DIRIGENTE - Dicembre 2018

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N. 12 DICEMBRE 2018

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

SPECIALE TURISMO

IL PETROLIO D’ITALIA, A TUTTO GAS? Turismo

Infomanager

Intervista al ministro Gian Marco Centinaio

Career fitness: per essere in perfetta forma manageriale

Focus territori

In viaggio per l’Italia MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI ED EXECUTIVE PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI -  2,20 (abbonamento annuo  16,50)


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Editoriale a cura del presidente Manageritalia

CHIEDIAMO PIÙ CRESCITA E SVILUPPO

L’

Italia che produce e che ha prodotto ricchezza, che paga e ha pagato contributi e tasse è oggi tutta idealmente presente nelle piazze e schierata non contro ma a favore di misure che facciano cambiare passo al Paese. Non si tratta di un’offerta politica nuova, piuttosto di una crescente preoccupazione di tante forze dell’economia reale che decidono di opporre un serio e motivato no, senza restare nel silenzio. La politica dell’annuncio, senza la dimensione tecnico-economica, senza un dibattito serio sull’orientamento del nostro sviluppo e sulla capacità politica di definire i nuovi traguardi, non porta al cambiamento. Anche l’ultima manovra finanziaria, una serie di micro norme con i maxi emendamenti e le mozioni di fiducia per troncare il dibattito, hanno dimostrato che la volontà non è quella di procedere in questa direzione. Più investimenti e più innovazione e produttività, meno fisco su lavoro e impresa disegnano una ricetta molto diversa da quella della legge di bilancio. Chiediamo più crescita e più sviluppo, non rassegnazione. È a rischio il futuro e l’accanimento dei vari governi sulle pensioni e del fisco sui redditi dei “soliti noti” non risparmia nessuno di quell’Italia produttiva che non vuole arrendersi alla deriva, ma ribadire l’importanza del merito e delle competenze e la certezza del diritto. Alla classe dirigente viene chiesto di fare resistenza al populismo trionfante e inarrestabile e di rispondere a una “domanda di profezia”, come dice l’ultimo Rapporto Censis, di interpretazione del senso del futuro, facendo capire che non sarà un salto nel vuoto ma la realiz-

zazione concreta di uno sviluppo possibile. Serve la convinzione su un modello di sviluppo nazionale e sovranazionale. Dobbiamo combattere questa deriva richiamando tutte le persone di buon senso alle loro responsabilità individuali e collettive, come sta avvenendo con gli ultimi eventi di mobilitazione della parte maggioritaria di quella “borghesia benpensante”, che uscita da un lungo silenzio reclama il ruolo di guida nello sviluppo dell’economia e critica con cognizione di causa una legge di bilancio che ignora il futuro dell’Italia. Rivendichiamo il nostro ruolo professionale, economico e sociale. Siamo la parte qualificata della popolazione adulta in senso ampio: sul piano professionale, economico, ma soprattutto sociale. Rappresentiamo, tra chi è attivo e in pensione, il 12% dei contribuenti Irpef (per la quasi totalità dipendenti e pensionati) e versiamo circa il 58% del gettito complessivo, contribuendo a sostenere il welfare sociale di metà della popolazione adulta italiana (e delle loro famiglie) che rappresenta il 45% dei contribuenti e versa solo il 2,82%. Imprenditori, manager, professionisti, pensionati eccellenti e più in generale la parte qualificata della popolazione adulta italiana, che con il loro lavoro e le loro idee hanno contribuito a mantenere a galla il Paese oltre le inefficienze e la mancanza di visione di una classe politica in continua campagna elettorale, ora chiedono un progetto organico per cambiare profondamente il paese e si rendono disponibili a dare un contributo. Come ci invita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non dobbiamo aver timore di «manifestare buoni sentimenti perché questi aiutano a migliorarci». Guido Carella - guido.carella@manageritalia.it

DICEMBRE 2018 GENNAIO/FEBBRAIO 2015

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Il laser a femtosecondi al Centro Diagnostico Italiano

COMPETENZA MEDICA E TECNOLOGIA AVANZATA PER LA CHIRURGIA OCULISTICA Negli ultimi 20 anni la chirurgia della cataratta, in assoluto l’intervento più eseguito nel mondo, ha raggiunto una grande standardizzazione e degli ottimi risultati grazie alla anestesia topica (solo gocce di collirio), alla microincisione (circa 1,8-2,2 mm.) e alle lentine intraoculari Premium. L’utilizzo del laser a femtosecondi, approvato da FDA e CE, aggiunge una sicurezza e una delicatezza irraggiungibili con l’intervento classico. Il laser a femtosecondi ha una risoluzione nanometrica, può operare direttamente all’interno dell’occhio senza dover “aprire” il bulbo oculare, può essere programmato al computer in modo da effettuare in pochi secondi interventi impossibili manualmente. Le fasi principali dell’intervento, infatti, vengono programmate dal chirurgo al computer ed effettuate dal laser in pochi secondi, senza l’utilizzo di bisturi metallici, pinze chirurgiche e sonde di facoemulsificatori ad ultrasuoni. Il laser può costruire l’incisione corneale seguendo una forma intrastromale impossibile da eseguire manualmente, garantendo così un posizionamento, un dimensionamento e una tenuta perfetti. Questa tecnica consente minor invasività, minor infiammazione e decorso post operatorio più veloce con ripresa delle normali attività quasi dal giorno dopo l’intervento.

di cristallini di ultima generazione, Piccola chirurgia oculistica (calazio, cisti, neoformazioni palpebrali, xantelasmi), Pterigion, Interventi laser per glaucoma e retinopatie, Interventi laser per correzione difetti visivi (laser a femtosecondi ed eccimeri), Crosslinking corneale, Trapianti corneali (cheratoplastica lamellare, endoteliale e perforante).

Per organizzare il percorso del paziente, CDI ha istituito un call center dedicato per la prenotazione sia di visite che esami che di interventi chirurgici: 02.48317600

Ma il laser a femtosecondi non è utilizzato solo per la sostituzione del cristallino in caso di cataratta. Viene impiegato anche per effettuare la cosiddetta Bladeless LASIK, l’intervento che risolve i difetti visivi. Ed inoltre oggi viene utilizzato anche per la chirurgia dei trapianti corneali, sia lamellari che endoteliali. In questo caso col laser a femtosecondi effettua un accoppiamento perfetto tra donatore e ricevente con miglior risultato refrattivo post operatorio. La chirurgia refrattiva che problemi può risolvere? Miopia, astigmatismo, ipermetropia e oggi anche la presbiopia se le condizioni anatomiche oculari lo consentono. Il servizio di chirurgia oculistica del Centro Diagnostico Italiano di Milano si avvale non solo di strumentazioni tecnologiche all’avanguardia, ma anche e soprattutto della competenza professionale dell’equipe chirurgica, in grado di operare in Day Surgery o in One Day Surgery, le principali patologie oculari che necessitano di intervento: Interventi di cataratta con impianto NOVEMBRE 2018

via Saint Bon 20 - 20147 Milano. Per informazioni e prenotazioni: 02.48317600 (Privati e Fondi)


Sommario Copertina  6 I numeri di un settore in forte crescita 10 Intervista a Gian Marco Centinaio Turismo: il petrolio dell’Italia? 14 Il “turismo digitale” decolla: i 10 trend 18 Intervista a Karin Venneri Come lanciare una startup nel turismo 19 Ospitalità: che c’è di nuovo?

Management 38 I segreti della longevità manageriale 42 Il manager in musica

Manageritalia 20 Puntiamo a un’Italia migliore 24 Buone notizie

RUBRICHE 32 Osservatorio legislativo 55 Arte

Economia 46 Una manovra ad alto rischio 50 Uno di noi Giorgio Bertolina Il manager dell’edutainment Leadership 52 Progettati per cambiare

è online su

Premio Eccellenza Lido Vanni 34 Straordinari!

Associazioni territoriali 70 Decreto dignità, la parola ai manager Collegio dei Probiviri 72 Partecipazione, appartenenza Fasdac

Focus territori 26 In viaggio per l’Italia 30 Associazioni in azione

InfoMANAGER Manageritalia 65 Career fitness: per essere in perfetta forma manageriale

Scarica l’app dal tuo dispositivo. Ogni mese potrai leggere, commentare e condividere gli articoli che più ti interessano.

74 Pratiche indirette: novità 2019 Assidir 78 Fondi pensione aperti, poco conosciuti ma vantaggiosi Cfmt 80 Scuola di management 81 Osservatorio Managerial Learning Asfor-Cfmt 2018

N. 12 DICEMBRE 2018

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

57 SPECIALE TURISMO

IL PETROLIO D’ITALIA, A TUTTO GAS? Turismo

Infomanager

Intervista al ministro Gian Marco Centinaio

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

Career fitness: per essere in perfetta forma manageriale

Focus territori

In viaggio per l’Italia

Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali

Fondo di previdenza Mario Negri

CFMT Centro di formazione management del terziario

Associazione Antonio Pastore

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI ED EXECUTIVE PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI -  2,20 (abbonamento annuo  16,50)

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Copertina

I NUMERI DI UN SETTORE IN FORTE CRESCITA Il settore turistico italiano conferma nel 2017 la sua importanza per l’economia, pari al 13% del pil, e impatta in maniera rilevante sul mondo del lavoro, registrando il 14,7% degli occupati. In termini di pernottamenti, l’Italia è anche medaglia di bronzo per presenze di residenti e non tra i paesi dell’area Schengen Enrico Pedretti

I

L TURISMO è un potente generatore di posti di lavoro. Attualmente sostiene, direttamente o indirettamente, un posto di lavoro su dieci nel mondo, contribuendo per il 10,2% al prodotto interno lordo dell’intero pianeta. Tanto per avere una dimensione, ha quasi il doppio degli occupati rispetto al settore finanziario e sette volte quelli del settore auto. Nel 2017 il turismo ha contribuito, secondo il World Travel & Tourism Council (WTTC), per il 10,4% al pil mondiale, 10,3% a quello europeo e per il 13% a quello italiano. In Europa meglio di noi troviamo Grecia (19,7%), Portogallo (17,3%) e Spagna (14,9%), mentre la Germania è al 10,7% e la Francia all’8,9%. A livello di posti di lavoro siamo al 14,7% degli occupati in Italia, all’11,7% in Europa e al 9,9% nel mondo. Grecia 24,8%, Portogallo 20,4%, Spagna 15,1%, mentre la Germania è al 13,8% e la Francia al 10%.

Apporto diretto, indiretto e indotto Un peso non da poco che nei calcoli del World Travel & Tourism Council è però determinato dall’apporto del turismo al pil di tipo diretto, indiretto e indotto. Per contributo diretto si intende il valore generato da tutte le strutture, le imprese e i servizi strettamente collegati al turismo (hotel e altre strutture ricettive, trasporti aerei, attività di intrattenimen-

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mentre il contributo diretto è un dato ufficiale e l’indiretto è calcolabile scientificamente con discreta approssimazione, i risultati dell’indotto cambiano parecchio a seconda del metodo adottato. Per questo motivo il dato più affidabile e diffuso attribuisce al turismo un peso sul pil italiano nell’ordine dell’11%, perché si ferma alle componenti dirette e indirette. Veniamo ora a delineare le caratteristiche dal lato di domanda e offerta di questo settore e business.

La domanda turistica Sul fronte della domanda, nel 2017 gli arrivi internazionali (1,32 miliardi di turisti) sono cresciuti

contributo in percentuale del settore turismo al pil nel 2017 Grecia

19,7

Portogallo to, agenzie di viaggi ecc.), per contributo indiretto ci si riferisce invece a tutte le attività derivanti dai settori indirettamente toccati dal comparto, pur non rientrando formalmente nel settore turistico. Per contributo indotto si intende invece quello dei lavoratori del settore. Su queste basi il WTTC definisce nel 2017 in Italia il contributo totale del turismo al pil stimato nel 13% e composto per il 42,1% dalla parte diretta, per il 37,4% da quella indiretta e per il 20,5% da quella indotta. Va però sottolineato che

17,3

Spagna

14,9

Italia

13,0

Turchia

11,6

Egitto

11,0

Germania

10,7

regno unito

10,5

svizzera Francia

9,1 8,9

Mondo

10,4

unione europea

10,3

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Copertina del 6,8% rispetto all’anno precedente. In Italia sono arrivati 58,7 milioni di viaggiatori stranieri, in aumento dell’11,8% rispetto al 2016. Si tratta del più alto tasso di incremento fra i paesi top five (dati WTTC). La bilancia turistica dei pagamenti di Banca d’Italia ha riportato un saldo netto positivo di 14.598 milioni di euro nel 2017 (+5,7% sul 2016). I viaggiatori stranieri in Italia hanno speso 39.155 milioni di euro (+7,7% rispetto al 2016), mentre la spesa turistica degli italiani all’estero è stata di 24.557 milioni di euro (+8,9% sul 2016). La Germania, con 6,6 miliardi di euro, si

contributo totale del settore turismo al Pil italiano nel 2017 diviso per tipologia

indotto 20,5% INDiretto 37,4%

supply chain 29,3% Investments

3,9%

Government collective

4,2%

Diretto 42,1%

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conferma come nostro principale bacino di origine per spesa, con un incremento percentuale sul 2016 a doppia cifra (+14,7%). Seguono Usa (4,5 miliardi di euro), Francia (3,9 miliardi di euro), Regno Unito (3 miliardi di euro) e Svizzera (6,1 miliardi di euro): tutti in aumento rispetto al 2016, a esclusione degli Usa che perdono l’1,7%.

Pernottamenti In termini di pernottamenti, l’Italia è medaglia di bronzo per presenze di residenti e non tra i paesi dell’area Schengen, dietro a Spagna e Francia e prima della Germania


(dati Eurostat). Nel 2017, il Belpaese è cresciuto del 6% rispetto al 2016, la Spagna del +3,7%, la Francia del +7%. Considerando solo le presenze degli stranieri, l’Italia, con 212 milioni di notti (+6,3% rispetto al 2016) è al secondo posto nella classifica area Schengen dopo la Spagna, che comunque ha un incremento minore (+4%). Secondo i dati provvisori Istat, gli arrivi totali in Italia nel 2017, pari a 122,2 milioni, sono cresciuti del 4,5% rispetto al 2016. Il maggiore incremento è dovuto ai flussi stranieri che crescono del 5,2%, mentre gli italiani aumentano ma

a ritmi inferiori (+3,8%). Per quanto riguarda le presenze, i 427,1 milioni di pernottamenti totali del 2017, confermati da Eurostat, vedono una leggera maggiore incidenza degli italiani sugli stranieri (50,3% i primi, 49,7% i secondi).

L’offerta L’offerta italiana può contare su 178,4mila esercizi ricettivi, di cui il 18,6% è rappresentato dal settore alberghiero, con gli hotel di media categoria in prima posizione (15.355) e il restante 81,4% dagli esercizi complementari (145.283),

L’offerta italiana può contare su 178,4mila esercizi ricettivi, di cui il 18,6% è rappresentato dal settore alberghiero, con gli hotel di media categoria in prima posizione (15.355) e il restante 81,4% dagli esercizi complementari (145.283), di cui oltre la metà è rappresentato dagli alloggi in affitto di cui oltre la metà è rappresentato dagli alloggi in affitto (81mila circa). Se si considerano i posti letto, il gap fra strutture alberghiere ed extra-alberghiere si riduce fortemente: gli hotel contano 2,2 milioni (45,5% del totale) di posti letto, mentre i complementari 2,7 milioni, con la quota parte maggiore rappresentata dai campeggi e villaggi turistici, corrispondono al 50,4% del totale. 

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TURISMO: IL PETROLIO DELL’ITALIA? Occorrono diversi ingredienti per elaborare una ricetta perfetta, ma il punto di partenza è sicuramente quello di una consapevolezza piena del nostro immenso potenziale, che non deve lasciare spazio alla passività. Ne parliamo con il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio.

Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo.

Enrico Pedretti

Come è iniziata la sua avventura da ministro delle Politiche agricole e del Turismo? «I miei primi mesi alla guida del ministero delle Politiche agricole e del Turismo sono stati un quotidiano susseguirsi di impegni e di sfide. Sono consapevole delle responsabilità che mi sono assunto assieme ai colleghi di governo, ma non c’è giorno che non sia orgoglioso, con la mia squadra di lavoro, di farmi carico di compiti e decisioni finalizzati a far crescere il comparto agricolo e turistico, contribuendo a rendere sempre più competitiva l’Italia in mercati complessi e in continua evoluzione». Agricoltura e turismo insieme, una scelta strategica? «Una scelta doverosa per un binomio a mio giudizio inscindibile.

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L’agricoltura e il turismo sono risorse che rendono l’Italia unica in entrambi i campi. La nostra produzione enogastronomica e la nostra offerta turistica non hanno eguali al mondo e il mio compito è di mettere le aziende e gli operatori di settore nelle condizioni migliori per poter lavorare, produrre e contribuire alla crescita del Paese. Non voglio fermarmi a commentare quanto si sarebbe potuto fare in termini decisionali in passato per questi settori, ma voglio concentrarmi su quanto si può e si deve fare per imboccare la strada della modernità, senza rinunciare al bagaglio di tradizioni, peculiarità e valori che rendono unici l’agricoltura e il turismo italiani». Abbiamo un ministro che è stato in precedenza anche manager


“deve” venire a passare le proprie vacanze e spendere il proprio denaro. Niente di più sbagliato. Occorre fare rete tra operatori e condividere un pensiero unico finalizzato all’innovazione dell’offerta, partendo da una base che ci rende avvantaggiati rispetto ad altri, ma che non deve essere un freno alle nuove idee e agli stimoli che ci arrivano da fuori».

nel turismo. Quali i vantaggi? «I vantaggi consistono proprio nell’esperienza maturata in anni di lavoro a contatto con gli operatori del settore. Le loro esperienze, speranze e aspettative sono le mie, perché maturate al loro fianco, condividendo successi e amarezze. Il mondo del turismo ha bisogno di competenza e di un ministro in grado di sentire e di fare proprie tutte le problematiche della filiera, per saper dettare la linea e individuare le modalità per operare al meglio negli scenari attuali. Oggi l’Italia è la quinta potenza turistica nel mondo, un dato importante, ma si può e si deve fare di più: una rampa di

lancio per crescere principalmente sotto il punto di vista della promozione e della considerazione che hanno i turisti, italiani e stranieri, di noi». Cosa serve al turismo italiano per diventare veramente il nostro petrolio? «Occorrono diversi ingredienti per elaborare una ricetta perfetta, ma il punto di partenza è sicuramente quello di una consapevolezza piena del nostro immenso potenziale. Una ricchezza che però non deve lasciare spazio alla passività, al pensiero deleterio che tanto, bene o male, siamo una destinazione nella quale il turista

Cosa serve perché il nostro sistema di infrastrutture e trasporti supporti davvero uno sviluppo dei territori e del turismo in tutto lo stivale? «Serve una visione strategica di ampio respiro in grado di sostenere e incentivare la crescita dell’intero sistema infrastrutturale e dei trasporti. Lo sviluppo del territorio è connesso a quello del turismo, che per l’Italia può e deve essere un potente volano di spinta. Il compito del governo è individuare le linee guida per consolidare e innovare il sistema, stando ben attenti a non disperdere energie e fondi». Forse al turismo serve fare più sistema, avere aziende più grandi e/o che collaborano e lavorano insieme? «Condivido la necessità di fare sistema, in particolare tra le aziende più grandi e trainanti del settore. Operare in un contesto competitivo non significa necessariamente individuare nel competitor

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LA COMMUNITY TURISMO

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ta n ascendo una nuova community dedicata al turismo, una community di esperti del settore a cui stia a cuore la valorizzazione turistica del territorio italiano. Un punto di partenza per stakeholder, manager, operatori del settore rilevanti per lo sviluppo di un ecosistema integrato del turismo in Italia. Perché c’è bisogno di produrre e scambiare valore tra i professionisti e le aziende per il territorio e per il sistema. Lo dobbiamo a questo nostro meravi­glioso Paese! La promuove Manageritalia, l’associazione di riferimento dei manager del terziario dove rientrano tante alte professionalità del turismo. Vogliamo creare, insieme ai principali attori del turismo, una rete sinergica che sviluppi strategie per superare le carenze del sistema e delineare la crescita futura. Per farlo abbiamo bisogno anche di te, delle tue esperienze e del tuo valore professionale.

SALI A BORDO! bit.ly/mit_commturismo un avversario, ma bisogna saper vedere in lui un soggetto la cui crescita può determinare ricadute positive per tutti gli operatori del comparto. Ragionare pensando solo al proprio orticello è un freno per l’individuazione delle possibilità che quotidianamente il mercato rende disponibili. Non ce lo possiamo permettere. Non ce lo saremmo dovuti permettere in passato e ancor meno oggi, dove si ragiona in termini sempre più macro, non possiamo continuare a guardarci la punta delle scarpe. Se è vero infatti che l’Italia è il prodotto delle sue diversità, è altrettanto vero che la costruzione del brand deve essere quanto più

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condivisa possibile. Guardo al futuro con ottimismo e allo stesso tempo con realismo e non vedo altra strada da percorrere per il turismo italiano che non sia quello di fare squadra tutti insieme». Non pensa che serva anche più managerialità e la presenza di più manager nelle aziende e/o nelle attività che condividono e sviluppano insieme? «Il ruolo di manager competenti è imprescindibile per la crescita a lungo termine delle aziende e dell’intero comparto. Ribadisco che il modo in cui è evoluto il mercato negli anni non consente più spazi di manovra all’improvvisa-

zione e se si vuole avere un futuro bisogna contare su professionalità con studi adatti e competenze di livello maturate nelle aule universitarie e affinate sul campo. Le porto un esempio concreto: la capacità di utilizzo dei big data che stanno modificando sensibilmente l’industria del turismo e dei viaggi. A fronte della mole di dati prodotta quotidianamente dai viaggiatori che organizzano i propri viaggi online, i tour operator sono stati tra i primi a guardare alle potenzialità dei grandi dati per la proposta di nuovi prodotti e nel disegno di servizi sempre più attenti alle esigenze dei consumatori. La gestione di questi dati, finalizzata a una programmazione adeguata, è un compito che va messo nelle mani di chi sa cosa fare di questi numeri, di chi sa come trasformarli in produttività e reddito per le aziende, che siano soggetti privati o dello stato. Qui entra in gioco la capacità manageriale di esperti del settore che sappiano individuare le occasioni che si presentano e che non vanno disperse per mancanza di capacità gestionale». Quali obiettivi si dà? «Mi impegnerò per fornire tutti gli strumenti necessari per costruire un dialogo continuo tra chi deve gestire la promozione turistica e chi deve agire anche a sostegno di tutte le imprese del settore. Questo dialogo è e sarà il cardine


della mia operatività di governo, incentrato sui temi più urgenti, così come su visioni di lungo periodo». Come Manageritalia, che rappresenta oltre 35mila manager e tutti quelli del turismo in senso allargato, potrebbe portare un contributo collaborando con il suo ministero, le istituzioni e tutto il sistema? «35mila manager competenti e preparati sono un tesoro inestimabile a disposizione di tutti noi e dobbiamo avvalerci di queste professionalità desiderose di crescere e di far crescere il sistema.

