la Ragione

Page 1

Periodico dell’Ordine degli Avvocati di Padova Giugno 2020 Nuova serie anno I - n. 1


La Pietra del Vituperio è conservata all’interno del Palazzo della Ragione. È chiamata anche la pietra della vergogna perché destinata ai debitori insolventi. Il rito prevedeva che chi era esposto alla gogna mediatica dovesse toccare per tre volte con la parte posteriore del corpo la pietra, in mutande di tela, pronunciando per tre volte la frase: «Cedo bonis». Da cui il detto veneto “Restare in braghe di tela”. Nel 1231, a seguito di iniziativa partita da frate Antonio, la legge disumana verso i debitori fu modificata in modo sostanziale.


MARIO LICCARDO / Direttore responsabile

Editoriale

Perché da notiziario a magazine

Perché “La Ragione” di una vicenda drammatica che resterà nella storia… Dunque ci sono tutti i presupposti per dare vita ad una pubblicazione che possa essere accattivante, affiancando alle notizie di “legale” utilità, uno sguardo – serio o faceto – al mondo che ci circonda ed a ciò che singoli o gruppi di colleghi fanno, per divertimento od impegno sociale o culturale, fuori dal proprio Studio e dalle aule. Una pubblicazione che vuole essere aperta al contributo di tutto il nostro Foro e quindi un periodico “dell’Ordine”, e non solo del Consiglio. Nell’eterna dialettica fra contenuto e forma, non poteva non porsi a quel punto anche il tema della denominazione. E qui, la prima ispirazione è venuta dal logo del nostro Ordine e dalla immagine di un luogo che è nel cuore di tutti noi. Il passo successivo è stato breve, perché denso di possibili significati ed interpretazioni: • la ragione in contrapposizione al torto, essenza del nostro quotidiano lavoro • la ragione nel senso di ratio, chiave interpretativa fondamentale per un giurista • la ragione come razionalità, che dovrebbe guidare tutti, non solo gli avvocati… Insomma, tanti “agganci” per dire con una parola ed una immagine che è il magazine degli avvocati di Padova. Ed un amico, che sa comunicare anche con la semplicità di un tratto grafico, ha completato la “forma”. Ed eccoci qui a varare il primo numero di questa nuova veste editoriale. Se troveremo il favore di chi ci legge, facendogli venire la voglia di leggere al più presto il prossimo numero, vorrà dire che abbiamo centrato il bersaglio. Cioè, potremo dire che abbiamo avuto… Ragione! Buona lettura.

laRagione |

 Notiziario… Pensandoci bene, ci è sembrato un termine ormai… fuori moda, per una pubblicazione cartacea. Notiziario deriva da notizia, una raccolta di notizie; e le notizie oggi si bruciano nell’arco al massimo di qualche ora. Ci pensano i social, facebook, twitter, i blog a divulgarle (anche quelle false…) e poi con la stessa rapidità a soppiantarle con altre di nuove… E poi ci sono i siti, le bacheche dei siti…Tempo qualche giorno e la news non è più…new, superata anche lì da decine di altre più attuali… L’emergenza da covid ci ha aperto definitivamente gli occhi: alluvionati da dcpm, dl, ordinanze di Governo, Protezione civile, Regione, Sindaci, Presidenti di Corti d’appello, Presidenti di Tribunale ecc. ecc… la notizia di oggi, domani è già superata da una nuova. E così ci siamo detti: è proprio il caso che continuiamo a fare il “notiziario” per i nostri Colleghi?... La prima tentazione è stata di rinunciare e dedicarci solo a sito e social. Però la carta ha un suo fascino… “verba volant”… Ecco, da questo tumultuare di idee un po’ confuse, è nata l’idea di far evolvere un po’ il “notiziario” verso il genere “rivista”… Farne il magazine degli avvocati padovani. Dove continuino ad esserci le “notizie”; ma solo se di attualità longeva oppure perché importanti come testimoni di un percorso significativo; ma dove il resto della pubblicazione dia spazio alla capacità comunicativa, alla verve letteraria, all’estro anche artistico di molti colleghi… In fin dei conti abbiamo un certo background culturale, ci cimentiamo ogni giorno con problemi economici e sociali privati e pubblici che ci rendono testimoni di mille storie di varia umanità; ed oggi siamo ancora nel pieno

3


SOM MA RIO

6

Il Consiglio dell’Ordine e la Giustizia...congelata Leonardo Arnou

10

La scuola Forense. Preparazione all’esame o alla professione?... Lorenzo Locatelli

12

Il tirocinio Forense durante l’emergenza Raffaella Moro

14

I Vademecum del Consiglio sulle «Misure Organizzative» Jacopo Al Jundi

17

Covid-19 e la formazione continua Gloria Bizzotto

18

Commissione conciliazione e lockdown Carola Rossato

20

La biblioteca. Scripta manent Stefano Fratucello

22

Quelli “più uguali” degli altri Francesco Rossi Foto di copertina di Mimma Grassi, tratta dalla pagina fb di “Padova in foto”.

24

La Privacy che vorrei Carolina Brunazzetto

26

Post Covid-19 ...sperando sia davvero... “post”! Enrico Calore

28

Ai tempi del nuovo coronavirus Ignorantia legis non excusat...? Nicoletta Capone

30

Un buon vino... Il Friularo Valerio De Falco


34

Una passione per il Gospel ... e non solo! Walter Ferrulli

36

Ciclismo e ...poesia Enzo Conte

37

“Abbiam solo parlato...� Renato Carpentieri

38

Foto che passione Giorgio Grasselli

42

Il potere della crisi Marco Greggio

43

Jusport - Amarcord 2019

Direttore Responsabile Redazione Progetto grafico della testata Grafica e stampa

Mario Liccardo Gloria Bizzotto, Alessia Casotto, Alberto Panazzolo, Giuseppe Pavan, Carola Rossato Massimo Malaguti Grafiche Erredici Srl, Padova Autorizzazione del Tribunale di Padova Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Padova n. 1892 Le vignette a pagina 23 e 27 sono tratte dalla raccolta di Altan.


LEONARDO ARNAU

Il Consiglio del

e la Giustizia…conge I TRIBUNALI “CHIUSI”

laRagione | 6

Mentre l’Italia riparte, la Giustizia resta al palo. Congelata, totalmente ferma, nonostante sia passato molto tempo dall’avvio della c.d. Fase 2. Così, mentre sto scrivendo a giugno inoltrato, i tribunali rimangono – salvo rari casi – sostanzialmente chiusi e quasi inaccessibili. Si tratta di un segno del mancato riconoscimento della funzione sociale svolta dalla giurisdizione, in cui si colloca l’inadeguata considerazione del ruolo dell’avvocato, garante dei diritti dei cittadini. E il misconoscimento di questo ruolo emerge anche dalle sviste nei confronti degli avvocati, come dei professionisti in genere, vittime anche delle difficoltà ad accedere a bonus e contributi a fondo perduto. Questa situazione è peraltro il frutto di una percezione spesso distorta della Giustizia, come se si trattasse di qualcosa che riguarda solo alcuni e non ciascuno di noi; e ciò concorre ad alimentare la sfiducia nel sistema. È opportuno, invece, dirlo chiaramente: il blocco dei tribunali – che in questa fase è sicuramente non giustificato né giustificabile dalle esigenze attuali di tutela del diritto alla salute, seppure ancora eccezionali – rischia di allontanare ancora di più la giustizia dalla società

civile e snatura, affievolendoli, i principi fondamentali di uno Stato di diritto.

UNA BABELE GIUDIZIARIA Sembrerebbe doversi concludere che la giustizia non stia a cuore al Paese. Una giustizia che riparte a singhiozzo, in un’Italia che si muove sempre a ritmi sincopati. I dati nazionali indicano la riduzione al 25% circa dell’operatività dei tribunali, configurando, inoltre, differenze a seconda della città, della regione, a volte della singola sezione di tribunale o di corte d’appello e, perciò, una vera e propria babele giudiziaria. Purtroppo, l’autonomia affidata alle decisioni dei capi degli uffici giudiziari in molti casi si è rivelata eccessivamente discrezionale. Sconfortano in tal senso i provvedimenti di rinvio, a prescindere dalla natura del giudizio e/o dal carattere dell’urgenza; le modalità di trattazione scritta; molti provvedimenti che in alcuni tribunali rinviano a modelli che sacrificano ingiustificatamente il diritto di difesa. Un Paese che vuol essere autenticamente democratico, dovrebbe preoccuparsi di essere, prima d’ogni cosa, giusto. E di fronte alla più grave crisi socio-economica del dopo-guerra, la giustizia, per


Il Presidente

ll’Ordine

elata

Giustizia bloccata in un momento in cui tutti i settori del Paese riprendono a funzionare. Come se l’epidemia si fosse annidata dentro i Tribunali, nelle aule di udienza, desolatamente vuote, mentre la società civile attende risposte alle istanze di giustizia e l’avvocatura chiede a gran voce di tornare a svolgere la propria funzione. LA VIA DEL “DIALOGO” A PADOVA

laRagione |

essere credibile, avrebbe dovuto costituire il primo imprescindibile sostegno per i cittadini e le imprese. Solo pochi mesi fa, il Ministro della Giustizia aveva sottolineato l’importanza di guardare la giustizia attraverso gli occhi dei cittadini, rassicurando circa la solidità delle fondamenta su cui si stava realizzando un nuovo sistema per “un processo idoneo a rispondere alle istanze di giustizia, garantendo tempi certi”. Ma se il Ministro oggi si ponesse nel punto di osservazione del cittadino resterebbe deluso, verificando che questa diversa prospettiva altro non offre se non un fermo immagine. Ombre nere che si stagliano su uno sfondo opaco.

Così si trova il nostro apparato giudiziario. In una condizione di fermo e oscurità, che non è nuova, né casuale. In cui si agita l’irrisolto nodo della separazione dei poteri ed il difficile equilibrio tra gli organi istituzionali, essenza del sistema democratico. Al fine di porre rimedio all’assenza di una cabina di regia nazionale che avrebbe potuto adottare disposizioni uniformi, è ora il momento della responsabilità. È per questo che il Consiglio dell’Ordine – ritenendo che solo se tutte le componenti abbandoneranno arroccamenti corporativi potrà compiersi qualche passo in avanti – ha scelto di percorrere, a Padova, la strada del dialogo e della ricerca in concreto delle situazioni praticabili. E così, facendo leva sulla preziosa collaborazione con il Presidente del Tribunale, il Procuratore della Repubblica ed i Dirigenti del personale amministrativo, il Consiglio ha incaricato un tecnico esterno di notoria competenza per l’interlocuzione con il Responsabile della Prevenzione e della Sicurezza presso il Tribunale, al fine dell’elaborazione di un progetto utile e necessario al riavvio delle attività “in presenza” nel nostro palazzo di Giustizia. Tale progetto è stato poi realizzato, con il contributo economico dell’Ordine, prevedendo: • l’individuazione e segnalazione (con cartellonistica e nastri a terra) di specifici percorsi per l’utenza;

