Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Ingegneria e Architettura Anno Accademico 2014/2015
La Città Verde
Storia e Prospettive del Verde Urbano a Cagliari
Tesi di Marco Fois Relatore: Prof. Giorgio Pellegrini Controrelatore: Paolo Sanjust
Ciò che è decisivo si compie nonostante tutto. Nietzsche
Ai miei genitori
INDICE 1. STORIA DEL GIARDINO
1
2. STORIA DEL VERDE IN SARDEGNA
27
3. VERDE URBANO DI CAGLIARI
49
4. UNA PASSEGGIATA URBANA
91
BIBLIOGRAFIA
111
1. STORIA DEL GIARDINO
inizio o di destinazione finale della vita sulla terra. Il giardino promesso dei musulmani è descritto come ricco di alberi e giochi d’acqua. Il paradiso terrestre o giardino dell’Eden, descritto nel primo e secondo libro della Genesi, è proposto come un luogo dove vegeta ogni specie di albero, e in cui una natura amica offre abbondanza di frutti. Il termine paradiso, dal persiano antico pairi-dae’-za, significa “parco recintato”, luogo dunque delimitato, a cui solo pochi, i meritevoli, hanno accesso e da cui chi è indegno viene scacciato. Al di là del valore simbolico legato al giardino, le antiche civiltà attribuivano particolare
1.1 ORIGINI
significato a certe specie, quali l’ulivo, il fico e il crataegus (biancospino). Non c’è d’altra parte di che
Il significato della parola giardino può essere
stupirsi che in un periodo in cui le carestie erano
ricondotto all’ebraico gan, che significa proteggere
frequenti, agli alberi più longevi venisse attribuito un
e difendere e oden o eden, piacere e delizia. Il
particolare valore di fertilità, vita e nutrimento.
significato del termine, derivato dalla combinazione
È per questo che nella nostra tradizione rimangono
di queste due parole, è quindi evidentemente
forti i riferimenti a miti e leggende che, se pur
quello di un luogo recintato e protetto ove godere
appaiono oggi oscuri nei loro significati simbolici,
di svago e diletto. Il concetto di giardino del piacere
sono stati fondamentali nella formazione della nostra
ha origini antiche nella mitologia e nella religione,
civiltà e non possono che essere, almeno in parte,
mentre il disegno e l’organizzazione degli antichi
responsabili del sentimento e delle emozioni che
giardini aveva chiari agganci e riferimenti con le
ancora oggi in noi suscitano le piante.
pratiche agricole del tempo. La maggior parte delle
Non è un caso che la storia dei giardini segua di pari
fedi religiose descrive i giardini come il luogo di
passo lo sviluppo delle principali civiltà. Il giardino
1
2
nasce quando, una certa parte della popolazione,
terrazza sporgeva leggermente creando delle piazze
comincia a conoscere un certo benessere. La storia
con sale e gallerie per il refrigerio. Una larga scala
della nostra cultura affonda le sue radici e trova le
sull’asse fungeva da collegamento. Ogni gradino era
sue origini nella Mesopotamia meridionale. In tale
sostenuto da arcate, che formavano stanze e corridoi.
terra, già tremila anni prima di Cristo, tra il Tigri e
Su ciascuno di essi erano piantati alberi, arbusti e
l’Eufrate, viveva, in città autosufficienti, un popolo
piante fiorite così da dare l’effetto complessivo di
estremamente civilizzato. Qui era ubicato l’Eden,
una montagna artificiale ricoperta di vegetazione.
mitico luogo di delizie che si identifica con un giardino
La struttura rappresentava un’ardita novità da un
sede della creazione. Qui i popoli mesopotamici
punto di vista architettonico. I Babilonesi furono i
sono riusciti ad acclimatare le palme (come anche
primi ad usare archi per sostenere una struttura, il
oggi accade nelle oasi sahariane ed egiziane), a
che costituisce un evento forse unico in termini di
proteggere le altre piante che crescono alla loro
tecniche di impianti di grandi alberi e di coltivazione
ombra, a rallentare l’essiccazione del terreno
in un giardino pensile. La struttura portante per il
sottostante, a favorire la condensazione notturna e
terreno coltivabile era realizzata con uno strato di
rendere quindi coltivabile la terra del delta.
canne e bitume, ricoperto da mattoni e gesso e da
I giardini di Mesopotamia conservarono per lungo
uno strato di piombo. Gli alberi più grandi d’altra
tempo un carattere religioso e a poco a poco, con
parte erano piantati nei pilastri portanti, che erano
l’espandersi del mondo babilonese verso nord,
cavi e riempiti di terreno coltivabile. Particolarmente
acquistarono una maggiore importanza. Verso il VII
complesso doveva anche essere il sistema irriguo,
secolo a.C. Nabucodonosor II costruiva a Babilonia i
per portare l’acqua contro gravità ai piani più alti.
celebri Giardini Pensili attribuiti più tardi alla Regina
I giardini di Babilonia, a dispetto della loro fama,
Semiramide1.
non sembrano aver esercitato un’influenza diretta
Innalzò i suoi giardini lungo i contrafforti della città.
sui giardini del mondo mediterraneo. Rimangono
Secondo una ricostruzione si vede che erano costituiti
soprattutto nei riguardi dei greci e dei romani una
da terrazze sovrapposte, dolcemente inclinate,
sorta di sfida, ammirata più per le difficoltà superate
su cui scorreva l’acqua di irrigazione. Ciascuna
che per la loro bellezza. La valle del Nilo fu un altro
centro di grande rilievo per le antiche civiltà. L’Egitto
amico di Platone e di Socrate, eserciteranno una
conservò un ruolo predominante per lungo tempo,
grande influenza sulla futura storia dei giardini.
circa dal 3500 al 500 a.C. Il significato simbolico e
Estremamente simmetrici, erano divisi in quattro parti
religioso di alcuni alberi piante e fiori, quali il loto,
da due assi ortogonali, sottolineati sia da un viale
il papiro, la palma da datteri, diede origine al loro
che da una linea d’acqua e all’intersezione degli assi
impiego come specie ornamentali. I ricchi e i nobili
si elevava un palazzo, un padiglione o una fontana.
costruirono giardini circondati da mura nelle loro residenze. Questi giardini, che costituivano delle vere e proprie oasi, ripetevano nel loro assetto geometrico, l’organizzazione della campagna coltivata e degli estesi sistemi di irrigazione che la caratterizzavano. Erano giardini rettangolari, in cui ripartiti assialmente 3
rispetto alla casa, vi erano aiuole fiorite, laghetti con uccelli acquatici, filari di alberi, voliere e padiglioni separati da vialetti o da canali irrigui. Una pergola di vite collegava l’ingresso alla casa, proteggendo i visitatori dal torrido sole nord-africano. Le aiuole, semplici e formali contenevano rose, gelsomini, mirti talvolta coltivati in vaso. In tempi più recenti, circa 500 a.C., i re di Persia crearono lussureggianti giardini del piacere. Si trattava anche in questo caso di imitazioni idealizzate del paesaggio agrario, dove l’impiego dell’acqua per irrigare le piante e rinfrescare l’aria era certamente intriso di simbolismo. Questi ambienti, descritti da Senofonte, storico greco, (430–355 a.C.)
1. Possibile rappresentazione dei giardini pensili di Babilonia
1.2 I GIARDINI GRECI E ROMANI
Questo legame con la cultura dei campi è ancora vivo nel I sec a.C., come osserva Plinio il Vecchio
4
Nella Grecia classica, non vi fu, rispetto all’Oriente,
(Nat.Hist.XIX,50)2 nella legge delle XII tavole, non
un analogo interesse verso i giardini. Le residenze
compare ancora la parola villa, ma quella di hortus
private erano apparentemente modeste rispetto alla
con il significato di heredium, ovvero di terreno
magnificenza degli spazi pubblici di socializzazione:
recinto che fa parte integrante della casa.
l’agorà, il ginnasio, il teatro. Le stanze delle abitazioni
Dunque casa e giardino sono inscindibili, il giardino
si affacciavano su un cortile interno, di solito
è parte del focolare domestico ed è dedicato al culto
pavimentato ed ornato con statue e piante coltivate
dei Lari (Lares familiares), antenati e protettori della
in vaso. Al giardino greco, fino all’epoca classica,
casa e della famiglia.
non si chiedeva di essere bello, i greci cercavano la
I giardini fino al I sec a.C. sono “arte popolare”,
bellezza altrove. Il giardino greco era legato da una
legata alla nostalgia di un popolo che in fondo si
parte alla sacralità del luogo, giardino consacrato
sente inurbato di recente e conserva la mentalità
agli dei, il genius loci, il bosco sacro, giardino-orto-
di un contadino esiliato in città, in una città che va
frutteto, il giardino utile.
assumendo dimensioni sempre più vaste.
Poco a poco nelle città elleniche il ginnasio esce
Fra il II e il I sec. a.C. compaiono i primi giardini
fuori dalla palestra primitiva per essere completato
costruiti. Secondo quanto ci ha tramandato Cicerone
da boschetti e passeggiate. Grande importanza si
nel “De Amicitia”, sono quelli di Scipione l’Africano
diede ai giardini degli edifici pubblici come luogo di
e Giunio Bruto che risentono già di influenze
incontro, di discussione e di rapporti sociali: nascono
ellenistiche.
i “giardini pubblici moderni”.
Il Tevere diventa uno scenario ambito per chi
Giardini non dissimili da quelli egiziani e persiani,
desidera un giardino e questa tendenza si rafforza
si sviluppano invece nelle province della Grecia
con il tempo, tanto che nel I sec. d.C. Stazio descrive
imperiale, soprattutto al tempo di Alessandro Magno.
il fiume come “chiuso fra i giardini di delizia”.
La civiltà romana è ai suoi albori legata alla società
Nella Roma imperiale il verde ha una collocazione
contadina e alla campagna da cui trae sostegno.
autonoma ed acquista una grande varietà di forme:
i più ricchi possiedono ville con splendidi giardini,
grandi complessi edilizi. Nasce così quella struttura
mentre gli abitanti delle insulae si accontentano dei
urbana ritmata da edifici collettivi e spazi aperti, tipici
fiori alle finestre e di dipingere i cavedi interni alle
dell’area mediterranea. Nei parchi pubblici e nei
loro case.
giardini privati della Roma dei I sec. d.C. c’è già tutta
Alla periferia ci sono gli hortuli (parchi recinti) e le
la problematica del verde urbano moderno, dalla
tabernae (luoghi per la sosta e il ristoro).
ricerca estetica al legame con la funzione sociale fino
Le terme sono una parte importante di questo
a qualche prima avvisaglia di funzione ambientale,
grande sistema di verde e degli edifici pubblici e
in quanto il verde è visto in contrapposizione ai
specialmente dopo il 60 d.C., si arricchiscono di
nauseabondi odori della città fittamente abitata.
giardini, che vanno ad affiancare il complesso bagni-
L’evoluzione del sistema del verde nella città, si
ginnasio e definiscono una compiuta ed adeguata
riflette su quella del giardino privato che a Roma
cornice di diletto e svago all’otium.
passa dalle prime forme di hortus posto su un lato
L’acqua diventa un importante elemento decorativo
della casa, ad una forma tipologica più complessa
e la scena si abbellisce di statue, di piante, di boschi
dove esso si integra con la casa. Architettura,
e portici. Si individua una nuova scenografia urbana
botanica e idraulica diventano componenti strutturali
ritmata
terme-ginnasio-piscina-
del giardino, in cui la vegetazione diventa architettura
canale che è al tempo stesso decorativa e funzionale,
essa stessa, definendo prospettive e scenari sempre
in quanto il bagno ed il nuoto sono parte integrante
più complessi.
del costume romano, al punto che lo stesso Seneca
Nel giardino romano ci sono degli schemi; i ritmi
era solito iniziare l’anno nuovo facendo un tuffo sul
dell’architettura si esprimono nel rapporto fra edifico
canale.
e spazi aperti, che si articolano fra pergole, colonnati,
L’acqua a Roma diventa una vera istituzione, una
statue, siepi, canali ed esedre, formando spazi
sorta di lusso e vanto nazionale. Roma è la città
recinti, con sfondi e prospettive a trompe l’oeil3.
dell’acqua: acquedotti, terme e fontane pubbliche
Il giardino romano, nella sua ricchezza e nella varietà
sono il segno di Roma in tutto l’Impero. Si forma la
delle decorazioni e delle architetture, ripercorre i fasti
città pubblica, aperta a tutti i cittadini, definita dai
del mondo ellenistico, la cui cultura era ormai diffusa
sulla
sequenza
5
ed assorbita dalla romanità. Nell’idea di giardino si insinua una contraddizione interna fra l’idea di natura originariamente legata al mondo contadino, e quella della grandiosità e del fasto che si collega ai nuovi parchi che riecheggiano le mode d’Oriente, la cui conquista era da tempo completata. Fra i giardini imperiali, certamente il più famoso è la Villa Adriana a Tivoli, voluto
dall’imperatore Adriano
(118-138
d.C.).
Questo complesso, grandioso per estensione ed organizzazione architettonica, conteneva elementi
2. Villa Adriana a Tivoli
del paesaggio delle colonie dell’Impero. 6
L’abbondante presenza di vegetazione arborea che
1.3 IL GIARDINO MEDIOEVALE
con il passare dei secoli ha sempre più avvolto le rovine del complesso, fu interpretata dai sostenitori
Con la caduta dell’Impero Romano, scomparve in
del pensiero paesaggistico romantico alla fine del
Europa ogni traccia dei metodi di giardinaggio e la
millesettecento, come un deliberato e cosciente
civiltà medioevale dovette ricostruire lentamente
intento dei Romani di inserire la natura selvaggia nei
e faticosamente una propria arte del giardinaggio.
propri giardini.
Il primo passo fu necessariamente un piccolo orto destinato alla coltivazione di piante ortive e di alberi da frutto, piante medicinali e da fiore nelle adiacenze dei grandi monasteri. Nessun giardino dell’epoca ci è giunto e le conoscenze che abbiamo si riferiscono a fonti letterarie e a miniature. I due principali documenti che permettono una ricostruzione di un giardino medioevale sono
nel Proemio alla terza giornata del Decamerone,
il mondo culturale ed artistico, e quindi anche l’arte
probabilmente ispirato da alcuni capitoli del trattato
dei giardini, che in questo periodo della sua storia
di agricoltura, “De Ruralium Commodorum” di Pietro
risulterà, forse più che in ogni altra epoca fortemente
De Crescenzi4.
legata all’architettura e alle sue basi teoriche.
Boccaccio, descrive il giardino di una villa sulle
Leon Battista Alberti5 nel suo “De Re Edificatoria”,
colline di Firenze “che tutto era dattorno murato”
tratta in modo esteso anche dei giardini, rifacendosi
ed era percorso da una serie di “vie amplissime
soprattutto a Plinio il giovane ed ai Giardini Romani.
tutte dritte come strale e coperte di pergolati di viti”
Nato in una situazione di stabilità politica ed
affiancati da rose e da gelsomini, immersi fra piante
economica, il giardino cinquecentesco è una
di ogni specie disposte regolarmente.
chiara manifestazione del razionalismo umanistico
La separazione fra le parti del giardino veniva
dell’epoca, che affermava il chiaro dominio dell’uomo
effettuata mediante piccoli canali. Il giardino ha
sulla natura.
quindi da un lato il “verziere” o “erbaio” con piante
I principali elementi caratterizzanti descritti dall’opera
odorifere e medicinali, dall’altro il recinto dei fiori.
dell’Alberti sono:
Vi è poi il pomario con alberi da frutto piantati a file
- Il giardino come spazio di residenza all’aria aperta,
regolari e distinti per qualità e specie nonché l’orto
adeguato alla magnificenza della casa e perciò come
con legumi.
questa, obbediente ad una norma architettonica. La
In fondo, sul lato settentrione, vi è il “viridario” formato
casa partecipa i suoi ritmi al giardino, mediante il suo
da alberi sempreverdi.
complesso di propaggini murarie, terrazze, scale e rampe, condizionandone sia la funzione che il
1.4 IL GIARDINO RINASCIMENTALE IN ITALIA
carattere. In siffatta concezione gli elementi naturali ed arborei
La grande rinascita culturale ed artistica con la
sono considerati quali mezzi da ridursi in forme volute,
riscoperta e rivalutazione di molti aspetti della civiltà
cosi come qualunque altro materiale da costruzione,
classica, inizia nel XV secolo, per raggiungere il suo
e l’ordinamento del giardino emana le stesse norme
culmine nel XVI secolo. Il Rinascimento investe tutto
che disciplinano la costruzione murata: simmetria,
7
8
distese prospettiche, concentramenti di visuale,
Il giardino rinascimentale, come già detto, è
disposizione di fondali. La prima esigenza cui il
caratterizzato da una netta prevalenza degli elementi
giardino è chiamato ad uniformarsi è il collegamento
architettonici su quelli vegetali, tanto che anche questi
con il paesaggio, nel senso che esso debba disporre
assumono, grazie alla riscoperta dell’ars topiaria
di visuali paesistiche, pur assumendo una forma
(potare alberi e arbusti al fine di dare loro una forma
definita a autonoma, nettamente differenziata dalla
geometrica diversa da quella naturalmente assunta
natura che lo circonda.
dalla pianta), di cui i romani erano stati cultori, forme
- Il luogo è di regola scelto in collina, con pendii talora
e funzioni eminentemente architettoniche.
forti. Il terreno viene ridotto in forme geometriche
Si preferiscono perciò le piante sempreverdi
regolari, con terrazzamenti e spiazzi fra loro annodati
che, come la pietra e gli altri elementi artificiali,
mediante scale e rampe; e nessuna parte vi è lasciata
mantengono costante il loro aspetto e possono
nelle condizioni naturali.
essere meglio controllate nel loro sviluppo: il leccio,
- I viali, sempre rettilinei e tra loro ortogonali,
l’alloro, il bosso, i cipressi. Esse appartengono anche
scompartiscono
geometrico
al paesaggio naturale della Toscana e del Lazio, ma
determinismo e dirigono le visuali verso punti
nei giardini assumono forme e carattere del tutto
interessanti, ove elementi plastici, fontane e
diversi. Il contrasto di colore è prevalentemente
motivi decorativi, sapientemente ubicati, rompono
tra il verde e il bianco del marmo o i colori della
l’uniformità dei tracciati.
pietra. Tuttavia contrariamente al luogo comune che
- L’acqua non appare mai nel suo aspetto nativo, ma
indicava i giardini rinascimentali come privi di fiori,
sempre in forme artificiali ed impiegata con l’esclusivo
oggi si ritiene che le piante erbacee e le fioriture
intento decorativo nelle sue possibilità dinamiche di
fossero una componente importante anche nel
salienti, zampilli, cadute, cascate e fontane.
giardino all’italiana.
