DIRIGENTE - Aprile 2016

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N. 4 APRILE 2016

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LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

t i . a i l a t i r e g a n a

Si chiude una porta si apre un portale

INNOVAZIONE INNOVAZIONE

Va’, operaio del pensiero

FISCO FISCO

Modello 730: le novità 2016

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI -  2,20 (abbonamento annuo  16,50)


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O D O N TO B I denta l cl i nic

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LUGLIO/AGOSTO 2015


Editoriale a cura del presidente Manageritalia

DALLE ASSEMBLEE LA SPINTA VERSO IL CAMBIAMENTO

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ei prossimi due mesi, insieme ai componenti della giunta federale, attraverserò l’Italia per partecipare alle assemblee territoriali delle nostre tredici associazioni. Incontrerò gli associati, chiamati a rinnovare i consigli direttivi che poi andranno a comporre la nuova Assemblea di Manageritalia. A giugno, poi, verrà eletta la squadra che dovrà prendersi in carico la governance e i destini della nostra Federazione. Abbiamo attraversato anni di turbolenze che hanno messo a dura prova la sostenibilità economicosociale del nostro Paese. Non possiamo dire di esserne usciti, ma alcuni dati positivi sui dirigenti rientrati nel nostro contratto ci fanno ben sperare. Parlando dei soli dirigenti in attività del nostro settore, in Italia ad oggi, sono 22.032 (+1,4% nell’ultimo anno). Negli ultimi due anni abbiamo quasi del tutto recuperato il lieve calo dovuto agli anni della crisi. Ma questi numeri non sono, purtroppo per il Paese, un indice assoluto di ripresa. Ancora oggi le prospettive sono circondate da incertezza e non sono rassicuranti, non solo per lo scenario interno ma anche per quello europeo e internazionale. Il cambiamento va pensato, espresso con idee, saperi e progetti, sviluppando la più ampia condivisione e partecipazione della collettività in modo da renderlo vitale, efficace e, non da ultimo, sostenibile nel tempo. Per questo serve una guida che costruisca una visione su un lungo periodo, soprattutto sui grandi temi sociali ed economici. Anche Manageritalia poteva, e potrebbe, uscirne con le “ossa rotte” se non si continuasse a innovare il nostro modello di rappresentanza.

La capacità di analisi del contesto, che rappresenta uno dei nostri tratti distintivi, ci ha consentito per tempo di comprendere che occorreva ripensare alle dimensioni e agli scopi associativi per evolvere la nostra visione verso una rappresentanza più evoluta e moderna. Con il Congresso del 2011 ci siamo dotati degli strumenti per guardare oltre le emergenze contingenti e abbiamo “alzato lo sguardo” verso l’orizzonte. Abbiamo sperimentato modalità innovative per allargare la partecipazione e la condivisione. Siamo riusciti a riflettere sulla necessità di coniugare, non solo in una logica rivendicativa, la difesa dei nostri pur legittimi interessi con quelli più ampi della collettività e con l’ambizione di metterci al servizio del Paese come interlocutori di impatto e rilevanza. I tre temi congressuali – Rappresentanza e politica, Lavoro e welfare, Sostenibilità e crescita – hanno rappresentato le tre macro direttrici che hanno orientato tutta la nostra azione associativa di questi quattro anni. Non è mia intenzione elencarvi le cose fatte dalla Federazione in questo quadriennio, ma per uscire da un posizionamento per lo più fondato da logiche rivendicative, in questi ultimi anni abbiamo lavorato intensamente per ampliare tutte le dimensioni dell’attività associativa. È nel loro solco che è stato costruito un Piano operativo nazionale coniugato e realizzato anche a livello territoriale, che ha impegnato, anche qui, oltre mille colleghi e che ha portato poi al Congresso 2015. Un Congresso che ci lascia in eredità le linee guida e le priorità di 10 aree di lavoro sulle quali continueremo a costruire il futuro di Manageritalia. Guido Carella (guido.carella@manageritalia.it)

APRILE 2016 GENNAIO/FEBBRAIO 2015

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Vacanze d’incanto sul mare di Tropea

Le statistiche ufciali sulle vacanze in Italia provengono di varie fonti informative, prime delle quali le rilevazioni Istat. I dati relativi al periodo di vacanze estive 2015 ha evidenziato una netta preferenza per le località marine rispetto alle altre. Mentre si mantengono stabili le presenze turistiche nelle isole e al centro-nord, si è rilevato un incremento in quelle del Sud, in particolare sulla costa tirrenica. Tra i motivi della scelta, oltre alla dolcezza del clima e al limitato affollamento, risulta essere stato il conveniente rapporto qualitàprezzo. In base alle risposte date dagli intervistati appartenenti alle classi sociali più alte, tra le località marine preferite la novità dell’anno è risultata essere Tropea, detta “La perla della Calabria” per la bellezza delle spiagge, il clima e la suggestione del paesaggio marino con lo Stromboli e le isole Eolie.

Si chiama La Pizzuta (www. lapizzuta.it) e offre quanto di meglio si può chiedere a una vacanza di mare: confortevole soggiorno, panorama stupendo, spiaggia privata, ristorazione eccellente, animazione diurna e serale, grande piscina e, inne, molto importante, l’ascensore per la discesa in spiaggia.

Un delizioso resort Molti dirigenti con famiglia hanno citato un villaggio veramente particolare, accanto a Tropea, immerso in un giardino botanico lussureggiante.

Il villaggio rimane aperto da ne maggio agli inizi di ottobre. Per info e prenotazioni è attiva la Segreteria di Milano, in Corso Venezia 8 - Tel. 02 798493 Mail: info@lapizzuta.it

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GENNAIO/FEBBRAIO 2016

L’area centrale del resort contiene terrazza-ritrovo, ristorante, bar, spazio teatro, area sport (bocce, volley, ping-pong e calcetto) e sala riservata per giocare a carte. Rapporto qualità-prezzo Soprattutto in questi tempi di attenzione ai costi, spicca l’ottimo livello delle quotazioni: da soli €. 490,00 per una settimana di soggiorno e trattamento speciale di pensione completa, il che ne fa un resort ideale per famiglie.

Al resort La Pizzuta si può giungere in aereo (Lamezia Terme), in treno (Tropea) o in auto (uscita Autosole di Pizzo Calabro).


Sommario Copertina  6 www.manageritalia.it

Management 36 Un coach in azienda

Innovazione 12 Va’, operaio del pensiero 49 Nuovi modelli di business per sopravvivere Fisco 18 Modello 730: le novità 2016

44 Conflitti creativi Produttività & Benessere 40 Lavoro: lo stiamo cambiando

RUBRICHE 30 Osservatorio legislativo

Sociale 26 Le competenze dei manager per le città di domani

Manageritalia 67 Lavoro Disoccupazione: l’indennità Naspi 2016 72 Dimissioni e risoluzioni consensuali 75 Executive Professional Traguardi e obiettivi futuri 77 AskMit risponde Tasse? Ti aiutano gli esperti

52 Di buon grado 53 Arte 54 Libri 55 Letture per manager

Lavoro 32 Freelance generation

InfoMANAGER

56 Lettere

78 Assistenza fiscale 50&Più Caaf torna in associazione Cfmt 79 Internazionalizzazione delle imprese

è online su

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Assidir 80 La polizza di capitale differito

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LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

.it lia a t ri ge a an

Si chiude una porta si apre un portale

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA

INNOVAZIONE INNOVAZIONE

Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali

Fondo di previdenza Mario Negri

CFMT Centro di formazione management del terziario

Associazione Antonio Pastore

Va’, operaio del pensiero

FISCO FISCO

Modello 730: le novità 2016

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI -  2,20 (abbonamento annuo  16,50)

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Copertina

WWW.MANAG È online dal 22 marzo il nuovo portale di Manageritalia: tante innovazioni per avere in modo sinergico notizie sul mondo che cambia, informazione sull’Associazione, la sua offerta e i suoi servizi

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CCOCI, ABBIAMO TAGLIATO IL NASTRO del nuovo portale di Manageritalia. Forse sei già entrato, visto che in pochi giorni abbiamo ricevuto oltre 24.567 utenti e 119.540 visualizzazioni uniche. Perché un nuovo portale? Per creare un luogo sempre più capace di sviluppare uno scambio di informazioni, idee, opinioni e contribuire tutti insieme a capire e affrontare meglio il mondo che ci circonda e cambia vertiginosamente. Un’evoluzione di quanto avvenuto fino ad oggi sul sito, sui tre blog (Crisi & Sviluppo, Pensioni e Donne) e sulla rivista Dirigente. Ora tutto questo lo ritroverai qui. Per farlo ancor più sinergicamente, condividerlo con tanti all’esterno sui social e in altri porti dell’informazione online e offline. Per creare una vera community dei manager dove condividere e moltiplicare il valore di ognuno di noi, coinvolgere e contaminare tanti altri protagonisti di economia, istituzioni e società. Per comunicare meglio con tutti voi, sviluppare un vero network capace di produrre valore, scambiarlo e metterlo a disposizione di tutti.

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GERITALIA.IT

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Copertina Per valorizzare i manager e rendere vivo e tangibile il loro ruolo e il loro contributo per il Paese.

Informati, sempre La nuova strategia editoriale punta sull’informazione, che trovi in primo piano quando atterri sul portale. Lo sguardo alle voci di menù non lascia dubbi. Parliamo di Economia, Lavoro, Management, Previdenza, Attualità e Servizi. Di quei servizi che offriamo, perché chi è associato possa fruirne al meglio, e chi non lo è possa valutarli o, non rientrando nei nostri target associativi, possa comunque trarre informazioni utili per sé su lavoro, sviluppo professionale, sanità, previdenza e altro ancora. Anche tu puoi costruire ogni articolo, ampliarlo e diffonderlo commentandolo e condividendolo sui social network. E tutto sarà notizia: interviste, opinioni (i post un tempo sui blog, alcuni articoli che andranno anche sulla carta del men-

Condividi sui social e partecipa alla discussione con il tuo commento COME? Puoi scegliere di farlo con il tuo account personale di Facebook o di Twitter oppure registrandoti a Disqus.com la piattaforma più utilizzata e sicura per commentare sul web. IL TUO CONTRIBUTO È IMPORTANTE!

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sile Dirigente), filmati e tanto altro. Per ogni articolo hai il numero di commenti e il tempo di lettura. Puoi stamparlo o aggiungerlo ai preferiti che ritroverai nella tua area riservata. A piè pagina puoi leggere i commenti e aggiungere i tuoi. Protagonista sei tu, quotidianamente sul mercato, all’estero e su fronti economici e sociali fortemente innovativi. Per guardare ciò che è più lontano, che cambia


di più, e lavorare insieme per affrontarlo e non subirlo. Perché siamo un sindacato moderno, un’Associazione professionale consapevole che da soli non si va da nessuna parte.

Manageritalia La sezione corporate informa sull’attività e sui servizi che offriamo, cosa che vogliamo fare sempre meglio. Perché questa è la nostra mission che perseguiamo non solo valorizzandoti all’esterno, ma prima di tutto supportandoti con rappresentanza e servizi di qualità. Trovi le tre sezioni dedicate ai target dirigenti, quadri ed executive professional. Un modo agile per capire come vivere l’Associazione, ciò che offrono il contratto e i suoi Fondi e gli ulteriori servizi per la vita professionale e personale in ambito contrattuale, legale e fiscale, sanitario, previdenziale, assicurazione e rischi, ricollocazione, formazione e carriera. Alla voce card e convenzioni altri vantaggi valoriali e pratici della tua membership.

word) puoi fruire direttamente di alcuni servizi legati al contratto, alla professione e al tempo libero: molti di questi erano già presenti, altri sono delle novità. Partiamo da My Manageritalia, un cruscotto che ti consente oggi di gestire anche gli Interessi dove scegli gli argomenti di tuo gradimento, gli Articoli preferiti che hai aggiunto e gli Articoli scelti per te, quelli che ti segnaleremo sulla base dei tuoi interessi. In Comunicazioni trovi notizie utili e personalizzate sulla base del tuo profilo. Per quanto riguarda i servizi sono presenti i Servizi Fasdac (per i dirigenti), dove visualizzare lo stato delle pratiche di rimborso indiret-

te, controllare o modificare l’iban utile per il rimborso, consultare le Convenzioni sanitarie e cercare gli enti e/o i medici in convenzione diretta con il Fasdac. In Servizi professionali puoi richiedere un check-up retributivo, inserire e/o modificare il tuo profilo nella Banca dati Manager & Mercato del lavoro, valutare le condizioni privilegiate per fruire dell’outplacement. Del tutto nuovo invece Servizi assicurativi, l’offerta di Assidir personalizzata. In Convenzioni commerciali Soloxte puoi accedere al network commerciale dei manager italiani (iniziativa di Federmanager e Manageritalia) fruibile in un sito dedicato.

Area associati Accedendo all’area riservata My Manageritalia (con user id e pass-

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Copertina

UTILIZZA MY MANAGERITALIA   Scegli i tuoi interessi   Aggiorna i tuoi dati

  Fruisci dei servizi a te dedicati   Tieni d’occhio le comunicazioni

Dati personali è la sezione dove puoi controllare, inserire e/o modificare alcuni dati anagraficoprofessionali (recapiti email e postali, ruolo in azienda ecc.) che ci permettono di raggiungerti in modo sempre più puntuale. Quindi, utilizza l’area riservata e i suoi servizi, aggiorna sempre i tuoi dati e profilati sulla base dei tuoi interessi e preferenze. Il nostro servizio sarà così sempre più su misura. Faremo questo anche attraverso una newsletter capace di aggiornarti e condurti sul portale in modo mirato secondo le tue esigenze, per cogliere le informazioni e i servizi da non perdere.

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Area follower portale Dallo stesso punto di accesso all’area riservata è presente l’opzione Area follower portale. Questa sezione non interessa gli associati, ma tutti coloro che pur non potendosi associare trovano interesse nel portale e nella nostra community e vogliono seguirci e partecipare. Inserendo minimi dati saranno sempre informati attraverso una newsletter e potranno salvare gli articoli. Quindi, puoi invitare colleghi, familiari e amici a seguirci, forti del fatto che troveranno un porto pieno di valore che anche tu contribuisci a creare. Allora, tutti a bordo e buon viaggio! 


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Innovazione

VA’, OPERAIO DEL PENSIERO Il nuovo mondo digitale non può essere gestito da cervelli a vapore... Sei tu la nuova rivoluzione industriale Thomas Bialas

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OMPUTER cognitivi che pretendono dagli operai un potenziamento delle prestazioni intellettuali e un superamento delle barriere fra persone e oggetti. Imprese gestite da macchine intelligenti che in piena autonomia sbrigano lavori complessi. Uomini che in piena solitudine perdono i loro (ex) lavori complessi. Questa e tante altre cose è la gettonatissima industry 4.0. Talmente gettonata che all’ultimo World Economic Forum a Davos “La quarta rivoluzione industriale” la faceva da padrone, almeno in agenda come “main topic” da discutere. Discutere di cosa? Intanto delle implicazioni già previste, tra le quali la perdita di milioni e milioni di posti di lavoro da qui al 2020 e un ulteriore aumento delle disuguaglianze. E poi il fatto che questa rivoluzione, a differenza delle altre (precedenti), è più veloce, esponenziale, pervasiva, insomma non lascia fuori nulla e nessuno. D’accordo: ma di quale rivoluzione stiamo parlando? Non so se ci avete fatto caso (se leggete abitualmente il Dirigibile sì), ma questa è la prima (presunta) rivoluzione industriale “ordinata” perentoriamente e burocraticamente dall’alto, ovvero per un atto affermativo del governo tedesco e delle relative associazioni industriali. Le precedenti (e vere) rivoluzioni industriali, la uno, la due e la tre, sono state nominate in modo sociologicamente ed economicamente corretto: a posteriori, dopo che la loro essenza e il loro impatto erano per tutti visibili. E allora? Allora bisogna fare un po’ di ordine per focalizzarsi sulla vera rivoluzione


in corso. Perché parlare ancora per l’ennesima volta di rivoluzione industriale è fuorviante e ci porta lontano dal vero cambiamento in atto.

Vecchie fisse… …industriali. Un’intera economia e società è stata plasmata secondo

le teorie e pratiche della produzione di massa e dei costi marginali. Ora, di fronte alla rivoluzione digitale e a quella dell’intelligenza artificiale, si risponde con un desiderio di continuità “industriale”, quasi a voler salvaguardare una Weltanschauung capitalistica durata per secoli. Grave errore, perché non possiamo più aspettarci di abbinare la parola rivoluzione a un termine (industria)

ammuffito. Quello che ci attende in futuro non ha più niente a che fare con diligenza e routine – termini cardine dell’industria – la standardizzazione perde di significato. Chi vuole avere una fabbrica intelligente in grado di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze deve pensare in mo-

do diverso da quello che ha imparato nell’era del- la produzione di massa. Questo vale per tutti: personale, organizzazione, ricerca, sviluppo e il ruolo dei clienti e partner per l’innovazione. Di quale industria stiamo parlando allora? La nozione di industry 4.0 ci porta su una strada sbagliata. Se fossimo veramente preparati a quello che sta per accadere, allora

dovremmo chiamare questa “cosa” 1.0 (un nuovo inizio) e non 4.0.

Nuovi inizi Spaparanzato sul divano di casa, il giovane operaio digitale produce con la propria stampante 4D protesi adattive per gli ospedali di mezzo mondo. Allora che senso ha parlare di fabbrica se la fabbrica

La quarta rivoluzione industriale, a differenza delle precedenti, è più veloce, esponenziale, pervasiva, insomma non lascia fuori nulla e nessuno

non esiste più? Parlare di fabbrica 4.0 è come parlare di fordismo 4.0 con le sue belle catene di montaggio ora intelligenti o artificiali.

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Innovazione

A CHE GIOCO GIOCHIAMO? 1800. Il turco, l’inquietante automa del barone von Kempelen, batte, durante una trionfale tournée nelle capitali d’Europa e in Russia, tutti gli avversari, compresi i migliori scacchisti dell’epoca e regnanti quali Napoleone e Federico II di Prussia. Una presunta intelligenza artificiale ante litteram che in realtà era solo una truffa ben congegnata (un uomo di piccola statura azionava dall’interno le mosse meccaniche). 2016. Il maestro sud-coreano Lee Se-Dol campione di Go (il millenario gioco da tavola cinese) sconfitto dal computer di Google, dotato, così narra la stampa, di intelligenza artificiale capace di pensieri intuitivi. Sembra un salto di qualità. Ora si fa sul serio. Ma qualcuno dubita che sia in gioco vera intelligenza intuitiva. Provi con il poker e la sottile arte del bluff, difficile da decifrare e interpretare, gridano alcuni filosofi tecnoscettici fra cui Roberto Casati che in una recente intervista in Germania, senza tanti giri di parole, ha affermato che «la loro stupidità è la loro vera forza». Sembra che ci sia molta confusione fra intelligenza e simulazione dell’intelligenza. Fra capacità adattiva e capacità creativa. Fra maneggiare dati e maneggiare pensieri. Fra motivazione e cognizione. Certo, un programma può comporre musica alla Bach ma è pura imitazione non invenzione. Lo stesso discorso vale per l’apprendimento delle macchine, che è solo dinamico. Delegheremo un sacco di decisioni future a macchine prive di consapevolezza e la cosa peggiore è che non siamo consapevoli di questo. Il rischio è che gli umani “stupidi” prendono ordini da macchine altrettanto “stupide” spacciate per intelligenti. Un gioco assai pericoloso. E se un giorno diventassero davvero intelligenti il gioco sarebbe ancora più pericoloso.

Chi vuole avere una fabbrica intelligente in grado di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze deve pensare in modo diverso da quello che ha imparato nell’era della produzione di massa

Non ha senso. O meglio: fabbrica non è più la parola adatta per raccontare la trasformazione in atto, anche se assomiglia alla super tec-

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nologica “fabbrica digitale” della Siemens ad Amberg (Germania). Abbiamo bisogno di abbandonare questo termine che vincola la nostra immaginazione e ci inchioda a processi e procedure obsolete. Non è un’esagerazione semantica. “Le parole” come diceva Nanni Moretti nel film Palombella Rossa “sono importanti”. Con Future Management Tools (vedi box) ci abbiamo provato creando un neologismo che si focalizza simbolicamente sulla vera rivoluzione: mindustry (mente + industria), un nuovo mindset per ripensare il futuro dell’impresa oltre le cate-

gorie primario, secondario e terziario. Sì, perché il nuovo mondo digitale non può essere gestito da cervelli a vapore.

Nuove produzioni Le macchine comunicano fra loro e ogni singola unità sa sempre cosa fare per fare prodotti a minori costi e maggiori personalizzazioni.

Nuovi centri La fabbrica digitale renderà obsoleta l’idea delle grandi fabbriche centralizzate. Decentralizzare significa produrre localmente qualsiasi cosa, anche un’auto.


Nuovi servizi

Nuovi manager

Nuovi imprenditori

Da fabbrica di prodotti a fabbrica di servizi: a dare il ritmo alle regole del business industriale saranno sempre più i software-player rispetto agli hardware-player.

Self-driven car uguale a self-driven business? Dirigere a ritmo di algoritmo un’orchestra composta da macchine potrebbe diventare la norma per il nuovo leader che gestisce risorse artificiali e ne risolve i dilemmi etici.

Servono nuovi imprenditori che grazie a uno stormo di cervelli riscrivono, nei fatti, il futuro della vera industria intelligente che fonde terziario con secondario e primario in un nuovo ibrido onnicomprensivo.

Nuove menti Dare ordini al computer o prendere ordini dal computer? Chi è la vera mente dell’impresa del futuro. La loro o la nostra? Una cosa è sicura: dobbiamo passare dal body-building al brain-building.

Nuovi operai Nella fabbrica-laboratorio l’operaio laborioso è superfluo. Servono operai specializzati in dati, operai informatici o digitali, operai ingegnosi e ingegneristici e sì, anche operai filosofi che dominano la complessità.

Nuovi sindacati Arriva il “sindacanalista”. Il futuro sindacalista analitico rappresenta i futuri operai del pensiero. Non sbraita, non grida, non minaccia e non protesta, ma indaga, esamina, collabora e propone. Spesso nuove strade non prive di attriti.

Nuovi welfare La conoscenza genera automazione. Non è questo il male. Il male è l’assenza di un new deal per il welfare. Se ieri il diktat era “lavoro per tutti” domani sarà “dividendo per tutti”. Una sorta di reddito di azionariato tecnologico diffuso.

MAI GESTITO OPERAI DEL PENSIERO?