7


Il Consiglio dell’Ordine e la giustizia congelata

• l’accesso ai front office, agli ascensori e ai diversi piani del tribunale; • la misurazione della capienza delle singole aule; • una serie di altri accorgimenti per evitare assembramenti in prossimità di uffici ed aule, per implementare l’affluenza del pubblico, gli orari di apertura delle cancellerie e degli appuntamenti, le tipologie delle udienze da celebrarsi in presenza. LE AZIONI DEL CONSIGLIO NELL’EMERGENZA

laRagione | 8

Tutto ciò che è avvenuto da febbraio in poi sta determinando per molti Colleghi conseguenze economiche rilevanti (ben il 48% degli iscritti al nostro Foro ha fatto richiesta di accesso al c.d. reddito di ultima istanza, per il solo mese di marzo). Anche per questo appare imprescindibile accrescere il legame solidale chi ci accomuna e riporre fiducia negli organismi di rappresentanza, istituzionali ed associativi, per affrontare con consapevolezza il faticoso cammino verso l’auspicata normalità. Ed a chi riveste ruoli e responsabilità istituzionali, è richiesto di fare tutto il possibile per attenuare, quantomeno in parte, quel disagio economico. È partendo da questa premessa che si è mosso il Consiglio dell’Ordine, dopo il conclamato stato di emergenza, svolgendo una serie di azioni che qui provo a riassumere: 1. Abbiamo voluto manifestare in concreto la volontà di “restare sul pezzo”, innanzitutto non interrompendo mai la nostra attività istituzionale che anzi, abbiamo proseguito intensamente tenendo settimanalmente le nostre sedute, dapprima in videoconferenza e, da giugno, in presenza. Ed inoltre, per decidere le questioni più urgenti ed ordinarie, i Consiglieri si sono impegnati come sempre nel disbrigo delle incombenze connesse

agli incarichi che rivestono, mentre il personale dell’Ordine, dopo avere lavorato da remoto nella fase più acuta dell’emergenza, ha ripreso l’attività in presenza: a tutti loro rivolgo un ringraziamento per lo spirito di servizio che quotidianamente dimostrano. 2. Tutte le iniziative adottate all’interno del Tribunale hanno visto il quotidiano confronto con il Presidente del Tribunale ed il Procuratore della Repubblica. Essendo l’intento di tutti quello di riavviare quanto prima, in sicurezza, la nostra attività professionale, pur avversi alla smaterializzazione del processo penale (rispetto al quale abbiamo espresso netta contrarietà con apposita delibera consiliare), abbiamo stipulato: • nella fase più critica del contagio, due protocolli (ora in fase di dismissione per gli affievoliti rischi sanitari) volti a regolare la disciplina da remoto delle udienze penali indifferibili, pubblicizzando i relativi vademecum; • il protocollo finalizzato alla celebrazione delle udienze civili a distanza;


Il Presidente

è svolta da remoto la cerimonia dell’impegno solenne di undici Avvocati, mentre abbiamo prontamente recepito, sulla formazione e sulla pratica forense, le modifiche introdotte dal CNF, accreditando la formazione a distanza. Ai processi ai tempi dell’emergenza sanitaria il Consiglio ha dedicato il primo Convegno a distanza (che ha visto la partecipazione di oltre 450 Colleghi) ed al quale sono seguiti altri sette eventi formativi. Analogamente sono state riattivate le lezioni della Scuola Forense, mediante la formazione a distanza. Del pari, il Consiglio ha riavviato le mediazioni prima con modalità telematica ed ora anche in presenza. 6. Quale segnale concreto di vicinanza ai Colleghi in questa delicata fase, dopo meditata riflessione ed una scrupolosa e confortante analisi di sostenibilità finanziaria, il Consiglio dell’Ordine – unico in Italia – ha deliberato di dimezzare, per l’anno 2020, gli importi delle quote di iscrizione all’Albo. Il Consiglio è consapevole che tale decisione potrà solo in parte attenuare le difficoltà economiche da noi tutti vissute, ma è parso indispensabile partire da ciò che il Consiglio potesse concretamente compiere per essere, fino in fondo, organismo autenticamente al servizio degli iscritti e loro alleato. Pur nella consapevolezza del molto che resta ancora da compiere, desidero rinnovare i sensi della gratitudine dell’intero Consiglio e miei personali a tutti i Colleghi, per il grande senso di responsabilità dimostrato in questa fase così complessa e segnalo, ancora una volta, che i Consiglieri restano a disposizione dei Colleghi per recepire problematiche, suggerimenti o richieste di intervento di interesse generale del Foro padovano. Sono convinto che, tutti assieme, sapremo risollevarci e guardare con fiducia al futuro.

laRagione |

• un protocollo (col consenso dei Direttori degli istituti penitenziari padovani), che consentisse ai Colleghi, in aggiunta alle modalità ordinarie, di effettuare colloqui visivi in videoconferenza con i propri assistiti detenuti; • altro idoneo protocollo, con il Presidente dell’Ufficio Gip, per l’attivazione dell’accesso digitale ai fascicoli processuali di detto Ufficio. 3. I Capi degli Uffici giudiziari hanno manifestato concreto riconoscimento e rispetto delle prerogative del nostro Consiglio dell’Ordine e considerazione per le nostre difficoltà. Fra l’altro – oltre a sollecitare il deposito delle pronunce giurisdizionali “in riserva” – abbiamo richiesto al Presidente del Tribunale e della Corte d’Appello maggiore celerità nelle liquidazioni e nei pagamenti dei patrocini a spese dello Stato e degli onorari relativi alle difese d’ufficio, sbloccando anche i crediti maturati dai Colleghi nelle procedure esecutive. Il bilancio di tali richieste è solo parzialmente soddisfacente, ma da ultimo si è ottenuto lo sblocco dei pagamenti da parte degli uffici della Corte d’Appello, con riferimento ad alcune annualità arretrate. 4. Sul sito dell’Ordine abbiamo istituito una sezione, quotidianamente aggiornata, dedicata ai provvedimenti relativi al Coronavirus e, da qualche tempo, la sezione Covid-19 provvedimenti vigenti e vademecum. Ad esso abbiamo affidato la comunicazione istituzionale, essendo impossibile utilizzare i canali ordinari, a causa del frenetico susseguirsi di provvedimenti, legislativi ed amministrativi. Lo stesso vale per i profili Facebook e Twitter del Consiglio – e da ultimo per il canale Telegram, attivato ad aprile – ove potrete trovare ogni notizia utile allo svolgimento della nostra attività professionale. 5. Il 14 aprile, per la prima volta, si

9


LORENZO LOCATELLI

LA SCUOLA FORENSE

Preparazione all’esame o alla professione?...

laRagione | 10

 Scrivevo quattro anni fa o giù di lì: … non si tratta solo di superare un esame: i giovani sono spaesati … spesso non sentono l’Ordine professionale come la propria casa, vedendo anzi l’istituzione alla stregua di un elemento estraneo, quasi di ostruzione alla propria crescita: la scuola frequentemente non è considerata un momento formativo, ma una fastidiosa parentesi tra le mille cose da fare in studio. Spero che qualcosa sia cambiato da allora; di sicuro il percorso è ancora dannatamente lungo. Partiamo dall’inizio. La Scuola forense padovana – oggi intitolata a Francesco Baldon, suo primo direttore - nacque in epoca ancora non caratterizzata dall’impulso del legislatore, e questo ci ha dato il vantaggio, rispetto ad altri, di aver preso coscienza immediata di alcuni mutamenti: sono, ad esempio, fortunatamente finiti i tempi caratterizzati da un numero spropositato di iscritti (ricordo lezioni con oltre 500 persone). La riduzione dei tirocinanti ha comportato, a cascata, alcuni cambiamenti, soprattutto nell’allievo che è oggi, ritengo, maggiormente consapevole del proprio ruolo e, quindi, più attento e critico. Il periodo del training è oggettivamente e psicologicamente complesso e al giorno d’oggi si assiste, sempre più spesso, a un atteggiamento conflittuale del neolaureato, derivante dalla comprensibile impazienza d’inserimento nel mondo del lavoro che, a volte, si

accompagna all’inseguimento di una specializzazione veloce, la quale agisce come palliativo in un mercato segnato, purtroppo, da sofferenza e recessione. In questo contesto, è importante che la scuola unisca inscindibilmente alla consueta base di preparazione tecnica quella relativa agli aspetti deontologici, etici e anche organizzativi del lavoro, preoccupandosi di spaziare, capire e far capire come si debba muovere l’avvocato in un quadro ampio. Se non vogliamo che l’avvocatura si identifichi, come significativamente affermò nel 1975 una giornalista americana, con l’operatore del casello autostradale attraverso il quale si è, a malavoglia, obbligati a passare, non è possibile prescindere dalla consapevolezza del ruolo e dalla profonda conoscenza del territorio su cui si opera. La scuola può essere utile in tutto questo. A maggior ragione se la si svincola, almeno in parte, dal ruolo di riferimento per la preparazione all’esame di abilitazione. Possiamo dire che, all’esito della riforma professionale del 2012, esistono oggi due livelli codificati di attenzione della scuola: • il primo, dedicato alla preparazione all’attività professionale in senso tecnico, con l’immediato richiamo a superare le prove d’esame; • il secondo, teso ad assicurare la conoscenza dei principi deontologici. Nonostante questo piano sistematico – che trova, tuttavia, un limite già nel


Scuola Forense

TAVOL O DE L L E ASSOCIAZIONI - Tribunale di Padova -

INCONTRI DI DEONTOLOGIA BIENNIO 2019-2020

L'ETERNO DILEMMA DELLA PUBBLICITÀ 22 maggio 2020 - ore 15.00-18.00 IN VIDEOCONFERENZA DA PADOVA TRAMITE LA PIATTAFORMA ZOOM

La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos'è la pubblicità. [Filippo Tommaso Emilio Marinetti]

L’informazione sull’esercizio dell’attività professionale Quali limiti alla pubblicità sull’esercizio dell’attività professionale? Il divieto di accaparramento di clientela

Introduce e modera:

Avv. Massimiliano Stiz - componente della Fondazione Forense di Padova Intervento di apertura:

Avv. Edoardo Ferraro - presidente di MF Padova Le necessità dei colleghi e i nuovi mercati Relatori:

Avv. Aldo Campesan - componente del CDD Avv. Nicola Cavaliere - componente del CDD EVENTO GRATUITO - 500 POSTI (FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI PREVISTI DALLA PIATTAFORMA ZOOM) Convegno accreditato ai fini della formazione forense avanti l’Ordine degli Avvocati di Padova con 3 CREDITI FORMATIVI IN MATERIA DEONTOLOGICA IL LINK PER PARTECIPARE ALL'EVENTO SARÀ PUBBLICATO SUL SITO INTERNET DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI E TRAMITE SOCIAL NETWORK MEZZORA PRIMA DELL'INIZIO DELL'INCONTRO

fessione assumendosene i rischi. Spinta a cui faceva sponda l’interesse per le questioni giuridiche e la curiosità della traduzione delle mille sfaccettature del vivere quotidiano, come ricordato in un famoso cult book degli studenti di legge americani, scritto nientemeno che da Scott Turow. Gli ultimi decenni hanno visto molte trasformazioni e anche se l’autonomia professionale sembra lasciare il posto all’accettazione di altre progettualità, quasi composite, tra l’impiego e la professione, resta fermo il principio che essere avvocati significa sentirsi parte integrata di un territorio sociale, con profonda consapevolezza delle regole per la difesa della parte ma, anche, con molto altro. Far conseguire le capacità necessarie per l’esercizio della professione di avvocato. Questo è il compito dato dal legislatore ad una scuola che deve assumere un’identità precisa, con il coraggio di guardare all’esame come punto di partenza, non di arrivo.

