidì: “Qualcuno mangi quel bambino!” ringhiò. La lupa più ansiosa gli disse: ”Non essere così cattivo! È solo un piccolo che piange perché ha fame e nessuno si prende cura di lui. Vallo a prendere invece, e gli daremo qualcosa…”
Il lupo mi afferrò per il pigiamino e mi condusse nel branco. Mi offrirono un coniglio appena catturato ma non mi piacque… e non mi piacquero nemmeno i pinoli, né i bruchi, né i funghi, né l’erba… ripresi a piangere… allora i lupi, avviliti, se ne andarono quatti quatti… io ripresi a piangere sempre più forte. Passò di lì una cerva e mi calmò allatandomi con amore, mi diede da mangiare in abbondanza e poi mi addormentai placidamente. Quando nel bosco tornò in silenzio, gli animali fecero un sospiro di sollievo potevano dormire… all’improvviso però… ripresi a piangere disperatamente… “quel bambino ha freddo disse l’orsa all’orso” potremo portarlo qui… l’orso non se lo fece dire due volte, mi raccolse con delicatezza e mi portò nella tana. Di nuovo nel bosco regnò la tranquillità. Io non avevo più sonno, ma stavo bene tra quelle tiepide pellicce e mi sentivo protetto. Nel bosco poco a poco tutti ripresero a dormire tranne il gufo e gli altri animali notturni. All’improvviso, però, io ricominciai a piangere con tutte le mie forze e l’orso disperato corse a chiedere aiuto al saggio gufo “Sarà annoiato” gli rispose questo, “I bambini hanno bisogno di giocare per essere contenti.” “Cerchiamogli qualche amico” disse l’orso al gufo invitandolo ad andare con lui. Ancora una volta mi acquietai in mezzo al calore di quei simpatici animali. Purtroppo gli animali hanno artigli e denti che spesso usano per gioco… Uno scoiattolo inavvertitamente mi graffiò e mi rimisi a piangere. Nemmeno le cure della cerva servirono… Gli animali spossati, avviliti, delusi si arresero: ”Io non avevo proprio bisogno di loro”. Curare un bambino è un compito impegnativo” esclamò il gufo.” È meglio portarlo a quell’uomo e quella donna, sono loro che se ne devono occupare.” Fui condotto nella mia unica e vera culla. ”Caro, Aldo hai dormito proprio bene” esclamò l’uomo non appena mi destai. Cristian Andreev, Nicol Carenato e Marta Marchesin
Articolo 5 Il bambino fisicamente e psichicamente minorato o socialmente disadattato ha diritto al trattamento, all'istruzione, alle cure speciali richieste dalla sua condizione. Il bambino con due gambe Solo per una notte d’agosto esistette un pianeta molto strano. Era simile alla Terra, però i suoi abitanti erano un po' diversi dai terrestri: avevano infatti quattro gambe. Queste gambe, però, erano meravigliose: con esse potevano lavorare meglio, nuotare meglio, sentire meglio e, nelle gare sportive, vincevano sempre. In quel pianeta i bambini erano allevati come quelli sulla Terra. Quella notte, inspiegabilmente, sul pianeta nacque un bambino con due gambe. I genitori ci rimasero un po' male. Si consolarono però in fretta perché era un bambino allegro e simpatico... Essi erano contenti di vederlo crescere sereno. Lo portarono comunque presso molti medici,ma la sua non era una malattia: i medici non sapevano che cosa fare. Man mano che cresceva, il bambino aveva sempre nuovi problemi: per esempio, perdeva sempre le gare di nuoto. A scuola il bambino con due gambe non riusciva a giocare come i suoi compagni; l’insegnante se ne rese conto e cercò di aiutarlo. E fece in modo che anche lui giocasse come gli altri…Ma lui non era felice. Quel bambino pensava che da grande non sarebbe servito a niente…Ad un certo punto, però,egli s’accorse che le sue gambe non erano come le altre. Corse subito dai suoi genitori per confrontare
il suo mondo con il loro…Essi rimasero stupiti …Il loro figlio correva velocissimo e attraversava i muri senza usare la porta. A scuola il bambino con due gambe raccontava ai suoi compagni che cosa faceva. Tutti volevano sentire ciò che diceva sulla velocità. Ascoltare il bambino era molto emozionante. Egli divenne molto amato e alla sua diversità non pensò più nessuno…nemmeno lui. C’erano molte cose che non poteva fare, ma quelle che sapeva fare lui non sarebbe riuscito a farle nessun'altro. Diventò anch'egli un abitante molto stimato di quel pianeta.
