LA VERA STORIA DI BABBO NATALE Voi non ci crederete mai, ma la COCA COLA ha reso
famoso BABBO
NATALE!!!!! Dunque, il primo portatore di doni della storia è stato San Nicola. Amato e venerato un po’ in tutta Europa, specie in Belgio e in Olanda veniva ricordato il 6 Dicembre in groppa ad un asinello bianco oppure a cavallo. Andava nelle case portando doni ai bimbi buoni. Secondo certe tradizioni lo accompagnava lo gnomo Peter il Nero, che puniva i bambini cattivi. Quando gruppi di immigrati olandesi si spostarono in America fondando Nuova Amsterdam, divenuta in seguito New York, portarono con loro anche le tradizioni, tra cui San Nicola che nella loro lingua si chiamava Sinter Klass. Il personaggio piacque anche ai coloni inglesi che trasformarono il nome in Santa Claus. Gli abiti di Santa Claus sono simili a quelli di un vescovo.
Porta una mitra rossa (copricapo liturgico) con una croce dorata e si appoggia ad un pastorale. Il richiamo al Vescovo di Mira città della Turchia è molto evidente. Santa Claus ha un cavallo bianco con il quale vola sui tetti. I suoi aiutanti scendono nei comignoli a lasciare doni nelle scarpe dei bambini buoni.
bre 2011, ancora 10 giorni al Natale
A quanto pare l’aspetto moderno di Santa Claus ha assunto la forma definitiva con la pubblicazione della poesia “Una visita di San Nicola,” più nota con il titolo La notte di Natale ( The Night Bifore Christmas avvenuta sul giornale Sentinel della città di Troy (stato di New York) il 23 dicembre 1823.
'Era la notte prima di Natale, quando in tutta la casa non una creatura si muoveva, neanche un topo. Le calze erano appese al camino con cura, nella speranza che San Nicola sarebbe arrivato presto.
I bambini erano tutti nei loro letti, mentre visioni di prugne ricoperte di zucchero ballavano nella loro mente. E la mamma nel suo 'pigiama, e io nel mio berretto, ci eravamo appena preparati per un pisolino dopo quella lunga giornata d’inverno.
Quando ad un tratto si udì sul tetto un enorme baccano, Balzai dal mio letto per vedere cosa stesse succedendo. Sono volato alla finestra e ho aperto i battenti.
La luna sulla neve appena caduta faceva luccicare tutti gli oggetti che illuminava, quando improvvisamente davanti ai miei occhi meravigliati si presentò una slitta in miniatura e otto piccole renne. Scorsi un vecchio, così vivace e veloce, Sapevo che si trattava di San Nicola Le sue renne erano più rapide delle aquile e lui fischiava, urlava e le chiamò per nome:
"Ora Dasher! Ora Dancer! Ora, Prancer e Vixen! Su, Comet! Su, Cupido! Su, Donner e Blitzen! Per la parte superiore del portico! Per la parte superiore del muro! Ora via! via! Via tutti! "
Come foglie secche che volano via prima dell’uragano, montarono al cielo così oltre il tetto e mi accorsi che volavano, con la slitta piena di giocattoli e con San Nicola.
E poi, in un batter d'occhio, ho sentito sul tetto lo scalpitio di zoccoli. Sentii un tonfo e non appena mi voltai , vidi che San Nicola era sceso gi첫 dal camino con un balzo.
Era tutto vestito di pelliccia, dalla testa ai piedi, e i suoi vestiti erano tutti macchiati di cenere e fuliggine. con un sacco di giocattoli che portava in spalla, sembrava un venditore ambulante.
I suoi occhi - come brillavano! Le sue fossette, come era allegro! Le sue guance erano come le rose, il suo naso come una ciliegia! La sua bocca buffa e piccola ad arco, e la barba sul mento bianca come la neve.
Una pipa teneva stretta tra i denti, e il fumo che circondava la sua testa sembrava una corona. Aveva un viso largo e un po 'di pancia, che scuoteva quando rideva, come una ciotola piena di gelatina.
Era grassottello e paffuto, sembrava un allegro vecchio folletto, e ho riso quando l'ho visto, mio malgrado. Con un occhiolino presto mi ha dato conferma che non avevo nulla da temere.
Lui non diceva una parola, ma è tornato subito al suo lavoro, e riempite tutte le calze si girò di scatto. Posò il dito sul suo naso, diede un cenno del capo, e salì su per il camino.
Saltò in slitta, fischiando alle renne,e volò via a gran velocità. Ma prima di sparire nell’oscurità della notte lo sentii esclamare: Buon Natale a tutti, e a tutti una buona notte!
L’autore del racconto è tradizionalmente ritenuto Clement Clarke Moore anche se l’attribuzione è controversa. Santa Claus viene descritto come un signore un po’ tarchiato. A sua disposizione ci sono otto renne che vengono nominate per la prima volta con i nomi di Kasher, Dancer, Prancer, Vixen Comet, Cupid, Dander e Blitzen . Fu aggiunta in seguito Rudolph, la nona renna,in una canzone di Gene Autry. All’inizio Santa Claus venne rappresentato in costume di vario colore, assumendo man mano su di sé i caratteri di Babbo Natale. Il Rosso ben presto divenne il colore predominante a partire dalla sua comparsa sulla prima cartolina di auguri natalizi nel 1885.
