N. 3 MARZO 2017
LA RIVISTA DI MANAGERITALIA
HOTEL, FATTI FURBO Strategie digital per disintermediare
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PENSIONI: NOVITÀ 2017 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI ED EXECUTIVE PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50)
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Editoriale a cura del presidente Manageritalia
POLITICHE ATTIVE: UNO SGUARDO OLTRALPE
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rovare un’occupazione a chi non ce l’ha, ricollocare il disoccupato nel mondo del lavoro. Questa, in poche parole, la missione delle politiche attive: non si tratta solo di centri per l’impiego, ma anche di incentivi all’occupazione, incontro tra domanda e offerta, formazione dei disoccupati, orientamento in scuole e università. Questi meccanismi, che in Italia finora hanno funzionato poco, in Francia sembrano funzionare meglio, anche per i manager. Oltre agli incentivi fiscali occorre lavorare sulle persone, le vere protagoniste di questa rivoluzione: se è vero che il 70% dei bambini di oggi farà un lavoro che ancora non esiste, non possiamo continuare a pensare alla formazione come abbiamo sempre fatto. Sono appena rientrato da un breve viaggio a Parigi. Insieme a Cida e Federmanager abbiamo incontrato i vertici dell’Apec, l’associazione francese che si occupa della tutela e dell’evoluzione esclusivamente del lavoro dei cadres (dirigenti e quadri). L’Apec è un ente privato con una governance paritetica delle organizzazioni datoriali e dei manager, finanziato con la contribuzione obbligatoria per legge statale e concordata delle parti: 20 euro a carico delle imprese e 13 a carico dei lavoratori. Con un budget di circa 115 milioni di euro, l’Apec ha 3,7 milioni di iscritti appartenenti al settore privato e ha circa 900 dipendenti dislocati in 44 sedi territoriali. Eroga servizi personalizzati, sia su richiesta del quadro sia delle imprese, che per prassi si integrano con quelli del Pôle Emploi, l’Agenzia nazionale per il lavoro dello stato francese. L’Apec ha la mission di migliorare la capacità delle persone di gestire cambiamenti rapidi, di ridurre i periodi di disoccupazione e di facilitare il passaggio a una nuova occupazione
e si interessa di tutte le attività inerenti le politiche del lavoro, eccetto della formazione. Ha una piattaforma informatica che gestisce ogni giorno 40mila offerte, favorendo l’incontro tra le esigenze delle aziende e quelle dei manager. Usufruiscono dei servizi per lo più manager ancora in servizio che cercano supporto per migliorare la propria carriera e prevenire “l’obsolescenza professionale”. Grazie alla capillarità della sua presenza e all’autorevolezza istituzionale nel facilitare l’incontro tra domanda e offerta, riesce efficacemente a rispondere alle richieste, integrando i bisogni che arrivano dai diversi settori produttivi e territori. È utile qui ricordare che l’Apec si muove in un contesto particolare: la legge francese impone al datore di lavoro di effettuare un colloquio annuale di orientamento per ciascun dipendente, un’occasione per fare il bilancio delle competenze, far emergere le possibilità di miglioramento e costruire percorsi di formazione personalizzata. In Italia questo avviene soltanto in poche e, per lo più, grandi aziende. Visti i risultati – la disoccupazione dei cadres francesi è pari al 4% – sarebbe auspicabile che buone pratiche come queste si diffondessero su larga scala anche nel nostro Paese. Con gli altri protagonisti dell’incontro ci siamo ripromessi di muoverci affinché questo accada, proponendo ai decisori istituzionali di costruire insieme un modello di politiche attive più dinamico e inclusivo, capace di innovare il mercato del lavoro italiano, puntando sulla valorizzazione delle competenze delle persone. Bisogna fare tesoro delle buone pratiche d’Oltralpe o dovunque esistano esempi da seguire. Il nostro Paese deve uscire dallo scandalo del malfunzionamento dei servizi per l’impiego, come diceva il compianto Marco Biagi ormai 15 anni fa. Guido Carella - guido.carella@manageritalia.it
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Sommario Copertina 6 Hotel, strategie acchiappa-clienti
Comunicazione 30 La nuova galassia dell’informazione
12 Cosa dicono i direttori di hotel Contratto 14 La parola all’esperto 36 Se lo conosci, lo cerchi Antonio Belloni Economia Case History 42 Reddito di cittadinanza 16 Retail disruption: Canada Post Drive Thru RUBRICHE Fisco 28 Osservatorio legislativo 20 Le 10 imposte 44 Lavoro manageriale che corrono di più 56 Pillole di benessere Previdenza 24 Sostenibilità del sistema pensionistico 46 Pensioni: novità 2017
57 Arte 58 Libri 59 Letture per manager 60 Lettere
è online su
InfoMANAGER Manageritalia Contratto 69 Le ferie del dirigente 71 Dirigenti agenzie marittime Quadri 73 Staff retention: il ruolo chiave delle donne quadro AskMit risponde 74 Il cumulo dei periodi assicurativi Assidir 75 Le convenzioni Antonio Pastore e Capitello 76 L’invalidità permanente da malattia Cfmt 79 MicroMacro 80 Scuola di management Iniziative Manageritalia 52 Tennis in terra rossa dal 24 giugno al 1° luglio
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LA RIVISTA DI MANAGERITALIA
HOTEL, FATTI FURBO Strategie digital per disintermediare
Contratto
SE LO CONOSCI LO CERCHI Previdenza
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali
Fondo di previdenza Mario Negri
CFMT Centro di formazione management del terziario
Associazione Antonio Pastore
PENSIONI: NOVITÀ 2017 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI ED EXECUTIVE PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50)
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HOTEL, STRATEGIE ACCHIAPPA-CLIENTI Consigli pratici per disintermediare dalle Online travel agency sfruttando il sito corporate, i social, le campagne adv e altro ancora
Armando Travaglini
Ogni albergatore desidera disintermediare dalle Online travel agency (Ota) come Booking.com, Expedia ecc. La disintermediazione è quel processo che avviene quando si eliminano i tradizionali intermediari nel processo di distribuzione e vendita del prodotto turistico. Grazie a internet ogni struttura ricettiva può mettere in atto delle strategie per vendere in maniera diretta, riducendo o addirittura eliminando totalmente gli intermediari e le relative commissioni. Gli albergatori che investono in maniera corretta nelle strategie di disintermediazione ottengono sul lungo periodo risultati decisamente superiori rispetto a coloro che per mancanza di
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competenze o volontà preferiscono optare per la strada più semplice, ovvero rivolgersi alle Ota e dare loro mandato di vendere quante più camere possibili. Il mercato del web marketing turistico è sempre più complesso e frammentato: Tnooz lo ha riassunto in un’infografica (vedi pagina 8). Il processo di acquisto degli utenti è cambiato.
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IL MERCATO DEL WEB MARKETING TURISTICO
L’utente prima di prenotare un hotel si informa attraverso Google, confronta i prezzi sui siti delle Ota, legge le recensioni su TripAdvisor e si documenta sui principali social network. E questo processo è sempre più frammentato: una recente ricerca di Expedia analizza proprio i vari percorsi che gli utenti fanno
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prima di completare una prenotazione e, anche grazie alla diffusione massiccia dei dispositivi mobile, l’utente fa numerose sessioni di navigazione prima di concludere l’acquisto. È quindi evidente che le strategie per disintermediare devono essere formulate all’interno di un piano di web marketing turisti-
co che prenda in considerazione i tre punti chiave per avere successo online: presenza, visibilità e reputazione.
Dieci consigli Vediamo ora 10 consigli fondamentali per disintermediare con successo dalle Ota.
SITO WEB OTTIMIZZATO PER DISPOSITIVI MOBILI Il vero punto cardine del processo di disintermediazione è costituito dal sito web di proprietà della struttura. Il sito dovrà essere progettato in maniera chiara e funzionale, in modo da favorire le prenotazioni dirette. Il sito di una struttura oggi deve essere pensato anche per i dispositivi mobile, come smartphone e tablet: da qualche mese il traffico mobile ha infatti superato il traffico desktop e continuerà a crescere nei prossimi anni. Non avere un sito web “responsive”, ovvero ottimizzato per i dispositivi mobili, significa perdere prenotazioni: i visitatori che si collegano da smartphone e tablet e non trovano un sito ben progettato per i loro device usciranno dal sito e prenoteranno presso una struttura concorrente o sul sito di una Ota.
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zione persuasiva, copywriting, marketing, logiche Seo e tanto altro. I contenuti delle varie pagine che compogono il sito devono essere inoltre completi ed esaustivi e mettere ben in evidenza i vantaggi e i benefici che si hanno nel soggiornare presso l’hotel. BOOKING ENGINE Installare sul sito web un motore di prenotazione è fondamentale per disintermediare. Il booking engine deve essere presente in ogni pagina del sito e non solo nella pagina dedicata alle prenotazioni. Il consiglio che personalmente posso dare agli albergatori è: risparmiate su tutto ma non sul booking engine. È quello strumento che vi permette di vendere le camere.
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FOTOGRAFIE Avere sul sito numerose foto dettagliate e raggruppate per categoria è importante per invogliare l’utente a prenotare. È indispensabile inserire immagini delle camere (foto interne, vista esterna, bagno, anche le planime-
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La disintermediazione è quel processo che avviene quando si eliminano i tradizionali intermediari nel processo di distribuzione e vendita del prodotto turistico mettendo in atto delle strategie per vendere in maniera diretta
CONTENUTI Molti hotel non prestano particolare attenzione ai contenuti presenti sul sito web. Spesso i contenuti vengono fatti scrivere dallo stagista di turno o addirittura dal portiere di notte: non c’è nulla di più sbagliato. Preparare dei contenuti interessanti e utili per gli utenti richiede delle professionalità di alto livello e competenze in vari ambiti: comunica-
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Copertina trie delle camere, molto apprezzate dai turisti del Nord Europa), aree comuni e foto all’esterno dell’hotel. Le foto devono far emozionare l’utente, devono invogliarlo a prenotare facendo leva sui vantaggi che la struttura offre in termini di spazi, arredi e location. Ad esempio, una foto di alcune persone che si rilassano nel centro benessere dell’hotel è molto più efficace della foto di una sauna vuota. EVENTI E PACCHETTI SPECIALI Un’ottima strategia per disintermediare è quella di offrire dei pacchetti turistici ad hoc per fesività o eventi specifici che si svolgono nei dintorni della struttura, in modo da creare un valore aggiunto nell’offerta che non sia solo relativo al prezzo. Il grande vantaggio risiede nel fatto che tali pacchetti non sono vendibili sui siti delle Ota, quindi è una ottima strategia per disintermediare, allungare il soggiorno medio e aumentare lo scontrino medio. Alcuni esempi: un’offerta per San Valentino con una cena romantica per due inclusa nel prezzo, per gli hotel di mare offrire lettini e ombrellone a un prezzo scontato, per quelli di montagna includere un’escursione in mountain bike.
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EMAIL MARKETING L’email marketing è una delle strategie per disintermediare più facili da implementare e con costi decisamente ridotti. In fase di check-in o check-out è possibile offrire ai clienti la possibilità di registrarsi alla newsletter dell’hotel per ricevere offerte specifiche e notizie su manifestazioni ed eventi. Per quanto riguarda il sito web, è indispensabile inserire un apposito modulo per far registrare i visitatori alla newsletter. Un’ottima soluzione per incoraggiare l’iscrizione alla newsletter è quella di offrire una guida sulle attività o luoghi da visitare nella città. Una volta raccolti gli indirizzi email è possibile pianificare campagne Dem (Direct email marketing) con l’obiettivo di far ritornare i clienti nell’hotel attraverso meccanismi di fidelizzazione, come proporre scontistiche speciali o offerte last-minute.
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CAMPAGNE PUBBLICITARIE PAY PER CLICK Le campagne pubblicitarie Pay per click permettono di incrementare il traffico qualificato verso il proprio sito web. Un’ottima strategia per disintermediare è quella di investire su Google AdWords per le keyword relative al proprio brand: quasi tutte le Ota investono su AdWords utilizzando come parole chiave i brand
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delle strutture che hanno a catalogo, in questo modo i loro annunci pubblicitari vengono visualizzati su Google prima del sito ufficiale dell’hotel e gli utenti meno esperti molto probabilmente finiranno per prenotare sui loro portali. Le parole chiave con il nome dell’hotel su AdWords hanno un costo
limitato di pochi centesimi per click. Molto spesso gli albergatori sottovalutano l’importanza delle campagne Ppc su Google AdWords o attivano campagne non ottimizzate, che non producono risultati in termini di prenotazioni e contribuiscono solo a far aumentare i costi del web marketing. POSIZIONAMENTO SUI MOTORI DI RICERCA (SEO) Il posizionamento naturale su Google relativo alle parole chiave che contengono il brand dell’hotel è abbastanza semplice. La prima
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cosa da fare in questo caso è verificare che il sito web ufficiale compaia come primo risultato quando viene cercato su Google il nome dell’hotel. Oltre a ciò, è importante anche investire nel posizionamento di tutte quelle keyword legate alla tipologia di struttura e alla de-
ti e quelli potenziali. L’obiettivo della presenza sui canali social è la riconoscibilità: l’hotel dovrebbe diventare il punto di riferimento in una certa area geografica o per un certo tipo di clientela (ad esempio amanti degli animali, cicloturisti, appassionati di golf ecc.). È fondamentale pianificare una strategia chiara per il social media marketing, identificando le informazioni da comunicare ai propri fan e follower e definire un palinsesto settimanale dei contenuti.
sul sito web dell’hotel i commenti degli ospiti: è consigliabile inserire anche il nome e la città di provenienza di chi ha lasciato il commento. È possibile importare i commenti degli ospiti direttamente da TripAdvisor, Facebook e Booking.com. Se nella struttura è presente un libro degli ospiti cartaceo, una bella idea è fotografare le varie pagine con i commenti dei clienti e pubblicarle sul sito web: ciò contribuisce a trasmettere senso di sicurezza e a dare alla struttura un’immagine “umana”.
stinazione, in modo da intercettare le query dei potenziali clienti sui motori di ricerca. SOCIAL MEDIA MARKETING La gestione dei canali e dei profili social è oggi un’attività indispensabile per una struttura ricettiva. Milioni di persone utilizzano quotidianamente Facebook, Pinterest, Instagram e tanti altri canali social. I social network non contribuiscono a incrementare le vendite in maniera diretta, ma sono utilissimi per la brand awarness e come canale di comunicazione con i clienti acquisi-
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REPUTAZIONE Per un hotel avere una buona reputazione online contribuisce ad aumentare la fiducia dei potenziali clienti verso la struttura. Un’ottima strategia che permette all’hotel di disintermediare è quella di pubblicare
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Leggi anche su www.manageritalia.it
Ripensare gli hotel per i Millennial: consigli pratici http://bit.ly/dir3hotelmillennial
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Un sito poliglotta
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COSA DICONO I DIRETTORI DI HOTEL
Un aspetto da non sottovalutare nella comunicazione del proprio hotel è quello linguistico. Sicuramente l’inglese non può mancare per comunicare a livello globale, ma non basta. Più lingue vengono utilizzate, più si è in grado di soddisfare le esigenze di una clientela internazionale che, non dimentichiamolo, preferisce comunicare nella propria lingua madre. Per esempio, noi abbiamo sperimentato che i clienti brasiliani, russi e giapponesi preferiscono utilizzare le loro lingue. Proprio in quest’ottica stiamo avviando anche un nuovo progetto per implementare il nostro sito mettendo a disposizione la versione in molte lingue. Roberto E. Wirth proprietario e general manager Hotel Hassler Roma
I social avvicinano i clienti I social network rappresentano sicuramente lo strumento più efficace per una comunicazione diretta e interattiva, in grado di creare una relazione one-to-one con i membri della propria community, ingaggiarli e riceverne tempestivamente un feedback. I social creano connessioni tra persone e le aziende sono fatte di persone. Proprio dalla nostra esperienza sui social media, l’utilizzo di tool più dinamici, come i video, le video dirette su Facebook e le Instagram Stories, con protagonisti le persone del team, riscuotono più like e una reach più alta. In altre parole, sono più ingaggianti e nel tempo contribuiscono a rafforzare la reputation positiva dell’azienda e la fiducia nel brand. Palmiro Noschese area director Italy Meliá Hotels International
Collaborare con le Ota Con l’avvento delle Ota gli alberghi hanno spalancato i portoni pensando che con questi canali si potesse aggiungere un ulteriore segmento di prenotazione e che si potesse avere il loro pieno controllo. In realtà quello che è successo è che le Ota si sono impossessate di importanti quote di mercato travasando le prenotazioni dai canali tradizionali, non solo leisure ma anche business. Quando gli albergatori hanno visto crescere a dismisura i costi di prenotazione e, in diversi casi, inalterati i ricavi hanno cercato di porre rimedio. È fondamentale collaborare in modo corretto con le Ota, senza considerarle nemiche e senza essere scorretti con le politiche tariffarie, offrire anche validi motivi alternativi affinché i clienti si possano fidelizzare e optare per le prenotazioni dirette. Damiano De Crescenzo direttore generale Planetaria Hotels
Multicanalità: una strategia vincente È fondamentale utilizzare tutti i mezzi di commercializzazione e promozione idonei che il mercato offre. In Tirolo, per esempio, un buon 25% degli ospiti prenota la sua vacanza affidandosi alla classica agenzia di viaggio. Programmi di fidelizzazione, collaborazioni con piattaforme importanti, come per esempio Lifestyle Hotels, sono altresì molto importanti per un mix omogeneo e vincente. Da quasi 15 anni ci affidiamo a uffici stampa altamente specializzati nel settore alberghiero su ogni singolo mercato al fine di venir considerati nel giusto modo dai mezzi e dalle testate più importanti. Il sito corporate è un utile canale: ben presto ci si concentrerà più sul contenuto e meno sull’estetica. Martha Schultz proprietaria Gradonna Mountain Resort Châlets & Hotel e Dolomiten Residenz Sporthotel Sillian e vicepresidente Camera di commercio austriaca
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LA PAROLA ALL’ESPERTO
UN MONDO SENZA FILTRI La disintermediazione ha attecchito e coinvolgerà sempre più settori, dall’ospitalità ai trasporti, dalla finanza all’informazione. Ne parliamo con Antonio Belloni, autore del saggio Uberization (Egea)
Antonio Belloni (1979) vive a Milano, dove lavora come consulente aziendale. Scrive d’impresa su quotidiani e siti di informazione. È autore di Esportare l’Italia. Virtù o necessità? (2012) e di Food Economy, l’Italia e le strade infinite del cibo tra società e consumi (2014).
Davide Mura
Perché secondo lei oggi c’è sempre più voglia di disintermediazione, di avere una relazione diretta e senza filtri con la clientela? «Perché siamo in un contesto di crisi, per qualcuno di stagnazione secolare, quindi di riduzione dei consumi graduale o repentina. C’è la necessità di risparmiare, ridurre le spese, rendere tutto più semplice per il consumatore. Abbiamo due spinte. Una dal mercato e una dal consumatore. La disintermediazione è una soluzione, la più evidente perché porta velocità, immediatezza, relazione diretta col cliente, quindi è una delle promesse di efficienza che le aziende possono avere». Tra le realtà che ha esaminato nel suo saggio e che fanno leva sulla disintermediazione, qual è oggi la più interessante e innovativa? «Ne avevo già individuata una nel mio saggio precedente, Food Eco-
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nomy, ed era proprio quella del food, perché la disintermediazione attecchisce in maniera felice dove ci sono delle strutture troppo lunghe, obsolete, vecchie, farraginose, complicate, quindi che rallentano il rapporto col cliente, la produzione, la distribuzione e l’informazione. Il caso del food è stato quello più semplice, di più immediata applicazione. Quello che è sotto gli occhi di tutti è il fintech, per esempio quello legato alle banche, che sono strutture vecchie, grandi, lente, che però ha un’applicazione più lenta e particolare perché in questo caso la disintermediazione comporta l’eliminazione diretta dei posti di lavoro. Oltre al food, il turismo è un caso emblematico con Airbnb, in cui si saltano le strutture. La disintermediazione è applicabile ovunque e in alcuni casi è utile, in altri meno utile se non addirittura dannosa. Nel libro ne ho citate due: una ad-
ditiva e una sottrattiva. Additiva significa che se io tolgo un intermediario dalla catena alla fine del percorso ho aggiunto un valore, se invece io tolgo un intermediario e ho un valore inferiore, un percorso più difficile, ho una disintermediazione sottrattiva e dunque negativa. Quella additiva funziona perché ha due apporti positivi, quello per il consumatore e quello per l’azienda, dove ci sono questi due punti di favore. Anche le stesse startup sono una manifestazione di disintermediazione totale, radicale, quindi, invece di tirare via un intermediario, queste ripartono da zero, saltando tutti gli intermediari, qui l’azienda dialoga subito in maniera diretta con il consumatore».
intermediario, però fisiologicamente in quello che ho osservato capita che quelli che disintermediano in maniera totale e saltano gli intermediari diventano essi stessi dei nuovi intermediari, come Google, Amazon, Ebay e Uber. Ci sono due pericoli. Il primo è la commoditization, ovvero che i prezzi delle materie prime che loro comprano, vendono e intermediano si abbassano e diventano armonizzati, normalizzati. L’altro problema è che il primo che arriva generalmente “takes all”: c’è un fortissimo rischio di monopolio di questi nuovi intermediari, proprio perché oggi avere una relazione diretta col cliente diventa un punto di valore decisivo: da qui l’importanza di chi detiene dati e informazioni del cliente».