Comunicare, condividere, essere attenti alle proposte è un obbligo e non un’opzione». Manageritalia sta costituendo una community del turismo che – coinvolgendo i principali esperti e attori del settore – si scambi valore e contribuisca con idee e progetti all’innovazione e allo sviluppo del settore. Che contributo potrebbe dare e come? «Una community del turismo in grado di coinvolgere tutti i soggetti interessati, un’agorà nella quale incontrarsi per discutere dei grandi progetti legati all’innovazione, è uno strumento utilissi-

mo e confido nell’apporto di esperienze che saprà mettere in campo per favorire lo sviluppo dell’intero settore». 

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Copertina

IL “TURISMO DIGITALE” DECOLLA: I 10 TREND Uno studio del Politecnico di Milano traccia un quadro incoraggiante del settore, sempre più innovativo e in grado di trainare l’economia del nostro Paese Davide Mura

B

UONE notizie: il mercato del turismo italiano continua a crescere. Le cifre si aggirano sui 58,3 miliardi di euro di indotto nel 2018, dove 14,2 sono determinati dalla componente digitale. Nel corso dell’ultimo Ttg a Rimini, l’osservatorio Innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano ha presentato uno studio che ha elaborato i dati del World Travel & Tourism Council (WTTC), Banca d’Italia, Ciset e Istat. La ricerca raggruppa una serie di indagini su strutture ricettive (oltre 1.600 rispondenti), turisti digitali (oltre 1.000 rispondenti), agenzie di viaggio (oltre 450 rispondenti), più di 200 aziende e 77 startup italiane. Dalla presentazione dei risultati da parte dei direttori dell’osservatorio, Filippo Renga, Eleonora Lorenzini e Andrea Lamperti, e dagli interventi della tavola rotonda, che ha coinvolto Andrea Cortese (chief marketing & digital officer Alpitour World), Sergio Testi (direttore generale Gattinoni Travel Network), Carlo Schiavon (country manager Italia Costa Crociere), Gianpaolo Romano (amministratore delegato CartOrange) e Claudio Passuti (direttore generale Robintur Travel Group), sono emersi 10 trend su cui dovremmo riflettere e che dimostrano come la contrapposizione tra online e offline oggi di fatto non ha più senso.

1

I trasporti dominano il mercato digital Sono i trasporti (prenotazioni di biglietti) il prodotto più rilevante (61%), ma crescono parallelamente le strutture ricettive (29% +13%) e i pacchetti (10% +20%).

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2

Hotel e alloggi sulle piattaforme Dalle piattaforme P2P transita ormai un terzo del mercato digitale degli alloggi, pari al 29% (51% alberghiero, 41% extra alberghiero).

molto affidamento sulle Ota (36%), ma contemporaneamente si rafforzano sul diretto (46%), attraverso email (20%), al telefono/ banco (15%) o sui canali ufficiali come il sito, l’app o i social (11%).

4

3

Le agenzie stanno evolvendo grazie anche al supporto di network e tour operator e al contributo delle startup

Il 71% delle prenotazioni avviene sui siti delle compagnie aeree o degli hotel, mentre il 29% su Ota (online travel agency), aggregatori e comparatori. Le strutture fanno

I network di agenzie (44%) e i tour operator (32%) stanno favorendo l’evoluzione delle agenzie, insieme all’innovazione prodotta da nuove piattaforme con ad esempio conti elettronici e tecnologie da usufruire in loco.

I canali di prenotazione diretti rimangono i più rilevanti

La filiera di Ota, network ecc. sta lavorando sul settore più in crescita, quello delle attività in destinazione L’area di business delle startup italiane è in crescita nelle attività proposte ai turisti una volta giunti a destinazione (42%). La geointelligence a questo proposito sta aprendo nuove opportunità sul territorio.

6

Dalla rete tradizionale al multicanale La rete diretta è a regime, i nuovi format vanno molto bene, lo sviluppo digitale è avviato, ma ci sono ancora sfide chiave da superare: tecniche, professionali e organizzative, partnership con attori di filiera da sviluppare, massa critica e coinvolgimento a sistema della rete agenziale territoriale.

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Copertina offrire risultati alternativi prima che il nostro cliente li abbia persino richiesti.

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Il funnel digitale è sempre più veloce

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Il web è pervasivo in tutto il digital tourist journey Ispirazione (67%), ricerca delle informazioni (83%), prenotazione (86%), condivisione dell’esperienza (33%), scrittura di recensioni (36%), azioni post viaggio (39%): c’è oggi molto zapping tra online e offline. Non esistono percorsi prevalenti, vengono utilizzati fino a 3 differenti tipi di device per l’ispirazione e 4 per la ricerca.

8

La crescita del mobile è inarrestabile Gli smartphone hanno cambiato

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enormemente le esigenze del consumatore e lo faranno ancora di più nei prossimi cinque anni. Qualche consiglio per gli operatori del settore? Investire di più sulla tecnologia voice e sul chatbot (la conversazione simulata con messaggi via internet). La tastiera in futuro probabilmente non esisterà più: si parlerà direttamente con più device. Anche la tecnologia del machine based learning è in crescita e consente di mostrare i risultati di una ricerca quasi nove volte più velocemente di quanto si sarebbe potuto mai fare prima. Grazie al machine based learning possiamo comprendere in tempo reale il tipo di ricerca che viene effettuata e con un’accuratezza dell’80% possiamo anticipare e

Occhio al sito! Il funnel digitale è sempre più veloce. Su 100 utenti che entrano su un sito di prodotti turistici, meno di due acquistano il prodotto. Alto il bounce rate (43,9%), il search abandonment rate (42,8%) e il cart abandonment rate (88%): detto altrimenti, nonostante la carta di credito sia già pronta, si rinuncia all’acquisto. Una soluzione? One click check out.

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Rendere più fluida e personalizzata l’esperienza dei clienti Rimozione delle barriere all’ingresso, attenzione alla customer care (conoscere gli interessi, fornire assistenza), semplificazione di acquisti e pagamenti. Tra le motivazioni che spingono i turisti a recarsi ancora in un’agenzia fisica ci sono la maggiore sicurezza sulla qualità degli operatori (48%), la sicurezza di ricevere assistenza durante il viaggio (47%), le brochure offerte (47%) e la possibilità di creare la vacanza con maggiore facilità (45%). 


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Copertina

L’OPINIONE DI KARIN VENNERI

COME LANCIARE UNA STARTUP NEL TURISMO

Karin Venneri è project leader-head of B2C presso Destination Italia e councilor dell’Associazione Startup Turismo.

Quali sono le caratteristiche che rendono oggi una startup nel turismo realmente innovativa e in grado di emergere? «Per me le due T, il Team e il Timing, restano i principali fattori di successo di una startup. Il team deve avere vision, tecnologia e capacità commerciale, in altre parole deve essere composto da un chief executive officer, un chief technology officer e un chief sales officer integrato a conoscenza del settore. Utili anche precedenti esperienze in aziende per comprendere e costruire una propria struttura aziendale. Il timing: ci sono diversi casi di startup geniali ma che sono fallite perché il mercato non era maturo. Nel settore del turismo, che si muove a una velocità serrata, strettamente correlata allo sviluppo tecnologico, è ancor più un elemento determinante per fare la differenza».

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Quanto è importante la contaminazione tra settori diversi e il mentoring manageriale? «La contaminazione tra settori è fondamentale e può intervenire a 360 gradi nel processo di costruzione di una startup: dalla fase di generazione di un’idea alla costruzione di modelli di business disruptive. I settori “vicini di casa” del travel sono sicuramente quello dei pagamenti e quello della domotica: in Italia sta nascendo un progetto dedicato alla blockchain applicata al sistema di prenotazione di alloggi che avviene mediante moneta virtuale, piuttosto che sistemi di domotica per automatizzare le interazioni tra guest e host per il checkin e l’upselling in-stay». Cosa fa concretamente l’Associazione Startup Turismo? «Associazione Startup Turismo è una realtà non profit nata da un pool di giovani imprenditori del settore per necessità di confronto e condivisione, decisamente “nata dal basso”. Gli associati sono tutti giovani startupper dell’industria che entrano in associazione per fare networking e reale scambio su come portare avanti il progetto, confrontandosi su quale linguaggio di programmazione usare,

piuttosto su quale incubatore affidarsi per il proprio percorso di accelerazione. Inoltre offriamo un servizio di mentoring online con professionisti del settore e supporto nelle azioni di fundraising attraverso eventi di investor pitching privati. Per le imprese, raccogliendo i vari input che spontaneamente sono arrivati dagli operatori privati del settore. Dal 2018 offriamo servizi di R&D che abbiamo chiamato “Call for project”». In cosa consiste la Call for project? «A valle di un brief specifico da parte di una catena alberghiera, piuttosto che un tour operator che ricerca nuove soluzioni tecnologiche, AST, in collaborazione con Startupbusiness, organizza una call mirata alle sue 130 startup, seleziona e mette in contatto aziende e startup con il fine di favorirne lo scambio. Da poco stiamo portando avanti la call con Zani Viaggi e per il 2019 ce ne sono altre in pipeline. Ultimo, ma non per importanza, è il tema tutto italiano di internazionalizzazione delle startup nostrane che fanno fatica a entrare in contatto con realtà cross border: anche in questo AST sta attivando una serie di canali virtuosi per favorire l’esportazione delle nostre startup». (D.M.) 


OSPITALITÀ: CHE C’È DI NUOVO?

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distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso: lo stabile nel quale sono situati la reception, gli ambienti comuni e l’area ristoro. L’albergo diffuso è anche un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale.

stelli di design o all’interno di antichi palazzi, eleganti tende dotate di ogni comfort che piacerebbero a un Maraja, hotel “nomadi” che saltano da una città all’altra, interi borghi storici che accolgono i cinesi. E ancora, island-hotel, store hotel dove fare acquisti, nuovi motel con camere disponibili di giorno. Il mondo dell’ospitalità sembra correre ai ripari per fronteggiare l’espansione di Airbnb e di altre piattaforme che si ispirano alla sharing economy

3. GLAMPING Una rivisitazione del campeggio in chiave glamour: cabine, piccole case, tende e servizi di alta gamma in stile resort per chi non intende rinunciare al comfort nonostante stia sotto le stelle.

4. IL FUTURO… È ALLE PORTE!

come coach surfing. Il tutto all’insegna dell’attenzione verso l’ecosostenibilità e l’economia circolare, ispirandosi a modelli manageriali che distruggono la gerarchia e utilizzano una comunicazione 100% digital. Dal convegno Ada (Associazione direttori d’albergo) nel corso dell’ultimo Ttg di Rimini alle ultime indagini, ecco i 5 trend più curiosi e innovativi nel settore dell’ospitalità.

1. OSTELLI E BED & BREAKFAST DI NUOVA GENERAZIONE Il mondo degli ostelli e dei b&b cambia faccia, reinventano spazi eleganti svecchiandoli, cercando di attrarre i backpacker di ogni età (chi l’ha detto che il target debba essere solo quello dei Millennials?

I senior non snobbano di certo le camere o gli spazi in condivisione). Un esempio? Il Babila Hostel e Bistrot Milano o il NeapolitanTrips di Luca Sola, che si sviluppa in tre tipologie di accoglienza, b&b (6 stanze), hotel (11 stanze) e ostello (50 posti).

2. GLI ALBERGHI DIFFUSI Interessante il network messo in piedi da Giancarlo Dall’Ara. Un albergo diffuso è sostanzialmente due cose: un originale modello di ospitalità e un modello di sviluppo turistico del territorio. Si tratta di una proposta concepita per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un borgo storico o di un paese, potendo contare su tutti i servizi alberghieri, cioè su accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti, alloggiando in case e camere che

Una camera d’hotel su ruote con un pilota automatico e un motore elettrico che dopo la prenotazione ti viene a prendere direttamente a casa per portarti a destinazione. Una volta giunti a destinazione in appositi hotel per suite mobili, la “suite-roulotte” si aggancia alla parte statica della camera d’albergo diventando ampia e confortevole. Una volta finito il soggiorno, all’ora stabilita basterà rientrare nella suite con le ruote che si sgancerà dall’hotel per riportarvi a casa. Il progetto, firmato dalla Aprilli, è stato premiato con il Radical Innovation Award 2018. Fantascienza? Potrebbe davvero diventare realtà.

5. HOTEL HOPPING O albergo itinerante, che cambia sede ogni 6-12 mesi, come nel caso del francese 700.000 heures.

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PUNTIAMO A UN’ITALIA MIGLIORE Il 9 e 10 novembre si è tenuto a Milano il 92° appuntamento della nostra Organizzazione. L’analisi dello scenario economico e sociale italiano, contesto della nostra azione associativa, è stata il punto di partenza delle riflessioni condivise dal presidente Guido Carella durante la sessione introduttiva dei lavori

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PARTENDO dai dati sull’andamento dell’economia, il presidente di Manageritalia Guido Carella ha evidenziato le criticità dei provvedimenti in cantiere con la legge di stabilità: l’aumento del debito pubblico, la mancata riduzione della pressione fiscale, gli effetti controproducenti delle misure assistenziali ipotizzate. Misure che, vista la stagnazione attuale dell’economia italiana dopo un triennio di lieve crescita, potrebbero avere conseguenze negative sugli investimenti, sull’occupazione, sulla fiducia delle famiglie, sulla credibilità e la tenuta finanziaria del sistema Paese. «Gli intenti prioritari della legge di stabilità sono condivisibili, ma sembrano mancare il coraggio e l’ambizione di fare riforme efficaci. E poi non tornano i conti» ha affermato Carella auspicando, tra l’altro, che gli interventi sulla riforma Fornero non stravolgano la sostenibilità del sistema previdenziale, i cui equilibri sono indeboliti dall’evoluzione demografica. «L’intervento sulle pensioni mette a rischio la sostenibilità di mediolungo periodo delle finanze pub-

bliche e crea l’illusione di una staffetta tra anziani e giovani. Le misure sulla Quota 100 non hanno coperture adeguate, purtroppo, se non quelle derivanti dalle tasse in più che graveranno sui lavoratori e dal debito». Un procedere a tentoni che incide anche su sistemi solidi e in buona salute come il nostro, come è stato ampiamente illustrato e condiviso in assemblea con gli oltre 250 delegati presenti (vedi articolo a pagina 24).


Basta con le disparità sociali Servirebbe un cambiamento sostanziale di rotta da parte della politica, volto a evitare l’aumento delle disparità sociali, considerando che all’ineguale ripartizione della ricchezza tra le generazioni si somma l’ineguale imposizione fiscale tra i cittadini. «Il governo dovrebbe dimostrare, con i fatti, di voler valorizzare il merito, le competenze, le qualità, facendone le leve per innovare il lavoro e il welfare, i servizi pubblici, la macchina dello Stato». Queste per Manageritalia sono le questioni da affrontare per invertire il declino e liberare le potenzialità dell’Italia. «Accade il contrario, visto che si ripropongono i vecchi sistemi assistenziali e i so-

liti condoni, premiando l’immobilismo e l’evasione. Le politiche in corso di definizione sembrano finalizzate a occuparsi solo del presente, senza pensare al futuro, ai nostri figli e nipoti». Anziché contrastare seriamente l’evasione per recuperare risorse economiche, si annuncia una presunta pace fiscale: una beffa per coloro che, come i manager, sono tra i maggiori contribuenti dello Stato. Alcuni dati illustrano in quale misura, con i contributi della nostra categoria, si finanzi il welfare: il 44,92% dei cittadini italiani contribuisce per solo il 2,82% (al netto del bonus) al gettito Irpef mentre il 12,09% ne paga ben il 57,11%. «Volendo lanciare una provoca-

zione – continua Carella – si potrebbe dire che le tasse sono già bassissime per la stragrande maggioranza dei cittadini, grazie all’esistenza di un nucleo che di fatto sostiene, restandone schiacciato, l’intero sistema». Una modalità redistributiva che rende vulnerabile il welfare italiano senza, peraltro, ridurre le iniquità: dagli indicatori emerge come le disuguaglianze sociali siano in crescita. Aumentano i poveri e cresce la nicchia dei Paperoni, questi ultimi però non vengono rilevati dalle dichiarazioni dei redditi. «È in atto un’ingiustizia fiscale clamorosa. Si sta distruggendo la classe media, quel 12% di borghesia che dichiara redditi sopra i 35mila euro l’anno e paga per tutti».

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Manageritalia

Ascensore sociale bloccato Per invertire la tendenza occorre rimettere in moto l’ascensore sociale, sanare le condizioni che creano la povertà, intervenire sull’istruzione, la formazione, la qualificazione sociale, culturale e umana. Se non si cambia passo una minoranza di lavoratori e di contribuenti sarà sempre più sollecitata, con conseguenze inevitabilmente negative: «Chi continuerà a pagare il sistema sanitario nazionale, la manutenzione delle infrastrutture? Chi pagherà le pensioni se avremo eserciti di cittadini incentivati a non lavorare?» domanda Carella, ricordando che le proposte di riforma della previdenza di questo periodo, oltre a nascere come palesi

L’Assemblea è stata sponsorizzata da

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strumentalizzazioni politiche, presentano gravi carenze tecniche e incongruenze giuridiche. Cambiare passo vuol dire puntare sul lavoro di qualità e ben retribuito, cogliendo le opportunità che le trasformazioni del mondo offrono all’Italia. Per cavalcare la rivoluzione industriale un paese come il nostro deve puntare sulla qualificazione e l’innovazione del lavoro. Fattori che per milioni di persone passano da una complessa transizione incentrata sulla formazione, da realizzare tramite politiche di ampio respiro. «Occorre pensare ai giovani, ricostruire i rapporti tra giovani e anziani nel mondo del lavoro; bisogna elaborare strategie per ricomporre la frattura tra le fasi della formazione, della vita lavorativa e della quiescenza», spiega Carella, ritenendo che la sfida riguardi allo stesso tempo la politica e le istituzioni, il sistema economico-produttivo, la società civile. Senza dimenticare i singoli individui, a partire dai manager, chiamati ad aggiornare continuamente le proprie competenze e quelle delle organizzazioni che devono adeguarsi alle nuove modalità operative.

L’economia dei territori Un altro elemento fondamentale per volgere al positivo il necessario cambiamento riguarda il territorio. L’Italia deve rafforzare la propria coesione interna, puntando su modelli di sviluppo solidi, inclusivi e

sostenibili. Questo è stato il tema portante delle assemblee territoriali, che hanno preceduto quella nazionale sviluppando analisi e proposte in merito. Il tema è stato al centro dell’assemblea nazionale dove sono stati illustrati dati statistici da cui emerge che la ricchezza non dipende solo dal pil ma anche da aspetti immateriali, quali il benessere e la vitalità sociale e culturale delle persone in rapporto al territorio. Aspetti su cui la cultura manageriale può avere un’influenza determinante e che hanno fornito lo spunto all’interno delle singole associazioni per alcune attività prioritarie per il 2019 (vedi articolo pagina 30). Di competenze manageriali e organizzative c’è infatti bisogno sempre, anche e soprattutto per creare sviluppo. Non servono solo quando vengono sollecitate per risolvere le emergenze, come accade nei tanti casi in cui il fragile territorio italiano viene colpito da calamità naturali o quando l’obsolescenza delle infrastrutture provoca tragedie, come accaduto a Genova. «Saper gestire gli imprevisti è una dote, lasciarsi dominare dalle contingenze è un disvalore. Muoversi nell’incertezza non significa navigare a vista ma saper tenere una rotta in base alla destinazione scelta. Ecco perché, fiduciosi delle capacità della categoria, vogliamo dare un contributo per costruire il progetto di un’Italia migliore e fare il possibile per realizzarlo». 


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Manageritalia

BUONE NOTIZIE Crescono i manager associati, crescono le aziende che applicano ai dirigenti il nostro contratto. Positivo anche l’andamento dei nostri fondi contrattuali

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MANAGER ASSOCIATI alla nostra Organizzazione continuano a crescere e chiuderemo l’anno con il numero massimo di sempre, oltre 36mila. Un aumento generalizzato (+1,7%) che riguarda soprattutto gli attivi (+2,1%) e i pensionati (+0,7%). A crescere sono soprattutto i dirigenti, che a fine ottobre erano 23.616, occupati in 8.351 aziende. Continua quindi la crescita delle aziende che applicano il nostro contratto e dei dirigenti che lo hanno, un dato in positivo e in forte controtendenza con l’andamento del mercato. Infatti, dal 2008 al 2017 (ultimo dato ufficiale Inps) i dirigenti privati sono calati in Italia del 5%, ma quelli con il nostro contratto sono aumentati del 3,5%. Per l’anno in corso le proiezioni dell’andamento dei dirigenti privati restano piatte, mentre i dirigenti con il contratto gestito da Manageritalia segnano a ottobre un +3%. Una chiara dimostrazione di appetibilità del contratto dirigenti da parte del mercato terziario, giudicato moderno, semplice, innovativo, snello e flessibile. Insomma, capace di aiutare employability dei manager e competitività delle aziende. In au-

mento anche il numero delle donne dirigenti, che nel nostro settore sono oggi il 17,3%. Tutto questo avviene all’interno di un quadro economico debole che vede comunque l’economia italiana, come quelle più avanzate sempre più terziarizzata. Questo settore, in crescita per il sesto anno consecutivo, anche se non con tassi da paese emergente, mantiene in piedi il Paese dimostrando una grande capacità non solo di tenuta ma anche di crescita.

I fondi contrattuali Una community, la nostra, che ha numeri in crescita e positivi ovunque: aumentano i servizi e il loro gradimento, la partecipazione e il coinvolgimento. Anche sul fronte dei fondi contrattuali il bilancio, non ancora definitivo, è rassicurante e influenzato positivamente dall’aumento degli iscritti. Il Fondo Mario Negri, che più di tutti si giova di questa crescita per ampliare la sua solidità, dopo il brillante 2017 ha attuato una politica più prudenziale visto l’andamento dei mercati. Il Fasdac migliora il suo indice di sostenibilità, ha un positivo rapporto attivi pensionati (2,7) e continua nell’ottimizzazione delle prestazioni e dei servizi.


