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N. 11 NOVEMBRE 2013
LA RIVISTA DI MANAGERITALIA LEGGE DI STABILITÀ LE PROPOSTE DI CIDA PROFESSIONE IL TRAVEL MANAGER
PIERGIORGIO ODIFREDDI
IN FONDO, C’È DA ESSERE OTTIMISTI MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)
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Sommario
Editoriale 4 I valori in cui crediamo
Diritto 53 Quando la coppia scoppia
Copertina 6 Intervista a Piergiorgio Odifreddi La scienza rende ottimisti
InfoMANAGER
Psicologia 58 6 consigli per gestire le amicizie al lavoro
Manageritalia 69 In arrivo la card 2014 Quadri 70 Il rapporto di lavoro a tempo determinato
Professione 14 Il travel manager
RUBRICHE
Impresa 20 Ti fidi di me?
24 Osservatorio legislativo 44 Non solo consumi
Risorse umane 26 Quanto è “carica” la tua azienda?
Assidir 72 Divertirsi in sicurezza con Sci no problem
50 Territori 56 Orizzonti di management 60 Di buon grado
Negoziazione 32 Il potere della domanda
61 Arte
Cida 35 Disegno di legge di stabilità 2014: le nostre proposte Green economy 47 Montréal, città sostenibile
62 Libri 63 Letture per manager 65 Lettere 66 ... al fin della licenza, io tocco!
N. 11 NOVEMBRE 2013
LA RIVISTA DI MANAGERITALIA LEGGE DI STABILITÀ LE PROPOSTE DI CIDA PROFESSIONE IL TRAVEL MANAGER
PIERGIORGIO ODIFREDDI
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato R
FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali
Fondo di previdenza Mario Negri
CFMT Centro di formazione management del terziario
Associazione Antonio Pastore
IN FONDO, C’È DA ESSERE OTTIMISTI MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)
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Editoriale a cura del presidente Manageritalia
I VALORI IN CUI CREDIAMO iviamo una crisi lunga e profonda che
V
e l’equità sociale; di diminuire le tasse sul la-
mette in discussione il nostro modello
voro e sulle imprese; di snellire la burocrazia;
economico e sociale. A questa crisi purtroppo,
di contrastare la corruzione e l’evasione fisca-
in Italia, si reagisce malamente, con una clas-
le; di investire sulla conoscenza e il capitale
se politica che, nel suo complesso, non riesce
umano; di risolvere sprechi e inefficienze.
ad affrontarla e men che mai a trasformarla in
E invece? È la solita manovra di compromes-
opportunità.
so, fatta per non scontentare nessuno e per-
Anzi, sembra si stiano tirando i remi in barca:
metterci di navigare a vista... fino al prossimo
insomma, si preferisce galleggiare senza nem-
anno, fino al prossimo governo. Eppure di co-
meno perseguire il coraggio di far progetti. E
se da fare ce ne sarebbero!
noi manager sappiamo bene che, se uno smet-
L’Italia è ricca di risorse, di potenzialità. Abbia-
te di progettare, finisce per delegare ad altri il
mo talento, storia, competenze, energie. Po-
proprio potere decisionale.
tremmo essere una squadra vincente se solo ci
Ed è esattamente questo che accade, mentre il
fosse qualcuno che la sappia organizzare e va-
sistema paese inizia a sentire il peso del fatto
lorizzare. Su questo punto ci siamo soffermati
che le scelte importanti vengono sempre più
a riflettere durante l’evento “La cultura mana-
spesso prese altrove. Magari in nome di inte-
geriale per il rilancio del paese”, organizzato da
ressi che non coincidono con i nostri, e ai qua-
Cida - Manager e alte professionalità per l’Ita-
li siamo costretti ad adattarci.
lia il 18 novembre a Roma. Nell’occasione sono
Attenzione: non si tratta di un sussulto na-
emersi i concetti chiave a cui bisognerebbe far
zionalistico o antieuropeista, no: è la consa-
riferimento per invertire il declino: efficienza,
pevolezza che l’Italia sta perdendo il suo
meritocrazia, competitività, occupazione e in-
ruolo, la sua autorevolezza, la sua bussola.
novazione. Cinque basi da cui potremmo far ri-
Scontiamo la mancanza di una visione, di un
partire l’Italia. Cinque punti su cui la categoria
disegno che guardi al domani. Paghiamo il
sente la necessità di impegnarsi, per mettersi,
prezzo di tante non-scelte fatte nel passato e
direttamente, al servizio del paese.
reiterate nel presente.
Vogliamo far valere il ruolo propositivo del
Per fare un esempio attuale, penso alla legge
management, in nome della responsabilità,
di stabilità: poteva essere l’occasione per cam-
della competenza e della capacità di visione
biare passo, innescare un’evoluzione com-
strategica che ci contraddistinguono. Per que-
plessiva del sistema. Speravamo in provvedi-
sto è nata #Prioritalia. Per questo, a ogni livel-
menti in grado di incentivare la meritocrazia
lo, vogliamo essere considerati come un pun-
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to di riferimento. Non solo dalle aziende in
rio, ci rendiamo conto che le strategie che gui-
cui lavoriamo ma dall’intero sistema socio-
dano il nostro operato sono corrette.
economico, sempre più “affamato” dei valori
Seguiamo progetti per favorire l’innovazione
di cui siamo portatori.
delle imprese; facciamo incontrare domanda
Oltre a rafforzare la nostra autorevolezza e la
e offerta di professionalità manageriali, co-
nostra credibilità, questo slancio ci porta a ot-
struendo sul campo le politiche attive che
tenere risultati importanti. Per la categoria e
stanno dando i primi frutti e creando sinergia
non solo. Le modifiche alla legge di stabilità
fra imprenditori e manager e una best practi-
che abbiamo formulato con le altre organizza-
ce da seguire. Perseguiamo un modello di svi-
zioni della dirigenza (ne parliamo approfon-
luppo “a rete”, in cui le relazioni industriali
ditamente all’interno della rivista), che vanno
sono partecipative e non antagoniste, in nome
dall’alleggerimento del cuneo fiscale al mi-
della bilateralità e dell’interesse comune di
glioramento del potere d’acquisto delle pen-
imprese, lavoratori e società.
sioni, a un maggiore investimento in politiche
Noi non siamo né supermanager né super-
attive, sono state giudicate coraggiose e su-
pensionati, non ci stancheremo mai di ricor-
perpartes dagli addetti ai lavori. Seguiamo
dare, documentandolo, che i nostri stipendi e
l’iter del provvedimento e ci adoperiamo af-
le nostre pensioni stanno correttamente nella
finché vengano recepite.
media. Così come non ci stancheremo mai di
Di recente, per esempio, il senatore Maurizio
ricordare che noi le tasse le paghiamo e le ab-
Sacconi ha fatto proprio un emendamento –
biamo sempre pagate in eccesso e fino in fon-
da noi presentato con Cida – per rimodulare
do. Ma soprattutto non ci stancheremo mai di
la perequazione delle pensioni in funzione
adoperarci per affermare la meritocrazia, l’in-
del reddito. Tale emendamento è stato ritenu-
clusione e la mobilità sociale. Con i fatti, con
to ammissibile dalla Commissione bilancio.
il lavoro che ognuno di noi svolge ogni gior-
E ancora: il 6 novembre scorso il Tribunale di
no. Con un approccio pragmatico, per supe-
Palermo ha accolto l’eccezione di legittimità
rare gli stereotipi e ottenere risultati concreti.
del provvedimento di sospensione della pere-
Auspichiamo che anche le altre parti sociali, i
quazione delle pensioni sopra ai 1.405 euro
decisori economici e, last but not least, anche i
per il 2012 e 2013, rinviando gli atti del prov-
politici, facciano altrettanto.
vedimento alla Corte costituzionale. Se osserviamo gli scenari in cui i nostri diri-
Guido Carella
genti operano, in particolare quelli del terzia-
(guido.carella@manageritalia.it) NOVEMBRE 2013
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Copertina
LA SCIENZA RENDE OTTIMISTI Incontriamo Piergiorgio Odifreddi, il “matematico irriverente” autore di Come stanno le cose, un commento appassionato al De rerum natura di Lucrezio. Un confronto a viso aperto: dalle intuizioni scientifiche del poeta latino alla crisi economica di oggi, che costringe molti giovani ad abbandonare il nostro paese. Ma a ben guardare, nonostante tutto, il passato non va rimpianto. Davide Mura
Piergiorgio Odifreddi ha studiato Matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica, e insegnato Logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora con la Repubblica, L’Espresso e Le scienze. Nel 2011 ha vinto il premio Galileo per la divulgazione scientifica. Tra i suoi libri, Il Vangelo secondo la Scienza, La matematica del Novecento, C’era una volta un paradosso, Il matematico impertinente, Caro papa, ti scrivo.
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www.puntosanremo.it
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Copertina Professor Odifreddi, cos’ha da
care di rendere attuale Lucrezio
dire Lucrezio agli uomini e alle
con dei commenti e delle immagi-
donne di oggi?
ni attraenti. Alla fine è uscita una
«Lucrezio è un divulgatore scien-
traduzione in prosa con spiegazio-
tifico straordinario che arriva dal-
ni a fronte che aggiornano i conte-
l’ambiente letterario, con una vi-
nuti dell’opera».
sione avveniristica. Ha uno sguardo laico, critico sia nei confronti
Parlava di intuizioni sorprendenti.
delle superstizioni sia verso le re-
Quali?
ligioni istituzionalizzate. Invita a
«Partirei dall’atomismo, ovvero
rifiutare le credenze più diffuse e
dal fatto che il mondo è basato su
a essere curiosi. Senza contare che
particelle elementari, gli atomi.
molte delle sue intuizioni si sono
A una seconda lettura ho colto
dimostrate esatte».
aspetti che mi erano sfuggiti inizialmente. Attribuiamo a Galileo
Perché ha deciso di commentare
Galilei la scoperta che nel vuoto
il De rerum natura?
i corpi cadono tutti alla stessa ve-
la di un contagio virale. Dalla fisica
«Col tempo ritornavo a quest’ope-
locità. Questa cosa Lucrezio la
alla meteorologia, siamo di fronte a
ra, rendendomi conto che la lingua
scrive nero su bianco. Non solo,
un’opera completa».
con cui è stata scritta costituisce un
cadono a una velocità non co-
ostacolo. Lucrezio scrive in un lati-
stante ma accelerata. Non l’ha
Lucrezio tuttavia non ha molto
no complesso, in esametri. Ho de-
scoperto Lucrezio, lui si rifaceva
spazio nei programmi scolastici.
ciso di proporre una versione in un
alla tesi dello scienziato Ipparco.
linguaggio comune. Prima di me c’erano già stati dei precedenti illu-
che bisognerebbe conoscere. QuelAltri esempi?
lo che si fa nelle scuole è studiare
stri. Ugo Foscolo lavorò su una tra-
Cartesio ha enunciato il “principio
obbligatoriamente Dante Alighie-
duzione in versi di Alessandro
di inerzia” in latino. Ebbene, un let-
ri, che scrive la Divina Commedia in
Marchetti – un matematico e scrit-
tore attento può scoprire che la for-
italiano, ma con uno svantaggio
tore nato nella prima metà del Sei-
mulazione di Cartesio non è altro
enorme».
cento – subito messa all’indice per
che una citazione diretta da Lucre-
cinquant’anni, volgendola in pro-
zio. Oppure il motto della chimica:
sa. La mia sfida è stata quella di cer-
“Nulla si crea, nulla si distrugge”,
«Non è che non apprezzi Dante, l’-
posto addirittura all’inizio del De
ho letto e riletto, ma offre una visio-
rerum natura, dopo l’inno a Venere.
ne del mondo anacronistica, sor-
Nel libro c’è inoltre un’idea dei bu-
passata, il suo mondo è quello tole-
chi neri, di una massa così concen-
maico, con angeli, demoni, peccati
trata da cui non può fuoriuscire la
e virtù. Il Paradiso, poi, è una canti-
luce. Anche la medicina trova spa-
ca in gran parte incomprensibile se
zio: alla fine del poema, scrivendo
non si hanno delle basi di teologia.
della peste di Atene, si riferisce alle
Dante in sostanza andrebbe ridi-
malattie infettive, critica l’idea di
mensionato, anziché imposto per
un flagello divino e appoggia quel-
tre anni nelle scuole superiori».
«Lucrezio è un divulgatore scientifico straordinario che arriva dall’ambiente letterario, con una visione avveniristica»
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«Eppure è uno dei grandi autori
NOVEMBRE 2013
Cos’ha Dante che non va?
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Altri autori da ridimensionare a
re a un lungo elenco di cose stabi-
sce come divulgazione. Poi però
scuola?
lite dai concili ecumenici, dalle ge-
questa tradizione si è interrotta. Il
«Alessandro Manzoni. Idem come
rarchie e dal papa in particolare.
fatto che il Dialogo sopra i massimi
sopra. Qualcuno mi vuole spiega-
L’atteggiamento scientifico è esat-
sistemi fosse stato scritto in volga-
re perché nelle ore di letteratura si
tamente il contrario. Si fanno veri-
re, in modo che tutti potessero ca-
debba per forza infilare la religio-
fiche, esperimenti, dimostrazioni,
pire, fu uno dei capi d’imputazio-
ne? Sarebbe molto più utile studia-
mettendo tutto in discussione. So-
ne nel suo processo del 1633. Le
re Lucrezio, anche per affrontare
no atteggiamenti in completa con-
teorie di Niccolò Copernico circo-
un percorso interdisciplinare. Il
traddizione tra di loro. L’altro mo-
lavano già a quel tempo ma erano
mio libro è stato tra l’altro ben ac-
tivo è complementare. All’inizio
scritte in latino e nell’introduzio-
colto nelle scuole, perché secondo
dello scorso secolo, negli anni ’20,
ne al volume che le raccoglieva si
me permette di accostare l’aspetto
ci fu una scuola filosofica italiana,
precisava che il mondo in fondo
letterario a quello scientifico. Le
quella di Benedetto Croce e Gio-
non era proprio come veniva illu-
due culture, scientifica e umanisti-
vanni Gentile, il cosiddetto Ideali-
strato. Il fatto che la gente potes-
ca, non sono slegate tra di loro».
smo, che aveva un parallelo in Ger-
se comprendere certi concetti era
mania con Martin Heidegger, che
inammissibile, la scienza avrebbe
Scienza e ricerca scientifica in Ita-
riduceva la scienza alla tecnologia,
dovuto coinvolgere solo gli ad-
lia non hanno mai avuto vita sem-
ritenendola distante dalla cultura.
detti ai lavori».
plice. Come mai?
Con questo punto di partenza non
«Per due motivi. Siamo un paese
si poteva andare lontano».
latino, del sud dell’Europa, con
Quindi il divulgatore è uno scienziato di serie B in Italia?
una lunga tradizione religiosa. Ba-
La divulgazione scientifica ha una
«Sì, i divulgatori nel nostro pae-
siamo la visione della nostra vita
tradizione recente nella storia del
se sono ancora considerati scien-
sull’insegnamento cristiano e so-
nostro paese?
ziati di secondo grado. Nei paesi
prattutto cattolico. Il cattolicesimo
«In realtà, se si pensa a Galileo,
anglosassoni è il contrario. Non
si fonda su dogmi: bisogna crede-
l’inizio della scienza in Italia na-
c’è premio Nobel che non scriva NOVEMBRE 2013
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Copertina
Come stanno le cose (Rizzoli, pagg. 312) è una traduzione in linguaggio corrente, con commenti e illustrazioni, del De rerum natura, poema scritto dal poeta latino Lucrezio Caro nel primo secolo a.C.
prezzo. Il raccolto fu come previsto, affittò i frantoi a prezzi più alti e divenne ricco. Di lì in avanti la storia della matematica è costellata di idee prese dagli economisti. Oggi è difficile prendere un premio Nobel per l’economia se uno non è un fior fiore di matematico. L’economia è cambiata dai tempi di Karl Marx, è sempre meno filosofia e sempre più matematica. È necessario conoscere la matematica e saper usare i numeri, ma bisogna farlo bene. Uno dei miei prossimi libri sarà Il Capitale secondo la scienza». L’Italia costringe molti giovani di
«Fare lunghi soggiorni all’estero è utilissimo perché apre la mente a diversi modi di vita, ma soprattutto perché permette di avere degli scambi»
10
modo semplice. C’è un grande bi-
talento a fare le valigie. Cosa pen-
sogno di ampliare il campo dei di-
sa della fuga dei cervelli?
vulgatori scientifici».
«Suonerebbe falso se io dicessi ai giovani di non andare all’estero
Un matematico decodifica meglio
quando per primo ho studiato per
la crisi economica che stiamo vi-
un paio d’anni negli Stati Uniti e
vendo?
poi un altro paio d’anni nella ex
«La crisi finanziaria coinvolge un
Unione Sovietica. In seguito, per
gran numero di agenti economici,
quasi vent’anni, ho insegnato an-
in gergo si chiamerebbe “sistema
dando avanti e indietro tra gli Stati
complesso”. Trovare spiegazioni
Uniti e l’Italia in università ameri-
semplici è difficile. La matematica
cane. Oggi non c’è bisogno di emi-
in parole semplici quello che ha fat-
e l’economia vanno però di pari
grare completamente. Ogni anno i
to. Invece da noi c’è snobismo ver-
passo, questo lo posso affermare
ricercatori partecipano a congressi
so queste attività. Lo vedo nel mio
senza problemi. Fin dall’antichità.
internazionali, è già un modo per
ambiente universitario. Quando
Ad esempio, il filosofo Talete è
ritrovarsi tra scuole differenti. Fare
ho cominciato a fare divulgazio-
stato il primo che ha inventato
lunghi soggiorni all’estero è utilis-
ne mi dicevano che da matemati-
quelli che oggi chiamiamo future.
simo in qualunque parte del mon-
co ero diventato giornalista. È
Un anno intuì che un raccolto di
do si vada perché apre la mente an-
diffusa a tal proposito un’idea
olive sarebbe stato proficuo e me-
zitutto a diversi modi di vita, lin-
sprezzante, molto provinciale, da
si prima prese un’opzione per af-
guaggi, filosofie, letteratura, arte,
torre d’avorio. Non ci si può la-
fittare tutti i frantoi. Le opzioni so-
ma soprattutto perché permette di
mentare che la gente non segua la
no queste: io ti pago oggi per pren-
avere degli scambi, mentre cercare
scienza se nessuno la spiega in
dere domani in affitto a un certo
di essere autarchici, come si sareb-
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Copertina
«Il mio ideale di politico è Cincinnato, uno che viene tirato via per i capelli dal suo lavoro che gli interessa. Serve la patria per il tempo necessario e poi torna al suo lavoro»
ressa. Serve la patria per il tempo
Tutti cercano di guadagnare in Bor-
necessario e poi torna al suo lavo-
sa perdendo il rapporto con la pro-
ro. Questo lo fanno spesso i presi-
duzione, ricorrendo soltanto a
denti degli Stati Uniti, pensi a Car-
escamotage per fare soldi in modo
ter o ai due Bush. Invece da noi ci
più o meno lecito. Sono anacroni-
sono persone che cercano di mette-
stico, me ne rendo conto».
re piede in Parlamento a vent’anni e di toglierlo quando muoiono. Poi
Però ci sono anche tante aziende
ci sono politici, sia a destra che a si-
che lavorano bene e si avvicinano
nistra, che fanno appello alla pan-
al modello Olivetti, grazie anche
cia senza far ragionare, perché coi
all’apporto di bravi manager. Non
ragionamenti non si trascinano le
pensa che sia grave fare di tutta
folle. In sostanza la politica oggi è
l’erba un fascio, come si tende a
be detto un secolo fa, non credo
strutturata in modo tale che chi vin-
fare oggi?
porti molto lontano. Non c’è da de-
ce le elezioni non è adatto per go-
«Non si può certo negare che ci sia
monizzare il fatto che si vada al-
vernare».
anche dell’erba buona, anzi, ottima! Ha ragione, i manager opposti
l’estero di per sé. Certo può essere qualcosa di negativo per la na-
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E i manager d’azienda?