Quali potrebbero essere gli sviluppi dell’uberizzazione per i prossimi anni? Fino a che punto ci si potrà spingere e quali saranno i settori maggiormente coinvolti? «I settori e i paesi maggiormente coinvolti sono quelli dove ci sono strutture lunghe, particolarmente regolate, ma anche quelli dove ci sono vantaggi competitivi artificiali, dove tu difendi una rendita di posizione, un vantaggio che prima aveva delle ragioni serie di mercato e adesso non le ha più, come nell’esempio più evidente dei taxi: anche queste filiere, questi percorsi verranno disintermediati. Ci si potrà spingere ovunque. È chiaro che il limite è aggiungere o togliere valore. Io posso intervenire anche togliendo più di un
Esistono delle zone d’ombra, delle minacce per i posti di lavoro o degli aspetti su cui è bene porre al più presto limiti e regole? «Ci sono due modi in cui si può prendere la disintermediazione. Tante aziende, la maggior parte, sono consapevoli di avere dei vantaggi competitivi che si sono esauriti, delle strutture troppo lente, grosse, improduttive. Sanno che la disintermediazione è sotto i loro occhi e la rifiutano, chiudono le porte a questa opportunità. Le migliori aziende, come succede col fintech, che col digitale sanno che devono cambiare, non sanno ancora come, però stanno tentando di anticiparla. Alcune funzioni all’interno delle aziende che intermediano vengono
soppresse, ecco allora che più un’azienda riesce a capire dove sono i punti deboli interni e meglio si riesce a gestire non solo le uscite ma anche il job posting e quindi a dire “io cosa faccio con questa funzione aziendale che non mi serve più?”. Il gioco sarà capire dove intervenire. Lei pensi a cosa sta succedendo coi taxi. I taxi avevano tutti gli ingredienti per fare Uber dieci anni fa e l’hanno rifiutato perché sono consapevoli di avere dei vantaggi competitivi artificiosi che difendono la loro struttura, non hanno deliberatamente fatto entrare l’innovazione. L’altro rischio è disintermediare dove non serve, cioè togliere dei passaggi dove invece servono».
Continua a leggere l’intervista a Antonio Belloni su http://bit.ly/dir3belloni
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RETAIL DISRUPTION:
CANADA POST DRIVE THRU L’interessante caso dell’azienda canadese che gestisce la rete di oltre 6.200 uffici-negozi postali con un concept molto innovativo basato su moderne tecnologie di automazione Fabrizio Valente
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L PROCESSO di cambiamento all’interno della società e dei mercati è sempre più veloce. E molto spesso le aziende non si sono ancora rese conto di quanto i clienti, i consumatori, le persone siano cambiate negli ultimi anni. Il retail è uno dei settori maggiormente esposti alla velocità dei cambiamenti, anche per la rivoluzione imposta da web, digital, ecommerce. Nel giro di pochissimo tempo abbiamo assistito a un fenomeno di disruption del settore, ovvero a una vera e propria “rottura degli schemi”. Nell’osservatorio Retail observa di Kiki Lab il termine disruption è un concetto ricorrente e il nuovo concept di Canada Post è un interessante caso di successo che ci aiuta a ridefinire il linguaggio del retail del futuro. Canada Post è l’azienda che gestisce la rete di oltre 6.200 ufficinegozi postali canadesi. Nel 2015 ha lanciato un concept molto innovativo in grado di rispondere
alle esigenze di servizio dei clienti, in costante e veloce evoluzione, rispetto ai format tradizionali. Basato su moderne tecnologie di automazione, riesce a offrire modalità di spedizione e ritiro molto più efficienti, comode e veloci per i clienti, disponibili a orario continuato giorno e notte. In questo modo riesce a interpretare bene le esigenze di “convenience 2.0” dei clienti canadesi, sempre più digitali e abituati all’ecommerce, con conseguente massiccio aumento del volume delle spedizioni. Il nome, Drive Thru, enfatizza la principale innovazione del concept, che offre in realtà anche numerosi servizi aggiuntivi. Drive Thru e servizi cross-canale L’idea del Drive Thru è molto semplice: consentire ai clienti di ritirare i propri pacchi senza scendere dall’auto. Basta entrare con la vettura nella corsia che porta al chiosco accoglienza,
CHI È CANADA POST DRIVE THRU* CANADA POST 6.200
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per uso di FlexDelivery, servizio di scelta negozio per il ritiro acquisti online
*Vincitore dell’Ebeltoft Award 2016-17
Drive Thru, Il servizio per la spedizione e il ritiro di pacchi di Canada Post, è molto innovativo ed efficiente rispetto ai format tradizionali ed è disponibile a orario continuato giorno e notte
scansionare il barcode ricevuto (dal cellulare oppure con una stampa) e poi continuare in auto fino allo sportello drive per ricevere il pacco dal finestrino. Il personale si occupa di caricare i pacchi voluminosi nel bagagliaio. All’interno l’ampia superficie del negozio è stata progettata non solo per offrire ai clienti comodi spazi dove poter anche trascorrere del tempo utilizzando il wifi offerto, ma anche per ospitare pop-up store di retailer che vendono solo online e intendono of-
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Case history frire ai clienti, seppure per un periodo di tempo limitato, l’esperienza anche fisica dei prodotti e della relazione diretta con il brand.
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1. Totem nel parcheggio per il servizio di pick-up automatico dei pacchi: basta scansionare il barcode. 6 2. Consegna di un pacco al Drive Thru. 3. La zona di ritiro del Drive Thru. 4. Il camerino per semplificare e velocizzare i resi degli acquisti online. 5. Ambienti puliti, luminosi, moderni per migliorare la retail experience e stimolare i clienti a esplorare tutto lo spazio e le varie aree e i servizi. 6. Il servizio ship-in-a-click consente di verificare i costi di spedizione, stampare etichette prepagate in modo da saltare le code per la consegna in negozio.
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Spazio fluido per il mix di prodotti e servizi Il concept stimola i clienti attraverso uno spazio aperto per interagire con le diverse aree. Il concetto classico di banco o di sportello, la classica “barriera”, viene superato da isole e aree di interazione aperte che favoriscono un livello di empatia più alto con i clienti. Come nei format tradizionali, il negozio include aree di vendita di prodotti, sia quelli classici postali, sia tutto quello che può servire per impacchettare oggetti da spedire. Con grande attenzione all’efficienza: i francobolli ad esempio sono disponibili tramite vending machine. E anche all’attrattività dello spazio: il “philatelic wall”, col suo modo valorizzante di proporre sia francobolli da collezione che souvenir, e l’ampio uso di digital signage, con numerosi schermi e un grande videowall che presenta costantemente i nuovi servizi offerti da questo concept. Utilizzo self-service 7/24 Oltre al cliente famiglia il concept vuole rispondere alle esigenze di freelance, professionisti con partite iva, piccole attività, aiutando a semplificare, velocizzare e rendere flessibili le varie operazioni.
Per questo si è dotato di sistemi che funzionano 7/24. Il Self-serve parcel kiosk è un totem automatico che consente, tramite il cubing device, di scansionare i pacchi, misurarli e pesarli, in modo da determinare il costo della spedizione. Il cliente effettua il pagamento, riceve un’etichetta adesiva da applicare sul pacco e lo inserisce nel drop-box per la spedizione, ricevendo in cambio una ricevuta e anche uno sconto del 10%. Grazie alla ricevuta è possibile fare un tracking costante dello stato della spedizione. L’induction box invece consente ai clienti di presentarsi in negozio con un pacco, già munito di etichetta prepagata, e inserirlo nello sportello automatico che si apre dopo la lettura del codice. Questo servizio sta avendo un grande successo e ha superato il 50% del volume di spedizioni nell’ultimo periodo delle festività.
che forniscono già nella spedizione le etichette per il reso: sono ancora una minoranza, ma in veloce crescita.
Un camerino per i resi immediati La crescita costante dell’ecommerce di abbigliamento e scarpe comporta costi considerevoli per i resi e le perdite di tempo per i clienti. Il concept ha previsto per questo motivo l’inserimento di un camerino a disposizione dei clienti, che possono così provarsi i prodotti acquistati e decidere subito se tenerli oppure restituirli. Questo servizio è naturalmente utile per gli acquisti da aziende di ecommerce
Un progetto win-win per gli attori coinvolti La consegna è la fase più critica del processo negli acquisti online. Il suo costo è rilevante per i retailer, mentre crescono le aspettative dei clienti di avere consegne gratis e di semplice e flessibile accesso. Il concept Canada Post Drive Thru costituisce un progetto win-win per tutti gli attori coinvolti nel processo delle vendite online: ai commercianti indipendenti che non hanno una logistica ben sviluppa-
Rielaborazione di un’opera di Banksy
Cfmt presenta la terza edizione di Retail Disruption, scenari internazionali e implicazioni per il mercato italiano. Partendo dagli scenari emersi dai principali congress internazionali degli ultimi mesi, verranno approfondite le principali tendenze e i casi di successo che stanno ridefinendo il linguaggio del retail del futuro, per comprendere in che modo questo fenomeno interessi anche il mercato italiano. In collaborazione con
Milano, 4 maggio 2017 Cfmt, Sala Teatro, ore 17.30-20 Per info e iscrizioni: emassaro@cfmt.it
ta consente di usare un luogo disponibile anche durante gli orari di chiusura del negozio; per i clienti rappresenta una comoda alternativa alla consegna a casa e una velocizzazione dei processi di reso; a Canada Post offre la possibilità di rendere più efficienti i processi e ottimizzare i costi. La partnership con i retailer online si può rafforzare anche grazie alla possibilità offerta di aprire pop-up store per loro all’interno dei negozi. I primi risultati sono molto interessanti: anche se il nuovo format impiega il doppio del personale (8 addetti invece di 4) i fatturati sono triplicati rispetto ai format tradizionali delle stesse dimensioni.
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Fisco
LE 10 IMPOSTE CHE CORRONO DI PIÙ I tributi il cui gettito si è accumulato maggiormente dal 2002 al 2015 Nicola Quirino
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OLTO probabilmente il più grande vantaggio che il nostro Paese ha tratto dalla partecipazione al sistema della moneta unica europea è dato dal ridimensionamento del processo inflazionistico e dal conseguente calo dei rendimenti dei titoli del debito pubblico. Com’è noto, i titoli del debito pubblico hanno rappresentato per un lungo periodo di tempo uno degli impieghi più redditizi del mercato finanziario, tanto da assorbire una quota elevata e crescente del risparmio nazionale e da far emergere un nuovo ceto sociale: i cosiddetti bot people. A sostegno di ciò, basti rilevare che nel decennio 1985-1995 i nostri treasury bond hanno garantito tassi di interesse a due cifre, compresi tra il 10 e il 15% in termini nominali (5-6% in termini reali). Se è vero che questi tassi così elevati hanno consentito a molti lavoratori (non solo a quelli delle fasce di reddito medio-alte) di poter disporre di un “gruzzoletto” per la vecchiaia, è anche vero,
però, che alla lunga hanno contribuito ad ampliare gli squilibri della nostra economia, a ridurne le potenzialità di sviluppo e ad esercitare una pressione crescente sulla finanza pubblica. A partire dal 2002, cioè dall’introduzione dell’euro, la situazione è profondamente cambiata, tenuto conto che il rendimento dei titoli di Stato si è ridotto in misura notevole, avvicinandosi nel 2015 alla soglia dello 0,5%. Tuttavia, questo indubbio vantaggio, anziché essere utilizzato per varare le riforme necessarie al consolidamento dell’economia, è stato in gran parte dissipato dalla scellerata politica del “tassa e spendi”. Politica alla quale sono riconducibili molti dei problemi che affliggono il nostro Paese (bassa crescita, scarsa innovazione, diffusa corruzione ecc.), perché essa risponde più a logiche clientelari/elettorali che a criteri di efficienza/efficacia. Senza dimenticare che le continue esigenze di finanziamento della maggiore spesa pubblica hanno spinto il legislatore a introdurre dei balzelli davvero assurdi, quali,
ad esempio, la “tassa sull’ombra” e la “tassa sulla raccolta dei funghi”. Per non parlare dei sistematici rincari dell’accise sui carburanti destinati alla copertura dei più disparati interventi, oppure delle bizzarre proposte di tassare i cani non sterilizzati, l’olio di palma, i defunti… Lo spartiacque del 2008 Per quanto riguarda più in particolare il recente andamento della tassazione, si tenga presente che il periodo compreso tra il 2002 e il 2015 può essere suddiviso in due parti, con lo spartiacque rappresentato dal 2008, l’anno dello scoppio della crisi internazionale. Nella prima parte, che va dal 2002 al 2008, si registra una forte espansione del gettito fiscale (+26,8%), grazie soprattutto all’inasprimen-
to dei tributi regionali e locali. Inasprimento che è essenzialmente una conseguenza della devoluzione di ampi poteri al sistema delle autonomie, anzitutto in materia di tutela della salute. In tale contesto vale la pena rilevare che nel periodo in esame il gettito delle imposte delle amministrazioni regionali e locali è complessivamente aumentato di oltre il 46%, avendo segnato un +94,2% le imposte dirette (addizionali Irpef, tasse automobilistiche ecc.) e un +31% le imposte indirette (Irap, Ici ecc.). Nella seconda parte, che va dal 2008 al 2015, il prelievo mostra invece un significativo rallentamento (+5,4%), solo perché l’impatto della recessione su redditi, consumi, risparmi e investimenti ha sottratto al fisco un’ampia base
imponibile. Trainata dal maggiore gettito delle accise e dal rialzo nel 2011 e nel 2013 dell’aliquota Iva, la pressione fiscale ha comunque continuato a correre a ritmo molto sostenuto, attestandosi nel 2015 su un valore (43,4%) superiore di quattro punti alla media degli altri paesi europei (39,4%). Cumulando le variazioni annue, è possibile evidenziare i dieci tributi il cui gettito si è accresciuto maggiormente nel periodo 20022015. Come si rileva dalla lettura dei dati contenuti nel grafico di pagina 22, al primo posto della graduatoria figura l’imposta sull’energia elettrica e le fonti rinnovabili (con uno sbalorditivo +377,5%), al secondo posto l’addizionale comunale all’Irpef (+298,9%), al terzo l’addizionale regionale all’Irpef (+129,8%), se-
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Fisco
I primi dieci tributi per tasso di crescita del gettito (periodo 2002-2015) Tasso di crescita complessivo (%)
Tasso di crescita medio annuo (%)
377,5%
12,8%
298,9%
11,2%
129,8%
6,6%
105,7%
5,7%
82,7%
4,7%
45,8%
0
2,9%
35,9%
2,4%
34,3%
2,3%
26,5%
1,8%
25,5%
1,8%
50
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Energia elettrica e fonti rinnovabili
Addizionale comunale all'Irpef
Addizionale regionale all'Irpef
Imposta lotto e lotterie
Imposta di bollo
Pubblico registro automobilistico (Pra)
Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)
Imposta sui tabacchi
Imposta sul valore aggiunto (Iva)
Tasse auto pagate dalle famiglie
guita da lotto e lotterie (+105,7%), bollo (+82,7%), pubblico registro automobilistico (+45,8%), Irpef (+35,9%), tabacchi (+34,3%), Iva (+26,5%), tasse auto a carico delle famiglie (+25,5%). Per farsi un’idea di quanto sia aumentata l’incidenza di questi tributi, basti rilevare che, nello stesso periodo di tempo, il reddito nazionale (al netto degli ammortamenti) ha messo a segno un +17,9% a prezzi correnti.
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Pressione fiscale in calo? Nei primi giorni dell’anno i media hanno dato ampio risalto ad alcuni dati del conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche elaborato dall’Istat. Ebbene, dalla lettura di questi dati è emerso anzitutto che nel terzo trimestre del 2016 la pressione fiscale si è attestata in Italia al 40,8%, avendo accusato un calo di 0,2 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Fonte: Elaborazione Manageritalia su dati Istat
Naturalmente si tratta di una notizia positiva, soprattutto perché conferma le tendenze riduttive rilevate anche nel primo e nel secondo trimestre del 2016. Tuttavia non si può fare a meno di notare che di questo passo ci vorranno almeno 20 anni per portare la pressione fiscale del nostro Paese al livello degli altri paesi europei. E purtroppo, come diceva Keynes, «in the long run we are all dead».
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Previdenza
SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA PENSIONISTICO Presentato a febbraio il quarto rapporto sul Bilancio del sistema previdenziale italiano a cura del Centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali Carla Panizza
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RESSO LA CAMERA dei deputati a Roma, per il quarto anno consecutivo, il 15 febbraio è stato presentato il rapporto curato da Itinerari Previdenziali sul “Bilancio del sistema previdenziale italiano - Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza”. Ai presenti è stato offerto un quadro sulla sostenibilità finanziaria e sociale del sistema pensionistico italiano (per la prima volta anche regionalizzata): da un lato sono stati esaminati gli andamenti delle gestioni pubbliche, in termini di entrate contributive e spese per prestazioni previdenziali e assistenziali, e gli inevitabili riflessi sulle variabili economiche; dall’altro sono stati presentati i tassi di sostituzione offerti dal sistema pubblico e le conseguenti opportunità di sviluppo per il welfare complementare. In funzione dell’attuale situazione demografica, è stata analizzata la spesa sanitaria e per la Long term care sia pubblica che privata. In base ai risultati delle proiezioni
relative al sistema pensionistico obbligatorio, nel Rapporto vengono illustrate le tendenze e l’andamento del rapporto spesa totale/pil successivi al 2015 e in una prospettiva di breve e medio lungo termine, anche con riferimen-
to sia alla sostenibilità finanziaria sia all’adeguatezza delle prestazioni. Come già in passato, il rapporto ha evidenziato lo sproporzionato numero di prestazioni assistenziali erogate rispetto a quelle erogate a fronte di una contribuzione. Nel 2015, il 51,34% delle prestazioni erogate dal nostro sistema previdenziale (calcolandole al netto delle integrazioni al minimo) è di tipo assistenziale. Un dato che, se da un
lato non riflette fedelmente la situazione economica generale del Paese, dall’altro lato mostra come siano ancora pochi i risultati conseguiti sul fronte della razionalizzazione di alcune componenti della spesa sociale, in
fino al 2012, anno in cui il ministero del Lavoro ha sospeso questa attività. Il documento, oggi curato da Itinerari Previdenziali, fornisce una visione d’insieme del complesso sistema previdenziale del nostro Paese e una riclassificazione della spesa inserita nel più ampio bilancio dello Stato. Novità e analisi degli elementi del welfare italiano La novità di questa edizione è la ripartizione delle entrate contributive e della spesa pensionistica e assistenziale per singola regione associata alla scansione delle di-
numeri del welfare complementare e integrativo. Tutti elementi che consentono di completare il bilancio del sistema di welfare italiano. Italia: welfare più alto d’Europa È opinione diffusa che la spesa per pensioni sia troppo alta. Non è così: dal bilancio riclassificato, la spesa pensionistica previdenziale, cioè supportata da contributi realmente versati, non è pari al 17% del pil italiano bensì all’11%, perfettamente in linea con lo standard europeo. Inoltre, a differenza di quanto spesso si afferma, in Italia si spende molto di più per il welfare di
La gran parte dei 37 milioni di concittadini (redditi da zero a 20.000 euro annui lordi) sono a quasi totale carico dell’11,28% dei contribuenti che dichiarano oltre il 52% di tutta l’Irpef particolare quelle che, al netto delle indifferibili esigenze di solidarietà sociale, presentano un conto iniquo all’universo dei contribuenti, chiamati a farsi totalmente carico di queste situazioni. Il rapporto rappresenta l’ideale continuazione delle pubblicazioni realizzate dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale
verse tipologie di prestazioni pensionistiche e assistenziali per distribuzione geografica. Nel rapporto sono inoltre analizzati il bilancio dell’Inail, la spesa sanitaria pubblica e privata, i “tassi di sostituzione” offerti dal sistema con proiezioni per differenti carriere e scenari economici e i
quanto si creda: la spesa per prestazioni sociali nel 2015 incide per il 54,13% sull’intera spesa pubblica, comprensiva degli interessi sul debito pubblico. Tale incidenza si attesta, rispetto al pil, al 27,34% e a questa percentuale occorre aggiungere le altre funzioni sociali che portano il totale al 30% circa, cioè uno dei livelli più elevati
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Previdenza IRPEF E PREVIDENZA Contribuenti Redditi 0-15.000 e 18.714.687 (45,96%)
Contribuenti Redditi > 35.000 e 11,28% sul totale
Irpef media annua
% Irpef sul totale
305 e
52,5%
Rapporto occupati/ pensionati
1,388 attivi per pensionato
dell’Europa a 27. Oggi, la spesa sociale cresce molto più rapidamente di quella pubblica totale e del pil, trascinata soprattutto dalla spesa per assistenza che, a differenza di quella pensionistica, non ha regole precise, non ha un monitoraggio efficace e spesso non ha strumenti di controllo. Spesa assistenziale e previdenziale Separare la spesa assistenziale da quella previdenziale è una richiesta che proviene da più parti e da molti anni. Questa operazione non è solo utile in termini contabili, dato che fa chiarezza su spese che sono molto diverse tra loro, ma è anche un esercizio di equità tra chi ha versato e chi no. È necessaria poiché il nostro modello di welfare per finanziare le pensioni prevede una tassa di scopo (i contributi sociali) mentre l’assistenza è finanziata dalla fiscalità generale.
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Dai dati emerge che i primi 18.714.687 contribuenti (pari al 45,96% del totale), di cui 6.821.730 pensionati, dichiarano redditi da zero a 15mila euro e quindi vivono con un reddito medio mensile di poco superiore ai 600 euro lordi, meno di quello di molti pensionati. Questi primi 18.714.687 contribuenti, cui corrispondono 27,9 milioni di abitanti, anche per via delle detrazioni pagano in media circa 305 euro l’anno e si suppone pochissimi contributi sociali, con gravissime ripercussioni sia sul sistema pensionistico (chi pagherà loro la pensione se non versano contributi?) sia sulla futura coesione sociale. Ma chi paga l’Irpef? Chi finanzia il welfare? Partendo dagli scaglioni più alti, con redditi sopra i 300mila euro, troviamo solo lo 0,08% dei contribuenti (poco più di 31mila), che paga però il 4,7% dell’Irpef; sopra i 200mila euro, lo 0,19% che paga il 7,3% dell’Irpef. Con redditi lordi sopra i 100mila euro (meno di 52mila netti) troviamo l’1,04%, pari a 424mila contribuenti, che tuttavia paga il 16,9% dell’Irpef. Sommando a questi contribuenti anche i titolari di redditi lordi da 55mila euro otteniamo che il 4,13% paga il 33,6% e considerando infine i redditi sopra i 35mila euro lordi, l’11,28% paga il 52,5% di tutta l’Irpef. In sintesi, quello che deve preoccupare è che la gran parte dei 37 milioni di concittadini (redditi da zero
a 20mila euro annui lordi) sono a quasi totale carico dell’11,28% dei contribuenti che dichiarano oltre il 52% di tutta l’Irpef. Il carico fiscale sulle pensioni per il 2014, per un totale complessivo di 49,394 miliardi, è stato il livello più elevato di sempre. Un altro dato, importante per la tenuta del nostro sistema pensionistico che funziona secondo lo schema della “ripartizione”, è il rapporto tra occupati e pensionati, che nel 2015 è pari soltanto a 1,388 attivi per pensionato. Infine, il rapporto tra numero di prestazioni in pagamento e popolazione indica che è in pagamento una prestazione ogni 2,627 abitanti: in pratica una prestazione per famiglia, il che fa capire quanto sia sensibile l’argomento pensioni. Nella seconda parte del convegno è stato lasciato spazio alla politica per conoscere il punto di vista dei policy maker verso i settori della previdenza, dell’assistenza e del welfare integrativo, partendo dagli input necessari dal mercato del lavoro per favorire le entrate contributive e come gestire l’impatto della spesa pensionistica e assistenziale sui conti pubblici al fine di favorire sostenibilità e coesione sociale. L’edizione in inglese del rapporto viene inviata ogni anno a tutti gli organismi internazionali in modo che possano avere un quadro sempre più completo e veritiero sul bilancio del sistema previdenziale italiano.