DIRIGENTI

CCNL TERZIARIO var 2008/2016

+4,4%

var 2016/2017

+2,6%

var 2017/ott.2018

+2,9%

L’Associazione Antonio Pastore vede ancor più valorizzato il rinnovo della gestione separata, siglato a inizio anno, in un mercato in profonda evoluzione e oggi in forte instabilità. Da ultimo, ma non per ultimo, il Centro di formazione management del terziario (Cfmt), che conferma la sua appetibilità con oltre 10mila presenze alle attività formative e un programma sinergico per temi e modalità di fruizione alle evoluzioni manageriali e di business in atto. Insomma, il sistema funziona e i numeri e le azioni garantiscono un’ottimale funzionamento della solidarietà tra le diverse età e categorie.

Fondazione Prioritalia Continuiamo poi a investire in altre iniziative, come ad esempio la Fondazione Prioritalia, per recuperare la centralità della rappresentanza, dando seguito al percorso iniziato nel 2012. La Fondazione Prioritalia, nella quale confluiscono tutte le organizzazioni della dirigenza e del management italiano, anche grazie all’azione concreta delle nostre Associazioni territoriali e dei tanti manager volontari impegnati sul campo, sviluppa il ruolo socio-politico della comunità manageriale al servizio della collettività. Vogliamo e dobbiamo così incidere positivamente anche nella

società in cui viviamo. Una classe dirigente degna di tale nome non può galleggiare nell’indifferenza e nell’inattivismo. È compito di noi tutti utilizzare la ragione ed essere un connettore di responsabilità civica. Bisogna pensare al bene comune e farlo con ogni strumento utile che siamo riusciti a creare: Prioritalia, Cida, Federazioni e Associazioni territoriali. L’obiettivo è mettere al centro ogni manager associato, offrendogli l’opportunità di esprimersi nel sociale, facendolo diventare soggetto attivo e rendendolo nel contempo oggetto delle attenzioni che solo un complesso di servizi evoluto come il nostro sistema può offrire. 

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Focus territori

IN VIAGGIO PER L’ITALIA

Scenari socio-economici regionali e nazionali a confronto. L’ultima Assemblea Manageritalia ha dato ampio spazio alle Associazioni territoriali, alle loro priorità e alle loro azioni Eliana Sambrotta

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ANAGERITALIA ha dedicato la sua 92a Assemblea ai suoi territori. Ampio spazio alle attività delle Associazioni, alle loro priorità e peculiarità. Per capire a fondo ogni singola area però è necessario avere una panoramica della situazione socio-economica a livello regionale. Ecco perché abbiamo analizzato l’andamento del Paese mettendo a confronto i vari territori, purtroppo in alcuni casi riferendoci a dati Istat del 2016, gli ultimi disponibili a livello regionale. Eppure sappiamo, grazie ai dati nazionali, che la situazione attuale risulta, almeno leggermente, migliorata. Quella che ci si pro-

pone è già l’immagine di un’Italia fuori dalla grande crisi del 20072013, che dal 2014 ha cominciato a riprendersi. Un’Italia che negli ultimi due anni ha ulteriormente aumentato il tasso di crescita del pil, beneficiando anche di un contesto internazionale espansivo che nel 2017 ha portato all’aumento dell’1,5% il pil in volume del Paese, con un’accelerazione rispetto al +0,9% del 2016. L’aumento del prodotto interno lordo a fine ottobre, rispetto allo stesso periodo del 2017, è dell’1,4% e la variazione acquisita per il 2018 dello 0,8%. Eppure solo una crescita solida e strutturale può ridare fiato alle famiglie creando occupazione, reddito, consumi e quindi pro-


durre un aumento di ricchezza. Una crescita che nei diversi territori che formano questo nostro Paese dipende dalla tipologia delle imprese e dei lavoratori, dalle peculiarità storico-economiche locali e, oggi non da ultimo, dall’interpretazione attiva o passiva della rivoluzione economica, tecnologica e sociale in atto. Affrontiamo ora un viaggio regionale già consci che ne uscirà uno scenario in cui talvolta gli indicatori nazionali sono quasi fuorvianti poiché gli squilibri territoriali sono forti e per alcune variabili accentuano certe piaghe, mentre per altre mostrano insperati processi di miglioramento. Un viaggio affascinante, per nulla scontato, con alcuni punti fermi e non poche novità.

Il pil pro capite regione per regione Basiamoci sugli ultimi dati Istat disponibili a livello regionale che risalgono a due anni fa e partiamo dalla produzione di ricchezza. Nel 2016 il pil pro capite a livello nazionale è pari a 27.700 euro, ma la situazione regione per regione è molto variegata. Tutto il Nord più Lazio e Toscana segnano cifre superiori e non sorprende che le regioni settentrionali siano tra quelle con pil pro capite più alto, cresciuto nel periodo 2011-2016 più della media nazionale. Unica la Valle d’Aosta, che sebbe-

ne sia sempre tra le positive, nella media del periodo è arretrata. Anche il Lazio, più vicino alla media nazionale, ha perso terreno negli ultimi anni. Le differenze regionali tra Nord e Sud rimangono però molto ampie: si passa dalla provincia autonoma di Bolzano che si distingue con il pil pro capite più alto, pari a 42.500 euro, staccando di parecchio la seconda, la Lombardia, che si ferma a 36.800 euro, alla Calabria che si caratterizza come la regione con quello più basso, toccando i 16.600 euro per abitante. Colpiscono alcune regioni del Sud che hanno avuto un incremento positivo. Sul quinquennio la Basilicata guadagna la performance migliore con una crescita dell’1,6%; invece, considerando il solo 2016, è la Campania a segnare un 3,2% in più, seguita dal Molise con 2,8%. Male in entrambi i periodi di riferimento l’Umbria che si piazza sempre all’ultimo posto.

Ma è a livello regionale che si evidenziano interessanti particolarità. Sono infatti distribuite in maniera piuttosto equilibrata le cinque regioni che mostrano un peso pressoché equivalente tra industria e servizi privati: Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. In tutte, eccetto l’ultima, il terziario, seppur di poco, prevale. Poi saltano all’occhio le tante regioni del Sud a forte trazione del terziario pubblico, che pesa tra il 45 e il 50% sui redditi da lavoro dipendente. Infine guardiamo le regioni dove prevale il terziario privato, ovvero quelle dove il nostro settore pesa dal 35% in su con l’apice del

PRODOTTO INTERNO LORDO A PREZZI CORRENTE PER ABITANTE

Provenienza dei redditi da lavoro dipendente Passiamo ora ad analizzare il peso dei vari settori sull’economia locale. Lo facciamo guardando alla provenienza dei redditi da lavoro dipendente. A livello nazionale, l’industria pesa per il 22,9%, il terziario, anche considerando solo quello privato, prevale pesando per il 38,7% mentre quello pubblico è al 32,5%.

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Focus territori

REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE PER SETTORE ECONOMICO

47% segnato dal Lazio e dalla Lombardia subito dopo, al 45,8%. Sono in buona compagnia con Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana e le province autonome di Bolzano e Trento.

L’occupazione giovanile e le fonti di reddito

OMOGENEITÀ NELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO NETTO FAMILIARE

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Un dato indicativo per capire il futuro di ogni territorio è certamente il tasso di occupazione giovanile. Considerato che a livello nazionale siamo al 61,3%, di cui gli uomini al 69,7% e le donne ferme al 52,7%, è sempre la provincia di Bolzano quella più virtuosa con un tasso di occupazione tra i 25-34enni pari all’81,4%, seguita a ruota dalla Lombardia con un 77,6% e dalla provincia di Trento, Veneto e Valle d’Aosta, tutte e tre sul 75%. Dunque tutto il Nord, salvo la Liguria, è sopra al 70%. Il Centro veleggia intorno al 65% con la Toscana che si avvicina al Settentrione e l’Abruzzo che invece si avvicina al Meridione (59,9%). Il Sud è tutto sotto il 50%. Anzi, esclusi Molise (49,7%), Basilicata (47,6%) e Puglia (47,2%), è addirittura al 40% o inferiore con la Calabria che chiude al 38,4%. L’occupazione è chiaramente una variabile fondamentale ai fini della produzione del reddito familiare, ma sebbene il lavoro sia la maggiore fonte di entrate, anche qui le differenze balzano all’occhio. Nel 2015 il lavoro – che

sia dipendente o autonomo – è la fonte principale di reddito per il 57,7% delle famiglie italiane, contro il 39,6% per le quali lo sono i trasferimenti pubblici. I redditi da lavoro dipendente sono al 44,7%: massimi nelle province autonome di Bolzano 54,8% e Trento 48,5%, in Lombardia 48,2%, Emilia Romagna 47,3% e Veneto 47,2%. Minimi in Puglia e Sardegna (40,2%), Sicilia (39,9%) e Calabria (33,6%). Quelli da lavoro autonomo invece hanno un peso medio nella penisola pari al 13% e sono a sorpresa massimi in Molise (16,6%) e minimi in Abruzzo (8,6%). In ogni caso il lavoro pesa più del 50% in tutta la penisola, salvo in Sardegna dove è minimo e cioè al 49,8%. È al suo massimo nella provincia di Bolzano con il 67,8%, e a seguire al 61,9% in Lombardia. Scendendo nella penisola, salvo il Lazio che è al 60,6% e la Toscana al 58,7%, siamo appena sopra il 50%. Per chiudere vediamo i trasferimenti pubblici, che ricordiamo comprendono le pensioni e pesano per la maggiore in Sardegna e Molise, nel dettaglio in entrambe per il 47,3% precedute dalla Sicilia al 46%. Il minimo è segnato dalla solita Bolzano che è al 30,5% e Trento al 39,5%. Lombardia e Veneto sono sotto il 40%, poi via via si cresce nel Nord. Però sorprendono Toscana al 37,9% e Lazio al 35,5%.


La distribuzione del reddito familiare Vediamo ora alcuni indici sociali: scendendo in profondità, se in ogni regione analizziamo l’omogeneità nella distribuzione del reddito netto familiare tramite l’indice di concentrazione di Gini, abbiamo in effetti una sorpresa, perché il Nord-Est si piazza in pole position. È il Friuli-Venezia Giulia la regione con un’omogeneità del reddito maggiore, seguita dal Veneto e dalla provincia autonoma di Trento. Invece si posizionano in fondo Calabria, Campania e Sicilia. Per dare un metro di paragone, le prime regioni si attestano intorno ai valori dello 0,24/25 mentre le ultime intorno allo 0,32/33, dove ricordiamo 0 è pura equidistribuzione e 1 è massima concentrazione tra pochissimi. La ricca Lombardia è a metà classifica con 0,29 mentre Bolzano si piazza allo 0,26. Veniamo quindi al quadro che rappresenta le famiglie in povertà relativa al 2017 e che non può discostarsi troppo da quanto fin qui riscontrato. La media italiana di coloro che si trovano in questa condizione è pari al 29%, poco meno di un terzo, un dato che potremmo definire preoccupante. Ma che talvolta diventa addirittura allarmante a livello regionale. Perché se da un lato abbiamo la Valle d’Aosta dove sono solo il 4,4% le famiglie in questo stato, l’Emilia Romagna dove so-

no il 4,6 e la Lombardia dove sono il 5,5, dall’altro abbiamo la Calabria che si distacca molto da tutte le altre regioni con ben il 35,3% di famiglie in questa condizione, preceduta dalla Sicilia in cui sono il 29%. A parte queste due, poi si torna a valori inferiori alla media: la terzultima è infatti la Campania con il 24,4% delle famiglie che vivono in povertà relativa.

AZIENDE CON CONTRATTO MANAGERITALIA (2018)

E Manageritalia? Quante sono le aziende in cui siamo presenti con il nostro contratto? E quanti dirigenti abbiamo per regione? A ottobre 2018 sono 8.351 le imprese in cui siamo presenti con un totale di 23.616 dirigenti contrattualizzati. Oltre la metà si trovano in Lombardia, regione che da sola impiega 15.263 dirigenti, per una media di 3,6 per azienda. Un dato molto positivo che impenna la media nazionale portandola a 2,8, ma che bisognerebbe analizzare scorporando la Locomotiva d’Italia. Se la escludiamo, il numero delle aziende scende a 4.098 e i dirigenti a 8.576, con una media di dirigenti per azienda che cala a 2,1 e che in nessun altro caso arriva ai 3. Buoni i numeri di Lazio (2,4), Liguria, Veneto ed Emilia Romagna, tutte a 2,2. Stupisce il dato delle Valle d’Aosta in cui siamo presenti in sole 10 aziende (superato solo dal Molise con 6 aziende) e che

segna la media di dirigenti per azienda peggiore in assoluto: solo 1. Si pensi che il Molise, con meno aziende, riesce comunque ad arrivare a 1,8. Ogni regione, a volte persino ogni singola provincia, ha peculiarità positive e negative, caratterizzazioni storiche, influenze geologico-ambientali tanto quanto politiche che condizionano gli attori socio-economici e le trasformazioni in atto. Ecco perché durante l’ultima assemblea Manageritalia si è deciso di dare la parola ai protagonisti di ogni territorio, per raccontare le priorità su cui bisognerebbe agire a livello locale (vedi pagine 30-31). 

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ASSOCIAZIONI

Focus territori

Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria hub or club? art Up & Hope: Manageritalia St intercettare un ba pe lle università r ne pe , Ho ca & er Up ric t Portare Star i con centri di stipulare accord o, ur at ra m tu ù fu pi a ne zio cino d’utenz maginare l’evolu zie di sviluppo, im . a” es pr im incubatori e agen re ri del fa anager innovato della priorità “M

Durante l’ultima assemblea Manageritalia ogni Associazione territoriale ha anticipato un’azione in progetto per il 2019.

Liguria

Lombardia

Manager 4.0 Concretizzazione de lle prime evidenze che stanno emerge dal grande lavoro sv ndo olto dal gruppo Ma na ger 4.0, a illustrazion della nuova figura e del manager in tu tte le sue forme di Il Gruppo ha coinv vita. olto intelligenze e competenze multid nari anche esterne isciplialla nostra Organiz zazione.

Crollo de l Ponte M dall’eme orandi: u rgenza c scire Condivisio reando o ne delle c pportunit ompeten à azioni vo di crescit ze manag lte alla ri a eriali nell partenza stegno m a definizio del sistem anageria ne di a produttiv le alle im dimento o tramite prese, pre editoriale p soa razione d sul Porto della città i un appro di Genov tramite l’ fo a n, sostegno organizz lia 2019 a e promoz azione de Genova e io ll n ’A e ssemblea del Festiv Manageri al della C tarescita.

Friuli-Venezia Giulia Ingaggio per percezione Consolidare la reputazione e riposizionare i manager nell’immaginario collettivo come forza concreta alla guida di imprese di successo, a sostegno dello sviluppo e della crescita del territorio attraverso ingaggio di profili dedicati, sviluppo di eventi finalizzati alla valorizzazione dei manager della regione, engagement degli associati.

Trentino-Alto Adige Accompagnami Percorsi per realtà di terzo settore che si avvicinano ai temi dell’imprenditorialità sociale per stimolare gli enti del terzo settore ad accrescere o adottare un approccio manageriale e imprenditoriale nella realizzazione delle attività.

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Emilia Romagna Formazione Bosch zione con Robert il futuro”: collabora r pe rsi ; coinna nt lle me “A ge o Progett rtup mana cio del Master in sta lan e dio logna; Bo stu n; di tio tà Founda e Universi lder come Regione ho ke l masta de di e e o nt es volgime ne delle impr nternazionalizzazio ll’I de . a es ge tem l fu su Re o r progett Corridors fo I-CO-RE, University UN o ett og pr ; nt nageme

Toscana Proprietà intellettua le e obblighi legali nel settore de lla moda È stato costituito un valido gruppo di colle ghi concentrato sul supporto da fornire alle startup innovative e sta lavorando su accordi con importanti istituzioni: primo pro getto pilota sarà sul Fashion law in collabo razione con la Queen Mary University.


IN AZIONE Scopriamole brevemente... le seguiremo in maniera più approfondita nei prossimi numeri della rivista e online, man mano che si concretizzeranno

Piemonte e Valle d’Aosta VO.LA.RE: VO.lontaria to LA.voro RE.sponsabilit à Percorso da realizzare con una rete di partne rship strategiche e operative che sappia no trasformare le idee in progetti attraverso l’accordo strategic o di collaborazione firm ato da Prioritalia con i comuni di Ca rignano e Vinovo e alt ri comuni vicini grazie a una formazione mirata, Hr, simulazioni, com unicazione interpersonale, attivazio ne del proprio network.

Marche Ricostruire Supportare dopo il terr la ripresa d emoto el territorio in partnersh colpito dagli ip con Confc eventi sism ommercio M getti: Eco M ici del 2016 arche centr od Village d al i attraverso i M onte San M nale qualific due proartino (MC), ato; Camerin formazione o City Park e del piano d i perso(MC), definiz di marketin ione del busi g del centro ness plan commercial e in costruzi one.

Veneto Manager sul territorio mia veneta tramite la Focus su turismo, pmi, Autono ageriali e formazione condivisione di competenze man tecipazione, aumene focus su coinvolgimento e par artenenza a Managetando la consapevolezza di app ritalia.

Campania

Focus giovani Supporto manageriale alla Cooperativa la Roccia per lo sviluppo di attività per i giovani disagiati di Scampia con Prioritalia. Istituzione del Tirocinio civile nazionale attraverso la presentazione di una proposta di legge riservata ai Neet da svolgere presso i servizi comunali di Protezione civile in tutta Italia con il supporto di Cida e Prioritalia.

Puglia, Calabria ta a e Basilic rismo Focus tu Puralberghi e , con Fed e n sulio r z te a s Cre turistica un ma spitalità ersità, di ’o ll iv e n d u d e n a gli er e di un uovi tre e manag ne dei n ri o o ti it s d e n g la ogo dove i impre up: un lu ai giovan rt to ta a s n i ti d s de he opeatore ssionali, c en/incub fe rd ro a p g e t z h n Lig nzione a onsule lare atte o e offrire c ic re rt a ra p o v la ori con ersi sett ra in div ristico. quello tu

Sicilia Opportu nità del territorio Program per fare ma di iniz impresa iative che stema ec mette a c onomico onfronto coinvolge tori del co il sindo gli as mmercio sociati de , dell’Ho.R turismo, i sete.Ca., dell della cult a logistic ura e dei dano sull a, del servizi in a necess modo ch ità di una nageriali e incimaggiore tà nell’im e diffusa p renditori interlocu maa sicilian tori per c a e siano hi fa già che vorre v a lidi impresa bbero cre e per i g arla. iovani

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OSSERVATORIO LEGISLATIVO a cura di Manageritalia

MANOVRA DI BILANCIO

osservatorio

Pace fiscale e Quota 100: alcune considerazioni tecniche

E PAC LE A FISC

L’

Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano, presieduto da Carlo Cottarelli, fa chiarezza sulla “pace fiscale” inserita nel decreto legge del 23/10/2018, n. 119, parte integrante della manovra di bilancio. Il testo è attualmente all’esame del Parlamento per la sua conversione in legge. Nelle intenzioni del governo il provvedimento dovrebbe chiudere le vecchie pendenze per aprire un nuovo capitolo di rapporti tra contribuenti e fisco e dovrebbe assicurare un gettito addizionale, seppur contenuto, da utilizzare per l’attuazione del programma. Lo studio evidenzia come la “pace fiscale” non distingue tra evasori volontari e contribuenti in difficoltà. Nel provvedimento manca, almeno per ora, un meccanismo di sostegno per il pagamento delle cartelle di individui e imprese in difficoltà. Al riguardo, è stato annunciato un emendamento ad hoc che prevedrebbe il “saldo e stralcio” delle cartelle pagando un’aliquota crescente sulla base dell’Isee per le persone fisiche e dell’indice di liquidità per le imprese.

Un condono? La pace fiscale rappresenta un condono a tutti gli effetti. È molto comune la tendenza a valutare il successo e l’efficacia di un condono prendendo in considerazione come unica variabile il gettito aggiuntivo nel breve periodo. Ma ai

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condoni sono associati effetti negativi: incentivo all’evasione, costi amministrativi dell’implementazione dei condoni, costi derivanti dalla rinuncia a sanzioni, interessi e, come in questo caso, ai capitali stessi. È provato che i condoni aumentano la propensione all’evasione, soprattutto se sono prevedibili. Una beffa per coloro che, come la categoria dei manager, sono tra i maggiori contribuenti dello Stato. Il paradosso del sistema va rilevato tra i due estremi delle classi di reddito dichiarato: il 44,92% dei cittadini paga solo il 2,82%, mentre il 12,09% ne paga ben il 57,11%. È la fotografia di un paese che sta mettendo alla prova in particolar modo la cosiddetta classe media, spesso costretta a pagare più tasse per sopperire alla massa che non le paga. http://bit.ly/dir12-18-pace-fiscale

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l presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, nel corso dell’audizione in Parlamento sulla manovra economica ha illustrato le valutazioni dell’Upb sul suo impianto complessivo, sugli andamenti delle principali grandezze di finanza pubblica, sui principali interventi ipotizzati e sui loro effetti.

Superare la riforma Fornero Tra i punti salienti evidenziati nel corso dell’audizione particolare attenzione è stata data alla proposta di rivedere la ri-

forma Fornero e introdurre “Quota 100”. Secondo l’Upb, una valutazione puntuale dell’adeguatezza delle risorse nel Fondo per la revisione del sistema pensionistico rispetto agli obiettivi di modifica del sistema stesso (6,7 miliardi nel 2019 e 7 miliardi a decorrere dal 2020) sarà possibile solo dopo l’approvazione dei relativi criteri di attuazione dell’eventuale apertura di un nuovo canale di pensionamento. Se questo canale fosse parametrato a un’eventuale “Quota 100” come somma di un’età almeno pari a 62 anni e di un’anzianità contributiva di almeno 38 anni, la misura potrebbe potenzialmente riguardare nel 2019 fino a 437.000 contribuenti attivi. Circa il 90% della platea possiede i requisiti già a fine 2018, il restante 10% li maturerebbe durante l’anno. Più del 70% del totale delle nuove pensioni liquidabili nell’anno deriverebbero dal canale “Quota 100” e oltre il 68% è rappresentato da uomini, riflesso della maggiore maturità pensionistica di questi rispetto alle donne. Poco più della metà (52,8%) delle pensioni con Quota 100 potenzialmente liquidate nel 2019 sarebbe calcolata con il criterio di calcolo retributivo 40, la rimanente parte rientrando nel calcolo misto. La potenziale platea è costituita per circa il 43% da dipendenti privati (pari a 220.000) e per il 36% da dipendenti pubblici (oltre 156.000). La pensione media lorda dei privati e dei pubblici sarebbe di poco inferiore a 33.000 euro, superiore a quella degli autonomi (circa 18.000 euro), mentre l’assegno pensionistico lordo ammonterebbe mediamente a 30.000 euro. Dal confronto tra età medie di pensio-


namento emerge che coloro che nel 2019 soddisfano i requisiti per usufruire di Quota 100 potrebbero andare in pensione con un anticipo medio poco inferiore a 2,5 anni rispetto alla prima uscita utile, che per loro si aprirebbe a normativa invariata (pensione di vecchiaia, pensione anticipata e uscita per i lavoratori precoci). Qualora l’intera platea potenziale utilizzasse il canale di uscita appena soddisfatti i requisiti, potrebbe comportare un aumento della spesa pensionistica lorda stimabile in quasi 13 miliardi nel 2019 e sostanzialmente stabile negli anni successivi.