Essa segue un percorso rettilineo: nel suo procedere,
Nei vasi di cotto, spesso impiegati al margine dei
forma cascate, catene d’acqua, fontane e giochi vari,
viali e delle aiuole, sono piantati cedri, limoni ed
per poi raggiungere nelle parti più basse, le superfici
aranci. Il disegno degli spazi segue le regole di una
di indugio, rappresentante da vasche e bacini.
architettura che si fonda su precisi canoni geometrici
il
giardino
con
e matematici. Entro questo schema formale, giochi
A Roma, i colli offrono quella posizione privilegiata
e curiosità non mancano mai nel giardino all’italiana.
che li aveva fatti divenire i “luoghi di delizie”
Famosi sono gli organi idraulici di Villa d’Este a Tivoli,
dell’antica Roma. L’interesse degli artisti fu più
gli scherzi d’acqua di molti giardini ed i labirinti. Lo
attento alla sistemazione scenografica del giardino
scherzo e l’arte dello stupire si andranno tuttavia
che all’architettura della villa. E’ in queste ville, nei
affinando e raggiungeranno i risultati più spettacolari
dintorni di Roma, che il giardino italiano assume
nel secolo successivo, nel periodo Barocco. In
quella forma definitiva e compiuta che ne farà una
pochi anni le idee si precisano, si caratterizzano
delle creazioni più brillanti della Rinascenza. Jacopo
e, aderendo alla nuova realtà riconoscono la piena
Barozzi detto il Vignola6, vero architetto paesaggista
capacità dell’uomo di essere arbitro dei propri destini
dell’epoca, fu il massimo creatore dei giardini del
e capace di ogni miracolo. Il giardino rinascimentale
‘500 e autore di alcuni dei più bei giardini di tutti i
è concepito anche come nutrimento della mente e
tempi. Egli nel 1559 inizia i lavori per il cardinale
dello spirito e, a questo scopo, infarcito di allusioni
Farnese del “giardino grande” di Caprarola. I giardini
dotte che derivano dalle scene della mitologia
pensili sono stati concepiti in modo da essere una
antica e da figure pastorali, da satiri e da ninfee
naturale prosecuzione all’aperto della casa. Ai
rappresentati nelle statue.
giardini, progettati secondo il rapporto modulare
Assistiamo nel ‘500 ad un vero fiorire di iniziative:
basato sul quadrato, si accede attraverso due
villa Medicea di Castello, iniziata nel 1538 da
ponti alle cui estremità sono collocate due statue
Cosimo dei Medici su progetto del Tribolo, famosa
per parte, rappresentanti le quattro stagioni. Una
per l’adozione di elementi che avranno fortuna
pittoresca “catena d’acqua”, che scaturisce da una
applicativa, quali grotte e figure mistiche, un isolotto
grande fontana detta “dei fiumi”, conduce al giardino
in un bacino, un viale con piccoli canali laterali. A
segreto.
Firenze, il giardino cinquecentesco, nasce come
Lo stesso Vignola nel 1566, mentre è ancora
giardino
di
impegnato nella realizzazione della villa di Caprarola,
“utilitas”, di orto, di campagna, con l’idea di svago, di
inizia la realizzazione del giardino, per il Cardinale
riposo dalle cure quotidiane, di “otium” intellettuale.
Giovanni Francesco Gambara, in una parte del parco
dell’intelligenza,
coniugando
l’idea
9
10
rustico della vicina Bagnaia, ottenendo un complesso
sue infinite possibilità, struttura la ricca vegetazione
che è tra i più bei giardini del Rinascimento, oggi Villa
compensando spazi aperti e chiusi, viali, prospettive
Lante. Al Vignola appartengono anche le correzioni
e fondali. La vegetazione, le pietre e i marmi, sono
e il rifacimento del borgo, integrando il palazzo
visti in funzione dell’acqua che sgorga in mille
vescovile alle dimensioni del giardino quadrato della
forme. Villa d’Este, esemplare completo e perfetto
villa.
del giardino cinquecentesco che, nel suo legare
La chiarezza e la rigidità modulare architettonica
l’architettura al giardino e il giardino al paesaggio,
basata su una serie di quadrati, la successione
utilizza l’acqua come elemento decorativo non meno
prospettica delle terrazze del giardino collegate
importante del verde, diviene una meraviglia del
da un calibrato gioco di pendii, scale e fontane,
tempo.
riflettono il razionalismo dell’epoca che afferma il
Si anticipano così i sentimenti controversi che, nella
dominio dell’uomo sulla natura. A un siffatto giardino
seconda metà del ‘500, allorché la serena fiducia
si contrappone l’impianto del barco con i grandi lecci
nel potere assoluto dell’uomo sulla natura comincia
sempreverdi e la fontana del Pegaso con i busti delle
a venir meno, animeranno i giardini manieristi,
Muse. Elemento protagonista è l’acqua associata ad
dove la natura verrà intesa e rappresentata come
elementi plastici ed architettonici.
un universo magico e segreto che suscita paura e
A Villa d’Este, forse più che altrove, si celebra il
sorpresa, che affascina e intimorisce. La prospettiva
dominio dell’uomo sulla natura per magnificare
lineare del giardino inizia a deformarsi; il bosco si
il potere e il fasto del proprietario. Il napoletano
farà sempre più vicino, la statua classica diverrà
Pirro Ligorio7 realizza per il Cardinale Ippolito
un mascherone mostruoso e si entrerà nel giardino
d’Este, nominato governatore di Tivoli, la sublime
con il sentimento di avvicinarsi ad un mistero che la
espressione paesistica del ‘500: Villa d’Este a Tivoli.
fantasia vuole contemplare e la ragione capire.
L’opera, realizzata dal 1550 al 1569, sfrutta tutte le
Gli esempi di maggior importanza del giardino
risorse dell’ambiente naturale “educandole” secondo
rinascimentale sono:
i principi rinascimentali. Livella i pendii secondo due direttrici principali, utilizza il patrimonio idrico nelle
- Giardino di Villa Petraia (Firenze). Nel Lazio - Giardino di Villa Medici a Roma, realizzata da Annibale Lippi per il Cardinale Ricci di Montepulciano nel 1544; - Il cortile del Belvedere in Vaticano, realizzato da Bramante per il Papa Giulio II a partire dal1503; - Villa Chigi (Farnesina) a Roma, realizzata da Baldassarre Peruzzi per Agostino Chigi 3. Villa d’Este a Tivoli
A Firenze e nei dintorni: - Giardino di Villa Cafaggiolo, realizzata da Michelozzo per Cosimo de Medici nel 1451 (Sede dell’Accademia Platonica);
nel1509; - Villa d’Este a Tivoli, realizzata da Pirro Ligorio per il cardinale Ippolito II d’Este a partire dal1550; - Giardino di Villa Lante a Bagnaia, realizzata
- Giardino di Villa Medici a Careggi, realizzata
da Giacomo Barozzi detto il Vignola per
da daMichelozzo per Cosimo de Medici
ilcardinaleGiovan Francesco Gambara nel
nel1457;
1568;
- Giardino di Villa Medici a Fiesole, realizzata
- Giardino di Villa Orsini a Bomarzo (detto
da daMichelozzo per Cosimo de Medici
il Sacro Bosco di Bomarzo), realizzato da
nellaseconda metà del 400;
VicinoOrsiniNell’Italia Settentrionale;
- Giardino di Villa Medici di Castello, realizzata
- Giardino Giusti di Verona, realizzati nel
da Niccolò’ Tribolo per Cosimo de Medici
1500 dalla famiglia Giusti del Giardino,
nel1538;
oggitrasformati e ristrutturati.
- Giardino di Villa di Pratolino (Firenze) (15681581);
11
1.5 IL GIARDINO BAROCCO È difficile stabilire con esattezza il passaggio dal giardino rinascimentale a quello barocco poiché gran parte degli elementi tipici del giardino rinascimentale si ritrovano anche nel XVII secolo: terrazzamenti, giochi d’acqua, decorazioni con aiuole simmetriche. 4. Bramante, Sistemazione del Cortile del Belvedere
Anche nel 600 il giardino viene concepito infatti come una struttura prevalentemente architettonica;
12
Se l’arte romana e quella toscana sono le più
tuttavia, alle norme di equilibrio, di simmetria e
feconde per l’arte dei giardini, va segnalata anche
di compiutezza che caratterizzavano il giardino
l’esperienza veneta, molto meno scenografica, ruota
rinascimentale si aggiungono la passione per gli effetti
intorno alla figura di Palladio, che nei confronti del
pittoreschi, scenografici e teatrali. Anche se la regola
giardino mantiene un atteggiamento distaccato. È
architettonica domina sovrana, essa appare animata
quasi inesistente per lui il rapporto fra spazio aperto
da una ricerca di movimento tendente ad attenuare
progettato e architetture. Le ville di Palladio hanno
l’implicito rigido schematismo cinquecentesco, al fine
vita piena e compiuta nel paesaggio e si adagiano
di rendere la composizione più articolata ed anche
nel quadro ampio che le ospita, inserendosi nella
più ricca di valori plastici. E tutto si manifesta con
campagna o lungo il fiume senza o quasi mediazioni
l’uso più libero di grandi curve ad ampio respiro e
formali. Anche nei suoi scritti Palladio non tratta del
di tracciati, sempre regolari e rettilinei ma svincolati
giardino, solo brevi cenni come quelli su Villa Emo a
da quel semplicistico criterio di ortogonalità che in
Fanzolo, dove parla di un giardino quadrato.
precedenza era stato adottato quasi senza deroghe. Si aggiungono dunque tracciati circolari, ellittici e diagonali, vengono introdotte vedute prospettiche, numerose e meno delimitate, che mettono in relazione natura ed architettura. Nella ricerca di
movimento e di fusione di forme, volumi, colori, si
di Toledo, sposa di Cosimo I de’ Medici
evitano contrasti troppo definiti, gli angoli vengono
- Giardino di Villa Borghese a Roma, realizzato
addolciti, i contorni divengono meno netti, si tende
dal Cardinale Scipione Caffarelli Borghese,
insomma a forme più naturali.
nipote del Papa Paolo V, nel 1613.
Le piante riacquistano un ruolo talvolta preponderante
- Villa Doria Pamphili a Roma, realizzata da
sulle architetture, esse vengono lasciate al loro
Alessandro Algardi per Camillo Pamphili,
naturale sviluppo e raggruppate a formare bosco che
nipote del Papa Innocenzo X nel 1644;
gradualmente si fonde con il paesaggio circostante.
- Giardino di Villa Aldobrandini a Frascati,
Le vasche e le fontane acquisiscono forme meno
realizzato da Giacomo della Porta e Carlo
geometriche e i giochi d’acqua assumo aspetti meno
Maderna tra il 1598 e il 1604, per Pietro
architettonici e più pittoreschi, secondo le tendenze
Aldobrandini, nipote di Papa Clemente VIII;
della pittura e della scenografia teatrale. Il teatro e
- Villa Marlia a Lucca;
la rappresentazione assumono un ruolo importante
- Villa
Garzoni
a
Collodi,
realizzata
dal
nei giardini. Sono spesso presenti teatri d’acqua,
marchese Romano Garzoni tra il 1633 e il
che costituiscono una vera e propria invenzione
1682 e completata da Ottaviano Diodati.
scenografica
del
giardinaggio
seicentesco
e
i teatri di verzura, i cui palcoscenici spesso costellati da statue dei personaggi della commedia
Lombardia e Veneto - Isola Bella - Lago Maggiore realizzata per il
dell’arte sono racchiusi da cortine di sempreverdi.
Conte Carlo Borromeo e suo figlio Vitalianonel
Tra gli esempi più significativi dei giardini seicenteschi
1630;
vanno ricordati:
- Villa Barbarigo a Valsanzibio (Padova), realizzato
Lazio e Toscana
da
Luigi
Bernini
per
Zuane
FrancescoBarbarigo e suo figlio Antonio;
- Giardino di Boboli a Firenze, iniziato da
- Villa Marzotto a Trissino, realizzata nella
Niccolò Tribolo nel 1549, realizzati da
seconda metà del 700 da Francesco Muttoni
Bartolomeo
perla famiglia Marzotto;
Ammannati
per
Eleonora
13
- Villa Pisani a Stra (Venezia), realizzata da Girolamo Frigimelica per il Doge Alvise Pisaninel 1730.
14 5 Giardino di Boboli
6. Giardino del Lago con Tempio di Esculapio, Villa Borghese, Roma
1.6 IL GIARDINO NEL 700
Nel castello di Stupinigi, opera di Filippo Juvarra9, il rapporto fra edificio e giardino è strettissimo. Infatti
Nel settecento europeo permane ancora una forte
entrambi si sviluppano intorno ad un asse centrale
componente estetica, segnata dal fasto e dalla
e su di esso si articolano linee curve, inclinate o
grandiosità del barocco, ma nel volgere del secolo si
perpendicolari che culminano nel padiglione centrale
vena di ideali di semplicità e rigore di stampo puritano
sormontato da una cupola, la quale conclude la parte
che tendono a riportare le espressioni artistiche in
architettonica ed introduce all’arco dominato dal
ambiti meno eroici e celebrativi.
grande cerchio a radiali, definito da un viale alberato.
Gli spazi si fanno più intimi e gradevoli e non
Stupinigi
sono concepiti più come cornice alla fastosa vita
villeggiatura e di caccia e quindi, pur nella sua
della corte, come sfondo alle riunioni conviviali di
grandiosità, non raggiunge i fasti della Reggia di
un’aristocrazia mondana o di una borghesia ricca,
Caserta, voluta da Carlo III di Borbone nel 1752 ed
ormai in discesa.
opera di Luigi Vanvitelli10.
Gli ideali estetici si umanizzano, riferendosi ad una
A Caserta, il grande palazzo monumentale è sito
bellezza che interpreta il fascino e la sensualità della
nel parco che ha uno sviluppo lineare di 2700
vita. Così, su quella che può definirsi la dissoluzione
metri ed interessa una superficie di 100 ettari.
dello spirito di corte, si intrecciano due tendenze,
Il giardino è nettamente dominato da un unico
la prima riferibile ad una concezione filosofica di
asse di perpendicolare, che inizia dopo un primo
stampo naturalistico espressa da Rosseau, l’altra
piano erboso antistante il palazzo ed è esaltato da
che ripropone schemi di tipo neoclassico e che trova
un sistema canale-cascate, unico al mondo per
in Diderot e nell’archeologo Winckelmann8 suoi
lunghezza.
esponenti più significativi.