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La nostra hŶŝƚă KƉĞƌĂƟǀĂ Ěŝ ŽƌƚŽƉĞĚŝĂ Ğ ƚƌĂƵŵĂƚŽůŽŐŝĂ esegue ŝŶƚĞƌǀĞŶƟ ĐŚŝƌƵƌŐŝĐŝ Ěŝ ƉƌŽƚĞƐŝ͕ ĐŽŶ ĂůƚĂ ƉƌŽĨĞƐƐŝŽŶĂůŝƚă͕ ƐƚƌƵŵĞŶƚĂnjŝŽŶŝ Ğ ƚĞĐŶŝĐŚĞ ŵŽĚĞƌŶĞ e rivolge ůĂ ŵĂƐƐŝŵĂ ĂƩĞŶnjŝŽŶĞ Ă ƚƵƩĞ ůĞ ĞƐŝŐĞŶnjĞ ĚĞů paziente.
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OSSERVATORIO LEGISLATIVO a cura di Manageritalia
osservatorio
DEBITO PENSIONISTICO E ATTUAZIONE DELL’APE
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l 2 febbraio, presso la commissione Lavoro del Senato, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha dato le comunicazioni sulla situazione del debito pensionistico e sull’attuazione dell’Ape. Su sollecitazione del presidente della commissione che ha chiesto al ministro se vi siano rischi di misure correttive in materia previdenziale, anche imposte dall’Unione europea, e quale sia la sua valutazione sulle forme di governance degli istituti previdenziali, Poletti ha sottolineato che attualmente il sistema previdenziale è in grado di realizzare gli obiettivi finanziari definiti in sede europea. Ha poi affermato che permangono delle problematiche, come le salvaguardie per alcune categorie di lavoratori o l’impatto sociale determinato dall’innalzamento dell’età pensionabile, alle quali si è tentato di dare una risposta grazie all’accordo con le parti sociali del luglio 2016 e con la legge di bilancio 2017. Nello specifico, si è proceduto a una parificazione della no tax area dei pensionati e dei lavoratori dipendenti, all’estensione del cumulo gratuito dei periodi contributivi, alla semplificazione per l’accesso
a pensione dei lavoratori impiegati in attività usuranti, al riconoscimento del lavoro precoce, all’abolizione a regime della riduzione del trattamento pensionistico per chi abbia lasciato il lavoro prima dei 65 anni, all’ampliamento della 14esima mensilità per le pensioni più basse. Il ministro si è quindi soffermato sull’istituto dell’Ape – che a suo giudizio non grava sul bilancio pubblico – e sull’Ape sociale, che essendo un intervento a carattere assistenziale non ha conseguenze sul bilancio previdenziale. Ha affermato che si tratta di interventi pienamente sostenibili e quantitativamente modesti e che in ogni caso al momento non ci sono da parte dell’Unione europea richieste di interventi in ambito previdenziale. Nel mese di maggio i due istituti saranno pienamente operativi. Ha infine confermato l’attività di vigilanza del suo ministero nei confronti dell’Inps. Comunicazioni del ministro in commissione Lavoro del Senato: http://bit.ly/dir3-ministrolavoro
DECRETO MILLEPROROGHE: LE NOVITÀ
I
l decreto Milleproroghe è legge. Diventano dunque definitive le novità inserite nel testo originario del decreto legge 30 dicembre 2016, n. 244, tra cui il raccordo tra le nuove norme sul bilancio e le disposizioni fiscali, l’eliminazione di alcuni adempimenti fiscali e lo slittamento di altri, oltre ad alcune importanti proroghe in materia di lavoro e previdenza. Queste le principali: • è stato rinviato al 2018 l’adeguamento delle pensioni, volto a com-
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pensare l’inflazione che prevede la restituzione dello 0,1% sugli assegni previdenziali. Questo per evitare che dal prossimo mese di aprile scatti la decurtazione prevista dello 0,1% sugli assegni previdenziali. In estrema sintesi, c’è uno 0,1% di inflazione 2014-2015 ancora da recuperare sulle pensioni: l’adeguamento sarebbe dovuto scattare nel 2016 ma, in considerazione dell’inflazione piatta, è stato rinviato per evitare un abbassamento degli assegni;
• è stato rinviato di un anno l’obbligo di recepire le nuove quote di riserva a tutela delle categorie protette (teoricamente in vigore dal 1° marzo 2017): viene rimandata al 1° gennaio 2018 la soppressione dell’art. 3, comma 2, della legge 12 marzo 1999, n. 68. In considerazione di ciò, per il collocamento di disabili presso i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti, continuano ad applicarsi le norme previgenti e l’obbligo di assunzione non scatta se non ci sono
nuove assunzioni. La norma, ancora in essere per tutto il 2017, prevede, nelle aziende da 15 a 35 dipendenti, un anno di tempo per assumere un lavoratore disabile dal momento in cui veniva effettuata una nuova assunzione (la sedicesima); • viene prorogata l’erogazione del sussidio di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi sino al 30 giugno 2017. Il ministero del Lavoro ha annunciato che nel frattempo il governo si impegna a rendere questo sussidio strutturale; • slitta al 12 ottobre 2017 la data di inizio dell’obbligo di comunicazione degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di un solo giorno, oltre a quello in cui è avvenuto l’infortunio;
• i lavoratori rimpatriati hanno tempo fino al 30 aprile 2017 per chiedere le agevolazioni fiscali previste dal decreto internazionalizzazione (abbattimento imponibile 70%); • si estende fino al 31 dicembre 2017 l’esclusione dalla base imponibile Irpef dei sussidi occasionali, delle erogazioni liberali o dei benefici di qualsiasi genere, concessi sia da parte dei datori di lavoro privati a favore dei lavoratori residenti nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 (elencati negli allegati del decreto legge 189/2016), sia da parte dei datori di lavoro privati operanti nei predetti territori a favore dei propri lavoratori, anche non residenti nei predetti comuni; • si differisce al 31 dicembre 2017 il
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i o fi nan ncio di tà di v ziar i o 2 p re v i s o t o io 017 e pe ne 2016, n. 244: r il V 9.
DL 30 dicembre OLU ME http://bit.ly/dir3milleproroghe I
NO AI CONTROLLI INDISCRIMINATI SU EMAIL E SMARTPHONE AZIENDALI Il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato la newsletter n. 424 del 17 febbraio 2017, con la quale, tra le altre cose, ha ribadito che l’accesso in maniera indiscriminata alla posta elettronica o ai dati personali contenuti negli smartphone in dotazione al personale da parte del datore di lavoro è un comportamento illecito. Il Garante della privacy, nel caso specifico, ha vietato a una multinazionale l’ulteriore utilizzo dei dati personali trattati in violazione di legge. La società potrà solo conservarli per la tutela dei diritti in sede giudiziaria. Nel disporre il divieto, l’Autorità ha affermato che il datore di lavoro, pur avendo la facoltà di verificare l’esatto adempimento della prestazione professionale e il corretto utilizzo degli strumenti di lavoro da parte dei dipendenti, deve in ogni caso salvaguardarne la libertà e la dignità, attenendosi ai limiti previsti dalla normativa. La disciplina di settore in materia di controlli a distanza, inoltre, non consente di effettuare attività idonee a realizzare, anche indirettamente, il controllo massivo, prolungato e indiscriminato dell’attività del lavoratore. I lavoratori, poi, devono essere sempre informati in modo
chiaro e dettagliato sulle modalità di utilizzo degli strumenti aziendali ed eventuali verifiche. Garante per la protezione dei dati personali: www.garanteprivacy.it
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Comunicazione
LA NUOVA GALASSIA DELL’INFORMAZIONE Marketing, pubblicità, tv e virtualità: il web ha rivoluzionato il modo di comunicare. Errori da evitare, nuovi paradigmi e modelli di eccellenza da prendere come esempio per essere efficaci Alberto Contri
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IVIAMO anni molto complicati, per non dire difficili. Non è più tempo di grandi sogni, ma di paure. Incombe il terrorismo, il riscaldamento globale, l’instabilità politica. A una a una si affievoliscono le certezze consolidate, si appannano metodi sicuri che se ben applicati garantivano il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Sono già passati 26 anni da quando Tim Berners Lee, il 6 agosto 1991, mise online il primo sito web, eppure continuiamo a chiamare ancora “nuovi media” le invenzioni che da allora si susseguono sulla rete. Un numero crescente di ragazzi, giovani, adulti, stanno incollati, come stregati, al loro ultimo smartphone. Più che dal contenuto, lo spettacolo sembra essere costituito dalla tecnologia. Nel momento in cui scrivo, il sito www.internetlivestats.com ci informa che sono stati venduti oggi 4 milioni di smartphone, sono stati visti su Youtube quasi 6 miliardi di video, sono state spedite 230 miliardi di email. Ci sono quasi 2 miliardi di user attivi di Facebook e 1,150 miliardi di siti internet attivi che generano un consu-
mo di oltre 50.000 GB al secondo. Sono cifre da capogiro. Sono passati circa 60.000 anni da quando l’uomo di CroMagnon (il primo ad essere molto simile a noi) ha cominciato a parlare. La comparsa del linguaggio orale può essere considerato il primo grande breaktrough (rottura evolutiva) avvenuto nella storia della comunicazione tra uomini. Ma ci sono voluti ben 50.000 anni circa prima che si potesse assistere a un nuovo grande breaktrough, la nascita della scrittura, a opera dei Sumeri, dei Cinesi e degli Egizi, verso la fine del 1500 a.C., quando fu codificato anche l’alfabeto fenicio. Dovranno passare altri 3.000 anni per arrivare al 1455 quando, a Magonza, Johannes Gutenberg riuscirà a stampare la prima Bibbia a grande tiratura con la tecnica dei caratteri mobili fusi in piombo. Indubbiamente un altro assai significativo breaktrough. Un nuovo Big Bang Passano altri quattrocento anni finché, da un certo punto in poi,
nella prima parte dell’800, accade qualcosa di importante, una sorta di nuovo Big Bang: si scatena un’improvvisa accelerazione che non ha mai smesso di correre, come dimostrano i numeri del contatore di Livestats: in poche decadi si passa dalla prima fotografia della storia al primo messaggio telegrafico, alla prima telefonata, alla prima proiezione cinematografica, all’immissione sul mercato della prima macchina fotografica popolare, alla nascita dei quotidiani e delle loro concessionarie, allo sviluppo della radio e poi della tv. Con la digitalizzazione dei segnali all’inizio degli anni Settanta e la diffusione del personal computer,
a opera di Olivetti, Microsoft e Apple, inizia un periodo di ulteriore accelerazione che porterà negli anni Novanta a un nuovo Big Bang, con la nascita del web e di tutte le sue applicazioni, fino ad allora inimmaginabili. A pensarci bene, è come se una lunghissima molla che aveva cominciato a comprimersi molto lentamente decine di migliaia di anni fa oggi si stia comprimendo sempre di più, con effetti addirittura clamorosi. In questo inizio secolo tutto è avvenuto talmente in fretta che molti non sono riusciti a sfruttare appieno le potenzialità delle innovazioni messe in gioco, come dimostrano gli affanni degli editori della carta stampata e della tv ge-
L’interattività, tipica del web, ha modificato e sta modificando non solo il modo di fruire i media e gli audiovisivi, ma anche il modo di consumare, acquistare, informarsi, divertirsi
neralista, perché il rivoluzionario meccanismo dell’interattività tipico del web ha modificato e sta modificando non solo il modo di fruire i media e gli audiovisivi, ma anche il modo di consumare, acquistare, informarsi, divertirsi. Ha
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Comunicazione scritto Seth Godin, uno dei più acuti guru del marketing moderno: «Di colpo, l’imperativo “spendi in tv fino all’ultimo centesimo” non ha più funzionato». E questo fenomeno fa sì che migliaia di uomini di marketing (e le loro marche) con in testa soltanto la televisione siano paralizzati e disorientati… Dipendono dalla massa, ma la massa non c’è più. Nel frattem-
Più le cose si complicano, più occorre tornare a faticare per trovare l’insight giusto, individuare quella Unique selling proposition che è stata troppo presto dimenticata
po le agenzie di pubblicità hanno smesso di essere quella fucina di creatività simile a una bottega rinascimentale e si sono concentrate sull’acquisto degli spazi pubblicitari. Complessivamente c’è stata una corsa a difendere ciascuno un pezzetto della propria rendita di posizione, perdendo la visione di insieme. Inoltre una tecnica già complessa come il direct marketing è stata completamente rivoluzionata dall’ingresso prepotente dell’interattività in ogni attività quotidiana, mentre la stessa reputazione delle imprese dipende sempre di più da ciò che i consumatori e gli utenti dicono delle marche sulla rete. Si è passati dalla comunicazione da uno a tutti a quella da tutti a tutti, mentre è esplosa la moda del virale, che per sua natura è incontrollabile, come ogni virus. A complicare le cose,
sta esplodendo un problema di carattere antropologico, perché un crescente numero di consumatori e utenti vive distrattamente, fa fatica a concentrarsi, segue solo ciò che lo diverte. Cambiano i paradigmi In estrema sintesi si tratta di praticare un sano “back to basics”. Più le cose si complicano, più occorre tornare a faticare per trovare l’insight giusto, individuare quella Unique selling proposition che è stata troppo presto dimenticata. Sapendo che l’entropìa del sistema sta aumentando sempre di più e la comunicazione virale provoca una pericolosa distorsione nei messaggi, soltanto l’individuazione di un concetto molto forte (pari a un virus dal nucleo potente) potrà consentirgli di arrivare indenne e identico all’ulti-
Nel suo ultimo libro McLuhan non abita piu qui? I nuovi scenari della comunicazione nell’era della costante attenzione parziale Alberto Contri dà spazio a ogni aspetto della comunicazione attuale: dalla fine del generalismo ai nuovi modi di fare pubblicità e business, dalla centralità del fattore-tempo alle implicazioni comportamentali. La comunicazione oggi è da tutti a tutti, mentre è esplosa la moda del virale. A complicare le cose, si aggiunge un problema di carattere antropologico, perché un crescente numero di consumatori e utenti vive distrattamente, fa fatica a concentrarsi, segue solo ciò che lo diverte. Eppure c’è un modo per riuscire a navigare in un mare così in tempesta: nel saggio è spiegato con dovizia di particolari e con il supporto di case history che si possono vedere all’istante, grazie al fatto che il testo è accompagnato da QR Code che consentono di vedere sul proprio smartphone le campagne e i video in questione.
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mo consumatore nonostante i molteplici assaggi. Altro punto importante è abbandonare gli schemi tradizionali. Non esiste più Above the line e Below the line, dipende. Si possono investire cifre enormi nei classici spazi pubblicitari del Superbowl per il lancio di Old Spice (per proseguire poi però con un assai mirato approccio al marketing digitale), oppure si può spendere quasi nulla come Blendtec, indovinando una promozione sul sito aziendale a un tempo fuori di testa ma sempre coerente nel dichiarare la potenza delle lame dei loro frullatori. Si può spendere tutto nell’organizzazione di un flashmob, come ha fatto T-Mobile, fidando nel fatto che i partecipanti si sarebbero incaricati di diffondere all’universo mondo via social network l’emozione vissuta. Ci si può tuffare nel branded entertainment come ha fatto Ikea, pubblicando sul proprio sito oltre 300 puntate da sei minuti di una web-serie ambientata in un punto vendita dell’Illinois, talmente divertente che a ogni puntata c’erano oltre 1,5 milioni di spettatori ansiosi di vederne il seguito e che dichiaravano su Facebook di rivedere ogni puntata almeno tre volte. Inoltre occorre ripensare radicalmente l’approccio alla Csr, applicata troppo spesso in maniera strumentale. Persino la comunicazione sociale va notevolmente aggiornata (nel
mondo ci sono esempi semplicemente fantastici) e occorre tenere d’occhio imprese leader come Procter & Gamble, Dove, Cheerios, Hyundai, Coca Cola, che stanno cominciando assai sapientemente a utilizzare come carrier i valori sociali per promuovere i propri brand e migliorare la propria reputazione. Obiettivo human satisfaction Le nuove opportunità offerte dai media digitali ci pongono davanti a un bivio: trasformare consumatori e cittadini in numeri di un data-base, in oggetti di comunicazioni assillanti e invasivi, in similautomi eterodiretti da algoritmi, con un linguaggio primordiale sempre più schematico e impoverito, oppure in interlocutori attivi delle imprese, dei media, della società, sempre più dotati di senso critico e padroni della tecnologia a
loro disposizione. Se l’obiettivo del marketing smette di essere la mera vendita per puntare più che a una customer satisfaction a una human satisfaction (che significa benessere integrale, per dirla con Farinet), diventa sempre più necessario che le imprese, le agenzie di pubblicità e i media si impegnino nell’applicare seriamente una reale responsabilità sociale, segnatamente nell’accezione di Francesco Perrini, direttore della Csr Unit della Bocconi: «È necessario considerare la Csr non come uno sforzo addizionale, bensì come un comportamento legato alla normale gestione dell’impresa». In caso contrario, il marketing, la pubblicità e il business finiranno per divorare se stessi, mentre algoritmi gestiti da pochi governeranno il mondo come un nuovo opprimente Grande Fratello. E l’Armageddon sarà davvero alle porte.
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Comunicazione
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ARS MEDICA DENTISTICA, si è recentemente dotata della tecnologia computerizzata, ovvero del sistema più avanzato nell’esecuzione di restauri protesici (sia in ceramica che in zirconio) che garantisce la massima precisione e rapidità. L’elevatissimo livello di dettaglio e di molatura degli elementi protesici si raggiunge grazie alla rilevazione digitale delle impronte tramite uno scanner ottico, che consente olt retutto di eliminare il fastidio dell’inserimento di materiale da impronta nella bocca e di facendo un confronto con i denti contigui. L’immagine 3D scansionata, dopo l’elaborazione digitale, viene inviata al fresatore e, in tempi ridottissimi (generalmente in meno di un’ora) viene realizzata la protesi con un’accuratezza mai raggiunta in precedenza, pronta per essere posizionata nella bocca, con risultati estetici naturali e di altissima qualità.
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Contratto
SE LO CONOSCI, LO CERCHI Il ccnl del terziario è un vero alleato nelle sfide che la professione ci propone Enrico Pedretti
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D
OPO AVER AMPIAMENTE PARLATO in queste pagine e sul nostro portale manageritalia.it delle novità dei recenti rinnovi del contratto che Manageritalia gestisce per i dirigenti del terziario (commercio, trasporti, alberghi Federalberghi e Aica, agenzie marittime e magazzini generali), è importante guardarlo nella sua globalità. Perché tutti i dirigenti devono sfruttarlo appieno in ogni momento della loro vita professionale e personale. Troppe volte, infatti, ci è capitato di sentire dirigenti affermare “se l’avessi saputo prima” riferendosi a una delle tante situazioni che il contratto contempla, norma e risolve in tutto o in parte.
QUANDO LA CONSULENZA CONTRATTUALE È DETERMINANTE INGRESSO
prima di firmare un nuovo contratto
- Controllo contratto individuale di assunzione - Patto di non concorrenza - Periodo di prova - Retribuzione variabile - Responsabilità legate al ruolo - Contratto a termine
SVOLGIMENTO
mentre sei in azienda
- Trasferimento della sede di lavoro e trasferte - Orario di lavoro, ferie, aspettative, malattia e infortunio, maternità e paternità - Cambio di ruolo e di responsabilità
CESSAZIONE
in uscita dall’azienda
- Dimissioni volontarie e/o per giusta causa - Accordo consensuale - Licenziamento
Questo, parlando della professione, non succede solo nei momenti difficili, quando ci capita di uscire, volenti o nolenti, da un’azienda che non ci piace o non ci vuole più. Ma avviene ancora più spesso nelle situazioni positive: abbiamo una valida opportunità nella nostra azienda (maggiori responsabilità, trasferimento all’estero) o in un’altra o vogliamo valutare opzioni imprenditoriali di partnership o simili. È poi altrettanto determinante essere supportati nel valutare – prima di firmare un nuovo contrat-
to – un patto di non concorrenza, un possibile contratto a termine, la continuità previdenziale, le condizioni e i benefit aggiuntivi per noi e la famiglia in caso di espatrio. O ancora, quando vogliamo intraprendere progetti di sviluppo per noi e/o per il management aziendale, possiamo contare – oltre a quanto previsto e finanziato dall’azienda – sul Cfmt , il Centro di formazione management del terziario. Anche nelle situazioni difficili, come dicevamo, capita di firmare un’uscita senza consultare preventivamente le Associazioni di Manageritalia, perdendo troppo spesso parte di quanto previsto dal contratto in termini di indennità e di supporto per il ricollocamento (l’outplacement pagato dall’azienda che spetta a chi esce
FORMAZIONE E POLITICHE ATTIVE
SANITÀ
PRESTAZIONI - Seminari, convegni e workshop, percorsi, starting per neo dirigenti, master - Formazione in aula, in azienda e a distanza - 5 attività formative per l’anno successivo all’uscita dal contratto
BENEFICIARI Dirigente, coniuge o convivente, figli (fino al 26° anno di età) ed eventuali genitori a carico.
PRESTAZIONI Outplacement (voucher per percorso di ricollocazione)
PRESTAZIONI Tutte quelle principali privilegiando la forma diretta (a carico del dirigente: fisioterapia 0%; spese medico-chirurgiche 15%; diagnostica/visite specialistiche 20%; odontoiatria 30%) in strutture convenzionate a quella indiretta (rimborsi da tariffario).