Effetto dell’anticipo del pensionamento sull’assegno pensionistico: differenza percentuale tra pensione Quota 100 e pensione Fornero

Problemi di risorse e di equità generazionale

N

Questa stima non è ovviamente direttamente confrontabile con le risorse stanziate per vari fattori: dal tasso di sostituzione dei potenziali pensionati con nuovi lavoratori attivi a valutazioni di carattere soggettivo (condizione di salute o penosità del lavoro) o oggettivo (tasso di sostituzione tra reddito e pensione, divieto di cumulo tra pensione e altri redditi, altre forme di penalizzazione). Resta il fatto che, secondo stime Upb, chi optasse per “Quota 100” subirebbe una riduzione della pensione lorda rispetto a quella corrispondente alla prima uscita utile, con il regime attuale da circa il 5% in caso di anticipo solo di un anno a oltre il 30% se l’anticipo è di oltre 4 anni. Per concludere, è certamente possibile introdurre altri elementi di flessibilità rispetto alle regole vigenti, per esempio per quanto riguarda i requisiti minimi di pensionamento. Si ritiene tuttavia necessario che interventi di questo tipo tengano conto del fatto che la sostenibilità finanziaria e l’equità intergenerazionale del nostro sistema si fondano sul nesso tra contributi versati e prestazioni erogate.

Anno di pensionamento con Quota 100

Anno di raggiungimento dei requisiti Fornero 2019 2020

2020

2021

–5,06%

–10,79%

–17,20%

–24,15%

–29,53%

–34,17%

–5,68%

–12,05%

–19,03%

–24,78%

–29,82%

–6,33%

–13,33%

–19,50%

–24,99%

–7,02%

–13,64%

–19,64%

–7,14%

–13,68%

2021 2022 2023

2022

2023

2024

2025

2024

–7,16%

IL SONDAGGIO DI MANAGERITALIA IN UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE el mese di novembre, l’On. Andrea Mandelli (FI) della commissione Bilancio della Camera ha richiesto i risultati dell’indagine commissionata da Manageritalia ad AstraRicerche sul decreto dignità (legge 96/18) per utilizzarli ai fini della presentazione di un’interrogazione parlamentare. La nostra indagine segnalava che il decreto dignità avrebbe portato a una diminuzione dell’occupazione complessiva, evidenziando come solo un manager su dieci (9,2%, 5,7% del totale) pensava ci potesse essere un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato mentre la maggioranza degli intervistati sosteneva che, nella propria azienda, le assunzioni con contratto a termine sarebbero state disincentivate. L’interrogazione riferisce gli ultimi dati forniti dall’Istat il 31 ottobre 2018, che evidenziano “un ulteriore calo dell’occupazione nel mese di settembre 2018 di -0,1% su base mensile, pari a -34mila unità, con conseguente calo del tasso di occupazione che scende al 58,8% (-0,1%). La diminuzione degli occupati si concentra tra i dipendenti permanenti (-0,5%, pari a -77mila), mentre quelli a termine registrano una tendenza positiva (+0,8%, +27mila)”. Viene poi sottolineato come dal 1° novembre 2018 sia concluso il regime transitorio previsto dal decreto e pertanto la nuova disciplina sui

contratti a termine si applica anche ai rinnovi e alle proroghe contrattuali. L’interrogazione dell’on. Mandelli riporta le prime ripercussioni in termini di occupazione su lavoratori che non vedranno rinnovato il proprio contratto di lavoro, come quelli del call center Comdata di Lecce, come i lavoratori in somministrazione al call center Teleperformance di Taranto e come nella città metropolitana di Milano, dove i lavoratori a rischio sarebbero 700. La richiesta al ministro del Lavoro “è stata su quali iniziative intenda mettere in campo per incentivare l’occupazione in Italia”. Attendiamo la risposta del ministro Di Maio. Testo dell’interrogazione a risposta orale: http://bit.ly/dir12-18-interr-manager

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STRAORDINARI! Una serata all’insegna dell’eccellenza italiana, viaggiando nella storia del nostro Paese

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L 9 NOVEMBRE si è tenuta a Milano, al Teatro Dal Verme, la IX edizione del Premio Eccellenza Lido Vanni promossa da Manageritalia, Cfmt e Confcommercio Imprese per l’Italia.

Luca Padovani

e

Il premio è stato assegnato tra i manager a chi ha cambiato i modelli di business e ha sfondato all’estero, tra le aziende a chi ha investito sull’Italia e, tra i partner della formazione, a chi ha saputo innovare e diversificare. I manager sono Stefania Cimi-

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no (presidente e amministratore delegato Roland DG South Europe), Paola Floris (vicepresident and country general manager CHEP Canada), Fiorella Passoni (general manager Edelman Italia) e Alfonso Emanuele de León (vicepresident Aveda e Origins Asia-Pacific at Estée Lauder Companies). Le aziende sono invece Deloitte Italia, Microsoft Italia, Nh Hotel Group Italia e Interporto Servizi Cargo, mentre per i partner della formazione manageriale il premio è andato a Liuc Business School e Sda Bocconi School of Management. Cfmt ha assegnato anche un premio speciale a Carlo Romanelli, ceo Net Working e cofondatore European Hardiness Institute, per i dieci anni dell’Accademia Sport & Management. Quest’anno, per la prima volta, anche un premio Eccellenza targato Business People, magazine rivolto ai manager e media partner del premio da alcuni anni, assegnato a Carlo Barlocco, presidente Samsung Electronics Italia, che ha portato al successo i prodotti della multinazionale coreana nel nostro Paese. C’è poi un premio speciale per manager affermati professionalmente che hanno dedicato tempo e competenze lavorando anche per l’organizzazione di Manageritalia, che proprio per questo solitamente non possono

concorrere al premio. A riconoscimento – passato, presente e futuro – di tutti questi manager sono saliti sul palco Ernesto Burattin, consigliere delegato Fondazione Opera; Ugo Gatta, manager di lungo corso oggi in pensione; Gaetano Torino, direttore Grand Hotel Sina Bernini Bristol di Roma.

Un riconoscimento al valore L’iniziativa ha l’obiettivo di riconoscere il valore manageriale di manager, aziende e professionisti della formazione, protagonisti con il loro lavoro e le loro idee dello sviluppo del terziario e dell’economia. Il Premio, nato nel 2000 e giunto oggi alla nona edizione, evidenzia ogni due anni il valore espresso ai massimi livelli di eccellenza manageriale, di impresa e professionale, riconosce la capacità di guidare uomini e organizzazioni a cogliere opportunità e creare valore, nel profit ma anche nel non profit, nell’economia e nella società, premia le imprese capaci di innovare e contribuire alla crescita e allo sviluppo del Paese.

Un gesto eccellente La serata di beneficenza ha permesso di raccogliere fondi a favore della Lega italiana per la Fibrosi Cistica Onlus, da destinare alla ricerca e all’assistenza.

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I PREMIATI - MANAGER - IMPRESE - PREMI SPECIALI

I MANAGER Da sinistra, Armando Ponzini, amministratore delegato Cargeas Assicurazioni; Alfonso Emanuele de León, vicepresident Aveda e Origins Asia-Pacific at Estée Lauder Companies; Stefania Cimino, presidente e amministratore delegato Roland DG South Europe; Paola Floris, vicepresident and country general manager CHEP Canada; Fiorella Passoni, general manager Edelman Italia; Guido Carella, presidente Manageritalia.

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IL PREMIO BUSINESS PEOPLE Da sinistra, Carlo Barlocco, presidente Samsung Electronics Italia; Vito Sinopoli, editore Business People.

LE IMPRESE Da sinistra, Francesco Pagni, direttore operations Interporto Servizi Cargo; Claudia Vanni e Marco Gilardi, direttore operations, entrambi di NH Hotel Group Italia; Lino Enrico Stoppani, vicepresidente vicario Confcommercio Imprese per l’Italia; Silvia Candiani, amministratore delegato Microsoft Italia, Gianluca Del Nero, talent leader Deloitte Italia.

I PREMI CFMT Da sinistra, Giorgio Rapari, vicepresidente Cfmt; Vittorio D’Amato, direttore executive MBA International Full Time MBA Liuc Business School; Raffaele Secchi, dean Liuc Business School; Bruno Busacca, prorettore per lo sviluppo e le relazioni con gli alunni Università Bocconi; Giuseppe Soda, direttore SDA Bocconi School of Management; Carlo Romanelli, ceo Networking e co-fondatore European Hardiness Institute; Pietro Luigi Giacomon, presidente Cfmt.

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I PREMI SPECIALI Da sinistra, Gaetano Torino, direttore Grand Hotel Sina Bernini Bristol di Roma; Ernesto Burattin, consigliere delegato Fondazione Opera; Ugo Gatta, manager di lungo corso oggi in pensione; Guido Carella, presidente Manageritalia.


Un momento del musical Viva l’Italia. La Compagnia: Lorenzo Baglioni (autore e performer), Michele Baglioni (autore), Gregory Eve (autore), Valerio Bellini (coreografo e performer), Beatrice Baldaccini (performer), Cristiana Ionda (performer), Alex Mastromarino (performer), Chiara Materassi (performer), Gianluca Sticotti (performer).

70 anni della Costituzione

Viva l’Italia - Viaggio alla scoperta delle storie che hanno fatto la nostra storia Al termine delle premiazioni si è tenuto uno spettacolo, ideato ad hoc e rappresentato da giovani ma già famosi performer e attori

di musical. Un modo innovativo per celebrare l’eccellenza e la Costituzione, con una sorta di passaggio generazionale tra la stessa Costituzione e le nuove leve, che avranno il compito di prendere il testimone dei suoi valori continuando a diffonderla e mantenendone intatto il riferimento per tutti. Il “viaggio cele-

brativo” ha ripercorso storie simbolo della nostra vita, sulle note di alcuni dei più famosi successi della musica italiana, ricordando figure di spicco che hanno lasciato un’impronta nel racconto del nostro Paese. Il musical “Viva l’Italia” è stato scritto da Lorenzo Baglioni, Michele Baglioni e Gregory Eve. 

IL PREMIO

La nona edizione del Premio Eccellenza è stata un’occasione per celebrare i settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana. Un documento basato su principi e articoli che hanno posto le basi per una convivenza etica e libera, dove il talento dei singoli trovasse spazio per esprimersi e raggiungere livelli di eccellenza, contribuendo al prestigio del nostro Paese nel mondo.

È organizzato da

R

e sponsorizzato da

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I SEGRETI DELLA LONGEVITÀ MANAGERIALE Come rimanere professionalmente attraenti e appetibili a lungo Alessia Tanzi fondatrice di Y-C Yoga Coaching

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A NATURA più autentica delle esperienze che ogni giorno viviamo è il cambiamento, il movimento. Senza movimento non c’è vita. Mi piace partire da questo concetto perché questa è anche la chiave per comprendere i criteri su cui si fonda la longevità manageriale, che porta con sé i concetti di evoluzione e di allenamento. Rita Levi Montalcini amava sottolineare come il cervello sia l’unico organo non soggetto a usura: più lo usiamo, meglio funziona. Ma come allenarlo?

Longevità manageriale e cervello: le parole chiave Flessibilità, capacità di adattamento e propensione al cambiamento. Sono elementi che aumentano la longevità manageriale e sono inversamente proporzionali allo stress, che crea rigidità e un atteggiamento di difesa. Se siamo stressati, siamo anche rigidi e incapaci di adattarci e cambiare. Proprio come nella fisica meccanica un metallo

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diventa fragile se accumula tensioni interne e si rompe più facilmente, così noi “ci spezziamo” (con acciacchi fisici e malesseri psicologici) quando siamo rigidi e tesi, in una parola stressati. La longevità si fonda innanzitutto sulla capacità di adattamento alle condizioni esterne e interne. Questa è anche una caratteristica fisiologica del cervello encefalico, che oggi sappiamo essere plastico. Gli scienziati ci assicurano che il cervello può potenzialmente rigenerarsi e rinnovarsi anche in età molto avanzata. Plasticità significa che i neuroni possono cambiare forma e funzione in risposta ad alterazioni del loro ambiente, continuando a rinnovarsi anche a 90 anni. Identità, forza e padronanza di sé. Se l’elasticità, cioè la capacità di adattamento al cambiamento, è il pri-


mo pilastro della longevità, il secondo è una forte identità, avere una direzione chiara, una voce dentro di noi che ascoltiamo. Se coltivo la mia identità e conosco i valori che mi guidano, controllerò il mio percorso di carriera e difficilmente mi lascerò destabilizzare da cambiamenti repentini che mettono in discussione il mio ruolo, poiché la mia identità è indipendente dal mio ruolo in azienda. Questo è un punto importante. È necessario quindi allenare ogni giorno l’autoconsapevolezza, che a livello neurologico si trova in una piccola porzione della corteccia cerebrale, l’insula, tra i lobi temporale e frontale. Strategico per la longevità manageriale è anche l’ascolto attivo, cioè l’attenzione verso i segnali provenienti dall’ambiente, le nuove idee, le tendenze, i movimenti

spesso sotterranei del mercato. Intuizione, attenzione, ascolto. Anche queste caratteristiche hanno specifici corrispettivi fisiologici nel nostro cervello: la ghiandola ipofisi, l’epifisi, l’emisfero destro. Focus, concentrazione. Ogni leader sa che avere la leadership significa saper scegliere la direzione e concentrare l’attenzione su una sola cosa, la più importante, mettendo da parte le altre. Gli psicologi parlano di “controllo cognitivo”, una delle funzioni esecutive superiori del cervello. Fisiologicamente ne sono responsabili i lobi frontali, che sono la sede del pensiero strategico.

Queste facoltà possono essere allenate e rafforzate? Ci sono essenzialmente due modi per allenare e rafforzare queste facoltà: uno reattivo e uno preven-

Flessibilità, capacità di adattamento e propensione al cambiamento. Sono elementi che aumentano la longevità manageriale e sono inversamente proporzionali allo stress, che crea rigidità e un atteggiamento di difesa

tivo. Perché il nostro sistema nervoso apprende attraverso l’esperienza oppure grazie all’allenamento. La prima modalità consiste nel non fare nulla e attendere l’“incidente” che provocherà uno shock, ovvero un “attacco di realtà”. Esempi classici: vengo licenziata, la mia azienda viene acqui-

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Brain & Career Longevity Come rimanere professionalmente attraenti a lungo I temi della career longevity e del mantenimento della piena employability fino a fine carriera sono d’attualità fra i manager in quest’economia “liquida”. Il manager misura il suo successo professionale su quanto il suo ruolo in azienda garantisce sufficiente libertà d’azione e possibilità di incidere, oltre che sui risultati e sulla condivisione delle strategie aziendali. Ma soddisfare questi parametri in maniera continuativa dopo i 50 potrebbe essere meno fluido, e a questa fase è meglio prepararsi ben prima. Quali sono le qualità chiave che permettono a un dirigente di mantenere employability e “appetibilità” nel tempo? Creatività e capacità di rinnovarsi? Flessibilità e disponibilità a imparare e mettersi in discussione o invece chiarezza di obiettivi e talento nel mantenere salde le posizioni? Quanto conta lo stile di vita e l’extra lavorativo? E in tutto ciò, quanto conta la “brain fitness”, ovvero l’attitudine a muoversi con freschezza, chiarezza, energia e motivazione anche quando la carta d’identità farebbe immaginare una certa ruggine? Quali elementi aiutano a evitare, fin dalla giovane età, di dover cedere ad altri il controllo sulla propria carriera? Quali consigli, trucchi e strumenti possono aiutare a rimanere professionalmente attraenti a lungo? Cfmt Milano, 30 gennaio – orario 18-20 Per informazioni e iscrizioni: http://bit.ly/braincareer Anna Scirea - ascirea@cfmt.it

sita oppure fallisce. In questi casi sono costretta ad agire (meglio “reagire”) spinta da una sfida. Se supero con successo la sfida, ho costruito una nuova competenza che mi aiuterà a vincere le sfide future e rafforzerà la fiducia in me stessa. Questa è l’esperienza, traumatica ma efficace. E se non supero la sfida? Esiste un’altra modalità, grazie alla quale il rischio di insuccesso viene quasi azzerato: è l’allenamento neurologico preventivo delle variabili psico-fisiche endogene. Detto con parole più sempli-

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ci, uso l’intelligenza del corpo, cioè del mio cervello, per rafforzare la leadership e l’efficacia manageriale. Le sfide esterne continueranno a sollecitarmi, ma mi troveranno preparata a superarle. Questa è la soluzione che prediligo e consiglio.

Il Neuro-Training come modalità per allenare il cervello Uno dei modi più diretti ed efficaci per farlo è una disciplina messa a punto dal ricercatore australiano Andrew Verity, il Neuro-Trai-

ning. Si tratta di una modalità d’avanguardia destinata ad allenare le diverse aree e funzioni del cervello per integrarle tra loro. Il sistema nervoso diventa un alleato che produce scelte competenti capaci di tradursi in azioni e performance elevate. Del resto lo sappiamo tutti che il cervello umano è il software più sofisticato che esista, perché utilizza il patrimonio genetico, ma ogni giorno apprende e si adatta attraverso l’esperienza. Grazie al Neuro-Training, il sistema nervoso può essere allenato in “atmosfera protetta” rispetto agli shock delle esperienze reali, così da essere preparato ad affrontare le esperienze che vivremo. Attraverso semplici esercizi di allenamento neurologico (per esempio stimolazioni di punti riflessi), il Neuro-Training permette di avere accesso al nostro subconscio e rimuovere conflitti, stress e schemi neurologici che assorbono energia e risorse destinate invece ad alimentare quelle facoltà tanto importanti per la longevità manageriale. Da oltre sette anni studio in contatto diretto con Andrew Verity e sono testimone di come, attraverso questi allenamenti, il sistema nervoso scopra strade nuove e più coerenti e ci porti al successo nel lungo periodo. Il cervello viene ri-allenato a utilizzare le proprie risorse e a raggiungere risultati elevati in modo spontaneo e naturale. 


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IL MANAGER IN MUSICA

Dalla complessità delle esecuzioni musicali una chiave per affrontare con efficacia le nuove sfide manageriali Gian Carlo Cocco presidente Gian Carlo Cocco Sagl

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ER INTRODURRE il ciclo di incontri che collegano la direzione d’orchestra alla direzione d’impresa (vedi box a pagina 44), ho posto a Daniele Agiman, direttore d’orchestra sinfonica e docente di direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano, nonché uno dei due relatori del citato ciclo di incontri, alcune domande utili per approfondire il tema del Manager in musica. Dalle risposte di Agiman ho cercato di trarre utili e originali spunti per interpretare in modo innovativo e con successo il ruolo

manageriale nei turbolenti, complessi e imprevedibili contesti nei quali operano attualmente le imprese (vedi intervista a fianco). La formazione di un quartetto ha molte analogie con il funzionamento di un team concentrato e la direzione d’orchestra ha molte assonanze con l’organizzazione e la gestione di un’impresa o di una complessa unità organizzativa.

Esaminiamo alcuni spunti L’integrazione consente di realizzare la prestazione eccellente dell’orchestra. Allo stesso modo,


Qual è il segreto per apprezzare un’esecuzione musicale? «Va ricordato che i grandi compositori non hanno scritto le loro opere per gli addetti ai lavori: le hanno realizzate per il godimento di normali ascoltatori che possiamo definire sinteticamente “pubblico”. Esistono diversi livelli di apprezzamento: godersi lo spettacolo e la teatralità (seguendo, ad esempio, il direttore e l’esecuzione coordinata degli orchestrali: emblematico in proposito è il concerto di capodanno a Vienna); apprezzare le relazioni tra i musicisti mentre fanno musica insieme unificando visione e ascolto; ascoltare astraendosi e valorizzando il messaggio emozionale».

se i componenti di un’organizzazione non riescono a creare sintonia tra loro, e anche con i clienti e i fornitori, non riusciranno mai a ottenere e mantenere il successo sul mercato. I nemici dell’eccellenza in un’esecuzione musicale sono le trappole

Qual è il ruolo di un direttore d’orchestra sinfonica? «Dal punto di vista storico, la prima fondamentale richiesta dell’orchestra nel suo insieme richiede che il direttore “batta il tempo”, cioè ogni orchestrale chiede in sostanza “mandaci insieme”. Secondariamente, l’orchestra chiede al direttore “ascoltaci”, perché siamo tanti e messi insieme l’ascolto reciproco diviene difficile. La comunicazione reciproca tende a non funzionare, al contrario di come avviene fluidamente in un quartetto. In terzo luogo gli si richiede una visione complessiva nella quale si inserisce il contributo specifico di ciascuno. Va ricordato che lo studio, il talento naturale e l’allenamento continuo di ciascun orchestrale è condizione indispensabile per un’esecuzione eccellente, ma da soli non bastano. L’integrazione la deve fornire il direttore». Perché è fondamentale il contributo del direttore di un’orchestra sinfonica? «Un buon direttore è un direttore efficace: deve avere la capacità di innalzare il livello dell’orchestra dal livello standard che già la caratterizza. Questo è il reale valore aggiunto che deve fornire

mentali citate nell’intervista. Le trappole mentali sono presenti, e ancor più diffuse e pericolose, anche nel mondo organizzativo. Sono caratterizzate dal ricorso a formulazioni errate, dall’accettazione di stimoli distorcenti e da impedimenti emotivi.