laRagione |

suo stesso metodo organizzativo, con orari assai contenuti rispetto ad un programma assai esteso – spesso si assiste alla tendenza a istituire scuole forensi volte a focalizzarsi più sul superamento dell’esame che sulla preparazione alla professione. L’esame di abilitazione pone le proprie basi su di una scelta originaria che ritengo sbagliata, essendo concepito non come verifica di una compiuta formazione per l’esercizio della professione ma come una ricognizione della conoscenza di istituti del diritto acquisita nelle aule universitarie. Il meccanismo è abbastanza perverso, portando l’attenzione del tirocinante a rivolgersi al classico primo risultato utile, con il rischio di inquinare il compito della scuola, che non è tanto di indovinare il tema di esame quanto di aiutare a preparare professionalmente il giovane avvocato. Ora, se qualcosa una scuola forense – etichetta che dovrebbe imporre più di una preoccupazione - dovrebbe trasmettere a un laureato in giurisprudenza è l’allargamento degli orizzonti verso il mondo del lavoro e la capacità di espandere le idee sulla base delle conoscenze acquisite. Gli allievi dovrebbero imparare a condividere quanto hanno appreso e stanno apprendendo attraverso l’esperienza e gli studi personali, con gli approfondimenti dettati dai problemi della parte che si assiste, dall’organizzazione del lavoro, dai doveri deontologici, dall’idea di un futuro oggettivamente incerto per chi, oggi, coltiva l’idea di fare se non addirittura essere, come si suole ripetere, avvocato. Sono cambiati non solo i fondamenti sociali ma anche psicologici e l’accesso alla professione non è stato risparmiato, nel bene e nel male, dal passare del tempo. Solo trent’anni fa i sociologi individuavano il principale fattore motivazionale nella scelta dell’avvocatura in una sentita e marcata esigenza di autonomia che invogliava il laureato in giurisprudenza a scegliere la libera pro-

11


RAFAELLA MORO

Il tirocinio Forense durante l’emergenza

laRagione | 12

 La disciplina per lo svolgimento del tirocinio per l’accesso alla professione forense, ai sensi dell’art. 41 co. 13 L. n. 247/12, ha trovato attuazione nel regolamento del Ministero della Giustizia n. 70/16; l’art. 8 del predetto regolamento demanda i poteri di vigilanza e di controllo circa l’effettivo ed il proficuo svolgimento della pratica forense ai singoli Ordini e ciò attraverso vari strumenti (ad es., verifica del libretto, colloqui periodici, assunzione di informazioni dal dominus). Vi sono però degli adempimenti che accomunano tutti i tirocinanti italiani e, tra questi, il numero minimo – pari a venti – di udienze cui devono assistere nel corso di ciascun semestre. La sospensione dell’attività giudiziaria - in uno alle limitazioni poste alle attività da svolgersi presso gli studi legali durante la quarantena - nonché i provvedimenti di sospensione dell’attività didattica in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, hanno determinato una sollecita presa di posizione da parte del Consiglio Nazionale Forense nel corso della seduta amministrativa del 20.03.2020. Segnatamente, è stato rivolto un triplice “invito” ovvero: 1. agli iscritti, di promuovere il lavoro da remoto anche per i tirocinanti; 2. ai Consigli degli Ordini, di sospendere i colloqui per il rilascio di abilitazioni e certificati di compiuto tirocinio, provvedendo in proposito, ove possibile, sulla scorta di elementi

documentali e di promuovere attività formative a distanza; 3. alle Scuole Forensi, di consentire il completamento dei corsi di formazione per l’accesso, ove possibile, adottando le modalità di formazione a distanza. Contestualmente, il C.N.F. deliberava di presentare al Ministro della Giustizia la richiesta di un provvedimento ad hoc, ai fini del rilascio del certificato di compiuto tirocinio anche laddove il tirocinante non avesse potuto assistere alle venti udienze nel semestre 1.01.202030.06.2020. Lo scorso 8 aprile è stato finalmente pubblicato in G.U. il cosiddetto decreto scuola (D.L. 8.04.2020 n. 22), il cui art. 6 co. 3 ha disciplinato due fondamentali aspetti della pratica forense: 1. da un lato, il semestre di tirocinio professionale all’interno del quale ricade il periodo di sospensione delle udienze dovuto all’emergenza epidemiologica (09.03.2020-11.05.2020), è da considerarsi positivamente svolto anche nel caso in cui il praticante non abbia assistito al numero minimo di udienze; 2. dall’altro, è stata prevista la riduzione a sedici mesi del tirocinio professionale per i praticanti che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza nella sessione di cui all’art. 101 co. 1, primo periodo, D.L. 17.03.2020, n. 18 (ovvero nell’ultima sessione dell’anno accademico 2018/2019, oggetto invero di proroga fino al 15 giugno p.v.).


Incontri

CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA

GLI ADEMPIMENTI ANTIRICICLAGGIO PER L'AVVOCATO Le Linee Guida del CNF e il potere ispettivo degli organi di controllo martedì 26 maggio 2020 - ore 15.30 da Padova in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM Indirizzo di saluto

Avv. Leonardo Arnau Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Introduce e modera

Avv. Stefano Fratucello Responsabile per la trasparenza e la corruzione dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Intervengono

Avv. Carla Secchieri Coordinatrice Commissione Antiriciclaggio e Privacy del Consiglio Nazionale Forense

Avv. Stefania Martin Delegata all'Organismo Congressuale Forense

Ten. Col. Amos Bolis* Sezione Ministeri ed Enti Vari - ReTLA Speciali Guardia di Finanza di Roma *Intervento svolto a titolo personale

EVENTO GRATUITO - FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI SULLA PIATTAFORMA ZOOM EVENTO ACCREDITATO AI FINI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA CON 3 CREDITI FORMATIVI IN MATERIA OBBLIGATORIA IL LINK PER LA CONNESSIONE ALLA VIDEOCONFERENZA SARÀ DISPONIBILE MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI SUL SITO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA E SULLA PAGINA FACEBOOK

CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA

I PROCESSI AL TEMPO DELL’EMERGENZA giovedì 9 aprile ore 15.30 da Padova in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM Introducono e moderano

Avv. Leonardo Arnau Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Avv. Antonio Zago Segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Intervengono

Avv. Michele Tiengo Presidente della Camera Avvocati Tributaristi Veneto

Avv. Edoardo Ferraro Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Avv Stefano Bigolaro Presidente dell’Associazione Veneta Avvocati Amministrativisti

Dott. Gianluca Bordon Consigliere della III Sezione Civile della Corte d’Appello di Venezia

Avv. Giuseppe Pavan Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Padova EVENTO GRATUITO - FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI SULLA PIATTAFORMA ZOOM IL LINK PER LA CONNESSIONE ALLA VIDEOCONFERENZA SARÀ DISPONIBILE MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI SUL SITO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA E SULLA PAGINA FACEBOOK

CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA

LE A LT E R N A T I V E AL CONTENZIOSO GIUDIZIALE - UNA SPINTA DALLA CRISI giovedì 23 aprile ore 15.30 da Padova in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM Introducono e moderano

A v v . L e o n a r d o A r n a u - Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova A v v . A n t o n i o Z a g o - Segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova Argomenti ed interventi UN NEW DEAL PER LE ADR?

Avv. Mario Liccardo -

Consigliere COA - Commissione ADR - Presidente OMF

L ’ARBITRATO

Avv. Domenico Lucarini -

Vicepresidente Unione Triveneta Consigli degli Ordini Avvocati

LA MEDIAZIONE

Avv. Anna Ferrari Aggradi -

Mediatrice - Consigliere Fondazione Forense di Padova

L A NEGOZIAZIONE ASSISTITA

Avv. Monica Scabia -

Consigliere COA - Direttivo OMF

LA CONCILIAZIONE

Avv. Ettore Busi -

Consigliere COA - Commissione Conciliazione

L E PROCEDURE DI ADR A D ISTANZA

Avv. Carolina Brunazzetto -

Consigliere COA - Commissione informatica - Direttivo OMF

UNA CHANCE IN PIÙ PER I GIOVANI COLLEGHI

Avv. Alessia Casotto -

Consigliere COA - Commissione ADR e gratuito patrocinio

EVENTO GRATUITO - FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI SULLA PIATTAFORMA ZOOM IL LINK PER LA CONNESSIONE ALLA VIDEOCONFERENZA SARÀ DISPONIBILE MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI SUL SITO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA E SULLA PAGINA FACEBOOK

CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA

TIROCINIO FORENSE E CORONAVIRUS mercoledì 15 aprile ore 15.30 da Padova in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM

La tenuta e la compilazione del libretto di tirocinio forense Nuove modalità di consegna in via telematica Introduce

Avv. Leonardo Arnau Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Intervengono

Avv. Raffaella Moro Co-coordinatrice della Commissione Tirocinio COA Padova

Avv. Alberto Panazzolo Co-coordinatore della Commissione Tirocinio COA Padova

Avv. Jacopo Al Jundi Coordinatore della Commissione Informatica COA Padova

EVENTO GRATUITO - FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI SULLA PIATTAFORMA ZOOM IL LINK PER LA CONNESSIONE ALLA VIDEOCONFERENZA SARÀ DISPONIBILE MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI SUL SITO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA E SULLA PAGINA FACEBOOK

laRagione |

Avv. Prof. Marco De Cristofaro Professore Ordinario di Diritto Processuale Civile dell’Università di Padova

Di fronte a questo inedito panorama, la Commissione tirocinio ha ritenuto di organizzare senza indugio un “incontro” via web con i tirocinanti per un costruttivo confronto sulla nuova normativa ed i relativi incombenti; è stato inoltre istituito un indirizzo e-mail appositamente dedicato ai praticanti - anche per l’inoltro del libretto in via telematica - al fine di garantire la prosecuzione nell’interlocuzione con gli stessi nonostante le oggettive difficoltà operative. Attesi poi i locali provvedimenti circa la ripresa della celebrazione delle udienze, l’Ordine ha deciso – d’intesa ed in sinergia con la Scuola Forense – di organizzare a partire dal mese di maggio e con cadenza mensile dei webinars destinati ai soli praticanti e tesi ad affrontare temi pratici della vita professionale (adempimenti G.D.P.R., processo telematico, simulazione udienze, ecc.). Ciò per offrire ai futuri Colleghi ulteriori spunti di formazione in una fase in cui la vita del tribunale è ancora fortemente penalizzata. Si è infine recentemente interpellato il C.N.F. per avere notizie e sollecitare un ulteriore deliberato con riguardo al prosieguo della pratica, specie nell’interesse dei tirocinanti che completeranno il terzo semestre entro il prossimo 10 novembre. Ripensando alla mia pratica forense – fatta di atti redatti seduta per ore a fianco del mio dominus, di partecipazione fisica agli appuntamenti con i clienti, di pressoché quotidiana attività di cancelleria, di assistenza a più udienze anche in una sola giornata, dell’emozione della prima e delle successive udienze col patrocinio – credo che come Ordine e come singoli Avvocati che hanno accolto in studio dei tirocinanti, la nostra responsabilità in questo periodo sia ancora maggiore nell’accompagnare verso la Professione ed i suoi Valori i “nostri” ragazzi. Una sfida certo complicata ma, a mio parere, da accogliere con entusiasmo per il futuro del nostro Foro.

