SH13 Il Ciclista Solitario / La Scuola del Priorato

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Il Ciclista

Solitario

La Scuola

del Priorato


SHERLOCK HOLMES

Pubblicazione edita da: Malavasi editore S.r.l.

n. 13

Direttore responsabile: Nicola Malavasi Testi: Nicola Malavasi Gianluca Salvatori, CHS, BS Enrico Solito, CHS (D), BSI. Past President di Uno Studio in Holmes Fotografie: Granada International Progetto Grafico: Cristina Ghelfi - Modena Periodico quattordicinale corredato da DVD. Il DVD allegato non è vendibile separatamente. Esce il Sabato. Registrazione presso il Tribunale di Modena. Distribuzione: Sodip spa (MI) Stampa: Ecofina S.r.l. (MI) Malavasi Editore s.r.l. è iscritta al ROC al n° 7721. IVA assolta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, 1° comma, lettera C; D.P.R. 633/72. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Filiale di Modena - Tassa Riscossa L’Editore si riserva la facoltà di modificare i prezzi nel corso della pubblicazione in relazione a variate condizioni di mercato. © 2005 Malavasi Editore s.r.l. - Modena Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o memorizzata in sistemi di archivio o trasmessa in forma o mezzo elettronico, meccanico, attraverso registrazioni o altri sistemi noti e futuri, senza esplicita autorizzazione scritta da parte dell’Editore ad eccezione di brevi passaggi e recensioni.

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Il Ciclista Solitario

a storia del ciclista solitario è una di quelle che, tra le storie meno famose, ha più interessato i cultori della materia. Nella splendida campagna inglese una giovane insegnante di musica, costretta dal bisogno a lavorare in casa Carruthers, si sente minacciata da una misteriosa ed inquietante presenza: un ciclista solitario che la segue passo passo mentre si reca a prendere il treno. Ci sono tutti i tipici elementi del giallo all’inglese: la campagna serena, la giovane ignara, l’orrenda macchinazione che per contrasto si prepara. Holmes non sottovaluta la minaccia e spedisce il fido Watson ad investigare: non contento, interviene in un secondo momento di persona, e scopre un complotto che parte da molto lontano. Si tratta di uno dei rari casi in cui Holmes non è del tutto soddisfatto dell’operato di Watson, e glielo fa notare con tatto: rassicurandolo tuttavia appena possibile della propria immutata stima. Gli appassionati hanno molto studiato la personalità della coraggiosa Violet Smith, insegnante costretta dal bisogno (proprio come Violet Hunter in I Faggi Rossi) e ancor più l’atteggiamento di Holmes verso di lei. Sarebbe stato facile considerarla una visionaria e sottovalutare il caso: ma la gentilezza del detective per le donne, così lontana dalla misoginia di cui spesso è a torto accusato, gli consente di non lasciarsi sviare. Il film è il primo che fu prodotto dal cast della Granada, anche se non fu trasmesso per primo. La difficoltà tecnica con cui si misurarono gli autori fu di trasformare tutto il lungo racconto di Violet, che nella versione scritta si svolge a Baker Street, in una azione che non annoiasse il pubblico. La soluzione scelta fu una serie di flash-back che gettano lo spettatore direttamente sulla scena degli eventi. I cambiamenti rispetto al testo sono del tutto minori e anche di grande effetto: ad esempio, nel racconto il ciclista che segue Violet scompare dietro un filare di alberi, nel film scompare nella nuvola di vapore di un treno che passa sotto il ponte su cui è la ragazza (naturalmente nella realtà non esistette né un vero treno né la ferrovia: l’effetto fu assicurato con una macchina che produceva fumo ed effetti sonori). Se si sta attenti si noterà che la storia è costruita, nel film, in tre tronconi, che si fondono l’uno nell’altro: il motivo è che originariamente erano previsti due intervalli pubblicitari nel mezzo, dato che il film era trasmesso dalla 3