a quei pochi “top” a cui alludevo
zione se coloro che vengono edu-
«Ci sono stati ottimi manager in
prima sono appunto quelli che
cati e cresciuti in Italia, anche coi
Italia, come Adriano Olivetti. Lui
mantengono in vita l’economia. La
mezzi dello stato, a fine carriera se
aveva una concezione molto diver-
finanza autoreferenziale, che spo-
ne vadano e non tornino più.
sa del rapporto tra management e
sta capitali da una piazza all’altra in
Quindi io direi esperienze all’este-
lavoratori. Per anni l’Olivetti è sta-
maniera istantanea, incurante delle
ro sì, ma non dimentichiamoci da
to un banco di prova, un laborato-
realtà umane e produttive che ci
dove veniamo… oltre che chi sia-
rio di esperimenti. Non era un ca-
stanno dietro, non solo non produ-
mo e dove andiamo».
so che il capo del personale fosse
ce nulla, ma spesso distrugge. E se
Paolo Volponi, un grande scrittore.
ci fosse solo quella finanza, non ci
Da 1 a 10, che voto darebbe alla
C’era un tentativo ideologico di
sarebbe niente da comprare. Sono
classe dirigente del nostro paese?
avere un rapporto diverso coi pro-
invece le aziende sane, gestite da
«È difficile dare un voto a una clas-
pri lavoratori. Quando ero ragazzo
bravi manager, che basano la loro
se, ci sono gli individui. Il proble-
mi interessava l’atteggiamento di
economia su prodotti e servizi utili
ma più grave dell’Italia è che ci so-
Alejandro de Tomaso, che supera-
e competitivi, che costituiscono
no politici di professione e politici
va il rapporto tradizionale tra “pa-
l’essenza del mercato. Il resto non è
che vengono da un ambiente uma-
drone” e dipendenti. Quelle erano
mercato ma speculazione».
nistico, privi degli strumenti neces-
persone interessanti. Trovo che il
sari per affrontare non solo la com-
management oggi abbia un po’
Lei ama le provocazioni, intervie-
plessità ma anche i dettagli tecnici
perso di vista il motivo principale
ne spesso sui temi etici. L’intellet-
del nostro mondo. Il fatto di essere
per cui esistono le aziende, che è
tuale oggi ha il dovere di parteci-
politici di professione per me è
quello di produrre servizi e pro-
pare al dibattito pubblico, anche
molto negativo. Il mio ideale è Cin-
dotti, invece oggi tutti sembrano
prendendo posizioni impopolari?
cinnato, uno che viene tirato via per
interessati alla speculazione finan-
«Non si dovrebbe impedire a co-
i capelli dal suo lavoro che gli inte-
ziaria. Questo ha provocato danni.
loro che vogliono intervenire nel
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dibattito pubblico di farlo. L’idea
Meglio essere poeti o matematici?
una struttura rigida e codificata.
dell’impegno nella società di
«C’era un grande matematico,
Ci sono anche matematici-poeti
Sartre è stata in me sempre mol-
David Hilbert, vissuto tra la fine
che hanno contaminato i due
to forte. L’intellettuale ha il dove-
dell’800 e l’inizio del ’900, che
mondi in modo esemplare, come
re di dire la sua verità, soprattut-
aveva vari studenti e un giorno
il francese Jacques Roubaud».
to uno come me che ha studiato
uno di questi se ne andò perché
logica per tutta la vita. Oggi
voleva fare l’artista. Hilbert disse
Chi è più ottimista: il matematico o
la tendenza è quella di credere
che aveva fatto bene, perché non
il poeta?
alle verità imposte dai mass me-
aveva abbastanza creatività. Si
«Non so se do l’impressione di es-
dia e se uno osa mettere in di-
pensa spesso che gli scienziati
sere pessimista. Credo però che la
scussione la “versione ufficiale”
non siano creativi, non siano poe-
scienza infonda ottimismo. A par-
proposta in tutti i campi viene
tici, io invece non sono di que-
tire da uno dei suoi risultati più
massacrato. È un periodo in cui
st’avviso. Tra l’altro ci sono lega-
grandi: un secolo e mezzo fa la vi-
chi afferma cose scomode non
mi precisi tra matematica e poe-
ta media era di 35 anni. Oggi si vi-
vive giorni gloriosi, basta ve-
sia. I matematici sono molto più
ve più del doppio e questo rende
dere gli scandali che ci sono sta-
simili ai poeti, seguono passaggi
ottimisti. Poi si vive decisamente
ti con Julian Assange ed Edward
logici, in maniera rigorosa, come
meglio. Se uno esamina le mum-
Snowden. Si cerca di zittire, di
i poeti seguono le regole della me-
mie si accorge che questa povera
denigrare e delegittimare, maga-
trica mentre scrivono i loro versi
gente, oltre a morire giovane, vive-
ri con etichette infamanti».
e intersecano la loro creatività in
va male, coi denti rotti, le ossa rot-
«Chi afferma cose scomode non vive giorni gloriosi, basta vedere gli scandali che ci sono stati con Assange e Snowden. Si cerca di zittire, di denigrare e delegittimare»
te, non aveva mezzi per curarsi. Vogliamo parlare dei miei calcoli, non quelli della matematica... una sofferenza terribile, ho preso degli anti-dolorifici e tutto è passato. Anche Michel de Montaigne li ha avuti, come ci ricorda nei suoi Saggi, ma non riusciva a porre rimedio. Se fosse vissuto ai nostri giorni sarebbe stato molto meglio».
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Professione
IL TRAVEL
MANAGER
Negli ultimi anni, il responsabile viaggi è stato costretto ad acquisire nuove competenze per adattarsi a un modello di gestione delle trasferte sempre più evoluto e tecnologico. In Italia, però, questa figura non è ancora valorizzata Arianna De Nittis
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G
ESTISCE E SEMPLIFICA le trasferte di lavoro per conto della propria azienda, cercando di risparmiare su una voce di spesa rilevante (in media la seconda o terza nei bilanci aziendali), senza penalizzare il confort dei dipendenti. È il travel manager, un ruolo nato negli Stati Uniti durante gli
anni Ottanta, quando la deregulation nel mercato del trasporto aereo rese necessaria la presenza nelle imprese di un responsabile viaggi in grado di districarsi in un panorama tariffario sempre più complesso. Da anni questo ruolo è diffuso anche in Italia, ma non è ancora rico-
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nosciuto e valorizzato come acca-
Anche l’inquadramento negli or-
petenze” realizzata da Od&M
de Oltreoceano. Il tessuto produt-
ganigrammi aziendali è variega-
Consulting e Manageritalia nel
tivo del nostro paese, infatti, è
to: in prevalenza buyer e respon-
2011, ma per molti versi ancora at-
composto in prevalenza da picco-
sabili dell’area acquisti, ma anche
tuale. L’indagine distingue fra tre
le e medie imprese, con volumi di
responsabili delle risorse umane,
differenti tipi di responsabili viag-
spesa che non giustificano l’as-
assistenti di direzione, responsa-
gi. Il primo è il travel manager ve-
sunzione di una figura dedicata.
bili amministrativi e dei servizi
ro e proprio, al quale sono affida-
Così il travel manager svolge il
generali.
te mansioni più strategiche (ad esempio, il contributo alla stesura
proprio ruolo perlopiù “part time”, contemporaneamente ad al-
Nell’area acquisti, ma non solo
della travel policy aziendale, la
tre mansioni. E non è un caso,
Ma qual è l’identikit dei travel ma-
negoziazione di tariffe corporate
probabilmente, che oggi ben il
nager italiani? Contrariamente
con i fornitori, la scelta delle mo-
54% dei responsabili viaggi della
agli Usa, dove abbondano gli stu-
dalità di pagamento delle spese di
Penisola ritenga di non avere ab-
di dedicati a questa figura profes-
viaggio): inquadrato per un 60%
bastanza tempo per svolgere il
sionale, nel nostro paese scarseg-
come impiegato, 27% come qua-
proprio lavoro: un dato in cresci-
giano le indagini volte a inqua-
dro e 13% come dirigente, in gene-
ta rispetto al 40% del 2010, ma an-
drarne mansioni e prospettive.
re ha all’attivo esperienze pregres-
che nettamente superiore alla
Possiamo fare riferimento alla ri-
se in diversi settori, ma prevalen-
media mondiale del 44% (fonte:
cerca “Professione travel mana-
temente negli acquisti.
Airplus International).
ger: livelli retributivi, skill e com-
Segue il travel coordinator, che rispetto al primo si occupa soprattutto di organizzare i viaggi dei dipendenti – ma anche di comunicare con il personale viaggiante – e fa parte per un 67% della segreteria e per il 33% degli acquisti. Infine, ci sono i travel assistant, che svolgono un ruolo spiccatamente operativo e sono per il 50%
In Italia il travel manager svolge il proprio ruolo perlopiù “part time”, contemporaneamente ad altre mansioni. Anche l’inquadramento negli organigrammi aziendali è variegato
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Professione
AZIENDE ITALIANE: UNA GESTIONE DEI VIAGGI SEMPRE PIÙ EVOLUTA 2009
2012
Italia
Media worldwide
Italia
Media worldwide
9%
18%
0%
13%
Introduzione di travel policy
58%
78%
75%
82%
Esistenza di un reparto viaggi
12%
12%
24%
14%
Utilizzo di carte di credito corporate
68%
66%
78%
16%
Estratti conto cartacei
Fonte: AirPlus International 2013
assistenti di direzione, per il 25%
ricevono una retribuzione che va-
riabile, garantita però prevalen-
nell’area acquisti e per il 25% in
ria dai 27 ai 31mila euro. Nel caso
temente ai dirigenti (100% del
segreteria. La ricerca si sofferma
dei travel coordinator e travel assi-
campione, per una media di
anche sui livelli retributivi.
stant, invece, lo stipendio medio è
12.500 euro annui) e ai quadri
I travel manager inquadrati come
di quasi 30mila euro annui per i
(75%, con 6mila euro all’anno).
dirigenti percepiscono in media
primi, 26.400 euro per i secondi.
Solo il 40% dei travel assistant
95mila euro lordi annui, mentre gli
Un dato interessante è l’ampia
può contare su un compensation
impiegati con la stessa mansione
diffusione della retribuzione va-
mix che si aggira, in media, intor-
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CHI È IL RESPONSABILE VIAGGI IN ITALIA? AREA DI INDAGINE
TRAVEL MANAGER
TRAVEL COORDINATOR
TRAVEL ASSISTANT
IMPIEGO
Prevalentemente part time
Prevalentemente part time
Prevalentemente part time
ATTIVITÀ
Definizione e gestione della Simile al travel manager, travel policy + attività operative con focus più operativo
COMPETENZE
Molteplici, con focus su conoscenza degli operatori turistici e modalità di selezione dei fornitori
Molteplici, ma meno rilevante Importante la conoscenza degli la conoscenza delle modalità di operatori turistici e le modalità pagamento delle spese di di selezione dei fornitori travel
ESPERIENZA PREGRESSA
Diversificata
Assistente di direzione
Assistente di direzione e acquisti
INQUADRAMENTO
Livelli differenziati a seconda della responsabilità
Impiegatizio
Impiegatizio
RETRIBUZIONE BASE ANNUA LORDA
In crescita per i dirigenti e gli impiegati
In media 29.800 euro
In media 26.400 euro
RETRIBUZIONE VARIABILE
Prassi consolidata per i dirigenti, meno per i quadri e poco più del 50% per gli impiegati
Solo il 40% dichiara di aver percepito una retribuzione variabile l’anno precedente
Prassi poco consolidata (20%)
Operative
Fonte: Od&M Consulting e Manageritalia 2011
no ai 5mila euro, mentre mille eu-
ge questa funzione a tempo pieno,
ro sono attribuiti al 20% dei tra-
mentre il 15% vi dedica dal 75
vel coordinator.
al 99% delle sue ore di lavoro e il 19% dal 50 al 74%. Per il 22% dei
Negli Usa il ruolo del travel manager è considerato strategico
Gli stipendi negli Usa
manager il tempo speso nella ge-
Ben diversa, come accennato, è la
stione del business travel si collo-
situazione negli Stati Uniti. In
ca tra il 25 e il 49% del totale, men-
questo mercato, così diverso dal
tre solo il 17% riserva a questa at-
in media 102.800 dollari annui,
nostro e che ha “inventato” i re-
tività un tempo inferiore al 25%.
con un incremento del 3,8% ri-
sponsabili viaggi 40 anni fa, il
Gli stipendi, inoltre, risultano sta-
spetto all’anno precedente (99mi-
ruolo del travel manager è consi-
bili o in crescita rispetto al 2012:
la dollari). Quasi la metà (49%)
derato strategico e conseguentemente valorizzato. Una conferma di tale tendenza ci giunge dalla “2013 Travel manager salary&attitude survey”, pubblicata di recente dal magazine americano Business travel news, specializzato nei viaggi d’affari: su un campione di 200 responsabili
SALARI DEI RESPONSABILI VIAGGI IN USA 2013
2012
Travel specialist/advisor/coordinatori/analisti/buyer
$ 69.168
$ 65.510
Travel manager/supervisor
$ 104.103
$ 101.204
Travel director
$ 128.500
$ 122.536
Tutti
$ 102.800
$ 99.000
Fonte: Business travel news 2013
viaggi, quasi un terzo (29%) svolNOVEMBRE 2013
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Professione
Anche da noi i travel manager stanno ampliando mansioni e competenze, per adattarsi a una gestione dei viaggi sempre più evoluta e professionale
riori, sempre o occasionalmente,
retta dei servizi di viaggio), ma an-
in decisioni di natura strategica.
che i sistemi di gestione delle note spese e i dispositivi mobili utilizza-
Sempre più tecnologici
ti abitualmente dai business travel-
Complice la crisi economica inter-
ler per ottenere informazioni in
nazionale e la conseguente esigen-
tempo reale sulle proprie trasferte.
za di risparmiare su tutte le attivi-
Lo conferma un’indagine del net-
tà non core dell’azienda, l’attività
work internazionale di agenzie di
dei travel manager negli ultimi an-
viaggio Radius: la maggioranza
ni è diventata più complessa. Oggi
del campione (287 responsabili
i responsabili viaggi sono chiama-
viaggi in 33 paesi) ritiene che entro
ti a compiere un’analisi della spesa
il 2017, nella gestione delle trasfer-
degli intervistati ritiene che la
più accurata che in passato, nonché
te aziendali, acquisiranno crescen-
propria remunerazione sia com-
a estendere la negoziazione anche
te importanza le soluzioni “end to
misurata al lavoro svolto, mentre
a voci che in passato non erano og-
end” che automatizzano tutte le fa-
il 9% si dichiara pienamente sod-
getto di attenzione, quali i taxi, i
si del processo relativo alle trasfer-
disfatto del proprio stipendio. Sul
parcheggi e i ristoranti. Sempre più
te (65%), i tool di reportistica (60%)
totale della remunerazione, bo-
spesso, inoltre, hanno a che fare
e i dispositivi mobili (60%).
nus e incentivi concorrono per il
con le nuove tecnologie: i sistemi di
E in Italia? Anche da noi i travel
7,2%. Infine, lo studio sottolinea
business intelligence, i self boo-
manager stanno ampliando man-
come 8 travel manager su 10 ven-
king tool (ovvero le piattaforme
sioni e competenze per adattarsi a
gono coinvolti dai propri supe-
che consentono la prenotazione di-
una gestione dei viaggi sempre più evoluta e professionale: secondo
Arianna de Nittis è direttore responsabile della testata Mission - la rivista dei viaggi d’affari della casa editrice Newsteca. Oltre a Mission, Newsteca cura anche il bimestrale MissionFleet (la rivista dell’auto aziendale, dedicata alle complesse tematiche legate alla gestione dei parchi auto). A integrazione dell’attività editoriale più tradizionale, la società è attiva con una divisione new media, impegnata nella comunicazione online sul sito Missionline.it e nella realizzazione di newsletter elettroniche. Da diversi anni, inoltre, Newsteca organizza workshop, dibattiti e tavole rotonde con il contributo dei più autorevoli operatori. Tra le manifestazioni di punta spiccano i convegni nazionali MissionForum, dedicato ai nuovi trend nel settore del business travel, GreenFleet, sulle flotte auto eco-compatibili, e Ima - Italian mission awards, il primo premio italiano nel settore dei viaggi d’affari. Dal 2003, infine, Newsteca propone due distinti percorsi formativi, la Business travel school e la Fleet management school. I corsi forniscono a travel manager e fleet manager gli strumenti chiave per un’ottimale gestione delle trasferte e dei parchi auto.
Newsteca
l’AirPlus travel management study di AirPlus international, oggi il 75% delle aziende italiane dispone di una travel policy, contro il 58% del 2009 (una percentuale che si avvicina sempre di più alla media mondiale dell’82%). Inoltre, nella penisola è raddoppiata la presenza di uffici viaggi aziendali, passando dal 12% del 2009 al 24% del 2012. Nel 76% dei casi, infine, il personale viaggiante utilizza carte di credito per le spese di viaggio, contro il 68% del 2009 (in questo caso, tra l’altro, l’Italia è più avanti rispetto al resto mondo, dove l’adozione degli strumenti elettronici di pagamento si attesta su una media del 66%).
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Impresa
TI FIDI DI
ME?
Dalla storia del commercio a oggi valori come la fiducia, la puntualità, la premura e l’amicizia rappresentano un capitale intangibile che influenza in modo determinante la stipula di accordi e contratti Giampietro Vecchiato
F
ARE RETE è un atto ri-
lori all’interno dei
voluzionario che cam-
rapporti d’affari che
bia radicalmente il pa-
consentono di tenere alta la
radigma dell’impresa:
probabilità di successo.
nel “fare” impresa, nei rapporti
Questa dimensione non può esse-
“tra” le imprese, nei rapporti tra le
re ignorata se vogliamo compren-
imprese e le istituzioni, nei rap-
dere veramente i fondamenti di
porti tra le imprese, il territorio e
quelle “reti di relazioni” che ren-
la comunità.
dono possibili e regolari i rappor-
Se analizziamo e studiamo diversi
ti di scambio, la collaborazione e
casi di rete e di partnership (un ap-
l’instaurarsi di una spirale virtuo-
profondimento in Partnership, co-
sa di crescita e sviluppo, sia eco-
munità e sviluppo locale, a cura di Ve-
nomica che sociale.
neto Responsabile, Franco Angeli) e prendiamo in mano una ricerca
Come nella Venezia del ’700
di McKinsey (Harvard Business Re-
Per comprendere e analizzare ul-
view, gennaio/febbraio 2010) ca-
teriormente il fenomeno abbiamo
piamo bene che il problema della
fatto riferimento alla pubblicazio-
loro sopravvivenza o del loro suc-
ne curata da Walter Panciera dal ti-
cesso non sta negli elementi forma-
tolo: Fiducia e affari nella società ve-
li e istituzionali (perlomeno non
neziana del Settecento (Cleup). L’ab-
solo) come i contratti, i patti, le nor-
biamo letto e studiato in ottica di
me gestionali, o nella paura di san-
“rete” e utilizzato per evidenziare
zioni, ma quasi sempre in elemen-
quegli aspetti che, da una parte,
ti intangibili.
sono stati la forza della Repubblica di Venezia per quasi mille anni
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NOVEMBRE 2013
La fiducia reciproca, innanzitutto
e, dall’altra, capire i limiti e le de-
Se la molla della competizione e
bolezze delle attuali reti e/o par-
del rischio è meno importante di
tnership d’impresa. Con l’obietti-
altri aspetti nella società del busi-
vo ultimo di comprenderne i fatto-
ness, significa che ci sono altri va-
ri critici di successo.
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Il luogo: Venezia. L’epoca: il ’700. Poco prima delle
creare tra i sog-
codificazioni vincolanti e delle
getti coinvolti. Veniamo così a sco-
sanzioni giuridiche dell’età napo-
prire che il sistema regolatore del-
leonica, ma nel quadro di una so-
la Serenissima è costituito da codi-
stanziale continuità di un millen-
ci morali, norme di comporta-
nio. La dimensione analizzata dal
mento e convenzioni: «Quelle vir-
docente dell’Università di Padova
tù morali e quella disciplina civi-
è quella della società civile com-
ca che rendono gli uomini indu-
merciale. In altre parole, i contrat-
striosi anche in mezzo al deserto»
ti e le partnership tra privati.