13


JACOPO AL JUNDI

I Vademecum del Consiglio sulle «Misure Organizzative»

laRagione | 14

 Un triste primato. Ad oltre un mese dall’inizio della «fase 2» e dalla ripresa pressoché totale delle attività economiche ed imprenditoriali del Paese, il settore della giustizia – servizio pubblico essenziale e di rilevanza costituzionale – vive momenti di drammatica paralisi, che naturalmente ha interessato anche le sorti dell’Avvocatura Padovana. Alla stregua di quanto stabilito dalla legislazione d’emergenza i capi degli uffici giudiziari italiani hanno adottato variegate ed eterogenee misure organizzative (si contano sul Territorio nazionale oltre 300 protocolli!...), che nelle intenzioni del Governo avrebbero dovuto consentire la graduale ripresa dell’attività giudiziaria, limitando l’accesso del pubblico agli uffici, riducendo l’orario di apertura degli sportelli, regolamentando l’accesso ai servizi tramite strumenti di prenotazione telefonica o telematica ed adottando linee guida vincolanti per la fissazione e la trattazione delle udienze. Contrariamente alle previsioni, l’attribuzione di poteri di natura discretiva e dai margini interpretativi assai dilatati ha consegnato una realtà frammentata, che ha visto contrapposti uffici operativi a regime ordinario e situazioni nelle quali l’attività riguarda soltanto la celebrazione delle udienze indifferibili, con rinvio a data da destinarsi di ogni altro incombente. In questo scenario variabile e precario, il nostro Consiglio dell’Ordine ha mantenuto un’interlocuzione costante

con la Presidenza del Tribunale e con i Presidenti delle singole Sezioni, ma soprattutto ha offerto supporto agli Iscritti durante l’intero periodo d’emergenza, garantendo quotidianamente - sul sito e sul social - l’aggiornamento sulle tematiche di maggiore rilevanza. Proprio in virtù delle accennate criticità il Consiglio ha istituito una apposita Commissione, la quale ha curato la pubblicazione di pratici Vademecum esplicativi delle diverse disposizioni emanate dagli Uffici Giudiziari (sia dal Tribunale che dalla Procura della Repubblica) a seconda dell’evolversi della situazione epidemiologica. Ampia diffusione su tutti i canali istituzionali è stata data al Vademecum sulle Misure Organizzative adottate dal Presidente del Tribunale di Padova del 6 maggio 2020, pubblicato il 17 maggio 2020. Il Consiglio ha voluto, così, mettere a disposizione dei Colleghi uno strumento di immediata ed agevole consultazione delle locali disposizioni


Il Consiglio informa

laRagione |

che disciplinano il funzionamento dei diversi settori della giurisdizione, le modalità di accesso alle cancellerie e lo svolgimento dell’attività di udienza nei settori Civile, Lavoro, Penale e Giudice di Pace. Il settore Civile ed il settore Lavoro hanno visto un notevole incremento dell’attività di udienza, da svolgersi in presenza, ovvero da remoto tramite l’applicativo Microsoft Teams laddove non fosse richiesta la presenza di soggetti diversi dalle parti e dagli ausiliari del giudice ovvero ancora, in alternativa, mediante trattazione cartolare, tramite lo scambio di note da depositare telematicamente nei termini assegnati dal giudice, per i procedimenti che richiedevano la presenza dei soli difensori. Si sono, pertanto, celebrate le udienze indifferibili per ragioni d’urgenza, i procedimenti relativi alla tutela dei minori, ad alimenti od obbligazioni derivanti da rapporti di famiglia, parentela, matrimonio, i procedimenti in materia di tutela dei diritti della persona, quali le procedure di amministrazione di sostegno, interdizione ed inabilitazione. È stata prevista la possibilità di procedere per via telematica al pagamento dei contributi unificati; un’ulteriore novità ha riguardato l’obbligo di depositare gli accordi relativi ai procedimenti di negoziazione assistita in materia di separazione e divorzio per via telematica alla Procura della Repubblica. Sono stati temporaneamente sospesi, invece, i procedimenti non urgenti di ascolto dei minori e quelli di convalida di sfratto, mentre l’esecuzione dei procedimenti di rilascio degli immobili è stata differita a settembre 2020. Il Vademecum reca, poi, le indicazioni relative alle procedure fallimentari e di esecuzione, specificando le udienze indifferibili e gli ulteriori rinvii. Sempre da remoto o con trattazione cartolare si sono celebrate le udienze c.d. Rito Fornero, i procedimenti ex art. 28 St. Lav. e quelli in materia di discri-

15

minazione e le udienze di conferimento incarico al c.t.u., che attengono naturalmente al settore Lavoro, mentre sono state rinviate le udienze relative all’assunzione della prova testimoniale. Il settore Penale, invece, ha visto la celebrazione di un numero molto ridotto di udienze, complice la natura del rito accusatorio, dominato dai principi di oralità ed immediatezza e pertanto incompatibile con le modalità di svolgimento telematico. Alla stregua del dettato normativo si sono celebrate, pertanto, le sole udienze urgenti di convalida dell’arresto o del fermo e del contestuale giudizio direttissimo e le ulteriori udienze relative ad imputati detenuti o sottoposti a misura cautelare, su richiesta dei difensori. Sotto questo profilo, il Vademecum sintetizza i protocolli operativi predisposti


I Vademecum del Consiglio sulle «Misure Organizzative»

laRagione | 16

dalla Sezione dibattimentale e dall’Ufficio G.i.p./G.u.p. ed elenca le udienze celebrabili nonostante l’emergenza, fatto salvo il rifiuto del difensore alla trattazione da remoto, quali procedimenti in camera di consiglio con presenza non necessaria, gli incidenti di esecuzione, gli incidenti probatori di conferimento incarico, i procedimenti di riesame reale, le declaratorie in tema di sospensione del procedimento con messa alla prova, mentre a partire dal 15 giugno 2020 è stata assicurata la trattazione in presenza delle udienze di discussione. Da evidenziare una novità che per il settore Penale risulta inedita. Sino al 31 luglio 2020 è stato autorizzato il deposito telematico di tutte le istanze, sia in Procura che in Tribunale, ivi comprese quelle relative ad indagati od imputati sottoposti a misura cautelare. L’auspicio è l’avvento di una nuova stagione di riforme, che intraprenda la strada della semplificazione del processo penale. Anche nel settore del Giudice di Pace è

Il Consiglio informa

stata introdotta la facoltà di celebrare le udienze o da remoto o mediante trattazione cartolare, ragion per cui l’attività dell’Ufficio ha consentito la trattazione delle udienze di discussione, di sospensione ex artt. 615 e 648 c.p.c., di decisione nei procedimenti di opposizione a sanzione amministrativa e le udienze ex art. 281 sexies c.p.c., mentre gli ulteriori procedimenti saranno celebrati a partire da ottobre 2020. Sin dall’inizio dell’emergenza il Consiglio ha pubblicato in tempo reale tutti i provvedimenti emanati a livello legislativo ed amministrativo, consultabili nell’apposita sezione «covid - 19 provvedimenti organizzativi e vademecum» presente sul sito internet www. ordineavvocatipadova.it. Inoltre, la Commissione Informatica ha curato l’attivazione del nuovo canale Telegram, che consente agli oltre 400 iscritti di ricevere direttamente sullo smartphone tutte le notizie che attengono al mondo dell’Avvocatura Padovana.


Notizie

GLORIA BIZZOTTO

Covid-19

e la formazione continua CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA

L'AVVOCATO ALLA PROVA DELLO SMARTWORKING giovedì 16 aprile ore 15.30 da Padova in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM Introducono e moderano

Avv. Leonardo Arnau Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Avv. Antonio Zago Segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova

I nt er v e ngo no

Avv. Edoardo Furlan Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Padova

Avv. Carolina Brunazzetto Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Avv Stefano Fratucello Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Padova

Avv. Jacopo Al Jundi Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Padova

Avv. Raffaella Moro Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Padova

Avv. Gloria Bizzotto Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Padova EVENTO GRATUITO - FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI SULLA PIATTAFORMA ZOOM IL LINK PER LA CONNESSIONE ALLA VIDEOCONFERENZA SARÀ DISPONIBILE MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI SUL SITO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PADOVA E SULLA PAGINA FACEBOOK

al triennio precedente (2017-2019) sia a quello successivo (2021-2023). Chi invece avesse il triennio “interrotto” (per esempio perché il suo obbligo formativo è iniziato nel 2018 o nel 2019) potrà imputare i crediti in più al triennio interrotto. Negli ultimi mesi l’offerta formativa a distanza, realizzata attraverso videoconferenze o webinar, non è venuta meno, e l’Ordine, in primis, ha organizzato numerosi eventi. L’Ordine e le Associazioni, oltre a tutti i vari enti formatori riconosciuti, continueranno ad organizzare corsi ed eventi non in presenza ma con modalità a distanza. Approfittiamone!

laRagione |

 Tra le numerose novità legislative e regolamentari che hanno affollato quest’ultimo periodo si trovano anche alcune delibere del CNF che riguardano il tema, a volte dimenticato, della formazione continua. Gli avvocati hanno l’obbligo giuridico di curare la propria formazione professionale, obbligo previsto dalla Legge professionale e disciplinato dal Regolamento n. 6 del 16 luglio 2014 che prevede il dovere di conseguire 60 crediti formativi in un triennio di cui almeno 9 in materie obbligatorie (deontologia, ordinamento professionale, previdenza). Considerando le difficoltà insorte a seguito del lockdown, il CNF ha ritenuto di apportare delle modifiche temporanee alla disciplina sulla formazione e con la delibera n. 168 del 20 marzo 2020 ha disposto di non conteggiare l’anno 2020 ai fini del triennio formativo e di considerarlo come un anno a sé stante. Ciò non significa che nel 2020 non si debba svolgere alcuna formazione! Infatti, il CNF ha anche deliberato che per l’adempimento dell’obbligo formativo per l’anno 2020 è necessario il raggiungimento di minimo 5 crediti formativi di cui almeno due nelle materie obbligatorie. Il minimo di cinque è inderogabile, e potrà essere ottenuto anche interamente attraverso la formazione a distanza (solitamente soggetta al limite del 40% nel triennio). Chi conseguisse crediti in misura superiore a quelli previsti, potrà operare la compensazione sia imputando i crediti

17


CAROLA ROSSATO

Commissione conciliazione e lockdown laRagione | 18

 Tra i compiti e le prerogative dei Consigli degli Ordini Circondariali, la nostra legge professionale, L. n.247/2012, all’art.29 lett. o) prevede che il Consiglio intervenga, “su richiesta anche di una sola delle parti, nelle contestazioni insorte tra gli iscritti o tra costoro ed i clienti in dipendenza dell’esercizio professionale, adoperandosi per comporle”. Anche il nostro Consiglio, come i Colleghi ben sanno, ha una “Commissione CONCILIAZIONE”, i cui componenti attualmente sono i Consiglieri Ettore Simone Busi, Enrico Calore, Marina Infantolino, Mario Liccardo, Andrea Magentini, Barbara Melinato e Raffaella Moro, oltre al Presidente dell’Ordine Leonardo Arnau e alla scrivente, Carola Rossato, che oggi riveste anche il compito di Coordinatrice. Il compito istituzionale della commissione è quindi quello di dirimere, ove possibile, in via bonaria ed in breve tempo, i contrasti fra colleghi o fra avvocato e cliente. La procedura di conciliazione si attiva a seguito di richiesta di intervento del Consiglio dell’Ordine a fini conciliativi: non richiediamo particolari formalità, per l’avvio del procedimento, che abbiamo voluto caratterizzato da “snellezza e celerità”, come pure nelle modalità di

svolgimento, rimesso ad un consigliere delegato, componente della commissione o, nei casi più complessi in formazione collegiale. Questi convoca le parti coinvolte e si adopera con le stesse, innanzitutto perché siano chiariti eventuali fraintendimenti in cui possano essere incorse, comunque finalizzando l’attività alla ricerca di un accordo. La sola formalità dalla quale non prescindiamo è la redazione di un verbale, di cui alle parti viene rilasciata copia. Proprio per queste sue caratteristiche, dopo il periodo che ha visto la chiusura dei locali dell’Ordine e la sospensione delle attività “in presenza” delle Commissioni Consiliari, la nostra Commissione non si è fermata: appena possibile, a fronte delle istanze pervenute nei mesi di lockdown da parte di colleghi o cittadini, è stato designato un consigliere alla trattazione dell’istanza, perché potesse dar corso all’incombente con le modalità più consone allo svolgimento del tentativo di conciliazione, nel rispetto della normativa emergenziale. In questi mesi, infatti, sono pervenute alla segreteria dell’Ordine, che ha sempre operato, anche in modalità di lavoro agile, una domanda a febbraio, due ad aprile e tre a maggio. Allora si è usato il telefono, quando le


