APRILE 2019
LA RIVISTA DI MANAGERITALIA
Manager: puntiamo sul capitale umano Management
ITALIA: COSA DICE IL MODELLO HOFSTEDE
Fisco
PRONTI PER IL 730?
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Editoriale a cura del presidente Manageritalia
ECONOMIA: SIAMO AL PALO!
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il in discesa e occupazione in rallentamento: così si è chiuso il 2018 dell’economia italiana. Nell’ultimo Rapporto economico sull’Italia l’Ocse ha dato alcuni suggerimenti per contrastare la frenata del nostro Paese, prevedendo che la recessione iniziata nel 2018 proseguirà per l’intero anno in corso. In particolare, lo studio sottolinea che Quota 100 è una delle cause che rischia di deprimere ulteriormente la performance economica del Paese. L’abbassamento dell’età pensionabile, anche se temporanea, potrebbe portare a un rallentamento della crescita sul medio periodo a causa della riduzione del numero degli occupati di età più avanzata e del peggioramento delle diseguaglianze intergenerazionali. Certo è che tra i paesi Ocse l’Italia oggi è in ultima posizione. Mancano interventi che spingono anche gli investimenti privati o attraggono multinazionali. Al momento, l’unica manovra che si è cercato di attuare è stata la redistribuzione della ricchezza, ma per essere distribuita la ricchezza andrebbe prima creata. Più in generale la priorità dovrebbe essere data a misure proripresa: investimenti, lavoro e crescita sono strettamente legati ed è questo il percorso virtuoso da riattivare, prestando però attenzione a non mettere a rischio i conti. I dati rappresentano un mercato del lavoro profondamente cambiato rispetto a prima della crisi, invecchiato e con un contributo al sistema produttivo molto minore. Siamo alla vigilia della presentazione del Def: auspichiamo che non sia la solita sequela di annunci, impegni e promesse. Di certo dovrà chiarire dove verranno reperiti i 52 miliardi di euro che servono per cancellare le clausole che prevedono aumenti dell’Iva, anche per ricostruire la fiducia verso l’Italia tra gli investitori che la recessione e il caos della politica hanno intaccato. Chi ci osserva vuole capire co-
me intendiamo muoverci per impedire che la recessione in cui siamo entrati, unici in Europa, si aggravi. Più si insegue la strategia della pensione, con la continua ricerca di consensi, meno attenzione si dedica ai giovani e alle politiche sul lavoro. Con questo non intendiamo criticare chi ha deciso di andare in pensione utilizzando una legge dello Stato in vigore, magari come fa chi colpevolizza i pensionati che in passato hanno usato un sistema di calcolo più vantaggioso. A queste persone offriremo sempre il nostro sostegno: chi si è avvalso di una legge deve sentirsi garantito per la scelta fatta. Pensiamo a fare leggi sostenibili per il futuro. Dobbiamo cominciare ad essere consapevoli che certe norme, oltre a essere sbagliate, sono sostenute economicamente solo da pochi. Quei pochi che con la loro pesante contribuzione sorreggono il Paese, ovvero quel 12% della popolazione italiana che denuncia redditi da lavoro o da pensione sopra 35.000 euro e che paga il 57% dell’Irpef. Quei pochi che, a causa della recessione, stanno tuttavia diminuendo. Chi sosterrà poi il welfare italiano? Il vero problema da affrontare è l’incremento della produttività e la crescita dei redditi individuali. Avremmo preferito che le ingenti risorse fossero impegnate per ridurre le tasse sul lavoro e privilegiare il sostegno all’occupazione, anche per garantire il futuro delle prestazioni sociali. Siamo certi che l’economia italiana presenti grandi punti di forza. È necessario adottare una serie di riforme per favorire una crescita più solida e inclusiva e intraprendere al più presto politiche di sviluppo e sociali concrete, efficaci, che aiutino la natalità, eque, capaci di generare ricchezza aumentando redditi e numero dei sostenitori del welfare. Per questo auspichiamo che il decreto “Sblocca cantieri” e il decreto “Crescita” vedano quanto prima la luce e vadano nella giusta direzione. Guido Carella - guido.carella@manageritalia.it
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Sommario Copertina 6 Manager: puntiamo sul capitale umano Management 12 Il fattore C: cosa dice il modello Hosfstede dell’Italia? 16 Co-creare innovazione 26 Prontuario del leader 20 Storie di manager Come ho reagito al mio licenziamento Comunicazione 24 Migliorare nel public speaking: 5 consigli Fisco 30 Pronti per il 730? Leadership 36 La semplicità come risorsa Mondo 42 Cosa cercano i russi online?
Innovazione 45 Manager per far decollare l’impresa 48 Indagine I quadri e Manageritalia 50 Uno di noi Alessandro Bruno Bossio Il manager del fintech Iniziative Manageritalia 52 39a coppa di sci: skiing with us
RUBRICHE 29 Filosofia in 40 Osservatorio legislativo 54 Pillole di benessere 55 Arte 56 Libri 57 Letture per manager 58 Lettere
InfoMANAGER Manageritalia Associazioni territoriali 67 Insieme è meglio! Previdenza 70 L’indennità di disoccupazione Naspi 2019 Assistenza fiscale 74 Con 50&più Caaf è più facile Assidir 76 Assidir: il sito si rinnova Cfmt 80 Scuola di management 81 Driving change
è online su
ERRATA CORRIGE pag, 60, n. 1-2/2019 Julien Pillon al momento della pubblicazione non è più country manager della Triballat Italia, come lo era invece al momento in cui è stata effettuata l’intervista.
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59 Manager: puntiamo sul capitale umano
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali
Fondo di previdenza Mario Negri
CFMT Centro di formazione management del terziario
Associazione Antonio Pastore
Management
ITALIA: COSA DICE IL MODELLO HOFSTEDE
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Copertina
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MANAGER: PUNTIAMO SUL CAPITALE UMANO
Nell’attuale imprevedibilità e turbolenza dell’economia moderna e dei mercati, il manager è una risorsa strategica per competere con successo. A patto che dedichi maggiore attenzione al proprio valore professionale e a quello dei propri collaboratori in modo tempestivo. Pena essere etichettati nel tempo come obsoleti Gian Carlo Cocco presidente Gian Carlo Cocco Sagl
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A VITA DEI MANAGER è divenuta molto complicata a seguito delle difficoltà derivanti dai mercati, sempre più competitivi e imprevedibili. C’è poi un problema di diffusa modalità di orientamento al breve termine, di prevalenza dei risultati puramente finanziari e della frequente sindrome da smartphone che riduce la capacità di riflessione e di definizione delle priorità. La cosiddetta “trimestrale”, cioè la verifica formale della redditività a brevissima scadenza, ha originato un clima di ossessione verso i risultati che paradossalmente non favorisce il loro raggiungimento. Questo approccio, basato sulla spasmodica attenzione di quello che si sta realizzando nel breve lasso di tempo e in ogni ambito di prestazione rende goffi, innaturali e timorosi. In altre parole, la paura di sbagliare, il timore di non farcela, si traduce in una diffusa “profezia auto-confermante” negativa.
A questi fattori si aggiunge anche la progressiva e diffusa “finanziarizzazione” del mondo economico e delle imprese. La speculazione finanziaria può arricchire enormemente chi riesce a praticarla, ma non genera reale ricchezza, come sa fare l’economia produttiva basata sull’innovazione e sulla strategia competitiva che impiega intelligentemente la finanza come mezzo per incrementare i risultati economici e non come fine ultimo di arricchimento.
Come uscire dalla “tempesta perfetta” dei mercati Ma cosa possono fare i manager per non affogare in questa “tempesta perfetta”? Devono seguire le antiche leggi del mare: nei casi estremi occorre salvare la nave anche a costo di gettare in mare il carico che viene trasportato. Non perdere la nave significa poterla impiegare in futuro per trasportare nuovi carichi e recuperare il danno subito. Uscendo dalla metafora, i manager possono uscire dalle ricorrenti crisi economiche (che creano insormontabili difficoltà quotidiane e portano all’espulsione di molti di
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Copertina loro, etichettati come “obsoleti”) dedicando maggiore attenzione alla “propria nave”, cioè al proprio valore professionale, e non solo al “carico”, cioè alle non sempre chiare e spesso contraddittorie attività da svolgere. Se i manager vogliono guardare serenamente al proprio futuro devono curare e valorizzare il pa-
maggior parte delle imprese private e pubbliche che operano nei mercati competitivi o per fornire servizi ai cittadini. In tempi non lontani il patrimonio prevalente delle imprese, regolarmente iscrivibile nel bilancio, era quello tangibile (impianti, macchinari, fabbricati, brevetti, denaro; le risorse umane rappresentavano
te nel tempo e apprezzate dall’impresa nella quale si opera e potenzialmente apprezzabili anche da altre imprese. Questo valore è sostenuto da due componenti fondamentali: le conoscenze acquisite e le capacità che si è in grado di mettere in campo. In altri termini, il valore del capitale umano di ogni manager è composto dal proprio bagaglio di conoscenze applicative (che possono essere di varia natura: tecnologiche, di mercato, gestionali, scientifiche, tecniche ecc.) definite hard skill e dai comportamenti che consentono a queste conoscenze di produrre i migliori risultati. Questi comportamenti sono definiti, appunto, capacità, o soft skill, e rappresentano la forza motrice delle conoscenze.
Incrementare il proprio capitale umano
trimonio con il quale vengono apprezzati e compensati: si tratta del loro “capitale umano”.
Scoprire in cosa consiste il capitale umano Il termine capitale umano va chiarito per poterne comprendere le enormi potenzialità. Nella moderna economia d’impresa il capitale umano fa parte di quella componente ormai largamente prevalente di patrimonio intangibile che caratterizza la
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un costo). Attualmente questa componente tangibile si è ridotta a favore di valori impalpabili, ma in grado di produrre risultati straordinari, come le competenze degli operatori, le forme di organizzazione, le capacità relazionali, la potenza di marchi originati all’interno e che, quindi, non possono essere formalizzati in brevetti. Ma esiste anche un’accezione individuale di capitale umano: il valore delle competenze matura-
Ma come è possibile evidenziare e incrementare l’abbinata strategica delle proprie hard skill e soft skill? Ovviamente questo capitale umano, o professionale, non è un valore assoluto ma correlato alle condizioni e alle richieste del mercato. Va continuamente verificato e adattato a quello che l’impresa nella quale si opera sta richiedendo e presumibilmente richiederà in rapporto al mercato di riferimento. Si tratta dell’attività che ogni organizzazione che vuole rimanere competitiva e svilupparsi deve
curare aggiornando la propria “competenza distintiva” in sintonia con le richieste dei clienti o degli utenti. In altre parole, per consentire alla competenza (rappresentata da prodotti e/o servizi) di rimanere distinta dai clienti o dagli utenti occorre aggiornarla intelligentemente. È la stessa manovra che ogni manager deve prioritariamente attuare per salvaguardare se stesso e contribuire allo sviluppo economico della propria organizzazione e dell’economia in genere. Salvo affidarsi al clientelismo… Come è stato efficacemente compreso e attuato ormai da molti anni, le organizzazioni, per rimanere competitive nei mercati, devono ridurre strategicamente i tempi che vanno dall’ideazione di rinnovati o nuovi prodotti/ servizi al consumo di questi da parte dei primi clienti o dei primi utenti, tramite il criterio del time to market, così i manager devono ridurre strategicamente i tempi di aggiornamento e di eventuale acquisizione delle proprie hard skill e soft skill. Questa manovra, al tempo stesso teorica e pratica, la possiamo definire time to mind.
Applicare il time to mind a livello individuale e collettivo Se i manager vogliono sopravvivere all’attuale “tempesta perfetta”, dove le onde della speculazione finanziaria rischiano di far naufra-
gare molte organizzazioni e di far affogare molti manager, devono dedicare attenzione e risorse non solo ai risultati da raggiungere (cioè alla produzione del reddito), ma anche al capitale umano proprio e dei propri collaboratori (cioè il valore professionale che consente di operare efficacemente solo se è adeguato alle necessità). Nassim Taleb ha tradotto questa modalità con i titoli di suoi tre libri: innanzitutto i “cigni neri”, cioè le minacce impreviste che si verificano continuamente. Poi, per evitare di soccombere alle turbolenze che tali avvenimenti producono occorre diventare “antifragili” e “metterci la faccia” affrontando i rischi, perché cercando di evitarli si rimane spiazzati. Per quanto riguarda le hard skill, occorre ricordare che l’aggiorna-
mento continuo può essere ottimizzato dall’ingegnerizzazione della conoscenza, ma soprattutto dall’interscambio della conoscenza. L’apertura e l’interscambio continuo aumentano decisamente la modalità di combattere l’obsolescenza. Per quanto riguarda le soft skill (che attualmente non sono sufficientemente curate) è indispensabile aggiungere ai tradizionali supporti della formazione e del coaching l’automiglioramento. L’incremento delle capacità avviene allo stesso modo dell’incremento delle abilità motorie (tipiche dello sport e dell’esecuzione musicale), non in termini linearmente progressivi, ma discontinui: occorre essere determinati e non demordere per ottenere il miglioramento.
Cosa si può ricavare dalla lettura di Governare l’impresa con il capitale umano Utilizzare job description sintetiche, autonome e dinamiche per seguire le turbolenze di mercato. Apprendere come misurare e incrementare hard skill e soft skill (anche tramite gli assessment telematici). Impiegare il time to mind per favorire l’automiglioramento anche tramite l’autocoaching. Affiancare alla contabilità tradizionale la “contabilità del capitale umano” per valorizzare il capitale intangibile della propria organizzazione e unità organizzativa.
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La procedura per lo svolgimento dell’autocoaching
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Riesamina una situazione o un’attività recente in cui hai messo in atto il comportamento che vuoi rendere più efficace
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L’automiglioramento organizzativo si basa su quattro leve fondamentali: sistematiche letture finalizzate in grado di aprire orizzonti e di fornire consigli operativi; visione ripetuta di brevi “lezioni filmate” svolte da esperti e formatori, visionabili su innumerevoli siti; impiego di guide, manuali e questionari collaudati in grado di stimolare riflessioni, approfondimenti e cambiamenti di comportamento; utilizzazione di promemoria comportamentali che richiama-
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Individua un comportamento efficace dell’azione svolta. Individua anche un comportamento che vuoi migliorare
A questo punto chiediti: “Cosa farei di diverso se mi trovassi ora in quella situazione?”. Immaginalo tramite una visualizzazione che ti consenta di osservarsi in azione. Definisci cosa è necessario fare in un piano d’azione e conservalo per verificare se e come verrà attuato in futuro
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Qual era il tuo obiettivo e quali azioni hai intrapreso?
A fronte di una nuova situazione analoga alla precedente fissa un nuovo “appuntamento con te stesso” e ripeti tutta l’operazione. Occorre essere perseveranti e ripetere questo processo un buon numero di volte, finché non emerge e si consolida il miglioramento auspicato
no alla mente particolari azioni emblematiche da mettere in atto per essere più efficaci nell’espressione di ogni specifica capacità. A queste leve si aggiunge anche l’autocoaching basato su un percorso (vedi box) che deve essere reiterato molte volte, insistendo autonomamente finché non si è ottenuta la stabilizzazione del comportamento che si vuole ottenere (come fanno gli sportivi e gli strumentisti musicali). L’autocoaching presuppone la
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determinazione e la continuità da parte di chi lo svolge, ma i tempi di investimento possono essere recuperati in tutte le fasi nelle quali non si opera ma si ha tempo a disposizione: viaggi, attese, momenti di solitudine ecc. In sintesi, l’alternativa per i manager di oggi è o governare se stessi e l’impresa con il capitale umano o essere manovrati e sfruttati da organizzazioni che obbediscono solo a mercati turbolenti, imprevedibili e privi di prospettive.
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Management
IL FATTORE C: COSA HOFSTEDE Le relazioni tra cultura e business. Spunti di riflessione per competere a scala sempre più globale per penetrare in nuovi mercati, stringere nuove alleanze e ridurre il rischio di fallimenti Raffaele Perfetto manager, esperto di strategia operativa
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Power
distan ce Direbbe uguali ma Orwell: tutti gli an a im lc ali sono u ni sono Questa dim ensione ri più uguali degli alt gli indiv guarda ri. uguali. La idui nelle diverse s il fatto che tutti ocietà non dimension e in un ce sono l’atteggia rt disuguagli mento della cultura o senso esprime an v è tanto più ze. Il valore di que erso queste sta dimen alta quanto sione più meno pote re di un’org gli individui con a nizzazione accettano ch distribuito e questo sia in ma disuguale niera .
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Si chiede Hofstede: «Dovremmo provare a controllare il futuro o semplicemente lasciare che accada?». Questa dimensione rappresenta “quanto” una società riconosca il “limite” che il futuro non può essere conosciuto. Il modo in cui si affronta questa ambiguità e incertezza sul futuro è legato alla cultura di origine e può generare più o meno un senso di ansia. Un punteggio alto vuol dire che la società tende a evitare situazioni di incertezza e ambiguità.
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LE SEI DIMENSIONI CULTURALI
lism dua vism i v i Ind llecti o rca di vs C one ce ocalizzati i s n e ièf rto a dim Quest re quanto stri. In un ce a a l n n a i e i l d z determtessi o sug interdipen tra i s e d n e e s o su o il grad manti sens una società embri. e m ch i suoi
Uncertainty avoidance
N
ON SI TRATTA di quello che state pensando, ma comunque serve a ridurre i rischi. Vediamo come e perché. Siete una piccola-media impresa che ha deciso di esportare all’estero, supponiamo che vogliate puntare al mercato del Far East o del Medio Oriente. Per evitare casi di “tragedie mediatiche”, come è accaduto ultimamente alla maison
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inity Mascul ity in in vs Fem aschile) di o più alto (m e la società gi eg nt pu n ch U sione indica one e questa dimenain driver la competizi ke all! ta m e rs m ne co in w rà : av so to al succes gnifica l’orientamen o basso (femminile) si ra del gi cu eg no la Un punt dominanti so na che i valori la qualità della vita. U la e i o cu m si in la pros minile è quel società fem lla vita viene prima qualità de a del successo. della ricerc
DICE IL MODELLO DELL’ITALIA? di alta moda Dolce & Gabbana, è importante conoscere la vostra cultura ma, soprattutto, quella del vostro cliente. Se considerate, ad esempio, le joint venture, non è raro che tutto vada a monte perché c’è incompatibilità sugli aspetti culturali che influenzano la percezione di quanto rischio ognuno dei partecipanti al progetto voglia assumersi.
Voglio qui introdurvi al lavoro di Geert Hofstede, uno dei pionieri per quanto riguarda le relazioni tra cultura e business. Ha indirizzato il suo lavoro su come le grandi corporation e le organizzazioni sono influenzate dagli aspetti culturali. Nulla ci vieta di estendere conclusioni e metodologie alle piccole e medie imprese. Secondo Hofstede sono sei le dimensioni da considerare.
SECONDO HOFSTEDE
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Long t Shor erm vs t orien term tatio Ossia co n sfide de me le società a l presen ff r o ntan t legame con le tr e mantenendo o le il loro a d Società izioni e il co questa d n punteggio ba passato. ss im mantene ensione tendon o su oa re forte tradizio mente le ni.
Cosa dice il modello di Hofstede per l’Italia? POWER DISTANCE Con un punteggio di 50 abbiamo un effetto mediato da un’Italia del Nord che preferisce l’uguaglianza, il decentramento del potere e del processo decisionale. Le giovani generazioni preferiscono il lavoro di squadra e uno stile gestionale aperto/partecipativo che si traduce in meno controllo e supervisione. Nel Sud Italia invece il discorso è diverso, con un punteggio più alto per la power distance.
UNCERTAINTY AVOIDANCE
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Indu vs Re lgence stra Questa int dim misura ensione è de in f in c ita com ui le pe contro e rs È legata llare i loro de one cercano d la s i id al tipo e r i e im d “Indulg ente” è i educazione r pulsi. con un ic contro definita una evuta. lì dove llo più blando società controll abbiamo un f mentre orte o possia “moder mo definirla ata”.
Il punteggio di 75 significa che gli italiani non si sentono molto a loro agio in situazioni ambigue. Questo si traduce anche nel peso degli aspetti formali e potrebbe essere riscontrato anche in un sovraccarico normativo. Ad esempio, si traduce nei codici civili e penali con tante clausole. Hofstede passa il messaggio che un paese con tante norme in un certo senso tende anche a ridurne il valore e l’efficacia. Dell’eccesso della burocrazia e della lentezza che ne deriva ci parla anche Cottarelli nel suo libro I sette
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Management peccati capitali dell’economia italiana. Leggiamo ad esempio che nel 1975 i procedimenti pendenti nei tribunali italiani erano circa un milione e raggiungono circa un milione e mezzo dieci anni dopo. Parliamo di procedimenti di primo e secondo grado. Tra il 1985 e il 1995 la situazione addirittura peggiora, arrivando a tre milioni e mezzo. I tempi medi per i tre gradi di giudizio superava i sette anni. Parliamo di circa la metà in Francia e meno di un terzo se consideriamo la Germania. Da un punto di vista manageriale l’alto scoring si traduce con la necessità di una forte pianificazione. Inoltre un punteggio alto secondo Hofstede può essere legato all’essere passionali degli italiani. Questo aspetto si traduce con una forte rappresentazione delle emozioni che leggiamo anche molto bene attraverso il linguaggio del corpo. La capacità di leg-
gere il linguaggio non verbale non è da tutti e di certo è una dote manageriale che in Italia si esercita abbastanza.
INDIVIDUALISM VS COLLECTIVISM Con un punteggio di 76 l’Italia è una cultura orientata all’individualismo, in particolare il Nord Italia. Qui famiglia e amici sono un punto di riferimento ma in maniera inferiore se confrontiamo con il Sud. Per gli italiani è importante avere obiettivi personali da raggiungere. Nel Sud Italia le cose sono un po’ diverse e può esserci un comportamento individualista più attenuato. La rete familiare e il gruppo di appartenenza sono aspetti sociali importanti e rituali come matrimoni o pranzi della domenica con la famiglia sono occasioni a cui non si può mancare (grafico 1).
Grafico 1 – I cittadini e il tempo libero. Persone di 6 anni e più che incontrano gli amici almeno una volta la settimana 75 70 ITALIA 65 60 55 50
Il Mezzogiorno interno
L’altro Sud
I centri urbani meridionali
I territori del disagio
Il cuore verde
Fonte: Istat, indagine I cittadini e il tempo libero (anno 2015 - per 100 persone dello stesso territorio)
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La città diffusa
La città del Centro-nord
MASCULINITY VS FEMININITY Avendo uno scoring di 70, l’Italia è una società maschile altamente orientata al successo: alle nuove generazioni viene insegnato fin da subito che la competizione è importante e che essere il vincitore è fondamentale. Secondo Hofstede gli italiani mostrano successo acquisendo status symbol come una bella macchina, una grande casa ecc. L’ambiente di lavoro è il luogo dove raggiungere il proprio successo e la competizione tra colleghi per fare carriera può essere molto forte (grafico 2).
LONG TERM VS SHORT TERM ORIENTATION Il punteggio elevato di 61 su questa dimensione mostra che la cultura italiana è pragmatica. Nelle società con un orientamento pragmatico le persone credono che la verità dipenda molto dalla situazione, dal contesto e dal tempo. Secondo Hofstede gli italiani hanno una capacità di adattare facilmente le tradizioni alle mutate condizioni, una forte propensione a risparmiare e a investire, parsimonia e perseveranza nel raggiungimento dei risultati. L’Italia presenta inoltre il debito privato tra i più bassi in Europa.
