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N. 3 MARZO 2015
LA RIVISTA DI MANAGERITALIA ECONOMIA IL FUTURO DELL’EURO LAVORO VOLTIAMO PAGINA
CURIOSITY MANAGEMENT
SEI CURIOSO?
ALLORA SEI INNOVATIVO
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)
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Editoriale a cura del presidente Manageritalia
L’IMPREVIDENZA CONTINUA I pensionati italiani non riescono a dormire sonni tranquilli. Su di loro grava sempre il sospetto di un nuovo contributo di solidarietà, la perequazione è bloccata da anni e adesso c’è la proposta del neo presidente dell’Inps di ricalcolare le pensioni “elevate” (ben 2mila euro lordi!) chiedendo un contributo di equità basato sulla differenza tra pensioni retributive percepite e le stesse pensioni ricalcolate con il sistema contributivo. Intanto diciamo subito che per noi, dirigenti del terziario, il ricalcolo non dovrebbe comportare una differenza cospicua, tenuto conto della crescente massa di contributi versati nel corso della vita attiva. Dobbiamo però sottolineare la demagogia di una proposta che rischia di generare inutili contrasti sociali – tra percettori di pensioni medio-alte e percettori di pensioni minime, tra giovani e anziani, tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi – facendo così diventare centrale il tema del “dove tagliare” anziché quello del “come alimentare la crescita”. Purtroppo buona parte dei grandi decisori politici preferisce guardare al proprio tornaconto sul breve periodo e, con la complicità dei media, fare in modo che l’opinione pubblica si focalizzi sul dito anziché sulla luna. Noi, come manager, abbiamo il dovere e la capacità di guardare alla luna e di trovare le soluzioni migliori per arrivarci. L’intenzione di aumentare il potere d’ac-
quisto dei redditi bassi (ovvero dei percettori di pensioni minime che non riescono ad arrivare a fine mese) è del tutto condivisibile. Il punto è che il fine non giustifica i mezzi. La realizzazione di questa intenzione non può e non deve far passare la legge del taglione ma dovrebbe stimolare un grande progetto condiviso per rilanciare l’economia dell’Italia e quella dell’Europa. Una grande sfida in cui coinvolgere lavoratori e disoccupati, giovani e anziani, guardando oltre l’orizzonte del proprio dito. Un orizzonte cui vorrebbero guardare anche i pensionandi, sempre più preoccupati per il futuro. Dall’inasprimento della tassazione sui rendimenti della previdenza complementare al provvedimento sul tfr in busta paga, sono state introdotte misure che, oltre a far salire l’imposizione fiscale, fanno passare un messaggio di incertezza sulla solidità del secondo pilastro, disincentivando chi vuol risparmiare oggi per avere una pensione adeguata domani. Ma non è finita qui. Il governo, nel disegno di legge sulla concorrenza nel settore dei servizi, vuole nuovamente mettere mano alla normativa sui fondi pensione e tutto questo non può che generare ulteriore incertezza. Come evidenziano i sondaggi, il 48% degli italiani pensa che non riuscirà mai ad andare in pensione, il 73% teme di averne una poco cospicua e la metà degli italiani ritiene che lo Stato non potrà soddisfare
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Parliamo di futuro sul blog
Partecipa alla discussione.
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tutti i fabbisogni pensionistici in futuro. Ben pochi, inoltre, sceglieranno di prendere il tfr con lo stipendio: solo il 6% dei lavoratori dichiara di volerlo da subito e solo l’11% di pensare all’opzione entro la fine dell’anno. Pensionati e pensionandi sono sempre più sfiduciati e continuano a pagare un prezzo molto alto a causa di scelte poco lungimiranti e inique. Ricordiamoci che la pensione è un diritto che si costruisce in decenni di versamenti, con l’ausilio di una stabilità normativa. Non vogliamo un Far west senza regole o, peggio, un sistema come l’attuale dove le regole variano continuamente. Dovremmo guardare al resto dell’Europa, dove si cerca di agevolare la strada del welfare mix, nella consapevolezza che i sistemi pubblici di protezione sociale – in primis quello pensionistico – sono destinati a ridimensionare la propria portata. Occorrono provvedimenti che facilitino la trasparenza del rapporto previdenziale, permettendo a tutti una conoscenza completa della propria posizione contributiva. Argomento, questo, condiviso dal governo e dall’attuale presidenza dell’Inps. Speriamo che si passi dalle parole ai fatti. Noi continueremo a farci sentire con le nostre proposte non solo sulla trasparenza ma anche sul rispetto delle regole, sull’introduzione di norme che eliminino questa assurda rigidità nell’accesso alla pensione, sulla soluzione del problema esodati, sulla fiscalità eccessiva che grava in particolare sui pensionati e lavoratori dipendenti. I tempi per nuove riforme, tuttavia, non sembrano maturi e il governo sarebbe intenzionato ad aspettare la prossima legge di stabilità. Le variabili da cui dipende la mes-
sa a punto di un sistema previdenziale che offre maggiori certezze dell’attuale sono quindi diverse: dal reperimento delle risorse economiche alla volontà della politica, dagli equilibri europei alla maturazione dei “tempi giusti”. Intanto continueremo a opporci, come abbiamo fatto finora, contro i provvedimenti iniqui del legislatore. Siamo per esempio in attesa di conoscere la decisione della Corte costituzionale in merito alla fondatezza dell’eccezione di legittimità costituzionale (sollevata da Manageritalia) della norma che ha stabilito, per gli anni 2012–2013, il blocco della perequazione sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo Inps. Se la sentenza della Corte non dovesse essere favorevole, valuteremo l’opportunità di adire la Corte di giustizia europea poiché siamo fermamente convinti delle nostre ragioni. A riprova della nostra voglia di andare contro questa austerità e miopia, anche mentale, abbiamo appena lanciato sul blog di Manageritalia una discussione sul nostro futuro da qui al 2025. Una discussione lungo quattro temi (1. Lavoro, formazione, occupazione; 2. Ambito personale, impegno civile; 3. Salute e previdenza; 4. Alcuni indicatori) con scenari e punti aperti per contribuire a gestire meglio ciò che accadrà nei prossimi dieci anni. Un confronto che conta sulla partecipazione di tutti i nostri associati e non solo e che servirà da spunto durante gli appuntamenti sul territorio organizzati dalle nostre 13 Associazioni in vista del Congresso nazionale del prossimo novembre. Guido Carella (guido.carella@manageritalia.it)
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Sommario Copertina 8 Un’esplosione di curiosità Attualità 18 Jobs act e mondo del lavoro Economia 20 Euro sull’orlo di una crisi di nervi
Iniziative Manageritalia 46 Fuoriclasse sulle nevi 50 XXVIII Torneo di tennis Dal 28 giugno al 5 luglio al Village Club Ti Blu, Marina di Pisticci (Mt)
RUBRICHE
Lavoro 24 Voltiamo pagina
16 Osservatorio legislativo
Eventi 28 Exportiamo l’Italia
54 Di buon grado
32 Non solo consumi
Associazioni territoriali 69 La Cina è più vicina Assidir 70 Legge di stabilità: vademecum fiscale Manageritalia 72 Cosa si può detrarre? 76 Indennità di disoccupazione
55 Arte 56 Lettere
Management 34 I nuovi paradigmi del manager
InfoMANAGER
58 …al fin della licenza, io tocco!
40 Sei un brand?
Cfmt 80 Accademia Sport&Management Incontro con Armin Zoeggeler
#Prioritalia 44 Leini cambia marcia
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LA RIVISTA DI MANAGERITALIA ECONOMIA IL FUTURO DELL’EURO LAVORO VOLTIAMO PAGINA
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato R
FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali
Fondo di previdenza Mario Negri
CFMT Centro di formazione management del terziario
Associazione Antonio Pastore
CURIOSITY MANAGEMENT
SEI CURIOSO?
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UN’ESPLOSIO DI CURIOSITÀ Curiosity management: competenza chiave per lo sviluppo del talento Thomas Bialas
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A FINE DEL TOP DOWN-MANAGEMENT segna anche la fine dell’innovazione calata dall’alto. Tutti devono essere innovativi e dunque curiosi. Ma come si diffonde un clima di stupore e meraviglia in azienda? Forse trasformando ogni singolo ufficio e angolo dell’impresa in una Wunderkammer permanente? Un passo indietro. L’amore per le curiosità scientifiche tipico dell’Illuminismo portò, presso l’aristocrazia e la borghesia più ispirata, alla diffusione (e ammirazione) dei cosiddetti gabinetti delle curiosità o meraviglie. Meravigliarsi per superarsi in nuove sfide. Un passo in avanti. L’era dello stupore va ripristinata, ne sono convinti per esempio Google e 3M, che hanno reintrodotto (ovviamente attualizzandoli) contesti da Wunderkammer in azienda. Frank Kohl-Boas, head of hr northwest, central & eastern Europe di Google, l’ha spiegato molto bene l’anno scorso durante il suo speech al 10° Petersberger Trainertage a Bonn. «I dipendenti Google possono e devono ispirare i loro colleghi per ciò che trovano affascinante, non importa cosa sia e non importa se non c’entra con il lavoro in senso stretto. Raccontare, dimostrare, scambiare e stimolare la curiosità per nuove conoscenze è una pratica che da noi viene incentivata e premiata». Stupore come (innovativo) furore. In 3M si attiva questo principio tramite la “giornata delle passioni”. Avendo capito che negli interessi personali spesso si “nasconde” il potenziale innovativo di ciascuno, l’azienda americana permette durante quel giorno ai dipendenti di presentare reciprocamente i loro hobby e le loro passioni. Questo favorisce non solo un senso di comunità, ma anche la scoperta di competenze ignote all’azienda. E se l’ignoto va scovato non ci vogliono i soliti noti ma manager curiosi di scoprire il futuro. È il caso di Hilde Cambier, una donna di 45 anni che alla Beiersdorf ricopre il suggestivo ruolo di vice president innovation & foresight. Guardare oltre come Alice nel paese delle meraviglie. Per guardare oltre bisogna talvolta abitare in luo-
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Sottovalutata come semplice qualità, la curiosità in realtà plasmerà l’economia del futuro
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Copertina ghi dove il fermento è di casa. Nella Sillicon Valley nessuna visione è troppo grande e nessuna idea è troppo strampalata. Stare un po’ lì a curiosare è già un buon inizio anche per le aziende che hanno sede altrove (per esempio nel vecchio continente). Il colosso Sap, per esempio, è presente a Palo Alto proprio a fianco di Hewlett Packard e Microsoft con una filiale di “contaminazione”. Secondo McKinsey sono però ancora troppo poche le aziende europee che respirano a pieni pol-
moni (essendoci) l’aria californiana della valle. Se proprio non vuoi partire almeno a casa tenta di stupire (te stesso e gli altri). Come? Intanto prendendo coscienza che l’impresa che basa le proprie previsioni e decisioni su puntuali ricerche di mercato e dati tangibili quando inizia la partita della disruptive innovation partecipa con le gambe e il cervello paralizzati. La pianificazione e il controllo devono diventare sperimentazione e osservazione. E ovviamente la curiosità va attivata. Vediamo come.
CURIOSITÀ EXTRAVERGINE uro e non manipolato da cattivi (additivi) pensieri. Ovvio che stiamo parlando dell’imprenditore curioso per antonomasia: Sir Richard Branson, il patron di Virgin Group. Vergine, appunto. Curioso non per sua ammissione ma per collettiva acclamazione. Spesso votato come “the most curious entrepreneur”, recentemente intervistato da Curiosity.com ha spiegato cosa lui pensa che lo distingua da altri imprenditori. «Credo di essere uno degli imprenditori più curiosi ancora in vita. La maggior parte degli imprenditori si specializza in un settore. Io semplicemente cerco sempre nuove vie. Per anni ho volato in America su enormi, orribili e sporchi aerei e la mia curiosità mi ha spinto a immaginare di meglio: mettiamo su Virgin America. Una volta qualcuno mi ha detto che l’80% delle specie marine non era ancora stata scoperta, beh, allora ho pensato: forse do-
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vremmo costruire un sommergibile per andare a esplorare. Oppure: sembra molto costoso volare nello spazio. Perché non creare la Virgin Galactic Airways per future astronavi da turismo. Il mio motto “Screw it just do it” è puro divertimento. A volte finiamo con la faccia per terra altre volte facciamo centro. Ma ogni volta imparo qualcosa di nuovo perché sono una persona curiosa».
Curiosità è novità Innovare significa, etimologicamente, far nuovo. Ma tutto ciò che il mondo digitale chiama innovazione lo è veramente? Cos’è oggi il progresso? Quello di cui l’uomo ha bisogno è già stato bello che inventato (vedere Belle Époque). Quello che vediamo oggi all’opera è pura decorazione e cosmesi o nella migliore delle ipotesi la velocizzazione dei processi. Inoltre, il termine innovazione è di per sé neutrale. Il nuovo può essere buono (nuovo rimedio contro una malattia) oppure cattivo (nuovi metodi di tortura). Curiosamente il termine emette un’aurea di purezza.
Curiosità è coraggio Curioso in tedesco si dice neugierig ed è composto da neu (nuovo) e gierig (goloso, avido). L’essenza della curiosità è dunque una bramosia o tensione verso l’innovazione (il nuovo, spesso ignoto). E qui veniamo al problema di molte organizzazioni. “Not invented here” è l’assurdo vanto delle aziende malate di neofobia (non poche), ovvero terrorizzate da ogni incombente cambiamento o novità. Va da sé che la curiosità è il miglior antidoto al veleno della routine e ai processi di standardizzazione.
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Curiosità è libertà
Curiosità è allucinazione
Niente innovazione senza creatività. Niente creatività senza curiosità. E niente curiosità senza libertà. È l’inizio di ogni pensiero e scoperta. Curioso che venga snobbata e confusa come una delle varie attitudini umane. Se nella passata era fordista manager e aziende potevano anche sopravvivere replicando in modo seriale processi e metodologie acquisite, nel mutevole e complesso presente non c’è futuro senza libertà di pensiero.
Cosa ci rende curiosi e come possiamo rendere curiosi collaboratori e team? La droga è una soluzione. Non quell’assunta (anche se può dare ottimi risultati, vedi The Beatles) ma quella prodotta dal nostro organismo quando è in un “curiosity trip” (avere in mente qualcosa di terribilmente nuovo). Già nel 2006 il neuroscienziato californiano Irving Biederman spiegò su American Scientist che le cellule nervose preposte a informazioni nuove e complesse di fatto producono nel corpo oppiacei. In definitiva il nuovo rende curiosi, l’esistente invece non ha lo stesso effetto. Le sostanze eccitanti che produciamo non si lasciano però riprodurre artificialmente. Peccato!
Curiosità è vista Occhio non vede, cuore non duole. È così? Oppure sarebbe meglio dire: occhio non vede, core (business) duole? “Hai visto che stanno per arrivare i nuovi assistenti vocali digitali per smartphone dotati di intelligenza artificiale?” “No, non li ho visti, sono troppo occupato a mandare avanti l’azienda.” Avanti o indietro? Vedere i cambiamenti in atto è oggi il minimo sindacale per ogni manager. Il quale poi dovrebbe circondarsi di collaboratori che girano per l’ufficio con gli occhi spalancati (wondering index).
Nell’odierna economia della conoscenza la curiosità diventa decisiva per ogni impresa. O, meglio, una competenza chiave
Curiosità è domanda Porre domande è la base per ogni ricercatore e scienziato. Porre domande è anche la base per coloro che scrivono secondo il noto diktat delle 5 W del giornalismo anglosassone (who, what, when, where, why). E i manager? Fanno domande e quali? Avete raggiunto il budget fissato non è una buona domanda. Meglio: perché dobbiamo fissare un budget? Alla base della curiosità c’è una domanda che è la madre di tutte le domande: perché? L’arte di porre domande (linguaggio osservazionale) è la base di ogni innovazione e scoperta (Einstein). Un’arte che, ahimé, non insegna nessuna business school.
Curiosità è quoziente Non esiste solo il quoziente d’intelligenza ma anche il quoziente di curiosità: ed è misurabile. Questo almeno è il parere di Patrick Mussel del dipartimento di Psicologia dell’università di Würzburg, il quale ha elaborato il Workrelated curiosity scale test. Certo, i test per misurare qualità umane sono sempre un’arma a doppio taglio e spesso sfociano nel ridicolo, ma è cosa buona prendere coscienza che è oggi una qualità determinante per il futuro dell’impresa, forse addirittura più della creatività.
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Copertina Curiosità è sintesi
Curiosità è vivere
Il futuro richiede sintetizzatori. Strumento musicale? No, strumento umano capace di suonare le poche note essenziali che vale la pena di udire per comprendere l’opera della complessità. Detto in modo meno metaforico: il collaboratore ideale del futuro è un camaleonte ibrido che collega conoscenze dai più svariati ambiti e discipline. Un po’ hacker, un po’ analista, un po’ filosofo, un po’ artista e un po’ consulente. La dote maggiore: curiosità abbinata a straordinaria capacità di sintesi estrema. Trovarli, assumerli e tenerli sarà la (difficile) sfida del futuro. Perché solo pochi hanno l’appeal dell’impresa nel paese delle meraviglie come Google (vedi gli uffici a Londra).
O meglio: sopravvivere ancora. Partiamo dal ciclo di vita di un’impresa. La durata media è di circa 70 anni: meno di una vita umana. Con l’aumento della pressione “dirompente” l’aspettativa di vita tenderà a diminuire drasticamente. Oggi le imprese innovative realizzano il 30% del fatturato con prodotti e servizi che hanno meno di tre anni. Facendo un po’ di calcoli, possiamo affermare che in relazione all’anno 2021 l’odierna azienda non esiste ancora. Quindi non si ha altra scelta che innovare di continuo per sopravvivere.
Se nella passata era fordista manager e aziende potevano anche sopravvivere replicando in modo seriale processi e metodologie acquisite, nel mutevole e complesso presente non c’è futuro senza curiosity management
Curiosità è personale Non inteso come inclinazione personale ma come personale da assumere. Meglio un collaboratore intelligente o curioso? Meglio entrambi. Contrariamente a quello che la società industriale ha sempre preteso – personale (fin nelle più alte sfere) bravo a replicare processi e metodologie ben definite – oggi il tema è: chi mi aiuta a cambiare? Le future domande di recruitment saranno: come si riconosce un collaboratore curioso? Come si può sostenere la sua curiosità in azienda e, soprattutto, come si rende l’azienda curiosa per i curiosi?
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Curiosità è Beta La diretta conseguenza del vivere (ancora) è vivere in un perenne stato di ebbrezza Beta. Come ci ricorda Wikipedia, la versione Beta è “una versione di un software non definitiva, ma già testata”. Oggi il Beta è quasi diventato un mood emotivo (sto sperimentando) e pratica aziendale (lancio sul mercato versioni di prova). Il nuovo manager in versione Beta è dunque sperimentale (nello stile), mutevole, aggiornabile in tempo reale e quando fallisce non si stupisce ma riparte subito con un nuovo progetto. Curioso.
Curiosità è leadership
Curiosità è incrocio
Qualcuno deve pur governare la curiosità e i curiosi reclutati in azienda. Il leader curioso non solo mette in discussione la propria posizione e il suo ruolo ma soprattutto bombarda se stesso e gli altri con domande scomode. Quello che facciamo ha ancora senso nell’immediato e lontano futuro? Nuovi business model potrebbero rendere la nostra attività superflua?
Chi è curioso non incrocia le dita ma l’innovazione. Oggi le migliori innovazioni trovano espressione oltre i confini settoriali, in una sorta di incrocio continuo con altre tendenze e modelli. Eccola dunque la cross-innovation: incrociare settori, esperienze, canali, talenti, culture, tendenze, funzioni, brevetti, competenze, target... per ibridare ogni processo della gestione aziendale. In una formula cara al mash up: innescare innovazione pescando da sorgenti multiple. Suona complicato? Solo se non si prova.
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Curiosità è spazio Ormai lo sanno anche i sassi. Gli angusti spazi lavorativi alla Fantozzi producono grigia ripetitività, gli ariosi spazi lavorativi alla Google producono colorata creatività (e nuovi business). È lì che le aziende accorte investono: da razionalizzare gli spazi (vecchio modello fordista) a rivitalizzare gli spazi (nuovo modello olistico). Anche perché ai migliori (soprattutto le nuove generazione di talenti) piace stare nei posti migliori dove si sta bene come a casa. Che poi siano spazi di co-working con però isole di isolamento è un dettaglio progettuale. Intanto, però, un’occhiata al progetto Brooklyn Boulders’ active collaborative workspace vale la pena di darlo.
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La tredicesima giornata del ciclo fmt.day è dedicata al curiosity management come nuovo paradigma chiave per plasmare l’economia del futuro. La curiosità è la città del possibile. Una nuova Belle Époque. Dove nessuna idea suona troppo strana e dove nessuna innovazione appare troppo audace. La complessità richiede curiosità. Non intesa come inclinazione o vocazione ma come prerequisito, metodo e stile manageriale per gestire imprese votate all’innovazione e all’evoluzione. Cosa rende un’impresa capace di nuove sfide? Quali sono le competenze del manager curioso? Come si reclutano collaboratori curiosi e come si gestisce un “curiosity team” che sperimenta nuovi approcci? La curiosità come futura competenza chiave e nuova scienza, dunque. Atterreremo sul pianeta di curiosity economy, curiosity recruiting, curiosity management, curiosity leadership e curiosity mindset. Parteciperà alla giornata un parterre di manager e giornalisti, con testimonianze d’impresa. L’evento riservato ai dirigenti associati è l’undicesimo fmt.day, nuovo format del Future Management Tools – piattaforma promossa da Cfmt per distillare e anticipare il futuro che ci attende – che esplora tematiche di frontiera in un contesto informale e collaborativo.