Attualità

cedimento abbia ad oggetto proprio il compenso professionale, l’opportunità che è data ai Colleghi di risolvere la controversia, evitando il ricorso alla tutela giurisdizionale del proprio credito, grazie ad una procedura estremamente semplice, celere, sostanzialmente di risoluzione alternativa della lite, qual è quella avanti la Commissione consiliare, ove l’avvocato e il Cliente, anche assistito da un legale, arrivano a determinare negozialmente i termini della controversia. Tale ipotesi, si prospetta sia con riferimento all’attività della Commissione di Conciliazione che della Commissione Parcelle, il cui Regolamento, all’art.7 lett. C) prevede la facoltà del controinteressato nel procedimento di opinamento di cui all’art. 13, comma 9 L.P., di chiedere di esperire il tentativo di conciliazione ed al successivo art.17, in caso di ricorso in prevenzione promosso dalla parte interessata sulla parcella del professionista, che la competente commissione consiliare, ritenutane l’opportunità, sospenda i termini procedimentali e proceda ad un tentativo di conciliazione tra le parti.

laRagione |

parti fossero solo colleghi, o si è sondata la disponibilità a svolgere l’incontro con strumenti di videoconferenza, di cui l’Ordine si è recentemente dotato, oppure si è accolta la richiesta della parti di rinviare a quando possibile l’incontro in presenza: di questi procedimenti, nel momento in cui scrivo, uno è già stato conciliato; gli altri sono pendenti, ma probabilmente non lo saranno già più quando leggerete queste righe Ricordiamo a tal proposito che in caso di esito positivo, il procedimento viene archiviato per intervenuta conciliazione, mentre in ipotesi negativa i successivi sviluppi sono lasciati all’iniziativa delle singole parti. Infine, sottolineiamo che sempre l’art.29 lett. o) della L.P., conclude statuendo che “degli accordi sui compensi è redatto verbale che, depositato presso la cancelleria del tribunale che ne rilascia copia, ha valore di titolo esecutivo con l’apposizione della prescritta formula”: presso il Tribunale di Padova è competente la Cancelleria della Volontaria Giurisdizione. I componenti della Commissione ricordano sempre, ogniqualvolta il pro-

19


STEFANO FRATUCELLO

LA BIBLIOTECA Scripta manent

laRagione | 20

 Per mero disguido, nel mensile di fine anno scorso, non è stato inserito l’articolo che avevo scritto sulla gestione della nostra biblioteca e che ripropongo qui sotto in corsivetto con una postilla all’attenzione di tutti i lettori. “La biblioteca. Tra presente e futuro. Non sono forse la persona più adatta nello scrivere questo articolo ma, come attuale coordinatore della commissione “Biblioteca” devo rendervi conto dello “stato dell’arte”. A chi serve la biblioteca? A chi come me, non è un “nativo digitale” pare una domanda semplicemente idiota.

Poi, però, mi sono interrogato su quante volte sono entrato in quel luogo sacro per consultare un testo e, nonostante la felicità di tornare indietro idealmente con gli anni, mi sono reso conto che, forse, ero ancora un giovane e volenteroso praticante. E, allora, quella domanda non mi suona più così tanto idiota ed, anzi, chiedendo all’ennesimo bibliotecario incaricato a riordinare e catalogare gli acquisti cartacei, vengo da questi informato che gli accessi del “pubblico pagante” si contano sulle dita di una mano. Invero, forse, c’è qualcuno che frequenta quel luogo tranquillo, si siede, fa qualche fotocopia più comodamente o scrive qualche atto processuale sul computer a disposizione nella sala (senza nemmeno cancellare il file). Invece, la consultazione dei testi, quei testi che con cura e perdita di tempo la commissione esamina uno a uno prima di acquistare (valutando oggetto, attualità, livello di approfondimento scientifico) è pressoché nulla. Che sciocco! Ma i nativi digitali non vengano a consultare la carta, semmai consultano la ricca (e costosa) banca dati on line che è a disposizione di tutti gli iscritti! Anche in questo caso prendo un pugno in faccia: il bibliotecario mi informa che gli accessi sono pari a quelli degli amanti della carta stampata. Bisogna prenderne atto: tablet, cellulari, laptop, notebook con connessione internet hanno preso il sopravvento e anche chi come me è nato scrivendo a penna e


Mi sono interrogato, in questo periodo di forzata inattività, sull’attualità di quello che avevo scritto quasi rassegnato a doverlo cestinare, a fronte della prorompente invasione degli strumenti informatici, che cercavano di superare le barriere fisiche poste dall’emergenza pandemica ai luoghi di incontro tradi-

zionali, dal luogo di lavoro a quello di svago. Tra slides, webinar, udienze da remoto, ho pensato che il “dato informatico” avesse preso definitivamente il sopravvento, senza possibilità di ritorno al passato. Ma, poi, mi sono riletto un articoletto di Luciano Floridi, docente di filosofia ed etica dell’informazione ad Oxford, uno dei pensatori più citati del secolo, che aveva questo titoletto: “Le idee sono come cristalli delicati: cerco quelle che durano cent’anni”. E allora, a fronte dell’intrinseca modificabilità di tutto ciò che è “dato informatico”, ho rivalutato l’importanza del “dato scritto” su carta, come un libro, appunto: certo soggetto all’usura del tempo, ma, vero, tangibile, non alterabile dall’abilità di un hacker o da un virus dis-umano. Scripta manent, come diceva qualcuno. Sono rinfrancato: siamo ancora zero a zero e palla al centro.

laRagione |

sottolineando trenta volte i testi intonsi per ricordare meglio le cose (pur senza capirle), deve arrendersi all’evidenza. Quale futuro? Non riesco ad immaginarlo, non ho, la commissione non ha ancora soluzioni. Ma, sapete come gira il mondo delle aziende: quando c’è un ramo secco si taglia. E prima o dopo bisognerà decidere se tagliare. E allora qual è il senso di questa breve riflessione a voce alta? Una speranza flebile: che qualcuno la legga e ci scriva che saremmo pazzi a rinunciare a questo servizio perché solo quando si perde qualcosa ci si rende conto del suo valore.”

21


FRANCESCO ROSSI

Quelli “più uguali” degli altri

laRagione | 22

 Che neppure di fronte al Covid 19 fossimo tutti uguali non è una grande scoperta. Ci sono coloro che il lavoro (se lo vogliamo chiamare tale) l’hanno perso subito. Sono i lavoratori somministrati a termine, i lavoratori con contratto a tempo determinato, i collaboratori coordinati e continuativi (ce ne sono ancora tantissimi più o meno veri), quelli che un rapporto di lavoro neppure ce l’avevano e che operavano occasionalmente o a chiamata. Poi ci sono coloro che stati collocati in cassa integrazione dal primo giorno, senza alcun anticipo da parte del datore di lavoro, magari a sua volta in difficoltà. Ottocentomila di questi stanno ancora aspettando (è notizia di ieri, nel momento in cui scrivo) che l’INPS versi qualcosa, non tutto, magari una mensilità, mentre da quel 23 febbraio 2020 sono passati quattro mesi. Ci sono i lavoratori autonomi che hanno visto crollare il fatturato e le opportunità di lavoro. A Padova circa la metà degli avvocati ha presentato la domanda per l’accesso al reddito di ultima istanza, per avere i famosi 600,00 euro, una domanda che presuppone un reddito complessivo annuo lordo non superiore ad euro 35.000,00 (più o meno 1.400 netti ad esser generosi). Ci sono poi i piccoli imprenditori, soprattutto quelli che operano nel terziario, che hanno chiuso e non hanno una

reale prospettiva di riaprire, anche loro in attesa dei famosi 600,00 euro. Sono quelli che sperano di poter tornare a lottare per arrivare in pari a fine mese. E poi ci sono tutti coloro – tanti – per i quali il Covid e il lockdown è come non ci fossero stati. Quelli che non hanno mai avuto alcuna preoccupazione né per lo stipendio corrente né per quello futuro. Sono i dipendenti dello Stato o delle altre Pubbliche Amministrazioni. A molti di loro dobbiamo essere davvero grati. Non mi riferisco solo ai sanitari, che in questo periodo hanno profuso ogni energia anche al di là di ogni limite umano, ma anche a tutti coloro che in questo tempo si sono prodigati in ogni modo per lavorare, utilizzando spesso strumenti propri, per organizzare il lavoro altrui, per far sì che le cose, a partire dalle udienze, tanto per non andare lontano, o le lezioni potessero comunque tenersi. Sono medici, infermieri, impiegati, magistrati, insegnanti. A loro va il nostro ringraziamento riconoscente. Ma ci sono anche molti fra i pubblici dipendenti per i quali lo smart working altro non ha significato che un periodo di vacanza prolungato, dal quale non vogliono tornare. Sono quelli che, sotto le mentite spoglie del lavoro agile – divenuto, per legge e solo per loro la modalità normale di prestazione dell’attività lavorativa - non hanno fatto nulla, vuoi perché nulla potevano fare (mancava il computer, se c’era il computer mancava il collega-


Riflessioni

che chi vuole riprendere a lavorare lo fa solo per una ricerca di profitto (volete la ripresa delle udienze perché “sono fonte di guadagno per voi privilegiati”), loro che hanno la pancia piena e che da questa crisi non hanno perso un euro. Vorrei dire a questo sindacato che se in un paese democratico c’è posto per tutti, proprio per questo, è necessario che i ruoli siano chiari e che il sindacato delle lobby non è quello al quale il nostro ordinamento può assegnare un ruolo di riferimento quale soggetto collettivo portatore di interessi generali. Voglio dire a questi lavoratori che le loro certezze, il loro stipendio sicuro, la loro sicumera è pagata dalle imposte versate anche da quelli che il lavoro l’hanno perso, da quelli che aspettano la cassa integrazione, da quelli che ambiscono al reddito di ultima istanza, da quelli che sperano di tornare ad una normalità di ristrettezze. Voglio dire ancora a queste persone che non possiamo più permettercele, che se un qualcosa deve cambiare a seguito del virus deve essere anche che non possono più esserci persone più uguali delle altre.

