DIRIGENTE - Settembre 2015

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N. 9 settembre 2015

la rivista di Manageritalia

attualitĂ l'arte nelle mani dell'isis? rappresentanza cida e #prioritalia: obiettivi e programmi

Piercamillo Davigo

Corrompiamo corrompiamo la corruzione Mensile di informazione e cultura dei dirigenti, quadri e professional del terziario Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI -  2,20 (abbonamento annuo  16,50)


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Editoriale a cura del presidente Manageritalia

LAVORI IN CORSO

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ancano poco più di tre mesi alla conclusione dell’anno, eppure non è ancora tempo di bilanci. Siamo in pieno cantiere e c’è molto lavoro da fare, tanto nelle imprese in cui lavoriamo quanto nelle nostre associazioni territoriali. Sentiamo il dovere di incoraggiare i segnali di ripresa che giungono dalla politica e dall’economia che, seppur timidi, sono comunque positivi. Lavoriamo affinché il cambiamento che auspichiamo diventi realtà, con coerenza e concretezza. Tra i risultati di questo sforzo c’è l’evoluzione del sistema in cui Manageritalia opera. Un segnale importante di questo cambiamento sono le recenti nomine di Giorgio Ambrogioni e Marcella Mallen alla presidenza di Cida e di #Prioritalia (vedi articolo a pagina 20), che danno l’occasione per definire nuovi e più sfidanti obiettivi per entrambe le organizzazioni, confermando i tre livelli su cui si articola l’architettura della rappresentanza della dirigenza italiana. Cida, con una determinazione condivisa da tutte le organizza-

zioni aderenti, è stata investita tra l’altro della gestione delle iniziative in difesa dei pensionati, fra cui l’avvio di nuovi ricorsi su tutto il territorio nazionale per coinvolgere nuovamente la Corte costituzionale sulla legittimità del provvedimento che ha penalizzato il meccanismo perequativo delle pensioni 2012-2013. Questo percorso aumenta il consenso nei confronti delle iniziative di Manageritalia e quindi la loro portata, considerando che a sostenere l’azione di Cida ci saranno dieci Organizzazioni di manager, del pubblico e del privato. Non saremo più da soli come quando, nel 2008, avviammo le azioni legali contro il blocco della perequazione sulle pensioni superiori a otto volte il minimo Inps. Cida, d’ora in poi, sarà così il riferimento unitario delle istituzioni, della politica e dell’opinione pubblica rispetto alle proposte dei manager per l’ambito della previdenza. La nostra attività sulla materia si focalizzerà ancora di più sulla tutela dei colleghi in attività (nonché futuri pensionandi). È uno degli argomen-

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ti più importanti su cui si stanno giocando le trattative per il rinnovo del contratto. Siamo in pieno negoziato e, naturalmente, teniamo costantemente aggiornati gli associati sulle novità. Dopo la pausa estiva è entrato nel vivo il dibattito sulla tanto evocata flessibilità in uscita, che apre le porte alla possibilità di lasciare il lavoro prima della soglia fissata dalla legge Fornero. Sembra che il provvedimento, ammesso che venga varato quest’anno, non sarà del tutto “a costo zero” per lo Stato. Chi uscirà prima dovrà accettare un assegno più basso, ma in qualche modo ci saranno delle compensazioni. Un ricalcolo generalizzato col metodo contributivo sembra scongiurato e, inoltre, dovrebbero esserci meccanismi a favore dei prepensionati, ma un po’ ci preoccupa la necessità di recuperare risorse per finanziare il provvedimento: purtroppo le esperienze del passato ci fanno temere che alla fine sia sempre la nostra categoria a sostenerne gli oneri. Tuttavia si tratta di un cambio di passo non da poco, anche perché alcune delle ipotesi allo studio sono in linea con le nostre proposte. È uno stimolo a continuare ad alimentare la discussione da protagonisti. Premiamo affinché questa, come altre riforme importanti, vadano in porto: il Paese non può lasciarsi sfuggire l’occasione di crescere, cogliendo il vento favorevole del contesto economico. Le riforme della scuola, della pubblica amministrazione e del fisco sono ai nastri di partenza. Alla voce lavoro ci sono molte novità: tutti i decreti attuativi che completano il Jobs act sono stati approvati dal governo e presto vedremo il de-

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butto, tra le altre cose, dell’Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro, dell’assegno individuale di ricollocazione, della revisione al sistema dei sussidi e dei contributi. È probabile, infine, che saranno prorogati gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato. La legge di stabilità 2016 è in gestazione e, ancora una volta, si preannuncia complessa e piena di nodi da sciogliere. Sarà gravata, per esempio, dalle clausole di salvaguardia previste dalla legge dell’anno precedente, che prevedono un aumento dell’Iva fino a 16 miliardi nel prossimo triennio. Dovrebbe inoltre individuare come abbassare in maniera permanente il carico fiscale sui redditi da lavoro e sulla prima abitazione, introdurre agevolazioni fiscali per il Mezzogiorno, prolungare il bonus per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Non possiamo dimenticare, inoltre, che esiste sempre la spada di Damocle sulle deduzioni e detrazioni fiscali, che possono essere ridotte o parametrate al reddito. Una partita complessa nella quale Manageritalia farà sentire la propria voce. Per farlo è fondamentale poter contare sulla partecipazione di tutti gli associati. A breve avremo gli appuntamenti dei precongressi delle associazioni territoriali. Sarà l’occasione per fornire nuovi spunti alle numerose discussioni che dovremo portare avanti su numerosi tavoli, per questo ancora una volta vi invito a seguirci, ad animare gli incontri e a condividere le decisioni che verranno prese.

Guido Carella (guido.carella@manageritalia.it)


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Sommario Copertina  8 Corrompiamo la corruzione

Information technology 48 La web usability

Attualità 16 L’arte nelle mani dell’Isis?

Produttività & Benessere 54 Continuiamo a cambiare il lavoro e lo cambieremo davvero

Rappresentanza 20 Cida e #Prioritalia: obiettivi e programmi Eventi 28 Access Mba: al via il tour a Roma

Diritto 30 Divorzio facile, breve... ma non diretto

40 Non solo consumi

42 VIII Premio Eccellenza Lido Vanni

Rubriche

52 Osservatorio legislativo 60 Di buon grado 61 Arte 62 Libri 64 Lettere

è online su

Management 44 Sud: più manager per lo sviluppo

75 Quadri Jobs act: introdotto il demansionamento

Assidir 78 Infortuni professionali ed extraprofessionali Cfmt 80 Focus Focus mindstrength 81 Corsi I corsi da ottobre a dicembre

63 Letture per manager

Formazione 36 Il manager come maestro

Manageritalia

77 Formazione quadri Cavalcare il cambiamento

26 Mondo del lavoro

Iniziative Manageritalia 34 Tennis& Cultura in Basilicata

InfoManager

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Mensile di informazione e cultura di Manageritalia Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali

Fondo di previdenza Mario Negri

CFMT Centro di formazione management del terziario

Associazione Antonio Pastore

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Copertina

CORROMPIAMO LA CORRUZIONE A tu per tu con Piercamillo Davigo su corruzione, giustizia, ruolo dei cittadini e della politica. Secondo il giudice sconfiggere la corruzione in Italia è possibile, basta volerlo. I cittadini e la società hanno un ruolo importante: devono informarsi e indignarsi. Manager e imprenditori devono rifiutarsi di sottostare a richieste corruttive Enrico Pedretti

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Piercamillo Davigo, consigliere alla Corte suprema di Cassazione, Seconda Sezione penale

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Copertina L’Italia ha tanti mali, ma quello forse più diffuso ed endemico è la corruzione. Esiste una spiegazione? «Secondo gli indici di percezione della corruzione, l’Italia è collocata nelle peggiori posizioni in Europa. Le ragioni sono da ricercare nel fatto che, dopo quanto era emerso negli anni dal 1992 al 1995 il mondo politico, anziché cercare di contenere la corruzione, ha cer-

cato di contenere le indagini e i processi». La corruzione tra l’altro è il principale freno a una crescita strutturale e duratura a livello economico e sociale, perché annichilisce il merito, falsa la concorrenza sana e premia i peggiori. Come possiamo combatterla e vincerla? «Ci sono molti esempi storici, ma anche contemporanei, di paesi che

«Secondo gli indici di percezione della corruzione, l’Italia è collocata nelle peggiori posizioni in Europa. Le ragioni sono da ricercare nel fatto che, dopo quanto era emerso negli anni dal 1992 al 1995 il mondo politico, anziché cercare di contenere la corruzione, ha cercato di contenere le indagini e i processi»

hanno combattuto la corruzione con efficacia: fra gli altri la Gran Bretagna di fine Settecento e in epoca attuale Singapore. I rimedi sono relativamente semplici dal punto di vista tecnico, in Italia probabilmente inattuabili per la resistenza della politica e, temo, delle imprese. È necessaria un’effettiva trasparenza contabile nelle imprese, il che implica un efficace contrasto anche all’evasione fiscale, e la previsione di operazioni sotto copertura in materia di corruzione e turbativa d’asta. Le operazioni sotto copertura sono previste in Italia per settori quali terrorismo, crimine organizzato, traffico di stupefacenti e di armi, pedopornografia e consisto-

Italia tra i peggiori per corruzione Punteggio e posizione in classifica di Italia, Francia e Germania nel Corruption perceptions index 2014 di Trasparency international, la classifica sulla diffusione della corruzione nel mondo più nota e utilizzata a livello globale

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Copertina scattare meccanismi rigorosi di selezione del personale politico e amministrativo, allontanando coloro che non tengono comportamenti trasparenti». E quale quello del potere giudiziario? «Il sistema giudiziario è stato l’unica forza che ha tentato di contenere la corruzione, con scarsi esiti, stante la crisi in cui si dibatte per una domanda di giustizia patologica che non ha equivalenti in altri paesi».

«Mi è stato detto che è troppo difficile fare indagini sulla corruzione. Negli Usa, dopo le elezioni, mandano agenti sotto copertura a offrire denaro agli eletti: coloro che lo accettano E i cittadini e la società quale ruovengono arrestati. A ogni elezione lo hanno e cosa dovrebbero fare? ripuliscono la classe politica» «Informarsi e indignarsi. Quando

no nel fatto che ufficiali di polizia giudiziaria – Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza eccetera – agiscono sotto mentite spoglie. Negli Usa chiamano operazioni come queste test di integrità. Mi è stato detto che è troppo difficile fare indagini sulla corruzione e che loro, dopo le elezioni, mandano agenti sotto copertura a offrire denaro agli eletti: coloro che lo accettano vengono arrestati. A ogni elezione ripuliscono la classe politica». Qual è il ruolo della politica, potere esecutivo e legislativo? «La politica dovrebbe preoccuparsi di ricondurre il fenomeno a livelli fisiologici e soprattutto far

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la reazione dell’opinione pubblica è forte, la politica adotta comunque provvedimenti. Il cosiddetto Parlamento degli inquisiti, quello in carica fra il 1992 e il 1994, ha abolito l’autorizzazione a procedere a fronte dell’indignazione dell’opinione pubblica». Noi da anni riceviamo richieste a gran voce dai nostri manager di fare qualcosa per combattere la corruzione. Qual è il ruolo di imprenditori e manager che hanno maggiori responsabilità degli altri lavoratori? «Rifiutarsi di sottostare a richieste corruttive. Purtroppo per anni molte imprese che hanno rapporti prevalenti con le pubbliche amministrazioni si sono difese dicendo di essere concusse, anziché de-

nunziare le richieste, anche quando le loro dimensioni e la loro influenza le ponevano al riparo da rappresaglie». Lei pensa che ci siano speranze che si risalga dagli infimi livelli nei quali siamo relegati nella classifica sulla corruzione a livello mondiale? «Basta volerlo fare». Cosa c’è nei paesi più virtuosi che permette di relegare la corruzione a livello fisiologico? «Nel suo bel volume Atlante della corruzione, Alberto Vannucci, docente di Scienza della politica all’Università di Pisa, cita un’interessante ricerca: fino ad alcuni anni fa i diplomatici degli stati accreditati all’Onu godevano di una totale immunità, che si estendeva anche alle violazioni del divieto di sosta. Verificando i verbali restituiti alla Città di New York, si sono classificati i comportamenti dei diplomatici dei vari Stati. La sorpresa è stata che la classifica corrisponde agli indici di percezione della corruzione. I diplomatici dei paesi scandinavi non avevano neppure una violazione a testa. Anche senza sanzioni rispettano la legge. Evidentemente il miglior antidoto è il senso civico». Tra l’altro, la corruzione è figlia dell’evasione, che serve per fare i soldi in nero per corrompere.


Insomma, un cane che si morde la coda? «La cosa che trovo davvero curiosa è che in Italia a ogni annuncio di lotta all’evasione fiscale segue un condono fiscale o una riduzione delle sanzioni penali. Capisco che non è pensabile processare milioni di evasori, ma il condono è un potente incentivo all’evasione». Cosa fare per non continuare ad evadere il problema dell’evasione? «Basterebbe usare gli stessi strumenti affinati nelle misure di prevenzione, soprattutto antimafia, la confisca dei beni di cui un soggetto abbia la disponibilità anche per interposta persona, non compatibili con i redditi dichiarati». I giudici, nelle loro varie funzioni, sono anche un po’ manager? «C’è una deriva aziendalista in magistratura che non condivido. Si cerca di fronteggiare la domanda patologica con incrementi di produzione. Peraltro ogni incremento di efficienza determina nuova domanda di giustizia che la riassorbe, però si rischia di abbassare la qualità delle decisioni». Cosa pensa dei manager, di quelli privati che in un’Italia fatta di tantissime imprese a gestione familiare, scarseggiano? «Il capitalismo a gestione familiare talvolta privilegia la fedeltà ai

soci di maggioranza piuttosto che mezza i comportamenti devianla fedeltà alla società. Tuttavia ci ti. I magistrati corrotti, quando sono ottimi manager». scoperti, vengono arrestati e comunque si crea il vuoto intorno E della dirigenza pubblica, della a loro. Altrove questo non semquale fate parte anche voi giudi- pre accade». ci? La “burocrazia”, nel senso nobile, dovrebbe essere l’ossaAnche noi cittadini italiani siamo tura dell’apparato statale, ma noi un po’ troppo passivi? forse soffriamo di “osteoporosi” a «Certamente. Serve, come dicevo, questo livello? informazione e indignazione. In«Lo Stato italiano non ha una élite vece di solito si scade nel qualunamministrativa paragonabile quismo. Quando qualcuno mi diall’amministrazione francese o al ce che rubano tutti, gli chiedo se Civil Service Britannico. Una delle ruba anche lui. Siccome mi dice di ragioni è che spesso i dirigenti de- no, gli rispondo “Neanche io. Covono il loro posto non solo alla me vede, non è vero che rubano loro capacità, ma anche alla prote- tutti”. Occorre saper distinguere e

«Quando qualcuno mi dice che rubano tutti, gli chiedo se ruba anche lui. Siccome mi dice di no, gli rispondo “Neanche io. Come vede, non è vero che rubano tutti”. Occorre saper distinguere e prendere le distanze da chi ruba, anche se è della nostra parte politica»

zione di qualche politico. In magistratura questo fenomeno è meno presente. Naturalmente ci sono anche ottimi manager pubblici». Non le pare che oggi in Italia troppi non svolgano appieno il loro ruolo tra i canonici poteri, nelle organizzazioni politiche e nei corpi intermedi? «Certamente la passività rispetto a determinati comportamenti è inquietante. Rivendico alla mia categoria di aver trattato con fer-

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Copertina

I principali esponenti del “pool di mani pulite”. Da sinistra a destra: Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Gerardo D’Ambrosio, Antonio Di Pietro. A lato, Francesco Saverio Borrelli.

prendere le distanze da chi ruba, anche se è della nostra parte politica, soprattutto se è della nostra parte politica». Come valuta oggi la giustizia in Italia, cosa va migliorato e, se ci sono colpe, quali sono? «Un carico di lavoro eccessivo che non ha equivalenti in altri paesi. Occorre introdurre serie deterrenze che scoraggino dall’agire o resistere indebitamente in giudizio. Le colpe altrui non le valuto, quella dei magistrati è stata di non con-

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trastare l’idea che si potesse risolvere il problema solo dal lato dell’offerta di giustizia e non anche da quello della domanda. L’eccesso della domanda di giustizia dipende anche dal fatto che in Italia è molto più tutelato chi viola la legge, rispetto a chi subisce le violazioni altrui». Giustizia e politica: quale deve essere il rapporto? E cosa pensa degli uomini di Giustizia che scendono in politica? «Dovrebbe esserci rispetto reci-

proco. A mio giudizio i magistrati non devono dedicarsi alla politica solo quando vanno a votare». Guardando l’Italia tra dieci anni, come la vede? «Di tutte le attività umane quella del profeta è la più difficile e costantemente a rischio di smentite». Cosa farà da grande? «Il pensionato».


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Attualità

L’arte Il Parlamento europeo è al lavoro per fermare i saccheggi e il commercio illegale del patrimonio artistico mondiale a opera del terrorismo islamico. Nuove strategie sono al vaglio degli esperti Silvia Costa

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bbiamo tutti in mente le scioccanti immagini dei miliziani dell’Isis/Daesh filmati nell’atto di distruggere antichi manufatti nel museo di Mosul, in Iraq, o di dare alle fiamme centinaia di libri e manoscritti della biblioteca della città. Come dimenticare, poi, le esplosioni che nel 2001 hanno distrutto le enormi statue di Buddha a Bamyian, in Afghanistan, o i più recenti casi contro il patrimonio culturale a Hatra, Nimrud, Timbuktu e Palmira, con la distruzione del suo leone alato e con il drammatico sacrificio di trecento persone morte per difenderla. In Siria, il conflitto che lacera il paese da anni ha causato e sta tuttora causando non solo migliaia di vittime e dieci milioni di profughi, ma

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nelle mani dell’Isis?

anche ingenti danni al patrimonio culturale. D’altra parte, vi sono siti culturali sotto minaccia costante di distruzione e saccheggio in molte altre aree del mondo, come in Libia, Mali e Yemen.

Il ruolo delle istituzioni Di fronte a tali atti di distruzione intenzionale del patrimonio comune dell’umanità, le istituzioni non possono rimanere indifferenti

e devono agire in modo concreto. Per questo, come commissione cultura, a metà luglio abbiamo convocato al Parlamento europeo un’audizione invitando tutti i soggetti che hanno facoltà di intervenire per bloccare la distruzione e il traffico di beni culturali. Con questo incontro abbiamo finalmente gettato le basi per programmare una strategia europea per combattere la distruzione dei beni culturali da parte dell’Isis e limitarne il commercio illegale, con la conferma da parte del rappresentante della corte penale internazionale che esistono i presupposti legali per considerare la distruzione intenzionale come crimine contro l’umanità e la possibilità di un coinvolgimento dei caschi blu Onu in questo ambito. Da Iccrom e Interpol è emersa l’esigenza di una normativa Ue sull’importazione di beni culturali e il rafforzamento della banca dati Psyche, insieme a un forte coordinamento degli organismi

internazionali a partire dall’Unesco e Icom PE nel quadro della diplomazia culturale Ue.

Misure contro le proprietà illecite Sappiamo che già esistono strumenti internazionali, come le convenzioni dell’Aia sulla protezione del patrimonio culturale e la convenzione Unesco del 1970 sulle misure contro l’importazione e l’esportazione di proprietà illecite di beni culturali. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli, come è emerso chiaramente dall’audizione, che c’è bisogno di avere una banca dati comune dei beni e dei siti culturali che vada a integrare la banca dati più grande al mondo, Leonardo, gestita dai carabinieri italiani, con più di sei milioni di reperti censiti. In questo particolare momento c’è bisogno quindi di un maggiore coordinamento dei soggetti istituzionali e di veri piani di azione, come ha recentemente proposto la con-

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Attualità Alcune immagini di distruzione di importanti monumenti da parte degli estremisti islamici: in apertura il tempio di Baal Shamin (Siria), a destra il sito di Hatra (Siria) e la moschea ottomana di Mosul (Iraq), sotto il mausoleo di Nizar Abu Behaeddine (Siria), al centro i Buddha di Bamiyan (Afghanistan).

ferenza parlamentare del mediterraneo a Rabat nel rispetto delle previsioni del diritto internazionale. Come ci hanno confermato gli esperti, è giunto, in tal senso, il momento di adottare una direttiva europea (attualmente è allo studio del Consiglio europeo) sull’importazione dei beni culturali all’inter-

no del territorio dell’Ue a completamento di quella già esistente sulla loro esportazione, in grado di fornire una soluzione continuativa al problema della circolazione illecita di beni culturali, nonché una base per strumenti ad hoc.