(anonimo veneziano del ’700).
Un contratto non può, per sua stessa natura, prevedere e regolamentare esplicitamente tutta la sfera dei legami che si vengono a creare tra i soggetti coinvolti
La ricerca ha evidenziato che a fianco di fonti formali (i cosiddet-
I valori dietro al contratto
ti “strumenti pattizi” che regolano
La ricerca di Panciera sulle ricor-
Dall’incrocio di queste parole
rapporti di società tra le persone,
renze (parole chiave) riguardanti
chiave emergono altri comporta-
le modalità contrattuali e i legami
il rapporto fiduciario ha eviden-
menti “imputabili alle persone e
tra i soci; le modalità gestionali e
ziato la presenza/citazione di va-
non alle cose”: adottare sempre
contabili; il riparto degli utili ecc.)
lori e di standard di comporta-
comportamenti prevedibili, cor-
ci sono fonti “informali” che ri-
mento che vede ai primissimi po-
retti e cooperativi; definire ex an-
guardano il rapporto fiduciario
sti la fedeltà e la fiducia, la diligen-
te le procedure per la risoluzione
tra i diversi attori («El xe un omo
za e la puntualità, l’assiduità e
dei conflitti e delle controversie;
attento, el xe un omo fedel» scri-
l’impegno, la premura (anche ver-
avere “credito” (inteso come re-
veva Carlo Goldoni).
so il partner-socio) e l’attenzione,
putazione), “insieme indissolu-
Un contratto non può, per sua
l’amicizia e l’amore («Siamo stati
bile di solvibilità finanziaria e di
stessa natura, prevedere e regola-
compagni di negozio e ci siamo
virtù morali”; stabilire prima le
mentare esplicitamente tutta la
amati come due fratelli», per cita-
procedure per la recessione del
sfera dei legami che si vengono a
re sempre Goldoni).
contratto (utilizzando la forma NOVEMBRE 2013
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Impresa del concordato, del compromes-
mia; permetteva l’instaurarsi al-
ne», Antonio Genovesi, 1769, Le-
so, dell’arbitrato); tassativamen-
l’interno della società civile di for-
zioni di commercio o sia d’economia
te escluso il ricorso al tribunale.
me di cooperazione, competizio-
civile). La rete, infatti, lavora be-
I patti “di” e “tra” società hanno
ne e risoluzione dei conflitti, in
ne se l’opinione pubblica (che i
innanzitutto l’obiettivo, nella Ve-
buona parte indipendenti dalla
veneziani identificavano con “la
nezia del ’700, di costruire fiducia
sfera politica e giudiziaria.
piazza”) conferma tale reputazione, tale abitudine a mantenere
e quindi capitale sociale nella società, ovvero definire una dimen-
La buona comunicazione
la parola data.
sione etica degli affari.
alla base della società
Questi elementi, che sono alla ba-
Il “credito” era inteso come “fe-
Si tratta di valorizzare, in altre
se della rete di relazioni che la re-
deltà verso i soci, il puntuale ri-
parole, le relazioni interpersona-
te stessa tiene in vita con tutti i
spetto degli impegni assunti, una
li e di mettere a frutto un capita-
settori (sia economici che istitu-
sensibilità affettiva all’interno dei
le sociale che dei patti contrat-
zionali) e con tutte le professioni
rapporti d’affari, un’attenzione
tuali costituivano la parte essen-
presenti nella comunità, erano (e
vigile nello svolgimento dei com-
ziale e i partner della rete devo-
sono tutt’ora) la vera forza delle
piti, il rigore e l’assiduità nel lavo-
no comunicare all’interno e dif-
reti. A partire dall’etica degli af-
ro quotidiano”.
fondere all’esterno la buona re-
fari intesa nel senso più largo, di
La condivisione non coercitiva di
putazione e la fama di correttez-
affidabilità e credibilità persona-
questo “codice etico” non scritto
za dei sui membri («Non v’è so-
le, senso di responsabilità e per-
consentiva ampi spazi di autono-
cietà, dove non è comunicazio-
sonalizzazione dell’impresa. 䡵
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OSSERVATORIO LEGISLATIVO
osservatorio
a cura di Manageritalia
Rappresentanza e rappresentatività sindacale: i dirigenti chiamati all’audizione alla Camera
resso la Commissione lavoro della Camera è iniziata dal 30 luglio scorso la discussione di quattro proposte di legge che titolano “Norme in materia di rappresentanza e rappresentatività sindacale e di efficacia dei ccnl” (una d’iniziativa popolare, una di Damiano, una della Polverini e una del gruppo Sel). Le proposte di legge sono finalizzate a introdurre nell’ordinamento interno una disciplina legislativa della rappresentanza e della rappresentatività sindacale, nonché dell’efficacia dei contratti collettivi di lavoro: si tratta di un tentativo che il Parlamento ha posto in essere anche nelle passate legislature, ma senza mai portare a compimento l’iter legislativo. Nell’ultima riunione del 10 ottobre, la Commissione lavoro ha deciso di stilare l’elenco delle organizzazioni sindacali e datoriali da audire. Tra l’altro è intervenuto il sottosegretario al lavoro Dell’Aringa, che ha fatto presente come il governo attribuisca grande attenzione al tema, visto il recente susseguirsi di eventi (accordo tra Confindustria e Triplice, sentenza della Corte costituzionale a favore della Fiom ecc.) e vista la necessità che il Parlamento “accompagni con adeguati strumenti il processo di confronto con le parti sociali” [...] “nella pro-
P
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NOVEMBRE 2013
spettiva di una valutazione di un eventuale intervento legislativo che possa, se necessario, sostenere futuri accordi sottoscritti in sede di trattativa negoziale”. I provvedimenti all’esame della Commissione lavoro, oltre a definire i criteri minimi per rappresentanza e rappresentatività sindacale, introducono tutti una disciplina delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) – definendo in termini sostanzialmente analoghi le modalità di costituzione delle Rsu, i soggetti titolati a presentare liste, il sistema elettorale pro-
porzionale – nonché dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi, in caso di rappresentatività superiore al 50%, intesa come media tra dato associativo e dato elettorale. Nessuna delle proposte di legge prevede una normativa speciale per le categorie, come quella dei dirigenti, per le quali non è pensabile l’elezione in azienda, né il conteggio delle deleghe. Abbiamo quindi chiesto e ottenuto di partecipare alle audizioni come Cida e saremo chiamati a breve. Manageritalia interverrà alle
Il blocco della perequazione a giudizio dell on ordinanza del 6 novembre scorso il presidente della Sezione lavoro di Palermo si è pronunciato nel giudizio promosso da Manageritalia, in collaborazione con Federmanager, relativamente alla legittimità del provvedimento di sospensione della perequazione delle pensioni di importo lordo superiore a 1.405 euro per il 2012 e 2013. Il giudice, accogliendo l’eccezione di legittimità, ha disposto il rinvio degli atti alla Corte costituzionale motivando diffusamente le ragioni della non manifesta infondatezza della questione, in adesione alle argomentazioni espresse dagli avvocati del nostro associato. In particolare, il rinvio è stato ritenuto giustificato in relazione a precedenti pronunciamenti della Corte costituzionale richiamati per analogia di circostanze, nonché, più specificamente, per presunta violazione dei principi: 1) di conservazione del valore della pensione nel tempo (art. 38 comma 2 della Costituzione);
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audizioni al fine di chiarire la posizione delle organizzazioni dei manager sia riguardo alle proposte di legge all’esame della Commissione lavoro, sia rispetto all’accordo recentemente siglato da Confindustria e Triplice in materia di rappresentanza e rappresentatività sindacale. Ricordiamo infatti che su questa materia è intervenuto il 31 maggio scorso il Protocollo d’intesa firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, al quale ha successivamente aderito anche l’Unione generale del lavoro (Ugl). In esso si stabilisce che per la certificazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali si terrà conto di due elementi: i dati associativi
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riferiti alle deleghe relative ai contributi sindacali conferite da lavoratrici e lavoratori e i consensi ottenuti dalle organizzazioni sindacali in occasione delle elezioni delle Rsu. Verranno considerate rappresentative quelle organizzazioni che otterranno il 5% come
zio della Corte costituzionale 2) di proporzionalità tra pensione e retribuzione percepita durante l’attività lavorativa (art. 36 comma 1 della Costituzione); 3) di non discriminazione a danno dei pensionati (combinato disposto degli art. 3, 36 e 38 della Costituzione); 4) di universalità delle imposizioni di natura tributaria, di non discriminazione delle imposizioni, di ragionevolezza nell’esercizio del potere di imposizione (art. 53 della Costituzione); 5) di parità di prelievo a parità di presupposto di imposta di cui al combinato disposto degli art,3, 23 e 53 della Costituzione. L’accoglimento dell’eccezione, per quanto sia solo il primo passo verso l’attesa pronuncia dei giudici di legittimità, costituisce un apprezzabile risultato in difesa dei pensionati, a testimonianza dell’impegno di Manageritalia. Seguiremo gli sviluppi dell’iter processuale per tutti gli aggiornamenti che avverranno nei prossimi mesi.
media tra la percentuale degli iscritti e la percentuale dei voti ottenuti nelle elezioni delle Rsu. A differenza delle proposte di legge citate all’inizio, l’accordo prevede, laddove siano presenti solo Rsa (il caso dei dirigenti), che “sarà rilevato il solo dato degli iscritti (deleghe certificate) per ogni singola organizzazione sindacale”. Vogliamo sottolineare che tali regole valgono, al momento, solo per le organizzazioni firmatarie del Protocollo. Tuttavia, se il Protocollo fosse oggetto di una legge nazionale, potrebbe apportare numerosi problemi alle organizzazioni sindacali della categoria dei dirigenti. Per essi infatti non si applica l’istituto della delega conferita dai lavoratori alle aziende, ma vige la prassi dell’iscrizione diretta. Inoltre, a differenza di Manageritalia che ha la quasi totalità della rappresentatività sindacale rispetto all’universo potenziale dei dirigenti del commercio e del terziario, per altre organizzazioni potrebbe esserci il rischio di presenza di altre organizzazioni concorrenti. NOVEMBRE 2013
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Risorse umane
QUANTO È
“CARICA”
LA TUA AZIENDA? Orientare gli sforzi verso i risultati diventa un imperativo per ogni azienda. Per farlo al meglio ogni leader deve avere la capacità di dare energia all’organizzazione. Agire quindi sul capitale umano, le motivazioni e l’entusiasmo
Q
UANDO ENTRIAMO IN UN’AZIENDA annusiamo l’energia interna dal momento in cui veniamo accolti al banco della reception; incontrando negli uffici, nelle aule o nei corridoi i collaboratori e i dipendenti capiamo qual è lo stile del management; ascoltando i commenti durante la pausa
caffè possiamo fare una fotografia dell’entusiasmo interno senza bisogno di spendere soldi e tempo in lunghe analisi di clima. È così! Il cuore pulsante di un’organizzazione, l’entusiasmo e l’energia si sentono e si toccano con mano e dipendono dal vertice. Sono i leader, i capi e i responsabili che determinano lo stato di salute e il battito cardiaco dell’organizzazione e delle persone che ad essa appartengono: le aziende con elettrocardiogramma piatto e poca energia hanno gravi problemi di colesterolo, non motivano le persone, non trattengono i talenti e, spesso, perdono clienti. Richard Branson, fondatore di Virgin, ama ripetere che un capo deve essere coinvolgente, divertente ed esercitare i suoi istinti creativi. Ricaricare l’organizzazione L’energia è diventata una parola usata, sentita e misurata nel nostro quotidiano, dall’attenzione al risparmio alla scarsità delle fonti, dal costo delle bollette energetiche alla riduzione dei consumi; prendendo a pre-
Luca e Laura Varvelli
stito il concetto statistico potremmo dire che è una parola di moda. Oggi anche i manager hanno il dovere morale di iniziare a (pre)occuparsi dell’energia della loro azienda. La parola (deriva dal tardo latino energi-a, e ancor prima dal greco energheia, è composta da en, particella intensiva, ed ergon, capacità di agire) è usata da Aristotele nel senso di azione efficace: un sistema energetico produce azioni mirate all’obiettivo senza sprechi né sforzi eccessivi o inutili (la fisica definisce l’energia come la capacità di un corpo o di un sistema di compiere un lavoro). Una riflessione sull’etimologia della parola diventa d’obbligo perché, in un momento di crisi come quello attuale, orientare gli sforzi verso i risultati e non dissipare energia diventa un imperativo per tutti. Le aziende “energetiche”
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sono infatti quelle organizzazioni
sono essere orientate verso lavori
che fanno “ciò che serve” (non di
ad alto valore aggiunto.
più, non di meno), orientano le
Dovremmo cominciare a porci al-
azioni dei collaboratori verso il ri-
cune domande di base: la utiliz-
sultato, riducono al minimo gli
ziamo tutta la nostra energia? E
sprechi, snelliscono i processi, ri-
quella dei nostri collaboratori?
ducono il peso della burocrazia in-
Cosa possiamo fare per non di-
terna ed esterna, focalizzano le
sperdere o sprecare la nostra e la
persone su ciò che sanno fare e con-
loro energia?
Sono i leader, i capi e i responsabili che determinano lo stato di salute e il battito cardiaco dell’organizzazione
centrano l’attenzione sull’obiettivo. Nelle aziende si calcola che il la-
Trend
tinuità cui non siamo abituati.
voro svolto per fare attività che non
Il leader deve imparare e inse-
Poiché quasi tutti gli elementi
hanno alcun valore aggiunto pesa
gnare ai propri collaboratori a
della competitività di un’azien-
circa il 10-15% del lavoro giornalie-
muoversi in un territorio fatto di
da sono temporanei e danno van-
ro; azzerare queste attività “inuti-
complessità e turbolenza sempre
taggi nel breve/medio periodo
li” porta a liberare energie che pos-
maggiore, di incertezza e discon-
(ad eccezione di situazioni uniNOVEMBRE 2013
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Risorse umane
Ricaricare l’azienda, il modello delle 3E I leader, i capi e i responsabili determinano il battito cardiaco dell’organizzazione. Le organizzazioni con elettrocardiogramma piatto non attirano e non trattengono i talenti e... perdono clienti. Energic@mente è il corso Cfmt pensato per stimolare i dirigenti a innovare e pro-muovere il cambiamento attraverso la velocità, la semplificazione, la focalizzazione, il coinvolgimento e l’esecuzione. Prima del corso verrà inviato ai partecipanti un test, che sarà corretto in aula. Esercitazioni e lavori di gruppo saranno proposti durante la giornata come strumenti operativi e di immediata trasferibilità.
PERCHÉ PARTECIPARE Innovare e pro-muovere il cambiamento indirizzando le energie dell’organizzazione Il modello delle 3E Indirizzare l’energia dei collaboratori: relazione e focalizzazione Edificare la cattedrale del coraggio e costruire la clinica dell’energia Progettare il futuro organizzativo
I TEMI TRATTATI L’energia organizzativa e manageriale La leadership energetica è portare le persone a voler fare Dal re-engineering al re-energizing La ricetta del coraggio, dell’ottimismo e della resilienza per costruire la clinica della fiducia Il leader prepara il futuro e costruisce la speranza: envision, engage, execute
LE PROSSIME EDIZIONI:
che come la Nutella o la Ferrari, solo per restare nel made in Italy) è indispensabile che il mana-
GENOVA
Grand Hotel Savoia, 5 dicembre, dalle 9 alle 18
MILANO
gement agisca sull’unica vera
Cfmt, 26 febbraio e 22 maggio, dalle 9 alle 18
ROMA
voce, che è la più forte rispetto
Cfmt, 8 maggio, dalle 9 alle 18
ai cambiamenti esterni, la sola che può dare continuità competitiva: il capitale umano, le perso-
Per informazioni e iscrizioni: Serena Buzzi, tel. 0254063101, email sbuzzi@cfmt.it
ne, le loro motivazioni e il loro entusiasmo. Tutti saranno d’accordo che questa affermazione può sembrare
POCA
energic@mente
MOLTA
ENERGIA DI RISERVA - ENERGIA POTENZIALE CORAGGIO – OTTIMISMO – AUTOSTIMA – RESILIENZA – VOLONTÀ
MATRICE DELL’ENERGIA IDENTIKIT
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ENERGIA EROGATA E SCARICATA A TERRA COMPETENZA – PRESTAZIONE – ABILITÀ – BRAVURA BASSA
ALTA
SOGGETTI PASSIVI E SCARSI Persone dotate di scarsa energia e bassa potenza della competenza oltre a scarso potenziale di sviluppo.
SOGGETTI STABILI E VALIDI Persone dotate di alta potenza della competenza ma con una mediocre energia o potenziale di sviluppo.
PLUS: misurano la loro energia; conservano la stabilità e la calma; mantengono lo “status quo”; hanno senso della realtà; non si illudono; fuori dal lavoro sono a volte attivi e rapidi.
PLUS: sono competenti ed esperti, pazienti e prudenti; producono lavoro di quantità e qualità; amano la routine e il day-by-day; sono fedeli, gentili e cortesi; non amano il conflitto; sono tenaci; sovente umili.
MINUS: sono vittimisti e critici; tendono alla dietrologia, all’ironia, al sarcasmo; ingigantiscono i problemi; maestri nell’uso degli alibi.
MINUS: lenti e, a volte, rimandatari; tendenza al pessimismo e al vedere i vincoli più che le opportunità; “grigi” e statici con scarsa iniziativa; non lavorano per priorità.
SOGGETTI INTERESSANTI E DIFFICILI Persone con mediocre potenza di prestazione e competenza ma con un buon potenziale di sviluppo.
SOGGETTI ECCELLENTI Persone dotate di alta competenza e, contemporaneamente, di alta energia e potenziale di sviluppo.
PLUS: dotati di energia ed entusiasmo; hanno fiuto, istinto, usano il sesto senso, fantasia e creatività; sono autopromozionali, sanno vendersi; dotati di ottimismo e un po’ di incoscienza; sono soggettivi e narcisi; sono furbi e astuti.
PLUS: alto livello di automotivazione e autostima; dotati di iniziativa e proattività; sono flessibili, accettano l’ambiguità; hanno coraggio e sanno rischiare; sanno cogliere i segnali deboli; pretendono da se stessi (e dagli altri); sono equilibrati, ma disponibili al cambiamento.
MINUS: tendono ad affaticarsi il minimo indispensabile; si dedicano prevalentemente alle attività che considerano ad alto ritorno personale; sono suscettibili, opportunisti e incostanti; tendono a trovare alibi personali e colpe altrui.