MINDUSTRY

Milano 5 maggio 2016 ore 9.30 - 12.30 BASE - Ex Ansaldo via Bergognone 34

LA FABBRICA DEL FUTURO È TUTTA MENTE E NIENTE BRACCIA. IL TERZIARIO AVANZA.

La sedicesima giornata del ciclo fmt.day è dedicata alla prossima rivoluzione industriale. Fabbriche diffuse e flessibili. Bulloni che dialogano con altri bulloni. Operai specializzati in dati. Manager che gestiscono la catena di pensiero. Robot collaborativi che lavorano a stretto contatto con gli umani. Lavoratori che manovrano internet con la sola forza del pensiero. Artigiani digitali che da casa mandano avanti la baracca (la fabbrica). No, non è industry 4.0 ma mindustry 1.0. Un inizio. Un nuovo mindset per ripensare il futuro dell’impresa oltre le categorie primario secondario e terziario. Decentralizzata, intelligente, cognitiva, adattiva, predittiva e innovativa. Mindustry è la punta di diamante della futura economia della conoscenza. Un luogo dove industriarsi a cambiare. Parteciperà alla giornata un parterre di manager, giornalisti, imprese fra cui, come guest speaker, Luciano Floridi dell’Università di Oxford, uno dei massimi esperti a livello mondiale della cosiddetta Philosophy of computing and information. L’evento, riservato ai dirigenti associati, è l’undicesimo fmt.day, nuovo format del Future Management Tools – piattaforma promossa da Cfmt per distillare e anticipare il futuro che ci attende – che esplora tematiche di frontiera in un contesto informale e collaborativo. Per info e iscrizioni: www.cfmt.it Anna Scirea - ascirea@cfmt.it - 02.5406311

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Innovazione

Da fabbrica di prodotti a fabbrica di servizi: a dare il ritmo alle regole del business industriale saranno sempre più i softwareplayer rispetto agli hardware-player

Nuove mansioni Se l’applicazione web jEugene analizza automaticamente contratti e documenti legali per rilevare errori a cosa servono, ancora, i giovani avvocati? L’uomo deve inventarsi altro per giustificare la propria presenza nel mondo del lavoro.

Nuovi robot Molti robot magazzinieri se la passano meglio di quelli in carne e ossa, anzi, sono gli umani a ricevere ora un trattamento disumano, da macchine di terza categoria. È questo il nostro futuro?

Nuove fusioni Sentire dentro di sé il computer o la rete. Non come allucinazione ma come possibilità. Se è vero che abbiamo bisogno di macchine e tecnologia come di amore e ossigeno la fusione e simbiosi risulteranno fatalmente inevitabili.

Nuove collaborazioni La cosiddetta industry 4.0 introdu-

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ce il suggestivo tema della collaborazione 4.0. Lavorare in team con bulloni e sensori intelligenti. Discutere di decisioni da prendere con siti cognitivi e robot adattivi.

per un lavoro, ma avere le qualità flessibili per i molti lavori e ruoli che saremmo costretti a cambiare almeno 40 volte nella nostra vita, in fabbrica o altrove.

Nuove cose

Nuovi incroci

L’oggetto diventa soggetto. Capace se non proprio d’intendere e volere almeno di comunicare. Nei prossimi quattro anni la popolazione di Internet of things supererà di gran lunga la popolazione umana. 50 miliardi di dispositivi connessi in rete entro il 2020.

In un contesto di tale complessità e ambiguità la collaborazione incrociata diventa inevitabile strategia di sopravvivenza. Oggi si sopravvive solo con innovazioni che nascono in un contesto di cross industry innovation.

Nuovi rischi Dopo l’automazione della forza arriva l’automazione del pensiero. Non è l’unico rischio. I rischi sono tanti e vanno in ogni direzione perché l’intera economia, proprio perché digitale, è in procinto di entrare nella sfera dell’indifendibilità.

Nuove università Se tutto è così nuovo perché allora l’università è ancora così vecchia? Il tema non è più essere qualificati

Vecchia morale Che mente la fabbrica intelligente. Pronta a prendere le più ardue decisioni. E se mentisse e ci prendesse per il naso? E se avesse ragione l’informatico tedesco Joseph Weizenbaum, che nel lontano 1976 affermò di non fidarsi? 

Ti è piaciuto l’articolo? Se sei curioso e vuoi saperne di più leggi la versione integrale sul portale di Manageritalia http://bit.ly/dir7-4-16



Fisco

MODELLO 730: LE NOVITÀ 2016 Cosa cambia quest’anno sul fronte della dichiarazione dei redditi e a chi possiamo rivolgerci per non commettere errori Romeo Melucci

P

ER OLTRE 20 MILIONI DI ITALIANI è arrivato il momento di pensare alla propria dichiarazione dei redditi. L’Italia è tra i paesi con la più elevata pressione fiscale in assoluto (quella effettiva è superiore al 53%) e, ad aumentarla, hanno contribuito le tasse locali, più che raddoppiate in 10 anni: sono passate dal 2,9% del pil al 6,5%. Su quest’ultimo punto, in attesa di avere i dati definitivi per il 2015, basti pensare che in termini nominali il prelievo è passato dai 28,7 miliardi del 1995 ai 104,7 miliardi del 2014 e in media ogni famiglia italiana spende 4.200 euro per tasse locali (fonte Centro Studi Confcommercio). In questo scenario, la dichiarazione dei redditi può rappresentare anche l’occasione per recuperare una parte delle imposte pagate, o trattenute dal proprio sostituto d’imposta, poiché il legislatore ha previsto numerose forme di agevolazioni fiscali e di detrazioni. Nel 2015 oltre 19 milioni di persone hanno presentato il modello 730, con il vantaggio di poter ottenere il rimborso del proprio conguaglio a credito già a partire dal mese di luglio, per i lavoratori dipendenti, e dal mese di agosto per i pensionati.

Modello 730 precompilato ancora in fase sperimentale? Il 2015 è stato anche il primo anno in cui l’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione sul proprio sito internet il modello 730 precompilato, ma le criticità rilevate dagli organi di stampa e dagli addetti ai lavori hanno evidenziato che la cosiddetta fase sperimentale sarà ancora lunga prima di arrivare a una dichiarazione che possa definirsi “completa”. Il problema maggiore è rappresentato dalla complessità del nostro sistema tributario: da un lato prevede sanzioni elevate in caso di errori, dall’altro costringe il contribuente a districarsi tra innumerevoli norme e disposizioni per poter ottenere i benefici fiscali a cui ha diritto. Nel solo quadro degli oneri detraibili e deducibili è possibile

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inserire oltre 70 tipologie diverse di detrazioni e spese, per ognuna delle quali sono previste innumerevoli condizioni da verificare, a cui si aggiungono poi i benefici per gli eventuali crediti d’imposta che, se spettanti, possono essere facilmente persi nel caso in cui non vengano correttamente riportati nella dichiarazione. I dati dello scorso anno riflettono perfettamente questo scenario. Su oltre 19 milioni di modelli 730 presentati nel 2015 all’Agenzia delle entrate ben 17,6 milioni di contribuenti si sono rivolti ai Caf che hanno elaborato e trasmesso la quasi totalità delle dichiarazioni con una percentuale stimata tra il 91 e il 93% (fonte Consulta nazionale dei Caf). Anche quest’anno il modello 730 precompilato elaborato dall’Agenzia delle entrate non sa-

rà inviato a casa dei contribuenti ma sarà messo a disposizione in un’area riservata del sito www. agenziaentrate.gov.it e per accedervi sarà necessario richiedere pin e password rilasciati in due tempi diversi (è possibile utilizzare, in alternativa, anche le credenziali dispositive trasmesse dall’Inps o la Carta nazionale dei servizi). Solo dopo averlo consultato, ed eventualmente modificato o integrato, il contribuente potrà trasmettere la propria dichiarazione sul sito dell’Agenzia delle entrate entro la scadenza del prossimo 7 luglio.

I principali elementi presenti nel precompilato Tra i principali elementi presenti nel 730 precompilato dall’Agenzia, oltre ai redditi certificati dalla Certificazione unica e ai dati della

Nel 2015 l’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione il modello 730 precompilato, ma la fase sperimentale sarà ancora lunga prima di arrivare a una dichiarazione che possa definirsi “completa”

dichiarazione presentata lo scorso anno, ci saranno solo alcuni degli oneri detraibili e deducibili che consentono di godere delle agevolazioni fiscali (spese sanitarie, interessi passivi su mutui, premi per assicurazioni, contributi previdenziali e per previdenza complementare, spese universitarie e spese funebri).

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Fisco Tra le novità le spese sanitarie, ma sarà incompleto La presenza delle spese sanitarie è la grande novità di quest’anno, ma è necessario tenere presente che questo dato molto difficil-

mente sarà definitivo (vedi approfondimento a pagina 23). Diverse spese mediche, infatti, non saranno presenti in quanto molte categorie sono escluse dall’obbligo di comunicazione dei dati (ad

esempio le parafarmacie, le aziende e le società non accreditate per l’erogazione dei servizi sanitari, alcune categorie di medici quali psicologi, fisioterapisti ecc.). Inoltre, alcune comunica-

NOVITÀ E AGEVOLAZIONI FISCALI  Detrazione del 19% delle spese per la frequenza di scuole dell’infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado per un importo annuo non superiore a 400 euro per alunno. Si tratta, in sostanza, delle spese sostenute per la frequenza della scuola materna (dai 3 ai 5 anni), elementari, medie e superiori. La circolare dell’Agenzia delle entrate del 2 marzo 2016 n. 3/E ha precisato che sono detraibili, ad esempio, la tassa di iscrizione, la tassa di frequenza, ma anche le spese per la mensa scolastica. La detrazione è ammessa sia per le scuole pubbliche sia per quelle private nel limite di 400 euro per alunno;  Detrazione del 19% delle spese per la frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non, in misura non superiore, per le università non statali, a quella stabilita annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del ministero dell’Istruzione;  Prorogate le seguenti detrazioni: 50% per le spese relative a interventi di recupero del patrimonio edilizio; 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione); 65% per le spese relative agli interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici; 65% per gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, su

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edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità;  Detrazione del 65% per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari (tra cui rientrano, ad esempio, molte tipologie di tende da sole) e di impianti di climatizzazione invernali dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Per usufruire della detrazione è necessario eseguire il bonifico secondo le ordinarie modalità previste per le spese di riqualificazione energetica e inviare la comunicazione all’Enea;  Passa da 2.065 a 30.000 euro annui l’importo massimo delle erogazioni liberali a favore delle onlus, per cui è possibile fruire della detrazione del 26%;  Possibilità di destinare il 2 per mille dell’Irpef a favore di un’associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la presidenza del consiglio dei ministri;  Detrazione del 19% delle spese funebri indipendentemente dall’esistenza di un vincolo di parentela con i defunti, per importo non superiore a 1.550 euro per ciascuno;  Esenzione dall’Irpef delle borse di studio corrisposte dalla Provincia autonoma di Bolzano per la frequenza di corsi di perfezionamento e delle scuole di specializzazione, per i corsi di dottorato di ricerca, per attività di ricerca post-dottorato e per i corsi di perfezionamento all’estero.


I due Centri Odontoiatrici sono convenzionati in forma diretta con il FASDAC e struttura di riferimento diretto FASI. Per tutto il 2016 VISITE GRATUITE di prevenzione dentale per tutti gli iscritti ed i loro famigliari. Per sottolineare pi첫 di 20 anni di efficiente ed efficace collaborazione col FASDAC e col FASI, tutti gli assistiti che usufruiranno della Prima Vista potranno ritirare un utile omaggio per la prevenzione dentale.


Fisco mazioni dovessero essere trasmesse (gli ultimi chiarimenti sono arrivati con le faq pubblicate alla fine di gennaio scorso).

Edilizia

I contribuenti che vorranno cimentarsi con il 730 precompilato saranno costretti a intervenire per modificarlo oppure integrarlo con le altre spese non incluse zioni, in riferimento alle spese relative ai primi mesi del 2015, potrebbero essere incomplete in quanto il decreto del Mef, che ha reso note le modalità di trasmissione dei dati, è stato emanato il 31 luglio 2015. A questo si dovranno aggiungere gli inevitabili errori generati dalla confusione degli addetti ai lavori, visti i notevoli dubbi interpretativi sui soggetti obbligati a comunicare i dati all’Agenzia e su quali infor-

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Nel 730 precompilato saranno inseriti anche i bonifici effettuati nel 2015 per spese di ristrutturazione, di riqualificazione energetica e per l’acquisto di mobili e arredi per immobili ristrutturati ma, contrariamente a quanto anticipato inizialmente, non saranno inseriti nel quadro E del 730 precompilato, ma solo nel separato prospetto aggiuntivo. In questi casi il contribuente dovrà prima verificarne la correttezza, oltre la presenza degli altri documenti necessari alla detrazione, e solo dopo potrà inserirle nel proprio 730, con la conseguenza che sarà passibile di eventuali verifiche e controlli, anche se gli importi originariamente presenti non saranno stati modificati.

Modifiche e integrazioni In questo scenario appare quindi inevitabile che i contribuenti che vorranno cimentarsi con il 730 precompilato saranno costretti a intervenire per modificarlo (ad esempio inserendo ulteriori spese mediche) oppure integrarlo (ad esempio con le spese di ristrutturazione sostenute nel 2015 o con altre spese non incluse quali quelle per istruzione, asilo nido, erogazioni liberali ecc.).

Cosa succede in caso di incoerenze? La diretta conseguenza è che il beneficio dall’esonero dei controlli sugli oneri e spese presenti nel 730 precompilato sarà inevitabilmente perduto e il dichiarante sarà passibile di verifiche e controlli sulla totalità dei dati presenti nella propria dichiarazione (inclusi quelli non modificati). In quest’ultimo caso, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge 208 del 28/12/2015, se il conguaglio a credito è superiore a 4.000 euro, oppure, indipendentemente dall’importo, la dichiarazione presenta “elementi di incoerenza” rispetto ai criteri prefissati dall’Agenzia, il rimborso non sarà effettuato dal proprio datore di lavoro o ente pensionistico ma direttamente dall’Agenzia delle entrate. Il rimborso avverrà non prima del mese di ottobre/novembre, previo esito positivo dei controlli preventivi. Se ad esempio un contribuente che presenta la propria dichiarazione dei redditi sul sito dell’Agenzia delle entrate, effettuando modifiche o integrazioni, presenta un conguaglio a credito di sole 300 euro, sarà soggetto a controllo preventivo da parte dell’Agenzia se il suo 730 presenterà “elementi di incoerenza”.

730 ordinario: responsabilità del Caf e Visto di conformità Al contrario, anche per quest’anno, chi si rivolgerà a un Caf o a un


730 precompilato: entrano le spese sanitarie Una grande novità, ma attenzione ai dati inseriti dal fisco: non troveremo né i farmaci acquistati nelle parafarmacie né le ricevute in cui non c’è il codice fiscale. Riguardo al Fasdac? Il valore visualizzato per i dirigenti in servizio corrisponderà alla differenza tra spese sanitarie sostenute e rimborsi ricevuti a cura di Manageritalia Da quest’anno, con riferimento al 2015, gli enti, le casse e le società di mutuo soccorso con fine assistenziale e i fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale devono trasmettere all’Agenzia delle entrate una comunicazione con i dati relativi ai contributi che beneficiano del regime di deducibilità e alle spese sanitarie rimborsate per effetto di contributi fiscalmente deducibili. Nel caso dei lavoratori dipendenti per i quali i contributi al Fondo di assistenza sanitaria siano versati dal datore di lavoro (come avviene, appunto, per i dirigenti in servizio iscritti al Fasdac), nella comunicazione dei dati effettuata dal Fondo questi contributi non vanno indicati, in quanto l’Agenzia delle entrate li acquisisce mediante le Certificazioni uniche rilasciate dal datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta. Le indicazioni di seguito riportate sono applicabili sia se il Fondo eroga il rimborso in via diretta, ovvero mediante il pagamento in nome e per conto dell’assistito alle strutture sanitarie del costo delle prestazioni, sia se lo eroga in via indiretta, ovvero mediante rimborso della fattura presentata dall’assistito che ha sostenuto la spesa. Il termine per l’invio della comunicazione da parte dei Fondi di assistenza sanitaria è il 28 febbraio di ciascun anno, con riferimento alle prestazioni sanitarie erogate nell’anno precedente. Per quanto riguarda il Fasdac, la comunicazione relativa ai rimborsi erogati riguarda esclusivamente i dirigenti in servizio e i familiari assistibili poiché, tra gli iscritti al Fasdac, sono gli unici che effettuano le detrazioni delle spese sanitarie (nella misura del 19% sulla spesa eccedente 129,11 euro) solo sulla parte di spesa non rimborsata dal Fondo. In fase di prima applicazione, per le informazioni relative all’anno 2015, le spese sanitarie sostenute dai familiari e relativi rimborsi sono state comunicate senza indicazione del codice fiscale degli assistiti. In parallelo, l’Agenzia delle entrate riceverà i dati risultanti dal Sistema tessera sanitaria sulle prestazioni sanitarie erogate nel

corso del 2015, che sono stati comunicati dai soggetti obbligati (strutture sanitarie e medici). Dal 15 aprile l’Agenzia delle entrate metterà quindi il 730 precompilato a disposizione dei contribuenti. Per quanto riguarda le spese sanitarie, è ragionevole prevedere che il dato inserito dal fisco dovrà essere corretto, poiché di sicuro non saranno indicati i farmaci acquistati nelle parafarmacie (non ancora collegate al sistema tessera sanitaria) né le ricevute in cui il medico non ha annotato il codice fiscale del paziente. Inoltre, poiché nel 730 sarà indicato solo il totale delle spese mediche e – per la privacy – i Caf e i professionisti non potranno accedere al dettaglio delle spese dovranno rifare il lavoro da zero, facendosi consegnare tutti i documenti dal contribuente e sommando gli importi per vedere se i due totali combaciano. E se il contribuente ha perso uno scontrino della farmacia, quella spesa – che pure appare nel totale inserito dal fisco – non sarà portata in detrazione dal Caf, che non potrà assumersi la responsabilità di una detrazione non documentata. Anche per quanto riguarda i dati comunicati dai Fondi di assistenza sanitaria non sarà possibile risalire al dettaglio dei rimborsi. Il valore che si visualizzerà nel 730 precompilato corrisponderà infatti alla differenza tra spese sanitarie sostenute e rimborsi ricevuti e quindi, anche in questo caso occorrerà ricalcolare l’importo da portare in detrazione sulla base dei giustificativi presentati dal contribuente.

Dirigenti pensionati e prosecutori volontari Gli iscritti al Fasdac in qualità di pensionati (diretti e indiretti) di invalidi o inabili e di prosecutori volontari, a differenza dei dirigenti in servizio non possono beneficiare della deducibilità dei contributi e, conseguentemente, possono portare in detrazione il totale delle spese mediche sostenute anche se in tutto o in parte rimborsate dal Fondo. Per questa tipologia di iscritti, quindi, trattandosi di dati che non rilevano ai fini della dichiarazione dei redditi, il Fasdac non deve comunicare né i contributi versati né i rimborsi erogati.

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Fisco professionista abilitato per l’elaborazione e trasmissione all’Agenzia delle entrate del proprio 730 non subirà alcun controllo preventivo, anche se il precompi-

al contribuente ai sensi dell’art. 36ter del decreto del presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600…” Il legislatore, introducendo il prin-

razione dei redditi per avere l’assistenza di un operatore specializzato che gli consentisse sia di conoscere tutte le detrazioni e benefici fiscali a cui ha diritto, sia di

lato dell’Agenzia sarà modoficato o integrato, con la certezza di ricevere il rimborso del conguaglio a credito da parte del suo datore di lavoro o ente pensionistico già a partire dal mese di luglio. Inoltre, sui dati certificati dal Visto di conformità, sarà esonerato da ogni controllo o verifica futura. Tale

cipio del cosiddetto “legittimo affidamento”, ha di fatto voluto rendere definitivo il rapporto del contribuente con il fisco, in relazione ai dati certificati dal Visto di conformità, per coloro che si rivolgeranno ai Caf o ai professionisti abilitati. Secondo questa disposizione, pertanto, i controlli documentali, sui dati certificati, non saranno più effettuati sul contribuente ma direttamente nei confronti del Caf/professionista abilitato, che dovrà esibire all’Agenzia la relativa documentazione e, in caso di errore, sarà chiamato a pagare all’amministrazione finanziaria la totalità delle somme dovute (imposta, sanzioni e interessi). Non ci resta quindi che iniziare a raccogliere i nostri documenti cercando di reperire tutti quelli utili a ottenere i benefici fiscali a cui abbiamo diritto e non commettendo, allo stesso tempo, alcun errore, viste le elevate sanzioni a cui potremmo andare incontro. Fintanto che il nostro sistema tributario non sarà semplificato dal legislatore, non risulta certo agevole riuscire a districarsi tra un coacervo di disposizioni, novità fiscali e provvedimenti attuativi, che arrivano spesso in ritardo. Lo scorso anno oltre il 91% degli italiani si è rivolto ai Caf per la propria dichia-

poter dormire sonni tranquilli, sapendo che, sui dati certificati dal Visto di conformità non riceverà verifiche, controlli documentali o cartelle di pagamento da parte di Equitalia.

Anche per quest’anno, chi si rivolgerà a un Caf o a un professionista abilitato per l’elaborazione e trasmissione all’Agenzia delle entrate del proprio modello 730 non subirà alcun controllo preventivo modifica è stata introdotta a partire dalle dichiarazioni presentate nel 2015 per effetto di quanto disposto dal decreto legislativo 175/2014, il quale, modificando l’art. 39 del decreto legislativo 241/1997, ha stabilito che in caso di Visto di conformità infedele i Caf e i professionisti abilitati “sono tenuti nei confronti dello Stato o del diverso ente impositore al pagamento di una somma pari all’importo dell’imposta, della sanzione e degli interessi che sarebbero stati richiesti

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Quali documenti presentare Chi si rivolge a un Caf o a un professionista abilitato deve consegnare, oltre alla delega per l’accesso al modello 730 precompilato, il modello 730-1, in busta chiusa che riporta la scelta per destinare l’8, il 5 e il 2 per mille dell’Irpef. È necessario sempre esibire al Caf o al professionista abilitato la documentazione necessaria per verificare la conformità dei dati riportati nella dichiarazione. I principali documenti da esibire sono la Certificazione unica e le altre certificazioni, che documentano i redditi percepiti e le ritenute subite, gli scontrini, le ricevute, le fatture e le quietanze che provano le spese sostenute e gli attestati di versamento d’imposta eseguiti con il modello F24. 

