LUGLIO/AGOSTO 2019
LA RIVISTA DI MANAGERITALIA
UNO SGUARDO AL FUTURO Il terziario, la previdenza, la nostra Associazione
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI ED EXECUTIVE PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50)
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Editoriale a cura del presidente Manageritalia
UN’ESTATE ALL’INSEGNA DEI PROGETTI
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iamo contenti e orgogliosi di aver scelto Genova per la nostra Assemblea nazionale di giugno. Abbiamo percepito la voglia di guardare avanti e di rinascita di tutti i suoi abitanti. La stessa voglia di farcela che chiediamo per la politica, affinché alzi lo sguardo e si sforzi di perseguire i bisogni dei cittadini in una prospettiva non di corto respiro. Chiediamo che non perda di vista il principio di responsabilità che impone di agire non solo guardando al ritorno immediato, che rischia di trasformarsi in mero tornaconto, ma guardando allo sviluppo del Paese e alla società che dobbiamo lasciare. Il recente assestamento di bilancio, che prevede una riduzione del deficit nel 2019, ha scongiurato l’inizio di una procedura d’infrazione. Nonostante sia un buon segnale per i conti pubblici, lo scenario che si prospetta per il 2020 rimane incerto. Vorremmo tutti tirare un po’ il fiato, guardare qualche indicatore economico con il segno più, recuperare fiducia. È chiedere troppo? I problemi da affrontare richiedono unità di intenti. Servono responsabilità e ragionevolezza, serve ascoltare idee e proposte e poi realizzarle. Non assistiamo inerti alle trasformazioni in atto nel lavoro. Abbiamo svolto e continueremo a svolgere il nostro ruolo di attore sociale con coerenza e chiarezza, di pensiero e di proposta. Siamo innovatori di mestiere, cogliamo sempre in anticipo i segnali del cambiamento. Lo abbiamo fatto anche questa volta, dopo averne dibattuto nelle assemblee territoriali, attraverso la costituzione e l’ingresso in Federazione dell’associazione degli Executive Professional di Manageritalia. Crediamo nel progetto e diamo risposte a un bisogno percepito. Abbiamo raccolto l’istanza di rappresentanza dei nuovi protagonisti del lavoro.
Anche a noi spetta il compito di avanzare proposte concrete e agire per essere portatori di novità, perché rappresentiamo una cultura manageriale in grado di proporre un’azione di reale sostegno in questa epoca di totale trasformazione. Al Manageritalia Camp di luglio abbiamo iniziato a parlare di Congresso e fatto il punto sul Piano operativo 2016-2020. Ci avviamo al rush finale della consiliatura. L’11 luglio, insieme a Confcommercio, abbiamo raggiunto un accordo che proroga al prossimo 31 dicembre 2019 la scadenza del ccnl siglato il 21 luglio 2016 e scaduto il 31 dicembre 2018. L’obiettivo è avere ancora del tempo per poter valutare i necessari interventi tenendo anche in considerazione l’evoluzione dell’attuale situazione economica e socio-politica. Intanto, a partire dal prossimo settembre, abbiamo pianificato con la Confcommercio alcuni incontri per analizzare a fondo le tematiche che saranno oggetto della trattativa in modo da arrivare alla fine dell’anno con le idee chiare sui possibili adeguamenti da apportare al nostro contratto e pervenire a una soluzione condivisibile per entrambe le parti. Continuiamo a ritenere che il contratto debba essere uno dei veicoli più importanti per valorizzare il ruolo della cultura manageriale e promuoverne la diffusione nelle imprese. Sono convinto che un sistema Paese più innovativo, sostenibile e inclusivo è possibile. Ma per arrivarci bisogna modificare alla radice la nostra visione per creare e modellare un futuro economico diverso. Le soluzioni ci sono. Vanno individuate e portate a sintesi. Auguro a tutti voi di passare serene vacanze, con l’auspicio che, al contrario di quanto è avvenuto negli ultimi anni, non arrivi puntuale una notizia di interventi a danno della categoria da parte della politica. Guido Carella - guido.carella@manageritalia.it
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Sommario Management Indagine 6 Quale futuro per il terziario? 46 Il potere della mente Previdenza 50 Cambiare casa 14 La pensione è un progetto o arredamento? lungo una vita Innovazione 55 Manager sempre più al 18 Il punto di vista dei nostri servizio dell’Italia digitale associati 21 Intervista a Massimo Fiaschi La previdenza non va mai in pensione 24 Flat tax al 7% 28 Intervista a Adelmo Mattioli Obiettivo pensione: sii previdente! Assemblea 30 A gonfie vele da Genova 36 Focus sul territorio Associazioni territoriali 38 Non ci sono più le assemblee di una volta Manageritalia 42 Professionisti a bordo
Uno di noi Lorenzo Zanoni 58 Il manager degli eventi: skill e opportunità Iniziative Manageritalia 60 Sardegna: il tennis è servito RUBRICHE 44 Osservatorio legislativo 49 Filosofia in 62 Pillole di benessere 63 Arte 64 Libri 65 Letture per manager 66 Lettere
InfoMANAGER Manageritalia Associazioni territoriali 75 Il valore della pausa pranzo Fondo Mario Negri 77 Novità borse di studio Assidir 78 Polizze online Cfmt 80 Scuola di management 81 Il coach e l’apprendimento di squadra
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LA RIVISTA DI MANAGERITALIA
UNO SGUARDO AL FUTURO
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Il terziario, la previdenza, la nostra Associazione
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali
Fondo di previdenza Mario Negri
CFMT Centro di formazione management del terziario
Associazione Antonio Pastore
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI ED EXECUTIVE PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50)
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Indagine
QUALE FUTURO PER IL TERZIARIO? Cfmt ha promosso una ricerca realizzata da ProperDelMare Consulting in collaborazione con AstraRicerche e con il coinvolgimento di cento protagonisti dell’economia italiana. La ricerca mette a fuoco i trend, trasversali o settoriali, che avranno un impatto significativo in Italia nell’arco temporale 2019-2021. I risultati sono stati suddivisi in tre aree: People, Technology, Business.
Giorgio Del Mare
People
amministratore delegato di ProperDelMare Consulting
Il tema delle risorse umane è stato trattato nella quasi totalità delle interviste. Emerge una forte, diffusa preoccupazione per la mancanza di competenze nella popolazione lavorativa italiana. Si ritiene che questa carenza possa portare, anche in tempi rapidi, a una difficoltà di crescita del Paese rispetto ai principali competitor internazionali. Non c’è accordo sul tipo di competenze mancanti (per alcuni si tratta essenzialmente di soft skill, per molti altri di hard skill), ma è comunque evidente la necessità di cambiare il sistema formativo italiano: sia quello scolastico/universitario sia quello della formazione continua. Sulla necessità di dare valore, in-
Cosimo Finzi direttore di AstraRicerche
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tensità e qualità alla formazione continua ci sono pochi dubbi: sono molti gli intervistati che affermano che questo è il tema fondamentale in un mondo mutevole in cui è forte la richiesta di nuove competenze, un aggiornamento professionale profondo, la capacità di reinventare il proprio ruolo o di passare a lavori completamente differenti. È però sul sistema formativo classico che si riscontrano le posizioni più accese: forte è la critica alle scuole superiori (con particolare riferimento alla necessità di trovare formule di qualità per le scuole tecniche e professionali, sul modello tedesco) e al sistema universitario (per il quale non mancano pareri negativi anche sui “grandi nomi” della formazione italiana, meno in grado – secondo molti – di erogare formazione di eccellenza). Servono più laureati, ma l’attenzione è più rivolta alle lauree brevi che a quelle lunghe/complete: sarà poi, secondo un’ampia parte del campione, il mondo delle aziende a raffinare la formazione, a completarla nella direzione più utile e concretamente spendibile nel mercato del lavoro. D’altra parte, la crescita delle conoscenze dei lavoratori è resa meno
facile nel day-by-day, dall’abitudine a cercare online informazioni immediatamente fruibili che rispondono a un’esigenza informativa del momento, senza memorizzazione e rielaborazione delle stesse: è il fenomeno degli eternal newbies che ha colto l’attenzione di molti partecipanti all’indagine. Le prospettive restano molto negative per quanto riguarda l’occupabilità dei più giovani: si prevede che continui la cosiddetta fuga dei cervelli (non da tutti vista come negativa, a condizione che porti in tempi non lunghi a un ritorno significativo di connazionali più qualificati), facendo perdere ulteriori possibilità di sviluppo al Paese. Il Paese avrà difficoltà maggiori rispetto a quelle di altri stati in termini di occupazione, per la progressiva sostituzione di professio-
ni vecchie con altre nuove: ne subiranno l’impatto l’industria e il terziario, gli enti privati e quelli pubblici. Essendo in ritardo sulla creazione di competenze digitali, la perdita di posti old non sarà bilanciata all’interno dei nostri confini dalla crescita dei posti new. La preoccupazione in merito pare elevata, stemperata solo dalla lentezza del cambiamento in Italia che rende il problema meno esplosivo nei prossimi tre anni. Lo smart working viene visto in modo positivo, ma la sua adozione sarà limitata nei prossimi anni: più del 95% delle aziende in Italia è una pmi e l’opinione comune è che la cultura degli imprenditori attuali sia arretrata, non favorisca la comprensione dei vantaggi, non solo per i lavoratori ma anche per le aziende (che, secondo molti,
Emerge una forte, diffusa preoccupazione per la mancanza di competenze nella popolazione lavorativa italiana. Si ritiene che questa carenza possa portare, anche in tempi rapidi, a una difficoltà di crescita del Paese rispetto ai principali competitor internazionali
hanno troppo spesso adottato soluzioni smart più per risparmio di costi che per mirare a un miglior clima, a una più elevata produttività, a una superiore capacità di attrarre e mantenere in azienda i talenti).
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Indagine
LE FASI DELLA RICERCA Fase
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ANALISI SCENARI
Fase
(a livello mondiale) Nell’estate 2018, con riferimento al terziario e ad alcune aree specifiche del settore
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IPOTESI DI SVILUPPO TERZIARIO E SOTTOSETTORI Criteri di selezione:
NO
Orizzonte temporale lungo/lunghissimo
NO
Scarsissima attuabilità in Italia a breve
È stata scelta la più utile tra le ipotesi evolutive in contrasto tra loro (per le fasi successive)
Fase
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VALUTAZIONE/VALIDAZIONE STATEMENT
Sono stati interpellati 100 protagonisti dell’economia italiana (a ogni intervistato è stata proposta una selezione di statement in base alle competenze e al settore di attività)
Technology I temi trasversali I prossimi anni saranno caratterizzati dall’uso dei data e, soprattutto, dall’impatto che questo avrà sulle organizzazioni e sul business: il focus non è solo sui big data (intesi come di grande quantità e/o non strutturati) ma anche – soprattutto, secondo alcuni – sugli small data. I limiti nel cambiamento in Italia non sono relativi ai costi, bensì alla presenza di personale capace di utilizzare i dati in modo intelligente e di un management che creda nel cambio di risul-
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Fase
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SCENARI FORMULATI COME STATEMENT
Frasi di breve o media lunghezza, chiare e assertive
tati che un utilizzo consapevole ed evoluto dei dati può portare all’azienda. La partita è aperta: di certo se ne avvantaggeranno le grandi aziende italiane ma potrebbero diventare un elemento di vantaggio competitivo anche per le pmi, se in grado di fare un salto culturale, ancor prima che tecnologico. Il rischio è relativo all’intero sistemaItalia, cioè al fatto che a trarne i benefici maggiori siano i business di aziende straniere, rendendo più debole la nostra economia nel contesto globale. Se il tema dei data è fondamentale,
meno pare esserlo quello dei chatbot: è prevista una moderata crescita ma non un vero e proprio boom; i limiti non sono di tipo tecnologico ma di investimento (economico e di tempo) per le imprese e di rischio di un Roi basso (se non persino negativo). Inoltre, si teme che diventino un sostituto dell’interazione con un operatore umano per quella parte della popolazione che non potrà permettersi di pagare un servizio humanbased e che i fruitori si stanchino dopo poco di interagire con sistemi automatizzati. Scarsa, al contrario, la rilevanza attribuita al 5G in Italia nei prossimi tre anni: se da una parte non ci si attende che la copertura sia completa entro questo orizzonte temporale, dall’altra non si concorda con l’impatto disruptive che la nuova connettività avrà sul business. Viene ritenuta un’interessante evoluzione del 4G più che un rule changer, una rivoluzione.
I temi settoriali Ci sono poi alcune dichiarazioni specifiche sull’uso della tecnologia in sotto-settori del terziario. Ecco, in sintesi, i principali risultati. I social network resteranno spazi rilevantissimi ove creare rapporto tra consumatori e marche ma non avranno un forte ruolo diretto nell’acquisto dei prodotti: non solo non evolveranno diventando competitor delle grandi piattaforme di e-commerce, ma non saranno
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Indagine nemmeno particolarmente efficaci per il buy now. Nei negozi fisici il digitale entrerà solo in parte: sarà fondamentale per accelerare la fase di check out (pagamenti veloci) ma non diventerà pervasivo per comunicare
all’interno del punto vendita. Non vedremo, dunque, una moltiplicazione di totem, specchi magici, strumenti di informazione e dialogo con il consumatore, mentre vedremo casse automatiche, sistemi di self scanning e – in modo rapidamente crescente – sistemi di pagamento cashless (anche se il campione si divide nell’immaginare
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un futuro di pagamenti con carte oppure uno con smartphone e affini). Questo non significa che il contante perderà rapidamente rilevanza per i pagamenti: sarà un fenomeno lento, seppur continuo. Cambieranno alcune abitudini degli italiani: crescerà (ma non diventerà pervasivo) il food delivery. Emergono alcuni dubbi: la cultura tradizionale italiana del cucinare, l’ampia fascia di disoccupati e lavoratori part-time (che hanno maggior tempo per cucinare per sé e per altri), il basso reddito medio con la compressione della classe media, il timore di una qualità non sempre soddisfacente rispetto a quella ottenibile tramite il self made o il take away dalla gdo a parità di spesa, il crescere di un sentimento negativo per le condizioni lavorative e salariali del personale che effettua le consegne. Non mancano inoltre ipotesi di new business: ad esempio organizzazioni locali, in grado di presidiare il territorio meglio delle piattaforme internazionali. Nel turismo si assisterà a una crescita di Airbnb (o meglio di tale modello di business e di accoglienza) anche grazie all’evoluzione dell’offerta (non più “affittacamere” ma mondo di esperienze e servizi); si teme che l’hôtellerie classica si muova lentamente in reazione alla sfida delle grandi piattaforme internazionali e che il rallentamento dell’espansione di Airbnb e affini possa essere legato più ad
azioni di lobbying e a interventi normativi che a un’effettiva competition di mercato. Il car e moto sharing non arriverà mai al boom da tanto atteso per la difficile sostenibilità economica e per motivi culturali (e logistici) in gran parte del nostro frammentato tessuto urbano nazionale. Maggiore interesse si riscontra per l’insieme delle nuove modalità di mobilità urbana (board, monopattini elettrici ecc.) che possono crescere senza dover attendere il rinnovamento delle città, la creazione di parcheggi di interscambio, il ripensamento dell’intermodalità urbana ed extraurbana e che, inoltre, possono avere successo anche in centri medi e piccoli, risultando comodi per gli utenti e con un modello di business sostenibile.
Business I temi trasversali Si riscontra un’altissima consonanza in merito al passaggio dal possesso all’accesso: il trend di avere senza acquistare in modo definitivo ma preferendo soluzioni di abbonamento, noleggio e affini non si limiterà a settori in cui è ormai lo standard ma si amplierà a numerosi settori, creando nuove opportunità di business (e la necessità di ripensamento dei business model di alcune aziende). Inoltre, non sarà proprio solo dei Millennials e della Generazione Z ma tenderà a essere più trasversale, toccando anche gli adulti e i senior.
Il campione vede, invece, un serio rischio di rallentamento della crescita dei prodotti ecologici se l’offerta non sarà caratterizzata da prezzi molto più simili a quelli dei prodotti standard. Ci si aspetta che il prezzo venga prima dell’ecologia e che solo una nicchia di consumatori italiani manifesti concretamente disponibilità a spendere di più per un prodotto (e un processo) rispettoso dell’ambiente. Viene completamente negata la possibilità di una forte crescita di prodotti italiani per il desiderio di aiutare la nostra economia. Potranno invece crescere le produzioni locali e iper-locali: la preferenza per prodotti regionali o provinciali (non sempre della propria area) motivata dalla scelta proterritorio sarà superiore a quella di prodotti genericamente italiani. “Italia first”, in sintesi, non si proietterà dalle scelte politiche e sociali a quelle di acquisto. Molta più attenzione andrà data al target degli over65enni: secondo molti la loro capacità di spesa, il loro stato medio di salute (fisica e mentale), la loro propensione a una vita attiva e varia li ha portati a essere un target commercialmente rilevante, a cui non è stata data la giusta rilevanza in passato. Gli anni di eccessiva attenzione ai Millennials (secondo molti, fonte di delusione per i business) dovrebbero lasciare spazio a un ripensamento forte e rapido.
Il percorso si sviluppa alla luce dei risultati della ricerca Futurability promossa da T-Lab - Cfmt sui trend del terziario e ha come obiettivo quello di supportare i partecipanti, non solo nel prendere consapevolezza dei cambiamenti socio-economici in atto, ma anche di comprendere come affrontare tali cambiamenti per supportare la propria employability e innovare il business. I risultati emersi dalla ricerca sono stati presentati e discussi lo scorso 16 aprile a Milano presso l’Hotel Excelsior Gallia. Il percorso è così composto: Futurability in pillole – scenari per il futuro del terziario Interviste e contributi dei protagonisti che hanno partecipato alla ricerca Futurability Tour: eventi organizzati sul territorio nazionale durante i quali verranno presentati gli highlight emersi durante la ricerca promossa dall’Osservatorio sul futuro del terziario
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Indagine Per tutti (non solo per gli anziani) il tema della salute e del benessere sarà sempre più rilevante e portatore di spese incrementali: i limiti del welfare pubblico, ma anche una nuova consapevolezza del proprio corpo e una nuova attenzione al benessere a 360 gradi, porteranno a nuove occasioni di business, alla nascita di nuovi prodotti e – soprattutto – di nuovi servizi. E il digital? Avrà un ruolo cre-
Molta più attenzione andrà data al target degli over65enni: secondo molti la loro capacità di spesa, il loro stato medio di salute (fisica e mentale), la loro propensione a una vita attiva e varia li ha portati a essere un target commercialmente rilevante
scente grazie ai dispositivi wearable, ma il campione non è compatto nello stimare il timing di questa evoluzione: per alcuni la forte pressione di certi attori (il Sistema sanitario nazionale, ma soprattutto le compagnie di assicurazione, i provider di servizi per la salute ecc.), causeranno un’accelerazione già nei prossimi tre anni, per altri si dovrà aspettare per vedere un cambiamento culturale destinato a essere epocale.
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I temi specifici Vediamo in estrema sintesi alcuni risultati specifici per sotto-settori oggetto dell’indagine. È attesa una crescita delle catene della gdo come negozi di prossimità, prediligendo i punti di media e piccola dimensione; cresceranno i discount, soprattutto se di nuova generazione (con migliore experience di acquisto e non solo basati su low price) e si assisterà a un rapido indebolimento dei centri commerciali. La gdo punterà sempre più sull’area take away e, ove possibile, alla somministrazione diretta; gdo, e-commerce, food delivery avranno sempre più aree di sovrapposizione. La private label non sfonderà in Italia per effetto dell’estrema frammentazione della distribuzione; ci sarà un’ulteriore crescita, sia di quella low price sia di quella di qualità superiore (anche premium); la private label crescerà anche online; complessivamente alcune grandi marche storiche saranno fortemente indebolite da questo fenomeno. Si assisterà alla crescita (ma non alla moltiplicazione) dei punti vendita in cui le categorie offerte sono ibride, non più puramente di un ambito merceologico; d’altra parte
una parte del retail punterà nella direzione opposta, cioè all’iperspecializzazione, con qualità, ampiezza dell’offerta e capacità di consulenza prevendita superiori. La crescita dell’e-commerce in Italia dovrà passare anche per la moltiplicazione dei punti di consegna: locker, ma soprattutto un nuovo utilizzo del retail classico di prossimità (con nuove occasioni di business per negozi ora in difficoltà); le soluzioni di ottimizzazione delle consegne a casa (scheduled delivery) sono attese in un orizzonte temporale più lungo. Nel turismo i target proposti nell’indagine (lusso, borghesia di paesi crescenti, soggetti attenti all’ambiente e al turismo sostenibile) saranno fondamentali per la crescita (anche se il Paese non sembra attrezzato al meglio); si pone sempre più il tema del networking tra PA e privati, e tra privati, come driver per una migliore competizione nei mercati internazionali. Continuerà a crescere la terziarizzazione dell’economia: l’industria troverà nuovi sbocchi di business proponendo servizi e non solo beni (pur con il limite degli investimenti necessari per la conversione e degli ammortamenti per gli investimenti passati).
