Nuova Architettura Rurale

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NUOVA ARCHITETTURA RURALE

Cascina Gambarina: rigenerazione di un paesaggio produttivo Tesi di laurea di: Marco Galli, Fabio Catalano Relatore Prof. Ado Franchini - Correlatore Prof. Gianni Scudo


Politecnico di Milano Scuola di Architettura e SocietĂ Corso di laurea magistrale in Architettura AA 2013-2014 Sessione di laurea: 27 Aprile 2015 NUOVA ARCHITETTURA RURALE Cascina Gambarina: rigenerazione di un paesaggio produttivo lombardo Relatore: Ado Franchini Correlatore: Gianni Scudo Contributi scientifici: Prof. Gianluca Brunettti, Prof. Grazia Garrone Prof. Lavinia Chiara Tagliabue Candidati: Marco Galli matricola n: 786615 Fabio Catalano matricola n: 786617


INDICE: 00 Abstract.....................................................................................................6 - 7

I RIFERIMENTI STORICI 01 Gli elementi del paesaggio agrario........................................................14 - 15 02 Il territorio delle cascine: un sistema produttivo millenario ancora vivo.18 - 19 03 Origine, evoluzione storica della cascina lombarda..............................22 - 27 04 Architettura di ieri, la cascina................................................................30 - 35

II SCELTE MORFOLOGICHE E CARATTERI DEL PROGETTO 05 Una nuova alleanza tra cittĂ e campagna.............................................40 - 43 06 Il progetto come dispositivo...................................................................46 - 49 07 Cascina Gambarina.............................................................................52 - 105 bibliografia/sitografia..............................................................................106 - 107



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ABSTRACT


Nuova Architettura Rurale

La tesi sostiene l’importanza di riconsiderare le cascine e i paesaggi produttivi

come risorsa fondamentale per riattivare un rapporto virtuoso tra campagna e città a partire da una sostanziale messa a valore dei caratteri identitari dei luoghi. L’irreversibilità del consumo di suolo costringe ad una urgente e reale inversione di tendenza: dopo la lunga fase della riconversione delle aree industriali che ha contrassegnato il dibattito sugli studi urbani negli anni novanta, si apre ora una nuova stagione che rilancia le reti ecologiche e la difesa degli ambiti naturali. Da questa prospettiva, i temi con cui ridisegnare l’agenda del territorio aprono nuovi orizzonti al progetto. Il parco agricolo, le reti delle cascine, le passeggiate naturali sono i soggetti da considerare, ripensando l’ambiente per mezzo dei suoi elementi e puntando sulla qualità dei luoghi e non sul loro sfruttamento. Gli spazi della ruralità, siano essi residuali quando rimasti nei cunei dell’urbanizzazione oppure estesi nelle campagne, mantengono permanenze storiche alle quali attribuire nuove funzioni. Sono due gli approcci al progetto sottolineati nella tesi: la valorizzazione dell’esistente e l’inserimento di nuove figure di progetto. Il sistema delle cascine esistenti diventa il palinsesto possibile di un progetto di ridisegno del paesaggio, in cui gli edifici esistenti, portatori di una tradizione, diventano spazi pubblici ripensati con nuovi interventi architettonici contemporanei rendendo possibile declinare gli spazi in termini funzionali; le cascine possono diventare dispositivi per la promozione della realtà rurale, luoghi di relazione, spazi e servizi per la residenza sociale temporanea, spazi per funzioni culturali, didattiche e ricreative. Solitamente uno stato di crisi rappresenta un momento opportuno per una svolta: la preoccupazione storica che la società occidentale sta vivendo è ideale per il superamento dei precedenti stereotipi, riutilizzando modelli anteriori, rivisitandoli in una diversa articolazione rispondente alle gravi problematiche in corso. Una riscoperta di un’architettura che ha nei suoi punti di forza la ricerca verso una sostenibilità ambientale ed energetica, il benessere ed una crescita economica consapevole dei propri limiti possibili, valorizzandoli.

