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FESTA DEGLI ALBERI A PESSINETTO
Venerdì 22 aprile, nella ricorrenza della giornata della Terra, si è tenuta a Pessinetto la festa degli alberi alla quale hanno partecipato le scuole primarie di Pessinetto e Mezzenile. Dopo due anni di stop per la pandemia la voglia di ritrovarsi era tanta; l'amministrazione comunale di Pessinetto ha individuato nei campi sportivi di Pessinetto Fuori il luogo dove mettere a dimora gli alberi e alle 10.45, con l’arrivo degli autobus con i bambini, la cerimonia ha avuto inizio.
Il consigliere comunale Virgilio Cresto ha portato il saluto a nome dell'amministrazione comunale, mentre il sindaco Gianluca Togliatti era impegnato in sala consigliare ad illustrare agli amministratori della val Sangone il progetto e il funzionamento della nuova centrale a cippato per il riscaldamento dei locali della scuola e degli uffici comunali, che utilizzerà esclusivamente legname della zona, creando una filiera di lavoro locale.
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In seguito ha preso la parola il capogruppo alpini Pier Giuseppe Cresto, spiegando l'importanza della natura e delle piante che ci permettono di vivere e ricordando ai bambini che dovranno prendersene cura. I nomi di queste piante sono stati elencati dal vice capo gruppo Ilario Beltramo: peonie, ginestre, rododendri ed azalee, che portano bellissimi fiori che allieteranno la vista di chi frequenterà il luogo.
Le piante sono state benedette dal parroco don Silvio Ruffino, che ha posto alcune domande di scienze alle quali i bambini hanno saputo rispondere magistralmente. Infine ogni classe ha messo a dimora la pianta assegnatale, sotto l'occhio attento degli alpini e quello vigile delle insegnanti, sempre molto disponibili a questa manifestazione. Al termine sono state scattate le foto di rito e ci si è dati appuntamento per il prossimo anno. Poiché a causa della pandemia non ha avuto luogo il consueto rinfresco, il gruppo alpini di Pessinetto ha omaggiato ogni alunno con un pacco - merenda alpina da portarsi a scuola.
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Successe sul finire della primavera del 1960. La strada carrozzabile era arrivata nella piazza dei Catelli. C'era qualcosa di nuovo nell'aria, qualcosa di bello. La gente era più allegra. Sul bordo della piazza, con degli assi e qualche lamiera, #rarono su delle baracche a ricovero di moto e scooter. In una di queste, la più ampia, nei pomeriggi, si svolgevano accanite e rumorose par#te a tarocchi. Abitavano a due passi dalla piazza, girando giù per una chintana, due fratelli già oltre la cinquan#na. Accudi# ancora dall'anziana madre. Mar#no lavorava alla fucina. Faceva broche. Tu+ i giorni "#c e tuc, #c e tuc" Il sabato pomeriggio posava prima il grosso martello e prendeva giù per Pessine.o. Tornava a casa in tempo per ascoltare per radio le estrazioni del lo.o. I suoi foglie+ finivano sempre nella stufa. Quei suoi tre numeri li aveva sempre in mente. Sempre quelli giocava. Antonio, il fratello, si era comprata una moto. Lavorava su ad Ala di Stura al rifacimento della strada provinciale. Par#va tu.e le ma+ne alle 7 e tornava alla sera alle 6. Sabato compreso. Un sabato pomeriggio tornò prima del solito seguito da un furgone dal quale scaricarono diversi scatoloni, tubi e cavi ele.rici. I tarocchi quel giorno persero d'interesse. Di lì a poco una ragnatela di tubicini brillava nel sole sul te.o della casa. Era una antenna. Una strana processione di curiosi si era avviata giù per la chintana. Antonio era sull'uscio con un sorriso che gli arrivava alle orecchie. Dava udienza a tu+ di cendo: "Ho comprato un televisore e stasera venite tu+ a vedere che faccia ha quel Ruggero Orlando che parla da Nuova York. Però portatevi una sedia." Fu una sorpresa per tu+ vedere le persone dentro quello scatolone e sen#rne le voci. Specie per Mar#no quando sullo schermo apparvero i numeri dell'estrazione del lo.o. Anche quella volta i suoi scontrini rono nella stufa. Dopo qualche tempo nessuno andò più a vedere la TV. Anche a causa dei con#nui borbo+i dall'anziana madre. "Chissà quanto pagheremo di luce con quel coso sempre acceso!" Successe sul finire dell'estate del 1963.La sera di un sabato. Mar#no aspe.ava, quasi sfiduciato, davan# alla TV. Aveva ragione sua madre "Stai sprecando i tuoi soldi e i soldi sono preziosi". Poi i suoi numeri apparvero sullo schermo, sulla ruota di Bari. Mar#no non poteva crederci. Fra i cinque numeri c'erano i suoi tre. Si alzò talmente di sca.o che ribaltò la sedia. Un gran trambusto. Antonio non sapeva più che cosa dire mentre Mar#no lo abbracciava, ballava, rideva e piangeva. Abbracciò la madre spaventata da tu.o quel trambusto. "Non so quanto ho vinto! Ma sono tan# soldi! Un terno secco e non so quan# ambo. Faremo una vecchiaia serena senza più dover contare le lire". Diceva Mar#no sventolando gli scontrini.
Giorgio Gro.o