Previdenza
LA PENSIONE È UN PROGETTO LUNGO UNA VITA Un road show di incontri sul territorio per parlare di pensioni, di chi le percepisce già e di chi le percepirà, presto o tardi che sia. Il nostro primo obiettivo: portare l’attenzione di tutti, giovani in testa, sull’importanza di gestire la propria previdenza con largo anticipo
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MANAGERITALIA da sempre si occupa anche di pensioni: gestendo e innovando continuamente la previdenza integrativa contrattuale e seguendo, anche a livello istituzionale, i vari interventi sul nostro sistema pensionistico per tutelare tutti, ma soprattutto chi è già in pensione. L’intenzione è dare ai manager sempre più informazioni, cultura e servizi in modo che ognuno consideri la propria pensione un progetto che parte nei primi anni di lavoro e che è bene manutenere e gestire in ottica manageriale. I risultati di un’indagine Manageritalia/AstraRicerche hanno rivelato il punto di vista e le preoccupazioni dei nostri associati in tema di previdenza (vedi pagina 18).
Informazione sul territorio Manageritalia ha organizzato nei mesi scorsi alcuni incontri sul territorio utili per conoscere gli strumenti necessari per orientare le
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proprie decisioni in ambito lavorativo ritenendo fondamentale che le strategie migliori in materia previdenziale vadano pensate oggi e non domani. Un obiettivo che diventa ancora più cruciale a fronte di una professione sempre più sfidante e dei continui cambiamenti del nostro sistema pensionistico. Bisogna fare di tutto per poter gestire al meglio, anche dal punto di vista previdenziale, l’opportunità di andare all’estero, di uscire dall’azienda per fare l’imprenditore o il consulente. Insomma, anche in questo campo il “fai da te” o, ancora peggio, il “lasciar fare al caso” è improduttivo e pericoloso. Salvo trovarsi un giorno, quando è troppo tardi, a rimpiangere scelte sbagliate o non fatte.
Ecco alcuni programmi degli eventi territoriali sulle pensioni, spesso seguiti con dirette filmate e resoconti sulle pagine Facebook delle associazioni e sul nostro portale
Proprio di questo, ma non solo, si è parlato negli affollati incontri organizzati da Manageritalia in tutta la penisola, con esperti della Federazione, con interventi di consulenti e specialisti del nostro partner a livello nazionale 50&Più Enasco. Inoltre, in molte associazioni territoriali, a partire da Manageritalia Lombardia, è attivo un gruppo di lavoro sulla previdenza, formato da manager attivi e pensionati, con l’obiettivo di fare cultura, informare e convincere tutti i colleghi, soprattutto quelli più giovani, che alla pensione occorre pensare fin da subito, al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro e poi durante tutta l’attività lavorativa. Il filo conduttore degli incontri è sempre stato quello di partire dal-
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Previdenza le più recenti modifiche al sistema pensionistico per dare informazioni a chi è prossimo al ritiro e magari può sfruttare adeguatamente qualche utile finestra.
Il nostro sistema pensionistico Per quanto riguarda l’attuale sistema pensionistico, il segretario generale di Manageritalia, Massimo Fiaschi, ha riferito l’attenzione critica della Federazione all’i-
Manageritalia e le altre federazioni aderenti alla Cida hanno deliberato di finanziare delle cause pilota contro i provvedimenti legislativi riguardanti la perequazione e le cosiddette “pensioni d’oro”
ter parlamentare che ha portato all’introduzione di sostanziali modifiche all’impianto della previdenza in Italia, alcune condivisibili, altre meno, a causa del loro impatto sulla sostenibilità del sistema economico italiano. Si tratta di Quota 100, del blocco degli adeguamenti automatici dei requisiti per quasi tutte le tipologie di pensioni (ad eccezione del pensionamento di vecchiaia, a cui dal 2019 si può accedere solo dopo aver compiuto i 67 anni di età),
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della riproposizione dell’Ape sociale e della cosiddetta Opzione donna, dell’introduzione di una forma agevolata di riscatto del periodo di laurea per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi, i cosiddetti contributivi pieni.
Le trattenute sugli assegni pensionistici Il nuovo taglio alle pensioni introdotto dalla manovra per il 2019 ha due volti. L’attuale governo ha infatti stabilito, per fare cassa, di riproporre il modulo perequativo meno favorevole per gli importi superiori a 3 volte il minimo, introdotto in via transitoria nel 2014, con delle modifiche migliorative su tutte le fasce di pensione, ad eccezione di quella eccedente nove volte il minimo Inps (4.567 euro mensili), ma peggiorative rispetto alla normativa precedente agli anni 2014/2018. Il ripristino della rivalutazione delle pensioni più favorevole sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° gennaio 2019, ma il governo ha deciso di rinviare l’operazione di un triennio. Così la maggior parte dei pensionati a giugno si sono trovati delle trattenute sull’assegno pensionistico poiché l’Inps, a gennaio, ha calcolato la perequazione con le regole che sarebbero dovute entrare in vigore a tale data, senza tenere conto delle disposizioni
della legge di bilancio per il 2019, e ora sta recuperando i maggiori importi versati. A giugno è stata anche operata la trattenuta sulle pensioni superiori a 100.000 euro annui, con analogo recupero degli arretrati da gennaio. Il fatto che tutto ciò sia avvenuto solo al termine della lunga tornata elettorale non può che farci riflettere. Sempre nel corso degli eventi è stato dimostrato quanto un pensionato di circa 80mila euro lordi annue si è visto sottrarre con i vari blocchi dal 2008 ad oggi. Anche i cosiddetti pensionati d’oro sono stati riabilitati dimostrando la reale privazione avvenuta dai percettori di una retribuzione elevata già al momento del calcolo della pensione, equivalente a un taglio pari a circa il 20%, rispetto alle pensioni della generalità dei lavoratori. Un taglio di giusta solidarietà che nessuno ha mai messo in discussione, ma che viene sempre dimenticato da chi intende giustificare gli ulteriori balzelli che devono subire i percettori di pensione sopra i 100.000 euro annui.
Ricorsi contro i tagli Manageritalia e le altre federazioni aderenti alla Cida hanno deliberato di finanziare delle cause pilota contro entrambi i provvedimenti, tutto sotto l’egida della confederazione della dirigenza italiana. Un continuum dell’azione di tutela dei diritti dei
propri rappresentati in materia previdenziale, non solo per difendere i legittimi interessi dei dirigenti pubblici e privati, ma anche per portare avanti una battaglia di principio contro provvedimenti legislativi che, di fatto, cambiano unilateralmente le regole del gioco e penalizzano i pensionati, soprattutto quelli che più hanno contribuito e contribuiscono alla previdenza pubblica anche in ottica di solidarietà. E in ottica prospettica anche i loro
colleghi oggi in attività, che continuano questa abbondante contribuzione della categoria. Il presidente Cida, Mario Mantovani, si è impegnato affinché la confederazione faccia sentire la sua voce presso le istituzioni e l’opinione pubblica e cercherà in ogni modo di frenare ogni altro ulteriore provvedimento lesivo dei diritti dei propri rappresentati. Altrettanto energicamente verrà contrastato il tentativo di delegittimare e colpevolizzare il mondo
dei dirigenti, come è accaduto con l’utilizzo spregiudicato del termine “pensioni d’oro”, un falso ideologico costruito da un ceto politico pavido e a corto di argomenti. È forse il pericolo più subdolo che i dirigenti pubblici e privati, i professionisti e le alte professionalità corrono. Ed è per questo che va fermato con una “battaglia” culturale e di principio che Cida condurrà in prima fila, insieme con le sue federazioni e tutti i manager.
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Previdenza
IL PUNTO DI VISTA DEI NOSTRI ASSOCIATI Cosa pensate delle vostre pensioni? I risultati di un’indagine realizzata con AstraRicerche lo scorso anno via web su un campione di 1.455 rispondenti, rappresentativo della base associativa di Manageritalia. Tra gli intervistati il 67% è in attività e il 33% pensionato
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Il sistema pensionistico Durante un’indagine sul sistema previdenziale realizzata da Manageritalia con AstraRicerche abbiamo chiesto ai nostri associati di sintetizzare in una parola il loro vissuto dell’attuale sistema pensionistico italiano. Ci hanno risposto: iniquo, ingiusto, inadeguato, sbilanciato per i giovani. Andando nel dettaglio, l’ampissima maggioranza (70-100%) pensa che a pagare le pensioni con la fiscalità saranno sempre “i soliti noti”, che è indispensabile rafforzare e incentivare la previdenza integrativa e che le retribuzioni basse sono un problema per tutti. Si ritiene anche che la previdenza premi chi è già in pensione con un buon rapporto contributi/prestazioni, sarebbe in equilibrio se si distinguesse assistenza da previdenza pura, non rende agevole capire quale sarà la futura pensione. A chiudere emerge una palpabile insicurezza, perché il rinvio dell’età pensionabile rischia di
pesare su tutte le generazioni future e sulla credibilità del Paese. Un pensiero e atteggiamento che accomuna tutti i nostri manager, anche quadri ed executive professional.
La propria pensione attuale o futura Veniamo ora al vissuto della pensione, che per i dirigenti del nostro contratto è Inps più Fondo Mario Negri. Ebbene, l’Inps conta tanto per chi c’è già, meno per chi ci andrà. Questi ultimi puntano in modo deciso e a complemento sul Fondo Mario Negri (integrativo più tfr).
Pensionati Per il 92% dei pensionati attuali la pensione che riceve dall’Inps copre mediamente tra il 90 e il 100% delle entrate mensili, il Fondo Mario Negri invece un 5-9%. E la maggioranza si dichiara molto o abbastanza soddisfatta di quanto riceve di pensione. La metà vuole però fare qualcosa
per integrarla con investimenti del patrimonio (27%), con il lavoro (13%) o con la dismissione del patrimonio (10%).
Attivi Per quelli che ci andranno, la percezione è che l’Inps coprirà tra il 50-80% dell’assegno e il resto lo coprirà soprattutto il Fondo Mario Negri (integrativo più tfr) e altro. In ogni caso, tra chi non è ancora in pensione c’è una percezione un po’ troppo alta di quello che potrebbe spettargli, seppure l’ampia maggioranza sia conscia che andando in pensione subirà un forte calo del reddito. Inutile quindi dire che la maggioranza non è soddisfatta di quella che ritiene potrà essere la sua futura pensione e pensa di dover fare qualcosa per migliorare le sue entrate una volta pensionato. Ben più del 60% punta su investimen-
ti del patrimonio personale, forme integrative di pensione/risparmio e ancor più sull’ampliamento dei versamenti a forme di previdenza integrativa. Un terzo punta sulla possibilità di lavorare anche una volta pensionato. Uno scenario che si fa un po’ più negativo per quadri ed executive professional che non possono contare, o lo hanno potuto fare solo in parte e per un limitato periodo di tempo, sul pacchetto di previdenza integrativa previsto dal contratto dirigenti. Sempre per quanto riguarda i dirigenti in attività, c’è gradimento per quanto offerto da Manageritalia a livello di previdenza integrativa contrattuale, ma il 40% ritiene che questo sia insufficiente a integrare adeguatamente l’Inps. Un giudizio che impone due riflessioni: aumentare la conoscenza di quanto già c’è e studiare un even-
I dirigenti attivi hanno la percezione che l’Inps coprirà tra il 50-80% dell’assegno e il resto lo coprirà soprattutto il Fondo Mario Negri
tuale ampliamento. I pensionati apprezzano la loro pensione, e quindi quanto offerto a suo tempo da Manageritalia con le forme integrative contrattuali e altre possibilità, e apprezzano (58%) anche quanto fatto negli anni a difesa delle loro pensioni.
Le attese verso Manageritalia Guardando al futuro, si ritiene (70%), senza grandi distinzioni tra attivi e pensionati, che Manageri-
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Previdenza La conoscenza delle opportunità offerte dal ccnl Manageritalia sulla previdenza integrativa da parte dei dirigenti attivi 0%
20%
40%
60%
80%
100%
87,8%
Conferire al Fondo Mario Negri il tfr
Conferire al Fondo Mario Negri versamenti aggiuntivi con lo stesso vantaggioso regime fiscale
67,6%
Conferire versamenti aggiuntivi nella polizza Capitale differito rivalutabile Capitello di Assidir
51,3%
21 febbraio 2019, NH Collection Roma Centro
In sintesi
L’indagine mette in evidenza la forte richiesta di azioni istituzionali da intraprendere da parte di Manageritalia a salvaguardia del sistema pensionistico
talia debba lavorare sulle istituzioni per arrivare a un sistema pensionistico equo e stabile. Il 58% dei dirigenti attivi chiede di aumentare la previdenza integrativa del ccnl e, sempre in modo abbastanza unanime (attivi 32% e pensionati 28%), un terzo del totale chiede di offrire altri pacchetti previdenziali fuori dal contratto.
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Un’indagine del gennaio 2019 sui soli dirigenti in servizio ha ribadito la contrarietà per azioni quali per esempio Quota 100 che, hanno detto gli interessati, se può essere di aiuto a qualcuno, diviene un’ulteriore mina per il sistema pensionistico. Infatti, sposta i problemi su tutte le generazioni future e rischia di aumentare diffidenza e paura. Questi i motivi alla base della forte richiesta espressa circa le azioni istituzionali di Manageritalia a salvaguardia del sistema pensionistico di tutti e a maggior ragione di chi già paga abbondantemente e finanzia anche una parte non piccola di solidarietà con contributi attuali e soprattutto con le tasse. Poi il cuore dell’azione richiesta a
Manageritalia dagli intervistati. Primo manutenere e ampliare le opzioni di previdenza integrativa contrattuale e non. Tutto partendo da un’azione informativa e culturale volta a rendere evidente il bisogno di preoccuparsi per tempo della propria pensione futura per conoscere quello che si ha attualmente, le ulteriori opzioni e quindi decidere a ragion veduta e per tempo cosa e come fare a seconda degli obiettivi. Secondo, potremmo dire ultimo, ma non per ultimo, far conoscere e ampliare ulteriormente consulenze e servizi previdenziali e, quindi, anche l’offerta di opzioni di integrazione previdenziale. E come si evince nel servizio siamo già su questa direttrice e andremo avanti a tutta forza.
LA PREVIDENZA NON VA MAI IN PENSIONE La previdenza è una materia sempre attuale, Manageritalia se ne occupa tramite la contrattazione collettiva ma anche in altri ambiti, come ad esempio nelle azioni a livello istituzionale per la tutela dei pensionati e di chi in pensione spera di andare nel migliore dei modi. L’attuale scenario impone di essere capaci di programmare il proprio futuro pensionistico nel lungo termine, gestendo al meglio le posizioni individuali nel breve. Ne parliamo con il segretario generale Massimo Fiaschi. Cos’è per Manageritalia la previdenza? «Per previdenza intendiamo l’insieme di istituzioni e norme volte ad assicurare ai cittadini l’assistenza e le prestazioni in caso di infortuni, malattie, disoccupazione e nella vecchiaia. Gli associati a Manageritalia trovano coperture a tali esigenze nel contratto e ovviamente nelle istituzioni pubbliche. Occorre per questo distinguere tra previdenza pubblica e previdenza privata e contrattuale. La previdenza pubblica è una delle voci del bilancio dello Stato più impegnative, spesso utilizzata dai partiti politici per guadagnare consensi elettorali, senza tenere conto della sostenibilità futura. Periodicamente, con governi per lo più
tecnici, si è tentato di introdurre riforme volte a ridurre la spesa pensionistica che hanno molto penalizzato i giovani e i percettori di redditi medio-alti, dovendo privilegiare in particolare percettori di redditi ai limiti della sussistenza.
Inoltre negli ultimi anni i governi che si sono susseguiti nel tempo hanno spesso utilizzato le pensioni per fare cassa, agendo sulla perequazione e introducendo contributi a fondo perduto seguendo più logiche demagogiche che di equità. La redditività dell’investimento previdenziale pubblico per i percettori di redditi medio-alti è stata notevolmente messa alla prova da questi interventi. Per questo motivo, nell’ambito del ccnl dirigenti terziario sono stati creati nel tempo non uno ma ben due pilastri previdenziali: il Fondo di previdenza complementare Mario Negri e la previdenza integrativa individuale gestita dall’Associazione Antonio Pastore».
Massimo Fiaschi, segretario generale Manageritalia
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Previdenza Come nasce la previdenza contrattuale? «La previdenza contrattuale nasce nel 1940 poiché i dirigenti all’epoca erano esclusi da quella
«La redditività dell’investimento previdenziale pubblico per i percettori di redditi medioalti è stata notevolmente messa alla prova da riforme atte a ridurre la spesa pensionistica privilegiando i percettori di redditi al limite della sussistenza»
statale. Quando nel 1950 la tutela previdenziale pubblica viene estesa anche ai dirigenti, quella contrattuale viene convertita in previdenza integrativa, a seguito di un complesso processo che ha portato alla costituzione del nostro Fondo Mario Negri nel giugno del 1956. Da lì in poi il Fondo Mario Negri è stato rafforzato in termini di versamenti e prestazioni, grazie a una revisione periodica della contribuzione e all’introduzione della possibilità di conferimento volontario del tfr. Sul fronte delle prestazioni, la novità più recente è rappresentata dalla Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata che può essere utilizzata come “scivolo” verso la pensione. Negli anni 70 nasce la previdenza integrativa individuale, quella che oggi è gestita dall’Associazione Pastore, che prevede diverse coperture assicurative e una forma di capitalizzazione individuale. Naturalmente entrambe le tutele contrattuali devono continuare a essere manutenute e implementate per essere sempre attuali nell’ambito di un contesto socio-economico in costante evoluzione». Come? «Tramite un’azione avveduta e costante che dia risposte alle esigenze dettate dai cambiamenti della previdenza pubblica, dell’accentuata flessibilità del lavoro e, come emerge dall’indagine (vedi pagi-
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na 20), dalle richieste dei nostri associati che seguiamo con un’operazione continua di ascolto e informazione. Dobbiamo pensare anche a quei dirigenti che, cambiando azienda, passano a un altro settore merceologico e quindi a un altro contratto, che alternano periodi di lavoro in Italia con periodi di lavoro all’estero e a chi, per motivi vari, versa contributi ai nostri Fondi in maniera discontinua». Certo che i continui mutamenti del sistema pubblico non aiutano... «Noi agiamo da sempre, e negli ultimi decenni con ancora più impegno, con una continua azione di lobbying per tutelare il sistema pensionistico, sia nella parte pubblica che privata. Un impegno non solo corporativo, visto che solo un sistema pensionistico equo e sostenibile può dare certezze a tutti. Riteniamo che sia d’obbligo per un’organizzazione di rappresentanza sociale responsabile, tentare di intervenire per limitare i danni che possono derivare da manovre dissennate, anche laddove queste portino vantaggi ad alcuni associati, come accaduto, ad esempio, per Quota 100, un’opzione non molto apprezzata dai dirigenti a causa dell’impossibilità di cumulare la pensione con altri redditi, ma che per alcuni è stata utile. Bisogna tuttavia considerare che se si introducono delle facilitazioni per alcuni, insostenibili a livello collettivo, qualcun
altro, a sua volta, in un futuro anche molto prossimo, dovrà farsi carico delle conseguenze». I risultati della vostra azione? «In questi anni la nostra continua difesa delle pensioni, attuata anche in ambito Cida, è stata portata avanti con non poche difficoltà, poiché si scontrava con la tendenza a colpire in prevalenza coloro che hanno sempre fatto il loro dovere in termini di versamenti contributivi e tasse, contribuendo ampiamente, grazie ai loro redditi, alla solidarietà generale. Lavorare per un sistema sostenibile va a vantaggio di tutti, anche di coloro che ancora in attività, seppur non direttamente colpiti dai tagli a perequazione e contributi di solidarietà, stanno versando ingenti somme, senza la certezza di avere in futuro una pensione corrispondente. La nostra azione è spesso difensiva e ci ha permesso di ottenere dei miglioramenti a fronte di iniziative legislative dissennate. Abbiamo dovuto agire anche a salvaguardia dei nostri fondi, quando proposte di interventi normativi insensati hanno minacciato la loro sopravvivenza. Recentemente, nell’ambito delle consultazioni sulla crisi dell’Inpgi, siamo intervenuti in difesa dei tanti colleghi comunicatori, per i quali era stata prospettata l’ipotesi di un trasferimento forzato dall’Inps all’Inpgi. Parteciperemo a un tavolo in cui verranno appro-
fondite le dinamiche per tutelare al meglio i nostri colleghi». Guardando al futuro? «A parte manutenere e ampliare le tutele sia in ambito contrattuale che a livello individuale, vogliamo puntare su una ancora più forte e continua azione di informazione, cultura e consulenza per portare i nostri manager a pensare alla loro pensione da subito, in modo da costruirla nel tempo a ragion veduta, sfruttando le migliori opportunità. La gestione attiva della previdenza deve essere per i manager un must e un modo per cogliere in tutta tranquillità ogni opportunità professionale che può capitare nel corso della vita attiva, che sia il trasferimento all’estero, cambiare datore di lavoro e settore di attività, fare scelte imprenditoriali o di altro tipo. Per questo il contratto prevede anche la possibilità di proseguire volontariamente i versamenti ai fondi, per continuare a costruire un trattamento previdenziale integrativo e individuale, anche al di fuori del rapporto di lavoro dipendente come dirigente del terziario. Dobbiamo continuare ad agire su politica e istituzioni per incentivare e rafforzare la previdenza contrattuale, non generare dannose insicurezze su quella pubblica, e renderla sempre più equa e sostenibile. Poi far conoscere meglio quello che già oggi offriamo nel contratto
e in ambito extra contrattuale, perché ancora troppi dirigenti non sono interessati ad approfondire le tutele contenute nel ccnl. Infine, rendere chiara a tutti l’importanza di gestire da subito e attivamente la propria posizione contributiva e fornire strumenti utili e circostanziati per permettere loro di affrontare la vita post lavorativa con tranquillità e sicurezza. La pensione è parte integrante e importante del nostro lavoro, ce la costruiamo con il nostro percorso di carriera. Se il lavoro va tutelato, dando tutto quanto serve per garantirsi una professionalità capace di rispondere ai cambiamenti e alle richieste del mercato, per la previdenza serve partire da subito con un progetto e adattarlo nel tempo. In entrambi i casi dobbiamo puntare a una gestione vigile e attiva, dinamica e innovativa. Noi siamo qui per questo e non mancheremo di farlo».