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Abstract

“ La presenza di certe costruzioni ha per me qualcosa di misterioso. Sembrano essere lì, semplicemente. (...) La possibilità di progettare delle costruzioni che nel corso del tempo entrano in una simbiosi così naturale con la conformazione e la storia del loro luogo, eccita la mia passione .” P.Zumthor

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Nuova Architettura Rurale

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RIFERIMENTI STORICI

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01 GLI ELEMENTI DEL PAESAGGIO AGRARIO


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Gli elementi del paesaggio agrario

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Il paesaggio agrario è il risultato dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente in incessante mutazione e conseguenza del variare delle condizioni sociali, dell’evoluzione della cultura e dei progressi delle tecniche agricole. Esso è stato definito da Sereni come “quell’attività che l’uomo, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale”. Nel corso dei millenni l’uomo, con le attività agricole, ha prodotto decisi segni sul territorio,generando ciò che la società moderna definisce paesaggio. Lo sforzo di trasformazione fu diversificato nelle regioni italiane, producendo nuove e diverse forme di paesaggio. A partire dal basso medioevo, le comunità monastiche ed, in particolare, i cistercensi, come ovunque in Europa, avviarono un sistematico processo di regolazione della rete irrigua della pianura. Dai centri abbaziali partirono i processi di bonifica e di costruzione dello straordinario paesaggio agrario della pianura irrigua. Ciò diveniva evidente in Lombardia, nella bassa pianura, con il sistema delle marcite del prato irriguo. Le marcite, ancora oggi presenti nei territori lombardi, costituivano un sistema che impediva il congelamento e quindi l’attività vegetativa durante i rigidi mesi invernali attraverso lo scorrimento continuo, sulla superficie del terreno, di un sottile strato d’acqua che favoriva apporto supplementare di foraggio. Il prato irriguo, con i canali e le distese regolari di terreno delimitati da alberi di gelso e dalle rotazioni colturali, divenne l’immagine del paesaggio della pianura e pose le regioni padane all’avanguardia nelle tecniche agricole. Non si può parlare del territorio milanese e comuni limitrofi senza citare il sistema delle cascine, antichi complessi architettonici che nei secoli hanno testimoniato la vocazione agricola di questo territorio. Un’immensa risorsa non solo architettonica ma anche economica, sociale e di creazione e difesa del territorio che storicamente si è costituito come una maglia ampia cresciuta a ridosso di corsi d’acqua e vie di comunicazione. Le cascine e il territorio in cui esse si inseriscono hanno subito negli ultimi cento anni profonde trasformazioni, che hanno generalmente fatto cadere la funzione portante delle cascine le quali, nei secoli scorsi, erano oggetto di importanti investimenti di lungo periodo e soggetto economico rilevante sui mercati internazionali. 14


Gli elementi del paesaggio agrario

Sistema delle acque, quadro generale

XII secolo

XIII secolo

XV secolo

XVIII secolo

Evoluzione storica

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02 IL TERRITORIO DELLE CASCINE: UN SISTEMA PRODUTTIVO MILLENARIO ANCORA VIVO


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Le cascine oggi presenti nel territorio milanese sono state nel passato degli

importanti centri prima di tutto economici, oltre che abitativi e di servizi. Esse erano collocate, per quanto riguarda la bassa milanese, in maniera diffusa ed isolata nelle campagne, e ne costituivano il fulcro: erano artefici delle trasformazioni del territorio in cui si inserivano, e contemporaneamente erano anche espressione di tale territorio. La relazione con l’acqua, oltre che ovviamente con la terra, appare particolarmente evidente. Infatti, grazie alla immensa disponibilità di acque, l’agricoltura milanese si distingueva nel suo essere idraulica: in questo contesto, le cascine erano anche i luoghi di gestione delle acque e quindi di cura del territorio. Le cascine che noi oggi vediamo sono il frutto di un’evoluzione che si è protratta nel tempo. Un’architettura che è nata e si è sviluppata per rispondere ad un certo modello di agricoltura, la cui tipologia si è andata consolidando nel corso degli ultimi secoli. I primi fabbricati erano di dimensioni modeste e, normalmente, isolati sul territorio; man mano che la complessità dell’azienda agricola aumentava, anche la volumetria e le strutture edilizie procedevano di pari passo con il miglioramento delle tecniche agronomiche che portarono un’intensificazione della produzione agricola e zootecnica. Ciò che vediamo oggi guardando una cascina non è dunque solo una struttura architettonica, ma un modello sviluppatosi nei secoli per soddisfare un certo tipo di agricoltura. Una grande azienda che ospita decine di persone necessarie per il lavoro nei campi e l’allevamento animale. Ma le esigenze attuali sono cambiate, come si è modificato radicalmente il modello di agricoltura e l’abbandono degli edifici altro non è che lo specchio di questo cambiamento. I complessi storici, che avevano determinato le caratteristiche dei luoghi, sono stati svuotati in gran parte. Questo significa che l’abbandono non interessa soltanto la struttura architettonica ma coinvolge anche il contesto che da quella struttura era caratterizzato. Le cascine sono l’espressione di una cultura caratteristica del luogo, un’architettura di tipo regionalista, che viene anche definita “spontanea”, proprio perché è generata direttamente dal luogo in cui sorge, è identificativa di un certo scenario e di una certa realtà ambientale e produttiva. Le cascine sono una parte fondamentale del nostro patrimonio storico e culturale; il problema è come intervenire e proteggere. La riconoscibilità delle componenti che le identificano è da salvaguardare, da ciò deriva che gli interventi non devono comportare la cancellazione degli elementi che le connotano. 18