laRagione |

mento, se c’era il collegamento bisognava rispettare la privacy, se si rispettava la privacy era comunque necessario coordinarsi con un altro che non era in condizioni di avere il computer, di avere il collegamento, di essere rispettoso della privacy…), vuoi perché nulla volevano fare. Magari non è stata colpa loro. Magari, come spesso succede nel nostro paese, era colpa di un altro. Di quello che sta sopra, di quello sopra a quello sopra, di quello che c’era prima, di quello che non ha provveduto… Ma ciò che è curioso – e davvero inaccettabile – è che questi soggetti, talora supportati da un sindacalismo che ha evidentemente smarrito il valore degli interessi generali e della solidarietà, il periodo di vacanza non lo vogliano interrompere, che siano sempre loro a invocare condizioni di sicurezza sempre maggiori e inarrivabili, che siano loro ad additare come esempi negativi i colleghi che comunque si danno da fare perché le cose tornino alla normalità. Poiché si sa, l’esempio di alcuni pone in luce l’ignavia degli altri. È davvero curioso che siano loro a dire

23


CAROLINA BRUNAZZETTO

La PRIVACY che vorrei

laRagione | 24

 Ci sono alcuni argomenti che da sempre hanno una capacità genetica di innescare manifestazioni di rifiuto, soprattutto tra noi professionisti. Credo di indovinare il pensiero di molti dicendo che la privacy si guadagna, a pieno titolo, un posto nel podio. In quindici anni di seminari e formazione non mi è mai mancato il partecipante pronto a sfoderare la fatidica domanda: ma a cosa serve questa articolata e noiosa normativa, visto che la rete sa tutto di me? Effettivamente, spesso – più o meno consapevolmente- siamo proprio noi a regalare le nostre informazioni ai colossi del web che, invece del tutto consapevolmente, sanno come mettere a frutto questi “doni”. Lasciamo quotidianamente nella rete tracce permanenti: postiamo su Twitter una foto in treno perchè vogliamo far sapere al mondo intero che siamo stati a Roma, carichiamo nel profilo facebook l’ultimo giorno di scuola del nostro bimbo perché (oltre ad essere il bambino più bello del mondo, questo è chiaro) è stata emozionante la celebrazione dell’ultimo giorno di scuola post covid pensata dal suo Istituto, carichiamo sullo “stato” di WhatsApp (certo, esiste anche qui il “giornale dei fatti miei”) la foto della torta di compleanno… Spesso colpevolmente trascuriamo che nella rete esiste solo un eterno presente e che la foto di quell’ultimo giorno di scuola, con i calzoni corti e le guance arrossate per la corsa o l’emozione, po-

trebbe perseguitare tuo figlio fino alla laurea Tutti i dati inseriti nel web vengono continuamente memorizzati dai giganti dell’informazione e “lavorati” con le altre informazioni reperite nella rete anche quelle cedute alle app, quelle reperite attraverso l’internet delle cose (gli smartwatch, gli assistenti vocali come Alexa, gli impianti di videosorveglianza..). Ecco allora che anche contenuti potenzialmente innocui, possono manifestare un certo interesse e una seduzione attrattiva (commercialmente parlando, ma non solo) quando, con un algoritmo, essi vengono incrociati e profilati. Il web apprende, così, non solo che sei madre di un minore scolarizzato, ma anche che vai a Roma in treno 4 volte al mese e che ti piacciono i Profiteroles


Riflessioni

sisce immagini e video della periferica”. È scritto lì, sul sito, alla luce del sole, all’interno dell’informativa privacy dell’app, eppure scopro che neanche il gestore della palestra ha avuto la pazienza di leggerla, sigh…ma mi ringrazia e mi concede una registrazione “manuale” alle lezioni. Sarà che faccio parte di quella metà noiosa del mondo che, prima di far funzionare l’elettrodomestico, anche il più semplice, vuole leggere attentamente le istruzioni, mi ripeto sottovoce, e nel frattempo mi arriva nel cellulare una promozione del negozio da cui sono uscita, perché il Bluetooth mi ha intercettata nei pressi del brand. In un’epoca in cui siamo portati sempre più a sacrificare un po’ delle nostre informazioni in cambio di servizi, la normativa sul trattamento dei dati ci insegna a maturare consapevolezza. Possiamo continuare a lamentarci, borbottando che sono gli altri a dover cambiare, oppure possiamo iniziare a fare un primo piccolo passo per la protezione della nostra vita privata…ad esempio iniziando a leggere le informative.

laRagione |

al cioccolato, tanto che ne hai ordinato uno proprio per festeggiare il tuo ultimo compleanno E a quelli che dicono “beh io non ho nulla da nascondere” rispondo Banalmente che ci sono informazioni (e opinioni) che abbiamo tutto il diritto di tenere al riparo dallo sguardo altrui. Penso agli appuntamenti annotati nel calendario del cellulare, piuttosto che alle foto o alla geolocalizzazione. Appunto – continua l’impietoso partecipante al seminario - a cosa serve e che c’entra la normativa privacy con tutto questo? La risposta questa volta ce l’ho: serve a farti scegliere. “Se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide” recitava una pubblicità progresso di qualche tempo fa. Tutto l’impianto normativo del GDPR (General Data Protection Regulation, Regolamento Ue 2016/679) aiuta, tra le altre cose, l’interessato del trattamento a conoscere chi tratterà il suo dato, per quali finalità, per quanto tempo (etc, etc…) e lo fa con un documento usualmente chiamato “Informativa privacy”. Questo documento, tanto temuto quanto sottovalutato, diventa strumento di scelta per chi decide di accettare la sfida della sua lettura: scopro così che la app della palestra, che così tanto comodamente mi fa prenotare il posto per la lezione di yoga delle otto con un semplice click nel cellulare, accede alla “funzione calendario sul cellulare dell’utente” ed anzi, “permette di leggere, aggiungere e rimuovere i relativi contenuti” “accede alla videocamera o acqui-

25


ENRICO CALORE

Post Covid-19

...sperando sia davver

laRagione | 26

 Sgomento. Tutto chiuso, negozi chiusi, nessuno per strada. I primi giorni sembrava un inizio agosto fuori stagione, come quando ti capita di essere ancora a Padova all’inizio del canonico periodo di ferie e la città si svuota e tu sei ancora lì che ti aggiri per le strade alla ricerca di una marca per l’atto che devi proprio e necessariamente depositare in quei giorni o di un caffè per tirarti su. Poi, però, realizzi che non c’entrano niente agosto, le vacanze, quella strana sensazione che provavi di essere un po’ il padrone della città: sgomento, perché improvvisamente non c’è più nessuno e se devi uscire, ti senti in pericolo e non capisci quando, se e come potrà finire. Adesso, a fine maggio, quando fortunatamente la tempesta sembra passata e tutti cerchiamo di riprendere la vita normale di prima, non voglio dimenticare questa primavera del 2020, quel mese di aprile con le sue giornate straordinariamente belle passate per lo più in casa in attesa di qualcosa. E così non voglio dimenticare quel potentissimo senso di smarrimento il giorno in cui sembrava che non si potesse neanche più andare in studio per lavorare e allora, quel pomeriggio, ho caricato la macchina di pc, stampante, fascicoli, chiavette usb, cavi e tutto quello che mi sembrava indispensabile per salvare

il salvabile e cercare di continuare in qualche modo a lavorare da casa. Come un naufrago nei momenti prima dell’affondamento della nave, pensavo: caricate quello che potete e mettetevi in salvo. Il silenzio assordante alla sera quando a casa chiudevo le imposte prima di dormire: prima, di solito, sullo sfondo. Sentivo sempre quel ronzio dei motori delle macchine in movimento da una parte all’altra della città; invece col lockdown in pieno vigore, niente di niente, tutto fermo, silenzio assoluto e angosciante. E le recite con mia madre, anziana e ovviamente chiusa in casa, che mi chie-


Riflessioni

ro... “post”!

pirci qualcosa in questo sconvolgimento improvviso. Frammenti. Adesso si riparte, però; dobbiamo ripartire, certo. Non allo stesso modo, mi viene da pensare, non dando per scontate le cose come capitava prima: se l’esperienza insegna, come mi hanno sempre detto, allora mi viene da pensare che devo far tesoro di questo tempo avuto per metter in fila le cose, dare le giuste priorità, lasciar perdere quello che era chiaramente inutile, superfluo, superficiale. Non sarà semplice, ma non voglio dimenticarlo. In fondo, Jep Gambardella già lo diceva in tempi non sospetti (“La grande bellezza” è di qualche anno fa): arrivato a 65 anni (ma vale anche a 60, direi bene per quanto mi riguarda) voglio dedicarmi solo alle cose che mi interessano, non ho più tempo per le altre. Il principio si può ben adattare al prossimo futuro.

laRagione |

deva se c’era da preoccuparsi e io che le dicevo no, che era la televisione ad esagerare e allora mi domandava: scusa, ma se è così come dici, perché non vieni a trovarmi come sempre, perché non puoi abbracciarmi? Non posso e non voglio dimenticare il Papa alla televisione quel tardo pomeriggio di fine marzo da una Piazza San Pietro tragicamente vuota e battuta da una pioggia senza speranza: mai vista una trasmissione così lunga e così piena di silenzio per tanti minuti in cui l’unica inquadratura era quella su quest’uomo dolente e assorto in una preghiera priva di ogni parola. Ho letto che 15 milioni di persone hanno visto questa trasmissione. Magari mi sbaglio, non so, ma anche se fossero stati 10 milioni, un numero comunque impressionante, enorme, a rappresentare un popolo impaurito che in quel momento alzava gli occhi al cielo in cerca di protezione: mai vista una cosa del genere in vita mia. Non voglio dimenticare quell’angolo della terrazza a casa dove ogni pomeriggio, per qualche momento al sole, cercavo e trovavo tranquillità per ricaricarmi: mia moglie e mia figlia a casa, protette o almeno così speravo, l’altra figlia lontana, ma tutto sommato in una situazione tutelata, o almeno così speravo. Fermo, qualche minuto, a pensare e a riflettere, a riconsiderare le cose, a cercare di ca-

27


NICOLETTA CAPONE

Ai tempi del nuovo coronavirus

Ignorantia legis non excusat...?

laRagione | 28

 In questa situazione di emergenza sanitaria causata dall’aggirarsi silenzioso del nuovo coronavirus possiamo di certo comprendere la gravità e quindi la difficoltà delle scelte operate dal governo e dalle istituzioni locali. Volendo, possiamo anche scusarne gli errori. Non possiamo, invece, più accettare che i testi normativi – da qualsivoglia autorità promanino e quale ne sia il rango – abbiano la caratteristica costante ed inesorabile di essere lunghi ed articolati al punto che, ancora prima di iniziare a leggerli, tutti andiamo in internet a cercare se una anima pia abbia avuto il buon cuore di farne già una sintesi. E di più: i provvedimenti sono non solo tendenti all’infinito, ma anche inglobanti, richiamanti e sopprimenti commi di articoli delle più svariate leggi, per lo più risalenti al secolo scorso. Insomma, testi normativi inestricabili ed oscuri. Prendiamo, per esempio, il D.L. 19 maggio 2020, n. 34 Nel lessico destinato a noi, figli della grande “famiglia Italia”, il governo gli ha attribuito il nomignolo ufficioso ed accattivante di Decreto “Rilancio” oppure, per chi preferisce pensare che apra ad una nuova primavera, “Aprile”. Questa, per vero, non è una novità. Dallo “Sblocca Italia” al “Cura Italia” (o “Marzo”!), per citare alcuni recenti, ci siamo

abituati a testi normativi dal nome che sibila dagli schermi come un “richiamo” nel bosco. Ma noi italiani non siamo tordi. Sappiamo che si tratta di un adattamento abborracciato “all’italiana” di una prassi tipica dei Paesi di common law, con una differenza fondamentale però: da loro il nome breve è parte formale della legge e costituisce espressione sintetica dei suoi contenuti, mentre da noi questi nomignoli sono spesso fuorvianti rispetto ai contenuti del provvedimento, quando addirittura non mal celano dei meri proclami. Ma torniamo al punto. Il Decreto Rilancio pubblicato ha 266 articoli, pari a più di un terzo di quelli del codice penale, e non si contano le decine di rinvii ad altri decreti, codici, leggi et cetera. Non da meno sono le ordinanze dei Presidenti delle Regioni, dei Sindaci, dei Presidenti delle Corti d’Appello e dei singoli Tribunali: abbiamo protocolli, circolari, una diversa dall’altra e diverse dalla normativa nazionale. Solo con la pazienza e la passione di un certosino si può far fronte alla lettura di provvedimenti normativi di tal fattura. Tutt’altra cosa è, poi, la loro comprensione. Si ricorderà che anche solo individuare chi fossero i “congiunti” visitabili ai tempi del Covid – 19 è stata impresa