MINUS: possono diventare primedonne; preferiscono fare da soli; se non valorizzati se ne vanno; vogliono sentirsi riconosciuti.
banale e ovvia, ma… allora perché
perché”. Un’azienda ricaricata sa
le persone continuano ad essere
“dove” sta andando, “perché” va
una voce del passivo del conto
in quella direzione e “come” si
economico?
sta muovendo; la ripetizione di queste tre parole dal 1° gennaio
Un’azienda ricaricata sa “dove” sta andando, “perché” va in quella direzione e “come” si sta muovendo
Dove + come + perché
al 31 dicembre come fossero un
Come ogni sera carichiamo la
mantra tibetano (così come una
batteria del nostro cellulare o del
mamma ripete al figliolo ogni
tablet, così i leader devono rica-
giorno “lavati le mani”) è il mo-
ricare quotidianamente le loro
do più semplice e immediato per
condo principio della termodi-
aziende ripetendo con entusia-
ottenere grandi risultati e per ri-
namica, in altre parole una dimi-
smo e convinzione il “dovecome-
durre, in parte, gli effetti del se-
nuzione dell’energia disponibile. NOVEMBRE 2013
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Risorse umane
I leader delle aziende “energetiche” sanno che le emozioni portano all’azione e sono contagiose
Leadership emozionale ed energetica Per arrivare alla Shangri-La della managerialità o per salire la cima del Monte analogo della leadership
rimanendo a dormire nelle prime
segnali deboli, indicazioni parcel-
c’è un modo molto semplice che
linee; ci permettiamo di aggiunge-
lizzate, reazioni agli imprevisti,
lavora sul sistema cerebrale che
re che la leadership emozionale va
iniziativa e tenacia nel perseguire
governa le emozioni. I leader del-
molto oltre le classiche frasi che
gli obiettivi (vedi schema a pagi-
le aziende “energetiche” sanno
sentiamo ripetere dai manager
na precedente).
che le emozioni portano all’azio-
italiani nelle convention “gettia-
Tutte le persone hanno una com-
ne e sono contagiose, sia quelle
mo il cuore oltre l’ostacolo”, “sia-
pilation personale delle loro moti-
positive che quelle negative, ma
mo una squadra fortissima”,
vazioni, il non plus ultra dei desi-
quelle positive sono più efficaci e
“rimbocchiamoci le maniche”. La
deri e dei sogni. Ognuno di noi sa
portano risultati.
leadership emozionale è concreta,
benissimo cosa vuole e il nostro
La leadership emozionale porta le
da l’esempio, si vede dai gesti e
impegno, la nostra energia dipen-
persone “a voler fare”, entusia-
dalle azioni quotidiane.
dono da una formula para-matematica molto semplice M = S x V.
sma e coinvolge, spinge i bradipi
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dal colletto bianco a darsi una
La centrale energetica delle
Il coinvolgimento e la motivazio-
mossa e gli zombie da scrivania a
persone, matrice dell’energia
ne (M) dipendono dalla speranza
muoversi a passo di samba. Agi-
La matrice dell’energia è costruita
(S) o probabilità di raggiungere il
sce sull’energia personale stimo-
misurando l’energia erogata e
risultato e dal valore (V), cioè l’im-
lando a lavorare in modo più effi-
l’energia di riserva. L’energia ero-
portanza, il vantaggio che ha per
cace, su quella professionale per-
gata ed espressa (la competenza
ognuno il raggiungimento del-
ché si opera con più brillantezza,
dimostrata, la prestazione realiz-
l’obiettivo stesso. Il leader “emo-
galvanizza la passione dell’ener-
zata) è legata al recente passato o
zionale” (o emozionante) agisce
gia psicologica e fluidifica l’ener-
al presente ed è facilmente quan-
su queste due leve per coinvolge-
gia processuale, cioè il lavorare in-
tificabile e qualificabile, mentre
re, condividere, entusiasmare ed
sieme in modo sinergico e condi-
l’energia di riserva e potenziale (la
energizzare; Nicolas de Chamfort
viso. Napoleone disse che “il lea-
voglia di crescere, il potenziale di
nel 1759 scriveva “le passioni fan-
der è un venditore di speranza” e
miglioramento, il coraggio, l’otti-
no vivere l’uomo, la saggezza lo fa
la sera precedente a una battaglia
mismo, l’autostima ecc.) è più dif-
soltanto vivere a lungo”, il leader
mangiava il rancio con la truppa
ficile da misurare perché si basa su
energico ed emozionale lo sa. 䡵
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Negoziazione
IL POTERE DELLA
DOMANDA La conferma arriva dagli studi sulla leadership: porre domande appropriate è più importante che avere risposte pronte. Scopriamone i motivi
È
DIFFUSA LA CONVINZIONE che la persona brillante sia anche un abile conversatore, che rompa il silenzio trovando sempre qualcosa da dire e che abbia sempre la risposta pronta. Insomma, è idea comune che quello che attrae gli altri siano le nostre risposte. È al contrario ampiamente dimostrato da approfonditi studi sulla leader-
ship, ma soprattutto sull’efficacia nell’instaurare relazioni, che porre le domande più appropriate è molto più importante che avere o cercare sempre le risposte giuste. Il paradosso nella prassi relazionale lavorativa sta nel fatto che non solo non è frequente che si facciano domande appropriate, ma che le domande non vengano proprio poste. Il problema non si può definire o relegare a una questione semplicemente culturale, ma è vero che ci sono alcuni indici che potremmo definire
Alessandra Colonna
propri di una comunità piuttosto che di un’altra e che ci distinguono rispetto ad altri contesti. Scarso allenamento La nostra cultura scolastica è molto inibente rispetto al porgere delle domande. Già tra i banchi, porre domande viene stigmatizzato come generico indice di impreparazione o di larvato dissenso. Il nostro sistema educativo tende a non considerarle come manifestazione di sana curiosità, volontà di approfondimento o interesse per una migliore comprensione. Potendo peraltro causare imbarazzo al destinatario, depositario di verità assolute e come tali da non mettere in discussione, la domanda non va dunque posta. Pazienza se uomini come Socrate e Gesù hanno lasciato una traccia nella storia dell’umanità anche semplicemente facendo domande. Questa mancanza di allenamento al porre domande genera un meccanismo perverso. Se è vero che non ci sono forse domande giuste o sbagliate in assoluto, ci sono
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invece domande pertinenti o meno e modalità più o meno efficaci per porle. Questo però richiede pratica, esperienza, allenamento. Se tutto questo viene a mancare durante la nostra educazione, anche relazionale, le conseguenze si rifletteranno probabilmente nel futuro professio-
finché si cambi opinione in meri-
nale, dove recuperare questo
to alla difficoltà. Questo approccio potrebbe essere evita-
vuoto non è facile. Soprattutto
to o procrastinato, cer-
se manca la consapevo-
cando di esplorare
lezza stessa del vuoto.
prima che cosa si intenda per “difficile”.
Lavoro, solo il 3% riservato alle domande
Porre le domande più appropriate è molto più importante che avere o cercare sempre le risposte giuste
Arriviamo al mondo del lavoro, dove la musica non cambia: la domanda non trova accoglienza e spazio appropriato. Le persone, seppure prive di informazioni su fatti anche rilevanti, ricche di dubbi e infarcite di ipotesi e assunti, preferiscono presumere e indovinare piuttosto che chiedere. Ciò
Formulare i quesiti giusti
causa incomprensioni, ritardi e
Siamo inibiti verso le domande e
perdita di opportunità.
siamo impreparati circa le moda-
Il risultato di migliaia di ore di os-
lità con cui porle. Spesso quando
servazione di negoziazioni evi-
facciamo domande non siamo
denzia che, fatto 100 il tempo de-
motivati a conoscere, ma piuttosto
stinato al confronto dialettico,
a contestare, esprimere opinioni e
non più del 3% è dedicato alle do-
insinuare. In altre occasioni può
mande. La conseguenza più evi-
sono spesso di contenuto ampio o
esserci imbarazzo nel porla o sap-
dente di ciò è che le persone si ren-
vago e comunque non sempre di
piamo che la “presunta” risposta
dono protagoniste di due sterili
immediata e oggettiva interpreta-
alla nostra domanda potrebbe ge-
monologhi piuttosto che di un
zione. Tipicamente, quando qual-
nerare a sua volta imbarazzo nel-
dialogo fruttuoso. Si procede sul-
cuno afferma che è difficile fare
l’interlocutore.
la base di assunti, si perdono op-
qualcosa richiesto dal proprio in-
Sapere “costruire” le domande
portunità di approfondimento,
terlocutore, questi inizia con il
non è certamente scontato, specie
anche solo banalmente sul signi-
tentare di persuaderlo che è faci-
le domande più scomode, senza
ficato attribuito alle parole, che
le, che deve crederci e insiste af-
correre il rischio di apparire diNOVEMBRE 2013
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Negoziazione
Una domanda non si conclude nella sua formulazione. Ha ragione di essere e si completa solo se seguita da un’attenta attività di ascolto della risposta
minciamo a pensare ai secondi fi-
lo se seguita da un’attenta attivi-
ni di chi ha posto la domanda, ne
tà di ascolto della risposta. L’at-
iniziamo ad alterare o ad amplia-
teggiamento mentale di chi pone
re i confini a tal punto da attribui-
una domanda spesso è di mette-
re alle parole un significato perva-
re alla prova l’interlocutore. Po-
sivo rispetto l’intero asse relazio-
sta la domanda quindi si “sente”
nale. La poca chiarezza incrina la
la risposta, ma la nostra mente
fiducia, arrivando a intaccare la li-
inizia a valutare l’interlocutore
nearità e la trasparenza della rela-
in funzione delle nostre aspetta-
zione. L’ambiguità della forma
tive in merito al contenuto della
contamina il contenuto.
risposta stessa, come da essa preconfezionata. Il leader si confronta Si discute spesso sui contenuti della leadership e della managerialità. Se consideriamo il valore delle relazioni instaurate con le persone, appare abbastanza evidente che le fortune di un capo dipendono anche molto dalla capacità che questi ha di creare intorno a sé un clima di fiducia. Co-
spersivi, invadenti o polemici, ma
La questione però non si esauri-
me si costruisce questa fiducia?
questo non vuol dire che sia im-
sce solo nella capacità di fare do-
Con i fatti, che devono partire
possibile. Domande poste in mo-
mande. Perché se è presumibile
dall’alto per “contaminare” tutta
do inappropriato hanno un impat-
che se posta in modo corretto la
l’organizzazione. E parlando di
to potente sulla qualità della rela-
domanda è una chiave fonda-
domanda, immaginiamo che lo si
zione e influenzano l’assetto rela-
mentale e irrinunciabile di aper-
possa fare anche creando un cli-
zionale. Il risultato può essere po-
tura verso gli altri in funzione
ma di confronto sincero, dove la
sitivo, contribuendo a creare un
della comprensione dei loro biso-
domanda è reale protagonista e
clima di fiducia, o negativo, ampli-
gni, base di ogni reale e duratura
non viene vissuta da un capo co-
ficando o esacerbando una già in-
relazione, è vero anche che la sua
me una messa in discussione del-
nata propensione alla diffidenza.
efficacia è intaccata dalla man-
l’esercizio della propria presunta
Se pensiamo a un’occasione in cui
canza poi di un successivo ascol-
autorità o auspicabile autorevo-
ci è stata posta una domanda che
to fatto di umiltà, assenza di pre-
lezza, ma alimentata e incentiva-
abbiamo percepito come confusa,
giudizi e genuina curiosità.
ta come modello di confronto costruttivo e orientato alla cultura
prolissa, polemica, ci accorgiamo
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che la nostra attenzione si è rapi-
Attenzione alle risposte
del feedback e dell’innovazione,
damente spostata dal contenuto
Una domanda non si conclude
che trovano terreno fertile e si au-
della domanda alla sua forma. La
nella sua formulazione. Ha ra-
toalimentano anche sulla base di
nostra mente inizia a vagare e co-
gione di essere e si completa so-
questi presupposti.
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䡵
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DISEGNO DI LEGGE DI STABILITÀ 2014
LE NOSTRE PROPOSTE Con l’inizio dell’iter del disegno di legge di stabilità 2014 la Cida si è rivolta in Senato (dove il testo è ora in discussione) ad alcuni componenti della Commissione bilancio e al presidente della Commissione lavoro, Maurizio Sacconi, per avere un confronto sul provvedimento finanziario e poter illustrare in dettaglio le proprie osservazioni e richieste di modifica al testo del disegno di legge. La Cida infatti ha redatto un documento, che pubblichiamo, nel quale ha indicato gli interventi ritenuti prioritari in campo fiscale, industriale, previdenziale e del pubblico impiego e ha elaborato i relativi emendamenti, che ha sottoposto all’attenzione dei senatori interpellati. Tra questi, Maurizio Sacconi e Antonio Scavone hanno presentato l’emendamento della Cida che modifica la norma sulla perequazione delle pensioni. L’emendamento di Sacconi è stato giudicato ammissibile dalla Commissione bilancio; se non sarà approvato al Senato lo faremo ripresentare alla Camera.
L
a nuova legge di stabilità deve costituire un’occasione da non perdere per intervenire, con decisione, sui fattori che limitano la competitività dell’economia e per effettuare alcune indispen-
sabili modifiche al sistema previdenziale finalizzate a eliminare, o quantomeno a limitare, gli effetti negativi prodotti dalla riforma Fornero. Leggendo l’impianto della manovra, che appare scarsamente coerente con quanto sopra, non si rintracciano misure per la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione. Nel provvedimento non c’è traccia della rigorosa, e tanto attesa, spending review, per la quale Governo e Parlamento dispongono di tutti i dati conoscitivi necessari per procedere. Non vi è alcuna indicazione sui possibili risparmi derivanti da tagli non lineari alla spesa pubblica. Nulla viene detto in tema di semplificazione dei livelli amministrativi dello Stato. Detto ciò, è importante sottolineare come la legge di stabilità ci allontani dal bilancio in pareggio: il governo si è posto un obiettivo pari al 2,5% del deficit mentre l’Europa ci chiede solo di stare sotto al 3%. Questo 0,5%, quanto vale il differenziale, da autorevoli studi è stato quantificato in 8 miliardi circa che potrebbero essere utilizzati nell’ambito di questa manovra per rilanciare i consumi, finanziare una politica economica di sviluppo e altre misure di cui si dirà in seguito. Ci saremmo aspettati interventi pensati e progettati nel lungo periodo per rilanciare l’economia e la competitività, grazie a una visione strategica. Così non è stato. Di seguito riportiamo gli interventi che riteniamo prioritari.
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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI (art. 4) Per la posizione geografica del nostro paese,
apprezzando il segnale di attenzione che il go-
con la rete portuale di cui dispone e le poten-
verno ha voluto mandare, riteniamo sia giun-
zialità di sviluppo logistico favorite dall’incro-
to il tempo per realizzare un vero piano nazio-
ciarsi nella Pianura padana delle quattro reti
nale di investimenti in infrastrutture e traspor-
ferroviarie europee TEN-T, l’Italia potrebbe di-
ti, che costituirebbe uno dei presupposti indi-
ventare nei prossimi anni la “piattaforma logi-
spensabili per il rilancio della competitività del
stica mediterranea” al servizio delle merci ver-
nostro sistema produttivo e per il ritorno alla
so l’Europa e verso l’Africa e il Sud America. Lo
crescita del paese. Analoga indifferibile urgen-
sviluppo della logistica può costituire un gran-
za si riscontra anche per lo sviluppo degli inve-
de contributo alla competitività del nostro si-
stimenti nei beni intangibili, al fine di colmare
stema economico e produttivo: al contrario, la
il “digital divide” accumulato dal nostro paese
nostra inefficienza logistica si stima costi circa
rispetto a tutti gli altri europei, considerato che
40 miliardi di euro ed è legata all’assenza di
lo sviluppo tecnologico oggi costituisce lo stru-
un’adeguata politica industriale attenta al set-
mento fondamentale per l’aumento della pro-
tore, in una coerente visione di sistema.
duttività e la qualità dei servizi.
In questo quadro, il pacchetto di misure adot-
In Italia si sottovalutano quei fattori che nella
tate dal disegno di legge di stabilità per il rilan-
società della conoscenza di domani risulteran-
cio delle grandi opere infrastrutturali e per le
no sempre più decisivi anche se intangibili e, a
manutenzioni delle reti ferroviarie e stradali
conferma di ciò, le somme stanziate nel prov-
costituisce un’inversione di rotta rispetto alle
vedimento di Stabilità al fine di completare il
precedenti politiche di tagli agli investimenti,
“Piano nazionale banda larga” risultano asso-
ma certamente le risorse stanziate risultano as-
lutamente insignificanti.
solutamente insufficienti per le necessità. Pur
Al riguardo, il decreto Sviluppo 2.0 prevede un’apertura alla collaborazione privato/pubblico con un’impostazione dei bandi di gara a incentivo che favoriscano il “marketing territoriale”. Il dibattito tra proprietà della rete e utilizzo della stessa da parte degli operatori è ancora aperto: occorre, quindi, affrontare il problema puntando a favorire investimenti anche su reti mobili e reti satellitari in attesa che prenda avvio un serio programma per la realizzazione di infrastrutture in fibra per banda “ultra larga” o almeno “larga” per tutti.
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RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE (art. 6)
DEDUZIONE IRAP PER I NUOVI ASSUNTI (art. 6)
Il disegno di legge di stabilità prevede che per
La possibilità per le imprese di dedurre il costo dei lavora-
il 2014 vi sia un taglio del cuneo fiscale per
tori dipendenti a tempo indeterminato appare condivisi-
2,7 miliardi tra lavoratori e imprese: nel trien-
bile per favorire l’incremento degli occupati. Lo stanzia-
nio 2014-2016 gli sgravi per le imprese saran-
mento previsto per il 2014 di 40 milioni di euro appare tut-
no di 5,6 miliardi, 5 per i lavoratori (10,6 mi-
tavia inadeguato per ottenere una spinta significativa al-
liardi in tutto).
lo sviluppo e un apprezzabile miglioramento dei livelli oc-
Se, invece, come anticipato in premessa, nel
cupazionali.
2014 si adottasse una politica espansiva, quindi senza discostarsi dal limite di disavanzo del 3% (considerato che siamo ancora in recessione), avremmo a disposizione risorse in più che potrebbero essere aggiunte alle somme già impegnate dal disegno di legge di stabilità per la riduzione del cuneo fiscale. Con le risorse liberate proponiamo: a) di diminuire di un punto percentuale la prima aliquota fiscale (quella del 23% per lo scaglione che va da 0 a 15.000 euro). Riteniamo che tale diminuzione comporti minori entrate per 4,5 miliardi di euro (13,5 miliardi in tre anni). In tal modo la riduzione della pressione fiscale interesserebbe non solo i lavoratori dipendenti ma anche i pensionati. L’alleggerimento delle imposte compenserebbe in parte la penalizzazione dovuta alle modifiche della normativa sulla perequazione.
RIDUZIONE PREMI INAIL (art.6) La riduzione per le imprese dei premi Inail è un provvedimento che non deve contemplare interventi a pioggia, ma essere legato a fattori di prevenzione ben individuabili e da applicare prevalentemente in quei settori nei quali si è riscontrata una maggiore rischiosità. Concentrare l’azione di
b) alternativamente proponiamo di diminui-
prevenzione e di controllo in questi settori consentirebbe di
re il limite di reddito previsto per l’aumento
limitare gli infortuni e di rendere l’Ente maggiormente pro-
della detrazione da lavoro dipendente da
attivo. C’è poi da dire che una parte del finanziamento ne-
55.000 euro a 30.000 euro, ampliando l’impor-
cessario alla misura (500 milioni di euro su 1 miliardo com-
to spettante a un più ristretto numero di be-
plessivo per il 2014) sarà a carico dell’Inail. In tal modo, si le-
neficiari e salvaguardando comunque le fami-
de l’autonomia dell’Ente che, a nostro parere, potrebbe de-
glie con la presenza nel nucleo di un disabile
stinare almeno una parte di queste risorse al miglioramen-
o con un nucleo familiare di almeno tre figli.
to delle prestazioni alla prevenzione e ai controlli.
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ESODATI (art. 7)
POLITICHE ATTIVE (art. 7)
Auspichiamo che si giunga a una riso-
L’art. 7 del disegno di legge di stabilità desti-
luzione strutturale e definitiva della
na, al comma 1, 600 milioni di euro agli am-
questione esodati: si propone di allar-
mortizzatori sociali in deroga. Comprendiamo
gare la platea dei salvaguardati a co-
bene l’esigenza di dare risposte immediate al-
loro che maturano i requisiti sulla ba-
l’emergenza in cui versano tante grandi im-
se della normativa vigente prima del-
prese italiane, ma occorre guardare al di là e
la riforma Fornero entro il 2015, anzi-
avere una visione strategica; la nostra è quel-
ché dalla data di decorrenza della pen-
la di investire il maggior numero di risorse nel
sione.
workfare, non più nelle politiche passive ma in quelle attive. Non si possono più impiegare risorse pubbliche per prolungare l’agonia di
OPZIONE PER IL SISTEMA CONTRIBUTIVO
aziende già da anni in passivo. Al contrario, occorre investire maggiormente in politiche attive, che orientino, riqualifichino i lavoratori e creino per essi nuove opportunità di lavoro.