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Previdenza
FLAT TAX AL 7% Al via il provvedimento attuativo con le regole sul nuovo regime fiscale. L’obiettivo è incentivare i pensionati residenti all’estero a trasferirsi al Sud Carla Panizza responsabile centro studi Manageritalia
L’
AGENZIA delle entrate ha emanato il provvedimento attuativo con le regole sul nuovo regime fiscale e, di fatto, fa partire la misura contenuta nella manovra per il 2019. Tale disposizione è finalizzata a favorire gli investimenti, i consumi e il radicamento nei comuni del Mezzogiorno con determinate caratteristiche demografiche da parte di soggetti non residenti, non solo stranieri ma anche italiani, che percepiscono redditi da pensione di fonte estera. I pensionati che trasferiscono la
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propria residenza in uno dei comuni del Mezzogiorno (Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia), con popolazione non superiore ai 20mila abitanti, possono optare per l’assoggettamento dei redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte estera o prodotti all’estero, a un’imposta sostitutiva forfettaria con aliquota del 7% per ciascuno dei 5 periodi di imposta di validità massima dell’opzione.
Chi sono i beneficiari Le persone fisiche che si trasferi-
I pensionati che trasferiscono la propria residenza in uno dei comuni del Mezzogiorno con popolazione non superiore ai 20mila abitanti possono optare per l’assoggettamento dei redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte estera o prodotti all’estero, a un’imposta sostitutiva forfettaria con aliquota del 7% per ciascuno dei 5 periodi di imposta di validità massima dell’opzione
I 5 requisiti per la scelta
scono non devono essere state fiscalmente residenti in Italia nei cinque periodi di imposta precedenti a quello in cui l’opzione diviene efficace e il trasferimento deve avvenire da paesi con i quali sono in vigore accordi di cooperazione amministrativa. I soggetti che esercitano tale opzione non sono tenuti a presentare la dichiarazione annuale degli investimenti e delle attività di natura finanziaria che detengono all’estero, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia. Sono esenti dalle imposte sui valori degli immobili situati all’estero e
dei prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (in pratica non sono tenuti agli obblighi di dichiarazione delle attività detenute all’estero e sono esenti da Ivie e Ivafe). Il trasferimento della residenza è definito mediante riferimento al Tuir, per cui si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile.
Nella dichiarazione dei redditi il contribuente è tenuto a riportare i 5 requisiti che danno diritto all’opzione: lo status di non residente in Italia per un tempo almeno pari a 5 periodi di imposta precedenti l’inizio di validità dell’opzione; la giurisdizione o le giurisdizioni in cui ha avuto l’ultima residenza fiscale prima dell’esercizio di validità dell’opzione tra quelle in cui sono in vigore accordi di cooperazione amministrativa nel settore fiscale; gli stati o territori esteri per i quali intende esercitare la facoltà di non avvalersi dell’applicazione dell’imposta sostitutiva; lo stato di residenza del soggetto estero erogante i redditi e l’ammontare dei
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Previdenza cludono l’esercizio di una nuova opzione.
Destinazione delle maggiori entrate
Come versare l’imposta
La normativa destina le maggiori entrate derivanti dall’attuazione dell’opzione al finanziamento di un fondo per i poli universitari tecnicoscientifici nel Mezzogiorno
redditi di fonte estera da assoggettare all’imposta sostitutiva. L’opzione è esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui viene trasferita la residenza in Italia ed è efficace a decorrere da tale periodo. L’Agenzia delle entrate trasmette queste informazioni alle autorità fiscali delle giurisdizioni indicate come luogo di ultima residenza fiscale prima dell’esercizio di validità dell’opzione.
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L’imposta non è deducibile ed è versata in un’unica soluzione entro il termine previsto per il versamento del saldo delle imposte sui redditi. Per l’accertamento, la riscossione, il contenzioso e le sanzioni si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste per l’imposta sui redditi. Soltanto nel caso in cui si manifesta la facoltà di non avvalersi dell’applicazione dell’imposta sostitutiva, per i redditi prodotti nei suddetti stati o territori esteri si applica il regime ordinario e compete il credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero. L’opzione è revocabile dal contribuente e i suoi effetti cessano laddove venga accertata l’insussistenza dei requisiti e in ogni caso di omesso o parziale versamento dell’imposta sostitutiva nei termini previsti. Tali casi pre-
Si segnala che la normativa destina le maggiori entrate derivanti dall’attuazione dell’opzione al finanziamento di un fondo per i poli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno (aventi sede nelle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia) in cui sia presente almeno un dipartimento in discipline tecnico-scientifiche e sociologiche per essere destinato a forme di sostegno diretto agli studenti, al finanziamento di assegni di ricerca, nonché per studi e ricerche inerenti allo sviluppo del Mezzogiorno.
Servono più investimenti pubblici La flat tax però può rivelarsi completamente inutile se non ci saranno investimenti pubblici per migliorare servizi utili ai pensionati come sanità e trasporti. I pensionati non sono solo attratti dai paesi che offrono vantaggi fiscali, oltre alle caratteristiche climatiche, ma anche da quelli con minore livello dei prezzi. Infatti prezzi più bassi e minore tassazione si traducono in un innalzamento del tenore di vita. È difficile dire se l’agevolazione fiscale sarà in grado di incentivare i pensionati stranieri a trasferirsi al Sud.
013-PP01-01-2017-09 LUGLIO/AGOSTO 2019
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ADELMO MATTIOLI - INTERVISTA
Previdenza
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Obiettivo pensione: sii previdente!
Adelmo Mattioli, consulente previdenziale 50&Più Enasco.
Abbiamo colto il punto di vista di Adelmo Mattioli, consulente previdenziale 50&Più Enasco, intervenuto in qualità di specialista durante l’incontro “Obiettivo Pensione” organizzato da Manageritalia Lombardia lo scorso 9 aprile. Un convegno di successo in cui, dopo la presentazione dei risultati di un’indagine su ciò che i manager pensano e conoscono della previdenza e in particolare della loro futura pensione, i partecipanti hanno potuto fugare numerosi dubbi chiedendo agli esperti presenti: oltre al già citato Adelmo Mattioli, Massimo Fiaschi, segretario generale Manageritalia; Alessandro Baldi, presidente Fondo Mario Negri, e Roberto Zecchino, direttore Hr Robert Bosch Italia, azienda nella quale è stato gentilmente ospitato il convegno.
Cosa bisognerebbe fare per gestire in modo attivo la propria pensione? «È necessario ricordare che nel nostro sistema previdenziale c’è una prescrizione dei contributi pari a cinque anni, quindi è necessario controllare gli
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estratti contributivi sempre ogni quinquennio, sia per i dipendenti sia per gli autonomi». Quando bisogna cominciare ad attivarsi? Si pensa sempre che sia troppo presto…
«Io consiglierei innanzitutto di fare delle iniziative anche nelle scuole, negli ultimi anni dei diplomi, e cominciare a creare una cultura previdenziale dal momento in cui questi ragazzi eventualmente si laureano. Ecco, dal mo-
mento in cui c’è la laurea bisogna capire per esempio se è conveniente fare il riscatto di laurea o fare un fondo pensione e da lì cominciare ad avere un’attenzione particolare al proprio estratto contributivo e ai propri cambiamenti». A proposito di riscatto di laurea, c’è qualche novità? «Certo, ci sono importantissime novità: la legge 26, entrata in vigore da poco, del nuovo sistema previdenziale che introduce Quota 100 e reddito di cittadinanza, prevede per tutti gli anni accademici che si collocano dal primo gennaio 1996 in poi, quindi per tutti i giovani sicuramente, ma anche per persone che hanno superato i 40 anni di età, la possibilità di pagare per ogni anno di laurea 5.239 euro che si moltiplicano per gli anni di laurea. Quindi un beneficio importante con un costo non eccessivo. È un onere deducibile rateizzabile in dieci anni, quindi molto interessante. È necessario cominciare a ragionare anche su questi argomenti». Come muoversi in un mondo del lavoro e previdenziale in continuo cambiamento? «Ecco, questo è un aspetto previdenziale difficile da gestire che va fatto con consulenze capaci e approfondite, perché ci sono leggi importanti che tutelano anche il cambio dell’attività. C’è una legge, la 232 del 2016, sul cumulo gratuito. È una legge importantissima che ha in sé un concetto fondamentale: le attività successive non penalizzano mai la
quota di pensione raggiunta fino a quel momento. Su questa legge si possono fare diverse valutazioni per proteggere la propria posizione previdenziale». Quanto è importante una previdenza integrativa, come per esempio quella del ccnl dirigenti? «La previdenza integrativa è un pilastro fondamentale: bisogna creare
maggiore informazione e questo è importante perché sicuramente il sistema pubblico non dà più i rendimenti a cui eravamo abituati negli anni passati. Quindi un aiuto, un sussidio, un fondo pensione, un secondo pilastro diventa cruciale, in particolare perché si possono utilizzare quelle che sono le agevolazioni fiscali presenti nel nostro sistema fiscale».
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A GONFIE VELE
Eliana Sambrotta
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“N
AVIGHIAMO INSIEME AI GENOVESI”: questo il titolo della 93a Assemblea Manageritalia che si è svolta il 7 e l’8 giugno a Genova per testimoniare la vicinanza e la solidarietà della nostra Federazione, e in generale dei manager, verso questa città e questa regione in seguito al crollo del Ponte Morandi dello scorso agosto. Un territorio, quello ligure, spesso duramente colpito anche da calamità naturali e che ancora una volta si è già rimesso in moto, ma al quale Manageritalia ha comunque voluto dare il suo contributo. L’evento si è tenuto nel bel contesto dell’Acquario di Genova e ha coinvolto 250 delegati in rappresentanza degli oltre 36mila manager iscritti. «Abbiamo scelto Genova come sede della nostra Assemblea nazionale» ha detto il presidente Manageritalia Guido Carella aprendo i lavori «per testimoniare la nostra vicinanza alla città e al territorio e contribuire anche in futuro, come abbiamo già fatto in questi mesi con la nostra associazione regionale Manageritalia Liguria, alla ripresa della città. Nei giorni scorsi il sindaco Marco Bucci, nostro associato, ci ha rivelato che Genova è in
DA GENOVA Per la prima volta la Superba ha ospitato il consueto appuntamento federale di giugno
ripresa e nell’ultimo anno c’è stato un aumento degli occupati, l’arrivo di nuove imprese, anche dall’estero, addirittura di uno dei giganti della Silicon Valley, e soprattutto si è creato un forte spirito di partecipazione, fiducia e coesione tra tutte le istituzioni, i cittadini e il territorio». Così ha commentato Carella: «Per andare avanti con forza e costruire “ponti sul futuro” serve l’impegno di tutti, ancor più di manager e leader che sappiano guidarci verso lo sviluppo futuro. Questo quello che vogliamo testimoniare qui oggi, prendendo Genova come esempio di una tensione a guardare avanti che deve essere l’impegno di tutti, anche a livello nazionale». Il presidente ha proseguito sostenendo che i punti cardine per guardare davvero avanti e costruire quello sviluppo sostenibile per tutti sono stare con voce e autorevolezza in Europa per migliorarla e creare un ecosistema atto a favorire lo sviluppo delle imprese e la nascita e l’arrivo anche dall’estero di aziende che operano nei settori più innovativi. Queste le basi per ridefinire un mondo del lavoro che deve cambiare velocemente regole e prassi per andare verso un’organizzazione del lavoro agile e capace di creare valore aggiunto per il Paese e opportunità e senso per tutti i lavoratori.
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Ospiti di Manageritalia Liguria A fare gli onori di casa l’associazione ligure tutta, guidata dalla sua presidente Monica Nolo che ha accolto (in dialetto genovese!) i numerosi ospiti, tra cui il vicesindaco di Genova Stefano Balleari, in vece del sindaco Marco Bucci, all’estero per motivi istituzionali, lasciandoci comunque un piacevole video messaggio di accoglienza. Balleari ha confermato la ripresa in atto in città, frutto di quella coesione e voglia di fare insieme che è l’ingrediente determinante per ogni rinascita collettiva. Ha ringraziato per l’importante segnale di aver scelto Genova come sede dell’Assemblea nazionale e ha accennato anche ad alcune delle tante iniziative in atto per attirare investimenti in città e sul territorio. Non ultimo ha ribadito l’ottimo
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rapporto di fiducia e collaborazione con la nostra Associazione, i suoi vertici e tanti associati attivi in varie iniziative e progetti. Altro ospite e importante rappresentante delle istituzioni è stato il senatore Paolo Ripamonti, vicepresidente Decima commissione Senato (Industria, Commercio, Agricoltura). Nel suo intervento ha evidenziato l’impegno del governo per assicurare solide basi per una vera ripresa e il ruolo e l’attività della commissione che presiede. Si è soprattutto soffermato, rispondendo a quanto detto nella relazione introduttiva dal presidente Carella, sul ruolo determinante dei manager e sulla pro-
posta di creare un’agenzia come quella francese denominata Apec che supporti sviluppo e transizioni di carriera di dirigenti e quadri. Un modo, ha convenuto, per assicurare al paese un’elevata qualità dei suoi manager e leader. Ha chiuso
garantendo che sia a livello nazionale che territoriale è pronto ad ampliare la collaborazione con Manageritalia, perché le istituzioni devono dialogare e cogliere stimoli, idee e progetti da tutti, ancor più da chi rappresenta coloro che ogni giorno guidano persone e aziende per lo sviluppo di tutto il sistema. L’Assemblea è proseguita tra momenti più tradizionali, come la presentazione del bilancio federale e l’andamento dei nostri fondi ed enti collegati, e qualche novità, come la nascita della 14a associazione (vedi box) e gli spunti verso
Nasce la 14a associazione: Manageritalia Executive Professional
il futuro delle 13 associazioni territoriali (vedi pagine successive). Senza dimenticare lo scenario sulle attività in essere di Cida illustrato dal neo presidente Mario Mantovani, che ricordiamo essere il vicepresidente di Manageritalia.
Nel corso dell’Assemblea nazionale è stata presentata e accolta con voto unanime dei delegati presenti la neonata Manageritalia Executive Professional, d’ora in avanti la 14a associazione di Manageritalia, accanto alle 13 territoriali (vedi pagina 42). Un modo per guardare al futuro e per avere ancora più possibilità per offrire agli associati executive professional, già da tempo presenti in Manageritalia, nuovi servizi per la professione, welfare e occasione di muoversi e dialogare più liberamente con analoghe organizzazioni di alte professionalità presenti nello scenario nazionale e internazionale. Presto ci sarà il debutto ufficiale e partirà un’adeguata azione di sviluppo attraverso nuovi servizi e sinergie. Il coordinatore di Manageritalia Executive Professional è Carlo Romanelli (nella foto), già da anni responsabile degli executive professional, affiancato da Donatello Aspromonte e Daniele Ferrari in qualità di vicepresidenti pro-tempore. Il consiglio direttivo è composto da Donatello Aspromonte, Antonio Borghetti, Giuseppe Castellana, Fabio Fabietti, Daniele Ferrari, Paolo Fiorentino, Guido Giaume, Gianpaolo Lapesa, Carmelo Scimone, Paolo Ulivieri e Fabiana Vidoz. Il collegio dei revisori dei conti è composto da Diego Mensitieri, Barbas Panagiotis, Paola Vignoli e Vincenzo Giorgio Mantia (supplente); mentre il collegio dei probiviri da Giorgio Servizio, Raffaele Russo, Davide Maniscalco e Fabrizio Signoriello (supplente).
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93aAssemblea Un’Assemblea a filo d’acqua L’Assemblea è stata ospitata a Genova a dimostrazione della vicinanza della Federazione verso la città e la regione in seguito al tragico evento dello scorso 14 agosto. Siamo stati ospiti di varie strutture nella città e i lavori si sono svolti presso l’Acquario di Genova. Nella serata di venerdì abbiamo
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avuto modo di effettuare brevi tour guidati delle vasche e abbiamo assistito a uno show di delfini organizzato solo per noi. Infine, unica è stata l’esperienza della cena servita “fronte vasca”, ovvero con vista su squali e squaletti! Tutta la città ha potuto essere al corrente della nostra manifestazione grazie a un maxischermo illumi-
nato in notturna posto sulla cima di Torre Piacentini e a degli enormi palloni rossi che svettavano dalla struttura dell’Acquario. Grazie a Manageritalia Liguria per l’organizzazione puntuale e l’ospitalità e il supporto dei nostri sponsor Cargeas Assicurazioni Gruppo Bnp Paribas, Aviva Assicurazioni e Generali.
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FOCUS SUL TERRITORIO Le associazioni guardano al futuro
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GNI ASSOCIAZIONE TERRITORIALE ha avuto alcuni minuti a disposizione per mettere a conoscenza l’Assemblea delle attività che aveva scelto di intraprendere nel 2016, tra le sette macroaree proposte dal Piano operativo Manageritalia 2016-2020, e che sta portando avanti. Molti i progetti interessanti e diversi, perché sebbene si rifacciano ai medesimi temi, ognuno li ha affrontati in base a priorità, esigenze e caratteristiche delle realtà regionali e del tessuto manageriale. Attività sempre e comunque tese al miglioramento dei servizi per l’associato, ma con un occhio di riguardo alla valorizzazione del territorio e al mondo dell’innovazione e delle startup. Molti gli spunti per il futuro, quasi sempre in ottica di sostenibilità, oltre che naturalmente di crescita globale. Vediamone un esempio per ogni associazione territoriale.
CAMPANIA Rossella Bonaiti
La valorizzazione del territorio, anche attraverso il sostegno ai giovani, è uno dei punti chiave del programma attuale e futuro. Bisogna farlo anche e soprattutto attraverso una maggiore interazione tra le associazioni del Sud.
EMILIA ROMAGNA Paolo Longobardi
Il Genius loci, ovvero lo spirito del luogo. Così si identificano i manager emiliani: ricchi di fede laica nel lavoro, co-
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LAZIO, ABRUZZO, MOLISE, SARDEGNA, E UMBRIA Roberto Saliola
Da Startup & Hope a Hackathon UniversItalia: ampliamento del progetto già di successo tramite l’apertura alle università e l’organizzazione di una “maratona dell’innovazione” di 3 giorni e l’applicazione di una metodologia sviluppata ad hoc. Il sogno è creare un “club” di investitori di startup a partire dalla base associativa.
scienza dell’impegno, fiducia nel futuro e intelligenza di comunità. Questi i loro assi nella manica per passare da essere dirigenti a essere veri leader.
FRIULI VENEZIA GIULIA Stefano De Martin
“Accessibilità & Management: impresa possibile” è il progetto embrionale che sarà il filo conduttore dell’attività futura per coinvolgere gli stakeholder. Un modo per valorizzare il ruolo dei manager, aumentare la loro presenza nelle aziende e costruire sul territorio uno sviluppo che premi inclusione e sostenibilità per farne anche un fattore competitivo.
LIGURIA Monica Nolo
Da Voglio fare il manager a Talenti 2.0: una delle maggiori iniziative di successo dell’associazione ligure, dopo sei edizioni si amplia offrendo ai giovani studenti e laureati un’ulteriore opportunità e consolidando i rapporti con gli enti locali e valorizzando il territorio.
LOMBARDIA Roberto Beccari
PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
SICILIA Luca Mencarelli
Alfredo Lanfredi
Manager 4.0 è il nuovo gruppo di lavoro che si sta occupando dell’identità e dei bisogni del nuovo manager, che includono non solo la sfera professionale ma il rapporto con la tecnologia e il benessere psico-fisico, per proporre servizi sempre all’avanguardia.
World wide manager: il nuovo servizio è stato attivato quest’anno grazie a una convenzione con Manageritalia Lombardia ed è rivolto ai manager che hanno intrapreso o hanno in previsione di intraprendere un’esperienza professionale all’estero.
G.I.T.A. ovvero Giovani Idee per il Territorio e l’Accoglienza. Un progetto nuovo che nasce grazie alle competenze degli associati, al coinvolgimento dei loro figli, alla rete di networking, nonché al supporto anche finanziario dell’associazione.
