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il crogiolo romanzi 20

© 2021, marcianum Press, Venezia marcianum Press Edizioni Studium S.r.l. Dorsoduro 1 - 30123 Venezia Tel. 041 27.43.914 - Fax 041 iwww.marcianumpress.itmarcianumpress@edizionistudium.it27.43.971riferimentidelleoperediEschiloeSofocle sono tratti dalla seguente edizione italiana: TragEDiE, 13, BUr rizzoli, 2005-2009 (traduzioni Battezzato, Ferrari, medda e Pattoni). Editing: antonio Ferrara Suggerimenti al testo: mario cioffi Fonte immagini interne: Wikipedia In copertina: andrea chisesi, Fuoco solo, Siracusa 2012 Impaginazione e grafica: massimiliano Vio iSBn 978-88-6512-781-0

raFFaElE BUSSi Cháos sui passi di Edipo

A Francesco Martucci, indimenticabile amico del tempo senza confini “Edipo re è la mia autobiografia.” Pier Paolo Pasolini

Il tempio di Zeus ad Olimpia

Edipo giunge a Olimpia

“Padre,tempo.olimpia è distrutta! È un cumulo di macerie! Sarei curiosa di conoscere l’autore di questo scempio”, esclama sorpresa antigone al padre che, staccatosi dal braccio della figlia, roteando leggermente su stesso, come se volesse rivolgersi ad una nutrita platea, rivela la sua nuova condizione.

“Perdonami, figlia! nel trambusto dell’allontanamento da Tebe, dopo che per il dispiacere mi privai con le mie stesse mani del dono impagabile della vista, un fenomeno, strano all’inizio, investì la mia persona. Una capacità, alla quale non saprei dare altro appellativo, che quello di poter allungare lo sguardo all’orizzonte per scontare con grande anticipo scenari futuri. Una prerogativa che a te non è stata consentita, un dono che non appartiene ai falsi veggenti, ciarlatani

9 in lontananza, ai piedi della collina di chronos, lungo una stradina sulle rive del fiume cladeo, appare alla vista di uno dei due viandanti l’imponente città di olimpia, dai numerosi templi ed edifici a dimora degli atleti che parteciperanno ai prossimi giochi. Tra la verdeggiante distesa spuntano, simili a giganti, le testimonianze d’una sacralità che nel corso del tempo, pur assumendo nomi e appellativi diversi, rinnova il rapporto degli umani con le proprie divinità. Provengono da Tebe, Edipo e sua figlia antigone, alla ricerca di una terra si cura che li accolga e ne preservi l’incolumità dalla vendetta di creonte, il nuovo padrone della città. in prossimità del Tempio di giove, antigone prende atto dello sgomento che le procura l’immagine di una città che non esiste più, vittima della mano sacrilega dell’uomo e dell’inesorabile decorso del

“Vedi antigone, pur vivendo il mio tempo, sono in grado, grazie al dio apollo, di navigare a mio piacimento nei meandri d’un passato che mi ricollega al presente, un spazio che mi consente di leggere anche un futuro che è prerogativa di chi verrà dopo di noi”, puntualizza il vecchio.

“non intendo, padre!”

10 cháoS d’ogni tempo, tantomeno all’intrigante creonte, desideroso di impossessarsi del trono di Tebe a tutti i costi. mi chiedi il nome dell’autore di un dono tanto prezioso? È l’interro gativo che ha assillato la mia persona, fin dalla procurata cecità. Una sera, partiti da Tebe, a causa della tempesta che s’era scatenata, fummo costretti a riparare in una baracca per proteggerci e lì pernottare in attesa del nuovo giorno. Pochi attimi e caddi per la stanchezza in un sonno profondo. ada giato sul giaciglio, mi si presentò in sogno il divino apollo, confessando di essere lui l’artefice del dono della preveg genza, una ricompensa alle vicissitudini procurate ad arte da chi aveva in gran dispetto i sottoposti mortali, soprattutto suo padre giove, nelle cui mani era affidato il destino dei mise ri umani. non riuscivo ad intendere la capacità di guardare oltre, e che oggi mi consente di navigare nel tempo e nello spazio e prendere atto dei mutamenti dovuti al decorso degli anni. Una prerogativa che mi offre a distanza di giorni la possibilità di dare una risposta esauriente alla tua domanda”, svela Edipo, che dopo un lungo sospiro, si libera dal macigno che l’opprime da giorni, facendo partecipe l’amata figlia della sua nuova condizione.

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