Proponiamo di introdurre per tutti i la-
Per i suoi 3 milioni di disoccupati circa l’Italia
voratori il principio dell’applicazione,
spende 27 miliardi di euro all’anno per le po-
su base volontaria, del sistema di calco-
litiche del lavoro, di cui 21,5 per sussidi passivi
lo contributivo sull’intera anzianità
(Aspi, cassa integrazione ordinaria, straordi-
maturata, come avviene in forma spe-
naria e in deroga, mobilità ecc.) e solo 6 per le
rimentale fino al 31/12/2015 per le la-
politiche attive. Di questi, 500 milioni vengo-
voratrici che hanno raggiunto i 57 an-
no spesi per i servizi per l’impiego e 4,8 miliar-
ni di età e un’anzianità contributiva di
di per la formazione.
35 anni (ai sensi dall’art. 1, comma 9,
Nei paesi del Nord Europa, tranne che nel
della legge 243/2004).
Regno Unito, la spesa per politiche attive è molto più alta rispetto a quella delle passive: l’Italia ha messo in campo politiche di workfare con notevole ritardo, mentre si è fortemente concentrata sui sussidi economici, la cui spesa è esplosa con il reiterarsi della crisi economica. È noto che le politiche proattive rivitalizzano il mercato del lavoro consentendo il reimpiego del lavoratore in tempi più rapidi ed evitano l’incremento della disoccupazione di lunga durata. Così come è noto che le politiche passive dere-
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sponsabilizzano i lavoratori che ne usufruiscono e alimentano il lavoro sommerso. Occorre invertire il senso di marcia. Le organizzazioni dei manager hanno sempre seguito la logica dell’“attivazione continua”, della valorizzazione continuativa delle competenze, attraverso la formazione. Il rapporto di lavoro dei dirigenti è, per sua natura intrinseca, improntato alla flessibilità, ma
ziale, di orientamento professionale, di pro-
soprattutto nei momenti di maggiore vulnera-
gettazione ed erogazione di attività formati-
bilità della categoria dovuta alla crisi economi-
ve finalizzate al reinserimento lavorativo e di
ca, a fronte delle numerose espulsioni di figu-
outplacement. Essa potrebbe inoltre integra-
re manageriali, chiediamo che si possano uti-
re e valorizzare tutte le misure anticrisi e crea-
lizzare, ai fini del reimpiego, degli oneri che
re una sinergia tra gli attori che, nell’esercizio
gravano sul costo del lavoro della categoria.
delle proprie competenze, intervengono a fa-
Dal 2008 al 2012 la crisi ha espulso oltre
vore dell’occupazione dirigenziale.
56.000 manager.
Essa, infine, avrebbe la stessa natura dei Fon-
È minimo il numero dei dirigenti che ha dirit-
di interprofessionali per la formazione conti-
to a percepire l’Aspi, nonostante, in costanza
nua, che gestiscono il contributo statale dello
di rapporto, l’azienda abbia versato l’aliquota
0,30% sulla formazione, finanziando piani
dell’1,31% per l’assicurazione contro la disoc-
aziendali; contributo relativamente al quale
cupazione, nonché il contributo dello 0,30%
andrebbe affermata una volta per tutte la na-
(art. 16, comma 1, legge 23 luglio 1991, n. 223)
tura “privatistica”, in modo da consentire agli
a titolo di mobilità.
enti bilaterali di gestire le risorse con un mag-
Le organizzazioni dei manager chiedono che
gior grado di autonomia e allocarle più effica-
quota parte del gettito derivante dai contri-
cemente in relazione ai bisogni degli iscritti.
buti versati a titolo di mobilità dalle aziende
L’Agenzia potrebbe ricevere, oltre al gettito
per i dirigenti (nel settore commercio solo
di quota parte del contributo dello 0,30% de-
quelle con più di 50 dipendenti) venga desti-
stinato alla mobilità, anche contributi econo-
nata (detratta una quota destinata alla soli-
mici di natura privata.
darietà) al finanziamento di un’apposita
Le aziende, soprattutto le più piccole, hanno
“Agenzia per il lavoro manageriale”, con na-
sempre più bisogno, per uscire dall’impasse
tura di ente bilaterale (con più organizzazio-
della crisi, della figura manageriale per eleva-
ni sindacali e più organizzazioni datoriali).
re la propria capacità produttiva e per aggiun-
L’Agenzia svolgerebbe attività di intermedia-
gere valore all’azienda in termini non solo
zione tra domanda e offerta di lavoro dirigen-
quantitativi ma anche qualitativi.
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SPENDING REVIEW (art. 10)
PUBBLICO IMPIEGO (art. 11)
Il governo sembra aver abbandonato finalmente la poli-
In materia di contenimen-
tica dei tagli lineari. Come abbiamo più volte sottolinea-
to della spesa pubblica la
to, sarebbe necessario infatti procedere con tagli mirati
proposta del governo si li-
che non incidano negativamente sulla qualità dei servizi
mita a reiterare le solite
ai cittadini stessi. È stato nominato per la terza volta in
due soluzioni già in atto: il
tre anni un commissario straordinario che dovrebbe pro-
blocco del rinnovo dei con-
gettare la riqualificazione, la razionalizzazione e la ri-
tratti e il blocco del turn
composizione della spesa pubblica. Riteniamo che occor-
over del personale. Due in-
ra un rapporto dettagliato e preciso sull’attività di spen-
terventi di tipo restrittivo
ding review avviata, per rendere edotti i cittadini sui ri-
che comportano da un lato
sultati concreti che verranno conseguiti.
il crescente impoverimento
Appare però poco realistica una riforma ad ampio rag-
dei pubblici dipendenti e
gio del sistema di spesa, mentre si dovrebbe agire con
dall’altro il loro progressi-
un’azione progressiva e con obiettivi misurabili di breve
vo invecchiamento.
e medio termine, cominciando dal capitolo degli acqui-
Da parte del decisore politi-
sti di beni e servizi, concentrando l’attenzione su pochi
co non si vuole pensare al-
settori strategici e puntando sull’utilizzo delle nuove tec-
l’iniquità sostanziale com-
nologie per tracciare i flussi e monitorarli. Il controllo sui
piuta ai danni delle catego-
risultati dovrebbe essere considerato un elemento fon-
rie interessate, ma altret-
damentale nel processo di spesa pubblica e demandato
tanto non si hanno a cuore
non solo alla Corte dei conti.
gli interessi generali del paese di poter godere di servizi pubblici di qualità e di personale professionalizzato e motivato. A parole si sostiene la volontà di migliorare il rendimento e l’efficacia dei servizi al cittadino, ma in realtà le politiche del personale puntano solo a una drastica riduzione quantitativa delle unità impiegate e a un risparmio sempre più pesante sulle retribuzioni.
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TENUTA DEL POTERE D’ACQUISTO DELLE PENSIONI (art. 12) La Cida è fortemente contraria al blocco del-
ripristino dell’applicazione delle aliquote alle fasce di reddito:
la perequazione per il 2014 e pertanto ne
100% fino a 3 volte il trattamento minimo;
chiede la rimozione. Non si tratta soltanto di
90% tra 3 e 5 volte il trattamento minimo;
un danno economico per larghe fasce di pen-
75% tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;
sionati ma anche, e soprattutto, di una nega-
50% tra 6 e 12 volte il trattamento minimo;
zione dei valori del merito, della responsabi-
30% oltre 12 volte il trattamento minimo.
lità e del riconoscimento dell’impegno profuso in molti anni di lavoro e per il quale sono
In parallelo a queste percentuali chiediamo di prevedere un
stati versati i previsti contributi.
correttivo correlato all’età: se il pensionato ha un’età supe-
Le prestazioni pensionistiche oggetto dell’en-
riore ai 70 anni, a partire dalla terza fascia (75%) proponia-
nesimo blocco sono state già ampiamente pe-
mo un aumento della perequazione del 10%. Riteniamo in-
nalizzate negli anni precedenti. I titolari di
fatti che con l’aumentare dell’età crescano proporzionalmen-
queste pensioni hanno quindi già avuto un no-
te anche i bisogni economici.
tevole abbattimento dei trattamenti stimato
In uno scenario di generale contrazione delle prestazioni
in una perdita, compresa tra il 10 e il 15% a se-
pensionistiche pubbliche suggeriamo di rivedere anche le ali-
conda dei trattamenti, che non può e non de-
quote di rendimento per il calcolo delle pensioni con il siste-
ve sommarsi a nuove penalizzazioni.
ma retributivo, che attualmente partono da un 2% annuo per
Reiterare la sospensione dell’indicizzazione
poi decrescere per fasce di importo superiore.
delle pensioni è una pratica che è stata chia-
Attualmente la normativa prevede che l’ammontare della
ramente censurata in ultimo dalla Corte co-
pensione calcolata con il sistema retributivo sia costituito dal-
stituzionale nella sentenza n. 316/2010. Tale
la somma di due distinte quote, A e B.
blocco infatti non penalizza il soggetto colpito per un solo anno ma si ripercuote sulla tenuta del potere d’acquisto della pensione per tutti gli anni successivi. Inoltre, il meccanismo di décalage dell’indi-
IN ROSSO LE PROPOSTE DI MODIFICA DELLA CIDA FASCIA RETRIBUZIONE ANNUA PENSIONABILE
ALIQUOTA DI RENDIMENTO Quota A
Quota B
cizzazione, che il disegno di legge di stabili-
fino a € 45.530
1,52%
1,52%
tà introduce per la prima volta, impoverisce i
oltre € 45.530 e fino a € 60.554,90
1,50%
1,60%
trattamenti pensionistici che superano tre
oltre € 60.554,90 e fino a € 75.579,80
1,25%
1,35%
volte il minimo Inps. La perequazione delle
oltre € 75.579,80 e fino a € 86.507
1,51%
1,10%
pensioni deve essere garantita a tutti, perché
oltre € 86.507 e fino a € 200.000
1,51%
0,90%
è un diritto inderogabile.
oltre € 200.000 e fino a € 300.000
0,90%
0,80%
Chiediamo pertanto che per il triennio 2014-
oltre € 300.000 e fino a € 400.000
0,80%
0,70%
2016 sia adottato il seguente calcolo per la pe-
oltre € 400.000
0,70%
0,60%
requazione degli importi pensionistici, con il
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RIFORMA DELLA TASSAZIONE IMMOBILIARE (artt. 19 -24) La riforma della fiscalità immobiliare, con l’introduzione del Trise, così come concepita, comporterà un aumento della tassazione. Il maggiore appesantimento, sia in termini economici che in termini burocratici, costituirà l’ennesimo disincentivo all’investimento immobiliare in un settore già pesantemente in crisi che, a nostro parere, andava invece sostenuto anche per i positivi riflessi sul piano occupazionale che avrebbe potuto produrre. Non siamo pregiudizialmente contrari a un’imposta sui patrimoni immobiliari, ma non si possono aggiungere ulteriori imposizioni quando l’incidenza della pressione fiscale sui redditi è già così elevata. Occorrerebbe riconsi-
RAPPORTI FINANZIARI CON GLI ENTI TERRITORIALI (artt. 13 -14 -16)
derare l’impianto complessivo del nostro sistema tributario per renderlo più equo, puntando a diminuire significativamente le imposte su lavoro e impresa per passare a un sistema di prelievo “dalle persone alle cose”. Da parte nostra, saremmo stati quindi favorevoli a una diminuzione della pressione fiscale sulla casa in quanto
La manovra prevede un allen-
sarebbe andata almeno parzialmente a compensare
tamento del Patto di stabilità
l’elevata pressione fiscale sui redditi da lavoro e sui beni
interno 2014 per sostenere
di consumo. È poi tutta da verificare la congruità dei
investimenti e infrastrutture
nuovi tributi comunali rispetto alla qualità e alla quan-
degli enti locali. Questa misu-
tità dei servizi effettivamente erogati ai cittadini.
ra ci sembra positiva, in linea di principio, per aumentare gli investimenti potenziali dei Comuni. Riteniamo però che le risorse messe a disposizione (1 miliardo di euro) sembrano inadeguate e soprattutto, ciò che rende perplessi, sono i vincoli posti alla disponibilità di tali risorse che, di fatto, ne impediranno un utilizzo diffuso.
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NON SOLO CONSUMI Giuseppe Minoia
consumi
C VEDERE OLTRE LA CRISI
GfK Eurisko, fondato nel 1972, svolge indagini e studi sociali e di mercato. È parte del Gruppo GfK, uno dei più importanti network internazionali presente in più di cento paesi. GfK Eurisko svolge un’intensa attività di divulgazione, con la sua newsletter 5minuti e con il quadrimestrale Social trends, ai quali si sono aggiunti i periodici Talk e Connect, dalla sede centrale del gruppo. Nell’attività di informazione rientrano dieci seminari l’anno distribuiti tra Milano e Roma.
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Come dice anche Lorenzo Sassoli de Bianchi dell’Upa (Utenti pubblicità associati), per riuscire a vedere oltre la crisi abbiamo bisogno di più bussole, che devono consistere in ricerche sostenibili da più punti di vista, con l’obiettivo di contribuire concretamente allo sviluppo della cosiddetta Smart society, che sarà sempre più caratterizzata da Smart city, attrezzate da e per il mondo digitale. In questo senso, Gfk Eurisko approfondisce i nuovi bisogni e i nuovi consumi, che non sono puramente materiali o immateriali, ma una sintesi di prodotti/esperienze sulla base dei desideri di “secondo tipo”, che richiedono cioè aggregati di più funzioni capaci di costruire proposte mirate per il singolo individuo. Un individuo che non vuole sentirsi massa, ma che deve convivere in un sociale che lo può confondere e soffocare. Abbiamo creato, in sinottica, un indice di benessere e soddisfazione personale (Ibs), che continua ad abbassarsi in relazione all’impatto delle crisi (non solo economiche) che creano insicurezze su vari fronti. Ma che cos’è questa insoddisfazione che si espande a macchie sempre più larghe? Oltre la crisi economica, è un mutamento di atteggiamento favorito dalla crescita delle risorse culturali degli individui, dalla perdita di peso e legittimità delle istituzioni sociali e politiche e dall’aumento della complessità reale e percepita. Questi cambiamenti hanno alimentato negli ultimi lustri un forte processo di individuazione (cioè di ricentraggio sull’io),
ma anche un processo uguale e contrario, speculare, a sua volta in crescita: il bisogno di identificazione. Senza identificazione l’individuo diventa isolato, spaesato e impaurito. L’individuo si rende conto di avere bisogno di punti di riferimento solidi, che non possono che essere dati da realtà esterne a lui, da strutture sicure, affidabili. Si rende quindi necessario, oggi più di ieri, un equilibrio e una sintesi virtuosa tra percorsi di individuazione e di identificazione. L’interdipendenza tra i due desideri/bisogni è il punto di equilibrio per superare lo stato di malessere drammaticamente denunciato dagli indici di benessere e di soddisfazione personale, sempre più in calo.
Quattro culture di consumo Di fronte alla necessità di questo “nuovo” equilibrio si colgono nuovi paradigmi di consumo, a sostegno delle aspettative di benessere quale sintesi virtuosa dei percorsi di individuazione/identificazione. Si tratta di evolute culture di consumo che noi articoliamo in quattro polarità: il polo dell’opportunità, che si sostanzia nell’offerta di qualità ai prezzi e ai costi percepiti come più convenienti; il polo della relazione, che si traduce in scambi e legami fiduciari tra l’individuo e il mondo dell’offerta; il polo dell’esperienza, che significa godimento e arricchimento delle sensazioni e sinestesie alla base delle esperienze di consumo; il polo della sostenibilità, che dovrà sempre più favorire consapevolezze riflessive sulle conseguenze
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IL PARADOSSO DELLA FELICITÀ. La crescita della ricchezza e l’aumento dell’insoddisfazione personale 100
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PIL pro capite reale (valore indice, 1996 = 100)
economiche, sociali ed etiche delle scelte di consumo. In questo contesto articolato, lo spazio per la marca si allarga in quanto aumentano gli spazi destinati a soggetti sociali, economici e culturali in grado di caricarsi di valori che aiutino i nuovi equilibri, tra individuazione e identificazione, nella complessità dei nuovi scenari.
La marca oggi Ma che cosa intendiamo oggi per marca? Quale valore attribuiamo a questa entità? I dati che provengono dalla ricerca periodica “Climi sociali e di consumo” sono espliciti: le marche non sono più in grado di essere la (o una delle) soluzione per uscire dalla crisi. Gli italiani credono sempre meno alle grandi aziende e ai loro racconti pubblicitari. Solo davanti a offerte radicalmente cut price si ritiene conveniente acquistare prodotti di marca. E la customer satisfaction non basta per creare fidelizzazione di marca. Nascono nuovi territori di impegno della marca in percorsi di valore che considerano come stelle polari la rilocalizzazione (ri-local) e l’empowerment del consumatore finale. È un impegno che sta soprattutto ca-
Indice di benessere e soddisfazione personale (1996 = 100)
ratterizzando i bisogni/desideri del saper vivere, ma anche del saper sopravvivere, in periodi – come l’attuale – in cui si può momentaneamente decidere di gestire il “flight to dequality”. In questi frangenti la marca deve essere in grado di intercettare e interpretare bisogni che abbiamo appunto chiamato del secondo tipo o di secondo livello. Sintetizzabili in percorsi come quelli della tracciabilità, della trasparenza, dell’efficienza, della responsabilità, della naturalità, della leggerezza. In linea di tendenza, le marche amate sono in grado di rispondere meglio ai nuovi bisogni, che possono essere tradotti in attese di scambio intelligente. Ad esempio, gli acquisti da effettuare in gruppi di autoaiuto, o attraverso nuove realtà a ciò attrezzate. Sono marche in grado di ascoltare la community, cercando di fornire la massima attenzione ai segnali che provengono da tutti i touch point.