Per informazioni: www.cfmt.it Anna Scirea (ascirea@cfmt.it) 02 5406311
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Copertina Curiosità è favola L’hanno letto (credo) i creativi di tutte le età e professionalità e forse dovrebbero leggerlo anche i manager di tutte le “funzionalità”. Parliamo della “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari. Certo, si parla anche di molte tecniche per inventare favole ma le idee migliori non sono spesso proprio idee da favola? È poi la moltiplicazione delle ipotesi e le tecniche dell’invenzione sono oggi un patrimonio indispensabile non solo per gli artisti ma per ogni essere umano che voglia cavarsela nell’immaginato (ecco la necessità) futuro.
Curiosità è calore Alcune curiosità sono troppo fredde o freddamente calcolate e ciò produce i cosiddetti future bias (pregiudizi previsionali). Quando vidi dieci anni or sono al Cefriel del Politecnico di Milano la stanza domotica con tanto di frigorifero intelligente e connesso, dissi che era una stanza degli orrori ed errori del futuro. Tutti erano convinti, in primis i produttori, che il futuro apparteneva ai vari smart fridge. Così non è stato, per due motivi. Primo: in un’epoca in cui si è sempre meno in casa e si consumano sempre più pasti fuori, che senso ha un frigo che mi ordina il latte finito in una casa deserta? Secondo (più importante): la natura umana (anche biblica) è il libero arbitrio e ciò che esclude la nostra libertà di scelta non funziona mai come innovazione.
Curiosità è epoca Einstein disse una volta di se stesso: «Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso»
Curiosità è dubbio Il dubbio è alla base del socratico “sapere di non sapere” ed è forse la condizione mentale più nobile e tosta. Ecco un dubbio tosto: servono ancora i manager? Oggi la leadership aziendale produce meno privilegi e più incertezze. I mercati sono incalcolabili, la velocità dei cambiamenti toglie il respiro e i team non obbediscono ma pretendono spiegazioni e motivazioni. Come se non bastasse, nelle nuove organizzazioni innovative il comando viene messo quotidianamente in discussione. In un’epoca in cui le imprese sopravvivono solo se il personale è capace di pensare, progettare, rischiare e assumersi responsabilità, abbiamo ancora bisogno di qualcuno sopra di noi che dirige il gioco? I team di oggi non si governano meglio da sé? Il “sopra non abita più nessuno” è attualmente un tema teorico ma anche pratico: basta vedere come è organizzata la svedese Spotify o l’italiana Loccioni.
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Una bella epoca. Ah, ritornare ai fasti della Belle Époque. Mai periodo fu così prodigioso di esplorazioni, scoperte, invenzioni, spensieratezza, entusiasmo e, sì, curiosità equamente distribuita fra tutti gli individui. Quel mondo inondato di luci e colori dei caffè chantant, delle musiche inebrianti e allegre del primo Moulin Rouge ci inviano un chiaro messaggio: tornate alla fiduciosa vita brillante e leggera (non superficiale) perché la curiosità è soprattutto un luogo da abitare. 䡵
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OSSERVATORIO LEGISLATIVO
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a cura di Manageritalia
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DEFISCALIZZAZIONE DEGLI INCENTIVI ALL’ESODO n occasione di un convegno organizzato da Cida, “Innovare il Paese per una ripresa stabile”, l’on. Adriana Galgano di Scelta civica ha dato la propria disponibilità a presentare le nostre proposte a favore di iniziati-
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ve manageriali di partecipazione al capitale di pmi o di startup. Manageritalia ha predisposto un emendamento che prevede un incentivo fiscale per quei manager che ricevono un incentivo all’esodo e lo investono nel capi-
tale sociale di pmi esistenti o di nuove startup. Alla medesima proposta hanno dato la loro adesione deputati di altri gruppi parlamentari, per cui si potrebbe avere un sostegno trasversale.
DISEGNO DI LEGGE SULLA CONCORRENZA l consiglio dei ministri del 20 febbraio, su proposta del ministro per lo Sviluppo economico, on. Federica Guidi, ha approvato un disegno di legge che dà attuazione, per la prima volta, al p ro v v e d i m e n t o annuale sulla concorrenza previsto dalla legge, con l’obiettivo di stimolare la crescita economica frenata dalla scarsa concorrenza nel settore dei servizi. L’intento è rimuovere ostacoli regolatori all’apertura dei mercati, promuovere lo sviluppo della concorrenza e garantire la tutela dei consumatori, anche in applicazione dei principi del diritto dell’Unione europea. Le liberalizzazioni fanno crescere del 3,3% il pil in 5 anni secondo le stime del Fondo monetario
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internazionale, migliorano la credibilità del Paese e il suo rating e costituiscono un elemento importante nel giudizio della Commissione europea sulle riforme italiane. Nel disegno di legge si introducono modifiche su assicurazioni, comunicazioni, poste, energia elettrica, gas e carburanti, banche, farmacie e libere professioni. Tra le altre, la bozza del disegno di legge eliminerebbe la possibilità per i contratti collettivi di prevedere vincoli e condizioni relativamente alla quota di spettanza del datore di lavoro e introduce la piena facoltà per i lavoratori della “portabilità” dei propri contributi pensionistici. Ad essere rimosso sarà anche il vincolo, per il Fondo, di reperire sottoscrittori soltanto all’interno della categoria professionale di riferimento. Naturalmente, soprattutto riguardo a questa modifica della disciplina dei Fondi pensione, l’attenzione della Federazione è altissima. Manageritalia si opporrà a cambiare ancora una volta la normativa sulla previdenza complementare. Il disegno di legge è stato inviato alle Camere per il consueto iter parlamentare. ddl: http://bit.ly/1JPMHeQ
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RINVIATO ALLA CORTE COSTITUZIONALE IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ OLTRE I 90MILA EURO a Corte dei conti del Veneto ha rinviato alla consulta la norma della legge di stabilità del 2014 (legge 147/2013, comma 486) che prevedeva un prelievo contributivo, a titolo di solidarietà, sull’importo mensile lordo superiore a 14 volte il minimo Inps, ovvero di circa 90mila euro. Il prelievo, limitato al 2014-2016, era stato introdotto con alcune vincoli per evitare la censura costituzionale: aveva carattere di eccezionalità ed era stato concepito come una misura tutta “interna” al settore previdenziale perché doveva servire a concorrere al finanziamento delle salva-
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guardie degli esodati. Tali argomentazioni non hanno convinto la Corte dei conti, che ha sollevato dubbi sulla natura del contributo: potrebbe essere definito come “prelievo tributario”. Si attende ora la pronuncia della Corte costituzionale. Se quest’ultima accogliesse le ragioni della Corte dei conti, si prefigurerebbe un ulteriore deterrente per il governo a procedere a prelievi di solidarietà, visto che la Corte in questi anni si è pronunciata contro di esso in più occasioni. Pdf Corte dei conti http://bit.ly/1zK9Q8w
PER LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA l 25 febbraio il presidente di Manageritalia Guido Carella ha incontrato il sottosegretario al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, on. Benedetto Della Vedova, nell’ambito di una riunione propedeutica allo sviluppo di un programma di cooperazione transfrontaliera. Il progetto, nato su iniziativa di Manageritalia Torino, prevede di coinvolgere gli associati in una serie di missioni finalizzate ad avviare attività di consulenza manageriale con le imprese della regione di Vinnycja, nell’Ucraina centrale.
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UN CONFRONTO SULLA SITUAZIONE DEL SSN anageritalia e Cida hanno incontrato il 19 febbraio scorso l’on. Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Affari sociali della Camera, per un confronto sulla situazione del Sistema sanitario nazionale. Cida ha consegnato un documento su cui si sono riscontrate ampie convergenze da parte del presidente Vargiu, con particolare riferimento alla necessità di pervenire a una regia nazionale che uniformi i livelli di assistenza nelle diverse regioni. In particolare, Manageritalia ha sottolineato l’importanza del ruolo dei fondi sanitari integrativi chiedendo se ci fossero in cantiere novità soprattutto sul versante fiscale. Vargiu si è
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reso disponibile a presentare un emendamento che migliori il sistema della sanità integrativa.
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Attualità
JOBS ACT E MONDO DEL LAVORO Approvati, in via definitiva, i decreti attuativi relativi al contratto a tutele crescenti, agli ammortizzatori sociali e alla ricollocazione dei lavoratori disoccupati Carla Panizza
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l consiglio dei ministri dello scorso 20 febbraio ha approvato, in via definitiva, dopo una maratona parlamentare di quasi due mesi, e senza aver accolto il parere non vincolante delle Camere, i primi due decreti attuativi del Jobs act (varati il 24 dicembre 2014) relativi al contratto a tutele crescenti, agli ammortizzatori sociali e alla ricollocazione dei disoccupati. Riguardo a quest’ultimo, segnaliamo che, come chiesto a viva voce anche da Manageritalia, è stata estesa a tutti i disoccupati la platea dei beneficiari del contratto di ricollocazione, lo strumento disciplinato dal decreto legislativo di riordino
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della normativa in materia di ammortizzatori sociali che prevede l’erogazione di un voucher per il reimpiego del lavoratore disoccupato. L’Agenzia per il lavoro sarà pagata con il voucher solo a risultato ottenuto e non, come inizialmente previsto, in due tranche. Per il contratto di ricollocazione abbiamo chiesto investimenti maggiori, perché riteniamo del tutto insoddisfacente lo stanziamento di soli 50 milioni di euro per il 2015, e una maggiore integrazione tra il sistema pubblico e la bilateralità sulla base delle già positive esperienze dei fondi interprofessionali. Riguardo al decreto legislativo
sul contratto a tutele crescenti, vogliamo continuare a chiedere che venga sanata l’esclusione dei dirigenti dal campo di applicazione della nuova procedura di conciliazione facoltativa, considerato che l’obiettivo della norma di ridurre il contenzioso in materia di lavoro vale anche per questa categoria di lavoratori. Entrambi i decreti, di cui abbiamo parlato diffusamente nello scorso Dirigente, sono entrati in vigore il 7 marzo. Decreto legislativo n. 23/2015 su contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti http://bit.ly/1C1Zgjy Decreto legislativo n. 22/2015 su ammortizzatori sociali e ricollocazione dei lavoratori disoccupati http://bit.ly/183L3Fc
Il consiglio dei ministri, sempre il 20 febbraio, ha inoltre approvato in via preliminare altri due schemi di decreti legislativi in attuazione al Jobs act. Si tratta del decreto che contiene il testo organico semplificato delle tipologie contrattuali e la revisione della disciplina delle mansioni, nonché
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lo schema del decreto attinente a misure volte a tutelare la maternità delle lavoratrici e a favorire le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per la generalità dei lavoratori. Con riferimento al riordino delle tipologie contrattuali e alla revisione della disciplina delle mansioni, vengono confermate le seguenti tipologie contrattuali: contratto a tempo determinato; contratti di somministrazione; contratto intermittente o a chiamata; lavoro accessorio (voucher); apprendistato; part-time. Vengono invece superati i contratti di associazione in partecipazione con apporto di lavoro e il job sharing. A partire dall’entrata in vigore del decreto non potranno essere attivati i contratti di collaborazione a progetto, mentre quelli già in essere potranno proseguire fino alla loro naturale scadenza. In ogni caso, dal 1° gennaio 2016 si applicherà la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione che si realizzano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Per quanto attiene alla disciplina delle mansioni, in presenza di processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale e ne-
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gli altri casi individuati dai contratti collettivi, l’impresa potrà modificare le mansioni di un lavoratore fino a un livello, senza modificare il suo trattamento economico (salvo trattamenti accessori legati alla specifica modalità di svolgimento del lavoro). Viene inoltre prevista la possibilità di accordi individuali “in sede protetta” tra datore di lavoro e lavoratore che possano prevedere la modifica anche del livello di inquadramento e della retribuzione al fine della conservazione dell’occupazione, dell’acquisizione di una diversa professionalità o del miglioramento delle condizioni di vita. Schema di decreto legislativo sulle tipologie contrattuali e la revisione della disciplina delle mansioni http://bit.ly/1FYwscG
Lo schema del decreto sulla conciliazione contiene misure volte a sostenere le cure parentali e a tutelare la maternità delle lavoratrici recependo anche orientamenti dettati dalla Corte costituzionale. Tra le principali novità, il decreto prevede un’estensione massima dell’arco temporale di fruibilità del congedo parentale dagli attuali 8 anni di vita del bambino ai 12. Quello parzialmente retribuito, al 30%, viene portato dai 3 anni di età ai 6 anni, quello non retribuito dai 6 anni ai 12. Entrambi gli schemi di decreto do-
vranno essere sottoposti all’esame delle competenti Commissioni di Camera e Senato, prima dell’approvazione definitiva del consiglio dei ministri. Schema di decreto legislativo per la tutela della maternità e forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro http://bit.ly/1BYHNIm
Rimaniamo in attesa dell’ultima delega del Jobs act che dovrebbe riordinare la normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive e che dovrebbe disciplinare il funzionamento dell’Agenzia nazionale per il lavoro. I dettagli su come quest’ultima sarà organizzata sono ancora incerti e fumosi a causa di un nodo cruciale irrisolto che riguarda lo scontro di competenze tra Stato e Regioni. Infatti, un emendamento in Commissione affari costituzionali al disegno di legge di riforma della seconda parte della Costituzione, attualmente in discussione alla Camera, ha attribuito allo Stato competenze esclusive non solo sulla tutela e sicurezza del lavoro ma anche sulle politiche attive, modificando radicalmente l’attuale modello di governance delle politiche del lavoro. Lo Stato assume quindi una competenza diretta sulle politiche sia passive che attive, garantendo quell’integrazione tra le due componenti da molti anni al centro delle politiche del lavoro nella maggior parte dei paesi europei. 䡵
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EURO SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI Il futuro della moneta unica dopo il terremoto greco, tra problemi istituzionali, riforme tecniche e l’esigenza di un’unificazione fiscale Emilio Rossi
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L RECENTE RITORNO ALLA RIBALTA della crisi legata al debito della Grecia ha riaperto il dibattito sui limiti della costruzione dell’euro. Una soluzione duratura del “problema greco” richiede di tener conto di vari aspetti, tra cui le implicazioni per gli altri paesi dell’eurozona che presentano problemi di debito e la revisione delle regole e delle istituzioni alla base della moneta unica.
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Il “problema greco” è nel breve termine legato alla restituzione del debito in scadenza nei prossimi mesi (circa 12 miliardi di euro), mentre nel più lungo termine dipende dall’enorme debito contratto dalla Grecia nei confronti dei creditori esteri, 317 miliardi di euro (di cui circa 200 detenuti dai paesi dell’eurozona), ossia circa il 177% del pil greco. I paesi dell’eurozona hanno di fronte due alternative principali: mantenere un profilo di aiuti di breve durata (2-3 anni) per tenere sotto pressione le politiche del governo greco fino alla prossima crisi oppure trovare una soluzione più strutturale e duratura. Dato che la Grecia è sostanzialmen-
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te in bancarotta, questa seconda opzione non è perseguibile senza coinvolgere il meccanismo di funzionamento dell’euro. Parametri da rivedere All’inizio della costruzione dell’euro, per tenere insieme un gruppo di paesi molto eterogenei per struttura economica, progresso tecnologico e cultura, furono adottati solamente i parametri relativi al bilancio pubblico e all’inflazione. Ma questi parametri si sono rivelati del tutto inadeguati a fronte dei cambiamenti epocali degli ultimi quindici anni, e non a caso, visto che i parametri di Maastricht sono stati quantificati in un periodo in cui il ciclo economico sembrava avviato verso un sentiero di crescita continua nella maggior parte del mondo industrializzato. All’inizio degli anni Novanta era ragionevole attendersi un tasso di crescita annuo del pil reale dei paesi europei intorno al 3%, a fronte di un obiettivo di inflazione del 2%, e conseguentemente un pil nominale del 5%. Sulla base di queste assunzioni, il tetto del 3% nel rapporto deficit/pil e del 60% in quello debito/pil erano sicuramente appropriate. Qualora il ciclo economico avesse portato a scostamenti dagli obiettivi, sarebbero intervenute politiche fiscali dei governi e monetarie della Bce a riportare i valori sotto controllo. Oggi il contesto economico globa-
L’evento veramente epocale degli ultimi 15 anni è costituito dallo spostamento di risorse dai paesi avanzati a quelli emergenti, certamente inatteso nella sua dimensione
le ed europeo è molto diverso e i parametri di Maastricht appaiono più che ambiziosi. Nell’eurozona, in presenza di un calo di domanda e di un peggioramento delle condizioni di credito, molte imprese sono state costrette alla chiusura o a delocalizzare la produzione. Il numero di occupati si è ridotto significativamente, soprattutto nelle fasce giovanili, riducendo ulteriormente i consumi e creando condizioni di disagio sociale che rendono più complessa la gestione dei deficit pubblici. La concorrenza dei mercati emergenti Ma l’evento veramente epocale degli ultimi 15 anni è costituito dallo spostamento di risorse dai paesi avanzati a quelli emergenti, certamente inatteso nella sua dimensione. Questo fenomeno va salutato sicuramente con favore, dato che ha comportato l’uscita dalla povertà assoluta e il raggiungimento di condizioni di vita ra-
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Economia
Dal punto di vista istituzionale, la riforma più rilevante da implementare è l’unificazione della politica fiscale insieme alla politica monetaria
gionevoli per oltre un miliardo di abitanti del pianeta. La concorrenza proveniente dai mercati emergenti (anche dai paesi dell’Est europeo), inizialmente focalizzata sui prodotti a basso valore aggiun-
to, ha creato condizioni meno favorevoli nei paesi dell’eurozona per poter affrontare la crisi del 2008. Già negli anni precedenti la delocalizzazione aveva prodotto effetti significativi sull’occupazione e sulla crescita dei paesi dell’eurozona. Questo fenomeno non si è esaurito, visto che altri paesi in via di sviluppo sostituiranno quelli oggi emergenti. In altre parole, la struttura globale del sistema economico è cambiata e ai paesi dell’eurozona non resta che prenderne atto. Le ipotesi di crescita alla base dell’euro, quindi, non reggono più e i
parametri di finanza pubblica appaiono non adeguati nel lungo termine. Secondo previsioni effettuate da Oxford Economics, con prezzi del petrolio intorno ai 60 dollari e un tasso di cambio euro/dollaro sotto 1,1 (entrambe ipotesi realisticamente favorevoli all’eurozona), la crescita del pil reale prevista fino al 2025 è di circa 1,5% con un’inflazione all’1,3%, valori di poco sopra la metà di quelli pensati all’inizio degli anni Novanta. L’euro è ancora affidabile? La crisi greca potrebbe essere quindi il momento per avviare la rifles-
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sione su tutti gli aspetti che rendono l’euro una moneta meno affidabile di quanto potrebbe essere. Oltre alla valutazione numerica dei parametri (esercizio tecnico che sarebbe tutto sommato semplice rivedere), colmare altre lacune appare anche più cruciale per consentire all’euro di sopravvivere e prosperare. Tuttavia, questo richiederebbe una leadership politica che i leader attuali forse non hanno o che non sembrano disposti a mettere in campo, orientati come sono a mantenere i propri indici di gradimento presso il proprio elettorato. Alcuni passi importanti sono in realtà già stati fatti, basti ricordare la creazione dello European stability mechanism (atto a fornire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà) e l’avvio dell’unione bancaria, ma moltissimo resta da fare. Le principali lacune che richiederebbero interventi sono sia “tecniche” che istituzionali. Quelle “tecniche” sono quelle che forse potrebbero essere implementate più rapidamente, ma in realtà richiedono comunque correzioni nei trattati e cambiamenti istituzionali: l’emissione di bond europei, l’inclusione dell’occupazione nel mandato Bce, la trasformazione della Bce in prestatore di ultima istanza (ossia come garante delle obbligazioni emesse dai singoli stati). Entrambe queste riforme sono osteggiate dalla Germania e da altri paesi che le ritengono, giustamente, premature e a rischio di
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“moral hazard” da parte dei paesi meno attenti ai deficit di bilancio. Dal punto di vista istituzionale, la riforma più rilevante da implementare è l’unificazione della politica fiscale, vera architrave di una moneta unica, insieme alla politica monetaria. L’unificazione fiscale è osteggiata soprattutto dalla Francia, timorosa di cedere una porzione di sovranità all’Ue, ma rappresenterebbe un passo decisivo anche per l’implementazione delle suddette riforme “tecniche”. Il programma della Bce In questo contesto di debolezza politica e istituzionale dell’euro, la Bce di Mario Draghi ha intanto lanciato un programma di “Quantitative easing” (Qe) mirato all’ampliamento del bilancio della Bce stessa o, in altre parole, ad aumentare le attività della banca di almeno un trilione di euro in diciotto mesi. La scelta di una politica monetaria decisamente espansiva (al contrario di quanto effettuato tra il 2013 e il 2014) denota le
In questo contesto di debolezza politica e istituzionale dell’euro, la Bce di Mario Draghi ha intanto lanciato un programma di “Quantitative easing”mirato all’ampliamento del bilancio della Bce stessa
difficoltà di mantenere un percorso di crescita dei prezzi coerente con l’obiettivo del 2% annuo. Il risultato concreto di questa decisione sarà di abbassare i rendimenti anche delle obbligazioni a lungo termine, avviando l’euro verso un lungo periodo di indebolimento sui mercati internazionali, soprattutto nei confronti del dollaro. La soglia del cambio euro/dollaro 1 contro 1 potrebbe non essere lontana, a patto che gli Usa si avviino sulla rotta contraria di aumento dei loro tassi di interesse. 䡵
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VOLTIAMO PAGINA Grande riscontro per l’iniziativa di Manageritalia Produttività & Benessere, Cambia il lavoro. Ma all’entusiasmo dobbiamo dare ali e metodo facendo capire che serve un vero e proprio cambio di cultura per passare dalle parole ai fatti
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PARTITA CON UN’ACCOGLIENZA entusiasmante da parte di tanti manager associati l’iniziativa di Manageritalia Produttività & Benessere, Cambia il lavoro! lanciata con il numero di Dirigente di gennaio/febbraio. Un apprezzamento che cominciamo a riscontrare anche all’esterno (vedi l’opinione di Walter Passerini a pagina 27). Non siamo sorpresi, perché sappiamo quanto i manager soffrano di una situazione lavorativa che lascia pochi spazi per dare veramente il loro
Informati, scrivi la tua opinione, condividi esperienze e necessità 䡵 visita il sito e/o discuti sul blog http://crisiesviluppo.manageritalia.it/; 䡵 chiedi un incontro nella tua Associazione territoriale e/o presso la tua azienda con i manager tuoi colleghi responsabili del progetto sul territorio.