Consulta l’elenco dei documenti da presentare http://bit.ly/Dir4-4-16


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Sociale

LE COMPETENZE DEI MANAGER PER LE CITTÀ DI DOMANI Il progetto di #Prioritalia a supporto del Paese per ridisegnare le nostre città si consolida in un percorso che ha come finalità la costruzione di una policy di sviluppo urbano Marcella Mallen

Q

UALI SONO le tre cose più importanti che vorrei venissero realizzate per la mia città? Quali interventi in concreto andrebbero attuati nell’immediato? Nella mia città è stato fatto qualcosa di positivo negli ultimi anni che ho particolarmente apprezzato? Per capire come trasformare le città in cui viviamo in luoghi dove sia desiderabile abitare, lavorare, far crescere i figli, studiare, divertirsi, ciascuno di noi dovrebbe porsi alcune semplici domande. Perché è sempre importante partire dai dati di realtà per riuscire, poi, a dare spazio ai propri desideri, anche quando questi possono apparire a prima vista difficili da mettere in pratica. Il progetto per ridisegnare le città È questa l’idea alla base del progetto sulle città del domani promosso da #Prioritalia in vista del prossimo rinnovo delle amministrazioni locali. Un percorso arti-

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colato in più tappe di ampio respiro (vedi box a pagina 28), che punta a coinvolgere una pluralità di attori e competenze. Mille cittadini residenti in 15 città, attraverso un’indagine sui loro bisogni e le loro aspirazioni, e cinquanta attori con un ruolo attivo nella società. Tra questi, un significativo numero di manager impegnati sui temi dell’innovazione e dello sviluppo, attraverso gruppi di lavoro mirati a identificare azioni innovative urbane per le città e un panel di decisori, sia pubblici che privati, attraverso la restituzione dei risultati raccolti nel corso dei vari momenti di ascolto e di scambio. Un metodo fondato sulla partecipazione attiva dei cittadini e sulla collaborazione progettuale tra esperti e manager inseriti nel mondo produttivo, persone abituate alla concretezza esecutiva e dotate di approccio sistemico e visione prospettica, competenze manageriali oggi indispensabili per gestire le sfide della complessità.


Le città italiane sono chiamate a modificarsi Siamo messi proprio male. Nella classifica curata da Mercer sulle città più vivibili del mondo, sette delle prime dieci sono europee, ma nessuna italiana è nelle posizioni di testa. I principali criteri di valutazione presi a riferimento la dicono lunga sulla condizione dei nostri centri urbani: la sicurezza, la stabilità politico-economica, l’educazione e la cultura, la sanità e il welfare, il divertimento e i trasporti pubblici. Le nostre città hanno ancora molto da fare sotto questi aspetti. Sono chiamate a modificarsi profondamente a partire dalla riorganizzazione dell’uso degli spazi, l’adozione di misure per il risparmio energetico e la lotta agli sprechi, la messa a punto di azioni per la tutela dai rischi legati a fenomeni naturali, l’ottimizzazione nell’uso del patrimonio culturale, sino all’innovazione dei modelli di lavoro e di convivenza civile. Come aiutare il Paese Servono politiche cittadine “intelligenti” e “inclusive” che aiutino a rigenerare lo stesso concetto di comunità e di città, altro che piani rivolti quasi esclusivamente alla manutenzione del manto stradale, alla pulizia delle strade e alla raccolta regolare dei rifiuti (pochi temi, se non gli unici, che troviamo invece al centro del dibattito pub-

blico locale). Può sembrare paradossale, ma ciò che dovrebbe essere un prerequisito di qualunque mandato di governo è finito, a causa del diffuso degrado della situazione reale, per diventare un obiettivo politico. Di questo passo sarà difficile che le città ritrovino un alto profilo, quanto mai necessario per rimettere in moto un robusto sviluppo urbano.

Nella classifica curata da Mercer sulle città più vivibili del mondo, sette delle prime dieci sono europee, ma nessuna italiana è nelle posizioni di testa

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Sociale

LEADERSHIP CIVICHE PER LE CITTÀ DI DOMANI #Prioritalia Fondata nel 2012 da Manageritalia, Federmanager, Fenda, Fidia, Sindirettivo, Cida, #Prioritalia valorizza l’impegno civile della comunità manageriale. Coinvolge il tessuto vivo e produttivo del Paese per concretizzare una visione di sviluppo attraverso il dialogo e la partnership con gli attori che svolgono un ruolo attivo nel sistema sociale, culturale ed economico. #Prioritalia intende parlare al Paese cominciando con un percorso di supporto progettuale al Sistema Paese (puntando sul concetto di give back della comunità manageriale). Un percorso che vuole consolidarsi con la costruzione di un evento di dibattito e di una policy per governare il cambiamento, dal locale al nazionale, a partire dalle grandi città prossime a rinnovare i propri organi amministrativi nel giugno 2016. Cosa sta facendo Al fine di dare continuità e maggiore impatto nel tempo al progetto di supporto al Paese, realizza un percorso che prevede: Survey Indagini quantitative e interviste qualitative per l’analisi del sentiment di come vogliamo le città oggi. Evento di lancio e tavole rotonde 26 aprile a Roma, Ara Pacis Presentazione e discussione delle indagini precedute da tre tavole rotonde di approfondimento dei temi di innovazione e sviluppo urbano.

LEADERSHIP CIVICHE PER LE CITTÀ DI DOMANI Le competenze dei manager per generare sviluppo

Policy A partire dai risultati della survey e dalla raccolta degli output e dei temi emersi durante l’evento del 26 aprile, verrà redatto un documento di policy, dato dal trasferimento di competenze e knowhow dei manager del Paese. Il documento verrà poi presentato in incontri con le istituzioni, assieme alla disponibilità di #Prioritalia di supportare le nuove amministrazioni.

Evento conclusivo Al primo evento e all’attività di accreditamento della proposta di policy presso le nuove amministrazioni, seguirà un secondo evento conclusivo che servirà anche a promuovere e misurare la percezione dell’interesse sui messaggi proposti da #Prioritalia. Per maggiori informazioni visita il sito #Prioritalia www.prioritalia.it>>Cosa facciamo

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Le azioni di #Prioritalia Cambiare l’agenda delle priorità, dunque, partendo dalle grandi questioni: le reti digitali al servizio dei cittadini e delle imprese, la riqualificazione urbana e il design sociale, la riconversione energetica e il riutilizzo dei materiali, la mobilità sostenibile. È su queste dimensioni che #Prioritalia ha aperto una piattaforma collaborativa di confronto e di scambio mirata a costruire proposte dotate di alcune precise caratteristiche: la concretezza, l’innovatività e la misurabilità. Con un metodo e un approccio pragmatico fatto di dati e argomenti con cui riuscire a misurare i costi e i benefici di ogni scelta di investimento, mettendo anche in luce l’impatto negativo di ogni colpevole inerzia. Proposte elaborate insieme a quella rete di innovatori impegnati nella società e nelle imprese su progettualità nate sui territori che ha deciso di mettersi al servizio di un concetto alto di politica, nel suo originario significato di amministrazione della polis, della città appunto, per il bene di tutti. #Prioritalia punta a connettere e aggregare queste realtà affidabili, credibili e di valore sempre più numerose, creando un ambiente aperto alla collaborazione, un luogo che possa assicurare la giusta distanza di sicurezza dal rumore della competizione politica e, al tempo stesso, potenziare il senso civico, oggi assolutamente neces-


Bisogna cambiare l’agenda delle priorità, partendo dalle reti digitali al servizio dei cittadini e delle imprese, la riqualificazione urbana e il design sociale

sario per abbattere il muro dell’indifferenza e del cinismo. Perché solo con la fiducia nel domani sarà possibile ridisegnare le nostre città. Ecco perché questo progetto parte da un’indagine sui cittadini, opi-

nion leader e decisori che verrà presentata e discussa durante l’evento pubblico del 26 aprile a Roma. A seguire verrà sviluppato un documento di policy sulla base delle esigenze emerse per poi dif-

fonderle e confrontarsi con le nuove amministrazioni delle città che andranno a breve al voto. In tutto ciò i manager sono la nostra linfa vitale, il valore che diamo al nostro paese per ispirare innovazione, creare collaborazione e far accadere le cose. 

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OSSERVATORIO LEGISLATIVO

osservatorio

a cura di Manageritalia

PENSIONI D’ORO L’Inps censura la proposta Meloni

I

n questi giorni è all’esame della commissione Lavoro della Camera dei deputati la cosiddetta “proposta di legge Meloni” che reca “Disposizioni in materia di pensioni superiori a 10 volte il trattamento minimo Inps”. Il progetto di legge ha come obiettivo quello di ricalcolare con il metodo contributivo le pensioni in essere di importo superiore a 5.000 euro lordi mensili, e applicare conseguentemente un’eventuale contributo di solidarietà. Tale proposta è stata fortemente criticata da Manageritalia e Cida. Va detto che in un’apposita audizione l’Inps ha affermato che i dati per il ricalcolo nel settore privato mancano o sono parziali o sono inutilizzabili per vari motivi, che nel settore pubblico sono del tutto assenti e che molte pensioni, se ricalcolate con il contributivo, dovrebbero essere incrementate. Pertanto, ha sostenuto l’Inps, la proposta Meloni, così come

ipotizzata, non è attuabile. È possibile, a questo punto, che l’iter del progetto di legge Meloni – che in questi mesi è all’esame di un comitato ristretto – venga sospeso e la proposta archiviata.

DDL CONCORRENZA Scongiurato nuovamente il pericolo di peggioramento del regime di portabilità dei contributi ai fondi pensione

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I

l disegno di legge annuale sul mercato e la concorrenza è ora in seconda lettura al Senato; alcuni gruppi parlamentari hanno tentato di ripristinare la norma che prevedeva la possibilità di trasferire dai fondi chiusi ai fondi aperti oltre al tfr anche il contributo datoriale (vedi Dirigente n. 10 2015). La norma, inizialmente contenuta nel disegno di legge originario, era stata soppressa alla Camera. Fortunatamente nel nuovo iter la proposta emendativa è stata dichiarata inammissibile e pertanto non è stata reinserita nel testo del disegno di legge. È stato invece approvato un emendamento, presentato dal senatore Sacconi, che rimette alla contrattazione collettiva la possibilità di determinare la quota minima di tfr maturando da destinare alla previdenza complementare: in altre parole non sarà più obbligatorio lasciare tutto il tfr in azienda o devolverlo interamente ai fondi integrativi. Questa nuova disposizione ha lo scopo di agevolare le piccole aziende che sono state finora penalizzate dalla perdita di liquidità e quindi far incrementare le adesioni al secondo pilastro previdenziale.


RESIDENZE PER ANZIANI Non un costo sociale ma un’opportunità di sviluppo economico per il Paese

È

stato pubblicato uno studio redatto da Assoprevidenza e Itinerari previdenziali su “La residenzialità per gli anziani: possibile coniugare sociale e business?”. Obiettivo dello studio è quello di investigare l’influenza che ha l’invecchiamento della popolazione sulle politiche di welfare in termini di protezione dai rischi e di soddisfacimento dei relativi bisogni. Il progressivo invecchiamento della popolazione ha infatti creato le condizioni per avviare un serio dibattito in tema di politiche sociali dedicate alle persone anziane, improntato sul concetto che la visione della vecchiaia “non è un momento critico, ma una fisiologica evoluzione dell’arco di vita”. Si ritiene urgente intervenire per garantire a quanti più anziani possibile la Long term care (che non può essere assicurata dal Ssn) e per investire sulla residenzialità degli anziani. Oggi le case sono di dimensioni ridotte rispetto al passato e le famiglie hanno nuclei sempre più ristretti: questo determina solitudine negli anziani e una crescente impossibilità ad attendere ai propri bisogni. Per questo si afferma l’esigenza di una residenzialità degli anziani e di un nuovo modello abitativo. Occorre progettare soluzioni abitative

che favoriscano una migliore qualità della vita “riducendo o ritardando la necessità di intervenire con servizi dedicati, privilegiando la permanenza della persona nella sua abitazione”.

I due partner dell’iniziativa sottolineano come l’innegabile e prevedibile incremento del fabbisogno assistenziale legato all’invecchiamento diffuso della popolazione non debba essere visto esclusivamente come un fattore di costo, ma come un’opportunità per il nostro sistema economico sotto più di un profilo. Infatti, come afferma Claudio Trucato di Manageritalia Torino in un capitolo dello studio, occorre sviluppare la white economy, «che già contribuisce in misura determinante all’economia del Paese. Già oggi, infatti, il suo contributo economico ammonta a 186 miliardi, e in termini occupazionali conta più di

2,7 milioni di addetti: cifre, queste, destinate ad aumentare in modo significativo se saremo in grado di affrontare la richiesta crescente di protezione sociale da parte del Paese». Il fenomeno della residenzialità per anziani può rappresentare il terreno ideale per sperimentazioni innovative di investimento basate sulla partnership pubblico/privato, in particolar modo con investitori istituzionali quali fondi pensione e casse di previdenza private. A tale proposito lo studio cita anche il Fondo Mario Negri, dove nel corso del 2012 sono state acquistate due residenze per gli anziani, a Cosenza e a Pavia; ad oggi la tipologia rsa rappresenta il 13,2% degli investimenti immobiliari effettuati dal Fondo. Il documento evidenzia inoltre che possono essere avviate sinergie anche con fondi e casse sanitarie, al fine di migliorare la copertura “sociale” offerta, “in una situazione di risorse disponibili come l’attuale, di certo non ottimale, che impone di agire in un’ottica di welfare integrato”. Lo studio di Itinerari previdenziali e Assoprevidenza (Primo quaderno di approfondimento - La residenzialità per gli anziani: possibile coniugare sociale e business?)    http://bit.ly/dir5-4-16

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Lavoro

FREELANCE GENERATION Cosa sta cambiando e cosa dovrebbe cambiare nelle aziende alla luce della crisi non completamente superata e dell’evoluzione digitale Federico Castelletti Cazzato e Nicola Longo

L’

INTRECCIO tra le persone, le organizzazioni e l’attuale transizione digitale è il focus al quale vogliamo oggi dedicare qualche riflessione. Un approfondimento per scoprire gli aspetti positivi e le aree di criticità che investono il ruolo e la formazione delle persone e che il management di ogni organizzazione deve assolutamente “gestire” per riuscire a sopravvivere nell’attuale contesto competitivo. In ogni analisi degna di questo nome apparsa negli ultimi anni si delineano due aspetti chiave di questa trasformazione: da una

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parte la trasformazione della domanda, dall’altra la trasformazione dell’offerta, anche per quanto riguarda il mercato del lavoro. Su quest’ultima trasformazione vogliamo ora soffermarci. L’interazione del bisogno di indipendenza, della crisi economica e della rivoluzione digitale ha determinato, nel bene o nel male a seconda dei punti di vista, un significativo cambiamento nel mercato del lavoro: la figura del freelance sta assumendo un peso sempre più rilevante. In Italia e all’estero sono in aumento le aziende che impiegano stabilmente risorse esterne per


mansioni specifiche e continuative e non solo per fronteggiare “picchi” di lavoro. Contratti alternativi I freelance sono risorse specializzate nel proprio settore di competenza, elementi sempre più importanti per far fronte alle esigenze aziendali su progetti a breve o medio termine; il più delle volte sono figure di alto profilo, di grande qualità e a prezzi competitivi che le aziende possono “ingaggiare” a seconda delle proprie necessità. Secondo una ricerca condotta da Littler Mendelson, il più noto stu-

dio di avvocati specializzati in controversie di lavoro degli Stati Uniti, la domanda di lavoro sarà costituita, dopo la recessione, per il 50% da alternative labour arrangements, ovvero da forme di contratto “non standard” e da lavoratori autonomi. “We are the workforce of the future”, siamo i lavoratori del futuro! Questo è lo slogan della Freelancers Union, la più grande associazione al mondo di lavoratori indipendenti, nata nel 1995 nello Stato di New York e forte oggi di più di 150.000 iscritti. In Europa questa realtà lavorativa è presente da poco tempo, ma si prevede uno sviluppo simile anche per il vecchio continente e, in particolare, per l’Italia. Nel 2005, un report di McKinsey Global Institute, indicava nell’11% i lavori nel settore servizi a livello globale che potevano essere svolti da remoto (The emerging global labor market: The demand for offshore talent in services). Oggi, tale percentuale è sicuramente più alta. Il web: habitat per i lavoratori della conoscenza I freelance crescono e con loro l’attenzione che internet riserva come sempre alle tendenze emergenti: il web è l’ambiente do-

ve i nuovi lavoratori della conoscenza possono trovare un habitat plasmabile, oltre a nuove aree di scambio dove offrire la propria professionalità. L’hanno capito i venture capital, che vedono nel segmento dei freelance un potenziale enorme per sviluppare servizi e piazze telematiche di brokeraggio del lavoro indipendente: sono così nati vari portali dedicati all’incontro tra professionisti e aziende

L’interazione tra bisogno di indipendenza, crisi economica e rivoluzione digitale ha determinato un cambiamento nel mercato del lavoro: la figura del freelance ha assunto un peso sempre più rilevante

BISOGNO DI INDIPENDENZA

CRISI ECONOMICA

RIVOLUZIONE DIGITALE

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Lavoro

Per queste nuove forme di lavoro esistono vantaggi ma anche rischi: certo, più opportunità, ma anche guerre sui prezzi, mark-up sui servizi e spesso riduzione del lavoro autonomo a cottimo (Thumbtack, Upwork, Freelancer, Maven, solo per citarne alcuni). L’approccio dei portali è diversificato: alcuni forniscono piattaforme applicative in cui loggarsi per assicurare lo svolgimento effettivo del lavoro e pagano prevalentemente “a ore”; altri intermediano soltanto i contatti. Tutti, però, gestiscono le transazioni e prevedono fee per l’uso dei servizi di intermediazione: il loro business nasce da qui. Nuove proposte di lavoro Mentre in una fase iniziale le proposte di lavoro riguardavano esclusivamente progetti IT di sviluppo software, grafica o design di servizi web, oggi si fanno largo anche progetti per l’area mobile, il sales & marketing o il supporto alle attività amministrative e arrivano le prime richieste anche nel segmento della consulenza legale o del planning finanziario. Secondo Geoffrey Moore (autore di Crossing the chasm) la transizione verso la prospettiva post-indu-

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striale ha effetti non solo sui modelli di business, con la nascita dell’on demand economy, ma sulla natura dell’azienda stessa.

che il mondo abbia mai intrapreso: ripensare il futuro del lavoro stesso dal punto di vista delle persone che lavorano».

Rischi dietro l’angolo Come sempre ogni medaglia ha due facce e anche nel caso di queste nuove forme di lavoro esistono vantaggi ma anche rischi: certo, più opportunità, ma anche guerre sui prezzi, mark-up sui servizi e spesso riduzione del lavoro autonomo a cottimo, rischio moderno del knowledge working che aprirà forse la stagione di un nuovo taylorismo telematico. In un intervento sul sito di news tecnologiche Re/Code, Marina Gorbis esamina la questione e spiega che se è vero che dobbiamo garantire che questa nuova categoria di lavoratori goda di salari equi e dei benefici del welfare, è però importante che questi stessi benefici siano adattati alle nuove realtà del lavoro. Secondo lei «è il momento di intensificare la più grande attività di progettazione

Rinascimento digitale: 1.0 contro 2.0 In un recente paper Regulation the internet way, Nick Grossman ha spiegato il contesto e il cambiamento di prospettiva che l’emergere di queste nuove piattaforme digitali richiede a chi si occupa di policy making. Mentre nell’approccio 1.0 alla regolamentazione – quello che le nostre istituzioni amministrative di stampo fordista sono abituate a utilizzare – ci si basa sull’“ottieni il nostro permesso e poi fai”, nella regolamentazione 2.0 il punto di vista è totalmente differente e si basa su un più permissivo “innova pure, noi tracceremo la maniera in cui ti comporti e, nel caso in cui ti comporti male, la tua reputazione sarà impattata”. E ora prepariamoci alla regolamentazione 3.0! 