Nuovi percorsi di ricerca Che fare? Come fare? Esistono nuovi percorsi di ricerca per conoscere, monitorare, valorizzare le esperienze che possono essere tesaurizzate dal-
Fonti: sinottica GfK Eurisko, Istat Base: popolazione
le marche. In una molteplicità di ambiti, da quelli del tempo discrezionale, esplorativo al tempo vincolato. La cura di sé, tradizionalmente considerata fredda e funzionale, si sta trasformando in progetto di vita, anche in logiche distintive ed esibitive. Ne consegue la tendenza a valorizzare sempre più i punti di contatto dell’esperienza, confluendo verso la cultura di prodotti/servizi disegnati (o percepiti) ad personam. Non mancano esempi. Uno fra i tanti: nell’estate appena trascorsa nel Magnum pleasure store di Milano si sono sbizzarriti nel proporre gelati confezionati ad personam, in relazione agli specifici desideri del singolo cliente, in quel momento, con quella temperatura percepita. Tutto questo valorizza la relazione con la marca, favorendo la percezione di un benessere che è il valore-vettore chiave, oggi, per intercettare e soddisfare i nuovi bisogni. Tutto ciò, oggi, può essere monitorato attraverso percorsi che ricostruiscono il viaggio del consumatore finale, dagli insight iniziali alla decisione di acquistare. Il tutto con strumenti sia online sia offline, bussole, come appunto auspica il presidente Upa. NOVEMBRE 2013
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Green economy
MONTRÉAL,
CITTÀ SOSTENIBILE Giardini comunitari, progetti per il risparmio energetico, manager tecno-verdi e trasporto car-free: nella metropoli canadese l’innovazione si sposa con l’ecologia Davide Mura
Q
UANDO si parla di
scaturite dai nuovi settori verdi.
sostenibilità è utile
Va in questa direzione la sfida che
riferirsi a iniziative
ha deciso di cogliere la città più
concrete, esempi
popolosa della provincia del
virtuosi da emulare. Le città sono
Québec: Montréal.
laboratori per sperimentare e avviare progetti e in questo caso le
Trasporto pubblico
amministrazioni locali possono
e collegamenti extra-urbani
prendere spunto anche oltre i
Le cifre che di recente la Société
confini nazionali, dato che i pro-
de transport de Montréal (Stm)
blemi delle grandi metropoli ten-
ha diffuso parlano da sé: nell’ar-
dono a essere sempre più simili,
co di un anno si sono registrati
ovunque. È possibile in sostanza
404,8 milioni di spostamenti coi
osservare quanto si può fare per
mezzi pubblici (metro, autobus,
ridurre l’impatto sull’ambiente
tram). Entro il 2017 c’è in proget-
causato dall’alta densità demo-
to di aggiungere fino a 15 km di
grafica e cogliere le opportunità
linee tranviarie. Le piste ciclabili (consultabili sull’app “Mon Réso Vélo”) superano invece i 600 km, sono in costante crescita e al momento dispongono di 411 stazioni per le Bixi, le bici comunali a noleggio. La rete è stata pianificata per creare collegamenti extra urbani: in questo modo è possibile raggiungere in sella le altre città del Québec nonché i principali parchi nazionali. Ricerca e innovazione verde Il polo dell’innovazione green è la Maison du développement durable, che sorge nel cuore della città, lungo rue Sainte-Catherine. L’ediNOVEMBRE 2013
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Green economy chi passi da questo simbolo della
hanno in questo modo punti di ag-
nuova sensibilità e knowhow am-
gregazione e possono cogliere da
bientale si trova l’Università
sé la propria merenda. Non solo
Uqam, che invita i suoi studenti a
produzione a chilometro zero, ma
coltivare negli spazi predisposti le
opportunità per socializzare e ca-
piante e ad analizzarle nei labora-
pire quanto sia complesso ma gra-
tori di ricerca. Dalla ricerca al bu-
tificante lavorare la terra.
siness il passo è breve: le serre di Lufa, sul tetto riscaldato dai pan-
Écomuseum-zoo,
nelli solari di un ex edificio in di-
biosfere e città sotterranea
suso, sono le prime serre a produ-
L’Écomuseum-zoo non accoglie
zione commerciale su larga scala,
specie esotiche ma solo gli animali
con vendita dei prodotti online e
del Québec che in natura non po-
coltivazione ecologica (al posto
trebbero sopravvivere: sono recu-
dei pesticidi, si fanno ad esempio
perati dai rifugi e necessitano di cu-
crescere accanto alle piante le lar-
re perché hanno difetti fisici e me-
ve di cocciniglie). Le serre hanno
nomazioni. Nel Parc Jean-Drapeau
avviato un programma di espan-
svetta la cupola della Biosfera, nata
sione e oltre a frutta e verdura cre-
come padiglione degli Stati Uniti
scono in parallelo posti di lavoro.
durante l’Expo del ’67 e ora museo dell’ambiente interattivo focalizza-
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Orti tra le nuvole,
to sullo studio dei cambiamenti cli-
giardini comunitari e facoltà
matici e delle eco-tecnologie. Oltre
che “coltivano”talenti
ai Giardini botanici, ci sono quelli
ficio, costruito con speciali mate-
Si chiamano toits verts (tetti verdi)
del Biodôme, che accoglie la fonda-
riali che favoriscono il risparmio
e sono aree verdi sorprendenti in
zione Spazio per la vita, in grado di
energetico, è nato grazie al mana-
cima a edifici pubblici e grattacie-
misurare l’impatto dell’uomo sul-
gement di otto organizzazioni at-
li che ospitano uffici e complessi
l’ambiente e analizzare le implica-
tive nello sviluppo sostenibile e
residenziali. Dopo il lavoro, nella
zioni dei trend alimentari (qui si è
vuole essere la dimostrazione
pausa pranzo, si possono cogliere
cominciato a parlare seriamente di
concreta di come l’ingegneria, la
e coltivare ortaggi, innaffiare fio-
entomofagia, ovvero l’impiego de-
ricerca e la comunicazione posso-
riere e servirsi direttamente dei
gli insetti nell’alimentazione uma-
no unirsi a favore della collettivi-
frutti della terra. Anche nel centro
na). E quando le temperature scen-
tà. Gli spazi sono condivisi e ven-
storico a livello del suolo sono sta-
dono sotto i 30 gradi? Proprio a
gono affittati per conferenze e se-
ti predisposti spazi con la stessa
Montréal si è sviluppata la città sot-
minari. Il centro è allo stesso tem-
funzione. Lo stesso principio ispi-
terranea più grande del mondo,
po una galleria espositiva che at-
ra poi i giardini comunitari, diffu-
perfettamente autosufficiente, do-
tira esperti da tutto il mondo, ha
si soprattutto in periferia, all’in-
ve le attività commerciali, gli hotel
funzioni didattiche per scuole e ri-
terno di cortili condominiali e ac-
e la vita di tutti i giorni può conti-
cercatori, con le porte sempre
canto a scuole pubbliche, spesso
nuare il suo corso. E intanto il ri-
aperte e libero accesso ad archivi
frequentate da bambini prove-
scaldamento degli edifici in super-
e biblioteche specialistiche. A po-
nienti da famiglie disagiate, che
ficie si abbassa.
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䡵
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A TU PER TU CON... TERRITORI
territori
a cura della redazione
La Puglia
50
Dirigenti e quadri in Puglia
Fonte: Elaborazioni Manageritalia su dati Inps 2011
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N
Nonostante la crisi che non demorde, si può dire che la Puglia nel complesso resta probabilmente la più vitale tra le economie regionali del Meridione: i suoi numeri sono infatti più vicini alla media nazionale che a quella relativa al solo Mezzogiorno. Si legge in un rapporto relativo al biennio 2011/2013 della Task force sull’occupazione regionale dello scorso luglio: “Esportazioni in crescita, turismo stabilmente oltre i 13 milioni di presenze, indici di disoccupazione più contenuti, un incremento del pil più alto della media nazionale, pari nel 2011 al +0,5% (+0,1% nel Sud e +0,4% in Italia) e stimato in -1,5% nel 2012 (-2,6%
Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto TOTALE
nel Sud e -2,30% nel paese)”. Certo, la situazione non è rosea e il medesimo rapporto evidenzia anche pesanti criticità, però negli ultimi decenni la Puglia ha saputo rinnovarsi e affiancare all’agricoltura, che qui ha sempre avuto un ruolo predominante, altri settori importanti. Resta ai primi posti in Italia nella coltivazione di vari prodotti, dai pomodori al grano duro, dall’olio d’oliva (si stimano 60 milioni di alberi di olivo!) all’uva da tavola e vanta una delle aree più note al mondo dedicate alla mitilicoltura. Accanto a questo, la regione ha saputo industrializzarsi, soprattutto nel triangolo Bari-Brindisi-Taranto, dove si concentrano il siderurgico,
DIRIGENTI totale uomo donna 792 700 92 102 98 4 111 102 9 383 283 100 135 129 6 1.523 1.312 211
totale 5.441 789 1.090 1.553 1.086 9.959
QUADRI uomo 4.376 633 933 1.234 877 8.053
donna 1.065 156 157 319 209 1.906
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il tessile e la produzione di plastica, anche se purtroppo secondo l’ultimo rapporto annuale di Bankitalia sono calate le vendite all’estero dei settori del made in Italy e della siderurgia, che ha risentito del blocco della vendita dei prodotti dello stabilimento Ilva. Resta comunque il fatto che dall’inizio della crisi nel 2008 le esportazioni pugliesi sono cresciute più che nel resto del paese, salendo dai 6,9 miliardi del 2010 agli 8,1 del 2011, per attestarsi agli 8,7 del 2012, con un tasso medio annuo del 4,1%, a fronte del 2,3% del Sud e dell’1,3% nazionale. Quel che la Puglia ha sicuramente saputo rivalutare negli ultimi anni è il turismo e accanto al costante apprezzamento dell’area del Gargano sono esplose altre zone di forte richiamo, Salento in testa. I flussi turistici hanno superato nel 2011 la soglia dei 13,5 milioni di presenze, confermata sostanzialmente nel 2012. Questo accelerato sviluppo ha però qualche limite: la maggior parte del flusso è di origine nazionale e resta stagionale. Anche la posizione geografica, al
centro del bacino Mediterraneo, è divenuta più strategica, grazie al recente sviluppo delle economie orientali e mediterranee, il che valorizza ancor più i nodi portuali e aeroportuali di Bari, Brindisi e Taranto e ne eleva le potenzialità future. Nonostante il recente sviluppo, entrambi i comparti (turismo e trasporti) hanno però registrato nei primi mesi del 2013 un andamento negativo e anche le presenze di turisti sono diminuite dopo una crescita ininterrotta dalla seconda metà del decennio scorso. In questo quadro, nonostante anche
gli indici di disoccupazione siano più contenuti (-3,1% la flessione pugliese nel quinquennio 2007-2012, a fronte del -5,1% nel Meridione), certo la regione non brilla per occupazione manageriale. Anzi. Sono 1.523 su 124mila (1,06% del totale) i dirigenti del settore privato in Puglia. Un deficit più lampante se misurato rispetto al numero di dirigenti ogni cento dipendenti. La media nazionale è 0,84%, ma se pensiamo che la Lombardia ne ha 1,6%, la Puglia si ferma come la Sicilia allo 0,22% (non parliamo poi del confronto europeo con paesi come Francia e Germania che hanno 3 dirigenti ogni 100 dipendenti). A livello provinciale, ai primi posti abbiamo Bari con 792 dirigenti e 0,26% il rapporto dirigenti/dipendenti, Lecce con 383 e solo 0,13% e all’ultimo posto Brindisi con 102 dirigenti e 0,15%. Per quanto riguarda il settore, i dirigenti in Puglia sono superiori alla media nazionale nella produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (3,6% contro l’1,8%), nelle costruzioni (5,1% contro il 3,3%) e nelle attività finanziarie (12% contro l’11,6%). Se consideriamo invece la presenza femminile, la Puglia ha numeri pari alla media nazionale (13,9% le donne manager) con Lecce in testa (26,1%).
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••13DIRITTO.COZZI
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Diritto
C
LA S
Dalla separazione al divorzio, un vademecum sulle modalità e la tempistica previste dalla legge italiana
QUANDO
OPPIA OPPIA
L
A SEPARAZIONE è un
bilità addebitabile all’altro coniu-
diritto riconosciuto a
ge. Tuttavia, è ancora possibile ri-
entrambi i coniugi che
chiedere al tribunale di addebita-
si può esercitare quan-
re la responsabilità della separa-
do “si verificano fatti tali da ren-
zione all’altro coniuge in caso di
dere intollerabile la prosecuzione
violazione dei doveri assunti con
della convivenza o da recare gra-
il matrimonio, quali l’obbligo reci-
ve danno all’educazione della
proco alla fedeltà, all’assistenza
prole”. Nel nostro ordinamento
morale e materiale, alla coabita-
infatti dal 1975 non è più richiesta
zione, ossia alla collaborazione
la sussistenza della colpa per otte-
nell’interesse della famiglia.
nere la separazione, essendo pre-
Camilla Cozzi
visto il diritto a separarsi, indi-
La separazione consensuale…
pendentemente da una responsa-
Quando uno o entrambi i coniugi
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Diritto hanno maturato la decisione di se-
consensuale – ossia il tempo inter-
ce o con addebito” all’altro per la
pararsi, possono valutare l’oppor-
corrente tra il deposito del ricorso
violazione dei doveri descritti.
tunità di farlo consensualmente: è
e l’omologazione del tribunale –
Si tratta di una vera e propria cau-
la cosiddetta “separazione con-
varia da tre a sei mesi.
sa con una fase istruttoria in cui il
sensuale”. Questa procedura è più
giudice, se potrà disporre una con-
semplice e meno impegnativa, sia
...e giudiziale
sulenza tecnica del caso, potrà sen-
sotto il profilo psicologico che sot-
Quando non c’è assolutamente
tire i testimoni sui fatti di causa, po-
to il profilo economico. In tale ipo-
intesa tra i coniugi su nessun
trà acquisire i documenti e ascolta-
tesi i coniugi possono procedere
punto della separazione, è neces-
re i coniugi. Quando viene richie-
da soli oppure rivolgersi al mede-
sario fare ricorso alla separazio-
sta la separazione con addebito il
simo legale o a due legali differen-
ne giudiziale. In tal caso si avvia
coniuge cui viene addebitata la se-
ti. Verrà preparato un ricorso con-
una vera e propria causa, molto
parazione perde il diritto di chie-
tenente le condizioni condivise
più impegnativa rispetto alla se-
dere un contributo di manteni-
dai coniugi sulla regolamentazio-
parazione consensuale sotto il
mento per sé e perde i diritti di suc-
ne dei rapporti economici e perso-
profilo psicologico, economico e
cessione nei confronti del coniuge.
nali, l’assegnazione della casa fa-
della tempistica. I coniugi devo-
La separazione di tipo giudiziale
miliare e l’affidamento dei figli,
no procedere necessariamente
richiede un periodo molto più
che il tribunale competente omo-
con l’assistenza di un legale e cia-
lungo (2-3 anni) rispetto a quella
logherà con decreto. Il tempo me-
scuno valuterà l’opportunità di
di tipo consensuale. Inoltre i tem-
dio per ottenere una separazione
chiedere una “giudiziale sempli-
pi possono essere ulteriormente
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E LA FAMIGLIA DI FATTO? allungati da un’eventuale appello o ricorso in cassazione. Se i coniugi trovano un accordo nel corso del giudizio, è possibile trasformare una separazione giudiziale in consensuale.
Nello scioglimento della famiglia di fatto, ossia dei conviventi more uxorio, dal momento che la coppia si scioglie liberamente, l’intervento del giudice è limitato alla disciplina riguardante i figli minori, ossia alla regolamentazione dell’affido dei figli, del loro collocamento prevalente, del contributo di ciascun genitore al loro mantenimento e dell’assegnazione della casa familiare. In seguito alla riforma del 2012, che ha equiparato i figli nati fuori dal matrimonio ai figli nati nel matrimonio, è competente il tribunale ordinario e non più il tribunale per i minorenni. Come per i genitori coniugati, anche i genitori conviventi che intendono separasi potranno rivolgersi al tribunale insieme, con un ricorso congiunto oppure separatamente se non hanno trovato un accordo sulla disciplina da adottare.
Il divorzio Il divorzio è l’istituto giuridico che permette lo scioglimento definitivo del vincolo coniugale. In Italia è stato introdotto nel 1970 con la legge 898, poi modificata nel 1987. Anche chiedere il divorzio, come nel caso della separazione, è un diritto se ci sono i presupposti indicati dalla legge (se sono
in questo caso il ricorso è presen-
nozze, ciascun genitore mantiene
trascorsi tre anni dall’udienza
tato congiuntamente da entrambi
gli obblighi verso i figli nati dal
presidenziale di separazione, se il
i coniugi. Si parla invece di “di-
precedente matrimonio.
matrimonio non è stato consuma-
vorzio giudiziale” quando non c’è
to, se il coniuge è stato condanna-
accordo sulle condizioni: in que-
Proposte di legge
to per gravi reati specifici). Nel ca-
sto caso il ricorso può essere pre-
per il divorzio breve
so più frequente, ossia quello di
sentato anche da un solo coniuge.
In Italia si parla da tempo della
divorzio a seguito di separazione
In entrambi i casi è necessaria l’as-
necessità di varare il cosiddetto
legale, i tre anni decorrono dal-
sistenza di un legale. In caso di di-
divorzio breve e dal 2003 sono
l’udienza presidenziale, ossia da
vorzio congiunto, la procedura ri-
state avanzate proposte di legge
quando le parti sono comparse
chiede da tre a sei mesi di tempo,
in tal senso. Nel 2012 è stato pre-
davanti al presidente del tribuna-
in caso di divorzio contenzioso i
sentato un progetto che prevede
le per sottoscrivere gli accordi di
tempi sono quelli, lunghi, di una
che se il nucleo familiare è com-
separazione consensuale o per ini-
causa ordinaria.
posto da soli adulti, per scioglie-
ziare la separazione giudiziale.
Con il divorzio, marito e moglie
re il vincolo matrimoniale sia ne-
mutano il loro precedente status
cessario essere separati ininter-
Congiunto o giudiziale
di coniuge e possono contrarre
rottamente da un anno. Laddove
Nel nostro ordinamento pertanto
nuove nozze. La donna perde il
nel nucleo familiare siano pre-
il divorzio non è una concessione,
cognome del marito, salvo espres-
senti figli minori, invece, preve-
come molti credono. Anche il
sa autorizzazione all’uso. I coniu-
de che sia necessario essere sepa-
procedimento di divorzio può se-
gi, divenuti ex, sono esclusi reci-
rati almeno da due anni. Que-
guire due percorsi alternativi, a
procamente dall’asse ereditario
st’anno è stata anche promossa
seconda che vi sia o meno accordo
dell’altro. Ovviamente il divorzio
l’idea di un referendum per abro-
tra i coniugi. Si parla di “divorzio
è un fatto giuridico che riguarda
gare i tre anni di separazione ob-
congiunto” quando c’è accordo
esclusivamente i coniugi e non i fi-
bligatoria. Per ora però i tempi
dei coniugi su tutte le condizioni:
gli. Infatti, anche in caso di nuove
sono rimasti quelli di sempre. 䡵 NOVEMBRE 2013
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ORIZZONTI MANAGEMENT A TU PER TUDICON... Claudio Nutrito
Le conseguenze di un evento: ipotesi alternative
orizzonti
La pianificazione di una strategia inizia comunemente con un’analisi dei fattori interni ed esterni. I fattori esterni sono raggruppati sotto le voci “opportunità” e “minacce”. Il problema è che, talvolta, non è facile determinare se un certo evento costituirà una minaccia o un’opportunità. Immaginiamo, ad esempio, di essere i gestori dell’unico negozio d’antiquariato in una certa strada e che un giorno, accanto a noi, apra un nuovo punto vendita d’antiquariato: è pro-
babile che la presenza del nuovo concorrente ci preoccupi. Immaginiamo poi che in seguito, nella stessa via, arrivi un terzo antiquario, poi un quarto, poi un quinto... Può darsi che la nostra preoccupazione aumenti in misura proporzionale al numero dei concorrenti che, via via, ci troviamo a fianco. Ma la situazione può essere vista anche in modo ottimistico: forse, maggiore sarà il numero degli antiquari in questa strada, maggiore sarà il numero di appassionati d’anti-
Le idee «Siate pronti ad accogliere nuove e interessanti idee realizzate con successo da altri. La vostra idea deve essere originale solo nel suo adattamento al problema» Thomas Edison «Niente è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che si ha» Emile Chartier «È difficile recepire una nuova idea: è più facile scegliere nel repertorio di vecchie idee quella che si adatta meglio alla situazione, perché la mente può vedere solo quello che è preparata a vedere» Edward de Bono «Se ci viene l’idea di una novità non possiamo immaginarla che sulla scorta di quello che già conosciamo, per questo tutte le prime utopie sul volo umano partivano dal principio che le ali dovessero essere battenti» Umberto Eco
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quariato invogliati a recarsi in zona. In altre parole, si potrebbe ipotizzare uno scenario alternativo, dove l’arrivo dei concorrenti farà sì che la nostra strada diventi una vera e propria area d’attrazione per i potenziali clienti dell’antiquariato, con vantaggi per tutti. Altro esempio di una realtà percepibile tanto come problema quanto come opportunità è la nota storiella dei due venditori di scarpe che si recano in una zona primitiva dell’Africa. Il primo invia questa email alla sua azienda: «Non vi è alcuna possibilità di vendita: qui nessuno porta le scarpe». L’altro venditore scrive: «Ottime prospettive di vendita. Qui nessuno porta ancora le scarpe. Possiamo dominare il mercato». Per inciso: non sappiamo se ha ragione il primo venditore o il secondo; sappiamo però che, in genere, le opportunità s’identificano più facilmente guardando le cose, non tanto come sono, ma come potrebbero essere.