Enrico Pedretti
Passa all’azione 䡵 valuta i programmi Smart Welfare, InterAGEing e Un fiocco in azienda che possono direttamente o indirettamente essere utili per passare all’azione nella tua o in altre aziende.
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contributo a un cambiamento e a una nuova crescita. Siamo pochi, stretti tra appiattimento dell’organizzazione nelle multinazionali e scarsa delega in quelle padronali, tagli di costi, risorse ecc. Ma solo promuovendo e guidando il necessario cambio del mondo del lavoro potremo contribuire veramente a quel salto di qualità indispensabile per competere. E di certo se riusciremo a migliorare la produttività e il benessere di persone, aziende e sistema, valorizzeremo e creeremo spazi per una maggiore, vera e diffusa cultura, gestione e presenza manageriale in
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Italia. Per questo dobbiamo aver ben chiari due scopi.
Il primo è che la nostra iniziativa deve portare un cambio culturale che parta dall’organizzazione aziendale e dalla valorizzazione delle persone. Solo una gestione manageriale volta a lavorare per obiettivi, valorizzare il merito, promuovere la collaborazione e utilizzare il welfare quale retribuzione ed engagement non solo monetario può portare a sviluppare realmente produttività e benessere. Se non avviene questo cambio a 360°, l’inserimento spot di alcuni di questi aspetti o di pillole di welfare cambia poco.
Solo promuovendo e guidando il necessario cambio del mondo del lavoro potremo contribuire veramente a quel salto di qualità indispensabile per competere
ha bisogno di te DOVE INFORMARSI PER CAMBIARE www.manageritalia.it/iniziative_ed_eventi/Produttivita_e_benessere/ Manageritalia Ancona ancona.pb@manageritalia.it Manageritalia Bari bari.pb@manageritalia.it Manageritalia Bologna bologna.pb@manageritalia.it Manageritalia Firenze firenze.pb@manageritalia.it Manageritalia Genova genova.pb@manageritalia.it Manageritalia Milano milano.pb@manageritalia.it Manageritalia Napoli napoli.pb@manageritalia.it Manageritalia Palermo palermo.pb@manageritalia.it Manageritalia Roma roma.pb@manageritalia.it Manageritalia Torino torino.pb@manageritalia.it Manageritalia Trentino-Alto Adige trento.pb@manageritalia.it Manageritalia Trieste trieste.pb@manageritalia.it Manageritalia Veneto veneto.pb@manageritalia.it
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DICONO DEL LAVORO CHE VERRÀ, MA CHE È GIÀ QUA Special Report The future of work Accenture Outlook (2013, Number 3) Le implicazioni per i leader sono decisive: per sfruttare il potenziale delle tecnologie digitali non solo hanno bisogno di investire su nuove competenze e, in molti casi, di ripensare a come le organizzazioni sono gestite, ma devono comprendere e imparare a utilizzare queste nuove tecnologie affinché possano diventare effettivi sostenitori del cambiamento.
The future of work. A journey to 2022 - PwC (2014) «Le innovazioni dirompenti stanno creando nuove aziende e modelli di business, distruggendo quelli vecchi. Le nuove tecnologie, l’analisi dei dati e i social network stanno avendo un forte impatto su come le persone comunicano, collaborano e lavorano. Le generazioni si scontrano, le forze lavoro divengono variegate e le persone in generale lavorano più a lungo. I modelli di carriera tradizionali potrebbero essere presto archiviati. Molte delle regole e dei ruoli professionali di domani saranno quelli a cui non abbiamo ancora pensato». Michael Rendell - Head of human capital consulting - PwC
Due imprese che hanno già utilizzato con successo il programma Smart Welfare sviluppato insieme a Manageritalia Maria Cristina Mercatelli hr director di Integra Document Management
Rodolfo Pesati hr partner di PwC
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Il secondo è che la nostra iniziativa deve sfociare in azioni concrete e tangibili. Dobbiamo far sì che la nostra azienda (dove magari c’è già tanto, ma si può sempre fare di più) e tante altre passino veramente all’azione. Per questo abbiamo predisposto dei programmi (Smart Welfare, InterAGEing e Un fiocco in azienda) che possono da subito darti delle idee e/o diventare il primo passo per cominciare a cambiare le cose nella tua o in altre aziende, programmi che alcune imprese hanno già utilizzato con successo (vedi sotto la testimonianza di Idm e PwC).
Il tuo contributo è fondamentale, aiutaci a dare slancio e diffusione a questa iniziativa. Solo così cambieremo davvero il lavoro.
Che tipo di benefici avete riscontrato in azienda grazie al nostro progetto? M.C. Mercatelli «Uno dei benefici più rilevanti è stato quello di migliorare il processo della comunicazione in azienda in termini di strumenti, tempistiche e modalità. Inoltre, l’aver individuato e formato un team di referenti del benessere in azienda ha facilitato l’iter per la realizzazione di iniziative ed è stato un forte volano per la cultura del benessere in azienda». R. Pesati «I benefici dell’avvio del progetto hanno determinato per PwC il continuo riconoscimento della centralità delle risorse per l’organizzazione. I nostri collaboratori hanno acquisito maggiore consapevolezza dell’impegno profuso per favorire un maggiore bilanciamento dell’attività lavorativa con la vita privata».
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L’OPINIONE Walter Passerini giornalista ed esperto di lavoro Cosa dovrebbe cambiare nel mondo del lavoro in Italia oggi per andare verso maggiore produttività e benessere di aziende e lavoratori? «È necessario dare maggiore valore al lavoro, sia sul piano culturale e delle identità sia sul piano organizzativo. La finanza deve lasciare il posto all’economia reale. I cambiamenti radicali sono: la pressione che viene dai paesi emergenti, il passaggio da lavoro dipendente a lavoro intraprendente, la necessità di riconoscere e premiare i più creativi e gli innovatori. Dal punto di vista contrattuale, il peso dei contratti nazionali (che comunque devono essere mantenuti) si integrerà con un rilancio della contratta-
zione di secondo livello, aziendale e territoriale». Chi dovrebbe farsi carico maggiormente di porre le premesse per questo cambiamento? «I sindacati e i vertici delle imprese, che dovranno dimostrare sempre di più di essere classe dirigente più che puri soggetti di rappresentanza di una parte del mondo del lavoro. È tutta l’organizzazione delle imprese che dovrà cambiare, dando spazio a nuove relazioni industriali e sindacali, di taglio più cooperativo che conflittuale. La condivisione e la partecipazione saranno due parole chiave finalmente ricche di contenuti e non solo esercitazioni verbali». Cosa pensa dell’iniziativa di Manageritalia? «Ho sempre apprezzato l’azione
Come è stato accolto dai vostri dipendenti? M.C. Mercatelli «In Idm esistevano già alcune iniziative di benessere; i collaboratori hanno accolto con interesse e curiosità il nuovo progetto, in particolare la fase di rilevazione e analisi delle esigenze, rispondendo al questionario a loro erogato». R. Pesati «Possiamo confermare, attraverso l’analisi delle informazioni emerse dalle survey, il percepito in azienda e i dati relativi alla fruizione delle iniziative avviate, che la partecipazione e l’apprezzamento sono ampiamente diffusi da parte di tutti i nostri collaboratori». Che feedback vi aspettate nel medio-lungo periodo in termini di produttività e benessere per azienda e dipendenti? M.C. Mercatelli «L’obiettivo principale è quello di far sì che lo svi-
di Manageritalia, che si è sempre rivelata dinamica e propositiva, senza correre troppo il rischio di diventare un’organizzazione ingessata e burocratica. È la flessibilità organizzativa e la produzione di idee e di nuove tematiche che dovrà caratterizzare il futuro, con l’accompagnamento di investimenti mediatici, di ascolto (pull) e di rilancio (push). Merito, collaborazione e welfare saranno tre cardini importanti su cui lavorare, insieme alla gestione attenta delle diversità e alla diffusione di una cultura dell’intraprendenza e dell’imprenditorialità».
luppo di azioni rivolte al benessere in azienda diventino parte integrante delle attività “del quotidiano”, rendendo la valorizzazione delle risorse un fattore determinante per l’organizzazione. Ci aspettiamo di avere colleghi sempre più motivati e coinvolti nel partecipare alla crescita dell’azienda partendo dal loro benessere individuale». R. Pesati «Nel medio-lungo periodo la nostra organizzazione si aspetta di riuscire a mantenere adeguati livelli di produttività delle risorse nel perseguire gli obiettivi aziendali e, allo stesso tempo, di realizzare un clima lavorativo estremamente sereno e favorevole. Questo obiettivo vorremmo fosse riconosciuto anche da tutti i giovani che in futuro vorranno intraprendere un’esperienza in PwC».
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EXPORTIAMO L’ITALIA Servono in campo idee, persone e una buona sinergia tra le aziende per cogliere le numerose opportunità che questa esposizione universale ci fornirà Emilio Rossi
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ANCANO ORMAI POCHI GIORNI all’apertura dell’Expo e, nonostante tutto, pare che ce la faremo e alla grande. Si cominciano a vedere alcuni segnali inequivocabili: compaiono le prime ricerche di personale in vista dei giorni dell’Expo, tutte le location sono piene e si promuovono già i primi appuntamenti. Come confermato anche da un’indagine che AstraRicerche ha sviluppato per Manageritalia a fine 2012, su un campione rappresentativo di italiani, quello che ancora manca è coinvolgere veramente tutti per cogliere appieno, e su tutto il territorio, i vantaggi che un appuntamento globale come questo deve portarci. Si parla di oltre 20 milioni di visitatori, oltre 25 miliardi di indotto sviluppato dalla manifestazione nel periodo 2012-2020 e tanto altro ancora. Ma perché questo accada davvero dobbiamo fare tutti la nostra parte. Il ruolo dei manager A questo proposito, come emerso con forza dall’indagine, per più dei due terzi degli intervistati i manager nelle loro aziende e la loro organizzazione di rappresentanza hanno sicuramente un ruolo portante. Infatti, se è indubbio che l’Expo 2015 è una grande occasione per tutti, è altrettanto certo che lo sarà, parlando di singoli, soprattutto per chi lo saprà cogliere al meglio. Oltre ai settori che più hanno beneficiato e/o beneficeranno dell’evento (costruzioni, turismo, food, servizi alle imprese ecc.), è chiaro che in quei sei mesi la zona dell’Expo, ma anche tutta Milano e a cascata, con ricadute inversamente proporzionali alla distanza e all’interesse, tutta l’Italia, potranno trarre vantaggio da un flusso e una permanenza di visitatori stranieri e non che si concentreranno in alcune aree, dove potranno essere intercettate e colpite con comunicazione e altre azioni volte a promuovere e vendere tutto quanto a più a che fare con l’Expo, con il made in Italy più in generale. Starà alla bravura delle imprese e delle organizzazioni sfruttare que-
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sti flussi per promuovere nell’immediato e per il futuro la propria offerta. In termini di maggiore occupazione, saranno i professionisti di quei settori i più toccati, ma non c’è dubbio che chiunque voglia cogliere l’opportunità deve mettere in campo idee e persone e soprattutto una valida organizzazione e gestione. Non secondario l’aspetto di fare sinergia con altre imprese dello stesso settore e/o bacino geografico per massimizzare l’azione e condividere costi e azioni. Le figure manageriali più richieste A livello manageriale, ci sarà bisogno soprattutto di manager capaci di progettare e gestire eventi, generare e gestire flussi turistici, promuovere ogni prodotto e/o servizio che possano avere coerenza con chi si muove per visitare l’Expo. Come emerge da una specifica in-
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dagine di Manageritalia del 2014, a livello turistico, ma non solo, potrebbero trovare spazio figure quali customer relationship manager, web analyst, demand innovation, website coordinator, travel designer, strategic partnership manager, community manager, event developer. L’opportunità di fare sinergia tra territori e imprese potrebbe vedere in campo manager di rete o simili. Sarà poi tutto il mondo della comunicazione e del marketing ad essere protagonista, sperando che da questo appuntamento parta una vera digitalizzazione del Paese e dell’offerta delle aziende. Infatti, sperando di attrarre in qualsiasi modo l’attenzione dei visitatori, questi andranno catturati e identificati per formulare offerte personalizzate attraverso un’ottimale gestione dei loro dati. Quindi anche qui, e forse soprattutto qui, avremo un problema di big data, dalla incamerazione, gestione e
utilizzo degli stessi alla gestione vera e propria dei grandi numeri che dovrebbero interessare tutti o tanti. Insomma, in un paese fatto di piccole imprese e territori come l’Italia, poco usi al dialogo, mai come in questi frangenti l’unione, la gestione sinergica in termini strategici e operativi di alcuni aspetti farà la forza. Allora c’è bisogno soprattutto di managerialità, sempre sperando che il messaggio passi e che le imprese lo capiscano.
Sarà tutto il mondo della comunicazione e del marketing ad essere protagonista, sperando che da questo appuntamento parta una vera digitalizzazione del Paese e dell’offerta delle aziende
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E NOI? Manageritalia sta lavorando da tempo a questo appuntamento con azioni che la Federazione e le Associazioni territoriali hanno in cantiere. Iniziative dentro e fuori l’Expo che spaziano in vari ambiti e campi, ma sempre legate alla managerialità e al tema della manifestazione. Vediamone alcune
Monza: manager a supporto È in corso da parte di Manageritalia Milano un importante affiancamento al Comune di Monza in vista dell’Expo per valorizzare i territori di Monza e Brianza. Un gruppo di volontari, nell’ambito del progetto “1.000 manager per 100 progetti” nato all’interno di #Prioritalia, sta sviluppando con la struttura del Comune delle attività volte a comunicare e promuovere il territorio brianzolo.
Il cibo che non c’è L’abbondanza e le nuove povertà Un convegno organizzato da Manageritalia Milano sul tema inerente al cibo, “Per chi non ce l’ha: i nuovi poveri”, coloro che faticano ad arrivare alla fine del mese e che ricorrono a quelle meravigliose istituzioni che li aiutano per un pasto caldo. Quali sono i nuovi problemi emergenti per questa società? Porteremo testimonianze di azioni importanti fatte per affrontare questi problemi. Daremo inoltre risposte concrete e tangibili a questa domanda sulla nutrizione. Il convegno è previsto nella prima metà di maggio 2015.
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FOOD4MINDS Un convegno, organizzato dal Gruppo Donne Manager di Manageritalia Milano, per parlare sì di cibo – come è giusto fare durante l’Expo che ha come tema Nutrire il pianeta - Energia per la vita – ma è altrettanto importante pensare al nutrimento per la mente. Formazione e cultura sono oggi fattori determinanti per i paesi poveri, per riscattarsi, e per quelli avanzati, per continuare a crescere a livello economico e sociale. Si partirà da una panoramica a livello globale sull’interrelazione tra istruzione, formazione, cultura e sviluppo, per mettere in luce i gap e le azioni da fare perché l’Italia torni a crescere e primeggiare. Un impegno per i manager e un impegno dei manager a livello economico e sociale. Il convegno è previsto a ottobre 2015.
QB Manager: una nuova figura professionale Il progetto di Manageritalia Roma sarà presentato all’interno di Expo negli spazi della Fondazione Cascina Triulza, che gestirà il Padiglione del terzo settore. Il QB Manager è un professionista che, dopo uno specifico percorso formativo, denominato QB Lab, ha le conoscenze per affrontare il tema della sostenibilità in maniera organica operando sia sulla struttura aziendale sia sul contesto. Il primo QB Lab è previsto nella prima metà di aprile 2015 e il settore alberghiero è stato individuato come quello più confacente al tema di Expo 2015, considerando che la sostenibilità, oltre a rappresentare un’assicurazione per le generazioni future, rappresenta un vero e proprio brand. Si terranno quattro incontri all’interno del Padiglione Cascina Triulza. I primi due nei giorni 15 maggio e 25 giugno.
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NON SOLO CONSUMI Cosimo Finzi quando si vede un segno “+”, lontanissimi dai valori di 5 o 10 anni fa. Nielsen dice che tra i principali paesi europei l’Italia è quello in cui i cittadini dichiarano massimamente di aver cambiato abitudini di acquisto riducendo le spese complessive (72%), superando Francia (61%), Uk (58%) e, di molto, Germania (33%); solo la Spagna mostra un dato di poco peggiore (75%).
consumi
Gli acquisti nel 2015
E-COMMERCE: crescono gli acquisti
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AstraRicerche è stata fondata nel 1983 da Enrico Finzi. Si occupa di ricerche di marketing e sociali per clienti appartenenti a molti settori merceologici, utilizzando molteplici metodologie d’indagine. Si caratterizza per una struttura snella e flessibile, improntata alla qualità e all’innovazione, e affianca al servizio di ricerca la consulenza di marketing e di comunicazione a clienti – imprese nazionali e multinazionali – di tutte le dimensioni. Collabora con Manageritalia con indagini e analisi di dati che spesso mirano a sintetizzare fenomeni complessi o a far emergere informazioni latenti.
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“Timidi segnali”, “moderato ottimismo”, “finalmente il segno +”. Sono queste le espressioni che vengono usate per indicare la ripresa dei consumi interni (presunta attuale o anche solo prevista a breve). La realtà è che i segni positivi non sempre manifestano un vero ritorno al consumo: non pochi analisti vedono un effetto “rimbalzo” nel manifestarsi di alcuni acquisti (ad esempio, l’aumento delle vendite di autovetture potrebbe essere solo l’effetto della non più possibile procrastinabilità di tale acquisto, dopo anni di rinvii), e i dati sui consumi alimentari (con l’esclusione di rilevanti nicchie: alto livello, bio, free-from…), di prodotti per la salute (in farmacia in particolare), ma anche di abbigliamento/calzature, di mobili e di elettrodomestici restano in decrescita (anche a due cifre) e comunque, anche
E per il futuro? Il Rapporto Coop di fine 2014 getta una luce positiva sugli acquisti 2015 (tranne che per alimentari e abbigliamento), ma sono previsioni su cui non tutti scommetterebbero in questo momento: troppo elevato il tasso di disoccupazione (e debole l’inversione di tendenza, sempre che si confermi), piatta la dinamica dei salari, non certo rimpinguati i depositi liquidi degli italiani per poter avere certezze in merito. Un’eccezione, rilevante e ormai permanente, c’è: l’e-commerce. I risultati del 2014 sono stati sicuramente positivi (sempre secondo Coop +30% nella stagione natalizia) e le prospettive sono ottime (triplicazione in 5 anni). Il cambiamento delle abitudini di acquisto online degli italiani è mostrato da una recente ricerca di AstraRicerche: più dei due terzi dei navigatori almeno una volta al mese affermano di aver effettuato acquisti online nell’ultimo anno ma, soprattutto, danno una maggiore rilevanza rispetto al passato a internet come canale per ottenere informazioni prima dell’acquisto e per effettuare una parte crescente dei propri acquisti. Andando più nel dettaglio, più di un acquirente su due (56%) osserva il prodotto in un punto vendita e poi lo va a cercare online, per decidere – essenzialmente in base al prezzo, che è il driver principale nel 90% di questi casi, seguito dai tempi di consegna
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in caso di acquisto online – come acquistarlo. È un comportamento più femminile che maschile e presente soprattutto fino ai 40 anni.
Più prodotti online D’altra parte sono sempre di più i prodotti che i consumatori trovano anche online: per il 37% degli intervistati nel 2014 è stato possibile acquistare specifici prodotti o marche che non erano disponibili fino all’anno precedente. Certo, internet offre prodotti che non si troverebbero facilmente in negozi “fisici” (lo pensa quasi la metà degli e-buyer): questo è particolarmente avvertito da chi abita in piccoli comuni e nelle regioni meridionali; ma il fenomeno più interessante è il duale: online si trova (quasi) tutto quello che si può trovare nei canali tradizionali (a ben vedere è questo il punto che può far crescere l’e-commerce presso i non user e gli scettici). E questo allargamento dell’offerta di vendita online ne facilita la crescita degli acquisti. Un buon esempio è costituito dal moltiplicarsi delle etichette di vino reperibili su internet: non a caso crescono gli acquirenti, gli acquisti, il valore medio, la varietà di prodotti enologici acquistati.