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Management

UN COACH IN AZIENDA Dal mondo dello sport un nuovo modello di gestione delle risorse umane. Vantaggi e risultati concreti Maurizio Casanova

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a crescita e lo sviluppo del patrimonio di risorse umane è fondamentale per ogni organizzazione, a prescindere dalla sua natura. Cosa intendiamo per “patrimonio di risorse umane”? Si tratta dell’insieme di tutte le competenze possedute e agite nell’organizzazione che devono evolvere per permetterle di realizzare la sua mission e gli obiettivi operativi. Le competenze necessarie sono quelle che chiamiamo competenze distintive, costituite dal sapere e dal saper fare, secondo i valori di riferimento annunciati in modo più o meno formale, strumenti per realizzare la mission. Il sapere e le conoscenze delle risorse sono acquisite e si possono implementare con gli studi e i master, mentre le esperienze nei diversi ruoli professionali attraverso la formazione tecnica, funzionale e specialistica disponibile sul mercato, anche online. Ma il saper fare (le capacità manifestate nei comportamenti organizzativi agiti dalle risorse umane) è più complesso, articolato e difficile. Come ben sappiamo, è molto più immediato mettere in campo i compor-

tamenti che ci sono abituali, soprattutto se questi hanno portato a risultati soddisfacenti. Il cambiamento è un’altra condizione di sopravvivenza e di successo di un’organizzazione, in quanto il contesto di riferimento è in continua evoluzione e gli scenari competitivi mutano sempre più rapidamente. L’evoluzione dei comportamenti organizzativi Comprendere, anzi, meglio ancora, anticipare il cambiamento, significa cambiare noi stessi, migliorare, evolvere i nostri comportamenti organizzativi. Dagli anni 80 dello scorso secolo e almeno fino al primo decennio di questo, le organizzazioni sensibili, attente e reattive a questi temi hanno utilizzato soprattutto la formazione


sul “trasferimento” di conoscenze teoriche dal docente verso il discente, anche nelle occasioni in cui fa leva principalmente su metodi partecipativi, quali il role play, l’analisi e le discussioni di casi aziendali, le similitudini di successo, le esercitazioni individuali e di gruppo. Viceversa, il coach non insegna o trasferisce nulla al coachee, lo aiuta a identificare da sé le proprie aree di miglioramento, generando così maggiore consapevolezza di quali capacità necessitano di crescita e sviluppo.

manageriale per rispondere in modo adeguato a questa fondamentale esigenza. Sono così proliferati corsi di formazione, in aula e online, messi a punto dalle più note società di consulenza, progettati e customizzati ad hoc su temi quali la leadership, il problem solving, la flessibilità, l’orientamento al cliente interno ed esterno, la comunicazione, la gestione dei collaboratori, lo spirito di squadra e così via. Negli ultimi anni si è invece affacciato e si sta diffondendo il coaching, un nuovo modello di sviluppo individuale e di gruppo importato dal mondo dello sport, dove la differenza si gioca sempre più su microabilità e quindi la similitudine con il mondo competitivo aziendale è forte. Figura centrale in questo processo è il coach,

un ruolo preposto all’allenamento per migliorare se stessi. L’innovazione del coaching Il metodo/strumento facilita proprio il cambiamento e la crescita di quello che abbiamo definito patrimonio delle risorse umane, aiutando gli individui e i gruppi a sviluppare le capacità in linea con quanto richiesto dalle sfide competitive, proprio come nelle discipline sportive. Nella mia esperienza professionale sto sempre più verificando come il coaching sia molto più efficace per raggiungere risultati concreti rispetto ai metodi più tradizionali di sviluppo. In primo luogo dobbiamo riflettere su una differenza fondamentale rispetto alla formazione classica: questa in sostanza è basata, anche con tecniche sofisticate,

La crescita e lo sviluppo del patrimonio di risorse umane è fondamentale per ogni organizzazione a prescindere dalla sua natura

Lo sviluppo delle capacità manageriali Nell’ambito del business coaching, il coach aiuta, supporta, stimola l’allenamento di quelle capacità manageriali, e conseguenti comportamenti organizzativi, necessarie per il raggiungimento dei suoi obiettivi e di quelli della sua squadra se gestore di team. La consapevolezza delle aree di miglioramento matura così in modo spontaneo, non si riceve alcunché dall’esterno e da maggiori esperti o guru (teorici) dei

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Esperienza di coaching: la parola ai manager «Mi piace descrivere il percorso che sto seguendo con una metafora: sono in un tunnel dove ad ogni passo scopro uno strumento utile per il mio avanzamento: una torcia, un piccone, un elmetto e in fondo la luce alla fine del tunnel. Non sono ancora arrivato alla fine e quindi non so quanto calda sarà la luce, ma per ora appare bella, rassicurante, affascinante! So già che darsi obiettivi di sviluppo personale è fondamentale per il percorso di vita che ognuno di noi fa, mentre sto lavorando per avere strumenti e un approccio di maggior comprensione delle relazioni e dei punti di vista degli altri; ciò mi aiuterà a gestire meglio le situazioni e le attività e mi consentirà di migliorare il mio contributo professionale alla causa di questa realtà» (cfo e legale) «Penso di aver approcciato questa esperienza con la giusta curiosità e voglia di mettermi in discussione. Sono convinto che questi ingredienti giochino un elemento essenziale: riuscire a distogliere le energie e la mente dai propri esercizi quotidiani, riposizionando le priorità e ricalibrando capacità e competenze verso obiettivi prefissati è un momento che suggerisco. Gestire il proprio tempo in funzione degli obiettivi mi permette di capire anche quali sono i gap delle mie capacità da colmare e su cui lavorare. Altro aspetto molto importante è l’empatia tra coach e coachee, che determina il grado di profondità dell’analisi, propedeutica alla totale consapevolezza» (direttore vendite) «Questa esperienza mi ha dato diversi contributi. Mi occupo di progettare processi e sistemi per migliorare il modo di lavorare degli altri ma non mi sono preoccupato, in tempi recenti, di riflettere sul mio modo di lavorare. A un primo sguardo sono subito emersi degli spazi di miglioramento enormi. I risultati sono stati immediati: aumento della produttività, collaboratori più coordinati e, sul piano personale, una piacevole sensazione di consapevolezza. Con il coaching di gruppo abbiamo rafforzato il senso d’appartenenza al gruppo e all’azienda e rinvigorito lo spirito di collaborazione all’interno del team manageriale, mettendo a fuoco i temi sui quali migliorare il lavoro con l’imprenditore» (direttore logistica)

temi trattati. Questo è il punto di partenza per una naturale e conseguente assunzione in proprio della responsabilità di crescita, di realizzazione del goal, di superamento del record. Una sfida con se stessi Consapevolezza e responsabilità sono quindi alla base della forte volontà di crescita di ognuno e contrastano efficacemente con quelle perplessità (resistenze?) che spesso emergono con l’utilizzo delle metodologie più tradizionali di formazione. Quante volte, al termine di esperienze formative d’aula, abbiamo sentito manager com-

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mentare “tutto molto interessante e stimolante, ma nella nostra organizzazione non è possibile l’applicazione, perché siamo molto diversi, nel nostro caso le cose sono più complicate, i nostri capi, l’imprenditore…”? Il coaching supera tutto questo, parte dal presupposto di quello che è il contesto di riferimento, considera i vincoli culturali e ambientali come un dato di fatto che determina soltanto il campo da gioco della crescita. Fa leva sulla motivazione del coachee di vincere, con quelle regole, con quel campo. È una sfida con se stessi che può permettere il raggiungimento di risultati di miglioramento mana-

geriale impensati e impensabili in precedenza. Può generare e stimolare nell’ambiente professionale quel “circolo virtuoso” di cambiamento che direttamente e indirettamente coinvolge in positivo tutto l’ambiente organizzativo. Soprattutto se nell’organizzazione si definiscono obiettivi chiari e se il coaching è attivato per più soggetti o anche gruppi di lavoro. In altri termini, è molto meglio se questa tecnica diventa di diffuso utilizzo. La relazione tra coach e coachee A questo punto deve essere sottolineato un aspetto imprescindibile, una condizione di risultato per


l’organizzazione. Nel percorso di business coaching non solo deve esserci un allineamento iniziale tra coach e coachee, ma anche tra loro e il committente, che normalmente è il vertice aziendale o, su delega di questo, la funzione delle risorse umane, per la definizione degli obiettivi che si vogliono perseguire. È una relazione circolare a triangolo che, pur avendo come attore protagonista il coachee, deve essere coerente e sintonica, senza peraltro interferire sulla completa riservatezza nel rapporto coachcoachee. L’approccio che garantisce nel mi-

gliore dei modi questa sintonia è quello di precedere l’inizio delle sessioni di coaching con un incontro approfondito tra tutti questi attori per definire insieme quali dovranno essere le regole del gioco, il campo, i goal da realizzare e i record da superare. Ed eventualmente fare qualche check durante il percorso. Un nuovo modello di leadership Dalle considerazioni dei colleghi che stanno vivendo un’esperienza di coaching (vedi box) possiamo rilevare, in modo per ora indiretto, un ulteriore importante obiettivo che il coaching può permettere di

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perseguire. È un graduale ma significativo e consapevole cambiamento del loro stile di leadership, da capi che controllano e hanno bisogno di controllare ogni cosa direttamente a capi coach che, pur controllando indirettamente la propria squadra, stanno diventando anche leader di sviluppo e di crescita delle capacità dei propri collaboratori. Ancora una volta un importante contributo del coaching per quella crescita del patrimonio di risorse umane di un’organizzazione da cui eravamo partiti. Ma questo è un ulteriore tema che meriterebbe specifico approfondimento. Magari la prossima volta. 

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Produttività & Benessere

LAVORO: LO STIAMO CAMBIANDO Enrico Pedretti

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ANTI nostri manager lo fanno da anni e lo stanno intensificando e ampliando, tanti altri lo approcciano con forza ora. Chi si informa sulla nostra iniziativa Cambia Il Lavoro con Produttività & Benessere, chi partecipa ai workshop, chi porta in azienda i nostri progetti (Smart Welfare, InterAgeing, Un Fiocco in Azienda). Business community, istituzioni, lavoratori e italiani: tutti cominciano a entrare nell’ottica che il cambiamento c’è e lo si deve af-

frontare attivamente, gestirlo, anzi cavalcarlo, e non subirlo. E non ci interessa dire che Manageritalia e i suoi manager su questi temi parlano e agiscono da anni. Perché è dei manager cambiare la cultura, ma ancor più far accadere le cose. E oggi accade che anche il governo entra in gioco e spinge in questa direzione (vedi intervista a fianco al ministro del Lavoro Giuliano Poletti). Allora questo è il momento di continuare a tutta forza, tutti, dentro e fuori le nostre aziende.

DIVENTA FAN e condividi l’iniziativa con colleghi e amici http://bit.ly/dir5-6-15

CONTATTACI pb@manageritalia.it

PASSA ALL’AZIONE Valuta i programmi, anche solo come traccia, per capire come sia facile cambiare InterAGEing http://bit.ly/dir8-6-15

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Smart Welfare http://bit.ly/dir7-6-15

Un Fiocco in Azienda http://bit.ly/dir9-6-15


L’opinione di Giuliano Poletti

SERVE UN NUOVO LAVORO Un cambiamento nelle relazioni tra lavoratori e impresa, il ruolo dei manager, le misure del governo. Ce ne parla il ministro del Lavoro Cosa dovrebbe cambiare nel mondo del lavoro in Italia oggi per andare verso una maggiore produttività delle aziende e un benessere migliore dei lavoratori? «In termini generali, credo che sarebbe opportuno affermare una modalità nuova di considerare la relazione tra lavoratori e impresa, che non può più essere compresa nel tradizionale binomio conflitto-contratto. Oggi il lavoro ha sempre più dei contenuti di competenza, professionalità, creatività che richiedono una maggiore valorizzazione della relazione del lavoratore con l’opera, con il risultato. In termini più concreti, credo sia utile adottare modalità e strumenti che possano accrescere la produttività e, al contempo, migliorare il benessere dei lavoratori. Il governo si è mosso in questa direzione adottando delle misure». In cosa consistono? «A giorni entrerà in vigore il decreto che attua la norma dell’ultima legge di stabilità che prevede la tassazione agevolata al 10% per i cosiddetti “premi di risultato” fino a 2mila euro per i lavoratori con un reddito fino a 50mila euro lordi; somme che diventano esentasse se destinate a finanziare servizi di wel-

fare (asilo nido, mensa, attività culturali). Insieme a questo, abbiamo presentato un disegno di legge collegato alla stabilità, attualmente all’esame del Senato, che traccia una cornice per favorire lo sviluppo del cosiddetto “lavoro agile”, ovvero una modalità flessibile di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato per incrementarne la produttività, favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

ritalia Cambia il Lavoro con Produttività & Benessere? «Mi sembra che il progetto vada esattamente in questa direzione e che sia un tentativo apprezzabile di affermare il significato dell’innovazione non come valore in sé, ma come strumento per valorizzare l’apporto dei lavoratori ai risultati dell’attività imprenditoriale e attribuire così una più forte centralità alle persone».

Chi dovrebbe farsi carico maggiormente di porre le premesse per questo cambiamento? «Per essere efficace, il cambiamento deve poter contare sul coinvolgimento di tutti i soggetti interessati – imprenditori, manager, lavoratori – in una logica di collaborazione, di partecipazione attiva e di assunzione condivisa di responsabilità. Non c’è dubbio comunque che un impulso importante possa venire dai manager, che hanno la responsabilità operativa di gestione delle attività imprenditoriali e quindi la possibilità di promuovere innovazioni organizzative che favoriscano il cambiamento».

La nostra iniziativa prevede un programma chiamato InterAGEing, volto a diffondere la staffetta intergenerazionale nelle aziende italiane: cosa ne pensa? «La compresenza e la collaborazione di lavoratori di generazioni diverse è un fattore essenziale per raggiungere buoni risultati. Lo scambio di esperienze, competenze, culture che avviene tra persone diverse per età e formazione, tra chi conosce bene le dinamiche e le esigenze dell’azienda e chi apporta energie fresche è una ricchezza, linfa vitale per l’attività dell’impresa. Penso che una gestione corretta ed efficace di questo scambio possa dare forza a processi organizzativi in grado di promuovere un miglioramento della competitività e della produttività aziendale».

Cosa pensa dell’iniziativa di Manage-

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Produttività & Benessere

UNO SGUARDO AL FUTURO DEL LAVORO: SEI FORTI CAMBIAMENTI NEL 2016 Alcuni trend in atto avranno forte effetto su business e lavoro coinvolgendo tutti, dai board delle prime 500 aziende di Fortune ai luoghi di lavoro in casa, ai caffè e agli spazi di coworking dell’economia dei freelance.

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Business: il remoto in primo piano

Le organizzazioni non sono realmente aziende. Sono piuttosto come network di team. Anche le grandi aziende si stanno riorganizzando così.

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La crescita dei consulenti indipendenti

Tante aziende, anche quelle più grandi, sono sempre meno gerarchiche e top down nel loro funzionamento.

Accedi dal nostro sito al canale Youtube di Manageritalia e guarda il video

https://bit.ly/dir11-6-15

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Ci saranno sempre grandi aziende, ma cresce lo spazio dei consulenti indipendenti.

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Meno powerpoint, più video

Le presentazioni statiche sono rapidamente rimpiazzate da grafiche in movimento, mentre i video stanno diventando lo strumento di presentazione preferito oltre a immagini e infografiche.

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Il work-life balance rivisitato

Le imprese stanno tentando di rendere il lavoro più agevole e ricco di significato per le persone, per attrarre sia quelle molto ambiziose che vogliono veramente sviluppare e guidare il cambiamento e far succedere le cose, sia quelle che vogliono la-

vorare duramente ma non rovinarsi la vita.

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Nuove aspettative dalla leadership

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Il design entra in azienda

Alle aziende servono leader non per controllare, ma per ispirare e creare vera collaborazione. La performance come modello di valutazione e strumento di gestione è sostituita dal feedback.

Il design teso alla facilità di utilizzo, oggi norma per il consumatore, deve entrare anche in azienda, per l’organizzazione e i lavoratori. Tratto da “6 ways work will change in 2016” http://bit.ly/dir6-4-16 


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Management

CONFLITTI CREATIVI La gestione delle contrapposizioni in ambito lavorativo: approcci e strategie per negoziatori evoluti Laura Arman Varvelli

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QUALCUNO può non piacere, ma il conflitto è un indicatore della vitalità di un sistema, è normale, naturale, salutare, insito nella natura umana. Il conflitto è divertente, creativo, inclusivo. L’alternativa al conflitto è il consenso, una situazione di accordo e armonia che consolida l’agire comune, ma il consenso ricercato sempre e comunque risulta alla lunga foriero di atteggiamenti ottusi e miopi che producono quella “finta pace sociale” tanto comoda quanto pericolosa in un’organizzazione. Se due persone la pensano sempre allo stesso modo, una delle due è di troppo. Una coppia che non abbia mai avuto un conflitto o una discussione è pronta per il Paradiso, se in ufficio ogni tanto non si discute vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. È difficile pensare che tra persone intelligenti non possa mai nascere un momento di discussione o un motivo di disaccordo. Ecco perché si può asserire che il conflitto è un elemento di vitalità, un indicatore dell’energia di un sistema. Il conflitto ben gestito aumenta, accende, stimola, crea, obbliga a

dubitare, disturba, spinge a cambiare, invita a strade nuove e mai percorse prima. Mentre il consenso appiattisce, smorza, conferma, riproduce, verifica, ripete, continua, rassicura, tranquillizza: l’accordo su tutto e a qualunque costo, la ricerca del compromesso a oltranza spengono la vitalità di un sistema. Non si vuole dire che bisogna sempre e per forza essere in conflitto con qualcuno, ma che non si può tralasciare il lato creativo e innovativo del conflitto.

Le 3 regole d’oro per la gestione dei conflitti La gestione dei conflitti è la capacità di affrontare e tenere sotto controllo situazioni che originano


l’arrocco (la mossa degli scacchi che prevede di scambiare la torre con il re per aumentare la potenza difensiva), prova a concentrarsi sugli interessi comuni, si sforza di guardare lontano, mira all’obiettivo, polarizza la sua attenzione sul risultato e non sul punto di partenza (la sua posizione iniziale e quella dell’altro). 3. Inventare soluzioni vantaggiose per tutti. Il negoziatore efficace sa “allargare la torta prima di dividerla”. Questa regola base ci aiuta a capire come sia importante dedicare tempo alla dia-

contrasti all’interno dei gruppi e tensioni nei rapporti interpersonali. Implica la capacità di non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà nei rapporti con gli altri, riuscire a individuare i fattori essenziali che possono generare tensioni interpersonali, affrontare direttamente le tensioni e i problemi bilanciando fermezza e comprensione. Per la gestione dei conflitti i negoziatori evoluti suggeriscono di seguire tre linee di comportamento generali: separare le persone dal problema; concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni; inventare soluzioni vantaggiose per tutti.

1. Separare le persone dal problema. Applicare la prima regola del negoziatore evoluto vuol dire separare il rapporto personale (io-l’altro) dall’oggetto della trattativa; in questo modo si tratta direttamente il problema, ci si focalizza sull’obiettivo e si lasciano in secondo piano i comportamenti, gli atteggiamenti e le questioni personali. Avremo sicuramente un vantaggio negoziale imparando a metterci nei panni degli altri per capire come vedono la questione. 2. Concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni. Il negoziatore evoluto, prima di scegliere

Il conflitto è un indicatore della vitalità di un sistema, è normale, naturale, salutare, insito nella natura umana. Il conflitto è divertente, creativo, inclusivo gnosi e all’analisi della questione. Dato che è facile capire che un problema ben definito è per metà risolto, il negoziatore evoluto non cade nell’errore di dare giudizi prematuri, emettere sentenze inappellabili, prendere decisioni irrevocabili o assumere posizioni intransigenti. Sa evitare gli assolutismi e si sforza piuttosto di cercare/capire nel

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Management

Il negoziatore evoluto sa utilizzare “stratagemmi” semplici per risolvere situazioni difficili: lo fanno gli animali, le piante e… anche gli umani

corso della trattativa come arricchire l’accordo con dettagli e aspetti di interesse per l’interlocutore senza rinunciare a ciò che è importante per sé.

L’arte della persuasione Il negoziatore evoluto sa utilizzare “stratagemmi” semplici per risolvere situazioni difficili: lo fanno gli

ETOLOGIA E CONFLITTI Una metafora per capire come noi gestiamo le situazioni di conflitto e negoziazione RITIRARSI: LA TARTARUGA Le tartarughe si ritirano nel loro guscio per evitare i conflitti, abbandonano i loro obiettivi personali e le loro relazioni. Preferiscono stare alla larga dai fatti che hanno generato il conflitto e dalle persone con cui sono in conflitto.

FORZARE LA MANO: LO SQUALO Gli squali hanno come obiettivo il risultato mentre le relazioni rivestono minore interesse; cercano di raggiungere i loro obiettivi anche se questo va spesso a scapito del peggioramento delle relazioni.

APPIANARE: IL PANDA Per i panda le relazioni sono di grande importanza e sanno che i conflitti possono essere discussi puntando prima a costruire buone relazioni interpersonali.

TRANSARE: LA VOLPE Le volpi cercano il compromesso, cercano una soluzione al conflitto in modo che entrambe le parti guadagnino qualcosa (il compromesso tra le due posizioni estreme). Sono disponibili a sacrificare parte dei loro obiettivi e delle loro relazioni allo scopo di trovare un accordo per il bene comune.

INTEGRARE: IL GUFO I gufi con saggezza ed equilibrio vedono i conflitti come problemi che possono essere risolti e ricercano una soluzione che soddisfi sia i loro obiettivi sia quelli delle altre persone coinvolte; sanno che si può ridurre la tensione tra due persone cercando soluzioni capaci di produrre reciproca e piena soddisfazione.

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animali, le piante e… anche gli umani. Usate lo jujitsu (arte marziale giapponese) negoziale per schivare l’attacco, non reagite, non irrigiditevi, non usate una controreazione o una controproposta, ma integrate la proposta altrui nella vostra; guardate cosa c’è dietro al loro cambio di strategia o alle nuove richieste avanzate e chiedetevi per quale motivo hanno modificato (dovuto modificare) la rotta; non difendete le vostre idee a oltranza ma sollecitate critiche, consigli e proposte; spostate l’attacco dalla vostra persona al problema; rispondete con domande, molte domande.Ecco alcuni esempi dell’arte della persuasione:   1. trasforma l’ospite indesiderato in oste;   2. il massimo della complessità è la semplicità, non la complicazione;  3. la migliore difesa è l’attacco sull’attacco dell’avversario;   4. non essere mai bugiardo, piuttosto afferma verità impossibili;   5. scaccia un dubbio, generando altri dubbi;   6. studia le strategie perdenti e… impara come evitarle;  7. la virtù non sta nel “giusto mezzo” ma nell’“alternanza fra gli estremi”;   8. disarma la serietà con il riso e opponi la tua serietà a chi ride;   9. sii gentile con chi ti disprezza, sarà per lui insopportabile; 10. spegni il fuoco aggiungendo la legna.


Ballare con i porcospini Costruire relazioni di successo in contesto “coopetitivo” e saper sciogliere il dilemma: collaboro o non collaboro? In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini. Ben presto però sentono le spine reciproche e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li riporta ad avvicinarsi, si pungono di nuovo. Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non trovano quella moderata distanza reciproca che rappresenta la migliore posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi male reciprocamente. A. Schopenhauer – Parerga e Paralipomena Cfmt propone questo corso per supportare professionisti e responsabili che vogliono essere protagonisti attivi di business e di clima interno e tutti coloro che vogliono migliorare la relazione con colleghi, collaboratori, capi e clienti. Perché partecipare Per definire le strategie comportamentali migliori per lavorare con gli altri e sviluppare “coopetizione” (capacità di coniugare cooperazione e competizione e vivere in equilibrio dinamico). Per gestire e migliorare i rapporti interpersonali complessi e sviluppare intelligenza relazionale. Per diventare protagonisti della costruzione di rapporti professionali duraturi. I temi trattati • Etologia relazionale: fight, flight o fright (combattere, scappare via o irrigidirsi), le strategie umane di fronte a situazioni conflittuali. • Coopetizione: applicare le strategie coopetitive nelle situazioni conflittuali. • Stati d’animo e loro influenza sulle relazioni: gestire gli arrabbiati, dare e ricevere critiche, affrontare trucchi e stratagemmi altrui. • Gestione in 3D della relazione: approccio mentale, comportamentale e di metodo; emozioni e atteggiamenti “patici” a confronto.

Milano, 18 maggio e 15 giugno Orario: 9,15-18 Per info e iscrizioni: www.cfmt.it - Serena Buzzi, servizi@cfmt.it, 02 54063101

Canovaccio relazionale nella gestione dei conflitti Allora… lasciate che siano gli altri ad avere quasi sempre ragione, siate sempre voi a com-

piere il primo passo per trovare un accordo, prima di tutto cercate di capire, scegliete con cura le vostre battaglie, uccidete i vostri nemici con gentilezza, chi

non scappa fa scappare gli altri, non prendetevela per le piccole cose, non fate i perfezionisti, non vogliate avere ragione a tutti i costi. 