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Psicologia
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CONSIGLI PER GESTIRE LE AMICIZIE AL LAVORO Avere dei colleghi amici sul posto di lavoro ci dà più carica e motivazione per affrontare le giornate. Ecco come evitare i conflitti più comuni
P
ASSIAMO la maggior parte del nostro tempo al lavoro, più di quello che trascorriamo con i nostri cari, lavoriamo per otto ore fianco a fianco con altre persone, condividiamo le giornate belle e quelle brutte, i successi e le delusioni, collaboriamo per uno scopo comune. In questa situazione, è auspicabile instaurare dei
rapporti sereni con i nostri colleghi e in alcuni casi è normale veder sorgere rapporti di amicizia che vanno oltre le mura dell’ufficio. Una battuta davanti alla macchinetta del caffè, una pausa pranzo insieme, una riunione di lavoro: tutte occasioni che ci fanno conoscere meglio i nostri colleghi fino a considerarli amici. E sicuramente avere amici sul posto di lavoro ha dei vantaggi in termini di benessere psicologico e andamento professionale. Il posto di lavoro non è solamente un ambiente dove condividiamo spazi, ma anche un
Lucia Giovannini
luogo carico di emozioni negative e positive. Avere delle presenze amiche ci dà più carica e motivazione per affrontare le nostre giornate e una spalla a cui appoggiarci nei giorni più bui. Condividendo anche i problemi extra lavorativi, ci si sente capiti senza bisogno di tante spiegazioni. Ma non sono tutte rose e fiori. A volte, infatti, quello che appare come un rapporto di amicizia, si rivela una relazione fondata sull’interesse. Si può mostrare solidarietà e collaborazione, ma può capitare di trovarsi in situazioni poco piacevoli tanto da arrivare a voltare la faccia all’amico/collega. Ecco allora sei consigli per gestire le amicizie al lavoro.
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scere e, affinché ciò accada, ho bisogno di parlarti di una questione per me difficile”, è tutta un’altra musica rispetto allo sbottare in maniera impulsiva. Possiamo fare notare gli errori senza cadere nell’arroganza, nella critica o nella colpevolizzazione. Possiamo essere duri col problema restando morbidi con la persona.
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Non privilegiare i rapporti esclusivi Avere un rapporto di complicità con un collega può portarti a non considerare ed escludere gli altri colleghi, visti quasi come una minaccia a questo rapporto così speciale. Il rischio è quello di isolarti dagli altri e creare tensione. Alcuni colleghi potrebbero essere gelosi di questa complicità e cercare di sabotarla. Sii consapevole di questo e cerca di avere un rapporto sereno e amichevole con tutti i colleghi. Attenzione anche al linguaggio: esprimiti al positivo – evitando di parlare male degli altri – e contribuisci a mantenere un’atmosfera piacevole.
Mantieni il focus Avere amici sul posto di lavoro può aumentare la motivazione e anche la nostra produttività, se però siamo in grado di mantenere il focus sul lavoro. Il rischio, infatti, è farsi distrarre facilmente dalle chiacchiere e scordarci i progetti che stiamo seguendo per poi trovarci a dover correre per recuperare. Sii professionale e rispetta le scadenze, non lasciarti distrarre da troppe pause caffè. Un pranzo o un aperitivo dopo il lavoro sono un modo per passare del tempo con l’amico/collega senza compromettere la produttività.
Comunica direttamente e chiaramente Quando si presenta un problema al lavoro, non avere paura di dire le cose esattamente come stanno. Questo eviterà litigi che potrebbero danneggiare la tua vita professionale e personale. L’idea non è di tacere e di lasciar correre. Consideriamo il modo in cui formulare la
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Non prenderla sul personale Analogamente, quando siamo noi a ricevere una critica, l’atteggiamento migliore è ricordarsi che ad essere giudicata spesso è l’idea, il progetto, e non necessariamente noi. Occorre fare una distinzione netta tra persona e comportamento. Noi come persone siamo più dei nostri progetti, delle nostre azioni e persino dei nostri pensieri. Per evitare di personalizzare quando siamo sotto attacco serve allenare il distacco, che ci aiuta a smettere di drammatizzare e prendere le cose in maniera più leggera.
Attenzione all’ambizione
Come fare quando
uno dei due riceve una promozione e passa di livello? Se il nostro amico/a diventa il nostro superiore il rischio di cadere nella trappola del giudice che fa continui paragoni è alto. Cerchiamo di considerare il nostro amico/collega uno stimolo a cui ispirarci per migliorarci. Chiediti: quali sono le qualità presenti in questa persona che voglio aumentare in me? Cosa posso fare per raggiungere anch’io quel risultato? Come posso farlo rispettando me stesso?
Stabilisci alcuni limiti
Lavori meglio in uno
spazio ordinato? Prima di un appuntamento importante hai bisogno di concentrarti in silenzio? Ti infastidisce essere continuamente interrotto dalle domande della tua collega? O viceversa hai spesso bisogno di fare brainstorming con qualcuno sui progetti che stai seguendo al lavoro? È importante imparare a comunicare i propri bisogni. Infatti, per
comunicazione affinché l’altro si senta apprezzato e
lavorare al meglio, ognuno ha bisogno di fare ri-
non colpevolizzato. Si può cominciare spiegando i pro-
spettare il proprio spazio personale. E, per farlo, il
pri motivi. Per esempio, dire: “Apprezzo il nostro rap-
primo passo è conoscere bene noi stessi (che non è
porto professionale (e personale) e vorrei vederlo cre-
così scontato) e le nostre reazioni.
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DI BUON GRADO Piero Valdiserra
G
grado
BELLINI
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Giovanni Bellini, detto Giambellino, fu un grande pittore del Rinascimento veneziano. Ebbe una carriera artistica molto lunga e rimase attivo fino alla morte, che lo colse, stando al Vasari, quando era ormai novantenne. Conobbe e frequentò i maggiori artisti della sua epoca, da Andrea Mantegna ad Antonello da Messina, e di lui Dürer scrisse che era l’unico “grande” pittore che operasse a Venezia. Nei suoi numerosi capolavori i contemporanei, e la critica unanime dei secoli successivi, apprezzarono soprattutto l’uso innovativo dei colori, che si liberarono progressivamente dalla schematicità del disegno per acquisire una maggiore profondità, una ricchezza più piena, una molteplicità infinita di penombre, di trasparenze, di cangianti campiture tonali. Del cromatismo di Bellini si ricordò Giuseppe Cipriani, titolare del celebre “Harry’s Bar” di Venezia, nel 1948. In quell’anno la città lagunare ospitava una mostra antologica del maestro quattrocentesco, e Cipriani colse una forte somiglianza fra le delicate sfumature purpureo-rosate del pittore e l’aspetto del nuovo cocktail che veniva servito nel mitico locale di Calle Vallaresso, e che fu quindi ribattezzato Bellini. Il drink diventò in breve una specialità stagionale dell’Harry’s Bar e il suo successo fu sancito da artisti, letterati e celebrità quali Ernest Hemingway, Sinclair Lewis e Orson Welles. La notorietà della bevanda si trasferì poi
a New York, nell’altra sede dell’Harry’s Bar, e il cocktail divenne così un classico internazionale. L’ingrediente principale del Bellini è la purea di pesca bianca, che viene aggiunta al prosecco e si ottiene schiacciando a mano il frutto tagliato a pezzi e ancora ricoperto dalla buccia. In questo modo la polpa viene lavorata al naturale, e il contatto con la buccia conferisce la leggera colorazione rosata tipica del Bellini. L’uso del frullatore, certamente più veloce, è sconsigliabile perché il succo risulterebbe più “gonfio”, dal momento che durante l’emulsione verrebbe incorporato anche un grosso quantitativo d’aria. La non sempre facile disponibilità di pesche bianche fa sì che, in bassa stagione, vengano usate al loro posto pesche gialle, oppure succhi di frutta e liquori al sapore di pesca. Altri correttivi spesso impiegati dai barman, anche se non rientrano fra gli ingredienti ufficiali, sono qualche goccia di sciroppo di zucchero, per ammorbidire il sapore, e uno spruzzo di succo di lamponi, per accentuare il colore rosato. Il Bellini ha dato origine a una nutrita categoria di cosiddetti “sparkling” a base di frutta, i più conosciuti dei quali sono: il “Puccini” (con succo fresco di mandarino), il “Mimosa” (con succo fresco d’arancia), il “Rossini” (con purea fresca di fragola), il “Tintoretto” (con succo fresco di melagrana), il “Tiziano” (con succo fresco di uva fragola). Se invece al Prosecco sostituiamo lo Champagne abbiamo il “Bellini royal”.
COME SI PREPARA La ricetta ufficiale Iba recita: 10 cl di Prosecco, 5 cl di purea fresca di pesca. Si versa la purea di pesca in un bicchiere ghiacciato (di solito una flûte o una coppa Martini) e si aggiunge il Prosecco, mescolando delicatamente. Volendo si può completare con una fettina di pesca o con un lampone a bordo bicchiere.
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ARTE Claudia Corti
U
arte
ROBERT DOISNEAU, il pescatore di immagini
DA NON PERDERE Robert Doisneau: Paris en liberté Genova, Palazzo Ducale, dal 29 settembre al 26 gennaio
Un fotografo per essere bravo si dice debba avere un “occhio” particolare per catturare espressioni ed emozioni, oltre a quel pizzico di fortuna che gli consente di trovarsi nel luogo giusto al momento giusto. Nel caso di Robert Doisneau la predisposizione naturale all’arte della fotografia non è sufficiente per spiegarne la grandezza e unicità: egli è ironico, divertente e irriverente, un po’ filosofo e un po’ psicologo. Attivo nella fotografia fin dagli anni ‘30, Doisneau raggiunge la fama internazionale subito dopo la fine della guerra, quando inizia a elaborare quella che lui stesso definirà la “trappola fotografica”, ovvero immortalare le infinite espressioni della gente di fronte a un oggetto. L’occasione gli viene fornita dal ritorno della Gioconda al Museo del Louvre nel 1945: migliaia di francesi si recano ad ammirare il capolavoro leonardesco e Doisneau è lì, con la sua Rolleiflex 6x6, a catturare gli sguardi e le smorfie di chi per la prima volta si trova di fronte all’opera e la guarda stupito, ammirato, o deluso. Solo tre anni più tardi la tecnica della “trappola” lo consacrerà icona mondiale della fotografia; nel 1948, infatti, la Galerie Romi gli fornisce lo spunto per una serie memorabile: espone nella vetrina del suo negozio in una delle vie più trafficate
di Parigi un quadro decisamente libertino con una donna nuda di schiena in primo piano; al di là della vetrina Doisneau, comodamente seduto in poltrona, trascorre le due giornate, a suo dire, più esilaranti della sua vita. Davanti al suo obiettivo scorrono sguardi sdegnati e scandalizzati, compiaciuti e ammirati, e persino un’anziana coppia della buona borghesia che si soffermerà a lungo di fronte alla vetrina, la donna affascinata da un vaso cinese, l’uomo ipnotizzato dal monumentale “lato B” in bella vista! Parigi è la sua fonte di ispirazione, angoli di una città colorata e viva ormai scomparsa, come lo storico mercato delle Halles di cui Doisneau documenta ogni angolo per paura di perderne la memoria dopo la demolizione, o il Cabaret de l’Enfer proprio di fronte al Cabaret du Paradis in Boulevard de Clichy. Bambini che corrono nei giardini, giocatori di carte, giovani che si tuffano spensierati nella Senna nelle domeniche d’estate, o che si baciano, come nel celeberrimo Le Baisier de l’hôtel de ville del 1950 pubblicato sulla rivista Life e tra le foto più riprodotte al mondo, uno scatto che ha fatto sognare a occhi aperti intere generazioni che vi si sono immedesimate e ancora oggi non perde la propria magia.
CURIOSITÀ Affascinato dal movimento e dalla spontaneità, si scontrava spesso con le difficoltà burocratiche delle autorizzazioni alla diffusione di un’immagine. È uno dei motivi per cui già dagli anni ’40 si avvalse di comparse per ricreare come su un palcoscenico una scena che aveva visto e che lo aveva colpito, proprio come nel caso del celeberrimo bacio.
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LIBRI Davide Mura
Un rito quotidiano: il tè
libri
Il tè ha sempre più spazio sulle tavole italiane per accompagnare i piatti della nostra tradizione: non più solo classica bevanda per la colazione o la pausa pomeridiana, ma sostituto salutistico e delicato di vini e bibite varie. Dalla natura nobile, il tè può scandire momenti solitari o essere il protagonista di ritrovi tra amici o in famiglia. Il libro Tea sommelier racconta il trend di una società più attenta alla salute e che dall’Oriente assorbe suggestioni e abitudini. Non ci sono solo le tazze e le teiere, ma una serie di utensili che permettono di preparare uno dei tanti tè che oggi si possono sorbire. Tra storia, arte e ricette, un libro con eleganti fotografie e illustrazioni. Tea sommelier, Gabriella Lombardi, Fabio Petroni, White Star, pagg. 272, € 38.
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Agli albori del gossip
Un kiwi al posto dell’aspirina Li chiamano “super cibi” e da alcuni anni sono sotto i riflettori per le loro proprietà nutrizionali. Poiché svolgono un’azione detossinante, sono in grado di rinforzare l’organismo e fornire un concentrato di minerali, vitamine e fibre. Il libro contiene 100 ricette con simboli per identificare le tipologie: vegetariana, vegana, senza glutine, senza lattosio. L’autrice consiglia come utilizzare abitualmente gli alimenti, soprattutto nel piatto unico, che oggi ha preso il posto delle portate tradizionali e permette di abbinare ai sapori i benefici, per una cucina light che la scienza sta promuovendo come elisir di lunga vita. I magnifici 100, Claudia Biondini, Gribaudo, pagg. 160, € 14,36.
Coinvolgevano personaggi più o meno noti, di cui si rivelavano indiscrezioni, spesso pubblicate in libretti come Espions, Chroniques, Gazettes scandaleuses: la Parigi del ’700 non era solo la culla dell’Illuminismo, ma anche un covo di vipere che mordevano senza pietà e sparlavano del malcapitato di turno. Il libro ricostruisce e documenta questa produzione orale e scritta e offre uno spaccato di una civiltà dove “il vizio non importa ma una figuraccia uccide”. Un saggio divertente e curioso che rivela il lato frivolo e malizioso di una società galante. Tra le penne insospettabili ci fu perfino Voltaire. Guida pettegola al Settecento francese, Francesca Sgorbati Bosi, Sellerio, pagg. 360, € 18.
Grandi bellezze Massimo Listri fotografa veri e propri gioielli architettonici: una selezione di palazzi storici italiani. Residenze private, simboli del potere civile, regge borboniche e sabaude, ville circondate da giardini fiabeschi, edifici legati alle casate nobiliari del nostro paese come i Colonna, i Farnese o gli Orsini, in un viaggio trasversale da nord a sud che dal Medioevo arriva fino al Novecento. Emblemi di pietra dei tempi passati, que-
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ste costruzioni permettono di ricostruire la storia partendo dagli uomini e dalle famiglie, con un approccio umano e alternativo a quello dei libri di storia adottati nelle scuole. La bellezza delle immagini pubblicate nel volume sono un’ulteriore conferma dell’abilità artistica di Massimo Listri, considerato da tutti un vero maestro della fotografia d’architettura e d’ambienti. Palazzi italiani, Massimo Listri, Logos, pagg. 672, € 42,46.
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LETTURE per MANAGER
...per manager
Marco Lucarelli
In viaggio verso il futuro (e ritorno) I libri che parlano di tecnologia e mondi futuri lasciano spesso un senso di disorientamento e scetticismo. Ci proiettano in mondi dove tutto diventa facile, possibile, “fluido”, senza però lo spirito critico necessario per rendere queste previsioni un minimo credibili. Il libro La nuova era digitale. La sfida del futuro per cittadini, imprese e nazioni (edizioni Rizzoli Etas, 2013) il futuro lo disegna ma lo interpreta allo stesso tempo, anticipando non solo i vantaggi rappresentati da internet, ma anche i suoi rischi potenziali. D’altronde gli autori, Eric Schmidt e Jared Cohen, sono rispettivamente l’executive chairman di Google e il direttore di Google Ideas: chi meglio di loro può avere una visione proiettata al futuro?
La democrazia è fragile e lo sarà anche nel futuro Molti gli argomenti trattati in questo libro: il futuro dell’istruzione, del nostro modo di lavorare, viaggiare, informarsi. Un futuro interconnesso, dove le informazioni saranno sempre reperibili, anche quelle su di noi: “I cittadini avranno più potere che in ogni altra epoca storica: ma quel potere avrà un costo, in particolare per la privacy e la sicurezza. La tecnologia di cui parliamo raccoglie e immagazzina molte informazioni personali: la nostra posizione geografica passata, presente e futura, oltre alle informazioni che consumiamo”.
ve gruppi con interessi diversi o contrapposti (politici, economici o sociali) sfrutteranno i mezzi di comunicazione social per fornire “visioni del mondo” di parte, per influenzare le opinioni del proprio pubblico. Niente di nuovo ma molto più efficace e pervasivo grazie all’utilizzo spinto della connettività su dispositivi mobili in grado di raggiungere chiunque con informazioni personalizzate, anche grazie a quello che il dispositivo (smartphone o tablet) saprà di noi.
Perché leggerlo Il libro di Schmidt e Cohen ci porta nel futuro, ma senza gli accenti fanatici di molti libri visionari. Libri la cui visione è talmente “oltre”, proiettata in avanti, da sembrare fantascienza. La nuova era digitale affronta temi futuri ancorandoli ad argomenti attuali, una specie di business case dell’internet del domani partendo da dove siamo oggi. In questo modo ci accorgeremo che il futuro è molto più reale di quello che immaginiamo.
L’informazione che verrà Altro tema affrontato dagli autori è quello dell’accesso a informazioni, notizie, opinioni che renderanno sempre più deboli i mass-media tradizionali facendo perdere loro autorevolezza nell’influenzare l’opinione pubblica. In futuro, l’enorme mole di informazioni e la possibilità da parte di ognuno di essere “editore di se stesso” renderà più difficile il controllo dell’informazione, sia in termini di diffusione sia di qualità. L’informazione sarà sempre più simile al marketing, doNOVEMBRE 2013
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LETTERE Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)
Il trattamento economico della festività del 4 novembre
lettere
Vorrei sapere se anche per i dirigenti è prevista la retribuzione aggiuntiva per la festività del 4 novembre. C.M. – Varese Per quanto riguarda i dirigenti a cui si applicano i contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti da Manageritalia la risposta è affermativa. Il trattamento economico della giornata del 4 novembre trova origine nella legge 5 marzo 1977, n. 54, contenente “Disposizioni in materia di giorni festivi”, la quale ha stabilito che a decorrere dal 1977 la celebrazione della festa nazionale della Repubblica (2 giugno) e quella della festa dell’Unità nazionale (4 novembre) hanno luogo rispettivamente nella prima domenica di giugno e nella prima domenica di novembre, cessando di essere considerati festivi i giorni 2 giugno e 4 novembre. Mentre la festività del 2 giugno è stata nel frattempo ripristinata a decorrere dal 2001 dalla legge 336/2000, il 4 novembre continua a essere considerato giorno non festivo, per il quale spetta comunque ai lavoratori dipendenti la prestazione economica prevista per le festività cadenti di domenica o il diverso o alternativo trattamento contemplato dalla contrattazione collettiva nazionale e/o di secondo livello. Tutto ciò con l’obiettivo di garantire ai lavoratori dipendenti quel trattamento economico che, altrimenti, sarebbe venuto a mancare, minando un diritto consolidatosi negli anni. Pertanto ai dirigenti del terziario, in base a una precisa disposizione contrattuale, per la giornata del 4 novembre, come avviene per le festività cadenti di domenica, spetta il pagamento di un’ulteriore giornata in aggiunta alla normale retribuzione.
L’ufficio sindacale di Manageritalia è di supporto alle Associazioni territoriali sui quesiti relativi al contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti e i quadri associati e per chiarimenti di natura fiscale e previdenziale in relazione al rapporto di lavoro dipendente. Per gli associati professional è previsto un servizio di consulenza di carattere informativo e orientativo per aspetti legati al contratto di lavoro libero-professionale.
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... AL FIN DELLA LICENZA,
io tocco! Guido Gay
io tocco!