INDULGENCE VS RESTRAINT Un punteggio basso di 30 indica che la cultura italiana è di tipo
Grafico 2 - Tempo dedicato al lavoro familiare per alcuni paesi europei Durata media generica (ore)
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Maschi
Femmine 2010-11
2013-14
2012-13
5
2011-12
2014-15 2012-13
4 3 2 1 Paesi Bassi
Finlandia
Germania
Regno Unito
Francia
Estonia
Grecia
Spagna
Polonia
Ungheria
Italia
Romania
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Fonte: Eurostat. Popolazione di 15 anni e più in alcuni paesi europei per sesso
Grafico 3 – Confronto tra Italia e altri Paesi dal Nord Europa, America Latina Australia
Argentina 90
36
69 56
50
Norvegia
86 76
49
Italia
61
75
70 51
46
71 62
61
55
50 35
31 20 21
30
8 Power distance
Individualism
Masculinity
Uncertainty avoidance
Long term orientation
Indulgence
Fonte: Istat
restraint. Le società con un punteggio basso in questa dimensione hanno una tendenza al cinismo e al pessimismo. Inoltre, contrariamente alle società indulgenti, le società controllate non danno molta enfasi a tempo libero e controllano, in un certo, senso la gratificazione del desiderio. Le persone con questo orientamento hanno la percezione che le loro azioni siano frenate da nor-
me sociali e avvertono il “lasciarsi andare” come qualcosa in qualche modo errato. Osservate nel grafico 3 a chi assomigliamo di più o di meno secondo le dimensioni di Hofstede.
Concludendo Capiamo che il fattore cultura è importante e in alcuni casi cruciale per penetrare in nuovi mercati, stringere nuove alleanze e ridurre il rischio di fallimenti.
In un paese come l’Italia, dove il dinamismo economico è legato moltissimo a quello delle pmi che esportano, questi aspetti rientrano tra i fattori chiave per competere a scala sempre più globale. Il modello di Hofstede qui presentato, con le sue limitazioni (come tutti i modelli), apre spunti di riflessione e di approfondimento. E soprattutto, come ho scritto in apertura, riduce il rischio di capitomboli mediatici.
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Management
CO-CREARE INNOVAZIONE Fasi, passi e modalità di lavoro che aiutano le organizzazioni a fare vera innovazione, mettendo a valore le capacità e la creatività delle persone, creando un’esperienza di forte ispirazione per l’azienda nel suo complesso
Alessandro Rossi partner Peoplerise
L
A TEORIA U è un approccio per lo sviluppo individuale e organizzativo sistematizzato dal docente del MIT di Boston, Otto Scharmer. Per Peoplerise rappresenta un framework metodologico di grande interesse per dare concretezza al processo di sviluppo nelle imprese. Identifica fasi, passi e modalità di lavoro che aiutano le organizzazioni a fare vera innovazione, mettendo a valore le capacità e la creatività delle persone e creando un’esperienza di forte ispirazione per l’azienda nel suo complesso. Attraverso un percorso di continuo affinamento di questo approccio per le aziende italiane ed europee, abbiamo sviluppato una metodologia applicabile in molte delle sfide che incontrano oggi le aziende.
In quali situazioni si può applicare Sono due in sostanza le tipologie di progetto dell’approccio a U: quando amministratori delegati, responsabili di una business unit o di una funzione, che forniscono servizi trasversali all’azienda,
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hanno la necessità di fare innovazione nel proprio processo di lavoro, o quando i responsabili risorse umane hanno la necessità di avviare programmi formativi su leadership e innovazione, per potenziare le competenze innovative dei propri manager. Nel primo caso il focus è sull’organizzazione e, a partire dall’individualità, si costruisce un processo e una modalità di lavoro differenti, grazie all’iniziativa dei singoli che operano insieme. Nel secondo caso la Teoria U si concentra sul singolo manager, per far sì che apprenda un metodo per svolgere il suo ruolo e sviluppi la sua capacità di orientare la propria leadership verso l’innovazione e la creazione del nuovo nel suo team.
Un caso di business In questo articolo approfondiamo maggiormente il primo caso. Prendiamo come esempio una multinazionale del settore manifatturiero
leader di mercato, con un fatturato di circa 15 miliardi di euro. Il vice president del servizio ai consumatori e al cliente, una struttura aziendale trasversale di servizio al busines, ci ha contattati con una richiesta precisa: reinventare l’approccio per connettere di più l’azienda al consumatore finale. Ed ecco cosa è successo.
La prima fase si chiama co-iniziare. È una parte molto importante perché è quella in cui settiamo il progetto, identifichiamo il problema che si vuole affrontare, illustriamo la Teoria U, definiamo come procedere e chi deve essere coinvolto, creiamo la giusta atmosfera per avviare un dialogo autentico e profondo. Nel caso del nostro cliente abbiamo creato un team multi-stakeholder, un gruppo di circa 15 persone,
per fare sentire le persone libere di esprimersi e di raccontare le proprie idee; impostazione di una timeline progettuale. Tutto questo avviene attraverso almeno una giornata di approfondimento con il referente del progetto e un workshop di un paio di giorni con i partecipanti al gruppo di lavoro.
Co-esplorazione: imparare a osservare la realtà La fase successiva si chiama coesplorazione. Prima di dare una risposta alla domanda che si sono posti, i partecipanti definiscono insieme a noi viaggi di esplorazione, dentro e fuori all’azienda, e vanno sul campo a osservare quello che sta veramente accadendo nella realtà. Nel caso della multinazionale sono state visitate organizzazioni considerate molto efficaci nel customer service. Inoltre i manager hanno
La Teoria U ideata dal docente del Mit di Boston Otto Scharmer identifica metodi e approcci che le persone adottano quando riescono a cambiare se stessi e il contesto in cui vivono. Sharmer ha comparato e analizzato interviste realizzate a leader di tutto il mondo che, attraverso la propria azione, hanno cambiato in meglio il contesto che li circonda. La Teoria U, adottata progressivamente anche nelle aziende italiane, consente un processo di trasformazione individuale che avviene in modo partecipato e condiviso all’interno dei gruppi di lavoro e delle organizzazioni. Il percorso permette di guardare in modo nuovo alle problematiche e al proprio lavoro e di riscoprire il valore delle relazioni.
TEORIA U, COS’È
Co-iniziare: capire qual è la giusta domanda da porsi
rappresentativo di tutto il sistema che avevamo bisogno di trasformare. Con questo set up si inizia già da subito a cambiare il modo di lavorare. Infatti, anziché coinvolgere solo figure di vertice, come avviene di consueto, abbiamo incluso anche persone dei contact center e dell’assistenza tecnica, unendo visioni strategiche a punti di vista pratici e reali. In questa fase normalmente si lavora sempre su quattro attività: individuazione del core team, che varia a seconda del progetto ma generalmente non supera le 30 persone; condivisione della domanda collettiva che si vuole esplorare e delle domande personali dei singoli; creazione di uno spazio sicuro
Vuoi approfondire? Leggi l’intervista a Otto Sharmer sulla rivista Dirigente 9-2018
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Management
L’unico modo per portare reale innovazione e individuare soluzioni a problemi complessi è non replicare i propri modelli mentali che fanno riferimento al passato. Per poterlo fare bisogna essere in grado di osservare la realtà con occhi nuovi
soluzioni a problemi complessi è non replicare i propri modelli mentali che fanno riferimento al passato. Per poterlo fare bisogna però essere in grado di osservare la realtà con occhi nuovi, non rimanere fissati sui propri pregiudizi e le proprie convinzioni e per questo abbiamo inventato un’attività che lavora sulla rivitalizzazione dei sensi delle persone (figura 1).
Co-ispirazione: da intuizione a innovazione
A distanza di uno o due mesi i partecipanti si rincontrano per affiancato i tecnici del contact cen- passare alla terza fase di co-ispirater nella loro attività quotidiana. zione o presencing rappresentata Andare sul campo serve a uscire da un nuovo workshop di un paio dalle proprie convinzioni pregres- di giorni. È una delle parti più inse. Infatti, l’unico modo per portare novative dell’approccio a U perreale innovazione e individuare ché sposta la prospettiva sul mondo interiore delle persone e dell’organizzazione. Figura 1 - Attività di rivitalizzazione dei sensi delle persone La Teoria di Scharmer parte infatti dall’evidenza che, risvegliando le volontà dei singoli, è proprio all’interno di un gruppo ARIA ACQUA che si trova l’energia per Osservazione della Osservazione cultura organizzariva, dei processi attraverso attivare processi di innoattraverso i sensi della i sensi di movimento vazione, che poi solo sucparola, dell’udito, ed equilibrio del pensiero cessivamente prenderanno la loro forma esteriore. Nella parte di co-ispirazione le persone condividono quello che hanno osservato duTERRA FUOCO rante i viaggi di esploraOsservazione fisica Osservazione zione ed entrano in una attraverso i sensi dell’identità esteriori (calore, vista attraverso fase più introspettiva. il senso dell’IO gusto, olfatto) Cominciano infatti a riflettere su domande fondamen-
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tali del tipo: chi siamo noi come team, come customer and consumer services?; cosa vogliamo portare di nuovo nel nostro settore, sulla base di quello che abbiamo osservato?; cosa vogliamo lasciare andare e cosa vogliamo lasciare entrare? In questa attività vengono inserite pratiche come la meditazione, la mindfulness, la visualizzazione, l’embodiment, la rappresentazione con il corpo in una sorta di bodystorming. Il proposito è quello di mettere le persone nella condizione di non usare come veicolo solo la parola e lavoriamo sullo sviluppo della parte intuitiva, che è quella che permette alle nuove idee di emergere. Infine viene definita una serie di prototipi di azione in cui le persone individuano quello che vogliono fare attraverso alcune piccole sperimentazioni, per apprendere sulla base di esperienze reali.
Co-creazione: sperimentare attraverso prototipi La co-creazione è la parte di sperimentazione sul campo. Le attività, che si svolgono normalmente in una settimana o dieci giorni, si concentrano sullo sviluppo dei prototipi per sperimentare in modo molto agile e capire se le idee funzionano. Tuttavia, poiché il prototipo è una tecnica che richiede un approccio specifico, una grande capacità di raccogliere feedback e di essere
FOCUS
Qual è il team si occuperà del prototipo? Chi sono i beneficiari? Chi sono gli interlocutori coinvolti?
PERCHÉ
Perché vogliamo sperimentare questo prototipo? A quale domanda stiamo cercando di rispondere?
Quali sono i Kpi del prototipo? Il prototipo sarà un successo se...? Il prototipo sarà un fallimento se...?
COME
Come vogliamo mettere quest’idea in azione? Quali processi interni ed esterni saranno coinvolti nel prototipo? C’è bisogno di creare nuovi processi?
Quali risorse sono necessarie per testare il prototipo? Quali di queste risorse sono già disponibili? Quali invece dovranno essere rese disponibili? Come?
condivisione finale, il vice president dell’azienda è stato invitato dall’amministratore delegato Emea a presentare la nuova modalità di lavoro co-creativa e co-collaborativa al forum dei 100 top leader dell’azienda, con lo scopo di portarla in altri ambiti.
Risultati e difficoltà Il risultati dei nostri progetti vengono valutati attraverso diversi parametri come l’aumento del fatturato o delle vendite, i valori del Kpi, il miglioramento dei livelli di servizio, ma anche tramite indicatori meno tangibili e se vogliamo per certi versi più impattanti, come la generazione di una nuova cultura d’azienda. Spesso infatti si crea proprio un precedente, si sviluppa un nuovo modo di lavorare e questa nuova visione della leadership dell’innovazione prende piede. Nella multinazionale gli effetti del nostro progetto nel servizio ai consumatori hanno portato a un miglioramento importante del Net Promoter Score, una netta ottimiz-
KPI
RISORSE
A distanza di due o tre mesi, quando i prototipi sono stati attivati, inizia la co-evoluzione, quinta e ultima fase della Teoria U. Si invitano a un workshop gli stakeholder istituzionali dell’azienda e si presentano i risultati delle iniziative, si dialoga insieme e dall’osservazione di quello che è stato raggiunto ci si pongono nuove domande per gli step successivi. In particolare per questo cliente la co-evoluzione è stato un momento molto generativo perché, dopo la
Qual è il focus del prototipo? Quale parte del sistema vogliamo testare?
KPI
Co-evoluzione: benvenuti nel futuro
Figura 2 - L’identikit del prototipo
TITOLO:
CHI
concreti e veloci, in questa fase viene fatto un focus su come gestire l’avvio delle diverse azioni e viene svolto un training su quello che noi chiamiamo “Il kit del prototipista” (figura 2). L’attività svolta con il nostro cliente in questa fase ha generato in particolare nuove modalità innovative di lavoro come l’introduzione per i contact center di un nuovo Kpi di valutazione (non solo dell’efficienza ma anche dell’efficacia e della soddisfazione del cliente), la simulazione di casi di intervento per l’assistenza tecnica attraverso strumenti di realtà virtuale, nuove modalità relazionali di supporto al cliente e la semplificazione del servizio di assistenza ai clienti che, dal momento della ricezione della chiamata al contact center all’intervento, si è ridotto in alcune realtà a 24 ore.
zazione dei costi di manutenzione, maggiori livelli di engagement delle persone e un approccio alla leadership e all’innovazione orientata al coinvolgimento delle persone sempre più diffusa. Ciò non significa che seguire questo approccio non comporti difficoltà. Spesso poi ci sono interferenze di funzioni non coinvolte, conflitti di priorità da gestire, oppure paure da parte dei manager, soprattutto nel coinvolgere i livelli operativi, dove è più facile trovare persone un po’ critiche e demotivate in quanto non sono state trattate fino a quel momento come individui che possono dare veramente un contributo. E poi, non dimentichiamo l’operatività e i momenti di difficoltà del mercato, che mettono alla prova la capacità del gruppo di tenere un ritmo nel progetto. Superato il primo momento, però, c’è sempre grande engagement, perché le persone sono stimolate dal fatto di poter uscire dalla loro zona di comfort e sentono che stanno dando un contributo.
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Storie di manager
COME HO REAGITO AL MIO LICENZIAMENTO
Ero un manager all’apice del successo, quando un giorno ho ricevuto la notizia... Andrea Pabis chief financial officer at Fev Italy
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Q
UELLA del licenziamento è un’esperienza per la quale non sono stati scritti nella letteratura molti libri. Forse perché è un tema triste che i lettori schivano per non rovinarsi l’umore o forse perché è un tema che interessa solo pochi e, inconsciamente, speriamo che non ci debba mai interessare. Nonostante il comportamento degli struzzi sia in verità totalmente diverso e si tratti quindi solo di un mito, facciamo un po’ come lo struzzo mettendo la testa sotto la sabbia e facendo finta che, se non ne sappiamo nulla del licenziamento, di certo non ci accadrà mai. Anche io appartenevo a questa categoria di persone e mi gongolavo sicuro dietro un contratto da dirigente con una multinazionale in cui la clausola di rescissione del contratto era una delle ultime clausole, accessorie ed eventuali, alla
fine del documento che non pensavo mai, un giorno, di dover andare a cercare per capire se fosse effettivamente vero quello che mi stava succedendo.
La notizia Il primo shock emotivo è quello di ricevere “la notizia” e interiorizzarne il significato. Nessun corso aziendale, ma solo l’esperienza ci prepara in qualche maniera a recepire il licenziamento e il lutto che da esso ne deriva. Se siete dei manager e vi siete mai trovati in passato nella posizione di dover licenziare qualcuno dei vostri collaboratori, avrete forse empaticamente percepito nella persona di fronte a voi sentimenti come dolore, incredulità, tristezza, rabbia. Ma ciascuno di noi elabora il lutto in maniera diversa e quindi posso assicurarvi che scoprirete davvero il vostro stato d’animo e il vostro modo di reagire solo nel
momento in cui vi troverete davvero in questa situazione. Allo shock emotivo della notizia segue poi lo shock comunicativo accompagnato al pudore di dover trasmettere o raccontare la notizia a chi vi sta vicino: al vostro partner, alla vostra famiglia e agli amici. Parlo di pudore perché, al di là del fatto che siete stati licenziati, si tratta di ammettere a voi stessi e agli altri che per una qualche ragione non siete stati più considerati come un collaboratore importante per la vostra azienda. Spesso mi sono chiesto come descrivere con una metafora la vita di un manager all’apice del suo successo e, un attimo dopo, sprofondato nell’incertezza a seguito del suo licenziamento. Nel mio immaginario mi piace paragonare un manager in cima ai vertici aziendali a una Lamborghini Aventador o una Ferrari 458 nel circuito di Monza: un capolavoro
dell’ingegneria meccanica che gira con disinvoltura ed eleganza a trecento chilometri orari senza apparenti segni di stanchezza o di cedimento. In realtà, chi conosce le gare automobilistiche di Formula 1, ad esempio, sa bene che dietro l’apparente perfezione di un motore al massimo delle sue prestazioni, giro dopo giro, gli pneumatici si consumano inevitabilmente. E quando ti scoppia una gomma? Ecco, il licenziamento di un manager è come una gomma che scoppia mentre vai in pista a trecento chilometri orari e ti costringe a frenare e a fermarti. Una gomma di scorta, inutile dirlo, vetture di questo tipo, come Lamborghini e Ferrari, non ce l’hanno.
Quindi, cosa fare? Amore, oggi torno a casa prima! è proprio questo… il manuale d’uso mai scritto nella letteratura
Spesso mi sono chiesto come descrivere con una metafora la vita di un manager all’apice del suo successo e, un attimo dopo, sprofondato nell’incertezza a seguito del suo licenziamento
italiana per manager e dirigenti diversamente occupati (political correct per dirigente disoccupato). Un vademecum da portare sempre con sé per attingere forza e consiglio nei momenti di bisogno, una piccola cassetta del primo soccorso con tutto ciò che è necessario per affrontare questa nuova situazione: «Attenzione manager: rompere i sigilli solo in caso di perdita del proprio posto di lavoro!».
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Storie di manager
NON FARTI COGLIERE IMPREPARATO
Per i manager associati che perdono l’incarico Manageritalia prevede una serie di servizi specifici. Per essere veramente efficaci devono essere però valutati prima dell’uscita definitiva dall’azienda e, comunque, servono anche per uscire al meglio. Per questo è utile contattarci sempre e in via preventiva per accedere ai servizi di ricollocazione.
Guarda qui per saperne di più http://bit.ly/ricollocazione_dirigenti http://bit.ly/ricollocazione_quadri http://bit.ly/ricollocazione_executiveprofessional
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Chi, come me e la mia collega e co-autrice Cristina Barbero, ha vissuto l’esperienza di un licenziamento si trova costretto, volente o nolente, a intraprendere un percorso che può durare parecchie settimane o perfino mesi. Dopo aver superato la fase di shock, parte un cammino personale e interiore che costringe il manager disoccupato a “lavorare” su se stesso, spesso accompagnato da un corso di outplacement oppure un coaching. Il manager che non ha mai tempo per sé e sempre troppo poco per la famiglia e per gli amici si trova improvvisamente ad affrontare giornate e settimane che non sembrano finire mai. Così riscopre persone, interessi e hobby, come “la bicicletta” che aveva quasi dimenticato in cantina ed è costretto a resuscitare, visto che gli hanno tolto l’auto aziendale. Il cammino personale di ogni manager è fatto da diverse tappe. Non tutti faranno le stesse tappe e il cammino è diverso per ogni manager. Ci sono manager, ad esempio, per restare con la metafora dell’auto sportiva, che vogliono rientrare il più presto possibile “in pista” e quindi tirano a lucido il proprio curriculum e la propria immagine sui social media, rispolverano il contatto con gli headhunter e iniziano a “fare giri di prova” presentandosi a colloqui con nuove aziende.
Il bivio Più tempo ovviamente siete stati nell’ultima azienda prima di essere licenziati, più difficoltà incontrerete ad aggiornarvi e a prendere confidenza con i nuovi mezzi di comunicazione. Altri manager, una minoranza in verità, si accorgono invece dopo tanti anni di giri sulla stessa “pista” di aver bisogno di cambiare e scoprono che esistono “strade” alternative come quella di diventare imprenditore, consulente o startupparo. Chi fa questo tipo di scelta decide quindi, in buona sostanza, di utilizzare tutta l’esperienza accumulata in anni di lavoro come dipendente per costruire qualcosa di nuovo, ma in maniera più indipendente. Questo cammino è caratterizzato da un maggior grado di incertezza e di rischio e per sua natura dunque meno adatto a un manager con famiglia, figli e un mutuo da pagare. Non esiste per un manager disoccupato un cammino giusto o sbagliato. Quando però avrete affrontato ed elaborato il lutto del vostro licenziamento e arriverete al “bivio” tra queste due strade, siatene certi, farete la scelta per voi più giusta. Perché alla fine dei conti non importa la direzione che prenderà ogni manager nel suo percorso dato che “l’obiettivo non è camminare, il cammino è l’obiettivo”.
Errare è umano.
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Non tutelarsi è diabolico. Polizza “Dual Personal D&O” La responsabilità civile di un dirigente d’azienda è rilevante e può mettere a rischio il suo patrimonio personale. Per questo Assidir offe agli associati Manageritalia “Dual Personal D&O”: la polizza che assicura per i rischi legati alla responsabilità civile che deriva dall’essere dirigente. Un’opportunità unica da non perdere. Informati subito: contattaci al numero verde 800 401345 o vai sul sito www.assidir.it
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Comunicazione
MIGLIORARE NEL PUBLIC La sensazione di ansia e paura quando ci si trova a parlare in un’aula durante un meeting o una presentazione aziendale colpisce indistintamente manager, imprenditori, studenti e professori. Timore del giudizio degli altri, paura di sbagliare, problemi di salivazione, rossore, battito cardiaco accelerato: queste e molte altre sensazioni si presentano quando le persone si trovano a dover parlare a un pubblico, ma esistono diverse tecniche e strategie che, se applicate, consentono di gestire le emozioni e comunicare in modo efficace quando ci si trova davanti a una platea. Ecco dunque alcuni consigli per un’esposizione impeccabile e una performance d’impatto.
Marcello Boccardo - formatore, coach
1 Evitare l’improvvisazione
2 Rivolgersi sempre a “una persona”
Può sembrare banale ma la preparazione da effettuare prima di parlare davanti ad altre persone durante un meeting aziendale o prima di salire su un palco non è assolutamente da sottovalutare. C’è una differenza sostanziale, infatti, tra il conoscere un argomento e il saperlo spiegare in maniera efficace. Per poter essere certi di comunicare in maniera efficace è essenziale prepararsi con largo anticipo e aiutarsi con slide (e video, ad esempio), in modo da comunicare al meglio il proprio messaggio. Molte persone, infatti, recepiscono meglio le informazioni quando ricevono un duplice stimolo. Ecco quindi che una buona presentazione grafica rappresenta un valido supporto all’esposizione orale.
Usare il tu non significa “dare del tu”, ma rivolgersi ai propri collaboratori o alla platea sempre in maniera diretta. Ad esempio, se si deve porre una domanda, invece di chiedere “vi è mai capitato?” risulta più efficace utilizzare la forma “ti è mai capitato?”. In altre parole, bisogna comunicare come se si stesse parlando solamente con una persona. L’engagement e l’inclusione emotiva, infatti, aumentano notevolmente quando ci si rapporta con il pubblico in maniera diretta e coinvolgente. Si tratta di un consiglio poco noto e non è un caso se i migliori formatori al mondo, come Anthony Robbins, siano in costante comunicazione con il proprio pubblico, chiedendogli di alzare la mano, di rispondere a voce alta e di interagire con lui. Anche per chi si rapporta con una platea più contenuta, essere diretti e utilizzare il “tu” è un’ottima strategia per mantenere alto il livello di energia e per “trasferire” le informazioni in maniera efficace.