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Innovazione

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Innovazione

NUOVI MODELLI DI BUSINESS PER SOPRAVVIVERE Quattro aziende su dieci oggi leader di mercato non ci saranno più entro il 2025: come affrontare il cambiamento per restare visibili? Alessandro Frè

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IAMO protagonisti o spettatori, a noi la scelta, di un’evoluzione digitale che avrà i risvolti di una rivoluzione selettiva. Secondo Pat Gelsinger, ceo di VMware, il 40% delle 500 aziende definite oggi leader dall’indice S&P 500 non esisterà più entro il prossimo decennio. In altre parole, 4 aziende su 10 oggi leader di mercato andranno incontro a fusioni, cambiamenti sostanziali o cesseranno del tutto di esistere entro il 2025. La necessità per le aziende grandi e piccole è di emergere per rimanere visibili: l’immobilità oggi è il rischio più grande. Saper innovare come una startup e sostenerne la delivery come un’azienda consolidata in questo panorama diventano chiavi di volta fondamentali per proiettare il proprio business al domani. «Tutte le cose che sono veramente grandi, a prima vista sembrano impossibili» diceva Nietzsche. E

quel “a prima vista” vale a dire che è necessario esplorare, cambiare modalità di approccio, sperimentare nuove strategie e abbracciare il cambiamento sviluppando una cultura dell’innovazione senza impantanarsi nel limbo dell’infertilità. Sperimentare, creare e delineare strategie flessibili e vincenti significa per le aziende operare nell’ottica di un alto rischio di impresa assoggettato inevitabilmente al tempo di sviluppo, che deve fare i conti suo malgrado con un mercato velocissimo, imprevedibile e inarrestabile. Dedicarsi esclusivamente a un nuovo modello di business divorziando dal vecchio è un passaggio più semplice e lineare per aziende con strutture organizzative orizzontali sistemiche che inducono a comportamenti coerenti con lo sviluppo delle risorse, con la ricerca di soluzioni innovative e con la condivisione delle informazioni.

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Innovazione Ecco dunque che i modelli comportamentali di engagement, feedback, di cultura dell’errore e autonomia diventano fortemente interconnessi e speculativi per una mission aziendale che vira alla riuscita. Come a sottolineare che, sotto il “regime tecnologico” che plasmerà i modelli di business delle aziende leader nel mondo, i concetti di consapevolezza, creatività, volontà e atteggiamento spettano sempre e

Aziende Ecco aziende innovative che collaborano, acquisiscono o investono in nuove startup, potenziali competitor, presidiando così i diversi mercati e innovando il modello di business. In questo modo continuano a restare competitivi ed evitano che ex dipendenti o nuovi player di mercato guadagnino la leadership in pochi anni del mercato stesso. Ricordiamo che Twit-

attraverso una strategia di partnership con colossi distributivi con migliaia di store come il gruppo Jashanmal e punta sulla personalizzazione costruendo un sito di ecommerce specifico per le peculiarità del mercato cinese.   http://www.onlineadve   http://www.burberryplc.

WALMART Mentre i magazzini tradizionali sono pensati per gestire grandi ordini di clienti aziendali, le vendite online si basano su ordini di singoli consumatori con piccole quantità di prodotti diversi. Walmart, il colosso della grande distribuzione Usa, sta preparando centri logistici molto più grandi e fortemente informatizzati. Inoltre Walmart sviluppa un sito di ecommerce esterno e indipendente dall’organizzazione principale, che solo in un secondo momento decide di integrare all’interno della sua organizzazione.   http://www.digital4.biz/

solo all’essere umano. Per questo motivo alcune aziende incominciano a mettersi alla prova e a creare o acquisire nuove organizzazioni ai margini del proprio core business che diventino esse stesse competitor interni al loro business e contemporaneamente strade alternative al business principale.

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ter, Foursquare, Pinterest e Instagram sono tutte startup di successo create da ex manager Google. BURBERRY Burberry gioca su mercati in sviluppo, ma difficili da presidiare,

GOOGLE Google ha acquisito startup che teneva sotto controllo, come Youtube nel 2005 per 1,6 miliardi di dollari e Waze nel 2013 per 1 miliardo di dollari, prima che potessero diventare temibili concorrenti e avessero superato l’area critica di crescita. Oggi queste società valgono infinitamente di più. ALLSTATE Allstate, assicurazione americana


INNOGEST Innogest, un fondo di venture capital operante prevalentemente in Italia, caratterizzato da un focus sull’innovazione tecnologica e da un portfolio variegato di imprese, si articola al suo interno in due soggetti separati: Innogest Capital e Innogest Sgr Spa.   http://www.economyup   http://www.mi.camcom.it/

NETFLIX L’azienda crea un sistema chiamato Chaos Monkey che genera di proposito attacchi imprevedibili alla sua infrastruttura di application in modo da verificare la tenuta dell’infrastruttura stessa. 

Foto: Mina Bartesaghi - Archivio Snowmotion / Lorenzo Beretta / Nicola Buosi

PA S S O D E L L O S T E LV I O m 2.760-3.450

a d a M A G G I O

GENERAL ELECTRIC General Electric stringe nel maggio del 2013 una partnership con Quirky, società in cui investe anche 80 milioni di dollari, consentendo alla comunità di inventori di Quirky di accedere al prodigioso portafoglio brevetti di General Electric. L’ottica è quella di collaborare o stringere partnership o investire con nuove startup, potenziali competitor nel futuro prossimo.

N O V E M B R E

di tipo tradizionale, dopo aver tenuto sotto controllo le compagnie online Geico e Ensurance, che potevano seriamente intaccare la loro rete, decide nel 2011 di acquisire Ensurance, mantenendola però autonoma anziché inglobandola.

Sci e snowboard in una cornice da sogno LA VACANZA SU MISURA PER VOI...

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DI BUON GRADO Piero Valdiserra

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IL SANGIOVESE

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Antichissima e appassionante è la storia del Sangiovese, che si ritiene fosse noto gia più di duemila anni fa agli Etruschi. Seguirono poi molti secoli di oscurità, nei quali rimase celato nei meandri della storia. Nella prima metà del secondo millennio i monasteri vallombrosani situati sul crinale fra Romagna e Toscana ne rilanciarono la produzione: dai gioghi dell’Appennino, il Sangiovese scese da una parte lungo le vallate faentine e imolesi, dall’altra verso la Toscana, assumendo caratteri locali diversi, stante la sua grande sensibilità al territorio ospitante. A partire dalla metà dell’Ottocento si diffuse in molte altre regioni dell’Italia centrale e meridionale (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna), fino a diventare la varietà ampelografica rossa più diffusa del nostro Paese. Negli anni Settanta, il Sangiovese ha nuovamente conosciuto un periodo di appannamento e di dimenticanza, trascinando nella sua crisi anche i territori e le denominazioni a esso collegati. Gli anni Novanta hanno finalmente visto una sorta di rinascimento di questa varietà, con profondi e mirati rinnovamenti degli insediamenti viticoli associati a nuove proposte enologiche per un mercato in evoluzione sempre più rapida. Il Sangiovese ha una capacità di adattamento molto elevata, tanto che oggi si conoscono decine di varietà clonali a esso associate. L’ampelografia convenzionale distingue due grandi categorie, in funzione della dimensione degli acini: il Sangiovese Grosso, considerato il migliore, e il Sangiovese Piccolo. Da solo o in assemblaggio con

altre uve, il Sangiovese è oggi presente in molte decine di Doc e Igt italiane, e proprio in virtù della sua adattabilità comincia a esser prodotto anche in California, in Argentina e in Australia. È però ancora soprattutto in Romagna e in Toscana, considerate le sue “culle” storiche, che il Sangiovese offre alcune delle sue prove migliori. In Romagna è ancora oggi chiamato, semplicemente, “e’ bè”, cioè “il bere”, a ricordo dei tempi lontani in cui la qualità dell’acqua era pessima e agli ospiti e ai forestieri di passaggio veniva offerto soltanto Sangiovese: il bere per eccellenza, sano e rinvigorente. In Toscana il Sangiovese ha fornito nei secoli la struttura portante dei vini rossi più famosi e celebrati, dal Chianti al Brunello di Montalcino, dal Nobile di Montepulciano al Morellino di Scansano. È molto difficile tratteggiare delle caratteristiche comuni per il Sangiovese, tanta e tale è la differenza di espressione che riesce a dare nelle sue infinite varianti locali. Se vinificato in acciaio dà origine a un vino di notevole freschezza, giovane, floreale e leggermente fruttato (ciliegia), abbastanza leggero, equilibrato, asciutto, sorretto da una buona acidità e mai troppo scuro nel colore. Se affinato in rovere (dove riesce a invecchiare bene anche a lungo) arrotonda i suoi spigoli e diventa speziato, robusto e armonico, pur conservando una gradevole astringenza di fondo. Portato in tavola a 16-18 gradi, il Sangiovese è ottimo compagno di salumi, primi importanti, minestre in brodo, carni bianche, frittate; se invecchiato si accosta bene anche a carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.


ARTE Claudia Corti

È

arte

La Milano dimenticata di Mosè Bianchi DOVE Mosè Bianchi e la Milano dimenticata, Milano GAMManzoni Via Manzoni 45, fino al 26 giugno

È un pomeriggio assolato del 1870 e due fanciulle attraversano piazza del Duomo lasciandosi alle spalle la cattedrale da cui sono appena uscite. Sono vestite secondo la moda dell’epoca e indossano ancora il velo di pizzo nero, avendo appena assistito alla funzione religiosa. Incedono lentamente come sospese verso noi spettatori, non conversano tra loro; la giovane a sinistra per ripararsi dal sole ha già aperto l’ombrellino, una potentissima macchia rossa che spezza l’andamento dei colori chiari e fa da raccordo con le tonalità scure del terreno su cui si muovono le protagoniste. Osservando meglio proprio l’ombrellino rosso non possiamo fare a meno di scorgere il paesaggio circostante, un angolo della piazza più importante di Milano; c’è il Duomo perfettamente identificabile, ma tutto il resto risulta per noi contemporanei disarmante: non sono la piazza e la città che conosciamo. Nel 1870 Milano era un grande cantiere e soprattutto il cuore della città era interessato da quei profondi mutamenti urbanistici che le avrebbero di lì a poco conferito il volto attuale, quello del “salotto buono”. Già dagli anni Trenta si discuteva sugli interventi da effettuare per rendere finalmente visibile in tutto il suo splendore la facciata del Duomo ormai in fase di definizione e, concorso

dopo concorso, si era giunti all’Unità d’Italia, quando finalmente i progetti avevano assunto un volto concreto con la posa della prima pietra per la realizzazione della Galleria Vittorio Emanuele. Si trattava di un colosso di vetro e ferro, molto più moderno e innovativo dei soliti porticati e passaggi coperti, con i quattro bracci di una croce raccordati dalla cupola e un preciso obiettivo: mettere in comunicazione piazza della Scala con il Duomo. I lavori erano iniziati nel 1865 e solo tre anni più tardi la Galleria era pronta... non altrettanto si poteva dire della piazza, che ancora non esisteva. Per poter parlare di “piazza” dovremo attendere il 1875 con l’abbattimento del Rebecchino, un vero e proprio rione fatto di vicoli strettissimi e popolato dalla criminalità che si estendeva dal Broletto fino addirittura al sagrato del Duomo. Sono storie di un tempo che fu, la costruzione del Duomo, la città attraversata dalle acque dei Navigli, la darsena, le basiliche di Porta Ticinese. Un tempo lontano ma non sconosciuto, grazie ad artisti come il monzese Mosè Bianchi, che da autentico “fotografo” ci regala momenti della quotidianità dell’epoca attraverso un viaggio emozionante in una Milano che non vorremmo dimenticare.

CURIOSITÀ Si dice che il Rebecchino dovesse il suo nome a un’osteria aperta nei suoi vicoli fin dal 1500, la cui insegna mostrava una donna intenta a suonare la “ribeca”, uno strumento simile a un violino.

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LIBRI Davide Mura

La casa dell’inferno La vicenda raccontata da Sacha Batthyány è un episodio oscuro e generalmente neppure menzionato nei libri di storia del Novecento. La sera del 24 marzo 1945 tutto è pronto nel castello di Rechnitz per la festa organizzata dalla contessa Margit von Batthyány e da suo marito per le SS del distaccamento locale. A mezzanotte, i nazisti si scagliano contro un gruppo di ebrei rinchiusi vicino alla proprietà in attesa di essere deportati: è una mattanza. L’autore ripercorre i fatti guidato dal diario della nonna e spinto dalla volontà di fare chiarezza. Le colpe dei padri ricadono sui figli? Le bestie di Rechnitz, Sacha Batthyány, Rizzoli, pagg. 288,  18.

Un oscuro presagio sul ricevimento Amélie Nothomb abbandona le atmosfere del Giappone alla volta del suo paese d’origine, il Belgio. Qui offre una sua originale versione del racconto di Oscar Wilde, in una sorta di divertissement letterario. La storia è nota ed è quella del ricevimento organizzato dal conte Neville, nobile decaduto, nel suo castello nelle Ardenne, palcoscenico dove non si deve consumare il presagio di una chiaroveggente: la figlia scomparsa e rifugiata nella foresta durante il ricevimento compierà un delitto. Sarà possibile sfuggire al destino? Il delitto del conte Neville, Amélie Nothomb, Voland, pagg. 93,  14.

Il mestiere di vivere

libri

Psichiatra ed “esperto di follia”, Vittorino Andreoli firma un saggio che può essere letto come testamento morale e riflessione per raggiungere una piena consapevolezza e serenità interiore, senza alcuna velleità di dare facili consigli da manuale di self-help. Due i modelli contrapposti: quello di chi subisce la vita ed è in preda a un’insoddisfazione cronica e quello di chi accetta il trascorrere del tempo e gli ostacoli quotidiani con un approccio nella sostanza positivo. Opere classiche, religione, filosofia: gli spunti e gli esempi, anche

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I vademecum di Eco La produzione editoriale di Umberto Eco sta conoscendo una seconda giovinezza, anche grazie alla nuova casa editrice La Nave di Teseo, che lo scrittore fondò insieme a Elisabetta Sgarbi poco prima della sua scomparsa. In questo saggio sono contenuti brevi testi, ora divertenti ora seri, che appaiono come una serie di istruzioni per l’uso per districarsi nella nostra società, con regole e consuetudini non sempre logiche e comprensibili. Una sorta di prosecuzione ideale della raccolta “Le bustine di Minerva”. Come viaggiare con un salmone, Umberto Eco, La Nave di Teseo, pagg. 206,  10.

di uomini e donne comuni, abbondano nel libro e suggeriscono che provare la gioia di vivere è possibile solo se si passa dalla dimensione dell’io a quella del noi. La felicità è di questo mondo solo se si conta sui legami affettivi, guardando al presente e senza la costruzione di desideri sempre più alti e irraggiungibili. Capacità che possono essere apprese e stimolate fin da piccoli, grazie al ruolo determinante della famiglia e della scuola. La gioia di vivere, Vittorino Andreoli, Rizzoli, pagg. 288, 18,50.


LETTURE per MANAGER

...permanager

Marco Lucarelli

Nuove intelligenze: quante e quali sono? Scetticismo. Questo genera la lettura dei manuali di economia e management quando si affrontano i capitoli riguardanti la gestione delle cosiddette “risorse umane”. Scetticismo perché, fino a quando i temi trattati riguardano finanza, marketing o logistica, è facile fissare teorie consolidate e prassi operative. Meno facile quando si parla di persone. Le classiche teorie sull’organizzazione del lavoro, su come guidare i dipendenti al raggiungimento degli obiettivi aziendali, hanno un retrogusto da secolo scorso, echeggiano di rumorose catene di montaggio e ritmi a cottimo. Una visione che vede l’essere umano come pigro e disposto a lavorare solo all’interno di un sistema di incentivi e controlli. Come se le persone fossero incapaci di assumersi responsabilità sul lavoro. Una concezione piramidale dell’azienda guidata da un management dotato di razionalità illimitata, il solo capace di scansionare in modo scientifico tutte le variabili, ponderarle e prendere la decisione migliore. Concezione questa già messa in crisi a inizi 900 da economisti come Herbert Simon che iniziò a parlare di “razionalità limitata”. Limitata perché le decisioni sono in realtà frutto di compromessi con i vincoli imposti dalle organizzazioni e dai limiti stessi del sistema cognitivo umano. Anche il concetto di “Quoziente intellettivo” che ha guidato per decenni la selezione del personale è obsoleto. Non esiste un’intelligenza unica, un punteggio superiore alla media che garantisca carriera e successo. Esistono intelligenze diverse e la capacità dell’individuo di successo consiste nell’utilizzare un tipo di intelligen-

za in un determinato contesto o situazione decisionale. Quante e quali sono queste intelligenze? Le descrive Gian Carlo Cocco, autore del libro Neuromanagement. Per una nuova scienza del management (Franco Angeli editore, 210 pagine). L’autore parte dalla crisi del concetto di razionalità assoluta per arrivare a definire una nuova scienza del management basata sulle recenti scoperte della ricerca neurologica e psicologica. Dall’economia classica a una “economia sperimentale”, con l’obiettivo di descrivere come decidono i manager efficaci, quali “intelligenze” mettono in campo adattando il loro stile di direzione ai diversi obiettivi, gruppi e situazioni. Un nuovo modo quindi di concepire la leadership efficace, non più frutto di caratteristiche personali ma legata alla capacità di interagire in modo flessibile con le caratteristiche della situazione.

Perché leggerlo La parte iniziale rimanda a teorie della psicologia, introduce nozioni di neurologia e di fisiologia, riassume le principali tecniche di scansione per lo studio del cervello e delle aree attivate durante i processi decisionali. Seguono le applicazioni in ambito manageriale. Approccio questo che denota il rigore metodologico seguito dall’autore nell’affrontare questi temi. D’altronde per demolire delle certezze bisogna prima conoscerle. Non è una cosa da tutti. Leggi e commenta le recensioni sul portale Manageritalia sotto la categoria Management >> Letture per manager

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LETTERE Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)

Le tutele in caso di malattia Opero come dirigente presso un’azienda di servizi. A causa di una grave patologia devo sottopormi a delle terapie periodiche e ciò, negli ultimi mesi, non mi ha permesso di svolgere regolarmente la mia attività lavorativa. Questa situazione al momento non ha creato difficoltà in azienda ma, per eventuali necessità future, vorrei sapere quali sono le tutele previste dal contratto e dalla legge in questi casi. R.R. – Genova

lettere

L’art.18 del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti del terziario attualmente in vigore (31 luglio 2013) prevede, in caso di malattia, un periodo di conservazione del posto di lavoro con corresponsione dell’intera retribuzione (cd. periodo di comporto) pari a 12 mesi. In assenza di una specifica previsione contrattuale, come accade attualmente nel ccnl a lei applicato, il periodo di comporto si intende riferito a un’unica e ininterrotta malattia (comporto “secco”), mentre alcuni contratti collettivi prevedono un periodo di comporto cosiddetto “per sommatoria”, in cui si tiene conto delle pluralità di malattie o ricadute della medesima, comportanti un susseguirsi di assenze. In alcuni casi, quest’ultimo criterio è stato applicato dal giudice del lavoro anche con riferimento al ccnl dirigenti del terziario. Per la computazione del periodo di comporto occorre inoltre ricollegarsi alla normativa contrattuale in vigore per i dipendenti, la quale indica come riferimento l’anno solare e non l’anno di calendario; si deve quindi intendere un periodo di 365 giorni computati dal primo giorno della malattia. Occorre inoltre precisare che per la determinazione del periodo di comporto si fa riferimento non ai giorni lavorativi bensì ai giorni di calendario: devono quindi essere conteggiati anche il sabato, la domenica e le festività infrasettimanali. Il dirigente è tenuto al rispetto delle fasce di reperibilità come tutti gli altri lavoratori, ma è previsto un esonero da tale obbligo se l’assenza per malattia è riconducibile a patologie gravi che richiedono terapie

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salvavita, comprovate da idonea documentazione della struttura sanitaria competente, o stati patologici sottesi o connessi a situazioni di invalidità riconosciuta in misura pari o superiore al 67% (rif. decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali dell’11 gennaio 2016 e messaggio Insp del 25 gennaio 2016, n. 297). Nel caso in cui, decorsi i 12 mesi del periodo di comporto, non si giunga a una guarigione, il dirigente può richiedere un periodo di aspettativa non retribuita, per un massimo di 6 mesi. Il ccnl, inoltre, prevede la possibilità di presentare le dimissioni, a causa del perdurare dello stato di malattia, decorsi i 12 mesi di comporto o l’eventuale periodo di aspettativa, con diritto al pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso in caso di licenziamento. Il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso è dovuto anche nel caso in cui sia il datore di lavoro a risolvere il rapporto per superamento del periodo di comporto. Segnaliamo, infine, il diritto riconosciuto dalla legge (art. 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104) nel caso in cui sia accertata dalle sedi competenti una situazione di grave invalidità a fruire in alternativa di due ore di riposo giornaliero o di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, utilizzabili anche su base oraria. Sempre in caso di disabilità grave è inoltre possibile richiedere di fruire fino a un massimo di due anni di congedo straordinario nell’arco della vita lavorativa. Durante tutto il periodo di fruizione del beneficio viene corrisposta dall’Inps un’indennità nella misura della retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo, esclusi gli emolumenti variabili della retribuzione. I periodi di congedo straordinario non sono computati ai fini della maturazione di ferie, tredicesima e trattamento di fine rapporto ma, essendo coperti da contribuzione figurativa, sono validi ai fini pensionistici. Il congedo è frazionabile soltanto a giorni interi e non a ore. La retribuzione dei permessi ex legge 104/92 e del congedo straordinario viene riconosciuta entro un limite massimo determinato annualmente con decreto ministeriale (per il 2016 pari a 35.674 euro).


NUMERO SPECIALE / FUTURE AGING inserto mensile di Dirigente n. 4 / 2016

DIRIGIBILE

a cura di Thomas Bialas

Segnali di futuro visti dall’alto #23 esploriamo il futuro grazie a:

FUTURE ECONOMY

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Sognando la nuova California

CENTO DI QUESTI ANNI Non ho l’età?