Le linee di visuale individuate da un ardito cono
In questo contesto il modello Versailles continua
ottico, che ha una larghezza di 120 metri, sono
ad espandersi in tutta Europa. In Italia il fenomeno
sottolineate da un doppio filare di lecci potati in forme
“Reggia” interessa solo il Piemonte e il Regno di
di grandi parallelepipedi. Le masse verdi, con il loro
Napoli con Stupinigi e la Reggia di Caserta.
andamento, accompagnano il dislivello del terreno,
resta
comunque
una
residenza
di
15
che dapprima appare più dolce ed è sottolineato dai
a Bagheria, dove la nobiltà siciliana si concede residenze con giardini rigorosi che ben si adattano all’origine barocca di edifici come nel caso di Villa Valguarnera. La più famosa è Villa dei Mostri, costruita per il principe di Palagonia, Francesco Gravina, presenta la più incredibile sinfonia di decori fantastici e surreali. Figure disumane che stordiscono Goethe nel suo Viaggio in Italia10, dove descrive con animo turbato le immagini inquiete di mostri e fregi di tutte le specie.
7. Planimetria Reggia di Caserta
1.7 IL GIARDINO PAESISTICO 16
gradoni interni alle quattro vasche. Il sistema di approvvigionamento idrico è dovuto allo
Il giardino paesistico si origina nell’Inghilterra del
stesso Vanvitelli che in sei anni fu in grado di mettere
XVIII secolo come una contrapposizione di matrice
in funzione un acquedotto di 30 Km, in parte in galleria
culturale, artistica e politica, al giardino in stile
ed in parte supportato da spettacolari viadotti fra i
francese. I giardini formali che avevano caratterizzato
quali quello di Ponti della Valle presso Maddaloni.
la Francia del XVII secolo, e che avevano influenzato
Se i grandi parchi sono nell’Italia del Settecento
fortemente l’architettura dei giardini in tutta Europa,
episodi isolati, si assiste ad una diffusione di giardini
erano associati alla monarchia assoluta ed a governi
specialmente in Lombardia e nella zona dei laghi,
dispotici, detestati dagli intellettuali inglesi del
dove si iniziano a edificare ville di villeggiatura che
settecento, democratici e liberali.
per la loro posizione scenografica e per la complessa
Il nascente movimento romantico produceva poesia
articolazione delle aree esterne non sono da meno
e pittura che mettevano in evidenza le bellezze
delle regge del Nord Europa.
della natura e del paesaggio naturale. I viaggi che i
Un’altra interessante concentrazione di ville si ha
nobili inglesi intrapresero attraverso le Alpi in Italia,
17 8. Reggia di Caserta
9. Orto Botanico di Padova: Palma di Goethe
18
li portarono a contatto con scenari pittoreschi e
della topografia naturale, creando un paesaggio
selvaggi. Simili scenari erano riprodotti nelle pitture
ondulato, percorso da viali sinuosi, che ne seguivano
di Salvator Rosa, Nicolas Pussin e Claude Lorrain.
le curve di livello e le siepi formali. I parterre sostituiti
Questi quadri non erano in realtà veri paesaggi ma
da boschetti e gruppi di alberi, le vasche e le piscine
composizioni di elementi tipici, abbinati tra loro, per
sostituite da laghi naturaliformi ricchi di insenature
rappresentare tutto con maggior enfasi: montagne
ed isolotti, i canali rettilinei e le fontane sostituiti da
selvagge, fiumi, radure pascolate, rovine di castelli
fiumi sinuosi e sorgenti. Inizialmente questi paesaggi
e di monumenti, laghi, alberi contorti e piegati dal
erano arricchiti con templi, statue, ponti.
vento.
Fondamentale nello sviluppo del giardino paesistico
Spesso vi erano ritratti anche templi classici e gruppi
fu l’eliminazione della discontinuità tra giardino e
di figure allegoriche della mitologia.
paesaggio circostante.
Oltre ai paesaggi naturali e alle loro stilizzazioni nella
In Italia lo stile inglese approda all’interno della
natura, i viaggiatori in Italia ebbero modo di visitare
già citata Reggia di Caserta, dove la regina Maria
ville e giardini ormai in uno stato di abbandono che
Carolina, sorella di Maria Antonietta, fece costruire un
li rendeva più romantici ed interessanti. Una forte
parco. L’idea è quella di realizzare al tempo stesso un
influenza venne anche dall’Oriente, dai paesaggi
giardino di piacere ed una fattoria: sperimentazione
ritratti su vasi e stoviglie di porcellana, e dalle
zoologia e botanica. Il parco nella zona ornamentale
testimonianze dei viaggiatori che visitarono i giardini
è caratterizzato da una fitta e rigorosa vegetazione
della Cina.
e dall’acqua che conduce al Bagno di Venere,
Il giardino paesistico fu un prodotto della cultura
arrivando, con un ruscello tortuoso, al Laghetto dei
romantica; la sua forma si basa sulla diretta
cigni dove da un isolotto roccioso appaiono le rovine
osservazione della natura e dei principi della pittura
di un tempio romano.
paesaggistica. Sorprendere il visitatore, occultare,
Lo stile inglese nella seconda metà del 700 si diffonde
inquadrare una veduta, creare immagini idilliache,
in Lombardia, dove il fenomeno è particolarmente
divennero le regole del paesaggismo inglese. Ai
evidente in quanto avviene dopo le difficili vicende
terrazzamenti si sostituì una diversa manipolazione
del secolo XVII, dominate dalla peste del 1630 che
aveva spopolato città e campagne.
raccorda alla nuova con viali alberati e parchi, mentre
Su questo clima si innesta la dominazione austriaca
all’interno si ricercano spazi definiti e progettati come
che coincide con una ripresa economica e con
piazze e passeggiate.
la creazione di una nobiltà nuova, fatta di militari,
Nel corso del XIX secolo si consolidano gli elementi
finanzieri e fedeli servitori dell’Impero, che vuole
sociali e formali che definiscono ancora oggi il
affermare il suo prestigio sociale anche esteriormente.
verde urbano, primo fra tutti il fattore salubrità, che
Nell’hinterland milanese, Giuseppe Piermarini12, il
si esplicita nel “polmone verde” ovvero in quell’
maggiore tra gli architetti, realizza la Villa reale di
elemento in grado di far respirare la città; elemento
Monza inserita in un parco superbo, mentre i laghi di
progettato per contenere spazi, per l’esercizio fisico
Como e Maggiore si popolano di ville e di splendidi
e il riposo, che contribuiscono alla sanità del corpo
parchi.
e della mente. A questo si aggiunge la componente estetica, che si esplicita nella ricerca di quella “città bella” cara alla classe borghese, che lega decoro
1.8 LA NASCITA DEL VERDE PUBBLICO
urbano e verde, ricrea natura ed artificio in città e costruisce quartieri residenziali di prestigio intorno
La grande rivoluzione nel campo della progettazione
ai nuovi parchi, definendo così nuovi parametri di
del verde avviene nel corso dell’Ottocento, con la
classificazione fondiaria dei terreni e di valore e
nascita del verde pubblico.
di rendita degli stessi. Ma non bisogna trascurare
Il verde di città, il verde pubblico urbano, nasce
neppure l’interesse scientifico, che ha la sua
quando si passa dalle manifestazioni individuali di
massima divulgazione e diffusione in questo periodo
ricchezza alla definizione di un contesto pianificato
e grazie al quale orti botanici, giardini specializzati
con finalità di tipo collettivo-estetico-sociale.
ed arboreti si moltiplicano in tutta Europa.
Il progetto del verde diventa parte integrante, talvolta
Il verde urbano e la politica dell’immagine della città
protagonista, dei grandi piani di sistemazione
costituiscono una tendenza unitaria in tutta Europa,
urbanistica che segnano il volto nuovo delle città:
a Londra come a Parigi, a Vienna come a Firenze,
cadono le mura medioevali e la città vecchia si
ma sono Londra e Parigi, le due grandi capitali, che
19
20
impongono i modelli di progettazione maggiormente
sistemazione di edifici intorno ad un’area parco
imitati.
che doveva costituire il legame fra i diversi quartieri
Londra ha la massima concentrazione umana del
urbani.
paese e presenta tutte le disfunzioni tipiche della
La Parigi di Napoleone III è certamente l’esperienza
conurbazioni conseguenti alla prima rivoluzione
più complessa e grandiosa di ridisegno urbano, nel
industriale: inquinamento, disordine e carenza
quale il piano delle architetture e dei tracciati non
delle infrastrutture. Le inchieste sulla sanità e
può essere disgiunto dal sistema del verde e dei
sulle condizioni delle abitazioni e delle fabbriche
grandi parchi. Siamo di fronte ad un programma
portano alla consapevolezza sociale che la salute
di risistemazione generale e al tempo stesso di
della città è un bene essenziale ed il verde diventa
ampliamento in cui i tecnici affrontano il problema
una componente fondamentale della politica di
della modernizzazione della città industriale.
risanamento urbano.
Sotto la guida di Haussmann14, con una serie di
Il “paesaggio pubblico” non basta più, tutte le città
operazioni urbanistiche, si è giunti alla trasformazione
devono essere provviste di parchi per il popolo.
del vecchio centro medioevale con l’allargamento
A Londra, John Nash13 trasforma la più celebre
delle vie e lo sventramento di gran parte delle
passeggiata pubblica, il St. James’ Park, e progetta il
vecchie costruzioni, nonché alla costruzione di
Regent’s Park nel 1812 su un’area di circa 220 ettari,
numerosi edifici pubblici, di viali alberati, piazze
appartenente alla Corona.
e parchi. All’interno della città murata vengono
Anche a Milano fra il 1886 ed il 1894 viene realizzato
costruite circa quaranta piazze verdi, fra cui 24
il parco Sempione. Esso si inquadra nel piano di
squares. Fuori le mura, le due grandi foreste reali
ristrutturazione urbana del 1881, che prevedeva
Bois de Boulogne e Bois de Vincennes, vengono
l’abbattimento della parte anteriore del Castello
adattate all’uso pubblico. Il Bois de Boulogne è posto
Sforzesco e la creazione di un quartiere di ville e
in diretta relazione con gli ChampsElyées e diventa
grandi immobili immersi nel verde. Il sopraggiungere
il cuore della nuova espansione elegante di Parigi,
della crisi edilizia ha fatto sì che il progetto originario
mentre il Bois de Vincennes diventa il polmone verde
venisse scartato e che si pervenisse ad una
per i quartieri popolari che si vanno costruendo.
In tutti questi lavori Haussmann si avvale della
su Firenze, nella terrazza belvedere di piazzale
collaborazione di Alphand15, che non solo coordina
Michelangelo o si stempera fra le fronde dei grandi
i lavori di progettazione dei nuovi parchi, degli
alberi del Parco delle Cascine, antica fattoria
squares, dei boulevards e di tutto l’arredo urbano,
medicea, aperta al pubblica all’inizio del XIX secolo.
ma crea anche una scuola di architetti paesaggisti
In Italia i parchi pubblici non sono numerosi: la
che dominerà l’Europa a cavallo fra i secoli XIX e
borghesia non riesce a fare quanto, a fini privati, aveva
XX, dalla quale escono personalità come Pierre
fatto l’aristocrazia. Tuttavia alcuni giardini vengono
Barillet Deschamps, Eduard André, Luis Varé ed
aperti al pubblico, come la Villa Reale alla Riviera di
i fratelli Buhlet. Il modello francese viene ripreso a
Chiaia a Napoli, ove va segnalata la sistemazione di
Vienna (1859-72), dove la città si amplia abbattendo
una vasta area pubblica romana, quella del colle del
le antiche mura e creando ampi viali dove trovano
Picio per mano di Giuseppe Valadier (1762-1839)
posto edifici monumentali e giardini, e a Firenze con
che, sia pure con una netta impronta settecentesca,
il Piano per la capitale d’Italia. Il piano è affidato a
mette a contatto per la prima volta il verde e la natura
Giuseppe Poggi16, e prevede la sostituzione delle
con le pietre della città.
mura medioevali con larghi ed ariosi viali alberati
La ricerca dell’equilibrio fra spazi costruiti ed
che hanno nei punti di cerniera, grandi spiazzi verdi
aree verdi raggiunge, dunque, alle soglie del XX
che introducono visuali esterne alla città, come la
secolo piena maturità come dimostrano le idee dei
chiesa di S. Miniato al Monte e la collina di Fiesole.
movimenti quali il City Beautiful americano o il Public
È una concezione paesaggistica del piano che vede
Walks inglese, le utopie di Owen17 o Fourier18 ed i
nella riva destra dell’Arno un’organizzazione volta
progetti urbani di Raymond Unwin e Barry Parker19,
ad accogliere le radiali esterne, e nella riva sinistra,
la Garden City, ed è ormai definita l’immagine verde
sulla collina, un viale sinuoso che, svincolandosi e
della città ecologica.
lasciando al suo interno il perimetro delle mura, crea una passeggiata per carrozze. Questa si snoda nel verde fra giardini privati ed aree pubbliche e che improvvisamente si apre alla vista del panorama
21
22 10. Camille Pisarro, Boulevard Montmartre, primavera 1897
11. Immagine di Parigi dell’alto
23
12. Immagine d’Epoca del Piano Poggi
Note
tipologie di edifici a seconda della loro funzione. 6
1
trattatista italiano. Fu uno degli esponenti più importanti del
narrazione di vari autori greci, fu moglie del re Nino e dopo la
Manierismo, definì con estrema chiarezza il concetto di Ordine
morte di lui regnò da sola in Assiria. Compì numerose opere
Architettonico nella sue celebre Regola delli Cinque Ordini
di pace, edificando anche palazzi e parchi; fondò Babilonia,
d’Archiettura.
costruendovi i famosi giardini pensili.
7
2
NaturalisHistoria: è il solo lavoro di Plinio il Vecchio (23-
Pirro Ligorio: (1513-1583) architetto, pittore e antiquario
italiano. Oltre che come “insigne studioso”, è noto anche come
79 d.C.) che si sia conservato. Quest’opera è stata il testo di
“abile falsario” di iscrizioni latine.
riferimento in materia di conoscenze scientifiche e tecniche per
8
tutto il Rinascimento.
tedesco. Fu il primo ad adottare nella storia dell’arte il
Winckelmann: (1717-1768) bibliotecario e storico dell’arte
trompe l’oeil: genere pittorico che attraverso espedienti
criterio dell’evoluzione degli stili. Massimo esponente del
induce nell’osservatore l’illusione di guardare oggetti reali e
Neoclassicismo è considerato il fondatore dell’archeologia
tridimensionali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale.
moderna.
3
24
Regina Semiramide: Leggendaria regina assira. Secondo la
Vignola: (1507-1573) architetto, teorico dell’architettura e
4
Pietro De Crescenzi: (Bologna, 1233-1320) è stato uno scrittore
9
Filippo Juvarra: (1678-1736) architetto, uno dei massimi
e agronomo italiano. Teorizzò, nel RuraliumCommodorum libri
esponenti del Barocco. Operò per lunghi anni a Torino come
XII, tecniche agronomiche e di coltivazione dei giardini, la cui
architetto di casa Savoia.
applicazione determinerà elementi caratteristici del paesaggio
10
agrario moderno in Italia. Previde norme per i giardini “dei re e
italiani tra il barocco e il classicismo, cercando di adattare i
dei signori”, ma anche “delle persone mezzane”
modi francesi al gusto italiano. Suo capolavoro è la reggia di
Luigi Vanvitelli: (1700-1773) fu uno dei più grandi architetti
Leon Battista Alberti: (Genova, 1404- Roma, 1472) è stato
Caserta (1752-73), che dal punto di vista stilistico costituisce la
un architetto, scrittore, matematico, umanista. Fu una delle
più grandiosa espressione di quel rinnovamento classico che è
figure artistiche più poliedriche del Rinascimento. Nel De Re
base del pensiero vanvitelliano.
Edificatoriadescrisse tutta la casistica relativa all’architettura
11
moderna, sottolineando l’importanza del progetto e le diverse
e drammaturgo tedesco. Nel suo Viaggio in Italia visitò molti
5
Johann Wolfgang von Goethe: (1749-1832) scrittore poeta
giardini il primo dei quali fu l’orto botanico di Padova (1545),
Giuseppe Poggi: (1811-1901) architetto e ingegnere italiano.
dove rimase sorpreso dalla presenza di tante piante esotiche
16
a lui sconosciute. A Padova, all’interno dell’orto botanico,
Fu, almeno dai tempi di Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti,
è presente la “palma di Goethe” (Chamaerops humilis L.),
l’architetto che maggiormente influenzò il volto di Firenze
nominata nel saggio “La metamorfosi delle piante” (1790),
odierno.
all’interno di una serra appositamente costruita.