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e non alla platea
SPEAKING: 5 CONSIGLI 3 Sfruttare l’emozione a proprio favore Che sia un ambiente familiare come un meeting aziendale oppure una situazione più formale, come ad esempio un discorso davanti a una platea, emozionarsi è assolutamente naturale. Le emozioni rappresentano un bellissimo vettore per “arrivare” a chi ci ascolta. Chi di mestiere si occupa di formazione da molti anni pagherebbe per poter diventare rosso e creare un legame immediato con chi lo ascolta. Se si pensa che, dopo essersi preparati adeguatamente, l’emozione possa prendere comunque il sopravvento e impedire di essere efficace nella comunicazione, il consiglio migliore è quello di dirlo alle persone con le quali ci si sta relazionando, cercando di essere il più sinceri possibile. Aprire la propria emotività a chi sta dall’altra parte è un ottimo modo per poter stabilire una connessione a livello empatico, rompere il ghiaccio e lasciare andare un po’ di quelle emozioni che sembrano essere dei freni alla propria capacità di parlare in pubblico. Questo aspetto influisce molto sulla capacità di chi ascolta di assimilare le informazioni e inoltre consente al pubblico di vincere la paura di porre domande. In altre parole, le emozioni forti possono essere utilizzate per poter migliorare la qualità del proprio discorso.
4 L’importanza dell’introduzione e della conclusione
Non importa se lo speech dura un’ora, dieci ore o cinque minuti. La parte iniziale e quella conclusiva sono i due momenti che possono fare la differenza rispetto a ciò che il pubblico o i collaboratori ricorderanno una volta terminata la presentazione. Il consiglio è di cominciare con una domanda aperta che vada ad attivare la mente di chi ascolta e prepari lo scenario di ciò che verrà detto in seguito. Allo stesso modo, anche la chiusura gioca un ruolo fondamentale in quanto chiude il filo del discorso. Ponendo attenzione a questi due elementi è possibile creare una comunicazione coesa e circolare che genera attenzione, curiosità e interesse da parte del pubblico. Inoltre, portando una conclusione mirata, chi ascolta avrà la sensazione e la consapevolezza di aver davvero imparato qualcosa di nuovo e di aver appreso delle conoscenze. Dare un senso di circolarità è molto importante perché permette a chi sta dall’altra parte di fare un percorso, al termine del quale ha appreso qualcosa. Lasciare aperto il discorso, invece, crea un senso di “vuoto cognitivo” in chi ascolta ed è ciò che vogliamo assolutamente evitare.
5 Comunica il vantaggio Infine, è fondamentale riuscire sempre a trasmettere al pubblico qual è il vantaggio che ha nell’ascoltare lo speech. Per poter avere l’attenzione di qualcuno è fondamentale che venga percepita l’importanza di seguire il discorso con la consapevolezza di poter portare con sé delle nuove informazioni. Curare l’inizio e la fine del discorso dando un senso di circolarità è imprescindibile, proprio perché permette di trasmettere all’ascoltatore un vantaggio concreto. Chiedetevi sempre “cosa posso dare al pubblico?” e non accantonate la domanda fino a quando non avete trovato una risposta.
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Management
PRONTUARIO DEL LEADER Alcune competenze dei manager e leader sono come il lievito madre e cioè vive, in continua trasformazione, ma che bisogna curare ogni giorno…
Dal team tradizionale al team agile e conflitti e modernità Umberto Totti fondatore di Dinamo Leadership
Costruire e ristrutturare le aziende per renderle più sane e vitali La missione e la visione dei leader oggi è quella di costruire aziende come luoghi più sani per l’individuo, la collettività e il business. Tutti desideriamo luoghi di lavoro che abbiano un’anima, rapporti
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più autentici e uno scopo da perseguire che ci appaghi e che acceleri anche i risultati di business.
I limiti degli attuali modelli organizzativi Molti dei malesseri delle organizzazioni di oggi possono essere ricondotti a comportamenti guidati da ego pieni di paura e stanchezza. La concentrazione del potere al vertice porta con sé problemi che da sempre, almeno a memoria d’uomo, infestano le organizzazioni. In questi contesti le persone tendono a indossare una maschera professionale, per essere sempre all’altezza della parte, che a lungo andare però logora e depotenzia.
Dall’ego all’ecosistema: aziende e team aumentati Come modificare questa situazione? Di seguito una serie di suggerimenti nati dal continuo confronto con best practice del mondo manageriale: 1) Innovazione e opportunità creare gruppi progettuali, team virtuali, iniziative cross funzionali per aumentare la comunicazione e incoraggiare l’innovazione. 2) Usare l’intelligenza collettiva dell’organizzazione, aumentare la libertà e rendere il lavoro più interessante. 3) Creare ground team per spingere le decisioni verso le persone a contatto con il cliente. 4) Cultura guidata dai valori - Le aziende guidate dai valori possono sviluppare performance di gran lunga migliori rispetto ai propri competitor. 5) Prospettiva multi-stakeholder. 6) La famiglia come metafora guida - Le persone sono parte della stessa famiglia, pronti per aiutarsi e darsi supporto reciproco. 7) Fiducia vs controllo - Poche regole, pochi meccanismi di controllo e informalità. 8) Auto-organizzazione e task force volontarie - L’energia della fiducia: “tutto ciò che è grande e stimolante è generato dall’individuo che lavora in libertà” A. Einstein. 9) Comunicazione interna - Sen-
za segreti - informazioni condivise, discusse e dibattute. 10) Conflitti - I disaccordi vengono risolti fra colleghi usando un processo “adulto” di risoluzione dei conflitti. Affrontare i conflitti con eleganza e verità. 11) Recuperare la pienezza - Cose straordinarie accadono quando abbiamo il coraggio di portare al lavoro tutto ciò che siamo. 12) Spazi per la riflessione - “Le strutture tradizionali chiedono troppo a pochi e non abbastanza a tutti” Gary Hamel. 13) Storytelling - “Sempre più persone oggi hanno i mezzi per vivere, ma non trovano un senso nell’esistenza” Victor Frankl. 14) Creare team ibridi e integrali per aumentare la potenza. 15) Apprendimento e curiosità “Gli insegnanti aprono la porta. Tu ci entri” proverbio cinese.
Il contributo dell’intuito nel decidere in un mondo ambiguo Flavia Simeone management consultant La vana certezza che grazie alle nuove tecnologie smartcloud ciascuno avrebbe potuto avere accesso diretto a tutti i dati per prende-
re decisioni più efficaci ed efficienti è stata smentita, riducendo al contempo la speranza di poter decidere in tempo reale. È caduta l’illusione che le scelte possano avvenire in base alla valutazione razionale delle alternative ed è tramontata definitivamente l’idea dell’Homo oeconomicus che, in condizioni di incertezza e rischio, definiva opzioni di scelta in termini di utilità attesa. Si è aperta così la via al riconoscimento di altri aspetti d’impatto sulle decisioni quali, ad esempio, le motivazioni emotive. Molte ricerche ed esperimenti, focalizzati sulle strategie decisionali adottate in situazioni rischiose, hanno dimostrato che le persone in certe situazioni prendono decisioni “di pancia”, velocemente e senza cercare di massimizzare il vantaggio individuale. Non solo: le nostre scelte sarebbero fortemente condizionate dal modo in cui percepiamo, ci rappresentiamo ed elaboriamo le informazioni necessarie al processo decisionale. In assenza di dati e di elementi certi, ricorriamo in maniera crescente alle conoscenze derivate dalla nostra esperienza, le cosiddette euristiche, regole inferenziali, strategie di pensiero, scorciatoie cognitive che permettono di dare soluzioni rapide a problemi complessi e che, a certe condizioni, possono divenire fonte di errori sistematici e bias cognitivi. Che cosa occorre, quindi, per utilizzare il potere dell’intuito, evi-
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Management
Gymnasium manageriale
In una economia e in mercati turbolenti, imprevedibili, contraddittori e in costante cambiamento i manager si sentono spesso spaesati e minacciati. Cfmt propone un percorso formativo, tale da fornire brevi riflessioni e spunti per aprire nuovi orizzonti e paradigmi in grado di consentire di affrontare il presente e il futuro con rinnovata energia e percorsi pratici originali. Il Gymnasium rappresenta, fin dall’antichità, il luogo in cui ci si allena in agilità e forza per potenziare mente e corpo, tecnica e strategia, per bilanciare azione e pensiero critico e innovativo, migliorare le performance e accrescere energia diventando “autori del proprio futuro”. Il percorso del Gymnasium manageriale viene integrato da sei assessment a distanza, incentrati sulle capacità che vengono approfondite nelle giornate di formazione. Preliminarmente consente di ricevere un profilo con i punti di forza e i punti migliorabili della specifica capacità. In conclusione consente una verifica oggettiva dei reali livelli di miglioramento ottenuto. I coaching individuali arricchiscono il ciclo del Gymnasium manageriale consentendo di confrontarsi con ogni docente per definire un piano di miglioramento personalizzato. La partecipazione al Gymnasium è molto flessibile: puoi iscriverti a tutto il percorso o ai singoli moduli di tuo interesse, anche su edizioni differenti. I prossimi appuntamenti: Networking, relazioni e connessioni Milano, 16 aprile 9-18 Roma, 7 maggio 9-18 La sfida della creatività Milano, 16 maggio 9-18 Roma, 11 giugno 9-18 Decidere in un mondo ambiguo Milano, 13 giugno 9-18 Roma, 17 settembre 9-18
Conflitti e modernità Milano, 4 luglio 9-18 Sbagliando si innova! Roma, 10 ottobre 9-18 Dal team tradizionale al team “agile” Roma, 7 novembre 9-18
Per informazioni Milano - Serena Buzzi - sbuzzi@cfmt.it – 02 5406311 Roma - Valentina Chiaramonte - vchiaramonte@cfmt.it – 06 5043053 http://www.cfmt.it/formazione/percorso/gymnasium-manageriale
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tando di incorrere in errori sistematici? Per prima cosa riconoscere il valore dell’intuito e delle motivazioni emotive nel processo decisionale, poi conoscere le principali euristiche e prevederne l’impatto sulle proprie strategie decisionali, infine saper costruire “architetture di scelte”, cioè strutturare contesti che favoriscano i comportamenti desiderati, assicurando alle persone la libertà di scelta.
Il potere dell’incertezza per incrementare il pensiero prospettico e strategico Gian Carlo Cocco presidente Gian Carlo Cocco Sagl Fino a non molti anni fa la “visione prospettica” non era molto richiesta dalla maggior parte delle organizzazioni. Prevedere il futuro nei mercati in espansione consisteva sostanzialmente in una razionale capitalizzazione degli avvenimenti trascorsi filtrata in una logica incrementale (chi si sarebbe azzardato a formulare budget non in crescita?). Le mosse fondamentali che occorre mettere in atto possono essere sintetizzate in queste tre fondamentali strategie comportamentali:
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P OP DO CD AC SA TS T 1. riuscire a definire gli avvenimenti che ci riguardano (evitando l’approccio “tuttologo”: il confronto continuo è fondamentale) in termini dinamici anche in carenza di dati; 2. cogliere i segnali di cambiamento, i cosiddetti “segnali deboli”, avendo il coraggio di non fermarsi davanti alle apparenze; 3. rappresentare le possibili configurazioni future non più in termini definiti ma alternativi, utilizzando diversi scenari che consentono di ipotizzare, prima della condizione di emergenza, le mosse e contromosse richieste in ogni ipotesi formulata.
Raffaele Tovazzi filosofo esecutivo
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l lancio degli smartspeaker e la centralità della voce nei nuovi trend della comunicazione hanno portato alla ribalta un media che, pur esistendo da molti
anni, solo ora sta trovando la sua piena affermazione. Mi riferisco al podcast, vale a dire la tecnologia che permette di accedere a contenuti audio tramite la rete. Analizziamo i tre motivi per i quali ogni impresa dovrebbe integrare il podcast
In sostanza, occorre evitare di aggrapparsi alle convinzioni consolidate perché il caos e la conseguente imprevedibilità è anche, e soprattutto, una formidabile occasione per apprendere, purché si eviti di cadere preda solo dei timori e delle preoccupazioni. Le grandi e piccole conquiste sono il risultato di prove ed errori, passi falsi, incidenti, piccoli fallimenti che hanno il pregio di farci cogliere le opportunità. In questo senso, come propone Nassim Taleb, occorre diventare “antifragili”. Prendendo spunto dal remoto passato è possibile ricordare che gli antichi romani, i quali hanno ottenuto grandiosi successi dopo brucianti sconfitte, applicavano il pensiero stoico: prevedevano il peggio per rimanere ottimisti…
nelle proprie strategie di comunicazione del 2019:
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IL TEMPO: nella vita che si fa sempre più frenetica, i clienti e i collaboratori possono fruire dei nostri contenuti mentre stanno facendo altro. Ecco dunque che lo spostamento in macchina, il tempo trascorso sui mezzi, così come la corsa in palestra diventano i contesti ideali in cui formarsi e informarsi.
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LA GENETICA: l’udito è il primo senso con cui, ancora nella pancia della mamma, acquisiamo informazioni sul mondo esterno. Ne consegue che chi sa generare contenuti audio di valore è in grado di esercitare una grande influenza sul proprio pubblico, di qui il tasso di conversione commerciale del podcast che è superiore rispetto a qualsiasi altro media.
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LA DIFFERENZIAZIONE: la nostra vista è ormai satura di informazioni da cui siamo circondati ogni giorno e le campagne di comunicazione tradizionali non sono più in grado di catturare l’attenzione e generare interesse. Per questo motivo le multinazionali stanno investendo milioni di dollari per creare podcast: differenziandosi, prima degli altri, sia come media sia come contenuto.
Come sempre “chi prima arriva meglio alloggia”, e contro la filosofia dei detti popolari c’è poco da fare… Hanno quasi sempre ragione! Ti auguro dunque di essere il primo nel tuo settore a cogliere questa opportunità e a fare del podcast il tuo alleato per il successo.
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PRONTI PER IL 730? Approvato il decreto semplificazioni ma la dichiarazione dei redditi è ancora un grattacapo. Ecco come orientarsi in questo “labirinto di Minosse” per comprendere meglio gli accorgimenti da avere per non commettere errori e non perdere nessun beneficio fiscale
Romeo Melucci
Le principali novità
responsabile servizio fiscale 50&Più Caaf
Ulteriori spese per cui spetta la detrazione del 19% È possibile detrarre dall’Irpef le spese per l’abbonamento al trasporto pubblico su un massimale di spesa non superiore a 250 euro. A partire dall’anno 2018 saranno detraibili anche le spese sostenute in favore dei minori o di maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici. Sarà necessaria, oltre al certificato che attesta il disturbo specifico (dislessia, disgrafia, discalculia ecc.), anche la prescrizione rilasciata dal medico che attesta il collegamento funzionale tra i sussidi/strumenti compensativi e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato. Saranno inoltre detraibili nel 730/2019 anche le spese sostenute per l’assicu-
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razione stipulata contro eventi calamitosi per tutti gli immobili a uso abitativo.
Interventi di sistemazione a verde È possibile portare in detrazione le spese sostenute per la sistemazione a verde delle unità immobiliari e anche quelle sostenute per interventi effettuati sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali finalizzati all’implementazione del verde sia pubblico che privato. La detrazione non spetta per la “manutenzione ordinaria” oppure per l’acquisto di materiali per il proprio giardino, essendo necessario che si verifichi il presupposto di un
Tassazione Rita Da quest’anno il percettore della rendita temporanea anticipata ha facoltà di avvalersi in dichiarazione della tassazione ordinaria, in luogo di quella sostitutiva applicata dal soggetto erogatore, qualora la ritenga più favorevole.
Le insidie Spese sanitarie
intervento ex novo oppure del radicale rinnovamento a cura di un soggetto specializzato (giardiniere, ditta esterna ecc.).
sociale. L’aliquota di detrazione è elevata al 35% qualora l’erogazione liberale sia a favore di organizzazioni di volontariato.
Deduzione erogazioni liberali per onlus e associazioni di promozione sociale
Spese per interventi finalizzati al risparmio energetico
Il codice del terzo settore prevede che le liberalità in denaro o in natura erogate a favore degli enti del terzo settore non commerciali sono deducibili dal reddito complessivo del soggetto erogatore nel limite del 10%. In alternativa è possibile detrarre il 30% delle spese sostenute per le erogazioni liberali in denaro o in natura, a favore delle onlus e delle associazioni di promozione
Sono state introdotte nuove tipologie di interventi agevolabili con aliquota di detrazione al 65%. Inoltre, su alcuni interventi condominiali, se oltre al risparmio energetico si realizza anche una riduzione di classe del rischio sismico l’aliquota sale all’80% (con riduzione di una classe di rischio sismico), oppure all’85% (con riduzione di due classi).
Per le spese sanitarie la detrazione spetta per quelle sostenute nell’anno, per se stesso oppure nell’interesse dei propri familiari fiscalmente a carico. Se entrambi i genitori lavorano e il documento di spesa è intestato al figlio è necessario ricordarsi che se uno dei due genitori vuole portarla in detrazione al 100% dovrà annotarlo sul documento di spesa, pena il disconoscimento del beneficio fiscale. Al contrario, se entrambi i genitori la detraggono al 50% non andrà effettuata alcuna annotazione. Poiché la detrazione spetta sulle sole spese mediche dirette alla cura della salute della persona, con esclusione di quelle estetiche, è necessario verificare che la descrizione nel documento di spesa evidenzi la natura sanitaria della prestazione. Ad esempio nelle ricevute del nostro dentista la generica dicitura “trattamento e cura dei denti” potrebbe generare contestazioni, in fase di controllo, in quanto l’Agenzia potrebbe sostenere che siano di natura estetica (si pensi a chi provvede
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Leggere le avvertenze riportate sulla confezione
Fisco
Un’integrazione con Magnesio può essere utile in tutti questi casi.
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Affitto abitazione principale: prevista detrazione graduata in funzione del reddito per gli inquilini che stipulano contratti di locazione per la propria abitazione principale fino a un massimo di e 991,60 Interessi passivi su mutuo contratto 19% fino a e 4.000 di spesa
a farsi impiantare le cosiddette faccette dentali per migliorare il proprio aspetto). In questo caso è sufficiente conservare copia del preventivo di spesa dal quale si evinca la natura sanitaria della prestazione, oppure chiedere al proprio odontoiatra di integrare la fattura/ricevuta fiscale apponendo la dicitura “ciclo di cure mediche odontoiatriche specialistiche”. L’integrazione del documento di spesa, anche a posteriori, fatta dal medico che ha eseguito la prestazione consente, in via generale, di sanare eventuali carenze o criticità nella documentazione (circolare Agenzia entrate n. 7/2018).
Ristrutturazione 50% fino a e 96.000 di spesa Acquisto mobili ed elettrodomestici per immobili ristrutturati 50% fino a e 10.000 di spesa Riqualificazione energetica dal 50 all’85% della spesa entro i massimali previsti per ogni singolo intervento Interventi relativi alla sistemazione a verde (bonus verde) effettuati su singole unità immobiliari e su edifici condominiali 36% fino a e 5.000
FAMIGLIA Figli a carico* da e 950 a e 1.220 con importo variabile Famiglie numerose* da e 1.150 a e 1.820 Figli disabili da e 1.350 a e 1.620 Coniuge da e 690 a e 800 Altri familiari a carico** fino a e 750 Spese sportive figli 5-18 anni 19% fino a e 210 di spesa Assegno di mantenimento ex coniuge deducibile al 100% dal reddito Spese per studenti con disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa) per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici informatici 19% della spesa sostenuta senza limiti di importo
ISTRUZIONE Asili nido 19% delle spese entro il limite di e 632
Enti e casse assistenziali Per coloro che, in riferimento alle spese sanitarie, hanno contributi per assistenza sanitaria versati a enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale deducibili dal reddito (punto 441 della nostra CU2019) le spese, salvo casi particolari, sono detraibili solo per la parte non rimborsata. È necessario verificare con attenzione tutti i prospetti del nostro Fondo o Cassa di assistenza sanitaria per non commettere errori. Ma cosa succede se la Cassa sanitaria ha rimborsato nel 2019 spese sostenute nel 2018? In questo caso non è conveniente portarle in detrazione nel 730/2019 in quanto, essendo state rimborsate nell’anno 2019, dovremmo poi ricordarci di assoggettarle a tassazione nel 730/2020. Per chi si avvale del mo-
Spese scolastiche, tasse scolastiche, spese per la mensa e gite 19% della spesa entro il limite di e 786 Spese universitarie 19% delle spese di iscrizione senza limiti di importo per le università statali ed entro determinati limiti di spesa per le università private in Italia e all’estero Affitto studenti universitari fuori sede 19% entro il limite di spesa di e 2.633
SANITÀ Spese mediche e sanitarie: farrmaci con e senza prescrizione, dentista, visite specialistiche, interventi chirurgici, alimenti a fini medici speciali franchigia di e 129,11 Familiari con patologia esente 19% fino a e 6.197,48 di spesa Assistenza anziani 19% fino a e 2.100 di spesa per casa di riposo, assistenza personale Spese veterinarie 19% fino a e 387,34 di spesa (franchigia di e 129,11)
DISABILITÀ Spese sanitarie, mediche e di assistenza 19% senza limite d’importo Acquisto di strumenti tecnologici che promuovono autonomia 19% senza limite d’importo Auto 19% entro il limite di e 18.075,99 di spesa calcolato su 4 anni
TRASPORTI Acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale 19% entro il limite di e 250 Conserva fatture, scontrini, ricevute e tutti i documenti necessari per attestare, in caso di controllo, l’effettivo sostenimento della spesa. * Sono considerati a carico figli, coniuge e altri familiari con reddito non superiore a e 2.840,51. ** Coniuge separato, discendenti dei figli, genitori, generi e nuore, suoceri, fratelli e sorelle, nonni conviventi o titolari di assegno di mantenimento.
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DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2019 - LE DETRAZIONI
CASA
Fisco dello 730/2019 Precompilato dell’Agenzia deve prestare particolare attenzione all’eventuale compilazione del rigo D7 in quanto, se risulterà valorizzato “in automatico” dall’Agenzia, ci troveremo a pagare il 20% di imposte sull’importo ivi indicato. In questi casi, per evitare di pagare un conto “salato” e non dovuto, è sufficiente verificare il 730 presentato lo scorso anno per accertarci se, in riferimento all’anno 2017, abbiamo detratto al rigo E1 le sole spese sanitarie non rimborsate. In quest’ultimo caso sarà sufficiente eliminare dal 730/2019 Precompilato dall’Agenzia l’importo indicato al rigo D7 così da azzerare le imposte non dovute.
cancelleria, ma sono detraibili, oltre le spese di iscrizione e tasse, anche le spese per la mensa, i servizi integrativi quali l’assistenza al pasto, il pre e post scuola e anche le gite scolastiche. Passando alle spese universitarie sono detraibili quelle sostenute per le università statali, per l’intero importo, mentre per quelle private la spesa è detraibile ma entro i limiti stabiliti da un apposito decreto del ministero dell’Istruzione che, fino alla metà di marzo, non risultava ancora pubblicato. È prevista la detrazione anche per le spese sostenute all’estero, a condizione che si tratti di corsi universitari, oppure anche master, attivati da Università estere.