Burocrazia

norma, la cui ignoranza non scusa. Che fare allora? Il carattere della comprensibilità delle norme dovrebbe costituire un dato “pre - giuridico”, come l’onestà in chi ci amministra. Esistono comunque pregevoli manuali di tecnica legislativa a fungere da prezioso viatico per l’apprendimento e l’utilizzo di un linguaggio chiaro e intellegibile. Sfogliandone uno per curiosità, mi sono imbattuta nella regola tecnica dei miei sogni, la quale suona circa così: se un testo normativo è stato più volte modificato, sarebbe opportuno non continuare ad aggiungere nuove modificazioni, ma riformulare l’intero testo, inglobando ed eliminando tutte le precedenti variazioni. E l’ultimo testo rimane l’unico di riferimento. In effetti, con questa tecnica sono redatte, ad esempio, molte direttive dell’U.E. perchè è sotto gli occhi di tutti che solo una norma chiara ostacola condotte amministrative opache. Certo, legiferare in modo semplice e comprensibile non è facile, ma chi produce norme giuridiche dovrebbe in ogni modo sforzarsi di redigerle con un linguaggio immediatamente fruibile da tutti. Il che è più facile se si è fatto un po’ di esercizio.

laRagione |

ardua, che ha impegnato milioni di italiani per giorni interi Ma chi scrive le norme, si chiede ancora “per chi” vengono scritte? Non sarà forse per quello stesso popolo italiano, in nome del quale vengono applicate sanzioni anche gravi quando uno quelle norme ha violato? Ma come fa il popolo italiano, che è una comunità del tutto disomogenea di cittadini e non, a capire i contenuti delle norme giuridiche, se queste sono scritte in modo così contorto, fumoso ed ambiguo? Internet e i social media non sono territori “sicuri” per la conoscenza delle norme giuridiche, anche perché spesso vi pascolano gigantesche bufale. Si può ancora applicare con rigidità il principio “ignorantia legis non excusat”? Nella confusione o scarsa chiarezza delle disposizioni, ognuno di noi ha viva l’esigenza di conoscere le norme sanzionatorie penali e amministrative, nelle quali “poter trovare, in ogni momento, cosa gli è lecito e cosa gli è vietato: ed a questo fine sono necessarie leggi precise, chiare, contenenti riconoscibili direttive di comportamento. Il principio di colpevolezza è, pertanto, indispensabile, appunto anche per garantire al privato la certezza di libere scelte …. mai per comportamenti realizzati nella “non colpevole” e, pertanto, inevitabile ignoranza del precetto” (Corte Cost. n. 364/1988, Foro It., 1988, I, 1385). Queste sono le parole che avremmo voluto dire ai nostri governanti quando ci è stato richiesto di dichiarare sotto la nostra responsabilità di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio da Covid -19, e cioè in merito a norme di cui era tutt’altro che agevole comprendere il significato preciso o comunque il perimetro. Signori, quanto ci chiedete non risponde al principio enunciato dalla Corte Costituzionale (peraltro più di trent’anni fa). Un’autodichiarazione non può diventare la prova provata della conoscenza della

29


VALERIO DI FALCO

Un buon vino...

IL FRIULARO laRagione | 30

 Nuova veste per la nostra rivista, nuove idee, nuova voglia di divagare, di lasciarsi un po’ andare. Desiderio di ricordare che non si vive di solo diritto e che ci sono altre cose che, se pur forse più futili, danno enormi soddisfazioni e possono far nascere passioni incredibili, per tutta una vita… Un vitigno nobile e raro Vorrei scrivervi un po’ di vino. Vorrei parlarvi di un vitigno straordinariamente legato da sempre a noi padovani; il più nobile dei rari vitigni autoctoni della provincia di Padova, protagonista di una delle due uniche DOCG del territorio patavino. Io ne sono innamorato sin da ragazzo, forse perché è così antico da sembrare quasi magico, misterioso; forse perché presenta delle caratteristiche, delle peculiarità che, credetemi, hanno molta attinenza con le caratteristiche che dovrebbe avere colui o colei che esercita la professione che ci siamo scelti. Trattasi del Friularo e più precisamente del “Bagnoli Friularo” DOCG. Il Bagnoli Friularo DOCG Il vitigno Friularo è un biotipo del Raboso Piave (vitigno autoctono della provincia di Treviso), coltivato da sempre nella bassa padovana e precisamente nell’area bagnolese ove venne intro-

dotto, in epoca medioevale, dai monaci benedettini e da allora coltivato senza interruzione. L’uva Friularo, con i suoi grappoli scuri, alati e compatti, disegna i vigneti della zona. In autunno mentre le foglie imbruniscono, l’uva matura lentamente poiché grazie alla buccia spessa dell’acino l’umidità autunnale non riesce ad intaccarla e così arriva a raggiungere concentrazioni di sostanze, aromatiche, polifenoliche e zuccherine, proporzionalmente maggiori rispetto agli altri vitigni. L’epoca ottimale di raccolta arriva a novembre inoltrato, quando sui tralci si posa la prima brina. Da questa caratteristica attitudine al freddo (in latino “frigus”) deriva il nome dell’antica uva “Friularo”, in veneto: “Frigoearo”.


Avvocati Gourmet

Un vino “non per tutti” Non è un vino per tutti. Lo devi imparare a conoscere, lo devi sapere aspettare, devi imparare a capirne la sferzante acidità e l’astringenza dei tannini, perché sono gli elementi che ne permettono l’estrema longevità e che, domati ed ingentiliti dalla maturazione in legno, lo trasformano in un nettare dal corredo aromatico estremamente sfaccettato, dal grande equilibrio e dalla lunga persistenza gusto-olfattiva. Il consorzio dei Vini DOC di Bagnoli, grazie ad un percorso di ricerca e sperimentazione che ha permesso il recupero di tecniche tradizionali come la vendemmia tardiva e l’appassimento, quasi perdute negli anni della fillossera (insetto che attaccandone l’apparato radicale fu, nella prima metà dell’800, responsabile dello sterminio della vite europea), in meno di un ventennio è riuscito ad elevare il Friularo dalla DOC

alla DOCG, ottenuta nel novembre del 2011. Vendemmie e varietà Nella DOCG in questione rientrano dunque i vini ottenuti dall’imbottigliamento della vendemmia 2011 del Friularo, vinificato in rosso, nelle versioni Friularo DOCG (fresco e tannico, almeno 12 mesi di invecchiamento, bel connubio con bigoli alla lepre o con la tipica oca in onto), Friularo Riserva DOCG (affinamento in legno per almeno 24 mesi, struttura complessa, bell’abbinamento con carni grasse come ad es.

laRagione |

Io adoro la definizione che ne dà un produttore a me caro: “È un vitigno spesso incompreso e forse per questo scontroso, duro, difficile da trattare. Ama spazi ampi, luce, aria. Dà il meglio di sé maritato a olmi e aceri campestri. I grappoli compattissimi sfidano le intemperie e sopravvivono alle foglie”. Ecco, è per questo che mi affascina da sempre.

31


Un buon vino... Il Friularo

spezzatino di musso), Friularo Vendemmia Tardiva DOCG (uva raccolta solo dopo l’ “Estate di San Martino”, intenso, alcolico e strutturato, lungo affinamento in legno, si sposa bene con selvaggina, brasati e formaggi stagionati) e, dulcis in fundo, lo straordinario Friularo Passito DOCG (da uve raccolte a mano ed appassite in fruttaio, con lungo affinamento in legno dopo la vinificazione; vino dolce ma perfettamente bilanciato dalla caratteristica acidità e dal tannino sempre protagonista che non lo rendono nemmeno lontanamente stucchevole. Grande abbinamento con cioccolato fondente e con la tipica biscotteria veneta: zaeti, fregolotta, ecc.).

laRagione | 32

Il marchio DOCG La DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) è in Italia la massima valorizzazione per un vino che si fregia della DOC (denominazione di origine controllata). Il marchio DOCG, oltre a comportare disciplinari di produzione più restrittivi, riconosce in più un

legame di tipo contestuale, ovvero la relazione di un vino con il suo territorio di produzione e la dipendenza da tecniche di coltura vitivinicola di qualità e tradizione. Quasi sempre si riferisce a tipologie particolari di vini derivanti da una distinta caratterizzazione ampelografica di particolare pregio per le caratteristiche qualitative intrinseche e per la rinomanza commerciale acquisita. L’area consortile di produzione comprende comuni - per citarne alcuni come Agna, Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Cartura, Conselve, Due Carrare, Monselice, Pernumia, ecc... Tale territorio è attraversato dallo storico “Stradon del vin Friularo” (l’odierna strada Conselvana) che, in passato, collegava Padova alla campagna bagnolese per il trasporto dei prodotti agricoli e vini in città. Il vino più commercializzato lungo lo stradone era appunto il Friularo, considerato dai veneziani “vin da viajo” per la sua capacità di conservarsi a lungo. Questa caratteristica lo rendeva un vino


C’è anche lo spumante! Terminerei questa gita ideale lungo lo “Stradon del vin Frilularo” parlandovi di una straordinaria versione spumante metodo classico prodotta dall’azienda vinicola più storica del Friularo, il Dominio di Bagnoli (oggi di proprietà della famiglia Borletti), caratterizzata dal complesso monumentale con la villa Widmann-Borletti, situata proprio nel cuore del paese, con i suoi 1000 anni di

storia in cui non è stata mai interrotta l’attività produttiva, fondata da una confraternita di monaci benedettini, con attività da sempre agricola, risalente al 954 d.C. Ebbene, si sono inventati questo spumante brut da uva Friularo in prevalenza (circa il 70%, vinificata in bianco) e da una percentuale di Chardonnay e Pinot Grigio, ottenuto con il metodo classico (per capirci quello dello champagne) ovvero con la rifermentazione in bottiglia. La lunga permanenza dei lieviti all’interno della bottiglia (fino a 100 mesi!) regala una bollicina fine e setosa, conferisce delle note estremamente eleganti di crosta di pane, vagamente ossidate; poi ancora sentori di mela matura, frutta tropicale, frutta secca e la marcata acidità, tipica del vitigno Friularo, garantisce freschezza e mineralità per uno spumante che sa davvero stregare. Buon divertimento dunque! Non si vive di solo diritto ma anche di ...Friularo, a cui possiamo ispirarci per essere avvocati austeri, integri, leali, coerenti, concentrati, pazienti, resistenti e poliedrici.

laRagione |

adatto al viaggio e al trasporto via nave per essere infine venduto anche in paesi lontani.