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Contratto per licenziamento o accordo consensuale).
Welfare contrattuale Lo stesso vale a livello personale, per noi e la famiglia, per aspetti quali sanità, previdenza e copertura rischi su cui tutti dovremmo agire a ragion veduta e consci di quello che abbiamo (e qui il contratto offre tanto) e degli obiettivi che ci poniamo. Nel caso della sanità possiamo contare sul Servizio sanitario na-
COPERTURA RISCHI
PRESTAZIONI - Temporanea caso morte - Invalidità permanente da malattia - Esonero pagamento premi - Long term care - Assicurazione Ponte - Tutela legale
PRESTAZIONI Polizza infortuni professionali ed extraprofessionali
PREVIDENZA
PRESTAZIONI - Liquidazione pensione in rendita e/o in capitale - Riscatto della posizione individuale e agli eredi - Conferimento facoltativo del tfr
PRESTAZIONI Capitale differito
zionale e sull’assistenza integrativa contrattuale Fasdac e dobbiamo eventualmente valutare come integrarlo con servizi complementari offerti dall’azienda e/o reperibili sul mercato. Per la previdenza abbiamo l’Inps, la previdenza integrativa contrattuale del Fondo Mario Negri,
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con gli eventuali e convenienti conferimenti del tfr, e la capitalizzazione differita dell’Antonio Pastore. Ogni anno grazie al contratto accantoniamo circa 11mila euro sui nostri conti previdenziali individuali. È da qui che dobbiamo partire per valutare se e come fare di più. Stesso discorso per la copertura da rischi vari. Oltre a quanto previsto a livello pubblico (Inail), il contratto ci copre con le specifiche prestazioni dell’Antonio Pastore: tem-
poranea caso morte, invalidità permanente da malattia, esonero pagamento premi, Long term care, Assicurazione Ponte e tutela legale. A questo si aggiunge l’obbligo contrattuale per l’azienda di stipulare per ogni dirigente una polizza infortuni professionali ed extraprofessionali.
Questo è il quadro sintetico di quello che il contratto dirigenti offre, integrandosi con quanto abbiamo a livello pubblico ed eventualmente previsto dall’azienda. Solo alla luce di questo possiamo utilmente valutare se e come personalizzare ulteriormente servizi e tutele nei vari ambiti.
Rappresentanza contrattuale Manageritalia, che ha stipulato nel 1946 il primo contratto, lavora quotidianamente per svilupparlo seguendo, o meglio anticipando, i mutamenti in atto nel mondo del lavoro, a livello legislativo e di welfare state. Cerchiamo nuove soluzioni alle opportunità e ai bisogni che individuiamo grazie ai tanti dirigenti che frequentiamo e a quelli che fanno parte degli organi direttivi e dei gruppi di lavoro della Federazione e delle Associazioni, che ci permettono di vivere sul campo l’evolvere del mondo del lavoro manageriale. Lo facciamo anche grazie all’intelligente partnership con le nostre controparti, che va ben oltre un’oculata gestione dei fondi contrattuali. Non è un caso che la formazione sia entrata nel contratto sin dal 1992 con il Cfmt, che per primi abbiamo introdotto la Long term care nel 2001, quando in Italia non si sapeva quasi cosa fosse. Così come sin dal 1998 abbiamo introdotto nel contratto l’outpla-
Carlo De Lellis CASSA INTERAZIENDALE DI ASSISTENZA SANITARIA
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Contratto
PER SAPERNE DI PIÙ Oltre al portale www.manageritalia.it rivolgersi a ASSOCIAZIONI MANAGERITALIA Informazioni e consulenze sul contratto e il welfare contrattuale (Fasdac, Fondo Mario Negri, Cfmt, Associazione Antonio Pastore) ASSIDIR (agente assicurativo di Manageritalia) Informazioni su Antonio Pastore e copertura rischi XLABOR (agenzia per il lavoro Manageritalia) Informazioni e accompagnamento al percorso di ricollocamento (outplacement)
SERVIZI PROFESSIONALI E PERSONALI Consulenza contrattuale (contratto dirigenti parte normativa e welfare e altri contratti), legale, previdenziale (Inps), fiscale (Caaf 50&Più) AskMit, consulenza online in 48 ore con avvocati, fiscalisti, giuslavoristi, notai e commercialisti Consulenza e prodotti assicurativi per rischi professionali e personali Servizi per la professione (career counseling, coaching, check up retributivo, Banca dati…) Convenzioni commerciali, sanitarie, professionali Eventi manageriali e ludico-culturali Informazione (DIRIGENTE, www.manageritalia.it)
DOVE presso le 13 Associazioni (e le 10 delegazioni) territoriali Manageritalia, in area pubblica o riservata del portale www.manageritalia.it
cement (rafforzato e ampliato proprio nell’ultimo rinnovo). Da lì nascono le politiche attive per supportare la fase di ricollocamento e per arrivare a offrire, a livello contrattuale, ma anche extracontrattuale, supporti personalizzabili per lo sviluppo professionale. Lavoriamo perché il contratto sia il migliore strumento per i dirigenti di oggi e di domani, senza dimenticare chi lo è stato in passato. Infatti, la solidarietà è uno dei cardini del contratto e della nostra
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azione, perché essere in tanti ci permette di trovare sul mercato il meglio a prezzi inarrivabili dai singoli e di non scartare mai nessuno, qualsiasi cosa gli succeda.
Consulenze e servizi contrattuali Per dare valore a tutto questo e soprattutto ai dirigenti vogliamo fare di più. Vogliamo aumentare il ricorso dei dirigenti alla nostra consulenza perché possano sfruttare appieno il valore del loro contratto.
Per questo comunichiamo e informiamo con il mensile Dirigente, il portale manageritalia.it e i tanti momenti di incontro sul territorio dentro e fuori le Associazioni. Ma non basta, perché i dirigenti sono presi dal loro lavoro, perché il nostro contratto e la professione manageriale sono oggi sempre più complessi e impossibili da gestire in modo standard. Anzi, oggi, in qualsiasi ambito, la qualità sta nel dare al cliente tutto quanto serve per capire quando, come e
dove rivolgersi per ottenere il meglio dal servizio offerto. Questo è il nostro obiettivo, esserci sempre quando serviamo, quando siamo utili e spesso indispensabili per cogliere le opportunità e superare le minacce.
Consulenze e servizi professionali Siamo però consci che non tutto quanto serve al dirigente, ancor più in un contesto rapido e mutevole quale quello odierno, può essere parte di un contratto nazionale di lavoro. Ecco perché da tempo sviluppiamo anche servizi in ambito pro-
fessionale (per esempio career counseling, coaching, check up retributivi, copertura rischi professionali ecc.). Ecco perché abbiamo lanciato il servizio online di consulenza qualificata AskMit: un filo diretto con avvocati, fiscalisti, giuslavoristi, notai e commercialisti. Questi e altri sono i modi per rispondere e dare forza alla nostra community manageriale. Ecco perché, oltre all’informazione, puntiamo su consulenze e servizi capaci di rispondere online e offline, nel modo più user friendly possibile, ma sempre con la massima qualità, alle necessità dei ma-
nager associati. Insomma, il contratto lo gestiamo per tutti, l’informazione è in alcuni casi pubblica, in altri riservata agli associati, ma la consulenza e i servizi di qualità volti a sfruttare nel modo più efficace il contratto e a integrarlo li offriamo solo ai nostri associati. Tutto questo soprattutto per dare valore al management. Per soddisfarlo rispondendo ai suoi bisogni, ma anche facendolo partecipe e protagonista di un’azione che valorizza il suo ruolo e porta il suo contributo, oltre all’azienda, alla crescita economica e sociale del Paese.
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Gentile Iscritto/Assistito, La informiamo che dal 2003 opera a Monza lo Studio Dentistico Sorriso & Salute, convenzionato FASDAC. Per tutti gli Iscritti/Assistiti FASDAC: nei mesi di Gennaio, Febbraio,Marzo, dedicati alla prevenzione dentale,
60 € anziche’ 80 € sul trattamento per la pulizia del tartaro. Convenzionato direttamente con FASDAC, di tutta la procedura del rimborso se ne occupa lo Studio. FASDAC rimborsa al paziente il 70% delle spese sostenute. Direttore Sanitario Dott. S. Paduano Via Gaslini, 1 Monza Tel. 039.2022489 / 347.2298071
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Economia
REDDITO DI CITTADINANZA Dibattito politico e sperimentazioni in corso Romano Benini
C
OME CONTRASTARE la disoccupazione e combattere la povertà? Questa esigenza sta riportando in molti paesi l’attenzione sugli strumenti del reddito di cittadinanza. Esiste una discussione aperta tra le forze politiche e sindacali, ben presente anche in Italia, mentre alcuni paesi hanno provato a introdurre forme di sperimentazione. Nei mesi scorsi in Svizzera è stato bocciato un referendum per l’introduzione anche in questo paese, che non ha certo particolari problemi di povertà o disoccupazione, del diritto al reddito di cittadinanza per i disoccupati. L’intervento svizzero, il cui costo era stato valutato in alcune decine di miliardi di euro, ha scatenato un forte dibattito e alla fine è stato bocciato dagli elettori. Il caso Finlandia La notizia più recente riguarda invece la Finlandia, un paese avanzato sia per le condizioni economiche sia per le politiche del lavoro, che intende sperimentare un intervento di reddito di cittadinanza per cinquemila disoccupati estratti a sorte. La misura, secondo gli inten-
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ti del governo, avrà carattere sperimentale in quanto è destinata a persone con basso reddito e capovolge il principio chiave delle politiche del lavoro europee, quello della condizionalità. Infatti non è previsto l’obbligo di accettare una proposta di nuovo lavoro e i cittadini non dovranno fornire spiegazioni o giustificazioni sul modo in cui spenderanno i soldi. Una misura che può sembrare biz-
zarra, ma che si giustifica come assistenziale, per alleviare la povertà in un paese che ha poco più di duecentomila disoccupati e che in realtà è una misura sussidiaria e aggiuntiva a quelle di politica attiva obbligatoria per i disoccupati finnici. Si tratta quindi di un intervento di carattere assistenziale, per fasce di disoccupati deboli e volto a favorire l’accettazione di una nuova proposta di lavoro anche a basso reddito. Infatti questo assegno, che ammonta intorno alle 560 euro al mese, viene mantenuto anche in caso di nuovo lavoro. La riflessione che può essere utile, a commento e spiegazione di questa scelta del governo finlandese, è che questa misura non introduce un
elemento di assistenzialismo in un paese che ha una forte tradizione di politiche attive del lavoro. Si tratta in realtà di un intervento di mera integrazione al reddito, volto anche a favorire l’accettazione da parte dei disoccupati di un impiego a basso reddito il cui importo viene integrato dall’assegno. È la contraddizione dei paesi a welfare avanzato e in cui l’indennità di disoccupazione è talmente alta da disincentivare l’accettazione di un nuovo lavoro non molto retribuito. E l’Italia? Non è certo questo l’ambito di riflessione sul reddito di cittadinanza che riguarda l’Italia e altri paesi
mediterranei. Il reddito di cittadinanza propriamente detto è infatti una misura di integrazione al reddito, per disoccupati ma anche per i cosiddetti “poor worker”, i lavoratori a basso reddito, aggiuntiva e non sostitutiva degli interventi di politica attiva. E infatti è presente come sperimentazione e in alcuni casi anche come istituto per specifici target in paesi che hanno un avanzato sistema di affiancamento e attivazione obbligatoria del disoccupato. Un paese come l’Italia, che ha circa 9 milioni di persone in povertà e in cui almeno il 30% di queste sono cittadini che lavorano, può avere bisogno di pensare a un intervento di questo tipo. L’istituzione del reddito di inclusione come misura strutturata prevista dal governo dopo l’istituzione del Sia, il Sostegno all’inclusione attiva, va in parte in questa direzione. Tuttavia il problema per l’Italia è un altro: in assenza di un sistema nazionale ed efficace di attivazione obbligatoria del disoccupato e in presenza di un mercato del lavoro in cui l’incontro tra domanda e offerta in buona parte sfugge ai servizi per il lavoro, diventa difficile ragionare su forme successive di reddito di cittadinanza, in quanto appare ancora debole la base di politica attiva su cui si collocano. Prima si attua davvero l’assegno di ricollocazione e poi ha senso parlare di redditi di cittadinanza per i lavoratori e i disoccupati più poveri.
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Lavoro Mondo manageriale del lavoro
I
n Gran Bretagna il mercato manage-
me un elemento di marketing interno
riale è aperto e caratterizzato da com-
ed esterno, di employer branding, per
portamenti organizzativi tipici “loca-
poi scoprire che questi processi hanno
li”, ma soprattutto da un mindset inter-
costi proibitivi. Si finisce così, ancora di
nazionale.
più dopo la Brexit, per privilegiare ma-
Londra, in particolare, è un melting pot
nager locali solo per motivi economici
professionale (così come sociale) carat-
oltre che di pressione politica e fiscale
terizzato da carriere internazionali e po-
protezionista.
litiche attive di diversity management, Fino a pochissimo tempo fa la Gran Bre-
Caratteristiche del manager londinese
tagna era la prima scelta in termini di
Il manager londinese è abituato a ragio-
destinazione per gli italiani ma, a diffe-
nare per obiettivi di breve termine e a
renza dei rumeni e polacchi (unici più
essere valutato su indicatori soprattutto
numerosi a Londra), non sono venuti so-
finanziari. Tende a separare attività e
lo a studiare o alla ricerca di lavori ope-
comportamenti professionali dalla sfera
rativi, ma per iniziare attività imprendi-
personale. È orientato ai risultati, è affi-
toriali o assumere posizioni manageriali.
dabile e di solito molto cauto nelle rela-
Spesso per un manager, in una realtà co-
zioni, preferendo partire da un approc-
me Londra, la differenza nello sviluppo
cio distaccato. È molto attento alla pre-
della carriera non la fa la competenza
cisione e alla puntualità. Le relazioni e i
specifica o la provenienza di genere,
comportamenti organizzativi interni alle
geo-culturale, di età, bensì la provenien-
corporation sono formali e improntati
za da un head quarter piuttosto che da
alle policy aziendali. Importanti le gerar-
una branch e il bilanciamento degli step
chie e le lobby interne.
professionali (mobilità internazionale) in
Rispetto agli standard italiani i processi
tal senso.
decisionali sono più veloci per effetto
Le opportunità sono ancora elevate per
della maggiore delega di cui di solito i
manager di ogni provenienza, ad esem-
manager inglesi godono.
pio nel financial service, nel lifestyle e nei
Esiste una chiara attribuzione di ruoli
servizi digitali. E sono opportunità strut-
che facilita la velocità di implementazio-
turali per il fatto che è sempre importan-
ne di decisioni a tutti i livelli.
perlomeno formalmente.
UK: PROFILO DEL MANAGER E MERCATO Fabio Ciarapica
te per le grandi organizzazioni interna-
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zionali basate in Uk dimostrare le pro-
Il manager italiano in Uk
prie credenziali globali attraverso un ta-
Per un manager italiano a Londra, la dif-
lent management centrato sulle diversi-
ferenza quindi la fanno le soft-skill e la
tà/integrazioni culturali dei propri dipen-
propensione allo stile manageriale “in-
denti.
ternazionale”. Per performare occorre
Purtroppo le corporation pensano a im-
presidiare lo stress management, il co-
plementare questa diversity con pro-
mando dei diversity mindsetting con cui
grammi internazionali di mobilità (di cui
si deve interagire all’interno dell’orga-
Londra è contemporaneamente un ge-
nizzazione, la lettura dei geo/trend di
neratore e un terminale) soprattutto co-
customer experience del proprio settore
di riferimento, l’innovazione digitale.
Relocation
le responsabilità, i target, il rapporto
A Londra, negli head quarter delle mul-
Il manager londinese difficilmente pren-
work-life balance.
tinazionali, il manager deve esaltare le
de in considerazione relocation nel Re-
proprie capacità di comprensione
gno Unito.
dell’organizzazione “below the line” e
Diverso il tema europeo, dove i manager
Come è visto il manager italiano
di networking o lobbying…
si spostano senza problemi, soprattutto
Essendoci una grandissima diversità cul-
Paradossalmente, i senior possono ave-
nel nord Europa. Da valutare natural-
turale nelle aziende, il manager british
re difficoltà di integrazione perché van-
mente il tema Brexit.
non ha una chiusura a priori verso il ma-
no incontro a sacrifici personali (come la
Londra è molto grande e sul middle ma-
nager italiano.
famiglia ecc.), ma anche perché le cor-
nagement le ricerche sono effettuate
Abituati a cadenze e accenti stranieri
poration sono guidate da risultati di
per “quadrante” cittadino. La reloca-
molto marcati, non si aspettano nean-
short term e indicatori finanziari o eco-
tion quindi fa parte della normalità. I co-
che un altissimo livello linguistico, ma è
nomici o dalla valorizzazione delle com-
sti della metropolitana sono gestiti co-
importante la fluency. Bisogna però an-
petenze. E non sempre il rapporto total
me un benefit o vengono finanziati
che sapere che l’italiano è considerato,
rewarding/costo della vita per manager
dall’azienda sui profili intermedi…
a livello medio-basso, impreciso e inaffi-
di medio livello è ben equilibrato.
Il mercato londinese è davvero aperto,
dabile, ma anche creativo e capace nel-
innovativo e dinamico e si possono tro-
la gestione delle relazioni.
Londra: headhunter e segmentazione del mercato
vare stipendi alti e fuori mercato. È mol-
In ogni caso non ci sono pregiudizi a li-
to focalizzato sul compensation pack-
vello medio-alto, o meglio, i pregiudizi
Il manager inglese considera l’headhun-
age complessivo, con variabili importan-
ci sono da parte dell’establishment nei
ter un elemento fondamentale della
ti soprattutto nel mondo della finanza e
confronti di tutti ma per motivi di “sta-
propria carriera e vita lavorativa. Questo
della moda.
tus”, non tanto nei confronti dei manager esteri in quanto italiani.
porta da un lato a una grande accessibilità per i consulenti che conoscono,
Cambio generazionale
Infatti, da una ricerca che abbiamo ef-
incontrano e gestiscono relazioni ap-
Nelle corporation londinesi la segmen-
fettuato un anno fa per una delle più
profondite con i candidati. Il rovescio
tazione delle carriere non avviene solo
importanti banche a livello europeo
della medaglia è una scarsa fidelizzazio-
per status ma è anche generazionale.
all’avanguardia su mobilità internazio-
ne e il rischio di relazioni fortemente uti-
Un dato di fatto che crea all’interno del-
nale e gestione della diversity, emerge
litaristiche.
le organizzazioni registri comunicativi e
che ben il 64% dei dipendenti expatri-
Il mercato è iper segmentato per settore
di “potere” differenti, nonché diverse
ed non aveva ancora raggiunto posizio-
e industry, ma anche per practice, nic-
interazioni con il mercato e i consuma-
ni di director o managing director in die-
chie e famiglie professionali. Non esisto-
tori.
ci anni e le donne expatried non supe-
no consulenti generalisti né un manager
Nelle nuove generazioni manageriali si
ravano il 15%.
si rivolgerebbe a un consulente al di fuo-
notano molte più ragazze/talenti con
Quindi, imparate la differente cultura la-
ri della propria community professionale
provenienze geo-culturali diversificate e
vorativa e adattatevi in fretta, siate fles-
o non inerente alle proprie conoscenze/
un numero maggiore di “boss” medio-
sibili, affrontate un lavoro di valutazione
mercato.
rientali o asiatici. Questo porta all’inter-
e sviluppo delle vostre capacità e del vo-
Le interazioni e le opportunità si svilup-
no delle grandi organizzazioni modalità
stro potenziale.
pano (e finiscono…) molto più veloce-
di interazione e comportamenti orga-
Il manager italiano è potenzialmente
mente. La relazione è più impersonale,
nizzativi sensibilmente diversi rispetto al
“alla pari” degli altri profili, semplice-
contingente, potremmo dire opportu-
passato, non perché i professional por-
mente a condizione di pari mentalità
nistica, ma comunque molto profes-
tatori di “diversità” usino tool nuovi ma
“internazionale”, potremmo dire “glo-
sionale.
per il diverso mindset con cui affrontano
bale” piuttosto che locale.
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Previdenza
PENSIONI: NOVITÀ 2017 Gli ultimi aggiornamenti sugli aspetti di maggiore interesse per gli associati Manageritalia della normativa previdenziale Inps Daniela Fiorino
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MARZO 2017
P
ER IL 2017 IL TETTO DI RETRIBUZIONE PENSIONABILE è come lo scorso anno, ossia 46.169 euro. Anche il massimale al di sopra del quale è dovuto il contributo di solidarietà dell’1% a carico dei lavoratori è confermato in 46.123 euro.
Perequazione automatica delle pensioni Il ministero dell’Economia e delle Finanze, con decreto 17 novembre 2016, ha confermato il valore pari a zero della rivalutazione che era stata applicata in via provvisoria agli importi in pagamento dal 2016. Contestualmente ha stabilito una rivalutazione pari a zero anche per il 2017. In realtà il valore effettivo relativo al 2015 sarebbe stato negativo (-0,1%), ma è stato portato a zero per effetto della clausola contenuta nella legge di stabilità 2016 (art. 1, comma 287, legge 208/2015), in base alla quale il valore applicato per la rivalutazione delle prestazioni previdenziali e assistenziali non può essere inferiore a zero. Sul trattamento di pensione di gennaio 2017 si sarebbe dovuto operare il conguaglio negativo una tantum per recuperare quanto erogato in più nel 2015, ma al momento tale operazione non è stata effettuata in attesa di un nuovo intervento normativo che posticipi ulteriormente il recupero o lo sterilizzi definitivamente
Il valore da recuperare è comunque contenuto. Chi ha importi fino a tre volte il minimo dovrà restituire lo 0,1% dell’assegno moltiplicato per 13 mensilità: per un importo lordo di 1.400 euro significa restituire 18,20 euro. Per chi ha importi superiori, il prelievo in proporzione si riduce perché la perequazione (0,30%) era stata riconosciuta nella misura del 95, 75, 50, 45%. Atti interruttivi della prescrizione per chi ha subito il blocco della perequazione negli anni 2012/2013 L’Inps, con messaggio 53/2017, è intervenuto per precisare che le istanze di coloro che chiedono un trattamento pensionistico adeguato alle aspettative post sentenza 70/2015 della Corte costituzionale, dovranno essere respinte in maniera univoca, secondo il modello standard di risposta predisposto per tutte le sedi territoriali. Non si tratta certamente di una sorpresa, in quanto è comprensibile che l’Inps, in presenza di una legge vigente (la 109/2015 citata nel comunicato Inps), non possa far altro che attenersi e rigettare le domande dei pensionati. Non può, aggiungiamo noi, fintantoché la norma non sia dichiarata incostituzionale, ed è per questo che da subito, primi fra tutti, abbiamo sostenuto la necessità di nuove azioni legali contro il cosiddetto decreto Renzi, e primi siamo stati a ottenere l’invio della questione davanti alla
Corte costituzionale. Pertanto, eravamo consapevoli che le istanze che abbiamo consigliato ai nostri associati di inviare all’Inps sarebbero state rigettate, poiché il nostro suggerimento – come a suo tempo comunicato – aveva un unico scopo, quello di interrompere il decorso del periodo di prescrizione e conservare ai pensionati la possibilità di difendersi. Ai nostri associati chiediamo quindi di avere ancora pazienza, almeno sino alla prossima riunione della Consulta, quando i giudici costituzionali dovranno decidere sulla mancata perequazione dei trattamenti pensionistici superiori a sei volte il minimo Inps, dando riscontro alle tante ordinanze sottoposte dai Tribunali di tutta Italia.