televisione inglese,e si era stati attenti a prevedere una cesura che non disturbasse l’azione. Gli esterni della produzione furono girati quasi tutti nel Cheshire, invece che nel Surrey, a Willington Hall, un hotel vicino Tarpoley. Il pub così importante nella storia fu ricostruito in una tipica casa di campagna vicino Macclesfield, Adlington Hall, ed è curioso il fatto che lo stesso edificio sia stato usato dalla Granada per due volte: l’ala bianco e nera Elisabettiana, costruita nel 1581, è stata usata in questo film, mentre la facciata in stile georgiano , con il portico Palladiano del 1757, appare invece ne “La Banda Maculata”. Tra i tanti appassionati Holmesiani nel mondo il nome del “ciclista solitario” ha sempre esercitato un certo fascino, ed è proprio a questa storia che fanno riferimento due tra i più originali gruppi tra loro. Uno dei più eccentrici è infatti la “Società del Ciclista Solitario”, fondata da una originale Holmesiana inglese. La signora in questione, è questa la particolarità, è per statuto Presidente, tesoriere, nonché unico membro del club: solitario, appunto. Recentemente poi è stata fondata negli USA un’altra società dello stesso nome, che raccoglie Holmesiani appassionati di ciclismo di tutto il mondo. Gli iscritti debbono adottare un “nome de plume” con una citazione del Canone che faccia riferimento alle biciclette, o a qualcosa che vi ci faccia pensare. Uno degli autori di queste note è, modestamente, uno dei co-fondatori del gruppo in questione… E’ proprio la bicicletta del resto a dominare questo racconto e a dargli un delizioso tocco di ingenuità e di belle epoque. Per noi può essere del tutto normale che Violet Smith pedali per andare a prendersi il treno ogni sabato mattina, ma all’epoca in cui il racconto fu scritto era certamente rivoluzionario non solo il mezzo meccanico, ma il fatto che una giovane donna la usasse, e da sola, in piena campagna! Holmes d’altronde era un conoscitore della bicicletta, che usa personalmente nel caso de Il trequarti scomparso: con il suo tipico amore per i particolari, ammette in La scuola del priorato di conoscere ben 42 diversi tipi di copertone e relative impronte sul terreno… 4


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La Scuola del Priorato

l personaggio del molto onorevole Dr Thorneycroft Huxtable, che si presenta pomposamente come intimo amico del Duca di Holderness, direttore di una famosa scuola e famoso studioso dell’opera di Orazio, è certamente una delle figure più note del Canone. Pomposo e ridicolo, non è tuttavia alieno dal suscitare simpatia nello spettatore, che si identifica nella tragedia di questo piccolo uomo, portato alla rovina certa dall’episodio per cui chiede l’aiuto di Holmes, e così provato dall’accaduto dallo svenirgli teatralmente in casa, appena arrivato. L’unico figlio del potente Duca, suo allievo e residente nel convitto, è fuggito durante la notte,e se ne sono perse le tracce. Non solo: è scomparso anche uno degli insegnanti della scuola. Rapimento? Fuga? L’indagine intriga Holmes, che parte per il Nord con il fido Watson. Fin dall’inizio il rapporto col padre del ragazzo, il Duca, è stranamente teso: Holmes non può perdonargli l’aver tentato di far svolgere le indagini con la minore pubblicità possibile, pagando il prezzo del fallimento. Le indagini si svolgono nella brughiera, seguendo le tracce di bicicletta: ma non possono andare troppo oltre. Holmes dimostra però cosa è realmente accaduto quella notte, e che l’insegnante è quasi certamente innocente. A proposito di queste tracce sarà bene notare che Conan Doyle venne subissato all’uscita del racconto da critiche di ciclisti per le deduzioni che Holmes fa nel caso su di esse, e che confessò nella sua autobiografia che si era totalmente sbagliato su questo punto: secondo il racconto si può dedurre la direzione della bicicletta studiando le impronte dei copertoni (di cui, tra l’altro, Holmes dichiara di saper riconoscere 42 marche diverse), il che, invece, è falso (provare per credere). Giudiziosamente il film sfuma molto su questo punto. Rispetto al plot originale poco cambia nella trama e nella soluzione del caso (che naturalmente non riveliamo qui): tuttavia, il finale è decisamente cambiato. Nel testo scritto il colpevole è esiliato in Australia, e Holmes accetta di tacere per non rovinarlo ulteriormente: nel film, come vedrete, l’epilogo è assai più tragico e drastico, con una cupa caverna a fare da degno scenario ad un drammatico finale. La soluzione del caso avviene attraverso una serie di indizi, apparentemente insignificanti come spesso avviene nel Canone. Come in The Hound of the 5