17
Robert Owen: (1771-1858) imprenditore e sindacalista
Giuseppe Piermarini: (1734-1808) architetto italiano.
britannico. È il primo e il più significativo tra i socialisti utopistici,
Studio con Vanvitelli, collaborando con il maestro, tra il 1716
teorizza e propaganda la creazione di piccole comunità da
e il 1769, alla Reggia di Caserta. La sua opera universalmente
1200 abitanti da impiantare in ambiente rurale, come soluzione
conosciuta è il Teatro alla Scala, costruito nel 1776 e il 1778, un
ai problemi della città industriale.
edificio di foggia neoclassica, ma ove si legge il recupero di un
18
linguaggio morfologico rinascimentale.
la fondazione della comunità socialista utopista chiamata la
12
13
John Nash: (1752-1835) urbanista e architetto inglese, tra
Charles Fourier: (1777-1837) filosofo francese che ispirò
Reunion. Raymond Unwin e Barry Parker: urbanisti del movimento
i massimi rappresentati del genere pittoresco. Eclettico ed
19
esperto conoscitore dell’architettura neoclassica ed del gusto
Arts ad Crafts. Parteciparono alla creazione di Letchworth, la
neogotico. La sua opera principale è il piano del Regent’s Park e
prima Garden City. Applicarono le idee di Howard sugli ideali
di Regent Street a Londra, avviati nei primi anni dell’Ottocento.
di città giardino.
14
Georges Eugène Haussmann: (1809-1891) Politico,
urbanista e funzionario francese. Ricoprì l’incarico di prefetto del dipartimento della Senna dal 1853 al 1870. Il titolo nobiliare gli fu attribuito da Napoleone III, per il quale aveva rinnovato Parigi tra il 1852 e il 1869, predisponendo e attuando un vasto piano di ristrutturazione. 15
Jean-Charles Adolphe Alphand: (1817-1891) ingegnere
francese, ha preso parte, sotto la direzione delBarone Haussmann, al riassetto urbanistico della città di Parigi deciso da Napoleone III e realizzato nel periodo 1852 e1870.
25
2. STORIA DEL VERDE IN SARDEGNA
religiosi. I Romani, subentrati a Fenici e Punici nella dominazione dell’isola, divenuti incontrastati signori dell’area mediterranea, ebbero a disposizione tutto il patrimonio di conoscenze e di piante dell’Oriente, area nella quale si sono originate, successivamente irradiandosi per tutto il mondo, molte specie utili all’uomo. È presumibile che le tecniche di giardino romano trattate nel capitolo precedente, siano state applicate anche nell’isola nelle ville di consoli, magistrati. Testimonianze della tecnica romana sono arrivate fino ai nostri giorni. Infatti la tipica “casa
2.1 INTRODUZIONE
campidanese1” con la “lolla” ricorda, in parte, la villa romana con giardino.
Le particolari vicende della Sardegna preistorica
Il medioevo segnò un regresso anche in questo
fanno presumere una sostanziale indifferenza
campo: borghi e città si chiusero entro le mura in un
verso la cultura del verde organizzato. È però
generalizzato stato di insicurezza.
ipotizzabile che le vicende che portarono dall’VIII
Il concetto di verde pubblico nasce in Sardegna, nel
secolo a.C. i Fenici, e due secoli dopo i Punici a
1633, grazie al Re Filippo IV che emana una legge
fondare in Sardegna fiorenti e autonome colonie,
dove introduce per la prima volta il concetto che
abbiano determinato l’introduzione della Palma da
gli alberi devono avere precise funzioni nelle aree
dattero (Phoenix dactylifera), ben nota a tali popoli
urbane e periurbane.
e tramandata di generazione in generazione sino
Ce ne parla padre Gemelli2 autore nel 1777 della
ai nostri giorni. In tali epoche è stato probabilmente
famosa opera “Rifiorimento della Sardegna proposto
introdotto nell’isola il Melograno (Punica granatum),
nel miglioramento di sua agricoltura”. Studiando
che presso tali popoli aveva acquisito significati
per incarico del governo piemontese l’economia
27
28
della Sardegna, aveva rilevato la scarsità di boschi
risveglio dell’ambiente nel quale lavorano.
e di alberi nelle zone agricole nonché la mancata
Non è forse un caso che dopo il 1820 nella città di
applicazione di norme emanate da tempo per
Cagliari si iniziano grossi lavori di sistemazione e
difendere il patrimonio arboreo esistente e per
giardinaggio che sfociano in episodi come quello del
aumentarne la consistenza.
Terrapieno, del Buon Cammino e infine del Giardino
Dalla sua ampia dissertazione emerge il suo
Pubblico.
interesse a costituire, almeno nelle città, quello
Sulla
che oggi si dovrebbe chiamare ”servizio giardini”.
Lamarmora, è intorno al 1822 che si comincia a
Essa peraltro a tutt’oggi non risulta esaudita se non
seguire una delle indicazioni di Francesco d’Austria-
in pochi casi. Nell’insieme si può concludere che i
Este6: la via del Terrapieno. Una testimonianza
tempi non fossero ancora maturi per pensare alla
artistica di questi lavori ce la offre la nota incisione
realizzazione di verde urbano e periurbano.
“veduta del versante orientale” di F.Verner, pubblicata
L’inizio del XIX secolo vede il sorgere di due
a Stoccolma nel 1825. Lungo la linea del Terrapieno
importantissime iniziative. La prima è costituita dalla
si staglia una netta alberatura di pari dignità di quella
nascita della Reale Società Agraria ed Economica di
di S. Caterina.
Cagliari e la seconda è la creazione, introno al 1820,
Il primo nucleo dei Giardini pubblici sorse ai tempi del
a villa d’Orri, vicino a Sarroch, di una grande struttura
viceré Villamarina, e successivamente fu ingrandito
vivaistica, a cura di Stefano Manca di Villahermosa
ed ornato di alberi per opera del colonnello d’artiglieria
La prima metà del’’800 risulta paricolarmente
conte D. Carlo Boyl, fino al 1829.
movimentata anche per altri avvenimenti che
Negli anni 1839-40 fu il municipio che ne entrò in
ci riguardano da vicino. Con l’arrivo di Alberto
possesso e lo ridusse alla forma attuale. Fu allora
Lamarmora3 e di grandi naturalisti come il Gené4
che venne spianato il terreno dove era la passeggiata
e il Moris5 inviati dal Governo per una organica
che conduceva al giardino e, a spese della città, fu
esplorazione della Sardegna non si perviene solo alla
piantato d’alberi in bell’ordine disposti.
produzione di opere scientifiche, come ad esempio,
Nello
la importantissima “Flora Sarda” del Moris ma vi è un
sistemazione del Terrapieno:
base
stesso
della
anno
preziosa
si
informazione
assiste
alla
del
definitiva
29
13. F.Verner- Veduta del versante orientale, 1825
“la bella passeggiata del Terrapieno, ornata di alberi
per la passeggiata di Buon Cammino, detta anche
e di sedili, la più lunga dei contorni di Cagliari… ed la
di S.Lorenzo. Lo Spano dice “fiancheggiata da pini
più frequentata di ogni tempo. Nella domenica e nei
marittimi in linea dritta. Fu principiata nel 1833, e nel
giorni festivi, la banda nazionale trattiene il popolo
1835 questo piano servi di base a La Marmora e al
con sinfonie7”
Decandia per l’esercizio dei lavori trigonometrici”.
Sempre dalla giuda dello Spano si ricavano altre
Una testimonianza ineccepibile è di carattere
interessanti notizie, come la presenza di alberature
fotografico. Il francese Eduard Délessert8 nel 1854
sin dal 1840 in Cammino Nuovo.
punta dal basso il suo obbiettivo sull’anfiteatro
Più complicato è capire come sono andate le cose
romano e non può fare a meno di riprendere la tenue
cagliaritani Sa Passillada, che molto bene esprime la sua particolare funzione. Era infatti il luogo dove si svolgeva la passeggiata serale. Questo fiorire di iniziative prepara un grosso evento: la istituzione dell’Orto Botanico dell’Università, inaugurato nel 1866 dal prof. Patrizio Gennari9. A Cagliari, in realtà il primo tentativo di realizzare un Orto Botanico risale agli anni compresi tra il 1761 e 14. Giardini Pubblici, fine 800
il 1763. La località prescelta era “Su Campu de su Re”, tra le porte di Villanova e del Gesù, presso il Campo di Marte, nell’attuale quartiere di Villanova, in un luogo che successivamente ha mantenuto
30
a lungo la denominazione di “Sa Butanica”. La realizzazione di questo primo progetto fu interrotta nel 1763 a causa delle spese eccessive ed infine abbandonata in seguito a un’ispezione che ritenne il terreno sabbioso e non adatto allo scopo. Il progetto fu affidato all’Architetto Gaetano Cima10 nel 1853 e l’approvazione ministeriale giunse nel 1863. I lavori iniziarono nel 1864 sotto la guida del 15. Terrapieno, 1880
fondatore, Prof. Patrizio Gennari e l’inaugurazione
cornice di chiome di conifere, nel Buon Cammino.
avvenne il 15 novembre del 1866.
Oltre alla preziosa testimonianza sul verde di Buon
Gennari volle l’Orto Botanico come giardino di
Cammino, il Delessert ci conferma la presenza
acclimatazione, con specie provenienti dalle diverse
di piante nella prima parte del corso Vittorio
aree mediterranee del mondo: Australia occidentale,
Emanuele, allora contrada di Yenne. Chiamata dai
Sud Africa, Isole Canarie, California. Tali specie,
16. Viale Buon Cammino, 1900
17. E. Delessert - Corso Vittorio Emanuele, 1854
31
18. E.Delessert - Anfiteatro Romano, 1854
19. Cagliari10
grazie ai professionisti delle piante, si diffusero
particolarmente significativa per la storia urbana di
anche nel resto della cittĂ e oggi presenti in tutti i
Cagliari, venne emanato il decreto che ne cancellava
giardini pubblici e privati, come testimonianza del
le fortificazioni attive escludendo la cittĂ dalle
cambiamento urbano.
piazzeforti italiane.
Nello stesso anno, il 30 dicembre 1866, una data
Successivamente, in cittĂ maturarono avvenimenti
molto importanti: la ferrovia statale con inaugurazione
mentre il fronte dei palazzi, con i portici proposti nel
nel 1879, le ferrovie secondarie con inaugurazione
1835 dall’inglese Craig, si andava mano a mano
della stazione in via Bonaria nel 1888, la sistemazione
costituendo.
di via Roma (1883-1890), la costruzione del mercato
A coronamento dell’opera fu creata una zona verde,
in Largo Carlo Felice e la sistemazione del viale
posta fra le due corsie. Detta area fu concessa con atto 3.8.1891 dall’Amministrazione Marittima al Comune per un canone di lire dieci e per anni trenta (“l’Unione Sarda” del 28.10.1895) per costruire un viale alberato di 6680 mq. La lunga alberata di via Roma aveva in testa e in coda due magnifiche appendici: il parterre davanti alla stazione delle Ferrovie Reali e il giardinetto della
32
Darsena, il primo nato intorno al 1883, il secondo nel 1894. “L’Unione Sarda” del 22 maggio 1891 definisce il parterre di via Roma come “simpatico ritrovo di 20. Prima mappa dell’Orto Botanico di Cagliari
molti bimbi che vi scorrazzano rumorosamente”. Il 14
(1886), la costruzione del nuovo municipio (1899-
aprile dell’anno successivo il cronista, pur lodando
1905), la Regia scuola di Viticoltura ed Enologia, oggi
l’impegno dell’amministrazione Baccaredda11 nel
Istituto Tecnico Agrario (1899), opere tutte connesse
settore dei giardini pubblici, non apprezza “che
con alberature o giardini.
a queste opere si limiti l’attività e l’iniziativa degli
La via Roma sorge, su progetto del Cima, a seguito
attuali reggitori del comune”. Nello stesso articolo
della smilitarizzazione della piazzaforte. Si inizia lo
aggiungeva poi l’obbligo di tributare all’agronomo
smantellamento delle fortificazioni e delle casupole
municipale Signor Visca per il nuovo tratto di parterre
loro addossate, che sbarravano sul mare la strada
fronteggiante la stazione delle Ferrovie Reali.
ai temuti invasori, e si potenziarono le strutture del
Esso è stato eseguito con molto buon gusto, sia per
porto. I lavori si protrassero per circa un decennio,
la disposizione dei viali e delle aiuole, sia per la
21. Viale Fra Ignazio, fine 800
33
22. Via Roma, 1900
34
scelta delle piante ornamentali, molte delle quali non
piedi esemplari delle specie di primo impianto: i
comuni e di ottimo effetto.
giganteschi Ficus magnolioides, le palme delle
Il parterre di via Roma può considerarsi il primo
Canarie e le palme dattilifere della sovrastante via
considerevole episodio del filone siciliano nella
Regina Margherita, le Washingtonia filifera.
cultura del verde cagliaritana.
Già da vari anni
La sistemazione del Largo Carlo Felice, o piazza
è operante in città come vivaista privato il signor
Mercato come si chiamava prima, fu l’iniziativa
Carlo Visca, siciliano che immaginiamo in buoni
che vide la città coloniale o piazzaforte militare a
rapporti di lavoro con il signor Antonio Pirotta, ottimo
città borghese, aperta ai traffici ed alle industrie.
dirigente tecnico dell’Orto Botanico per vari decenni.
L’occasione fu l’abbattimento dei baluardi di S.
La presenza di questi due uomini attiva un flusso
Agostino e di S. Francesco e la eliminazione di un
commerciale e culturale con la Sicilia, nonché la
gran numero di catapecchie per dar luogo a soluzioni
collocazione di provetti giardinieri siciliani in città, nel
urbanistiche ardite e di pregio architettonico.
settore pubblico e nelle varie ville private, patrizie
La piantagione dei quattro filari di alberi fu il
e borghesi, che sorgono qua e là in questo periodo
coronamento della costruzione del nuovo mercato
storico e abbisognano di manodopera specializzata.
(progetto dell’ing. Enrico Melis) ubicato ove ha ora
Dall’altra parte di via Roma si trova Piazzetta
sede la Banca d’Italia.
della Darsena, oggi Piazza Amendola. Della sua
Il parco delle Ferrovie Complementari (oggi Banco
sistemazione a parterre si inizia a parlare già nel
di Sardegna) di via Bonaria, sorse più tardi di quello
1892. La stampa dell’epoca, “l’Unione Sarda del
delle Ferrovie Reali. Secondo le “Cento città d’Italia”
12 marzo del 1894” informa che il console generale
del 1891 di fronte alla stazione delle Ferrovie Reali
d’Italia a Tripoli ha offerto venti palmizi da collocarsi
“il municipio ha fatto costruire un magnifico parterre
nel Lago della Darsena. Il 25 aprile viene “collocata
dove vegetano stupendamente araucarie, cactus,
un’enorme palma che trovavasi prima nel giardino
palme nane, magnolie; la Società Italiana dal canto
Calvi. La palma è bella e sta molto bene in quel
suo a proprie spese ne sta mettendo su uno che da
punto”. Anche in questo piccolo giardino, meno
qui a qualche anno nulla avrà da invidiare all’altro.
colpito dai bombardamenti, rimangono ancora in
Il forestiero per qualunque di queste vie giunga
35 23. Giardinetti fronte Stazione Ferrovie Reali, fine 800
Il forestiero per 24. Largo qualunque Carlo Felicedi (Piazza queste Mercato), vie 1880giunga
a Cagliari non potrà non esserne gradevolmente impressionato e dirla cosi, a colpo d’occhio, bella e gentile”. Questo giardinetto, poco visitato dai fotografi, è stato praticamente distrutto dalle bombe della seconda guerra mondiale. Siamo giunti così alla fine del secolo, prima di considerare il 900 è giusto qualche accenno su
25. Viale Bonaria, fine 800
piazza S. Carlo, oggi P. Yenne. Spano ebbe a riferire nel 1861 che era “adorna di alberi e sedili”. In effetti vecchie foto scattate nel 1870 da G.L Cocco12 mostrano l’alberatura interpretabile 36
come composta di Schinus molle o falso pepe.
26. Largo Carlo Felice, primi del 900
37
27. Piazza S. Carlo (Yenne), 1870 G.L Cocco
38
28. Pianta della CIttĂ di Cagliari, 1895
2.3 ALGHERO
un isolato con giardini pubblici, disegnati all’italiana, che nel successivo piano Musso (1873) occupavano
Giardini Pubblici
invece lo spazio di quattro isole. Entrambe le
Il giardino pubblico della città catalana nasce dal
proposte rimasero senza seguito. I giardini vennero
riempimento dei fossi perimetrali alle fortificazioni di
finalmente inaugurati nel 1885, ma soltanto su due
Porta a Terra, redatta nel 1854 dal Genio Militare.
isolati. Ancora una volta è la sistemazione della
Ciò rientra nella prassi che investe buona parte
Strada Reale, che, tramite il suo rettifilo, diventa
delle cinte murarie europee, ritenute ormai inutili
determinante per il raccordo tra città vecchia e città
ai fini della difesa ed invece sempre più proiettate
nuova ed è dunque la spianata con alberi a ridosso
verso un loro recupero all’uso civile, soprattutto per
del bastione della Maddalena a fare da cerimonia in
le passeggiate pubbliche. Il piano Dessi Magnetti
tal senso.