INTERVISTA A DANIELE AGIMAN

Come nasce un quartetto d’archi? «Il quartetto d’archi è la formazione musicale più prestigiosa: è composta da due violini, una viola e un violoncello. Ogni componente, suonando la propria parte, deve riuscire ad armonizzarsi con il gruppo. Si tratta di un’organizzazione ridotta, ma estremamente complessa per funzioni e relazioni. È composta da eccellenti solisti che devono avere la capacità, per ottenere una prestazione di elevato livello, di mettere da parte il proprio ego».

Daniele Agiman, direttore d’orchestra sinfonica e docente di direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano

all’orchestra e lo può fornire solo originando motivazione e senso di appartenenza tramite delega intelligente e valorizzazione individuale e collettiva. Da parte del direttore occorre creare le stesse condizioni di libertà e sintonia che esistono in un quartetto. Uno degli ostacoli più insidiosi che un direttore d’orchestra sinfonica deve superare sono le “trappole mentali” nelle quali anche i più esperti possono cadere. Ad esempio, pensare di ascoltare ciò che l’orchestra esegue realmente mentre in realtà si sta evocando la propria idea di esecuzione musicale maturata nell’attento e profondo studio della partitura».

Come combattere le trappole mentali? Acquisirne consapevolezza e, conseguentemente, non sottovalutarle: l’esempio del direttore che crede di ascoltare ciò che risuona nella sua mente, anziché ciò che eseguono gli orchestrali, è illuminante.

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Management

Il manager in musica Due nuovi appuntamenti, fruibili separatamente, con Gian Carlo Cocco e il direttore d’orchestra Daniele Agiman, per collegare la direzione di un’orchestra sinfonica con la direzione di un’azienda. Il confronto tra questi mondi apparentemente lontani consente di rileggere la propria esperienza manageriale da una nuova produttiva angolazione. Dentro un quartetto d’archi: la sfida dell’imprevedibilità Cfmt Milano, 5 febbraio - 9-13 Cfmt Roma, 26 marzo - 9-13 Entrare fisicamente dentro un’esecuzione musicale, con un quartetto d’archi che si esibisce dal vivo, per capire come funziona un’organizzazione professionale particolare, ma estremamente strutturata e complessa. Il coraggio manageriale per affrontare la complessità Nuovi approcci per orchestrare il team aziendale Cfmt Milano, 19 marzo - 9-13 Cfmt Roma, 14 maggio - 9-13 Le trappole mentali nella direzione d’orchestra sinfonica e nella direzione d’impresa. È l’integrazione dei “tre cervelli” (cognitivo, emotivo e istintivo) e l’auto-coaching, alla base delle prestazioni eccellenti. Per informazioni e iscrizioni: Luisa Panariello - lpanariello@cfmt.it - 025406311 Valentina Chiaramonte - vchiaramonte@cfmt.it - 065043053

Il fondamentale contributo di un direttore d’orchestra sinfonica, come ricorda Herbert von Karajan, è quello di consentire al gruppo degli orchestrali di mettersi nella “giusta disposizione” e di raggiungere lo “stato di grazia musicale”. Ebbene, per affrontare i complessi e imprevedibili mercati occorre che i manager sappiano mettere i propri collaboratori e se stessi nella giusta disposizione e raggiungere lo stato di grazia professionale. Lo stato di grazia professionale, che ogni manager ha già raggiunto nel passato quando ha ottenuto

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risultati eccellenti, senza averne consapevolezza e non sapendo come riprodurlo, può essere con maggiore frequenza programmato e raggiunto sapendo che deriva dall’armonizzazione dei cosiddetti “tre cervelli”: il cervello corticale che presidia i processi cognitivi, il cervello limbico che presidia i processi emotivi, il tronco encefalico che presidia i processi istintivi.

Trance agonistica Lo stato di grazia professionale è confrontabile alla trance agonistica, al cosiddetto “flusso” che con-

sente agli sportivi e agli artisti di ottenere prestazioni eccellenti nei momenti chiave della loro attività. Così come l’essenza della direzione d’orchestra consiste nel coraggio di affrontare una complessità apparentemente caotica, anche l’essenza della nuova managerialità deve basarsi sul coraggio di affrontare la complessità e l’imprevedibilità ricorrendo alle citate tre risorse mentali (fino al recente passato ai manager era richiesto di fare ricorso sostanzialmente al sistema cognitivo, rifuggendo le emozioni e le spinte istintive). L’essenza della nuova managerialità consiste nel non spaventarsi davanti alle ipotesi che possono verificarsi “cigni neri”. Ricorrere, quindi, ai vantaggi dell’antifragilità che consente di “prosperare nel disordine” sfruttando, senza timore, la complessità e le difficoltà come fa un surfista con le minacciose onde degli oceani.

No alla frenesia In altri termini (come ci insegna la direzione d’orchestra sinfonica), occorre non farsi travolgere dall’attuale diffusa e contagiosa frenesia, salvaguardando i propri tempi di riflessione e apprendimento (anche tramite l’auto-coaching). In sostanza: prevedere il peggio per prepararsi al meglio senza cadere nella trappola del pessimismo e della sfiducia. 


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Economia

UNA MANOVRA AD ALTO RISCHO Legge di bilancio per il 2019: un’impostazione molto criticata da tutti gli operatori finanziari. Vediamo le disposizioni più rilevanti Valeria Pistolese responsabile relazioni istituzionali Manageritalia

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L’

IMPIANTO del disegno di legge di bilancio per il 2019 prevede interventi finanziari per 37 miliardi di euro complessivi, di cui 21,7 derivanti da maggiore indebitamento. Quest’ultimo aspetto è quello che maggiormente preoccupa gli operatori economici. Il deficit inizialmente previsto dal governo era del 2,4%, stima corretta in questi giorni al 2,04%, visto che la Commissione europea ha ritenuto che nel 2019 potrebbe essere pari al 2,9%, quindi a un passo dal 3%. Un debito pubblico destinato a crescere, a fronte di una prevedibile crescita medio-bassa del Paese. Aumentare il deficit non è di per sé una mossa sempre e comunque disprezzabile; sarebbe ammissibile in un Paese che intendesse crescere e che non avesse il debito pubblico che ha l’Italia. Quando abbiamo incontrato l’on. Vanessa Cattoi della Commissione Bilancio in quota Lega, ci disse che l’aumento del deficit è un rischio assolutamente calcolato dal governo, per di più inevitabile se si vogliono adottare misure dra-

stiche per il cambiamento e la crescita del Paese. Il governo giallo-verde si è assunto quindi un alto grado di responsabilità con l’ultima manovra di bilancio, non solo nei riguardi dell’Europa, che comunque ha aperto una procedura d’infrazione, ma nei riguardi dei cittadini italiani, considerato che l’Italia continua ad accumulare un debito pubblico come nessun altro paese in Europa. Ci auguriamo sia in grado di assolvere i suoi impegni. Ma vediamo in dettaglio le disposizioni più significative della manovra di bilancio.

Voucher per i manager La misura che più interessa la categoria, seppure con alcune perplessità, è rappresentata dall’incentivo per le piccole e medie imprese di dotarsi di una figura manageriale per l’innovazione. La norma prevede un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher per l’acquisizione di competenze professionali specialistiche di supporto alle pmi che intendono investire in innovazione e tecnologie digitali. Il contri-


buto non può superare il 50% dei costi sostenuti, con un limite massimo di 40.000 euro. Obiettivo della misura non è solo quello di favorire processi di digitalizzazione ma anche l’ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. L’agevolazione è prevista anche per le imprese che sottoscrivono contratti di rete per lo sviluppo di processi innovativi in materia di trasformazione tecnologica e digitale. In questo caso l’ammontare del voucher è fino a 80mila euro, che verrà concesso previa sottoscrizione di un contratto di consulenza tra le imprese e i ma-

nager, che dovranno avere determinati requisiti di qualificazione ed essere iscritti in un apposito elenco. Per l’erogazione dei due contributi viene istituito un capitolo di bilancio con una dotazione di 25 milioni di euro per tre anni. Questa misura, come si è detto, desta alcune preoccupazioni, perché il voucher non solo non porta alla stabilizzazione del manager ma potrebbe “drogare” l’assetto contrattuale dei dirigenti, che Manageritalia porta avanti con convinzione. La misura introdotta potrebbe essere strumentalizzata da parte delle pmi per dotarsi di un manager consulente in luogo di una figura stabilmente inserita nell’organico azienda-

Aumentare il deficit sarebbe ammissibile in un paese che intendesse crescere e che non avesse il debito pubblico che ha l’Italia

le. D’altra parte la misura esaminata può rappresentare un’opportunità molto interessante per i dirigenti fuoriusciti dal mercato del lavoro e posseggono le competenze giuste per aiutare le microimprese nel processo di digitalizzazione. Manageritalia sta già collaboran-

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Economia

do con le istituzioni competenti per la creazione di una banca dati di digital mentor associati a Manageritalia. Occorrerà contemperare tra le due opposte esigenze e intervenire in sede di regolamentazione, al fine di tutelare al meglio i profili manageriali.

Fondi per l’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza Viene istituito presso il ministero del Lavoro un fondo per l’introduzione nel nostro ordinamento del reddito di cittadinanza (ma anche della pensione di cittadinanza), con una dotazione pari a 9 miliardi di euro a decorrere dal 2019. Forse troppo altisonanti gli obiettivi dell’erogazione di questo reddito, ovvero “una misura contro la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro, nonché il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione, alla cultura”.

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Fino all’emanazione di provvedimenti attuativi della norma, che ci auguriamo dispongano rigorosi requisiti per l’accesso e altrettanti rigorosi controlli, continuano a essere riconosciute le prestazioni relative al beneficio economico del Reddito di inclusione introdotto dal precedente governo. Viene poi istituito, sempre presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un nuovo Fondo per la revisione del sistema pensionistico finalizzato a dare attuazione all’introduzione di nuove modalità di pensionamento anticipato (Quota 100) e per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani. I risparmi derivanti dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti a uno dei due Fondi potranno essere utilizzati a compensazione degli eventuali maggiori oneri derivanti dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti al primo Fondo (quello del reddito di cittadinanza).

Altre misure per l’occupazione Un’altra disposizione destina una quota parte del Fondo per il reddito di cittadinanza, pari a un miliardo per il 2019 e un miliardo per il 2020, ai centri per l’impiego per il loro potenziamento e un’ulteriore quota di 10 milioni di euro al finanziamento del contributo per il funzionamento di Anpal Servizi. Viene poi ribadita la ne-

cessità di sostenere la messa a regime del sistema duale quale strumento fondamentale di raccordo tra formazione e mondo del lavoro. Infine, è concessa una proroga della Cig per altri 12 mesi nel 2019 e sono previsti incentivi per il contratto di apprendistato per la qualifica, il diploma e il certificato di specializzazione tecnica superiore.

Quota 100 Il disegno di legge di bilancio non prevede la disciplina del nuovo strumento di uscita anticipata ma solo il suo finanziamento: sono stati stanziati 6,7 miliardi di euro per l’anno 2019 e 7 miliardi di euro annui dal 2020. Sulla misura è intervenuto l’Ufficio parlamentare di bilancio (vedi Osservatorio legislativo a pagina 32).

Proposte di Manageritalia Abbiamo chiesto e ottenuto da diversi gruppi parlamentari di presentare un emendamento che prevede un’agevolazione fiscale per tutti quei dirigenti che investano le somme ricevute come incentivi all’esodo nel capitale di startup o di pmi. Un aiuto alle imprese e allo stesso tempo una forma di politica attiva. L’emendamento è ora all’esame del Senato. Ci auguriamo venga accolto. Disegno di legge di bilancio per il 2019: http://bit.ly/dir12-18-1


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Uno di noi

IL MANAGER DELL’EDUTAINMENT Questo mese parliamo con il nostro associato Manageritalia Liguria Giorgio Bertolina del suo ruolo di amministratore delegato di Costa Edutainment, società che gestisce siti e grandi strutture come l’Acquario di Genova.

Giorgio Bertolina è amministratore delegato di Costa Edutainment.

Enrico Pedretti

Cosa vuol dire oggi essere amministratore delegato? «Vuol dire riuscire a rispondere ai continui mutamenti ed evoluzioni del nostro tempo, che in positivo e in negativo aggiungono sempre più variabili e strumenti nuovi tra i quali dover scegliere e muoversi con rapidità. Il tutto in un contesto normativo farraginoso, stratificato e talvolta difficile da comprendere». Quali sono i punti di forza da mettere in campo? in particolare nell’edutainment e, nel vostro caso, soprattutto ma non solo nell’Acquario di Genova? «Per il momento la differenza la fanno ancora le persone, che quindi devono essere valorizzate e motivate per raggiungere l’eccellenza nel proprio settore. Nel nostro caso, l’esperienza, la competenza di prodotto, il ruolo di educatore oltre che di intrattenitore, riescono ancora a farci rinnovare acquari e parchi in grado di crescere, in termini di visitatori, nonostante gli anni sulle spalle».

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Cosa fare poi quando capita una tragedia come quella del crollo del ponte Morandi? «Non farsi prendere dallo sconforto e rimboccarsi le maniche per riportare al più presto la normalità nella viabilità, ma anche lavorare per far capire che tutto quanto è già stato fatto sino ad ora consente un accesso alla città di fatto normalizzato per i nostri visitatori, che raggiungono il centro storico di Genova senza particolari problemi». Edutainment: un business, ma anche una missione, ancor più nel nostro bel Paese che deve puntare sempre più sul turismo? «Costa Edutainment si è sempre posta l’obiettivo di educare intrattenendo, certamente una missione che ci onora e ci inorgoglisce. Continuo a pensare che l’industria e in particolare i settori dell’alta tecnologia debbano rappresentare un riferimento per un paese come il nostro. Indubbiamente però l’Italia ha un patrimonio culturale e naturale che ha ancora importanti spazi di


MANAGERITALIA LIGURIA

crescita. Il turismo deve godere di tutte le attenzioni e gli investimenti necessari per sostenerlo adeguatamente rispetto alle potenzialità». Come è cambiato l’edutainment con l’avvento del digitale? «I nostri parchi e acquari danno la possibilità di entrare direttamente in contatto con la natura e con numerose specie animali dal vivo, o di fare esperienze fisiche dirette. Quindi il digitale, in termini di virtual reality, è entrato marginalmente come arricchimento ma non in sostituzione dell’esperienza di visita. Usiamo sempre di più il digitale in termini di comunicazione, customer care e strumento di vendita, sfruttando le nuove tecnologie per migliorare il rapporto con i nostri clienti prima, durante e dopo la visita». Quale il contributo dei manager in un settore come questo? «Confermo che sono le persone che fanno la differenza, quindi, anche in questo settore, avere personale qualificato e motivato rappresenta un contributo fondamentale, a maggior ragione per le posizioni manageriali e professionali esistenti nella nostra organizzazione». Cosa conta di più per essere vincenti? «Strategia di medio-lungo termine chiara, piani ambiziosi ma realistici, determinazione e coerenza degli azionisti e del management suppor-

tate da una struttura in grado di realizzare gli obiettivi prefissati». Lei è partito da Olivetti e poi è stato nelle tlc e nella consulenza direzionale: un percorso premiante e cercato? «Ho cercato e sono stato cercato, ho avuto fortuna, ma anche momenti di crisi. Diciamo che ne ho viste tante, ma ho sempre mantenuto la mia serietà e il mio stile, che a volte mi hanno penalizzato, ma ritengo in definitiva premiato». Cosa fare per continuare a crescere professionalmente? «Non ritenersi mai soddisfatto dei traguardi raggiunti, non per ambizione sfrenata, ma perché solo così si può guardare al futuro con rinnovata curiosità e con lo stesso entusiasmo del primo lavoro». Bisogna guardare anche all’estero e come? «Non guardare all’estero vorrebbe dire aver deciso per il proprio suicidio. Bisogna operare cogliendo tutte le opportunità che il settore al quale si appartiene consente, muovendosi con la stessa disinvoltura e competenza nel mercato nazionale e oltre confine, sfruttando le tecnologie esistenti». Lei vive a Genova, che ambiente professionale c’è e come sfruttarlo? «Genova offre elevate professionalità in tanti settori, serietà e corret-

L’associazione in numeri Dirigenti 613 Quadri 123 Executive professional 239 Pensionati 627 TOTALE 1.602 Maschi 1.251 Femmine 351 dati di novembre 2018

tezza, turnover del personale più basso: tutte caratteristiche che consentono di investire in una città vivace e dalla qualità della vita alta. Migliori collegamenti stradali, aeroportuali e ferroviari ridurrebbero le distanze con l’Italia e con il mondo valorizzando ancora meglio la città». Come fare networking con vantaggi per sé e l’azienda? «Ho sempre cercato di andare oltre al mero rapporto professionale con le persone, almeno con quelle con le quali mi sono ritrovato in sintonia, e questo nel tempo mi ha consentito di costruire una rete di conoscenze che spesso si sono rivelate utili per la reciproca stima che si è venuta a creare, a vantaggio mio e delle aziende nelle quali ho lavorato». Con Manageritalia Liguria che rapporto e quali vantaggi ha? «Penso che poter far parte di una comunità di persone che rappresenta in ampia misura la classe dirigente delle aziende italiane consenta di condividere esperienze e iniziative a beneficio di tutti gli associati». 

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Leadership

PROGETTATI PER CAMBIARE I miti ispirano i modelli sociali e le relazioni umane. Per questo siamo unici: affrontare qualunque cambiamento richiede questa consapevolezza Nicola Longo fondatore e managing partner di Skills Management

Federico Castelletti Cazzato partner di Skills Management

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L

O STORICO Yuval Noah Harari, nel suo libro Sapiens. Da animali a dèi, ci racconta che la vera differenza tra noi e gli scimpanzé è il collante dei miti, che hanno conferito ai Sapiens la capacità di cooperare in maniera flessibile e in comunità formate da moltissimi individui. Ciò li ha resi l’unica specie umana giunta fino ai giorni nostri. Affrontare qualunque cambiamento richiede innanzitutto questa consapevolezza. Così forse possiamo comprendere perché a volte sia tanto difficile cambiare. A tal proposito, Harari ci offre spunti di riflessione e chiavi di lettura: «Quello che stentiamo a capire è che le nostre moderne istituzioni funzionano esattamente sugli stessi presupposti. I moderni uomini d’affari e avvocati sono, in realtà, potenti stregoni contemporanei. Poiché la cooperazione umana su vasta scala si basa su miti, il modo in cui gli individui cooperano può venire alterato attraverso un avvicendamento dei miti. Per quanto se ne sa, i cambiamenti nei modelli sociali, l’invenzione di nuove tecnologie e l’insediamento in habitat sconosciuti furono l’esito

non tanto di iniziative culturali, ma di mutazioni genetiche e di esigenze ambientali. Tutte queste reti di cooperazione, dalle città dell’antica Mesopotamia agli imperi come quello cinese o romano, si fondavano su un’idea di ordine immaginario costituito. Le norme sociali che le sostenevano non si basavano né su istinti radicati né su relazioni personali, ma su un comune credo in miti condivisi».

Tutti vogliono cambiare… in teoria Per le organizzazioni e le aziende cambiare è praticamente un obbligo per poter continuare a esistere e sopravvivere in un ambiente che è sempre stato e sarà sempre di più in continua trasformazione. Oggi però la velocità con cui l’ambiente che ci circonda (in generale) e i mercati in cui operano le nostre aziende (in particolare) cambiano è sempre crescente. In questo iper spazio competitivo, se ascoltiamo la voce dei protagonisti, siano questi imprenditori o manager, tutti vogliono cambiare o hanno compreso l’importanza del cambiamento, ma poi all’atto pratico… i comportamenti agiti


La vera differenza tra noi e gli scimpanzé è il collante dei miti. I miti hanno conferito ai Sapiens la capacità, senza precedenti, di cooperare in maniera flessibile e in comunità formate da moltissimi individui

nelle aziende spesso risultano distonici, gettando nello sconforto chi, come la funzione hr, cerca disperatamente di programmare e gestire comportamenti organizzativi “coerenti” con la mission, la vision, il budget, i valori ecc. Le ragioni che possono ostacolare i processi di cambiamento possono essere oggettive oppure soggettive. Le prime risiedono nello specifico contesto in cui opera ogni azienda e nelle sue modalità di interazione con i mercati di riferimento; le seconde, che spesso rappresentano gli ostacoli più rilevanti, dipendono invece dalle abitudini, dagli atteggiamenti, dai comportamenti e dai modi di pensare delle persone. In due parole, dai miti. La leadership del cambiamento può quindi esprimersi efficacemente innanzitutto se è in grado di rinnovare il mito che fonda l’organizzazione o di proporne uno completamente diverso.

Se questa è la direzione per agire il cambiamento, è altresì opportuno comprendere che cosa si intende con questo termine. Un po’ di confusione in effetti aleggia nelle nostre menti. Un prezioso contributo viene dalla suddivisione proposta da Ronald Heifetz, Marty Linsky e Alexander Grashow, frutto della loro attività presso la John F. Kennedy School di Harvard. Per loro i cambiamenti possono infatti essere problemi tecnici o sfide adattive. Oggi siamo chiamati ad affrontare soprattutto cambiamenti adattivi e, per affrontarli, si richiede alle persone che li vivono e che li guidano/gestiscono un diverso approccio di pensiero e soprattutto nuove competenze.

Le persone al centro Tale approccio di pensiero deve necessariamente rivolgersi verso ambiti non tradizionali per chi si

occupa di organizzazione aziendale, quali le neuroscienze, la fisica quantistica e la biologia evolutiva. Discipline che offrono utili indicazioni sul funzionamento delle organizzazioni e sul modo di pensare e agire delle persone. Sì, perché al centro dei processi di cambiamento ci sono le persone nei vari ruoli che ricoprono. Con le loro paure e le loro potenzialità. E con il mito o i miti attraverso i quali hanno vissuto fino a oggi. Cambiare le abitudini e uscire dalla propria zona di comfort sono da sempre riconosciute come tra le azioni più difficili da compiere. Anche se razionalmente si accetta il cambiamento, quando ci si trova in situazioni complesse o a lavorare sotto stress è naturale tendere a replicare i “vecchi” modelli di comportamento. Chi ricopre un ruolo di leader, per riuscire a essere un “vero” agente del cambiamento non deve solo

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Leadership

Ciò che è richiesto a imprenditori e manager è una metamorfosi comportamentale che si può ricondurre ad alcune specifiche “sfide”: aprire la mente; dedicare un po’ di tempo a fantasticare; rendere l’errore un’opportunità; essere curiosi e affamati; essere non conformisti. E, soprattutto, prepararsi all’inatteso

innovare, a partire da se stesso, ma gestire l’innovazione e i processi che ne sono alla base. Compito che è sempre più difficile. L’innovazione, infatti, non è solo composta di materialità e tecnologia, ma è anche sempre più riconducibile a reti di relazioni, modelli organizzativi, persone, valori e significati, miti. Il problema è capire come gestire al meglio queste diverse dimensioni.