Spese istruzione per i figli Veniamo ora alle spese di istruzione per i figli. Ricordiamoci che non sono mai detraibili le spese per i libri di testo e i materiali di
Canoni di locazione studenti universitari fuori sede La detrazione deve riguardare contratti di locazione stipulati ai sensi della legge 431/1998 oppure canoni relativi ai contratti di ospitalità, nonché agli atti di assegnazione in godimento o locazione, stipulati dagli studenti con enti per il diritto allo studio, università, enti senza fine di lucro e cooperative. È bene evidenziare che la sublocazione non è prevista.
Spese di ristrutturazione La nota dolente è che per alcune spese di ristrutturazione sostenute nel 2018 va inviata la comunicazione all’Enea nel caso in cui si realizzi un risparmio o un efficienta-
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mento energetico oppure per l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia. Per l’elenco completo degli interventi per i quali vige l’obbligo della Comunicazione e la modalità di invio della domanda, è possibile fare riferimento alla Guida Enea pubblicata sul sito www.acs.enea.it. L’invio della Comunicazione va effettuato entro 90 giorni dalla fine dei lavori e per l’anno 2018 è stato prorogato al 1° aprile 2019. Chi non avesse provveduto entro il 1° aprile è consigliabile trasmetterla anche se in ritardo, salvo poi attendere la nuova circolare dell’Agenzia, in corso di emanazione, con i necessari chiarimenti. Nella peggiore delle ipotesi si potrà ricorrere alla cosiddetta remissione in bonis che consente di sanare la tardiva presentazione della Comunicazione Enea con la sanzione di 250 euro. La regolarizzazione andrà effettuata, in ogni caso, entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi. Riguardo alla spesa di ristrutturazione condominiale l’Agenzia ha chiarito che se questa è stata sostenuta da un contribuente non intestatario della relativa certificazione, potrà portarla in detrazione, in presenza degli altri requisiti, a condizione che annoti sulla certificazione rilasciata dall’amministratore la percentuale di spesa da lui sostenuta. Così, ad esempio, se la moglie è proprietaria di un immobile ma non ha redditi il marito, in
qualità di “familiare convivente” potrà detrarre la spesa di ristrutturazione condominiale annotando sul documento di spesa rilasciato dall’amministratore che è stata da lui sostenuta al 100%. In quest’ultimo caso è irrilevante che il documento sia intestato alla moglie, oppure cointestato, in quanto è l’annotazione che determina la percentuale di spesa sostenuta che è possibile portare in detrazione.
Dichiarazione precompilata Ricordiamoci che i dati contenuti nella dichiarazione precompilata dell’Agenzia non sempre sono completi e inoltre solo se il contri-
buente accetta la dichiarazione senza apportare modifiche nel reddito, nelle spese detraibili o deducibili, oppure nell’imposta si ha il beneficio dell’esonero dei controlli. Tale esonero, tuttavia, non è totale in quanto non si estende mai ai quadri “B” (redditi dei fabbricati), “C” (redditi di lavoro dipendente) e “D” (redditi diversi) per i quali il contribuente è sempre passibile di verifiche e controlli anche se non effettua alcuna variazione. Al di fuori di alcuni specifici oneri sono ancora molte le spese detraibili e deducibili che non sono presenti nel Precompilato dell’Agenzia. Rivolgersi a un operatore spe-
cializzato, come un Caf oppure un professionista abilitato, risulta essere la soluzione preferita dagli italiani, anche per non perdere le detrazioni e i benefici fiscali a cui si ha diritto.
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Leadership
LA SEMPLICITÀ COME RISORSA Lavorare sul concetto di semplicità ci porta a riflettere su quattro dimensioni decisive per indagare la vita contemporanea, in un continuo disequilibrio fra la propria vita personale e professionale: tempo, energia, decisioni, linguaggio. Una riflessione su come la semplicità del linguaggio e di azione rappresentino oggi un obiettivo manageriale decisivo per la gestione della propria energia, per generare una relazione distintiva con il cliente, per gestire un gruppo orientato al risultato, per istituire un dialogo profittevole con le generazioni più giovani.
Paolo Antonini co-fondatore ArtsFor
Valeria Cantoni presidente ArtsFor
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V
IVIAMO in un mondo sempre meno lineare, incerto, ambiguo, iperconnesso ed esponenziale, ma soprattutto pieno. Pieno di prodotti. Pieno di servizi. Pieno di competitor. Pieno di relazioni. Pieno di appuntamenti. Pieno di stress! Non stupisce che in un contesto di questo tipo trovino attenzione e spazio nel mercato numerose iniziative, a volte con un taglio new age, a volte efficientista alla Marie Kondo (scrittrice giapponese di libri di economia domestica, ndr), che ci offrono soluzioni, regole, scorciatoie per trasformare la nostra vita e riconquistarci spazio.
Più c’è complessità, più qualcosa di semplice si nota Ecco dunque che una riflessione contemporanea sulla semplicità non può che tenere in considerazione questo bisogno e focalizzarsi su quattro dimensioni fondamentali: il tempo, l’energia, le decisioni e il linguaggio. Amiamo alla follia chiunque ci faccia risparmiare tempo. E il risparmio del tempo è uno di quegli indicatori percettivi che ci fanno innamorare di un servizio, di un prodotto, di un collega. La sem-
plicità dona energia. Connette. Facilita. La semplicità è questione di decision making. È questione di smettere di fare alcune cose per poter pensare di farne delle altre. È porre l’accento sull’essenziale piuttosto che sul ridondante. È andare a caccia del profondo “perché” nascosto in quello che facciamo. La semplicità è comprensione e linguaggio. Solo chi ha davvero compreso un concetto lo può trasmettere-insegnare-condividere con gli altri in maniera chiara e dunque sintetica, efficace e semplice. Nelle sue lezioni sulla creatività, un gigante del pensiero come Bruno Munari ci conduce magistralmente nella dicotomia fra complicazione e semplificazione: “Complicare è facile, semplificare è difficile”. Per complicare basta
aggiungere tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, ma bisogna sapere cosa, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più della scultura che vuole fare. Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura? Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità. Semplificare non ha nulla a che fare con l’impoverire, depaupera-
re, banalizzare. Il risultato di un percorso di semplificazione ha sempre un valore maggiore rispetto al punto di partenza. Altrimenti non è semplificazione ma semplice riduzione di risorse. Non si tratta dunque di fare di più con meno, o di claim alla “less is more”, ma di comprensione e traduzione del valore che sto generando.
I dialoghi sono diventati scontri a due o più individui che non si ascoltano tra loro ma ascoltano solo se stessi e così facendo non progrediscono. Il dialogo è un’arte che necessita ascolto, qualità e attenzione
Pensiamo come parliamo Viviamo in una società dove al dialogo è stata sostituita la discussione. E la logica della competizione ha del tutto vinto su quella della cooperazione. I dialoghi contemporanei sono diventati scontri a due o più individui che non si ascoltano tra loro ma ascoltano solo se stessi e così
facendo non progrediscono. Il dialogo è un’arte che necessita ascolto, qualità e attenzione e deve essere insegnato, allenato e praticato. Invece non lo si insegna a scuola e neppure nelle business school. Per farsi ascoltare è necessario avere in testa e nel cuore pochi e chiari contenuti che conti-
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Leadership
Keep it simple: progettare semplicità per gestire complessità Il nuovo ciclo di incontri Artsfor_ è dedicato a un approccio alla leadership, più inclusivo e autorevole, che utilizza il concetto di semplicità come strumento manageriale chiave nella capacità di affrontare la complessità, a partire dalla disponibilità a mettere in discussione procedure e certezze acquisite e fissate in pratiche ormai consolidate. Capiremo qual è il vero significato della semplicità, a cosa serve, quando e come usarla e come metterla al servizio di sé, del gruppo di lavoro e degli obiettivi dell’organizzazione. Il ciclo vuole aiutare i manager a diventare efficaci designer di dialoghi, conversazioni e comunicazione, a partire dallo sviluppare capacità di costruire significati condivisi e assumere la responsabilità di saper togliere il superfluo per arricchire. Ogni incontro si costruisce con una struttura a “imbuto” che a partire da momenti ispirativi arriva a definire check-list comportamentali sul tema della semplificazione. Gli appuntamenti sono fruibili anche singolarmente: IL MANAGER TRADUTTORE. Come rendere la complessità accessibile al team www.cfmt.it/formazione/corso/il-manager-traduttore Roma, 21 maggio - 9-13 Milano, 15 ottobre - 9-13 IL MANAGER SINTETICO. L’arte suprema del dialogo www.cfmt.it/formazione/corso/il-manager-sintetico Roma, 18 giugno - 9-13 Milano, 19 novembre - 9-13 IL MANAGER DESIGNER. Progettare semplicità www.cfmt.it/formazione/corso/il-manager-designer Roma, 10 luglio - 9-13 Milano, 10 dicembre - 9-13 Per informazioni e iscrizioni Milano - Luisa Panariello - lpanariello@cfmt.it – 02 5406311 Roma - Valentina Chiaramonte - vchiaramonte@cfmt.it – 06 5043053
nuamente vanno negoziati con i bisogni e le emozioni altrui. È il momento di imparare a mettersi nei panni degli altri, sentire come se fossimo gli altri e dunque conoscere tanti mondi, uscire dal proprio orticello conoscitivo e dall’iperspazialismo. Occorre imparare a conversare con persone diverse da noi, che provengono da altri mondi e che sanno cose diverse dalle nostre.
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Dobbiamo avere la capacità di lasciare andare i dettagli del nostro sapere ed essere curiosi, investendo parte del nostro tempo per intrattenerlo in conversazioni di qualità dove possiamo imparare a vedere il mondo come non lo abbiamo mai visto. Per poter sostenere conversazioni di questo tipo ci sono alcune regole fondamentali senza le quali si cade nella discussione o tutt’al più nel
chiacchiericcio, da cui in entrambi i casi nulla si impara. Innanzitutto ci vuole volontà, il dialogo è sempre intenzionale, non viene da sé. Poi bisogna avere la disposizione d’animo di ascoltare il proprio interlocutore, mettendo da parte la propria narrazione interiore che ci racconta sempre la stessa storia. Ascolto attivo vuol dire sospensione del pregiudizio e disponibilità a lasciare entrare la narrazione dell’altro. Un altro elemento fondamentale è saper aspettare prima di rispondere, per poter riorganizzare le proprie idee a partire da quello che abbiamo ascoltato. Ordinare, riposizionare il pensiero, eliminando ciò che non è essenziale alla comprensione dell’altro. Qui la capacità di usare le parole giuste, precise, è fondamentale. Se il dialogo viene costruito su queste basi si possono generare conversazioni di qualità. Questo genere di conversazioni produce sempre innovazione perché i diversi punti di vista vengono accolti e danno vita a idee che sono ben di più della somma delle idee delle singole persone e allo stesso tempo riescono a includerle tutte. Da questo punto di vista, nell’ottica della leadership inclusiva, i manager sono chiamati sempre più a divenire facilitatori di conversazioni di qualità, filtrando la complessità delle emozioni che ne sortiscono per poter comprendere bene gli altri.
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OSSERVATORIO LEGISLATIVO a cura di Manageritalia
osservatorio
ATTUAZIONE DEL “REGIONALISMO DIFFERENZIATO”: INDAGINE CONOSCITIVA
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a commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali ha deliberato lo svolgimento di un’Indagine conoscitiva sul processo di attuazione del “regionalismo differenziato” ai sensi dell’art. 116, comma 3, della Costituzione che prevede che la legge ordinaria possa attribuire alle Regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” sulla base di un’intesa fra lo Stato e la regione interessata. La disposizione, introdotta nell’ambito della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, sino ad oggi non ha trovato piena attuazione. Nella parte conclusiva della XVII legislatura si sono registrate le iniziative di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto e l’avvio di un negoziato con il governo che ha portato alla sottoscrizione, il 28 febbraio 2018, di tre distinti accordi preliminari. Accordi che individuano come materie di prioritario interesse nel negoziato tra Stato e Regio-
ni la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, la tutela della salute, l’istruzione, la tutela del lavoro, i rapporti internazionali e con l’Unione europea. Con l’avvio della XVIII legislatura il processo in atto rimane di attualità politicoistituzionale, tanto che nel programma di governo è prevista l’attuazione del regionalismo differenziato. Il 14 febbraio scorso la ministra per gli affari regionali ha illustrato i contenuti delle intese al consiglio dei ministri. Nel frattempo, le bozze di intesa predisposte dalle Regioni allargano il negoziato a ulteriori materie rispetto a quelle stabilite dagli accordi preliminari tra le quali l’organizzazione della giustizia di pace, limitatamente all’individuazione dei circondari (per Emilia Romagna e Veneto) e il governo del territorio, le grandi reti di trasporto e navigazione e la valorizzazione dei beni culturali (per Lombardia e Veneto). Anche altre regioni hanno richie-
sto l’avvio di negoziati con il governo per il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia. In questo quadro complesso l’indagine potrebbe in particolare approfondire quale potrebbe risultare, nel nuovo sistema, la dinamica del riparto di competenze legislative tra Stato e livello regionale. Ciò con particolare riferimento, per le competenze devolute alle Regioni firmatarie dell’intesa, all’individuazione di modalità idonee a garantire il rispetto dei princìpi di leale collaborazione e di sussidiarietà. Nell’ambito dell’indagine conoscitiva, che si conclude entro aprile, la commissione procederà alle audizioni di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome, della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle province autonome, delle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto e del ministro per gli Affari regionali e ministro per il Sud.
RAPPRESENTATIVITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI
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a commissione Lavoro della Camera ha iniziato l’esame del disegno di legge d’iniziativa dell’on. Carla Gribaudo del Pd: Norme sull’accertamento della rappresentatività delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro privati. Il progetto di legge dispone che la rappresentatività nel settore privato venga accertata come media tra dato associativo e dato elettorale delle organizzazioni sindacali. Come metodo per la misurazione del “dato associativo” si prevede che il numero delle deleghe sia rilevato dall’Inps – sulla base della denuncia aziendale nel sistema Uniemens – e poi comunicato al Cnel. Per la misurazione del “dato elettorale” la proposta di legge dispone la rilevazione dei risultati conseguiti dalle organizzazioni sindacali nelle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie, risultati che vengono comunicati al Cnel.
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A livello nazionale saranno considerate rappresentative le organizzazioni sindacali dei lavoratori che hanno nella categoria o nell’area contrattuale una rappresentatività non inferiore al 5%, ma si potranno individuare anche altri parametri attraverso accordi interconfederali sottoscritti dalle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Manageritalia e Cida quando saranno chiamate in audizione porranno l’accento sul fatto che nessuno dei criteri previsti dall’iniziativa di legge si adatta a un’organizzazione dei manager e chiederà l’esclusione della disciplina o la previsione di una norma specifica. http://bit.ly/proposta-di-legge
IL MERCATO DEL LAVORO 2018
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ella media del 2018 il numero di occupati supera il livello del 2008 di circa 125mila unità. Si sono così recuperati i livelli pre crisi. Eppure qualcosa si è perso: nei primi tre trimestri del 2018, rispetto a dieci anni fa, mancano all’appello poco meno di 1,8 milioni di ore lavorate, ovvero oltre un milione di posti full time. Una ripresa, quindi, a bassa intensità lavorativa: più occupati ma per meno ore. È la diagnosi del rapporto Il mercato del lavoro 2018 elaborato da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. È il tempo determinato a toccare il valore massimo di oltre 3,1 milioni di occupati. In dieci anni i dipendenti con contratto a tempo sono aumentati di 735mila unità. Un aumento concentrato soprattutto nei dipendenti con rapporti a termine di durata fino a un massimo di sei mesi (+613mila). Nel documento si parla in modo diffuso del rapporto tra lavoro e grado di istruzione. Nel 2017 circa un milione di occupati ha lavorato meno ore di quelle per cui sarebbe stato disponibile. I dati sono sconfortanti: in Italia le menti migliori sono sotto occupate o fanno lavori per cui sono troppo qualificate. E quando non ne possono più scappano. Il rapporto dice che l’Italia per raggiungere i livelli occupazionali dell’Europa Occidentale dovrebbe avere circa 4 milioni di occupati in più. E che questo gap riguarda soprattutto i lavoratori qualificati, in particolare le lavo-
ratrici qualificate. Ci sono troppo pochi laureati e non diamo loro le posizioni apicali in modo da metterli in condizione di esprimersi al meglio. Non a caso siamo un Paese in cui più di 5 milioni e mezzo di persone risultano essere occupati sovraistruiti, con un titolo di studio molto superiore rispetto alle mansioni a loro richieste. Secondo i dati, è sovraistruito un laureato ogni tre. Un fenomeno in continua crescita sia in virtù di una domanda di lavoro non adeguata al generale innalzamento del livello di istruzione, sia per la mancata corrispondenza tra le competenze specialistiche richieste e quelle possedute. Nel report si legge che la mancanza di opportunità lavorative adeguate può comportare la decisione di migrare all’estero, fenomeno in crescita negli ultimi anni: da 40mila del 2008 a quasi 115mila nel 2017. Un dottore di ricerca ogni cinque, a quattro anni dal conseguimento del titolo vive e lavora all’estero, magari in un’università, che altrove assorbe il 13% dei dottori, mentre da noi solo il 4,3%, o in un centro di ricerca pubblico (7,4% contro 2,4%). Per raggiungere il tasso di occupazione della media Ue15 (nel 2017 pari a 67,9%, contro il 58% di quello italiano) il nostro Paese dovrebbe avere circa 3,8 milioni di occupati in più. Secondo il rapporto la distanza dalla media europea è anche frutto della diversa partecipazione per genere: in Italia meno della metà delle donne tra 15 e 74 anni appartiene alle forze lavoro (48,1% contro il 59% dell’Ue). http://bit.ly/mercato-lavoro2018
DELEGA AL GOVERNO PER SEMPLIFICAZIONE E RIASSETTO IN MATERIA DI LAVORO
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l governo a fine febbraio ha approvato 10 disegni di legge di delega per le semplificazioni e i riassetti normativi di diversi settori. Tra queste si prevedono anche uno o più decreti legislativi sulle norme in materia di lavoro da emanare entro due anni, al fine di creare un sistema organico e soprattutto chiaro e costruire un complesso di disposizioni di semplice applicazione da parte di lavoratori e datori di lavoro.
Verranno coinvolti: la materia dell’apprendistato, per semplificare gli adempimenti posti in capo al datore di lavoro sugli obblighi di formazione; la materia dei servizi per l’impiego e delle politiche del lavoro, nonché dei relativi sistemi informativi di supporto, al fine anche di collegare meglio le politiche sociali con le politiche del lavoro; l’organizzazione di agenzie, enti e organismi dell’amministrazione statale che svolgono compiti in materia di servizi per l’impiego e politiche del lavoro, compresi quelli preposti all’analisi delle politiche pubbliche, anche attraverso il loro accorpamento; l’obbligo per l’amministrazione di rendere facilmente
conoscibili e accessibili le informazioni e i dati in materia, assicurando l’integrazione e lo scambio di dati tra le amministrazioni dello Stato e altri soggetti pubblici e privati. Fermo restando che una delega al governo così ampia a materie così importanti rappresenta una pericolosa espropriazione ai poteri del Parlamento, non c’è dubbio che un riassetto della materia delle politiche del lavoro, dopo l’esito referendario del 2018, va fatto. Manageritalia è molto interessata al provvedimento e vigilerà sul dettato normativo. http://bit.ly/ddld-lavoro
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COSA CERCANO I RUSSI ONLINE? Consumi e trend nel rapporto annuale di Yandex. Opportunità per il Made in Italy
Giulio Gargiullo digital marketing manager
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L MERCATO RUSSO rimane uno dei più interessanti per il Made in Italy, come risultato dai numerosi accordi commerciali e culturali fra i due paesi. Il 17 dicembre, presso il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Farnesina, si è svolto il Forum imprenditoriale ItaliaRussia in occasione del Circeif. Ad aprire i lavori il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi, e il ministro dell’Industria e del Commercio della federazione russa Denis Valentinovich Manturov. Moavero ha segnalato l’ottima performance dell’interscambio fra Italia e Russia che raggiunge i 20 miliardi di euro. Le esportazioni dell’Italia in Russia sfiorano gli 8 miliardi, le importazioni dalla Russia si attestano intorno ai 12 miliardi. L’interscambio coinvolge i settori tradizionali di export fra Italia e Russia, come è molto positivo il giro d’affari fra aziende russe e italiane nei due paesi per quel che concerne nuove tecnologie, tecnologie intelligenti, macchinari.
Nei primi otto mesi del 2018 l’incremento è stato del 5%. Dal rapporto annuale di Yandex – principale motore di ricerca russo – emergono tendenze interessanti sui desideri dei russi o sugli accadimenti che hanno segnato la Federazione Russa nel corso dell’anno.
Gli eventi di maggior richiamo L’evento più cercato su Yandex sono stati i Mondiali di calcio tenutisi in Russia, divenuto un vero successo internazionale di grande orgoglio per Mosca. Subito dopo appaiono le Olimpiadi invernali di Pyeongchang. Fra gli eventi maggiormente ricercati c’è anche la tragedia di Kemerovo in Siberia, lo scontro fra Khabib Nurmagomedov e Conor McGregor e le elezioni presidenziali in Russia che hanno portato al quarto mandato del presidente Vladimir Putin.
Moda e viaggi Fra i trend emergenti in generale del motore di ricerca russo, d’interesse per il Made in Italy, uno
studio mostra il forte interesse per il settore fashion, che cresce del +39%, e il settore travel, con un +60% su destinazioni internazionali e con sempre maggiori ricerche mirate e sempre maggiori prenotazioni online di hotel, tour e biglietti aerei. Sulla fine del 2016 e la fine del 2017 in Yandex sono aumentate notevolmente le ricerche in vari ambiti del travel e delle prenotazioni alberghiere e turistiche in generale. Con l’uscita dalla crisi e la stabilizzazione del rublo, i russi a fine 2016 hanno ricominciato a viaggiare nel mondo. Dai dati di Global Blue Italia sul periodo gennaio-giugno 2018 i turisti russi occupano il 14% del mercato tax free, con uno scontrino medio di 634 euro. I turisti dello shopping dalla Russia prediligono per gli acquisti soprattutto Milano, Roma e Firenze.
I CONSUMATORI RUSSI E IL FASHION MADE IN ITALY Queries da Mobile
Queries da Desktop
(in milioni)
(in milioni)
+ 10%
+ 81% 72,3
112,9
103,0
39,9
2016
2017
2016
E-COMMERCE IN RUSSIA (MILIARDI DI DOLLARI) + 170% 46 17 13,7
Telefonia Per quanto riguarda la telefonia mobile i russi si sono dimostrati particolarmente interessati agli smartphone Huawei. A scendere questi hanno cercato: Huawei Honor 10, Apple iPhone XS e iPhone XR, Huawei P20 Pro, Xiaomi Redmi Note 5, e Huawei Honor 9 Lite.
Opportunità per le aziende italiane In generale il mercato online della Federazione Russa rimane molto interessante per le aziende
2017
Tratto da: wordstat.yadex.ru. Worldwide
2023
2018
italiane e internazionali, anche se bisogna fare ancora i conti con le leggi locali, la burocrazia e il potere dei grandi player locali.
E-commerce in forte crescita L’e-commerce russo è in constan-
2017
te crescita e chiude il 2018 con 17 miliardi di euro. Da un recente rapporto di Morgan Stanley nel 2023, l’e-commerce russo raggiungerà i 46 miliardi di euro, con una crescita del +170%.