(1864) infatti prevedeva nella regolarità del tracciato, 39
29. Foto Aerea di Alghero
2.4 SASSARI
di San Francesco e delle Quattro Stagioni furono costruite nei primi anni della creazione del giardino.
Sassari è la città che più e meglio si era mossa nell’
Con un’estensione di oltre 29mila mq, i Giardini
applicazione della legge prammatica del 1633.
Pubblici di Sassari, in pieno centro cittadino, si
I Giardini pubblici di Sassari (chiamati “i giardinetti”
estendono tra Viale Italia, Corso Regina Margherita
dai sassaresi) nacquero intorno al 1870 in varie fasi.
di Savoia, Corso G.M. Angioy e viale Mancini. Sono
Dapprima ne era stata aperta una limitata porzione
divisi in tre aree, di cui due completamente recintate.
contigua all’edificio dell’università. In seguito si era
.
deciso di ampliarli ulteriormente, inglobando nella loro area un avvallamento del terreno che venne quindi riempito. Anche la due fontane tuttora presenti 40
30. Foto Aerea di Sassari
2.5 GIARDINI STORICI IN SARDEGNA
particolarmente acclive nella sommità, e costituisce una mirabile confluenza di acque sorgive che formano
Giardino all’Italiana del Marchese Ignazio Aymerich
cascatelle. Nel pianoro della collina, in posizione
a Laconi
panoramica, sorgeva il castello medioevale con eleganti finestre in stile veneziano che contemplano
Il giardino è costituito da due aree, denominate
e scrutano la ampie terre che digradano dal
parco e giardino, che facevano parte di un’unica
Sarcidano verso la Marmilla e l’Oristanese. Oggi
pertinenza dei marchesi Aymerich. Oggi quello che
è un rudere molto visitato, di particolare interesse
viene indicato come giardino è un’area privata, di
storico archeologico. Una fitta rete di sentieri e
circa due ettari, antistante la vecchia dimora della
vialetti porta alla cascata maggiore e alle vicine
famiglia; il parco, di circa ventidue ettari è adiacente
grotte e anfratti in un contrasto di orrida e sublime
ed esteso su un fronte collinare gestito dall’Ente
bellezza ottocentesca. Per la sua collocazione in
Forestale della Regione Sardegna.
mezzo alla natura circostante, il Parco di Laconi si
La collina del parco strapiomba in una vallata
collega idealmente al giardino paesistico.
31. Foto Aerea del Parco di Laconi
41
Parco inglese dell’ingegner Benjamin Piercy a
da coppie di pilastrelli porta fioriere, posti lungo i
Bolotana
quattro punti cardinali. Vi è anche una clessidra centrale, davanti al portale di ingresso sormontato
42
Il parco era parte di una grande tenuta che
dal simbolo della famiglia. Il disegno del parco è di
comprendeva la pianta di Padru Mannu, la chiesetta
derivazione del giardino all’inglese, con ampie vedute
e il borgo dei novananti di Santa Maria de Sauccu
libere, pianori, bosco fitto e integrazione degli alberi
fino ai confini con Badde Salighes (valle dei salici).
autoctoni con Calocedri americani, abeti di Spagna
Il parco di BaddeSalighes si estende sulla collina alle
e abeti dell’Himalaya. Del tutto personale, sia pure
spalle della villa Piercy, e vi si accede attraverso un
ispirata ai giardini inglesi, è la scelta che Piercy fece
vialetto alberato di Calocedri, (Calocedrusdecurrens)
degli alberi, prediligendo forme geometriche coniche
della California.
e cilindriche e accostamenti di diverse gradazioni di
La villa offre la sua facciata a sud e guarda il giardino
verde lungo i percorsi del parco.
con la vasca centrale e i vialetti perimetrali, segnati
32. Foto Aerea del Parco Piercy
Parco di San Leonardo de Siete Fuentes a Santu
Rinascimento fu edificato un ospedale che venne poi
Lussurgiu
distrutto, ed è oggi testimoniato dal nome di una via del borgo e dalla presenza di alcuni cedri centenari
San Leonardo è un borgo immerso in un parco
nei pressi della chiesa e distribuiti nel parco, ai quali
molto frequentato e di origini antiche. All’interno del
in passato venivano attribuite proprietà terapeutiche
parco, di circa cinque ettari, sono ancora fruibili gli
ed effetti positivi sulla qualità dell’aria. L’acqua delle
antichi elementi essenziali: l’abbondanza di acque
fontane sgorga dal fronte di un muro con pietre incise
sorgive, la salubrità del luogo, la chiesa medievale
e ordinate in fila, lungo un percorso all’ombra di lecci
e l’atmosfera di convivialità popolare. Il parco è
ombrosi, e alimenta una rete di ruscelletti scroscianti
attraversato da una breve strada centrale che porta
e canali del parco sottostante, fino ad un laghetto
alle sette fontane sulla sinistra, mentre sulla destra è
perimetrato in prossimità di uno degli ingressi. La
la chiesa del priorato di San Leonardo del XII secolo,
disposizione delle piante nel parco non rispetta alcun
che in seguito alla dotazione di una commenda,
disegno originario di giardino ed ispira un senso di
divenne chiesa dell’Ordine di Malta. Nel
relax e di forte contatto con la natura.
33. Foto Aerea del Parco di San Leonardo
43
Isola giardino di Giuseppe Garibaldi a Caprera
bellezza dell’Isola, come giardino naturale esteso. Garibaldi scriveva: ”E le mie piante…soffriamo di siccità, io con premura innaffiavo le mie care
La vita attivissima e straordinaria del generale
piante, ed esse a poco a poco si alzano dal loro
Garibaldi, ha nell’isola di Caprera un nuovo motivo di
abbattimento e sembravano rivolgermi un sorriso di
passione forte per gli alberi e l’agricoltura. Garibaldi
gratitudine. L’anima di quelle povere piante era in
scelse Caprera con l’aiuto dell’amico La Maddalena
corrispondenza con la mia ed oggi gettano in questa
Pietro Susini. L’isola fu preferita per la bellezza e il
pelago di miseria, lontano da esse, ad esse io rivolgo
mare, non certo per la fertilità dei terreni; pur tuttavia
il mio pensiero e mi sento deliziosamente sollevato”.
Garibaldi non si perse d’animo e con passione travolgente trovò il tempo di rendere coltivabili alcune parti dell’Isola, tanto da mettersi a studiare 44
agronomia e botanica, disponendo anche di una biblioteca in legno, speditagli in dono dall’Inghilterra. Nel piazzale delle prime case è possibile ammirare il pino che Garibaldi piantò contemporaneamente alla nascita della figlia Clelia (1867), oggi Pino di Clelia, di dimensioni monumentali. Vicino al piazzale delle case di Garibaldi, attuale museo molto visitato, vi sono l’antico oliveto che scende verso il mare, i pozzi originari e i ginepri che Garibaldi seminò in doppia fila per delimitare l’inizio degli olivi. L’oliveto è parte del progetto di studio, dell’azienda agricola di Garibaldi a Caprera, basato su criteri filologici e scientifici. L’interesse per l’agricoltura non è disgiunto dalla concezione che Garibaldi dovette avere della
45
34. Foto Aerea Casa di Garibaldi
Note
fisica e umana della Sardegna, pubblicata nel 1839. 4
1
5
Giuseppe
Giacinto
Moris:
(1796-
1869)
botanico,
la LOLLA rappresenta la parte vitale della casa. Si tratta di un
accademico e politico italiano. . Lavorò alla flora della Sardegna
locale che esternamente è caratterizzato da arcate ai lati, con
di cui pubblicò tre volumi dedicati alle Dicotiledoni. L’opera
al centro un ingresso sulla corte. La LOLLA ha rappresentato
restò incompleta perché non furono pubblicati i volumi relativi
il classico luogo di coltivazione delle piante ornamentali
alle Monocotiledoni ed alle Gimnosperme.
tenute in vaso o altri semplici contenitori, che nel tempo si
6
sono acclimatate, vanto delle donne sarde, di cui ne sono
Este, principe reale di Ungheria e Boemia. Sbarcò a Cagliari
gelosissime.
il 31 maggio 1812 ed alloggio presso sua sorelle, la regina
Francesco IV di Modena: (1779-1846) arciduca Asburgo-
Francesco Gemelli: (1736-1806) di nobile e antica famiglia
consorte del re Vittorio Emanuele I. Scrisse un lungo rapporto,
ghibellina, educato dall’infanzia nel collegio di Arona dei padri
che resterà a lungo ignoto fino a che, dopo più di un secolo,
gesuiti, finì col seguire il destino dei cadetti del tempo e fu
dopo la guerra del 1915-18, venne restituito al governo italiano
ricevuto nella provincia di Milano della Compagnia il 15 ott.
come preda bellica. Tradotto nel 1934 da Giorgio Bardanzellu.
1751 (pronunciò i voti definitivi a Sassari nel 1769).
In questa “Descrizione della Sardegna” vi sono preziosi accenni
2
46
Casa Campidanese: Nella abitazione tipica del Campidano
Giuseppe Gené: (1800-1847) zoologo ed entomologo italiano.
Alberto Lamarmora: (1789-1863) generale, naturalista,
sul verde pubblico e interessanti idee di carattere urbanistico-
cartografo e politico Italiano. Durante la sua lunga permanenza
economico sul divenire della città che allora, nel 1812, contava
in Sardegna scrisse due libri, il primo dei quali, Voyage en
circa 30000 abitanti. Una parte delle indicazioni è stata in effetti
Sardaigne fu pubblicato a Parigi nel 1826, impreziosito da 19
tradotto in pratica nei decenni successivi.
tavole illustrate, ed ampliò gli studi precedentemente condotti
7
da Francesco Cetti rimanendo probabilmente l’opera più
di Cagliari (1856).
famosa tra i resoconti di viaggio dell’Ottocento. Il testo contiene
8
le sue osservazioni, le statistiche, le ricerche sulla natura e sul
fotografo francese.
patrimonio archeologico della regione. La seconda edizione
9
dell’opera risultò più organica in quanto suddivisa in tre tronconi
risorgimento italiano e Botanico di prestigio. Nel 1857 divenne
3
con trattazioni ampliate. L’opera è così suddivisa: Geografica
Giovanni Spano: (1803-1878) Giuda della città e dei dintorni
Édouard Alexandre Henri Delessert: (1828-1898) pittore e
Patrizio Gennari: (1820-1897) fu una figura importante del
professore di Storia Naturale all’Università di Cagliari, ricoprì importanti cariche accademiche: direttore della Scuola di Farmacia, Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e, dal 1872 al 1875, Rettore dell’Università. 9
Cagliari: incisione su rame disegnata dal Vogel ed incisa dal
Remarque, pubblicata a Parigi dall’Audot ed inserita nel volume L’Italia descritta e dipinta con le sue Isole di Sicilia e Sardegna, Elba, Malta, Eolie ecc, 1838. 11
Gaetano Cima: (1805-1878) è stato un architetto italiano. È
considerato uno dei più grandi architetti della Sardegna. Le sue opere, in stile neoclassico, sono presenti in ogni parte dell’Isola. 12
Ottone Baccaredda: (1849-1921) giurista, scrittore e politico
italiano. Sindaco di Cagliari tra il 1890 e il 1902 e nuovamente tra il 1905 e il 1906, tra il 1907 e il 1910, tra il 1911 e il 1917 e tra il 1920 e 1921 anno della sua morte. Come sindaco di Cagliari il suo ricordo è legato all’opera volta a favore dell’abbellimento urbano (realizzato negli anni a cavallo tra l’800 e il ‘900 attraverso la costruzione di edifici quali il palazzo Civico e il bastione di Saint Remy. 13
G.L Cocco: Archivio fotografico G.L Cocco su Cagliari,
1870. http://mediateca.comune.cagliari.it/
47
3. VERDE URBANO DI CAGLIARI
senza aspetti progettuali particolari, sia spazi accuratamente progettati. Per verde urbano si intende qualsiasi spazio progettato, interessato da aspetti vegetazionali e regolarmente soggetto a manutenzione. In questa categoria possono essere compresi spazi fra loro molto diversi che vanno dall’albero isolato, al viale alberato, ai giardini storici, ai parchi attrezzati. È essenzialmente uno spazio aperto che può essere di pietra come le piazze e le vie pedonali o d’acqua nel caso di un canale. Può consentire usi specifici delle aree verdi: correre, nuotare, passeggiare, giocare, trascorrere il
3.1 INTRODUZIONE
tempo libero, incontrarsi, fare sport all’aria aperta. È ormai opinione comune che una qualificata pre-
Nel precedente capitolo si è analizzato la storia del
senza di verde nelle città sia in grado di migliorare le
verde in Sardegna, dove si è trattato anche delle
condizioni di vita sotto vari aspetti. Oltre al fattore ri-
vicende storiche di Cagliari fino alle soglie del XX
creativo, che attiene alla progettazione di attrezzatu-
secolo. In questo capitolo si entrerà nel dettaglio
re per il gioco, il riposo, tempo libero e le varie attività
della città, analizzando il XX secolo e il primo de-
all’aria aperta, va ricordata la funzione igienico-sani-
cennio del XXI, partendo dalla definizione del con-
taria del verde, che va assumendo un ruolo crescen-
cetto di verde urbano, nato con la città moderna per
te, relazionato alla continuità espansiva della città. Il
arrivare al suo ruolo attuale, che ha determinato il
verde, infatti, concorre alla formazione di microclimi
cambiamento urbano e sociale nei luoghi della città.
atti a regolarizzare la temperatura, a mitigare i ven-
Il verde urbano, nell’uso corrente, tende spesso ad
ti, a purificare l’atmosfera ed attutire ed attenuare i
assumere connotati astratti e vaghi, talvolta qua-
rumori in quanto svolge funzioni di assorbimento.
si ambigui, con i quali si indicano sia spazi aperti
Non si può sottovalutare il fattore educativo dovu-
49
50
to al fatto di associare quotidianamente aspetti ve-
sta nuova cultura del verde, hanno contribuito anche
getazionali e comportamenti umani, mettendo gli
alcune non sottovalutabili conquiste della cultura ur-
uomini in contatto diretto e continuo con la natura,
banistica italiana che si sono trasformate in provve-
in quanto il verde di una città opera una sorta di
dimenti legislativi, primo fra tutti il DM 2 aprile 1968,
compensazione, in un habitat più o meno tollerabi-
n.1444 sugli standard urbanistici, che ha imposto un
le, soddisfacendo o quanto meno contribuendo a
minimo di 9 mq di verde attrezzato e sportivo per
soddisfare, l’aspirazione ed il bisogno di uno spazio
abitante, obbligatorio per tutto il territorio nazionale,
vitale non alienante dei singoli e della collettività, ri-
da prevedersi negli strumenti urbanistici comunali.
portando gli insediamenti urbani a misura d’uomo.
Proprio in conseguenza dell’acquisizione per leg-
La scoperta del problema del verde urbano in Italia,
ge di questo diritto di quantità (9 mq per abitante),
nella sua dimensione nazionale, appartiene alla se-
negli ultimi decenni sono stati realizzati molti giar-
conda metà del XX secolo. Si può dire, rispetto alle
dini e parchi pubblici, che anche se non presentano
esperienza europee ed americane, che si tratta di
sempre le caratteristiche progettuali che ci piacereb-
un fenomeno tardo, peraltro storicamente spiegabile
be vedere, costituiscono comunque presidi pubbli-
con il prevalere della cultura urbana a quella con-
ci preziosi, all’interno del tessuto delle nostre città.
tadina e la concentrazione di attività produttive ed
Nel frattempo il dibattito si è arricchito ed ha intro-
economiche nelle periferie della città, con il conse-
dotto il fattore “qualità”, individuando un filone pro-
guente inurbamento di gran parte delle popolazioni
gettuale che ha al tempo stesso puntato sulla qualità
che vivevano nelle campagne. È un fenomeno che ri-
insita ed interna agli spazi (fruibilità, gradevolezza,
guarda gli anni 50 e 60 del Novecento, cogliendo del
sicurezza, accessibilità) fino a rintrodurli come forme
tutto impreparate le amministrazioni che si trovano
artistiche in grado di proporsi come riqualificazione
ad accogliere i nuovi cittadini, cui riescono nel tempo
di parti di città o, addirittura, di definire l’immagine
a dare una casa, ma non i servizi ad esse connessi.
complessiva della città in cui si andavano ad inserire.