Riccardo Contessi, Francesca Fortuna, Riccardo Giordani, Gabriella Tadewos
Articolo 6 Il bambino ha bisogno di avere amore e comprensione. Egli deve crescere con un'atmosfera di affetto, di sicurezza e materiale. Il bambino e l'alieno C'era una volta un bambino che viveva con il suo papà in campagna. La casa era in mezzo a molti campi, lì non c'era nulla. Suo papà fumava, un giorno scoprì di avere un tumore, fu portato in ospedale per essere curato. Restò lì molti giorni ma le cure non servirono e morì dopo poco. In quei giorni mentre il bambino giocava in giardino vide qualcosa cadere dal cielo e atterrare sul campo di fave: “Ma quello è un ufo spaziale!”disse il bambino. Quando il bambino andò a vedere l'ufo vide una strana creatura bianca con delle macchie verdi, nere e arancioni. Il bambino ebbe molta paura, l'alieno disse: “ Io non voglio farti del male, ma voglio essere tuo amico.”Dopo qualche
giorno l'alieno gli insegnò a leggere, scrivere, dipingere... Dopo un po’ arrivò la polizia perché c'erano stati dei furto: “Oh mio dio quello è un alieno!”dissero i poliziotti. Il giorno dopo la polizia tolse l'affido del bambino all'alieno e lo portarono in un collegio. Una sera tutti i bambini scesero in giardino dove li aspettava l' alieno che lì aiutò ad oltrepassare la rete con l' ufo e a tornare a casa. Da quel giorno vissero tutti felici e contenti. Ilaria Fortuna, Giovanni Vivoda e Aurora Zancan
Articolo 7 Il bambino ha diritto ad un’istruzione che deve essere gratuita obbligatoria. I bambini delle fiabe Un brutto giorno i bambini di tutte le fiabe del mondo decisero di andarsene da tutti i libri; volevano un mondo con i diritti. Cenerentola, Biancaneve, Mowgli, Cappucetto Rosso, Hansel e Gretel, Pollicina, il Piccolo mugnaio, il Gatto con gli stivali, Peter Pan, Alice e tutti gli altri uscirono dalle pagine e zitti, zitti, senza spingersi, si misero in fila per tre. Forse per un incantesimo, da quel momento nella mente di ogni nonno si cancellò anche il ricordo del racconto più breve. I bambini erano annoiati. Gli adulti di ogni paese, anche quelli che conoscevano le fiabe senza averle lette, scesero nelle piazze per invitare i protagonisti a ritornare nei loro libri. I bambini delle fiabe risposero in coro:”Neanche per sogno!”E uno ad uno dissero il perché:”Vogliamo aver diritto ad una famiglia che possa curarci”dissero”Hansel e Gretel”.Si fece avanti Mogli:Voglio aver diritto ad avere degli amici altrimenti me li prenderò qui. Anche Cappuccetto Rosso era d’accordo, Biancaneve aggiunse:”Voglio aver diritto ad un lavoro, inizierò qui nel mondo reale a fare la
domestica con lo stipendio alto. Pollicino aveva già trovato casa in via Mignolini. Cenerentola disse che voleva aver diritto a delle ferie per poter andare in vacanza negli altri mondi delle principesse. Finite le lamentele gli adulti risposero:”Veramente, noi pensavamo che almeno voi foste felici; invece avete alcuni problemi come i nostri bambini. I protagonisti delle fiabe dissero che sarebbero tornati nei libri se avessero cambiato le storie al loro interno. Gli adulti promisero di cambiare i libri e così tornarono tutti nei libri felici e contenti. Edoardo Basso, Noemi Dal lago,Erica Pagnoni e Marco Prandin
Articolo 8 Il bambino in ogni circostanza, deve essere tra i primi a ricevere protezione e soccorso. Riassunto del testo: il popolo che rimase senza bambini C’era una volta una vallata in cui non viveva nessuno. Un giorno giunse un gruppo di persone. Questa gente diede alla luce molti bambini. Un giorno scoppiò un temporale che bruciò un albero. Scapparono tutti sul monte e lasciarono tutti i bambini. Finito l’incendio i bambini non c’erano più. Dopo qualche anno nacquero nuovi bambini, ma una mattina il fiume straripò. Tutti scapparono sul monte e nuovamente lasciarono i bambini da soli. Finita l’inondazione si accorsero che i bambini non c’erano più. Nel frattempo la gente diventò vecchia e non poteva più fare figli e cominciarono a soffrire per la fame non avendo più la forza di procurarsi il cibo. Un giorno arrivò una barca con una coppia di giovani persone che si erano salvate dall’incendio e che fortunatamente volevano che i loro figli nascessero lì.