Serve una metamorfosi comportamentale Ciò che è richiesto a imprenditori e manager è una metamorfosi comportamentale che si può ricondurre ad alcune specifiche sfide: aprire la mente, dedicare un po’ di tempo a fantasticare, rendere l’errore un’opportunità, essere curiosi

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e affamati, essere non conformisti. E, soprattutto, prepararsi all’inatteso. Teniamo ben presente che l’inatteso spesso ci sorprende. Il fatto è che siamo ancorati con grande sicurezza alle nostre teorie e alle nostre idee e che queste, spesso, non hanno alcuna capacità di accoglienza per il nuovo. Il nuovo arriverà ma non possiamo mai prevedere il modo in cui si presenterà: pensate alla metafora del cigno nero di cui, fin dal 2007, ci parlava Nassim Nicholas Taleb.

Insiemi e strutture Tutto ciò, ben consci di vivere e agire all’interno di un sistema e senza dimenticare che le organizzazioni sono a loro volta sistemi legati da miti e da tessuti invisibili di azioni interconnesse. Dato che noi stessi siamo parte di questa trama, vedere l’intero schema non è sempre facile, anche se si dispone di buone capacità sistemiche o di elicopter view. Ma è una necessità, se vogliamo interpretare correttamente i problemi e le sfide, se vogliamo trovare le soluzioni più efficaci alla sopravvivenza e allo sviluppo delle organizzazioni di cui siamo parte. Per comprendere i problemi importanti dobbiamo quindi guardare al di là degli errori dei singoli o della cattiva sorte. Dobbiamo guardare al di là delle personalità e degli eventi. Dobbiamo guardare alle strutture sottostanti che modellano le azioni individuali e cre-

are le condizioni in base alle quali i diversi tipi di eventi diventano probabili. Non si tratta solo delle interrelazioni tra singole persone, che pure hanno un peso rilevante, ma anche fra variabili chiave, come la popolazione, le risorse naturali, i cambiamenti climatici ecc. Se le cose esistono in quanto risultato di una relazione, un’organizzazione allo stesso modo è il risultato di un insieme di relazioni. La loro quantità e qualità determineranno le caratteristiche dell’organizzazione e la sua capacità di sopravvivere. Dunque, bisogna comprendere come le relazioni funzionano e imparare a gestirle nel miglior modo possibile. Ciò richiede uno stile di leadership che faciliti le iniziative sistemiche di cambiamento e sia coerente con i nuovi modelli organizzativi “agili”, abbandonando rapidamente comportamenti di tipo gerarchico basati su un approccio organizzativo top-down. Una leadership consapevole della necessità di una progettazione collettiva e caratterizzata da una visione ampia e fortemente legata all’immaginazione. Serve costruire un futuro in cui le persone abbiano approcci mentali e competenze adeguati per vivere pienamente nel contesto in cui sono inserite e per rendere competitive le organizzazioni in cui operano, rafforzandone anche il loro ruolo sociale. 


ARTE Claudia Corti

A Margherita Sarfatti con pelliccia, 1929, MART Rovereto archivio del 900.

MARGHERITA SARFATTI,

arte

una donna di potere nell’Italia fascista

DOVE due mostre distinte ma complementari: Margherita Sarfatti. Il Novecento Italiano nel mondo, Mart Rovereto, fino al 24 febbraio Margherita Sarfatti, segni, colori e luci a Milano, Museo del Novecento Milano, fino al 24 febbraio

Ambasciatrice della cultura italiana nel mondo, giornalista, critica d’arte, prima curatrice di mostre, Margherita Grassini in Sarfatti è stata una delle donne più carismatiche del secolo scorso. Nata a Venezia nel 1880 da una ricchissima famiglia di imprenditori ebrei, vicina ai temi del socialismo fin da ragazzina, sposò a 18 anni l’avvocato Cesare Sarfatti; un amore osteggiato dalla famiglia, che non condivideva le idee politiche della coppia. Tra il 1898, anno del matrimonio, e il 1902, anno in cui i coniugi Sarfatti si trasferirono a Milano, città ritenuta più aperta e moderna, emersero con forza i due grandi interessi di Margherita: l’arte e la politica. Sulla stampa socialista veneta scriveva articoli dedicati in egual misura al femminismo e ai giovani artisti emergenti che aveva occasione di conoscere alla Biennale. Straordinaria nell’anticipare tempi e mode, nel 1898 da Parigi portò per prima in Italia alcune litografie dell’ancora sconosciuto Toulouse-Lautrec. A Milano divenne amica di personalità del calibro di Ersilia Majno e Anna Kuliscioff, compagna di Filippo Turati, ma soprattutto iniziò a farsi conoscere e apprezzare sempre di più come giornalista e critica d’arte sulle colonne dell’Avanti. E fu proprio nella redazione del quotidiano socialista che nel 1912 conobbe Benito Mussolini, che

ne era appena diventato direttore. Il loro primo incontro pare sia stato burrascoso. Margherita, essendo di fede turatiana, voleva rassegnare le dimissioni, ma Mussolini non era per niente disposto a rinunciare a una delle firme più amate del giornale. Ne nacque una relazione che proseguì fino al 1938 quando, ebrea, fu costretta a fuggire in Argentina per effetto delle leggi razziali: anni tormentati in cui la Sarfatti visse in prima linea la nascita del Fascismo, anni in cui cercò di convincere Mussolini a non legare le sorti italiane a Hitler, anni in cui continuò con passione a dedicarsi all’arte. E fu proprio nell’ottica di riappropriarsi del primato nelle arti, ormai da tempo scivolato oltralpe, che la Sarfatti riunì intorno a sé un gruppo di straordinari artisti dando vita al movimento Novecento italiano. Mario Sironi, Achille Funi, Carlo Carrà, Piero Marussig e tanti altri, attorno alla personalità carismatica della Sarfatti, che per loro organizzò mostre memorabili alla Permanente di Milano e alla Ca’ Pesaro di Venezia, ebbero l’opportunità di generare capolavori indiscussi, dal paesaggio al ritratto, con il preciso obiettivo di ricordarci che si poteva, e si può, fare avanguardia ed essere moderni senza dimenticare il tributo di riconoscenza ai grandi artisti che nel passato hanno reso immensa l’Italia, da Giotto a Piero della Francesca.

CURIOSITÀ Sovrana indiscussa di uno dei più attivi salotti culturali di Milano. Il giornalista Adolfo Franci descrivendo il suo cenacolo scrisse: «La signora Sarfatti si intende un po’ di tutto, pittura e scultura, critica e poesia. Le donne sono terribili quando si intendono di tutto!».

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Inserto mensile di Dirigente n. 12 / 2018

a cura di Thomas Bialas

DIRIGIBILE Segnali di futuro visti dall’alto #50 02/ I PERSUASORI ARTIFICIALI 04/ LA CITTÀ SMART È SOTTOTERRA 08/ CHATTARE CON BOTISTUTA SAVE THE DATE: SOCIAL INTERNET OF THINGS MILANO, 24 GEN 2019 http://bit.ly/2PkMXGU

Climate change Il futuro boccia il presente E il (nostro) passato sdrammatizza. È da anni che minimizziamo e talvolta addirittura neghiamo il cambiamento climatico per non porci domande scomode, anche per il nostro business. È da anni (quasi 50) che sappiamo grazie all’ottimo Rapporto sui limiti dello sviluppo del Club di Roma di Aurelio Peccei che una crescita infinita non è possibile su un pianeta finito. È da anni che non ci accorgiamo che il collasso ambientale è preludio del collasso industriale (ed economico). È da

anni che dormiamo. Forse è giunto il momento di darsi una mossa anche perché sospetto che oramai ogni persona e attività è in costante competizione (per innovare) con il tempo. Se il cambiamento climatico genera così tanti cambiamenti nella vita quotidiana di ogni singola persona e impresa, allora genera, giocoforza, anche tante opportunità per chi sa coglierle. Il cambiamento climatico deve necessariamente corrispondere al cambiamento d’impresa. Trovare nuove soluzioni

a nuovi problemi. Creare nuovi modelli di business per adattare prodotti e servizi al cambiamento climatico. Chiedersi come può influire e quali soluzioni nuove potrebbero servire è una domanda che tutti devono farsi. Roba di nicchia? Esattamente il contrario. Secondo il servizio metereologico tedesco (Dwd), circa l’80% delle attività economiche è influenzata dal tempo (clima), non solo l’agricoltura o il turismo, ma ogni forma di commercio e retail e, sì, ogni servizio.


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––Future signals Segnali e trend in pillole ––Future anchorman Non in carne e ossa

https://www.valedotherapy.com/de_en/ http://www.i-prognosis.eu http://www.xinhuanet.com/english/ https://bigbom.com https://www.picassolabs.com

La televisione ha fame di giornalisti artificiali? Così parrebbe, almeno in Cina. La notizia è recente: Xinhua News Agency sta sostituendo gli anchorman umani con versioni digitali supportati dalla cosiddetta intelligenza artificiale. Insomma un clone, un ologramma, un conduttore virtuale che mima visivamente il volto noto di Zhang Zao. Zero costi, zero ferie, zero seccature, ma anche zero autorevolezza (componente umana). Da anni scrivo della futura automazione dell’informazione e conseguente riduzione della qualità e libertà d’espressione. Paradossalmente il rischio maggiore lo corrono le imprese: prendere decisioni senza più informazioni critiche.

––Future advertising I persuasori artificiali Il marketing, già artificiale di suo (nella narrativa), sta per diventare artificiale a tutti gli effetti: pensato, realizzato e consegnato (all’utente) da menti meccaniche. A menù la solita intelligenza artificiale, blockchain, machine learning e magari in futuro “la singolarità pubblicitaria” (sentito Kurzweil?). Le promesse “pubblicitarie” dei nuovi persuasori artificiali sono allettanti. Bigbom promette l’automazione e ottimizzazione multi-channel con relativo calo dei costi; Picasso Labs analisi creativa della concorrenza e del proprio brand supportata da AI; Automated Insights contenuti generati automaticamente partendo dai dati; Lyrebird la creazione di script audio in pochi secondi; Persado copywriting automatizzato sui social media; Adobe Sensei tools di intelligenza per i programmi Adobe e Albert la gestione ultra veloce dei media grazie a una piattaforma di marketing integrata con AI. Tutti quanti promettono poi di automatizzare ricerca, insight, creatività, contenuti (anche live), account management garantendo predizione, personalizzazione, tracciabilità e influencer marketing (suona bene) per sopravvivere nella difficile era della decentralizzazione (frammentazione) dei media.

https://automatedinsights.com https://lyrebird.ai/signup https://www.persado.com https://tinyurl.com/y8e7csxm


DIRIGIBILE #50

––Future tech Giroscopio per principianti

http://walledoffhotel.com/index.html https://www.brewdog.com/doghouse https://www.zerobnb.com http://www.caltech.edu http://www.e-vone.com

https://albert.ai https://lobster.media https://www.onespot.com https://storyteq.com https://tinyurl.com/y82tcfts

Questo è rivolto a me stesso, futurologo fenomenologico assai (per formazione) poco tecnologico. Ho scoperto che il giroscopio (di cui conoscevo l’uso trottola) è uno uno dei sensori più utilizzati dai dispositivi mobili e con (forse) più potenziale per il futuro. Il giroscopio è quella cosa per cui durante un videogame basta inclinare lo smartphone per cambiare prospettiva o muovere oggetti. Bene, vediamo alcune cose all’opera. La scarpa smart di E-vone dotata di sensori di movimento che lancia SOS se la persona (anziana) cade o inciampa. I sensori indossabili di Valedo per terapie fisiche in movimento. L’app di I-prognosis che rileva i segni di insorgenza del Parkinson. Insomma, pare che il noto e datato giroscopio (invenzione con un secolo alle spalle) promette nella versione digitale assai bene in termini di innovazione di prodotti e servizi, vedi il nuovo giroscopio ottico in miniatura di Caltech.

––Future hotel L’arte dell’ospitalità Solo il grande artista Banksy poteva concepire e realizzare l’albergo con la vista più brutta del mondo, direttamente sul “muro cecchino” che separa Israele dalla Palestina. Si chiama Walled Off Hotel, ha dieci stanze, quasi tutte con le opere dell’artista, un curioso bar-ristorante e ambienti che fanno riflettere. Un albergo installazione assai intrigante come, seppur in tono minore, il BrewDogs DogHouse Columbus, primo albergo birrificio ricavato all’interno della fabbrica dove tutto è a tema, dalle stanze con vista sulle botti alla spa con jacuzzi al doppio malto e maschere al lievito di birra. Luoghi che per unicità sono spesso sold out. Che l’ospitalità sia uno dei settori con maggiore margine di innovazione lo dimostra anche l’esempio di Zerobnb, la piattaforma che pubblica solo gli alloggi sostenibili ed eco-friendly di Airbnb.


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––Future living Smart, collaborativo e sottoterra Per la generazione co-working smart significa soluzioni e servizi che migliorano la qualità della loro specifica vita. La tecnologia facilita ma la vera innovazione è personalizzazione da “uomo a uomo”.

––Smarter living Soluzioni non tecnologie

https://picnic.app/nl/ https://www.i-live.de https://www.campus-gardens.de https://www.thecollective.com https://www.welive.com https://www.hacknsleep.com https://bluecrates.com https://chargery.de https://tinyurl.com/y99y5mdx https://tinyurl.com/ycf98hty https://tinyurl.com/y9bulud9 https://tinyurl.com/ybaac2b3 https://www.itis.fi/fi https://tinyurl.com/y9zw6pp8

La tecnologia è sempre strumentale mai sostanziale. Mai dimenticarselo quando si progettano servizi. Essere intelligenti, ingegnosi (dunque smart) significa misurarsi con l’effettiva efficacia di un servizio, mica trastullarsi con addobbi tecnologici. Assistiamo così a un revival di vecchi servizi, attualizzati, come il camioncino del latte. L’olandese Picnic consegna gratis con una flotta di 365 piccoli veicoli elettrici la spesa del supermercato in soli 20 minuti con orari settimanali fissi prestabiliti gestiti da un’app. Risultato? Successo incredibile. Oppure nuove formule di community management, come nel caso degli appartamenti e spazi di co-living iLive che propongono per gli inquilini una sorta di concierge con servizi che vanno dal carsharing fino a feste di benvenuto con tanto di dj. Stessa cosa viene offerta dalla londinese The Collective che con il motto “You can do the living, and leave the rest to us” coccola gli inquilini con servizi quasi empatici. Anche una cosa “triste” come il self storage può essere rivitalizzata. Blue Crates, per esempio, ritira e riconsegna gratuitamente, con tanto di scatole box da riempire con ogni sorta di oggetti. Infine, suggestivo anche il servizio di Chargery che ricarica su chiamata via app (e via bici) le auto elettriche rimaste a secco di corrente e pulisce, durante l’attesa, pure la vettura.


DIRIGIBILE #50

––Inside out living Come dentro così fuori No, non centra il noto film d’animazione della Pixar ma il cosiddetto Inside-out design, ovvero: quello che sta bene in soggiorno sta bene anche in giardino. Il design d’interni si fonde con quello d’esterni. Niente a che vedere con l’arredo urbano. Qui il tema è soddisfare la crescente domanda di poter vivere all’aperto come al chiuso, senza rinunciare a niente. Allora vai con (l’offerta) di mobili che resistono a ogni clima, di cucine come la Boffi K2 Outdoor per spadellare all’aperto, e di nuovi modi di stare con gli altri in giardini condivisi e attrezzati o magari sfruttando i cosiddetti Privately-Owned Public (Open) Spaces. Un trend che modifica (per chi sa coglierlo) anche l’offerta di bar e ristoranti con aree all’aperto che non hanno nulla da invidiare con l’interno (anzi).

––Underground living Sotto sotto sto bene Non è una città clandestina e anticonformista, ma speculare a quella di sopra. Parliamo di Helsinki, la capitale finlandese ha infatti una SCARICA: gemella sotterranea, una città controfigura con FUTURE OF WORK WHITE BOOK https://tinyurl.com/ybnmc3ry treni, piscine, palestre, librerie, shopping center, una chiesa, un museo e in futuro uffici e imprese. A prima vista il più grande rifugio antiatomico del mondo (paura dei russi?) ma guardando con più attenzione si nota altro: un’idea di città, comoda, ecologica e “calda” che attira pure i turisti. Se Helsinki fosse trasparente là sotto si potrebbe ammirare un’enorme labirinto di tunnel, vie e luoghi che alla fine assomiglia a un enorme Emmentaler svizzero. Mentre altre città si espandono verso l’alto, Helsinki si espande verso il basso. Un trend?


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––Future retail Zurigo val bene una visita? Secondo il Gottlieb Duttweiler Institute di Zurigo, che ha stilato un elenco di format capaci di rinnovarsi e tentare nuove strade, decisamente sì. In questa mappa proponiamo una serie di casi che passano dall’ibridazione alla ricerca di nuove nicchie fino ad arrivare a sperimentazioni per rivitalizzare un commercio fisico, da anni notoriamente in subbuglio.

SØSTRENE GRENE

Il design scandinavo conquista anche Zurigo. In pratica il cugino più chic di Tiger dove trovare qualunque cosa vi venga in mente per la casa. https://sostrenegrene.com/ch/

MAURICE DE MAURIAC

Un negozio che vende orologi? No, un atelier, think tank, laboratorio, studio, officina e soggiorno dove tutto inizia e si sviluppa in un’esperienza vera. https://mauricedemauriac.ch

ALNATURA SUPERMARKT

Nato in cooperazione con la Migros, il supermercato di Alnatura rispecchia la filosofia del colosso della grande distribuzione: ampia scelta e prezzi accessibili. https://alnatura.migros.ch/de.html

EUROPAALLEE

È il classico progetto all inclusive che fonde shopping, nuovi quartieri, campus, case di riposo, uffici attorno alla stazione centrale di Zurigo. https://europaallee.ch

GLOBUS

Il nuovo department store di Globus punta su esperienze premium e, come dicono loro, olistiche di alta quantità con show cooking e intrattenimento da vip. https://www.globus.ch


DIRIGIBILE #50

VIU BRILLEN

Ormai sono 40 i negozi di ottica VIU e ognuno merita una visita per il particolare design che si adatta e ispira alla realtà locale. https://shopviu.com/de_ch

LIDL

Una Lidl nel cuore di Zurigo. Bella, sobria e con un look patinato minimalista (logo poco visibile). Il discount si fa premium. Perlomeno nella forma. https://www.lidl.ch/de/index.htm

KOSMOS

Come suggerisce il nome, un cosmo, o meglio mondo, che ruota attorno al cinema: film, bistro bar, club, libri, eventi e spettacoli tutto sotto lo stesso tetto. https://kosmos.ch

GIAHI

Il più grande e forse più affascinante studio di tatuaggi e piercing in Europa. Giahi è puro lifestyle & happening in quattro lunghi di diversa concezione. https://www.giahi.ch

MODISSA

Per gli abitanti di Zurigo Modissa è un’istituzione quando si parla di esperienza di moda. Forse per noi italiani niente da copiare, eccetto lo splendido Roof-Top-Restaurant. https://www.modissa.com/de/

HATECKE

Meet the meat guru! Hatecke è una delle macellerie di culto più innovative della Svizzera. Vendita e degustazione in un ambiente dove domina lo stile purista. https://www.hatecke.ch

MARTA FLOHMARKT

Un negozio mercatino delle pulci con scaffali in affitto per i privati che qui trovano uno spazio temporaneo per liberarsi (guadagnando) dei propri armadi. https://www.marta-flohmarkt.ch

ORO DE CACAO

Dietro la boutique Oro de Cacao c’è Dieter Meier, ex pioniere della musica. Ora produce cioccolato con un processo di estrazione a freddo brevettato. https://www.orodecacao.com

JOHN BAKER

Ecologica, regionale, digitale e social. La panetteria “pop brain” moderna al punto giusto con varianti vendita e consegna a domicilio con splendide bici elettriche. https://www.johnbaker.ch


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FUTURETECH

INVENZIONI & INNOVAZIONI

CHATTARE CON BOTISTUTA

logorroico “botta e risposta” che domina in rete e sui device. I progressi dell’apprendimento automatico (machine learning) permettono oggi di ottenere chatbot più reattivi e più abili nel dialogo con gli imprevedibili umani. Come per le app anche in questo campo vedremo invasioni di campo con applicazioni che non ti aspetti. Per dire: recentemente la startup australiana Pioneera ha lanciato Uncle Ron, il chatbot che identifica e riduce lo stress in ufficio.

Poteva chiamarsi solo Botistuta il nuovo chatbot della Roma? Personalmente avrei preferito Botti poiché Totti è stato il vero calciatore icona della Roma, ma al cuore (creativo dei tifosi coinvolti nel sondaggio) non si comanda. Attivo su Messenger, il chatbot realizzato con l’agenzia britannica We Build Bots serve per interagire con i fan. Come tutti ormai sanno la relazione artificiale o meglio automatizzata sta diventando un must in molti settori, vuoi per risparmiare e vuoi per delegare il

SAFEANDTHECITY.COM

L’app che aiuta il gentil sesso a identificare le strade più sicure grazie a una navigazione che utilizza dati e statistiche sulla criminalità in crowdsourcing. https://www.youtube.com/watch?v=0YWgF2kuB3o

TREDJENATUR.DK/EN/

Climate Tile è una piastrella in cemento modulare provvista di sistema di drenaggio, canalizzazione e rindirizzo dell’acqua piovana. https://vimeo.com/118681369

https://tinyurl.com/y9t6pf6y https://www.pioneera.com

SKYSOURCE.ORG

Innovazione per l’Africa: trasformare aria in acqua potabile. Ambizioso progetto di Skysource basato su un nuovo sistema di condensazione dell’acqua.