Negli anni 80 il formarsi di una coscienza ecologica, porta
Dunque il tema della “città bella” si è affermato con
a relazionarsi con i temi della qualità della vita urbana.
forza anche per quanto attiene agli spazi aperti ed
Non bisogna dimenticare che, alla formazione di que-
ha superato i limiti dello storico dibattito del City Be-
autifull, indissolubilmente relazionato alla definizione
una villa il cui ingresso secondario si trova nell’o-
dell’immagine della città della borghesia della fine
dierna via Oslavia (il complesso nel 1955 sarà
del XIX secolo, per diventare il simbolo della città
ceduto all’Amministrazione regionale che lo de-
di tutti e per tutti, gradevole ed accogliente in ogni
stina a sede di rappresentanza del presidente del-
sua parte, nel centro come nelle più remota periferia.
la Regione). Il parco si estende per 17000 metri
Si è così andato affermando un principio saldamente
quadrati e vi si possono ammirare specie floristi-
democratico legato alla ricerca dell’equipotenzialità
che pregevoli e rare, come il Terebinto, la Cusso-
estetica di tutto il territorio, che trova nel verde, nelle
nia spigata e l’Aberia cafra, uniche in tutta l’isola.
piazze, nel loro rapporto fra vuoti e arte, come in quello
Agli inizi degli anni venti si rinnovano i propositi di un in-
fra vuoti e vita sociale, un punto di riferimento consoli-
tervento definitivo sul Terrapieno e della soluzione del
dato nella richiesta di vivibilità urbana del XXI secolo.
collegamento fra viale Regina Elena e via S. Giovanni. Una testimonianza del verde cagliaritano del periodo,
3.2 DALL’AMMINISTRAZIONE BACAREDDA ALLE
precisamente 1921, è certamente di D.H.Lawrence1
BOMBE (1900-43)
, che in Mare e Sardegna, nel capitolo su Cagliari, nomina alberature presenti in certe parti della città.
Gli anni del rinnovamento di Cagliari coincidono con
Inizia, dopo l’arrivo in città, con viale Regina Mar-
quelli dell’amministrazione Bacaredda, che fu sinda-
gherita: “Ci avviamo su per un’ampia strada, nuo-
co della città quasi ininterrottamente dal 1889 al 1914.
va, ripida, con alberelli su entrambi i lati. Ma di
Le opere di maggiore rilievo, costruite sotto la sua
pietra, aride, nuove, larghe pietre, giallicce sotto
giunta, furono senza dubbio, il Palazzo Comuna-
il cielo freddo, e sembra deserta. Anche se, natu-
le (1896-1914) e il Bastione San Remy (1901).
ralmente, c’è gente in giro. Il vento da nord soffia
Nel 1902 si approva la sistemazione del Belvedere,
pungente. Ci inerpichiamo su un’ampia gradina-
sovrastante i Giardini Pubblici e si effettua una nuova
ta, sempre più su, su per l’ampio, ripido, desolato
piantagione del viale Regina Elena, a base di Olmo.
viale con i suoi alberelli. Cercando un albergo, e
Fra il 1914 ed il 1919, all’interno di un vasto par-
morendo di fame. Finalmente lo troviamo, l’alber-
co, i fratelli Girolamo e Odone Devoto realizzano
go Scala di Ferro: oltre un cortile con piante verdi.”
51
Continua, parlando del Bastione: “a metà c’è un am-
vapore, come un trenino, sobbalza fino a fermarsi,
pio spazio pianeggiante simile a una piazza d’armi
dopo aver girato dietro la città. La via Roma è tutta la
con alberi, curiosamente sospeso sopra la città …”
Cagliari mondana. Compresi i caffè con i loro tavolini
L’importante descrizione su via Roma dell’epoca:
all’aperto da una parte della strada e la sponda albe-
“La grande strada lungo il mare è la via Roma. I caffè
rata dall’altra, è molto larga, e la sera contiene tutta
sono un lato e dall’altra parte della strada i folti ciuffi
la città. Qua e soltanto qua le carrozze possono muo-
di alberi che si frappongono tra il mare e noi. Tra que-
versi agilmente, molto lentamente, gli ufficiali posso-
sti folti ciuffi di alberi del lungomare il piccolo tram a
no cavalcare, e la gente può passeggiare en masse.”
52
35. Passeggiata di via Roma, anni 20
36. Bastione, anni 20
53
37. La Darsena, anni 20
54
38. Via Roma, anni 30
55
39. Largo Carlo Felice, anni 20
56
40. Terrapieno, nevicata del 1923
La nevicata del dicembre del 1923 ed i servizi fo-
Grande Guerra, in rilievo sulla pietra di trachite.
tografici da essa ispirati, pongono in evidenza
Negli anni venti si ritorna a parlare di Poetto, per
una recentissima piantagione di un albero sem-
il quale già dal 1913 era stato istituito un collega-
preverde in viale Regina Elena, si tratta del Fi-
mento tramviario. Il Commissario V.Tredici nella sua
cus Retusa, che ancora oggi sussiste e delle pal-
relazione scrive: “Ho fatto eseguire nel gennaio di
me (Phoenix dactylefera e Phenix canariensis).
quest’anno la piantagione di circa 2000 piantine
In quegli anni, con il sindaco l’avv. Gavino Des-
fornitemi dall’Ispettore Forestale, piantagione ef-
sy Deliperi, l’alberatura dei viali Trieste, Trento e
fettuata più per conoscere quali di esse presenta-
Merello, compare anche nei programmi ufficiali,
no maggiori probabilità d’attecchire e poter così nei
che entreranno in fase esecutiva molti anni dopo.
mesi freddi del prossimo anno fare su più larga scala
Nel 1925, viene creata piazza Garibaldi, nata per va-
le piantagioni che sono realmente indispensabili”.
lorizzare la scuola Alberto Riva Villasanta, allora in
Sul finire degli anni venti si inizia a parlare sulla stam-
costruzione; i lavori si concluderanno solo nel 1930.
pa della grande Cagliari e di un nuovo piano rego-
Nel 1926, viene realizzato il parco delle Rimem-
latore. “Civis kalaritanus” (Unione Sarda dell’11 set-
branze. Il sacrario ai caduti della Grande Guerra
tembre 1928) parlando delle bellezze naturali riporta
costituisce la “porta urbana” del parco, si impone
che “uno dei problemi della edilizia moderna è quello
pur nelle sue ridotte dimensioni per la chiarezze
della preservazione del verde … Conservare e fare
delle linee compositive e per la grande cura del
nuovi giardini è necessario non solo per ragioni di bel-
dettaglio architettonico. Progettato da Ubaldo Ba-
lezza e di adornamento cittadino, ma anche d’igiene”.
das2 , il sacrario non rinuncia ad esporre alcuni ele-
Nel maggio 1929 esce il bando di concorso per il
menti della retorica monumentalistica del regime.
piano regolatore della città. Fra gli obiettivi princi-
Il sacrario è introdotto da una sorta di portale
pali che ci riguardano: “conservazione e creazio-
da cui si accede ad uno spazio recintato all’in-
ne di spazi e verde sistematicamente distribuiti in
terno del quale sorge l’area dell’altare contenu-
tutta la città e in particolare la sistemazione del-
to da un’esedra. Il portale riporta i nomi delle bat-
la passeggiata del Terrapieno e di quella di Buon
taglie che resero famosi i militari sardi durante la
Cammino, il prolungamento e sistemazione a par-
57
58
co di Monte Urpinu, dell’Orto Botanico e sistema-
glie dei bastioni e lo strapiombo del Castello;
zione a parco del colle di Tuvixeddu, la formazione
- La realizzazione della Passeggiata pubblica nel-
di una passeggiata a mare lungo la zona bonifica-
la fascia di bordo del Terrapieno, che si trova ad
ta e da bonificare a Bonaria e la sistemazione del-
una quota più alta dei tetti delle case di Villanova.
la spianata adiacente alla basilica di Bonaria…“
Le sistemazioni sono realizzate in litoceramica, cal-
Muovendosi sulle linee del Piano Regolatore, che
care bianco di Cagliari, trachite grigia di Serrenti e
fra l’altro non riuscirà ad avere, complici anche
rossa di Bannari, calcestruzzo rivestito o intonaca-
gli eventi bellici, la firma finale da parte del Re, si
to. La Passeggiata è ombreggiata da filari di pini,
registrano, mano a mano, alcune realizzazioni.
in parte preesistenti, mentre il lato a scarpa verso
Negli anni 30, l’amministrazione comunale intervie-
Villanova è consolidato con piantumazioni di agavi
ne sull’area del Terrapieno, rimasto un grande “vuo-
e bassa macchia mediterranea. La Passeggiata è
to” alla scala urbana, con una serie di progetti che ne
impostata ad una quota più alta di 1,50 metri sul li-
cambiano ruolo, funzione e immagine, e che, grazie
vello del viale Regina Elena in modo che il traffico
a Badas ne definiranno l’architettura fin nei dettagli.
veicolare non interferisca visivamente, né acustica-
La sistemazione urbanistica del terrapieno di Caglia-
mente, con la Passeggiata; le due quote sono colle-
ri interessa un’area lunga quasi un chilometro, posta
gate in tre punti tramite scalette realizzate in blocchi
a mezza costa tra il sovrastante Castello, e il sotto-
di calcare, non vi è il parapetto a coprire il dislivello,
stante quartiere di Villanova. Il progetto comprende:
per favorire la percezione di una continuità visiva.
- La realizzazione del tracciato del viale Regina Ele-
Il lato verso Villanova, e verso il paesaggio orien-
na, che comportò un intervento di “rifilatura” dei ba-
tale, è invece limitato da un parapetto realizza-
stioni (causa di una dura polemica tra Comune e So-
to con robusti pilastrini in litoceramica alti 1,10
printendenza risolta dall’intervento di Giovannoni);
metri, con copertina in calcare, connessi con
- La realizzazioni della Palestra comunale all’a-
profili in ferro quadro montati sulla diagonale.
perto sul sovrastante piazzale del bastione del
Il tracciato planimetrico della Passeggiata, di lar-
Palazzo Viceregio e la piantumazione del viva-
ghezza pressoché costante di diversi metri, si allar-
io comunale nelle aree comprese tra le mura-
ga a formare due ampi ambiti curvilinei laddove il
Terrapieno militare era sagomato a salienti; in que-
das, è un edificio isolato immerso in un giardino in
sti spazi il parapetto segue il tracciato curvilineo e
cui vengono impiantati alberi di gelso che saranno
prende consistenza alternando agli alti parapetti le
utilizzati dagli stessi alunni per l’allevamento del
sedute più basse, e contribuisce a disegnare delle
baco da seta, lavoratore autarchico e infaticabile.
terrazze urbane di grande fascino, aperte sul paesaggio. Le sedute, le fontanelle, i parapetti e gli altri elementi di arredo della passeggiata sono realizzati con masselli di trachite e calcare, o in litoceramica L’ingresso alla palestra è realizzato con pilastri in blocchi di calcare disposti ad esedra, con architrave continua in calcestruzzo, con inserimento nell’impasto di graniglia dello stesso cal59
care bianco di Cagliari; tra i pilastri un basso muretto di litoceramica diventa l’appoggio cui
si
su
imposta una recinsione in profili di ferro.
A chiudere la Passeggiata del Terrapieno, Badas, realizza l’ingresso ai giardini pubblici, un ampio e trasparente portale che si apre alla Passeggiata dei Giardini. Su L’architettura italiana, che pubblica il progetto nel 1940, viene elogiato per la “spigliata fantasia scelta delle forme e dei materiali…ben progettato ed eseguito con esemplare accuratezza”. I lavori vedono la fine nel 1933; a partire da questa “liberazione” nello stesso anno nasce la scuola all’aperto Attilio Mereu3 con il suo parco. La scuola all’aperto, progettata sempre da Ba-
41. Piazza Garibaldi, anni 30
60
42. Terrapieno, anni 30
61
43. Intervento di Badas sul Terrapieno, anni 30
62
44. Intervento di Badas sul Terrapieno, oggi
63
45. Ingresso Giardini Pubblici
L’anno precedente, il 29 ottobre 1932, si inaugura il nuovo palazzo delle Poste di piazza del Carmine, con la nuova piantagione arborea della piazza a base di Ficus Retusa e la palma Washngtonia filifera, tutt’ora esistenti. In questo contesto si realizza anche la nuova alberatura di viale Trieste, sempre con Ficus Retusa. In viale Trento dagli anni venti ha inizio un nuovo tipo di insediamenti abitativi. Si tratta di una serie di ville private con giardino. Troviamo Villa Satta, che sorge dal punto in cui il viale si amplia notevolmente fino al punto in cui si innesta via Nazario Sauro, e viene costruita nel 1920, su progetto dell’ingegner 64
Zoccheddu, all’interno di un ampio parco cui si accede attraverso una grande cancellata in ferro battuto. La villa rappresenta uno degli esempi di stile liberty in città; nel 1940 è sottoposta ad una sopraelevazione ed all’aggiunta dell’ala sinistra. Dal 13 febbraio 1979 la villa Satta è un immobile tutelato ai sensi della legge n. 1089 (1 giugno 1939). Sono sottoposti a tutela il corpo centrale, le pertinenze esistenti alla data del vincolo e il “parco”. Attualmente la villa è la sede dello IED (Istituto Europe di Design). Poco oltre si trova villa Trois (oggi villa Mazzella), circondata da un vasto parco, dove si possono notare in particolare Palme da datteri, 46. Foto Aerea del Terrapieno
anche se l’impatto visivo è con i ficus. Sono pre-
senti esemplari enormi di Ficus magnolioides, Fi-
li dominato da natura selvaggia, abitato da animali
cus retusa, Ficus elastica, ed anche esempla-
come le volpi, da cui il nome “Urpinu”, che in sar-
ri del più raro Ficus religiosa, Strelitzie e Banani.
do significa Volpino, nell’Ottocento i proprietari, i Sanjust di Teulada, piantano numerosi pini d’aleppo. Ma l’acquisizione di Monte Urpinu cade in un momento in cui la seconda guerra mondiale ha già cominciato in Europa le sue distruzioni. Il grande parco ospiterà batterie antiaeree, truppe, depositi militari. Cadono poi le bombe, la città è sconvolta anche nei suoi giardini. Salta l’alberatura famosa di via Roma, che nella ricostruzione del dopoguerra, non restituirà l’antico splendore al verde. I giardinetti della stazione delle Ferrovie Reali, che ver-
47. Ficus magnolioidies, Villa Trois
ranno trasformati da parterre in piazza Matteotti4, dove la parte adiacente la facciata della Ferrovia
Costruita fra il 1917 ed il 1926 su progetto dell’in-
diventerà capolinea dei mezzi di trasporto pubbli-
gegner Flavio Scano, è stata residenza dello stesso
co, poiché era indispensabile acquisire più spazio.
progettista e del fratello Dionigi. Dell’intero comples-
Una piccola curiosità sulla piazza, è che prima del-
so in stile liberty sopravvive, però, la sola cancellata
la guerra, a dare maggior lustro c’erano due statue
in ferro e bronzo, perché nel 1973 è stata comple-
collocate in modo da darsi la spalle e dedicate al
tamente ricostruita dall’imprenditore Franco Trois
compositore Giuseppe Verdi ed al filosofo Giovan-
e si articola in tre piani per un complesso di 2200
ni Bovio. La prima ad essere installata fu quella di
metri quadrati, una piscina e due campi da tennis.
Verdi, che poggia su un piedistallo in cui spicca la
Sul finire degli anni trenta, si avvicina la soluzio-
scritta “A Verdi – 1901”. Le bombe del 1943 dan-
ne prevista dal piano regolatore per Monte Urpinu,
neggiano il monumento, che nel dopoguerra vie-
di proprietà del comune da pochi anni. Per seco-
ne restaurato con un grossolano errore. La nuova
65
data non corrisponde a quella della morte di Verdi,
chio nel vederli, lunghi dall’assuefarsi, ne resta of-
risultando 1911 anziché 1901. Nessuno, però, in
feso; a quando, dunque, la sostituzione con giova-
oltre settant’anni, si è preoccupato di correggerla.
ni piante, a quando la sistemazione dei giardini?”.