Da quel giorno tutte le persone si presero cura dei bambini diedero loro tutti i prodotti migliori.
Doris Kulli, Sara Milanesio, Mattia Russo, Noè Poier
Articolo 9 Il bambino deve essere protetto contro ogni forma di negligenza, di crudeltà e di sfruttamento. Egli non deve essere oggetto di mercato, sotto qualsiasi forma. Il bambino non deve essere ammesso al lavoro se non ha raggiunto un’età minima adeguata. Il bambino nano C’era una volta un bambino che si perse in una fiera non trovando più i suoi genitori, si mise a cercarli per il mondo. Un giorno giunse in un villaggio che gli piacque per la sua originalità: tutta la gente era molto grande, così come le case, come le piante e gli animali. Il bambino aveva fame e gli fu dato da mangiare. Chiese notizie dei suoi genitori, ma nessuno li aveva visti passare. Stava per andarsene, quando gli dissero che ciò che aveva mangiato costava molto. La gente voleva essere pagata , ma in quel paese i soldi del bambino non valevano nulla. – Non importadisse il sindaco- visto che tu sei un nano, dovrai
lavorare di più di qualsiasi altro per pagare il tuo debito! –Lì per lì lui obbedì, ben presto si rese conto che i bambini non sanno lavorare… e nemmeno lui … Un bambino non poteva lavorare per pagarsi da mangiare. La sera, purtroppo, gli venne ancora fame. Si fece dare ancora un po’ di cibo e, siccome aveva sonno, si cercò anche un giaciglio. Il giorno dopo fu costretto a fermarsi ancora in quel villaggio: doveva pagare i suoi debiti. Il sonno aumentava sempre di più… era un bambino. La gente era meravigliata, quel nano lavorava ogni giorno di più. I bambini del villaggio erano molto preoccupati :quel bambino diventava ogni giorno più magro e triste. I bambini iniziarono ad aiutarlo perché lui era sempre più triste. Siccome erano bambini giganti il lavoro non li stancava…avevano tempo per giocare, studiare e andare al cinema. Fortuna volle che quel giorno arrivassero i genitori del bambino che avevano girato il mondo in cerca di lui. Gli adulti si convissero finalmente che quel nano era solo un bambino. Il bambino ritornò felice a casa con la sua gente, grande come lui.Nel piccolo villaggio gli adulti tornarono al lavoro ed impararono che nessun bambino deve lavorare. Riccardo Gastaldon, Lucia Novello e Emmanuele Vencato
Articolo numero 10: il bambino deve essere protetto da qualsiasi forma discriminazione razziale, religiosa o di altro genere. Deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia tra tutti i popoli e di pace. I bambini che non avevano scuole C’era una volta due paesi governati da due re molto prepotenti perché non erano mai andati a scuola da piccoli. E si facevano guerra da molto tempo. Visto che nessuno vinceva stabilirono un periodo di tregua, però non li rese per niente amici. Quando venivano a sapere che uno dei due aveva costruito qualcosa, l’altro la faceva migliore e più bella. Però l’unica cosa che non ricostruirono furono le scuole e nessuno sapeva dove mandare i propri figli. I bambini trovarono una soluzione:decisero di andare dai propri re e chiedere a loro di regalare una scuola all’ altro paese e ne fecero tantissime anche
super lussuose. Ad un certo punto dovettero vendere tantissime cose per mantenere le scuole. I bambini quando diventarono grandi andarono a visitare i due re e spiegarono a loro che a scuola avevano imparato tante cose… i paesi potevano essere felici senza povertà e senza guerra. Poiché i due re non capirono pensarono che i due re dovevano andare a scuola per perdere la prepotenza. Gabriel Costa, Samuhel Crestani e Andrea Santolin
Classi 4 A e 4 B IC Vicenza 7 Plesso “A.C.Pertile”