Pensione di vecchiaia Il requisito anagrafico per tutti i lavoratori uomini (del settore privato e pubblico) e per le lavoratrici donne del settore pubblico è pari a 66 anni e 7 mesi; mentre per le donne del settore privato è di 65 anni e 7 mesi, se lavoratrici dipendenti, e di 66 anni e un mese, se lavoratrici autonome. Il requisito contributivo minimo è per tutti pari a 20 anni di anzianità. Dal 1° gennaio 2018 l’età per acce-
dere al pensionamento di vecchiaia per le lavoratrici private sarà definitivamente adeguata a quella dei lavoratori uomini e sarà quindi pari a 66 anni e 7 mesi. Norma transitoria I lavoratori dipendenti del settore privato, al compimento di 64 anni e 7 mesi di età, possono accedere al pensionamento se in possesso entro il 31 dicembre 2012 di almeno 35 anni di anzianità contributiva e quota “96” con almeno 60 anni di età anagrafica; per le lavoratrici, almeno 20 anni di anzianità contributiva e 60 anni di età. La possibilità di accedere al pensionamento a 64 anni di età (più ade-
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Previdenza guamento alla speranza di vita), in presenza di specifici requisiti anagrafico-contributivi raggiunti al 31 dicembre 2012, non è più riservata soltanto a coloro che, alla data del 28 dicembre 2011, svolgevano attività di lavoro dipendente nel settore privato. La nuova interpretazione della riforma Fornero fornita dall’Inps con la circolare n. 196 del 2016 estende, infatti, la platea dei beneficiari anche a coloro che prestavano attività di lavoro autonomo presso una pubblica amministrazione o che erano privi di occupazione. Prosecuzione del lavoro Il proseguimento dell’attività lavorativa fino a 70 anni di età è incentivato per tutti i lavoratori tramite coefficienti di trasformazione più favorevoli per il calcolo dell’assegno pensionistico. Nessuna modifica in materia di età anagrafica e di disciplina delle decorrenze per l’accesso alla pensione di vecchiaia per i non vedenti e gli invalidi in misura non inferiore all’80% (in via generale, 60 anni per gli uomini e 55 anni per le donne, se lavoratori dipendenti; 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne, se lavoratori autonomi). Requisito contributivo minimo Come già detto, il requisito contributivo minimo per poter accedere alla pensione è di 20 anni. Tuttavia, per i lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996
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in avanti, l’importo della pensione non deve essere inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (pari per il 2017 a 448,07 euro per 13 mensilità), salvo il caso in cui il lavoratore sia in possesso del requisito anagrafico di 70 anni di età (più adeguamenti Istat). L’Inps ha chiarito (circolare n. 16 del 1° febbraio 2013) che il requisito minimo di 20 anni di contribuzione non si applica a coloro che rientrano nelle disposizioni derogatorie previste dalla riforma del sistema previdenziale del 1992 (la cosiddetta Riforma Amato), che potranno ottenere il pensionamento anche con un’anzianità contributiva minima di 15 anni, una volta perfezionato il medesimo requisito di età anagrafica previsto per la generalità dei lavoratori.
Pensione anticipata per anzianità Il requisito dell’anzianità contributiva che permette di accedere al pensionamento anticipato per anzianità, indipendentemente dall’età, è pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. Per coloro che rientrano nel sistema contributivo pieno (primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995) sarà possibile accedere al pensionamento anticipato avendo compiuto 63 anni di età (più adeguamenti Istat) e con almeno 20 anni di anzianità contributiva effettiva (obbligatoria, volontaria, da ri-
scatto, con esclusione di quella accreditata figurativamente a qualsiasi titolo), se la pensione mensile non risulta inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale. La legge di bilancio per il 2017 ha abolito la penalizzazione prevista
per coloro che, a decorrere dal 1° gennaio 2018, sarebbero andati in pensione con un’età anagrafica inferiore a 62 anni. La penalizzazione operava sulla quota di trattamento relativa alle anzianità contributive maturate antecedentemente il 1° gennaio 2012 ed era pari all’1% per gli ultimi due anni di anticipo nell’accesso al pensionamento prima dei 62 anni di età e al 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni. Prossimi adeguamenti Come è noto, tutti i requisiti anagrafici previsti dalla legge 214/2011 e il requisito contributivo per accedere al pensionamento di anzianità
sono soggetti a un adeguamento periodico sulla base delle statistiche elaborate dall’Istat relative alla speranza di vita della popolazione. Il primo adeguamento, con decorrenza 1° gennaio 2013, è stato pari a 3 mesi, il secondo, a decorrere dal
vo passerà dalla cadenza triennale a quella biennale, dopo il 2019. Verranno invece adeguate annualmente le soglie riferite a multipli dell’assegno sociale, come condizione per la liquidazione degli assegni pensionistici per i soggetti con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996.
Totalizzazione
1° gennaio 2016, a 4 mesi. Se non interverranno modifiche normative, dal 1° gennaio 2019 verrà applicato l’ultimo adeguamento con cadenza triennale, in quanto per gli anni successivi è previsto che gli adeguamenti avvengano con cadenza biennale. Infine, il comma 9 dell’art. 24 della legge 214/2011, per garantire la sostenibilità del sistema stabilisce che dal 2021 l’età minima pensionabile non potrà essere inferiore a 67 anni, anche nel caso in cui non si arrivasse a tale valore con gli adeguamenti Istat. Anche l’adeguamento dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione con il sistema contributi-
La totalizzazione dei periodi assicurativi consente ai lavoratori che nel corso della propria vita hanno svolto attività diverse, e sono stati iscritti a più gestioni pensionistiche, di ottenere un’unica pensione sommando i vari periodi contributivi. La totalizzazione è gratuita e può essere chiesta da tutti i lavoratori dipendenti, autonomi, collaboratori coordinati e continuativi e liberi professionisti. Il pagamento della pensione è effettuato dall’Inps, ma l’onere rimane a carico delle singole gestioni in relazione alle rispettive quote. Il lavoratore, che non deve essere già titolare di pensione in nessuna delle gestioni a cui è stato iscritto, può richiedere la totalizzazione se possiede almeno 20 anni di contribuzione complessiva e 65 anni e 7 mesi di età, oppure 40 anni e 7 mesi di contributi a prescindere dall’età. Questi requisiti non sono stati modificati dalla riforma Fornero e quindi sono soggetti solo all’adeguamento periodico sulla base del meccanismo della speranza di vita (circolare Inps 35/2012). Per lo stes-
so motivo, alle pensioni totalizzate continua ad applicarsi la vecchia finestra di decorrenza di 18 mesi, durante la quale si può continuare a svolgere attività lavorativa. Tutti i periodi contributivi potranno essere totalizzati, sempre che non siano temporalmente coincidenti. Infatti, per il perfezionamento dell’anzianità contributiva utile per il diritto alle prestazioni pensionistiche conseguibili attraverso la totalizzazione, la contribuzione accreditata per periodi coincidenti deve essere conteggiata una volta sola (punto 8 della circolare Inps 69 del 9 maggio 2006). Le diverse gestioni pensionistiche calcolano la quota di pensione di propria competenza in proporzione all’anzianità contribuiva maturata dal lavoratore in ciascuna di esse e secondo il sistema di calcolo previsto dal loro ordinamento se si è raggiunto il diritto a un’autonoma pensione, altrimenti si applica il sistema contributivo. L’Inps ha dato disposizioni alle sedi territoriali di liquidare le pensioni in totalizzazione con il sistema di calcolo contributivo, ove più favorevole, a seguito di specifica domanda da parte degli interessati che dovranno essere opportunamente informati di tale possibilità (messaggio 12 ottobre 2012, n. 16583).
Il cumulo dei periodi assicurativi Istituto introdotto dalla legge 228/2012 e modificato dalla legge
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Previdenza
Lavoratori parasubordinati: contributi alla gestione separata Le aliquote in vigore dal 2016 al 2018, quando l’adeguamento entrerà a regime Anno
Collaboratori con altra copertura previdenziale*
Collaboratori titolari Collaboratori senza di pensione diretta altra copertura (anzianità o vecchiaia) previdenziale**
2016
24%
24%
31,72%***
2017
24%
24%
32,72%
2018
24%
24%
33,72%
*** I
beneficiari di trattamenti pensionistici diversi dal trattamento anticipato per anzianità o dalla pensione di vecchiaia e coloro che risultano titolari di ulteriori rapporti assicurativi (ad esempio, collaboratori contestualmente impiegati in qualità di lavoratori dipendenti). *** Comprensivo dello 0,72% per le tutele per la maternità, gli assegni per il nucleo familiare e la malattia. *** Per i titolari di partita Iva 27,72%
di bilancio per il 2017 in modo da renderlo maggiormente fruibile. Prevede la possibilità di cumulare gratuitamente i contributi non coincidenti versati in gestioni previdenziali diverse, compresi quelli versati nelle casse professionali. Si utilizza per raggiungere i requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia e per quella anticipata per anzianità. Diversamente dalla totalizzazione: ■ il calcolo può essere misto, sia retributivo che contributivo (l’anzianità contributiva anteriore al 1996 è calcolata sommando contributi accreditati nelle diverse gestioni); ■ non è prevista la finestra di decorrenza; ■ si applica anche se si è maturato il diritto a una pensione autonoma. Quindi, in sintesi, il ricorso al cumulo dei periodi assicurativi po-
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trebbe dare luogo alla liquidazione di un assegno pensionistico più elevato rispetto alla totalizzazione e, anche se i requisiti contributivi e anagrafici applicabili sono più elevati rispetto a quelli previsti per chi ricorre alla totalizzazione, il differimento della decorrenza del pensionamento potrebbe essere compensato dalla mancata applicazione della finestra di decorrenza. Invecchiamento attivo La legge di stabilità per il 2016 (art. 1, comma 284) introduce la possibilità per i lavoratori dipendenti del settore privato con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato, che maturano entro il 31 dicembre 2018 il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia, di concordare con il proprio datore di lavoro la trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time.
Sono previste le seguenti condizioni: ■ avere maturato i requisiti minimi di contribuzione per il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia (20 anni di anzianità contributiva); ■ durata del contratto part-time non superiore al periodo intercorrente tra la data di accesso al beneficio e la data di maturazione del requisito anagrafico per il pensionamento di vecchiaia; ■ riduzione dell’orario del rapporto di lavoro in misura compresa tra il 40 e il 60%. A fronte della riduzione dell’orario di lavoro concordata, il datore di lavoro erogherà mensilmente al lavoratore una somma corrispondente alla contribuzione previdenziale ai fini pensionistici a suo carico, relativa alla prestazione lavorativa non effettuata. Tale importo non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente e non è assoggettato a contribuzione previdenziale. Inoltre, per i periodi di riduzione della prestazione lavorativa, l’Inps riconoscerà la contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata. Lavoratori parasubordinati: contributi alla gestione separata Ricordiamo che la legge 92 del 28 giugno 2012 (riforma del mercato
del lavoro) e successive modifiche, ha previsto un incremento graduale dell’aliquota contributiva per la gestione separata, fino ad arrivare, per i collaboratori senza altra copertura previdenziale, a un’equiparazione dell’aliquota dovuta al Fondo pensione lavoratori dipendenti (vedi tabella a fianco). Dall’anno 2017, per i lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, iscritti alla gestione separata che non risultano iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati, l’aliquota contributiva è stabilita in misura
pari al 25% in via strutturale. Le predette aliquote sono applicabili facendo riferimento ai redditi conseguiti dagli iscritti alla Gestione separata fino al raggiungimento del massimale annuo di reddito che per il 2017 è stato confermato in 100.324 euro, mentre il valore relativo al minimale di reddito in 15.548 euro. Com’è noto, qualora alla fine dell’anno il predetto minimale non sia stato raggiunto, ci sarà una contrazione dei mesi accreditati in proporzione al contributo versato. Ulteriori novità introdotte dalla legge di bilancio per il 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 232) riguarda-
no: i lavoratori precoci; il lavoro usurante; la previsione di un’ottava salvaguardia, esercitabile presentando domanda entro il 2 marzo 2017 e rivolta a potenziali 30.700 beneficiari; l’estensione dell’utilizzo della cosiddetta Opzione donna; l’introduzione di un nuovo strumento studiato per permettere di anticipare il pensionamento di vecchiaia (il cosiddetto Ape, Anticipo finanziario a garanzia pensionistica, di cui parleremo in modo approfondito in uno dei prossimi numeri della rivista), che si affianca alle opzioni già in essere ma scarsamente utilizzate (Isopensione e Invecchiamento attivo).
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PER INFORMAZIONI R.RANCATI@TRE-S.IT 349.6198285MARZO 2017
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INIZIATIVE MANAGERITALIA
30° Torneo di tennis Manageritalia
TENNIS IN TERRA ROSSA Dal 24 giugno al 1° luglio Club Med Kamarina, Ragusa, Sicilia
I
Il torneo di tennis per gli associati Manageritalia giunge alla sua trentesima edizione. Per questo evento si è scelto di tornare in Sicilia: terra antica e meta turistica ideale per chi è in cerca di luoghi ricchi di arte, cultura, bellezze naturali e squisita gastronomia. A ospitarci quest’anno sarà il villaggio Club Med Kamarina, una struttura immersa in 96 ettari di giardini fioriti, viali che si incrociano su graziose piazze pavimentate come in un villaggio siciliano. Il complesso dispone di camere distribuite in un quartiere di bungalow tipici in pietra locale e in un elegante hotel. Tutte le camere sono dotate di servizi privati con doccia, phon, climatizzatore, telefono, televisione, cassetta di sicurezza. Gli ospiti potranno trovare il giusto comfort rilassandosi ai piedi della vasta piscina di acqua dolce o divertirsi
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praticando una o più tra le numerose attività sportive offerte dal villaggio (fitness, tiro con l’arco, trapezio volante, vela, football, basket) che dispone, inoltre, di 22 campi da tennis in terra rossa di cui alcuni riservati al torneo Manageritalia. Per i bambini e i ragazzi il Club Med propone assistenza dedicata dai 2 ai 17 anni: Petit Club Med (2-3 anni, con supplemento di o 300), Mini Club Med (4-10 anni), Club Med Passworld (11-17 anni), nonché Club Med Baby Welcome con materiale di puericultura e per la ristorazione adatti ai bebè fino a 23 mesi. I vostri figli saranno accolti da una squadra di animatori attenti, potranno fruire di strutture ludiche, cimentarsi in numerose attività tutte da scoprire e praticare il loro sport preferito.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE SETTIMANA SOLO SOGGIORNO IN BUNGALOW L’ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO È A CARICO Camera doppia, tripla Camera doppia ▶ DEI PARTECIPANTI 24/6 -1/7 quadrupla, quintupla uso singola Adulti
650
Ragazzi 12-17 anni compiuti
590
Bambini 6-11 anni compiuti
390 in camera con 2 adulti
Bambini 0-5 anni compiuti
845
Il villaggio può organizzare transfer da/per aeroporti a pagamento entro le ore 20 (comunicare a Manageritalia Servizi gli orari dei voli) alle seguenti tariffe:
COMISO (Ragusa) A/R 16 per persona (adulti e bambini)
free in camera con 2 adulti
Possibilità di camere Club hotel vista giardino con un supplemento di 65 a persona adulta in camera doppia fino a esaurimento disponibilità. L’arrivo al villaggio è possibile dalle 15 alle 20 (primo pasto incluso in entrata: cena). Le camere saranno disponibili nel pomeriggio. L’ultimo giorno dovranno essere rilasciate entro le 10 e la partenza potrà essere effettuata entro le 15 (ultimo pasto incluso in uscita: pranzo). Oltre alla settimana del torneo di tennis è possibile soggiornare (posti limitati) anche nella settimana successiva con le seguenti quotazioni.
SETTIMANA AGGIUNTIVA IN BUNGALOW
▶ 1- 8/7
Camera doppia, tripla
Camera doppia uso singola
Adulti
890
Ragazzi 12-17 anni compiuti
710
Bambini 6-11 anni compiuti
450 in camera con 2 adulti
Bambini 0-5 anni compiuti
1.157
free in camera con 2 adulti
LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE INCLUDE Drink di benvenuto; Forfait all inclusive (pensione completa con vino e bevande ai pasti secondo la selezione Club Med in tutti i ristoranti, bar & snack); Utilizzo delle strutture a disposizione del villaggio e attività sportive, animazione diurna e serale, spettacoli e serate a tema secondo la programmazione del villaggio; Club Med Baby Welcome, Mini Club Med, Club Med Passworld Assistenza Club Med in villaggio; Wifi gratuito nelle parti comuni.
CATANIA A/R 46 per persona (adulti e bambini) IMPORTANTE: i trasferimenti NON saranno in esclusiva per il gruppo Manageritalia ma organizzati per tutti i clienti del resort che avranno operativi voli simili. Si potrà verificare quindi un’attesa fino a mezz’ora prima della partenza dall’aeroporto al fine di raggruppare tutti i clienti.
RINUNCE E PENALITÀ Per annullamenti comunicati: dal 29° al 16° giorno prima della partenza, penale del 30%; dal 15° giorno prima della partenza, penale del 100%.
TASSA DI SOGGIORNO Il comune di Ragusa ha istituito l’imposta di soggiorno che dovrà essere versata in loco da parte degli ospiti. L’imposta è pari a 1,50 al giorno per persona, esclusi i minori di 14 anni, fino a un massimo di 15 pernottamenti consecutivi. La tassa di soggiorno non è inclusa nel totale soggiorno.
Per maggiori informazioni: Manageritalia Servizi tel.
0220203552-559
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Informazioni utili Kamarina B.P. 58, Località Scoglitti, 97019 Ragusa Carte di credito accettate: American Express, Mastercard, Visa, Diners, Carta Sì, Maestro, bancomat Animali: non accettati
MODALITÀ DI ISCRIZIONE
TORNEO DI TENNIS Possono partecipare gli associati a Manageritalia e ad altre organizzazioni aderenti alla confederazione del terziario, i loro familiari e ospiti
La prenotazione deve essere effettuata entro e non oltre il 2 maggio (fino a esaurimento camere) inviando la scheda che trovate nella pagina a fianco a Manageritalia Servizi: via email amministrazione.servizi@manageritalia.it; via fax 0229516093. Possibilità di compilare la scheda online sulla pagina dedicata all’iniziativa: www.manageritalia.it > Manageritalia > chi siamo > sport e tempo libero > torneo di tennis > f2017.
MODALITÀ DI PAGAMENTO Solo con bonifico bancario Manageritalia Servizi, ricevuta la scheda, provvederà al più presto a confermare la prenotazione o, nel caso fossero già esaurite le camere, ad avvertire dell’inserimento del nome nella lista d’attesa. In caso di conferma, la persona dovrà provvedere immediatamente al pagamento in un’unica soluzione. Copia del bonifico completo di cro timbrata dalla banca dovrà essere inviata, entro 5 giorni dalla conferma della prenotazione, a Manageritalia Servizi: via email a amministrazione.servizi@manageritalia.it o via fax allo 0229516093. Dati bancari Club Mediterranee s.a. Sede secondaria in Italia Banca Nazionale del Lavoro - Agenzia 8 - Milano Iban IT08I0100501608000000001094 Causale: gruppo Manageritalia, Kamarina, nome e cognome partecipante
Manageritalia offre ai suoi ospiti una visita guidata, aperitivo e cena nel borgo di Ibla, uno dei luoghi più affascinanti di questa parte della Sicilia
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scheda di prenotazione
Compila la scheda online http://bit.ly/dir3-formtennis2017
SCHEDA DI PRENOTAZIONE 30° TORNEO DI TENNIS MANAGERITALIA 2017 Club Med Kamarina, Ragusa, Sicilia Da ritagliare e inviare a MANAGERITALIA SERVIZI - via Stoppani 6, 20129 Milano, oppure via fax allo 0229516093 Il/la sottoscritto/a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . abitante a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . cap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . cell. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . email . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . iscritto/a all’Associazione Manageritalia di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . C.F./partita Iva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Richiesta di emissione fattura sì no
DESIDERO ADERIRE A:
settimana dal 24 giugno al 1° luglio settimana aggiuntiva dal 1° all’8 luglio (disponibilità limitata)
I TORNEI DI TENNIS IN PROGRAMMA A B C D E
Trofeo MANAGERITALIA Trofeo ASSIDIR Trofeo MANAGERITALIA SERVIZI Trofeo AVIVA Trofeo CARGEAS
singolare maschile per associati over singolare maschile per associati under singolare femminile per associate, familiari e ospiti singolare maschile per familiari e ospiti doppio giallo maschile per associati
Indicare tutti i nominativi dei partecipanti al soggiorno (incluso intestatario) Cognome e nome
Data di nascita
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Codice fiscale* (obbligatorio)
Torneo (se si intende partecipare barrare la casella corrispondente)
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Sistemazione bungalow
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doppie uso singole
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quadruple
doppie
Transfer A/R da Comiso
per n.
passeggeri
A/R da Catania
per n.
passeggeri
Mi impegno a pagare con bonifico bancario da parte di Manageritalia Servizi.