Del 1905 risale, invece, l’inaugurazione del busto di Bovio. Il monumento è scomparso senza lasciare traccia. L’ipotesi più accreditata è che sia andato distrutto da un gigantesco ficus che gli sarebbe crollato sopra quando fu abbattuto dalle bombe. Non fu risparmiata neppure Piazza del Carmine, dove gli spostamenti d’aria delle bombe fanno ruotare di 45 gradi la statua dell’Immacolata che, mentre prima fronteggiava la scuola elementare Satta, 66
oggi è rivolta verso la parte alta di via Sassari. Lasciarla in questa nuova posizione serva a mantener viva una testimonianza della tragicità della guerra. I bombardamenti del 1943 sconvolgono anche Piazza Garibaldi, la scuola è danneggiata, ed in seguito si provvederà alla ricostruzione con l’aspetto originario. Purtroppo la piazza, oggi, non ha più il fascino che aveva prima della guerra. Il desolato cronista dell’epoca cosi riassume la situazione nel febbraio del 1946: “Sono stato a visitarli in questi ultimi tempi: una volta numerosi… hanno assunto un aspetto selvaggio, come del resto tutto il verde che incorniciava la città, dai viali ai giardini: lunghe ed incolte sono le chiome…L’oc-
67
48. Bombardamenti su Cagliari, 1943
3.3 LA CITTÀ RINASCE (1943-2000)
zio nel viale Merello che non prevede spazi verdi. Tuttavia, ciò non pregiudica il fascino della stra-
La città cerca di rialzarsi dopo i disastri del 1943,
da, in quanto tutte le villette risultano arretrate
soprattutto quelli provocati dai bombardamenti del
e fruiscono di una, sia pur limitata, vegetazione.
26 e 28 febbraio. In viale Trento, affianco al teatro
Nel frattempo, via Roma ha visto una nuova pian-
Massimo, che verrà realizzato nel 1947, il 28 ago-
tagione. Il cronista, nel luglio 1951, esprime tutta
sto 1944 viene inaugurato il Cinegiardino, su pro-
la sua perplessità per la nuova alberatura, facen-
getto degli architetti Emilio Stefano Garau e Oddo-
do notare “che il problema dell’alberata resta in-
ne Devoto. La costruzione, con i suoi 2500 posti, ha
soluto e che come realizzato, non risponde affatto
consentito ai cagliaritani dell’epoca di dimenticare.
né alle esigenze della passeggiata, né dell’estetica ornamentale”. Sottolinea che “pare destinata a morire di morte lenta”. Fa notare che i palmizi si
68
sono già diseccati e uguale destino forse è riservato anche all’altro genere di piante che difficilmente attecchisce in poca terra, con poca acqua, in mezzo alla polvere e alla fuliggine del porto. Intanto, l’anno successivo, ai Gardini Pubblici si sostituiscono quasi tutti i lecci del viale principale e, a fine anno, si decide sulla sistemazione arborea dei marciapiedi laterali di via Dante, che sarà impernia49. Cinegiardino
ta su di Robinia umbraculifera. Queste piantagioni
Alla fine degli anni Settanta, per il Cinegiardi-
non avranno però buon risultato e poco più di ven-
no incomincia il declino e negli anni Novan-
ti anni dopo saranno sostituite con l’attuale leccio,
ta sprofonda nel totale abbandono. Sui rude-
che in parte però preesisteva dal periodo prebellico.
ri si realizza un imponente complesso edilizio.
Negli anni della ricostruzione cittadina, precisamen-
A fine anni quaranta, si verifica uno sviluppo edili-
te tra il 1950 e il 1962, viene realizzato il quartiere
della cosiddetta “città giardino”, fra via Pessina ed il Palazzo di Giustizia, da parte di Adalberto Libera5. Questo tipo di intervento ho deciso di inserirlo nel contesto del verde urbano, poiché, nonostante rientri in un ambito “privato” di edilizia, è il primo esempio di progetto di un quartiere dove il giardino, nel concept progettuale ha una sua notevole valenza. L’idea guida è quella di una “città giardino mediterranea e solare” ugualmente distante, nelle tipologie, dalla retorica del cottage come dal fuori scala del grande edificio collettivo. Il progetto articola l’a-
50. Giardinetti della Stazione, anni 50
rea, stretta e allungata, disponendo gli edifici lungo 69
i margini, ruotandoli di 45 gradi rispetto alle strade marginali, e dedicando lo spazio interno a giardini. Il programma non comprende la realizzazione di edifici per servizi o di attrezzature di quartiere, né prevede piazze o altri spazi di uso pubblico definiti formalmente in modo particolare. Il quartiere si pone quindi da subito, data anche la sua ridotta dimensione, come parte urbana del tessuto edilizio dedicata alla residenza, delegando ad altri spazi, le funzioni di luoghi di aggregazione e di servizio. Il decennio del boom economico, porta nel 1961 il nuovo Giardino della Darsena, destinato alle testimonianze del periodo, a diventare il più accogliente luogo di ritrovo per il cagliaritano aman-
51. Città Giardino in Via Pessina, anni 60
te della brezza marina. Il progetto prevede
mo ammirare oggi.
un’autentica oasi di verde sul mare, in pieno cen-
Nel 1965, sbocciano alcune aiuole in piazza Repub-
tro cittadino, rallegrata da una fontana e da un in-
blica, che nel giro di pochi anni si andrà a completare
dovinato e razionale impianto di illuminazione.
con la sistemazione ancor oggi esistente. Viene decisa l’apertura di una grande strada che si “snoderà tra Monte Urpinu da via da Pessina a via Tuveri”: si tratta del viale Europa. Sul finire del decennio si ha la sospirata sistemazione a verde attrezzato di piazza Michelangelo. Intanto la città si espande a ritmo frenetico, disordinatamente: sorgono nuovi quartieri, nasce l’esigenza di pubblici servizi. Tra questi il verde, dove negli
70
anni ottanta, il comune, pratica nel colle di Monte Urpinu, un’importante riqualificazione del parco; dando 52. La Darsena, anni 60
alla città quel polmone verde, che ha rivoluzionato
Nel primo quinquennio si realizzano, anche le al-
le città nel corso nel XX secolo, togliendo, in parte,a
berature, di alcune zone “nuove” della città. In via
Cagliari l’appellativo di “Città di Pietra”, attribuitole
Amat, piazza S. Cosimo, nel complesso sportivo
da Lawrence durante la sua visita.
Campo CONI e Piscina Coperta, oltre ad integrazio-
Il compendio è esteso 350.000 mq, su parte dei
ni e sostituzioni in altre zone della città. Al Poetto si
quali, 200.000 mq, negli anni ottanta si è attuata la
completa un lungo ciclo di interventi con la costruzio-
conversione in bosco misto. La destinazione a parco
ne del Labirinto, del laghetto e sistemazioni a verde
ha indotto una certa articolazione strutturale (prati
connesse.
artificiali, siepi, irrigazione, viali, laghetto). La lunga
A Buon Cammino sorge, tra i pini di viale Fra Ignazio,
recinzione metallica racchiude la parte rielaborata. I
una fontana. È il coronamento della sistemazione
cittadini hanno trovato finalmente, un “nuovo” luogo
della bella, ma disordinata, passeggiata che possia-
di identità; non è da sottovalutare l’espansione urba-
nistica verso il colle. Grandi apporti di terreno consentono oggi lo stabilirsi di variopinte vegetazioni erbacee. Da dicembre a maggio si susseguono le fioriture della bianca Diplotaxis erucoides, delle gialle calendule, acetosella (Oxalis pescaprae), “camingioni” della “feruledda” e, infine, dei papaveri.
54. Percorso interno a Monte Urpinu
71
53. Foto aerea Monte Urpinu
72
55. Percorso interno a Monte Urpinu
73
56. Vista della Sella del Diavolo dal Viale Europa
Arriviamo così alla fine del novecento, dove la città
sizione dei cittadini.
vive notevoli cambiamenti caratterizzati da una forte
Successivamente, la gestione passò alla Provincia
attenzione per il verde pubblico.
di Cagliari che lo riqualificò come Parco Urbano. At-
Il colle di Monte Claro, che all’interno ospitava il
tualmente, Monte Claro è uno dei Parchi Urbani di
manicomio e che grazie all’attuazione della Legge
Cagliari più frequentati e vissuti dalla cittadinanza.
n. 180 del 13 maggio 1978, conosciuta come legge
La sua esposizione e ricchezza di essenze arboree
Basaglia che ne stabiliva la chiusura, torna a dispo
e arbustive, d’infrastrutture di ottima presentazione e sicurezza, lo rende fruibile in maniera immediata perché inglobato egregiamente nel tessuto urbano. La presenza poi delle biblioteche nel suo interno, gli danno un valore aggiunto sulla prospettiva culturale ad ampio respiro, caratteristica essenziale dei parchi
74
urbani moderni che mirano a utilizzare il potenziale educativo delle piante rivolto a tutte le classi sociali. La città negli stessi anni vede l’istituzione di altri due parchi pubblici: La legge regionale n. 5 del 26 febbraio 1999 istituisce il Parco naturale di Molentargius. È una delle più importanti aree umide d’Europa, e lo stagno è riconosciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela. Il sistema degli stagni di Molentargius e Quartu è compreso all’interno dell’area metropolitana dell’hinterland di Cagliari, immediatamente adiacente agli insediamenti urbani. È delimitato a nord dalla città di 57. Foto aerea di Monte Claro
Quartu Sant’Elena e dagli insediamenti commerciali
e industriali che formano la cintura di collegamento
condo le condizioni ospitano una vegetazione alofita
fra Cagliari e l’hinterland; a ovest e a sud da alcuni
(Arthrocnemum, Suaeda, Atriplex, Salsola, ecc.) o
quartieri di Cagliari (San Benedetto, Genneruxi, La
igrofita d’acqua salmastra o dolce (Tamarix, Typha,
Palma, Quartiere del Sole, Poetto), a sud-est dalla
Arundo, Phragmites).
striscia costiera del Poetto, a est dal Margine Rosso,
- Una vegetazione idrofita rappresentata da alghe e
quartiere periferico di Quartu Sant’Elena.
piante acquatiche di specie differenti, secondo la sa-
La flora dello stagno di Molentargius ha subito, per
linità delle acque. In particolare vanno citate le prate-
i motivi sopra esposti, una drastica trasformazione.
rie sommerse di Ruppia maritima nelle vasche delle
Gli elementi floristici più importanti sono di quattro
Saline: i semi di questa specie hanno un ruolo non
tipi:
trascurabile nell’integrazione della dieta dei Fenicot-
- Una vegetazione igrofita, d’acqua dolce in progres-
teri e di altri uccelli.
siva espansione nel Bellarosa minore, di cui i com-
Ciò che caratterizza il Parco è la presenza del feni-
ponenti più evidenti sono i canneti con associazioni
cottero rosa (Phoenicopterus roseus), adottato come
floristiche a Phragmites, Typha e Scirpus.
simbolo delle zone umide del Cagliaritano. Il fenicot-
- Una vegetazione alofita o xerofita composta da
tero rosa si alimenta prevalentemente di piccoli in-
piante annuali o perenni nelle zone soggette a perio-
vertebrati, quali crostacei e larve di Chironomus sp.,
diche inondazioni con acque salmastre o a prosciu-
ma anche di alghe e frammenti di piante acquatiche.
gamenti e lungo i canali perimetrali, di cui sono tipici
Alcuni di questi alimenti (per esempio Artemia sali-
rappresentanti Juncus, Suaeda, Arthrocnemum, Ha-
na) sono ricchi di betacarotene, pigmento di colore
lopeplis, Salicornia, Atriplex e altre Chenopodiace-
rosso-arancio che si deposita nelle penne in svilup-
ae.
po, conferendo il caratteristico colore rosa.
- Una complessa vegetazione tendenzialmente xe-
In seguito ad un’opera di bonifica, nasce il Parco di
rofita o aloxerofita composta da specie arbustive o
Terramaini. Situato ai confini dell’omonimo canale, è
erbacee nelle aree a scarsa vocazione agronomica,
frutto di una notevole trasformazione paesaggistica:
nella fascia di Is Arenas. Si tratta per lo più di aree
da discarica a cielo aperto, zona in stato di abbando-
con la fisionomia di vere e proprie nicchie che se-
no e degrado, a parco urbano dotato di grandi aree a
75
prato verde, un laghetto e sentieri pedonali in mezzo
corsi ambientali, attrezzati per la didattica (con pan-
ad una vegetazione arborea tropicale e aiuole fiori-
nelli informativi su flora e fauna) e per il fitness, ideali
te. Un luogo ameno dove poter trascorrere il tempo
per fare un po’ di attività fisica o semplicemente una
libero, praticare sport e staccare dalla routine quoti-
rilassante passeggiata: molto gradevole il percorso
diana. Si sviluppa su una superficie prevalentemen-
che costeggia il laghetto su un’ampia passerella in
te pianeggiante, dove le vaste aree di prato verde
legno. Sono inoltre presenti diverse aree gioco per i
primeggiano sugli alberi ad alto fusto.
bambini, degli spazi per giocare a bocce e un’ampia
Il parco di Terramaini è attraversato da numerosi per
area recintata in cui è possibile far scorrazzare i cani
76
58. Foto aerea di Molentargius
in piena libertà e sicurezza. Per gli amanti dello sport,
in basalto e calcare di Ozieri, una piacevole fonta-
da segnalare la grande e moderna piscina olimpio-
na, vialetti con panchine in legno fra aiuole con prati
nica che si trova al confine settentrionale del parco.
all’inglese e lecci, palme nane e perfino due vecchi
In città, invece, si ha la sistemazione di piazza S.
ulivi; un doppio impianto di illuminazione in cui luci
Cosimo, che fino al 1996 consisteva in uno sterrato
bianche e gialle si alternano, creando un effetto not-
utilizzato come disordinato parcheggio di automobili.
turno di grande suggestione. A lato della piazza si
Appena un anno dopo si poteva ammirare il risultato
stende la facciata della chiesa di S. Lucifero con l’ex
di una profonda trasformazione: pavimentazione
monastero, mentre all’altro lato, subito dopo la rea
77
59. Foto aerea di Terramaini
lizzazione della piazza, si insedia il Caffè Genovesi, costretto ad un involontario abbandono della storica sede in piazza Costituzione. Il maggior richiamo è rappresentato, però, dalla presenza del più antico edificio paleocristiano della Sardegna: la basilica di San Saturnino. Il primo impianto, come martyrium, risale alla metà del IV secolo, nel sito in cui, stando alla tradizione, sarebbe stato sepolto il giovane cagliaritano Saturnino, il 23 novembre del 304. La basilica è stata oggetto di molti cambiamenti che ne hanno modificato lo stile originario, tanto che si intravedono diversi stili e varie in78
fluenze, in particolare italiche, orientali e occidentali.
60. Piazza S. Cosimo
79
61. Panorama da Molentargius
3.4 LA CITTÀ NEL PRIMO DECENNIO DEL XXI SE-
condizioni igieniche di tutto il litorale e in particolar
COLO
modo di quella parte occupata dai casotti. La neve che li ricoprirà nel Gennaio dell’’85 è come il simbolo
80
Il nuovo secolo, ha inizio con un notevole cambia-
di un inverno che li ha travolti per sempre, di un gelo
mento per i cittadini, che hanno visto la loro spiaggia
che ha infranto l’incantesimo di un tempo.
più amata, il Poetto, subire un ripascimento con con-
Tra il Marzo e il Maggio del 1986, a seguito di una
seguenze dannose, e che ancor oggi è scena di di-
battaglia civile e legale che ne sancisce l’ultimo col-
battito. Il Poetto è la principale spiaggia cagliaritana
po di coda, su quell’insolito paesaggio, più volte pa-
e si estende per circa otto chilometri, dalla Sella del
ragonato ai metafisici Bagni di De Chirico6, cala per
Diavolo sino al litorale di Quartu S. Elena.
sempre il sipario. Nel 1989, a pochi anni dall’abbat-
Il declino della Spiaggia, che dall’inizio del secolo
timento dei casotti, la spiaggia del Poetto si trova vi-
scorso era meta dei cagliaritani nei mesi estivi, inizia
sibilmente in una situazione di crescente degrado,
dagli anni settanta, con la sostituzione dei tram con
enormemente più preoccupante e più veloce rispetto
altri mezzi meno adeguati.
agli anni precedenti.