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Innovazione
MANAGER PER FAR DECOLLARE L’IMPRESA Continua l’attività di affiancamento degli associati Manageritalia alle startup finanziate da Invitalia con il programma Smart&Start Italia. L’impegno manageriale e quello imprenditoriale si incrociano in più direzioni: non solo quella evidente di far partire l’impresa, ma anche quella più sottile di agire insieme sulle implicazioni delle tecnologie informatiche. Un incrocio che determina un grande arricchimento umano e professionale. E il Sud riserva una bella sorpresa…
I
N QUESTO NUMERO vi raccontiamo altre due esperienze di collaborazione proficua tra neo imprenditori di startup e manager associati a Manageritalia (le prime storie sono state raccontate nei numeri 1-2/2018 e 12/2016). L’attività di mentorship è stata avviata nel 2016 a seguito della firma di un Protocollo con Invitalia e Federmanager.
Va detto, per inciso, che l’attività di consulenza manageriale si è poi estesa negli ultimi mesi anche su altri fronti, come quello della digitalizzazione delle imprese, dove Unioncamere ha richiesto a Manageritalia l’apporto di figure professionali per le imprese che hanno necessità di innovarsi e di trasformare verso il digitale la propria attività, come richiesto dal progetto Impresa 4.0.
Valeria Pistolese responsabile relazioni istituzionali Manageritalia
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Innovazione
IL MANAGER ANGELO POSTIGLIONE
MicroBees è una piattaforma che serve per generare efficientamento, risparmio di tempo e di consumi e miglioramento del comfort lavorativo o di vita fondata dall’ingegnere informatico Carmelo Mirabile. Un esempio di Internet of things dove gli oggetti diventano intelligenti, connessi in rete e aiutano l’uomo. È un’azienda che mette a disposizione idee, knowhow, prodotti, un bagaglio di esperienze effettuate con marchi quali Magneti Marelli, Easy4cloud, Kineton, ecc. Crea collegamenti con altre piattaforme come Google Assistant e Alexa e cura, per i suoi clienti, il cloud, lo storage, la sicurezza e l’hardware. Immaginate di far impostare le accensioni tramite le previsioni meteo. Ad esempio, se possedete un irrigatore automatico, si potrà diminuire l’acqua se l’umidità nell’aria è alta, oppure stac-
carla del tutto se sta piovendo. Tutto questo grazie alle funzioni cloud curate da MicroBees. Ma, pensando più in grande, MicroBees può anche provvedere alla re-ingegnerizzazione di processi aziendali in chiave Industria 4.0, o allo sviluppo di nuovi prodotti o evoluzione in chiave IoT, o a fornire soluzioni per sviluppatori, integratori e hardware makers. In questo contesto in rapidissima crescita si è calato il nostro associato Angelo Postiglione come mentor in-
«Ho una lunga esperienza di direzione generale in aziende del settore tessile e dell’abbigliamento e da fine 2016 sono in pensione. Dal quel preciso momento mi sono chiesto come avrei potuto utilizzare e trasferire il mio knowhow. Leggo sulla rivista di Manageritalia del progetto Smart&Start Italia. Mi piace e mi propongo. Ad aprile 2017 mi viene proposta un’azienda di Aversa (Caserta) che opera nell’area IoT. Un settore, quello della smart home, in forte crescita (il mercato italiano, quarto in Europa, ha incrementi a due cifre – 185 milioni nel 2016, 250 milioni nel 2017 e 380 milioni nel 2018) ma molto competitivo e frammentato (il 50% dell’offerta è presentata dalle startup che si confrontano con grandi player come Apple, Google…). Accetto. I primi contatti telefonici per conoscerci
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APRILE 2019
viato da Invitalia. «Tra le opportunità del programma di agevolazioni promosso da Invitalia abbiamo colto la possibilità di accedere a un programma di tutoring» racconta Carmelo Mirabile. «In particolare, abbiamo colto la possibilità di ricevere affiancamento nell’area commerciale e marketing da parte di consulenti esperti, settori sui quali ritenevamo di dover lavorare e crescere maggiormente. Grazie alla competenza e all’esperienza del consulente abbiamo individuato nuovi settori chiave e soprattutto più efficaci metodologie commerciali da usare per aggredirli efficacemente. Abbiamo subito effettuato dei test su potenziali clienti e verificato l’effettiva efficacia dei metodi elaborati insieme. Nei prossimi mesi metteremo in campo le strategie elaborate e siamo fiduciosi che riusciremo a incrementare le vendite».
e valutare le necessità. Si decide di operare nell’area commerciale e marketing e di approfondire i plus della loro proposta. L’esperienza mi ha dato la possibilità di confrontarmi con mercati nuovi e diversi da quelli dove ho operato durante la mia carriera lavorativa; per l’azienda un supporto manageriale e per entrambi gli attori un arricchimento personale e professionale. Ho toccato con mano che le startup possono contribuire in modo concreto allo sviluppo dell’economia con quel patrimonio assolutamente indispensabile che sono le idee. E come si possano sviluppare forme di collaborazione utili e proficue, come quella tra Manageritalia e Invitalia. A questo voglio aggiungere che ho piacevolmente scoperto un Sud dove le idee, la capacità imprenditoriale, la determinazione e la conoscenza delle nuove dinamiche aziendali (vedi ad esempio Impresa 4.0 ) sono già una realtà! La consapevolezza di un Meridione dove “fare impresa” è un concetto molto più sviluppato di quanto pensiamo».
Datalabs nasce dall’idea imprenditoriale di Dario Buzzi, founder e ceo, e dalla capacità manageriale di Francesco Isabelli, founder & managing director, che si ritrovano dopo 20 anni di esperienza congiunta sulla gestione e valorizzazione dei dati. «La decisione di restare in Italia e non andare in Usa per fare qualcosa di innovativo è uno dei cardini sul quale abbiamo costruito la nostra società. La vicinanza ai clienti, la conoscenza della materia e la voglia di emergere in un mercato “quasi” del tutto controllato dalla Silicon Valley rappresenta per noi un grosso vantaggio in un mercato in forte crescita come quello del Big Data», affermano i due soci. Il Gruppo consulenza e innovazione (Gci) ha incubato il progetto Datalabs nelle diverse strutture consulenziali del gruppo. In aprile 2017 è stato deciso lo spin-off delle attività ed è stata registrata Datalabs srl presso la Camera di commercio di Milano come startup innovativa. Sono già stati individuati e
messi a disposizione di Datalabs i migliori talenti del gruppo (cto, developer) per raggiungere, con l’ingresso del managing director a inizio 2018, gli obiettivi di crescita definiti nel business plan. È proprio nel 2018 che Datalabs raggiunge da subito risultati interessanti sia per l’acquisizione di importanti clienti (le prime 3 banche italiane…) sia di visibilità italiana e internazionale, ricevendo due prestigiosi riconoscimenti: premiata alla borsa italiana da Le Fonti innovation awards per eccellenza dell’anno 2018 - Innovazione & Leadership nell’ambito big data ana-
investitori. Si è rivelata essenziale la fase iniziale di analisi, ampiamente discussa e condivisa con l’azienda. L’obiettivo è stato rendere quanto più percorribile, credibile e sostenibile il piano industriale di sviluppo, quindi accattivante perché diverso da altri, agli occhi degli investitori. Se è vero che queste esperienze di supporto sono utili a chi ne beneficia, è altrettanto vero che lo stesso beneficio è per chi ha prestato la propria opera a supporto. Questo è ciò che posso testimoniare per aver arricchito il mio background anche grazie a questa bellissima esperienza».
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IL MANAGER PIERO ZANOTTI
«Dall’inizio di questa collaborazione, che mi vede in campo quale mentor a supporto di un’azione di coaching curata da Invitalia, con la collaborazione di Manageritalia, ho avuto modo di confrontarmi in uno scenario a me del tutto nuovo se paragonato alle attività che hanno caratterizzato la mia carriera lavorativa. Fra i vari interventi dei mesi trascorsi, l’ultima esperienza significativa mi ha visto implicato in attività di mentor rivolto a un’azienda milanese in fase di startup, Datalabs, che opera nel settore della digitalizzazione, segmento del quale ormai sentiamo parlare nella quotidianità. Il lavoro che mi è stato chiesto, condiviso con l’azienda, è stato quello di accompagnarli e supportarli nella preparazione del business plan rivolto principalmente a potenziali
ytics; nominata tra i 10 top data analytics solution providers del 2018 in Europa dalla prestigiosa rivista Cioapplications Europe. In questo percorso di crescita è stato fondamentale per Datalabs farsi supportare da advisor e mentor per accelerare il progetto di crescita rivolgendosi anche a investor per la raccolta fondi. Tra i primi a credere nell’innovazione è stata Invitalia, che a fine 2017 ha chiuso un accordo per il finanziamento delle prime spese. Grazie al supporto di Invitalia l’impresa ha continuato il percorso di crescita che a fine 2018 ha visto una proficua collaborazione con Piero Zanotti per un’attività di mentorship nell’ambito di strategia, organizzazione e innovazione. Ora siamo pronti alla seconda fase di Datalabs e dal mese di gennaio stiamo incontrando i primi possibili investitori (istituzionali, privati e industriali) per la raccolta di fondi al fine di accelerare ulteriormente il nostro progetto».
Indagine
I QUADRI E
Conoscono e apprezzano i servizi, ma li utilizzano poco. Puntano sulla formazione offerta dall’associazione per gestire la carriera, ma ne fanno ancora troppo poca. Sono sui social, ma poco attivi. Dall’Organizzazione dei manager del terziario vogliono tutto. Hanno già tanto (servizi, appartenenza e community, movimento per
SERVIZI: CONOSCENZA, UTILIZZO, SODDISFAZIONE
Consulenza legale, previdenziale, copertura rischi fornita dalle associazioni on site
89,2% 86,2% 70%
16,8%
AskMit (team di avvocati, fiscalisti, giuslavoristi, notai e commercialisti che danno consulenza online in 48h) Consulenza di carriera Servizi professionali e non presenti in area riservata My Manageritalia del portale
81,3% 55,3%
11,6% 3,7% 2,6%
Soddisfatti
Alta la conoscenza dei servizi offerti e la soddisfazione di chi li utilizza. In generale serve spingere all’utilizzo di alcuni servizi, soprattutto quelli meno legati al verificarsi di un bisogno contingente ma indispensabili per gestire attivamente la carriera. La classica scusa “non ho tempo” in un contesto come quello attuale lascia, ancor più oggi, il tempo che trova e poche chance di essere davvero sul mercato e appetibili anche per la stessa azienda in cui si lavora.
72,6%
30,5%
Informazioni su servizi e attività sul portale Manageritalia
Utilizzano
97,2% 75,3%
19,5%
Piano di formazione manageriale
Conoscono
78,4%
19%
Consulenza contrattuale
95,5% 51,1% 85,7% 42,1% 100%
PIANO DI FORMAZIONE: I DESIDERATA SVILUPPO DI CARRIERA
SVILUPPO MANAGERIALE
SVILUPPO PERSONALE
89% 80,5%
83,2%
80%
Gestione Comunicazione Digital Negoziazione della propria online e leadership e influenza carriera personal branding and innovation
76,8% Gestione conflitti
70% Gestione del tempo
Forte la richiesta di formazione nella gestione della carriera, nello sviluppo di soft skills oggi più attuali, ma ormai un musthave come innovazione e digital. Alla convinzione che siano indispensabili, e quindi alla forte richiesta, deve poi però seguire un reale e concreto utilizzo, che come abbiamo visto è nei fatti troppo scarso.
CHI HA FATTO FORMAZIONE NEL 2018 62%
80% 62% 53%
68%
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MANAGERITALIA incidere a livello economico e sociale, rappresentanza istituzionale), ma vogliono ancora di più. Questi i risultati dell’indagine sui quadri effettuata da AstraRicerche per Manageritalia a fine gennaio intervistando via web un campione di 190 quadri, rappresentativi dei circa duemila iscritti.
SOCIAL: CHI C’È E COME Si è sui social, soprattutto quelli professionali, perché così dicono e fan tutti. Ma, oltre al fatto che c’è ancora chi non c’è, chi c’è sta ancora troppo alla finestra: non frequenta e non si costruisce sicuramente un personal branding. Rimandati, con l’obbligo di frequentare e prendere la parola per fare davvero branding e provare a essere un brand.
90%
69%
49%
43%
67%
45%
30%
16%
COME VIVONO IL RAPPORTO E L’OFFERTA ATTUALE DI MANAGERITALIA E COSA SI ASPETTANO PER IL FUTURO Siamo in linea con una nostra recente indagine dove i manager intervistati (dirigenti, quadri e professional) hanno chiesto con forza una forte rappresentanza a 360° con servizi e consulenze professionali, rappresentanza verso le istituzioni e valorizzazione e veicolazione del loro contributo allo sviluppo economico e sociale, anche fuori e oltre quanto fanno in azienda. Su tutto i servizi professionali. Oggi Servizi professionali e personali
81,1%
Futuro Appartenenza/networking (occasioni di socializzazione, confronto)
95,8%
Movimento (valorizzazione del contributo, delle idee e delle proposte dei manager nell’economia e nella società)
58,4%
Anche qui a conferma del fatto che, in quella stessa indagine, ci hanno chiaramente detto che “la gestione dello sviluppo professionale, un tempo supportata dalle aziende, è oggi sempre più lasciata all’individuo che per questo ha bisogno di organizzazioni che lo supportino”. Insomma, il terreno è fertile per fare una community sempre più forte, utile e coesa.
81,6%
64,2%
83,2%
Rappresentanza istituzionale (verso istituzioni, politica)
55,3%
82,6%
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Uno di noi
IL MANAGER DEL FINTECH A tu per tu con Alessandro Bruno Bossio, associato a Manageritalia Friuli-Venezia Giulia. Con lui parliamo di innovazione dei modelli di business e di crescita professionale. Cosa vuol dire oggi essere un ma-
Alessandro Bruno Bossio, vp of sales & operations for the Digital Wallets division (Neteller & Skrill) Paysafe.
Enrico Pedretti
nager dell’online e del fintech? «Vuol dire operare in un’industria molto giovane, estremamente dinamica e innovativa, ancora non completamente consolidata. Nel fintech ci sono nuove regolamentazioni ogni giorno. Per sopravvivere bisogna adattarsi in fretta. Il personale è giovane e internazionale: la cosa più importante per un manager è far sì che i propri impiegati capiscano che avere resilienza, nuove idee, saper risolvere problemi con creatività sono caratteri fondamentali anche rispetto a determinate competenze tecniche». Quali sono i punti di forza da mettere in campo? «Bisogna mantenere un collegamento fra digitale e “analogico”. A volte un face-to-face vale molto di più di una videochiamata, anche se questa rende meno distanti team che operano da diversi luoghi. Il ruolo del manager deve essere quello di far sentire protetto il proprio personale e aiutarlo a superare insicurezze attraverso la capacità di mettersi in gioco velocemente focalizzandosi sui risultati, sempre
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mantenendo un atteggiamento ottimista e propositivo». Come stare al passo dei continui cambiamenti tecnologici? «Con una forte e genuina passione per questo ambito, evitando di prendere le nostre preferenze da consumatore individuale come se fossero universali. Mantenere pochi pregiudizi, comprendendo che l’innovazione non è qualcosa che aspetta la nostra approvazione. Tenersi al corrente con ciò che accade anche in altri paesi è fondamentale, soprattutto frequentando conferenze sul tema. Sicuramente è impossibile prevedere i cambiamenti tecnologici nel dettaglio, e una buona dose di creatività e immaginazione aiuta molto in questo settore». Come cercare e gestire innovazioni nei modelli di business? «Per il proprio business rimanendo profondamente in relazione con i concorrenti più consolidati ma anche confrontandosi con le numerose startup del settore (e non solo). Per quanto riguarda i propri clienti ormai non esiste più un approccio focalizzato sulla persuasione. Cre-
MANAGERITALIA FRIULI-VENEZIA GIULIA
do molto che la chiave del successo di team commerciali risieda nella loro capacità di comprendere, analizzare e poi proporre le soluzioni più rilevanti ai propri clienti». Quale il contributo dei manager in un settore come questo? «Tenersi informati ma essere soprattutto curiosi delle innovazioni. Bisogna avere un approccio privo di pregiudizi per fare spazio all’innovazione. Bisogna essere capaci di saper estrarre quello che può rappresentare un’evoluzione nella propria azienda. Si tratta anche di gestire piani aziendali a breve termine con obiettivi molto vicini fra loro. Si lavora sotto costante pressione e con personale molto giovane, il che significa fare in modo che non si creino situazione di “burnout”». Qual è l’importanza delle persone e come farne un’arma distintiva e vincente gestendo team a livello globale? «Quando si ha a che fare con personale proveniente da più di 15 diverse nazionalità il primo passo da fare è avvicinarsi alla loro cultura. A livello aziendale, si deve puntare a instaurare una cultura dove le persone non hanno paura di sbagliare, ma dove si ha il coraggio di prendere decisioni dinamiche e di riparare su eventuali errori commessi». Cosa fare per continuare a crescere professionalmente? «Tenere le “orecchie aperte” e co-
gliere ogni occasione di confronto. Personalmente mi domando quotidianamente cosa posso fare per espandere i miei punti di forza e per essere sempre più consapevole dei miei limiti. Avere un team con una consolidata sintonia e fiducia e ascoltarlo aiuta parecchio a crescere professionalmente. Inoltre i corsi del Cfmt mi hanno aiutato
L’associazione in numeri Dirigenti 137 Quadri 21 Executive professional 41 Pensionati 112 TOTALE 311 Maschi 351 Femmine 60 dati di aprile 2019
molto nel mettermi in discussione e acquisire nuove competenze».
gna anche sempre mettersi in discussione».
Lei ha scelto di vivere a Udine pur muovendosi a livello europeo e mondiale. Perché e come fa? «Il mio legame con Udine è principalmente affettivo: è casa mia da quando ero adolescente pur avendo passato 11 anni all’estero. Udine è una città a dimensione familiare, con pochissima criminalità e tantissimi servizi. La vicinanza a tre aeroporti (Venezia, Treviso e Trieste) permette di spostarmi agevolmente e, quando non viaggio, riesco a “staccare” del tutto: il riposo è importante quanto il lavoro».
Managerialmente parlando, Udine e Friuli-Venezia Giulia come sono? «Il fatto che in regione la maggior parte delle aziende sia medio-piccola non favorisce molto la figura del manager. Spesso il suo ruolo viene quasi visto come superfluo, un costo ulteriore, mentre sicuramente ci sono dei settori dove la presenza di manager che portino novità nel marketing e nella coordinazione degli sforzi possono produrre vantaggi ancora inespressi. Devo dire però che qualcosa inizia a muoversi».
Quali i modi per fare networking con vantaggi per sé e l’azienda, magari anche divertendosi? «Nel mio settore, ironicamente, il modo migliore non è virtuale ma reale. Senz’altro LinkedIn è fondamentale, ma partecipare a conferenze del settore dei pagamenti, dell’e-commerce ecc. risulta importante. Bisogna mostrarsi curiosi, socievoli e non bisogna avere paura di fare tante domande. Biso-
Lei è associato a Manageritalia Friuli-Venezia Giulia: che rapporto e quali vantaggi ha? «Da quando ne faccio parte sono sempre stato accolto in modo molto caloroso, forse anche per via del fatto che ho 34 anni. Direi che al di là dei vantaggi sulle spese sanitarie e sulle coperture assicurative, quello che ritengo sottovalutato sia l’accesso ai corsi del Cfmt».
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INIZIATIVE MANAGERITALIA
M
Madonna di Campiglio è sinonimo di garanzia e anche quest’anno non è stata da meno. La perla delle Dolomiti ci ha regalato infatti una settimana di tempo splendido, dove l’acceso turchese del cielo spiccava sul bianco delle montagne come nemmeno i migliori filtri di Instagram saprebbero fare... uno spettacolo da togliere il fiato, una gioia per gli occhi e per lo spirito. E lo spirito, in questo caso agonistico, non è certo mancato tra gli oltre sessanta sciatori che si sono dati appuntamento sabato 16 marzo per il rush finale sulla storica Fis 3Tre, dopo una settimana di “duro” allenamento sulle innumerevoli piste (ben 150 km a disposizione) del comprensorio di Madonna di Campiglio,
Pinzolo, Folgàrida e Marilleva. Un comprensorio molto amato anche dagli snowboarder, che hanno potuto cimentarsi in discese acrobatiche nei 70.000 mq di snowpark a loro disposizione. Tanto sci è stato piacevolmente intervallato dall’ottima cucina proposta dal Golf Hotel della catena TH Resorts e dalla sua spa che, a fine giornata, è risultata un toccasana per i muscoli affaticati. Immancabile l’appuntamento a metà settimana con la cena tipica nel rifugio ad alta quota, sempre molto apprezzata dai nostri ospiti. Quest’anno siamo andati al Rifugio Boch sul Grosté, un’occasione non solo di divertimento ma anche di ulteriore networking tra un
Vincitori assoluti dirigenti
In collaborazione con Vincitori dirigenti master
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CLASSIFICA Madonna di Campiglio Pista Fis 3Tre
canederlo e un buon bicchiere di Teroldego. Veniamo ora alla gara di slalom: dicevamo, pista Fis 3Tre, dislivello di 350 metri con 41 porte, neve primaverile. Aprono le danze le donne dirigenti, tutte milanesi (categorie D9+D6), che vedono vittoriosa Antonella Portalupi con il tempo di 2’45.03, seguita da Rosa Grazia Bombini, che nonostante una caduta ha saputo “risollevarsi” e riprendere la gara. Tra i dirigenti uomini più âgé (categorie C10+C9) vince il veronese Giorgio Castellazzo con il tempo di 2’05.95, seguito da Silvano Storti e Bruno Salgarello. La categoria dirigenti C8+C7 decreta vincitore il trentino Franco Tomasi (2’04.58) con uno scarto di soli 38 centesimi di secondo sul suo storico (e attapirato!) avversario Paolo Forrer. Terzo posto invece per Claudio Anselmi dal Piemonte. Tra le “giovani leve” manageriali (categorie B6+B5+B4) vince l’alto atesino Florian Schwienbacher che con 1’45.98 si aggiudica anche il miglior tempo assoluto. Lo seguono Alberto Gioia secondo e Paolo Ambrosi terzo, per un podio tutto made in Trentino.
Tra i familiari e ospiti da segnalare l’ottima prestazione della famiglia Romano che si aggiudica ben tre podi: il padre Fabio secondo tra gli uomini (2’14.63), preceduto da Carlalberto Chiavicatti (1’57.22) e le due figlie Benedetta e Costanza rispettivamente prima e seconda nella categoria Under 21, prime e seconde anche come miglior tempo assoluto tra tutti gli ospiti. Nina Schwienbacher quest’anno si deve accontentare del terzo posto mentre il fratello Tim si aggiudica il primo nella categoria Under16 + Under12 (1’58.28), seguito da Federico Giordano e Davide Politi. Tra i ragazzi Seniores/Under21 vince Federico Sardella (2’13.30), seguito da Gianmarco Sabatini e Giuseppe Mauro. Chiudiamo con le familiari/ospiti donne categoria D8+D5 con il podio così formato: Italia Santo prima con il tempo di 2’32.81, seconda Mirella Pol Bodetto e terza Cristina Hulpe alla sua prima esperienza “agonistica”. Vi aspettiamo il prossimo anno per festeggiare insieme la QUARANTESIMA EDIZIONE della Coppa di sci Manageritalia, non potete mancare!