CRAFTINGPLASTICS.COM

Prosegue la sfida (necessaria) alle materie plastiche a base di petrolio con Nuatan, una plastica biodegradabile che sfrutta amido di mais, zucchero e olio da cucina esausto.

https://www.youtube.com/watch?v=8_7ahaH4Ta0

ETHZ.CH/DE.HTML

Il nuovo guanto tattile ultraleggero DextrES è un passo importante verso la manipolazione realistica e poco ingombrante di oggetti virtuali. https://www.youtube.com/watch?v=deqn2cYf1EM

WTRCO.COM

Un 28enne del MIT ha ideato un robot chiamato Lighthouse in gomma flessibile e a forma di volano che rileva le perdite d’acqua nei tubi. Utile per l’idraulico 4.0. https://www.youtube.com/watch?v=ZfqZMYjmrn0


Associazioni S ervizi S anità Contratto Previdenza Formazione

MANAGERITALIA

CAREER FITNESS: PER ESSERE IN PERFETTA FORMA MANAGERIALE Parte il nuovo servizio per gestire attivamente la propria carriera. Manageritalia lo affida a XLabor, la sua startup e divisione specializzata nel mercato del lavoro manageriale

N

on ci sono più le carriere di una volta! È un refrain che sentiamo spesso ed è pure vero, ma non vuole certo dire che la carriera è finita, anzi. Quindi dobbiamo capire quali, come sono e come vanno sviluppate oggi. Per rispondere insieme a questa domanda lanciamo Career Fit-

ness. Un format che prevede informazione e condivisione di esperienze, consulenza di carriera e coaching per affrontare una professione, quella manageriale, sempre più bella e sfidante, ma dove il “fai da te” o il “lasciar fare” solo all’azienda rischia di metterci fuori mercato. Non è un caso che in una recen-

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FORMAZIONE

CAREER

CAREER CHECK È importante per partire fare il punto su se stessi con un momento di confronto con alcuni tra i migliori esperti di consulenza e transizione di carriera.

MANAGERITALIA CAREER FITNESS

Obiettivi  Fare un check sul “momento” manageriale del candidato (aree di forza e di sviluppo), avvalendosi anche di strumenti di valutazione competenze, potenzialità ecc.  Capire gli obiettivi del manager, valutarli e discuterli in chiave prospettica.  Restituire e discutere possibili azioni future in autonomia o con supporti consulenziali.  Analizzare gli attuali scenari di mercato e dare un veloce feedback sul brand positioning (cv, profilo Linkedin, altri social ecc.). Modalità: il servizio, comprensivo delle discussioni di eventuali valutazioni comportamentali su esercizi effettuati in precedenza online, dura circa due ore e può essere svolto anche a distanza (skype e/o altri device). Costo: gratuito per i manager associati a Manageritalia e e 200 per i manager non associati, che potranno accedere solo dopo una valutazione di coerenza aspettative/obiettivi da parte di XLabor. Il servizio di career check è propedeutico per eventualmente decidere di proseguire con gli altri servizi aggiuntivi di consulenza e transizione di carriera e coaching.

te indagine di AstraRicerche di ottobre 2017 i mille manager intervistati abbiano detto a larga maggioranza (81%) che “la gestione dello sviluppo professionale, un tempo supportata dalle aziende, è oggi sempre più lasciata all’individuo, che per questo ha bisogno di organizzazioni che lo supportino”.

Career fitness È il percorso pensato da Manageritalia per dare ai manager – con XLabor e alcune delle migliori società e professionisti di consulenza e transizione di carriera e coaching – tutto quanto è oggi indispensabile per gestire attivamente il proprio sviluppo professionale e la propria carriera in un mondo del lavoro sempre più mutevole, dinamico e sfidante.

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  Di cosa si tratta? Dare ai manager un’overview sul continuo mutare del contesto professionale (economia, aziende, professione e mercato). Dare strumenti (informazione, consulenza e formazione) per allenarsi a gestire e a svolgere il proprio ruolo manageriale proattivamente. È un percorso modulabile fatto di vari momenti e strumenti destinati a inquadrare il proprio momento professionale, darsi degli obiettivi anche ambiziosi e un piano d’azione per raggiungerli.   A chi si rivolge? A tutti i manager associati attualmente occupati che vogliono capire il loro momento professionale alla luce del contesto interno ed esterno. Per affrontare al meglio l’incarico attuale, per crescere all’interno della propria azienda e/o

professione. Per confrontarsi con il mercato, per cogliere sfide oggi indispensabili per costruire o rimodulare un progetto professionale che risponda ai propri obiettivi e alle caratteristiche attuali o future più richieste dal mercato. Non si rivolge ai disoccupati, ma solo perché per loro abbiamo servizi più adatti e puntuali, quali, per esempio l’outplacement previsto dal contratto dirigenti del terziario.   Cosa prevede? Career check; servizi di consulenza e transizione di carriera, coaching ecc., informazione e condivisione online (portale, social professionali, community) e offline (incontri ad hoc) dei mutamenti in atto; formazione (eventuali esigenze formative, non


FITNESS

INFORMAZIONE E CONDIVISIONE ONLINE

CONSULENZA E TRANSIZIONE DI CARRIERA E COACHING È un’offerta da parte di primarie società di career transition di servizi di career counseling, coaching ecc. da sviluppare – preferibilmente alla luce di quanto emerso nei colloqui di career check e/o di specifiche esigenze aziendali – a condizioni vantaggiose ed esclusive, in termini di modalità, qualità e prezzo, per gli associati Manageritalia. In particolare si tratta di rispondere a differenti e specifiche esigenze, preferibilmente con due ben distinti tipi di servizio e consulenza.

CAREER COUNSELING/TRANSITION Obiettivi  Capire il proprio momento manageriale nell’ottica di uno sviluppo, valutando competenze, capacità personali e motivazioni.  Identificare le alternative di sviluppo e darsi un obiettivo chiaro e perseguibile valutando se si vuole/può crescere in azienda o altrove e come farlo alla luce della situazione aziendale e di mercato.  Lavorare sull’obiettivo scelto affiancati da esperti che indirizzino e aiutino a gestire al meglio l’implementazione del nostro progetto di sviluppo, anche utilizzando al meglio i vari strumenti, canali e tecniche di ricerca del lavoro (cv, personal branding…).

COACHING Obiettivi Farsi affiancare nelle sfide professionali (positive e negative) da esperti e coach che aiutino a definire e implementare la migliore gestione del momento manageriale.

Modalità: i corsi si svolgono di persona o a distanza (skype e/o altri device) e si articolano in una serie di incontri distribuiti in alcuni mesi. Costi: sono variabili in base ai percorsi scelti e prevedono condizioni vantaggiose ed esclusive per gli associati Manageritalia.

contemplate in questo servizio, potranno essere risolte con quanto proposto dal Cfmt per i dirigenti e da Manageritalia per quadri ed executive professional o in autonomia).

Una vetrina di posizioni manageriali Ma non è finita qui. Uno dei punti di forza di XLabor, oltre alla profonda conoscenza del mondo del lavoro e del mercato manageriale che le porta in dote Manageritalia, è l’accesso al network degli oltre 35mila manager associati in gran parte inseriti nella banca dati Manager & Mercato del Lavoro. Un

patrimonio ad alto valore manageriale. Forte di questo, XLabor vuole anche favorire un networking esclusivo e di alto livello per condividere opportunità professionali e trovare figure manageriali. E lo fa anche offrendo ad aziende, a società di executive search e di ricerca del personale un servizio gratuito di pubblicazione delle offerte di lavoro sul proprio sito, poi promosse anche sui canali social e tra i manager associati. Così aziende, executive search e società di ricerca del personale hanno accesso a un network esclusivo di c-level, executive e middle manager, mentre i mana-

ger possono condividere valide opportunità professionali. Un modo per far incontrare domanda e offerta, dare informazioni e opportunità ai manager e ai validi candidati. Il tutto facilitato da una struttura che, con professionalità e tecnologia, facilità l’incontro.

Per avere informazioni e/o attivare uno dei servizi di Career Fitness contattare

tel. 02 62535028 email careerfitness@xlabor.it.

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MANAGERITALIA CAREER FITNESS

XLabor, la startup per il lavoro Queste le ultime novità su XLabor, che i manager associati hanno sino ad oggi conosciuto per la sua attività di supporto e indirizzo all’outplacement previsto dal contratto dirigenti del terziario in caso di licenziamento e uscita consensuale. Un ruolo ben svolto, come riconosciuto da chi si è avvalso della sua consulenza cogliendo il valore di questa opportunità. Outplacement che, con l’ultimo rinnovo contrattuale, è utilizzabile anche da parte di chi esce per accordo consensuale e può così avere un’arma in più per chiudere al meglio e rimettersi sul mercato con un adeguato supporto professionale. XLabor, come divisione di Manageritalia specializzata nel mercato del lavoro manageriale, è una vera e propria startup attiva da circa un anno che si affianca all’attività di Agenzia per il Lavoro di Manageritalia partita nel 2015.

Gli obiettivi sono:   supportare i manager nella gestione attiva dello sviluppo di carriera e nelle fasi di trasformazione organizzativa e di transizione professionale. Per affiancarli nei vari momenti che un mercato sempre più sfidante propone;   aiutare sinergicamente le aziende favorendo anche l’aumento e la diffusione della presenza manageriale, di alte professionalità e di lavoratori in linea con le sempre più stringenti esigenze del nuovo mondo del lavoro.    contribuire a creare un mercato più a misura di persone e organizzazioni, per potenziare il ruolo sociale dei manager e di chi li rappresenta. Proprio con quest’ultimo obiettivo XLabor è nata come Agenzia del Lavoro di Manageritalia, per fare sinergia tra politiche attive private e pubbliche, mettendo in campo esperienza e ruolo dei manager. Ottenuta l’autorizzazione come Agenzia

di intermediazione per i servizi al lavoro dal ministero del Lavoro, abbiamo iniziato l’attività in Campania per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Dal giugno 2017 l’attività si amplia con l’apertura di una sede a Milano, oggi l’unica, e l’accreditamento presso Regione Lombardia per partecipare alle iniziative di Dote unica lavoro. Abbiamo esperienze e competenze maturate affiancando negli anni i dirigenti nelle sfide professionali e oggi le vogliamo mettere anche a favore del sistema, facendo massima sinergia con tutti gli operatori privati e pubblici. Per aiutare prima di tutto i manager, ma anche tutti gli altri lavoratori, e in particolare i giovani e le aziende, a gestire attivamente le fasi di transizione professionale e trasformazione organizzativa. Un modo per mettere i nostri valori e patrimoni manageriali al servizio di tutti.

UNA VETRINA DI POSIZIONI MANAGERIALI Abbiamo oltre 35.000 manager associati e in gran parte inseriti nella banca dati Manager & Mercato del Lavoro. Così aziende, executive search e società di ricerca del personale hanno accesso a un network esclusivo di c-level, executive e middle manager mentre i manager possono condividere valide opportunità professionali. XLabor propone ad aziende e società di executive e di ricerca del personale un servizio gratuito di pubblicazione delle offerte di lavoro sul proprio sito, poi promosse anche sui canali social e tra i manager associati. Le offerte possono essere pubblicate:  indicando il nome e i contatti dell’azienda, dell’headhunter o della società di ricerca;  in forma anonima (XLabor fornirà poi all’azienda l’accesso alle candidature ricevute, tramite una pagina riservata del sito). Per approfondire i temi del servizio contattare XLabor tel. 02.62535028 - email milano@xlabor.it

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MANAGERITALIA ASSOCIAZIONI TERRITORIALI

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DECRETO DIGNITÀ, LA PAROLA AI MANAGER Le testimonianze dall’incontro di Napoli

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o scorso 14 novembre si è svolta nella sede di Manageritalia Campania una tavola rotonda dedicata alle novità introdotte dal decreto dignità e alle conseguenze che avranno dal punto di vista dei manager, in particolare di quelli che si occupano di organizzazione del lavoro e gestione del personale. Abbiamo raccolto alcuni spunti e opinioni sull’interessante e partecipato incontro.

Aumenta il turnover «Con il provvedimento purtroppo il turnover è destinato ad aumentare» dichiara Lucio Sindaco, hr director di MD Group. E continua: «Abbiamo circa 7mila dipendenti, di cui il 90% a tempo indeterminato, con un turnover medio attorno al 10%: fino a ieri prevedevamo un periodo di formazione per i lavoratori a tempo determinato di circa 24 mesi, mentre con la nuova normativa dovremo ridurlo a 12.

Nel momento in cui ci avvicineremo alla scadenza del primo anno di contratto, come previsto dal decreto, saremo costretti a risolvere molti di questi rapporti poiché impossibilitati a indicare una delle causali contenute dalla legge per prorogarli». Per affrontare il cambiamento MD spingerà sulla leva della formazione, in modo che le persone, conclude il sindaco, «possano acquisire le competenze necessarie nell’arco di un solo anno, auspicando che la nuova normativa non penalizzi gli investimenti visto che apriamo circa due punti vendita al mese, che i lavoratori con contratti a tempo determinato si concentrano in queste sedi e che in alcune zone d’Italia, specialmente al centro-nord, facciamo fatica a reperire personale».

Un provvedimento controproducente? Varato dal governo per incentivare l’occupazione facendo emergere il sommerso, secondo gli esperti il provvedimento rischia di essere controproducente. «Le dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio, che ha definito le agenzie per il lavoro come il nuovo caporalato, denotano cattiva informazione e conoscenza dell’Istituto: la somministrazione di manodopera fa proprio l’esatto contrario,

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garantendo tutti i diritti del lavoro subordinato in materia di contratto collettivo applicato, livello di inquadramento, mansione e retribuzione e offrendo garanzie superiori rispetto anche allo stesso contratto a termine», afferma Sara Leone, permanent & professional developer della direzione operativa tirrenica di Gi Group. Una delle questioni più dibattute riguarda la costituzione dei rapporti di lavoro che, tra false partite Iva, appalti truccati e rimborsi fittizi, al momento offre un terreno favorevole all’illegalità e allo sfruttamento. «Il decreto dignità avrebbe dovuto tenere conto del vero precariato e sovvertire quelle forme meno garantiste» spiega Leone, sostenendo l’opportunità di predisporre incentivi legati alle politiche attive, anziché «politiche di assistenzialismo e di rigidità legislativa che non promuovano il lavoro a lungo termine».

Obbligo di causale nei contratti a termine Con l’adozione del decreto dignità l’insieme della contrattazione collettiva si avvia dunque verso importanti cambiamenti. «La norma non prevede nessun rinvio alla contrattazione collettiva. Una precisa scelta di sottrarre peso alle parti sociali, alle aziende e ai rappresentanti dei lavoratori, che rappresenta un elemento sicuramente distonico e, in un certo senso, un passo indietro» sostiene Alessandro Paone, partner Lablaw Studio legale Failla Rotondi. Secondo Paone lo strumento per consentire alle imprese e ai manager di intervenire sulla produttivi-

tà, alla luce del nuovo assetto, risiede nel rafforzamento del contratto collettivo di prossimità introdotto con l’art. 8 della legge 138/2011: «Uno strumento negli anni scarsamente valorizzato, osteggiato dai sindacati perché percepito come un grimaldello ai danni della centralità del contratto nazionale, che oggi potrebbe iniziare a vivere la sua prima primavera poiché, se vengono rispettate le sue previsioni operative, è l’unico in grado di comportare il superamento del dettame normativo con efficacia erga omnes».

Formazione: un aspetto da incentivare Secondo l’indagine del luglio scorso realizzata su questo tema da AstraRicerche per Manageritalia, i manager pensano che le modifiche introdotte danneggiano le aziende e l’occupazione, disincentivando le assunzioni con contratti a termine e riducendo gli investimenti formativi. «Dalla formazione dipende la qualificazione della forza lavo-

ro, un aspetto che dovremmo incentivare anziché penalizzare. In un solo anno, di solito, un lavoratore non riesce ad acquisire pienamente le competenze di cui necessità, specialmente in ambiti come la sicurezza e la privacy, che passano in secondo piano» avverte Massimo Fiaschi, segretario generale di Manageritalia, moderatore della tavola rotonda. Ricordando come il provvedimento non si applichi sui dirigenti, che possono sottoscrivere contratti a tempo determinato della durata di cinque anni, Fiaschi illustra in quale direzione ci si muove alla luce del nuovo orizzonte normativo: «Per mitigare le problematiche introdotte dal decreto dignità punteremo sulla sottoscrizione di accordi locali e territoriali» e rivendica la centralità del sindacato come organo vitale del dialogo tra imprese e lavoratori, «elemento fondante di una relazione innovativa, costruttiva, fulcro del benessere economico e sociale».

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MANAGERITALIA COLLEGIO DEI PROBIVIRI

PARTECIPAZIONE, APPARTENENZA

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La Guida per gli associati, realizzata dal Collegio dei Probiviri, ci introduce in un mondo associativo ricco di valori

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anageritalia vuol dire oggi 36mila manager associati. Ma che rapporto c’è con la loro organizzazione? Pensiamo che il 90% degli iscritti entra in contatto con Manageritalia nell’arco di un anno per avere informazione e servizi, che l’86% legge o sfoglia il mensile Dirigente, oltre il 60% partecipa alle frequenti indagini online e circa un migliaio partecipano direttamente alle assemblee annuali. Nella consueta indagine di customer satisfaction, tre su quattro ci dicono: «Mi sento non solo un cliente ma un associato verso il quale c’è attenzione e volontà di mettermi a mio agio e farmi sentire a casa mia». Un rapporto forte che deriva da un’offerta a cui, sempre nella stessa indagine, si riconosce la capacità di dare servizi professionali (85%), appartenenza (72%), movimento (67%) e rappresentanza istituzionale (62%). Tutto questo è reso possibile da un’Organizzazione capace di innovare e innovarsi sempre, spesso anche anticipando i cambiamenti in atto, e da un solido e storico sistema di partecipazione e governance.

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Probiviri: a tutela dei diritti degli associati Proprio per valorizzare e diffondere questo spirito e questa realtà, il Collegio Nazionale dei Probiviri in carica ha elaborato una guida per gli associati sull’attività dell’organo di legalità della Federazione, scritto con un linguaggio semplice, privo del formalismo giuridico dello statuto e di altre fonti del diritto interne alla nostra Organizzazione. Un contributo alla conoscenza e un riconoscimento al ruolo del Collegio, primo arbitro per la tutela dei diritti degli associati. Infatti, come ha detto il presidente del Collegio Nazionale dei Probiviri Romano Gandolfi, «Il rispetto delle regole condivise al momento della nascita dell’Associazione, o comunque aggiornate nel corso del tempo, è una condizione imprescindibile per l’attività stessa dell’Organizzazione, ma non basta per garantirne la stabilità. Occorre aggiungere il rispetto delle funzioni istituzionali, ossia il riconoscimento dei ruoli assegnati agli organi sociali ai quali è affidata, nell’equilibrio delle funzioni, la cura della gestione dell’organizzazione».

L’obiettivo della Guida «L’obiettivo di tutto il Collegio Nazionale dei Probiviri nel proporre questa guida – continua Gandolfi – è di invitare gli associati a una rilettura dello statuto, del regolamento e delle altre norme che in Manageritalia disciplinano le attività devolute al Collegio. Un orientamento dei lettori e l’esplicitazione e il rafforzamento della democraticità dell’Organizzazione nel contribuire a garantire a tutti l’esercizio delle tutele spettanti seguendo un percorso di insegnamento o comunicazione dei modelli attuativi ai quali attenersi». La democraticità di questa Federazione è testimoniata dal complesso sistema di governo definito nello statuto su quattro livelli (assemblea nazionale, giunta esecutiva, comitato di presidenza, presidente e vicepresidenti) per la parte relativa alla determinazione delle politiche, delle strategie e delle relative linee di attuazione e su due livelli (collegio dei revisori dei conti, collegio nazionale dei probiviri) per le funzioni di controllo contabile-finanziario e di arbitraggio della giustizia interna. Sistema che garantisce l’espressione del voto a tutte le organizzazioni aderenti in proporzione al numero degli iscritti che rappresentano e addirittura a prescindere dal peso ponderato, con voto singolo nel comitato di presidenza, l’organo di governo al quale partecipano, con pari dignità rappresentativa, tutte le associazioni territoriali aderenti per voce dei relativi presidenti. Questo modello di governance però, per quanto pondera-


Il “Grande dizionario della lingua italiana” di Salvatore Battaglia definisce i probiviri: “Persone elette dagli appartenenti a un corpo associativo (associazione, sindacato, partito politico o anche cooperativa ecc.) per comporre un Collegio previsto e regolato dallo statuto associativo e preposto a dirimere le controversie che possono insorgere fra gli associati o fra questi e gli altri organi associativi ed eventualmente a irrogare sanzioni disciplinari (che possono giungere fino all’espulsione) secondo quanto è previsto dallo statuto”.

to e articolato, risulterebbe imperfetto e instabile senza il Collegio dei Probiviri, che è il riferimento istituzionale di garanzia della corretta applicazione delle norme

interne da parte degli organi istituzionali e degli associati stessi. Una funzione di garanzia sempre vigile e pronta a intervenire, sebbene la nostra Organizza-

zione negli oltre 70 anni di vita ha avuto poche occasioni di intervenire.

Uno sguardo di insieme sul ruolo del Collegio, organo di garanzia e legalità associativa. La realizzazione di questa guida ha permesso ai componenti dei Collegi degli ultimi due mandati, persone di grande esperienza associativa, di lavorare insieme e di condividere le finalità e i valori che esprime. A tutti loro un particolare ringraziamento.

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COMPONENTI IL COLLEGIO 2016-2020 Alberto Cobbe, Raoul Cossutta, Riccardo Fortini, Ugo Gatta, Romano Gandolfi (presidente); Renato Martelletti (segretario), Nicola Papa, Renato Rinaudo, Edoardo Salmoiraghi. Hanno inoltre collaborato Gabriele Biffi, Renato Cristina, Erich Gritch, Bruno Principato e Giacomo Sparvoli, componenti del Collegio 2012-2016. Consulta la guida al link http://bit.ly/GuidaProbiviri

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PRATICHE INDIRETTE: NOVITÀ 2019 Visite mediche, specialistiche, aumento dei dispositivi medici, parafarmaci per infiltrazioni articolari e vaccini per via orale. Un cambiamento per migliorare il servizio sui rimborsi che parte in via sperimentale dal primo gennaio Visite mediche in forma indiretta

FASDAC

(Nomenclatore tariffario – sez. 5.7) Tutte le visite mediche per le quali si richiede il rimborso in forma indiretta saranno pagate dal 1° gennaio (data del documento di spesa) non più in percentuale con detrazione ma con una tariffa fissa di 65 euro o 200 euro a seconda dei casi.

Rimborso di 65 euro Le visite mediche ambulatoriali o domiciliari verranno rimborsate con una tariffa di 65 euro. Con questa modifica il Fasdac vuole semplificare le regole (dal rimborso all’80% con una detrazione di 51,65 euro a una tariffa fissa) e venire incontro agli associati.

Infatti:  circa l’80% delle fatture per visite mediche presentate in un anno stanno sotto ai 145 euro, cifra che rende vantaggiosa o indifferente la modifica. Molti degli associati che spendono 100 euro, a volte 80, eviteranno di prendere pochi euro;  64 euro è l’importo di costo al Fasdac per le visite mediche in forma diretta;  consente un congruo rimborso quando un accertamento diagnostico è accompagnato da una visita medica;  offre l’opportunità di presentare una pratica contenente una visita che costa poco;  resta l’importo di 200 euro per particolari patologie.