La campagna Unesco Unite4Heritage Dalla risoluzione adottata dal Parlamento europeo lo scorso aprile è

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emersa anche la necessità di una massima collaborazione tra Unesco, Onu, Icom, Iccrom, Europol, Interpol, Euculnet con il supporto di tecnologie satellitari tra cui la proposta di impiegare il progetto Copernico per questi fini, nonché l’invito ad aderire alla campagna Unesco “Unite4Heritage”. Accanto a tutto questo, è necessario mettere a punto nuovi strumenti di intervento sul territorio a sostegno

del prezioso e rischioso lavoro di tanti archeologi, studiosi, universitari, volontari che stanno rischiando la vita per difendere il patrimonio culturale dell’umanità. Occorre allargare l’adesione ai “blue shields”, gli scudi blu, e ci si chiede in che modo si possano estendere i com-


piti dei caschi blu dell’Onu alla tutela del patrimonio culturale anche attraverso la formazione specifica di personale militare.

ranno, anche legalmente, veri e propri crimini contro l’umanità, laddove questi atti sono intenzionali e continuativi, e costituiscono una vera pulizia culturale, volta a cancellare l’identità culturale e religiosa di comunità e a minare il fondamento dell’umanità, ovvero le sue radici e i suoi diritti culturali.

L’educazione delle giovani generazioni Sono fortemente convinta che serva anche un rafforzamento delle politiche di educazione delle gio-

Allo stesso tempo vanno invitati gli stati che ancora non l’abbiano fatto a ratificare la convenzione Unesco e a condividere fino in fondo che siamo di fronte a crimini di guerra che presto divente-

vani generazioni al valore e alla tutela del patrimonio culturale, come abbiamo scritto nel recente rapporto della commissione Cultura sul tema. Così come è necessario che chi, appassionato o

esperto d’arte, collezionisti privati, musei e fondazioni, presti maggiore attenzione alla provenienza dei reperti acquistati. Non dobbiamo dimenticare che l’Unione europea è da tempo il maggior finanziatore di azioni della conservazione, tutela e restauro del patrimonio culturale nei paesi terzi, nonché presente nella formazione degli operatori sui diversi fronti della tutela, del controllo delle frontiere per prevenire il traffico e della ricerca sui beni trafugati. In questa direzione è importante che il ministro italiano della Cultura Dario Franceschini abbia convocato a Milano all’Expo, il 31 luglio e il 1° agosto, una conferenza su questo tema, a cui sono intervenuta come presidente della commissione Cultura del Parlamento europeo con Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, invitando i ministri della Cultura dei paesi presenti a Expo. In quell’occasione ho portato avanti quanto già fatto in Europa e mi sono schierata in prima persona perché ci siano delle risposte concrete ed efficaci affinché la memoria, la cultura, le radici storiche e artistiche della mezzaluna fertile possano essere tramandate a lungo, per le generazioni future, consapevole che non si tratta solo di salvare uno straordinario patrimonio culturale, ma di riaffermare che la cultura è un diritto umano e un bene universale. 

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Rappresentanza

CIDA E #PRIORITALIA: OBIETTIVI E PROGRAMMI Giro di boa al vertice di due importanti organizzazioni dei manager italiani. Giorgio Ambrogioni è alla guida di Cida e Marcella Mallen di #Prioritalia. La prima si occupa della rappresentanza di tutti i manager e alte professionalità del pubblico e del privato mentre la seconda è l’associazione nata nel 2012 per volontà di Cida, Manageritalia, Federmananger, Fenda e Fidia. Con #Prioritalia nasce un movimento dei manager che coinvolge tutto il mondo produttivo per sviluppare azioni e progetti nella società. Ci confrontiamo con i due neopresidenti.

giorgio ambrogioni

NUOVI SCENARI PER LA CONFEDERAZIONE DEI MANAGER

Giorgio Ambrogioni è presidente Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità dei settori pubblico e privato.

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Cosa sta facendo oggi Cida? «Abbiamo avviato un processo per fare di Cida una protagonista credibile del dibattito sociale, politico e istituzionale. Ci stiamo attivando affinché l’azione confederale crei consenso e crescita per tutto il sistema. Dobbiamo tornare a essere, nei fatti, il riferimento culturale e identitario di tutto il management pubblico e privato. Viviamo in un Paese che con fatica cerca di darsi una nuova architettura valoriale: vogliamo e dobbiamo essere tra gli architetti di questa ricostruzione che deve

essere etica, morale, civile, culturale. Una ricostruzione dove merito, trasparenza, competenza siano riferimenti imprescindibili per ogni attività di rappresentanza sia essa politica, gestionale e associativa». Dirigenti privati e pubblici, quadri, funzionari e alte professionalità. Qual è il “senso” che li lega? «La competitività del sistema Paese ha bisogno di una dirigenza pubblica e di una dirigenza privata impegnate in modo sinergico e lungimirante: c’è bisogno di


contaminazione, di reciprocità e di accettazione del peso di cambiamenti complessi, inarrestabili, ma che sta a noi gestire». E un manager o un’alta professionalità come può avere a che fare con Cida? «Parlare di dirigenti oggi può risultare riduttivo. Bisogna parlare di management e di alte professionalità: è necessario aprire le porte a quanti svolgono funzioni centrali nelle organizzazioni produttive e nei servizi. Valori come il rischio, il merito, la responsabilità sono sempre più patrimonio di categorie non necessariamente inquadrate nella dirigenza: vogliamo e dobbiamo offrire a queste figure la nostra rappresentanza politico-istituzionale e dobbiamo metterle nelle condizioni di darci il loro contributo di idee e proposte». Cosa ha fatto finora Cida? «Nell’ultimo triennio Cida ha fortemente rafforzato la propria rappresentatività: con il ritorno di Manageritalia e Fidia e con l’ingresso di Cimo e Saur. Questo percorso è stato catalizzato da Silvestre Bertolini, che ha gestito una fase politica difficile riuscendo a dare alla Confederazione un momento di grande visibilità con gli Stati Generali del 26 novembre 2012 a Milano. Altro grande traguardo raggiunto dalla passata presidenza è stato quello di

Cida: identikit

Cida è la confederazione che, attraverso le dieci organizzazioni nazionali aderenti, rappresenta i dirigenti e le alte professionalità dei settori pubblico e privato. Il 22 giugno l’assemblea confederale ha eletto i nuovi vertici con Giorgio Ambrogioni alla presidenza. Cida lavora per un sistema economico e sociale in cui il management sia riconosciuto per quello che è: un fattore di sviluppo, competitività e modernizzazione, come tutte le più recenti indagini dimostrano. Cida crede in una società aperta e plurale in cui i corpi sociali possano organizzarsi liberamente e in cui la loro azione di rappresentanza venga sostenuta, rispettata e valorizzata. Vuole una società in cui le persone trovino modo di esprimersi e affermare le proprie vocazioni, i propri talenti. Una società dove giovani e senior possano interagire in un quadro di rispetto reciproco, generosità e solidarietà. Le federazioni aderenti a Cida sono: Manageritalia, Federmanager (industria), Fp-Cida (funzione pubblica), Cimo (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), Fenda (agricoltura e ambiente), Fnsa (sceneggiatori e autori), Federazione 3° settore Cida, Fidia (assicurazioni), Saur (università e ricerca). Per saperne di più: www.cida.it

riorganizzare totalmente la rappresentanza confederale a livello locale». E i programmi futuri? «Il primo impegno è sicuramente quello di recuperare visibilità e un protagonismo più coerente nei confronti delle istituzioni e della politica. Agiremo su tre versanti: valorizzazione dell’immagine delle categorie rappresentate; azione di proposta autorevole e credibile su politica economica, iniziando da welfare e fisco; tutela dei nostri legittimi interessi, a cominciare da quelli pensionistici. È in questo quadro che abbiamo deciso di riassumere il ricorso presso la Corte costituzionale per contrastare quanto attuato dal governo in risposta alla sentenza 70/2015 della stessa Corte. Ma in

parallelo stiamo lavorando a una nostra posizione da offrire al governo su welfare in senso lato e fisco». Come si sente nelle vesti di nuovo presidente Cida? «È molto impegnativo da un punto di vista “intellettuale”: sto conoscendo problematiche molto diverse da quelle che ero abituato ad affrontare ma, soprattutto, è necessario portarle a sintesi. Occorrono capacità di ascolto e di studio. Servono umiltà, impegno e senso di responsabilità. Sto approfondendo le problematiche del settore pubblico, della dirigenza medica. Mi trovo di fronte a scenari completamente nuovi, ma anche molto stimolanti. Vorrei non deludere chi mi ha dato fiducia».

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Rappresentanza

marcella mallen

IMPEGNO CIVILE E SOCIETÀ IN MOVIMENTO

Marcella Mallen è presidente di #Prioritalia.

Cosa sta facendo oggi #Prioritalia? «#Prioritalia, in questo momento cruciale per il Paese, è il laboratorio civile e culturale della comunità manageriale per contribuire a rilanciare lo sviluppo dell’Italia. Forte dei valori fondanti di ispirazione manageriale, guarda oltre le logiche di rappresentanza di categoria per dialogare con il tessuto vivo e produttivo e l’intelligenza giovane e innovativa, per guidare e promuovere i necessari processi di modernizzazione partendo dalla società». Impegno dei manager e delle alte professionalità nella società… qual è il significato? «Un impegno forte, in una logica

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di restituzione – give back – per donare esperienze e competenze manageriali a supporto di idee e progetti concreti, in grado di generare valore civico e sociale. Siamo guidati dalla “cultura del fare” ma anche dalla “cultura del dare”, vogliamo aprirci e dialogare con tutti, soprattutto con l’intelligenza produttiva e quella giovane e innovativa». E un manager o un’alta professionalità come può avere a che fare con #Prioritalia? «Siamo un nuovo spazio di connessione e aggregazione perché tutti possano dare il proprio contributo e partecipare alla co-progettazione di soluzioni innovative, anche attraverso logiche di cross over professionale e generazionale. Un’occasione di confronto e di scambio collaborativo, ma anche l’interesse immediato a incidere sui modelli di sviluppo della società e, quindi, del lavoro e dell’impresa. L’opportunità di scegliere le priorità per il futuro suo e dei propri figli. E tutto questo all’interno della sua organizzazione di appartenenza, Manageritalia e le altre, che sono il nostro prezioso e unico serbatoio di intelligenze manageriali».

Cosa ha fatto finora #Prioritalia? «Con la piattaforma “1.000 manager per 100 progetti” #Prioritalia ha dato supporto a organizzazioni non profit e amministrazioni pubbliche nella realizzazione di molti progetti di sviluppo. Tra le esperienze più significative tante a supporto di importanti organizzazioni non profit quali Banco Alimentare (una task force di 8 manager ha lavorato per organizzare al meglio le diverse attività), Auser (sono stati realizzati corsi di informatica di base e avanzati per anziani), Aiutare i bambini (partecipazione al comitato di gestione) e Fondazione Don Gnocchi. Poi il Laboratorio sull’autoimpiego e l’autoimprenditorialità avviato nell’ambito di Garanzia Giovani presso i centri per l’impiego di Napoli: circa 200 ragazzi con un sogno nel cassetto, 43 idee progettuali emerse grazie alla mentorship di 13 manager. Sul versante pubblico, una per tutte, l’affiancamento di un team di manager volontari al comune di Leini per la messa a punto di un nuovo modello di governance incentrato sulle esigenze dei cittadini. Solo alcuni esempi concreti in cui con il proprio impegno civile la comunità manageriale ha assunto un ruolo da protagonista nel sociale».


E i programmi futuri? «Li sintetizzerei in tre parole: aprirsi, valorizzare, aggregare. Aprire la mission di #Prioritalia al dialogo e alla partnership di sviluppo con interlocutori strategici, che possano creare valore aggiunto alle prossime iniziative. Va in questa direzione la recente costituzione di un junior board composto da profili under 35 di comprovata competenza e talento e un radicato network relazionale. Valorizzare e integrare le buone pratiche e i progetti sviluppati e realizzati sul territorio per metterli in rete attraverso una narrazione organica, “storytelling”. Aggregare idee, progetti, capacità manageriali e network di finanziamento per supportare progetti strategici. La prossima uscita pubblica si terrà il 17 ottobre con un evento all’interno di Expo presso Cascina Triulza (vedi box qui sotto, ndr)».

#Prioritalia: identikit

#Prioritalia è un’associazione promossa dalle principali Federazioni (Cida, Federmanager, Manageritalia, Fenda, Fidia) dei dirigenti, quadri e alte professionalità italiane un movimento dinamico e aperto per catalizzare idee e progettualità innovativa e aggregare altri attori che svolgono un ruolo attivo nel sistema sociale, culturale ed economico del Paese. Nata nel 2012 per valorizzare l’impegno civile della comunità manageriale al servizio della collettività, ha sinora sviluppato attività di supporto a organizzazioni non profit e amministrazioni pubbliche mettendo a disposizione gratuitamente le esperienze e le competenze manageriali. #Prioritalia, dopo l’assemblea del 27 maggio che ha rinnovato il consiglio direttivo e nominato presidente Marcella Mallen e vicepresidente Stefano Cuzzilla, punta ad aprire la sua mission al tessuto vivo e produttivo e all’intelligenza giovane e innovativa del Paese, per promuovere, con un modello sociale di sviluppo dal basso, processi di modernizzazione volti al cambiamento diffuso. Sintetizzando al massimo, #Prioritalia vuole essere un nuovo spazio di connessione e integrazione, un broker, un catalizzatore di interessi, un facilitatore attuativo e un centro di emersione e valorizzazione delle progettualità, un laboratorio sociale e culturale di progettualità innovativa e condivisa, un veicolo di contaminazione tra i manager e i centri nevralgici di elaborazione produttiva e giovanile, un hub di connessione progettuale e strategico per contribuire a rilanciare lo sviluppo dell’Italia. Per saperne di più: http://www.manageritalia.it/iniziative_ed_eventi/Prioritalia/index.html

Come si sente nelle vesti di nuovo presidente #Prioritalia? «Mi sto calando in questo nuovo

Appuntamento #prioritalia

ruolo mettendo a frutto il mio bagaglio di esperienze, la mia bussola valoriale e la mia storia personale e professionale. Ho sempre lavorato in organizzazioni a cavallo tra il profit e il non profit, in cui l’interesse della collettività aveva un ruolo centrale. E ho sempre interpretato il ruolo dei manager in una logica di civil servant. Anche per questo lo stereotipo del manager egoista e individualista non mi è mai piaciuto e mi ha offesa. #Prioritalia è una grande opportunità per ribaltare questa visione stereotipata e far emergere anche il lato solidale, dinamico, generoso del manager». 

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151002_Milano_Food4Minds 31 AGOSTO.qxp_Invito_Formato Dirigente 10/09/15 17:55 Pagina 1

venerdì 2 ottobre 2015 - ore 9,30 ● Milano, Palazzo delle Stelline - sala Volta

Per nutrire il Pianeta

dobbiamo anche

aumentare l’istruzione e quindi la crescita

in Italia e nel mondo

Durante Expo 2015, oltre al nutrimento del corpo, vogliamo considerare anche quello della mente, la formazione e l’istruzione. Puntiamo l’attenzione sull’Italia, paese avanzato ma in declino, perché il livello di istruzione è basso rispetto ai maggiori concorrenti e, in piena economia della conoscenza, troppi abbandonano gli studi precocemente, non li portano a un livello elevato, non studiano ciò che serve alle aziende, o comunque non si mantengono aggiornati una volta entrati nel mondo del lavoro. Allora, basta dire che studiare non serve. Perché serve al Paese avere cittadini e lavoratori formati, informati e attivi per rispondere alle esigenze di un’economia che voglia continuare ad avanzare di pari passo con la società. Parleremo quindi di come superare questo gap. Presenteremo, con un’apposita indagine, l’opinione dei manager su come superarlo. Discuteremo con personaggi di spicco di economia, istituzioni e politica, per costruire le linee guida per aumentare l’istruzione e la sua corrispondenza alle necessità di un’economia e di un mondo del lavoro in continuo e rapido cambiamento. Presenteremo anche un progetto che vede i manager fulcro di un maggiore scambio tra scuola e lavoro. Manageritalia ha messo a punto un programma che coinvolge piccole-medie imprese e scuole in un processo formativo continuo, congiunto e virtuoso. Nel 2015 partirà un progetto pilota, che sarà dotato di risorse manageriali e competenze proprie con l’obiettivo di diffondere il progetto in tutto il territorio italiano. L’attività per le aziende prevede un assessment organizzativo, che produce come output l'analisi delle competenze e una Gap analysis su uno o due processi/ruoli critici. L’attività per le scuole parte dall’analisi delle competenze e dalla Gap analysis svolte in azienda, per definire i progetti formativi delle scuole.

9.00

Registrazione partecipanti

9.30

Apertura lavori Roberto Beccari, presidente Manageritalia Milano Marisa Montegiove, responsabile Gruppo Donne Manager Manageritalia, presidente Manageritalia Servizi

9.45

ISTRUZIONE: IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI Intervista filmata al Presidente del Consiglio

10.00

FORMAZIONE FA RIMA CON CRESCITA Daniele Checchi, docente Economia del lavoro Università Statale Milano

10.30

COSA DICONO I MANAGER, COSA HA FATTO LA SOCIETÀ Enrico Finzi, sociologo - presidente di AstraRicerche

11.15

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO MANAGERITALIA Claudia Lucarelli, Gruppo Donne Manager Manageritalia

11.45

Tavola rotonda

QUALE ISTRUZIONE X CRESCERE Moderatore Marco Fratini, caporedattore della redazione Economia ed Esteri del Tg La7 Sono stati invitati Laura Bruno, HR director Italia e Malta Sanofi Enrico Loccioni, presidente Loccioni Group Livio Marchiori, amministratore delegato Nadella Italia Marisa Montegiove, responsabile Gruppo Donne Manager Manageritalia, presidente Manageritalia Servizi Giorgio Rembado, presidente Associazione Nazionale Presidi Irene Tinagli, commissione Lavoro Camera dei Deputati Gabriele Toccafondi, sottosegretario di Stato ministero dell’Istruzione, università e ricerca

13.15

Conclusioni

13.30

Chiusura dei lavori

INFO E PRENOTAZIONI: milano.segreteria@manageritalia.it ● Tel. 0262535050


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Mondo Mondo del del lavoro lavoro

per una Leadership ottima Umberto Totti

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utti sanno che chi occupa posizioni chiave nelle aziende, nelle imprese e nella società deve avere leadership, ingrediente indispensabile per sognare il futuro, avere il coraggio del cambiamento e creare le premesse per affrontare le nuove sfide attraverso la qualità del capitale umano. Chi vive nelle organizzazioni però è spesso frustrato e arrabbiato nell’osservare e nel subire la “poor leadership” di chi comanda e dovrebbe dare l’esempio e invece è ancora troppo ancorato a modelli burocratici o ad altri anni ‘80 (stile

The wolf of Wall street di Martin Scorsese) o assomiglia a Zelig, il protagonista dell’omonimo film di Woody Allen che la sua nevrotica insicurezza lo porta a imitare, mentalmente e fisicamente, chiunque incontri e qualunque moda manageriale dell’ultima ora (la leadership digitale, l’avatar leadership ecc.)… ogni tanto incrocia buona leadership… raro incontrare “great” leader. È di qualche anno fa un interessante articolo di Jim Collins che si intitolava “Good to great”: o meglio o niente. Come si vince la medio-


crità e si raggiunge l’eccellenza. In estrema sintesi, l’articolo sosteneva che ciò che rende ottimo un leader sono l’umiltà, il saper chiedere aiuto, sfidare i risultati, la disciplina, la feroce determinazione e la capacità di appassionarsi e appassionare/far trovare significato per il lavoro.

Gli indispensabili ingredienti di un leader In tal senso appaiono leader più forti quelli che fanno dell’ascolto una pratica quotidiana, quelli che facendo le giuste domande a colleghi e collaboratori fanno emergere punti di vista, preoccupazioni, sfumature di pensiero che, se intercettati in tempo, aumentano la capacità di risposta e le probabilità di successo di un piano. In sintesi, non contare esclusivamente sulle prerogative del potere. Saper mostrare la direzione senza imporre la strada, recepire le preoccupazioni prima che sia troppo tardi, mettere a fattor comune idee e suggerimenti, sembrano emergere, oggi, come ingredienti indispensabili di una leadership coerente con le condizioni del business attuale.

Quando la leadership è povera Anche noi che ci occupiamo di leadership da molti anni viviamo dentro questa “schizofrenia” e contraddizione: la leadership serve come il pane, invece pochi sono i manager e gli imprenditori caratterizzati da ottima leadership. Ma

tanto si parla di leadership in convention e programmi formativi mentre se ne incontra così poca nella pratica corrente. Come è possibile? Un grande ricercatore e autore della leadership, Ken Blanchard, dice che “povero” significa “assente”. Ma che dire di quei comportamenti sprezzanti, inutilmente aggressivi, falsamente partecipativi, autoritari quando non serve, abdicanti quando il gioco si fa difficile? Non sono forse anche queste manifestazioni di leadership povera?