Vado al massimo, vado a gonfie vele, cantava Vasco Rossi. Come l’atleta pluridecorato nella categoria master 100 Giuseppe Ottaviani: cent’anni e non sentirli (li compie il 22 maggio). Come la nonnina (da cronaca Usa) che per festeggiare i suoi 90 anni si lancia con il paracadute. Ultrasessantenni che prendono lezioni di surf per imparare a cavalcare le onde, che sfrecciano con casco e roller sulle piste ciclabili, che entrano disinvolti in un

FUTURE OLDIES

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FUTURE SOCIETY

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Il nuovo vecchio in quattro profili

Controscenario: Vivremo più a lungo?

centro di tatuaggi e piercing e che mandano selfie dalla propria cabrio. Per non parlare del Viagra, bestseller in tutto il mondo occidentale per cui non pochi playboy ultra brizzolati ci lasciano la pelle (o quasi) durante l’ennesimo amplesso. Chi è giovane? Chi è vecchio? La popstar Madonna va verso i sessanta. Lo direste? Ma non è tanto una questione di manifestazione esteriore ma di percezione interiore: non sto invecchiando, al massimo muoio! I nuovi free ager si liberano dal concetto di terza età e gridano “la mia età non è terza a nessuno”. La fine della civiltà industriale segna anche la fine delle differenze generazionali e dei cluster di appartenenza (nessuno fa parte di nessun target, compresi i senior). Da differenziazione a coetaneizzazione, insomma. Segna anche la fine del “mi godo la pensione e parto in crociera con la moglie”. E non tanto perché la moglie ti molla per fare la donna giaguaro (capita) ma perché siamo di fronte a un cambio di paradigma. I giovani (quelli veri) sanno che il diritto alla pensione e al lavoro sono categorie esistenziali in via di estinzione

a cui non appellarsi più. Sanno che la vita digitale è volatile e in continua evoluzione o involuzione, fate voi. Di fronte a quest’economia discontinua e complessa non si risponde con il passato (dell’era fordista) “largo ai giovani” ma con un “largo a entrambi”. La futura impresa ha bisogno che la giovinezza delle idee si fonda con la saggezza delle decisioni con team cross-generazionali. È ageless management: la generazione di manager senza generazioni. Il trionfo della gestione trasversale. Siete pronti? SAVE THE DATE MINDUSTRY MAI GESTITO OPERAI DEL PENSIERO? 5 MAGGIO 2016, MILANO CFMT-FMT HTTP://TINYURL.COM/HX4LH3V Dirigente mensile di informazione e cultura manageriale editore Manageritalia Servizi design: CoMoDo


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FUTURE ECONOMY / SOGNANDO LA NUOVA CALIFORNIA Tutti a parlare di anti aging (pratiche e cure anti età) e se invece parlassimo (ragionassimo) di pro aging: l’invecchiamento non come un problema ma come una soluzione. Una nuova California dove tutto diventa di nuovo possibile. Cosa? Il rilancio dell’economia. Sì, perché non le tecnologie ma l’invecchiamento della società sono l’opportunità di una nuova vitalità delle imprese. Un paradosso? In apparenza. Solo con la saggezza dei vecchi possiamo affrontare e dominare le sfide della complessità del 21° secolo. La sola energia dei giovani (peraltro spesso demotivati) non è sufficiente. L’imperativo del futuro è la vecchia beatlesiana “all together now”.

LARGO ALL’ LARGO INVECCHIAMENTO AI VECCHI PRODUTTIVO COLLABORATORI La civiltà industriale ci ha abituato a ragionamenti lineari: prima si studia, poi si lavora, poi si fa carriera e poi si va in pensione. Per mandare avanti la baracca bastano e avanzano le nuove leve. In fondo si tratta di perpetuare i soliti processi e procedure della produzione di massa. Eseguite e tutto andrà bene. Così si faceva. Non più ora, nell’epoca di “disrupt or die”. La futura multinazionale deve essere multigenerazionale e senza schemi vecchio/ giovane e scatti di carriera/anzianità. La vera innovazione sociale è un nuovo mindset culturale di tutta la collettività: liberarsi dalle sterili categorie vecchio/peso/problema per approdare a una nuova economia post-crescita più equilibrata e saggia che si orienta a nuove concezioni di benessere e convivenza sociale. E qui torna utile il potenziale dei “grigi”, perché i nuovi vecchi sono molto più flessibili dei loro antenati dell’era fordista. Potremmo chiamarli Silverpreneur: intraprendenti e con tanta materia grigia.

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SCARICA LA MAPPA Living longer. Aging well http://tinyurl.com/zfvnc7j

L’economia complessa ha bisogno della saggezza dei vecchi. Lo sa bene l’imprenditore Loccioni (classe 1949), che a casa sua, la sua azienda, spesso citata a modello dai media, punta su team crossgenerazionali incrociando le età in modo anche radicale: neo laureati ventiquattrenni con ex ingegneri ottantenni. Giusto, perché farli lavorare assieme produce la fusione fra entusiasmo ed esperienza e dunque innovazione ponderata. Giusto perché l’alleanza generazionale non solo evita l’assurda pratica della rottamazione applicata al mondo animato ma evita anche l’abbandono di cervelli spesso ancora in ottima salute. Anche questa fuga va evitata.


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

LARGO AI VECCHI IMPRENDITORI

LARGO AI VECCHI IMPROVVISATORI

Mi diverto, dunque lavoro, ancora. Mettersi in proprio per la prima volta a 65 anni. Why not? Sono molti i pensionati che finita la carriera da dipendente avviano imprese di successo, tra l’altro favorendo nuova occupazione giovanile (un bel patto). Uno di questi è Karl-Heinz Drexhage, ex chimico ed ex docente dell’università di Siegen che nel lontano 1999, dopo la pensione, decise di tentare l’avventura imprenditoriale. Oggi ha ottant’anni e la sua creatura Atto-tec, specializzata in vernici high tech, è sempre viva e vegeta. Perché farlo? Per sentirsi vivi, per sentirsi utili e per divertirsi. E non è lagnosa retorica sdolcinata ma semplice verità. La curiosità è il miglior farmaco contro l’anzianità. Per giunta privo di effetti collaterali.

Leonilda Tomasinelli è una signora di 96 anni ed è passata alla cronaca per avere aperto il primo ristorante casalingo di Genova. Tecnicamente “home restaurant” (la propria casa diventa un ristorante occasionale, aperto ai viaggiatori che vogliono gustare la cucina casalinga del posto). Insomma, nel suo caso, very old sharing economy. Nuova economia informale per i promotori, vecchia economia illegale per i detrattori. Comunque sia, nonna Leo ama preparare i piatti della tradizione ligure: seppie con i piselli, stoccafisso accomodato, panissa, polpettone, varie torte di verdura, ravioli al tocco, il minestrone di una volta, coniglio alla genovese, focaccia al formaggio, farinata e tanto altro ancora. Non è la sola. Molti vecchi hanno capito che si può fare impresa in modo non convenzionale anche non sospettando che la formula, come business model, si rifà a Uber o Airbnb, dove i comuni mortali svolgono quello che prima era riservato agli addetti ai lavori. Concorrenza sleale? No, se la politica riesce a regolamentare le nuove economie improvvisate dai vecchi.

LARGO AI VECCHI CONSUMATORI I vecchi aumentano e quindi aumentano anche i consumatori vecchi con nuovi bisogni da soddisfare. Per farlo bisogna conoscerli. È possibile (in pillole di sintesi) un glossario dei futuri comportamenti? Un tentativo. Downaging: la vecchiaia percepita scende e trasforma molti sessantenni in sani e curiosi consumatori. Ageless Consuming: l’età come criterio di differenziazione perde rilevanza nelle scelte di consumo. Forever Youngsters. Per la generazione “per sempre giovani” la raggiunta età pensionistica non è l’inizio della ritirata ma l’inizio di nuove attività e sfide. E-health: la nuova pratica della salute attraverso il supporto e l’interazione di strumenti informatici è molto praticata dai nuovi vecchi. Slow Culture: si riscopre che il tempo e la lentezza (contrapposti alla stressante era dell’iperflessibilità) sono il valore assoluto per godersi la vita. Diversity: la molteplicità e varietà (anche dell’età) come vera risorsa in campo sociale e lavorativo. Liquid Youth: mentre la società invecchia lo stile di vita ringiovanisce (e questo in ogni ambito). Healthness: la salute del corpo e della mente come nuovo status symbol e mega mercato del futuro.


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FUTURE OLDIES / IL NUOVO VECCHIO IN QUATTRO PROFILI Come si comporta la futura terza età? A questa domanda cerca di rispondere il nuovo scenario Digital Ageing, a spasso in una società senza età del Gottlieb Duttweiler Institute di Zurigo. In questa infografica sintetizziamo i quattro profili da loro proposti. Potreste obiettare: ma in un’epoca priva di segmentazioni e classificazioni socio-demografiche questi profili non sono cliché e dunque forzature? Sì, lo sono, ma si rivelano comunque utili come stimolo di semplificazione dei comportamenti.

CONSERVATIVE AGING / RITIRATA VIVERE NELLE RETROVIE / RESISTERE ALLA VECCHIAIA Per loro gallina vecchia fa buon brodo. L’obiettivo è conservarsi senza strafare e comportarsi in modo consono (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono collezionare francobolli e girare impeccabilmente in giacca e cravatta, ma ci siamo capiti, no? Sono i classici anziani. Indifferenti alle nuove tecnologie, poco flessibili, radicati nelle abitudini della vecchia civiltà industriale e maldisposti alle innovazioni. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale l’unica è puntare su attività classiche come la cura dei nipoti o nella migliore delle ipotesi come volontario “ammortizzatore sociale”.

REBEL AGING / AUTOREALIZZAZIONE VIVERE SOPRA LE RIGHE / REINVENTARE LA VECCHIAIA Per loro gallina vecchia fa casino. L’obiettivo è strafare e comportarsi in modo spericolato (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono avere piercing in ogni dove e girare vestiti da kitesurfer, ma ci siamo capiti, no? Sono gli anziani che si ribellano all’età. Pronti a sfruttare ogni ultimo attimo fuggente (compreso il sesso). Interessati alle tecnologie ma solo come strumento per incrementare lo spasso nel mondo analogico. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale bisogna coinvolgerli in sfide, anche in ambito lavorativo, dove è richiesta energia e frizzante voglia di fare.


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

PREDICTIVE AGING / MANTENIMENTO VIVERE IN PIENO CONTROLLO / MONITORARE LA VECCHIAIA Per loro gallina vecchia fa healthscore. L’obiettivo è monitorare le prestazioni e comportarsi in modo predittivo (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono girare con gli occhi sempre puntati sullo schermo dello smartphone per calcolare calorie, passi, ore di sonno e predisposizioni genetiche, ma ci siamo capiti, no? Sono anziani che “disciplinano” l’età grazie a big data e integratori. Disposti a utilizzare ogni nuova tecnologia per prevenire (guai) o prevedere (sempre guai). Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale bisogna “egoisticamente” piazzare quelli più in forma in posizioni dove la resistenza è richiesta (come per i giovani).

AGELESS AGING / TRASFORMAZIONE VIVERE OLTRE I LIMITI / HACKERARE LA VECCHIAIA Per loro gallina vecchia fa ingegneria genetica. L’obiettivo è alterare le prestazioni e comportarsi in modo manipolativo (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono girare con protesi cibernetiche o essere iscritti a qualche associazione transumanista, ma ci siamo capiti, no? Sono anziani che rinnegano il concetto di età e mortalità, pronti ad ogni esperimento per dominare l’invecchiamento ed entusiasti degli investimenti della Silicon Valley in tecnologie che promettono di prolungare la vita biologica. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale bisogna sfruttare la loro predisposizione al cambiamento. L’unico problema: un eccesso di ego (talvolta delirante).


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FUTURE SOCIETY / CONTROSCENARIO: VIVREMO PIÙ A LUNGO?

SEI VECCHIO PER VIVERE Anche se sei giovane. Dice il robot insensibile alle beghe a cui è soggetto il nostro corpo biologico. In primis il costante litigio con i veleni che ci assillano. Sono buone le fragole della Basilicata, ma se poi ci finiscono i rifiuti tossici di qualche grande impianto petrolifero (vedi recente scandalo politico) beh, allora sono un po’ meno buone e forse letali per la nostra salute. Sono buone le mozzarelle della Campania, ma se poi ci finiscono i rifiuti tossici della terra dei fuochi (vedi perenne scandalo politico) beh, allora sono un po’ meno buone e forse letali per la nostra salute. Niente di nuovo. Già nel 1923 quel troppo spesso inascoltato Rudolf Steiner, padre dell’antroposofia e dell’agricoltura biodinamica, lanciò l’allarme: «Stiamo avvelenando la terra e in futuro la terra avvelenerà noi». La natura non è più da tanto tempo la madre di tutte le cose che si offre maternamente all’uomo, ma solo volgare materia da stuprare. Può un sistema così paradossalmente sbilanciato mantenere a lungo se stesso? Probabilmente no. Vivremo più a lungo? Noi no, ma loro (i futuri replicanti alla Blade Runner) forse sì.


IL DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

LONGEVITÀ? AH AH AH Tutti gli scenari concordano: la vita media aumenta di anno in anno. L’aspettativa di vita cresce. C’è di che gioire credendoci. E noi vogliano crederci. Perché dubitare e mettere il dito nella piaga (o nelle pieghe) della statistica (la pseudo scienza dei furbetti)? La quale un pochino bara (o semplifica) il confronto dei dati tra la vita media attuale e quella dei secoli passati, escludendo dai conteggi l’altissima mortalità infantile, la morte per parto, le guerre, l’estrema fatica cui era sottoposta la gente, la poca igiene e la scarsa alimentazione. Ma non è solo questo. Altri dati ci raccontano un’altra storia. Ogni anno si ammalano in Germania circa 500mila persone di tumore (in Italia circa 400mila). In 10 anni fanno 5 milioni e in un secolo 50 milioni. Come dire: un’intero paese malato. Per non parlare della crescita esponenziale del diabete. E ci fermiamo qui. Personalmente (non ha valore statistico ma “me ne frego” privilegiando i segnali deboli e fenomenologici) ho visto in questi 10 anni morire un sacco di gente intorno ai cinquanta-sessant’anni. Vivremo più a lungo? Mah. Scienziati faciloni, futurologi eccitati, transumanisti esaltati e Silicon vallisti acclamati predicano la quasi immortalità. Non subito, naturalmente. Basta attendere, con pazienza, un pochino. Il futuro e la longevità sono lì, a portata di mano. Viene in mente uno scenario dei primi anni 70 dell’allora più accreditato istituto di futurologia del mondo, il New York Hudson Institute, diretto da Herman Kahn, che affermava che nel 2000 l’età media si sarebbe assestata sui 100 anni (fra l’altro con la forma fisica di un trentenne). Voi ve ne siete accorti? E vi siete accorti che la favola dei 100 anni circola periodicamente con nuove enfasi fatte di miracolose pillole che allungano la vita e di miracolosi scienziati che accorciano il dna (chi nasce oggi vivrà almeno 100 anni titolano i giornali nelle pagine scientifiche o di costume)? Qualcuno addirittura va oltre dichiarando che nel 2045 gli umani saranno immortali (storia di copertina di un numero del Time). Beh, se poi anche Google investe nella ricerca sull’invecchiamento allora si può stare tranquilli, oppure no? Il nostro pronostico (da leggere in futuro): forse vivremo più a lungo, ma da malati e passando un terzo dell’esistenza in uno stato penoso dopati di farmaci. La vera domanda del futuro non è infatti quanto vivremo, ma quanto vivremo in salute.

BUON APPETITO Diceva il filosofo Feuerbach: “L’uomo è ciò che mangia”. Complimenti allo chef! In meno di mezzo secolo siamo riusciti a devastare il corpo. Al grande boom economico (accumulare denaro) ha corrisposto fatalmente l’altrettanto grande boom fisico (accumulare peso). Non moriamo più di fame ma per troppa fame. Non scoppiamo più di salute, scoppiamo e basta. Non solo. Le grandi conquiste della medicina che hanno (pare) debellato molte malattie del passato sono controbilanciate dalle nuove malattie della civilizzazione e dell’alimentazione. Il cancro (una delle principali cause di morte nelle grandi metropoli occidentali) si alimenta proprio con il cibo. Globesità: l’unica vera globalizzazione che ha avuto finora luogo è quella dell’obesità, equamente distribuita su tutti i corpi del pianeta per un totale di circa 2 miliardi di persone in sovrappeso. Non male. Di fatto una capitolazione. L’invasione di cibi sospetti ha portato il corpo a una resa incondizionata. Le allergie considerate un tempo dai poeti un male aristocratico sono diventate talmente popolari che in molti paesi europei un bambino su tre ne è affetto. Per non parlare delle più blande intolleranze alimentari. Exit strategy? Mangiare di meno per vivere di più.

COME INVECCHIARE SENZA DIVENTARE VECCHI http://tinyurl.com/zbunm7e LE ILLUSIONI DELLA SCIENZA http://tinyurl.com/za2nchb COCOON - L’ENERGIA DELL’UNIVERSO http://tinyurl.com/j9b8tmr


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

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FUTURE AGING I’M THE DIGITAL OLDIE Lezioni d’invecchiamento digitale La digitalizzazione della società comporta anche la digitalizzazione della vecchiaia a cui applicare le stesse dinamiche di disintermediazione e smaterializzazione? E che vuol dire? Che le tradizionali fasi della vita dell’era industriale (studio, lavoro, pensione) vengono scavalcate da una afasicità sociale. I segnali non mancano. Intanto il futuro vecchietto digitale impartisce piccole lezioni.

LESSON 10

Non accetto lezioni da nessuno. Autoapprendo con lo scambio in rete.

LESSON 01

Vecchio lo dici a tuo nonno. Io sono un “adulescente” in piena forma.

LESSON 02

Non invecchio perché periodicamente provvedo all’upgrade delle mie facoltà.

LESSON 09

Volete fare qualcosa di intelligente per me? Investite nello smart aging.

LESSON 08

LESSON 03

Quotidianamente ridefinisco il concetto di genere umano sfruttando le tecnologie per potenziare prestazioni fisiche e intellettuali.

Per me non esiste un’età pensionabile perché i raggiunti limiti d’età non hanno senso.

LESSON 07

Sono generation e gender neutral e la mia identità è un ibrido svincolato da qualsiasi parametro di classificazione.

LESSON 04

Ritirarsi? Fino alla fine voglio imparare, lavorare e divertirmi.

LESSON 05

Da Airbnb a Uber: posso guadagnare in molti modi non “convenzionali”.

LESSON 06

Nessuno penserà a me: né lo stato, né il welfare e neppure la famiglia. Diventare immortali in un corpo digitale http://2045.com



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Associazioni S ervizi S anità Contratto Previdenza Formazione

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DISOCCUPAZIONE: L’INDENNITÀ NASPI 2016 Disposizioni e requisiti: facciamo il punto Daniela Fiorino

L’

indennità Naspi (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) è stata introdotta, con effetto dal 1° maggio 2015, dal decreto legislativo 22 del 4 marzo 2015 (“Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati”) in attuazione della legge 183/2014 (Jobs act). Facciamo un riepilogo della nuova disciplina:

Requisito contributivo minimo Almeno 13 settimane di contribuzione versata nei 4 anni precedenti la disoccupazione e 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti la disoccupazione.

Misura La rendita mensile si calcola prendendo a riferimento la retri-

buzione imponibile contributiva degli ultimi 4 anni, che viene divisa per le settimane di contribuzione e moltiplicata per 4,33. L’importo inizialmente erogato sarà pari al 75% del risultato della suddetta operazione, nel caso in cui non sia superiore a 1.195 euro, altrimenti si aumenta di un importo pari al 25% della parte eccedente i 1.195 euro. L’indennità mensile non può in ogni caso superare il tetto massimo di 1.300 euro (valore per il 2015 ma che si ritiene sarà confermato anche per il 2016), importo che viene annualmente rivalutato in base all’inflazione. È inoltre prevista una riduzione dell’assegno del 3% a cadenza mensile a decorrere dal 1° giorno del quarto mese di fruizione.

Durata Pari alla metà delle settimane di contribuzione versate nei 4 anni precedenti, con una durata massima di 24 mesi.

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Stato di disoccupazione involontaria

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L’indennità è concessa a coloro che hanno perso il lavoro non per propria volontà e si trovano in una situazione di disoccupazione per qualsiasi tipologia di licenziamento, compreso quello disciplinare per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa; scadenza del contratto a termine; dimissioni per giusta causa. L’Inps ha ricordato (circolare 94/2015) che si intendono per giusta causa le dimissioni generate da mancato pagamento della retribuzione; molestie sessuali nei luoghi di lavoro; demansionamenti; mobbing; conseguenze legate a trasferimenti di azienda; trasferimento della sede di lavoro; comportamento ingiurioso del superiore gerarchico nei confronti del dipendente. L’indennità non spetta quindi ai lavoratori che si dimettono volontariamente, a eccezione delle madri e dei padri che si dimettono durante il periodo in cui è previsto il divieto di licenziamento (dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento del 1° anno di età del bambino).

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La tutela interviene anche nei casi di conciliazione presso le Direzioni territoriali del lavoro, a seguito della procedura di comunicazione preventiva che le aziende devono attivare prima di procedere a un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, quello che viene comunemente denominato “licenziamento per motivi economici”, a seguito di operazioni di ristrutturazione aziendale; procedura che porta a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e si riferisce ai lavoratori che rientravano nella sfera di applicazione dell’art. 18 e quindi non i dirigenti. Questa è la linea seguita dalla generalità delle sedi Inps, che è stata anche confermata da un recente intervento del ministero del Lavoro con riferimento ai lavoratori che operano presso aziende con meno di 15 dipendenti per i quali, in mancanza del requisito dimensionale, non è previsto dalla legge il ricorso alla procedura di conciliazione, né la possibilità di accedervi volontariamente. Se la cessazione avviene per dimissioni per giusta causa il lavoratore dovrà corredare la domanda con una documentazione da cui risulti la sua volontà di difendersi in giudizio nei confronti del comportamento illecito del datore di lavoro (allegando diffide, esposti, denunce, citazioni, ricorsi d’urgenza ex art. 700 del codice di procedura civile, sentenze ecc. contro il datore di lavoro, nonché ogni altro documento idoneo), impegnandosi a comunicare l’esito della controversia giudiziale o extragiudiziale.

Nel caso in cui l’esito della lite dovesse escludere la sussistenza della giusta causa di dimissioni, l’Inps procederà al recupero di quanto pagato a titolo di indennità di disoccupazione, così come avviene nel caso di reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, successiva a un licenziamento illegittimo che ha dato luogo al pagamento dell’indennità di disoccupazione. Conseguentemente, l’Istituto ha dato istruzioni agli operatori che ricevono le domande di avvisare il lavoratore che il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione sarà provvisorio, fino alla comunicazione dell’esito della controversia.