Categoria Dirigenti Master D9-D6 Fem 1. Antonella PORTALUPI 2. Rosa Grazia BOMBINI
2’45.03 3’03.47
Categoria Dirigenti Master C10-C9 1. Giorgio CASTELLAZZO 2. Silvano STORTI 3. Bruno SALGARELLO
2’05.95 2’14.76 2’34.60
Categoria Dirigenti Master C8-C7 1. Franco TOMASI 2. Paolo FORRER 3. Claudio ANSELMI
2’04.58 2’04.96 2’12.87
Categoria Dirigenti Master B6-B5-B4 1. Florian SCHWIENBACHER 2. Alberto GIOIA 3. Paolo AMBROSI
1’45.98 1’53.67 2’05.12
CLASSIFICA ASSOLUTA DIRIGENTI 1. Florian SCHWIENBACHER 2. Alberto GIOIA 3. Franco TOMASI
1’45.98 1’53.67 2’04.58
Categoria ospiti/familiari Under21-Under12 Fem 1. Benedetta ROMANO 1’47.74 2. Costanza ROMANO 1’56.44 3. Nina SCHWIENBACHER 2’06.32
Categoria ospiti/familiari Master D8-D5 Fem 1. Italia SANTO 2’32.81 2. Mirella POL BODETTO 2’42.33 3. Cristina HULPE 3’36.01 Categoria ospiti/familiari Under16-Under 12 Masc 1. Tim SCHWIENBACHER 1’58.28 2. Federico GIORDANO 2’45.43 3. Davide POLITI 2’56.81 Categoria ospiti/familiari Seniores-Under21 Masc 1. Federico SARDELLA 2’13.30 2. Gianmarco SABATINI 2’29.85 3. Giuseppe MAURO 2’39.82
Categoria ospiti/familiari Master Masc 1. Carlalberto CHIAVICATTI 2. Fabio ROMANO 3. Diodato DE MARTINO
1’57.22 2’14.63 2’17.75
CLASSIFICA ASSOLUTA OSPITI 1. Benedetta ROMANO 2. Costanza ROMANO 3. Carlalberto CHIAVICATTI
1’47.74 1’56.44 1’57.22
Grazie a
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benessere
PILLOLE DI BENESSERE
Arteterapia: i quadri al posto delle pillole
L
La notizia arriva dal Canada, precisamente da Montreal: qui i medici potranno ora prescrivere visite gratuite nei musei ai pazienti che presentano una serie di disturbi, dal diabete alle malattie croniche, passando per la depressione. La comunità scientifica sembra avere sdoganato l’arteterapia. Con il termine arteterapia si definisce l’insieme delle tecniche e dei metodi che utilizzano le attività artisticocreative come mezzi di aiuto al recupero e alla crescita dell’individuo nella sua sfera emotiva, affettiva e relazionale. L’arteterapia è dunque utilizzata in ambito riabilitativo, pedagogico, psichiatrico e di prevenzione al disagio. «Nel XXI secolo, la cultura sarà ciò che
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l’attività fisica è stata per la salute nel ventesimo secolo», ha dichiarato Nathalie Bondil, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Montreal. L’ente è già focalizzato sul connubio tra arte e benessere e ha dato vita a The Art Hive, uno studio supervisionato da un terapeuta artistico dove i visitatori possono realizzare un programma che promuove il benessere attraverso l’arte, oltre ad avviare collaborazioni di ricerca con i medici sui benefici per la salute delle visite nei musei. L’ente ha inoltre unito le forze con un’associazione di medici di Montreal per consentire ai suoi membri di “prescrivere l’arte”. Hélène Boyer, vicepresidente dell’associazione, ha spiegato: «Ci sono sempre più prove scientifiche sull’arte come terapia. L’arte infatti aumenta il nostro livello di cortisolo e di serotonina. Noi secerniamo ormoni quando visitiamo un museo e questi ormoni sono responsabili del nostro benessere». Benefici fisici Il dottore ha messo in risalto come l’arte abbia un effetto positivo simile all’esercizio fisico: «Fin dagli anni 80 abbiamo prescritto esercizi per i nostri pazienti, proprio perché sappiamo che l’esercizio fisico aumenta esattamente gli stessi ormoni». Boyer evidenzia inoltre che l’arte può aiutare coloro che soffrono sia di malattie fisiche che mentali: «Le persone tendono a pensare che i benefici siano solo per problemi di salute mentale, che sia per le persone depresse o che hanno problemi psicologici. Ma non è questo il caso». Il museo permetterà ai medici di prescrivere 50 visite gratuite all’anno per i pazienti e il personale sanitario. Ogni prescrizione consentirà l’ingresso per un
massimo di due adulti e due bambini di età pari o inferiore a 17 anni. Le “prescrizioni culturali” possono dunque essere definite terapeutiche a tutti gli effetti, non solo per chi soffre già di qualche malattia, ma anche in misura preventiva per le persone che accompagnano i pazienti. Ricordiamo che negli Stati Uniti il National Endowment for the Arts ha lavorato con gli operatori sanitari per oltre un decennio per promuovere l’integrazione della cultura nel processo di guarigione. Molti ospedali infatti riconoscono i suoi effetti benefici. Identikit dell’arteterapeuta L’arteterapeuta coordina questi percorsi: è un professionista che può avere un background artistico e psicologico, ma non solo, è specificamente formato a utilizzare le attività artistiche a scopo terapeutico. La formazione permette di utilizzare metodiche che prevedono un linguaggio artistico che opera per stimolare le risorse creative del soggetto con finalità correlate alle esigenze dei contesti. Generalmente svolge la sua attività in ambito sociale ed educativo, lavorando a stretto contatto con altre figure professionali (come ad esempio insegnanti, psicoterapeuti, psichiatri, psicopedagogisti). L’accesso alla professione dovrebbe essere subordinato al possesso di un diploma di laurea triennale o, in alternativa, un percorso formale o non formale a esso assimilabile qualitativamente e quantitativamente. L’arteterapeuta è un professionista iscritto negli elenchi delle associazioni professionali, come l’Associazione arteterapeuti italiani AssoAI, l’ApiArt, l’Apisat (www.apisat.net) .
ARTE Claudia Corti
U Una miliziana in addestramento, Barcellona 1936
GERDA TARO, LA RAGAZZA CON LA LEICA
arte
DOVE Robert Capa. Retrospective Ancona, Mole Vanvitelliana, fino al 2 giugno
Una vita finita troppo in fretta nel 1937, a soli 26 anni, e un nome che oggi è leggenda: Gerda Taro, la Ragazza con la Leica, per citare il titolo del libro a lei dedicato e vincitore del premio Strega nel 2018. Nata nel 1911 a Stoccarda da una famiglia di ebrei, Gerda vive l’ascesa del Nazismo a cui si opporrà sempre, fino addirittura all’arresto nel 1933 per sospetta attività sovversiva. Uscita dal carcere, lascia la Germania e nel 1934 si stabilisce a Parigi, città considerata ancora roccaforte di democrazia e libertà; e qui avviene l’incontro che le cambierà per sempre la vita. Conosce Endre Friedmann, un giovane fotografo freelance ungherese di due anni più giovane, abbastanza noto per un reportage in cui Trotskij parla agli studenti universitari danesi. I due si innamorano e Friedmann insegna letteralmente il mestiere a Gerda, la quale ricambia il favore dando la svolta definitiva alla carriera di entrambi: suggerisce a Friedmann di cambiare il suo nome in Robert Capa creando artificialmente la figura di un fotografo americano talmente impegnato da non avere il tempo di tenere i rapporti direttamente con le varie redazioni; Gerda sarà la sua assistente e manager! Lo stratagemma funziona, al punto che i due diventano sempre più famosi, ingaggiati da Ce Soir e Life. Nel 1936 vengono inviati a documentare
la guerra civile spagnola e partono per i fronti repubblicani. Le loro foto vengono spesso firmate con i nomi di entrambi, rendendo difficoltoso distinguere la paternità degli scatti. Studi recenti hanno posto in evidenza come Gerda tenda a non porsi mai al centro dell’azione, ma a inquadrare il soggetto in modo da rendere la scena più descrittiva e completa possibile. Per lei la fotografia non è solo un mestiere, ma un vero e proprio atto di partecipazione. Questo la porta a identificarsi con i combattenti, inquadrandoli dal basso e isolando la loro figura, rendendoli eroici, come nell’immagine della miliziana che si addestra sulla spiaggia di Barcellona. Quando invece documenta scene di guerra assume il ruolo tipico di una testimone oculare, cercando di immortalare l’istante nella sua interezza. Gerda è però famosa, purtroppo, anche per un triste primato: è la prima fotoreporter donna a perdere la vita lavorando. Muore a soli 26 anni, nell’estate del 1937 mentre fa ritorno dal fronte di Brunete, aggrappata al predellino di un’auto. Uno stormo di aerei tedeschi inizia a mitragliare il convoglio e la giovane è sbalzata a terra, investita subito dopo da un carro armato. Muore poche ore più tardi, dopo aver chiesto se la sua amata Leica e i rullini si fossero salvati, entrando così nella leggenda.
CURIOSITÀ Alla cerimonia funebre di Gerda, il cui feretro venne seguito da centomila persone e sepolto al Père Lachaise di Parigi, presero parte Pablo Neruda e Louis Aragon, mentre ad Alberto Giacometti fu affidato il compito di realizzare la pietra tombale.
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LIBRI Davide Mura
La musica classica parla al cuore dell’uomo contemporaneo La trentenne Francesca Dego, tra le violiniste più richieste sulla scena internazionale, riesce a togliere il velo polveroso che caratterizza la definizione di musica “classica” per mostrarci un mondo vivo, colorato e pieno di passioni. Le nuove generazioni sembrano aver colto questo aspetto e sempre più giovani dimostrano interesse verso la musica classica: la ascoltano, partecipano ai concerti e condividono le proprie impressioni sui social rendendola un momento importante della propria vita sociale e culturale. Un viaggio tra opere, brani più o meno celebri e compositori. Tra le note. Classica: 24 chiavi di lettura, Francesca Dego, Mondadori, pagg. 204, 17,90.
Silence therapy
Placare la mente e aumentare la concentrazione con la pratica del silenzio. Far sciogliere come neve al sole seccature e conflitti evitando di rispondere di getto a quella che ci sembra una provocazione, senza dare libero sfogo a lamenti e recriminazioni. Per esercitare il silenzio e beneficiare delle sue virtù non è necessario un ritiro in monastero, ci spiega l’autrice, monaca buddista. La cura del silenzio insegna infatti a trovare calma, consapevolezza e a riportare in equilibrio le nostre emozioni anche nella vita di tutti i giorni. La cura del silenzio, Kankyo Tannier, Pickwick, pagg. 208, 16,90.
LA LEZIONE SUL MARKETING DI SETH GODIN
libri
Basta con “la giostra dei social media, che va sempre più veloce, ma non arriva mai da nessuna parte”. Basta con la “roba mediocre per persone nella media”. Basta con lo spamming. È da queste premesse che parte l’ultimo libro di Seth Godin, tra i massimi esperti internazionali di marketing e autore, tra gli altri, del celebre La mucca viola. Un libro che si propone di (ri)definire qual è il ruolo del marketing oggi, in un contesto del tutto nuovo rispetto anche solo a pochi anni fa. Si tratta di una sfida ambiziosa e, in tal senso, va reso onore al merito di Godin, il quale dice apertamente che “il re è nudo”. Insomma, sulla parte destruens del testo possiamo, nel complesso, essere d’accordo, sebbene in alcuni punti appaia eccessiva (siamo sicuri, per esempio, che la giostra dei social media non porti da nessuna parte? E allora perché lo stesso Godin vi sale per promuovere il suo libro?). Quella che, invece, appare un po’ debole è la parte costruens, che si risolve in una serie di indicazioni generiche e abbastanza ovvie. Un esempio? “I marketer capaci hanno il coraggio di creare la tensione emotiva” oppure “Mandate tutto all’aria. Ricominciate. Fate qualcosa di cui essere orgogliosi. Commercializzate qualcosa di cui andare fieri”. Nulla da obiettare, per carità. Ma tradurlo in azione pratica è ben altra cosa. (Anna Zinola) Questo è il marketing. Non puoi essere visto finché non impari a vedere, Seth Godin, Roi edizioni, pagg. 253, 24.
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LETTURE per MANAGER
...permanager
Marco Lucarelli
REALTÀ VIRTUALE E AUMENTATA, OLTRE OGNI SCETTICISMO Un libro per scettici, così possiamo definire il libro di Lorenzo Montagna dal titolo Realtà virtuale e realtà aumentata. Nuovi media per nuovi scenari di business (Hoepli editori). Sì, perché quando si parla di realtà virtuale pensiamo subito a giovani immersi in qualche videogioco con visori sugli occhi che lo isolano dal mondo circostante. L’autore percepisce questo stereotipo e imposta lo svolgimento dei capitoli in modo da smontare ogni scetticismo facendosi accompagnare nel suo viaggio da esperti del settore, ma soprattutto da manager che raccontano delle loro esperienze di sperimentazione e utilizzo concreto della realtà virtuale in ambito aziendale. Partiamo però dall’autore, Lorenzo Montagna non è un futurologo ma un manager con esperienze in ambito digitale che si occupa di divulgazione e training sulle tematiche di AR e VR dove per augmented reality si intende la realtà appunto aumentata, potenziata, sovrapposta, mentre per virtual reality una realtà che si sostituisce a quella che si vive veramente. Per intenderci, nella prima possono rientrare strumenti come i Google Glass, grazie ai quali la visione tradizionale viene arricchita mediante la comparsa, all’interno delle lenti, di informazioni aggiuntive che permettono di interpretare meglio l’ambiente nel quale ci stiamo muovendo. La realtà virtuale utilizza invece visori che immergono il soggetto in una realtà separata e distinta, virtuale appunto. Lasciamo ai lettori del libro approfondire lo stato della tecnologia e della ricerca in questo campo, de-
scritto in una sezione specifica del testo. Quello che qui ci interessa è comprendere dai manager interpellati l’applicazione concreta di questa tecnologia al di là dei campi scontati (videogiochi, cinema, vendita). Citiamo invece due esperienze opposte per campo di applicazione. Il primo progetto, che riguarda la realtà virtuale, è quello di Samsung in collaborazione con l’agenzia creativa Leo Burnett. Obiettivo era dimostrare l’utilità della tecnologia anche a scopo sociale. Con questo scopo, Samsung ha donato visori e strumentazione di realtà virtuale a un ospedale. Strumenti, questi, che permettevano a ragazzi costretti a rimanere per periodi molto lunghi nella struttura ospedaliera di evadere, “uscire” e distrarsi immergendosi in realtà virtuali che permettevano loro di spaziare oltre le mura dell’ospedale. Per quanto riguarda l’augmented reality, da citare invece la sperimentazione del Cefriel in ambito Enterprise dove, a manutentori tecnici dotati di occhiali speciali, venivano fornite informazioni in tempo reale sui controlli e sulle attività da svolgere durante la riparazione di macchinari o sostituzione parti di ricambio. Solo due esempi quelli citati qui ma che vi permettono di capire come la realtà virtuale sia davvero molto più reale di quanto pensiate. Leggi e commenta le recensioni sul portale Manageritalia sotto la categoria Management > Letture per manager www.manageritalia.it
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LETTERE Daniela Fiorino daniela.fiorino@manageritalia.it
L’assicurazione infortuni professionali ed extra professionali
lettere
Opero come dirigente presso una società di servizi. Lo scorso mese ho avuto un infortunio in montagna che mi ha causato un’invalidità permanente parziale. Sono venuto a sapere che il mio datore di lavoro avrebbe dovuto attivare un’assicurazione infortuni ma, quando ho chiesto informazioni in merito all’ufficio del personale, mi è stato risposto che si trattava di una previsione facoltativa che loro avevano stabilito di non seguire. Potete darmi conferma dell’esattezza di tale informazione? F.D. - Pavia
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Non si tratta di una facoltà ma di un vero e proprio obbligo contrattuale. L’assicurazione infortuni professionali ed extraprofessionali che il datore di lavoro deve stipulare a favore del dirigente, ai sensi dell’art. 18, comma 7, del ccnl dirigenti delle aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi, dà luogo a un risarcimento pari a: • 6 annualità della retribuzione di fatto in caso di invalidità permanente che non consenta la prosecuzione del rapporto di lavoro; • una somma proporzionale al grado di invalidità, in caso di invalidità permanente parziale; • una somma a favore degli aventi diritto
pari a 5 annualità della retribuzione di fatto in caso di morte. Pertanto, se il datore di lavoro omette di stipulare la polizza infortuni, dovrà poi farsi carico direttamente dell’onere relativo all’importo che sarebbe stato risarcito dalla compagnia assicuratrice in caso di infortunio. L’unica discrezionalità che riserva il contratto al datore di lavoro è nella scelta della compagnia assicurativa a cui potersi rivolgere per stipulare la polizza. Per completezza di informazione, la quota di premio per infortuni extraprofessionali è imponibile sotto l’aspetto fiscale e previdenziale, mentre quella per infortunio professionale è esente da oneri e tasse. È quindi importante che, in sede di sottoscrizione della polizza, vengano chiaramente distinte le due quote del premio versato (quella relativa alla copertura a seguito di infortuni lavorativi da quella per infortuni extra lavorativi) se si vuole evitare che anche la parte del premio versata per gli infortuni professionali concorra alla formazione del reddito. Sulla parte di premio soggetto a imposizione fiscale è possibile utilizzare la detrazione fiscale del 19% su un importo di premio massimo pari a 530 euro annui, alla formazione del quale concorre anche la parte di premio avente per oggetto le garanzie caso morte e invalidità da malattia della Convenzione Antonio Pastore.
L’ufficio sindacale di Manageritalia è di supporto alle associazioni territoriali per quesiti relativi al contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti e quadri associati e chiarimenti di natura fiscale e previdenziale in relazione al rapporto di lavoro dipendente. Per gli executive professional è un servizio di consulenza di carattere informativo e orientativo su aspetti legati al contratto di lavoro libero-professionale.
Inserto mensile di Dirigente n. 4 / 2019
a cura di Thomas Bialas
DIRIGIBILE Segnali di futuro visti dall’alto #53 02/ GRANDI MARCHE SENZA IMBALLAGGI 04/ LA FINE DEI CONSUMI 06/ IL NEGOZIO È NEGOZIABILE? SAVE THE DATE: MANAGER IN MUSICA ROMA, 28 MAG 2019 https://tinyurl.com/y3buu5x2
Cambiamento climatico Tutta colpa del sesso È semplice: il cambiamento climatico dipende dal non cambiamento umano. Dalla nostra incapacità di immaginare e cambiare non solo il modello di sviluppo ma la civiltà in toto. Soprattutto dipende dalla nostra incapacità di esistere senza consumare. Il consumismo ha portato a una tale proliferazione di prodotti e servizi da coprire bisogni di cui non ne avevamo proprio bisogno per essere ben soddisfatti. Il fondamentale fallimento dell’uomo nei confronti del clima, tanto fondamentale che da esso derivano
tutti gli altri, è il soddisfacimento del nostro bisogno primario o meglio originario: il sesso, oggi fortemente insostenibile perché sommerso da toys, accessori, pilloline, lingerie, travestimenti e accrocchi digitali (virtuali e non) tali da riempire un’intera stanza a mo’ di Wunderkammer del presunto eros. Questa dipendenza dagli oggetti ci fa dimenticare che il vero piacere è altrove e, sì, esiste un sesso sostenibile fatto di pura sostanza a “corpo libero”. Ne sono un buon esempio alcune tecniche
tantriche dedicate all’arte amatoria consapevole che potremmo definire a totale impatto zero. Non è una divagazione ma la radice del problema. Siamo tutti convinti che privarsi dei consumi significhi privarsi dei piaceri. Cerchiamo affannosamente di avere la botte piena e la moglie ubriaca (vedi crescere all’infinito in un mondo finito), ma non cerchiamo mai di cambiare vita. Forse è vero che la felicità è desiderio di ripetizione ma la sopravvivenza è invece capacità di evoluzione, anche sessuale.
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––Future signals Segnali e trend in pillole ––Future product Questa t-shirt è per sempre Tutti a lamentarsi: i prodotti non sono più quelli di una volta, resistenti e affidabili. Tutta colpa, si dice, della cinica obsolescenza programmata. E se invece si puntasse sulla durata programmata e quindi su un gesto per ripensare il ciclo vitale e differenziarsi dalla concorrenza? È quello che ha fatto Tom Cridland, musicista e imprenditore di Cambridge. La sua linea di abbigliamento chiamata The 30 Year Collection promette e garantisce una durata di ben 30 anni. Insomma, la compri oggi e la indossi fino al 2049. Sostenibile non solo per il pianeta ma anche per il cliente. Attenzione: non è questione di prezzo (molti articoli di marca costano tanto ma durano poco) ma di posizionamento: longevità come modello narrativo e di business. Da provare.
––Future entertainment Il videogioco diventa concerto dal vivo La musica d’ascolto rende poco o niente, la musica dal vivo rende molto o tutto. Ora anche in versione solo virtuale e “giocabile”. Ed ecco la recente notizia che forse rappresenta una nuova dimensione dell’intrattenimento immersivo cross-mediale che farà gola a molti artisti e brand. Dieci milioni di giocatori partecipano e assistono nel celebre gioco online Fortnite allo show di Marshmello, in versione 3D, in quello che possiamo definire un concerto dal vivo all’interno di un videogioco. Insomma: musica e gaming multiplayer fusi insieme. È stato il primo evento mondiale di questo genere. Il primo che impressiona per il numero dei partecipanti. Praticamente 25 volte il numero dei giovani presenti a Woodstock. Nostro commento: per artisti e operatori si apre un nuovo canale non solo per dialogare con i fan, ma anche per piazzare il digital merchandising in tutte le sue forme. Guarda il video Marshmello Holds First Ever Fortnite Concert Live: https://tinyurl.com/y6gch8mx
DIRIGIBILE #53
––Future packaging Grandi marche senza imballaggio
www.tomcridland.com/collections/30yearcollection https://store.google.com/magazine/stadia https://loopstore.com
O quasi. Usare cento volte lo stesso barattolo per ricaricare il gelato Häagen-Dazs o lo stesso flacone per ricaricare il detersivo Tide? Impossibile? Non per Loop, la nuova piattaforma lanciata da alcune multinazionali di largo consumo come Unilever, Procter & Gamble e General Mills, dove i consumatori possono ordinare prodotti di marca in imballaggi riutilizzabili anche cento volte. Il tutto con un servizio di consegna e ritiro a casa tramite Ups. Giusto così: la futura Plastic-Free Economy è un dovere sostenibile ma anche diritto redditizio. Il consumatore oggi pretende dalle imprese soluzioni che siano utili al pianeta, o meglio confortevoli (convenience) nell’uso, che deve semplificare e non penalizzare (chiedendo grossi sacrifici). Il trend è chiaro: affermarsi come zero waste company.