Montagne di parole, risultati topolini Troppo poco? Sì, troppo poco per un paese come l’Italia che dovrebbe dare lezioni a tutto il mondo su questi temi. Giotto ha inventato la prospettiva e oggi spesso ci imbattiamo in capi che non riescono a guardare al di là del proprio naso, abbiamo ispirato il mondo e siamo nelle survey delle multinazionali sull’ingaggio e sulla motivazione quasi sempre a metà classifica, quando va bene. I dogi hanno immaginato di costruire una città sull’acqua e la maggior parte dei capi pensa “piccolo” o manipola o promette “sangue e lacrime”. Abbiamo inventato le piazze e i portici per la socializzazione e ancora oggi la maggioranza dei nostri manager e imprenditori non riesce a dire le cose scomode e difficili ai collaboratori in modo sensato… Montagne di parole, convention, programmi formativi sulla leadership e risultati “topolini”, dichiara-

zioni roboanti e poi decisioni mediocri, povere.

Leadership: Italia vs paesi europei Un’inchiesta di Repubblica del 20 luglio scorso – “Ripresa senza qualità, il capitale umano avvilito dagli anni di crisi” – evidenzia come in Italia le imprese hanno tagliato i posti di alto livello e ora affrontano le nuove sfide senza forza innovativa! In Francia, Inghilterra e Svezia il 45% degli occupati ha un posto di alto profilo, in Italia si raggiunge appena il 33%. Dopo cinque anni di crisi, nelle imprese italiane ci sono 1 milione 393mila occupati di alta qualifica in meno. In cinque anni sono stati assunti 645mila lavoratori considerati mediamente qualificati in più rispetto al passato. Le imprese hanno assunto 369mila manovali e generici in più nel quinquennio di crisi. Ma il futuro del paese non è nell’innovazione, nella qualità e nell’eccellenza delle persone? Ai manager e agli imprenditori italiani non gliel’ha detto nessuno? Ma allora, perché chi doveva prendere queste decisioni si è sparato sui piedi e su quelli del Paese? Altro che Silicon Valley. I dati, infatti, dicono che da anni vengono tagliati i posti di lavoro qualificati a favore di quelli che richiedono solo medie o basse competenze. Questa voi come la chiamereste? Una leadership povera, buona o ottima?

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Eventi

Access Mba: al via il tour a Roma Il 30 settembre l’appuntamento per scoprire le migliori scuole internazionali di Mba un Mba nel 2014. Questa percentuale registra un aumento di sette punti percentuali rispetto all’anno scorso e di 30 punti percentuali rispetto al 2009, anno cruciale per la crisi economica, quando solo metà dei datori di lavoro ha assunto laureati con un Mba. La prospettiva è addirittura migliore negli Stati Uniti: l’86% dei datori di lavoro ha dichiarato che nel 2014 prevedono di assumere laureati con un Mba, registrando un aumento rispetto al già impressionante 81% del 2013. Il 45% dei datori di lavoro di tutto il mondo prevede di aumentare lo stipendio iniziale dei laureati che hanno conseguito un Mba.

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onto alla rovescia per Access Mba tour, che avrà luogo ancora una volta a Roma, il 30 settembre. Grazie all’innovativa modalità di gestione degli eventi oneto-one, il tour, che tocca più di 65 città ogni anno e di cui Manageritalia è partner, offre ai candidati l’opportunità di incontrare individualmente i responsabili delle ammissioni di alcune delle principali scuole di business di tutto il mondo (125 quelle presenti). Le assunzioni di laureati con un Mba nel 2014 L’80% dei responsabili delle assunzioni delle società di tutto il mondo prevedono di assumere neolaureati con

I potenziali candidati ai programmi Mba che desiderano partecipare al tour a Roma devono registrarsi sul sito Access Mba al link http://bit.ly/dir1-9-15

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Incontri one-to-one: il primo passo verso l’ammissione Ciascun evento one-to-one offre ai candidati ai programmi Mba la possibilità di incontrare individualmente i responsabili delle ammissioni delle più importanti scuole di business di tutto il mondo e fare buona impressione sui reclutatori. Access Mba tour si basa su un concetto di base semplice e originale: un candidato ha venti minuti di tempo per dimostrare la sua idoneità all’ammissione e per valutare obiettivamente quale programma Mba è l’ideale in funzione delle sue aspirazioni professionali. Una volta effettuata la registrazione online per partecipare a un evento one-to-one, i candidati vengono selezionati personalmente e contattati telefonicamente da parte di un team di consulenti Mba e indirizzati verso la scuola di business che meglio risponde alle loro esigenze. 


ADVERTORIAL

Car sharing e e-mobility nel futuro delle aziende italiane Colloquio con Andrea Cardinali, Presidente e Amministratore Delegato di Alphabet in Italia Aziende dalla mentalità innovativa, che desiderano usufruire da subito dei vantaggi di una mobilità “smart”: è questo l’identikit dei clienti di Alphabet, società leader nei servizi di mobilità aziendale del Gruppo BMW. Negli ultimi anni Alphabet ha introdotto anche in Italia soluzioni innovative di Business Mobility, che ci portano verso la mobilità del futuro, con un occhio alla sostenibilità: AlphaCity e AlphaElectric. «La smart mobility è una delle colonne portanti del concetto di “smart city” – spiega Andrea Cardinali, Presidente e Amministratore Delegato di Alphabet in Italia – da quasi due anni siamo impegnati in iniziative legate alla mobilità elettrica, oltre all’introduzione in ambito aziendale dei principi della sharing economy con il nostro servizio di Corporate CarSharing: un bagaglio unico in termini di partnership esterne e di expertise interne». AlphaElectric è l’ecosistema olistico per l’integrazione di veicoli elettrici all’interno della flotta aziendale, che include vetture, consulenze personalizzate, infrastrutture di ricarica e soluzioni complete di servizi ad alto valore aggiunto, e riesce a coniugare esigenze di mobilità e di basso impatto ambientale. «Siamo orgogliosi di essere diventati un punto di riferimento per la eMobility in Italia: in poco più di un anno abbiamo chiuso accordi con moltissimi clienti, come Deloitte, Costa Crociere e TenarisDalmine. Per molti l’elettrico è ancora un tema da metabolizzare, ma le grandi aziende o quelle più evolute, che dispongono di una figura di mobility manager, ne sanno già apprezzare appieno i vantaggi». La eMobility permette infatti spostamenti di breve e media distanza in totale comfort e senza emissioni in loco di CO2. «È la soluzione ideale per muoversi in città senza limitazioni, come nel caso delle ZTL» conferma Cardinali. «Dati alla mano, l’elettrico rappresenta una soluzione ideale: la maggior parte delle auto aziendali percorre infatti meno di 100 km al giorno, su percorsi fissi soprattutto dai pendolari, o per consegne, erogazione di servizi tecnici, visite ai clienti.Tutti viaggi che possono essere effettuati comodamente con veicoli elettrici; una nostra recente ricer-

ca conferma che solo il 6% della flotta Alphabet percorre più di 120 km al giorno». «I costi di mobilità (utilizzo di taxi, di noleggi a breve o di veicoli privati da parte dei dipendenti ecc.) spesso rappresentano una voce pesante nei bilanci» prosegue Cardinali. «Sempre più si stanno rivolgendo a noi aziende accomunate dall’esigenza di gestire al meglio il parco auto di pool e ottimizzare i costi per gli spostamenti, e a questi interlocutori possiamo offrire una consulenza a 360° che parte dall’analisi dei costi di mobilità, al fine di definire e implementare al meglio la car policy aziendale». AlphaCity è invece l’innovativo sistema di Corporate CarSharing basato sul Noleggio a Lungo Termine, che consente alle aziende di dotarsi di un parco auto in condivisione. Con AlphaCity si realizzano saving importanti, si ottimizza la gestione delle auto di pool e, non ultimo, si garantisce la piena sicurezza negli spostamenti. Una soluzione innovativa, già sperimentata con successo in molti Paesi europei, che ha introdotto una vera e propria “democratizzazione“ dell’auto aziendale, estendendone l’utilizzo a tutti i dipendenti, anche al di fuori degli orari d’ufficio e nel week-end. «Tutti i collaboratori possono disporre di una vettura premium sia per uso business sia privato, ma in condivisione. In tal senso – conclude Cardinali – il Corporate CarSharing è un mezzo per motivare i collaboratori: un tema di forte appeal non solo per fleet manager o responsabili acquisti, ma anche per le risorse umane». settembre 2015

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Diritto

Divorzio facile, breve… ma non diretto Da poco in vigore la nuova legge che porta i tempi della separazione da tre anni a sei mesi se consensuale, oppure a un anno se giudiziale. Indipendentemente dalla presenza o meno dei figli. Ecco tutte le novità Camilla Cozzi

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l 26 maggio di quest’anno è entrata in vigore la legge 55/2015 che stabilisce un termine più breve per poter richiedere il divorzio. Fino a questo momento, infatti, i coniugi separati potevano chiedere il divorzio solo dopo tre anni dalla separazione, mentre ora potranno chiederlo dopo sei mesi, se si sono separati consensualmente, o dopo un anno, se si sono separati giudizialmente, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Tale termine decorre dall’avvenuta comparizione dei coniugi davanti al presidente del tribunale. Nel caso in cui i coniugi abbiano iniziato una separazione giudiziale che poi hanno trasformato in consensuale, potranno divorziare dopo sei mesi dalla comparizione delle parti davanti al presidente. Validità retroattiva Il nuovo termine è applicabile non solo a coloro che si sono separati a partire da maggio ma anche a tutti coloro che si sono già separati e per i quali non è ancora maturato il termine dei tre anni. In questi mesi, pertanto, è prevedi-

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bile che i tribunali abbiano un carico di lavoro superiore. Rispetto al passato quello che è cambiato è il tempo di attesa (prima tre anni, ora un anno o sei mesi), ma non il presupposto giuridico, che resta sempre la fase della separazione come anticamera obbligatoria del divorzio. No al divorzio diretto senza separazione Per le coppie con matrimoni brevi e senza figli si sarebbe perlomeno potuta stabilire la possibilità di non


dover attendere neppure altri sei mesi per ottenere il divorzio, attraverso il divorzio diretto. In molti paesi europei, infatti, è già prevista la possibilità di chiedere immedia-

tamente il divorzio senza passare attraverso la separazione (per esempio in Norvegia e in Finlandia), oppure di scegliere se separarsi o divorziare in maniera alternativa (per esempio in Spagna). In sede di riforma si era parlato anche da noi di introdurre il divorzio diretto ma poi questa ipotesi non è diventata legge. Lo Stato italiano, in maniera paternalistica, continua a imporre ai cittadini la separazione come periodo di riflessione, seppur più breve rispetto al passato, prima di

poter divorziare, non confidando evidentemente nella capacità di ciascuno di autodeterminarsi e di rispettare il proprio coniuge e gli eventuali figli per scelta e non per costrizione. Scioglimento della comunione Un altro punto importante della nuova legge è l’anticipazione dello scioglimento della comunione dei beni in caso di separazione. Prima, la comunione dei beni fra coniugi si scioglieva al termine del processo di separazione, ovvero quando i coniugi non vivevano più insieme da tempo. Ora invece si scioglierà prima: nella separazione giudiziale, quando il presidente del tribunale autorizzerà i coniugi a vivere separati; nella separazione consensuale, quando i coniugi sottoscriveranno il verbale di separazione consensuale. Questo perché il legislatore ha valutato più opportuno che non ci sia più comunione dei beni nel momento in cui i coniugi smettono di avere una vita in comune. Divorzio facile: no al tribunale Con la legge 162/2014 in Italia è stato introdotto, inoltre, il divorzio facile. Dalla fine del 2014 infatti è possibile divorziare, separarsi o chiedere una modificazione delle condizioni della separazione e del divorzio senza rivolgersi a un tribunale. Oltre alla classica ipotesi della separazione e del divorzio in tribunale,

le possibilità diventano quindi due: la negoziazione assistita o la procedura in comune davanti al sindaco/ufficiale dello stato civile. Divorzio facile: anche con figli minori o disabili Nel primo caso ci si reca in uno studio legale con l’assistenza di due avvocati; la legge prevede infatti che entrambi i coniugi abbiano un avvocato, mentre nella separazione consensuale in tribunale i coniugi possono scegliere di avere un unico legale, con evidente contenimento delle spese. Questa procedura è applicabile sia in assenza che in presenza di figli minori o maggiorenni, incapaci, portatori di disabilità grave, economicamente non autosufficienti. In assenza di figli, l’accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita è sottoposto al vaglio del procuratore della Repubblica presso il tribunale competente, il quale se non ravvisa irregolarità comunica il nullaosta agli avvocati, senza valutare nel merito l’accordo. A tutela della prole In presenza di figli minori o maggiorenni incapaci, portatori di disabilità grave o economicamente non autosufficienti, invece, il procuratore, cui va trasmesso l’accordo concluso entro 10 giorni, non solo valuta la regolarità formale dell’accordo ma lo autorizza solo se lo stesso è rispondente all’inte-

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Diritto resse dei figli. Qualora il procuratore ritenga che non sia così, entro cinque giorni lo trasmetterà al presidente del tribunale, il quale, nel termine massimo di 30 giorni, disporrà la comparizione delle parti, provvedendo senza ritardo. Entro dieci giorni dalla sottoscrizione della convenzione di negoziazione, i legali hanno l’obbligo di trasmetterne copia autenticata munita delle relative certificazioni all’ufficiale dello stato civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto per tutti gli adempimenti successivi necessari (trascrizione nei registri di stato civile; annotazioni sull’atto di matrimonio e di nascita; comunicazione all’ufficio anagrafe). Anche se la legge 55/2015 sul divorzio breve parla di separazione consensuale e separazione giudiziale riferendosi esclusivamente alle separazioni che si ottengono in tribunale e non fa riferimento agli accordi di separazione assunti nell’ambito della negoziazione assistita, certamente è possibile che, decorso il termine di sei mesi dalla data certificata nell’accordo di separazione, i coniugi divorzino anche se hanno utilizzato questa procedura alternativa. Nel secondo caso i coniugi con l’assistenza facoltativa degli avvocati (dunque anche senza avvocati) possono divorziare (così come separarsi) davanti al sindaco o all’ufficiale dello stato civile del

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Comune di competenza, ma solo qualora non ci siano figli né trasferimenti immobiliari da effettuare. Anche in tal caso, chi si sia avvalso di tale procedura potrà richiedere il divorzio dopo sei mesi decorrenti dalla data dell’atto contenente l’accordo di separazione concluso davanti al sindaco o all’ufficiale dello stato civile. I vantaggi della riforma In conclusione, in Italia, il divorzio ora può essere facile (si può divorziare oltre che in tribunale anche nello studio dell’avvocato o in Comune davanti al sindaco), breve (dopo sei mesi o un anno dalla separazione) ma non diretto (è comunque obbligatoria la fase della separazione). La riforma risponde da un lato alla necessità di smaltire l’arretrato civile dei tribunali attraverso la degiurisdizionalizzazione della separazione e del divorzio (procedure di separazione e divorzio mediante negoziazione assistita o davanti al sindaco e all’ufficiale dello stato civile) e dall’altro alla richiesta dei cittadini di accorciare

sensibilmente i tempi intercorrenti tra separazione e divorzio per ridurre i conflitti fra i coniugi e soddisfare i bisogni di riconoscimento e tutela delle nuove famiglie che in quel tempo possono essersi formate. Certamente questa riforma non conterrà i costi per i cittadini dal momento che è stata mantenuta la duplicazione del processo, tra l’altro ora a distanza di soli sei mesi. Divorzio diretto: un’occasione persa Se si fosse introdotta anche la facoltà (non l’obbligo) per i coniugi di scegliere se rimanere separati oppure divorziare direttamente si sarebbe offerta loro una via rapida e semplice consistente in un solo procedimento senza duplicazioni con tutte le garanzie per i soggetti deboli attraverso l’intervento del tribunale. In tal modo avremmo avuto davvero un sistema flessibile, adattabile alle diverse esigenze di ciascuna coppia, rispettoso della volontà dei coniugi e attento alle posizioni dei soggetti deboli, pur nella riduzione dei tempi. 


Senza titolo-2 1

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iniziative manageritalia

tennis&CULTURA in BASILICATA

Un binomio vincente che quest’anno ha portato oltre cinquecento persone a Marina di Pisticci (Matera), per la XXVIII edizione del Torneo di tennis Manageritalia

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Partiamo proprio da lì, dai campi da tennis, teatro del vero spettacolo della settimana, dove gli oltre 80 giocatori si sono sfidati nei sette tornei organizzati. «Abbiamo disputato più di 160 partite a ogni ora del giorno e della notte», come ha ricordato il presidente di Manageritalia Servizi Marisa Montegiove nel corso della serata di premiazione. Le fasi di qualificazione e i primi giorni di gara sono stati in particolare molto intensi, le gesta dei nostri campioni si sono susseguite sui campi senza soluzione di continuità e molte sono state anche illuminate dalle luci artificiali. Nonostante questo, ogni match è stato accompagnato da una cornice di pubblico caloroso e partecipe. E ne è valsa davvero la pena, perché lo spettacolo è sempre stato di alto livello.

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Largo ai giovani… e ai giovanissimi Il tennis è un gioco meraviglioso e l’hanno dimostrato i giovani che hanno animato i due gironi, maschile e femminile, del torneo ragazzi. Abbiamo dato il benvenuto a chi si è avvicinato a questo sport da poco, ma con tanta passione, e scoperto chi invece è già sulla via per diventare un campione del futuro. Bei colpi, ma soprattutto tanti sorrisi e sportività. Vincitori torneo ragazzi: Lorenzo Corradini e Caterina Odorizzi. La grinta silenziosa Davvero un bel torneo quello disputato da familiari e ospiti anche se, ahinoi, con qualche ritiro di troppo. Partite tirate al di là del punteggio

finale, che alle volte è bugiardo e non racconta dell’impegno e della qualità del gioco espressi da tutti i contendenti. Ma alla fine la spunta chi fa della regolarità e della precisione le sue armi vincenti, con un aplomb degno di Wimbledon e la voglia di non mollare mai, su nessuna pallina. Vincitore singolare familiari e ospiti - Trofeo Aviva: Franco Busi, finalista Paolo Odorizzi (6-1/6-1). Il graffio del maestro Nomi conosciuti e non quelli che hanno dato vita al torneo singolare maschile under 60. Torna però a lasciare il segno, dopo il “passo falso” dell’anno scorso, il vincitore del 2013. Tra rovesci in back, volée d’au-


tore e una percentuale di prime palle elevatissima, avanza verso la finale che non è certo scontata. Dall’altra parte del campo un vero osso duro, con un “braccio” da non sottovalutare. E la finale è infatti di quelle da guardare in assoluto silenzio! Vincitore singolare maschile under 60 - Trofeo Assidir: Irnerio Del Treppo, finalista Franco Corradini (6-3/6-0). la Classe non è acqua Quando c’è la voglia di stupire, gli anni sembrano non passare mai. Almeno così sembra guardando il torneo singolare maschile associati over 60. Esperienza e classe compongono un mix spettacolare in cui ogni errore viene cancellato: c’è sempre spazio per trovare un angolo impossibile o una smorzata irraggiungibile. Alla fine, tra sorprese e tentativi di sorprendere, la spunta chi sa mettere in campo più classe, tecnica e concentrazione. Vincitore singolare maschile associati over 60 - Trofeo Manageritalia: Ugo Casagranda, finalista Giorgio Castellazzo (6-2/6-2).

La Regina di Roma Il torneo singolare femminile non ha tradito le aspettative. Anzi! Combattive come sempre, eleganti come non mai, le nostre signore hanno dato vita a incontri in cui l’unica vincitrice è stata la tenacia di non voler mollare mai. Peccato per i ritiri di alcune protagoniste incappate in qualche infortunio, ma complimenti a chi ha dato spettacolo fino alla fine nel tentativo di insediare il posto di regina a chi da tre anni ormai sale sul gradino più alto del podio. Vincitrice singolare femminile Trofeo Manageritalia Servizi: Alessia Scalmato, finalista Marta Volterrani (6-1/6-2). Coppia d’assi Nel doppio vince chi sa mettere la palla nel punto più inarrivabile del campo nel momento più giusto, nel modo migliore e, perché no, con un pizzico di furbizia. E questa è stata la ricetta per vincere, anche se onore ai finalisti che hanno venduto cara la pelle andando vicini alla vittoria del secondo set che avrebbe riaperto la partita. Ma se metti insieme il vincitore del torneo singo-

... e grazie a

lare maschile under 60 e la mente più geniale del doppio, il gioco è fatto. Vincitori doppio dirigenti - Trofeo Cargeas: Irnerio Del Treppo e Flavio Coppo, finalisti Franco Corradini e Ernesto Zinghini (6-2/7-5). Mix perfetto Bis di vittorie anche per il vincitore del torneo familiari e ospiti, che nel sorteggio finale del doppio misto trova una delle più agguerrite protagoniste del torneo femminile, eliminata in semifinale. Mai coppia avrebbe potuto essere migliore: tecnica e forza, volontà e razionalità, precisione e resistenza, corsa e lucidità. Compito davvero arduo per gli avversari, che poco possono fare contro un mix così vincente. Vincitori doppio misto - Trofeo Ricoh: Giovanna La Rocca e Franco Busi, finalisti: Raffaella Totonelli e Maurizio Bernaroli (6-3/6-2).