Dichiarazione di immediata disponibilità Si considerano disoccupati (art. 19, d.lgs. 14/9/2015, n. 150) i lavoratori privi di impiego che dichiarano, in forma telematica al portale nazionale delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il Centro per l’impiego. La domanda per usufruire della Naspi equivale a dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro ed è trasmessa dall’Inps all’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unitario delle politiche attive. L’erogazione della Naspi è condizionata alla regolare partecipazione alle iniziative di attivazione lavorativa, nonché ai per-


corsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti.

Obblighi di partecipazione alle misure di politica attiva e sanzioni Nel patto di servizio personalizzato sottoscritto con il Centro per l’impiego deve essere riportata la disponibilità dell’interessato alle seguenti attività: partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro; partecipazione a iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione; accettazione di congrue offer te di lavoro, come saranno definite dal ministero del Lavoro su proposta dell’Anpal. Fino alla data di adozione del provvedimento ministeriale trovano applicazione in materia le disposizioni di cui all’art. 4 commi 41 e 42 della legge 92 del 20121. In caso di inosservanza, in assenza di giustificato motivo, sono previste le seguenti sanzioni in base al tipo di attività a, b o c:  decurtazione di 1/4 di una mensilità, in caso di prima mancata presentazione;  decurtazione di una mensilità alla seconda mancata presentazione; 1

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA La domanda per accedere alla Naspi va presentata esclusivamente per via telematica entro il termine di decadenza di 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. I canali utilizzabili sono quelli già attivati per l’indennità Aspi: online, tramite i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino con apposito pin, attraverso il portale dell’Istituto; tramite contact center multicanale attraverso il numero 803164, gratuito da rete fissa, o il numero 06164164 da rete mobile, a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico; tramite patronati/intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi. Ai fini della presentazione della domanda, il periodo per il quale il lavoratore percepisce l’indennità di mancato preavviso si considera lavorato. Pertanto, se il lavoratore licenziato viene esonerato dal prestare in servizio il preavviso e il datore di lavoro gli corrisponde la relativa indennità, il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 68° giorno a partire dall’ultimo di preavviso indennizzato. L’Inps (messaggio del 23 novembre 2012, n. 19273) ha chiarito che l’indennità di disoccupazione subirà il differimento all’ottavo giorno successivo alla data finale del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso solo nei casi in cui l’indennità sia stata effettivamente corrisposta dal datore di lavoro, altrimenti la decorrenza farà riferimento ai normali meccanismi legati alla data di cessazione del rapporto di lavoro e di presentazione della domanda.

 decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazione in caso di ulteriore mancata presentazione.  decurtazione di una mensilità, alla prima mancata partecipazione;  decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazione in caso di ulteriore mancata presentazione.  decadenza dalla prestazione.

Pagamento Si ha diritto all’indennità a partire dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione (o di scadenza del periodo di mancato preavviso) se la domanda è stata presentata entro il settimo giorno; dal giorno successivo alla data della domanda se presentata successivamente ed entro i termini indicati nel box “Presentazione della domanda”. Per poter ottenere una seconda indennità, dopo un altro periodo

La norma citata prevede la decadenza dal trattamento di disoccupazione per il lavoratore che non accetti un’offerta di lavoro inquadrato in un livello retributivo superiore almeno del 20% rispetto all’importo lordo dell’indennità cui ha diritto e nel caso in cui l’attività lavorativa si svolga in un luogo che non dista più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore, o comunque che sia raggiungibile mediamente in 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblici.

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di lavoro, è necessario che sia trascorso il cosiddetto “anno mobile”, cioè un periodo di 365 giorni a partire dalla data di inizio della prima prestazione. L’indennità può essere riscossa con accredito su conto corrente bancario o postale o mediante bonifico domiciliato presso Poste italiane allo sportello di un ufficio postale rientrante nel cap di residenza o domicilio del richiedente.

Nuova attività lavorativa in corso di prestazione Lo status di disoccupato (vedi art. 7, comma 7, del decreto legge 76/2013, convertito in legge 9 agosto 2013 n. 99) permane se si svolge un’attività lavorativa con un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione: 8.000 euro per i lavoratori dipendenti e 4.800 euro per i lavoratori autonomi. La contribuzione versata durante il periodo di sospensione è

utile per valutare i requisiti di accesso alla Naspi e determinare la sua durata. Le prestazioni di lavoro accessorio possono avvenire in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro di compenso per anno civile. L’Inps sottrae dalla contribuzione figurativa relativa alle prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito gli accrediti contributivi derivanti dalle prestazioni di lavoro accessorio.

Contribuzione figurativa La contribuzione figurativa, con riferimento ai periodi di fruizione della Naspi, viene accreditata fino a un importo massimo pari a 1,4 volte l’assegno di disoccupazione e non più sulla retribuzione media percepita alla data della cessazione. È prevista una norma di salvaguardia che interesserà la parte di pensione calcolata con il siste-

ma retributivo, in base alla quale se il periodo in cui si percepisce la Naspi dovesse diminuire la retribuzione media pensionabile, questo non verrà preso in considerazione nel calcolo della pensione e verrà utilizzata solo l’anzianità contributiva maturata per il calcolo medesimo.

Incentivo per auto-imprenditorialità Il lavoratore con diritto alla corresponsione dell’indennità Naspi può richiedere la liquidazione anticipata in un’unica soluzione dell’importo complessivo del trattamento che gli spetta, e che non gli è stato ancora erogato, a titolo di incentivo per l’avvio di un’attività di lavoro autonomo, per l’avvio di impresa individuale o per la sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa nella quale il rapporto mutualistico ha per oggetto la prestazione di attività lavorative da parte del socio.

NUOVA ATTIVITÀ LAVORATIVA IN CORSO DI PRESTAZIONE: SITUAZIONI CHE SI POSSONO VERIFICARE Casistiche Reddito annuale superiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale

Reddito annuale inferiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale

Durata del rapporto di lavoro del rapporto di lavoro pari o superiore a 6 mesi

Conseguenze

 Durata

 Decadenza

 Durata

del rapporto di lavoro inferiore a 6 mesi

 Prestazione

Indipendentemente dalla durata del rapporto di lavoro

sospesa d’ufficio per la durata del rapporto di lavoro Conservazione del diritto alla prestazione a particolari condizioni*

* Comunicazione all’Inps entro 30 giorni dell’inizio dell’attività e del reddito annuo previsto. Il datore di lavoro o utilizzatore devono essere diversi da quelli per i quali il lavoratore prestava la sua attività quando è cessato il rapporto di lavoro (considerando anche le società collegate o controllate).

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L’erogazione anticipata in un’unica soluzione non dà diritto alla contribuzione figurativa né all’assegno per il nucleo familiare. I lavoratori che intendono avvalersi della liquidazione in un’unica soluzione devono trasmettere telematicamente all’Inps, a pena di decadenza, la domanda di anticipazione entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o dalla data di sottoscrizione di una quota di capitale sociale della cooperativa. L’indennità anticipata deve essere restituita nel caso in cui il lavoratore instauri un rapporto di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo spettante di indennità corrisposta in forma anticipata. Ciò non avviene se il rapporto di lavoro subordinato è instaurato con la cooperativa della quale il lavoratore ha sottoscritto una quota di capitale sociale.

Incentivo all’assunzione di beneficiari della Naspi Al datore di lavoro che, senza esservi tenuto, assuma a tempo pieno e indeterminato lavoratori che fruiscono della Naspi è concesso, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore, un contributo mensile pari al 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta in caso di mancata assunzione.

Assegno di disoccupazione - Asdi Istituito in via sperimentale per il 2015, fornisce una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori bene-

ficiari della Naspi che abbiano fruito di questa per l’intera sua durata entro il 31 dicembre 2015, siano privi di occupazione e si trovino in una condizione economica di bisogno. È pari al 75% dell’ultima indennità Naspi percepita e, comunque, non potrà essere superiore all’assegno sociale. La durata massima di erogazione è pari a 6 mesi. I possibili beneficiari dell’Asdi devono fare parte di un nucleo familiare in cui sia presente almeno un minore di 18 anni, oppure avere almeno 55 anni senza aver maturato i requisiti per la pensione o un indicatore Isee pari o inferiore a 5mila euro. Inoltre è necessario che il disoccupato non abbia usufruito della precedente indennità di disoccupazione Asdi per un periodo superiore a 6 mesi nei 12 mesi precedenti alla fruizione della Naspi e comunque per un periodo non superiore a 24 mesi nel quinquennio precedente. Per incentivare la ricerca attiva del lavoro, il Dm consente il cu-

mulo dell’Asdi con redditi da lavoro subordinato inferiori a 8.000 euro annui o con redditi da lavoro autonomo inferiori a 4.800 euro annui, a condizione che il beneficiario dell’Asdi comunichi all’Inps il suo reddito annuo previsto entro 30 giorni dall’inizio dell’attività (circolare Inps n. 47 del 3 marzo 2016).

La Dis-coll per i lavoratori parasubordinati Le istruzioni per il sussidio a favore dei collaboratori che perdono il lavoro nel 2015 sono contenute nella circolare Inps n. 83 del 27 aprile 2015. La Dis-coll sostituisce il precedente assegno una tantum ed è destinata ai collaboratori coordinati e continuativi, iscritti in via esclusiva alla gestione separata, non pensionati e privi di partita Iva, che abbiano perso involontariamente l’occupazione. Sono esclusi gli amministratori e i sindaci. Sarà erogata per massimo sei mesi, durante i quali non saranno accreditati contributi figurativi.

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DIMISSIONI E RISOLUZIONI CONSENSUALI

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Dopo il Jobs act, ecco la nuova procedura di comunicazione telematica operativa dal 12 marzo Daniela Fiorino

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ra le varie disposizioni contenute nel Jobs act, è stata introdotta una nuova procedura di comunicazione delle dimissioni e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, la quale, a decorrere dal 12 marzo 2016, dovrà essere effettuata esclusivamente in via telematica su appositi moduli resi disponibili dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

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Poiché l’art. 26 del decreto legislativo 151/2015, che introduce la nuova procedura, utilizza il vocabolo “dimissioni” al posto di “dimissioni volontarie”, è da ritenere che si intendano attrarre nell’ambito di applicazione sia le dimissioni volontarie sia le dimissioni per giusta causa. Il decreto del 15 dicembre 2015, con il quale il ministero del Lavoro definisce le modalità di comunica-

zione delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 7 dell’11 gennaio 2016 e ulteriori chiarimenti sono contenuti nella circolare del ministero del Lavoro n. 12 del 4 marzo scorso. La nuova modalità prevede la possibilità per il lavoratore di formalizzare le dimissioni in autonomia oppure di rivolgersi a un soggetto abilitato (patronati, organizzazioni sindacali, commissioni di certificazione ed enti bilaterali) che effettuerà la procedura per suo conto.

Richiesta Pin dispositivo Inps Come già accennato, il dipendente che intenda inserire personalmente la comunicazione nel portale dovrà prima verificare di essere in possesso del Pin Inps dispositivo e, in caso contrario, richiederlo online (http://bit.ly/1-4-16). Il Pin iniziale è composto da 16


caratteri. I primi 8 sono inviati via sms, email o posta elettronica certificata e i secondi 8 con posta ordinaria all’indirizzo di residenza. Al primo utilizzo, il Pin iniziale di 16 caratteri viene sostituito con uno di 8, da conservare per i successivi utilizzi. Chi è già in possesso del Pin Inps ordinario lo può convertire in Pin dispositivo(http://bit.ly/1-4-16) inserendo i dati di un documento di identità. Occorre quindi stampare il modulo che viene prodotto dal sistema, apporvi data e firma e inviarlo online insieme a una fotocopia del documento di identità. Ai fini dell’invio telematico, modulo e copia del documento devono essere salvati in un unico file. Entro breve tempo si riceve un’email di conferma dall’Inps che attesta che il Pin è diventato di tipo dispositivo.

Preavviso Consigliamo a coloro che intendano presentare le dimissioni ma sono impossibilitati a svolgere in tutto o in parte il periodo di preavviso contrattuale, di giungere a un accordo con il proprio datore di lavoro e formalizzarlo in un documento scritto da consegnare, facendone firmare copia per ricevuta e accettazione, prima di procedere alla comunicazione telematica delle dimissioni. Tutto ciò al fine di evitare che venga operata, sulle spettanze di fine rapporto, una trattenuta corrispondente al periodo di preavviso non prestato.

Comunicazione tramite soggetto abilitato Come precedentemente accen-

VADEMECUM Procedura prevista per chi decide di inviare direttamente la comunicazione di dimissioni o di risoluzione consensuale: 1.  Accesso al sistema da parte del lavoratore Il lavoratore deve munirsi del Pin dispositivo per accedere all’area riservata Inps, se non ancora in suo possesso, e deve quindi collegarsi al portale ClicLavoro (www.cliclavoro.gov.it), selezionando nel menù Cittadini la voce Dimissioni telematiche. Cliccando su Accesso per i cittadini si viene indirizzati sul sito dell’Inps per l’accesso tramite codice fiscale e Pin Inps dispositivo. 2.  Compilazione del modello Una volta reindirizzati sul sito del ministero del Lavoro, si può procedere con la compilazione del modulo online. I dati richiesti sono:  per il lavoratore, codice fiscale, cognome e nome, email;  per il datore di lavoro, codice fiscale, denominazione, indirizzo sede di lavoro, email (che può essere ordinaria o certificata);  data inizio del rapporto di lavoro e tipologia di contratto applicato;  indicazione della tipologia di cessazione (dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale) oppure della volontà di procedere alla revoca;  data di decorrenza delle dimissioni/risoluzione, tenendo conto dell’eventuale periodo di preavviso, mentre in caso di dimissioni per giusta causa non deve tenere conto del periodo coperto dall’indennità sostitutiva del preavviso ma della data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro (giorno successivo a quello del ricevimento della comunicazione da parte del datore di lavoro). Con riferimento a quest’ultimo punto, sono necessarie alcune precisazioni: – la data di efficacia della comunicazione di dimissioni corrisponde a quella in cui è stata effettuata la procedura di comunicazione online, in cui sia il datore di lavoro sia la Direzione territoriale del lavoro competente riceveranno la comunicazione dal portale del ministero del Lavoro; – nella sezione 4 del modulo, alla voce “Data di decorrenza dimissioni/risoluzione consensuale” dovrà indicarsi la data in cui si è stabilito che la cessazione del rapporto di lavoro produrrà i suoi effetti e, quindi, in caso di dimissioni volontarie, occorrerà inserire la data corrispondente al giorno successivo a quello del termine del preavviso, mentre in caso di dimissioni per giusta causa non deve tenere conto del periodo coperto dall’indennità sostitutiva del preavviso ma della data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro (giorno successivo a quello del ricevimento della comunicazione da parte del datore di lavoro). Per i rapporti di lavoro instaurati dal 2008 in avanti e correttamente comunicati tramite procedura telematica ai Cpi, il modulo risulterà già in parte compilato. 3.  Invio del modello Tramite l’invio telematico, il datore di lavoro riceverà il modulo nella propria casella di posta elettronica (ordinaria o certificata) e la Dtl riceverà una notifica nel proprio cruscotto con la possibilità di visionare il “Modulo recesso dal rapporto di lavoro/revoca”. La stessa procedura dovrà essere utilizzata in caso di revoca delle dimissioni o risoluzione consensuale. Sul sito del ministero del Lavoro è possibile visualizzare un video tutorial che spiega in modo chiaro la procedura da parte del lavoratore “cittadino” (http://bit.ly/dir-7-4-16).

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nato, il lavoratore può rivolgersi, in alternativa alla comunicazione “fai da te”, a un soggetto abilitato (patronati, organizzazioni sindacali, commissioni di certificazione ed enti bilaterali) per l’espletamento della procedura di comunicazione telematica. In questo caso non è necessario essere in possesso del Pin Inps dispositivo. Manageritalia si è accreditata come operatore su ClicLavoro ed è quindi abilitata all’inserimento nel portale delle comunicazioni relative alle dimissioni volontarie e alle risoluzioni consensuali. Attualmente sono in grado di operare autonomamente in tal senso le associazioni di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Roma, Torino e Veneto. Le altre associazioni potranno comunque garantire il medesimo servizio ai propri iscritti tramite XLabor.

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Diritto di ripensamento Entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo, il lavoratore può revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità illustrate per l’invio della comunicazione di recesso.

Esclusioni Per espressa indicazione normativa, non sono vincolate al nuovo adempimento le dimissioni o le risoluzioni consensuali sancite nelle sedi conciliative, ossia: a) in sede giudiziale: davanti a un giudice (art. 185 c.p.c.), il quale in virtù del novellato art. 420, comma 1 c.p.c. deve, oltre a tentare la conciliazione, formulare alle parti una proposta transattiva; b) in sede amministrativa: davanti alla Dtl (artt. 410 e 411 c.p.c.); c) in sede sindacale: in presenza

delle parti sindacali e generalmente tramite apposite procedure previste dai contratti collettivi (artt. 411, comma 3 e 412-ter c.p.c.); d) in sede arbitrale: presso apposito collegio di conciliazione e arbitrato (art. 412-quater c.p.c.); e) in sede certificativa: presso le commissioni di certificazione, ex art. 76 d.lgs 276/2003 (art. 410 c.p.c e art. 31, comma 13, legge 183/2010). Sono inoltre escluse dalla procedura le risoluzioni intervenute durante il periodo di prova e le cessazioni relative ai rapporti di lavoro instaurati nel pubblico impiego.

Madri e padri lavoratori La procedura sin qui illustrata si applica anche in caso di dimissioni volontarie presentate durante il periodo per cui è previsto il divieto di licenziamento per le madri e i padri lavoratori, che tuttavia continuano ad essere disciplinate dall’art. 55 del decreto legislativo 151/2001, che prevede la convalida delle stesse da parte della Direzione territoriale del lavoro. Secondo tale norma, la lavoratrice ha diritto alle indennità previste dalle disposizioni di legge e contrattuali nel caso di licenziamento (preavviso, tfr, disoccupazione). La disposizione si applica anche al padre lavoratore che abbia fruito il congedo di paternità e anche in caso di adozione e di affidamento, entro un anno dall’ingresso del minore nel nucleo familiare.


TRAGUARDI E OBIETTIVI FUTURI

In tema di executive professional siamo a un punto di svolta in Manageritalia? «Siamo a un importante punto di passaggio che prefigura una possibile svolta. Certamente ci troviamo in una fase molto dinamica, non immaginabile soltanto un paio di anni fa. Il passaggio chiave è l’organizzazione della rappresentanza degli executive professional all’interno di Manageritalia, che in precedenza era molto frammentata e in certi casi inesistente. Oggi ogni associazione territoriale ha un proprio rappresentante degli executive professional eletto – e con i prossimi rinnovi questo percorso si rafforzerà ulteriormente – e una rappresentanza nazionale». Nella pratica, cosa significa? «Significa che in ogni territorio oggi è finalmente presidiata l’area degli executive professional e che ogni iscritto o potenziale tale ha un suo preciso referente e che a livello nazionale opera un gruppo composto dai rappresentanti territoriali. Questo punto è fondamentale perché senza un radicamento della rappresentanza a livello territoriale qualunque azione a livello più ampio, e intendo nazionale, sarebbe destinata a restare molto fragile».

Un risultato importante… «Certo, è un risultato importante, come dimostra il fatto che il tema dei “professional” era in origine un progetto all’interno del Piano operativo 2012-2016, mentre oggi è un nucleo di rappresentanza permanente. In tal senso abbiamo lavorato sull’identità degli executive professional, grazie anche a un’indagine mirata con il supporto della Federazione, e prodotto la nuova Carta associativa, che costituisce il patto di appartenenza

Da professional a executive professional, perché? «Abbiamo cambiato la generica denominazione da professional a executive professional non certo come esercizio di stile, ma per affermare il fatto che l’appartenenza a Manageritalia implica un livello di managerialità irrinunciabile, che si riflette nel mercato e nelle logiche di rappresentanza. Nel mercato del lavoro manageriale ci sono sempre più professionisti che affiancano gli imprenditori e i gruppi dirigenti nella gestione e nello sviluppo delle organizzazioni e del business, rendendo disponibili contenuti specifici legati a esperienze diversificate e spesso molteplici».

MANAGERITALIA EXECUTIVE PROFESSIONAL

La parola a Carlo Romanelli, rappresentante nazionale degli executive professional

in Manageritalia e che contiene diversi aspetti innovativi rispetto al passato».

Carlo Romanelli è co-fondatore e presidente di Net Working, società di training e management consulting. Psicologo del lavoro e studioso esperto di organizzazione e comportamento organizzativo. Partner italiano di The Hardiness Institute presso l’Università della California di Irvine e certificato Apco-Icmci come consulente di organizzazione, è fondatore dell’accademia Sport & Management.