MARCHE
TOSCANA
TRENTINO-ALTO ADIGE
Paolo Moscioni
Riccardo Rapezzi
Franco Tomasi
Vivi 5 giorni da manager: il progetto ormai consolidato vorrebbe espandersi a tutte le università delle Marche con l’organizzazione di un evento formativo/emozionale per i giovani e i manager/tutor grazie al supporto di Cfmt e delle università.
PUGLIA, CALABRIA E BASILICATA Domenico Fortunato
Formazione e turismo per il manager di domani. Attraverso la creazione di uno Short master in Turismo, ovvero percorsi formativi per le principali figure manageriali e professionali del turismo, e attraverso Talent garden, un progetto di light garden/incubatore di startup per portare sul mercato modelli di business inediti con focus su turismo e nutrizione.
Prosegue l’importante lavoro fatto diventando partner prioritario delle istituzioni territoriali in tema di economia 4.0, startup e innovazione. I protocolli d’intesa siglati con istituzioni pubbliche e private nella Regione Toscana sono stati un punto di partenza per aumentare la digitalizzazione dei manager e farne ambassador di una contaminazione di tutta l’economia del territorio.
In atto la terza fase del progetto “Accompagnami”, che intende stimolare gli enti del terzo settore che vogliono sviluppare imprese sociali esistenti o avviare nuove imprese sociali ad accrescere o adottare un approccio manageriale/imprenditoriale nella programmazione e realizzazione delle loro attività.
VENETO Lucio Fochesato
Progetto di punta e da perseguire in futuro è Community e Turismo, strategico per il Veneto, prima regione italiana per visite e indotto, da sviluppare, tra le altre cose, attraverso eventi di marketing associativo inclusivi, con l’obiettivo di divulgare all’esterno i nostri valori e la rappresentanza a Km 0, per contaminare imprese e società civile.
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Associazioni territoriali
NON CI SONO PIÙ LE ASSEMBLEE DI UNA VOLTA L’ultima tornata degli appuntamenti istituzionali sul territorio delle 13 associazioni di Manageritalia, prima dell’Assemblea nazionale, ha visto una serie di dibattiti pubblici e approfondimenti interessanti. Focus su progetti e attività in grado di rafforzare i rapporti con gli stakeholder locali 38
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H SÌ, LA PAROLA assemblea, nobile e autorevole, nell’immaginario comune è quella di condominio, spesso un momento di “sfogo collettivo”. Quelle territoriali di Manageritalia, invece, vero momento di scambio e condivisione con i manager associati, hanno reso già da tempo snelli e concreti gli adempimenti statutari, dando più spazio ai momenti di condivisione sui servizi, sull’attività svolta e su quella futura. Ma soprattutto hanno aggiunto una parte pubblica per fare a volte informazione e formazione emozionale, altre per
dialogare con gli stakeholder del territorio su tematiche economiche e sociali e progetti e azioni sviluppati in partnership. Quest’anno abbiamo fatto ancora di più e meglio, coinvolgendo più associati e stakeholder esterni. Grazie all’utilizzo dei social (Facebook e LinkedIn) con dirette video di alcuni momenti, sintesi di quanto avvenuto e interazioni tra chi era in sala e chi era solo collegato online, sono state partecipate durante e dopo il loro svolgimento, oltre la sola presenza fisica. Un successo che solo in parte si può evincere dalla snella carrellata qui riportata.
LAZIO, ABRUZZO, MOLISE, SARDEGNA E UMBRIA
EMILIA ROMAGNA Nella parte pubblica, svoltasi nella “sostenibile” e inusuale cornice del Fico Eataly World, si è parlato di Regional eco system: economia e business sustainability in Emilia Romagna. Coinvolti nel dibattito esponenti del mondo universitario, manager di organizzazioni private e pubbliche e di aziende che proprio sulla sostenibilità puntano per guardare alla competitività futura loro, del territorio e del sistema.
FRIULI VENEZIA GIULIA In collaborazione con Fondazione Prioritalia e Skal FVG, si è dedicato ampio spazio a sostenibilità e accessibilità per migliorare la competitività delle imprese e le ricadute positive per tutto il territorio. L’incontro Accessibilità & Management: impresa possibile, ha coinvolto istituzioni, manager e imprese che hanno condiviso esperienze private e in ambito associazionistico.
Trattati con esperti e rappresentanti delle istituzioni e della business community i Nuovi paradigmi del replacement manageriale. Nel corso di una tavola rotonda si è discusso dell’ipotesi e della volontà di lavorare per la costituzione di un’agenzia nazionale dedicata a supportare il management nell’acquisizione delle competenze professionali, nella gestione attiva della carriera e nella transizione professionale, prendendo a modello la francese Apec, Association pour l’emploi des cadres.
LIGURIA CAMPANIA Focus sulle imminenti Universiadi. Universiade Napoli 2019 Attese e prospettive il titolo dell’incontro al Circolo Canottieri, dove una sala gremitissima ha seguito il dibattito tra autorità, organizzazioni e persone coinvolte in quest’evento. Coup de théâtre, l’intervento al telefono del presidente del Napoli calcio Aurelio de Laurentis. Al centro dell’attenzione i risvolti della gestione anche manageriale della manifestazione, che devono garantire, a fronte dei 270 milioni di euro investiti, il successo nell’immediato e nel medio e lungo termine, determinando attrattività e impianti sportivi fruibili anche per gli anni a venire per tutto il territorio.
Riempita la sala principale di Palazzo Ducale con la consegna dei MemberShipAward a manager associati da oltre 50 anni accogliendo quelli appena entrati. A consegnare i premi il sindaco Marco Bucci, nostro associato, e il direttore del Secolo XIX. Entrambi, ma soprattutto il sindaco, hanno parlato del riscatto in atto nella città, del ruolo vincente e trainante che manager e leader hanno avuto e devono sempre più avere per tornare a crescere e creare uno sviluppo vero e sostenibile.
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Associazioni territoriali
LOMBARDIA Uno sguardo al futuro imminente e non solo, viste le ultime elezioni per il Parlamento europeo che si sarebbero svolte pochi giorni dopo l’assemblea milanese. In videoconferenza con le proprie delegazioni territoriali, l’associazione ha ospitato, nel tradizionale contesto meneghino del Museo dei Navigli, il vicedirettore della Stampa Marco Zatterin per parlare di Scenari dopo il voto: le sfide per l’Europa e l’Italia. Un puntuale intervento al quale sono seguite tante domande e un interessante dibattito.
PUGLIA, CALABRIA E BASILICATA L’assemblea si è svolta a Matera e ha sviluppato il tema Destination Basilicata. Territorio: attrattività e sostenibilità per creare sviluppo. Gremitissima la sala. Tra i relatori il sindaco e rappresentanti istituzionali economico-sociali di spicco per parlare del risvolto in termini di attrattività di quest’anno della città e della regione sotto i riflettori, visto che Matera è la capitale europea della cultura.
SICILIA
MARCHE Si è abbinato l’appuntamento istituzionale con una sessione formativa condotta dall’esperto di management emozionale Luciano Ziarelli, in collaborazione con Cfmt, nella sede del prestigioso Gruppo Loccioni. L’incontro Play list: la storia siamo noi! ha permesso di fare un tuffo nel passato e nel presente attraverso l’ascolto e la condivisione di brani musicali introspettivi. Un modo diverso per ripartire da noi stessi, che come singoli e in team dobbiamo gestire attivamente il nostro futuro.
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Approfondito il progetto di Manageritalia food4minds nel corso di un dibattito a cui hanno partecipato 80 persone tra associati e invitati. Il progetto avvicina il mondo della scuola e quello del lavoro, con i manager associati a fare da ponte e portare in classe personalmente uno sguardo sul lavoro attuale, con particolare focus su professionalità e soft skill. Food4minds è arrivato per la prima volta anche in Sicilia, presso l’Istituto Galileo Galilei di Canicattì, grazie all’intervento in prima persona del manager del settore alberghiero e vicepresidente dell’associazione Paolo Gobbetti. Durante un incontro con gli studenti e i docenti dell’istituto si è fatto un bilancio di questa iniziativa, sottolineandone i punti di forza.
PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
Approfondito l’impatto che i diversi tipi d’innovazione hanno sull’evoluzione del mercato con il futurologo Thomas Bialas che ha tenuto l’attenzione per un’ora sul tema Il futuro dell’innovazione: trend e scenari. Il dibattito è stato organizzato in collaborazione con Cfmt nell’avveniristico contesto del Talent Garden Fondazione Agnelli di Torino.
TOSCANA Da tempo impegnata a collaborare per sviluppare innovazione e dare slancio all’economia del territorio, l’associazione ha organizzato l’incontro Are you the next change maker? Startup talk insieme a Regione Toscana e altre istituzioni. E così, di fronte a una platea coinvolta di 211 persone – tra investitori, istituzioni, aziende, inventori, studenti e professori – si sono alternati sul palco nove startup e due aziende di successo che hanno stimolato creatività e innovazione come dei veri change maker, in grado cioè di creare soluzioni, servizi e idee capaci di cambiare e innovare per affrontare le sfide continue e una chiara visione del domani.
TRENTINO-ALTO ADIGE
VENETO Il tema della parte pubblica è stato Nuova autonomia del Veneto: opportunità per imprese e manager. Si è partiti da un’indagine commissionata ad hoc alla Cgia di Mestre. Un bel dibattito per nulla volto a ipotizzare scissioni o altro, ma teso a confrontarsi anche con equipollenti regioni europee e a far emergere come una maggiore autonomia amministrativa, solo in alcuni campi, potrebbe favorire una maggiore personalizzazione degli interventi e quindi potenzialità per il territorio.
Nella parte pubblica si è parlato di alcuni temi di servizio e altri legati al territorio. Nel primo caso si è parlato dell’aumento dei rischi professionali e delle modalità con cui coprirli, tra cui l’assicurazione D&O, detta anche “Polizza per la responsabilità civile degli organi di gestione e controllo della società”. Una polizza che in caso di sinistro tutela il patrimonio personale, economico e d’immagine di manager, amministratori e sindaci. Nell’altro caso si è parlato di fare impresa nel mondo dello sport e del ruolo dello sport nell’economia del Trentino-Alto Adige.
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Manageritalia
PROFESSIONISTI A BORDO Al via la 14a associazione Manageritalia Executive Professional. Una scommessa per il futuro della rappresentanza
Guido Carella
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L 7 GIUGNO a Genova l’Assemblea nazionale ha accolto la domanda di adesione alla Federazione presentata dall’associazione degli Executive Professional (vedi pagina 33). Per Manageritalia si tratta di un passo politico e strategico importante, un consolidamento del percorso di avvicinamento delle categorie vicine alla dirigenza, già iniziato nel 2003 con l’ampliamento della base associativa dovuto all’apertura ad altri manager e alte professionalità. Oggi la vicinanza di ruoli e funzioni fra quadri, dirigenti ed executive professional è testimoniata sempre più frequentemente dal passaggio del manager fra le tre categorie contrattuali, mettendo perfino in dubbio gli stessi concetti di subordinazione e lavoro autonomo. La presenza del sindacato nella gestione di questi fenomeni traslativi diventa un presupposto necessario per comprendere come debba evolvere l’attuale modello di rappresentanza degli interessi e quali soggetti debba coinvolgere. In tale contesto, la nascita di questa nuova associazione potenzialmente autonoma – e la sua imme-
diata domanda di adesione a Manageritalia, è la presa d’atto della necessità di riconoscere le distinzioni e le peculiarità fra sindacalismo per i dirigenti e sindacalismo per i professional. Una consapevolezza che motiva il bisogno di specificità valorizzato con l’associazione, concepita come strumento esecutivo delle politiche e delle strategie per la rappresentanza degli executive professional. Manageritalia Executive Professional è un’associazione definita “parasindacale” per evidenziare una diversità con la tradizionale attività sindacale tipica del rapporto di lavoro contrattualizzato con il ccnl.
Chi sono Chi sono dunque gli associabili a Manageritalia Executive Profes-
sional? Sono liberi professionisti – dunque privi di subordinazione – che nel sistema di welfare di Manageritalia non sono prosecutori volontari a uno dei fondi/ enti previsti per contratto e dunque sono “soci aderenti” per lo statuto federale. La loro attività deve inoltre svolgersi in collaborazione o a supporto dei manager o imprenditori in organizzazioni pubbliche o private.
Obiettivo L’obiettivo di fondo dell’inclusione di questa nuova associazione in Manageritalia – salvaguardando l’autonomia organizzativa già riconosciuta agli executive professional – è quello di dare una risposta forte alle esigenze di molti nostri colleghi, tra i quali anche ex dirigenti, di ottenere un riconoscimento identitario. In secondo luo-
go, dare una risposta al bisogno di aggregazione e realizzazione di un sistema di welfare, di formazione, di networking.
Cosa è stato fatto Dal 2003 gli executive professional – con il supporto di Manageritalia nelle aree professional costituite presso le associazioni territoriali – si sono autorganizzati per studiare le esigenze di categoria e ipotizzare iniziative conseguenti ai bisogni. Tra queste, molto apprezzato il servizio realizzato e autogestito di certificazione delle esperienze professionali. Manageritalia poi, in questi anni, ha segnalato e valorizzato i profili di molti executive professional nostri associati alle istituzioni che li chiedevano (Invitalia, Unioncamere, il Mise): figure come l’innovation e il digital manager, gli
esperti di turnaround, l’export manager fanno già parte da almeno un decennio dell’universo di Manageritalia. Ora siamo alla maturità di una rappresentanza di una categoria in divenire. Per questo abbiamo voluto dare loro un assetto più strutturato, un rafforzamento della “casa comune” voluta nel 2003 come centro di aggregazione e di sviluppo delle competenze manageriali e a elevata professionalità al servizio delle imprese. Auguro a Manageritalia Executive Professional e ai suoi primi rappresentanti un proficuo lavoro. Nel realizzarlo, li invito a cogliere i valori e la tradizione di Manageritalia, ma anche ad aiutarci a evolvere il nostro modo di fare rappresentanza, comunque sempre nel solco dell’innovazione propria di ogni buon manager.
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OSSERVATORIO LEGISLATIVO a cura di Manageritalia
RAPPORTO GIOVANI DELL’ISTITUTO TONIOLO
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osservatorio
nche quest’anno puntuale è uscito il Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo. Un prezioso identikit degli under 35 italiani tra luci e ombre. Un vero e proprio percorso nell’universo giovanile a partire dalla dimensione educativa, dal lavoro e l’autonomia dalla famiglia, il civismo e la cultura della legalità, il consumo di alcolici e i comportamenti a rischio, il valore dell’amicizia e un focus speciale sui giovani al Sud. La chiave di lettura di questa edizione è quella del presente, che può essere considerato come tempo di attesa inoperosa che qualcosa accada nella propria vita, come tempo di piacere, svago e interazione con gli altri, come tempo di scelte che impegnano positivamente verso il futuro personale e collettivo. Sono soprattutto tali scelte a risultare deboli oggi nei percorsi di vita di troppi giovani italiani. Rispetto a dieci anni fa la situazione è ulteriormente peggiorata, con i Neet passati tra il 2007 al 2017 dal 21,3% al 29,1%. In pratica, una generazione è invecchiata peggiorando progressi-
vamente la propria condizione e arrivando a superare i 30 anni di età con un carico di fragilità record in Europa. In altri termini, molti giovani italiani invecchiano senza vedere sostanziali progressi nella costruzione dei propri progetti di vita. Di conseguenza rivedono progressivamente al ribasso i propri obiettivi, alcuni rassegnandosi anche a non raggiungerli. Evidentemente, il
record italiano in Europa di under 35 inattivi contribuisce a ridurre le possibilità di crescita economica del Paese. Inoltre, aumenta la combinazione negativa tra diseguaglianze generazionali, sociali, geografiche e di genere. Seppure il tasso di dispersione scolastica e il tasso di Neet siano nel 2019 in lieve riduzione, continuano ad essere tra i più alti in Europa, aumentando la fragilità per chi si trova in tale condizione. Ovviamente, il rischio più elevato, a parità di altre caratteristiche, lo presentano i giovani in possesso di basse credenziali formative, che vivono in contesti familiari con basse risorse socioculturali e che vivono in aree con basso sviluppo e povere di opportunità. Restiamo un Paese che meno di altri riduce lo svantaggio di partenza, lasciando incrementare le conseguenze negative, attraverso il maggior rischio di povertà educativa e il deterioramento di competenze e motivazioni prodotto dalla persistenza nella condizione di Neet.
RAPPORTO ISTAT: I TEMPI DELLA VITA QUOTIDIANA
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proposito di conciliazione, è appena stato diffuso un nuovo rapporto Istat: “I tempi della vita quotidiana. Lavoro, conciliazione, parità di genere e benessere soggettivo”. Le indagini “uso del tempo”, che rilevano i numerosi e diversi modi in cui le persone usano questa risorsa, rappresentano una base informativa indispensabile non solo nel campo della ricerca sociale, ma anche per la scelta delle politiche pubbliche. Il volume indaga i tempi di vita delle persone a partire da circa 70 indicatori per illustrare in modo standardizzato e comparabile alcune dimensioni della vita sociale ed economica dei diversi paesi. Nella prima parte, dedicata ai tempi di lavoro, per la prima
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volta viene stimato il valore economico del lavoro non retribuito prodotto in Italia e si analizzano le differenze di genere nei carichi di lavoro totale per i diversi modelli di organizzazione familiare presenti nel Paese. La seconda parte analizza il legame tra benessere e tempi di vita: la conciliazione tra le diverse dimensioni della vita e la sovrapposizione tra tempi diversi (multitasking); il tempo dedicato alla socialità e alle attività del tempo libero; i tempi legati ai diversi stili di vita e il loro impatto sulla salute (sonno, modalità di spostamento, attività sedentarie). Particolare rilievo viene dato alla comparazione internazionale. http://bit.ly/TempiVitaQuotidiana
CNEL E CRISI DEMOGRAFICA
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imanendo sul tema del dramma italiano della denatalità, anche il Cnel ha acceso i riflettori. Nel convegno “L’Italia nella trappola demografica” del 12 giugno scorso il presidente Treu ha posto l’accento sul fatto che la crisi demografica in Italia è, come noto, un problema ormai strutturale, con un tasso di fecondità totale (1,32 figli per donna nel 2018) molto basso rispetto all’Europa. A causa di ciò nel nostro Paese assistiamo a un calo drammatico della popolazione in generale (da 60 milioni odierno a 56,5 nel 2050). Nel 2050, infatti, è prevista una riduzione del 23%, che equivale a una per-
dita di 3,5 milioni nei prossimi 20 anni. Nel convegno si è anche sottolineato come a un problema strutturale occorra dare una soluzione strutturale, e quindi i bonus bebè non sono la soluzione più opportuna. Occorre avviare politiche che favoriscono un’occupazione stabile, accompagnate da politiche di conciliazione e di servizio all’infanzia. Segnaliamo che questo tema così importante non risulta attualmente nell’agenda parlamentare, né nell’agenda di governo, nonostante fosse stato considerato nel “Contratto per il governo di cambiamento” di maggio 2018.
SAVE THE CHILDREN, LE EQUILIBRISTE
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e equilibriste” è il report annuale che presenta la situazione delle mamme in Italia. Nel report il Mother’s Index 2019 analizza, attraverso diversi indicatori, lo stato di benessere e il rispetto dei diritti delle donne nel nostro Paese. Ancora una volta l’Istat registra un calo delle nascite in Italia. Nel 2018, infatti, si stimano circa 449mila nascite, 9mila in meno rispetto all’anno precedente, circa 128mila in meno rispetto al 2008. Il report “Le equilibriste” analizza la situazione lavorativa delle mamme ma anche dei papà, spesso in difficoltà nel conciliare la vita familiare con quella lavorativa. Nel report viene riportato anche un focus sulle mamme straniere in Italia dal punto di vista statistico. Ultima parte dedicata alle misure e alle politiche di sostegno alle genitorialità in Italia e un approfondimento sui servizi educativi per l’infanzia. http://bit.ly/LeEquilibriste
PROPOSTA DI LEGGE DI CONTROLLO SUGLI ASSETTI SINDACALI
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lla Camera dei deputati, in commissione Lavoro, è stata assegnata una proposta di legge da parte di un deputato del gruppo parlamentare Fratelli d’Italia con la quale si chiede l’Istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulle forme di organizzazione dei sindacati e sull’attuazione delle disposizioni costituzionali che ne disciplinano il riconoscimento della personalità giuridica.