Matera. Tra magia e storia La settimana è stata anche occasione propizia per far visita a una delle città più belle d’Italia e forse non solo. Neo eletta Capitale europea della cultura 2019, Matera ha accolto tra le sue vie, intrise di storia e arte, 350 di noi, curiosi di viaggiare alla scoperta di un gioiello italiano per molti aspetti sconosciuto e di cui andare enormemente fieri. Un gioiello che lascia a bocca aperta per la sua bellezza ma più ancora per la magia dei racconti che ci hanno accompagnato, per le scale, nei cortili, sui belvedere e dietro ogni angolo, per finire in una casa-grotta dove solo nel 1956, mentre il mondo scopriva la televisione a colori, vivevano in undici persone. È una storia infinita quella di Matera, che si vive quasi in apnea, pronti a essere continuamente sorpresi, così come nei meravigliosi cortili della Fondazione Le Monacelle, dove ci siamo ritrovati tutti insieme per una cena a lume di una meravigliosa luna rossa. Arrivederci Matera, che la storia continui.

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Formazione

COME MAESTRO

IL MANAGER Portatore di un modello o condivisore di domande? Riflessioni sul ruolo del manager-maestro, le sue qualità e le principali funzioni Federico Castelletti Cazzato Nicola Longo

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appiamo bene che ogni manager deve essere coraggioso nell’affrontare la quotidianità del suo ruolo, ma lo deve essere soprattutto quando si occupa della formazione e dello sviluppo dei suoi collaboratori e della sua squadra. Deve avere il coraggio di mettersi continuamente in discussione. Deve prendere coscienza che lungo tutto il suo percorso professionale ha al suo fianco un insidioso compagno: lo spettro del modello perfetto. Il valore della conoscenza tramite l’esperienza Ruggero Bacone, uno dei maggiori pensatori dell’umanità, è stato il pioniere del metodo della conoscenza raggiunta tramite l’esperienza. Il frate francescano ci ha lasciato una significativa eredità: c’è differenza fra il raccogliere informazioni e l’imparare le cose attraverso l’esperienza diretta. Nel suo Opus Maius scrive: «Esistono due

tipi di conoscenza, per argomenti e per esperienza. Le discussioni portano a conclusioni e ci costringono a convenire, ma non provocano la certezza né eliminano i dubbi lasciando la mente in pace nella verità, a meno che non intervenga l’esperienza». Ed è proprio l’esperienza a insegnarci, ieri come oggi, che la teoria è che non esiste “la teoria”. Non esiste un’unica soluzione o, se preferite, un unico modello in grado magicamente di risolvere tutti i problemi. Ogni impresa umana, sia sul piano individuale sia su quello collettivo, si trova ad affrontare situazioni che sono diverse a seconda dei periodi storici e/o dei contesti. Soprattutto sono inserite nella complessità relazionale che caratterizza la nostra vita. Le inaspettate conseguenze delle proprie azioni A ben osservare, tutti gli eventi sono collegati a tutti gli altri eventi. Se


si considera una propria azione oppure una realizzata da qualunque altra persona, si scoprirà che è stata provocata da uno fra i molti possibili stimoli e che non è mai un’azione isolata. Ha delle conseguenze, molte delle quali possono risultare inaspettate. È un’illusione credere che il mondo funzioni sempre grazie a schemi preordinati. Ciò vale anche per le organizzazioni umane, comprese le aziende. Però ci affanniamo a sviluppare teorie, modelli o rappresentazioni che non riusciranno mai a identificare l’origine delle grandi scosse che ci colpiscono. La storia e le società non strisciano, passano da una frattura all’altra con qualche vibrazione nel mezzo. Ciononostante ci piace credere in una progressione continua che procede per piccoli incrementi, sempre lineari e positivi. Come evidenzia Nassim Taleb in un suo stimolante libro, siamo come il tacchino che ogni giorno viene alimentato e che acquisisce la consapevolezza di una realtà bellissima nella quale viene amorevolmente accudito per scoprire la vigilia del giorno del Ringraziamento che la realtà è anche altro. Le qualità del manager-maestro Il buon manager-maestro è, quindi, colui il quale sa riconoscere che abbiamo un’incapacità genetica di affrontare la complessa struttura del mondo e sa condividere con le persone che lo circondano questo aspetto; è inoltre cosciente che noi

membri della varietà umana dei primati siamo avidi di regole e modelli perché abbiamo bisogno di ridurre le dimensioni delle questioni in modo da farcele entrare in testa meglio e sa aiutare gli altri a superare questa rigidità. La capacità di sviluppare pensiero La capacità di sviluppare pensiero, non il pensare a schemi, è quindi l’approccio che un buon managermaestro può regalare ai suoi collaboratori-allievi. Sviluppare pensiero, condividerlo con gli altri in un continuo interscambio, sperimentare il pensiero nell’attività pratica e tornare a sviluppare pensiero. Questo è il processo che ha consentito all’umanità di imparare a evolvere. Apertura mentale tra le funzioni principali La funzione principale del manager-maestro è, quindi, stimolare il processo di apertura mentale perché, come ci ha tramandato il saggio poeta persiano Gialal al-Din Rumi, «apri la porta della tua mente al vagabondo della comprensione, perché tu sei povero e lui è ricco». Il manager-maestro è più di qualcuno che sta passando una conoscenza ufficiale; più di qualcuno che è in uno stato di armonia con chi impara; più di una macchina che comunica una parte di un gruppo di informazioni disponibili in forma preconfezionata. E sta inse-

gnando qualcosa che è più di un metodo di pensare, o di un atteggiamento verso la vita; più anche di una potenzialità di auto-sviluppo. Una figura in continuo cambiamento È innanzitutto una persona in continuo cambiamento, carico di domande e dubbi. L’uomo che non cambia mai, non può essere un buon maestro. Il manager-maestro si deve sforzare di rendere disponibile al collaboratore-allievo il materiale per sviluppare la sua coscienza e le sue capacità. Come guida egli mostra la via, ma lo stesso aspirante deve compiere il cammino. Il maestro è il legame fra il discepolo e lo scopo. Perché ognuno deve imparare a essere innanzitutto maestro di se stesso. Chi fa il manager o il formatore di professione deve avere il coraggio di ri-formare se stesso per poter offrire un valido contributo all’evoluzione delle organizzazioni nelle quali interviene. Chi dirige le organizzazioni deve far proprio il fatto che è più rilevante avviare e mantenere un continuo processo di apprendimento che coinvolga tutte le persone piuttosto che imporre occasionalmente interventi di adeguamento. E il buon maestro deve ricordare che il suo scopo è raggiunto nel momento in cui le persone camminano con le proprie gambe e lui è diventato “inutile”. 

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non solo consumi Cosimo Finzi

ca r e Ric edita in

Sviluppo sostenibile

consumi

Gli italiani tra responsabilità e delega

AstraRicerche è stata fondata nel 1983 dal professor Enrico Finzi. Si occupa di ricerche di marketing e sociali per clienti appartenenti a molti settori merceologici, utilizzando molteplici metodologie d’indagine. Si caratterizza per una struttura snella e fles­sibile, improntata alla qualità e all’innovazione, e affianca al servizio di ricerca la consulenza di marketing e di comunicazione a clienti – imprese nazionali e multinazionali – di tutte le dimensioni. Collabora con Manageritalia con indagini e analisi di dati che spesso mirano a sintetizzare fenomeni complessi o a far emergere informazioni latenti.

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Si parla sempre più spesso di sviluppo sostenibile: è un tema dibattuto sui giornali, in televisione ne “fanno uso” aziende e organizzazioni di vario tipo. Ma cosa ne sanno gli italiani? Lo abbiamo chiesto a un campione di 1.002 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Se definiamo lo sviluppo sostenibile come forma di sviluppo economico che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi (di tutti, non privati) per le generazioni future, solo il 15,7% degli italiani si ritiene molto informato (con una forte accentuazione tra gli uomini, 18-29enni e nelle regioni del Sud). Il 57,9% afferma di essere abbastanza informato (nel totale si raggiungono quasi i tre quarti di informati) ma ben il 5,6% afferma di saperne poco o niente (sono soprattutto donne, 30-49enni e residenti nel Nordovest).

La responsabilità dei “potenti della Terra” Ma di chi è la responsabilità di contribuire in modo significativo e fattuale allo sviluppo sostenibile? Dei cittadini o delle istituzioni? Di quelle nazionali o di quelle sovranazionali? Per gli italiani la questione è certamente globale e di tale “peso” da dover essere affrontata con l’accordo dei governi degli stati del mondo, tutti insieme grazie alle organizzazioni che li uniscono (Onu ecc.): le istituzioni sovranazionali sono indicate come molto responsabili in merito allo sviluppo sostenibile dal 70,6% degli intervistati, seguite a breve distanza e con ben 15 punti percentuali di distacco dai singoli cittadini, dalle famiglie. Certo, la situazione si riequilibra se teniamo in considerazione anche le risposte “abbastanza” (i tre attori si collocano tra l’87% e l’88,3%, ovvero allo stesso livello) ma il senso di parziale delega e di richiesta di attivazione ai “potenti della

Terra” è chiaro. Con una rilevantissima nota: mentre tra gli uomini il fenomeno si estremizza (solo il 48% indica i cittadini come molto responsabili in proposito, contro il 71% attribuito ai governi sovranazionali) tra le donne il risultato è molto più bilanciato (prevalgono i governi nazionali, con il 72%, seguiti dalle strutture sovranazionali al 71% e – con un gap molto minore rispetto a quello riscontrato presso le donne – i singoli cittadini con il 63%). Non solo: tra i 50-65enni è molto più forte la richiesta di attivazione delle strutture internazionali (79%) ma non a discapito dell’impegno personale/familiare (61%).

L’impegno dei cittadini Se la responsabilità delle famiglie, dei singoli cittadini, è elevata ma non primaria rispetto a quella delle istituzioni, qual è lo stato attuale dei cittadini italiani? Quanto ritengono di adottare uno stile di vita sostenibile? E quanto pensano di farlo in futuro? Quasi tre italiani su quattro valutano positivamente il proprio impegno, ma va notato che solo il 9,6% afferma di avere uno stile di vita molto sostenibile, mentre un’ampia maggioranza assoluta (64,7%) afferma che è abbastanza sostenibile. Gli uomini, che già si dichiaravano più a conoscenza del tema, affermano di impegnarsi più delle donne, ma salta all’occhio soprattutto la differenza tra Nordovest (80%) e Sud (66%), ribaltando il dichiarato sul personale livello di informazione (come se in Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta fosse diffuso un “non ne so molto, ma mi comporto bene”).

E per il futuro? Gli italiani dichiarano che adotteranno uno stile di vita molto sostenibile (31,3%:


Acquisti, comportamenti e tema ambientale Percentuale

più del triplo del livello attuale) o abbastanza sostenibile (molto + abbastanza raggiunge il 90%, guadagnando più di 15 punti percentuali rispetto all’attuale 74,3%). Il grande cambiamento sarà dovuto – almeno secondo quanto dichiarato nelle interviste – dalle donne che passeranno dal 5 al 29% nell’essere “molto compatibili”. Una promessa? Un augurio? Vedremo tra qualche anno.

Coscienza ambientale A dire il vero c’è da credere più alle donne che agli uomini: se verifichiamo quali sono i comportamenti effettivamente messi in pratica attualmente scopriamo che l’universo femminile è già molto più attivo di quello maschile (forse dobbiamo pensare che gli uomini sopravvalutano la propria coscienza ambientale). Vediamo nel dettaglio: la raccolta differenziata è fatta in modo regolare dall’85% degli intervistati (le donne superano gli uomini, ma le differenze non sono forti, mentre si rileva ancora una distanza – seppure decresciuta – tra nord e sud del Paese). Limitare i consumi di acqua (magari quando ci si lava i denti, si fa la doccia, si lavano i piatti) e ridurre il consumo di elettricità (spegnere la luce ogni volta che si esce da una stanza, spegnere tv/ computer/altri apparecchi quando non in uso)? Ecco che le donne “staccano” gli uomini (87% a 77%). Ma si assiste anche a un altro interessante fenomeno: l’attenzione all’acqua cresce con l’età (dal 76% degli under 30 all’89% dei 50-65enni) mentre quella per i consumi elettrici è già elevata tra i più giovani.

Acquisti, comportamenti e tema ambientale E gli acquisti? Dichiara di fare “acquisti ecologici” il 55,2% della popolazione,

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Faccio sempre o spesso la raccolta differenziata

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Cerco di limitare il consumo di acqua (quando mi lavo i denti, faccio la doccia, lavo i piatti, ...)

81,8

Cerco di ridurre il consumo di elettricità (spengo la luce ogni volta che esco da una stanza, ...)

81,4

Faccio acquisti ecologici (ad esempio carta riciclata, prodotti biologici, ...)

55,2

Preferisco acquistare prodotti di aziende attente all’ambiente

49,8

Utilizzo molto la bicicletta per i miei spostamenti

33,6

Preferisco acquistare prodotti di aziende socialmente responsabili

33,4

Mi muovo quasi sempre/spesso con i mezzi pubblici

32,6

Partecipo a eventi di sensibilizzazione al tema ambientale

14,4

Sono vegano/vegetariano

con limitatissime differenze per sesso ed età, ma con variazioni più significative per area geografica (con il Nordest che eccelle: 61%). Ci sono poi comportamenti ambientalmente preferibili: l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto regolare (33,6%) o dei mezzi pubblici come scelta primaria (32,6% - in entrambi i casi donne e under 30enni sono decisamente soprammedia). E gli eventi di sensibilizzazione al tema ambientale? Un italiano su sette (14,4%) vi partecipa più o meno spesso, senza grandi differenze per sesso ed età. Enormi, al contrario, le variazioni se parliamo della scelta vegana/vegetariana: la media dell’8% nasconde il 14% delle donne, che si contrappone al 2% degli uomini. Sotto questo aspetto si tratta davvero di universi completamente diversi.

8,0

Per concludere Ma tutto ciò conta per davvero? C’è preoccupazione per le sorti ambientali (locali o mondiali) e, quindi, l’argomento della sostenibilità è davvero rilevante? Il 47% degli italiani si dichiara molto preoccupato per l’ambiente in Italia (mentre è molto minore la forte preoccupazione local: 33,8%), che supera quella per il pianeta Terra (41%). Che si tratti della propria città, dell’Italia o del mondo intero le donne sono comunque più preoccupate degli uomini; diverso l’andamento per età: i più giovani si preoccupano in particolare per il futuro dell’ambiente locale, i meno giovani vivono “paure ambientali” globali. Doverosa un’analisi per area geografica: i più ottimisti (a ogni livello) abitano nel Nordest, mentre i più pessimisti sono nel Sud.

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VENITE AD ACCENDERLA INSIEME A NOI! organizzato da

L’VIII edizione del Premio Eccellenza Lido Vanni coincide con l’Anno internazionale della luce, riconosciuto dall’Unesco (International year of the light 2015). Un’iniziativa globale che mira ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza sull’importanza della luce, sui modi con cui incide nella vita di tutti i giorni e su come influenzerà il futuro. La luce è vita ed è in ognuno di noi, in tutto ciò che siamo e facciamo. Si manifesta nelle forme più diverse e lascia sempre un segno. Per questo abbiamo scelto la luce come simbolo per rappresentare i valori dell’eccellenza. Perché solo i grandi manager sanno avere idee illuminanti, portare risultati sfolgoranti, risolvere problemi alla velocità della luce, valorizzare risorse brillanti e far risplendere il prossimo. Oltre ai manager verranno premiate aziende di Confcommercio e professionisti della formazione del Cfmt, riconoscendo così a 360° il valore e l'importanza dell'eccellenza terziaria nel nostro Paese. L’appuntamento è per il 27 novembre a Milano, al teatro Dal Verme. Metteremo in luce l’eccellenza in un’imperdibile serata-evento interamente all’insegna della luce, grazie alla collaborazione del team artistico dello Studio Festi by Mymoon. Uno spettacolo di danza, effetti visivi e coreografie mozzafiato ci accompagnerà in un viaggio entusiasmante alla scoperta della luce.

Per informazioni e adesioni contattare Manageritalia Servizi al numero 0229516028 oppure scrivere a eventi@manageritalia.it indicando nome, cognome, recapito telefonico e numero dei posti. L’evento è gratuito e riservato agli associati Manageritalia. È possibile prenotare solo a partire dal 12 ottobre. Massimo 4 posti. I biglietti verranno inviati via email a partire dal 9 novembre. Vi preghiamo di comunicare tempestivamente l’eventuale disdetta in modo da far partecipare chi è in lista d’attesa.

LA GIURIA DEL PREMIO ECCELLENZA 2015 DAVID BEVILACQUA, vicepresidente Sud Europa Cisco Systems BARBARA STEFANELLI, vicedirettrice Corriere della Sera ALBERTO PASTORE, presidente SIMA - Società Italiana di Management CARLOTTA SAMI, portavoce UNHCR per il Sud Europa


Studio Festi by Mymoon per il Premio Eccellenza Lo spettacolo è stato ideato appositamente per il Premio Eccellenza Lido Vanni 2015 e nasce come omaggio all’Anno internazionale della luce promosso dall’Unesco. Il tema della luce, scelto dall’organizzazione del Premio come elemento centrale dell’evento, è sviluppato in quattro atti e undici scene: il percorso della luce, dalla mite luce notturna al trionfo del sole. La storia della luce e della vita narrata sia mettendo in scena la luce stessa, sia raccontando la trasformazione che essa opera sulla natura. Una colonna sonora emozionante e fortemente coinvolgente accompagna il racconto del viaggio luminoso in una performance con spettacolari proiezioni video che, in alcune situazioni, diventano protagoniste nel sincrono che si crea tra il movimento degli artisti in scena e le immagini luminose.

Mymoon è un laboratorio artistico, di idee e progetti. Un cuore in continuo fermento creativo, che conserva, celebra e rinnova grazie alle nuove tecnologie. Quello che per 30 anni è stato il lavoro del Maestro Valerio Festi, che creò un linguaggio nuovo nello spettacolo en plein air, "la meraviglia”, nell'epoca in cui in Europa si festeggiava “l'immaginazione al potere”, rivive in ogni spettacolo con nuovi linguaggi e continue sorprese. Oggi, tempo in cui gli eventi hanno assunto caratteri e scopi diversi, la mission

è quella di creare progetti ad hoc per aziende, istituzioni e privati. Un evento è sempre unico nel suo genere, irripetibile per natura, renderlo emozionante e indimenticabile è l’obiettivo di Mymoon: dare consistenza ai sogni, trasformarli in immagini e performance ricontestualizzate nel mondo reale e portarle tra le mani di tutti, nelle piazze d’Italia e del mondo. Da qui, l'invenzione di una tavola di segni che mischiano impossibile a imprevisto, fantasia a magia, tecnologia a racconto. Studio Festi by Mymoon cattura sogni e li trasforma in visioni. UN PO’ DI STORIA Nel 1981 nasce Studio Festi che porta poesia e meraviglia in tutto il mondo, inventa un “teatro della leggerezza”, che discende dal barocco (il fin la meraviglia) e che riesce a proporre, nelle piazze affol-

late di festa, un “teatro volante”, visibile da tutti, pregno di senso e di sentimento. Studio Festi, qualche anno fa, si sposta in Brasile, in un paese dallo spirito in divenire. Mymoon ne raccoglie così l’eredità, in Italia e in altre parti del mondo, continuando una storia di successi. Ecco alcuni eventi del 2015: Milano, con il Teatro Franco Parenti per le sue manifestazioni en plein air Lago di Como, meraviglie paesaggistiche di Villa d’Este e le ricorrenze festive In tour, manifestazioni di Federutility in difesa della risorsa Acqua Palermo, Festino di Santa Rosalia Mosca, Gorky Park, Festival della luce e notte bianca per la fine del ciclo scolastico superiore Mosca, San Pietroburgo, Vele scarlatte Dubai, Shopping Festival al Dubai Creek Park Doha, Big Bang in occasione dello IED Festival.


Management

sud: più manager per lo sviluppo Incontriamo Al Bano Carrisi, non solo cantante di fama internazionale ma anche imprenditore in Puglia, che ci racconta come l’apporto dei manager sia stato determinante per far crescere il suo progetto imprenditoriale: le Tenute Carrisi Ettore Ruggiero

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l Bano Carrisi, il cantante di fama internazionale, è anche imprenditore in Puglia per amore della sua terra. Lo incontriamo a “Tenute Carrisi”, in un momento di pausa tra una tournée e l’altra in giro per il mondo. Ci racconta della passione per la sua terra e dell’impegno nel costruire opportunità di valorizzazione delle risorse locali. Le pianure pugliesi sono un santuario per la vite e l’ulivo sin dai

tempi dei fenici e dei greci. E dall’impero romano a oggi, le finissime qualità delle produzioni di olio d’oliva e vino continuano a essere apprezzate. A pochi passi da Cellino San Marco, negli anni, in questa parte di Puglia a cavallo tra l’Adriatico e lo Ionio, Al Bano ha reinventato una struttura – nata inizialmente per accogliere i militari della base Usa, da tempo dismessa – rendendola funzionale alle sue passioni e ad accogliere ospiti interessati al made in Puglia.