Il territorio delle cascine: un sistema produttivo millenario ancora vivo

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03 ORIGINE, EVOLUZIONE STORICA DELLA CASCINA LOMBARDA


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Il termine cascina identifica il tipico insediamento agricolo della pianura padana,

nucleo di un potere autonomo e inscindibile. In Lombardia e in Piemonte, nella lingua corrente cassina indica specificamente il grande porticato destinato alla conservazione del fieno e della paglia e, in senso più generale, la dimora isolata in aperta campagna. Da un punto di vista tipologico, il complesso architettonico si compone in funzione del tipo di conduzione dei terreni in cui si colloca, registrando una netta divisione tra nord e sud Milano: • a nord il basso valore agricolo della zona, per la minor quantità d’acqua, ha favorito il proliferare di industrie e in agricoltura prevale la piccola proprietà. Il corpo della cascina è spesso, è lineare oppure, se la conduzione del terreno era plurifamiliare, la cascina era a corte chiusa o aperta con gli edifici collegati da un lungo ballatoio, senza una gerarchia funzionale tra gli edifici destinati alle singole famiglie; • nel sud, prettamente agricolo, prevale la grande proprietà con appezzamenti accorpati a formare un appezzamento unico. Di solito le cascine presentavano due principali tipologie: a corte semiaperta, in cui la residenza padronale è separata dal resto,e a corte multipla, in cui si inseriscono diversi edifici a formare più corti per diversi usi. Dall’epoca romana al medioevo La storia delle cascine in Lombardia inizia in epoca romana, con il sistema della centuriazione, che assomma piano regolatore, bonifica, sistemazione territoriale e determinazione dei confini. Nel periodo delle invasioni barbariche, dal Basso all’Alto medioevo, si assistette ad un graduale degrado del paesaggio agrario, al suo accentramento in prossimità delle antiche cinte murarie e delle nuove fortezze di signori dell’epoca. Il rinascimento Tra la fine del XV secolo e la prima metà del XVI, il territorio italiano fu investito da grandi opere di bonifica e di irrigazione per impulso delle nuove signorie e dei comuni. Ciò diveniva evidente in Lombardia, con il sistema delle marcite, il prato irriguo, i canali e le distese regolari di terreno, delimitati da alberi di gelso e con 22


Origine, evoluzione storica della cascina lombarda

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Nuova Architettura Rurale

le loro rotazioni colturali, divenne l’immagine del paesaggio della pianura e pose le regioni padane all’avanguardia nelle tecniche agricole. Il ‘600 e il ‘700 Nel’600 la trasformazione capitalistica dell’agricoltura porta ad un grande sviluppo della cascina milanese e lombarda che, da semplice struttura produttiva, diviene una realtà agricola con livelli di produttività molto alti. Nei primi decenni del ‘700 viene sviluppata la coltivazione del foraggio legata all’allevamento del bestiame. Ciò porta a un ampliamento dell’azienda agricola dovuta all’aumento dei braccianti, l’incremento delle vacche e la creazione di attività agricole specializzate. Per aggiunte successive si chiude lo spazio della corte: da questo si intuisce che la corte chiusa non è una tipologia originaria, ma il risultato di un processo evolutivo che portò alla creazione di un cortile interno intorno al quale si organizzavano gli edifici. L’800 e il primo ‘900 Con l’inizio del XIX secolo, l’ammodernamento delle tecnologie agricole consente l’aumento dei redditi ma fa si che la popolazione agricola ecceda rispetto il fabbisogno, così subisce un impoverimento mentre la borghesia aumenta il proprio capitale. Queste premesse portano allo sviluppo industriale lombardo, soprattutto a nord, e conseguentemente al trasferimento di una parte della popolazione contadina in città. Il boom economico Nel periodo successivo la seconda guerra mondiale inizia la tendenza della popolazione meno abbiente a trasferirsi fuori Milano per l’incremento del valore delle aree urbane. La nuova situazione provoca un’alterazione dell’equilibrio ecologico e determina gravi problemi per il territorio agricolo (inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno), rendendo difficile il mantenimento dell’equilibrio ambientale.