Desidero prenotare Petit Club Med dai 2 ai 3 anni ...................................................................
appena riceverò conferma della mia prenotazione
Autorizzo la pubblicazione di foto o riprese video effettuate a me o ai miei ospiti nel corso della settimana per uso rivista Dirigente e web
* Richiesto ai fini assicurativi
bambini
per n.
Firma
sì
no
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PILLOLE DI BENESSERE Giovanni Porta
benessere
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ATTACCHI DI PANICO 10 consigli da mettere in pratica subito
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La paura arriva all’improvviso, quando il panico entra nella nostra vita non siamo mai pronti. È normale che sia così. Entra nelle nostre giornate stravolgendole e cambiandole per sempre, o così crediamo, perché, in realtà, con l’aiuto di un esperto si può guarire in pochi mesi. La forza di cui abbiamo bisogno è dentro di noi. Di solito, gli attacchi di panico iniziano con qualche sintomo fisico. Il cuore si mette a battere forte, si ha la sensazione di non riuscire a respirare a sufficienza, di stare per soffocare. Più i sintomi fisici si intensificano più l’angoscia e la paura crescono, diventando autentico terrore: si teme di morire, di impazzire o di non tornare mai più alla normalità. Sono attimi che durano millenni e si vive nella paura che ritornino. Soffre di questa patologia il 3,5% della popolazione mondiale, secondo i sondaggi più recenti ne sono colpiti in maniera sistematica quasi 10 milioni di italiani. Le donne sono maggiormente a rischio, ma anche gli uomini non ne sono esenti e, purtroppo, anche gli adolescenti. In un 30-40% delle persone sparisce spontaneamente. In un altro 30% si ha la remissione con la terapia specifica, ma ci possono essere ricadute. Per un altro 30% circa occorre una terapia più prolungata. C’è un profondo legame tra lo sviluppo degli attacchi di panico e la difficoltà delle persone che ne soffrono a esprimere la propria aggressività. È come se tutta la rabbia non espressa sovraccaricasse la persona, ed esplodesse a volte in maniera incontrollata. Nella mia esperienza clinica ho notato che gli attacchi di panico di solito migliorano quando si smette di dirigere la propria aggressività verso se stessi invece che verso il mondo esterno per ottenere ciò che si desidera, quando si decide di convivere con la pau-
ra del fallimento invece di evitare di vivere pur di non provarla. In questo senso l’aiuto di un esperto per qualche mese è essenziale, ma cosa fare da subito? ■ 1. Imparare a conoscerli, divenire consapevoli delle varie fasi (insorgenza, apice, decrescita) e del fatto che non sono mortali né infiniti. Imparare a osservarli come si osserva un temporale fastidioso, sapendo che finirà. ■ 2. Comprendere che gli attacchi di panico sono solo un sintomo, e dunque non costituiscono il vero problema, che è da ricercare in ciò che li causa, cioè la propria insoddisfazione esistenziale. Agire su di essa costruendo degli obiettivi raggiungibili. Chiedere, se serve l’aiuto di un professionista. ■ 3. Quando si percepisce che stanno per insorgere degli attacchi di panico è utile fare qualcosa di concreto: muoversi, camminare, oppure raccontare a un amico ciò che si sta vivendo, mettere in atto delle tecniche di rilassamento e non farsi troppe paranoie mentali. ■ 4. Dedicarsi ad attività artisticoespressive: teatro, canto, pittura, movimento, scrittura. Qualsiasi cosa permetta di dare voce ai propri vissuti interiori. ■ 5. Trovare il coraggio di mandare a quel paese chi lo merita. ■ 6. Definire amici solo le persone di cui ci si può realmente fidare. ■ 7. Condividere con gli amici le proprie problematiche, e chiedere loro aiuto in caso di bisogno. ■ 8. Imparare a convivere con la propria paura e a fare figuracce, se sono funzionali al raggiungimento di qualcosa che davvero si desidera. ■ 9. Parlare con persone che hanno avuto attacchi di panico e che li hanno risolti. ■ 10. Diventare consapevoli che gli attacchi di panico guariscono.
ARTE Claudia Corti
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Untitled, 1984, acrilico su legno.
arte
KEITH HARING: IL BENE E IL MALE DEL MONDO DOVE Keith Haring, About Art Palazzo Reale Milano fino al 18 giugno
Alto, dinoccolato, un inconfondibile paio di occhiali e la faccia da bravo ragazzo: è così che si presenta sulla scena newyorkese degli anni ‘80 Keith Haring, pronto a cambiare il volto e il colore della città. Profondamente convinto che l’arte sia da condividere, un mezzo di comunicazione a disposizione di tutti, si pone come obiettivo proprio il portarla fuori dai musei, in mezzo alla gente comune, offrendola a chiunque abbia voglia di ascoltare argomenti talvolta scomodi. E con tali premesse, quale luogo più adatto della metropolitana? È sui pannelli di carta nera che ricoprono gli spazi pubblicitari non utilizzati che Haring compie i primi “raid” munito di gessetti bianchi. Dalla sua linea continua, veloce e armonica, nascono le sue icone pop come il bambino radiante, il cane, la piramide. Un esercito di personaggi che nel giro di pochissimo tempo conquista tutti, grandi e piccoli, addetti ai lavori e non. Haring vanta estimatori persino tra le forze dell’ordine che puntualmente lo arrestano per atti di vandalismo! L’interesse dei galleristi è immediato, così come la partecipazione alle prime mostre e un inevitabile mutamento di mezzi e materiali, pur senza perdere mai il suo segno inconfondibile. Haring dialoga con il passato e il presente, è un divoratore instancabile di immagini di ogni tempo, che puntual-
mente cita e restituisce con il suo stile unico: dalle influenze azteche ai nativi d’America, dall’Africa al mondo Giapponese, passando attraverso Michelangelo, Picasso, Pollock, Leger e Alecinsky. La grandezza di Haring è la facilità con cui ci racconta la sua personale storia dell’arte così come la assorbe, la vive e la restituisce con l’immediatezza e il candore dei propri segni. Keith Haring non è solo un mondo infantile, è anche riflessione su temi impegnativi, come la droga che condannava fermamente, o la discriminazione verso le minoranze. Ma soprattutto Keith Haring è il volto tragico della New York che vive il flagello dell’Aids senza neppure sapere cosa sia esattamente, la “peste dei gay” come veniva definito il virus in molti ambienti, un mostro che genera una serie di pregiudizi e teorie rivelatesi poi infondate, una malattia che non lascia scampo e che in pochi anni mieterà migliaia di vittime. Lo stesso Haring morirà prematuramente a causa dell’Aids nel 1990, a soli trent’anni, non senza aver prima indirizzato la sua arte verso la prevenzione e la sensibilizzazione. «La malattia non mi ha insegnato ad amare la vita perché l’amavo già prima»; questo ci resta di Haring, pura energia e rara capacità di creare un contatto con chiunque abbia voglia di guardare con attenzione.
CURIOSITÀ Amante della break dance e della musica Hip hop ed Electric boogie, pianificava le esposizioni e gli eventi in giro per gli Stati Uniti in modo da poter rientrare a New York al massimo al sabato mattina per poter andare in discoteca la sera stessa!
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LIBRI Davide Mura
Alla ricerca del bene Di fronte al dilagare di brutte notizie e a una generale sfiducia verso il nostro futuro, sono sempre più necessari nuovi approcci. Il libro di Massimo Marzi riaccende le speranze per i prossimi anni offrendo uno stimolo concreto – il progetto del BeneGiornale, approfondito nei vari capitoli del saggio – per avere un approccio più costruttivo nel selezionare le nostre fonti di informazione, in un’epoca come la nostra in cui ciascuno di noi è sommerso da input continui e in cui i mass media spesso abdicano al loro ruolo per assecondare il sensazionalismo e cavalcare le mode. Il BeneGiornale, Massimo Marzi, Armando Editore, pagg. 303, 20.
Viaggio nella conoscenza Otto continenti, tutti da esplorare con una guida d’eccezione, il matematico Piergiorgio Odifreddi: Politica, Religione, Storia, Scienza, Matematica, Filosofia, Letteratura e Arte. Con uno sguardo disincantato, lucido e dissacrante Odifreddi riflette sul mondo contemporaneo, sempre più collegato ma non immune dalla manipolazione di chi detiene il potere di informare. Un invito a essere curiosi, a farsi domande e ad accettare, senza pregiudizi, molte risposte che la scienza oggi è in grado di darci. Il giro del mondo in 80 pensieri, Piergiorgio Odifreddi, BUR, pagg. 420, 15.
Due cose che so di Annibale Canessa di Anna Zinola (e Roberto Perrone)
libri
Premessa. Roberto Perrone è un amico. Ma è anche l’autore di libri che amo. A cominciare da La lunga – storia di un cronista sportivo (come lui è stato per anni) – e di Averti trovato ora, una storia d’amore così struggente e romantica che potrebbe essere stata scritta da una donna (temo che non lo prenderà come un complimento). Svolgimento. La seconda vita di Annibale Canessa è il suo ultimo romanzo. Un anno e mezzo fa mi aveva detto: «Ora basta andare in giro, basta presentazioni… ora vado in ritiro. Voglio scrivere un nuovo libro». Non so se sia andato davvero in ritiro (a giudicare dalle scorribande enogastronomiche che racconta sul suo sito Perri’s Bite parrebbe di no). Ma il libro c’è, eccome. È la storia di un ex carabiniere – Annibale Canessa appunto – che, dopo aver combattuto il terrorismo, si è ritirato in Liguria dove gestisce un ristorante (per inciso: Perrone è ligure. Un ligure trapiantato a Milano ma tenacemente ligure). Un evento improvviso lo riporta a Milano: viene ucciso Pino Petri, killer della lotta armata che aveva arrestato 30 anni prima. Insieme a lui viene ucciso il fratello di Annibale, con cui aveva interrotto i rapporti da anni. Ovviamente Canessa comincia a indagare. E si ritrova invischiato in una serie di vicende che mescolano il passato (gli anni di piombo) e il presente. E in una girandola di personaggi (killer, giornalisti, avvocati, magistrati) così verosimili da apparire veri c’è il sospetto che La seconda vita di Annibale Canessa sia (anche) un romanzo a chiave. Conclusioni. Di più non posso dire. Non solo perché Perrone si arrabbierebbe. Soprattutto perché non voglio togliere al lettore il piacere della scoperta. E della lettura. Sì, perché Perrone sa scrivere. Ha una scrittura che scorre veloce, sa tratteggiare con poche parole una figura di sfondo, sa cambiare tono al momento giusto. Che cosa si può chiedere di più? La seconda vita di Annibale Canessa, Roberto Perrone, Rizzoli, pagg. 416, 19, 9.99 ebook.
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LETTURE per MANAGER
...permanager
Marco Lucarelli
Resilienza: un attributo indispensabile Non fatevi fuorviare dal titolo. Tecniche di resistenza interiore sembra richiamare tecniche di meditazione, frasi automotivanti da ripetersi allo specchio ogni mattina e cose di questo genere. Il libro di Pietro Trabucchi invece tratta temi a cavallo tra antropologia, sociologia, economia e internet. Non spaventatevi, niente d’illeggibile, ma una solida narrazione che permette di seguirne in modo logico il ragionamento. Ragionamento che si sviluppa da una semplice domanda. Perché abbiamo perso la motivazione, la capacità di resistere, di cadere e di rialzarci? In teoria è una caratteristica, quella della resilienza scritta nei nostri geni. I nostri antenati si sono evoluti grazie alla loro capacità di cacciare, nonostante non fossero nati per questo. La caccia di prede più veloci è stata resa possibile dalla progressiva capacità degli antenati di inseguire, aggirare e sfiancare le loro prede. In poche parole, di autoregolare il proprio comportamento, interpretare gli stimoli sensoriali provenienti dall’esterno e controllare quelli interni: la paura, la fame, la fatica. Per conquistare la preda, i nostri predecessori dovevano mantenere alto sia il livello di attenzione sia lo sforzo, fino al raggiungimento del loro obiettivo. Una capacità, questa, tipica degli atleti, degli sportivi, capaci di rimanere concentrati e di vincere la fatica in vista del traguardo. Atleti a parte, perché la motivazione, intesa come capacità di perseguire in modo costante un determinato obiettivo, è una caratteristica che si è affievolita
con il passare delle generazioni? Varie le motivazioni citate in questo libro. La prima è un generalizzato benessere diffusosi nei paesi più avanzati. Le generazioni vissute nel Dopoguerra hanno goduto di una ricchezza che ne ha fiaccato la spinta motivazionale. Atteggiamento questo che, a livello economico, si riflette anche in un generale calo di competitività delle economie più avanzate. Altro fattore è la diffusione massiccia delle tecnologie digitali e dei social. Un perenne essere qui ma allo stesso tempo altrove, perso nelle mille foto, video, commenti, like continuamente pubblicati da amici e follower non può che minare la capacità attentiva che ha guidato l’evoluzione umana. Se a questo ci aggiungiamo la moda del multitasking, al quale il nostro cervello non è abituato, ecco che il calo generalizzato della concentrazione è presto servito. Calo che però non ci possiamo permettere. Oggi, a chi lavora in un’azienda o in un’organizzazione servono un livello di preparazione e capacità senza precedenti, oltre che una maggiore indipendenza, fiducia in se stessi e iniziativa. La resilienza, da bisogno psicologico molto importante ora è diventata un attributo indispensabile per adattarsi a un mondo sempre più complesso, stimolante e competitivo. In pratica dobbiamo adottare le tecniche di resistenza interiore che questo libro ci aiuterà ad apprendere. Leggi e commenta le recensioni sul portale Manageritalia sotto la categoria Management > Letture per manager
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LETTERE Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)
I permessi per i lavoratori padri Sono un dirigente del terziario e, a breve, diventerò padre. Vorrei sapere se ho diritto a permessi o aspettative in occasione della nascita del mio bambino. Grazie.
lettere
F.P. – Milano
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Il comma 354 dell’art. 1 della legge di bilancio per il 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 232) conferma in via definitiva il diritto al congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio. Per il 2017 il congedo obbligatorio del padre lavoratore dipendente è fissato in due giornate, come nel 2016, e viene elevato a quattro giorni per il 2018, che possono essere goduti anche in via non continuativa. I giorni di congedo obbligatorio spettano indipendentemente dal diritto della madre al congedo di maternità e, poiché vanno fruiti dal padre entro il quinto mese di vita del bambino, sono utilizzabili anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice. I giorni di congedo obbligatorio potranno essere richiesti dal padre anche nel
caso in cui la madre, pur avendone diritto, non si avvalga del congedo di maternità, se lavoratrice parasubordinata iscritta alla gestione separata Inps. L’Inps, con messaggio n. 828 del 24 febbraio 2017, ha precisato che il congedo facoltativo, nel 2016 pari a due ulteriori giorni, la cui fruizione avveniva sempre nell’ambito del congedo di maternità ma in alternativa alla madre, non è prorogato per il 2017. Per i giorni di congedo spetta al padre un’indennità giornaliera, anticipata dal datore di lavoro ma a carico dell’Inps, pari al 100% della retribuzione. Ai fini della fruizione, il padre deve comunicare al datore di lavoro le date in cui intende assentarsi con un anticipo di almeno 15 giorni, e ove i giorni di permesso siano richiesti in relazione all’evento nascita, sulla base della data presunta del parto. Inoltre, il padre può sempre fruire dei sei mesi di congedo parentale fino al compimento dei 12 anni di età del bambino, che viene retribuito al 30%, a carico dell’Inps, se fruito entro il compimento dei 6 anni di età del bambino, o dell’ingresso del minore in famiglia, in caso di adozione.
L’ufficio sindacale di Manageritalia è di supporto alle Associazioni territoriali sui quesiti relativi al contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti e i quadri associati e per chiarimenti di natura fiscale e previdenziale in relazione al rapporto di lavoro dipendente. Per gli executive professional è previsto un servizio di consulenza di carattere informativo e orientativo per aspetti legati al contratto di lavoro libero-professionale.
inserto mensile di Dirigente n. 3 / 2017
DIRIGIBILE
a cura di Thomas Bialas
Segnali di futuro visti dall’alto #32 Numero speciale / Critical valley
FUTURE ECONOMY
p. 2/3
FUTURE SOCIETY
p. 4/5
FUTURE FINANCE
p. 6/7
Al diavolo la Silicon Valley
Il paradiso può attendere
Fintech, chi altro?
DEVOTI IN VALLE
buono ad applicare quanto appreso o almeno a provarci. Magari avviando un incubatore dove sperimentare il design thinking e nuovi modelli di business. Peccato che spesso rimangono sterili esercizi per acquietare gli animi. Ho visto centri d’innovazione in grandi imprese che sono letteralmente scatole vuote. La verità è che non si diventa più innovativi copiando il modello Silicon Valley. Come mi ha confessato un imprenditore: «Imparato molto ma nulla di applicabile per la mia azienda». Ho spesso l’impressione che sia addirittura controproducente. Le startup sono esattamente il contrario delle aziende consolidate e spesso non hanno nulla in comune. Le imprese sono viaggi all inclusive, le startup viaggi no limits. Le imprese sono armate, le startup comandi guerriglia. Le imprese sono un’orchestra, le startup un gruppo punk. È una filosofia che mal si presta per le imprese. La maggior parte delle startup sparisce dopo poco tempo (fallimento o acquisizione) e quelle che si trasformano
in imprese di certe dimensioni hanno poi i classici limiti delle organizzazioni strutturate. Lo stesso fondatore di Amazon Jeff Bezos ammette che da quando sono diventati molto grandi ogni sua proposta d’innovazione viene accolta con enormi resistenze interne. La verità è semplice: le startup esistono per creare qualcosa di completamente nuovo, una volta creato quel qualcosa la startup cessa di esistere. Dunque inutile il pellegrinaggio.
È qui la festa?
Go west and forget the rest. È una processione senza fine, bizzarramente assortita. Tutti nella Silicon Valley per sognare o copiare. Sono soprattutto le grandi imprese che vogliono copiare i segreti delle startup, per applicarli, of course. Ma funziona? Le ferrovie tedesche (DB) hanno preso casa a Palo Alto per respirare le giuste atmosfere e allenarsi alla condivisione. Peccato, così leggo su un giornale tedesco, che la connessione internet su InterCity Express lasci parecchio a desiderare, così come molti altri servizi. Forse, conclude il giornalista, più che in California era il caso di recarsi in Cina per osservare che la copia dell’Ice funziona in termini di servizio, efficienza e connessione meglio dell’originale. Poi c’è il problema dell’implementazione. Tornate dalla California, molte imprese si mettono di buzzo
SAVE THE DATE GLOBALIZZAZIONE: QUALE FUTURO?
MILANO, 29 MARZO 2017 ROMA, 5 APRILE 2017 CFMT - MICROMACRO HTTP://TINYURL.COM/H3CT42C
Dirigente mensile di informazione e cultura manageriale editore Manageritalia Servizi design: CoMoDo
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FUTURE ECONOMY / AL DIAVOLO LA SILICON VALLEY Dittatura aperta. Tutto è così meravigliosamente open (innovation, knowledge ecc.). Ma poi osservi la nuova sede della Apple e pensi: è un cerchio chiuso su se stesso, un’economia circolare per rigenerarsi senza seccature esterne. Dalle startup alle sette il passo è breve. Anche Scientology punta sulla science fiction per affermarsi come religione. C’è molto misticismo nella valle.
TOPOLIN, TOPOLIN, THE NEXT VIVA TOPOLIN! BIG THING In fondo Topolino è nato nella soleggiata California e l’enorme pupazzo è Android Lollipop, che accoglie i dipendenti e visitatori all’ingresso del quartiere generale Googleplex è lì per ricordarci “Hey guys it’s fun to play here”. Perché alla fine è tutto un gioco. E tutti proprio tutti non fanno altro che sorridere. A dirla tutta sembra di entrare nella misteriosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. L’atmosfera è quella da supponente capitalismo con lo sguardo infantile. Ma l’attrazione è quella: venite miei prodi, qui il lavoro è divertimento e guarda che da Netflix non ci sono orari fissi né vacanze. Ogni dipendente si gestisce come meglio crede in base agli obiettivi e poco importa che per raggiungerli poi devi sgobbare il doppio. Guarda che belli questi uffici con le altalene. Dondola.
Liberamente ispirato all’artista e attivista cinese Ai Weiwei
“Siamo qui per cambiare il mondo e lo faremo alla grande” si sente dire ad ogni contest per startup. Tutti mentono, anche i mentor compiaciuti. Qualsiasi boiata viene pomposamente “pitchata” con l’aureola marchiata Steve Jobs: “ora tutto cambia di nuovo”. Spesso non cambia proprio nulla e spesso le soluzioni risolvono “urgenze” che nessuno si è mai sognato di avere. Nasce Uber? E tutti a proporre nuovi servizi on demand e just in time per qualsiasi “bisogno” tipo la manicure d’emergenza alle quattro di notte. Volete il futuro dell’automotivazione? Ecco a voi Thync, dispositivo da appiccicare alle tempie per programmare il proprio stato d’animo grazie a piccole dosi di scariche elettriche. Ecco cos’è, una vera porcata: the next pig thing!
IL DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
SON(G) OF A PITCH
GENDER NEUTRAL
WHAT’S MINE IS YOURS
“Guarda come gongolo, guarda come gongolo con il pitch” cantano allegri gli aspiranti unicorno della californiana bubble gum economy. Infatti, più che bolla economica questa è una cicca economica. Masticarla per gonfiarsi il petto a suon di pitch, che fa rima con bitch. Queste mini presentazioni che alludono a (future) mega prestazioni sono eccitanti quanto delle sveltine da consumarsi in fretta (alcune durano anche solo 30 miseri secondi, intendo le presentazioni). Gli occhi degli investitori brillano e per tutti i presenti, giovani promesse che con aria di sfida distribuiscono biglietti da visita su cui, dopo tutto, sono già ceo, spesso in totale solitudine, arrivano pacche sulle spalle e incitamenti al grido di “Great Job” o “Great Passion” o “Wow”. Boh
Quelli della valle sono nei proclami very open, very cooming out, very gay e very gender neutral, insomma sono per una società aperta senza discriminazioni. Poi ci sono le donne o meglio non ci sono. Lo staff tech nelle grandi aziende come Apple, Google o Facebook è all’80% maschile, da Uber addirittura le donne sono solo il 6%, per giunta molestate, come testimonia un recente scandalo scoppiato in azienda. Il sessismo pare essere ben radicato nella valle, almeno a dare credito ai numeri dell’associazione Elephant in the Valley: 9 donne su 10 ne sono vittime.