Le tenute Carrisi La presenza di un manager ha favorito la crescita con risultati eccellenti: Facendo una passeggiata nelle tenute si percepisce l’estro dell’artista e soprattutto la passione per la natura e il territorio, il senso dell’ospitalità locale, la cura per i prodotti della terra. Il bosco, la masseria Donna Jolanda, la cantina e l’oleificio, gli studi discografici, le vigne, l’albergo, si presentano come spazi per il benessere, per esperienze di forte intensità umana.

Lui ne è l’ideatore e al tempo stesso l’anima. Trasmette direttamente allo staff formato da oltre 50 persone senso di appartenenza e cura dei particolari. Durante la passeggiata, ci racconta di come sta crescendo il progetto e dell’apporto fondamentale dei sui collaboratori più stretti. L’amore e il rispetto per la terra è un principio che Al Bano ha imparato dalla nascita e che ha posto come obiettivo principale nella produzione dei suoi vini e delle sue

l’azienda vinicola è passata, negli ultimi 5 anni, da 250.000 a 600.000 bottiglie; la chiusura del 2015, secondo i trend in essere, sarà pari a 1 milione di bottiglie.

realizzazioni imprenditoriali in Puglia. «Quando ero bambino don Carmelo, mio padre, mi portò alla vigna e mi insegnò a liberarla dalle erbacce: “Se dai alla terra, la terra ti dà”, mi diceva. Così ho capito che prima ancora del vino, dalla vigna ti veniva un sorso di saggezza». Il salto di qualità? «È stato alcuni anni fa quando ho chiamato in azienda un dirigente per gestire in modo integrato le attività delle

nostre aziende e sviluppare nuove progettualità. La presenza di un manager ha favorito la nostra crescita con risultati eccellenti negli ultimi anni». «Per le nostre aziende pugliesi è necessario – ribadisce Al Bano – avere dirigenti capaci di gestirle e di mettere a valore le grandi risorse e le potenzialità del nostro territorio». E così da qualche mese, seguendo tale convinzione, per potenziare i servizi di ospitalità e ristorazione delle tenute è stato chiamato un altro dirigente, rientrato in Puglia dopo anni di esperienza nel settore alberghiero, in Italia e all’estero. L’albergo Felicità e il ristorante Don Carmelo sono le due strutture di cui si compone Casa Carrisi, che si occupa dell’accoglienza.

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Management

«Per le nostre aziende pugliesi è necessario avere dirigenti capaci di gestirle e di mettere a valore le grandi risorse e le potenzialità del nostro territorio» Ma il cuore dell’azienda rimane il vino. La famiglia Carrisi lo produce da generazioni e oggi l’azienda vinicola Al Bano Carrisi è tra le prime del settore in Puglia.

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La vendemmia, effettuata solo manualmente, ha inizio nella seconda decade di agosto con le uve bianche, per proseguire con il Primitivo, il Negroamaro, la Malvasia Nera di Brindisi e infine con l’Aleatico di Puglia. Sergio Angioi, direttore dell’azienda vinicola, nonché associato a Manageritalia Bari, sottolinea: «I mercati in cui lavoriamo (oltre all’Italia, che registra incrementi percentuali a doppia cifra) sono quelli di Germania, Svizzera, Polonia, Russia, Usa, Albania, Canada, Olanda, Lussemburgo, Belgio,

Giappone e Cina e seguiamo “in casa” tutte le fasi della lavorazione, dalla raccolta delle uve selezionate all’invecchiamento nelle botti di rovere, all’imbottigliamento». «Allineati alle nuove esigenze tecnologiche – continua Angioi – vogliamo essere il simbolo di una civiltà del vino che si tramanda di generazione in generazione, in nome della genuinità e delle radici storico-culturali di un modo di vivere e di essere». Il segreto? Tanta passione e tanta managerialità! 


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Information technology

La web usability Cos’è l’usabilità di un sito web? Ecco una sintesi concreta delle sue caratteristiche e come ottenerla

Renée Bernhard

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a web usability, o facilità d’utilizzo di un sito, è un elemento fondamentale per il coinvolgimento e la soddisfazione dell’utente. Il termine usabilità è definito nell’Iso 9241 al capitolo 11 come il grado di facilità con il quale “può essere usato un sito per raggiungere obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione, in uno specifico contesto d’uso”. Il capitolo 10 spiega come il sito deve essere idoneo al suo compito e autodescrittivo, controllabile dall’utente, conforme alle aspettative, tollerante

agli errori, idoneo alla personalizzazione e all’apprendimento. Quando un sito web viene progettato in maniera ottimale, assicura che i risultati delle ricerche di informazioni piuttosto che gli acquisti effettuati dall’utente siano stati ultimati in maniera veloce, accurata e completa. Perché massimizzare l’usabilità di un sito? Un livello scarso di usabilità crea frustrazione e disagio, al punto


che l’utente insoddisfatto si rivolge altrove, ad esempio passa

alla concorrenza o a un call center, soluzione quest’ultima più onerosa da gestire. L’usabilità quindi è una leva irrinunciabile e competitiva per coinvolgere il visitatore, fornire informazioni, assisterlo e favorire la sua fedeltà. Le priorità Il progettista di un sito ha, insieme al management aziendale, il compito indispensabile di controllare che questo sia idoneo alle esigenze dell’utente finale in modo che non lo abbandoni prematuramente. Le tre priorità per rendere un sito idoneo sono: conoscere bene l’utente e le sue esigenze – ad esempio, l’utente sporadico, quello frequente, il portatore di handicap (fabbisogno di audio o di assistenza in tempo reale), l’anziano (spes-

so resistente a modifiche al sito che comportano un cambio nella navigazione); conoscere i motivi più frequenti che hanno portato alla visita del sito e organizzarli in modo conforme; assicurare la relativa rapidità dell’interfaccia, bilanciando la funzionalità e i contenuti con gli elementi grafici dinamici, evitando quindi pagine in formato pdf o numerosi loghi al posto di contenuti organizzati e facilmente reperibili. Alcuni esempi L’architettura del sito dovrebbe essere intuibile dai titoli e dai capitoli presenti già dalla home page. Pertanto, un sito nel settore moda dovrebbe mostrare i contenuti non solo per “collezione” ma anche per categoria e oggetto di abbigliamento. All’utente frequente dello stesso sito, dovrebbero essere offerte scorciatoie di navigazione per raggiungere la sua meta senza troppi passaggi come per un inesperto. Spesso i siti pubblici si interfacciano con diversi tipi di utenti senza differenziazione anche quando, per frequenza d’uso, non lo sono. L’ottimizzazione non può prescindere dai device – smartphone, tablet, pc – perché influisce nella scelta delle priorità delle informazioni sulle pagine del sito. È insufficiente “travasare” il contenuto del sito creato per pc in un formato ridotto per smartphone, ma vanno consi-

derati i limiti e l’utilizzo di ogni strumento: piccolo schermo, predisposizione per un’informazione breve o dati pesanti ecc. Sito ottimizzato Il termine “ottimizzato” suggerisce una meta raggiunta anziché un percorso di soluzioni graduali e messe a punto, verifiche e modifiche. Le caratteristiche di un sito ottimizzato sono prima di tutto un linguaggio naturale, un dialogo rassicurante e sugge-

Un livello scarso di usabilità crea frustrazione e disagio, al punto che l’utente insoddisfatto si rivolge altrove

rimenti in caso di errore (evitando l’uso di “attenzione!” bensì evidenziando visivamente l’errore); compiti semplici e brevi per ottenere i risultati desiderati; tecniche per riconoscere il percorso dell’utente nel sito come elementi grafici coerenti, ricorrenti e consistenti; percorsi di navigazione in linea con le attese e l’expertise dell’utente e infine la rapidità: un secondo massimo per caricare il sito; 0,3 secondi circa per dare all’utente la sensazione di immediatezza della risposta; circa cinque secondi per accedere a una pagina.

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Information technology

I must dell’usabilità Le esigenze di una buona usabilità sono: un linguaggio naturale e comprensibile usato anche da persone inesperte, soprattutto se è un sito rivolto al pubblico o al consumatore e non solo all’utente business. La resistenza al linguaggio naturale è caratteristica dei siti del settore pubblico e purtroppo spesso di aziende rilevanti1. È essenziale quindi la presenza di un motore di ricerca che colga le terminologie nel linguaggio naturale per poi produrre risultati in ordine dei termini più frequentemente cliccati2; dati precisi e organizzati, facilmente visibili, e poche immagini che distraggono dal contenuto; informazioni, tecniche e immagini didascaliche e non meramente di intrattenimento, soprattutto per il settore retail. Questo fattore, abbinato all’ottimo servizio clienti, determina il successo anche in settori inaspettati3. 1 2 3

Un esempio: chi desidera pagare l’utenza elettrica sul sito enel.it deve cercare un’icona in basso a destra che corrisponde a ”mercato di maggior tutela”, servizi, privati. Ad esempio, cercando “viabilità” sul sito autostrade.it, tra i 662 risultati per data, il più saliente è “progetti”, non la percorribilità. Zappos, rilevata da Amazon, vende scarpe con sette immagini per ogni articolo; la prova, prima dell’acquisto, non è più imprescindibile.

L’usabilità è una leva irrinunciabile e competitiva per coinvolgere il visitatore, fornire informazioni, assisterlo e favorire la sua fedeltà

Migliorare il sito: da dove iniziare Per migliorare il sito aziendale si deve iniziare dalla conoscenza di cosa cerca l’utente e si procede con il come attraverso diverse verifiche. I dati rilevati dal sito stesso e dal server mostrano la provenienza dell’utente e le pa-

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role di ricerca utilizzate, indicatori del motivo della visita. Tramite Google si possono analizzare le parole più frequenti di ricerche che hanno portato traffico al sito. Il web server log (il registro del traffico al sito) identifica la provenienza dell’utente (tecnicamente dell’indirizzo), che cosa ha cercato e quando. Il page tagging (genera i cookie) identifica univocamente l’utente e il suo comportamento sul sito. L’azienda stessa è fonte di dati preziosi per conoscere il motivo della visita. Si può chiedere agli addetti della propria rete di vendita informazioni circa cosa cer-

cano gli acquirenti. Ascoltare le telefonate dei propri call center aiuta a capire le richieste più frequenti, probabilmente le stesse che generano visite al sito. Osservare la concorrenza è interessante ma non è detto che sia efficace. Individuate le priorità di contenuto, o i problemi di navigazione, varie tecniche di ricerca su un campione ridotto o ampio rappresentativo dell’utenza sono molto utili. Queste ricerche servono per capire il modo più idoneo a mostrare l’informazione e, con modifiche conseguenti, raggiungere l’interattività più efficace. Le tecniche di ricerca spaziano dall’analisi del movimento degli occhi (eye tracking) a chiedere a un campione di assegnare delle priorità al contenuto del sito per migliorarne l’architettura, a chiedere di esprimere il parere prima o durante l’uso di una pagina del sito e poi analizzare il risultato. Si possono anche mostrare due varianti della stessa pagina web e analizzare le reazioni, o introdurre un elemento come un messaggio promozionale e analizzarne l’impatto sull’usabilità della pagina. Il trucco, quindi, è conoscere cosa cerca l’utente, capire gli aspetti che facilitano l’uso del sito e non affrontare tutte le problematiche del sito simultaneamente. Il continuo miglioramento è la chiave del successo. 


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osservatorio

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Ddl concorrenza: modificata la norma sulla portabilità dei fondi pensione Le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera hanno modificato la norma dell’art. 15 del disegno di legge concorrenza che riformava il regime di portabilità tra fondi pensione. Resta l’attuale sistema normativo, che già consente la migrazione da un fondo all’altro, ed è stato riconosciuto, di fatto, che la norma, così come era stata formulata, non solo non avrebbe stimolato la concorrenza nel settore, ma anzi avrebbe penalizzato i lavoratori. La nuova formulazione dell’articolo, inoltre, consentirà a chi ha cessato l’attività lavorativa per un tempo superiore ai 24 mesi di chiedere

un anticipo della prestazione di cinque anni rispetto ai requisiti per l’accesso alle prestazioni nel regime obbligatorio di appartenenza. È stato poi approvato un emendamento che prevede un tavolo di consultazione tra il ministero, le organizzazioni sindacali e datoriali ed esperti della materia previdenziale per migliorare il sistema della previdenza complementare. Il provvedimento è ancora all’esame delle predette Commissioni, in prima lettura. Bollettino della Camera dei deputati, seduta del 31 luglio, Commissioni riunite VI e X: http://bit.ly/dir5-9-15

In via di attuazione la riforma fiscale Il 17 luglio, il consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha svolto il secondo esame preliminare di tre schemi di decreti legislativi attuativi della legge di riforma fiscale (legge 11 marzo 2014, n. 23) che delega il governo a introdurre disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Per quanto riguarda il decreto legislativo sull’internazionalizzazione delle imprese, approvato poi definitivamente il 6 agosto, il consiglio dei ministri ha introdotto una norma volta a incentivare fiscalmente il rientro in Italia di lavoratori con qualifiche elevate. La disposizione prevede che il reddito prodotto in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato italiano beneficiano per tre anni di una riduzione del reddito imponibile del 30%. Possono beneficiare dell’incentivo i soggetti che nei 5 anni precedenti non siano stati residenti in Italia, svolgano un’attività lavorativa prevalentemente nel

territorio italiano e rivestano una qualifica per la quale sia richiesta un’alta specializzazione e un titolo di laurea. Il decreto legislativo, nel suo complesso, intende rafforzare il ruolo che il fisco deve svolgere a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese: ridurre i vincoli alle operazioni transfrontaliere e creare un quadro normativo quanto più certo e trasparente per gli investitori. Il provvedimento conferma le norme sul rafforzamento dei ruling internazionali, ossia accordi preventivi con il fisco per le imprese che detengono attività internazionali. Gli accordi vincolano le parti per il periodo d’imposta nel corso del quale sono stipulati e per i quattro periodi d’imposta successivi. Per il periodo intercorrente tra la data di presentazione dell’istanza e quella di conclusione dell’accordo il contribuente ha comunque la possibilità di presentare


dichiarazione integrativa, senza applicazione di sanzioni a condizione che in tale periodo ricorrano le circostanze di fatto e di diritto a base dell’accordo. Tali circostanze, viene specificato accogliendo le osservazioni dei pareri parlamentari, devono sussistere congiuntamente per uno o più periodi d’imposta precedenti alla stipula del contratto ma non anteriori a quello in corso alla data di presentazione dell’istanza. Il decreto introduce anche l’istituto dell’interpello per le società che effettuano nuovi investimenti, per dare certezza in merito ai profili fiscali del piano di sviluppo che si intende attuare. Fondamentale a tal fine è la presentazione da parte dell’investitore di un business plan con la descrizione dell’ammontare dell’intervento, i tempi e le modalità di realizzazione dello stesso, l’incremento occupazionale e i riflessi che esso ha sul sistema fiscale italiano. Il secondo decreto legislativo esaminato riguarda disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente, proprio con la finalità di rafforzare la certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente in materia di abuso del diritto ed elusione fiscale, raddoppio dei termini per l’accertamento e tax compliance. Per quanto riguarda le novità di questo testo al secondo passaggio in consiglio dei ministri, segnaliamo, per quanto riguarda i termini di accertamento, una disposizione a tutela dei contribuenti secondo cui il loro raddoppio, in presenza di un reato penale, è possibile a condizione che la denuncia all’autorità giudiziaria da parte dell’Amministrazione finanziaria sia inviata entro i termini ordinari dell’accertamento. Il raddoppio non opera se la denuncia viene presentata o trasmessa oltre la scadenza ordinaria dei termini. Un’altra novità introdotta con il secondo esame preliminare del decreto riguarda una specifica disposizione sulla cosiddetta “Voluntary disclosure”. Si prevede che possano accedere alla collaborazione volontaria, e quindi beneficiare della non punibilità penale, le attività e le imposte riferite ad annualità

per le quali siano scaduti i termini per l’accertamento fiscale. Confermate le disposizioni sull’abuso del diritto e l’elusione fiscale che si unificano in un unico concetto (inserendo un nuovo articolo nella legge sullo statuto del contribuente) con una valenza generale, con riguardo a tutti i tributi (imposte sui redditi e imposte indirette, fatta comunque salva la speciale disciplina vigente in materia doganale). I presupposti per l’esistenza dell’abuso sono: 1. l’assenza di sostanza economica delle operazioni effettuate (ossia operazioni che non perseguono obiettivi quali, ad esempio, lo sviluppo dell’attività o la creazione di posti di lavoro, ma solo vantaggi fiscali); 2. la realizzazione di un vantaggio fiscale indebito; 3. la circostanza che il vantaggio fiscale costituisca l’effetto essenziale dell’operazione. Confermata anche l’istituzione di un nuovo schema di relazioni tra l’Agenzia delle entrate e i contribuenti denominato “Regime di adempimento collaborativo”, valevole in via di prima applicazione per le imprese di maggiori dimensioni. L’accesso al regime, su base volontaria, è subordinato al possesso da parte del contribuente di un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, che consenta l’autovalutazione preventiva e il monitoraggio dei rischi. Attraverso l’instaurazione di un regime di scambio continuo di informazioni improntato alla trasparenza, con imposizione di doveri a carico dell’Agenzia delle entrate e del contribuente, si realizza anticipatamente un sistema di controllo per prevenire potenziali controversie fiscali. Il terzo decreto legislativo esaminato riguarda la trasmissione telematica delle operazioni Iva e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori elettronici (fatturazione elettronica). Questi ultimi due provvedimenti sono ora all’esame delle Camere per l’acquisizione dei pareri definitivi.

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Produttività & Benessere

Continuiamo a Cambiare IL LAVORO e lo cambieremo davvero

L’

iniziativa di Manageritalia e dei suoi manager Cambia Il Lavoro con Produttività & Benessere continua e incrementa. Stanno crescendo interesse e consenso per questa azione che ci vede protagonisti nel ruolo di promotori e facilitatori di un processo culturale e fattuale difficile, ma imprescindibile per tornare a crescere e dare senso e futuro al lavoro delle nostre imprese e degli italiani. Dobbiamo essere l’aggregatore, il facilitatore della nascita di un vero e proprio sistema teso a cambia-

diventa fan e condividi l’iniziativa con colleghi e amici http://bit.ly/dir5-6-15

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Produttività & Benessere

Uno sguardo globale al futuro del lavoro The benefits of flexible working arrangements - A future of work report A report prepared by the Future of work institute, agosto 2012

The Benefits of Flexible Working Arrangements A Future of Work Report

A report prepared by the Future of Work Institute, August 2012 For more information visit our website www.hotspotsmovement.com or contact Dr. Julia Goga Cooke at julia@hotspotsmovement.com

La richiesta di lavoro flessibile sta aumentando. Il mercato sta creando nuove sfide e opportunità che le aziende possono cogliere solo attraverso un’organizzazione del lavoro flessibile. Per convincere le imprese ad abbracciare o estendere la flessibilità, i benefici di questa scelta devono essere chiari. Questo report presenta una forte tesi a favore della flessibilità, identificando dodici benefici tangibili legati al lavoro flessibile. Sei di questi fanno riferimento all’ambiente di lavoro che cambia (crescita della produttività dei lavoratori, team virtuali efficienti, continuità del business, spostamenti di lavoro ridotti e infrastrutture agili), gli altri sei fanno riferimento al lavoro stesso dei dipendenti che muta (crescita dell’engagement, maggiore fidelizzazione, più donne senior, attrattiva e fidelizzazione di senior executive, uscita dal lavoro graduale e flessibile e stili di lavoro multi generazionali). Nel rispondere al contesto di lavoro che cambia, le aziende che appoggiano e promuovono il lavoro flessibile possono rimanere competitive facendo leva su opportunità emergenti.

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Imagining a bright future of work

U.S. Department of labor blog – Promoting & protecting opportunity, 30 luglio 2015 “Gig economy”, “on-demand economy”, “sharing economy”, “coordination economy”, “digital matching economy”: qualunque termine si utilizzi, c’è molto da dire a proposito dei rapidi cambiamenti consentiti dalla tecnologia nell’ambito del lavoro. Ogni nostro lavoro sarà rimpiazzato da app? È improbabile. Ma stiamo vivendo in un mondo sempre più connesso, con nuovi, incredibili strumenti, opportunità e transazioni commerciali su piattaforme digitali. Inoltre molti di noi dipendono dall’attività di una forza lavoro transitoria e frammentata. Senz’altro la crescita di aziende con nuovi modelli di business presenta allo stesso tempo sfide e opportunità per molti lavoratori americani e dobbiamo affrontare tutto ciò seriamente.