––Future media Immersivi, virtuali e aumentati
Immersive Content Formats for Future Audiences A report produced by Limina Immersive for Digital Catapult, June 2018
Abbiamo spesso parlato nelle pagine di Dirigibile di future applicazioni e opportunità della cosiddetta “mixed reality”, che fonde realtà aumentata con quella virtuale. Ad oggi molte imprese e manager hanno ancora l’impressione di trovarsi, spesso giustamente, di fronte a una tecnologia il cui grado di accettazione e/o utilizzo non è ancora elevato fra le persone. Ma le cose potrebbero cambiare velocemente. Ben venga questo rapporto di Limina Immersive, che in un centinaio di pagine presenta lo stato dell’arte e i trend a venire dei media immersivi, corredato di molte case history. Da sfogliare. Scarica il report Immersive Content: https://tinyurl.com/y357h4rz
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––Future consumption La fine dei consumi?
www.instagram.com/p/BsVuFHpBEBl/
Parlare di fine dei consumi fisici suona un pelino azzardato. Non possiamo certo fare a meno di vestiti, lavatrici e detersivi. Verissimo. Ma se si vive in un’altra dimensione i vestiti non servono e dunque neanche la lavatrice e il detersivo.
––Domani è un altro giorno Ma per fare cosa? Il commercio fisico è saldamente in sella. Meno soldi e più saldi per tutti. Meno consumi e più consumatori infedeli per tutti. Negoziare, contrattare, implorare, saldare e giocare al ribasso. Ma per quanto tempo ancora? A furia di sconti, i conti non tornano più. Dopo tanta flessione, urge la riflessione. Cambiare rotta, cambiare mentalità, cambiare civiltà. Perché una cosa è chiara: ovunque c’è odore di bruciato e quando il futuro è in estinzione urge un estintore che spenga, o meglio rottami, vecchi dettami. Le aziende spesso lavorano con materiale avariato, con previsioni forzate e interessate. Il wishful thinking crea artificiali aspettative che non poggiano più sul reale. L’eccessiva fiducia nella trasformazione digitale ha generato una pericolosa e ansiolitica euforia che ignora totalmente che un grande cambiamento (come quello in atto) non si domina con la trasformazione ma solo con l’azzeramento e la rinascita. Per molti forse una sfida impossibile.
DIRIGIBILE #53
––Deportazione dei consumi Guerra al prodotto fisico La digitalizzazione e smaterializzazione produce forse come atto finale la deportazione dei consumi verso altri lidi, più sintetici. Come dire, da bene di consumo a esperienza di consumo. Prima i cd, dvd, libri come pura esperienza digitale ora, tanto per fare un esempio, il makeup digitale di Johanna Jaskowska che recentemente ha collaborato con Instagram per la creazione di filtri facciali in realtà aumentata come pura bellezza immateriale. “Posso vivere benissimo senza di te, bene fisico” minaccia la futura generazione artificiale. Se la fabbrica fisica diventa fabbrica dei sogni e dunque merce intangibile allora le regole del mercato cambiano parecchio.
––Da point of sale a mind of sale Se il cervello diventa negozio Da point of sale a mind of sale. Desiderare una SCARICA: merce o esperienza e vedersela recapitare FUTURE OF WORK WHITE BOOK https://tinyurl.com/ybnmc3ry direttamente nel cervello come consumo immersivo sintetico. E se il negozio del futuro fosse la mente stessa? Sognare, imparare, viaggiare, amare, giocare in una sorta di trip sintetico dove la droga è semplicemente la tecnologia che abilita tali esperienze, magari anche sensoriali (gustare virtualmente un cibo). A questi scenari le persone fanno (di norma) spallucce, eppure, immaginando il mondo fra 10 anni (non 100), tutto questo appare perlomeno verosimile. Siamo all’inizio dell’affermazione della mixed reality, che significa contemporaneamente riduzione (o ritirata) della “real reality”. Certo, ci saranno ancora bisogni fisici ma non in grado di “soddisfare l’eccessiva offerta”. Soprattutto perché i digital killer (vedi Amazon) sono anche physical killer.
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––Future shop Il negozio è negoziabile? 01 / LONGEVITY SHOP IL NEGOZIO ETERNO
Ho rispolverato alcuni miei vecchi esercizi di sopravvivenza per il retail datati 2004 e messi in scena a Milano durante un evento sul futuro del retail. Mi sono accorto che molte di queste idee, spesso provocatorie, sono ancora attuali come ripensamento dei format in un’epoca dominata dalla dissoluzione del commercio fisico. Qualcosa è andato in quella direzione, ma non tutto.
02 / CONSUMER SHOP IL NEGOZIO CONSUMERISTA
03 / INSPERIENCE SHOP IL NEGOZIO INTERIORE
05 / BLOW-UP SHOP IL NEGOZIO GONFIABILE
06 / TEMPORARY SHOP IL NEGOZIO TEMPORANEO
Il negozio fatto dai consumatori per i consumatori è già in sperimentazione in molte città. Un luogo per fare gli acquisti collettivi con la formula dell’abbonamento e ritiro spesa. Un luogo autogestito che accorcia la filiera e crea un’alleanza fra consumatori e piccoli produttori di alta qualità. Fra le innovazioni, il prezzo sorgente su tutti i prodotti.
Un concept estremo per l’outdoor shopping e commercio ambulante. Negozi che si auto gonfiano in pochi secondi. Comodi e l’ideale per il piccolo retail. Visionario? Per niente. All’estero sono già in commercio mobili gonfiabili, uffici gonfiabili e addirittura chiese che possono ospitare fino a 50 fedeli.
Da fitness a wellness a selfness. Life coaching. La nuova frontiera del negozio che esalta il soft individualismo del futuro. Vendere o offrire esperienze esclusive per l’interiorità anche in forma materica, per esempio l’arredamento intimo. Vendere e offrire strumenti, o meglio tools (utensili), per sviluppare il potenziale e le competenze di ogni cliente.
È tempo del retail a tempo. Negozi in turneé nelle città che contano, concepiti come un evento esclusivo o servizio di catering su richiesta, aperti pochi mesi, settimane o addirittura giorni in magazzini e spazi abbandonati, fiere, gallerie d’arte o anche centri commerciali. Già un trend in fase di consolidamento.
L’annunciata metamorfosi delle farmacie in health provider. Da terapia a transterapia. Non più negozi per i malati, ma per la gente che pretende l’immortalità e il benessere eterno. Il mito del Ritratto di Dorian Gray in versione anti-age shopping. Nuovi ibridi che sono una via di mezzo fra un negozio di alimentari e una farmacia. Altra variante: il fertility shop che vende fertilità, ormai ai minimi storici in tutto il mondo occidentale.
04 / CHANGE SHOP IL NEGOZIO TRASFORMISTA
Metamorfosi continue. Cambiare faccia più volte al giorno secondo le occasioni di consumo. Alimentari alla mattina, abbigliamento al pomeriggio e wine bar alla sera. Il negozio è sempre lo stesso, ma cambiano prodotti, servizi, arredi e ambientazioni come le quinte teatrali, secondo la logica del changetainment, il cambiamento che intrattiene.
07 / FUSION SHOP IL NEGOZIO CONFUSO
Mescolare e agitare. Fondere e confondere. Mix di generi, stili, ambienti, prodotti, servizi, merceologie, brand. Articoli di lusso assieme a prodotti a prezzi stracciati. Nuovo e usato. Tutto fuso in luoghi di shopping, dove tutto e il contrario di tutto è possibile. È l’effetto bazar per il target trasversale e per chi rifiuta rigidi posizionamenti. Per il commercio extra flessibile.
DIRIGIBILE #52 #53
10 / PAY PER USE & CO IL NEGOZIO PRESTATO
08 / CREDIT SHOP IL NEGOZIO INDEBITATO
Negozi che vendono esclusivamente a rate o con la formula credito al consumo. Anche prodotti di poco conto, come pettini o spazzolini da denti. Per il retail che sfida il proprio indebitamento in modo frontale.
11 / SECURITY SHOP IL NEGOZIO BLINDATO
Nell’era dell’insicurezza, vivere sicuramente, al riparo da brutte sorprese, diventa un’esigenza impellente. Una domanda in forte crescita da soddisfare con pdv che blindano l’esistenza e proteggono la privacy. Il concept: vendiamo tranquillità esistenziale.
14 / SECRET SHOP IL NEGOZIO SEGRETO
Ristoranti semi clandestini raggiungibili con il passaparola. Negozi misteriosi con assortimenti esclusivi, o in via di estinzione, per pochi intimi, in location fuori mano e difficilmente raggiungibili. Fa molto rave party.
09 / ALL-AGE SHOP IL NEGOZIO TRANSGENERAZIONALE
Adulescenti e transumatori. La futura generazione di consumatori senza generazione attende i negozi per tutte le fasce d’età. Alcuni retailer stanno già sperimentando format rivolti agli eterni adolescenti. Una cosa è certa: prodotti e servizi su misura e targetizzazione classica perdono di significato.
13 / ON DEMAND SHOP IL NEGOZIO RICHIESTO 12 / CASINÒ SHOP IL NEGOZIO AZZARDATO
Las Vegas non può attendere! Ovvero: quando la spesa diventa un azzardo. Shopping station multimediale concepita come una slot machine con sgabello e gettoni. Si sceglie il prodotto e si inizia la partita. Chi è fortunato vince o paga la merce sotto costo. Il negozio per chi si prende gioco delle normali regole del mercato.
Dicasi anche deep support. Prodotti, servizi e soluzioni che semplificano e riducono la complessità. La carenza di tempo farà esplodere la domanda di servizi che si prendono cura del cliente affiancandolo nella caotica vita quotidiana. Tecnicamente: personal outsourcing.
Rispondere tempestivamente alle richieste del consumatore. Un punto di vendita dinamico che fornisce prodotti e servizi su misura consegnati just in time: instant on demand shopping. Per assurdo, il negozio può anche essere vuoto. Rivolto, ovviamente, al target prosumatori.
16 / DEATHSTYLE SHOP IL NEGOZIO TRAPASSATO 15 / ROBIN FOOD SHOP IL NEGOZIO ESPROPRIATO
17 / SUPPORT SHOP IL NEGOZIO SOPPORTATO
Pagare per l’uso e non per il possesso. Dare un prezzo non più a un bene ma al suo uso. Noleggio su tutti i fronti. Ma non solo. Dare al consumatore la possibilità di comprare, scambiare, regalare, affittare, vincere e aggiudicarsi i prodotti con periodiche aste organizzate nel punto vendita. Bizzarro, ma da provare.
L’ultima frontiera del cheap shopping. Tutto gratis. Rubare ai ricchi per donare ai poveri. Ridistribuzione estrema. Why not? Un format che sa di sfida, già in sperimentazione, anche in Italia. La spesa proletaria dei no global all’ipermercato Panorama, tecnicamente un furto collettivo proclamato in anticipo, è il segnale di un trend a venire: guerriglia shopsurfing, ovvero azioni a sorpresa e mediatici di riappropriazione di reddito. Molto “radical cheap”.
Morire light. Il trapasso come spasso. Ci si aspetta sorprendenti e forse discutibili innovazioni per infrangere il tabù della morte e la trasformazione delle agenzie funebri in agenzie “viaggi”, che rivitalizzano il mercato con nuove logiche di servizio e di prodotti. Il tema ovviamente è delicato ma il trend all’estero è già chiaro: sta per nascere un nuovo mercato.
In mancanza di altre idee tutti puntano sul retail artificiale e tecnocratiche soluzioni. Basterà per salvare il negozio? Vedi le 10 startup che innovano il settore del retail: https://tinyurl.com/y4jp8mt6
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FUTURETECH
INVENZIONI & INNOVAZIONI
SCHUBERT ARTIFICIALE: MA CHE MUSICA...
smartphone Mate 20 della Huawei, cha ha analizzato spartiti e melodie e poi finito il lavoro grazie al software di turno e l’aiuto umano del compositore Lucas Cantor. Il tutto messo in scena dal vivo con 66 elementi a Londra, nell’iconica Cadogan Hall, al cospetto di oltre 500 ospiti. Ottimo esempio di marketing “reale” ma anche di posizionamento artificiale: “Guardate che anche le macchine sanno creare”. Prevedo l’assalto finale alle riserve cognitive umane.
… ma che musica maestro, hai trovato la via giusta per la celebrità, cantava Raffaella Carrà negli anni Settanta. Oggi la celebrità tutti vogliono trovarla grazie all’onnipresente intelligenza artificiale, ormai il tormentone per ogni stagione mediatica. In attesa di capire se esiste (l’IA) intanto si assiste alle performance automatizzate. Questa volta nientepopodimeno che completare l’incompiuta sinfonia n° 8 di Schubert. Ci ha pensato lo
WAKEO.CO
Per logistica e trasporto marittimo è tempo di digital transportation. Ovvero: tracciare, prevedere e automatizzare i flussi in tempo reale grazie al machine learning. https://www.youtube.com/watch?v=qDLXeczhjBw
ZOA.IS
Puro vegan design per Zoa: la pelle “non pelle” indistinguibile dalla vera pelle. Modern Meadow ci è riuscita dopo 5 anni di ricerca basati sull’editing del DNA. https://www.youtube.com/watch?v=rpdxZo7rtGI
https://tinyurl.com/y7b6qkrw
FOSWORKS.COM/#FOOTER
Occhiali da sole su misura e sostenibili. L’azienda spagnola propone ai clienti un kit di progettazione per creare prodotti unici con materiale riciclato al 100%. https://tinyurl.com/y4kyepwh
TGIFRIDAYS.COM
TGI Fridays è stata la prima catena di ristoranti a far dialogare i clienti con Alexa di Amazon Echo in versione cameriere. L’invasione degli smart speaker continua. https://www.youtube.com/watch?v=brgJEFs8IrA
STORIES.STARBUCKS.COM
Per sopravvivere il retail deve mettere in scena esperienze esagerate. Come il nuovo e più grande Starbucks Reserve del mondo, quello di Tokyo, appena inaugurato. https://www.youtube.com/watch?v=XU8QIRo0Y9g
BEOMNI.COM
Sharing economy e dintorni. La startup Omni offre un servizio di ritiro, stoccaggio, catalogazione e noleggio di beni personali di cui sono piene le nostre case. https://www.youtube.com/watch?v=TXiDac9DBU8
Associazioni S ervizi S anità Contratto Previdenza Formazione
ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
INSIEME È MEGLIO! “I talenti per l’inclusione lavorativa di successo” è il titolo dell’incontro organizzato a Brescia da Manageritalia Lombardia insieme a Big Bang Cooperativa Sociale Onlus. Un evento per sottolineare una volta di più come l’inclusione lavorativa di persone con disabilità, intellettiva in questo caso, sia un valore aggiunto decisivo anche per la competitività d’impresa
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icadute positive per tutti i dipendenti, aumento della brand awareness e delle performance economiche dell’azienda, ambienti di lavoro
più aperti ai cambiamenti e più resilienti, risorse umane più motivate, attrazione di giovani talenti, meno assenteismo, migliore distribuzione dei ruoli e svi-
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MANAGERITALIA ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
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luppo di nuove forme organizzative. Sono solo alcuni dei vantaggi competitivi riscontrati dalle aziende, sempre più numerose, che si aprono al disability management e, più in generale, al diversity management. Di questo e nello specifico di inclusione lavorativa di persone con disabilità intellettiva si è parlato il 22 febbraio scorso all’incontro “I talenti per l’inclusione lavorativa di successo” all’auditorium di San Barnaba, a Brescia. Un convegno voluto da Manageritalia Lombardia – delegazione di Brescia per portare all’attenzione dei manager e delle aziende del territorio l’importanza e l’arricchimento derivante dall’inclusione lavorativa di persone con sindrome di Down attraverso l’esperienza formativa di Big Bang Cooperativa Sociale Onlus. Questa realtà bresciana tramite il suo progetto 21Grammi®, un bar ristorante a tutti gli effetti, si propone di accompagnare lavo-
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ratori disabili verso un posto di lavoro stabile nelle aziende del territorio.
già sensibile, essendo sponsor di una squadra di calcio di ragazzi con sindrome di Down.
Storie di inclusione di successo
Benefici per tutti
Abbiamo ascoltato l’esperienza di Alessandro Amato, che dopo la formazione in 21Grammi®, è stato assunto in Farmacia Boldini (Borgosatollo, Bs). Ma anche tante altre storie di inclusione di successo come quella praticata da Ikea, che ha anch’essa inserito un lavoratore con sindrome di Down; del progetto Legàmi, che mette in connessione un ente pubblico, la Comunità montana del Sebino, la cooperativa sociale Futura e aziende private, tra cui l’Agriturismo Dosso Badino dove hanno lavorato 13 disabili; e infine abbiamo ascoltato l’esperienza di Feralpi Siderurgica che ha coinvolto 15 dei suoi manager in un coaching cooking al ristorante 21Grammi® con lo scopo di accelerare il processo di inclusione, nonostante il tema veda l’azienda
L’iniziativa di Feralpi Siderurgica va a conferma del fatto che avere personale con disabilità produca un impatto positivo anche sulle capacità manageriali, oltre che su tutti i dipendenti. Così afferma l’88% dei manager italiani, secondo una recente ricerca di AstraRicerche per Manageritalia, che sostiene che ciò porterebbe i dirigenti a organizzare le attività in maniera più efficiente, a semplificare i processi e a valutare meglio le persone. La stessa ricerca evidenzia che per i due terzi dei manager (65,2%), le imprese con dipendenti disabili hanno organizzazioni di lavoro più efficienti e innovative, processi più semplici, luoghi di lavoro più razionali. Le ricadute di questa inclusione, dicono, hanno effetti positivi su tutti i lavoratori, sul rafforza-
mento di una cultura di gestione e valorizzazione delle diversità e sulla competitività aziendale.
Manageritalia c’è! «Il percorso per la “non discriminazione” è ancora lungo» dice Roberto Beccari, presidente Manageritalia Lombardia «ma per fortuna molta strada è già stata fatta. Come evidenzia la nostra indagine, la consapevolezza dei manager sul valore aggiunto dato dalla disabilità, come più in generale dalle diversità, per le imprese è ormai totale. Manageritalia si impegna da sempre su questo fronte per favorire lo sviluppo del primo presupposto per l’inserimento di questo valore: il cambio culturale e gestionale delle imprese. La sensibilità alle differenze da sola non basta a creare questa evoluzione. Occorre l’applicazione di un approccio manageriale che consenta di identificare e realizzare cambiamenti organizzativi e di processo che generino un clima di fiducia, di accettazione, di accoglienza e di apprezzamento».
I social di R
Manageritalia è online con pagine corporate su Linkedin, Facebook e Twitter. Manageritalia Lombardia è presente con una pagina Linkedin e tutte le restanti Associazioni con una pagina Facebook. Seguiteci e seguite la vostra Associazione diventando follower della pagina e commentando i singoli post!
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MANAGERITALIA PREVIDENZA
L’INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE NASPI 2019
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Interviene in caso di disoccupazione involontaria del lavoratore, erogando una rendita mensile per un periodo di tempo variabile. Vediamo i massimali per il 2019, le condizioni di accesso e le informazioni utili
L
a Naspi può essere richiesta in caso di disoccupazione involontaria del lavoratore dovuta a qualsiasi tipologia di licenziamento, compreso quello disciplinare per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa; scadenza del contratto a termine; dimissioni per giusta causa; alcuni eventi che danno
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luogo alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Dimissioni per giusta causa Sono quelle generate da mancato pagamento della retribuzione; molestie sessuali nei luoghi di lavoro; demansionamento; mobbing; conseguenze legate a trasferimenti di azienda; trasfe-
rimento della sede di lavoro non sorretto da “comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive”; comportamento ingiurioso del superiore gerarchico nei confronti del dipendente. L’Inps ha precisato che, nell’ipotesi di dimissioni a seguito del trasferimento del lavoratore ad altra sede della stessa azienda, ricorre la giusta causa qualora il trasferimento non sia sorretto da comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive e ciò indipendentemente dalla distanza tra la residenza del lavoratore e la nuova sede di lavoro. Fatto salvo il caso in cui le dimissioni siano determinate da mancato pagamento della retribuzione, il lavoratore dovrà corredare la domanda di documentazione da cui risulti la sua volontà di difendersi in giudizio nei confronti del comportamento illecito del datore di lavoro, impegnandosi a comunicare l’esito della controversia giudiziale o extragiudiziale. Nel caso in cui l’esito della lite dovesse escludere la sussistenza della giusta causa di dimissioni, l’Inps procederà al recupero di quanto pagato a titolo di indennità di disoccupazione, così come avviene nel caso di reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, successiva a un licenziamento illegittimo. Per tale motivo l’Istituto ha dato istruzioni agli operatori che ricevono le domande di avvisare il lavoratore che il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione sarà provvisorio, fino alla comunicazione dell’esito della controversia.
Risoluzione consensuale a seguito di licenziamento per giustificato motivo oggettivo La tutela interviene anche nei casi di conciliazione presso le Direzioni territoriali del lavoro (Did), a seguito della procedura di comunicazione preventiva che le aziende devono attivare prima di procedere a un licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Tale procedura porta a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e si riferisce ai lavoratori che rientravano nella sfera di applicazione dell’art. 18. Ne sono pertanto esclusi i dirigenti. Ai lavoratori che operano presso aziende con meno di 15 dipendenti non è previsto dalla legge il ricorso alla procedura di conciliazione, né la possibilità di accedervi volontariamente.
Risoluzione consensuale per rifiuto del trasferimento Il diritto alla Naspi viene riconosciuto in caso di rifiuto a trasferirsi in altra sede aziendale distante oltre 50 chilometri dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile in 80 minuti, o oltre, con i mezzi di trasporto pubblico. Ciò anche se, come accade di frequente in questi casi, le parti in sede di conciliazione convengono sulla corresponsione di somme a vario titolo, talvolta consistenti, diverse da quelle spettanti in relazione al pregresso rapporto di lavoro.
Offerta di conciliazione contratto a tutele crescenti Il diritto alla Naspi è riconosciuto nell’ipotesi di licenziamento con
PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA La domanda va presentata alla Naspi per via telematica entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. I canali utilizzabili: • online, tramite i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino con apposito pin, attraverso il portale dell’Istituto; • tramite contact center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 da rete mobile; • tramite patronati/intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi. Il periodo per il quale il lavoratore percepisce l’indennità di mancato preavviso si considera lavorato. Pertanto, se viene esonerato dal prestare in servizio il preavviso e il datore di lavoro gli corrisponde la relativa indennità, il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 68° giorno a partire dall’ultimo di preavviso indennizzato. L’indennità di disoccupazione subirà il differimento all’8° giorno successivo alla data finale del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso solo nei casi in cui sia stata effettivamente corrisposta. In caso di licenziamento per giusta causa, il termine dei 68 giorni decorre dal 30° giorno successivo alla data di cessazione.
accettazione dell’offerta di conciliazione proposta dal datore di lavoro entro i termini di impugnazione stragiudiziale del licenziamento (i dirigenti ne sono esclusi).
mazioni in merito alle tipologie di contribuzione e di attività utili al fine del raggiungimento di questi requisiti.
Dimissioni lavoratrici madri e lavoratori padri
La rendita mensile si calcola prendendo a riferimento la retribuzione imponibile contributiva degli ultimi 4 anni, che viene divisa per le settimane di contribuzione e moltiplicata per 4,33. L’importo inizialmente erogato sarà pari al 75% del risultato della suddetta operazione nel caso in cui non sia superiore a 1.221,44 euro, altrimenti si aumenta di un importo pari al 25% della parte eccedente i 1.221,44 euro. L’indennità mensile non può in ogni caso superare il tetto massimo di 1.328,76 euro. Tale importo viene annualmente rivalutato in base all’inflazione.
L’indennità è corrisposta in caso di dimissioni a inizio del periodo di gravidanza – 300 giorni prima della data presunta del parto – fino al compimento del 1° anno di età del bambino.