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Origine, evoluzione storica della cascina lombarda

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Nuova Architettura Rurale

Le cascine oggi Alle soglie del terzo millennio sono ancora numerose le cascine presenti sul territorio; al di là dei cambiamenti interni della corte, esse sono il risultato di una lenta evoluzione dell’attività produttiva, adattandosi alle trasformazioni dell’economia agraria, dell’ambiente e della storia. La rivoluzione tecnologica che ha investito la campagna, i cambiamenti dei costumi, l’attrazione per la vita cittadina, l’identificazione dell’architettura rurale tradizionale con uno stile di vita povero duro da rifuggire e dimenticare hanno reso le cascine una presenza scomoda sul territorio, difficile da gestire e da riutilizzare. Il cambiamento non può essere un problema. Nel corso dei secoli gli edifici che si affacciano sull’aia sono stati continuamente riadattati alle nuove esigenze, ampliati o sostituiti, e sono quelle stesse modifiche che fanno vivere e parlare la corte, facendo della cascina un organismo vivo e in continuo mutamento. La stratigrafia delle murature, la sovrapposizione dei dettagli architettonici e l’utilizzo di materiali costruttivi locali sono i segni del linguaggio con cui ogni cascina racconta la propria storia, le fatiche e le idee degli uomini che l’hanno costruita, vissuta, modificata e in qualche caso anche abbandonata. Un racconto che rimane leggibile fino a quando le trasformazioni che si succedono si esprimono nello stesso linguaggio e concorrono a formare lo stesso percorso. Quando nella corte cominciano a sommarsi interventi casuali, il filo conduttore del discorso architettonico e paesistico si perde. La gravità di questa situazione emergeva già nel censimento dell’osservatorio paesistico della Provincia di Milano che nel 1993 registrava fenomeni già avanzati di dismissione nel 50% delle cascine nell’area milanese. Il degrado che interessa anche i nuclei di maggior pregio storico e paesistico indica una scarsa consapevolezza delle potenzialità delle cascine in termini estetici, qualitativi e funzionali; il problema della cascina non è “quanto” si cambia ma “come” si cambia.

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Origine, evoluzione storica della cascina lombarda

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04 L’ARCHITETTURA DI IERI, LA CASCINA


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Le cascine sono essenzialmente composte da un’unità di abitazione e da un’unità produttiva. In relazione alla dimensione aziendale e alla capacità produttiva, i fabbricati possono essere posti fra loro in maniera diversa, occupando diverse superfici coperte. Lo schema architettonico è conosciuto: uno o più corti a pianta quadrata attorno al quale si sviluppava la vita della cascina. Nella corte si svolgevano varie funzioni legate all’attività agricola, quali lavorazione ed essiccazione dei cereali, la distribuzione del raccolto, il deposito dei foraggi, la manutenzione delle macchine e degli attrezzi. La disposizione degli edifici risponde sempre ad una migliore organizzazione del lavoro e a precise necessità funzionali; all’interno della corte spiccano quattro elementi edili di fondo: la casa padronale, la casa dei salariati stabili, le stalle, i magazzini e le barchesse con le rimesse dei carri. La casa padronale Destinata ad ospitare la famiglia del proprietario dell’azienda o del suo conduttore, la casa padronale è generalmente costituita da un fabbricato a due piani di dimensioni maggiori rispetto alle altre abitazioni della corte, con numerosi locali e un giardino sul retro (il brolo e un piccolo orto con piante da frutta). Per motivi di gerarchia sociale e di sorveglianza essa si situa generalmente di fronte o a fianco dell’ingresso carraio principale. La casa dei salariati Destinate alle famiglie contadine residenti in cascina, le case dei salariati si dispongono in un unico corpo di fabbrica stretto e allungato con due piani fuori terra; in esso le singole unità abitative si succedono in serie, le une accanto le altre. Qualunque sia il numero di componenti del nucleo familiare, il contratto prevede il diritto della casa in cascina, composta da due locali, un orto e una porzione di rustico per allevare il maiale o i polli.