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re e gestire il divenire del lavoro in Italia. Un lavoro sempre più mutevole, veloce e imprevedibile, che sia vero supporto per un nuovo sviluppo economico. Aumentano fan (persone), partner (organizzazioni non profit) e

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sponsor (organizzazioni profit) che ci affiancano e aiutano a dare forza e sostanza al movimento. Allora continuiamo e avanti tutta, sapendo che voi manager siete il perno del cambiamento e dovete agire nella vostra azienda

e fuori. Diventa fan, se non lo sei già, coinvolgi la tua azienda sia come partner o sponsor sia come esempio reale del nuovo lavoro, coinvolgi i tuoi collaboratori, clienti e fornitori e tutti quelli che puoi e vuoi.

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Produttività & Benessere

L’opinione di Romano Benini Giurista, è esperto e docente di politiche del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma e la Link University di Roma

che sia necessario introdurre il welfare aziendale nella contrattazione nazionale e decentrata come un aspetto dirimente e obbligatorio». Cosa pensa che dovrebbe cambiare nel mondo del lavoro in Italia oggi per andare verso maggiore produttività e benessere di aziende e lavoratori? «Esiste la necessità di puntare decisamente sullo sviluppo umano e sulla promozione delle competenze in azienda. Si tratta di un intervento fondamentale perché le imprese italiane sono chiamate a innovare ed esportare e non possono privarsi di un capitale umano pronto, efficiente e preparato. Ci sono molti ritardi, ma la strada non ha alternative. In questo senso penso

Accedi dal nostro sito alla sezione Youtube e guarda il video

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Chi dovrebbe farsi carico maggiormente di porre le premesse per questo cambiamento? «La questione delle competenze è di sistema: riguarda le istituzioni che devono rafforzare le politiche di attivazione al lavoro; la bilateralità, che deve rendere i piani formativi aziendali uno strumento ordinario e consueto; la contrattazione, che deve definire tutele più avanzate nel welfare aziendale, ma anche le imprese, che in molti casi sono in ritardo culturale nell’individuazione di queste

priorità (che sono una premessa per garantire un buono stato di salute aziendale e non una cura successiva) e gli stessi lavoratori, che devono abituarsi a un modello di lavoro in cui sia premiato il risultato e non la mera anzianità di servizio». Cosa pensa dell’iniziativa di Manageritalia? «Si tratta di un’iniziativa opportuna, che va promossa nei confronti delle istituzioni e verso gli stakeholder: per cambiare davvero bisogna cambiare mentalità e tutti devono essere pronti a farlo. Servono proposte, indicazioni e investimenti e serve che quanto arriva dal nostro management attivo sia conosciuto e ascoltato».


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Con la nuova Serie 400, Gaggenau porta ancora una volta la tecnologia professionale nelle cucine domestiche senza scendere a compromessi. L’uso del vapore senza pressione è senza dubbio il modo migliore per cucinare mantenendo intatte le vitamine, i minerali, la consistenza e il colore degli alimenti. La carne resta tenera e succulenta, il pesce non è mai troppo asciutto e le verdure si trasformano in una vera prelibatezza. Il vapore è l’ideale per mondare gli spinaci, pelare i pomodori o riscaldare delicatamente gli alimenti già cotti. La differenza ha nome Gaggenau. Per maggiori informazioni Numero verde 800 091240 info@gaggenau.it - www.gaggenau.it


di buon grado Piero Valdiserra

grado

D

il frascati

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Da sempre i romani amano la campagna e i suoi piccoli borghi, stesi alle estremità di un’ampia area vulcanica dove un tempo sorgevano le comode e fastose ville dell’età imperiale e – più tardi – quelle dell’epoca papalina, tardo-rinascimentale e barocca. Agli albori dell’Ottocento i Castelli erano chiamati “la campagna di Roma”. Bastavano pochi chilometri dall’Urbe per raggiungere le tante pittoresche borgate collinari: balconi panoramici da cui si godeva la vista sulla sterminata Città Eterna e da cui pareva di poterla quasi dominare. Qui si aprivano innumerevoli piccole cantine, poco più che antri bui in realtà, facilmente riconoscibili perché sormontate da una svettante frasca verde: proprio quella frasca avrebbe dato il nome al bianco più importante e più conosciuto della zona. Il vino Frascati ha estimatori molto antichi e illustri: in epoca romana ricordiamo Catone il Censore, Varrone, Macrobio, Lucullo, Cicerone. Nel periodo rinascimentale, papa Paolo III Farnese lo preferiva di gran lunga ai vini francesi e arrivò così a bandire questi ultimi dalla sua mensa. Andrea Bacci, medico di Sisto V e autore di uno dei primi trattati sui vini d’Italia, lo esaltò come protagonista dei conviti principeschi e delle tavole borghesi di Roma. Nei secoli successivi il dorato Frascati si affermò sempre più per la sua freschezza e per la sua brillantezza nel bicchiere, che lo rendevano compagno ideale per la porchetta, l’abbacchio, la coratella e la frittura di ortaggi. «è bbono, asciutto, dorce, tonnarello» lo definì il poeta Giuseppe Gioachino Belli in una delle sue composizioni romanesche. In tempi più vicini a noi, nel 1949, il

Frascati ha visto nascere il suo Consorzio, su iniziativa di 18 produttori determinati a tutelarne e valorizzarne l’immagine e la diffusione. Nel 1966 è stata riconosciuta la doc, con un disciplinare poi più volte modificato negli anni. Oggi il Frascati è ottenuto in prevalenza da uve Malvasia bianca di Candia e Malvasia del Lazio; altre varietà ammesse sono il Bellone, il Bombino bianco, il Greco bianco, il Trebbiano toscano e il Trebbiano giallo, da soli o congiuntamente. Di colore giallo paglierino limpido e brillante, il Frascati ha un profumo vinoso, delicato, caratteristico. Secondo il suo tenore zuccherino può essere secco, amabile o dolce (quest’ultimo è il cosiddetto Cannellino). A tavola può essere servito come aperitivo o in accompagnamento a minestre (minestra di farro, di lenticchie, pasta e fagioli, pasta e ceci, quadrucci e piselli), paste asciutte (bucatini all’amatriciana, spaghetti alla carbonara, fettuccine alla ciociara, penne all’arrabbiata, spaghetti cacio e pepe), contorni (carciofi alla romana, carciofi alla giudia, fiori di zucca fritti, peperoni ripieni, verdure saltate, frittate), secondi piatti (fritto alla romana, saltimbocca, scaloppine, abbacchio, pollo ai peperoni, fritto di pesce). Il tipo Cannellino può abbinarsi a fine pasto ad amaretti, ciambelle al vino, frittelle zuccherate, tozzetti, castagnole. Un vino praticamente universale, dunque, il che ha contribuito grandemente alla sua fortuna. Da segnalare che le versioni “Superiore” e “Cannellino” hanno recentemente ottenuto la docg. Qualche produttore, infine, si è cimentato anche nella tipologia “Spumante”, che resta comunque limitata e di nicchia.


ARTE Claudia Corti

S Bronzino/Rost: Giuseppe imprigionato e il Banchetto del Faraone, 1546-1547, Roma Presidenza della Repubblica.

arte

Il Principe dei Sogni

Dove Il Principe dei Sogni Palazzo Vecchio Firenze 15 settembre-15 febbraio

Spesso le definizioni e il bisogno di classificazione possono essere impietosi; ne nascono termini decisamente restrittivi, se non addirittura fuorvianti: è il caso delle arti cosiddette “minori”, quell’insieme di capolavori in cui confluiscono oreficeria, vetrate decorate e istoriate, tessuti, arazzi ecc. Eppure, a guardare determinate opere il termine “minore” suona quasi offensivo. È il caso di un corpus di venti arazzi commissionati per Palazzo Vecchio da Cosimo I de’ Medici nel 1545. Salito al potere quasi per caso, il giovane Cosimo commissionò immediatamente la realizzazione degli arazzi ai maggiori artisti fiorentini del tempo – Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino e Francesco Salviati – i quali fornirono i disegni e i cartoni agli arazzieri della manifattura granducale, i fiamminghi Nicolas Karcher e Jan Rost. Gli arazzi seguivano un programma iconografico ben preciso, voluto proprio dallo stesso Cosimo: narravano la storia biblica di Giuseppe, figlio di Giacobbe, odiato dai fratelli perché prediletto dal padre, venduto ai mercanti di schiavi, portato in Egitto e qui incarcerato per lunghi anni. Ma Giuseppe non era solo un uomo onesto e probo, aveva lo straordinario dono dell’oniromanzia, la capacità di interpretare i sogni. È grazie a tale dote che, interpretando i sogni del faraone, previde anni di carestia e suggerì di ammini-

strare in maniera oculata le risorse del paese per non trovarsi in difficoltà nel momento del bisogno; il faraone lo ricompensò nominando proprio lui, un ebreo, nientemeno che viceré. Cosimo nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui alterne fortune vedeva parallelismi con le vicende storiche della signoria medicea; abile oratore, saggio consigliere, coraggioso nelle avversità, Giuseppe era un eroe moderno che mostrava persino clemenza nei confronti dei fratelli, sapendo perdonare coloro che erano stati causa dei suoi mali. Tale parallelismo tra Giuseppe e Cosimo scorre su un piano talmente visibile da rasentare quasi la sovrapposizione, come ad esempio nella scena del banchetto del faraone, il cui volto è un vero e proprio ritratto di Cosimo, con tanto di corona di gemme e perle, così come la moglie del faraone mostra le fattezze della bellissima moglie di Cosimo, Eleonora di Toledo, una vera e propria icona di stile nella Firenze del tardo Rinascimento. I venti arazzi, divisi nel 1882 dai Savoia che ne trasferirono una parte al Quirinale, sono finalmente riuniti grazie al contributo della Fondazione Bracco in una mostra che, partendo da Roma e passando attraverso Milano, giungerà finalmente a Firenze nel Salone dei Duecento a Palazzo Vecchio, in un ideale, anche se temporaneo, ritorno a casa.

curiosità L’arazzo è un tessuto in cui è visibile solo la trama mentre l’ordito è nascosto; realizzato su un telaio apposito, deve il suo nome alla città francese di Arras in cui nel Medioevo operavano le migliori manifatture.

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Libri Davide Mura

Leader nei contenuti digitali Un altro libro scritto dai guru dei social media per chi ha fatto i primi passi nel mondo del web 2.0? No, il volume di Guy Kawasaki e Peg Fitzpatrick si rivolge ai professionisti del marketing, ai community manager, ai blogger professionisti e a tutti coloro che vogliono valorizzare se stessi e i propri contenuti attraverso Facebook, Twitter e i principali social. La versione digitale del libro è da preferire a quella cartacea poiché offre molti collegamenti ipertestuali a siti, indirizzi e account da tenere in considerazione per creare testi e materiale multimediale di valore e fare digital pr. L’arte dei social media, Guy Kawasaki, Peg Fitzpatrick, Hoepli, pagg. 190,  19,90.

Il premio Nobel per la letteratura Patrick Modiano firma un breve giallo con atmosfere misteriose che vede come protagonista uno scrittore anziano, Jean Daragane, il quale conduce una vita da recluso nel suo appartamento di Parigi. Un pomeriggio una telefonata interrompe la solitudine di Daragane e un giovane chiamato Gilles Ottolini gli comunica con voce melliflua e minacciosa di aver trovato alla Gare de Lyon una sua rubrica con indirizzi e numeri telefonici. I due si danno appuntamento e un omicidio irrisolto riaffiora dal passato. Perché tu non ti perda nel quartiere, Patrick Modiano, Einaudi, pagg. 124,  17.

libri

Istruzioni per l’uso per aspiranti padri A fronte di una sterminata letteratura sulla maternità, corrispondono solo pochi titoli sul ruolo di padre. Federico Ghiglione, pedagogista, formatore presso l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova e blogger (professionepapa. it), intende colmare questo vuoto con un saggio che prima di tutto sfata alcuni luoghi comuni sulla figura paterna: è proprio vero che i padri sono incapaci di occuparsi dei figli a tempo pieno? A loro spetta l’autorità nell’educazione dei figli? In una società occidentale che tende a contestare i ruoli definiti optando per una contaminazione reciproca del maschile e del femminile, quali sono le sfide degli uomini

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Il ritorno di Millennium

Un giallo da Nobel

Replicare il successo del caso letterario più eclatante degli ultimi anni, la trilogia di Millennium di Stieg Larsson, morto nel 2004? La sfida è ambiziosa ed è stata affidata allo scrittore svedese David Lagercrantz. La storia del nuovo thriller rivede in azione il giornalista Mikael Blomkvist e l’umbratile hacker Lisbeth Salander, alle prese con una richiesta di Frans Balder, nome di punta nel campo dell’intelligenza artificiale, in grado di far avvicinare il mondo dei computer a quello degli esseri umani. L’intreccio porterà i due protagonisti fino al servizio segreto americano che si occupa della sicurezza nazionale. Quello che non uccide. Millennium. Vol. 4, David Lagercrantz, Marsilio, pagg. 503,  18,70.

all’interno di una famiglia con bambini da crescere? Il libro di Ghiglione affronta step by step cosa significa diventare “papà”, dal concepimento alla gravidanza, dal parto all’adolescenza, fino a toccare argomenti delicati come la sessualità della coppia di neo genitori. La guida è ricchissima di testimonianze dirette raccolte durante i corsi pre-parto e si rivolge tanto agli aspiranti padri quanto alle donne che devono affiancare i loro mariti verso una nuova consapevolezza di loro stessi. I papà spiegati alle mamme, Federico Ghiglione, Einaudi, pagg. 136,  14.


letture per manager

...permanager

Marco Lucarelli

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Il Cerchio, ossia il Grande Fratello ai tempi del web Inquietante e straniante, questi sono gli aggettivi che meglio descrivono il nuovo libro di Dave Eggers dal titolo Il cerchio (edizione Mondadori). L’autore, dopo il successo de L’opera struggente di un formidabile genio, ci introduce questa volta nella multinazionale “the Circle” attiva nel campo dei social media e delle nuove tecnologie. Lo fa tramite Mae, una giovane neolaureata americana che, dopo una prima esperienza di lavoro in una noiosa società di servizi, riesce a farsi assumere dalla prestigiosa multinazionale del web. I riferimenti ai colossi del web che tutti conosciamo sono immediati, così come facili sono le trasposizioni dalla storia romanzata alla realtà. Tramite la giovane protagonista del libro, che inizia a lavorare nel dipartimento customer experience, anche noi varcheremo la reception di questo colosso del web della Silicon Valley. Un colosso ambito da tutti i giovani laureati e dove solo i migliori riescono ad accedere. Ambienti di lavoro di design, colleghi sorridenti, preparati e collaborativi. Progetti con l’ambizione di voler cambiare il mondo. Un mondo perfetto. Almeno fino al successivo refresh di pagina. Ecco allora che lo spirito social e comunitario del “Cerchio” diventa un’ossessione. Tutto deve essere condiviso online, gli orari extra-lavorativi devono essere utilizzati per socializzare con i colleghi e partecipare ad attività ludico-aziendali. Nessuno spazio per la vita privata. Una condivisione forzata che nasconde in realtà la raccolta di dati continua per fini commerciali fino a rendere il marketing uno strumento di precisione chirurgica. Ancora, con la scusa della pre-

#letturexmanager.it venzione sanitaria, bracciali indossati che trasmettono in tempo reale informazioni sulla salute dei dipendenti, rese poi disponibili nel cloud. È qui che il libro di Dave Eggers perde la sua connotazione di romanzo e assume quella del saggio critico verso i rischi legati dalla deriva dei social media. Una deriva dove la nostra privacy viene barattata per fini commerciali, per aumentare il “tasso di conversione”, ossia per trasformare l’esperienza d’uso dei prodotti resi fruibili online dal Cerchio in acquisti reali, in soldi. Soldi che servono poi per entrare con prepotenza nella sfera politica e utilizzare le nuove tecnologie per scopi che, dietro alle dichiarazioni di trasparenza sempre online, finiscono per diventare in realtà mezzi di oppressione, di annullamento dell’avversario e del pensiero divergente. Lo stesso linguaggio utilizzato dai “circler” richiama la neolingua di orwelliana memoria, dove la realtà viene non solo reinterpretata ma riscritta secondo la visione di quelli del Cerchio, un misto di slang hi-tech e aziendalese commerciale.

Perché leggerlo Come detto all’inizio, questo è un libro inquietante e straniante allo stesso tempo. Leggendolo ci assaliranno i seguenti dubbi: si tratta di finzione? Di una semplice riedizione del Grande Fratello ai tempi del web? Oppure è un libro già superato dalla realtà? Un libro, questo di Dave Eggers, che va letto, sia per la capacità narrativa che come saggio sui rischi di esporre le nostre vite sempre online.

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lettere Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)

Il trattamento di malattia per i quadri del terziario

lettere

Sono un quadro e lavoro da più di quindici anni in un’azienda del terziario. A causa di una malattia invalidante mi trovo ora nella necessità di dover effettuare delle cure mediche periodiche in ospedale. Vorrei sapere se ho diritto a permessi retribuiti per questo genere di assenze. Inoltre, qual è il periodo di conservazione del posto di lavoro, nel caso in cui dovessi aggravarmi e mi dovessi assentare per malattia? S.G. - Milano

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Il ccnl per i dipendenti di aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi non prevede permessi orari per cure e visite mediche. Pertanto, salvo diverso uso aziendale, per effettuare tali cure si dovrebbero utilizzare le 56 ore annue (elevate a 72 per le aziende con più di 15 dipendenti) di permesso per riduzione orario, le 36 ore annue di permessi per ex festività o ferie. Se invece le cure mediche dovessero protrarsi per l’intera giornata in day hospital, si rientra nell’ipotesi della malattia, con diritto alla retribuzione ordinaria per il giorno di assenza. Per i disabili in situazione di gravità è inoltre previsto, in base all’art. 33 della legge 104 del 5 febbraio 1992, il riconoscimento di permessi orari retribuiti da fruirsi nella misura alternativa di riposi orari giornalieri di una o due ore, a seconda dell’orario di lavoro; tre giorni di permesso mensile (anche frazionabili in ore). In tal caso è l’Inps a farsi carico dell’intero onere. Rivolgendosi a un patronato è possibile presentare domanda e ricevere la necessaria assistenza per ottenere l’autorizzazione a questo tipo di permessi. Per quanto riguarda invece il periodo di comporto, l’art. 175 del ccnl prevede il diritto alla conservazione del posto per

un massimo di 180 giorni in un anno solare. Per ogni evento di malattia (comprensivo delle eventuali ricadute della stessa malattia) è previsto il pagamento della normale retribuzione giornaliera al 100% per i primi tre giorni (periodo di carenza non coperto dall’Inps), al 75% per i giorni dal 4° al 20°; al 100% per i giorni dal 21° in poi. Al fine di prevenire situazioni di abuso, nel corso di ciascun anno di calendario (dal 1° gennaio al 31 dicembre) la retribuzione dei primi tre giorni di malattia viene corrisposta al 100% per i primi due eventi di malattia, al 66% per il terzo evento e al 50% per il quarto evento, mentre cesserà di essere corrisposta a partire dal quinto evento. La suddetta penalizzazione non viene applicata in caso di: ricovero ospedaliero, day hospital, emodialisi; evento di malattia certificato con prognosi iniziale non inferiore a 12 giorni; sclerosi multipla o progressiva e patologia grave e continuativa che comporti terapie salvavita, documentate da specialisti del servizio sanitario nazionale; evento morboso della lavoratrice durante il periodo di gravidanza. Il periodo di conservazione del posto sarà prolungato, su richiesta del lavoratore (da presentare con raccomandata A.R. prima della scadenza del 180° giorno di assenza), per un ulteriore periodo di aspettativa non retribuita non superiore a 120 giorni. Per i lavoratori affetti da patologia grave e continuativa che comporti terapie salvavita periodicamente documentate da specialisti del Servizio sanitario nazionale, i primi 60 giorni di aspettativa sono invece retribuiti al 100%. Inoltre, tali lavoratori potranno fruire, previa richiesta scritta, di un ulteriore periodo di aspettativa fino a guarigione clinica e comunque di durata non superiore a 12 mesi.