L’iniziativa parte dall’assunto che l’art. 39 della Costituzione, che sancisce la libertà di associazione in sindacati, è stato attuato solo parzialmente: come è noto non ha mai trovato attuazione il comma 4, che prevede la registrazione dei sindacati, l’assunzione della personalità giuridica e la capacità di stipulare contratti collettivi con efficacia erga omnes. Di fatto i sindacati da settant’anni a questa parte sono associazioni non riconosciute, stipulano contratti collettivi che si estendono alla generalità dei lavoratori, quindi oltre i loro iscritti. Ad avviso del presentatore, on. Lollobrigida, questo ha determinato un’eccessiva libertà negli statuti sindacali, che non disciplinano a sufficienza incompatibilità e conflitti di interesse con incarichi politici e istituzionali. Per questo motivo si ritiene necessario istituire una Commissione parlamentare di inchiesta che indaghi sulle cause per le quali il comma 4 dell’art. 30 della Costituzione non è mai stato attuato sugli “assetti” dei sindacati e sulle regole di trasparenza dei bilanci. Per l’acquisizione dei dati non potrà essere opposto il segreto d’ufficio, ma solo quello bancario e il segreto di Stato. http://bit.ly/ddl-1082
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Management
IL POTERE DELLA MENTE Mindsight e intelligenza emotiva nella leadership: il vademecum di Daniel Goleman
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CCANTO alle competenze tecniche, le cosiddette hard skill, le soft skill e l’intelligenza emotiva stanno diventando sempre più importanti nel contesto lavorativo. L’intelligenza emotiva in particolare rappresenta oggi una caratteristica chiave per chi svolge il ruolo di leader all’interno di un’organizzazione. Per capire meglio di cosa si tratta è utile considerare prima di tutto le due aree del cervello che hanno a che fare direttamente con l’intelligenza emotiva: la corteccia prefrontale e l’amigdala. La prima componente è quella che ci guida nel prendere le decisioni razionali. L’amigdala invece può essere definita come il centro emotivo, cioè la parte del nostro cervello che ci dà segnali rispetto alle diverse sensazioni, come timore e paura in particolare. Questa funge da sistema di allarme del nostro cervello in situazioni di pericolo e talvolta interviene paralizzandolo, facendoci addirittura perdere il contatto con la realtà. Tali situazioni sono definite come dirottamenti dell’amig-
dala in quanto ci portano ad agire senza aver prima riflettuto adeguatamente sulle conseguenze che la nostra azione potrebbe avere. L’intelligenza emotiva è ciò che permette di mantenere in comunicazione queste due parti del cervello, evitando che l’amigdala prenda il sopravvento, permettendoci di valutare meglio la situazione prima di intervenire. Questa situazione, in cui c’è armonia tra la corteccia prefrontale e l’amigdala, si chiama efficienza ottimale cognitiva e mantiene in attività la parte del cervello che gestisce gli aspetti più strettamente legati al lavoro. In tal modo siamo protetti dai continui
derli nel momento in cui vengano messi in dubbio.
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Self management (equilibrio emotivo) È la caratteristica necessaria per riuscire a gestire lo stress e quindi i dirottamenti dell’amigdala. Rappresenta una caratteristica imprescindibile per un leader. Infatti, in situazioni di crisi, il leader deve mantenere calma e lucidità, essere resiliente dal punto di vista emotivo, in modo che i dipendenti, che in queste situazioni guardano proprio al leader, non perdano il controllo delle loro attività facendosi prendere dalle preoccupazioni. Importante è avere anche una buona capacità in termini di adattabilità e una visione positiva nei momenti di difficoltà. dirottamenti dell’amigdala e riusciamo a essere più performanti. Dopo questa prima introduzione all’intelligenza emotiva, vediamo ora quali sono i quattro pilastri.
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Autoconsapevolezza Rappresenta il pilastro più importante. Autoconsapevolezza significa infatti conoscere i propri sentimenti, dare un nome alle proprie emozioni e soprattutto sapere perché si provano. Allo stesso tempo significa sapere quali siano i propri valori e difen-
Daniel Goleman, psicologo e autorità mondiale in materia di intelligenza emotiva, ha partecipato come relatore al World Business Forum Milano 2018 organizzato annualmente da WOBI tra America, Europa e Oceania. Evento di due giornate che riunisce migliaia di menti instancabili accumunate dalla passione per il business. Visita l’area riservata My Manageritalia > Servizi professionali e scopri gli speaker presenti all’edizione 2019 del 29 e 30 ottobre e l’offerta esclusiva dedicata agli associati Manageritalia per parteciparvi.
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Management
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Consapevolezza sociale Il nostro cervello ha una componente sociale che ci permette di interagire e influenzare le altre
Il comportamento del leader è in grado di influenzare in maniera sostanziale il clima che si viene a creare all’interno del luogo di lavoro e quindi incide sulla performance
VISIONARIO
COACH
persone grazie ai cosiddetti neuroni a specchio. È quindi nella natura umana lasciarsi influenzare da chi ha potere. A questo proposito si parla dell’effetto a cascata: la modalità in cui il leader si pone nei confronti del lavoro e dei propri dipendenti determina e influenza l’umore e la performance del team. Il cervello sociale quindi è uno strumento di leadership molto importante e per questa ragione l’empatia e la sincronizzazione, la reazione fisica a un’altra persona, diventano fondamentali nel relazionarsi con i propri dipendenti. Possiamo riconoscere in particolare tre diversi tipi di empatia:
DEMOCRATICO AFFILIATIVO
BATTISTRADA AUTORITARIO
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cognitiva, quando si capisce lo stato d’animo di una persona; emotiva, quando si condivide lo stato d’animo di un’altra persona, ed empatica, quando si capisce lo stato d’animo di una persona e ci si preoccupa per lei. In quest’ultimo caso il circuito che si attiva è quello dell’amore, lo stesso che si attiva nel caso del rapporto genitore-figlio.
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Gestione delle relazioni Rappresenta la capacità di collaborare con le altre persone, influenzarle e uscire da eventuali situazioni di conflitto-criticità. I leader che hanno influenza positiva e negativa Da questi quattro pilastri si vede come il comportamento del leader sia in grado di influenzare in maniera sostanziale il clima che si viene a creare all’interno del luogo di lavoro e quindi incide sulla performance. A questo proposito possiamo riconoscere diversi stili di leadership, sia positivi che negativi. Quelli positivi sono i leader visionari, che forniscono una strategia e una visione di lungo termine; coaching, in grado di stabilire una conversazione uno-uno con i dipendenti e creano in questo modo lealtà e fidelizzazione, aumentando la performance; affiliativi, che cre-
ano armonia nel luogo di lavoro a partire dall’idea che il tempo speso insieme ha un valore e aumenta il capitale sociale; democratici, che creano consenso attraverso la collaborazione tra le diverse parti. Al contrario, i leader che hanno un’influenza negativa sono quelli battistrada, che realizzano un’ottima performance individuale ma si focalizzano sempre su quello che è andato male, dando un feedback costantemente negativo; autoritari, che impongono le loro decisioni sul gruppo. Al di là dello stile di leadership, l’intelligenza emotiva può essere esercitata e migliorata seguendo alcune semplici regole. Prima di tutto serve essere motivati e supportati. Non bisogna pensare di portare avanti questo processo da soli, è necessario infatti avere una figura di coaching di riferimento in modo da avere il sostegno e il supporto necessario. A questo si aggiunge poi il processo di assessment che può aiutare a capire quali siano i punti di forza e di debolezza su cui vale la pena lavorare. Alla valutazione si lega poi l’elaborazione di un piano di apprendimento specifico mirato allo sviluppo di alcune competenze. Ovviamente il tutto deve essere correlato dalla pratica che deve spingere a cogliere qualsiasi opportunità sia utile per migliorarsi e per guidare al meglio le altre persone.
P O S I Z I O N A M E N T O
Raffaele Tovazzi filosofo esecutivo
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ull’architrave del santuario di Apollo a Delfi, risalente a 2.600 anni fa, si trovavano incise delle massime di estrema saggezza. La più famosa era la
scritta ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ, traducibile dal greco con “conosci te stesso”. Pochi sono però a conoscenza dalla continuazione di questa frase, che il visitatore apprendeva solo dopo aver varcato la soglia: “Conosci te stesso… E dominerai l’universo!”. Al lettore più frettoloso, quello che si sta già interrogando sulla pertinenza dell’argomento in una rivista di business, rispondo citando una delle regole più care al marketing: il posizionamento. Quando conosci il tuo prodotto o servizio, nel modo più specifico possibile, e quando ti è chiaro l’interlocutore a cui questo reca più vantaggio, allora potrai dire di conoscere davvero te stesso e sarai pronto a “dominare l’universo”, inteso come il macrocosmo che ospita la tua attività. Chi non comprende (o non costruisce) la propria unicità, e dunque non varca la soglia dell’oracolo, non riuscirà mai a imporsi nel mercato. Quali sono le domande – visto che si parla di un oracolo potremmo definirli “enigmi” – a cui occorre trovare risposta? Eccole: chi siamo? Che cosa facciamo? Come lo facciamo? Per chi lo facciamo? Perché lo facciamo? Più specifiche saranno le tue risposte, più specifica sarà la conoscenza della tua impresa… Lo so, non è semplice, ma per “dominare l’universo” ne vale la pena!
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Management
CAMBIARE CASA O ARREDAMENTO? No, non vi trovate su “Casa Facile” o “Marie Claire Maison”. Non vi parleremo di immobili bensì di mindset. In particolare del mindset dei leader. Perché, allora, questo titolo? Perché riteniamo sia la metafora più adatta per richiamare l’attenzione dei manager su un tema strategico: come “indirizzare” il destino della propria organizzazione, di qualunque tipologia essa sia.
Nicola Longo fondatore e managing partner Skills Management
Federico Castelletti Cazzato partner Skills Management
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E TURBOLENZE economiche e la digital transformation sono i due macro fenomeni che da un po’ di tempo stanno impattando su tutte le organizzazioni. Esse influenzano e influenzeranno sempre più cinque ambiti: il paradigma organizzativo, la cultura della leadership, la responsabilità sociale, la responsabilità ambientale e i risultati economici. Senza nulla voler togliere alla rilevanza delle turbolenze economiche, vogliamo qui dedicarci all’altro macro fenomeno, quello della digital transformation. In un recente articolo di Cristina Casadei, apparso sul Sole 24 Ore del 19 giugno scorso, si evidenzia
come: «Il 67% delle organizzazioni ha già definito una roadmap di cambiamento del modello di business alla luce della trasformazione digitale. Metà con un approccio adattivo, un po’ meno di metà con piani strategici di lungo periodo. Solo il 4% dice di non essere interessato a questo tema. Cambiare l’organizzazione però non basta se non si adatta la people strategy, trasformando competenze, skill e stili di leadership. Il 54% delle organizzazioni dice di aver definito, a partire dal piano industriale, una people strategy: lo scorso anno erano il 35%, mentre sono scese dal 17 al 9% quelle che si dicono non interessate».
Cosa si intende per people strategy Questi dati ci dicono che sta aumentando la consapevolezza che il cambiamento è strettamente connesso con la people strategy. Bene. Ma quando parliamo di people strategy, che cosa si vuole intendere? Qual è l’aspetto più rilevante che la deve caratterizzare? Automazione, internet of things, machine learning, intelligenza ar-
tificiale si sono insinuate in tutti gli aspetti della nostra vita, anche lavorativa. Tutte le innovazioni tecnologiche che hanno contraddistinto le diverse rivoluzioni industriali, inizialmente sono state presentate come l’inizio della fine dell’umanità. Noi siamo di fronte, ora, a una rivoluzione tecnologica che cambierà il modo di lavorare, di vivere e di metterci in relazione con gli altri. E lo sta facendo con una velocità che non ha precedenti. Che ci piaccia o no, l’unica scelta che abbiamo è di adattarci a questa nuova situazione. Cambiare casa o cambiare arredamento? La domanda continua a frullarci nella mente. Qualche spunto nei box 1 e 2.
Le organizzazioni che cercano di adattarsi durante tempi turbolenti, come quelli attuali, non possono farlo attraverso approcci puramente tecnici come ristrutturare e reingegnerizzare. Hanno bisogno di un nuovo tipo di leadership capace di riformulare i dilemmi, di reinterpretare le opzioni di gestire operazioni di riforma, realizzando tutto ciò in maniera continuativa. Fonte: Center for creative leadership
BOX 1
BOX 2
I leader aziendali in Europa hanno bisogno di pensare all’agilità in un modo abbastanza ampio da essere applicato alle loro esigenze individuali, ma non così ampio da impedire l’attuazione di azioni specifiche atte a far prosperare le loro organizzazioni in mezzo all’attuale volatilità. Devono considerare come la loro cultura organizzativa, i valori e la mentalità incoraggino i dipendenti ad agire in modo da supportare l’agilità e in modo da applicare il concetto a strategie operative per servire i clienti esistenti e attirarne di nuovi. Fonte: Gallup – The real future of work
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Management Un ulteriore spunto ce lo offre Marc Prensky, scrittore e consulente statunitense nonché innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento. Nel suo libro La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale
Molecoleader è un approccio alla cultura della leadership per affrontare l’era digitale. Oggi è anche uno strumento su webapp in grado di misurare quanto i leader siano molecolari e, quindi, adeguati a gestire efficacemente l’impatto della digital transformation
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ci ricorda che: «I mutamenti che la tecnologia ci propone sono molto più grandi di quanto qualsiasi persona possa immaginare. Il contesto è mutato e muta continuamente. Ciò significa che la saggezza del passato non sarà più applicabile. Dobbiamo pensare a una nuova saggezza, una saggezza che potremmo definire digitale». È evidente, quindi, che si tratta di utilizzare nuove chiavi interpretative, di creare una nuova cultura. Per farlo è necessario uscire dalle tradizionali zone di comfort, aprire la mente, sviluppare un nuovo mindset. Curare e incentivare, innanzitutto in noi stessi e poi nelle persone che ci circondano, la voglia e il desiderio dell’apprendimento continuo.
Mindset: cambiamo mentalità La metafora della casa e dell’arredamento intendeva essere un modo curioso per evidenziare il passaggio da affrontare. Si deve cambiare totalmente il modo di pensare, cioè la casa, come peraltro ci suggerisce lo stesso Prensky, oppure si deve cambiare solo qualche parte di esso, cioè l’arredamento? Per la lettura che noi diamo del contesto siamo portati a preferire il cambio di casa, ma con questa scelta non intendiamo stabilire dei nuovi dogmi. Non è l’epoca del pensiero unico. È evidente che ogni organizzazione ha una sua specificità, vive e opera in un contesto particolare. Pur consci di questo, riteniamo comunque che per mantenere “vitale” l’organizzazione la scelta tra il cambio della casa (un mindset nuovo) o il cambio dell’arredamento (una parziale modifica del mindset) sia il tema dal quale oggi non si può prescindere. Se siete d’accordo possiamo proseguire.
Molecoleader, per affrontare l’era digitale Qualunque cambiamento, sia esso totale o parziale, non può che partire da una rilevazione dello stato di partenza. Nell’articolo pubblicato sul numero di marzo dal titolo “Scusate avete visto il leader?” presentammo l’iniziativa “Laboratorio Leadership 0.4”.
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BOX 4 - LE QUATTRO VIE PER AFFRONTARE L’ATTUALE CONTESTO Volatility (volatilità)
Uncertainty (incertezza)
Wisdom (saggezza)
Agility (agilità)
V
U
W
A
C
A
T
T
Complexity (complessità)
Ambiguity (ambiguità)
Trust (fiducia)
Trasparency (trasparenza)
Dal quel laboratorio è nato Molecoleader, un approccio alla cultura della leadership per affrontare l’era digitale. Oggi, Molecoleader è anche uno strumento su webapp in grado di misurare quanto i leader siano molecolari e, quindi, adeguati a gestire efficacemente l’impatto della digital transformation. Esso è costituito da 3 cluster e 24 dimensioni (box 3). A partire da questa survey, ogni organizzazione può valutare come sviluppare il suo progetto di ridefinizione della propria cultura.
Warren Bennis e Burt Nanus per descrivere o riflettere sulla volatilità, l’incertezza, la complessità e l’ambiguità del contesto nel quale viviamo. Poco importa quale sia la fonte corretta. Certo è che questo acronimo è utilizzato molto spesso nel mondo del management. Visto che siamo immersi in mondo Vuca, come adottare un nuovo mindset? Come creare una nuova cultura? Abbiamo allora provato a trasformate un “vincolo” in una “opportunità”: possiamo rispondere al Vuca con il Watt (box 4).
Da vincolo (Vuca) a opportunità (Watt)
Le fondamenta per costruire la “nuova casa”
A questa valutazione vogliamo offrire un ulteriore contributo. Tutti conosciamo l’acronimo Vuca creato, secondo alcune fonti, dall’US army college nel 2005, secondo altre fonti nel 1987 attingendo alle teorie di leadership di
Saggezza, agilità, fiducia, trasparenza sono per noi le fondamenta per costruire la nuova casa. A questo punto pensiamo sia evidente la nostra preferenza. A partire da queste fondamenta il progetto di costruzione può pro-
seguire sulla base di alcune consapevolezze: la tecnologia digitale si caratterizza per essere un potenziamento della mente; il cambiamento ha una velocità esponenziale; acquisire la cultura digitale è un percorso e non un traguardo fisso e definito; il metodo è fatto di continue sperimentazioni e verifiche; pensare solo ai risultati a breve può risultare un ostacolo per la sopravvivenza dell’organizzazione; i disequilibri che si sono creati e continuano a crearsi in questo periodo vanno gestiti; i modelli del passato non sono più in grado di interpretare l’oggi e vanno superati; la diversità (in tutte le sue declinazioni) è un valore. Così abbiamo iniziato e così concludiamo. Cambiare casa oppure solo l’arredamento? Ognuno di noi è chiamato a fare la scelta. La nostra scelta è per la creazione di una nuova cultura che dia nuova linfa alle organizzazioni.
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Innovazione
MANAGER SEMPRE PIÙ AL SERVIZIO DELL’ITALIA DIGITALE Nel decreto crescita molte misure a favore del digitale tra cui anche interventi sul fondo Smart&Start Italia
Roberto Saliola presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria
“I
NVESTIMENTI, incentivi, imprese, immobili”: con queste quattro “I” il governo ha varato un insieme di misure dirette a rinvigorire da subito il sistema produttivo e agevolare la trasformazione digitale delle imprese.
Si tratta del cosiddetto “decreto crescita”, ovvero il decreto legge 30 aprile 2019 n. 34 convertito con la legge 28 giugno 2019 n. 58, appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che interviene anche sul fondo Smart&Start di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo svi-
luppo d’impresa) con la quale collaboriamo. Negli ultimi mesi abbiamo apportato significativi miglioramenti all’accordo, il che consentirà di perfezionare l’attività di mentoring dei nostri associati a favore delle startup innovative. D’altra parte per la crescita del sistema di innovazione italiano è
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Innovazione sempre più indispensabile la figura del manager, che non deve necessariamente padroneggiare le tecnologie previste dal Piano nazionale Impresa 4.0, ma sicuramente essere esperto di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa.
Il decreto crescita Il Decreto crescita, un dispiego di investimenti pari a 1,9 miliardi nel triennio 2019-2021 – di cui un mi-
Il governo ha voluto valorizzare la misura del Fondo Smart&Start Italia, con la quale lo Stato finanzia da qualche anno le startup innovative
liardo di euro solo nel 2019 e 450 milioni annui nel biennio successivo – prevede alcuni nuovi strumenti, ma anche il miglioramento di misure già vigenti. Quali sono gli interventi che aiuteranno l’Italia digitale? Si va dalle modifiche alla “Nuova Sabatini”, che consentono investimenti delle pmi in tecnologie digitali fino a 4 milioni, alla reintroduzione del super-ammortamento, ovvero la maggiorazione al 130% dell’ammortamento degli investimenti in beni strumentali fino a 2,5 milioni di euro, allo stanziamento di 100
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milioni nel 2019 per ampliare la platea dei beneficiari della misura agevolativa “Nuove imprese a tasso zero” e infine alle agevolazioni finanziarie per la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle imprese di micro, piccola e media dimensione. In questo contesto, il governo ha voluto valorizzare anche la misura del Fondo Smart&Start Italia, con la quale lo Stato finanzia da qualche anno le startup innovative. Per assicurare il supporto manageriale alle imprese innovative con esso finanziate, dal 2016 abbiamo attivato una collaborazione con Invitalia che gestisce Smart&Start Italia. Ebbene, il decreto crescita va nella direzione di una semplificazione e accelerazione della procedura di accesso al fondo, il che potrebbe determinare un aumento delle imprese agevolate da Smart&Start e, conseguentemente, un aumento delle richieste di mentoring da parte dei manager sulla base dell’accordo siglato il 27 giugno 2016 con Invitalia e Federmanager.