Uno dei primi artisti a fissare l’immagine di Santa Claus nella forma che conosciamo oggi è stato il cartonista americano Thomas Nast. Nel 1863 una sua immagine di Santa Claus apparve sulla rivista Harper’s Weekly.
LA LEGGENDA DEL VISCHIO C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva piu' nessun amico. Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno. Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò: Fratello, - gli gridarono - non vieni? Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero. Ma dove andavano? Si mosse un po' curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco. Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchio insieme agli altri. - Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli.
Perdonami. E cominciò a piangere. Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.
LA STORIA DEL PRESEPE Già nel Quarto secolo troviamo a Roma (nelle catacombe) immagini della natività. L'origine esatta del presepio è difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo. È storicamente documentato che già in tempo paleocristiano, il giorno di Natale nelle chiese venivano esposte immagini religiose, che dal decimo secolo assunsero un carattere sempre più popolare, estendendosi poi in tutta l'Europa. L'origine del Presepe è legata a San Francesco , il quale - tornato dalla Terra Santa, dove si era recato pellegrino a Betlemme - volle riproporre l'iconografia della Natività. Inserì l'asino, il bue, la mangiatoia e il fieno nella sua ricostruzione, realizzata a Greccio nel 1223, dopo aver ottenuto il permesso di Papa Onorio III. Prima i Francescani, poi i Domenicani, propagarono l'uso di rappresentare nelle chiese l'evento della Santa Notte, con statue di pietra, legno o terracotta. Il termine utilizzato, "presepe", deriva dal latino praesepe (mangiatoia) , in riferimento a quella ricordata dal Vangelo. In seguito, il più antico presepe di cui abbiamo traccia venne realizzato da Arnolfo di Cambio intorno al 1289. Nel '500 si diffusero nelle chiese le ricostruzioni dell'iconografia presepiale, mediante statuette e scenografie che venivano poi rimosse (famoso fu l'allestimento realizzato dai Gesuiti nella Cattedrale di Praga per il Natale del 1562). E a partire dalla metà di quel secolo l'uso cominciò a propagarsi anche nelle case private, in particolare a Napoli: tra i maggiori ispiratori ci fu San Gaetano da Thiene, che nella città partenopea visse per un decennio, fino al 1543. L'utilizzo di materiali come la terracotta e la cartapesta, permise a molti figurinai di realizzare presepi a prezzi accessibili, almeno per le famiglie della nobiltà e dell'alta borghesia. Napoli fu, tra il '600 e
l'800, uno dei centri principali dello sviluppo dell'arte presepiale : decine di artisti scolpirono le figure con volto e busto di terracotta, mentre mani e piedi erano di legno. Una delle più belle composizioni del periodo settecentesco è quella appartenente alla collezione Cuciniello, tuttora esposta nel Museo Napoletano di San Martino. Ma anche in altre zone di Italia si sono manifestate grandi scuole di presepisti: la Puglia, per esempio; ma anche la Sicilia, l'Emilia, la Liguria. Senza dimenticare i molteplici intagliatori del Val Gardena e della Valle d'Aosta.
Nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma, si può ammirare uno dei più antichi presepi natalizi. Fu realizzato in alabastro nel 1289 da Arnolfo da Cambio e donato a questa chiesa. Il presepio ha la forma di una casetta, in cui è rappresentata l'adorazione dei Re Magi. Si considerano precursori del presepio anche gli altari gotici intagliati con immagini della natività, che non fu possibile rimuovere. Un periodo fiorente di presepi fu il Barrocco. Prime notizie certe di presepi di chiese si rilevano dalla Germania meridionale quando, dopo la Riforma i Gesuiti riconobbero per primi il grande valore del presepio come oggetto di preghiera e di raccoglimento, nonché mezzo di informazione religiosa. I Gesuiti fecero costruire preziosi e fastosi presepi, tanto che quest'usanza si estese velocemente nelle chiese di tutta Europa cattolica, finché ogni comune volle un prepio in ogni chiesa. L'arte dei Presepi visse un periodo aureo nel 18 o secolo, quando si cominciò ad ampliare e completare la storia di Natale con stazioni ed episodi, sia nei presepi delle chiese e dei castelli, sia nelle case della gente comune. La fine del 18 o secolo fu contrassegnata dall' Illuminismo e dalla Secolarizzazione. In alcuni luoghi vennero vietati i presepi: soprattutto in Baviera si dovettero eliminare tutti i presepi dalle chiese, e furono portati nelle case contadine per evitarne la distruzione. La conseguenza fu che nei contadini crebbe l'interesse per l'arte raffinata dei presepi, così che essi stessi cominciarono ad intagliare le figure. Fino alla metà del 19o secolo preferivano sfondi con paesaggi di montagna; dalla seconda metà del secolo invece acquistò sempre di più interesse il presepio orientale.