Come aumentare gli acquisti? Eppure non basta: i valori dell’e-commerce sono in forte crescita, ma la differenza con altri paesi europei è ancora rilevante. Quali sono i cambiamenti che possono favorire la crescita ulteriore dell’ecommerce? Sono essenzialmente tre. Da una parte l’ampliamento del numero di utenti internet in Italia o, più precisamente, di coloro che utilizzano davvero il web (non in modo sporadico, con difficoltà di utilizzo e senza interesse al mezzo). Non dobbiamo dimenticare che l’informatizzazione della popolazione (soprattutto tardo-
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adulta e anziana) è solamente parziale. Ma non basta e non basterà avere navigatori: serve anche che provino gli acquisti online: come detto, un terzo degli attuali utenti della rete non ha effettuato alcun acquisto nell’ultimo anno (in verità il dato reale è inferiore a quanto qui indicato: non è irrilevante la parte di acquirenti sporadici che considerano proprio un acquisto in realtà effettuato da altri in famiglia, allargando così la parte di coloro che affermano di avere fatto acquisti online negli ultimi 12 mesi). È possibile attivarsi su questa parte di navigatori ma non e-buyer. Ancor più rilevante è quello che si potrà fare per aumentare la frequenza di acquisto online da parte di quei consumatori che comprano su internet ma solo poche volte all’anno (un acquirente online su due non fa acquisti una volta al mese): l’ulteriore accelerazione dell’e-commerce si avrà se l’acquisto online diventerà un’abitudine, una regola (o quasi) per un’amplissima fetta degli italiani. Ci sono i presupposti? Se studiamo le valutazioni che vengono date da chi ha esperienza recente di acquisto online, possiamo certamente affermare di sì: gli acquisti online sono considerati semplici da effettuare, con poche difficoltà tecniche, con la quasi assenza di errori/malfunzionamenti in fase di acquisto (siti che si bloccano, transazioni interrotte ecc.), caratterizzati da un’offerta ampia e diversificata (in grado di dare soddisfazione anche al consumatore più esigente, alle “nicchie”, ai cittadini, alla ricerca di prodotti introvabili) e persino piacevoli, divertenti.
I principali driver di acquisto online Il driver principale di apprezzamento degli acquisti online è quello del prezzo: la quasi totalità degli acquirenti è convinta
di risparmiare rispetto ai corrispondenti acquisti offline (sia che si tratti di prezzi pieni che di vere e proprie offerte scontate). La possibilità di risparmio percepita dal consumatore è doppia: si trovano – in generale – prezzi migliori rispetto ai canali tradizionali, e c’è un’agguerrita concorrenza online per cui (spesso, anche grazie a venditori non italiani, ma non sempre) lo stesso prodotto è offerto a prezzi sensibilmente differenti da più venditori online. E i comparatori di prezzi o i marketplace “alla Amazon” rendono il confronto immediato, anzi, parte naturale del processo di acquisto. Ma il prezzo è il primo driver, non l’unico come abbiamo accennato, ed è rilevante porre l’attenzione sulla “consulenza” offerta online. Infatti, cresce la possibilità di ottenere informazioni sul prodotto che si intende acquistare: non solo le schede informative, ma anche i tutorial d’uso (direttamente forniti dal venditore online, dal produttore o comunque disponibili in rete grazie a user generated content) e – avvicinando molto il mondo online a quello fisico – la possibilità di porre domande e avere risposte personalizzate (tramite email, chat e videochat).
E i mezzi di pagamento? Il preferito è PayPal, seguito dalla carta prepagata, mentre la carta di credito tradizionale è molto indietro, così come il pagamento alla consegna. Il punto, allora, è diffondere ulteriormente l’apprezzamento per i sistemi di pagamento che il consumatore ritiene più sicuri (non tanto come sicurezza attiva, cioè l’evitare frodi, quanto come passiva, cioè il limitare i danni alla massima spesa consentita da quello strumento di pagamento: ad esempio, il valore ricaricato nel caso delle carte di credito non appoggiate direttamente su conto corrente).
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I NUOVI PARADIGMI DEL MANAGER Le nuove responsabilità del leader nel mondo del lavoro che cambia: dalla gestione del tempo alla gestione del significato Luca Stefano Vanni Villani
Dedicato a Guido Gay, grande presidente Manageritalia, e a mio padre Lido Vanni, consigliere Fendac e collaboratore storico della rivista Dirigente. Insieme, alcuni decenni fa, hanno previsto buona parte degli scenari sociali in cui oggi guidiamo le nostre persone e ci hanno dato gli strumenti culturali per essere all’altezza delle sfide che oggi affrontiamo. Grazie.
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L MANAGER È SEMPRE più chiesto di essere (e giustamente) leader nella guida del cambiamento sociale e dell’evoluzione del rapporto fra uomo, lavoro e società civile. Tutto ciò nonostante un’agenda incasinata, le email che bippano a tutte le ore sul cellulare, le telefonate al mattino presto o alla sera tardi con est e ovest del mondo. E la vita che scorre intorno a te... familiari, amici vicini e lontani in contatto attraverso Facebook, social/business contact su LinkedIn: una rete di contatti attivi e flussi di informazioni decuplicata solo rispetto a dieci, quindici anni fa. Questo mi introduce a uno dei temi di grande cambiamento per il management e della vita del futuro: la velocità e la destrutturazione del tempo di lavoro; insieme ai temi della diversità del significato e della responsabilità sono gli argomenti su cui vorrei soffermarmi.
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Velocità e destrutturazione Sfuggiamo al preconcetto che per fare le cose giuste ci vuole tempo; molte volte è vero, altre volte è una scusa per cercare di frenare la velocità del cambiamento, rimanere nella zona di conforto e avere tempo di verificare con il nostro network che la cosa che abbiamo in mente è giusta e accettabile, per sentirci meno esposti al rischio del giudizio o del fallimento. Dobbiamo accettare di avere meno tempo di preparazione per esporci, agire, decidere. Non siamo stati educati per questo, fino a poco tempo fa. Non è facile cambiare questa attitudine senza entrare in ansia o disequilibrio psicologico. Questa è la prima grande sfida dei quarantenni/cinquantenni e oltre nel gestire la propria vita e le posizioni di responsabilità. Occorre accettare un tasso di errore delle proprie decisioni molto più alto che in passato e compensare con armi di flessibilità mentale e organizzativa per reagire più velocemente a feedback negativi. La velocità dell’agire economico moderno non può essere incasellata nel classico orario di lavoro; la dicotomia tempo privato/tempo di lavoro non esiste più. Si lavora, si vive e si cresce quasi contemporaneamente in ogni momento della nostra vita.
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La velocità dell’agire economico moderno non può essere incasellata nel classico orario di lavoro; la dicotomia tempo privato/tempo di lavoro non esiste più
Sembra poca cosa, ma non lo è, in un mondo cresciuto nel mito che organizzando delle buone procedure e rispettandole si sarebbe gestito bene l’azienda, la vita e il mondo. Che “concentrandosi” al lavoro e poi “staccando” si sarebbero garantiti i migliori risultati e un vivere sereno. Per gestire questa nuova complessità, le regole, pur importanti, non bastano, serve una nuova bussola fatta di obiettivi, significati e valori. Significati Come accennato, è in atto una rivoluzione nel modo di concepire il rapporto fra uomo, lavoro, tempo. Il ruolo del management è sempre più fondamentale per dare significato all’attività delle organizzazioni, sempre più complesse, diversificate, estese ed esposte alla diversità sociale. Ci sono i tradizionali collanti strumentali, che sono le regole e procedure. Ma il vero collante di un’organizzazione è la cultura comune, il senso di
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Senza il significato, nessuna tecnologia terrà insieme le persone in un mondo così pieno di stimoli, opportunità e distrazioni
uno scopo comune, la rete di relazioni ed emozioni che questo genera. Solo questo messaggio unificante consente di tenere insieme una moltitudine di persone con interessi, background culturali, professionali e problematiche personali diverse. Le persone che lavorano in Amazon, Google e via discorrendo lavorano in continenti e fusi orari diversi, magari non si sono mai visti, ma si sentono partecipi di una stessa missione grazie a un’efficace comunicazione interna e al miglior uso delle tecnologie che li fa sentire parte della stessa “impresa”. Anche aziende molto diverse, come Olivetti e Ferrero, hanno sviluppato lo stesso sense of mission con strumenti e regole molto diverse, basandosi su un’identità costruita “alla vecchia maniera”. Quindi non è lo strumento che crea il collante, ma la vision, il significato di quello che si sta facendo. E ben venga la tecnologia che consente di replicare quell’afflato sociale che potevi respirare a Ivrea o ad Alba su scala globale. Ma sen-
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za il significato, nessuna tecnologia terrà insieme le persone in un mondo così pieno di stimoli, opportunità e distrazioni. La condivisione di informazioni cementifica i legami e le professionalità. La mission deve essere come un “mantra”; manager, hr e comunicazione d’azienda devono lavorare perché sia declinata nella quotidianità, sia spiegata e “vissuta”. Non basta identificare la direzione, va ricordata, rinfrescata, supportata. Attraverso i valori, un sistema delle valutazioni adeguate, il nostro esempio. Leadership appunto! Uno dei capi più importanti nella mia vita professionale, tanti anni fa, quando gli dicevo che come hr manager dovevo essere una delle ruote della guida dell’azienda, mi disse saggiamente: «No, tu devi essere l’olio che lubrifica gli ingranaggi e uno dei fari che aiuta a illuminare il cammino della macchina». Diversità La velocità di innovazione tecnologica, la globalizzazione dell’economia, l’accelerazione dei cambiamenti sociali non solo creano stress nell’apprendimento di nuove abilità a un ritmo sconosciuto nel passato, ma anche un ambiente sociale aziendale di una disomogeneità mai vista in passato. Sono tre le variabili chiave in questa disomogeneità: gap generazionale, third age, culture diversity.
Gap generazionale In azienda ci sono sempre stati i giovani e i “vecchi”. Anzi, in puri termini anagrafici, una volta avevamo i sedicenni e i sessantenni. Oggi la forbice anagrafica si è ristretta, ma si è ampliata la diversità di cultura, di modo di comunicare, di valori. Mai tanta diversità culturale è stata presente in azienda, che sfida per il management. A volte mi vengono i sudori freddi quando sento manager anche di alto livello dire “io non sono su LinkedIn, Facebook o sui social network, quelle robe lì…”. Non si può ignorare il cambiamento, proprio noi che lo dobbiamo interpretare e guidare. Come pensiamo di comunicare con le nuove generazioni se rifiutiamo il loro alfabeto e i loro canali di comunicazione? Come possiamo capirli se non abbiamo sperimentato (sia pure con una certa fatica) la loro connessione h24, dove le interpretazioni e i fatti si plasmano in un continuo mutare che a volte sembra incontrollabile? Ci piaccia o no (e a volte non ci pia-
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ce) la costruzione dei significati e delle culture passa più da questi nuovi canali che dai tg o dalle comunicazioni organizzative interne. Dobbiamo tutti imparare ad ascoltare e interpretare da suoni e melodie o distonie che in altri tempi avremmo semplicemente ignorato. Third age Abbiamo appena passato un momento di rottamazione dei cinquantenni e in qualche caso dei tardi quarantenni. In molti casi c’erano ancora le risorse economiche per farlo. In qualche caso, i beneficiari hanno gioito, perché erano persone ormai troppo legate a una mentalità “lavora, accumula, fatti la vita fuori dal lavoro prima possibile”. Ma in molti casi non è così. Persone che ancora avevano voglia di dare sono state estromesse dal mondo del lavoro per lasciare spazio ai giovani. Ma quali giovani? A volte persone assolutamente inadeguate a gestire la complessità relazionale delle società moder-
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ne. Non è per niente un problema di età, ma di cultura! Ci sono colleghi cinquantenni di estrazione “io internet mai” che hanno di fatto siglato il loro pensionamento dal mondo del lavoro, e giovani che sono fusi da iperconnessione, incapaci di elaborare una minima visione del loro lavoro e della loro vita per i prossimi x anni. E ci sono giovani e meno giovani che invece imparano il meglio gli uni dagli altri e che sono la vera risorsa per il futuro del Paese. Nei paesi anglosassoni hanno tolto la data di nascita dai cv da molto tempo. Mi sembrava una fesseria, perché dalle esperienze e degli studi risalivi comunque più o meno all’età della persona. Con il tempo, riflettendoci, non sono più sicuro del mio giudizio. Forse è un bene che le prime informazioni direttamente percepibili da un cv siano quelle di competenze ed esperienze, e solo con un processo di mediazione intellettuale si arrivi a pensare all’età. Concentriamoci sul valore delle espe-
rienze e ancor di più sulle capacità di apprendere, non sugli stereotipi di età, sesso, nazionalità, istruzione di base. Culture diversity Oggi tutti attraverso internet parlano con tutti, est, ovest, nord, sud, e con una ricchezza di temi cento volte maggiore. I confini dell’informazione e della conoscenza sono saltati. Oggi tanti di noi sono connessi via internet costantemente con persone di culture ed emisferi diversi, per le più diverse motivazioni. Non è passato poi così tanto tempo, ma oggi quelle che erano delle comunicazioni limitate e controllate fra diverse parti del globo sono la norma, relazioni incontrollabili e multiformi che attraversano culture, fusi orari e differenze di età e di genere. La comunicazione virtuale ha molti rischi e limiti, ma anche il pregio di far ascoltare un messaggio senza concentrarsi se il mittente è bianco o nero o giallo, vecchio
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Management o giovane, maschio o femmina. Ci consente di concentrarci sul messaggio, non sull’emittente. Non è una differenza da poco. Siamo in grado di cancellare in tutti i nostri collaboratori e colleghi la vecchia attitudine alla ritenzione delle informazioni per un presunto controllo e potere? Siamo pronti come manager a gestire le potenzialità che questo libero scambio di pensieri consente? Siamo in grado di insegnare alle nostre persone a filtrare i significati dal rumore? O a discriminare fra nuove fatue ideologie e le cose che contano veramente per il progresso sociale? Anche questo è un nuovo mestiere per i manager. Aiutare le persone a filtrare le informazioni lasciandole tutte disponibili, ma dandogli attrezzi per gestirle ed elaborarle autonomamente. È un nuovo passaggio, dalla censura alla cultura dell’autonomia cognitiva. Responsabilità Per concludere, eccoci a fare le considerazioni finali su una delle parole chiave del management. Quella che distingueva i responsabili (i
Ben venga la flessibilità, se creerà una forza lavoro aperta al cambiamento e alla crescita continua
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dirigenti) dalla massa degli irresponsabili (i normali lavoratori). Per fasce sempre maggiori (se non tutte) di persone al lavoro, questi concetti sono ormai assolutamente obsoleti. Echeggiano solo in alcune demagogiche dichiarazioni dove si cerca di riportare il mondo alle categorie di chi decide e di chi esegue. Di chi “deve” dare il lavoro, la formazione, le opportunità, e chi ha “diritto” di riceverlo, comunque e a prescindere. Il nuovo mondo è un mondo in cui le persone hanno più opportunità, ma anche più responsabilità. La propria crescita umana e professionale non può essere affidata a terzi, ogni persona deve farsene carico utilizzando tutte le risorse di apprendimento interne ed esterne all’azienda, orari “di lavoro” e “non”. Come manager, dobbiamo continuare a rinforzare questa cultura dell’apprendimento continuo. Organizzare meno formazione, forse, visto che le risorse disponibili anche all’esterno sono tante. Ma più coaching e mentoring per “indirizzare” le persone nella giusta direzione. Responsabilità diffusa è anche accettare che l’organizzazione perfetta non esiste, la velocità e la diversità sono tali che le contraddizioni e incoerenze fanno parte dello scenario di vita quotidiano, in azienda e fuori. Responsabilità è affrontare queste contraddizioni con spirito positivo, sciogliendole
o gestendole, resistendo alla tentazione di iniziare la caccia al responsabile. Soprattutto da noi, in Italia, smettiamola di “demolire” e focalizziamoci sul “risolvere”. Responsabilità è anche rischio. Il management in primis. Il lavoro non è più dato, va conquistato e sempre più spesso si cambierà o si perderà. L’azienda è fatta sempre meno di posti, sempre più di progetti. Progetti aziendali che nascono e finiscono, progetti personali delle persone con altrettanta volatilità. Ben venga la flessibilità, se creerà una forza lavoro aperta al cambiamento e alla crescita continua. Ma abbiamo anche come manager la responsabilità di assicurare un sistema di sostegno per cui chi è in transizione non si senta abbandonato e fuori dai giochi, ma solo in fase di ridefinizione del proprio futuro. Non assistenzialismo fine a se stesso, ma supporto, rinforzo, guida e orientamento. Abbiamo la responsabilità di guidare e ispirare le nostre persone, dentro e fuori le mura dell’azienda, e tutti gli ambienti sociali con cui siamo in contatto. Dobbiamo essere manager responsabili verso valori di efficienza, valutazione oggettiva delle performance, risultati economici, ma anche “obbligati” a creare valore, etica, opportunità, crescita, sostenibilità, non solo per la nostra azienda, ma per il nostro Paese e tutta la società. 䡵
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SEI UN BRAND? Nel libro Personal branding per il manager di William Arruda & Deb Dib consigli e dritte per far decollare la propria carriera Enrico PedrettiVillani
Personal branding per il manager, William Arruda & Deb Dib. Edizione italiana a cura di Luigi Centenaro, esperto di personal branding, formatore e coach. Hoepli, pagg. 238.
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I ACCADE SPESSO di dover capire se un manager e un’azienda possano essere utili al mio business. In genere, ricerco manager e aziende su Google e poi faccio qualche telefonata, cercando di comprendere quale sia il brand di quel manager e di quell’azienda, perché da questo, e solo da questo, partono tutte le relazioni umane e di business. Sappiamo che il brand è la cosa più importante per un’azienda. Perché è noto che in quella parola, in quel payoff e nella notorietà correlata si racchiude tutto quello che ci serve per sapere chi è, che sensazioni ci trasmette e cosa potremmo fare insieme. Per costruire un brand servono introspezione, metodo, tempo e continuità. E non è poi detto che quel brand sia comunque vivo, conosciuto e percepito per quello che veramente è o vuole essere. Bene, se questo è vero, mi chiedo perché non sia altrettanto chiaro che il brand dell’azienda lo fanno le persone che ci lavorano e gli danno vita e ancor più perché le persone non si pensino come un brand che deve essere comunicato per dargli sostanza e vita. Tutto ciò è ancor più vero per un manager! Ma quanti manager san-
no di essere un brand per loro, la loro azienda, i loro collaboratori, i clienti, i fornitori e tutti gli stakeholder? Pochi! E quanti lavorano per dare vita al loro brand? Pochissimi! Lavorate in un’azienda che non vuole che voi siate un brand? Peggio ancora! Perché quell’azienda investe molto denaro per affermare il suo brand e non percepisce che, se non cura anche quello delle persone che la vivono e fanno vivere, manca un pezzo molto importante. Che oggi è il pezzo fondamentale di quel puzzle che è avere relazioni, essere riconosciuti e fare business. È finito, infatti, il tempo delle aziende possessive e dei figli bamboccioni! Oggi le aziende hanno bisogno di figli – pardon collaboratori – che cammi-
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nino con le loro gambe e riportino in famiglia – pardon azienda – gli investimenti fatti su di loro. Se tutto questo è vero, perché noi manager siamo talmente presi dalla quotidianità che non abbiamo il tempo per pensare a noi stessi come un brand da costruire e vendere, certamente per noi stessi, ma anche per l’azienda e per i collaboratori che guidiamo? Non è un caso che William Arruda – il guru Usa del personal branding del quale Luigi Centenaro ha curato la traduzione di questo agile manuale – sia partito dal branding aziendale per arrivare poi anche a quello personale dei manager. Perché l’uno senza l’altro sono zoppi. E oggi bisogna correre in un mondo sempre più ampio e globale con tutte le gambe e le forze. È invece ancora più grave che l’autore denunci che i manager, anche i migliori, pecchino proprio nella conoscenza di se stessi. Allora ser-
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ve fare introspezione per capire chi siamo veramente, per mettere ben in chiaro il nostro senso come professionisti. Se non lo conosciamo e dominiamo noi, non potranno di certo capirlo gli altri. Il rischio grosso è di non suscitare sensazioni o di provocarne di sbagliate. Certo, poi serve capire quale strategia di comunicazione adottare e come comunicare quotidianamente il nostro brand. Queste cose me le dice da alcuni anni Luigi Centenaro, il cui brand (provare su Google per credere) dice che è il massimo esperto italiano sul tema e affianca quotidianamente aziende, top manager e manager per dare vita al loro brand. Adesso le ritroviamo tutte in uno snello manuale che ci fornisce basi e metodo: bastano infatti dieci minuti al giorno (così ci evitiamo la scusa del tempo) per rialzare la testa e metterla nel nostro brand. E badate bene, questo va fatto an-
che se non siete digitalizzati e non frequentate internet e i social network, professionali e non. Perché il digitale è solo un nuovo strumento, molto più potente, per vivere nel mondo d’oggi, ma queste cose andavano fatte anche nel mondo di ieri, anche se la loro diffusione era sicuramente più circoscritta. Quindi, internet con il personal branding c’entra, ma solo come strumento principe per raccontarci e dare vita ai nostri brand.