Manager sempre più attivi In questo contesto generale, “Manageritalia” ha firmato con Invitalia un nuovo schema operativo di attuazione di questo accordo. Il nuovo schema apporta alcuni miglioramenti all’attività di mentorship svolta a beneficio delle startup innovative del Centronord. La modulazione dell’intervento
ricalca lo stesso schema già previsto per le imprese del Sud, ovvero le seguenti tre fasi: l’assessment (4 ore), il supporto specialistico presso l’impresa (2 giorni) e l’assistenza in remoto (12 ore). Si è decisa inoltre la revisione dei contenuti dell’allegato A al protocollo che contiene il catalogo degli ambiti manageriali di mentorship, rendendo le declaratorie relative ai singoli ambiti più aderenti alle realtà imprenditoriali connaturate con le imprese finanziate da Smart&Start. Prima dell’abbinamento del mentor con l’impresa abbiamo chiesto e ottenuto che i tutor di Invitalia procedessero a una verifica accurata della volontà dell’impresa di avvalersi della collaborazione del mentor e della permanenza delle necessità espresse a suo tempo dall’impresa in sede di check-up iniziale. Questo perché sia noi che Invitalia abbiamo riscontrato come nel corso del tempo nelle startup cambiavano le figure di riferimento e le esigenze iniziali, per cui c’era un disallineamento tra le informazioni in possesso del mentor e il reale fabbisogno delle imprese. La nuova impostazione, basata solo su due imprese, renderà più semplice la gestione e la conclusione dell’attività e determinerà un maggiore turnover delle collaborazioni, con la possibilità di avere più contratti di seguito. Di contro, allo scopo di facilitare gli abbinamenti su tutto il territo-
rio nazionale, si è previsto che il mentor possa declinare l’incarico solo una volta. Restano invece invariate le modalità operative della collaborazione con le imprese del Sud.
Prossimi step L’affiancamento manageriale alle startup innovative fa parte di quel basket di iniziative messe in campo da Manageritalia a favore degli executive professional (vedi pagina 42), come anche l’inserimento
di nostri manager esperti nella banca dati di Unioncamere per i “Punti impresa digitale”. Sempre in questo ambito è prossima la predisposizione da parte di Manageritalia di un albo degli innovation manager per i voucher digitali alle micro, piccole e medie imprese. Il decreto del Mise del 7 maggio scorso, da poco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, prevede un ruolo importante per le organizzazioni dei dirigenti.
Manageritalia, insieme alla sua agenzia per il lavoro XLabor, è pronta ad accreditare tutti quegli innovation manager associati che intendano dare un apporto professionale alle imprese nel processo di trasformazione digitale. Manager non necessariamente esperti nelle nuove tecnologie, ma in grado di supportare i processi innovativi “degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”. Si faccia avanti chi è interessato!
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Uno di noi
IL MANAGER DEGLI EVENTI: SKILL E OPPORTUNITÀ A tu per tu con Lorenzo Zanoni, head security integration presso Napoli 2019 Summer Universiade e associato a Manageritalia Lombardia. Consigli e dritte per orientarsi in un settore affascinante e in espansione.
Lorenzo Zanoni, head security integration presso Napoli 2019 Summer Universiade.
Enrico Pedretti
Una lunga carriera tutta come manager di sport e grandi eventi. Divertente, ma impegnativo? «Certamente sì. Come tutti i lavori che si basano sulla passione ma che hanno insita una grande responsabilità».
ho detto prima deve avere conoscenze trasversali».
Lo sport è diventato, solo da alcuni anni e solo ad altissimo livello, un settore per manager. Perché e quali i driver di una managerialità sempre più necessaria? «Perché anche lo sport si è evoluto e ha la necessità che coloro che si trovano nella posizione di “organizzarlo” abbiano conoscenze ed esperienze non solo sportive ma parlino le lingue delle grandi aziende (marketing amministrazione, gestione delle risorse umane ecc.)».
Passando ai grandi eventi, lei ne ha gestiti tanti e alcuni veramente top. Com’è? «Impegnativo e stressante, ma alla fine ti lascia grandi soddisfazioni e la voglia di rimetterti in gioco con un’altra sfida».
Essere manager di una grande squadra sportiva cos’ha di diverso da esserlo in un’azienda? «Praticamente nulla, perché come
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Quali le caratteristiche da mettere in campo? «La capacità di “fare squadra” e di problem solving».
Cosa serve a livello manageriale negli eventi? «Servono manager che abbiano già maturato esperienze a livello internazionale in modo da poter trasmettere, evento dopo evento, le proprie conoscenze a nuovi manager che possano poi essere pronti a supportare la Campania per nuovi eventi».
L’event management ha a che fare con una forte e continua evoluzione dell’importanza e del ruolo degli eventi negli ultimi anni. Cosa serve per stare al passo? «Servono “forze giovani” che sappiano usare le nuove tecnologie e abbiano una preparazione trasversale». Un percorso, il suo, con una coerenza di fondo. Come entrare e fare esperienza in questo settore? «Lo spirito dell’organizzatore devi averlo un po’ dentro, io ho cominciato organizzando le feste a scuola o tra amici. Ora esistono percorsi formativi, come ad esempio Scienze motorie e Management dello sport, che danno le basi sulle quali muovere i primi passi. Altra base fondamentale è fare più esperienze possibili, anche come volontari nei grandi eventi per potersi rendere conto di quante diverse realtà compongono un grande evento. Ricordarsi le tre regole base di ogni manager: sapere e saper fare, prima di saper far fare. Detto altrimenti, lo studio e la pratica prima di poter gestire dei team». Com’è la Lombardia dal punto di vista manageriale, è tutto oro quello che luccica? «Non è oro, ma in Lombardia abbiamo molte professionalità affermate in campo nazionale e internazionale di cui possiamo andare fieri».
MANAGERITALIA LOMBARDIA
L’associazione in numeri Dirigenti 11.099 Quadri 528 Executive professional 2.524 Pensionati 5.626 TOTALE 19.777 Maschi 15.666 Femmine 4.111 dati di luglio 2019
Come fare al meglio networking a Milano e in una regione che offre tanto? «Non le nascondo che il “passaparola” nel mondo dei grandi eventi funziona. Anche qui a Napoli si sono ritrovati manager che, a volte in parti invertite, hanno collaborato tra loro su molti eventi, proprio perché non è facile reperire professionalità di livello». Qual è il rapporto con Manageritalia Lombardia, la tua associazione di appartenenza? «Ottimo, soprattutto con il segretario generale Giampaolo Bossini: abbiamo un rapporto personale e professionale fin da quando lo contattai 20 anni fa per associare i quadri dell’Inter». Lei è uno dei componenti del gruppo volontariato professio-
«Lo spirito dell’organizzatore devi averlo un po’ dentro, io ho cominciato organizzando le feste a scuola o tra amici. Ora esistono percorsi formativi, come ad esempio Scienze motorie e Management dello sport, che danno le basi sulle quali muovere i primi passi»
nale di Manageritalia Lombardia, cosa le ha dato e dà quest’esperienza? «Tutte le attività di volontariato ti lasciano qualcosa dentro che può solo arricchirti, oltre che a livello umano anche a livello professionale».
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INIZIATIVE MANAGERITALIA
SARDEGNA: IL TENNIS È SERVITO
Cronaca semiseria del 32° Torneo Manageritalia (22-29 giugno), presso l’iGV Santagiusta Resort
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Manca l’erba sui campi, ma si può fare il pieno di colori e profumi della natura. Non c’è il Tamigi, ma lo splendido mare della Sardegna è a due passi. A uno sguardo poco attento l’ultimo torneo di tennis Manageritalia, presso l’iGV Santagiusta Resort, potrebbe apparire meno rinomato di quello londinese, ma i giocatori hanno dimostrato di non avere nulla da invidiare alle colleghe e ai colleghi del circuito maggiore. L’ineccepibile accoglienza del resort si è fusa con il rilassante trascorrere del tempo tra mare, piscina, escursioni via terra e via mare, divertenti attività d’intrattenimento diurne e serali. Il tutto accompagnato dall’ottima cucina che ha soddisfatto i palati degli oltre 400 ospiti provenienti da tutt’Italia e dalla serale gita fuori porta organizzata da Manageritalia presso l’agriturismo Is Bisus. In questo conte-
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sto, 72 tra tenniste e tennisti di età compresa tra i 7 e gli 83 anni, hanno dato vita alle 144 partite degli 8 tornei di tennis. Ecco svelati i top player di questa stagione…
Singolare maschile associati over (trofeo Manageritalia) I giocatori ai blocchi di partenza dei gironi di qualificazione sono stati 14, le semifinali hanno rispettato i pronostici di inizio torneo vedendo scendere in campo Gabriele Baso, Ugo Casagranda, Vessillo Valentinis e Ernesto Zinghini. I primi due danno vita a un amarcord della finale del 2018, risultato incluso a favore di Baso. Zinghini prevale invece su Valentinis che, probabilmente, sconta le quasi 5 ore di gioco del giorno precedente tra quarti di finale del singolare e del doppio maschile. In finale vengono dunque messe a confronto la regolarità di Ba-
so e la grinta di Zinghini, ingrediente quest’ultimo però non sufficiente per battere il trentino. Baso doppia quindi il successo dopo il trofeo del 2018. Piatto tipico sardo: il salame sardo, la giusta stagionatura è garanzia di qualità.
Singolare maschile associati under (trofeo Assidir) Partiti in 16 per i gironi di qualificazione, rimangono al palo dei quarti di qualificazioni i ritrovati Marco Boniardi e Franco Corradini, oltre a Andrea Salvetti e Paolo Patrone. Si presentano pertanto in semifinale Gianluca Carpio, che affronta Gabriele Lamanuzzi e Andrea Rustioni di fronte a Giulio Cianfanelli, finalista dello scorso anno. Bollenti (anche per la temperatura) entrambe le sfide, che vedono prevalere Carpio e Rustioni, rimasti a secco nel 2018. Il trofeo Assidir viene porta-
to a casa da un solidissimo Carpio, ma non senza fatica su un Rustioni che è sempre un piacere veder giocare. Piatto tipico sardo: spaghetti con i ricci di mare, vigorosi e nel contempo una delizia per gli occhi e il palato.
sente di avere la meglio sulla Balestra. Piatto tipico sardo: zuppa cuata della Gallura, cremosa e allo stesso tempo consistente e saporita.
Singolare familiari/ospiti (trofeo Aviva)
Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare e quarti e semifinali rappresentano una prova di resistenza ardua per il caldo e per la formula del torneo che porta alcune partite al terzo e decisivo set. Il destino rimescola le coppie delle due semifinali e in finale si presentano Giovanni Golzio con Marco Boniardi contro Gianluca Carpio sorteggiato con Flavio Coppo. Parafrasando Sergio Leone “Quando un uomo con il racchettone incontra un uomo con la racchetta standard…” il destino sembra segnato, e infatti proprio questi ultimi si aggiudicano il trofeo accompagnati dall’esultanza del Coppo fan club. Piatto tipico sardo: culurgiones, crema di patate condita con menta, per un insieme vincente.
Pochi ma (più che) buoni! Due i gironi di classificazione, con 8 giocatori in totale: passano a pieni punti Franco Busi e Paolo Odorizzi, seguiti a ruota da Marco Cairati e Romeo Perseo. Nella prima semifinale passa con facilità Busi sul volenteroso Perseo, mentre nell’altra Cairati sorprende Odorizzi, che paga probabilmente qualche errore di troppo. In finale veleggia un Busi in gran spolvero e sempre concreto nei confronti di un Cairati combattivo. I complimenti vanno comunque a tutti gli altri giocatori per il bel tennis espresso dove, in alcuni casi, la simpatia in campo ha colmato qualche pecca tecnica: Alessandro Fochesato, Alessandro Tessitore, Marco Rugginenti e Orazio Guerra. Piatto tipico sardo: porcheddu arrosto, simbolo dell’ospitalità, cotto a fuoco lento, insaporito con foglie di mirto.
Singolare femminile (trofeo Manageritalia Servizi) Sette le tenniste al via, divise in due gironi di qualificazione che portano le migliori quattro direttamente alle semifinali, dalle quali rimangono purtroppo escluse Marta Tomasi, Mirella Pol Bodetto e Silvia Gironi. Le porte alla finale si aprono per Patrizia Riboni, che si impone su Raffaella Totonelli, e per Claudia Balestra, che supera Samanta Agosti in due partite combattute e ricche di bel tennis. La solidità espressa dalla Riboni in finale le con-
... e grazie a
Doppio giallo maschile associati (trofeo Cargeas)
Singolare ragazzi under e singolare ragazzi over Belli e solari, ma anche agguerriti e determinati: 19 sono i tennisti in erba che con entusiasmo e sano agonismo hanno giocato i gironi di qualificazione e i tabelloni dai quarti in poi, spesso sfidando il solleone. Sollevano i premi Federico Giordano, Riccardo Boniardi e Federica Zavi (rispettivamente 1°, 2° e 3a classificato nella categoria “under”) e Federico Spessotto, Davide Martinengo e Alessandro Fiaschi (1°, 2° e 3° classificato nella categoria “over”). Piatto tipico sardo: fregola con frutti di mare e zafferano, fresca, saporita, colorata.
Doppio giallo misto (trofeo Ricoh) Non sempre nella coppia comanda chi porta i pantaloni e dalle semifinali in poi Belle ha spesso messo in ombra la Bestia (senza offesa, cari signori, eh?!) per tenacia e determinazione. La giovane talentuosa Caterina Odorizzi, in coppia con Andrea Norzi, supera la coppia Marta Tomasi e Marco Rugginenti, mentre Silvia Gironi con Franco Corradini lasciano il passo a Raffaella Totonelli con Andrea Rustioni. Le medesime coppie, grazie al sorteggio, si ripresentano in finale dove ad avere la meglio sono Odorizzi e Norzi. Piatto tipico sardo: seadas, miele e pecorino, sapori contrastanti per un mix entusiasmante.
Concludiamo così Chiudiamo il sipario sul torneo ricordando l’ultima classifica, quella che esprime il valore e la bellezza dell’incontrarsi, dello stare insieme, della ricchezza delle relazioni: qui i vincitori sono stati 415 a pari merito, tanti quanti gli ospiti di questo appuntamento estivo che, ci auguriamo, possa rivederci tutti (e di più!) insieme nel 2020. A tutti buon tennis e, soprattutto, buona estate!
Gianluca Carpio, vincitore del singolare associati under.
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PILLOLE DI BENESSERE Sabrina Oggionni dietista di Humanitas Gavazzeni, Bergamo
benessere
CI PRENDIAMO UN APERITIVO? ATTENZIONE ALLA SALUTE
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L’aperitivo, o happy hour, può essere anche healthy se socialità e relax vanno a braccetto con un’alimentazione salutare. Bastano un po’ di informazioni utili e sensibilizzazione. A cominciare dalla frequenza con cui concedersi aperitivi fuori casa: una pausa sfiziosa, ma anche una valle di tentazioni salate, che è bene limitare a una volta a settimana. In effetti, molti degli alimenti che vengono proposti per l’appuntamento dell’aperitivo sono ipercalorici. Il pasto serale dovrebbe rappresentare il 30-35% delle calorie giornaliere: circa 800-650 kcal, calcolando una media giornaliera di 2.500-2.000 kcal da suddividere in 5 pasti (il valore è calcolato per una persona tra i 30 e 60 anni, con parametri medi: 1,70 metri di altezza, 65 kg di peso, abituata a fare attività fisica; più attività fisica si fa, più il fabbisogno calorico cresce). La conseguenza ultima di uno stile di vita con dieta ipercalorica è il sovrappeso e, nei casi estremi, l’obesità, una vera e pro-
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Come trasformare un appuntamento regolare per molti di noi in una pausa senza troppi eccessi pria malattia che contribuisce ad aumentare il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari come ipertensione, infarto miocardico, ictus e malattie metaboliche come diabete di tipo II.
Stuzzichini e cocktail standard (e poco sani) Proviamo a valutare cosa propone il menù dell’aperitivo: 50 grammi di patatine fritte contengono circa 250 kcal; 25 grammi di olive verdi in salamoia circa 27 kcal; 5 cucchiaini di noccioline (25 grammi) contengono 160 kcal. A cui non abbiamo ancora aggiunto le calorie del cocktail: uno Spritz supera le 100 kcal, un Mojito 170 kcal, un Negroni 180 kcal. Ma non di solo conteggio di calorie si vive, e allora guardiamo anche al sale. Prosciutti e insaccati, patatine e noccioline, un must, sono tanto saporiti quanto salati: questo significa che possono contribuire ad aumentare la pressione sanguigna e la ritenzione idrica. Meglio dunque alternarli a verdure crude come finocchi, carote, sedano, cetrioli, pomodorini e carciofi. Al posto di patatine fritte, pizze e focacce, scegliere il pane, meglio ancora se integrale, con bresaola o pesci tipo salmone o tonno. Se
piace, meglio ancora il pesce crudo sotto forma di carpaccio, che risulta meno salato rispetto a quelli affumicati. Salse, condimenti e mousse a base di latticini sono fonte di sale e colesterolo: questo non significa evitarli del tutto, ma mangiarli con misura. Guardando alle calorie, tra maionese, senape e ketchup, i meno calorici sono gli ultimi due, ricordando però che sono ricchi di sale e zucchero. Se proprio non si vuole fare a meno di bevande alcoliche, optiamo per un bicchiere di buon vino. In alternativa, cocktail analcolici, specie se fatti con frutta fresca.
La salute passa dalle mani Durante gli aperitivi, l’accesso alle pietanze è spesso diretto: le persone “pescano” il cibo dal piatto di portata. In queste situazioni, accertarsi che ci siano le posate accanto ai vassoi e lavarsi le mani con acqua e sapone diventa ancora più importante, perché permette di abbattere del 40% la possibilità di trasmettere infezioni. Ricordiamoci che i germi si trasmettono proprio in seguito a contatto. Un corretto lavaggio delle mani dura circa 40-60 secondi, coinvolge tutte le aree di palmo, dorso e dita con frizioni ripetute.
ARTE Claudia Corti
C LA SAGRADA FAMILIA, ETERNO CANTIERE IN COSTANTE DIVENIRE
arte
DOVE Sagrada Familia, carrer de Mallorca, Barcellona
Chiunque pensi che i lavori nei grandi cantieri italiani procedano a rilento per difficoltà burocratiche dovrebbe fare una passeggiata in Carrer de Mallorca a Barcellona! Qui si trova il più grande e famoso monumento incompiuto di ogni epoca, capace di attrarre oltre 4 milioni di visitatori all’anno: la Sagrada Familia. Solo nel giugno di quest’anno il municipio di Barcellona ha finalmente concesso la licenza per completare i lavori, il cui termine è previsto per il 2026, in concomitanza con le celebrazioni per il centenario della morte del suo progettista, Antoni Gaudí. La storia della celebre cattedrale, consacrata solo nel 2010, è complessa fin dall’inizio. Tutto ha origine quando la Congregazione dei figli e delle Missionarie figlie della Sacra Famiglia acquista un isolato nel quartiere Eixample, all’epoca quasi rurale, con lo scopo di costruire una chiesa e un convento. I lavori vengono affidati agli architetti Villar e Martorell, ma il cantiere è già fermo l’anno successivo a causa di dissapori tra i due. Si decide quindi di affidare la direzione al giovane Gaudí, trentunenne alla prima esperienza con un cantiere di tale entità. Estimatore del neogotico, attratto da correnti orientaliste, ma soprattutto certo che la natura sia da considerare come fonte suprema di ispirazione, Gaudí spazza via il progetto precedente e riformula da zero un edificio incentrato sul fortissimo simbolismo cattolico.
Immagina un impianto a croce latina con il transetto all’incrocio del braccio longitudinale e tre facciate monumentali dedicate alla nascita, alla passione e alla gloria di Cristo. Su tutto dovranno svettare ben 18 torri di cui 12, il numero degli Apostoli, distribuiti sulle facciate. Le altre sei dovranno collocarsi al centro: la più alta, circondata da altre quattro, rappresenta Gesù Cristo con gli Evangelisti, mentre l’ultima dovrà essere costruita sull’abside con un riferimento simbolico alla Vergine Maria. Per Gaudí l’incarico segna non solo una prestigiosa occasione di carriera, ma un vero spartiacque anche nella vita privata. Sentendosi investito di un compito quasi mistico, abbandona ogni atteggiamento da dandy tenuto fino a quel momento a favore di uno stile di vita al limite dell’ascetismo. Lavorerà al progetto incessantemente fino alla sera del 7 giugno 1926 quando, attraversando distrattamente una strada, verrà investito da un tram. Nessuno tra i presenti lo riconoscerà e, scambiato per un senzatetto, morirà tre giorni più tardi nel reparto indigenti di una clinica di Barcellona. Gaudí oggi riposa in una cripta della sua cattedrale, quel monumento i cui lavori dalla sua morte sono proseguiti a stento, e che solo oggi, grazie alla nuova licenza e allo stanziamento di ingenti fondi, sembrano avviarsi verso la conclusione.
CURIOSITÀ Una volta completata, la torre principale dedicata a Gesù Cristo raggiungerà l’altezza di 172 metri, rendendo la Sagrada Familia l’edificio religioso più alto d’Europa.
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LIBRI Davide Mura
Non è mai troppo tardi Alexandra Reinwarth si sveglia la mattina dopo quello che dichiara essere il “giorno della sua morte” e… non è mai stata così felice. Proprio quando si rende conto di non poter andare avanti come prima decide di intraprendere un avvincente e rischioso esperimento su se stessa immaginando di avere ancora un solo anno a disposizione. L’esperimento cambierà tutto ed ecco che una vita piena di ansia, stress e preoccupazioni si trasforma in una dimensione senza se e senza ma, con priorità del tutto nuove e sorprendenti obiettivi. Un approccio del qui e ora. La vita è troppo corta per rimandare, Alexandra Reinwarth, Urra, pagg. 144, 13.