È il titolo di un esaltato libro sulla sharing economy. Quello che è mio è anche tuo, oppure quello che è tuo è anche il mio profitto? Vediamo: Couchsurfing è condivisione di case, Talent Garden è condivisione di spazi, Bookcrossing è condivisione di libri. Blablacar è condivisione? No, è offrire un passaggio a pagamento. E Airbnb e Uber? Ecco: affermare che sono i paladini della sharing economy è una forzatura, o meglio una presa per il cool, e loro lo sono tanto. Forse sono on demand economy o gig economy o forse sono solo precariato ben disegnato e intermediato.
POP STARTUP Mettere insieme una rock band con lo scopo di diventare famosi era il sogno nei primi anni Novanta di molta gioventù. Oggi il sogno pop si chiama diventare startup, tant’è che a ogni nuova iniziativa anche la meno innovativa viene affibbiata questa etichetta. Le startup sono onnipresenti in ogni discorso mediatico, anche nei palinsesti tv con serie televisive come Silicon Valley o contest come l’austriaca 2 Minuten 2 Millionen o l’americana Startup U. Qui non si canta ma si “pitcha” che è un piacere. Non si lavora ma si co-lavora e tutto dev’essere “lean” e informale fino alla nausea. Non solo tutto è pop, ma anche super eroico. La Draper University of Heroes fa proprio questo: forma le future startup votate a innovazioni eroiche. E se fallisci nessun problema: anche il fallimento è eroico grazie a format come la Failcon Conference dove si celebrano le “worst practice”. Consigli d’amministrazione e imprese quotate in borsa incitano il management ad applicare la popolare agilità delle startup, solo così si sopravvive. Sarà vero?
GO SPACE E dopo il go west arriva il go space. La nuova frontiera per cercare fortuna è lo spazio perché su questa terra non c’è più spazio. Elon Musk con la sua impresa SpaceX pretende di colonizzare la galassia (intanto però raccoglie prenotazioni al costo di 100 milioni di dollari per far viaggiare qualche riccone attorno alla luna). L’idea di fondo, a mio avviso folle, è che una specie che è legata a un unico pianeta non ha futuro, dunque saccheggiamo pure le risorse, ripartiremo altrove. Ma c’è spazio anche per altri deliri: l’immortalità, grande fissa per esempio di Larry Page, forse il più eccentrico dei due fondatori di Google. Con la società Calico si tenta di trovare la pietra filosofale della vita eterna. Di tutte le fisse questa è la più nichilistica perché la conseguenza della vita eterna è la negazione della vita delle nuove generazioni. La morte è nel Dna dell’universo, negarlo è puro provincialismo.
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FUTURE SOCIETY IL PARADISO PUÒ ATTENDERE Apriti sesamo. E la valle pronunciò la frase magica per aprire l’ingresso ai tesori della magica era digitale. Finalmente posso crocifiggere un dannato ristorante di “emme” con una misera stellina di feedback, posso chattare 24 ore su 24, seguire su Instagram qualche formosa wag e sì, accedere a tutte, ma proprio tutte, le conoscenze in rete. Peccato che poi il 90% acceda a canali di deliranti youtuber. Nativo digitale fa rima con post fattuale? Molte ricerche lo confermano e paradossalmente alcune sono proprio della valle (Stanford): abili tecnologicamente ma disabili concettualmente. Chiuditi sesamo.
UN MONDO MIGLIORE? Anche i nazisti promettevano un mondo migliore. Forse dovrei stare zitto. Sono tedesco e ho sul gobbone questo fardello. Però porca miseria, smettiamola con la favola della salvifica Weltanschauung made in Silicon Valley. Non esiste. Prendete il nuovo guru della valle, quel tale Elon Musk che non solo intende rivoluzionare la mobilità delle auto con la Tesla ma anche la mobilità tout court, sparandoci da Los Angeles a San Francisco alla velocità di 1.200 km all’ora (Hyperloop il progetto) o dalla terra alla luna e poi sì anche Marte (SpaceX il progetto). A chi giova? E poi: in che senso Uber o Instagram hanno migliorato il mondo? In verità il miglioramento della valle si limita spesso ad affrontare questioni assai banali e marginali tipo: ora grazie a un’app puoi localizzare il pesce che vuoi pescare, certo in un mare dove galleggia un enorme continente di plastica, ma che importa.
POLITICALLY CORRECT Scrive il fisico Stephen Hawking sul Guardian, il mondo non si è mai trovato in una posizione così precaria: populisti, dittatori, guerre, cambiamenti climatici, sovrappopolazione, estinzione di specie, diseguaglianze, epidemie; tutto è terribile. Questo mondo dovrebbe quindi essere necessariamente modificato e salvato. Proprio perché è così disgustoso, la valle risponde con qualche nuova app da scaricare o con altre sfide. Il delirio dell’automazione globale (vedi artificiale) rischia di produrre un abbandonato esercito di disoccupati? Who cares? Qui è tutto così incantevolmente disruptive. Non puoi fermare la storia di un futuro già iniziato. Eticamente Silicon Valley non è meglio di Wall Street, che tramite i derivati ha arricchito i tizi della valle.
In un futuro non troppo lontano, questa la visione di Eric Schmidt (ex ceo Google): le elezioni politiche saranno supportate da algoritmi e, perché no, da scanner cerebrali per mettere a nudo i candidati... e sì, forse non avremo neanche più bisogno di far votare il popolo che, poverino, si fa sempre ingannare, ci penseranno le macchine programmate per scegliere la cosa giusta. Questa infantile e distopica visione che la tecnologia tutto può e tutto fa a fin di bene sarà, vedrete, la nostra rovina. La valle pullula di apprendisti stregoni che ignorano il monito di Goethe: meglio non cominciare qualcosa che non si sa come finire.
IL DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
BURNINGMAN-FESTIVAL
TUTTO QUESTO CASUAL
Della controcultura hippie e dell’utopia di liberare la tecnologia dalla politica e dalla difesa (militare) per donarla agli uomini è rimasta ben poca roba, se non happening narcisistici come il Burning Man Festival, una sorta di Woodstock chic per quelli della Silicon Valley. Sulla carta (come da manifesto) tanti buoni propositi, in pratica una parata autocelebrativa di chi ha molta fiducia nei propri mezzi, di chi è convinto che qui passeggino solo talenti, inventori e profeti. I nuovi Picasso e Mozart in formato digitale.
Non è casuale. Non puoi infatti essere cattivo vestito così. Il Diavolo veste Prada. Jesus Christ Superstar invece veste semplice e guida un pullman sulle cui fiancate campeggia grande e grosso la scritta “Have a great day” (esiste, giuro). Il miracolo è tutto qui. Nella moltiplicazione delle promesse di un mondo migliore, che migliore non sarà. Sarà il solito mondo fatto di ricconi e straccioni, di privilegi e diseguaglianze, di consumi e sprechi, solo molto più casual.
PEOPLE FIRST È vero: il manifesto di Zuckerberg per un mondo migliore è zeppo di buoni propositi, di idee (alcune) apprezzabili ma quasi sempre generiche e talvolta naïf. Viene il sospetto che questa immagine di una società votata al bene comune serva solo a mascherare un fatto assai noto: quello della compagnia che è soprattutto una straordinaria macchina da profitti poco incline a pagare le tasse. Tutti i big di Silicon Valley “evadono legalmente” le tasse e raramente ragionano in termini di low profit o di generoso impatto sulla collettività. È un mondo molto autoreferenziale. Nessuno si occupa veramente dei poveri, delle donne e dei vecchi. People first? Yes, we. O come dice ancora Zuckerberg «voglio lasciare a mia figlia un mondo migliore», giusto: il suo.
https://www.elephantinthevalley.com http://tinyurl.com/jr5kkry http://tinyurl.com/zpz8e7t http://freeform.go.com/shows/startup-u http://www.thync.com http://www.draperuniversity.com http://thefailcon.com https://www.calicolabs.com https://www.seasteading.org
MURO REPUBBLICANO
SOGNANDO IL PARADISO
Intanto il New York Times fa sapere che nel 2016 i lobbisti della Silicon Valley hanno donato, per la prima volta nella loro storia, più soldi al partito repubblicano. Il che ovviamente è consentito, ma un po’ sorprende. Negli spot dei big della valle tutto è sempre così colorato, tollerante e inclusivo, ma per gli affari si punta su un partito che vuole minimizzare tasse e stato sociale e a cui dell’impatto ambientale importa un ficco secco. Per non parlare della folle militarizzazione.
Negli opuscoli dei testimoni di Geova le illustrazioni del paradiso sono un classico. Gente felice e pacifica adagiata su verdi prati. Un’immagine di benessere di come il mondo ideale dovrebbe essere. Non volendo attendere e volendolo trovare qui e ora, beh allora non può che essere il cuore della Silicon Valley: Palo Alto. Qui la terra promessa è di casa, qui si sperimenta il futuro che prima o poi riguarderà tutti. La città del Sole finalmente realizzata. Qualcuno però sostiene anche che questo è l’inferno, solo ben camuffato. Intanto alcuni californiani sognano un paradiso fiscale niente male. Per esempio Peter Thiel, già cofondatore di PayPal, già molto innamorato di Trump (di cui fa parte del team) e già fissato con l’idea di una “Cayman Islands 2.0”: secondo i progetti del Seasteading Institute (da lui finanziato in passato), isole artificiali che vivono al di fuori dei territori rivendicati dai governi, al di fuori dalle regole e precetti etici, senza tasse e senza seccature. Stati Startup dove ogni ricerca è permessa e dove vige libertà assoluta. Per ora un sogno abbandonato dallo stesso Thiel. Ma il paradiso per loro è quello.
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FINTECH TRICOLORE È la prossima rivoluzione annunciata. Sarà vera gloria? In questa mappa interattiva di Startupitalia un censimento delle fintech italiane. Un ecosistema in mutamento da tenere d’occhio per capire chi ce la farà e chi no.
INVESTIRE
BENEDIRE
MALEDIRE
Quale finanza vuole l’utente? Ricca di coolness o di rilevanza? Propendiamo per la seconda ipotesi. Gli smanettoni delle startup invece spesso si perdono in una miriade di servizi sì divertenti ma inconsistenti. Ovvio che investire in loro è una corsa dove bisogna puntare su moltissimi cavalli. Come fa, e pare bene, Techstars, strutturata a network di intuizione collettiva e nota per avere buttato nel 2009 quattro soldi nella nascente Uber. Cose così capitano di rado, spiegano quelli di Techstars, ecco perché bisogna sparare nel mucchio. Loro investono annualmente in 250 progetti, gli altri, soprattutto quelli rinomati, al massimo in 20. Il vero dato però è un altro. L’80% delle startup finanziate ha successo, l’11% viene rilevato da altri e solo il 9% fallisce.
La beatificazione delle startup finanziariamente tecnologiche o tecnologicamente finanziarie è in piena ascesa e nessuno deve intercedere a sfavore. È così eccitante mettere assieme digitalizzazione, intelligenza artificiale e denaro reale. È così bello circondarsi di dorati unicorni. È così tutto pronto insomma, anche perché per molti esperti il 2017 dovrebbe essere l’anno di svolta delle fintech (in ogni buon racconto pieno di suspense c’è sempre un anno della svolta). Dalle assicurazioni al crowdfunding, al blockchain, ai big data, ai prestiti il panorama è ampio. Secondo Fast Company sono 5 le startup veramente dirompenti e dominanti quest’anno su scala mondiale e sono nell’ordine: Metromile (assicurazioni), Cadre (immobiliare), Stash (risparmio), Tilt (social money) e Cross River Bank (finanziamenti).
Dice l’investitore: maledetto il giorno che t’ho incontrato e a suon di milioni incoraggiato, dovevi proprio fallire? Sì, perché fa parte del gioco, o meglio del linguaggio delle fintech. “Fail quickly” è la strategia e regola per entrare nel mercato. Si entra veloci con prodotti e servizi esageratamente beta che vengono (se tutto fila liscio) migliorati strada facendo e feedback permettendo. D’altronde chi fallisce presto risorge subito. Solo pochi progetti riescono ad affermarsi stabilmente generando redditività. E anche molti di quelli osannati dai media e apparentemente affermati come fari del peer to peer (vedi Lending Club) hanno alla resa dei conti esibito bilanci fallimentari e “manifesti sociali” buoni solo per raccontare favole.
https://www.metromile.com https://cadre.com http://startupstash.com https://www.tilt.com/learn/global https://www.crossriverbank.com https://n26.com/it/ http://www.techstars.com
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IL DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
Deus Technology
WeAreStarting
EXRADE
Phone Italia
MILANO
BERGAMO
TRENTO
TAVAGNACCO
Librerie in Cloud
CAHSME
CERRO MAGGIORE
BRESCIA
Competitoor
RONCADE
HOPENLY
Quokky
R. EMILIA
UDINE
FacilityLive
s-peek
PAVIA
TRIESTE Sinba Oval Money
Tickete Let’s donation
TORINO
BOLOGNA
Forward
CryptoLab
FIRENZE Wikigaia Eppela
LUCCA SpazioDati
IMOLA
FORLÌ Unicaseed
GENOVA
Samex
PISA
ISERNIA
Starsup
Becrowdy
TrendLab
LIVORNO
PARMA
CAMPOBASSO Rabbiz
MIOAssicuratore Lambo
BARI
ROMA
Buzzoole Vantaggiando Zoorate
NAPOLI
CAGLIARI
Card Project
FISCIANO NITe
SALERNO Jobhobo
PALERMO
Wadex
CATANIA
DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
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FUTURE SONG CANTIAMO LA CANZONE DELLA VALLE (Adattamento di Guarda come dondolo)
Guarda come gongolo, Guarda come gongolo con il pitch Con un look da bambolo Con un look da bambolo faccio il pitch Sarà perché io gongolo, Saranno i soldi tuoi che brillano, Saranno i supporter miei che strillano
Ma vedo mille mille mille unicorni Venirmi incontro insieme, insieme a te!
Associazioni S ervizi S anità Contratto Previdenza Formazione
CONTRATTO
LE FERIE DEL DIRIGENTE Un diritto irrinunciabile sancito dalla Costituzione che consente al lavoratore il recupero delle energie psico-fisiche e una normale vita familiare e di relazione sociale Mariella Colavito
I
contratti collettivi dei dirigenti di tutti i settori rappresentati da Manageritalia disciplinano in modo dettagliato l’istituto delle ferie1, su delega della legge, la quale si limita a fissare i principi generali. Ricordiamo brevemente che un periodo annuale di ferie retribuite è un diritto sancito dalla Costituzione (art. 36, comma 3), disciplinato anche dal codice civile. L’art.
2109 del codice civile infatti stabilisce che il lavoratore ha diritto a un periodo di ferie annuali retribuito, da usufruire nei tempi stabiliti dall’imprenditore, che deve tenere conto delle esigenze dell’impresa e degli interessi del lavoratore. I nostri contratti collettivi dispongono che il dirigente ha diritto a 30 giorni di ferie per ogni anno di servizio, fruibili anche in più soluzioni.
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I contratti dei colleghi del terziario, degli alberghi e dei magazzini generali escludono dal computo dei 30 giorni di ferie le domeniche (o l’eventuale diverso giorno di riposo settimanale nel settore alberghiero) e le festività infrasettimanali che dovessero cadere nel periodo di godimento delle ferie. I contratti dei colleghi dei trasporti e dei magazzini generali escludono dal computo dei 30 giorni di ferie anche i sabati. La disparità di trattamento, però, è solo apparente ed è dovuta alla diversa disciplina dei 4 giorni di festività soppresse dalla legge 54 del 1977 (ex-festività). I 4 giorni di ex-festività sono considerati giorni di ferie dai contratti dei trasporti e dei magazzini generali, mentre i contratti del terziario, degli alberghi e delle agenzie marittime li disciplinano come altrettanti giorni di permesso retribuito.
Maturazione delle ferie Il diritto alle ferie spetta sin dalla data di assunzione, ma la maturazione dei giorni spettanti avviene progressivamente, mese dopo mese. I nostri contratti collettivi adottano un sistema di maturazione mensile: per ogni mese di servizio prestato matura un dodicesimo dei 30 giorni di ferie annuali. In caso di assunzione o di cessazione del rapporto nel corso del mese, in generale si computa come mese intero solo la frazione superiore a 15 giorni. Nel contratto del terziario, invece, è sufficiente una frazione di mese pari a 15 giorni. In caso di interruzione delle ferie per necessità aziendali, fermo restando il diritto a goderle suc-
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cessivamente, l’azienda deve rimborsare al dirigente le spese sostenute per il rientro anticipato. Ricordiamo che le ferie maturano anche in caso di assenza dal lavoro per malattia regolarmente comunicata, di infortunio, di assenza obbligatoria per gravidanza e puerperio e, più in generale, in ogni caso di assenza con diritto alla retribuzione. La contrattualistica dei dirigenti disciplina anche l’ipotesi di ferie maturate e non tempestivamente fruite (di solito, entro il primo semestre dell’anno successivo a quello di maturazione). In questa ipotesi, il datore di lavoro dovrà corrispondere l’indennità sostitutiva delle ferie arretrate non godute. Si tratta di una disposizione di carattere eccezionale, in quanto le ferie sono un diritto costituzionale, espressamente dichiarato irrinunciabile da parte del lavoratore. Funzione primaria delle ferie, infatti, è quella di consentire al lavoratore sia il recupero delle energie psico-fisiche sia una normale vita familiare e di relazione sociale.
Indennità delle ferie La possibilità di indennizzare le ferie arretrate, eccezionalmente non fruite, è stata notevolmente limitata da una recentissima norma di legge, il decreto legislativo 66 dell’8/4/2003, che ha recepito la direttiva comunitaria n. 93/104 in materia di orario di lavoro. L’art. 10 della nuova disciplina di legge, infatti, dispone tassativamente che nessun lavoratore può fruire di un periodo inferiore a quattro settimane all’anno e che tale periodo minimo ga-
rantito non può essere indennizzato, in costanza di rapporto di lavoro, ma deve essere effettivamente goduto dal lavoratore. Pertanto, per quanto riguarda i dirigenti, con l’entrata in vigore della nuova disciplina legale, l’eventuale indennità sostitutiva delle ferie arretrate potrà riguardare solo i giorni residui eccedenti le quattro settimane. Al di fuori di questa ipotesi, che deve rimanere un’eccezione alla regola, si avrà il pagamento di un’indennità sostitutiva delle ferie in caso di cessazione del rapporto: al dirigente, infatti, dovranno essere pagate le ferie maturate e non godute alla data di cessazione dal servizio. Se il dirigente presta l’attività lavorativa durante il periodo di preavviso (sia di licenziamento che di dimissioni), il datore di lavoro non potrà fargli fruire le ferie e dovrà corrispondergli l’indennità sostitutiva delle stesse. Ricordiamo, infine, che in caso di pagamento al dirigente dell’indennità sostitutiva del preavviso di licenziamento, poiché i nostri contratti equiparano detta indennità al preavviso prestato in servizio, il datore di lavoro dovrà conteggiare anche l’indennità sostitutiva delle ferie relative al periodo di preavviso indennizzato, nonostante non ci sia la prestazione lavorativa su cui si fonda il diritto al riposo feriale.
1
art. 13 ccnl 31/7/2013 dirigenti terziario; art. 15 ccnl 18/12/2013 dirigenti trasporti; art. 12 ccnl 24/6/2004 dirigenti alberghi Federalberghi; art. 15 ccnl 23/1/2014 dirigenti alberghi Aica; art. 9 ccnl 8/1/2014 dirigenti magazzini generali; art. 14 ccnl 31/10/2014 dirigenti agenzie marittime.
DIRIGENTI AGENZIE MARITTIME
I punti salienti del rinnovo del ccnl siglato da Manageritalia e Federagenti
U
n aumento retributivo di 350 euro lordi (biennio 2017/2018) e della previdenza complementare Mario Negri di 400 euro (quadriennio 2015/2018). Un rafforzamento delle politiche attive con un voucher di 5.000 euro da utilizzare per servizi di ricollocazione presso società convenzionate o come autofinanziamento per l’avvio di attività imprenditoriali e una riduzione di quelle passive agendo sui termini di preavviso del licenziamento e sulla determinazione dell’indennità risarcitoria per il licenziamento ingiustificato. Un aumento delle tutele previste in caso di malattie più gravi e una minima diminuzione per quelle che lo sono meno. Agevolazioni contributive al welfare contrattuale (sanità, previdenza, copertura rischi e formazione) per attrarre o trattenere manager nelle imprese e favorire la nomina e presenza di dirigenti anche nelle aziende prive di un valido management esterno alla famiglia dell’imprenditore. L’inserimento di un articolo denominato Produttività e benessere per promuovere e sostenere azioni volte
a favorire le buone pratiche di age management e di welfare aziendale. L’accordo decorre dal 1° gennaio 2015, salvo quanto previsto da singole norme, e ha scadenza il 31 dicembre 2018. Questi i punti salienti del rinnovo del ccnl dirigenti agenzie marittime, siglato da Manageritalia e Federagenti, che lo pongono ancor più come modello di riferimento per rispondere efficacemente alle sfide che il mercato impone. Un rinnovo frutto di una trattativa che ha visto le due delegazioni
convergere sulla centralità del contratto collettivo nazionale di lavoro quale strumento per dare risposte efficaci per migliorare la produttività, aumentare l’occupazione e costruire un welfare integrativo sostenibile e inclusivo, improntato sulla solidarietà. Per favorire e valorizzare le competenze dei lavoratori e competitività delle imprese con un sistema che faccia crescere la professionalità e la tuteli soprattutto con servizi funzionali al lavoro, a chi lo cerca e/o lo perde.