Oggi le aziende hanno bisogno di figli, pardon collaboratori, che camminino con le loro gambe e riportino in famiglia, pardon azienda, gli investimenti fatti su di loro
E comunque, se non siete e state “al massimo” su internet, oggi non sarete mai un brand. Volendo sintetizzare il messaggio e il senso di questo libro – per farlo conoscere davvero e diffonderlo con i 140 caratteri di un tweet e l’hashtag, a sottolineare le parti più importanti – è questo: #conosci(ti) #mostra(ti) #accresci(ti) il (tuo) #brand x far crescere #te stesso, i tuoi #collaboratori, la tua #azienda e il tuo #business. 䡵 (dalla prefazione del libro)
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LEINI CAMBIA MARCIA Il Comune sciolto per infiltrazioni mafiose che ora punta a trasparenza e accountability grazie al supporto dei manager Eliana Sambrotta
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UANDO l’entusiasmo non basta, ci vuole metodo! Il metodo in questo caso è quello innovativo e manageriale applicato alla riorganizzazione di un comune sciolto per infiltrazioni mafiose. Leini, pochi chilometri a nord di Torino, è un piccolo centro di 16mila abitanti che, dopo due anni e mezzo di commissariamento e la vincita alle ultime elezioni di una lista civica, lo scorso giugno ha formato una giunta che vuole essere trasparente. Per farlo ha chiesto la collabora-
zione di alcuni manager di Manageritalia Torino che, attraverso il progetto “1.000 manager per 100 progetti” nato all’interno di #Prioritalia, offrono in modo volontario strumenti e supporto alla politica per il rilancio e il cambiamento. La giunta, guidata dal sindaco Gabriella Leone, ha così definito un piano strategico di legislatura e un sistema di pianificazione e controllo basato su trasparenza, rendicontazione e sostenibilità, che metta al centro i cittadini e le loro esigenze. Per raggiungere l’ambizioso obiet-
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tivo si avvale di tecniche di gestione manageriale tra le più avanzate e già utilizzate in alcune municipalità europee, grazie al supporto volontario dei nostri associati piemontesi. L’iniziativa è la prima in assoluto nel suo genere in Italia e permette già oggi di vedere i primi risultati dando al Comune e alla cittadinanza un sistema basato sull’accountability, che renda cioè conto delle decisioni prese e per il quale ci sia responsabilità dei risultati conseguiti. Accountability Si è svolta infatti il 24 febbraio scorso una prima presentazione pubblica del metodo e del progetto in corso. Sono stati illustrati i punti cardine del sistema di governo: per prima la mission, ovvero la ragione per cui il Comune di Leini esiste, che è stata sintetizzata in “realizzare i servizi istituzionali di competenza a favore di cittadini, imprese e istituzioni, presenti nel territorio comunale, mediante l’utilizzo efficiente ed efficace delle risorse disponibili (umane, tecnologiche, finanziarie ecc.), nel rispetto dei principi etici”. Poi la vision, ovvero il sogno che il Comune di Leini vuole realizzare e cioè “essere un esempio di cambiamento e innovazione nell’erogazione dei servizi in termini di semplicità, accessibilità e trasparenza, favorendo il coin-
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volgimento attivo dei cittadini sia nella fase propositiva sia nell’utilizzo dei servizi, ispirandosi alle migliori esperienze europee. Infine i valori in cui il Comune di Leini crede: trasparenza, equità, onestà, solidarietà e affidabilità. «La situazione di Leini» spiega il sindaco Gabriella Leone «era, dopo due anni di commissariamento, statica. Abbiamo fatto ripartire la macchina comunale mettendo, come promesso in campagna elettorale, la persona al centro del cambiamento, ma anche tutte le imprese e le organizzazioni del territorio. Siamo partiti, supportati dai manager volontari, dandoci una mission, una vision, un piano strategico e delle modalità (obiettivi, tempi e metodi) per progettare e sviluppare l’attività e renderne conto ai cittadini. La nostra azione riparte da una riorganizzazione della macchina comunale basata su tre asset: organizzazione del personale, digitalizzazione, sede del Comune. Abbiamo poi strutturato un piano delle opere per ridare slancio e crescita al territorio». Così invece Nicola Longo, coordinatore del Progetto Leini di Manageritalia Torino: «Abbiamo preso la promessa (l’attenzione al cittadino) e il programma elettorale (gli impegni) e li abbiamo messi insieme dandogli anima (mission, vision e valori) e corpo (piano strategico e sistema di controllo), come deve fare ogni buon manager per far funzionare un’organizza-
«Siamo partiti, supportati dai manager volontari, dandoci una mission, una vision, un piano strategico e delle modalità per progettare e sviluppare l’attività e renderne conto ai cittadini» Gabriella Leone, sindaco di Leini
zione. Abbiamo anche messo a punto degli strumenti (schede di progetto ecc.) che, come il cruscotto di una macchina, permetteranno a chi governa, la giunta, e a chi è governato, i cittadini, di valutare come si procede rispetto alle promesse diventate così obiettivi con tempi e modi». 䡵
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E sono già 35 gli anni che vedono competere i nostri manager sulle piste più accattivanti dell’intero arco alpino. Il 2015 ha scelto di tornare a Madonna di Campiglio, località molto amata dai nostri sciatori, e di portarli a gareggiare sulla rinomata Fis 3-tre. Una scelta indovinata che ha alzato non poco il numero dei partecipanti alla gara rispetto alla media degli ultimi anni, portandoli a superare l’ottantina di iscritti! Una scelta indovinata anche per il periodo,
evidentemente, che ha regalato una settimana di allenamento pregara deliziato da condizioni climatiche da fare invidia a chiunque ami la montagna e ha permesso a tutti gli ospiti di divertirsi tra le ampie possibilità che la località trentina offre. Condizioni che purtroppo non sono state così generose il giorno della gara, sabato 21 febbraio, quando una nevicata abbondante ha ricoperto la zona per oltre 24 ore. Ma i nostri indomiti partecipanti non si sono
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Master B8-B7
1 Paolo Forrer 2 Valentino Fabbian 3 Ambrogio Lucietti
2:03:79 2:06:11 2:09:59
Master B6-A3
1 Florian Schwienbacher 1:51:84 2 Luca Bonomo 1:51:95 3 Mario Mantovani 2:02:23
OSPITI
dati per vinti e hanno affrontato la pista senza indugio nelle due manche di slalom gigante da 29 porte ciascuna. Miglior tempo assoluto per Florian Schwienbacher che totalizza un 1:51:84 complessivo. Buono anche il tempo di Fulvia Sbrozzi, unica donna dirigente in gara (e per questo accorpata alla categoria donne ospiti) che mantiene alto il nome della categoria e porta a casa un terzo posto con 2:46:23. Com-
plimenti poi a Maurizio Ballabio che, tra ritirati e squalificati (ben 11 erano gli iscritti!), si aggiudica il primo e unico posto sul podio della categoria ospiti B10-B6! Con piacere abbiamo accolto i nuovi e giovani associati e le loro famiglie che speriamo di vedere sempre pi첫 numerosi ai nostri prossimi eventi!
Master B10-B6
1 Maurizio Ballabio
2:27:08
Master A5-A2
1 Massimo Tamanini 1:58:69 2 Francesco Portiglia 2:08:23 3 Marco Livio Rugginetti 2:20:01
DONNE
1 Italia Santo 2 Monica Raimondi 3 Fulvia Sbrozzi
2:34:81 2:43:41 2:46:23
RAGAZZI
1 Tim Schwienbacher 2 Nina Schwienbacher 3 Gregorio Mantovani
2:35:98 2:46:26 3:26:89
GIOVANI
1 Marco Bianchi 2 Lavinia Lanzarini 3 Guido Fabbian
1:54:93 2:16:60 2:26:59
Grazie a
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INIZIATIVE MANAGERITALIA
XXVIII TORNEO DI TENNIS MANAGERITALIA
TENNIS&CULTURA DAL 28 GIUGNO AL 5 LUGLIO Village Club Ti Blu, Marina di Pisticci (Mt)
I Per maggiori informazioni tel. 0229516028
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Il torneo di tennis Manageritalia, l’evento che coniuga una settimana di sport a momenti di puro relax, per la sua ventottesima edizione sceglie una nuova meta: per la prima volta si andrà in Basilicata. Ad ospitarci il Village Club Ti Blu di Marina di Pisticci, piccola località lucana nota per la bellezza dei suoi paesaggi e del suo mare. Il Village Club sorge in uno dei tratti di costa più belli dello Ionio tra Puglia e Calabria. Da non perdere, nelle vicinanze, la visita ad antiche costruzioni, come chiese rupestri, la città greca di Metaponto, i templi di Apollo e di Atena, le tavole Palatine, i caratteristici trulli di Alberobello. Da vedere anche Matera, designata capitale europea per la cultura, e Siris, la più antica fondazione ellenica. Gli spazi e gli ambienti del villaggio sono stati pensati e realizzati per garantire massima funzionalità e comfort per le famiglie con bambini e ragazzi. Le camere sono tutte dotate di aria condizionata, tv, phon, telefono, frigobar (a richiesta) e terrazza. Non dispongono invece di cassetta di sicurezza, ma si può usufruire di quella della reception.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE
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SETTIMANA SOGGIORNO Camera doppia, tripla e quadrupla monovano
Camera bivano comunicante
Camera singola
€ 490 € 343
€ 490
€ 595
Bambini 0-4 anni non compiuti € 91 Bambini 4-13 anni non compiuti € 119
€ 287 € 315
Adulti Adulti 3° e 4° letto
Se i bambini sono in camera monovano solo con un adulto € 287 € 189
1° bambino 0-4 non compiuti 2° bambino 0-4 non compiuti
4-13 non compiuti € 315 4-13 non compiuti € 217
Le camere saranno disponibili dalle ore 16 del giorno di arrivo e dovranno essere lasciate libere entro le ore 10 del giorno di partenza.
VIAGGIO Pacchetto volo a/r da Milano Linate e Verona su Bari comprensivo di trasferimento al villaggio € 300 adulti e bambini dai 2 anni compiuti € 100 bambini da 0 a 2 anni non compiuti Orari dei voli da Milano periodo 28/6 - 5/7 oppure periodo 28/6 - 12/7
andata AZ 1653 Y 28JUN LINBRI ritorno AZ 1632 Y 5JUL BRILIN andata AZ 1647 Y 28JUN LINBRI ritorno AZ 1632 Y 5JUL BRILIN andata AZ 1649 Y 28JUN LINBRI ritorno AZ 1638 Y 12JUL BRILIN
partenza 13,20 arrivo 14,45 partenza 20,55 arrivo 22,20 partenza 18,45 arrivo 20,10 partenza 20,55 arrivo 22,20 partenza 11,20 arrivo 12,45 partenza 9,20 arrivo 10,45
Possibilità di creare un pacchetto (volo+trasferimento) anche da altre destinazioni su richiesta Le quote dei voli potrebbero essere soggette a modifiche qualora le compagnie subissero un aumento del costo del carburante. Chi prenotasse il volo individualmente, può richiedere a pagamento il solo trasferimento al costo di € 30 a tratta a persona se in coincidenza con gli orari dei voli dei nostri pacchetti. Altrimenti: da aeroporto di Bari da aeroporto di Brindisi da stazione FS di Metaponto da stazione FS di Taranto
€ 195 a tratta per auto da 1 a massimo 3 persone € 225 a tratta per minibus da 4 a 7 persone € 180 a tratta per auto da 1 a massimo 3 persone € 210 a tratta per minibus da 4 a 7 persone € 55 a tratta per auto da 1 a massimo 3 persone € 85 a tratta per minibus da 4 a 7 persone € 110 a tratta per auto da 1 a massimo 3 persone € 140 a tratta per minibus da 4 a 7 persone
RINUNCE E PENALITÀ. Soggiorno. Per annullamenti comunicati: da 30 a 15 giorni lavorativi prima della partenza, penale del 30%; da 15 giorni lavorativi fino alla data di partenza, penale del 100%; non è previsto nessun rimborso all’ospite che decida di interrompere la vacanza. Volo. Per annullamenti comunicati: da 30 a 15 giorni lavorativi prima della partenza, penale del 50%; dai 14 giorni lavorativi fino alla data di partenza, penale del 100%.
La quota del soggiorno, moltiplicata per due, rimane invariata anche per prenotazioni per la settimana (5-12 luglio) aggiuntiva a quella in programma.
LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE INCLUDE Trasferimenti da/per villaggio solo per chi prenota il pacchetto completo soggiorno + volo 䡲 due cene tipiche 䡲 trattamento di pensione completa inclusi acqua e vino della casa 䡲 un ombrellone e due lettini per famiglia in spiaggia 䡲 animazione diurna e serale; club explora 13/17 anni non compiuti; uso diurno dei campi sportivi; corsi collettivi di canoa, vela, windsurf, tennis, ginnastica, aerobica, tornei sportivi 䡲 copertura assicurativa Europ Assistance per rimborso spese mediche; assistenza e garanzia furto bagaglio; copertura infortuni della persona.
Nella quota bambini è compresa la Flinky card (fino ai 4 anni non compiuti) e la Birba e junior card (dai 4 ai 13 anni non compiuti). Flinky card 䡲 0-2 anni non compiuti: set infant in camera con vaschetta da bagno, fasciatoio, culla e set biancheria; pasti al buffet, ristorante per bimbi, seggiolone, accesso alla sala pappe per i più piccoli con alimenti e attrezzature adeguate, spazio biberoneria aperto 24 su 24; 䡲 2-4 anni non compiuti: area riservata e menu dedicati in sala ristorante, parco giochi e area giochi in spiaggia. Birba e Junior card Animazione qualificata a orari prestabiliti 䡲 angolo Birba in ristorante: pranzo con gli animatori e menu dedicati 䡲 parco giochi all’ombra della pineta Tendone e area attrezzata in spiaggia 䡲 appuntamento serale con la Birba dance 䡲 piscina.
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Informazioni utili Ti Blu Village Club**** Contrada Scannaturco - Lido Quarantotto - Marina di Pisticci (Mt) Tel. 0492956411 - Fax 0835472407 Come si arriva In auto: autostrada Bologna-Taranto, verso Marina di Pisticci in direzione Reggio Calabria oppure autostrada Roma-Napoli, Salerno-Reggio Calabria, svincolo di Sicignano degli Alburni.
In aereo: aeroporto di Brindisi a 110 km, Bari a 130 km. In treno: stazione di Taranto a 65 km, Metaponto a 10 km. Animali: non ammessi
MODALITÀ DI ISCRIZIONE La prenotazione deve essere effettuata entro e non oltre il 15 maggio (fino ad esaurimento camere) inviando la scheda che trovate nella pagina a fianco a Manageritalia Servizi: via fax allo 0229516093, oppure per posta in via Stoppani 6, 20129 Milano.
MODALITÀ DI PAGAMENTO
TORNEO DI TENNIS Possono partecipare gli associati a Manageritalia e ad altre organizzazioni aderenti alla confederazione del terziario, i loro familiari e ospiti
solo con bonifico bancario Manageritalia Servizi, ricevuta la scheda, provvederà al più presto a confermare la prenotazione o, nel caso fossero già esaurite le camere, ad avvertire dell’inserimento del nome nella lista d’attesa. In caso di conferma, la persona dovrà provvedere immediatamente al pagamento in un’unica soluzione. Copia del bonifico completo di cro timbrata dalla banca dovrà essere inviata, entro 5 giorni dalla conferma della prenotazione, a Mangeritalia Servizi: via fax allo 0229516093, oppure per posta in via Stoppani 6, 20129 Milano. Dati bancari Th Resorts di Hotelturist Spa Monte dei Paschi di Siena Iban IT72N0103012150000004826264 Causale: preno 15/29503 grp 28.06.15
Manageritalia offre ai suoi ospiti una visita guidata nella vicina Matera e una cena suggestiva tra le bellezze della città
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scheda di prenotazione
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SCHEDA DI PRENOTAZIONE XXVIII TORNEO DI TENNIS MANAGERITALIA 2015 Village Club Ti Blu, Marina di Pisticci (Mt) Da ritagliare e inviare a MANAGERITALIA SERVIZI - via Stoppani 6, 20129 Milano, oppure per fax allo 0229516093 Il/la sottoscritto/a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . abitante a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . cap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . cell. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . email . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . appartenente all’Associazione Manageritalia di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . C.F./partita Iva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Richiesta di emissione fattura Sì 䡺 No 䡺
DESIDERA ADERIRE A: DESIDERA ADERIRE A:
settimana dal 28 giugno al 5 luglio settimane dal 28 giugno al 12 luglio
I TORNEI DI TENNIS IN PROGRAMMA A B C D E
Trofeo MANAGERITALIA Trofeo ASSIDIR Coppa MANAGERITALIA SERVIZI Coppa AVIVA Trofeo CARGEAS
singolare maschile per associati over singolare maschile per associati under singolare femminile per associate, familiari e ospiti singolare maschile per familiari e ospiti doppio giallo maschile per associati
Indicare tutti i nominativi dei partecipanti al soggiorno Cognome e nome
Data di nascita
Codice fiscale* (obbligatorio)
Torneo (se si intende partecipare barrare la casella corrispondente)
Class. fed.
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Sistemazione
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monovano n. 䡺 singole
bivano comunicante (per 4) n. 䡺 doppie
n. 䡺 triple
n. 䡺 quadruple
n. 䡺 camera
Desidero prenotare il volo a/r da Milano (28/6-5/7) partenza 13,20 per n. 䡺 passeggeri (fino a esaurimento posti) Desidero inoltre prenotare il volo a/r da Milano partenza 18,45 per n. 䡺 passeggeri (fino a esaurimento posti) Desidero inoltre prenotare il volo a/r da (28/6-12/7) partenza 11,20 per n. 䡺 passeggeri (fino a esaurimento posti) Desidero prenotare il volo a/r da ____________________________________________ per n. 䡺 passeggeri Desidero prenotare solo il transfer da ____________________________________ per n. 䡺 passeggeri 䡺
Mi impegno a pagare con bonifico bancario € ..................................................... appena riceverò conferma della mia prenotazione da parte di Manageritalia Servizi (includere la quota del transfer se non compresa nel pacchetto soggiorno+volo).
Autorizzo la pubblicazione delle mie immagini scattate o delle riprese video effettuate nel corso della settimana per uso rivista Dirigente e web
* Richiesto ai fini assicurativi
Firma
sì
no
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DI BUON GRADO
È
grado
IL BAROLO
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È stato chiamato re dei vini, o vino dei re. I quarti di nobiltà li ha tutti: per diritto enologico, per meriti qualitativi, per aristocrazia di condizione, per memoria dei suoi storici e titolati propugnatori. Fra i quali troviamo in primis Giulia Colbert Falletti, pronipote del famoso ministro del Re Sole e ultima marchesa di Barolo, e il conte Camillo Benso di Cavour, che da gran tessitore politico quale era fece delle bottiglie di questo vino una piccola ma efficace arma diplomatica. Per non parlare del re Carlo Alberto di Savoia, che proprio per garantirsi l’approvvigionamento per le mense di corte volle acquistare alcune tenute di gran pregio, rendendo così il Barolo il vino preferito della casa reale. Il Barolo è il figlio più illustre del Nebbiolo, l’uva regina delle Langhe piemontesi; nasce nel cuore delle colline che si trovano a sud della città di Alba, in un armonioso succedersi di declivi, di piccoli borghi e di austeri castelli medievali. Il vino esce giovane dai tini, spigoloso, scontroso, quasi insopportabile; ha bisogno di tempo per affinarsi e per acquistare equilibrio e velluto, oltre che per donare al suo colore quei riflessi granata dove paiono sostare i tramonti della sua terra. Quando giunge a maturazione ha la brillante purezza del diamante e il sentore pieno e forte del sole estivo. Il suo colore è rosso granato, con riflessi aranciati. Al naso è intenso e persistente, con un patrimonio olfattivo straordinariamente complesso, che tende a prediligere – a seconda dello stato evolutivo – le note fruttate e floreali come la viola e la vaniglia, oppure i sentori terziari come il catrame e le spezie. Al palato le componenti dure (acidità, tannini, sali) so-
no piacevolmente equilibrate da quelle morbide (alcool e glicerina), con un carattere e una lunghezza eccezionali che fanno del Barolo un vino potente, elegante e di grande personalità. Come si diceva un tempo, un’autentica gloria del vecchio Piemonte. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso il mercato del Barolo era dominato dai commercianti, che lo imbottigliavano e lo vendevano con il proprio nome. Dagli anni Sessanta cominciò a consolidarsi la centralità dei produttori delle uve, che sempre più spesso presero a vinificare e imbottigliare il vino con il loro marchio, aggiungendo talvolta anche l’indicazione del vigneto di provenienza. Nel 1966 al Barolo venne tributata la Denominazione di origine controllata, e nel 1980 la Denominazione di origine controllata e garantita (con un disciplinare poi più volte modificato negli anni seguenti). Il Barolo ha lasciato un segno indelebile nella cucina piemontese di tradizione, che come si sa è autunnale. Servito a una temperatura di 18-20 gradi, sostiene mirabilmente i piccanti sapori tradizionali d’aglio, di acciuga, di bagna cauda, di marinate, di civet, di fritti, di tartufi, di bruss (l’infuocata mistura dei formaggi delle Langhe). È anche un superbo ingrediente nelle preparazioni più varie: il risotto al Barolo, il brasato di bue al Barolo, la pernice al Barolo, perfino un’improbabile trota al Barolo. A testimoniare come questo grande vino, sciogliendo i grassi, esalti profumi e gusti di ogni genere. Se addizionato di corteccia di china e di altre sostanze aromatiche, il Barolo diventa infine “Chinato”, ed è ottimo digestivo nonché compagno ideale del cioccolato.