ISCRITTI “PENSIONATI” E “PROSECUTORI VOLONTARI” PAGAMENTO CONTRIBUTI FASDAC Ricordiamo che il bollettino Mav/01 per il pagamento dei contributi Fasdac degli iscritti in qualità di pensionati (diretti e superstiti) e prosecutori volontari viene inviato esclusivamente via email. Una scelta fortemente caldeggiata da tanti perché più pratica e sostenibile. L’email utilizzata per l’invio è quella già comunicata al Fasdac. Per verificare la propria email, inserirla o modificarla si può accedere all’area riservata My Manageritalia > Servizi Fasdac > Richiesta invio Mav Fasdac. In alternativa, l’email scelta per l’invio del Mav/01 può essere comunicata a mailingdirigenti@fasdac.it specificando il “Codice iscritto”.

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Una piccola modifica che non soddisferà tutte le situazioni, ma in generale punta a razionalizzare e semplificare.

Visite con rimborso di 200 euro Alcune visite specialistiche, che riguardano patologie degne di particolare attenzione, saranno rimborsate con una tariffa fissa di 200 euro. Sono comprese oncologia, radioterapia oncologica, neurologia (solo per morbo di Parkinson, Alzheimer e Sclerosi multipla), neurologia (solo per emorragia o infarto cerebrale), cardiologia o malattie dell’apparato cardiovascolare (solo per emorragia o infarto cerebrale). Per mettere gli uffici in condizione di liquidare correttamente una visita medica è necessario che la diagnosi (può essere indicata anche nel documento di spesa) e la specializzazione del medico siano entrambi presenti nella documentazione al momento della richiesta di rimborso. Non sono pertanto ammesse richieste di revisione presentando documentazione aggiuntiva rispetto a quella originariamente inoltrata.


Aumentano i “dispositivi medici” (Nomenclatore tariffario – sez. 5.19) Il Fondo amplia la gamma di dispositivi medici rimborsabili. Quindi, oltre ad alcuni che già conosciamo, come occhiali, apparecchi acustici ed endoprotesi, verrà riconosciuto un contributo alla spesa su calzature ortopediche, plantari (ortesi del piede), busto ortopedico per scoliosi (ortesi spinali) e protesi oculare, purché fatti su misura. Inoltre verranno rimborsati – anche se si tratta di prodotti di serie – i tutori ortopedici (ortesi per gli arti) per la stabilizzazione di fratture, lesioni ossee o legamentose. La documentazione, le limitazioni e le misure del contributo sono riportate nella tabella a pagina a fianco.

RIMBORSO DEI PARAFARMACI PER INFILTRAZIONI ARTICOLARI Sempre più di frequente per le iniezioni articolari vengono utilizzati, oltre ai farmaci in classe C (già rimborsabili dal Fondo) anche altri prodotti contenenti acido ialuronico che sono classificati come parafarmaci (attualmente non rimborsabili). Poiché è stato riconosciuto che questi parafarmaci hanno effetti positivi sulla funzionalità articolare, dal 1° gennaio 2019 (data del documento di spesa) il Fondo rimborserà anche i parafarmaci utilizzati per le iniezioni articolari secondo i medesimi criteri utilizzati per i farmaci (70% della spesa e relativa documentazione occorrente).

VACCINI SOMMINISTRATI PER VIA ORALE La normativa prevede il riconoscimento di un contributo fisso di € 80 per i soli vaccini somministrati per via iniettiva (il contributo comprende sia la prestazione medica sia il costo del vaccino). Poiché i vaccini per via orale sono usati anche per potenziare le difese dell’organismo durante patologie acute (ad esempio broncopolmonite, faringite acuta ecc.) dal 1° gennaio 2019 (data del documento di spesa) il Fondo ammetterà al rimborso i vaccini somministrati per via orale secondo i medesimi criteri utilizzati per i farmaci (70% della spesa e relativa documentazione occorrente).

Nota bene: il rimborso di questi ulteriori dispositivi medici avverrà nella sola forma indiretta. Se

viene quindi prescritto un tutore in concomitanza a una prestazione in convenzione (visita spe-

DISPOSITIVI MEDICI - DISPOSIZIONI PARTICOLARI • Il contributo forfettario è ammesso solo per gli ausili sotto riportati. • Tutti i contributi devono essere richiesti con la seguente documentazione: – prescrizione medica con diagnosi dello specialista ortopedico/fisiatra e per le protesi oculari dell’oculista; – documento di spesa rilasciato da officine o negozi ortopedici o da sanitarie o da strutture autorizzate; – certificato di conformità o specifica sul documento di spesa che si tratta di ausili su misura; – per i tutori ortopedici specificare la sede anatomica interessata (destra o sinistra di mano, polso, avambraccio, gomito, braccio, spalla, anca, coscia, ginocchio, gamba, caviglia, piede); – per le protesi oculari è necessario specificare se si tratta di occhio destro o sinistro. Descrizione

Importo del rimborso

Contributo per calzature ortopediche su misura per assistiti di età inferiore a 14 anni; massimo un paio per anno civile (1° gennaio - 31 dicembre)

e 100

Contributo per calzature ortopediche su misura per assistiti adulti; massimo un paio ogni due anni civili

e 100

Contributo per plantari ortopedici (ortesi su misura) per assistiti di età inferiore a 14 anni; massimo un paio per anno civile

e 100

Contributo per plantari ortopedici (ortesi su misura) per assistiti adulti; massimo un paio ogni due anni civili

e 100

Contributo per busto ortopedico su misura per scoliosi; massimo uno per anno civile

e 400

Contributo per protesi oculari su misura (per singola protesi) compresa protesi provvisoria; massimo una ogni cinque anni civili

e 700

Contributo per tutore ortopedico per stabilizzazione di fratture o lesioni ossee o legamentose; massimo uno per sede anatomica per anno civile

e 200

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PROGRAMMA DI PREVENZIONE Dicembre 2018 Termina il programma di prevenzione Ricordiamo che con la fine di dicembre scade il 7° programma biennale di prevenzione 2017- 2018. I coupon vanno pertanto utilizzati entro l’anno.

Marzo 2019 Parte l’8° programma di prevenzione 2019-2020

FASDAC

Come tutte le precedenti edizioni, il programma si rivolge ai dirigenti in servizio e ai prosecutori volontari. Sono confermati i 7 “pacchetti” e le prestazioni previste per ciascuno screening. Cambierà invece la modalità di fruizione: a differenza del passato, i coupon non verranno più spediti insieme all’opuscolo illustrativo ma si troveranno “figurativamente” presso la struttura sanitaria convenzionata di propria scelta.

FIGLI MAGGIORENNI “STUDENTI” O “DISOCCUPATI”RICORDIAMOCI L’AUTOCERTIFICAZIONE PER IL 2019 Il Fasdac assiste i figli degli iscritti fino ai 18 anni, ma se sono “studenti” o “disoccupati” li assiste fino al compimento dei 26 anni. Tali condizioni possono essere semplicemente autocertificate. A tale scopo il dirigente può compilare il modulo IC/05 scaricabile dal sito www.fasdac.it > modulistica in cui sarà possibile specificare il corso di studio/l’iscrizione al centro per l’impiego. Non occorre attendere il 2019. Il modulo può essere compilato sin da adesso e inviato direttamente alla propria associazione territoriale di appartenenza Manageritalia. Ciò consentirà di attivare la copertura assistenziale dei figli maggiorenni, consentendo il loro immediato accesso alle prestazioni dirette (convenzioni) e indirette (rimborsi). L’autocertificazione ha validità per tutto il 2019, sempreché la condizione certificata persista durante tutto l’anno.

cialistica o ricovero), questo dovrà essere fatturato a parte per poter chiedere il contributo nella forma indiretta.

Lettera di rimborso solo nell’area riservata Abolita la spedizione per posta della lettera di avvenuto rimborso indiretto delle pratiche.

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Il dirigente potrà quindi trovarla, come già accade oggi, nella propria area riservata My Manageritalia dove, oltre a seguire lo stato di avanzamento della pratica, ha la possibilità di scaricarla, stamparla e salvarla, facilitando così anche gli adempimenti fiscali. La misura si inserisce in un progetto in atto volto a demateria-

lizzare per quanto possibile i processi lavorativi e le comunicazioni, fornendo allo stesso tempo agli iscritti un servizio più moderno ed efficiente, con un occhio al contenimento dei costi di gestione. L’area riservata sarà implementata quanto prima con l’evidenza delle pratiche dirette.

Fatturazione elettronica: nessun cambiamento per le richieste di rimborso indiretto Per la singola persona fisica (il consumatore finale) la nuova procedura di fatturazione elettronica non cambia le precedenti abitudini. Quindi, a meno che rinunci espressamente, dovrà ricevere da chi effettua la prestazione (il cedente/prestatore) una copia della fattura in formato cartaceo o pdf. Pertanto le attuali modalità e le procedure per il rimborso indiretto al Fasdac non cambiano rispetto al passato, dovendo l’iscritto continuare a presentare la copia cartacea dei documenti di spesa.



FONDI PENSIONE APERTI, POCO CONOSCIUTI MA VANTAGGIOSI Una formula aperta a tutti, utile soprattutto agli executive professional per garantirsi una rendita pensionistica grazie alla cosiddetta previdenza complementare

Q

ASSIDIR

uasi tutti, prima o poi, si trovano di fronte al momento in cui dicono basta alla loro attività lavorativa e hanno come rendita principale la “pensione”. In Italia il sistema pensionistico è basato su due “pilastri”: previdenza obbligatoria gestita da Inps, Casse professionali ecc., che assicura la pensione di base; previdenza complementare, cui è possibile aderire con accantonamenti volontari. Ci preme sottolineare come, nonostante le numerose riforme intervenute nel corso degli anni, permanga un rischio rilevante di pensione bassa per chi raggiungerà l’età pensionistica nei prossimi anni e decenni. Per questo motivo parliamo del secondo pilastro, sul quale ognuno può intervenire per garantirsi autonomamente una pensione integrativa. Il legislatore già dal 1993 ha cercato di porre rimedio al rischio pensionistico con la legge istitutiva della previdenza comple-

Per saperne di più contatta ASSIDIR

numero verde 800401345 email info@assidir.it

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mentare tramite i “fondi pensione”. Per comprendere la dimensione attuale del fenomeno, è sufficiente dare uno sguardo ad alcuni dati statistici diffusi da Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione: a fine settembre scorso il numero complessivo degli aderenti alle forme pensionistiche complementari era pari a circa 7,9 milioni per risorse complessive da destinarsi alle prestazioni pari a 167,2 miliardi di euro. Numeri tutt’altro che irrilevanti, ma inadeguati rispetto alla massa di persone che potrebbero avvalersi dell’istituto dei fondi pensione. È utile ricordare che previdenza integrativa e complementare sono in pratica la stessa cosa e che esistono due possibili forme di adesione: collettiva e individuale.

Fondi chiusi Quella collettiva prevede l’adesione a uno strumento previdenziale, definito fondo chiuso, comune a più persone che appartengono a una categoria omogenea come, ad esempio, quella dei dipendenti del terziario, dell’industria metalmeccanica, dell’industria chimica ecc. L’esempio più facile da comprendere è la forma complementare

legata al ccnl dei dirigenti del terziario, che hanno nel Fondo Mario Negri la certezza di poter contare su una pensione integrativa al termine della loro attività lavorativa. Per i quadri del terziario sono presenti forme di previdenza complementare collettiva tra cui, la più nota, è “Fon.Te.”, il Fondo pensione complementare per i quadri e gli altri dipendenti di aziende del terziario.

Fondi aperti I fondi pensione aperti sono forme pensionistiche complementari accessibili da chiunque, indipendentemente dalla situazione lavorativa. Sono istituiti da Imprese assicurative, Banche, Sim o Sgr e si basano su patrimoni autonomi e separati rispetto a quelli delle società che li istituisce. Infatti, a maggiore sicurezza di chi aderisce, il capitale versato dall’aderente viene separato dall’attività delle imprese che li gestiscono. I fondi pensione aperti rivestono un particolare interesse per tutte le categorie che non sono inquadrate in un contratto collettivo, nel nostro mondo gli executive profes-


sional. Gli executive professional versano infatti i normali accantonamenti ai fini pensionistici obbligatori nella cosiddetta “gestone separata” che, di fatto, non fornisce rendite di importi significativi: senza il secondo pilastro, costituito da un fondo integrativo, corrono il rischio di trovarsi al termine del percorso lavorativo con una pensione scarsamente adeguata.

Vantaggi Accantonare in un fondo pensione aperto consente di accedere a numerosi vantaggi sia in fase di contribuzione, ossia quando si fanno i versamenti, sia in fase di erogazione delle prestazioni, ossia quando si passa alla riscossione di quanto maturato negli anni. Il primo vantaggio riguarda la deducibilità fiscale, infatti i contributi versati periodicamente a un fondo pensione sono interamente deducibili anno per anno dal reddito dichiarato ai fini Irpef, entro il tetto massimo di 5.164,57 euro. Ciò significa che l’importo dei versamenti, fino al massimo so-

praindicato, è totalmente esente da tassazione Irpef. Inoltre, al termine della contribuzione, i versamenti degli anni saranno soggetti solamente a una tassazione massima del 15% che, nel caso la durata dei versamenti sia stata superiore ai 15 anni, scende fino al 9%. I fondi pensione aperti sono caratterizzati da un’ampia flessibilità e possono soddisfare le più diverse esigenze di chi desideri assicurare una rendita futura per sé o i propri familiari (vedi box). È corretto però ricordare che la flessibilità esiste sempre all’interno di un quadro di “previdenza complementare”: si tratta cioè di un piano a lungo termine, che scade in concomitanza col raggiungimento del pensionamento con la previdenza obbligatoria e che non è possibile, né logico, estinguere prima di tale scadenza.

Infine, è importante ricordare che i fondi pensione aperti costituiscono un’opportunità molto importante per chi voglia offrire una rendita pensionistica integrativa ai propri figli o agli altri familiari che non hanno alcun piano di previdenza complementare, assolutamente svincolata da qualsiasi impegno lavorativo da parte di aderenti e destinatari della futura rendita. Anche in questo caso permangono i benefici economici più rilevanti: nel caso dei figli a carico, studenti o non ancora lavoratori, ad esempio, un genitore può accollarsi il versamento a favore del figlio, utilizzando, a determinate condizioni, la deduzione fiscale. Assidir, in tale ambito, garantisce un supporto assicurativo e previdenziale agli iscritti Manageritalia e ai loro familiari. Accanto a un approccio professionale, Assidir ha a disposizione un prodotto valido e tra i più significativi del mercato, di una primaria compagnia di assicurazioni, caratterizzato da costi di adesione contenuti e buoni comparti finanziari.

I VANTAGGI DEI “FONDI PENSIONE APERTI” IN PILLOLE  Consentono di accantonare una rendita da integrare alla pensione per cominciare a pensare al futuro sin da oggi.  Hanno piani di versamenti flessibili con la possibilità di scegliere quanto e quando versare.  Hanno la possibilità di frazionare il contributo: mensile, trimestrale o semestrale.  Danno la possibilità di variare o sospendere i contributi.  Danno la possibilità di ottenere anticipazioni alle condizioni previste dalla regolamentazione di settore (ad esempio per l’acquisto di una casa).  Sono fiscalmente convenienti: il contributo nei fondi pensione è deducibile fino a un massimo di 5.164,57 euro l’anno.  Danno la possibilità di trasferire il capitale maturato ad altri fondi pensione.  Danno la possibilità di scegliere l’investimento più adatto alle proprie esigenze con diversi comparti caratterizzati da diversi profili di rischio/rendimento.

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SCUOLA DI MANAGEMENT ITE

MARKETING E VEND

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CFMT

gitale Marketing di nel customer edia digitali m Il ruolo dei consumatori journey dei a, 11 aprile nnaio - Bologn Milano, 24 ge

AMMINISTRAZION

E TAX&FINANCE

L’analisi di bi lancio: simul azioni e casi Come valuta applicativi re l’impatto delle diverse gestionali su scelte i risultati di bilancio Milano, 22 ge nnaio Valutare un’a zienda: crite ri e metodolog Come analiz ie zare le critici tà di un pro di valutazio cesso ne Milano, 5 fe bbraio Il bilancio pe r non addetti Come appro cciare i “ba sic” dell’are economico-fi a nanziaria Milano, 12 fe bbraio - Rom a, 27 febbra io

LEADERSHIP & PEOPLE MANAGEMENT PLAY LIST: la storia sia NEW! Il nuovo time manag mo noi ement emozionale di Luciano Ziarelli Milano, 2 aprile - Roma, 13 giugno Torino, 11 luglio Vincere sotto pressione Insegnamenti per il ma nagement dal mondo dello sport competitivo ad alto livello Milano, 17 gennaio - Rom a, 20 febbraio Genova, 8 maggio Yoga coaching: chiarezza mentale e decisioni efficaci Allenare il sistema ner vos o alle sfide quotidiane Roma, 5 febbraio - Milano , 9 maggio

PER INFORMAZIONI:

MILANO

NE

STRATEGIA E ORGANIZZAZIO

ategy Align frontline & str illante ia la strateg più br NEW! Anche valore se non è messa non ha e ben eseguita ca ati in pr Milano, 20 febbraio n e industry 4.0 Digital transformatio itale cavalcare l’onda dig o, Anticipare il futur io gg ma, 15 ma Milano, 9 aprile - Ro Business storytelling ienda ità della vostra az Come narrare l’unic Torino, 6 febbraio

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ROMA

info@cfmt.it, 06 5043053

La partecipazione ai corsi è gratuita e riservata ai dirigenti associati in regola con il versamento dei contributi.

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OSSERVATORIO MANAGERIAL LEARNING ASFOR-CFMT 2018

Associazione Italiana per la Formazione Manageriale

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rosegue la collaborazione tra Cfmt e Asfor, Associazione italiana per la formazione manageriale, nell’ambito dell’osservatorio Managerial learning. Nel 2017 era stata realizzata una ricerca sullo “stato dell’arte”, sui principali trend evolutivi/ innovativi e sulle best practice della formazione manageriale nelle imprese. Quest’anno l’osservatorio Managerial learning 2018 promuove una ricerca fortemente innovativa focalizzata sulle percezioni e opinioni di manager e alti potenziali relative alla formazione e alle modalità preferite di apprendimento. Come per la precedente richiesta, è stato pensato un questionario rivolto a:  dirigenti che esercitano un ruolo manageriale a diversi livelli di responsabilità fino a essere top executive;  quadri che esercitano respon-

sabilità significative e hanno autonomia elevata di gestione e presa di decisione;  alti potenziali inseriti in percorsi di talent development. Le domande del questionario sono mirate a esplorare opinioni, vissuti e motivazioni di queste popolazioni verso la formazione. I risultati dell’osservatorio Managerial learning 2017 AsforCfmt (visibili sul sito cfmt.it) hanno già fornito importanti indicazioni sulle scelte che le imprese stanno sviluppando in tema di formazione e sui processi di apprendimento. Ora, con l’indagine 2018, l’obiettivo è approfondire il punto di vista dei destinatari finali e capire come orientare al meglio la progettazione degli interventi formativi per il target manageriale. Il questionario richiede circa 15 minuti di tempo per la compila-

zione e si trova al seguente link: http://bit.ly/asforcfmt2018 Asfor e Cfmt garantiscono che il questionario è anonimo e i dati verranno presentati esclusivamente in modalità aggregata. Viene richiesto solo il nome dell’azienda per gestire, in fase di elaborazione, tipologie e settori d’impresa. I risultati della ricerca verranno presentati in due eventi, a Milano e a Roma, nella primavera del 2019. Sarà inoltre pubblicato un ebook arricchito di ulteriori considerazioni qualitative.

PER INFORMAZIONI: Roberta Corradini rcorradini@cfmt.it tel. 02 54063126

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Hanno collaborato a questo numero Thomas Bialas, futurologo, cura l’inserto Dirigibile ed è responsabile del progetto Future Manage(57)

ment Tools di Cfmt.

Federico Castelletti Cazzato si occupa di marketing e comunicazione dal 1983; per 20 anni in Armando Testa, dal 2009 è responsabile, in Skills Management, del settore comunicazione d’impresa (52) per lo sviluppo di applicazioni web e mobile e di piattaforme e-learning.

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Gian Carlo Cocco è docente di Neuromanagement e di Economia del capitale umano alla facoltà di economia dell’università e-Campus, ha coordinato e coordina progetti di consulenza e di formazione per moltissime imprese italiane e multinazionali, collabora con il Cfmt dalla fondazione. (42)

(55)

Claudia Corti è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza.

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Nicola Longo è managing partner di Skills Management, da oltre 30 anni si occupa di consulenza direzionale e formazione manageriale nell’ ambito del change management & performing people; è docente del Cfmt dal 1994 e autore di numerosi articoli e pubblicazioni sul tema del cambiamento organizzativo. (52)

Alessia Tanzi è esperta nell’applicazione di tecnologie di allenamento interiore per la leadership e (38) l’efficacia manageriale. È fondatrice di Y-C, Yoga Coaching (www.yoga-coaching.org).

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FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO

10 ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

Editore: Manageritalia Servizi srl Direttore responsabile: Guido Carella Coordinamento: Roberta Roncelli

38

34

Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta

26

Direzione, redazione, amministrazione: via Antonio Stoppani, 6 - 20129 Milano tel. 0229516028 - fax 0229516093 giornale@manageritalia.it www.manageritalia.it Le opinioni espresse dagli autori impegnano esclusivamente la loro responsabilità Concessionario pubblicità LAPIS srl viale Monte Nero, 56 - 20135 Milano tel. 0256567415 info@lapisadv.it - www.lapisadv.it

42 Foto Assemblea Manageritalia e Premio Eccellenza Lido Vanni di Diana Lapin

57

Grafica THE GRAPHIC FORGE sas via Antonio Stoppani, 4 - 20129 Milano tel. 0229404920 - www.graphicforge.it

da Manageritalia Valeria Pistolese,

responsabile ufficio relazioni istitu-

zionali.

Luca Padovani, marketing&organizzazione eventi

(46) (34)

Stampa ROTOLITO spa via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano) tel. 0292195.1 - www.rotolito.com Registrazione Tribunale di Milano n. 142, del 24 aprile 1974 Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana Accertamenti diffusione stampa

69

La diffusione di dicembre 2018 è di 36.388 copie




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