Si tratta di una rivoluzione tanto epocale quanto
Alla società Mediterranea Survey and Service MSS
poco lungimirante, dal momento che, tolto un mezzo
viene affidato il compito di constatare, attraverso una
pubblico efficiente, il traffico, momentaneamente de-
serie di rilevazioni, lo stato di erosione della spiaggia.
congestionato, crescerà in modo esponenziale fino a
Il responso parla chiaro: l’enorme degrado dell’areni-
raggiungere livelli insostenibili nei nostri giorni.
le cagliaritano iniziò dagli anni ‘50 con la ricostruzio-
Il disastro non è mai stato più vicino alla perfezione
ne, che portò a massicci prelievi di sabbia.
come in questi anni. La gestione di un bene collettivo
Nel 1997 e nel 1999 furono effettuati, dalla stessa
difficilmente poteva svolgersi in modo tanto scellera-
società, degli aggiornamenti allo studio che confer-
to e alle porte degli anni ottanta, il Poetto è in pieno
marono il trend dell’erosione e identificarono quali
declino. I casotti, privi di elettricità e adibiti al solo
cause del degrado la presenza della strada litora-
uso diurno, la notte divengono preda dei vandali.
nea, l’incremento dell’azione ondosa a causa della
Gli anni ottanta vedono un ulteriore aggravarsi delle
scomparsa della Posidonia oceanica e la costruzio-
ne degli stabilimenti e dei bracci a mare del Lido e
Nel febbraio del 2014 sono iniziati i lavori della ri-
D’Aquila, dei casotti e delle villette.
qualificazione del lungomare. Si prevede la tutela
I primi anni del nuovo millennio si configurano come
della spiaggia con il ripristino del sistema dunale e
l’epilogo di una lunga storia di errori e cattiva gestio-
lo spazio pubblico come cardine di un processo di
ne che ha il suo culmine nel disastroso ripascimento.
ricomposizione del paesaggio.
Un esempio di sfregio di rara brutalità, che sfigura in
Recupero, riqualificazione e innovazione, sostenibi-
modo irrecuperabile il volto di una spiaggia già pe-
lità ambientale ed economica, sono i principi ordi-
santemente degradata.
natori del progetto vincitore del concorso per il lun-
L’operazione ha avuto inizio nel 2002 quando, at-
gomare, bandito dall’amministrazione comunale. La
traverso un sistema di draghe, è stata prelevata la
riqualificazione dello spazio pubblico è posta come
sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva, anzi-
cardine di un processo di ricomposizione del pae-
ché dal luogo precedentemente scelto a varie miglia
saggio, teso a salvaguardare le aree permeabili re-
dalla spiaggia, vanificando così la buona intenzione
siduali.
di riportare il Poetto alle sue originaria bellezza e
La passeggiata lungomare è concepita come una
dimensione. Infatti il risultato si è dimostrato scon-
superficie longitudinale e bidirezionale, scandita
volgente: la sabbia finissima e bianca di una volta
dal ritmo del camminare, dall’alternanza della sosta
è stata sostituita da un miscuglio completamente
e del movimento, caratterizzata dai cromatismi del
diverso per colore e granulometria, contenente non
contesto paesaggistico circostante. Ospita aree at-
solo sabbia ma anche frammenti di conchiglie e con-
trezzate e aree verdi ed accoglie i “deck”, luoghi di
crezioni marine.
connessione con l’arenile, che accompagnano la fru-
Il cambiamento, avvenuto tutto negli ultimi decenni,
izione dallo spazio urbano verso l’ambiente naturale.
che ha come protagonisti gli interventi dell’uomo sul
La riqualificazione del lungomare è interessante per
litorale cagliaritano, è soltanto una breve parentesi
quanto riguarda la passeggiata, che va ad aggiun-
rispetto ai secoli precedenti in cui la natura la faceva
gersi a quella di Marina Piccola, con cambiamenti
da padrona e costringeva l’uomo a una condizione di
funzionali, ma rientrando nella valorizzazione dell’a-
perenne all’erta.
rea urbana, che comprende quasi 8 chilometri di
81
82
spiaggia, caso unico in Europa. Si ravvisa una forte
Sono presenti pochi alberi, un punto ristoro ed altri
attenzione per la salvaguardia del paesaggio e, ag-
ambienti destinati a divenire i laboratori di scena, con
giungerei, un passo importante verso quel cambia-
la sartoria, il fabbro, la scenografia, ed un piccolo te-
mento, di mentalità di cui oggi la città ha particolar-
atro che potrà contenere sino a 319 spettatori. Tali
mente bisogno. In futuro si spera nel collegamento
strutture sono sovrastate da una passeggiata coper-
più fluido tra il centro cittadino, la via Roma, e il Po-
ta che consente ai passanti di curiosare all’interno
etto, sia con quel collegamento tramviario che pur-
dei laboratori durante lo svolgimento delle attività.
troppo è stato tolto, che con percorsi ciclopedonali.
Gode di un’ottima posizione strategica, essendo
Passeggiata ciclopedonale che, in parte, è presente
quasi nel pieno centro cittadino, che lo rende mol-
con alcuni tratti già realizzati, tra cui il tratto da via
to frequentato durante tutto il corso dell’anno. Non
Roma fino a Su Siccu, e che una volta conclusa col-
manca occasione per svolgere all’interno del Parco
legherà Cagliari con Quartu passando per il Parco di
della Musica, manifestazioni o spettacoli che in que-
Molentargius. La stessa passeggiata può creare altri
sta bellissima cornice, risultano essere sicuramente
percorsi alternativi come il collegamento con Sant’E-
più apprezzati.
lia e il Poetto, con l’intento di far riappropriare il pe-
Il Parco della Musica, rientra nel modello di parchi
done degli spazi urbani della città.
di quartiere, che costituiscono la struttura portante
Nel 2011 è stato inaugurato il parco della musica,
del verde attrezzato nella città. Al contrario dei parchi
situato in parallelo con Piazza Giovanni XXIII, adia-
urbani di grandi estensioni, creati per ospitare una
cente al Teatro Lirico, alla fine dell’arteria di via Dan-
gamma di attività di fruizione più articolata e diversifi-
te. Il parco si presenta con un’architettura in stile
cata, come anche per assolvere ad obiettivi di tutela
moderno, con un bellissimo prato che costeggia le
di ampie porzioni di territorio non edificato, i parchi di
rive del piccolo fiume artificiale, passeggiate con pe-
quartiere, di dimensioni più contenute e strettamen-
dane lignee, fontane che spruzzano i getti d’acqua
te relazionate con la popolazione residenziale che
seguendo il ritmo della musica suonata in quel deter-
su di essi gravita, tendono a rispondere a funzioni
minato momento, e un lastricato marmoreo che ren-
ricreative di base ed alle più semplici esigenze di vita
de il parco anche una bellissima piazza accogliente.
quotidiana en plen air.
83
62. Immagini rendering del nuovo Poetto
84
63. Parco della Musica
Parlando del colle di Tuvixeddu, nei primi anni 2000 partirono i lavori per la realizzazione di un complesso edilizio di circa 400 unità abitative tra Tuvixeddu e Tuvumannu. La necropoli di Tuvixeddu, che è la più grande necropoli fenicio-punica ancora esistente, si estende all’interno della città di Cagliari, su tutto il colle omonimo, ed è compresa fra il rione cresciuto lungo il viale Sant’Avendrace e quello di via Is Maglias. Il nome tuvixeddu significa “colle dei piccoli fori”, dal termine sardo tuvu per “cavità”, “vuoto”, “buco”, dovuto proprio alla presenza delle numerose tombe scavate nella roccia calcarea. In tale intervento era prevista anche la sistemazione a parco archeologico e naturalistico di una modesta area già riportata alla luce negli anni ‘60 dalla Soprintendenza Archeologica. Solo nel 2014 sono stati portati a termine i lavori di sistemazione a parco con un intervento dell’amministrazione comunale. La necropoli è stata aperta, definitivamente, in occasione della XVIII edizione di Monumenti aperti, dando alla città il suo Parco Archeologico.
85
3.5 CONCLUSIONI
stica devono poter includere questa opportunità, vanto della città e sicuramente in via di valorizzazione.
Cagliari può vantare oggi un patrimonio in ver de
urbano
inestimabile,
dato
dalla
presen-
za di siti naturali come quello del promontorio di Capo S. Elia o di Molentargius, dei parchi urbani, Monte Urpinu, Monte Claro e Terramaini. Il patrimonio verde di Cagliari integrato eccellentemente nelle architetture è soprattutto ricco di essenze esotiche che nel tempo hanno trovato facile acclimatazione per via della loro fuoriuscita dalle collezioni dell’Orto Botanico. Se l’intento del fondatore è stato 86
quello di introdurre specie vegetali tropicali e subtropicali da rendersi utili alla agricoltura, alla floricoltura ed al verde urbano isolano, l’ultimo obiettivo è stato eccellentemente raggiunto nella città di Cagliari. La presenza in città di queste specie, costituisce una ricchezza unica in quanto esse sono una rappresentanza di tutto il mondo, dandole una singolare impronta tra le città mediterranee. Questo valore aggiunto, attira studiosi del verde per la sua biodiversità, che in tutte le stagioni allettano l’occhio. Vari itinerari del verde cittadino contribuiscono ad una integrazione culturale ad ampio respiro oggi richiesto da un pubblico sempre più esigente. Strategie accattivanti, educative e di attrazione turi-
87
64. Foto aerea di Tuvixeddu
Note
fici pubblici della prima metà del XX secolo. Della sua generazione Libera è forse il più razionalista e non solo per la
D.H.Lawrence: (1885-1930) scrittore, poeta, pittore in-
partecipazione al Gruppo 7 ma perché la sua personalità lo
glese. Tra il 5 e il 13 gennaio 1921 visitò la Sardegna as-
rendono affine ai grandi maestri europei del Movimento Mo-
sieme alla moglie Frieda. Da questa esperienza nac-
derno; egli infatti aveva l’impulso a trasferire nell’architet-
que Mare e Sardegna (Sea and Sardinia, 1921) che
tura un mondo ordinato secondo categorie universali quali:
uscì la prima volta presso l’editore americano Seltzer.
la semplicità, l’integrità, l’essenzialità e la durata che in ar-
Ubaldo Badas: (1904-1985) Architetto Italiano, con-
chitettura si palesano attraverso uno stile di purezza classi-
siderato uno dei maggiori nel XX secolo in Sardegna.
ca e di perfetta corrispondenza tra geometria e costruzione.
1
2
3
Attilio Mereu: Tenente durante la Grande Guerra. Occupò un
6
Giorgio
De
Chirico:
(10
luglio
1888-20
Novem-
trincerone avversario, dopo aver superato enormi difficoltà ed
bre 1978) Pittore e scrittore Italiano, principale espo-
attraversata una linea intatta di reticolati, contrattaccato dal ne-
nente
mico, in piedi sulla trincea, noncurante del fuoco che fulminava i nostri reparti, incitò tutti alla più accanita resistenza, cosi da meritare sul campo l’elogio dei superiori e l’ammirazione dei dipendenti. Soverchiato da forze superiori, cadde mortalmente ferito col grido fatidico di “Savoia.” Raccogliano,19 - 21 agosto 1917. 4
Giacomo Matteotti: (22 Maggio 1885- 10 Giugno 1924) Po-
litico socialista e antifascista Italiano. Assassinato a Roma il 10 Giugno del 1924 dal fascismo, mentre si stava recando al Parlamento. Il delitto Matteotti susciterà una profonda emozione nazionale, costituendo di fatto la crisi più grave affrontata dal fascismo, che ad ogni modo riuscirà ad imporre alla nazione la sua dittatura per il ventennio successivo. 5
Adalberto Libera: (1903-1963) Architetto Italiano, tra i mag-
giori esponenti del Razionalismo e ideatore di numerosi edi-
della
corrente
artistica
della
pittura
metafisica. 89
4. UNA PASSEGGIATA URBANA INQUADRAMENTO
91
30.23
63.44
92 95.69
79.73
67.65
69.93
79.93
93
0m 100m
3.76
42.52
94
Concetto
Funzioni
l’idea di progetto, consiste nella cucitura e nella va-
Quasi tutta l’area è stata adibita a zona verde di in-
lorizzazione del tessuto urbano in corrispondeza
contri e relax, dal momento che quella parte di terri-
dell’asse stradale viale Regina Margherita-viale Re-
torio urbano, solo i Giardini Pubblici offrono un servi-
gina Elena, coincidente con una cesura tra i quar-
zio simile. In una di queste aree verdi è stato inserito
tieti storici di Castello e Villanova. Inserendo delle
un piccolo teatro all’aperto che consistre di alcune
connsessioni sia fisiche che visive lungo tutta l’area
sedute e di un palco utilizzabile per piccoli cocencerti
di progetto, sono stati creati dei percorsi longitudianli
o esibizioni teatrali di tipo amatoriale. Nel tetto del
e trasversali per il collegamento dei due quartieri sto-
parcheggio multipiano sono stati riqualificati i campi
rici.
sportivi, in modo che si possa praticare il calcio e la
Inoltre, viene creato un collegamento trasversale tra
pallacanestro. Per quanto riguarda gli edifici dell’U-
i Giardini Pubblici e l’Anfiteatro Romano, per eviden-
nione Sarda e dela vecchia scuola Mereu, sono stati
ziare la bellezza del paesaggio e della storia di Ca-
previsti dei riusi: il primo, come biblioteca e aule stu-
gliari.
dio per studenti, il secondo diventerà una palestra, nonché un centro socio-cultural, circondato all’ester-
Percorsi
no da un’area giochi per bambini. In tutta l’area sono
Sono stati inseriti dei percorsi: il primo ha inizio nella
state posizionate, zone strategiche (sia perché utili
Piazza Darsena fino al Bastione. Il secondo, parte
dal punto di vista funzionale, sia per creare un indizio
dalla passeggiata coperta del Bastione e termina in
visivo tra i vari percorsi) alcune installazioni di legno
corrispondeza del parcheggio coperto, dove sono si-
4x4 metri che potranno essere utilizzate come servizi
tuati in campetti. il terzo percorso corre tutto l’asse
ristoro, come spogliatorio, e come punti informativi.
del Terrapieno, ed infine un quarto percorso che dai
Infine, uno speciale itinerario, riguarda il parco Ar-
Giardini Pubblici termina con l’ingresso all’Anfiteatro
cheo-Botanico, con un giardino di epoca romana che
Romano.
fungerà da collegamento tra i due siti
za
az
Pi na
se
ar
D
ne
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R
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Schemi Progettuali - Concept
95
Tracce rettiline delle passeggiate
Schema Funzioni
96
Schema Collegamenti
97
Pedonale Veicolare
Schema Piantagioni
Ficus magnolioides
Punica granatum Olivo Citrus limon
Citrus Aurantium
Phoenix canariensis (palma delle canarie)
Cycas revoluta
Acero
98
Washingtonia (palma)
Laurus nobilis
Lagestroemia indica Steculia platanifola
Ficus magnolioides
Erythrina
Jacaranda
Chorisia speciosa Lagestroemia indica
Citrus Aurantium
Ficus magnolioides
Ingrandimento Anfiteatro Romano
99
0m
50m
Ingrandimento 1 Viale Regina Elena
100
SEZIONE 1
0m
50m
Ingrandimento 2 Viale Regina Elena
101
SEZIONE 2
0m
50m
Ingrandimento 3 Viale Regina Elena
102
SEZIONE 4
0m
50m
Ingrandimento 4 Viale Regina Elena
103
SEZIONE 3
0m
50m
Ingrandimento 5 Viale Regina Elena
104
SEZIONE 5
0m
50m
Chiosco - Pianta e Prospetti
105
Pianta e Prospetti tipo - Scala 1:100
0m
5m
106
Vista Piazza Darsena
107
Vista Campetti
108
Vista Teatro
109
Vista Passeggiata verso l’Anfiteatro
BIBLIOGRAFIA - Fariello Francesco, Architettura dei Giardini, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1967. - Gothein Marie Luise, Storia dell’arte dei Giardini,
- Pier Giovanni Bardelli, L’archiettura INA casa, Roma 2003 - E.Delessert, la Sardegna in una serie inedite di fotografie del 1854, Parigi 1854
Olshki, Città di Castello 2006 - Zoppi Mariella, Storia del giardino europeo, Laterza, Roma, 1995. - Zoppi Mariella, Verde di Città, Alinea editrice editrice srl, Firenze 2007 - Vannelli Siro, Il Verde di Cagliari, Comune di Cagliari - Assesorato al Verde Pubblico 1986 - Vannelli Siro, Il Verde in Sardegna, Regione autonoma della Sardegna - Assessorato della difesa dell’ambiente 1987 - Luigi Piloni, Cagliari nelle sue Stampe, Edizione della Torre, 1988 - Paolo Sanjust, Ubaldo Badas - Architetture 19301940, Quaderni del Laboratorio di Architettura, Cagliari 2003 - D:H Lawrence, Mare e Sardegna, Ilisso Edizioni, 2000 - G.Spano, Giuda della città e dintorni di Cagliari, Ed. anastatica sull’edizione di A. Timon, Cagliari 1861.
111
Un grazie a: alla mia famiglia la mitica 600, che non ha mai tradito ai colleghi veri i progetti e le wirre con Tunno #sempresistito a Zenga Mendi e il buon tempo il look sguardo l’amicizia di Robi Liggi #zioporcone le serate mitiche i leggend il Prof. Giorgio Pellegrini tutti i mie sbagli, che mi hanno permesso di crescere
#WTUTTI