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inserto mensile di Dirigente n. 9 / 2015

DIRIGIBILE

a cura di Thomas Bialas

Segnali di futuro visti dall’alto #17 esploriamo il futuro grazie a:

FUTURE SLEEP Il sonno diventa risorsa strategica

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FUTURE APP Troppe app? Fatele utili.

p. 3

FUTURETECH INVENZIONI & INNOVAZIONI INFOGRAFICA DEL MESE IL PUNTO DI NON RITORNO DELLE INNOVAZIONI SAVE THE DATE: CURIOSITY VALLEY WELCOME TO INNOVATION 20 OTTOBRE 2015, ROMA CFMT - FMT http://tinyurl.com/k7d79p5

Dirigente mensile di informazione e cultura manageriale editore Manageritalia Servizi design: CoMoDo

DONNE MANAGER

Il vostro futuro è in Russia Quote rosa. Putinlandia batte Merkelandia, e nettamente. La cosa sorprende non poco. Di solito quando si parla di pari opportunità lo sguardo (e l’immaginazione) si rivolge all’Europa di mezzo e del Nord. Invece i dati del Grant Thornton International Business Report 2014 ci raccontano una diversa realtà. La quale in base allo studio è la seguente. In Svezia, patria del “femminismo di stato”, il 56% dei ministri è donna. Sembra di buon auspicio per

FUTURE SEX

2025: arriva l’erosdomestico di uso comune

p. 8

le quote rosa in ambito aziendale ma non è così. Infatti solo il 26% del top management è presidiato dal gentil sesso. Ancora peggio va alle donne manager nella Germania governata dalla donna più potente del mondo. Solo il 14% ricopre quel ruolo. Stessa sorte e percentuale è riservata alle donne danesi. Un pochino meglio, ma neanche poi tanto, per Stati Uniti (22%) e Gran Bretagna (20%) Sorprende, ma è messa meglio l’Italia con un dignitoso 30%. La sorpresa vera è il podio continentale dei female shift. Al primo posto c’è la Russia con il 43%, al secondo posto l’Indonesia ex equo con la Lettonia (41%), mentre sull’ultimo gradino le Filippine (40%). Da segnalare anche la Cina con un sostanzioso 38% di management al femminile. L’alta percentuale è dovuta in parte al retaggio comunista e ad alcune forzature, anche ideologiche, sull’uguaglianza delle opportunità. Il dato però rimane. Care donne, avete fatto le valigie? Putin vi aspetta.


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FUTURE SLEEP IL SONNO DIVENTA RISORSA STRATEGICA Always open e always on. In una società sempre aperta e sempre connessa il sonno diventa una risorsa rara. Stare sempre svegli non rende però più svegli, anzi il contrario. Chi dorme non piglia pesci, dice il proverbio, ma in realtà chi non dorme perde il quoziente di intelligenza, l’efficienza del sistema immunitario e la lucidità delle decisioni. Introdurre in azienda il pisolino dopo pranzo e aree relax dove sonnecchiare? Perché no? Ma procediamo con ordine. Dormire è, come mangiare e bere, uno dei bisogni primari. Un bisogno che l’era digitale ci ha sottratto. Si dorme poco e

male e noi cosa facciamo? Inventiamo dopo la pillola contro l’insonnia anche la pillola contro il sonno. Segno o meglio sogno dei tempi: diventare una società di “sveglioni”. Ma molti studiosi mettono in guardia: il sonno privato mette a rischio l’efficienza aziendale. Dormire tanto e bene si affermerà in futuro come nuovo status symbol anche in ambito manageriale. Il “macho manager” che dorme tre ore a notte appartiene a un mito del passato. Powernap, powersnack e power nap head pillow sono alcune delle nuove parole di questa tendenza e uno dei precursori già anni addietro sono state le capsule (baccelli) sparse in alcuni aeroporti, dove i clienti possono stendersi per un veloce riposo con sottofondo musicale. La sfida per le HR? Far diventare il (buon) sonno una competenza chiave.

FUTURE WORKSPACE CASA DOLCE UFFICIO Home + office = hoffice. Trasformare la propria casa come spazio di co-working in perfetto stile “Airbnb” è una relativa novità che, così pronostichiamo, si diffonderà velocemente in molti paesi. L’idea nata a Stoccolma infatti ha già fatto molti proseliti con progetti analoghi promossi e diffusi tramite Facebook. Il concept è molto semplice: far diventare la propria abitazione un temporary office da condividere con altri freelance o micro startup. Ovviamente, a differenza degli abituali e professionali spazi di co-working, qui i costi sono più

FUTURE RETAIL COPIARE LE IDEE NON È UN’IDEA Markthal Rotterdam. Il nuovo mercato ortofrutticolo nel pieno centro di Rotterdam. Ma come, sarebbe questa la segnalazione? Una case history di cui sta parlando mezzo mondo? Ne parliamo perché molti di quel mezzo mondo invitano il mondo del retail a imitarne il modello. Pessima idea: perché quello che funziona là non è detto che funzioni qua. E poi, se proprio si vuole imitare qualcosa, beh, quello è l’approccio e l’audacia di fare cose diverse. E cos’ha di diverso? Non tanto la suggestiva forma e spettacolarizzazione (un lungo tubo la cui volta interna è decorata da un’opera multicolore in 3D) o il fatto

che in un unico luogo sono sapientemente combinati funzioni commerciali, residenziali e di intrattenimento (11 piani di altezza, 15 negozi di alimentari, 8 ristoranti, 228 appartamenti, 96 banchi e 1.200 posti auto), ma piuttosto l’idea di fondo. A Rotterdam piove molto (mediamente ogni tre giorni), alla gente però piace tanto girare per i mercati all’aperto. Quindi? Un posto all’aperto che è (anche) al coperto. Fine dell’idea. Il resto è ottima estetica fusa a ottima ambientazione e offerta di servizi. Dal giorno dell’apertura, 1° ottobre 2014, cinque milioni di persone hanno già visitato il mercato delle meraviglie e il 71% ha fatto, in base alle statistiche, pure acquisti. Nulla da imitare. http://markthalrotterdam.nl

contenuti. Ma il tema non è tanto quello di arrotondare le entrate con il subaffitto degli spazi, quanto quello di rompere l’isolamento e puntare sulla contaminazione e scambio delle idee. Sì, perché uno dei rischi per chi lavora (da solo) in casa è di vagare svogliato e spettinato per le stanze per poi finire inevitabilmente a letto con il portatile adagiato sulle gambe. Rischio che si azzera aprendo le porte ad altri professionisti. Non a caso il progetto di Hoffice prevede una serie di abitudini e regole per evitare perdite di tempo, fra cui gli obiettivi della giornata di ogni partecipante (fissati e condivisi con gli altri per avere un minimo di pressione) e le pause collettive ogni 45 minuti per scambiare idee, bere un caffè o magari meditare all’aria aperta. http://hoffice.nu/sv/


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

FUTURE NICHE GUADAGNARE CON “L’IKEA HACKING” Se non puoi competere con Ikea puoi sempre compenetrare Ikea. Incollarti fino a fonderti con essa. Questo il pensiero, non dichiarato, di Jeppe Christensen e Michael Andersen, fondatori della neonata Reform, che propone frontali e pianali per personalizzare le cucine Ikea. Più incollati di così. “Siete solo dei parassiti” potrebbe forse urlare il colosso svedese ai due imprenditori, guarda caso, svedesi. L’idea di hackerare, accedendo e modificando i sistemi, o meglio le linee di prodotto Ikea, non è comunque nuova. Sin dal 2006 il noto blog ikeahackers.net propone mobili modificati. Di nuovo c’è però una iper specializzazione per

trasformare le convenienti ed efficienti cucine Ikea in un arredamento di design più ricercato. Il modello di business è comunque semplice: Ikea vende ogni anno milioni di cucine in tutto il mondo. Anche con una misera quota dell’1% gli affari già possono decollare. Un grattacapo per Ikea? Non scherziamo. Troppo grandi e troppo impegnati nelle loro innovazioni come Homesmart, l’ultima appena lanciata, una linea di mobili in grado di ricaricare i nostri device senza fili. http://tinyurl.com/qbpqju8 http://www.reformcph.com/en/ http://www.ikeahackers.net

FUTURE MEDIA PERISCOPE. L’AZIENDA IN DIRETTA. Se l’azienda è ancora viva, allora deve esibirsi live. Soprattutto di questi tempi. Conoscete tutti Periscope? Sì? No? Nel dubbio un veloce ripasso. In una frase: è la nuova applicazione di Twitter per trasmettere video in diretta con lo smartphone. In pratica voi riprendete qualcosa con lo smartphone e i vostri follower possono, se vogliono, seguire la diretta. Una rivoluzione non solo per i social network, la privacy e i diritti ma anche per la comunicazione aziendale. Gli esperimenti sono in corso. Per esempio Il liquore St. Germain ha utilizzato Periscope

FUTURE APP TROPPE APP? FATELE UTILI Ci sono troppe applicazioni in circolazione. Il solo App Store (quindi senza conteggiare Android, Windows ecc.) ha superato da poco i 100 miliardi di app scaricate. Per le aziende di certe dimensioni avere delle applicazioni è un must. Passi il dovere, ma il piacere dov’è se poi nessuno se le fila? La risposta è semplice: fatele utili, veramente. Un piccolo ma buon esempio viene dall’azienda farmaceutica Novatris, che recentemente ha lanciato ViaOpta Nav, la prima app di navigazione progettata specificatamente per i non vedenti. Disponibile oltre che per gli smartphone anche per i nuovi orologi intelligenti,

questa applicazione aiuta le persone a muoversi e districarsi in giro per la città in modo più indipendente e sicuro. Tramite la connessione a OpenStreetMaps gli utenti possono accedere a punti di interesse come negozi, toilette ecc. o interrogare tramite la fotocamera gli oggetti intorno a loro. Solo marketing e pr? No, è anche innovazione sociale, coerente con la mission aziendale, che genera reputazione e approvazione. http://tinyurl.com/nh7hrw6 https://www.youtube.com/watch?v=2U7dkGiPA9I

SO WHAT? Reform prevede di vendere entro la fine del 2015 150 “personalizzazioni” per cucine Ikea. Tante? Poche? Diciamo sufficienti per vivere, come ci insegna da tempo La Coda Lunga di Chris Anderson, nel salvifico mercato delle nicchie.

per lanciare e trasmettere sul proprio canale Twitter un seducente “Peep Show” (6 episodi di 2 minuti) interattivo con il pubblico. Anche Facebook si è buttato nella mischia del live streaming, ma a differenza di Periscope il loro servizio è molto selettivo. In pratica è riservato solo ai vip che hanno una pagina verificata sul social network. Magari anche qualche ceo stile Tim Cook. Per le imprese comunque il live streaming è un media assolutamente da provare non tanto come strumento promozionale ma come servizio (formazione, tutorial ecc.) alla clientela. https://www.periscope.tv https://twitter.com/StGermainDrinks http://tinyurl.com/pedese5


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Infografica del mese

DA DIROMPENTE A INVADENTE IL PUNTO DI NON RITORNO DELLE INNOVAZIONI IN UNA MAPPA A DUE DIMENSIONI IL VERO IMPATTO DEL CAMBIAMENTO TECNOLOGICO

ENVISIONED The idea phase, nothing created yet.

PROTOTYPE Development inside a laboratory.

APPLIED

Limited deployment, to test feasi

TECHNOLOGY SHIFT

Scale up of the technology. REVERSE 3D-PRINTING

DNA-SELF-REPAIR SERVICE DOCTOR INSIDE TELEPATHY SINGULARITY

3D-BIOPRINTING

EXPERIENCE MACHINE

REMOVING SLEEP ROBOT COMPANIES

TELEKINESIS TRANSHUMANISM

GLOBAL BRAIN CYBORG

IN-VITRO MEAT

PROGRAMMABLE MATTER

ESTABLISHED

BABELFISH

ORGAN PRINTING

The technology

CONVERGED COMPUTING FLEXIBLE SCREENS

WEATHER MAKER

VITAL

Diff

SELF DRIVING CARS COMMERCIAL SPACE TRAVEL SCENT MESSAGING

SOLAR ROADS ORGAN TRANSPLANTATION

TV

SMART PHONES

AIR TRAVEL

BIO SENSORS

INTERNET AGRICULTURE

WEARABLES

CRYPTOCURRENCY

WA

Is, or

ACCEPTED Getting used to

MIND SHIFT

Change of mental models

CONTROVERSIAL/NICHE

Adopted in niches, society is scepti

NOT ACCEPTED

Ideas that cannot, and should not, be met yet.

FAR OUT Sounds, or is, like science-fiction.


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

TECHNOLOGY

ibility and scalability.

. More deployments.

y is an integral part of our life.

L

ficult to live without this technology.

Le fasi di sviluppo tecnologico e il loro grado di accettazione e/o utilizzo da parte della società. Concepita da Cisco e GDI Gottlieb Duttweiler Institute sulla base del Pyramid of Technology model di Van Mensvoort, questa mappa, che riproduciamo integralmente e corredata con la legenda di riferimento, rappresenta uno straordinario strumento per cogliere in una sintetica istantanea lo stato dell’arte delle innovazioni dirompenti. Il dilemma per ogni innovatore, ma anche per ogni manager e uomo d’impresa, è intercettare il cambiamento e reale impatto in tempo utile, o meglio ancora, in leggero anticipo. Le due dimensioni, technology e mindset, rappresentano le due aree che ogni impresa deve affrontare e indagare. Ogni tecnologia deve attraversare le due dimensioni (evoluzione e accettazione) step by step in crescendo prima di affermarsi come eventuale innovazione dirompente. La sfida: cogliere oggi l’innovazione che domani vivrà di approvazione (e accettazione).

NATURALIZED We use it every day and do not even realize that it is a technology. y.

CONSULTA LA VERSIONE ONLINE http://www.gdi.ch/i2d/index.html

Nella versione online la mappa diventa interattiva e ricca, per ogni tematica e voce di riferimento, di collegamenti ipertestuali che rimandano a link (con saggi e articoli) di approfondimento.

NATURALIZED Has become part of mental DNA

ANTED

r should be part of daily life.

see and use it

s or habits

ical or hostile.

.

>

MINDSET


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>

Legenda infografica Categorie dirompenti

Expanding human capabilities Potenziamento prestazioni fisiche e intellettuali

WEARABLES Dispositivi elettronici in miniatura indossabili e/o integrati nei vestiti

ORGAN PRINTING Sostituzione di parti del corpo usurate con organi stampati (bioprinting) e/o clonati

REMOVING SLEEP Eliminazione e/o radicale riduzione del fabbisogno di sonno

DOCTOR INSIDE Diagnostica e monitoraggio dello stato di salute attraverso nanotecnologie inserite all’interno del corpo umano

TRANSHUMANISM Estensione delle condizioni fisiche, cognitive e durata della vita, tramite utilizzo di tecnologie emergenti

DNA-SELF-REPAIR SERVICE Attivazione di meccanismi biologici fai da te per l’autoriparazione di danni al DNA

EXPERIENCE MACHINE Apprendimento senza sforzo e/o esperienza tramite il caricamento (upload) diretto nel cervello di informazioni e nozioni

BABELFISH Incremento delle abilità comunicative tramite traduzione simultanea in tutte le lingue

TELEPATHY Interfaccia cerebrale per leggere o comunicare con la mente altrui con o senza previo consenso

SCENT MESSAGING Invio di messaggi digitali che riproducono odori

Redefining physical infrastructure Miglioramento delle condizioni ambientali e vitali

BIO SENSORS Sensori che combinano componenti biologici con elementi elettronici e/o chimici

3D-BIOPRINTING Stampa tridimensionale di organi e strutture cellulari

PROGRAMMABLE MATTER Materiale in grado di modificare le proprie proprietà fisiche in base a rilevamento autonomo e/o input dell’utente

REVERSE 3D-PRINTING Decomposizione della materia con ripristino elementi originari (molecole, atomi)

WEATHER MAKER Sistemi per il controllo e/o manipolazione delle condizioni meteorologiche

FLEXIBLE SCREENS Schermi flessibili e modificabili

IN-VITRO MEAT Produzione di carne sintetica in vitro senza utilizzo di animali

SOLAR ROADS Sfruttamento delle grandi superfici delle strade per catturare energia solare

Organizational Breakthroughs Trasformazioni in ambito economico e aziendale

ROBOT COMPANIES Imprese gestite da macchine intelligenti che in piena autonomia sbrigano lavori complessi

CRYPTOCURRENCY Sistemi di pagamento, come Bitcoin, basati sui principi matematici della crittografia e senza un ente centrale emettitore

CONVERGED COMPUTING Dispositivo portatile delle dimensioni di uno smartphone collegabile a qualsiasi schermo, tastiera ecc.


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

Redefining physical movement Superamento delle barriere fra persone e oggetti

TELEKINESIS Spostamento degli oggetti e/o attivazione delle macchine con la sola forza del pensiero

SELF DRIVING CARS Auto senza conducente guidata da sistemi computerizzati e connessi in rete

COMMERCIAL SPACE TRAVEL Turismo e viaggi spaziali a scopo intrattenitivo e commerciale

Redefining evolution Ridefinizione del concetto di genere umano o specie

GLOBAL BRAIN Comunicazione diretta fra cervelli. Internet come rete manovrata dai pensieri

SINGULARITY Intelligenza artificiale più progredita e superiore a quella umana

CYBORG Organismi cibernetici dotati di capacità potenziate che trascendono i limiti umani

Former disruptions Innovazioni consolidate nella nostra quotidianità

AGRICULTURE Inventata circa 10mila anni fa. L’innovazione più “disruptive” dell’intera storia dell’umanità

AIR TRAVEL Tecnicamente fattibile da millenni (vedi mongolfiere). Praticamente prosperato quando le persone hanno imparato e accettato di vivere nei cieli senza gli dei

ORGAN TRANSPLANTATION Primi successi all’inizio del 20° secolo. Molto controverso (fino al 1967) era il trapianto di cuore mentre ancora oggi la donazione degli organi è tema dibattuto

TELEVISION Inventata agli inizi del 900 è completamente adottata in tutto il mondo a partire dagli anni ’50

INTERNET Partito inizialmente come progetto di ricerca militare, oggi una vita senza il web è praticamente inimmaginabile

SMART PHONES Dispositivo che combina telefonia con informatica. Termine coniato da Ericsson (1977) ma portato al successo come innovazione dirompente dalla Apple con l’iPhone (2007)


DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

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FUTURETECH INVENZIONI & INNOVAZIONI FUTURE SEX 1200 2025: IL SEXBOT SI AFFERMA COME “EROSDOMESTICO” DI USO COMUNE Professioni a rischio di estinzione causa concorrenza (sleale) delle macchine. Se è vero che in un futuro non troppo lontano i robot ci sostituiranno in buona parte nelle mansioni, beh, che almeno ci allietino con la loro presenza nel tempo libero a cui ci confineranno. D’altra parte, da intelligenza artificiale a sesso artificiale il passo è breve, soprattutto se si utilizza l’intelligenza per dotare il robot di un corredo emotivorelazionale. Storie d’amore fra macchina e uomo le troviamo in molti racconti del

SOFTBANK.JP

1.000 unità vendute nel giro di un minuto. Pepper è robot relazionale economico ed “ergonomico”. Non fate spallucce. Dietro ci sono i soldi dei giganti Alibaba e Foxconn. http://tinyurl.com/q9tfhtk

PREORDERLUCY.COM

Finalmente qualcosa di italiano. Lucy è uno specchio adattivo intelligente che utilizza la robotica per reindirizzare la luce solare in angoli bui o aree prescelte. https://vimeo.com/136671174

passato, per esempio nel 1815 in L’uomo della sabbia di E.T.A. Hoffmann nel quale il protagonista si innamora dell’automa Olimpia. Ma quelli erano altri tempi, romantici. Oggi il tempo è fortemente pornografico e costellato da scappatelle. Le quali, come dimostra il recente caso dei dati trafugati al portale Ashley Madison specializzato in avventure extraconiugali, non sono prive di “rischio trasparenza”. Almeno con le bambole meccaniche questo pericolo non sussiste. https://www.realdoll.com http://www.hansonrobotics.com http://tinyurl.com/q8k4lyy

KNOCKI.COM

Internet delle cose nel vero senso della parola. Knocki è un dispositivo intelligente che trasforma ogni superficie, in casa o in ufficio, in un comando di accesso remoto. https://www.youtube.com/watch?v=J_BUP__dP1c

MEDIA.MIT.EDU/PEOPLE/JOI

Quando il direttore MIT Media Lab Joi Ito proclama che “bio is the new digital” si può essere sicuri che qualcosa di nuovo sta lentamente diventando mainstream. Meglio approfondire. http://tinyurl.com/qgnuw7b

JEUGENE.COM

Ancora intelligenza quasi artificiale. Jeugene è un’applicazione web che analizza automaticamente i contratti e altri documenti legali per rilevare gli errori difficili da individuare. https://www.youtube.com/watch?v=SFsAdiqBmO8

ABB.COM

Attualmente all’opera nel supermercato del Future Food District di Expo 2015, YuMi è un classico e buon esempio della nuova era dei robot collaborativi che sta per arrivare. http://tinyurl.com/pxhxk9a


Associazioni S ervizi s anità contratto Previdenza Formazione

QUADRI

JOBS ACT: INTRODOTTO IL DEMANSIONAMENTO Nella nuova disciplina sparisce il limite dell’equivalenza delle mansioni. Il datore di lavoro può inoltre attribuire mansioni inferiori al quadro in caso di modifiche degli assetti organizzativi aziendali. Vediamo tutte le novità Mariella Colavito

I

l datore di lavoro ha l’obbligo di far conoscere al quadro, al momento dell’assunzione, le condizioni che regolano il rapporto di lavoro, quindi anche le mansioni assegnate. Il principio è stato recepito dai contratti collettivi; questi richiedono che al momento dell’assunzione venga consegnato al quadro un atto scritto da cui risultino la qualifica e le mansioni affidate, oltre alla data d’inizio, l’eventuale durata del periodo di prova, la sede di lavoro e il trattamento economico. Nel corso del rapporto di lavoro, però, le mansioni assegnate possono cambiare. Il datore di lavoro può determinare liberamente la struttura dell’organizzazione aziendale e, di conseguenza, può esercitare il cosiddetto ius variandi, ossia l’assegnazione di mansioni diverse da quelle previste all’atto dell’assunzione.