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MANAGERITALIA EXECUTIVE PROFESSIONAL

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In particolare, qual è il ruolo di questa figura nell’economia oggi? «Gli executive professional di Manageritalia sono alte professionalità che portano managerialità nelle imprese e per questo hanno e avranno un ruolo importantissimo nella nostra economia, non solo nazionale, visto che molti operano ad altissimi livelli anche a livello internazionale. Non un’élite, quindi, ma una generazione di professionisti del management. Un modo per aiutare le imprese, soprattutto le pmi, a entrare nell’ottica di abbandonare l’atavica e paralizzante gestione di soli familiari e aprire alla managerialità». Per valorizzare queste professionalità è nata una certificazione. Di cosa si tratta? «Si tratta di una certificazione di esperienze e non quindi di competenze, che è altra cosa e spetta ad altri. Manageritalia dunque certificherà, a chi lo richiederà e ovviamente avrà i requisiti, il fatto di avere maturato esperienze professionali e manageriali qualificanti». È già attiva? «Abbiamo costruito il processo di qualificazione di esperienze nel gruppo nazionale e prima di rilasciarlo lo abbiamo testato in ogni associazione territoriale. Una volta superata la fase di testing, dopo un’ulteriore verifica da parte della Federazione, dal 1° maggio ogni executive professional iscritto a Manageritalia potrà richiedere alla propria associazione, presso le quali sono istituite apposite commissioni, di accedere al servizio tramite la presentazione di una

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specifica documentazione che attesti il livello di esperienza maturata. Ogni commissione valuterà la documentazione e, se verificherà la presenza dei requisiti richiesti, rilascerà un’attestazione EEP, Experienced Executive Professional. Invito quindi tutti i colleghi e le colleghe interessati a rivolgersi al proprio rappresentante presso l’associazione di riferimento per avere le informazioni utili per richiedere l’attestazione di “Experienced”». Quale sarà il ruolo di questa certificazione? «Prima di tutto è il primo servizio nato e pensato per gli executive professional, e in questo senso rappresenta un’importante azione di rappresentanza e promozione della nostra ampia comunità professionale. Pensiamo che possa promuovere, far conoscere e affermare il ruolo e l’identità di questa comunità professionale molto varia e ricchissima di contenuti ed esperienze, dandole visibilità nel mercato del lavoro manageriale e, ci auguriamo, qualche opportunità. A questo proposito abbiamo concordato la possibilità per gli EEP di accedere alla piattaforma market place TaBizCo (vedi Dirigente n. 1-2/2016, ndr) ottenendo un posizionamento più elevato nel ranking di mercato per chi sarà in possesso dell’attestazione “Experienced”. Inoltre crediamo potrà essere un elemento di attrattività per nuovi iscritti». Cosa possono trovare oggi gli executive professional in Manageritalia? «Prima di tutto la partecipazione

attiva a una community manageriale che può costruire, in logica di networking, diverse opportunità professionali e posizionamenti contrattuali. Inoltre i servizi di consulenza in materia di previdenza, assistenza ecc., che Manageritalia ha costruito negli anni e che progressivamente dovranno trovare forme di orientamento e specializzazione adeguate allo status di executive professional. AskMit, per esempio, è un servizio ottimo e innovativo che Manageritalia mette a disposizione, già pensato in questa logica». I prossimi obiettivi? «La costruzione progressiva di un sistema di welfare specificamente dedicato agli executive professional che, per come sta andando il mercato del lavoro manageriale, è un’ambizione irrinunciabile. Questo non è un punto di arrivo, è solo un importante traguardo intermedio. Per arrivare dove vorremmo dobbiamo continuare a conoscere e rafforzare la nostra identità, crescere di numero, aprire canali formativi presenti nel sistema ai quali oggi non possiamo ancora accedere e diventare iscritti attivi. Di formazione, come emerge dall’indagine, noi executive ne facciamo troppo poca e viviamo di rendita su quella fatta in precedenza in azienda. Ma in un mondo del lavoro in continuo cambiamento questo è un grosso gap per il nostro futuro. Ci serve quindi un’Associazione di rappresentanza in grado di supportarci su tutti questi fronti, come sta già facendo Manageritalia e farà sempre più nel futuro».


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TASSE? TI AIUTANO GLI ESPERTI MANAGERITALIA

Per pagare le tasse con il 730 quest’anno gli italiani possono fare tutto da soli, se dipendenti o pensionati, o rivolgersi a Caf o professionisti abilitati. In tutti questi casi, gli associati Manageritalia potranno comunque avvalersi della consulenza fornita online e in 48 ore da AskMit Modello 730 precompilato L’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati il modello 730 precompilato. Modello che può essere accettato o modificato. Se il 730 precompilato viene presentato senza effettuare modifiche, direttamente oppure al sostituto d’imposta, non saranno effettuati i controlli documentali sulle spese comunicate all’Agenzia dai soggetti che erogano mutui fondiari e agrari, dalle imprese di assicurazione e dagli enti previdenziali. Se invece viene presentato, con o senza modifiche, al Caf o al professionista abilitato, i controlli documentali saranno effet-

tuati nei confronti di questi ultimi. Se volete fare tutto da soli, AskMit serve per avere informazioni utili e valutare se il precompilato è corretto e non necessita di alcuna integrazione o, se così fosse, come modificarlo e integrarlo.

Modello 730 ordinario Può essere presentato al sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, al Caf o al professionista abilitato. I lavoratori dipendenti privi di un sostituto d’imposta devono presentare il modello 730 a un Caf dipendente o a un professionista abilitato.

Il 730 ordinario deve essere presentato entro il 7 luglio. Nel caso di presentazione al sostituto d’imposta il contribuente deve consegnare il modello 730 ordinario già compilato. Se volete invece rivolgervi a un Caf o a un commercialista, AskMit permette di avere le informazioni necessarie e corrette per esibire tutti i documenti per oneri detraibili e deducibili. Per le novità sul modello 730 vedi articolo a pagina 18, per il servizio di assistenza fiscale con 50&Più Caaf vedi pagina 73).

AskMit è il servizio di consulenza online in 48 ore, riservato a manager associati e familiari, partito a fine 2015. A rispondere un team di professionisti multidisciplinare formato da esperti di Manageritalia, avvocati, commercialisti, fiscalisti, notai, giuslavoristi e altri specialisti, appartenenti a studi professionali di tutta Italia. I primi risultati sono ottimi, tante richieste e ampia soddisfazione per qualità, velocità e facilità di utilizzo del servizio. Quindi, se sei associato a Manageritalia, utilizza AskMit per affrontare al meglio la dichiarazione dei redditi, ma anche tanti altri aspetti legati al lavoro e alla vita personale.

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Cosa prevede l’accordo Assistenza alla compilazione delle dichiarazioni dei redditi 2016 relative ai redditi 2015;  raccolta delle schede conformi al modello approvato con decreto del ministro delle Finanze, sottoscritte dal contribuente, contenenti le scelte operate dai contribuenti ai fini della destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche;  elaborazione e trasmissione in via telematica all’amministrazione finanziaria delle dichiarazioni dei redditi;  consegna di copia delle dichiarazioni a ciascun contribuente;  comunicazione ai sostituti d’imposta del risultato contabile delle dichiarazioni, ai fini del conguaglio a credito o a debito in sede di ritenuta d’acconto;  calcolo e compilazione del modello F24 Imu e Tasi; 

Vedi le novità del modello 730/2016 e consulta l’elenco dei documenti da presentare http://bit.ly/Dir4-4-16

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PER ULTERIO CENTUALE RE DET RAZION PER E CON ALMFAMIGLIE ENO 4 FIGLI

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predisposizione e stampa della dichiarazione Imu;  visure catastali per immobili o terreni di proprietà del dichiarante;  dichiarazioni di successione;  domande di voltura al catasto edilizio urbano e al catasto dei terreni;  gestione delle locazioni. 

Come richiedere il servizio Per usufruirne sarà necessario contattare la propria associazione territoriale e fissare un appuntamento con un esperto 50&Più Caaf. Sarà anche possibile ri-

Casi part icola add.le regiona ri le

DETRAZ AFFIDA IONE 100% MENTO FIGLI

Anche per quest’anno rinnovato l’accordo con Caaf 50&Più. Disponibile in tutte le Associazioni territoriali un’ampia gamma di utili servizi, a cominciare dalla compilazione del 730

Rivolgiti alla tua associazione territoriale per fissare un appuntamento

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CONIUGE

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chiedere un incontro direttamente presso le sedi provinciali e di zona del Caf (800 uffici in tutta Italia) alle stesse condizioni di favore.

Importante Gli associati dovranno presentare la propria card Manageritalia. I consulenti Caaf verificheranno, attraverso la lettura del codice a barre, l’esattezza dei dati e potranno così tenere traccia delle consulenze erogate. Anche i familiari potranno presentarsi con la card dell’iscritto ed essere quindi “riconosciuti”.

TARIFFE APPLICATE AGLI ASSOCIATI Servizi per la dichiarazione dei redditi 

Assistenza alla compilazione 730 singolo alla compilazione 730 congiunto

 Assistenza

€ 46 € 70

Altri servizi  Elaborazione

e stampa mod. F24 acconto Tasi (a modello) e stampa mod. F24 saldo Tasi (a modello)  Elaborazione e stampa mod. F24 acconto Imu o Tasi (a modello)  F24 saldo Imu (a modello)  Dichiarazioni di successione  Domande di voltura per fabbricati e terreni (prima) Domande successive nell’ambito della stessa dichiarazione  Visure catastali per le prime 5 unità immobiliari (o frazione di 5)  Per ogni ulteriore gruppo di 5 unità o frazione di 5 nell’ambito della stessa provincia e per lo stesso dichiarante  Elaborazione

* Iva esclusa

€ 10 € 10 € 10 € 10 € 350 € 100 € 70 € 15 * € 5 *


INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE:

STRATEGIE, TECNICHE E PROCESSI

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e/o ampliare il proprio bagaglio di conoscenze utili a comprendere le dinamiche di internazionalizzazione delle imprese. Il percorso è suddiviso in due incontri d’aula, un pre-work introduttivo e un follow-up di approfondimento su richiesta:  pre-work “Introduzione all’internazionalizzazione” (attività a distanza); primo modulo “Analisi azienda, prodotti e strategie di marketing” (attività in aula); secondo modulo “Economics, finanza e logistica” (attività in aula);  follow-up su richiesta “Focus su tre diversi paesi: Usa, Cina e India”.

tivo, con la prospettiva di affrontare o migliorare il posizionamento sui mercati esteri. Milano, 13 luglio Secondo modulo Fornire i concetti e gli strumenti per valutare gli aspetti economici, finanziari e logistici connessi alle attività generate dal processo di internazionalizzazione.

CFMT

ell’attuale scenario di una globalizzazione sempre più crescente e di un’estesa crisi economico-finanziaria, le imprese italiane sono chiamate a ripensare il loro ruolo e la loro presenza nel mercato. Cfmt propone, in collaborazione con Nagima, un nuovo programma che intende fornire ai partecipanti le principali informazioni e metodologie per avviare un progetto di internazionalizzazione o per ampliare e migliorare l’attuale presenza nei mercati del mondo. Oggi l’internazionalizzazione rappresenta un obiettivo indispensabile per alimentare la continuità del business e confrontarsi con realtà diverse, per conoscere metodologie produttive innovative, apprendere nuove tecniche, valutare materiali e prodotti alternativi e molto altro. Per un’azienda essere presente con efficacia e successo nei mercati internazionali significa ricoprire un ruolo attivo e competitivo e saper affrontare le sfide per continuare a crescere e consolidare la propria posizione strategica. Il programma è indirizzato a tutti coloro che desiderano acquisire

Follow-up su richiesta Offrire al partecipante la possibilità di approfondire le dinamiche di internazionalizzazione di tre paesi protagonisti dello sviluppo economico mondiale.

Pre-work Introdurre l’argomento dell’internazionalizzazione. I partecipanti, tramite la piattaforma di Cfmt, potranno accedere ad articoli e materiali inerenti le tematiche che verranno affrontate durante il percorso. Milano, 23 giugno Primo modulo Fornire gli strumenti per analizzare la situazione attuale dell’impresa in termini di assetto organizza-

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:

www.cfmt.it - Luigia Vendola, lvendola@cfmt.it, 02 54063137 La partecipazione all’evento è gratuita e riservata ai dirigenti in regola con il versamento degli appositi contributi. I moduli del progetto non sono fruibili singolarmente.

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LA POLIZZA DI CAPITALE DIFFERITO 3,49%: anche nel 2015 un rendimento di tutto rispetto per gli assicurati Previr della Convenzione Antonio Pastore Stefano Pozzi

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ASSIDIR

no tra i principali vantaggi che derivano dal ccnl riservato ai dirigenti del terziario associati a Manageritalia è la garanzia Capitale differito che prevede la rivalutazione annuale del capitale e il suo consolidamento nel tempo. La stessa garanzia di Capitale differito, attraverso la polizza Capitello, consente anche ai familiari degli associati di disporre di una forma di risparmio assicurativo a condizioni speciali. Oggi è più che mai importante

conoscere in che modo vengono gestiti i propri risparmi: stipulando una polizza di assicurazione non facciamo un investimento diretto (acquisto titoli ecc.), ma le compagnie assicuratrici alle quali versiamo il premio immettono a loro volta le somme nelle cosiddette gestioni speciali costituite da un paniere di titoli amministrati secondo precise regolamentazioni.

La gestione separata Previr Per gli associati dirigenti, volontari e sottoscrittori della polizza

Cos’è la gestione separata La gestione separata è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalle compagnie di assicurazione, nella quale vengono investiti i premi dei clienti sottoscrittori di determinate tipologie di polizze vita. Ogni compagnia può avere più gestioni separate che costituiscono un patrimonio distinto e la compagnia non potrà far pesare su di loro eventuali sofferenze patite in altri settori. Le riserve delle gestioni separate devono sempre garantire la solvibilità di tutte le polizze. L’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha stabilito parametri e vincoli prevedendo che i patrimoni delle gestioni separate possano essere costituiti solo da titoli (prevalentemente titoli di Stato e obbligazioni) che rispettino l’esigenza di garantire sicurezza, redditività e liquidità degli investimenti. Inoltre, le gestioni separate sono sottoposte ogni anno a certificazione da parte di una società di revisione iscritta all’albo.

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Capitello, abbiamo una gestione separata dedicata ed esclusiva, la gestione separata Previr, che nel periodo 1° ottobre 2014-30 settembre 2015 ha generato un rendimento per gli assicurati del 3,49%. Questo rendimento, notevolmente superiore a quelli offerti correntemente dai titoli obbligazionari a basso rischio, è stato ottenuto tramite una gestione dei fondi equilibrata e in grado di minimizzare i rischi di volatilità di fronte all’imprevedibilità dei mercati finanziari.

Il portafoglio titoli Il portafoglio titoli delle gestioni separate Previr amministrati dalle compagnie assicuratrici Aviva, Generali, Fideuram e Zurich Investments Life, è investito al 61,9% in titoli di Stato e al 29,6% in obbligazioni societarie. L’esposizione nel comparto azionario si assesta al 2,4%, mentre quello degli Oicr (fondi comuni e Sicav) risulta pari al 4,6%. Gli altri attivi sono pari all’1,6%. La bassa rischiosità del portafoglio è confermata anche dal ra-


ting (ossia il grado di affidabilità dei titoli di Stato e obbligazionari detenuti). Il 97,8% dei titoli citati vanta infatti un rating da BBB (che è il rating dell’Italia) in su. Da questi dati si intuisce che i contributi versati dai dirigenti in servizio, dai prosecutori volontari e l’investimento dei risparmi personali (Capitello) nella gestione separata Previr, evitano di incorrere anche per il futuro in perdite inattese come quelle che nelle ultime settimane del 2015 hanno subìto i circa 10mila obbligazionisti subordinati di alcune banche italiane che hanno avuto vasta risonanza sui media. La superiorità del rendimento ottenuto dalla gestione separata Previr rispetto al tasso a scadenza offerto sul mercato da un BTP a 10 anni (pari all’1,53% l’8 gennaio 2016) è dovuto alla nota caratteristica prudenziale delle gestioni assicurative, che contabilizzano i titoli in portafoglio al costo storico (pari a quello di sottoscrizione in caso di acquisto all’emissione) senza tenere conto delle oscillazioni di valore dovute all’andamento delle rispettive quotazioni sul mercato.

Il rendimento: rischi finanziari al minimo Il rendimento per gli assicurati, in ultima analisi, è dato dalle cedole staccate dai titoli in portafoglio (i cui tassi nominali sono più alti di quelli di mercato perché si tratta di emissioni di anni passati caratterizzati da rendimenti più alti) e dalle plusvalen-

ze eventualmente realizzate al netto delle minusvalenze. Questo meccanismo spiega anche la lenta riduzione dei rendimenti per gli assicurati registrata negli ultimi anni (pari a -0,12% tra il 2015 e il 2014). A mano a mano che le obbligazioni e i titoli di Stato delle gestioni separate arrivano a scadenza e vengono rimborsati, infatti, devono essere sostituiti da altri titoli con analoghe caratteristiche, ma con cedole per forza di cose inferiori, perché calcolate sulla base dei tassi di mercato attuali. Nel portafoglio personale degli associati dirigenti, ex dirigenti, pensionati e dei loro familiari, la gestione separata Previr (nella quale, ricordiamo ancora, si può investire anche in modo volontario tramite il piano di versamenti Capitello) si colloca quindi alla base della piramide delle scelte finanziarie, che è destinata alla protezione del benessere tramite la minimizzazione dei rischi finanziari. Questi rischi come è noto sono rappresentati dalle variazioni dei tassi e delle

quotazioni di mercato, dal rischio di controparte, dal rischio di inflazione e dal rischio di liquidità. Per l’anno in corso, cominciato alla luce di una marcata e assolutamente “normale” volatilità delle Borse, è lecito attendersi che la gestione a basso rischio Previr continuerà a fornire agli iscritti maggiore sicurezza rispetto ai rischi tipici delle altre classi di attivo eventualmente possedute (azioni, immobili, beni d’arte), unitamente a un rendimento superiore all’inflazione.

COME LEGGERE L’ESTRATTO CONTO Come consuetudine sono stati pubblicati in area riservata e spediti gli estratti conto della Convenzione Antonio Pastore/Previr e Capitello. Tutte le informazioni per la corretta lettura dell’estratto conto sono disponibili su: www.assidir.it nella sezione Dirigenti >> Convenzioni contrattuali >> Antonio Pastore >> L’estratto conto >> Come leggere l’estratto conto, selezionando la propria situazione contributiva.

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Hanno collaborato a questo numero Laura Arman Varvelli è consulente e formatrice. È stata docente a contratto al Politecnico di Torino e alla SAA di Torino. Pubblica con Il Sole 24 Ore libri di management. Esperta sui temi della leadership e della gestione e sviluppo delle persone, valutazione delle competenze relazionali e negoziali. (44)

Thomas Bialas, futurologo, è

curatore dell’inserto Dirigibile e responsabile del progetto Future

(12, 57)

Management Tools di Cfmt.

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

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FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

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FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI

36 FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO

Maurizio Casanova è direttore risorse umane e organizzazione di Mondo Convenienza. Per oltre 35 anni sempre nell’ambito “personale e organizzazione” in diversi settori merceologici: metalmeccanico, (36) alimentare/dolciario, chimico, tessile, gdo.

Editore: Manageritalia Servizi srl

Federico Castelletti Cazzato si occupa di marketing e comunicazione dal 1983; per 20 anni in

Direttore responsabile: Guido Carella

Armando Testa, dal 2009 è responsabile, in Skills Management, del settore comunicazione d’impresa per (32) lo sviluppo di applicazioni web e mobile e di piattaforme e-learning.

Coordinamento: Roberta Roncelli

Claudia Corti è laureata in lettere, indirizzo moderno artistico, ed è guida turistica per le province (53) di Milano, Pavia, Monza e Brianza. Alessandro Frè è ceo & partner di Risorsa Uomo, azienda che offre progetti personalizzati nell’ambito della formazione commerciale e manageriale. Segue numerosi progetti in area commerciale, trade, (49) manageriale e formazione formatori.

Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale Tlc dove si occupa di opera(55) tori virtuali. Nicola Longo è managing partner di Skills Management, da oltre 25 anni si occupa di consulenza (32) direzionale e formazione manageriale in ambito change management. Marcella Mallen è presidente di #Prioritalia. (26) Romeo Melucci è responsabile servizio fiscale di 50&Più Caaf. (18) Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolognese Gaudio (marke(52) ting@rinaldi.biz).

NUMERO SPECIALE / FUTURE AGING inserto mensile di Dirigente n. 4 / 2016

DIRIGIBILE

a cura di Thomas Bialas

Segnali di futuro visti dall’alto #23 esploriamo il futuro grazie a:

FUTURE ECONOMY

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Sognando la nuova California

CENTO DI QUESTI ANNI Non ho l’età?

Vado al massimo, vado a gonfie vele, cantava Vasco Rossi. Come l’atleta pluridecorato nella categoria master 100 Giuseppe Ottaviani: cent’anni e non sentirli (li compie il 22 maggio). Come la nonnina (da cronaca Usa) che per festeggiare i suoi 90 anni si lancia con il paracadute. Ultrasessantenni che prendono lezioni di surf per imparare a cavalcare le onde, che sfrecciano con casco e roller sulle piste ciclabili, che entrano disinvolti in un

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da Manageritalia Daniela Fiorino, responsabile ufficio sindacale. (56, 67, 72) FUTURE OLDIES

p. 4/5

FUTURE SOCIETY Controscenario: Vivremo più a lungo?

centro di tatuaggi e piercing e che mandano selfie dalla propria cabrio. Per non parlare del Viagra, bestseller in tutto il mondo occidentale per cui non pochi playboy ultra brizzolati ci lasciano la pelle (o quasi) durante l’ennesimo amplesso. Chi è giovane? Chi è vecchio? La popstar Madonna va verso i sessanta. Lo direste? Ma non è tanto una questione di manifestazione esteriore ma di percezione interiore: non sto invecchiando, al massimo muoio! I nuovi free ager si liberano dal concetto di terza età e gridano “la mia età non è terza a nessuno”. La fine della civiltà industriale segna anche la fine delle differenze generazionali e dei cluster di appartenenza (nessuno fa parte di nessun target, compresi i senior). Da differenziazione a coetaneizzazione, insomma. Segna anche la fine del “mi godo la pensione e parto in crociera con la moglie”. E non tanto perché la moglie ti molla per fare la donna giaguaro (capita) ma perché siamo di fronte a un cambio di paradigma. I giovani (quelli veri) sanno che il diritto alla pensione e al lavoro sono categorie esistenziali in via di estinzione

a cui non appellarsi più. Sanno che la vita digitale è volatile e in continua evoluzione o involuzione, fate voi. Di fronte a quest’economia discontinua e complessa non si risponde con il passato (dell’era fordista) “largo ai giovani” ma con un “largo a entrambi”. La futura impresa ha bisogno che la giovinezza delle idee si fonda con la saggezza delle decisioni con team cross-generazionali. È ageless management: la generazione di manager senza generazioni. Il trionfo della gestione trasversale. Siete pronti?

Dirigente mensile di informazione e cultura manageriale editore Manageritalia Servizi design: CoMoDo

Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta Direzione, redazione, amministrazione: 20129 Milano - via Antonio Stoppani 6 tel. 0229516028 - fax 0229516093 giornale@manageritalia.it www.manageritalia.it Le opinioni espresse dagli autori impegnano esclusivamente la loro responsabilità Concessionario pubblicità Lapis srl Viale Monte Nero, 56 - 20135 Milano tel. 0256567415 info@lapisadv.it - www.lapisadv.it Grafica THE GRAPHIC FORGE snc 20129 Milano - via Antonio Stoppani 4 tel. 0229404920 - www.graphicforge.it Stampa ROTOLITO LOMBARDA spa Via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano) tel. 0292195.1 - www.rotolitolombarda.it Registrazione Tribunale di Milano n. 142, del 24 aprile 1974

p. 6/7

Il nuovo vecchio in quattro profili

SAVE THE DATE MINDUSTRY MAI GESTITO OPERAI DEL PENSIERO? 5 MAGGIO 2016, MILANO CFMT-FMT HTTP://TINYURL.COM/HX4LH3V

ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana

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Accertamenti diffusione stampa La diffusione di aprile è di 33.900 copie




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