Requisito contributivo/ lavorativo minimo Occorre avere almeno 13 settimane di contribuzione, versata nei 4 anni precedenti la disoccupazione, e 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti la disoccupazione. Sul sito dell’Inps sono disponibili infor-
Misura
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L’assegno iniziale viene ridotto del 3%, a cadenza mensile, a decorrere dal 1° giorno del quarto mese di fruizione. La Naspi non soggiace al prelievo del 5,84% previsto dalla legge 41/86.
MANAGERITALIA PREVIDENZA
Durata La Naspi viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione versate nei 4 anni precedenti, per un massimo di 24 mesi.
Dichiarazione di immediata disponibilità Si considerano disoccupati i lavoratori privi di impiego che dichiarano, in forma telematica al portale nazionale delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego. La domanda per usufruire della Naspi equivale a rendere attiva la Dichiazione di immediata di-
sponibilità ed è trasmessa dall’Inps all’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unitario delle politiche attive. Il disoccupato che abbia presentato domanda di indennità Naspi deve contattare il centro per l’impiego entro i successivi 15 giorni ai fini della stipula del patto di servizio personalizzato. L’erogazione della Naspi è infatti condizionata alla regolare partecipazione alle iniziative di attivazione lavorativa nonché ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti.
Obblighi di partecipazione alle misure di politica attiva e sanzioni Nel patto di servizio personalizzato sottoscritto con il centro per l’impiego viene riportata la disponibilità del disoccupato a partecipare alle misure di politica attiva per la ricollocazione e ad accettare congrue offerte di lavoro.
NUOVA ATTIVITÀ LAVORATIVA IN CORSO DI PRESTAZIONE SITUAZIONI CHE SI POSSONO VERIFICARE Casistiche Durata del rapporto di lavoro pari o superiore a 6 mesi
Reddito annuale superiore al reddito minimo escluso da Durata del rapporto di lavoimposizione fiscale ro inferiore a 6 mesi Indipendentemente dalla duReddito annuale inferiore al reddito minimo escluso da rata del rapporto di lavoro imposizione fiscale
Conseguenze Decadenza
Prestazione sospesa d’ufficio per la durata del rapporto di lavoro Conservazione del diritto alla prestazione a particolari condizioni*
*Comunicazione all’Inps entro 30 giorni dall’inizio dell’attività e del reddito annuo previsto. Riduzione dell’indennità di un importo pari all’80% del reddito previsto. Il datore di lavoro o utilizzatore devono essere diversi dal datore di lavoro o utilizzatore per i quali il lavoratore prestava la sua attività quando è cessato il rapporto di lavoro (considerando anche società collegate o controllate).
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In caso di inosservanza è stato introdotto un sistema di sanzioni proporzionali che vanno dalla decurtazione di una frazione o di un’intera mensilità di prestazione fino alla decadenza dalla prestazione stessa e dallo stato di disoccupazione.
Pagamento Si ha diritto all’indennità a partire dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione (o di scadenza del periodo di mancato preavviso) se la domanda è stata presentata entro l’ottavo giorno; dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda nel caso in cui questa sia presentata dopo l’ottavo giorno; dall’ottavo giorno successivo al termine del periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro/malattia professionale o preavviso, qualora la domanda sia presentata entro l’ottavo giorno; dal giorno successivo alla presentazione della domanda qualora sia presentata successivamente all’ottavo giorno ma comunque nei termini di legge. Per poter ottenere una seconda indennità dopo un successivo periodo di lavoro, è necessario che sia trascorso il cosiddetto “anno mobile”, cioè un periodo di 365 giorni a partire dalla data di inizio della prima prestazione. In tal caso, i periodi contributivi che hanno già dato luogo a erogazione delle prestazioni di disoccupazione sono esclusi dal computo della contribuzione utile.
Nuova attività lavorativa in corso di prestazione Lo stato di disoccupato permane
se si svolge un lavoro con reddito annuale non superiore a quello minimo personale escluso da imposizione: 8.000 euro per i lavoratori dipendenti e 4.800 euro per quelli autonomi. Le prestazioni di lavoro accessorio possono essere rese, in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro di compenso per anno civile. L’Inps provvede a sottrarre dalla contribuzione figurativa relativa alle prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito gli accrediti contributivi derivanti dalle prestazioni di lavoro accessorio.
Contribuzione figurativa La contribuzione figurativa, con riferimento ai periodi di fruizione della Naspi, viene accreditata fino a un importo massimo pari a 1,4 volte l’assegno di disoccupazione e non più sulla retribuzione media percepita alla data della cessazione. È tuttavia prevista una norma di salvaguardia che interesserà la parte di pensione calcolata con il sistema retributivo, in base alla quale se il periodo in cui si percepisce la Naspi dovesse diminuire la retribuzione media pensionabile questo non verrà preso in considerazione nel calcolo della pensione e verrà utilizzata solo l’anzianità contributiva maturata ai fini del calcolo medesimo.
Incentivo all’autoimprenditorialità Il lavoratore avente diritto alla corresponsione dell’indennità Naspi può richiedere la liquidazione anticipata in unica soluzione dell’importo complessivo del
trattamento che gli spetta, e che non gli è stato ancora erogato, a titolo di incentivo per l’avvio di attività di lavoro autonomo; l’avvio di impresa individuale; la sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa nella quale il rapporto mutualistico ha come oggetto la prestazione di attività lavorative da parte del socio. L’erogazione anticipata in un’unica soluzione non dà diritto alla contribuzione figurativa né all’assegno per il nucleo familiare. I lavoratori che intendono avvalersi della liquidazione in unica soluzione della prestazione devono trasmettere telematicamente all’Inps, a pena di decadenza, domanda di anticipazione entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o dalla data di sottoscrizione di una quota di capitale sociale della cooperativa. L’indennità anticipata deve essere restituita nel caso in cui il lavoratore instauri un rapporto di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo spettante di indennità corrisposta in forma
anticipata. Ciò non avviene se il rapporto di lavoro subordinato è instaurato con la cooperativa della quale il lavoratore ha sottoscritto una quota di capitale sociale.
La Dis-Coll per i lavoratori parasubordinati La disciplina della Dis-Coll è divenuta strutturale dal 1° luglio 2017, in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, e di assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio iscritti in via esclusiva alla gestione separata presso l’Inps, non pensionati, che abbiano perso involontariamente il lavoro. I beneficiari devono essere privi di partita Iva al momento della presentazione della domanda e iscritti in via esclusiva alla gestione separata. Sono esclusi gli amministratori e i sindaci. Sarà erogata per massimo 6 mesi, durante i quali non saranno accreditati contributi figurativi. I valori indicati per la Naspi si applicano anche per il calcolo della Dis-Coll. Leggi la versione integrale su http://bit.ly/Naspi2019
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CON
MANAGERITALIA ASSISTENZA FISCALE
È PIÙ FACILE
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Grazie all’annuale accordo tra Manageritalia e il Centro autorizzato di assistenza fiscale, è disponibile in tutte le associazioni territoriali un’ampia gamma di utili servizi, a cominciare dalla compilazione del modello 730 Cosa prevede l’accordo Assistenza alla compilazione delle dichiarazioni dei redditi modello 730; raccolta delle schede conformi al modello approvato con decreto del ministro delle Finanze, sottoscritte dal contribuente, contenenti le scelte operate dai contribuenti ai fini della destinazione dell’8, del
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5 e del 2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche; elaborazione e trasmissione in via telematica all’amministrazione finanziaria delle dichiarazioni dei redditi; consegna di copia delle dichiarazioni a ciascun contribuente; comunicazione ai sostituti d’im-
posta del risultato contabile delle dichiarazioni, ai fini del conguaglio a credito o a debito in sede di ritenuta d’acconto; calcolo e compilazione del modello F24 Imu e Tasi; predisposizione e stampa della dichiarazione Imu; visure catastali per immobili o terreni di proprietà del dichiarante;
TARIFFE PER ASSOCIATI (salvo condizioni di maggior favore presenti a livello locale) Servizi per la dichiarazione dei redditi Assistenza alla compilazione 730 singolo
€
50
Assistenza alla compilazione 730 congiunto
€
70
Elaborazione e stampa mod. F24 acconto Imu-Tasi (a modello)
€
10
Assistenza alla compilazione 730 saldo Imu-Tasi (a modello)
€
10
Dichiarazioni di successione
€
350
Domande di voltura per fabbricati e terreni (prima) Domande successive nell’ambito della stessa dichiarazione
€ €
100 70
Visure catastali per le prime 5 unità immobiliari (o frazione di 5) Per ogni ulteriore gruppo di 5 unità o frazione di 5 nell’ambito della stessa provincia e per lo stesso dichiarante
€
15*
€
5*
Altri servizi
Gestione colf e badanti (solo per le province di Firenze, Genova, Milano e Roma)
sconto 15%**
Gestione contratti di locazione
sconto 15%**
*Iva esclusa. ** Sconto sul tariffario applicato dall’ufficio territoriale.
dichiarazioni di successione; domande di voltura al catasto edilizio urbano e al catasto dei terreni; gestione dei contratti di locazione; gestione colf e badanti (al momento disponibile nelle sole province di Firenze, Genova, Milano e Roma), offre servizi di: – consulenza per l’orientamento preliminare nell’individuazione dei corretti livelli da applicare alla figura professionale da assumere; – stipula e predisposizione della lettera di assunzione; – denuncia obbligatoria di inizio, fine rapporto e variazioni all’Inps; – elaborazione prospetti pa
ga mensili e di tredicesima; – gestione ferie, malattia, maternità, infortunio; – elaborazione prospetto paga di fine rapporto con calcolo del tfr e modello Cu (ex Cud); – calcolo dei contributi previdenziali e produzione dei modelli Mav per il versamento all’Inps.
Come richiedere il servizio Contattare la propria associazione territoriale e fissare un appuntamento. L’assistenza sarà fornita presso le sedi territoriali di Manageritalia o presso le sedi provinciali e zonali del Caf, a seconda della disponibilità di entrambe le parti.
Importante
tare la propria card Manageritalia. I consulenti Caaf verificheranno, attraverso la lettura del codice a barre, l’esattezza dei dati e potranno così tenere traccia delle consulenze erogate. Anche i familiari potranno presentarsi con la card dell’iscritto ed essere quindi “riconosciuti”. Rivolgiti alla tua associazione territoriale per fissare un appuntamento Vedi le novità del modello 730 e consulta l’elenco dei documenti da presentare http://promo.50epiu.it/convenzione-con-50epiu/
Leggi inoltre l’articolo di Romeo Melucci a pagina 30
Gli associati dovranno presen-
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ASSIDIR: IL SITO SI RINNOVA In linea con le ultime novità tecnologiche, il sito dell’intermediario assicurativo di Manageritalia si presenta con una nuova veste grafica, una struttura moderna e responsive. Buona navigazione!
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ASSIDIR
al 2001 il sito internet di Assidir è stato reso accessibile ai navigatori della rete, primi fra tutti gli associati Manageritalia. Negli anni si è arrivati a quello che noi tutti siamo stati abituati a visitare fino allo scorso 10 marzo.
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Lo abbiamo frequentato con regolarità e ne abbiamo tratto informazioni interessanti. Prova ne sono i numeri che, come sempre, non possono mentire. Numeri, questi, che indicano l’interesse sia della nostra base associativa sia del grande pubblico
per i contenuti che proponiamo (vedi box). Il nostro sito ha subito molti aggiornamenti nella sua lunga vita ma, con la disponibilità di nuovi strumenti tecnologici e le mutate modalità di accesso richieste dai navigatori, si è ritenuto indispensabile un totale rifacimento dell’intera struttura disegnando e realizzando un sito completamente nuovo. Un sito che fosse adeguato in ogni sua componente: grafica, modalità di accesso, semplicità e comprensibilità dei testi, fruibilità da più dispositivi, piattaforma tecnologica. Un nuovo insieme che riteniamo possa soddisfare le necessità dei visitatori e di cui desideriamo fornire qualche particolare in più su queste pagine.
I NUMERI DEL 2018 Visite in un anno Area pubblica 120.000
nota “linea famiglia” e offre non solo protezione per casa, auto e moto o supporto per problemi di salute e infortuni, ma consente di guardare anche oltre con
Patrimonio
328 media/giorno
Area riservata 48.000 1,7 media/anno sui 28mila dirigenti che hanno accesso
Le principali novità Partiamo dalle grandi aree nelle quali si suddivide il sito: abbiamo cercato di permettere già dalla home page un’immediata individuazione delle problematiche di cui chi entra nel sito può voler sapere di più. Nel menù principale c’è la sezione IL MONDO ASSIDIR. Qui si trovano tutte le informazioni di carattere societario ma anche indicazioni precise sulle nostre strutture al servizio degli associati e anche fotografie di tutti noi che, in questo modo, possiamo essere più riconoscibili avendoci messo la faccia. La sezione ASSOCIATI MANAGERITALIA si suddivide poi in aree dedicate ai dirigenti, ai quadri, agli executive professional e ai familiari degli associati. In ognuna di queste sono sintetizzate le informazioni essenziali, ovvero “ciò che si deve sapere”, e sono presenti i collegamenti alle coperture assicurative che Assidir può dare per i rischi della persona, la tutela del proprio futuro e
di quello dei familiari, la tutela del patrimonio e l’assistenza nelle emergenze, viaggi e vacanze. Ovviamente per i dirigenti le informazioni includono anche tutto ciò che riguarda le convenzioni contrattuali (Previr e Antonio Pastore). Nella sezione PER LE AZIENDE sono invece presenti i collegamenti alle coperture assicurative che le aziende nelle quali operano gli associati Manageritalia possono, o in alcuni casi devono, sottoscrivere per una corretta tutela dai rischi nella gestione della propria impresa o nello svolgimento delle loro attività. Un articolo a parte meriterebbe la sezione PRODOTTI E SERVIZI nella quale sono presenti tutte le possibili coperture assicurative, oltre 100 diverse polizze, che Assidir è in grado di fornire per supportare quella che può a ragione essere definita come la propria clientela privilegiata. Rispetto al passato, infatti, l’offerta di Assidir si è allargata superando i confini della ben
le polizze vita e Ltc (assistenza a lungo termine), la possibilità di investimenti e risparmi, il fondo pensione o la “Nuova Capitello”. Nel sito si possono inoltre trovare le informazioni necessarie a comprendere cosa sia più conveniente per tutelarsi in casi più particolari come le donazioni immobiliari, la ne-
Persona
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ASSIDIR
Risparmio e futuro
cessità di tutela legale o la protezione del proprio patrimonio personale da problemi di lavoro con “Dual Personal D&O”. Infine, non vanno dimenticate le già accennate coperture per i professionisti e le aziende come, ad esempio, la RC professionale, la protezione dai cosiddetti Cyber Risk e la Business Interruption, le polizze su misura per le specifiche attività svolte, la polizza infortuni prevista dal ccnl dei dirigenti o la Cassa sanitaria Carlo De Lellis. A tutti i prodotti tradizionali si aggiunge la possibilità offerta dalla sezione e-commerce che permette di sottoscrivere direttamente dal sito le polizze per la protezione della famiglia, il supporto per possibili problemi durante le vacanze e la tutela in
caso di malattie e interventi chirurgici. Un’ulteriore sezione con informazioni molto interessanti, da reperirsi in caso di necessità, è quella contrassegnata come RISORSE UTILI al cui interno si possono trovare tutte le delucidazioni sui documenti e i moduli da utilizzare per la gestione delle più diverse pratiche, un glossario con i principali termini presenti nelle polizze assicurative, le istruzioni su cosa fare in caso di sinistro e un ulteriore importante documento intitolato “Vademecum – gestire presente e futuro”. Il Vademe-
cum, un vero e proprio libretto in pdf, contiene la guida a servizi, tutele, garanzie e risparmio del contratto dei dirigenti Manageritalia. Da ultimo, ma prioritaria come importanza, l’AREA RISERVATA. L’accesso, come deve essere in questi casi, è possibile solo a chi dispone delle credenziali user id e password. Qui è possibile visionare, in tempo reale e in modo sicuro, l’estratto conto dei propri accantonamenti personali, sia contrattuali sia volontari, e le lettere ai fini fiscali scaricabili in formato pdf.
INIZIATIVE MANAGERITALIA
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DRIVING CHANGE La business community si incontra sul campo da Golf
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er il terzo anno consecutivo torna Driving Change, l’iniziativa che Cfmt organizza in collaborazione con Confcommercio e Manageritalia, dove manager e imprenditori diventano protagonisti sul campo da golf. Ogni appuntamento prevede durante la mattinata un evento formativo su diverse tematiche: la leadership affrontata con la lente del digitale e trend ed evoluzioni degli scenari di consumo e di business. Nel pomeriggio per i golfisti esperti è prevista una gara a squadre (shot gun) mentre per i neofiti un business team game, accompagnati da un pool di maestri di golf coordinati da Carlo Romanelli. Driving Change, gioco di parole a metà tra il linguaggio golfistico e quello d’impresa, è il campo pratica nel quale sperimentare spunti per guidare il cambiamento. Il golf, oltre a essere uno sport individuale e allo stesso tempo avere in sé un alto tasso di socialità, è una forma mentis fortemente vicina a quanto vivono quotidianamente manager e imprenditori. Sul campo da golf e nelle club house si gioca ma non solo: ci si
confronta, si ragiona sugli stili di management e si costruiscono straordinarie occasioni di business. In un mondo che cambia in modo rapido e imprevedibile, i manager hanno bisogno di un “campo pratica” dove confrontarsi con modalità nuove e suggestive, alla ricerca di fonti di ispirazione capaci di alimentare il pensiero e innovare la cultura aziendale.
I 4 APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA RETORICA E BUSINESS La retorica – cuore della leadership – rivista con la lente del digitale
COME CAMBIANO GLI SCENARI DI BUSINESS E DI CONSUMO Conversazioni sulla trasformazione digitale
http://bit.ly/retorica-e-business
http://bit.ly/scenari-business-consumo
15 aprile a Pieve Emanuele (Mi) Castello Tolcinasco Golf Club
7 maggio a Modena Modena Golf & Country Club
11 giugno a Roma Golf Club Parco de’ Medici
27 maggio a Firenze Circolo Golf Ugolino
Verrà affrontato il tema della retorica, strumento essenziale per i leader del XXI secolo e la più importante fra le competenze umane. Arte del dire o, meglio, del ben ragionare, la retorica è ancora oggi uno strumento efficacissimo, persino nel mondo del business: chi la padroneggia è in grado di persuadere, negoziare, connettere fatti apparentemente distanti, dirimere i conflitti, motivare, coniare nuove parole… Per essere ascoltati, influenti e dunque convincenti, per sopravvivere e risolvere problemi, la retorica serve. Il suo efficace utilizzo richiede di rispolverare le antiche tecniche dei retori e di rileggerle con la lente del digitale, tenendo presente le sfide e i contesti di utilizzo tipici della contemporaneità. I casi aziendali diventano allora una forma di storytelling, la convention uno strumento per emozionare e spingere all’azione, il punto vendita un espediente per parlare tramite i luoghi…
Cosa vuol dire e quali impatti ha la trasformazione digitale su mercati, società e persone? Quali effetti hanno le tecnologie emergenti come big data, intelligenza artificiale, internet delle cose o blockchain su strategie, modelli di business e comportamenti dei consumatori? Dal commercio elettronico ai social media, dalla sharing economy (vera o presunta) alla platform economy: come cambia il modo di concepire il business e come il mutato scenario delle tecnologie ridefinisce il senso dei mercati, delle persone, delle cose? Quali sono i numeri e gli impatti diretti del cambiamento nelle aziende? Quali i trend da tenere in considerazione? Quali le esperienze che hanno cambiato il mondo e il modo di concepire interi settori del mercato? Ne discuteremo assieme evidenziando come il cambiamento di senso indotto dalla trasformazione digitale abbia impatti concreti sulla vita delle aziende, e come trarre valore dai vantaggi di tale cambiamento per non subirne le retroazioni negative.
Conduce Andrea Granelli, fondatore Kanso e vicepresidente PerLaRe, associazione per il rilancio della retorica
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: MILANO e MODENA Luisa Panariello ROMA e FIRENZE Lucia Canullo
Conduce Stefano Epifani, presidente Digital Transformation Institute
lpanariello@cfmt.it
02 5406311
lcanullo@cfmt.it
06 5043053
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Hanno collaborato a questo numero Paolo Antonini è co-fondatore di ArtsFor. Formatore e progettista, si occupa con particolare attenzione delle relazioni tra il mondo delle arti e l’apprendimento organizzativo in tema di sviluppo del (36) pensiero creativo, leadership inclusiva e intelligenza emotiva.
Thomas Bialas, futurologo, cura l’inserto Dirigibile ed è responsabile del progetto Future Manage(59)
ment Tools di Cfmt.
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
Marcello Boccardo è formatore, coach, consulente strategico, affianca top manager di grandi aziende, potenzia le competenze in incontri individuali e collettivi, sviluppa reti vendita. Co-fondatore di (24) Trainer® e ideatore del metodo UpToYou®.
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Valeria Cantoni è presidente di ArtsFor e partner di Cfmt.
Gian Carlo Cocco è presidente della Gian Carlo Cocco sagl con sede in Svizzera. È iscritto all’Albo degli (6, 26) Psicologi. È docente presso l’Università E-Campus di Novedrate. Claudia Corti è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza.
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FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI
Giulio Gargiullo
digital marketing manager specializzato nel mercato rivolto alla Russia e lavora con aziende a livello internazionale per sviluppare nuovo business e nuove opportunità. È docente e (42) relatore per eventi di marketing e comunicazione online.
FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI
Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale Tlc dove si occupa di opera(57) tori virtuali.
CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO
Romeo Melucci è responsabile servizio fiscale di 50&Più Caaf.
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Andrea Pabis è chief financial officer at Fev Italy.
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ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE
Raffaele Perfetto, analista, Mba in Oil & Gas Management, esperto di strategia operativa, ha acqui-
Editore: Manageritalia Servizi srl
sito esperienza decennale in ambito Oil & Gas in Italia e all’estero. Scrive prevalentemente di geopolitica, (12) petrolio e business. Cura il blog neON: https://energyon.news.blog
Direttore responsabile: Guido Carella
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Alessandro Rossi è partner Peoplerise.
Flavia Simeone è consulente esperta di organizzazioni e leadership, ha un passato come Hr manager in azienda. Per sostenere la crescita delle imprese e dei manager ha progettato interventi di sviluppo organizzativo, di change management e di valorizzazione delle competenze individuali. (26)
Umberto Totti è fondatore di Dinamo Leadership. 30
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Daniela Fiorino, responsabile ufficio sindacale Manageritalia.
Valeria Pistolese, nali.
Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta Direzione, redazione, amministrazione: via Antonio Stoppani, 6 - 20129 Milano tel. 0229516028 - fax 0229516093 giornale@manageritalia.it www.manageritalia.it Le opinioni espresse dagli autori impegnano esclusivamente la loro responsabilità Concessionario pubblicità LAPIS srl viale Monte Nero, 56 - 20135 Milano tel. 0256567415 info@lapisadv.it - www.lapisadv.it Grafica THE GRAPHIC FORGE sas via Antonio Stoppani, 4 - 20129 Milano tel. 0229404920 - www.graphicforge.it
da Manageritalia 59
Coordinamento: Roberta Roncelli
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responsabile ufficio relazioni istituzio-
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Stampa ROTOLITO spa via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano) tel. 0292195.1 - www.rotolito.com Registrazione Tribunale di Milano n. 142, del 24 aprile 1974 Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana Accertamenti diffusione stampa
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La diffusione di aprile 2019 è di 36.044 copie
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