Delaware Bridge Philadelphia Pennsylvania Usa 1926
Piero Valdiserra
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ARTE Claudia Corti
Delaware Bridge, Philadelphia, Pennsylvania, Usa, 1926.
N
arte
L’arte di vedere arte: Hoppé e il paesaggio industriale
DA NON PERDERE Emil Otto Hoppé - Il segreto svelato Fotografie industriali, 1912-1937 MAST Bologna, fino al 3 maggio
Nella prima periferia di Bologna, zona fino a poco tempo fa costellata di industrie e aziende e oggi sempre più vuota tra fabbriche dismesse o in demolizione, è stata inaugurata poco più di un anno fa un’avveniristica struttura con le pareti rivestite in vetro serigrafato che le conferiscono un aspetto leggero. È il Mast – Manifattura di arte, sperimentazione e tecnologia – un centro polifunzionale nato con l’ambizioso progetto di collegare l’impresa alla città, facendo leva sui valori dell’imprenditorialità e dell’innovazione. Come una bottega di stampo rinascimentale, si configura come un’entità viva, anche grazie alla modernità della struttura che prevede un auditorium, l’accademia dell’innovazione, un nido per l’infanzia, un ristorante, un wellness center e, soprattutto, un vasto spazio espositivo. Ed è proprio qui che negli ultimi mesi si sono succedute mostre dedicate ai più grandi maestri della fotografia internazionale, tra cui l’anteprima mondiale che vede protagonista Emil Otto Hoppé (1878-1972) con 200 scatti. Nato a Monaco di Baviera, di professione impiegato di banca, convinto che un artista non sia necessariamente più bravo solo perché “bohémien”, o che colui che indossa una camicia pulita e ha un conto in banca non possa essere artista, Hoppé si afferma come fotografo soprattutto nell’Inghil-
terra tra gli anni ’20 e ’40; ritrattista ufficiale della casa reale britannica, in breve diviene uno degli artisti più celebrati al mondo; un suo ritratto equivale a un vero status symbol e davanti al suo obiettivo posano attori, ballerini, filosofi, poeti e scrittori. Ma è la passione per i viaggi che lo porta a osservare e immortalare moderne realtà industriali raccontate con euforico entusiasmo: centrali idroelettriche, fonderie, ingranaggi. Nei suoi scatti c’è tutta la modernità del ventesimo secolo, dai nuovi mezzi di trasporto alla tecnologia vera e propria. In ogni innovazione che porta al progresso, secondo Hoppé c’è un mix perfetto di arte e scienza, conquista umana e dono divino insieme, in una visione quasi religiosa; «Nessuno può starsene in piedi sotto l’arcata di un ponte gigantesco con i suoi piloni svettanti e non sentire quella forza originaria che lo spinge al di sopra della pura fisicità, raggiungendo immensità nascoste alla piena comprensione», scriveva un Hoppé quasi futurista, non fosse stato per quel sentimento umano e romantico che pervadeva ogni suo scatto. In questo mondo fatto di ingranaggi perfetti non può mancare l’uomo, fonditore, operaio, meccanico, banchiere, in uno straordinario viaggio perennemente in bilico tra passato e futuro.
CURIOSITÀ A Londra Hoppé abitava a South Kensington, nella celeberrima Millais House, una casa atelier di ventisette stanze su quattro piani, un tempo residenza del pittore vittoriano John Everett Millais. Alla morte di Hoppé, nel 1972, l’atelier verrá rilevato dal pittore Francis Bacon.
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LETTERE Daniela Fiorino (daniela.fiorino@manageritalia.it)
I termini per impugnare il licenziamento
lettere
Sono un dirigente di azienda commerciale e vorrei sapere se anche per i dirigenti sono previsti termini di legge per l’impugnazione del licenziamento. L.R. - Napoli
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licenziamento stesso. L’impugnazione è inefficace se non è seguita, entro il successivo termine di 180 giorni, dal deposito del ricorso nella cancelleria del tribunale in funzione di giudice del lavoro o dalla comunicazione alla controparte della richiesta di tentativo di I termini per l’impugnazione del licen- conciliazione o arbitrato, ferma restanziamento, che è preferibile siano ri- do la possibilità di produrre nuovi dospettati anche per i lavoratori con qua- cumenti formatisi dopo il deposito del lifica di dirigente ai quali non si appli- ricorso. Qualora la conciliazione o l’arca la legge 604 del 15 luglio 1966, so- bitrato richiesti siano rifiutati o non sia no indicati all’art. 6 della legge mede- raggiunto l’accordo necessario al relasima, come modificato da ultimo dalla tivo espletamento, il ricorso al giudice deve essere depositalegge 92/2012. to a pena di decadenTale norma dispone L’ufficio sindacale di Maza entro 60 giorni dal che il licenziamento nageritalia è di supporto rifiuto o dal mancato “deve essere impualle Associazioni territoaccordo”. gnato a pena di decariali sui quesiti relativi al La motivazione del lidenza entro 60 giorni contratto collettivo nacenziamento, se si ridalla ricezione della zionale di lavoro per i dispetta il ccnl (art. 39, sua comunicazione in rigenti e i quadri associati comma 1, del Testo forma scritta, ovvero e per chiarimenti di natuUnico 31 luglio 2013), dalla comunicazione, ra fiscale e previdenziale dovrebbe essere conanch’essa in forma in relazione al rapporto di tenuta nella stessa coscritta, dei motivi, ove lavoro dipendente. municazione del linon contestuale, con Per gli associati profescenziamento, come qualsiasi atto scritto, sional è previsto un serviprevisto anche dalla anche extragiudiziale, zio di consulenza di cariforma Fornero (legidoneo a rendere nota rattere informativo e ge 92/2012) con rifela volontà del lavoraorientativo per aspetti lerimento al licenziatore anche attraverso gati al contratto di lavomento individuale per l’intervento dell’orgaro libero-professionale. giustificato motivo ognizzazione sindacale gettivo. diretto a impugnare il
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... AL FIN DELLA LICENZA,
io tocco!
Ciao Guido ubiamo a Guido Gay lo spazio dedicato ad Al fin della licenza… io tocco!, la sua rubrica, che per molti anni ha toccato il cuore e la sensibilità di tanti associati di Manageritalia. Anche adesso che ci ha lasciato, il suo fioretto, da grande schermitore quale è stato, ha colpito tutti noi che vogliamo rendere omaggio alla sua grandezza di uomo, di padre, di nonno affettuoso e premuroso, al suo amore per l’adorata Silvia, alla sua statura professionale, al suo grande amore per la sua Associazione di manager, alla quale ha dedicato più di metà della sua vita, ripagato sempre con grandissimo consenso da tutti gli associati che lo hanno eletto a loro massimo rappresentante prima come presidente della Lombardia, poi come presidente nazionale, direttore della rivista Dirigente, fondatore e presidente del Cfmt, la business school dei dirigenti del terziario. I suoi occhi sprizzavano orgoglio e felicità ogni volta che si parlava di una delle creature a lui più care: il Centro di formazione. Diceva che nelle aziende nelle quali aveva operato e nella sua attività associativa aveva cercato di dare sempre non meno del meglio che potesse dare, aiutato dal privilegio di aver lavorato in aziende come l’Olivetti di Adriano, la Penney americana e la Rinascente di Borletti e di Brustio ove c’era spazio, possibilità di espressione, opportunità di autorealizzazione. Ricavandone anche notevole crescita professionale e umana in ambienti dove erano esigentemente richiesti efficienza e rispetto degli impegni in un clima di grande competizione, ma senza cannibalismo. Sì, ha sempre dato il meglio di quanto potesse dare. Lo testimoniano anche le numerose partecipazioni al lutto che ho
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Nato ad Alessandria il 21 settembre 1927, Guido Gay è mancato lo scorso 11 febbraio all’età di 87 anni. È stato ufficiale in Nizza Cavalleria a Pinerolo, ha svolto studi classici, ha conseguito una laurea in Giurisprudenza e ha approfondito studi di psicologia delle organizzazioni e medicina del lavoro. Nella sua lunga carriera lavorativa, Guido Gay ha operato per circa 35 anni in aziende come l’Olivetti, la J.C. Penney Italia e la Rinascente - Upim, sempre nell’area delle risorse umane. Per oltre 45 anni ha operato nella Federazione dei dirigenti del terziario come membro dei direttivi lombardi e nazionali. È stato presidente dell’Associazione lombarda per sette anni, nei successivi sette ha ricoperto la carica di presidente nazionale e per otto quella di presidente del Cfmt, il Centro di formazione management del terziario. Ha diretto la rivista Dirigente e ha svolto attività pubblicistica con articoli, saggi, una parte del manuale di gestione del personale (Isedi) e testi di relazioni sindacali dei dirigenti.
La famiglia Gay ringrazia di cuore tutti coloro che le sono stati vicini in questi giorni tristi con tanto affetto e solidarietà.
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ricevuto. Lo ricordano in Confcommercio, in Cida, nelle altre Federazioni di dirigenti, in regione, ovunque Guido abbia prestato la scintilla della sua saggezza. Ufficiale gentiluomo, grande rispetto per tutte le persone, intelligenza raffinata, non poteva non lasciare il segno in ogni occasione. Brillava e faceva brillare. Come quella sua sigaretta che consumava mentre scriveva appunti per un suo discorso sempre lucido, il discorso che conteneva tutte le parole che altri avevano parlato e sparlato: ne faceva la sintesi somma, chiudendo immancabilmente il cerchio e trovando l’accordo di chi ascoltava. La sua penna era diventata il suo fioretto da quando non poteva più competere su una pedana. Ho voluto bene a Guido, tanto bene, ho avuto l’onore e la grande fortuna di crescere in mezzo a quella tempesta di cervelli come il suo, tutto ragione e sentimento, come Lorenzo Guerriero, un coraggioso innovatore che amava Guido come un padre, come Lido Vanni, un formidabile scenarista visionario. I loro principi, i loro valori, la loro azione, sono stati per me fonte di continua ispirazione. Trovo difficile scrivere questo breve testo che verrà letto da coloro che hanno conosciuto Guido. Perché tutti noi sappiamo che nessuno avrebbe potuto lontanamente eguagliare le parole che avrebbe sapientemente trovato lui. Sono certo che Guido mi guarda con indulgenza e sorride perché sa che non tradirò mai la grande eredità che mi ha lasciato. Riposa in pace presidente, la tua storia umana ha lasciato un segno indelebile e la gratitudine di quanti ti hanno conosciuto. Guido Carella
inserto mensile di Dirigente n. 3 / 2015
DIRIGIBILE
a cura di Thomas Bialas
Segnali di futuro visti dall’alto #12 esploriamo il futuro grazie a:
FUTURE EMPLOYEES
Assumete hacker. Ora ne abbiamo bisogno
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FUTURE BUSINESS
Arriva la uberizzazione degli affari
p. 4
FUTURE ECONOMY LA CITTÀ DIVENTA MULTICHANNEL FUTURE RETAIL FORMULA AIRBNB PER POP UP STORES SAVE THE DATE: CURIOSITY VALLEY WELCOME TO INNOVATION 31 MARZO 2015 - MILANO CFMT - FMT http://tinyurl.com/k7d79p5
Dirigente mensile di informazione e cultura manageriale editore Manageritalia Servizi design: CoMoDo
SEI UN BIG DATATO?
Programmatori vs programmati Sei un grande datato, superato e asfaltato dal grande rullo dell’economia digitale, big data compreso? Il tema del “non essere più al passo con i tempi” non è un tema da poco. Vi ricordate del vecchio saggio di Umberto Eco Apocalittici e integrati ? Ecco, oggi la battaglia si è spostata sul web: i nuovi apocalittici sono coloro che lo criticano ma spesso ne sono esclusi e dominati, mentre i nuovi integrati sono coloro che lo adorano e cercano di dominarlo.
FUTURE TRACKING
L’emozionante spionaggio delle emozioni
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A uno sguardo più profondo si evidenzia però uno scenario più rischioso. “Programma o sarai programmato”: è questo il monito, e titolo del libro, lanciato nel 2012 dallo studioso (media guru) americano Douglas Rushkoff. Resta vero oggi non solo come monito ma come realtà già in atto. Chi non è in grado di controllare la tecnologia verrà controllato da essa. Niente di apocalittico ma di tremendamente pratico (negli effetti). Possiamo spingerci oltre e affermare che i cosiddetti user (utenti) saranno i nuovi proletari del futuro. Fedeli schiavi che adorano i grandi dati senza comprenderli e senza saperli gestire autonomamente. Questo non vale solo per noi manager e aziende ma anche per i nostri figli. Dobbiamo attivarci affinché nelle scuole la programmazione diventi materia base per ogni percorso pedagogico.
DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
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FUTURE ECONOMY LA CITTÀ DIVENTA MULTICHANNEL È uno dei grandi temi del presente futuro: rilanciare le economie locali attivando meccanismi di aggregazione e condivisione dei cittadini non tanto e non solo su principi teorici (identità del luogo) ma su attività pratiche (possibilità del luogo). In tal senso la città di Wuppertal (circa 350mila abitanti) è una precorritrice, almeno in Germania. Due mesi fa (fine 2014) ha lanciato il primo progetto territoriale, di quel genere, in Germania. Si chiama Online-City ed è co-finanziato dal ministero dell’Ambiente tedesco. A prima vista sembra solo un portale di e-commerce online, ben fatto, dove tutti
Secondo il media guru Douglas Rushkoff (Present Shock), il saggio The coming swarm della giovane studentessa Molly Sauter è un contributo fondamentale per un dibattito che va affrontato con urgenza perché riguarda una delle domande cruciali del 21° secolo: come gestire, anche in azienda, il fenomeno del “hacktivismo”. Da quando il gruppo, o meglio, la forma di attivismo Anonymous ha lanciato l’operazione Charlie Hebdo, per la libertà di espressione e contro i terroristi con attacchi ai loro siti, email, data base e account, è risultato chiaro che siamo di fronte a un salto di qualità non solo per la portata del gesto ma per il
Rent space for pop up shops. Linguaggio e interfaccia sono identici alla home page di Airbnb. Anche il modello di business è identico. Appear here (come dire, appari qui con la tua offerta) è una piattaforma per il noleggio temporaneo di negozi temporanei (temporary store). L’idea in fondo è banale (sulla carta) e risponde a un’esigenza ben chiara di ogni retailer: nessuno vorrebbe perdere l’occasione di un’ottima location libera in una zona che conta. Soprattutto a uso temporaneo. Il problema è saperlo. A questo ha pensato il ragazzo londinese con un passato da negoziante di T-shirt (allora aveva 20 anni). Giustamente notato
Serve altro, caro cliente? Sì, servono più sacrifici. Come risposta alla crisi? No, come risposta a una precisa domanda dei consumatori. Secondo un sondaggio internazionale condotto da Accenture & Havas Media su un campione di 30mila consumatori, il 72% afferma che le imprese non si prendono abbastanza cura del pianeta e della società nel suo complesso. Tradotto: i consumatori non vogliono rendere il mondo un posto migliore ma si aspettano che lo facciano le imprese per loro. Non con uno sterile “bla bla bla” attorno alla CSR ma con fatti concreti. La domanda quindi pare essere: care aziende, a cosa siete
http://www.onlinecity-wuppertal.de/home/
ASSUMETE HACKER. ORA NE ABBIAMO BISOGNO.
FORMULA AIRBNB PER POP UP STORES
IL SACRIFICIO COME NUOVA IDENTITY
https://vimeo.com/117463208
FUTURE EMPLOYEES
FUTURE RETAIL
FUTURE BRAND
i produttori locali possono vendere la loro merce. Ma a uno sguardo più attento si scorge un obiettivo più “strategico”: creare un’identità del territorio non solo culturale ma anche commerciale. Perché a fianco della solita teutonica efficienza (anche in ambito pubblico, che non è scontato) - il portale contempla già di default tutti i servizi oggi “d’obbligo”, fra cui ordina e ritira in negozio (click & collect), consegna a casa nello stesso giorno (same-daydelivery) e assistenza e consulenza online (via skype, live chat o telefono) - c’è la visione e la volontà di colmare il gap della “distorsione esistenziale” fra online e offline facendo vivere al territorio un’esperienza di territorio multichannel dove l’online stimola e innesca la vita reale in città, anche dello shopping.
e intervistato da Wired Uk, il giovanissimo (23 anni) imprenditore Ross Bailey non è sorpreso del proprio successo e neppure del fatto che Balderton Capital, uno dei maggiori fondi di investimento europei, con base a Londra, abbia promesso la bella cifra di 7,5 milioni di dollari per sostenere il progetto. «La visione a lungo termine», puntualizza Ross a Wired, «è di trasformare ogni strada di ogni città in un’enorme banca dati di opportunità per i retailer. Grazie al lavoro minuzioso che stiamo facendo con i big data saremo in grado di sapere quali strade o quartieri funzionano meglio per quali negozi. In pratica, con i nostri dati aiuteremo i nostri clienti a prendere la decisione migliore». https://www.appearhere.co.uk http://tinyurl.com/ooqpbcs
È tempo per un sacrifice audit? Forse. Iniziate a individuare in azienda potenziali sacrifici sotto forma di prodotti, servizi, attività, procedure, abitudini, proprietà, la cui eliminazione produce tangibili miglioramenti nel mondo e comunicatelo.
ANDARE A RIMORCHIO DI AIRBNB & CO Una volta era la Fiat a creare l’indotto. Oggi sono invece (anche) aziende come Airbnb a generare un ecosistema di nuovi fornitori e servizi accessori. Airbnb, ormai presente in 190 paesi e 34mila città, non solo è oggi leader mondiale negli affitti turistici e non fra privati ma anche una macchina di nuova economia. È recente l’accordo con Nest, azienda attiva nella domotica e dall’anno scorso in orbita Google per dotare le case collegate al portale con termostati intelligenti. Una classica operazione di cross innovation fra ex startup ormai diventate grandi. Ma anche i piccoli possono
http://oddletters.com Scarica il libro: http://tinyurl.com/n5e6xzk
FUTURE SERVICE IL MAGGIORDOMO DEL 21° SECOLO
Qualcuno lo chiama anche borderless retail. Come dimostra il caso di Appear here, che ha dovuto convincere i proprietari di spazi ad adeguarsi al proprio modello di business, oggi il tema è replicare modelli disruptive (come Airbnb) in altri settori.
SO WHAT?
FUTURE MARKET
potenziale che annuncia. Il cyber terrorismo esiste, è reale e le varie forme di attacco (anche contro aziende, come dimostrano casi recenti), che vanno dal furto dei dati, interruzione del servizio, collasso dei server (DDoS), modificano il contesto dell’ecosistema digitale e sono la futura sfida di stati, istituzioni e imprese. Con un’aggravante: l’hackeraggio è diventato mainstream. Secondo Molly Sauter tutto questo non rappresenta tanto un problema quanto un fenomeno di trasformazione sociale e culturale con cui fare i conti. Insomma, più che chiamare la polizia forse conviene chiamare qualche hacker e tenerselo stretto in azienda. Poi bisogna approfondire il tema, magari partendo proprio dal libro della giovane ragazza.
SO WHAT?
disposte a rinunciare per fare le cose come si deve? Trendwatching ha raccolto una serie di esempi. Vediamo una veloce carrellata. Cvs drugstore ha rinunciato alla vendita di tabacchi, Tesco rimuove dai supermercati caramelle e cioccolatini in prossimità delle casse, Intel blocca l’importazione di materie prime dalle zone di conflitto, Tesla intende rendere liberi e accessibili i propri brevetti, H&M smette di vendere capi in lana d’angora.
Alfred è il maggiordomo che tutti sogniamo. Per ogni bisogno domestico, tra cui pulizie, spesa alimentare, cucina, babysitting ecc. è possibile accedere a un gran numero di profili di utenti disponibili a svolgere tali mansioni nella propria zona. Il tutto con l’immancabile app e l’usuale (ormai ripetitiva) interfaccia grafica. Insomma, la solita startup “digital addicted” fresca vincitrice dell’annuale TechCrunch Disrupt competition. Perché occuparsene? Perché il servizio non è niente male. Sappiamo tutti quanto oggi sia difficile far quadrare tutti gli impegni e le esigenze nella caotica e sempre più veloce vita urbana.
E se anche esistono servizi di ogni genere resta poi il problema di coordinare troppi fornitori e orari. Alfred tenta di risolvere questo problema. In un’unica app ecco dunque tutti i servizi di semplificazione della vita su base locale, ovviamente on demand con un click e volendo con un abbonamento mensile (99 dollari) che coprono ogni esigenza. Ma Alfred è solo uno dei tanti e forse l’assistente virtuale Magic è ancora più maggiordomo. Certo poi bisogna vedere se tutto ciò alla fine rende (vero business?) o se solo vende (sui media) ma questo aprirebbe un fronte tematico troppo ampio costellato dall’esaltazione della nuova economia digitale. https://www.helloalfred.com http://getmagicnow.com http://tinyurl.com/ptxtwfk
agganciare il portale con nuovi servizi, per l’appunto accessori. Esempio sono Localeur (una guida ai migliori posti nei dintorni), Pillowhomes (una sorta di “home management” tutto incluso per affittanti), Eatfeastly (esperienze culinarie, compreso il cuoco cucina nella casa prenotata con Airbnb). Quindi? Che sia Airbnb o Uber (che nel frattempo sta testando con Uber Rush anche servizi di corriere) è ormai chiaro che la sharing economy è entrata nella fase business con continue nascite di nuovi servizi e opportunità, ma anche rischi per molte imprese della old economy. http://www.localeur.com https://eatfeastly.com https://nest.com http://tinyurl.com/kpmqo2v
DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO
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Infografica del mese
DRONI skycatch.com/workmode La sharing economy incontra il mondo dei droni. Accesso in tempo reale con un click
DA URBANIZZAZIONE A UBERIZZAZIONE UBER ÜBER ALLES AUF DER WELT
CONTANTI nimblme.com Mobile ATM. Nimbl vuole rivoluzionare l’accesso al contante con consegna dei soldi ovunque vi troviate
IL MONDO DEGLI AFFARI STA PER ESSERE SCOMBUSSOLATO DALLA FORMULA UBER?