IL CONTRATTO IN BREVE ▶ RETRIBUZIONE aumento € 350 lordi mensili (2017/2018) ▶ PREVIDENZA COMPLEMENTARE aumento € 400 annui (2015/2018) del contributo al Fondo Mario Negri ▶ POLITICHE ATTIVE voucher di € 5.000 per ricollocazione o autofinanziamento ▶ LICENZIAMENTO rimodulazione termini preavviso e indennità licenziamento ingiustificato ▶ MALATTIA maggiori tutele se grave, minori se meno grave ▶ WELFARE CONTRATTUALE agevolazioni contributive per favorire la nomina e presenza di dirigenti anche nelle aziende prive di un valido management esterno alla famiglia dell’imprenditore
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STAFF RETENTION: IL RUOLO CHIAVE DELLE DONNE QUADRO Le donne quadro sono fondamentali per mantenere un clima positivo in azienda e per coinvolgere lo staff nei progetti aziendali: lo conferma una ricerca internazionale bassi, a vantaggio di tutti) e hanno scoperto che questo è ancora più evidente nel caso dei quadri, in particolare se donne. Le donne quadro sembra inoltre che abbiano un ruolo determinante nel mantenere un clima positivo in azienda e nel coinvolgimento dello staff nei progetti aziendali. I risultati dell’indagine suggeriscono che chiunque voglia affrontare il problema dello staff retention dovrebbe dunque dedicare attenzione alle problematiche di genere nel middle management e preoccuparsi affinché le donne quadro possano lavorare serenamente ed essere valorizzate senza ostacoli. Il costo del turnover in azienda può essere considerevole e un ve-
ro e proprio “dramma” in settori in cui la formazione dei dipendenti e l’esperienza per ruoli specifici sono determinanti per il successo del business, come ad esempio nel caso del settore dell’ospitalità, dove è stato calcolato che il tasso di turnover è tra i più alti: per un ruolo di front-desk il costo può raggiungere i 6.000 dollari all’anno, ma riducendo il turnover dal 50% al 25% l’azienda può risparmiare fino a 50.000 dollari all’anno. L’indagine apre dunque nuove prospettive sul problema del turnover: assumere talenti competenti è difficile e costoso, ma perderli è un grave – e spesso imperdonabile – spreco di risorse.
MANAGERITALIA QUADRI
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i usa il termine “turnover”, altre volte si parla di abbandono: sta di fatto che quando un dipendente/collaboratore lascia volontariamente la propria azienda, soprattutto se si tratta di una persona di talento e con anni di formazione alle spalle, ci troviamo di fronte a una perdita del capitale umano spesso dannosa per il business. Numerose indagini sottolineano come i vertici aziendali dovrebbero preoccuparsi di far adottare all’interno della propria organizzazione una politica di staff retention. In particolare, una ricerca del professor Ray Friedman della Owen graduate school of management dell’Illinois e di Tony Simons della Cornell University presenta una serie di dati sull’importanza di una strategia di conservazione delle risorse umane in azienda. Tra le molte considerazioni, l’indagine suggerisce come anziché focalizzarsi sull’interazione tra middle manager e il resto dello staff è importante considerare come la soddisfazione dei quadri legata al loro rapporto con i senior manager incida profondamente sulla fedeltà dei dipendenti all’azienda. Gli autori della ricerca hanno posto sotto i riflettori il fenomeno del trickledown (la soddisfazione dei livelli più alti si ripercuote su quelli più
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www.askmit.it
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Come si matura la pensione se si hanno carriere lavorative discontinue e contributi versati in diverse gestioni previdenziali? Oggi, con la possibilità di richiedere il cumulo gratuito introdotto dalla legge di bilancio 2017, diventa molto più semplice e accessibile. Un intervento normativo tra i più rivoluzionari della previdenza degli ultimi 30 anni ben accolto dai futuri pensionati, ma ancor più lo sarà dalle giovani generazioni, che operano in un mercato del lavoro sempre più dinamico e discontinuo in cui difficilmente la propria carriera lavorativa si conclude nello stesso posto di lavoro dove la si è iniziata. Ecco alcune recenti risposte di AskMit sul tema
IL CUMULO DEI PERIODI ASSICURATIVI Sono un dirigente e fra cinque anni dovrei andare in pensione. Dato che nell’arco della mia carriera lavorativa ho fatto versamenti a diverse casse previdenziali, volevo sapere quali sono le condizioni necessarie per poter fruire del cumulo gratuito. Per poter usufruire del cumulo gratuito dei periodi assicurativi, occorre essere in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento di vecchiaia (per i lavoratori uomini, 20 anni di contributi e un’età anagrafica di 66 anni e 7 mesi) oppure quelli per il pensionamento di anzianità indipendentemente dall’età (42 anni e 10 mesi, per gli uomini). Il cumulo, che riguarda anzianità contributive non temporalmente coincidenti, si può utilizzare anche se in una delle gestioni previdenziali si è maturato il diritto a un trattamento pensionistico autonomo. Lo scorso anno ho presentato domanda di ricongiunzione onerosa. Con le modifiche nor-
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mative che hanno reso gratuito il cumulo dei periodi assicurativi, posso revocare la domanda per poter usufruire di questa opportunità? Il legislatore ha concesso la possibilità, nei confronti di coloro che hanno già manifestato la volontà di ricongiungere ai sensi degli artt. 1 e 2 della legge 29/79 o che hanno richiesto il cumulo ai sensi dell’art. 1 comma 239 della legge 228/2012, di recedere dalle rispettive domande. Per le domande di ricongiunzione, la richiesta di recesso comporterà la restituzione di quanto versato solo nei casi in cui non sia stato perfezionato il pagamento integrale dell’importo dovuto. La restituzione dell’onere versato sarà effettuata a decorrere dal dodicesimo mese dalla data della richiesta di rimborso, in un numero pari a quattro rate non maggiorate di interessi. Il recesso non può comunque essere esercitato oltre il 31 dicembre 2017 e nei casi in cui abbia già dato titolo alla liquidazione del trattamento pensionistico.
Ho presentato tempo fa domanda di pensione in totalizzazione che comporterà l’applicazione del calcolo contributivo su tutto l’importo della pensione e un’attesa di 18 mesi per la liquidazione. È possibile recedere da tale domanda e presentarne una diversa richiedendo l’applicazione del cumulo gratuito? Chi ha presentato la domanda di pensione in totalizzazione prima dell’entrata in vigore della legge di bilancio per il 2017 (1° gennaio 2017), nel caso in cui il relativo procedimento amministrativo non sia ancora concluso può, previa rinuncia alla domanda di pensione in totalizzazione, accedere al trattamento pensionistico tramite il cumulo dei periodi assicurativi, essendo in possesso dei requisiti ordinari per accedere al pensionamento di vecchiaia o anticipato per anzianità. Le consigliamo di rivolgersi a un Patronato per verificare la sua situazione e stabilire le azioni più adatte da intraprendere.
LE CONVENZIONI ANTONIO PASTORE E CAPITELLO
Gestione Previr Antonio Pastore Rendimento 2016
3,33%
Con un rendimento del 3,33% si confermano, anche nel 2016, un investimento garantito per il domani di dirigenti, quadri e familiari
Previdenza integrativa individuale La Convenzione Antonio Pastore n. 3140 per i dirigenti del terziario costituisce la cosiddetta “previdenza integrativa di terzo pilastro” e consente di disporre, alla
fine del periodo contributivo, di un capitale che va ad aggiungersi a quanto erogato dall’Inps e dal Fondo Mario Negri. Convenzione, questa, che è aperta anche agli ex dirigenti che effettuano spontaneamente i versamenti e consente di estendere tutti i vantaggi anche a coloro che, al termine della dirigenza, scelgono di diventare “prosecutori volontari”.
Il risparmio individuale Assidir, per andare incontro alle capacità di risparmio individuale di dirigenti, ex dirigenti e quadri iscritti a Manageritalia, mette a loro disposizione l’accesso
a una polizza, denominata “Capitello”, che offre le stesse vantaggiose condizioni della polizza di capitale differito rivalutabile prevista per i dirigenti in servizio. Non solo, oltre a poter effettuare dei versamenti volontari, gli iscritti a Manageritalia hanno la possibilità di far sottoscrivere una polizza Capitello anche ai loro familiari: coniuge, figli, genitori e nipoti in linea diretta. Prossimamente verranno spediti gli estratti conto relativi al 2016, che saranno inoltre consultabili nell’area riservata del sito www. assidir.it e di cui verrà data notizia tramite una news in home page.
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ssicurare la massima tranquillità di fronte alle alterne vicende dell’economia nazionale e mondiale non è attualmente cosa facile ma, anche nel 2016, la gestione “Previr Antonio Pastore” ha dimostrato la propria capacità di assicurare agli iscritti non solo un rendimento ben al di sopra dell’inflazione ma soprattutto una maggiore sicurezza rispetto ad azioni, immobili e altre forme di investimento. Infatti, uno tra i più importanti vantaggi previsti dalla polizza di capitale differito della Convenzione Antonio Pastore, prevista dal ccnl dei dirigenti del terziario, è la garanzia del consolidamento nel tempo sia del capitale versato sia delle rivalutazioni periodiche che, grazie a un’apposita gestione patrimoniale di elevata sicurezza (Gestione separata), sono sempre state di tutto rispetto.
Convenzione Antonio Pastore Per approfondimenti sulla posizione personale per dirigenti e prosecutori volontari
numero diretto 02.277981 Polizza Capitello Per informazioni e adesioni per dirigenti, ex dirigenti, quadri e familiari
numero verde 800.401345
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L’INVALIDITÀ PERMANENTE DA MALATTIA Continuano gli approfondimenti sulle coperture assicurative per gli associati Manageritalia. In questo numero esaminiamo i problemi legati alle conseguenze di malattie invalidanti
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ran parte delle malattie, durante il loro decorso, portano a una momentanea inabilità che, dopo la guarigione, non lascia però alcuna traccia. In qualche caso, per fortuna abbastanza limitato, la malattia lascia però dei segni non molto piacevoli che possono arrivare fino a vere e proprie invalidità permanenti. Un rischio, questo, che può essere definito “strisciante”, fre-
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quentemente sottostimato, perché siamo abituati a considerare come invalidanti principalmente le conseguenze degli infortuni e dal quale solo pochissime persone ritengono di proteggersi con opportune coperture assicurative. Per maggiore precisione vale la pena di sottolineare come, nel lessico assicurativo, per “malattia” si intende ogni alterazione dello stato di salute non dipendente da infortunio. Prima di tutto, per quanto riguarda il mondo Manageritalia, dobbiamo distinguere tra le varie categorie di associati.
I dirigenti Per questi è prevista, contrattualmente, una garanzia che li tutela nel caso in cui una malattia determini un’invalidità che comporti la perdita o la diminuzione definitiva e irrimediabile della sua capacità all’esercizio della professione. Una copertura dalle caratteri-
stiche estremamente favorevoli che non prevede un esame preventivo sullo stato di salute dell’assicurato, è soggetta a pochissime esclusioni ed è particolarmente tutelante per i casi più gravi. A titolo di esempio ricordiamo che, contrariamente alla maggior parte delle polizze per i casi di invalidità permanente da malattia, la copertura per i dirigenti Manageritalia interviene anche a fronte di malattie pregresse rispetto alla data di inizio validità della polizza, pur se con valori ridotti. La garanzia si attiva se il grado di invalidità è superiore al 24% e prevede un indennizzo fino a un massimo di 325.000 euro. Ovviamente l’entità del capitale liquidato varia in base al grado di “inva-
lidità permanente accertata” dai periti medici. Vale però la pena sottolineare che, per poter accedere a questa copertura, l’invalidità deve essere insorta successivamente alla nomina a dirigente e non deve essere conseguenza di un infortunio. In questo caso, infatti, il ccnl prevede un altro tipo di garanzia. Un’altra importante informazione da tenere presente è che, nel caso si debba ricorrere a questa polizza, è necessario che passi almeno un anno dal momento della denuncia per lo svolgimento di tutte le attività utili per l’accertamento del grado di invalidità. Proprio per questo motivo è importante ricordarsi di denunciare tempestivamente il presentarsi di eventuali sintomi di invalidità.
Quadri ed executive professional Per tutti gli altri iscritti a Manageritalia, come evidenziato nel quadro di riferimento qui sotto, se non sono previsti accordi aziendali specifici o particolari tutele in sede contrattuale (peraltro abbastanza infrequenti per non dire eccezionali) la copertura dal rischio di una invalidità permanente da malattia è a carico dell’associato stesso. Una copertura assicurativa che si può sottoscrivere attraverso due differenti formule. La prima, appositamente studiata e dedicata a quadri ed executive professional, e che può essere estesa anche ai loro familiari, prende il nome di “Quadri & Professional Care”, la polizza
QUADRO DI RIFERIMENTO DELLE PRESTAZIONI Nella tabella sono indicate in chiaro le prestazioni cui si riferisce il presente articolo; sono invece oscurate quelle trattate nei mesi scorsi o che verranno affrontate nel prossimo articolo
Dirigenti Garanzia In servizio
Pensionati Prosecutori volontari
Familiari Quadri
Executive professional
Rimborso spese mediche e interventi
Dirigenti
Quadri
Executive professional
in servizio altri
Diaria da ricovero Invalidità permanente da malattia Long term care
*
*
fino 70 anni oltre 70 anni
Previsto da ccnl Su base volontaria Previsto se applicati accordi collettivi * Garanzia non attiva per i dirigenti assunti o nominati con retribuzione lorda annua fino a 65mila euro.
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di Cargeas Assicurazioni che, all’interno di una tutela globale, offre una copertura molto interessante di cui ricordiamo le principali caratteristiche. Anche per questa polizza la soglia di accesso è una invalidità pari almeno al 24% e l’indennizzo, che equivale alla somma assicurata, è articolato in fasce che vanno da un minimo di 100.000 euro a un massimo di 500.000 euro. Per quanto riguarda le formalità necessarie per la sottoscrizione della polizza va ricordato che è indispensabile compilare un questionario anamnestico in quanto le invalidità derivanti da malattie pre-
gresse non sono indennizzabili. Inoltre, non va dimenticato che il premio da corrispondere è variabile in relazione all’età dell’assicurato.
inoltre, può essere sottoscritta anche dai dirigenti in attività come integrazione del capitale già assicurato automaticamente dalla Convenzione Antonio Pastore.
Per i familiari La seconda possibilità, invece, è costituita da polizze individuali aperte a tutti gli associati e ai loro familiari, inclusi gli ex dirigenti, che possono essere costruite ad hoc per ogni singolo caso grazie alla flessibilità delle formule individuate, sia per quanto riguarda le garanzie che per gli importi, utilizzando la consulenza specialistica di Assidir. Questa polizza,
Per ulteriori informazioni: www.assidir.it email info@assidir.it Numero Verde 800 401345
“Quadri & Professional Care” è un prodotto di Cargeas Assicurazioni SpA. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Prima della sottoscrizione leggere il fascicolo informativo consultabile sui siti www.cargeas.it e www.assidir.it.
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MICROMACRO Uno strumento di supporto per le prossime decisioni
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I dati descritti nel dashboard sono commentati da un advisory board molto qualificato: Mariano Bella di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Marcello Bianchi di Nagima, Gregorio De Felice di Intesa Sanpaolo ed Enzo Rullani di T-Lab Cfmt.
Primo workshop LA GLOBALIZZAZIONE: QUALE FUTURO? Milano 29 marzo, 17,30-19,30 Roma 5 aprile, 17,30-19,30 Si focalizza il tema del futuro della globalizzazione alla luce delle politiche protezionistiche che il nuovo presidente degli Usa si propone di promuovere. L’integrazione commerciale dei mercati e il libero scambio di merci, capitale e lavoro, insieme alla digital globalization, hanno determinato mutamenti radicali a livello mondiale. Se da un lato questi fenomeni hanno supportato la crescita del com-
mercio internazionale, l’apertura di nuovi mercati per le attività economiche, l’incremento della produttività di economie e di imprese, dall’altro lato hanno aumentato le diseguaglianze di reddito tra stati, classi sociali e individui favorendo la crescita del livello di povertà nei paesi avanzati, e provocando un’inarrestabile crescita dell’incertezza a tutti i livelli. Quale sarà la forza d’urto di questa evoluzione e la sua durata nel tempo? Quale sarà l’impatto sul commercio internazionale e sulla dimensione degli investimenti a livello mondiale? Quale sarà l’impatto sull’economia italiana e sul sistema delle imprese? Chairman: Gianluca Semprini, giornalista Rai. Relatori: Marcello Bianchi, cofondatore e partner Nagima; Enzo Rullani, direttore T-Lab Cfmt; Alessandro Terzulli, capo economista Sace. Testimonianze dal mondo delle imprese: Roberto Filipelli, Microsoft Italy; Lorenzo Tersi, LT Wine & Food advisor.
CFMT
iventato ormai un appuntamento fisso per gli associati Cfmt, il progetto “MicroMacro, uno strumento di supporto per le prossime decisioni” ha l’obiettivo di fornire a manager e imprese uno strumento conoscitivo dinamico per poter riflettere sull’evoluzione del contesto macroeconomico e il suo impatto sull’attività delle imprese. L’iniziativa prevede la redazione trimestrale di un dashboard che, mappando un insieme di indicatori selezionati che misurano l’andamento di variabili reali e finanziarie, fornisce un quadro chiaro dello stato di salute dell’economia italiana e delle differenze con quello di altre economie di riferimento. Con cadenza sempre trimestrale viene proposto un workshop: grazie alla presenza di un panel qualificato di esperti appartenenti al mondo accademico, istituzionale e delle imprese che si alternano nel dibattito, il focus di ciascun incontro riesce a essere estremamente pragmatico e interattivo.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.cfmt.it - Elena Massaro, emassaro@cfmt.it, 02 54063115 La partecipazione all’evento è gratuita e riservata ai dirigenti in regola con il versamento dei contributi.
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SCUOLA DI MANAGEMENT NE
MARKETING E ORGANIZZAZIO FORZE DI VENDITA
ndita Lo spirito della ve vendita gio umoristico nella ag gu Il potere del lin io gg lano, 18 ma Roma, 31 marzo - Mi m: un legame Omnichannel e Cr indissolubile iendale m nella strategia az L’importanza del Cr Roma, 8 giugno Milano, 30 marzo -
CFMT
t management Strategic accoun gli campi d’azione e de La definizione dei obiettivi strategici Roma, 24 maggio Milano, 23 marzo -
CONTROLLO DI GE
STIONE E FINANZA
Indicatori d i performa nce Come costru ire i più rap p re sentativi ind sulle per form icatori ance di gestio ne Torino, 7 apri le - Genova, 26 maggio Milano, 14 gi ugno - Roma, 18 luglio Economics 4 manage r Come gestir e le tematiche economico-fi e l’interpreta nanziarie zione del bila ncio Milano Primo modul o: 22 e 28 m arzo Secondo mod ulo: aula virt uale, 31 mar Terzo modulo: zo 3 aprile Quarto modul o: 11 aprile Roma Primo modul o: 6 e 13 giug no Secondo mod ulo: aula virt ua le, 14 giugno Terzo modulo: 27 giugno Quarto modul o: 4 luglio
STRATEGIA E ORGANIZZAZIO
NE
Business storyte lling Come narrare l’unic ità della vostra azien da Roma, 7 aprile - Fir enze, 5 maggio Ancona, 23 giugno - Milano, 12 luglio La potenza del w hy Come creare ambie nti organizzativi ric chi di valore e significato Bolzano, 5 aprile - Bo logna, 27 aprile Udine, 9 maggio - Ro ma, 13 giugno Ripensare il busin ess per nuove opportunità Business model stres s-test, dalla teoria alla pratica Milano, 15 marzo Roma, 10 aprile
SEGRETERIA CORSI:
MILANO
Luigia Vendola lvendola@cfmt.it, 02 54063137
GESTIONE RISORSE UMANE le relazioni Le trappole mentali nel orcono i nostri Come gli Unconscious Bias dist rapporti maggio Roma, 28 marzo - Milano,10 rriere Comunicare oltre le ba ione interculturale caz uni Giochi teatrali e com gno giu 9 a, Milano, 6 aprile - Rom aordinario Diventare un leader str za che impattano sui for di ti Potenziare i tuoi pun risultati di business 22 maggio Milano, 28 marzo - Roma,
ROMA
Lucia Canullo lcanullo@cfmt.it, 06 5043053
La partecipazione ai corsi è gratuita e riservata ai dirigenti associati in regola con il versamento dei contributi.
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Hanno collaborato a questo numero Romano Benini è giornalista economico, docente di Sociologia del made in Italy presso l’Università La Sapienza di Roma. Dirige il master in Management delle politiche per il lavoro presso la Link Uni(42) versity di Roma.
Thomas Bialas, futurologo, è
curatore dell’inserto Dirigibile e responsabile del progetto Future
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Management Tools di Cfmt.
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
Fabio Ciarapica è senior partner di Ægis Human Consulting Group. Si occupa da sempre di valorizzazione delle persone nelle organizzazioni, executive audit ed executive search a livello interna(44) zionale.
Alberto Contri, copywriter, direttore creativo e managing director presso multinazionali della comunicazione come la McCann Erikson, è stato consigliere della Rai, ad e direttore editoriale di RAINet. Presiede dal ‘99 Pubblicità Progresso. Insegna Comunicazione sociale presso la Iulm di Milano. (30)
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Claudia Corti è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza.
Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale Tlc dove si occupa di opera(59) tori virtuali. Giovanni Porta è psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, è esperto in alimentazione e teatroterapia. Vive e lavora tra Roma e Milano. Da anni realizza laboratori e percorsi in cui l’arte viene (56) utilizzata con finalità terapeutiche.
Nicola Quirino è docente di Finanza pubblica all’Università Luiss e all’Accademia della Guardia di (20) Finanza. (6)
Armando Travaglini è consulente e formatore per il web marketing turistico.
Fabrizio Valente è il partner fondatore di KikiLab – Ebeltoft Italy, società specializzata nel retail a (16) 360° e unico membro italiano del consorzio Ebeltoft Group. È partner di Cfmt.
FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE
Editore: Manageritalia Servizi srl Direttore responsabile: Guido Carella Coordinamento: Roberta Roncelli Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta
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FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
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Concessionario pubblicità LAPIS srl viale Monte Nero, 56 - 20135 Milano tel. 0256567415 info@lapisadv.it - www.lapisadv.it Grafica THE GRAPHIC FORGE sas via Antonio Stoppani, 4 - 20129 Milano tel. 0229404920 - www.graphicforge.it
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da Manageritalia Mariella Colavito, ufficio sindacale Manageritalia Milano. (69) Daniela Fiorino, responsabile ufficio sindacale. (46, 60) Carla Panizza, responsabile centro studi.
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Stampa ROTOLITO LOMBARDA spa via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano) tel. 0292195.1 - www.rotolitolombarda.it Registrazione Tribunale di Milano n. 142, del 24 aprile 1974 Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana Accertamenti diffusione stampa
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