Viaggiare per rinascere Alice Bianchi ha ideato il percorso Travel counseling unendo la pratica del counseling al potere curativo del viaggio. Nella prima parte del libro ci spiega come sia cambiato nel tempo il significato simbolico del viaggio, oggi associato all’idea di libertà e alla scoperta dell’io. La seconda parte, arricchita di testimonianze, illustra il percorso di Travel counseling e il suo ciclo (pre-contatto, contatto pieno, post-contatto e vuoto fertile). L’ultima parte affronta in chiave originale il tema della mancata partenza, sempre nell’ottica positiva della scoperta di se stessi. Travel counseling, Alice Bianchi, Erickson, pagg. 222, 21.
dall’ESTERO
Come risultare piacevoli e interessanti in pochi secondi
libri
Patrick King si definisce un social interaction specialist e i suoi libri sono bestseller su Amazon. Ma cosa fa, in concreto? Insegna come diventare amici, conquistare una persona su un sito di dating e fare networking durante un evento professionale. Il suo approccio piace perché è molto pratico e declina in chiave contemporanea alcuni concetti che illustri predecessori, come Dale Carnegie, per citarne uno dei più celebri, avevano già spiegato in passato. Gli esempi non si contano e vengono commentati in modo chiaro, ai limiti del didascalico. Se molto spesso siamo impacciati in un contesto sociale è perché nessuno ci ha insegnato la “soft skill” per eccellenza, ovvero la capacità di interagire con gli altri nel migliore dei modi. King ha scelto dunque di specializzarsi in questo settore complesso, in cui tra l’altro abbondano life coach e maestri più o meno convincenti, e i suoi libri hanno una marcia in più. Perché piacciono? Molto probabilmente perché non pretendono di salvarci da una vita sociale spesso insoddisfacente, ma solo darci una mano senza trattarci come bambini goffi. Nel saggio The science of likability King smonta una serie di luoghi comuni sull’aurea e l’energia che alcune persone sembrano possedere come una dote innata. Nessun miracolo: chi piace subito agli altri semplicemente si comporta in modo ben preciso, segue una serie di step spesso prevedibili e sa rompere il ghiaccio con gli argomenti giusti (spesso banali ma efficaci), comportandosi nei nostri confronti come se fosse un amico di vecchia data. In un mondo dove le relazioni si intrecciano e si sciolgono con estrema facilità, un manuale del genere è senz’altro utile, sia in ambito privato sia in un contesto professionale. Proprio nel mondo degli affari, dove ci viene sempre ripetuto che dobbiamo venderci come se fossimo un brand, ecco che un metodo “scientifico” basato sull’osservazione delle interazioni sociali efficaci e sul commento dei comportamenti virtuosi è apprezzabile e facilmente spendibile. The science of likability, Patrick King, Plain Key Media, pagg. 116, $ 9.99.
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LETTURE per MANAGER
...permanager
Marco Lucarelli
TRASFORMARE CON PROFITTO IL MODO DI LAVORARE Chi legge i post pubblicati su Linkedin avrà visto grafici o tabelle che mettono a confronto azioni, caratteristiche, modi di pensare dei leader di successo rispetto a quelli no. Una sorta di lavagna dei “buoni” e dei “cattivi” su due colonne, dove nella prima vengono elencate le caratteristiche dei leader positivi, altruisti, buoni ascoltatori, capaci di guardare solo alle opportunità e di guidare team motivandoli senza criticarli. Chi rientra invece nell’altra colonna, leader non è. Detto tra noi, è difficile definire un leader in questo modo, o bianco o nero. Come tutti gli schemi predefiniti, anche queste formule per il successo lasciano sempre delle aree di grigio. A parte questo, è indubbio comunque come caratteristiche, atteggiamenti e convinzioni personali incidano in modo determinante sugli sviluppi di carriera. Le sole competenze tecnico-professionali non bastano più. Pensateci, qual è la differenza tra un giocatore di golf al primo posto del ranking nella sua categoria rispetto a quello al duecentesimo? Non è la maggiore prestanza fisica o abilità a fare la differenza ma le sue convinzioni. Le convinzioni nascono da un’esigenza specifica del nostro cervello, quella di risparmiare energia e categorizzare informazioni, situazioni, esperienze simili in categorie vicine. Questa funzione di “risparmio cognitivo” ha degli indubbi vantaggi, ci permette di interpretare e reagire alla nostra realtà senza dovere tutte le volte analizzare da capo il contesto. Pensate a cosa vorrebbe dire guidare la nostra automobile dovendo riflettere tutte le volte quale pedale sia meglio utilizzare in caso di frenata o accelerazione. Meccanismi di comportamento appresi, quindi, che facilitano le normali operazioni del vivere quotidiano. Spesso però manteniamo in vita certi automatismi anche se non più utili all’ormai mutato contesto.
Proprio questa è la riflessione che molti libri ci spingono a fare, quali sono le caratteristiche del futuro leader aziendale? Quali meccanismi appresi dobbiamo abbandonare e quali invece apprendere? Cosa contraddistingue un leader di successo da uno no? I fattori sono numerosi e spesso hanno un valore solo se applicati in una determinata situazione. Alcuni meccanismi di leadership funzionano in specifici contesti e falliscono in altri. L’idea del leader buono per tutte le occasioni è una favola del passato. Ma se dovessimo concentrarci su una delle caratteristiche chiave, su quale di queste dovremmo scommettere? Senza dubbio l’“agilità”. Dobbiamo essere “agili” e ricordarci come l’approccio “agile” non sia solo un metodo ma un modo di ri-pensare al lavoro e alle nostre carriere. Per un ripasso allora sul mondo Agile, leggiamo il libro di Matt LeMay, Agile per tutti: creare organizzazioni snelle, flessibili e centrate sul cliente (Apogeo editore, 2019). La tesi di molti libri, tra cui anche questo, è La cultura Agile che sta prendendo piede nelle aziende: ci dice che diventa fondamentale la capacità di lavorare nell’incertezza. Le funzioni di audit, pianificazione e controllo, budget non danno garanzia di poter interpretare il futuro aziendale e tantomeno di indicarne la direzione. Impossibile capire quale sarà la vita potenziale di un prodotto o prevedere quando i clienti cambieranno idea. E poi, quali clienti? Chi sono i clienti? Come facciamo a definirli in cluster segmentandoli come si faceva fino a qualche tempo fa? La questione si fa difficile. Ecco perché una delle caratteristiche sulle quali dovrete certamente investire è la capacità di convivere con l’incertezza, con il “dilemma” definito come l’impossibilità di effettuare la scelta tra due o più opzioni aventi entrambe sia conseguenze positive che negative. Questo è il salto quantico che verrà chiesto ai leader del futuro. Meglio allora ripassare le basi del metodo Agile, grazie alla lettura di questo libro.
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LETTERE Daniela Fiorino daniela.fiorino@manageritalia.it
Per il pensionamento la cessazione deve essere effettiva
lettere
Il 30 settembre prossimo cesserò l’attività lavorativa per andare in pensione anticipata di anzianità dal primo ottobre. Successivamente, con il mio attuale datore di lavoro intendiamo sottoscrivere un nuovo contratto di lavoro per un periodo da determinare. È possibile farlo decorrere dal primo ottobre, la stessa data di decorrenza della pensione? G.Z. - Milano
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La liquidazione della pensione, sia essa di anzianità o di vecchiaia, è subordinata alla risoluzione del rapporto di lavoro o alla cessazione dell’attività autonoma. Tale requisito costituisce una presunzione di bisogno che giustifica, ai sensi dell’art. 38 della Costituzione, l’erogazione della prestazione sociale. La legge, ai fini del cumulo tra pensione e reddito di lavoro dipendente, non prevede un lasso di tempo minimo tra la cessazione del rapporto di lavoro e il reimpiego. Tuttavia l’Inps (circolare 89/2009) afferma che «la ripresa dell’attività lavorativa da parte del lavoratore che consegue la pensione di anzianità non può in alcun caso coincidere con la data di decorrenza del trattamento pensionistico». Se si viene riassunti dallo stesso datore di lavoro, per non incorrere nella presunzione di cessazione simulata non è tuttavia sufficiente avere l’accortezza di fare decorrere la nuova attività lavorativa dal giorno successivo a quello di decorrenza della pensione. Occorre anche avere cura che le condizioni del nuovo contratto non siano le stesse del precedente. Sull’argomento è intervenuta recentemente la Corte di cassazione (sentenza 14417/2019), che ha formulato il seguente principio di dirit-
to: «Il regime di cumulabilità dei redditi da lavoro dipendente e della pensione di anzianità non esclude che quest’ultima possa essere erogata solo se al momento della presentazione della relativa domanda il rapporto di lavoro dipendente sia effettivamente cessato. A riguardo, deve ravvisarsi una presunzione semplice del carattere simulato della cessazione di tale rapporto ove essa sia seguita da immediata riassunzione del lavoratore, alle medesime condizioni, presso lo stesso datore di lavoro». Pertanto, secondo la Cassazione un nuovo rapporto di lavoro, stipulato alle medesime condizioni, sarebbe incompatibile con la pensione anche se decorrente qualche tempo dopo la stessa. Per superare la presunzione di simulazione dell’interruzione del rapporto di lavoro si deve fare ricorso a «plurimi potenziali indici sintomatici – non indicati dai giudici – ulteriori rispetto a un mero dato temporale», per verificare che il rapporto di lavoro abbia caratteristiche nuove rispetto al precedente.
L’ufficio sindacale di Manageritalia è di supporto alle associazioni territoriali per quesiti relativi al contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti e quadri associati e chiarimenti di natura fiscale e previdenziale in relazione al rapporto di lavoro dipendente. Per gli executive professional è un servizio di consulenza di carattere informativo e orientativo su aspetti legati al contratto di lavoro libero-professionale.
Inserto mensile di Dirigente n. 7-8 / 2019
a cura di Thomas Bialas
DIRIGIBILE Segnali di futuro visti dall’alto #56 02/ STATI ALTERATI DI MARKETING 04/ CHE ARIA TIRA IN AZIENDA? 06/ FUTURE TRAVEL: A SPASSO CON SIRI
Fa caldo E si rischia di brutto Mentre scrivo ci sono 40 gradi a Milano. Verrebbe voglia di mare, siesta e piña colada invece del solito dannato caffè consumato nel solito dannato ufficio. Non è la prima volta che parlo di cambiamento climatico in apertura del Dirigibile. Ma se non ora (numero di luglioagosto), allora quando? Certo, per le imprese i rischi informatici sono tanti e ben assortiti, ma lo sono altrettanto quelli climatici. Secondo un sondaggio condotto da CDP (ex Carbon Disclosure Project) sul Gotha mondiale delle imprese, la preoccupazione è alta e i rischi climatici sono già stimati in almeno un costo
potenziale di circa un trilione di dollari. Unilever teme la difficoltà di reperimento di determinati prodotti se l’accesso all’acqua pulita si deteriora; Bmw teme costi più elevati a lungo termine a causa della minore disponibilità di risorse naturali e danni agli impianti e alle infrastrutture per eventi meteorologici estremi; Allianz teme gravi catastrofi naturali sia come investitore che come assicuratore, mentre Adidas un calo e peggioramento nella coltivazione del cotone (più calde sono le temperature, tanto peggiore è il cotone). Chi invece sta facendo ottimi affari con il
SAVE THE DATE: eLeadership GENOVA, 03 OTT 2019 http://bit.ly/eLeadership
climate change, dimostrando che le opportunità superano spesso i rischi, è l’olandese waterstudio.nl che, come cita il pay off, fa “architecture, urban planning and research in, on and next to water” per ripensare il modo in cui si vive l’acqua. Fantastico. Meno fantastico il quasi apocalittico impatto dell’immigrazione climatica ben documentato dal bellissimo reportage fotografico di Alessandro Grassani, https://tinyurl.com/y2xh3fkw. Ma tant’è. Morale? Mi sta bene il digital transformation manager, ma vorrei vedere all’opera anche il climate transformation manager.
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––Future reality Stati alterati di marketing https://tinyurl.com/yxnssdhc https://tinyurl.com/yy2n7zu8 https://www.holome.co.uk https://rewind.co https://imagination.com https://superpersonal.com https://www.opendesk.cc
––Caso 1 Ti prego, ologrammami Ballare in versione Puffo sul tavolo in cucina. Muoversi con vestiti prelevati virtualmente online nel proprio salotto. Questo, e altro, promette la piattaforma HoloMe. In sostanza una conversione rapida in ologrammi ad alta definizione da sperimentare nei propri spazi (che sia una cucina o un pantalone). Già provato dal retailer H&M.
––Caso 2 Prego s’accomodi, venditore virtuale La vendita porta a porta diventa virtuale. Perché infatti recarsi da un concessionario d’auto quando Rewind Salesdrive ti porta la vettura a casa, con un bel appuntamento interattivo con tanto di navigazione da ogni angolazione? Certo, è tutto simulato ma molto realistico. Comodo anche per il rivenditore.
––VR e AR È solo un gioco? Nel suo libro Realtà virtuale e realtà aumentata. Nuovi media per nuovi scenari di business, Lorenzo Montagna spiega bene perché non sottovalutare queste tecnologie. Dico questo giacché per lungo tempo VR e AR sono stati ingeriti, e velocemente espulsi, come grottesche pietanze dai soliti ingordi nerd affamati di nuovi gadget. Ovviamente le cose non stanno così. Certo, non hanno aiutato i ridicoli caschi nella percezione e accettazione della tecnologia. Ma il tema non è l’involucro (quello può cambiare velocemente in ogni momento) ma l’inside. Di questo ci occupiamo o meglio si è occupato il recente Createch svoltosi a Londra in giugno. Ovvero, capire in che modo realtà virtuale e aumentata possono essere utilizzate dai brand per connettersi (e creare nuovi servizi) con i clienti. In evidenza cinque storie selezionate da loro su come tentare l’AR-VR branding e marketing.
DIRIGIBILE #56
––Caso 3 Voglio immergermi nel brand Sempre più agenzie di comunicazione puntano sulle tecnologie immersive per attrarre clienti. È il caso di Imagination che, con l’XPKit Connected Experience Toolkit, propone installazioni immersive ed esperienze fortemente coinvolgenti per il consumatore.
––Caso 4 La mia vita da supermodella virtuale Grazie al facile riconoscimento e relativa misurazione dei movimenti del volto, l’applicazione Superpersonal trasforma un cliente “ordinario” in straordinario top model. Ovvio, solo virtualmente. Ma l’effetto di manichino vivente che prova vestiti è piuttosto realistico e anche divertente. Basterà per venderli? Supportato, c’era da scommetterci, dalla solita intelligenza artificiale.
––Caso 5 Tutti allo showroom virtuale Non solo l’Ikea sperimenta applicazioni in realtà aumentata per dare ai clienti un’idea di come sta effettivamente un divano o tavolo fra le quattro mura domestiche. Anche Opendesk, che collega i clienti con produttori locali, punta ora sullo showroom in modalità VR e AR. Già quasi uno standard.
SCARICA LE CASE HISTORY DI CREATECH 2019 https://tinyurl.com/yynh8xeq
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––Future work Che aria tira in azienda?
https://www.risebywe.com https://tinyurl.com/yy5efbhq https://tinyurl.com/y2bozo28 https://nasofilters.com/about-us/ https://tinyurl.com/yyydyl84 https://tinyurl.com/y52toz5u
Già, che aria tira in azienda? Ma non metaforicamente. L’habitat è fondamentale per la sopravvivenza della specie, anche di quella lavorativa.
––Errore numero uno Fai marcire le persone Nel loro malessere. Essere in ufficio: lavori, lavori, lavori, e poi? Produci, produci, produci, qualcosa. Che so: un prodotto, un servizio, una soluzione, un’idea, un business plan, un piano vendita. L’imprenditore che crede, gonfiandosi il petto, di appartenere all’economia della conoscenza, dovrebbe conoscere le persone in ogni loro esigenza e non solo efficienza. Se stai bene lavori bene e se stai male lavori male. Tutto qui. Metti le persone nelle condizioni di fare self coaching, offri benessere ambientale, ripristina il work-life balance con soluzioni in azienda. La storica rete co-working WeWork (562 sedi), che mette a disposizione dei propri “membri lavoratori” spazi benessere in stile pop-up store nelle aree comuni e sui tetti dell’edificio, ha recentemente aperto a New York il wellness studio Rise by We. Ecco, cose così (sono da fare).
DIRIGIBILE #56
––Errore numero due L’aria è una risorsa naturale, mica aziendale Sbagliato. Non possiamo sfuggire all’aria che ci circonda e se fa schifo anche il lavoro potrebbe fare schifo. Che l’inquinamento atmosferico sia un (o il) problema è risaputo. Come è pure risaputo (ma sottovalutato) che il problema è onnipresente (strade, case, ospedali, ristoranti, uffici) e con numeri assoluti: in tutto il mondo ben 9 persone su 10 respirano aria inquinata (dati ONU 2018). Insomma, non è più tea time ma air time. Tempo di aria buona. Ma come? Certo, non basta garantire ai dipendenti, prigionieri della cappa irrespirabile, un’ora di aria buona. E non bastano neppure gadget tecnologici, pur divertenti, come il Samsung Bot Air, il robottino che purifica l’aria, il filtro nasale della startup indiana Nanoclean, le pitture murali per esterni purificanti Airlite o le nuove tende dell’Ikea Gundrid che riducono l’inquinamento indoor. Ci vuole qualcosa di sistemico. Ci vuole la consapevolezza che l’aria è risorsa aziendale e come tale va trattata.
––Errore numero tre Togli il fiato alla tua sala riunioni
SCARICA: FUTURE OF WORK WHITE BOOK https://tinyurl.com/ybnmc3ry un recente e suggestivo
Scrive il New York Time in articolo (che trovate come ultimo link della lista): “La sala riunioni ti rende più stupido? Un piccolo insieme di prove suggerisce che quando si tratta di prendere decisioni, l’aria interna può essere più importante di quanto abbiamo realizzato finora”. Ho partecipato a certe riunioni da rimanerci secco. Riunioni dalle quali non usciva un’idea che fosse una. Conosco molto bene il problema. Quando tengo delle conferenze mi assicuro sempre che ci sia sufficiente ossigeno (meglio se di qualità), altrimenti sragiono e straparlo. P.S: Appena posso, lavoro all’aria aperta in mezzo al verde, soprattutto quando devo creare.
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––Future travel A spasso con Siri Il digitale ha rivoltato come un calzino il mondo dei viaggi. Ora è il turno degli assistenti, per il secondo calzino. ––Chiedi e ti sarà dato Alexa, Siri, Cortana, Google Assistant, AliGenie di Alibaba. Anche se molti di noi continuano a considerarli giocattoli, gli smart assistant sono sulla buona strada per diventare il punto di accesso per le nostre esperienze quotidiane, soprattutto quando siamo in movimento. D’altra parte i dati parrebbero parlare chiaro. Nel 2018 c’erano circa 2,5 miliardi di assistenti vocali digitali in uso, mentre nel 2023, secondo le stime di Juniper Research, ben 8 miliardi. Più del triplo e più di un semplice segnale. Metà della popolazione li userà. Punto. E mentre il “mostro” WeChat integra nel suo sistema ogni possibile e immaginabile applicazione anche per i viaggi come CityExperience, oppure, mentre fai trekking in montagna, la ricerca di un hotel nelle vicinanze, la prenotazione, l’apertura della stanza e check out senza mai passare dalla reception, ma solo attraverso l’assistente smart tuttofare, risulta chiaro che l’assistenzialismo digital-vocale in versione viaggio sta per diventare una pervasiva realtà. Conversare per personalizzare il viaggio. Smart assistant come nuova agenzia di viaggio, navigatore, traduttore (sì, di tutte le lingue in tempo reale), guida turistica e coach che ci affianca in ogni momento. All’orizzonte contenuti e consigli sponsorizzati – del tipo che alle spiegazioni dettagliate su come non scottarsi in alta montagna segue la crema a protezione totale migliore (migliore per l’assistente che ha beccato la “tangente”) – ma anche mirati ai propri veri interessi: ti piace il whisky? Allora Johnnie Walker ti offre un servizio geotaggato che ti aiuta a trovare il locale più vicino con tanto di ricette di degustazione personalizzate. Vuoi sciare in santa pace? Allora l’assistente conta per te gli sciatori su una pista e analizza le condizioni della neve sotto gli sci. Vuoi passare del tempo con gente che come te ama la musica indie? Allora l’assistente ti indica gli alberghi e i luoghi dove quel mondo prende vita.
DIRIGIBILE #56
Quale assistente digitale risponde meglio? 77,2% 65,3%
66,2%
64,9%
Risposte in %
Risposte corrette
53,9%
53,7%
95,2%
40,8%
94,5%
91,6%
87,5%
31,4% 19,8%
86%
82,6%
86,1% 2017
2018
Google Assistant Home
2017
2018
Cortana
––Chiedi e tu sarai dato Se chiedi tanto ricevi tanto, ma regali anche tanto. Chi si pappa tutti i tuoi gusti, scelte, desideri e sì, anche le paure più profonde? Google? Facebook? Amazon? Tencent (WeChat)? Certo, e non solo loro. I futuri assistenti digitali trasformano ogni persona in un dato aperto.
