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L'opinione di... Intervista a Patrizia Vincenti

L’opinione di...

Intervista a Patrizia Vincenti

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Responsabile Centro Glaucoma - Elettrofisiologia Clinica Casa di Cura Assunzione di Maria Santissima - Roma

 Patrizia Vincenti

VISCO CHIRURGIA

Che azione ha la PEA sull’apparato visivo?

Per capire l’azione di questa molecola nel nostro settore dobbiamo risalire alla provenienza embrionale dell’apparato visivo, che non è altro che una estroflessione del cervello, nelle due vescicole ottiche. Questo fa sì che i nervi ottici siano gli unici nervi cranici ad essere ricoperti da meningi. Per questa realtà anatomica, molte patologie degenerative del SNC coinvolgono anche l’occhio. Ecco che oggi molti articoli di neuroftalmologia hanno rivolto il loro interesse verso la possibilità di una diagnosi precoce ad esempio di Morbo di Alzheimer utilizzando apparecchiature di pertinenza prettamente oculistica. Il nostro interesse per la PEA si è quindi rivolto subito verso la patologia oculare che più da vicino riguarda la neuro degenerazione: il glaucoma. Questa patologia innesca fenomeni apoptotici da depauperazione di fattori neurotrofici e una neuro infiammazione post-ischemica, con massiva attivazione di astrociti e microglia e successivo rilascio di fattori tossici per le cellule ganglionari retiniche. Allo stesso modo però l’innescarsi dei fenomeni infiammatori, indotti dall’asse astrociti – microglia – mastociti, induce il nostro SNC a produrre una serie di endocannabinoidi, il cui maggior rappresentante è la PEA, con il compito di impedire la degranulazione dei mastociti. Risulta chiaro pertanto, come la PEA sia una sostanza del tutto naturale, auto-prodotta dal nostro organismo “on demand”. Le sue concentrazioni tissutali variano pertanto in funzione del maggiore o minore stress tissutale. Inoltre, così come viene prodotta, viene anche degradata dall’idrolisi degli acidi grassi (FAAH) e, poiché i suoi cataboliti vengono riutilizzati, non è mai soggetta a fenomeni di accumulo. Il che la rende una molecola sicura.

Che indicazioni cliniche può avere l’uso di questa molecola?

Le indicazioni cliniche in Oftalmologia sono tutte quelle patologie in cui la neuro-infiammazione rappresenta il movente principale: glaucoma sì, ma anche un semplice ipertono oculare, dal momento che è dimostrato che la PEA ha anche un effetto ipotensivo. Maculopatie, uveiti con associato dolore oftalmico, Zoster, neuriti ottiche. Ricordiamoci che la PEA è presente fisiologicamente in molti tessuti oculari come iride, coroide, retina, corpo ciliare, pronta a contrastare l’infiammazione modulando l’attivazione e l’infiltrazione mastocitaria e aumentando il livello di fattori neurotrofici.

Esistono risultati clinici e dati di laboratorio o diagnostici sulla sua attività?

In Oftalmologia gli Studi più importanti sulla PEA riguardano sicuramente il glaucoma. In questo ambito dobbiamo ricordare due ef-

Nuova unità PEV

In alto, esecuzione di esame PERG

A sinsitra, esame elettrofunzionale PEV E PERG

fetti principali: l’induzione di ipotensione e la neuroprotezione. Molti sono gli studi che riguardano l’effetto ipotensivo della PEA. Alcuni riportano riduzioni del tono oculare fino al 16% dopo la sua somministrazione. Gli studi anatomo-patologici dimostrano infatti notevole riduzione della PEA nei tessuti di occhi affetti da glaucoma. Ma sicuramente l’effetto principale è quello neuroprotettivo. La PEA infatti aumenta i livelli dei fattori neurotrofici NGF e GDNF. Contrasta la neuro-infiammazione con la riduzione di degranulazione e numero di cellule mastocitarie e infine regola la risposta della glia a stimoli patologici come l’accumulo di β-amiloide. Gli effetti clinici neuro protettivi della PEA in ambito oculistico sono facilmente evidenziabili sia attraverso gli esami elettrofunzionali che con la perimetria computerizzata. Il PEV e, ancora più specificamente, il PERG manterranno e/o miglioreranno l’ampiezza delle onde principali, così come saranno valutabili miglioramenti negli indici perimetrici MD e PSD. In conclusione la PEA dovrà sicuramente avere in futuro molta più attenzione da parte degli Oculisti, che possiedono un’arma naturale, spesso misconosciuta, per contrastare una patologia complessa e invalidante come il glaucoma.

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