33


WALTER FERRULLI

Una passione per il Gospel…e non solo!

laRagione | 34

WALTER FERRULLI, classe 1970, noto avvocato del nostro Foro, ha una grandissima passione…extragiuridica, che coltiva da parecchi anni. Già molto giovane ha infatti iniziato a far parte dei Summertime, dapprima come corista, indi rapper, tastierista e pianista, diventandone, a soli 30 anni, Direttore artistico. Da allora – sotto la sua guida – è stato un crescendo di successi per la formazione padovana, protagonista anche di una evoluzione del repertorio, che oggi spazia dal gospel classico a brani dal sapore cristian rock, facendo apprezzare i Summertime su molti palcoscenici, anche stranieri.

L’iniziativa “PADOVA ROMPE IL SILENZIO”  Ferrulli e l’associazione musicale Summertime, in vista della fine del lockdown per covid, hanno pensato ad una iniziativa in grado di riportare, nei padovani la voglia di essere “attivi”, e nei turisti la voglia di vistare la nostra città al più presto. Filo conduttore: la musica che spezza il silenzio e diventa simbolo di superamento delle difficoltà sociali ed economiche causate dal virus. Intorno a questo importante messaggio di rinascita e ripartenza il Summertime Choir, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione AD010, ha coinvolto le principali istituzioni cittadine: Comune di Padova, Assindustria Venetocentro,

Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio; nonchè Università, Ascom, e Padova Convention & Visitors Bureau. Partner dell’evento Pittarello s.p.a. e media partner il GruppoTV7. È nato così un video-concerto che ha visto la città “invasa” da quasi duecento tra artisti e musicisti, uniti nella volontà di stimolare il ritorno di tutti alla vita attiva, e con uno spirito di solidarietà. «Durante il lock down – ha spiegato Walter Ferrulli - abbiamo capito ancor di più, quanto la musica e l’arte siano vero nutrimento per l’umanità intera, elemento indispensabile per ogni cultura e società. Per questo abbiamo voluto portarla, in sicurezza, nei luoghi sim-


Avvocati Musicisti

continuare a stimolare al ritorno alla normalità e alla donazione al fondo del CSV. Per chi volesse dare il proprio contributo solidale a”Per Padova noi ci siamo”, questo il link: www.produzionidalbasso.com/project/ per-padova-noi-ci-siamo-volontari-perla-comunita

laRagione |

bolo della città di Padova e utilizzare la sua forza a favore di un progetto che potesse aiutare concretamente coloro che in questo momento si trovano in difficoltà». L’iniziativa, infatti, ha inteso anche supportare la raccolta fondi di “Per Padova noi ci siamo”, iniziativa del Comune, della Diocesi e del Centro Servizio Volontariato provinciale, volta a dare una risposta ai bisogni di primaria necessità delle persone con fragilità Il video - trasmesso in anteprima sabato 13 giugno dall’emittente televisiva TV7 Triveneta - ha “coinvolto” i monumenti più iconici e suggestivi della città; ed in seno ad esso la canzone “Viva la vida” dei Coldplay ha visto quali straordinari special guest alcuni cittadini padovani (ristoratori, pasticcieri, negozianti del centro, medici ed infermieri, ma anche mamme, giovani, studenti e anziani), tutti uniti nel cantare un inno di speranza per la città Sono stati inoltre realizzati dei video trailer più brevi (reperibili sulla pagina facebook “Padova rompe il silenzio” e su youtube) per una campagna di comunicazione che proseguirà proprio per

35


Avvocati Poeti

ENZO CONTE

L’avvocato Enzo Conte nato il 7 settembre 1936 è ora in pensione. Fin dalla scuola media ha avuto passione per la poesia, che ha abbinato a quella di ciclista amatoriale. E così al suo “andare innamorato” sulla bicicletta ha dedicato poesie e brevi prose pubblicate sul web. Ha partecipato al Festival Poetico “Il Federiciano” del 2017 ottenendo la pubblicazione della poesia inviata ed al concorso nazionale “il Bicicletterario” nel 2018 ottenendo il riconoscimento di 4° classificato nella sezione “velo scriptum”. Le sue imprese sportive – da indomito ciclista – sono già ben note ai colleghi. Per cui stavolta privilegiamo….il poeta!

laRagione | 36

DOPO

INNAMORARSI

Correrò nei silenzi

Quando guardi una

di posti sconosciuti.

bella bici la vorresti tua.

Sarà nuovo il vento

Non ha profumi

e altro sarà il sole.

Ingannatori né occhi che ammaliano.

Nuova sarà l’aurora.

Si ama d’istinto perché

altri canti nell’aria

non ha bisogno di

saliranno dalle ruote.

conquista: la bici

Sarò con nuovi amici.

la vuoi con l’anima!

E seguirò il mio Fausto per anonime salite Non verrà mai la sera si corre nel domani.


Versi per sorridere

RENATO CARPENTIERI

“Abbiam solo parlato…” Pronto? Buongiorno avvocato sono il signor Massimo Indulto. Avrei bisogno di un suo consulto per un altro casino che ho combinato. La prego, mi tiri fuori dai guai. Va bene, Le fisso un appuntamento. Aspetti, avvocato, aspetti un momento. Le rubo un minuto. E che sarà mai? Niente di serio, una piccola truffa, ho consegnato merce un tantino avariata; vabbè, in effetti, la frutta era bacata e quello ha protestato, non sa che baruffa.

Ma guardi che lui m’aveva insultato,

laRagione |

RENATO CARPENTIERI, padovano classe 1961, iscritto all’albo degli avvocati dal 2005, si occupa di diritto penale e di famiglia. Ha l’hobby della scrittura. Ed in particolare si diletta, sin dai tempi del liceo, a scrivere poesie, tanto da averne ricavato recentemente una raccolta, in attesa di pubblicazione. Qui ce ne offre un saggio divertente e, quanto mai di attualità perchè…ahinoi, in tema con la crisi economica di questi tempi.

poi, è pure scappato e ancora lo cerco.

37

Ma che è successo durante l’alterco? Ma niente, sciocchezze, l’ho solo menato.

Di certo, è andato al Pronto Soccorso, così alla querela allega il referto. Ehm, c’è pure un assegno scoperto, per quello c’ho pure un po’ di rimorso. Perché, che altro ha combinato? Ma niente, mi creda, pe’ n’altra bagatella m’han presentato un po’ di parcella, cosi al suo collega j’ho pure menato. Veramente, ci sarebbe anche la notula mia per le due consulenze dell’anno scorso. Ma vuol finire anche lei al Pronto Soccorso? Abbiam solo parlato, che vuole che sia?


GIORGIO GRASSELLI

 Giorgio Grasselli, nato a Padova dove tuttora risiede, ha esercitato la professione di avvocato fino a poche settimane fa, per oltre cinquant’anni. Ha anche pubblicato numerose opere in tema di diritto processuale civile, proprietà immobiliare e in special modo in tema di locazioni. Ha dedicato molti dei suoi momenti liberi alla fotografia, partecipando a concorsi nazionali e internazionali, ottenendo anche numerosi riconoscimenti, fra cui il titolo di “Artist de la Federation International de l’Art Photographique” (A.F.I.A.P.). A partire dal 1973, in occasione dei primi divieti di circolazione con le automobili, si è dedicato con passione a fotografare la sua città, Padova, immortalando le case, le persone, le vie, le piazze e i suoi famosi portici.

laRagione | 38


Avvocati fotografi

laRagione | 39


Giorgio Grasselli

laRagione | 40


Avvocati fotografi

laRagione | 41


Avvocati scrittori

MARCO GREGGIO

“Non mollare mai!”  “Dante faceva l’avvocato. Come tanti altri, aveva studiato tantissimo per infine raggiungere lo scopo: l’università, gli anni di praticantato non pagato, salvo un modesto rimborso spese, l’esame di stato superato studiando di notte, la fatica di aprire uno studio proprio e di trovarsi i clienti. “Finalmente nel 2008 vedevo la luce. Uno studio legale mio, quattro collaboratori, un portafoglio clienti abbastanza variegato. Molti sacrifici, ma anche discrete soddisfazioni; non mi stavo arricchendo, ma le cose stavano andando bene, il volume d’affari era in crescita e le prospettive erano rincuoranti. Tanta frenesia, ma anche positività; stimoli e slancio, seppur su rotaie che sembravano già disegnate”. laRagione | 42

Comincia così il capitolo che, nel suo libro, Marco Greggio dedica specificamente alla nostra professione. Poi vi è un seguito che non vi riveliamo integralmente per non togliervi la curiosità e la voglia di leggerlo integralmente… Vi diciamo però che le password per intuire il seguito le trovate nella prima riga: “…faceva l’avvocato”. Aggiungiamo solo che – coerentemente al filo conduttore del libro – anche la storia dell’avvocato Dante vira poi su una conclusione a lieto fine. Anomala, ma a lieto fine. Fra le storie evocate nel libro, anche quella di un collega avvocato che ha dovuto affrontare un grossa crisi economica e famigliare e perciò “Questo racconto – dice Marco Greggio – è l’abbrivio per analizzare lo stato dell’arte della professione forense, purtroppo spesso da

Marco Greggio, nostro collega, si occupa prevalentemente di crisi di impresa e diritto societario; è autore di numerosi saggi in materia. È anche appassionato di storia e filosofia nonché… “grande sognatore”, come si definisce.

molti criticata, e riaffermare la sua importanza e dignità nella nostra società”. In definitiva il messaggio principale che il nostro collega vuole trasmettere è positivo: “Nell’immenso tavolo da gioco della vita, tutti siamo stati, siamo, saremo “perdenti” in qualche frangente, a volte decisivo e doloroso. Gli errori sono inevitabili tappe nel tentativo di trovare la via giusta. Tuttavia da essi possiamo sempre apprendere un utile insegnamento, a patto di non farci travolgere dalla sconfitta e di ripartire, ancora più determinati, verso la meta”. Ed ancora: “Pertanto qualsiasi crisi va colta come un’opportunità per cambiare la nostra vita, per migliorarla e trovare la nostra stella. L’importante è non mollare, mai!”. Tutti i diritti d’autore derivanti dalla vendita del libro saranno devoluti alla Fondazione Città della Speranza a favore della ricerca su COVID-19.

Molto recentemente ha pubblicato “Il Potere della Crisi” (L’arte di fallire e rialzarsi). L’autore spiega che ha voluto raccontare storie di crisi e di rinascita tratte dalla propria esperienza professionale, che però “possono essere fonte di ispirazione e riflessione per chiunque”.


in attesa del ritorno alla normalità

Anche le attività agonistiche dello Jusport hanno dovuto piegarsi alle regole dl lockdown, come tutte le discipline sportive. Nell’attesa perciò di nuove gare e nuovi successi, la passerella è riservata stavolta alla squadra di calcio Over 50, vincitrice del torneo interprovinciale 2019.

L’esultanza della squadra vincitrice, composta dagli avvocati Cappellari, Curtarello, Zanin, Pasqual, Martinelli, Siciliano, Manzan, Ferrari, Zeffin, Barzon e da capitan Renato Cerboni ex dirigente del nostro Tribunale.

Il capitano Renato Cerboni riceve la Coppa assegnata ai vincitori.

43

• JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSP

ORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA

AMARCORD 2019…

RT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA laRagione | • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA

• JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPORT PADOVA • JUSPO



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.