I sacrifici dei carabinieri
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Non è un mestiere facile quello del carabiniere, alle prese con problemi di ordine pubblico, di lotta alla criminalità, di sorveglianza. Li si vede spesso, in televisione, impegnati in conflitti, pedinamenti, indagini, arresti di malviventi. Infaticabili, puntuali, preparati, professionalmente ineccepibili. Ma, ad osservarli in televisione, colpisce il loro abbigliamento: una divisa di panno scuro pesante in inverno e in estate, nei locali chiusi, per strada, in campagna. Bene per l’inverno, pesante in estate. Al punto da chiederci perché sottoporli a tale “penitenza” e non prevedere – per i mesi caldi – divise di cotone. Non solo divise pesanti, ma anche accessori incomprensibili. Cosa ci stanno a fare quegli speroni che ornano i loro stivali? Sta bene per il drappello dei carabinieri a cavallo, ma per tutti gli altri, trasportati in auto o camion, o impegnati a piedi, gli speroni non si capiscono. A meno che non si voglia assicurare, ai sottufficiali e agli ufficiali, il colpo di tacchi con il tintinnio degli speroni.
La precisione dell’Inps Un pensionato 84enne di Riccione ha ricevuto una raccomandata dalla sede romana dell’Inps che gli intima la restituzione di una somma percepita in eccesso per una distrazione dell’Istituto. La somma è di un centesimo che – dice la lettera dell’Inps – può anche essere restituito ratealmente. Si desumono due osservazioni. La
prima è la constatazione che l’Inps lavora con una straordinaria precisione da cui deriva la capacità di scoprire eventuali anche piccoli errori commessi nei conteggi. La seconda sottolinea la generosità dell’Istituto che – nella raccomandata – ammette che la restituzione possa avvenire anche in comode rate. Comode per modo di dire nel caso che la somma da restituire sia di un centesimo. O no?
Il cervello I moderni neurobiologi cognitivi ci insegnano che non ha più senso, ormai, dividere il cervello in parte destra (immaginazione) e parte sinistra (logica). Oggi gli scienziati impegnati nello studio del cervello ci rivelano che esiste invece un cervello alto e uno basso. Essi funzionano in quattro modi: dinamico, riflessivo, creativo ed elastico. Gli studiosi fanno degli esempi: dinamico (il leader), riflessivo (Dalai Lama), creativo (Tiger Woods), elastico (Elisabeth Taylor). E i dirigenti d’azienda? Si può trattare il gruppo come un’unica persona? Se sì, dove la collochiamo? Nel “dinamico” o nel “creativo”? O altro? Non lo sappiamo. Oppure non vogliamo comprometterci nel collocare il dirigente non nel “dinamico” del leader o nell’“elastico” dove risiede Elisabeth Taylor, ma nel “riflessivo” del Dalai Lama. Non ce lo vedo il dirigente con il Dalai Lama. Ma poi, chi è questo Dalai Lama?
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ASSOCIAZIONI S ERVIZI S ANITÀ CONTRATTO PREVIDENZAFORMAZIONE
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IN ARRIVO LA CARD 2014 La tessera associativa Manageritalia è molto più di una semplice card. È il tuo segno di appartenenza alla Federazione, nonché lo strumento ufficiale che ti consente di accedere ai numerosi servizi estesi a tutta la famiglia
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l kit che riceverai a casa contiene la card che ti dà accesso a numerosi servizi fruibili direttamente sul territorio attraverso la tua Associazione territoriale oppure online utilizzando codice Id e password all’interno delle aree riservate: My Manageritalia (www.manageritalia.it); Assidir (www.assidir.it), l’intermediario assicurativo che offre soluzioni per gli associati; Fondo Mario Negri (www.fondonegri.it), Fondo di previdenza integrativa; Youmanager (www.youmanager.it), programma per la valutazione e la certificazione del proprio profilo manageriale.
Prestazioni di assistenza Insieme alla card riceverai anche il cd con le condizioni di assicurazione del programma di prestazioni di assistenza Manageritalia; se invece lo hai già ricevuto negli scorsi anni non ne riceverai uno nuovo in quanto le condizioni già inviate non hanno subito modifiche o integrazioni. Qualora lo avessi smarrito, puoi contattare Assidir al numero 02202031 o scrivere a info@assidir.it. La documentazione contenuta nel cd è consultabile anche sul sito di Assidir (www.assidir.it).
Il QR code Grazie al QR code (quick response code) puoi collegarti in qualsiasi momento con il tuo smartphone o tablet abilitato a un mini sito mobile completo di informazioni legate all’utilizzo di tutti i servizi, sia quelli presenti online sia quelli erogati direttamente dalla tua Associazione territoriale, con cui puoi metterti subito in contatto telefonicamente o via email. Per la lettura del QR code è necessario scaricare l’apposita applicazione disponibile per il tuo device.
Card Manageritalia Il tuo segno di appartenenza, una chiave di accesso
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QUADRI
IL RAPPORTO DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO Tutele e condizioni specifiche previste dalla legge per il contratto a termine Mariella Colavito
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l rapporto di lavoro può essere a tempo indeterminato, come accade nella generalità dei casi, oppure può prevedere un termine, una scadenza. La disciplina del contratto a termine è contenuta nel decreto legislativo 368 del 2001, così come modificato dalle leggi 92 del 2012 e 99 del 2013. Prima della legge 92 l’apposizione del termine era possibile esclusivamente a fronte di esigenze tecniche, organizzative, produttive o sostitutive, pur se riferibili all’ordinaria attività del datore di lavoro. Anche se si trattava di quattro amplissime fattispecie, il datore di lavoro doveva sempre specificare quale, tra le molteplici cause, giustificasse l’apposizione del termine, non essendo sufficiente un semplice rinvio alle declaratorie contenute nella legge. Era necessario, infatti, che le ragioni avessero natura oggettiva e fossero verificabili da parte degli organi ispettivi o dal giudice.
Contratti a tempo senza causale Con la legge 92 è stata introdotta la possibilità di stipulare un primo contratto a tempo determinato senza specificare una delle causali previste dalla norma, purché di durata non superiore a 12 mesi. La proroga, non motivata, è ammissibile per una sola volta, sempre nel rispetto del limite massimo di 12 mesi. Per poter accedere a questo tipo di contratto, che può definirsi a-causale, è necessario
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che tra le parti stipulanti non sia intercorso un precedente rapporto di lavoro subordinato. I contratti collettivi, anche aziendali, possono derogare al tetto massimo di 12 mesi e prevedere altre ipotesi in cui è possibile stipulare contratti a termine privi di causale.
Una volta costituito il rapporto I quadri assunti con contratto a tempo determinato sono totalmente equiparati a tutti gli altri lavoratori assunti a tempo indeterminato, con lo stesso trattamento economico e normativo. Il principio di non discriminazione enunciato dal legislatore, infatti, riconosce loro ferie, permessi,
mensilità supplementari e ogni trattamento in vigore nell’azienda, in proporzione al periodo di lavoro e compatibilmente con la natura del rapporto a termine.
Il contratto a termine non a-causale Il contratto a termine (non a-causale) può essere prorogato in presenza di alcune condizioni tassative: il consenso del lavoratore; la durata iniziale del contratto non deve superare i 3 anni; la proroga non può intervenire più di una volta; deve riferirsi a ragioni oggettive e alla stessa attività per la quale è stato stipulato il primo contratto; la durata complessiva
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di livello aziendale, casi in cui gli intervalli minimi non si applicano. In ogni caso, la successione di contratti a termine tra le medesime parti contraenti per lo svolgimento di mansioni equivalenti non può superare i 36 mesi, comprensivi di proroghe e rinnovi. Il superamento del limite temporale, indipendentemente dai periodi di interruzione intervenuti tra un contratto e l’altro, comporta la trasformazione del contratto a termine in uno a tempo indeterminato.
Risoluzione anticipata del contratto
del rapporto, proroga compresa, non può superare i 3 anni. Può accadere che il rapporto di lavoro prosegua oltre il termine fissato inizialmente o già prorogato. Il superamento del termine è ammesso per 30 giorni, 50 se la durata iniziale del contratto era superiore a 6 mesi. Durante questo lasso di tempo il datore di lavoro dovrà corrispondere una maggiorazione del 20% per i primi dieci giorni, del 40% per i giorni successivi. Se il rapporto prosegue oltre il trentesimo giorno (il cinquantesimo per i contratti superiori ai sei mesi) il rapporto di lavoro si considererà a tempo indeterminato dalla scadenza dei predetti termini.
La possibilità di proseguire il rapporto, sempre nei limiti sopra indicati, è estesa anche ai contratti a termine acausali.
Rinnovi e intervalli minimi È consentita la successione di contratti a termine, ossia la riassunzione a termine del lavoratore, purché siano trascorsi almeno dieci giorni dalla scadenza del primo contratto (20 se la durata del contratto era superiore ai 6 mesi). Qualora non venga rispettato questo intervallo minimo, il secondo contratto dovrà considerarsi a tempo indeterminato. Le parti sociali possono individuare, attraverso accordi collettivi, anche
Sebbene il rapporto di lavoro abbia un termine, le parti possono recedere prima della scadenza. La risoluzione anticipata del contratto a tempo determinato può avvenire esclusivamente per giusta causa. Pertanto, sia il datore di lavoro che il quadro possono recedere dal contratto in qualsiasi momento solo nel caso in cui il rapporto fiduciario sia compromesso in modo irrimediabile, ossia per giusta causa. Al di fuori dell’ipotesi della giusta causa, il recesso anticipato del lavoratore comporta l’obbligo di risarcire il danno subito dall’imprenditore, il cui ammontare deve essere comunque provato dal datore di lavoro e stabilito dal giudice. Qualora sia l’imprenditore, invece, a risolvere senza giusta causa il rapporto, saranno dovute al quadro le retribuzioni cui avrebbe avuto diritto sino alla normale scadenza del termine.
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DIVERTIRSI IN SICUREZZA CON SCI NOPROBLEM
ASSIDIR
Per favorire la protezione degli associati, ecco una convenzione che consente uno sconto sulla polizza “Sci Noproblem” per assicurarsi dai rischi conseguenti alla pratica degli sport invernali
a stagione turistica invernale 2013-2014 è iniziata prestissimo, in alcune località addirittura a metà ottobre. Anche se quest’anno il calendario ci nega il cosiddetto “ponte dell’8 dicembre”, gli appassionati di sci hanno già pronte tutte le loro attrezzature per week-end, festività di fine anno e settimane bianche. Un mercato, quello del turismo in-
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vernale, che viene definito dagli addetti “Sistema montagna bianca Italia” e genererà, questo inverno, un fatturato complessivo pari a circa 9,4 miliardi di euro, comprensivi anche dei costi di viaggio per raggiungere le destinazioni di montagna. Un’informazione degna di nota è la ripartizione dei costi che i turisti della neve andranno a sostenere: il cosiddetto “Paniere di spesa delle va-
NOME GARANZIA
DESCRIZIONE
A) Assistenza sanitaria
Consulenza medica, informazioni sulla degenza, rientro dell’assicurato convalescente, rientro sanitario, viaggio di un familiare, autista a disposizione, accompagnamento dei minori.
B) Rimborso spese mediche, ospedaliere e farmaceutiche da infortunio
In caso di infortunio occorso durante la pratica, non a titolo professionale, dello sci, snowboard e/o del pattinaggio sul ghiaccio saranno rimborsate le spese sostenute sul posto, entro 15 giorni dall’infortunio, per cure di primo soccorso non rinviabili, fino a un massimale di € 5.000 per sinistro e durata della copertura.
C) Responsabilità civile dello sciatore
Copre l´assicurato per quanto sia tenuto a pagare, quale civilmente responsabile ai sensi di legge, a titolo di risarcimento (capitali, interessi e spese) per danni involontariamente cagionati a terzi per morte e lesioni personali in conseguenza di un fatto accidentale verificatosi proprio durante l´esercizio della pratica.
D) Indennità da ingessatura
Prevista a partire dal 16° giorno successivo all’infortunio, consiste in un´indennità di € 15 al giorno fino a un massimo di € 300.
E) Rimborso skipass, lezioni di sci e noleggio attrezzature sportive
Nel caso non sia possibile usufruirne a causa di un ricovero superiore a 3 giorni o per ingessatura.
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canze in montagna” nella stagione invernale 2013-2014 vedrà, all’incirca, quasi il 7% della spesa per il viaggio, il 33% per l’alloggio, il 21% per lo skipass, il 20% per scuole di sci e noleggio di attrezzature, un 19% per “altri costi”. Ciò che stupisce, scendendo in dettaglio nell’analisi della previsione degli “altri costi”, è che non compare la voce “assicurazioni”. Se è vero che lo sci, secondo uno studio sull’indice di rischio dei vari sport dell’Università di Salisburgo, non è tra i più pericolosi e si pone al settimo posto (con un indice “9”), è pur vero che le rilevazioni statistiche sugli incidenti sciistici evidenziano la probabilità di uno, due infortuni ogni mille giornate di sci. Un indice basso che si alza, però, quando si parla di “snowborder” e al quale si devono aggiungere anche i rischi di infortuni praticando altre discipline non agonistiche quali, ad esempio, il pattinaggio sul ghiaccio. Un caso a parte, che non viene evi-
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Messaggio pubblicitario, prima della sottoscrizione leggere il fascicolo informativo consultabile sul sito www.europassistance.it
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Scia tranquillo con tutta la famiglia, per l’assicurazione pagano solo i genitori La copertura dai rischi che è stata scelta da Assidir per proteggere gli associati Manageritalia dagli inconvenienti che possono rovinare una vacanza in montagna ha una caratteristica particolare, più che mai apprezzabile oggi, in un momento in cui tutti lamentano un continuo incremento dei costi di beni e servizi. Quando una famiglia va in vacanza sulla neve, si tratti di un week-end o di una settimana bianca, lo può fare stando tutti insieme oppure separatamente; quando i figli sono ormai ragazzi, ad esempio, è abbastanza facile che vadano anche da soli, insieme ai propri amici. Le occasioni di utilizzare una copertura crescono e il vantaggio di una formula come quella proposta è innegabile: assicurare tutto il nucleo familiare, genitori più fi-
gli (fino a quattro), costa esattamente come se si assicurassero i soli genitori. Assicurare tutta la famiglia per un anno intero costa circa il doppio che assicurarla per una sola settimana… e in più con uno sconto particolare. A titolo di esempio, coprirsi dai rischi per una settimana bianca nel mese di gennaio 2014 costa 22,50 euro per una persona o 54 euro per l’intera famiglia fino a sei persone mentre, per l’intero anno, dal 7 dicembre 2013 al 6 dicembre 2014, sono sufficienti 50,40 euro per una sola persona e 112,50 euro per l’intero nucleo familiare di massimo sei persone. Non è un “tre per due”, è un grande vantaggio esclusivo per gli associati Manageritalia!
Vai sul sito www.assidir.it clicca su Europ Assistance e fai un preventivo per la tua vacanza sulla neve: verificherai direttamente i vantaggi a te riservati! denziato nel dettaglio, è quello degli “incidenti” in cui, a causa di velocità eccessiva o affollamento delle piste, vengono coinvolti più di uno sciatore. Sciare è uno dei pochissimi sport di velocità in cui è lecito cadere senza traumi perché il fondo su cui si pratica lo consente; una buona parte degli sciatori infatti cade una o più volte al giorno senza alcuna conseguenza, mentre un ciclista non può permetterselo, pena dolorose e spesso disastrose conseguenze. Tuttavia, se consideriamo la tipologia degli infortuni, si scopre che quelli veramente gravi (fratture del capo, del tronco e della schiena, lesioni interne e del midollo) sono me-
no del 6% e la grande maggioranza sono semplici contusioni o lussazioni. Anche l’incidenza delle temute rotture dei legamenti del ginocchio è molto inferiore al 3% (pur essendo accorpata agli incidenti al menisco) e bisogna altresì considerare che gli infortuni traumatici dello sci sono potenzialmente disabilitanti solo per i sedentari o quasi sedentari. Ciò nonostante, le conseguenze di un infortunio sono sempre “fastidiose” e, oltre agli aspetti legati alla “salute”, si traducono nella perdita di quanto anticipato per skipass, lezioni di sci, noleggio di attrezzature sportive. Per non parlare, poi, del caso degli incidenti veri e propri in cui entra in gioco la responsabilità civile dello sciatore per danni involontariamente procurati a terzi mentre pratica questo tipo di sport.
Assicurarsi conviene Eppure, anche in questo caso, gli italiani sono “sottoassicurati” rispetto agli abitanti del resto d’Europa. Anche se il costo di un’assicurazione contro tutti i principali rischi legati al praticare gli sport invernali è minimo rispetto ai 932 euro della spesa
media per italiano per una settimana di vacanza in montagna, i nostri connazionali, forse per motivi scaramantici, sono restii a sottoscrivere un’assicurazione che garantisca loro le utilissime coperture del caso. Per favorire la protezione degli associati Manageritalia, Assidir ha messo a punto una convezione con Europ Assitance che consente loro uno sconto del 10% sulla polizza “Sci Noproblem” per assicurarsi dai rischi conseguenti alla pratica di sport invernali. Un associato Manageritalia, infatti, potrà garantirsi a condizioni particolari la copertura, o l’integrazione di altre coperture, per l’assistenza sanitaria e il rimborso di spese mediche, ospedaliere e farmaceutiche in conseguenza di un infortunio, la responsabilità civile dello sciatore, una diaria in caso di ingessatura, il rimborso skipass, lezioni di sci e noleggio di attrezzature sportive. Il tutto a un costo quasi irrisorio e a condizioni veramente particolari. Per sottoscrivere la polizza è sufficiente entrare nel sito www.assidir.it e, già in home page, accedere direttamente con un click alla preventivazione nel sito di Europ Assistance.
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Hanno collaborato a questo numero FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
I NOSTRI
BLOG
Alessandra Colonna è stata dirigente e membro di diverse associazioni imprenditoriali. Dal 2005 è founding e managing partner di Bridge Partners, società specializzata nell’alta formazione e consulenza manageriale per lo sviluppo delle capacità negoziali. (32) Claudia Corti è laureata in lettere, indirizzo moderno artistico, ed è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza. (61) glia e delle persone, esercita presso lo studio legale associato Ciriello-Cozzi. (53)
Lucia Giovannini è trainer di programmazione neurolinguistica e neurosemantica e fondatrice dell’Associazione BlessYou! che si occupa di sviluppo della consapevolezza personale e sociale. Autrice di numerosi libri e articoli, tiene corsi per privati e aziende in tutta Europa e in Asia e con le sue attività sostiene diversi progetti no profit. (58)
Oltre la crisi, per cogliere opportunità e sviluppo
Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale tlc dove si occupa di operatori virtuali. Cura anche la rubrica #letturexmanager sul blog crisiesviluppo.manageritalia.it. (63)
Giuseppe Minoia è presidente onorario di GfK Eurisko, società di indagini e studi sociali e di mercato. (44) Claudio Nutrito, dopo essere stato manager in varie aziende, svolge attualmente attività di consulenza aziendale e formazione. (56)
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Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolognese Gaudio (marketing@ rinaldi.biz). (60) Luca Varvelli è consulente e formatore. Pubblica con Il Sole 24 Ore e altri giornali sui temi del management e della leadership. Docente all’Università di Torino e in grandi scuole di management. Autore di testi di teatro, collabora con alcuni programmi televisivi. È partner del Cfmt. Laura Arman Varvelli è consulente e formatore. Collabora con Il Sole 24 Ore e altri giornali sui temi del management e della leadership. (26)
Giampietro Vecchiato è direttore clienti di P.R. Consulting, agenzia di relazioni pubbliche di Padova, e consigliere nazionale Ferpi, Federazione relazioni pubbliche italiana, con delega alla formazione. È autore di numerosi saggi sulla comunicazione. (20) pensioni.manageritalia.it
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FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
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Camilla Cozzi è avvocato, esperta di diritto della fami-
Arianna de Nittis, direttore responsabile della testata Mission - la rivista dei viaggi d’affari, edizioni Newsteca. (14)
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