Baskervilles l’attento esame dei ritratti di famiglia accende una lampadina nella mente di Holmes: e la visione di animali zoppicanti innesta la catena di deduzioni che portano alla verità. Rispetto al testo, purtroppo, la spiegazione di questo indizio, e la scoperta di ferri “particolari” è meno sottolineata, e lo spettatore rischia di non capire la loro importanza, che pure Holmes spiega a Watson mentre si allontanano dalla Hall. Per chi non l’avesse afferrato si trattava (confidiamo che il lettore abbia già visto il film, o smetta qui di leggere queste note!) di ferri da cavallo contraffacenti l’impronta delle mucche, così da ingannare sul tipo di animale che aveva lasciato l’impronta: animali che, dopo che i ferri erano stati rimessi in ordine, zoppicavano un poco. Il rapporto tra Holmes e il Duca di Holderness è stato molto citato nel mondo Holmesiano per commentare il rapporto tra Holmes e il denaro, e tra lui e i potenti. Nel testo si assiste quasi ad uno scontro tra i due, e il detective non si limita a dirne quattro al potente ed orgoglioso signore: lo rimprovera senza peli sulla lingua, e pretende da lui una somma favolosa, per ripicca. Holmes, che non è mai venale, usa questo sistema per punire, almeno in parte, il Duca, e sottolineare la sua pesante responsabilità morale in quello che è successo. Nel film tuttavia, il Duca non porta pesanti responsabilità come avviene nel testo originario ed è meno arrogante nei confronti di Holmes. Ci sono alcuni aspetti invece nel film che non possono interessare degli spettatori non anglosassoni come noi. La vita della scuola, così aliena dalle nostre tradizioni, il direttore Huxtable che parla ai ragazzi in Latino, il coro della scuola. Le musiche di Patrick Gower, la cui colonna sonora sviluppa lo stesso tema in tutti i racconti, cambiando di volta in volta a seconda della storia raccontata, si arricchisce questa volta, significativamente, della voce del Coro dell’Abbazia di Westminster. 6


I Luoghi L’appartamento (i) L’appartamentino da scapoli del 221b di Baker Street rappresenta il centro delle avventure di Holmes e Watson, ma anche delle loro abitudini e manie: Holmes, quando ne era distante, diventava nervoso. I due si incontrarono proprio per prendere in affitto quell’appartamento, da cui Watson uscì solo per sposarsi, facendovi ritorno periodicamente, mentre Holmes lo lasciò solo al momento di andare in pensione, per ritirarsi in campagna. Il salotto, in cui venivano ricevuti i clienti, è stato spesso il teatro della soluzione dei casi, e la sede di alcune tra le scene più memorabili delle storie holmesiane. Se si contano i vari luoghi di Londra nominati nel canone, Baker Street è il più citato, per ben 22 volte, seguono Scotland Yard per 16, Oxford Street per 11, Charing Cross per 7 e via via tutti gli altri. Ma cosa sappiamo in realtà di questa casa? Prima di tutto non era al 221b. Baker Street era una strada assai più corta di quanto non sia oggi e un tale numero non esisteva. Watson però, che evidentemente ha inventato un numero inesistente per discrezione, si è lasciato sfuggire alcuni indizi: ci dice che dalla finestra del salotto si vedeva l’angolo di Oxford Street che peraltro distava come minimo 200 metri, probabilmente di più; che la facciata della casa di fronte era gialla e che Camden House, che si trovava di fronte, era raggiungibile da un’angusta traversa di Blanford Street. Inoltre l’appartamento doveva essere sul lato est della strada, perchè‚ in CarD si afferma che la casa di fronte era illuminata dal sole nel primo pomeriggio. Su queste tracce e sulle planimetrie dell’epoca gli studiosi discutono ancora per cercare l’esatta ubicazione dell’appartamento. Le ipotesi più quotate si appuntano sul tratto tra Dorset Street e Blandford Street: quanto a noi non osiamo pronunciarci sull’argomento e rinviamo alle trattazioni specialistiche. continua... 7


Il Ciclista Solitario

La Scuola del Priorato

Titolo originale The Solitary Cyclist

Titolo originale The Priory School

Tratto dal romanzo The Solitary Cyclist (1904)

Tratto dal romanzo The Priory School (1904)

Produttore June Wyndham-Davies

Produttore June Wyndham-Davies

Regia Paul Annett

Regia John Madden

Cast Sherlock Holmes - JEREMY BRETT Dr John Watson - DAVID BURkE Violet Smith - BARBARA WILSHERE Carruthers - JOHN CASTLE Woodley - MICHAEL SIBERRY Williamson - ELLIS DALE Sarah Carruthers - SARA AITCHISON Landlord - STAFFORD GORDON Peter - SIMON BLEAkLEY

Cast Sherlock Holmes - JEREMY BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Mrs Hudson - ROSALIE WILLIAMS Dr Huxtable - CHRISTOPHER BENJAMIN Mr Aveling - MICHAL BERTENSHAW James Wilder - NICHOLAS GECkS Duca di Holdernesse - ALAN HOWARD Rivers - WILLIAM ABNEY Reuben Hayes - JACk CARR

Durata 50 minuti ca.

Durata 50 minuti ca.

© 1984, Granada Television Limited © 2005, Malavasi Editore s.r.l.

© 1986, Granada Television Limited © 2005, Malavasi Editore s.r.l.

www.malavasi.biz


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