94,5% 2018
2017 Siri
2017
fonte: Statista
80%
0 2018
Amazon Alexa
2017
2018
Google Assistant Smartphone
––So what? Se l’assistente non ti trova la tua destinazione turistica non esiste. Se non sei rintracciabile e misurabile dalle macchine (indicizzazione e dintorni) non esisti. Se come ristorante il tuo menù è uno stupido JPEG, nessun sistema intelligente può trovarti, catalogarti e trasferirti all’assistente di turno. È la vera sfida del futuro: generare dati turistici e standardizzarli per l’uso degli assistenti (e dei loro programmatori).
Va dove ti porta l’assistente multipiattaforma.
Gli assistenti digitali spazzeranno via le applicazioni mobili? Probabile. Gli assistenti multi-piattaforma spazzeranno via gli assistenti digitali standalone degli smartphone e tablet? Possibile. Di fatto al consumatore interessa avere un assistente personalizzato che lo accompagni come un coach su tutti i device o gadget in uso. Nient’altro.
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FUTURETECH
INVENZIONI & INNOVAZIONI
DIGITAL LAB UN MUST PER TUTTI
O quasi. Qualunque sia il vostro business il digitale deve farne parte. E fin qui, siamo nell’ovvio. Ma come? Con un semplice digital transformation manager o con un reparto dedicato? In Germania sono già oltre 60 le imprese che giurano che questa è la via maestra per liberarsi dalle pastoie del tran tran quotidiano e innovare veramente, fra cui la Porsche con il suo bellissimo Digital Lab di Berlino. La loro esperienza fissa alcune regole per
la buona (si spera) riuscita. In sintesi: 1) State abbastanza lontani dalla sede per non sentire il fiato sul collo. 2) Mettete in cima al progetto un esterno. 3) Affidatevi a un team che mischia interni con esterni. 4) Mettete a bordo le HR per identificare le persone giuste come mindset. 5) Puntate all’implementazione rapida secondo il mantra “fallo”. Infine assicuratevi di avere risorse finanziarie sufficienti. A spanne servono almeno 2 milioni di euro all’anno per far girare un lab. Fate voi i conti per almeno 5 anni.
SOCIAL.FORD.IT
HANWHAGALLERIA.CO.KR
Agility robots: agili (quasi) come gli umani. È la nuova sfida. Anche Ford ci prova con Digit, un robot postino che porta pacchi e sa fare le scale. Fa molto Star Wars. https://tinyurl.com/y6fnkb68
TUGRAZ.AT
IA per anticipare incidenti. Vienna sta installando e sperimentando 200 semafori che riconoscono e predicono quando un pedone intende attraversare la strada. https://vimeo.com/88141421
Che aria tira a Seoul? Per scoprirlo basta mettersi di fronte allo shopping mall Hanwha Galleria. La facciata camaleonte cambia infatti colore con l’inquinamento. https://www.youtube.com/watch?v=5KED9XPHqZc
LASTSTRAW.LAT
Costruire arnie con cannucce di plastica usate. Dalla collaborazione fra Germania e Messico, Last Straw è una campagna per salvare le api e ridurre i rifiuti di plastica. https://www.youtube.com/watch?v=y_Kf0H87c3g
R-PUR.COM
Dopo l’italiana Banale, la maschera antismog più glam del pianeta, arriva la concorrente francese R-Pur. Tutte alla conquista delle città più inquinate del pianeta. https://www.youtube.com/watch?v=I5Uly7oU8Ak
TRITONWEAR.COM
Swimming cap powered by AI? Eccola. La cuffia intelligente promette di analizzare le prestazioni del nuotatore e confrontarle con i dati di migliaia di altri atleti. https://tinyurl.com/y6cxam9u
Associazioni S ervizi S anità Contratto Previdenza Formazione
ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
IL VALORE DELLA PAUSA PRANZO Dal primo Lifestyle Manager a Roma
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l 70% dei manager romani pranza al bar o al ristorante, il 25% in ufficio e il 5% riesce a tornare a casa. Molti utilizzano saltuariamente la pausa pranzo per organizzare incontri di lavoro. Oltre la metà si concede almeno 30-60 minuti per mangiare, mentre gli altri spesso si nutrono “al volo”, nell’arco di soli 10-30 minuti. Questi sono alcuni dei dati emersi dal questionario sull’alimentazione realizzato da Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e
Umbria tra i propri associati, presentato il 18 giugno presso l’hotel Le Meridien Visconti a Roma durante un incontro dedicato alla “Pausa pranzo vincente”, realizzato in collaborazione con Cosaporto e con la partnership di Naturale Food e Fiori e Moda francese. I risultati sono stati illustrati da Nerina Di Nunzio, fondatrice di Food Confidential ed esperta di marketing food & wine, che nel suo intervento introduttivo ha evidenziato l’importanza di pren-
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MANAGERITALIA ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
R
È
dersi cura del tempo che dedichiamo all’alimentazione – anche quello di un’apparentemente banale e di solito rapida pausa pranzo – poiché il cibo nutre non solo il corpo ma anche la mente e l’anima. Sul miglioramento delle abitudini alimentari è intervenuta Stefania Ruggeri, docente di Food science & Technologies and Communication in nutrition presso la facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha innanzitutto ricordato l’importanza della prima colazione, quindi spiegato come districarsi tra le diverse proposte culinarie per mangiare quando non si ha molto tempo. Ricordando che la pausa pranzo dovrebbe innanzitutto essere un momento di riposo e convivialità, per riprendere le energie tra gli sforzi lavorativi compiuti la mattina e quelli da affrontare nel pomeriggio, Ruggeri ha proposto agli auditori sette regole d’oro per
stato l’evento inaugurale di Lifestyle manager, un ciclo di incontri dedicati all’interse-
zione tra la vita personale e il lavoro dei manager, organizzati da Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria in collaborazione con esperti e imprese di ambiti diversi, sperimentando approcci originali e leggeri.
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7 REGOLE D’ORO PER SAZIARSI E STARE BENE l La metà de piatto deve sto po essere com da frutta e verdura.
Consumare la frutta dura nte il pasto fa bene, anzi è meglio.
Eliminare i cereali raffinati “bianchi” come pane, pasta, riso e tutti i cibi con elevato indice glicemico, a favore di cereali integrali possibilmente a chicco: riso, orzo, farro, grano saraceno. Se non se ne trovano è meglio ordinare un secondo. ne Alla car il pesce, e ir r fe pr e un po ’ anc he se me co g r asso, e pesce salmone icco ,r azzurr o a 3. g e di Om N on con s il cibo d umare avanti al com p u il mindle ter: s eating fa s e ingras male sa.
saziarsi e stare bene (vedi box). In conclusione è intervenuto Stefano Manili, ceo e founder di Cosaporto, raccontando il suo percorso professionale che da dirigente di una multinazionale lo ha portato a diventare imprenditore e a mettere in piedi un delivery di qualità, specializzato nel proporre non solo food ma anche vini, fiori e oggetti di design, dedicato a chi non ha tempo di scegliere di persona un regalo da portare quando, per esempio, si viene
Non riem troppo e pirsi lasciare u terzo de n ll stomaco o v come co uoto, n la medic siglia in ayur ved a a. lla ttare de Approfi r fare una e pausa p ta, ia passegg igerire e d r e p le D. ti u vitamina e r r u pr od
invitati a cena all’ultimo momento. Tra gli altri risultati dell’indagine è emerso che il 40% del campione di solito sceglie un primo piatto, il 30% un secondo, il 15% un panino o una piadina, l’8% un’insalata e che in pochi si nutrono con barrette proteiche, cracker o yogurt. Oltre la metà dei manager partecipanti utilizza servizi di consegna, non solo per ricevere il pranzo ma anche per farsi recapitare altri prodotti acquistati online.
NOVITÀ BORSE DI STUDIO
O
gni anno il Fondo Mario Negri indice concorsi per l’assegnazione di borse di studio riservate ai figli di dirigenti iscritti al Fondo, in attività presso aziende tenute alla contribuzione al Fondo stesso, in prosecuzione volontaria o fuori da queste aziende in data precedente a non oltre 12 mesi rispetto a quella di emanazione del bando di concorso e comunque risultanti iscritti alla data di emanazione del bando di concorso. Oppure, ancora, cessati dal servizio anche oltre il termine di 12 mesi e comunque ancora iscritti al Fondo con un’anzianità contributiva di almeno 15 anni e che siano inoltre già pensionati nell’assicurazione generale obbligatoria, o iscritti al Fondo successivamente alla data di emanazione del bando ed entro il termine di presentazione delle domande o che godano delle prestazioni pensionistiche sotto forma di rendita (art. 18 dello Statuto, pensione di vecchiaia o pensione di invalidità e Rita). Sono ammesse le domande di iscrizione anche da parte di orfani di dirigenti che siano stati iscritti al Fondo. Le votazioni per l’ammissione sono previste in misura differenziata per tener conto della particolare situazione di alcune tipo-
logie di concorrenti (orfani di dirigenti o diversamente abili).
Novità Da quest’anno la documentazione richiesta per la partecipazione ai bandi dovrà essere trasmessa esclusivamente online mediante l’utilizzo della voce di menù “Domanda borse di studio” disponibile all’interno dell’area riservata del sito www.fondonegri.it.
FONDO MARIO NEGRI
Disponibili i bandi di concorso 2019 riservati ai figli di dirigenti iscritti al Fondo Mario Negri. Da quest’anno le domande dovranno essere presentate esclusivamente dall’area riservata del Fondo Inoltre, applicando un principio solidaristico esteso a tutti i concorrenti con i requisiti richiesti, il Fondo ridurrà l’importo indicato in ciascun bando per consentire così l’assegnazione a tutti, senza limitazioni. Le associazioni territoriali di Manageritalia potranno fornire ogni assistenza per l’invio telematico della domanda di partecipazione.
■ BORSE DI STUDIO ANNO SCOLASTICO/ACCADEMICO 2018/2019 Perio Michiara - ultimo anno di scuola media inferiore Scadenza: 30 settembre 2019 Mario Negri - per scuola media di secondo grado Scadenza: 30 settembre 2019 Mario Negri - per i corsi universitari o equivalenti Bando disponibile dal 1° gennaio 2020 ■ BORSE DI STUDIO E PREMI DI LAUREA ANNO ACCADEMICO 2017/2018 Mario Negri – per i premi di laurea (corsi universitari o equivalenti per diplomi di laurea specialistica e vecchio ordinamento) Scadenza: 30 settembre 2019 Scarica i bandi: http://bit.ly/BorseStudioNegri2019
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POLIZZE ONLINE I numeri e le coperture assicurative più diffuse. Scopri l’e-commerce di Assidir dedicato agli associati Manageritalia
L’ ASSIDIR
offerta di prodotti e servizi attraverso la rete è sempre più ampia, di conseguenza anche il cosiddetto mercato ecommerce continua la propria crescita con percentuali che sono, anche in Italia, a due cifre. Quali sono le principali variabili che giustificano la decisione dei consumatori di effettuare gli acquisti direttamente dal loro pc, dal tablet o dallo smartphone? Prima fra tutte la comodità di poter “comprare” in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, seguita da una frequente ridu-
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zione dei costi di prodotti standardizzati e dalla possibilità di verificare le offerte di più potenziali fornitori.
I numeri Un mix, questo, che ha portato il mercato dell’e-commerce a oltre 313 miliardi di euro nella sola Europa e vede l’Italia in una posizione non particolarmente rilevante, con un valore che si è attestato a 41,5 miliardi di euro. Il nostro paese, però, ha evidenziato nel 2018 una crescita del fatturato e-commerce del
18% rispetto a quello del 2017. In Italia la parte del leone viene fatta dagli acquisti online relativi al tempo libero e al turismo, rispettivamente con il 41,3% e con il 28%, mentre il settore assicurativo arriva solo al 4,9%. Per quest’ultimo, nel 2019 viene prevista una crescita attorno al 2%, contro le percentuali a due cifre degli altri settori principali, a conferma che l’uso delle polizze assicurative online è ancora piuttosto limitato. In effetti, anche per le più diffuse polizze online, come quelle relative alla rc auto, il comportamento dei consumatori italiani evidenzia la tendenza a utilizzare l’ecommerce per la fase “informativa” cui fa seguito, nella maggior parte dei casi, un acquisto effettuato presso il proprio “fornitore di fiducia”, ovvero la tradizionale agenzia con cui si ha un rapporto consolidato nel tempo.
E-commerce e premi assicurativi online: un po’ di numeri E-COMMERCE Mercato europeo 2018
Mercato italiano 2018
€ 313 miliardi
€ 41,5 miliardi +18% rispetto 2017
IL MERCATO DELLE POLIZZE
4,9%
Percentuale acquisti sul totale del mercato italiano dell’e-commerce
Percentuale acquisti dei premi assicurativi online nel I trimestre 2019 per settore
6,5%
Rc auto
5,7%
Assistenza
4,5%
Tutela legale
1,4% Infortuni
Fonti: Report Casaleggio Associati “E-commerce in Italia 2019”; Relazioni Ivass del 20 giugno 2019 su attività 2018
Il mercato delle polizze Esaminando il valore dei premi assicurativi del primo trimestre di quest’anno pubblicati da Ivass, si rilevano infatti i dati significativi per le polizze sottoscritte online. A fronte di un complessivo 3,5% del totale dei rami danni, le polizze rc auto si attestano al 6,2% del proprio settore, mentre quelle di tutti gli altri rami danni, insieme, non superano lo 0,8% del valore complessivo, con punte significative solo per l’assistenza, la tutela legale e gli infortuni, che si attestano al 5,7%, al 4,5% e all’1,4% nei rispettivi settori.
Percentuali che dimostrano come, tra tutte, esistono delle aree nelle quali le soluzioni offerte e acquistate online assumono un valore significativo, pur se si deve accettare che rappresentano un importo piuttosto limitato rispetto al totale generale. Si tratta, in particolare, delle cosiddette “instant insurance”: micro assicurazioni per brevi periodi e dai costi contenuti. Il punto forte di queste polizze sta nel fatto che si possono attivare nel momento stesso in cui sorge l’esigenza, impiegando pochi minuti per ottenere, direttamente
dal proprio smartphone o dai portali web, una copertura adatta alle esigenze individuate. Il tipico esempio è quello relativo ai rischi per viaggi e vacanze, estive o invernali, e può andare dal solo rimborso del costo del viaggio, come spesso capita quando si acquista online un biglietto aereo, alla copertura di tutta una serie di imprevisti di varia natura, che possono accadere nelle più diverse tipologie di viaggio. Altri esempi molto diffusi riguardano le coperture assicurative per i rischi legati alle responsabilità della famiglia, per l’ambito sanitario, per l’assistenza attraverso una centrale operativa ecc. Anche Assidir, sempre vicina agli associati Manageritalia, offre una serie di coperture assicurative online (protezione della famiglia, viaggi e vacanze, tutela in caso di malattie e interventi chirurgici) che possono essere acquistate nella sezione e-commerce del portale www.assidir.it.
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SCUOLA DI MANAGEMENT Amministrazione Tax&Finance Welfare aziendale e fringe benefits Una panoramica sulle novità fiscali introdotte ai fini della determinazione del reddito di lavoro dipendente Milano
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Megatrend e il loro impatto sui business Le tecniche dell’anticipazione Udine
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IL COACH E L’APPRENDIMENTO DI SQUADRA Incontro con Davide Mazzanti
ancora oggi bisogno, rinnovandone continuamente i significati. Una proposta formativa forte, intensa, della quale non possiamo più fare a meno, abbiamo aperto una strada di narrazione che prima era uno stretto sentiero fatto di mere testimonianze».
T
orna il consueto appuntamento annuale con Accademia Sport & Management, il canale di confronto permanente tra il mondo dello sport e quello del management che attraverso le storie di grandi protagonisti dello sport va alla ricerca di fonti di ispirazione, pensieri forti e percorsi di eccellenza. In questo appuntamento, insieme a Carlo Romanelli incontreremo Davide Mazzanti, il coach della Nazionale femminile italiana di volley. Nella sua carriera con le squadre di club ha vinto tre campionati italiani con tre squadre diverse: Volley Bergamo nel 2010-11, Volleyball Casalmaggiore nel 201415 e Imoco Volley nel 2015-16 (Volleyball Casalmaggiore e Imoco Volley hanno vinto con lui il loro primo titolo). Ha vinto inoltre due Supercoppe italiane (nel 2011 con il Volley Bergamo e nel 2016 con l’Imoco Volley) e una Coppa Italia (con l’Imoco Volley nell’annata 2016-17). Con la Nazionale italiana femminile ha vinto un oro al Montreux Volley Masters nel 2018 e due argenti, il primo nel World Grand Prix del 2017 e il secondo nei recenti Mondiali del Giappone 2018. Accademia Sport & Management è un progetto di Cfmt in collaborazione con Carlo Romanelli di Networking, arrivato alla sua undicesima edizione. In que-
sti anni abbiamo avuto modo di incontrare i più importanti personaggi del mondo dello sport che ci hanno raccontato esperienze, aneddoti e storie di vita, mostrandoci quanto il mondo manageriale non sia poi così differente da quello dello sport. Come ricorda Carlo Romanelli: «L’esperienza dell’Accademia in questi dieci anni ha voluto estrarre e proporre contenuti forti tramite le storie dello sport, costruendo un percorso di apprendimento, piuttosto che una serie di eventi. E così le suggestioni tratte dal mondo dello sport sono entrate definitivamente nell’anima del pensiero manageriale, contribuendo a renderlo più forte: pensare in grande, per l’appunto, è quello di cui abbiamo
GLI APPUNTAMENTI MILANO, 2 OTTOBRE Anna Scirea
anna.scirea@cfmt.it - 02 5406311
ROMA, 23 OTTOBRE
Veronica Ciccarone veronica.ciccarone@cfmt.it - 06 5043053
PER INFO E ISCRIZIONI:
http://bit.ly/davidemazzanti
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Hanno collaborato a questo numero Thomas Bialas, futurologo, cura l’inserto Dirigibile ed è responsabile del progetto Future Manage(67) ment Tools di Cfmt. Federico Castelletti Cazzato si occupa di marketing e comunicazione dal 1983; per 20 anni in Armando Testa, dal 2009 è responsabile, in Skills Management, del settore comunicazione d’impresa (50) per lo sviluppo di applicazioni web e mobile e di piattaforme e-learning.
Claudia Corti è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza.
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
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Giorgio Del Mare è amministratore delegato di ProperDelMare Consulting, società di consulenza specializzata in change management, ha progettato in prima persona la struttura di “Futurability: 20192021 L’Italia vista da 100 protagonisti dell’economia”, ricerca che ha supervisionato in ogni sua fase e per cui ha condotto con il suo team una parte delle interviste a figure chiave. (6)
Cosimo Finzi è direttore di AstraRicerche, istituto di ricerche sociali e marketing che collabora da molti anni con Manageritalia e Cfmt. Ha condotto personalmente buona parte delle interviste della ricerca “Futurability: 2019-2021 L’Italia vista da 100 protagonisti dell’economia”. (6)
Nicola Longo è managing partner di Skills Management, da oltre 30 anni si occupa di consulenza direzionale e formazione manageriale nell’ambito del change management & performing people. È docente del Cfmt dal 1994 e autore di numerosi articoli e pubblicazioni sul tema del cambiamento organizzativo. (50) Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale Tlc dove si occupa di opera(65) tori virtuali. Sabrina Oggionni è dietista di Humanitas Gavazzeni, Bergamo.
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Raffaele Tovazzi
è il primo filosofo esecutivo italiano, un “pensatore” che fa della filosofia uno strumento pratico di innovazione. Ha fondato a Londra la prima media company che si occupa della creazione di contenuti per il podcasting e le piattaforme voice-first. Con i podcast “Action! Pensiero in azione” (49) condivide citazioni e modi per mettere la teoria in pratica e migliorare la vita degli ascoltatori. 55 50
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FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE
Editore: Manageritalia Servizi srl Direttore responsabile: Guido Carella Coordinamento: Roberta Roncelli Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta Direzione, redazione, amministrazione: via Antonio Stoppani, 6 - 20129 Milano tel. 0229516028 - fax 0229516093 giornale@manageritalia.it www.manageritalia.it Le opinioni espresse dagli autori impegnano esclusivamente la loro responsabilità Concessionario pubblicità LAPIS srl viale Monte Nero, 56 - 20135 Milano tel. 0256567415 info@lapisadv.it - www.lapisadv.it
da Manageritalia Daniela Fiorino, responsabile ufficio sindacale Manageritalia. 67
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Carla Panizza, responsabile centro studi Manageritalia. (24) Roberto Saliola, presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, (55) Molise, Sardegna e Umbria.
Grafica THE GRAPHIC FORGE sas via Antonio Stoppani, 4 - 20129 Milano tel. 0229404920 - www.graphicforge.it Stampa ROTOLITO spa via Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano) tel. 0292195.1 - www.rotolito.com Registrazione Tribunale di Milano n. 142, del 24 aprile 1974 Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana Accertamenti diffusione stampa
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La diffusione di luglio-agosto 2019 è di 36.643 copie
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