IMBIANCHINO paintzen.com Preventivo in pochi secondi e classica interfaccia molto user friendly stile Uber
FIORI bloomthat.com Servizio di consegna fiori simile a Fleurop, solo più veloce e più smart come interfaccia
SOCCORSO STRADALE towchoice.com Il servizio che tutti gli automobilisti aspettavano: veloce e a buon mercato
VETERINARIO barkcare.com Il servizio veterinario a domicilio con una semplice app. Per ora ancora in versione Beta
MOBILITÀ DECENTRALIZZATA lazooz.net Sofisticata piattaforma di condivisione mobilità che sincronizza posti vuoti con esigenze di trasporto in tempo reale
TAGLIO ERBA yourgreenpal.com Quasi un social network del giardino con comparazione prezzi e rating del giardiniere
MASSAGGI zeel.com Massaggi on demand. L’utente, tramite app, decida orario e luogo per il trattamento scelto
PULIZIE homejoy.com La donna delle pulizie in versione digitale e convenience. Cosa cambia? Il tono
FITNESS joinvint.com Perso una sessione di fitness? Nessun problema: basta un click per prenotare uno slot dal personal trainer
FASTIDIOSO Dici Uber e cosa ti viene in mente? Care aziende, non chiediamoci se il servizio di Uber sia meglio o peggio del tradizionale taxi e che non sia giusto che anche le adorate startup della baia di San Francisco rispettino, come tutti, regole consolidate e leggi rispettate; non chiediamoci neppure se la capitalizzazione sia eccessiva ed euforicamente pompata o che il fondatore Travis Kalanick abbia una faccia tosta e
INGEGNOSO arrogante, e lasciamo anche perdere le minacce dei taxisti e le confische (in Italia) delle auto di Uber Pop per concorrenza sleale e non legale (sono solo scaramucce da old economy) ma chiediamoci piuttosto se il format Uber potrebbe funzionare anche nel nostro settore.
Secondo il Gottlieb Duttweiler Institut il modello di business Uber sta per invadere ogni settore. La tesi, o meglio, l’osservazione sul campo: sempre più imprese (quasi sempre startup) applicano la formula “magica” Uber per incantare e sorprendere mercati e consumatori. In sintesi, la formula al grido di “quello che funziona per i taxi può funzionare ovunque” è la seguente: Scomporre la
CLAMOROSO propria offerta in piccole unità, offrire il servizio just in time nell’esatto momento desiderato dall’utente, finalizzare la transazione e il pagamento con un semplice click e a prezzi trasparenti e che si adeguano velocemente alle mutevoli condizioni di mercato. Il tutto condito dall’analisi predittiva dei bisogni e future chiamate (sfruttamento big data). Questo è l’approccio Uber. E il vostro qual è?
Mentre troppe aziende stanno a guardare al fenomeno Uber, chi con disgusto, chi con indifferenza, c’è chi ha preso come riferimento il modello di business Uber un po’ come è capitato con Airbnb per innovare il proprio settore. “Se funziona per i taxi può benissimo funzionare per servizi finanziari, legali o sanitari” hanno pensato molte startup che presentiamo come case history in questa grande infografica.
Forse è solo un fenomeno provvisorio, ma forse potrebbe anche essere l’annuncio di un trend duraturo. L’ennesimo tsunami della digitalizzazione? Magari l’uberizzazione non ribalterà strutturalmente il paesaggio del business, ma intanto alcuni osservatori ipotizzano scenari clamorosamente disruptive. Nel dubbio, meglio non dormire.
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Infografica del mese JET PRIVATI jetsmarter.com Prenotare un jet come le auto da Uber con transazione via smartphone
MEDICINALI zapprx.com La ricetta in versione app per ricevere il farmaco direttamente a casa
AVVOCATI upcounsel.com L’avvocato on demand. Servizi legali per le imprese con la formula veloce “qui e ora”
LAVANDERIA getwashio.com Servizio rapido con un semplice click. Ritiro e consegna dei capi sporchi entro 24 ore
ALCOLICI minibardelivery.com Alcol consegnato in 30 minuti! Non banale perché in certi luoghi (ed età) giungere all’alcol non è facile
MARIJUANA eazeup.com Consegna a domicilio di “droga” just in time. Ovviamente solo a scopo terapeutico e solo in California
MANICURE citymani.com Le mani non sulla ma della città. La formula Uber applicata alle unghie
ALIMENTARI instacart.com Una sorta di aggregatore di supermercati di prossimità con prelievo e consegna in un’ora
EXIT STRATEGY
QUALE FUTURO?
Quindi una domanda si pone per tutti. Il mio settore è già stato “uberizzato”? C’è qualcuno in agguato oppure posso io aggredire il mercato con la formula Uber? Studiate l’azienda californiana di San Francisco. Comunque sia il collegamento diretto fra emittente di un servizio e ricevente (nel caso di Uber passeggero e autista) sta diventando un must in molti settori come il servizio on demand.
Uber, abituato al clima californiano del laissez-faire, si scontra ora (e qui il test è interessante perché è il primo serio a livello planetario della sharing economy for profit) con la “burocratica” regolamentazione del vecchio continente. Per ora politici e giudici europei hanno il loro bel da fare. Ma ancora per poco. La nostra previsione: non si può fermare il fenomeno e presto Uber verrà integrato in una nuova legislazione dei
trasporti. Nel capitalismo digitale vale una regola che stiamo osservando da tempo: se un’idea ha preso piede nel mondo (e mercato) sotto forma di software, o più esattamente di app, non c’è più verso di mandarla via, neanche a calci.
DOG WALKING swifto.com Servizio di passeggiata cane per le vie di New York con tanto di geolocalizzazione del percorso
LOOK stylebee.com Beauty on demand tramite app. Disponibile su chiamata in ogni istante e luogo
RIPARA BICI beelinebikes.com The mobile bicycle shop: servizio a domicilio di vendita e riparazione
APPROFONDIMENTO DELL’ESPRESSO Viaggio nella startup delle polemiche http://tinyurl.com/mj6przy
fonte: Gottlieb Duttweiler Institute
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FUTURETECH INVENZIONI & INNOVAZIONI FUTURE TRACKING L’EMOZIONANTE SPIONAGGIO DELLE EMOZIONI Del fenomeno hanno parlato, giustamente, anche alcuni quotidiani italiani. Il tema? Decifrare le reazioni dei consumatori all’interno per proporre (imporre?) prodotti su misura. Se il software della startup Emotient di San Diego dovesse avere successo, il supermercato del futuro assomiglierebbe a un luogo così: telecamere installate in ogni scaffale per sapere o credere di sapere cosa il consumatore pensa e sente. Il solito algoritmo leggerà poi le espressioni per decidere il da farsi
FACEBOOK.COM/HELP/WORK
Rilasciata in beta testing Facebook at Work: meglio tenere questa nuova piattaforma sottocchio per capire quando e come potrà essere utilizzata in azienda. https://www.youtube.com/watch?v=L85S9KLlf-I
INTERLUDE.FM
Uno strumento niente male di storytelling per ogni azienda. In sostanza un tool per rendere interattivi video commerciali ma anche di formazione. Da provare sicuramente. https://interlude.fm/home/videos
(togliere prodotti, mettere prodotti, proporre prodotti). Ma non si vive di sola merce. Le applicazioni paventate sono infinite: negli ospedali per leggere la paura dei pazienti, nel commissariato per gestire interrogatori, a scuola per verificare l’attenzione degli alunni in auto come alert per presunti colpi di sonno. E qui sta la follia. Nella parola presunto. Presumere da pochi parametri la complessa (e assai singolare) vita emotiva di ciascuno di noi. La misurazione, direbbe Einstein, è sempre un atto di riduzione. Non facciamoci ridurre così! https://vimeo.com/121210467 https://vimeo.com/67741811
SCANDICHOTELS.COM
Vi recate ancora in albergo? Male, perché ora il trend va nelle direzione opposta. È la camera d’albergo, Scandic To Go, che si reca dal cliente, ovunque lui si trovi. https://www.youtube.com/watch?v=CYGbvd8OpRc
NEXTATLAS.COM
Qualcosa di italiano Tracking di trend in tempo reale grazie a meccanismi di crowdsourcing e big data. Un atlante per orientarsi nel labirinto formato da milioni di risultati. https://vimeo.com/89197136
ECF-FARMSYSTEMS.COM
Aquaponic urban farming innovativo. Inaugura a Berlino la più grande fattoria indoor d’Europa per la produzione e vendita di pesce e ortaggi. Un format esportabile in altre città. https://www.youtube.com/watch?v=QeUttU00abA
RMIT.EDU.AU
Ora i droni parlano. Un’università australiana è riuscita a sviluppare il primo drone parlante con voce sintetizzata. Scopo: dialogare con i controllori del traffico aereo. http://tinyurl.com/pj5dvg9
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ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
LA CINA È PIÙ VICINA Manageritalia Milano, sempre al fianco dei giovani nell’orientamento al mondo del lavoro, propone stage a Shanghai
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i questi tempi uno stage a Shanghai fa la differenza sul cv. Soprattutto su quello di un giovane neolaureato che non può vantare molte esperienze ma che deve giocarsi tutte le carte disponibili per distinguersi agli occhi degli hr delle aziende alla ricerca di, purtroppo troppo pochi, giovani talenti. Una delle opportunità da non perdere è quella presentata lo scorso gennaio da Manageritalia Milano, che sempre al fianco dei giovani nell’orientamento al mondo del lavoro, ha illustrato le possibilità di internship program di tre o sei mesi in Cina avvalendosi della collaborazione di Four Stars, società specializzata in stage e lavoro. L’esperienza prevede programmi personalizzabili sulla base delle esigenze formative del giovane, omnicomprensivi, nelle sue varie formule e costi, di stage in azienda, formazione, viaggio e assistenza completa e garantita in loco. L’incontro di presentazione si è svolto a Milano e ha visto una ricca partecipazione non solo della numerosa platea ma anche del pubblico che ha seguito l’evento in streaming. Interessanti soprattutto le esperienze sentite dalla viva voce di chi è appena tornato o di chi ancora vive dall’altra parte del mondo grazie a brevi testimonianze video. L’offerta è dedicata a giovani dai 22 ai 29 anni e si inserisce tra le varie iniziative che Manageritalia Milano dedica ai ragazzi, figli di associati ma non solo, che sono in procinto di approcciare il mondo del lavoro e a cui possono risultare interessanti sempre nuove opportunità o confronti con esperienze dirette di manager provenienti da vari settori. Per ulteriori informazioni sulle opportunità di uno stage a Shanghai contattate Manageritalia Milano: milano.segreteria@manageritalia.it, tel. 026253501
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LEGGE DI STABILITÀ: VADEMECUM FISCALE Un aggiornamento su detrazioni ed esenzioni
ASSIDIR
Marco Liera
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a legge di stabilità 2015 ha abrogato a partire dal 1° gennaio di quest’anno l’esenzione ai fini Irpef della prestazione caso morte sulle polizze ramo I e III. In sostanza, nella garanzia Capitale differito della convenzione Antonio Pastore (polizza ramo I) non ci sarà ai fini Irpef differenza tra il trattamento della prestazione in caso di vita (percepita in caso di riscatto o a scadenza dal dirigente o ex dirigente) e quella per morte (percepita dai suoi eredi o, in ogni caso, dai beneficiari designati). In entrambi i casi la quota di prestazione rappresentata dalla rivalutazione cumulata negli anni è sottoposta a tassazione sostitutiva dell’Irpef, con un’aliquota – sempre nel caso dell’Antonio Pastore – di poco superiore al 12,5%, per via dell’investimento prevalente della gestione separata Previr in titoli di Stato ed
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equiparati (la componente di rendimento dovuta ad altri titoli, il cui pe-
so nel caso di Previr è marginale, è del 26%). Le ritenute sono sempre effettuate a titolo di imposta dalla compagnia di assicurazione che eroga la prestazione e quindi il beneficiario non deve riportare questi proventi nella dichiarazione dei redditi. In precedenza, questa quota di prestazione era esente da qualunque imposta se percepita dagli eredi o comunque dai beneficiari in caso di morte dell’assicurato. Viene tuttavia mantenuta l’esenzione ai fini Irperf del capitale assicurato dalla garanzia Temporanea caso morte offerta dall’Antonio Pastore, perché la legge di stabilità ribadisce che “i capitali percepiti in caso di morte in dipendenza di contratti di assicurazione sulla vita, a copertura del rischio demografico, sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche”. Va ricordato che per gli associati
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Antonio Pastore questa copertura caso morte ha efficacia – con capitale assicurato decrescente – fino al raggiungimento dei 70 anni di età dell’assicurato. Il nuovo trattamento, come detto, decorre per tutti i proventi percepiti a partire dal 1° gennaio 2015, quindi non riguarda le prestazioni caso morte della garanzia Capitale differito erogate fino al 31 dicembre 2014.
Vantaggi e modifiche nella tassazione Permane in ogni caso l’esenzione ai fini dell’imposta di successione della prestazione caso morte delle polizze Vita. Dei due tradizionali vantaggi fiscali delle polizze Vita ai fini successori, uno – l’esenzione della rivalutazione in caso morte – viene pertanto abrogato, ma l’altro – l’esenzione ai fini dell’imposta di succes-
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sione – rimane. Restano ovviamente i vantaggi civilistici delle polizze Vita: la possibilità di designare come beneficiari anche soggetti che sono al di fuori dell’asse ereditario e, sotto certe condizioni, l’impignorabilità e l’insequestrabilità. La modifica riguarda come detto anche le polizze ramo III (le cosiddette unitlinked, che investono i premi in quote di fondi comuni anziché in una gestione separata) in passato utilizzate con una certa frequenza da intermediari finanziari e assicurativi per collocare fondi comuni sfruttando il vantaggio fiscale della detassazione dei rendimenti nelle prestazioni caso morte, oltre che dell’esenzione ai fini successori. Sempre nella legge di stabilità viene modificata anche la tassazione del risultato di gestione annuale dei fondi pensione del secondo pilastro, che aumenta dall’11,5 al 20% sulla quota di rendimento che non è attribuibile a titoli di Stato ed equiparati (quota di rendimento che invece è tassata al 12,5%). La misura è di fatto retroattiva, come ha spiegato bene Marco Piazza sul Sole 24 Ore, perché si applica anche alla quota di risultato di gestione maturata nel corso del 2014 al netto delle erogazioni effettuate per i pagamenti dei riscatti effettuati nell’anno stesso (e che quindi sono tassati all’11,5% per quanto riguarda il rendimento maturato nel 2014). Infine, la legge di stabilità ha portato a decorrere dal 1° luglio 2014 al 26% (dal 20% in vigore fino al 30 giugno 2014) l’aliquota di tassazione delle Casse previdenziali del primo pilastro. La quota di rendimento attribuibile a titoli di Stato ed equiparati resta tassata al 12,5%.
diventa La compagnia di assicurazione ha modificato la propria denominazione sociale in Cargeas Assicurazioni SpA. Invariati i dati societari dell’impresa, l’indirizzo e i recapiti telefonici e fax I dati societari e i riferimenti di Cargeas Assicurazioni SpA continuano ad essere gli stessi di UBI Assicurazioni SpA. L’Impresa, infatti, mantiene la propria sede legale in Via Tolmezzo, 15 - 20132 Milano e la sua partita Iva e iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n. 07951160154, oltre agli altri recapiti. Cargeas Assicurazioni SpA continua regolarmente a collaborare con Manageritalia e Assidir sia per la Convenzione Antonio Pastore n. 3140 – coperture di invalidità permanente da malattia, esonero pagamento premi, polizza ponte (perdita d’impiego), sia per la copertura di Tutela legale riservata a dirigenti, prosecutori volontari Antonio Pastore e quadri, sia, infine, per altre coperture individuali (i cui contraenti stanno ricevendo una comunicazione direttamente da Cargeas).
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COSA SI PUÒ DETRARRE?
MANAGERITALIA
Siamo vicini alla dichiarazione dei redditi. Ecco allora cosa è utile sapere riguardo ai nostri fondi contrattuali e alle nostre assicurazioni
zione dei redditi tramite la presentazione del modello Unico, oppure comunicando al Fondo Mario Negri, entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello a cui la contribuzione si riferisce, la quota di contributo non dedotta, in modo che se ne possa tenere conto in sede di tassazione della prestazione pensionistica2. Per quanto riguarda la compilazione del modello di Certificazione Unica 2015, occorre inse-
Fondo Mario Negri I contributi versati al Fondo Mario Negri sia dal dirigente che dall’azienda vengono portati integralmente in deduzione dal datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta (la trattenuta effettuata al dirigente diminuisce l’imponibile fiscale e il contributo dell’azienda non lo incrementa). Infatti, per il Fondo Mario Negri non si applica il regime di deduzione parziale dei contributi previsto per la generalità dei fondi di previdenza complementare, per i quali è stabilito un limite massimo di deducibilità pari a 5.164,57 euro annui1. 1
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Se ci si accorge che per errore è stato applicato il massimale di deducibilità, assoggettando a tassazione la parte di contribuzione eccedente tale limite, si può segnalare la svista al datore di lavoro che può effettuare le correzioni in sede di conguaglio definitivo entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello a cui la contribuzione si riferisce. Decorsa tale data è comunque possibile recuperare la differenza a credito nella dichiara-
La deroga di cui fruiscono gli iscritti al Fondo Mario Negri, compresi i prosecutori volontari, trova riferimento nell’art. 18, commi 8-bis e seguenti del decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124 e nell’art. 15, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, ed è stata confermata dall’art. 3, commi 119 e 120, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (Finanziaria per il 2004) e dall’art. 20, comma 7, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (Riforma della previdenza complementare). Art. 8, comma 4, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.
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rire la somma dei contributi versati dall’azienda e dal dirigente nella parte dedicata alla previdenza complementare, casella 142, e indicare nella casella 141, il codice 2, senza alcuna annotazione. Gli iscritti al Fondo Mario Negri, che godono già di una deducibilità più ampia rispetto alla generalità degli iscritti ai fondi di previdenza complementare, non possono inoltre dedurre, entro il limite di 5.164,57 euro, eventuali contributi versati ad altre forme pensionistiche, collettive e individuali a cui siano iscritti loro stessi o le persone a loro carico.
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Sintesi trattamento fiscale e previdenziale Fondi contrattuali dirigenti del terziario (dirigenti in servizio) contribuzione previdenziale
trattamento fiscale
detrazione per oneri del 19%1
previdenza complementare Fondo Mario Negri quota a carico dell’azienda contributo solidarietà 10% quota a carico del dirigente ordinaria
esente esente
no no
assistenza sanitaria integrativa Fondo Mario Besusso (Fasdac) quota a carico dell’azienda contributo solidarietà 10% quota a carico del dirigente ordinaria
esente esente
no no
polizza assicurativa infortuni2 premio per infortuni professionali premio per infortuni extraprofessionali
esente imponibile
no sì
contributo per Associazione Antonio Pastore quota a carico dell’azienda contributo solidarietà 10% quota a carico del dirigente ordinaria
imponibile imponibile
sì sì
contributo formazione (Cfmt) quota a carico dell’azienda quota a carico del dirigente
esente imponibile
no no
esente ordinaria
no ordinaria
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Su un importo massimo di € 530 annue in concorrenza con le altre eventuali polizze assicurative stipulate. Al premio per il rischio di non autosufficienza (long term care) si applicherà il massimale di € 1.291,14, al netto dei premi aventi per oggetto il rischio di morte o di invalidità permanente.
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Ai sensi dell’art. 18, comma 7, del ccnl 31 luglio 2013, il datore di lavoro deve stipulare a proprio carico e a favore del dirigente una polizza assicurativa per il caso di infortunio sia professionale sia extraprofessionale. L’imponibile fiscale è uguale alla retribuzione lorda meno i contributi a carico del dirigente per Inps, Fondo Mario Negri e Fasdac ,più il contributo dell’azienda per l’Associazione Antonio Pastore.
Associazione Antonio Pastore L’intero contributo (quote a carico dell’azienda e del dirigente) risulta fiscalmente imponibile. È tuttavia possibile usufruire della detrazione per oneri (19% su un importo massimo di 530 euro) per la parte di premio relativa a garanzie caso morte, invalidità da malattia ed esonero pagamento premi. Limitatamente ai premi per assicurazioni sul rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti
della vita quotidiana, si applicherà il massimale di 1.291,14 euro, al netto dei premi aventi per oggetto il rischio di morte o di invalidità permanente. Gli importi relativi possono essere desunti dall’estratto conto o richiesti ad Assidir e vanno indicati nella sezione “Oneri detraibili” del modello CU 2015 (caselle dalla 71 alla 82). Da quest’anno, infatti, occorre distinguere i premi versati per le assicurazioni vita e infortuni, individuati con il codice 36, da quelli per il rischio di
non autosufficienza (long term care), da indicare con il codice 37. La relativa detrazione può essere effettuata direttamente dal datore di lavoro che, in tal caso, inserisce l’importo detratto nella casella 108 del modello CU 2015. Ai fini del massimale annuo di 530 euro, concorrono anche i premi versati per eventuali altre polizze stipulate individualmente dal dirigente e la polizza contrattuale relativamente al premio per infortuni extra professionali.