Disciplina delle mansioni prima del Jobs act Il Jobs act, con il decreto legislativo 81 del 15 giugno 2015, entrato in vigore il

25 giugno, ha modificato in modo sostanziale la disciplina relativa alle mansioni. Nella precedente formulazione, risalente al 1970, l’art. 2103 del codice civile limitava rigidamente la facoltà del datore di lavoro di variare in senso peggiorativo le mansioni dei dipendenti, sancendo il principio generale dell’equivalenza delle mansioni. Quindi al quadro potevano essere assegnate solo “nuove mansioni di pari contenuto professionale” che tenessero conto delle competenze acquisite, mai inferiori. Ogni patto contrario era nullo.

Sparisce il limite dell’equivalenza delle mansioni Nella nuova formulazione dell’art. 2103 del codice civile sparisce ogni riferimento al concetto di “equivalenza”: il datore di lavoro potrà unilateralmente modificare le mansioni del quadro purché si tratti di mansioni riconducibili allo stesso livello di inquadramento. Pertanto, non

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manageritalia quadri

R

ci sono limiti di mutamento: all’interno della stessa categoria (dirigente, quadro, impiegato, operaio) e dello stesso livello tutte le mansioni saranno considerate uguali. Di conseguenza, il giudice chiamato ad esprimersi non potrebbe più effettuare un confronto tra le mansioni precedenti e quelle successive, dovendo solo verificare se il cambiamento ha determinato un peggioramento del livello e della categoria legale di inquadramento.

Legittimità del patto di demansionamento A fronte di una modifica degli assetti organizzativi aziendali, tali da incidere sulla posizione

del dipendente, il datore di lavoro potrà inoltre assegnare unilateralmente a quest’ultimo anche mansioni appartenenti al livello inferiore, pur all’interno della stessa categoria legale. Il richiamo a una generica “modifica degli assetti aziendali” fa sì che il demansionamento possa essere operato anche a prescindere da una situazione di crisi o difficoltà dell’azienda. Il passaggio a mansioni inferiori deve essere comunicato per iscritto e non determina una riduzione del livello di inquadramento e del trattamento retributivo. Fanno eccezione quegli elementi retributivi strettamente correlati alle mansioni pregresse. Anche i contratti collettivi potranno individuare delle ipotesi in cui è possibile assegnare mansioni appartenenti a un livello di inquadramento inferiore.

Sì ad accordi tra datori di lavoro e quadri Il decreto introduce un’ulteriore novità: la possibilità di sottoscrivere presso le sedi conciliative previste dalla legge (e quindi con l’assistenza del sindacato) accordi tra datori di lavoro e quadri diretti a modificare le mansioni, la categoria legale, il livello di inquadramento e la retribuzione. Perché questi accordi siano stipulabili, però, è necessario che le modifiche siano dirette a salvaguardare il posto di lavoro, a far acquisire diverse professionalità o a migliorare le condizioni di vita del lavoratore. Quindi una modifica in pejus delle mansioni, dell’inquadramento e del-

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la retribuzione potrà scaturire da un accordo sottoscritto in sede protetta solo se la modifica è finalizzata a soddisfare le esigenze lavorative o professionali del quadro. In realtà, già con la precedente formulazione dell’art. 2103 del codice civile, decisamente più rigida, venivano sottoscritti, seppure in casi eccezionali, accordi aventi come oggetto il mutamento in pejus delle mansioni o dell’inquadramento al fine di evitare la perdita del posto di lavoro. Tutte fattispecie in cui la modifica peggiorativa era ritenuta ammissibile perché diretta a evitare la perdita del posto. Il decreto legislativo 81 non ha fatto altro che recepire e normare quelle ipotesi derogatorie già introdotte e tollerate dalla giurisprudenza, seppure in via eccezionale.

E se le mansioni sono superiori? L’art. 2013 del codice civile, da ultimo, disciplina l’ipotesi in cui il quadro venga adibito a mansioni superiori. L’assegnazione a mansioni superiori, sempre che non abbia avuto luogo per la sostituzione di altro lavoratore, diverrà definitiva dopo il periodo fissato dai contratti collettivi e, in mancanza, dopo che lo svolgimento delle stesse abbia avuto luogo per sei mesi continuativi anziché i tre previsti nella precedente formulazione. Contemplata, infine, la possibilità per il quadro di rifiutare il passaggio a mansioni superiori.


formazione QUADRI

Cavalcare il cambiamento Attraverso il percorso formativo “Ride the change”, Manageritalia offre ai quadri associati l’opportunità di migliorare la capacità di affrontare e cogliere le opportunità dettate dal cambiamento

Q

uesta la novità formativa proposta quest’anno da Manageritalia ai quadri associati che prende il via dopo la pausa estiva con appuntamenti in tutte le associazioni territoriali. ll progetto “Ride the change” è basato sulla metodologia di Process Communication di Taibi Kahler, che la Nasa ha usato per più di vent’anni per selezionare, costituire e formare le squadre spaziali. Il metodo Process Communication nasce da una scoperta medico-scientifica pluripremiata e per trent’anni è stato studiato e sperimentato da quasi un milione di persone in cinque continenti applicandolo a vendite, attività commerciali, istruzione, politica, religione, medicina, cura genitoriale e relazioni personali. Il primo corso (il programma completo ne prevede altri due) è proprio “Ride the change”, ossia conoscere la propria unicità per gestire il cambiamento, e si articola attorno a uno strumento ec-

cezionale: l’inventario di personalità che sarà trasmesso a ogni partecipante durante il corso. Insieme, i partecipanti scopriranno quanto la nostra struttura di personalità incide su tutto ciò che facciamo, incluse le nostre relazioni personali e professionali, aiutandoci a raggiungere i nostri obiettivi o mettendoli a rischio. Si agisce sullo sviluppo dell’autoconsapevolezza e sulla competenza emotiva e personale dell’accettazione di sé. In questo modo possiamo fare leva sulle nostre caratteristiche uniche per

affrontare con ottimismo e fiducia nelle capacità che abbiamo ogni evento che scuote la nostra “confort zone”, intercettando i sintomi del disagio e dello stress. Spetta a noi decidere di trasformare le risposte automatiche improduttive in comportamenti costruttivi e vincenti. Qualcosa di indispensabile oggi, in un contesto dove è sempre più necessario dare senso al proprio lavoro e ancor più a quello degli altri. Dove bisogna essere motivati e convinti di essere al posto giusto, sia da un punto di vista di cultura aziendale che di ruolo. Dove è anche indispensabile adottare comportamenti positivi per costruire delle relazioni professionali efficienti e di qualità comunicando efficacemente, imparando a concentrarsi prima sul come e poi sul cosa. Ci porteremo a casa gli strumenti necessari per fare il punto sui nostri punti di forza, il nostro stile di comunicazione e di management preferito, i contesti nei quali ci sentiamo a nostro agio, i “motivatori” essenziali per tenere le batterie cariche, i segnali di stress cui si deve fare attenzione e porre rimedio usando la scatola degli attrezzi Process Communication.

Dopo il corso è possibile richiedere un incontro personale di 60 minuti con un certified coach/ trainer Process Communication a un prezzo preferenziale per gli associati Manageritalia. Per info: www.manageritalia.it>>Quadri>> Formazione oppure contatta la tua Associazione territoriale di appartenenza.

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Infortuni professionali ed extraprofessionali Le tutele previste dal ccnl dei dirigenti

annualità della retribuzione di fatto, in caso di morte, sempre se causate da infortunio.

Il supporto di Assidir

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Assidir

n vecchio adagio diceva: “solo chi non fa nulla non sbaglia mai” e noi possiamo aggiungere “e non corre mai il rischio di infortunarsi”. Per noi, che abbiamo una vita intensa sia sul piano professionale sia su quello privato, le occasioni di correre il rischio di un infortunio, anche lievissimo, non mancano e le statistiche indicano abbastanza chiaramente quale ne sia l’entità numerica. La nostra posizione di dirigenti, grazie alle condizioni del contratto collettivo stipulato da Manageritalia con le controparti datoriali, ci garantisce anche una copertura assicurativa contro gli infortuni professionali ed extraprofessionali a carico delle aziende presso le quali lavoriamo.

Copertura assicurativa a carico dell’azienda Questa copertura assicurativa si va ad aggiungere a quelle di cui già usufruiamo in quanto lavoratori dipendenti (ad esempio, quelle che scattano nei casi di invalidità permanente previste dall’Inail per gli infortuni occorsi durante l’attività lavorativa e

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dall’Inps per quelli extralavorativi) sia a quelle cui abbiamo diritto attraverso il ccnl dei dirigenti associati a Manageritalia. L’art. 18, comma 7/a/b/c del ccnl, prevede infatti che il datore di lavoro debba stipulare, a proprio carico e nell’interesse del dirigente, una polizza contro gli infortuni sia professionali che extra-professionali, che assicuri una somma pari a sei annualità della retribuzione di fatto in caso di invalidità permanente che non consenta la prosecuzione del lavoro; una somma proporzionale al grado di invalidità accertato in caso di invalidità permanente parziale; una somma a favore degli aventi diritto, pari a cinque

Assidir non solo è a disposizione dei dirigenti associati a Manageritalia per fornire tutte le delucidazioni del caso relativamente a quanto ci spetta, ad esempio, grazie all’Associazione Antonio Pastore, ma ci può fornire un utile supporto anche per quanto riguarda la copertura sopra descritta, che deve essere stipulata a nostro favore a carico dell’azienda. Questa copertura, infatti, viene stipulata senza il nostro intervento, ma è nostro diritto sapere se le garanzie sono corrispondenti a quanto previsto dal ccnl. Anche in questo caso Assidir viene in nostro supporto con due possibilità grazie alla propria competenza professionale: la prima è aiutarci nella valutazione di

VADEMECUM tutele & garanzie Le caratteristiche di tutte le coperture sono descritte all’interno del “VADEMECUM tutele & garanzie” accessibile online sul sito di Assidir nella sezione Dirigenti alla pagina “Soluzioni assicurative per Manageritalia” o direttamente all’indirizzo http://www.assidir.it/dirigenti/infomanager.html.


congruenza della polizza stipulata per noi dall’azienda, la seconda, forse ancora più importante, nell’assistere le aziende per cui lavoriamo a selezionare le polizze che meglio rispondono ai requisiti previsti dal ccnl dirigenti e, se del caso, a proporre l’accesso alle coperture usufruendo di condizioni ottimali come indicato nel box accanto.

Caso morte, attori in gioco Un’altra copertura a nostro favore, già accennata, è prevista dal ccnl anche nel caso più nefasto, quello in cui il dirigente passi, come si dice, a miglior vita. In questo caso i problemi sono tutti a carico di chi rimane e l’aiuto di Assidir, in questa non augurabile evenienza, è ancora più importante perché permette di districarsi in un ambito, quello assicurativo specifico dei dirigenti, che non è sicuramente familiare per loro. Infatti, la materia è complessa e anche qui si sommano molti attori quali l’Inps, l’Inail, il Fondo Mario Negri, l’Associazione Antonio Pastore, il Fasdac, l’azienda stessa e, non ultima, la copertura obbligatoria ex ccnl. Pur augurandoci di non dover mai ricorrere alle coperture previste nei casi di infortunio non dobbiamo mai dimenticare che tutte le tutele previste sono attive e possiamo approfondirne le caratteristiche anche con il supporto diretto dei consulenti personali di Assidir a nostra disposizione sia di persona sia per telefono o attraverso richieste inviate per email.

Le garanzie della polizza Assidir infortuni ex ccnl Oltre a soddisfare pienamente tutte le caratteristiche previste dal ccnl per la polizza infortuni dei dirigenti, la polizza proposta da Assidir propone un’elevata componente di servizio, estensioni specifiche a costi particolarmente competitivi: • liquidazione di un importo pari al 100% della somma assicurata in polizza qualora venga accertata una percentuale di invalidità permanente superiore al 50%; • diaria giornaliera pari a € 50 in caso di ricovero in istituti di cura a seguito di infortunio; • rimborso fino a € 10.000 delle spese documentate rimaste a carico dell’assicurato per onorari dei chirurghi e dell’équipe operatoria, uso della sala operatoria e materiale d’intervento, rette di degenza in ospedale o clinica, medicinali prescritti dai medici curanti, onorari medici, accertamenti diagnostici; • rimborso fino a € 5.000 delle spese sostenute dall’assicurato per cure e applicazioni effettuate allo scopo di ridurre o eliminare il danno estetico nonché per interventi di chirurgia plastica ed estetica a seguito di infortunio; • rimborso fino a € 3.000 delle spese di trasporto (aereo o ferroviario) sostenute dall’assicurato in caso di infortunio.

Per informazioni: • www.assidir.it sezione “Dirigenti” pagina “Convenzione cumulativa infortuni”; • info@assidir.it; • numero verde 800401345

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FOCUS MINDSTRENGTH

cfmt

Come imparare a restare lucido sotto stress

MILANO, 30 SETTEMBRE, 9-13 ROMA, 29 OTTOBRE, 9-13

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tress Lab 4 Managers è il progetto nato nel 2013 con l’obiettivo di fornire al management una “cassetta degli attrezzi” con cui intervenire nella gestione dello stress e trovare ausilio nella pratica attraverso discipline sportive (Running manager) e meditative (Ecobodymind). Una nuova attività che va ad arricchire il progetto Stress Lab è Mindstrength – Come imparare a restare lucido sotto stress, un’innovativa metodologia che abbina esercizi complessi dal punto di vista cognitivo con la stimolazione motoria; per capire come funzionano le capacità cognitive

sotto pressione e quali sono le tecniche per poter rimanere lucidi sotto pressione. Non è un caso che i dati emersi dall’applicazione digitale della metodologia Mindstrength sulle abilità cognitive mostrino come lo stato di lucidità e vigore mentale in una persona non sia necessariamente intaccato dal livello di stanchezza e di sforzo fisico in atto, anzi! Cervello e capacità mentali sembrano beneficiare non poco della pratica fisica. Attraverso un sistema elaborato dal Politecnico di Torino, durante il laboratorio sarà possibile

ricevere, tramite l’utilizzo di un’applicazione, stimoli cognitivi direttamente sul proprio cellulare e inviare in automatico i risultati a un server che elabora e misura prestazioni e tempi di risposta, restituendo un feedback in tempo reale. Quanto è misurabile la perdita di efficienza in situazioni di stress fisico o emozionale? Quali sono gli strumenti per allenare il cervello a reagire quando le capacità cognitive e la concentrazione diminuiscono? Come muoversi e lavorare con efficacia in condizioni mentalmente impegnative?

PER informazioni e iscrizioni: www.cfmt.it

La partecipazione all’evento e ai corsi è gratuita e riservata

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i corsi DA ottobre a dicembre Marketing e orga ni forze di vendita zzazione

Strategie e Organizzazione Intrapreneurship e corporate garage per i nuovi contesti Strumenti e organizzazioni , 29 ottobre Padova, 13 ottobre - Milano Big data informazioni Navigare nell’oceano delle ottobre Torino, 8 ottobre - Milano, 28 Fare la differenza nte migliora Come la leadership eccelle i risultati di business 10 novembre Roma, 16 ottobre - Milano, Udine, 20 novembre

Controllo di gest

ione e finanza

La lettura d el bilancio per non add etti Come approc ciare i “basic ” dell’area econ omico-finanzi aria Palermo, 1-2 ottobre - Mila no, 14-15 otto bre L’analisi dei costi e dei m argini Come prende re decisioni pi ù consapevol Milano, 8 otto i bre Indicatori d i performan ce Come costruire i più rapprese ntativi indicato sulle perform ri ance di gestio ne Milano, 28 otto bre - Genova, 17 dicembre

segreteria corsi:

milano

La campagn a vendite Strumento op erativo per gu idare la rete Roma, 1 ottobr vendite e - Milano, 11 novembre Lo spirito del la vendita Il potere del linguaggio um oristico nella Milano, 22 otto vendita bre - Bologna, 12 novembre Firenze, 27 no vembre Social sellin g con Linked in Usare Linked in per il social se lling Roma, 30 otto bre - Milano, 5 novembre

Gestione risorse umane Manage your boss rketing gerarchico Come imparare a fare ma ,15 e 28 ottobre Roma, 6 e 14 ottobre - Milano Napoli, 6 e 20 novembre Parlare in pubblico are Come preparare e realizz e una presentazione efficac 15-16 ottobre Roma, 8-9 ottobre - Udine, , 12-13 novembre Ancona, 27 ottobre - Milano Collaborazione intergenerazionale iores Gestire seniores, gestire jun novembre 12 Milano, 23 ottobre - Roma,

Luigia Vendola - 02 54 06 31 37

roma

Lucia Canullo - 06 50 43 053

ai dirigenti associati in regola con il versamento degli appositi contributi.

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Hanno collaborato a q u e s to nume r o FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Thomas Bialas, futurologo, è responsabile del progetto Future Management Tools di Cfmt e curatore dell’in(67) serto Dirigibile.

i nostri

blog

Oltre la crisi, per cogliere opportunità e sviluppo

Renée Bernhard è presidente di Aprais Italy, titolare di (48)

Federico Castelletti Cazzato si occupa di marketing e comunicazione dal 1983; per 20 anni in Armando Testa, dal 2009 è responsabile, in Skills Management, del settore comunicazione d’impresa per lo sviluppo di applicazioni web e mobile e di piattaforme e-learning. (36)

Conversazioni tra uomini e donne sulle pari opportunità

Fondo di previdenza Mario Negri

Camilla Cozzi è avvocato ed esercita presso lo Studio legale associato Ciriello-Cozzi (www.ciriello-cozzi.it). Si occupa prevalentemente di diritto della famiglia e delle perso(30) ne (avvcozzi@ciriello-cozzi.it).

Associazione Antonio Pastore

Cosimo Finzi

è amministratore delegato di AstraRicerche, società leader nelle indagini sociali e negli scena(40) ri di mercato.

Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale Tlc dove si occupa di operatori virtuali. Cura anche la rubrica #lettu­rexmanager sul blog cri(63) siesviluppo.manageritalia.it. Ettore Ruggiero dirige Nextwork, società cooperativa di consulenza di direzione e servizi di turismo esperienziale in (44) Puglia. Umberto Totti è fondatore di Dinamo Leadership. (26)

da Manageritalia

Per i pensionati di oggi e di domani

Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali

CFMT - Centro di formazione management del terziario

Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolognese Gaudio (60) (marketing@rinaldi.biz).

pensioni.manageritalia.it

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Silvia Costa è presidente della commissione Cultura e (16) istruzione del Parlamento europeo.

Nicola Longo è managing partner di Skills Management, da oltre 25 anni si occupa di consulenza direzionale e formazione manageriale in ambito change management. (36)

donne.manageritalia.it

federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

Bernhard Company.

Claudia Corti è laureata in lettere, indirizzo moderno artistico, ed è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza.

crisiesviluppo.manageritalia.it

Mensile di informazione e cultura di Manageritalia

Mariella Colavito, ufficio sindacale Managerita(75)

lia Milano.

Daniela Fiorino, responsabile ufficio sindacale (64)

Editore: Manageritalia Servizi srl Direttore responsabile: Guido Carella Coordinamento: Roberta Roncelli Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta Direzione, redazione, amministrazione: 20129 Milano - via Antonio Stoppani 6 tel. 0229516028 - fax 0229516093 giornale@manageritalia.it www.manageritalia.it Le opinioni espresse dagli autori impegnano esclusivamente la loro responsabilità Concessionario pubblicità PUBLIMASTER 20146 Milano - via Winckelmann 2 tel. 02424191 - fax 0247710278 direzione@publimaster.it Grafica The Graphic Forge snc 20129 Milano - via Antonio Stoppani 4 tel. 0229404920 - www.graphicforge.it Stampa ROTOLITO LOMBARDA spa Via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano) tel. 0292195.1 - www.rotolitolombarda.it Registrazione Tribunale di Milano n. 142, del 24 aprile 1974 Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana Accertamenti diffusione stampa La diffusione di settembre è di 34.870 copie


Tramonte_Uomo_2015.pdf

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Senza titolo-2 1

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