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Fasdac
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L’art. 51, comma 2, lett. a del Tuir attribuisce la “non concorrenza alla formazione dei redditi di lavoro dipendente” ai contributi versati a enti e casse aventi esclusivamente fine assistenziale entro il limite annuo di 3.615,20 euro, purché rispettino la destinazione del 20% delle risorse a: 1. prestazioni sociali a rilevanza sanitaria da garantire alle persone non autosufficienti; 2. prestazioni sanitarie a rilevanza sociale da garantire alle persone non autosufficienti in ambito domiciliare, semi-residenziale e residenziale; 3. prestazioni finalizzate al recupero della salute di soggetti temporaneamente inabilitati da malat-
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tia o infortunio; 4. prestazioni di assistenza odontoiatrica compresa la fornitura di protesi dentarie. Secondo le disposizioni fornite dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali con decreto 27 ottobre 2009, in fase di prima applicazione la verifica del rispetto della destinazione del 20% alle risorse vincolate è effettuato a partire dall’anno gestionale 2010, per il quale gli enti/casse iscritti all’anagrafe del ministero dovevano produrre un’autocertificazione entro luglio 2011. In conformità a quanto previsto dal citato decreto ministeriale, il Fasdac ha provveduto all’iscrizione all’Anagrafe dei Fondi, ricevendo il 10 giugno 2010 l’Attestazione di iscri-
zione da parte del dipartimento di qualità - direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute. Tutto ciò premesso, si ricorda che il trattamento fiscale dei contributi varia a seconda della tipologia di iscritto al Fondo. Vediamo di seguito i diversi criteri da adottare.
Dirigenti in servizio L’importo che rileva ai fini della verifica del superamento del massimale di deducibilità annuo di 3.615,20 euro è dato dalla somma dei contributi di cui alle lettere a e c del comma 1 dell’articolo che disciplina l’assistenza sanitaria integrativa (art. 27 nel ccnl dirigenti di aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi), importo che de-
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ve essere indicato nel modello CU 2015 nella sezione “Oneri deducibili” al punto 163, al netto del contributo aziendale destinato alla gestione dirigenti pensionati, introdotto con decorrenza 1° gennaio 2007, che non rileva ai fini del superamento del massimale di deducibilità annuo, come precisato dall’Agenzia delle entrate, nella circolare 4 marzo 1999, n. 55/E. Quindi, i datori di lavoro, in qualità di sostituti di imposta, continueranno a dedurre dal reddito di lavoro dipendente i contributi versati al Fasdac portando a diminuzione dell’imponibile fiscale il contributo a carico del dirigente e non incrementando la retribuzione imponibile del contributo a carico dell’azienda.
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Come conseguenza della piena deducibilità fiscale dei contributi versati al Fasdac, per i dirigenti in servizio le spese mediche possono essere portate in detrazione solo con riferimento al quantum non rimborsato dal Fondo, nel limite del 19% della quota eccedente 129,11 euro annui.
Prosecutori volontari In attesa di un intervento chiarificatore da parte dell’Agenzia delle entrate in merito alla possibilità o meno di portare in deduzione i contributi versati in qualità di prosecutore volontario, consigliamo, in via prudenziale, di non dedurre il contributo al Fondo e di portare in detrazione il 100% della spesa medica, anche per la parte rimborsata dal Fasdac, fermo restando il fatto che ogni associato può liberamente decidere di agire diversamente, seguendo il consiglio di un professionista di fiducia.
Pensionati L’Agenzia delle entrate (risoluzione dell’11 luglio 2008, n. 293) ha chiarito che nulla cambierà rispetto al passato per gli iscritti al Fasdac in qualità di pensionati che, quindi, continueranno a non dedurre il contributo versato al Fondo. A fronte di tale mancata deduzione è tuttavia permesso di portare in detrazione l’intero ammontare delle spese mediche sostenute, compresa la parte rimborsata dal Fasdac, nel limite del 19% della quota eccedente 129,11 euro annui. La risoluzione citata prende in esame il caso degli iscritti al Fasi in qualità di pensionati, in quanto iscritti a un Fondo per il quale il contributo aziendale alla gestione pensionati risulta essere cumulativo
e indifferenziato, e non riferito a ogni singolo dirigente andato in quiescenza. Secondo l’Agenzia delle entrate, non potendo risalire al contributo complessivamente versato a favore di tali iscritti (quota a carico del pensionato + quota a carico dell’azienda) non è possibile verificare il raggiungimento del massimale di deducibilità e quindi applicare la deduzione di un importo effettivo dal reddito. Pertanto, poiché l’accordo del 23 gennaio 2008 di rinnovo del ccnl per i dirigenti del terziario, della distribuzione e dei servizi (come avvenuto per gli accordi di rinnovo degli altri settori rappresentati da Manageritalia) ha introdotto un contributo analogo a quello previsto nel ccnl dei dirigenti industriali, a carico dei datori di lavoro e a favore della gestione pensionati Fasdac, gli iscritti al Fondo come pensionati rientrano nella stessa fattispecie di quella delineata con riferimento ai pensionati Fasi.
Contributo Cfmt per la formazione Anche se vengono versati al Fondo Mario Negri che funge da ente esattore, i contributi dovuti al Cfmt, non avendo natura previdenziale o assistenziale, non sono soggetti al medesimo trattamento fiscale dei contributi versati alla previdenza complementare. Pertanto, la trattenuta a carico del dirigente non è deducibile dal reddito, mentre il contributo a carico dell’azienda non aumenta il reddito imponibile fiscale e previdenziale (rif. lettera Inps n. 27/8/9008 pervenuta a Confcommercio il 5 gennaio 1996, in risposta a un quesito formulato in merito).
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INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE
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L’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi): novità e modifiche in materia di ammortizzatori sociali a sostegno di ogni lavoratore
Daniela Fiorino
I
n attesa dell’emanazione del decreto legislativo che, ai sensi della delega inserita nel Jobs act, disciplinerà la Naspi (nuova Aspi), per coloro che si trovano in stato di disoccupazione involontaria continua ad essere in vigore la normativa che disciplina l’Aspi e la mini Aspi. Pertanto, l’Inps ha comunicato gli importi dei trattamenti in vigore dal 1° gennaio 2015. Su uno dei prossimi numeri illustreremo le novità sulla Naspi che, se saranno confermate le indicazioni contenute nella bozza del decreto legislativo che dovrà disciplinare il sistema di ammortizzatori sociali ai sensi delle disposizioni del Jobs act, sarà istituita a decorrere dal 1° maggio 2015.
Misura La retribuzione di riferimento per il calcolo dell’assegno Aspi si determi-
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na considerando la retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni (anche se ci sono vuoti contributivi), comprensiva di tutti gli elementi soggetti a contribuzione previdenziale, dividendola per il numero delle settimane di contribuzione effettive e moltiplicandola per 4,33. Una volta determinata la retribuzione di riferimento, l’ammontare della rendita sarà pari al 75% della stessa se non è superiore (per il 2015) a 1.195,37 euro. In caso contrario, si aumenta di un importo pari al 25% della parte eccedente i 1.195,37 euro, fatto salvo l’importo massimo erogabile pari, per il 2015, a 1.167,91 euro, eventualità riferibile alla generalità dei nostri associati, in quanto percettori di redditi medio-alti. All’indennità così determinata si applica una riduzione del 15% dopo i
PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA Dopo essersi iscritti nelle liste dei disoccupati presso il Centro per l’impiego, occorre presentare il modulo di richiesta al più presto e comunque entro il termine massimo di due mesi, pena la decadenza dal diritto che decorre dalla data di inizio del periodo indennizzabile: a) ottavo giorno successivo alla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro; b) data di definizione della vertenza sindacale o data di notifica della sentenza giudiziaria; c) data di riacquisto della capacità lavorativa nel caso di un evento patologico (malattia comune, infortunio) iniziato entro gli otto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro; d) ottavo giorno dalla fine del periodo di maternità in corso al momento della cessazione del rapporto di lavoro; e) ottavo giorno dalla data di fine del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate; f) trentottesimo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa.
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primi sei mesi di fruizione e di un ulteriore 15% dopo il dodicesimo.
Durata Per determinare il regime applicabile si fa riferimento alla data anagrafica del lavoratore alla data di cessazione. Anno 2015 Età n. mesi* disoccupato indennità* meno di 50 anni 10* uguale o più di 50 anni e meno di 55 anni 12* uguale o più di 55 anni 16* * Nel limite delle settimane di contribuzione versate negli ultimi due anni.
Requisiti I requisiti che determinano il diritto a percepire l’indennità Aspi sono i seguenti:
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Stato di disoccupazione In caso di nuova attività lavorativa sopravvenuta, si veda il paragrafo “Nuova attività lavorativa in caso di prestazione”. Anzianità contributiva Occorre risultare assicurati presso l’Inps da almeno 2 anni e avere versato almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. Centro per l’impiego Prima della presentazione della domanda è necessario aver rilasciato al Centro per l’impiego, competente per territorio, la dichiarazione di immediata disponibilità sia a svolgere un’attività lavorativa sia a seguire il percorso proposto per la ricerca di una nuova occupazione. Tale dichiarazio
Ai fini della presentazione della domanda, il periodo per il quale il lavoratore percepisce l’indennità di mancato preavviso si considera lavorato. Pertanto, se il lavoratore licenziato viene esonerato dal prestare in servizio il preavviso e il datore di lavoro gli corrisponde la relativa indennità, il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 68° giorno a partire dall’ultimo giorno di preavviso indennizzato. L’Inps, con messaggio del 23 novembre 2012, n. 19273, ha chiarito che l’indennità di disoccupazione subirà il differimento all’ottavo giorno successivo alla data finale del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso solo nei casi in cui detta indennità sia stata effettivamente corrisposta dal datore di lavoro, altrimenti la decorrenza farà riferimento ai normali meccanismi legati alla data di cessazione del rapporto di lavoro e di presentazione della domanda di prestazione. La domanda può essere inoltrata: tramite i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino con apposito pin attraverso il portale dell’Istituto; tramite contact center multicanale attraverso il numero 803164, gratuito da rete fissa, o il numero 06164164 da rete mobile, a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico; tramite patronati/intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
ne può essere resa dall’interessato all’Inps che la trasmette al servizio competente per territorio, mediante apposito sistema informatico. Cessazione non volontaria L’indennità è concessa a quei lavoratori che vengono a trovarsi senza lavoro, e quindi senza retribuzione, per qualsiasi tipologia di licenziamento, compreso quello disciplinare per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa; per scadenza del contratto a termine; per dimissioni per giusta causa; per risoluzione consensuale a seguito di trasferimento della sede di lavoro o di trasferimento di proprietà dell’azienda. L’indennità non spetta, quindi, ai lavoratori che si dimettono volontariamente, a eccezione delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri che si dimettono durante il periodo in cui è previsto il divieto di licenziamento (dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento del 1° anno di età del bambino). Il legislatore ha stabilito che la tutela interviene anche nei casi di conciliazione presso le Direzioni territoriali del lavoro, a seguito della procedura di comunicazione preventiva che le aziende devono attivare prima di procedere a un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, quello che viene comunemente denominato “licenziamento per motivi economici”, a seguito di operazioni di ristrutturazione aziendale. Procedura che si riferisce ai lavoratori che rientravano nella sfera di applicazione dell’art. 18 e quindi non ai dirigenti. Tuttavia è da ritenere che anche per il dirigente, in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, seguito da un accordo transattivo sottoscritto in sede
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sindacale o presso la Dtl, sia da riconoscersi il diritto all’Aspi, anche se su questo punto si sono al momento registrate interpretazioni discordanti da parte delle diverse sedi territoriali Inps. Se la cessazione avviene per dimissioni per giusta causa, il lavoratore dovrà corredare la domanda con una documentazione da cui risulti la sua volontà di difendersi in giudizio nei confronti del comportamento illecito del datore di lavoro (allegando diffide, esposti, denunce, citazioni, ricorsi d’urgenza ex art. 700 del codice di procedura civile, sentenze ecc. contro il datore di lavoro, nonché ogni altro documento idoneo), impegnandosi a comunicare l’esito della controversia giudiziale o extragiudiziale. Nel caso in cui l’esito della lite dovesse escludere la sussistenza della giusta causa di dimissioni, l’Inps procederà al recupero di quanto pagato a titolo di indennità di disoccupazione, così come avviene nel caso di reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, successiva a un licenziamento illegittimo che ha dato luogo al pagamento dell’indennità di disoccupazione. Conseguentemente, l’Istituto ha dato istruzioni
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agli operatori che ricevono le domande di avvisare il lavoratore che il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione sarà provvisorio, fino alla comunicazione dell’esito della controversia.
Pagamento Si ha diritto all’indennità a partire: dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione (o di scadenza del periodo di mancato preavviso), se la domanda è stata presentata entro il settimo giorno; dal giorno successivo alla data della domanda, se presentata successivamente ed entro i termini indicati nel box “Presentazione della domanda”. dalla data di rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa nel caso in cui questa non sia stata presentata all’Inps ma al Centro per l’impiego e sia successiva alla presentazione della domanda; dalle date che troviamo ai punti c, d, e, f del box “Presentazione della domanda”qualora la domanda sia stata presentata prima di tali date, o dal giorno suc-
cessivo alla presentazione della domanda qualora presentata successivamente ma, comunque, nei termini di legge. Per poter ottenere una seconda indennità, dopo un altro periodo di lavoro, è necessario che sia trascorso il cosiddetto “anno mobile”, cioè un periodo di 365 giorni a partire dalla data di inizio della prima prestazione. L’indennità può essere riscossa con accredito su conto corrente bancario o postale oppure mediante bonifico domiciliato presso Poste Italiane allo sportello di un ufficio postale rientrante nel cap di residenza o domicilio del richiedente.
Nuova attività lavorativa in corso di prestazione L’art. 7, comma 7, del decreto legge 76/2013, convertito in legge 9 agosto 2013, n. 99, ha ripristinato la formulazione antecedente la legge 92/2012 in merito alla conservazione dello status di disoccupato che, quindi, permane a seguito di svolgimento di attività lavorativa, tale da assicurare un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione. Il ministero del Lavoro e della Previdenza sociale ha stabilito che il limite di reddito è pari a 8.000 euro per i lavoratori dipendenti e a 4.800 euro per i lavoratori autonomi. Il titolare dell’indennità di disoccupazione Aspi deve, a pena di decadenza, informare l’Inps entro un mese dall’inizio dell’attività, dichiarando anche il reddito annuo che prevede di conseguire. Nel caso in cui il reddito rientri nei limiti citati, l’indennità di disoccupazione è ridotta di un importo pari
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LE ASSOCIAZIONI TERRITORIALI MANAGERITALIA MANAGERITALIA ANCONA 60121 ANCONA - Via Magenta 5 Tel. 07153624 - Fax 0712075097 ancona@manageritalia.it all’80% dei proventi preventivati. Qualora il soggetto intenda modificare il reddito dichiarato, può farlo attraverso nuova dichiarazione. In tal caso l’indennità verrà rideterminata. Il soggetto titolare dell’indennità di disoccupazione Aspi può svolgere attività lavorativa di natura meramente occasionale, purché la stessa non dia luogo a compensi superiori a 3.000 euro annui, al netto dei contributi previdenziali.
Una tantum per i lavoratori parasubordinati La legge 92/2012 ha reso stabile la tutela introdotta in via sperimentale per gli iscritti alla gestione separata Inps che hanno prestato attività di collaborazione con un solo committente, che abbiano percepito, nell’anno precedente, un reddito lordo non superiore a 20.000 euro (valore che dovrebbe essere adeguato annualmente), che ha dato luogo al versamento del contributo di disoccupazione per almeno 4 mensilità. Ulteriori condizioni sono lo stato di disoccupazione di almeno due mesi continuativi e l’aver versato, nell’anno della corresponsione dell’indennità una tantum, la contribuzione per almeno una mensilità. L’importo erogato è pari al 5% del minimale annuo di reddito moltiplicato per il numero minore tra le mensilità di contributi versati nell’anno precedente e quelle non coperte da contribuzione. I suddetti requisiti, in via transitoria per il triennio 2013-2015, saranno meno stringenti (il requisito dell’accredito, nell’anno precedere, di almeno 4 mensilità alla gestione separata Inps si ridurrà a tre mensilità, mentre l’importo dell’indennità verrà aumentata dal 5 al 7% del minimale annuo).
MANAGERITALIA BARI 70126 BARI - Via G. Amendola 172/a - 172/c c/o Executive Center Tel. e Fax 0805481574 bari@manageritalia.it MANAGERITALIA BOLOGNA 40125 BOLOGNA - Viale G. Carducci 12 Tel. 051399712 - Fax 051307949 bologna@manageritalia.it MANAGERITALIA FIRENZE 50129 FIRENZE - Via F. Crispi 21 Tel. 0554633393 - 055461420 Fax 055472659 firenze@manageritalia.it
MANAGERITALIA NAPOLI 80133 NAPOLI - Via M. Cervantes 52 Tel. 0815513612 / 0814977108 Fax 0815527095 napoli@manageritalia.it MANAGERITALIA PALERMO 90139 PALERMO - Via I. La Lumia 7 Tel. 091583272 - Fax 091587565 palermo@manageritalia.it MANAGERITALIA ROMA 00192 ROMA - Via Ezio 49 - Tel. 063269481 r.a. Fax segreteria 0632694825 Fax sanitaria 0632694826 roma@manageritalia.it MANAGERITALIA TORINO 10125 TORINO - Corso G. Marconi 15 - 1° piano Tel. 0116690268 - Fax 0116507227 torino@manageritalia.it
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Delegazione di 39100 BOLZANO - Via G. Carducci 5 - 1° piano Tel. 0471977778 - Fax 0471323576 bolzano@manageritalia.it
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ACCADEMIA SPORT&MANAGEMENT Incontro con ARMIN ZOEGGELER MILANO 14 APRILE, 18-20.30 Energolab, via Plinio 38
CFMT
ROMA 19 MAGGIO, 18-20.30 Cfmt, via Palestro 32
S
e un’idea è vincente lo si capisce con il tempo. Cfmt ripropone per il settimo anno il progetto Accademia Sport&Management . L’obiettivo di Cfmt, attraverso questo consueto appuntamento, è quello di offrire ai dirigenti e alle aziende associate la possibilità di entrare in contatto con il mondo dello sport e i suoi più grandi interpreti, cercando di cogliere i punti di connessione tra l’impresa sportiva e quella manageriale. Il file rouge degli incontri per il 2015 è la capacità di “pensare in grande”. Lo sviluppo di un pensiero strategico come condizione necessaria per generare grandi prestazioni e grandi imprese, non solo sportive,
nei sistemi nei quali si opera. Un tema di grandissimo rilievo per il management e per le imprese. Il protagonista dei mesi di aprile (Mi-
PER UN CONTATTO DIRETTO
lano) e di maggio (Roma) sarà Armin Zoeggeler, ex slittinista alto atesino tra gli sportivi più vincenti della storia e considerato, nella sua disciplina, l’atleta più vincente in assoluto. Un palmares infinito e sei Olimpiadi in curriculum fanno di Zoeggeler un esempio di longevità sportiva e professionalità impeccabile. La sua testimonianza toccherà svariate tematiche, a partire dal concetto di passione, che tutti abbiamo ma che non sempre traduciamo in forma e contenuto; passando per l’idea di performance: quanto incide la vita extra sportiva sulla carriera di un atleta? Verranno approfondite anche le strategie migliori per restare al vertice e restarci in prima linea. Due ore di grandi emozioni con immagini, video e contributi che riprenderanno i messaggi cruciali che emergeranno durante l’incontro. Non mancherà la possibilità di sottoporre le proprie domande e curiosità all’ospite presente.
Anna Scirea ascirea@cfmt.it T. 02 54 06 311
Veronica Ciccarone vciccarone@cfmt.it T. 06 50 43 053
La partecipazione all’evento è gratuita e riservata ai dirigenti associati in regola con il versamento degli appositi contributi.
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Hanno collaborato a questo numero FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
I NOSTRI
BLOG
FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
Thomas Bialas, futurologo, è responsabile del progetto Future Management Tools di Cfmt e curatore dell’inserto Dirigibile. (8-59)
Claudia Corti è laureata in lettere, indirizzo moderno artistico, ed è guida turistica per le province di Milano, Pa(55) via, Monza e Brianza.
Cosimo Finzi è amministratore delegato di AstraRicerche, società leader nelle indagini sociali e negli scenari di (32) mercato.
Marco Liera, fondatore YouInvest-La Scuola per Inve(70) stire (www.youinvest.org). crisiesviluppo.manageritalia.it
Oltre la crisi, per cogliere opportunità e sviluppo
Emilio Rossi, presidente EconPartners, senior advisor Oxford Economics
(20)
Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno dei maggiori gruppi italiani operanti nel beverage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolognese Gaudio (marketing@ri(54) naldi.biz).
Luca Stefano Vanni è vice president, Hr & Organizational Effectiveness, EMEA presso NEC Europe Ltd. e consi(34) gliere di amministrazione di NEC Italia SpA.
donne.manageritalia.it
da Manageritalia DanielaFiorino,responsabile ufficio sindacale. (56-76)
Conversazioni tra uomini e donne sulle pari opportunità
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA
Carla Panizza, responsabile centro studi.
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FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO
FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI
FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO
ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE
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