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L’architettura di ieri, la cascina

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La stalla Presenta un impianto a sezione basilicale, con una pianta rettangolare piuttosto lunga; il tetto è a cuspide (a due spioventi). Nei casi più completi il fabbricato è composto da cinque navate: le due esterne (barchesse) sono aperte e porticate in modo da garantire, anche in caso di maltempo, la distribuzione del foraggio agli animali e lo svolgimento di tutte le operazioni necessarie al governo della stalla. Le navate interne si compongono di due corsie laterali riservate alla poste dei bovini e una mediana di servizio. Gli animali sono posti uno di fianco all’altro, con il capo verso le finestre; la mangiatoia, posta sotto le finestre, può essere riempita direttamente dal portico. Il pavimento della corsia centrale ha una leggera pendenza per convogliare lo scolo dei liquami nelle apposite canalette laterali. Il piano superiore è adibito a fienile, a cui si accede tramite scale di legno a pioli; il fieno, immagazzinato d’estate, viene lasciato cadere nelle mangiatoie da apposite botole posta sopra la corsia centrale. Le due testate delle stalla nella parte superiore sono caratterizzate dalle classiche aperture “a graticcio”, tamponate con mattoni sfalsati per favorire l’areazione naturale del fienile. Scuderia E’ un edificio con due piani fuori terra, composto da tre corpi affiancati. Il piano terra ospitava una piccola stalla per i buoi e la scuderia dei cavalli da tiro; la parte superiore era riservata al fienile. La pianta rettangolare si compone di tre corsie: due laterali riservate agli animali e una centrale di servizio, sopraelevata rispetto alle laterali. Caratteristico il tetto a capanna spezzata per favorire la ventilazione. Il caseificio Destinato alla trasformazione dei derivati del latte, il caseificio è un fabbricato a due piani fuori terra. Il piano superiore ha funzione di deposito mentre al piano terra si dispongono le camere di lavorazione, compresa la “casera”, locale alto, buio, umido e ben aerato, per la stagionatura del formaggio. I locali adibiti alla cottura del latte si dispongono sul lato occidentale, in prossimità dello stallone delle vacche. I locali per la conservazione dei derivati della lavorazione sono disposti a Nord, nella zona più fresca. 32


L’architettura di ieri, la cascina

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Nuova Architettura Rurale

La porcilaia Fabbricato a pianta quasi quadrata, composta da tre navate piuttosto corte e priva di portici esterni, la porcilaia resta generalmente ubicata fuori dalla corte e sottovento per allontanare gli odori . A differenza della stalla la porcilaia è molto illuminata per la caratteristica presenza di aperture con mattoni a graticcio e in alcuni casi di una grande finestra circolare (simile al rosone sulla facciata d’ingresso delle chiese romaniche e gotiche) contribuendo ad areare l’edificio. La corsia mediana, che rimane più alta delle due laterali, consente il massimo grado di ventilazione dall’esterno per tutta la lunghezza del corpo di fabbrica. Le testate possono essere a capanna spezzata. Magazzino Edificio modesto, a struttura chiusa o aperta ad un piano con un’unica navata, destinato al deposito di alimenti, macchine e attrezzi agricoli. Mantiene volumi e materiali (laterizio e legno per la copertura) degli altri corpi di fabbrica afferenti alla corte. Il mulino Presente in alcune cascine dentro o fuori il perimetro aziendale, il mulino si dispone vicino ad un torrente dalle cui acque, opportunamente convogliate verso le ruote a pale, le sue macine traggono la forza motrice. Il fabbricato si compone di due piani fuori terra con varie camere di lavorazione destinate ad ospitare l’attrezzatura necessaria per la macinazione del raccolto e immagazzinare i sacchi delle farine e delle crusche ottenute dalla lavorazione. Il mulino può essere affiancato da un piccolo portico, per favorire e proteggere dalla pioggia il carico del prodotto macinato sui mezzi di trasporto. Negli ultimi decenni del secolo la cascina si trasforma: strutture prefabbricate in cemento sostituiscono stalle e fienile, contenitori in lamiera ondulata di acciaio prendono il posto dei granai, gli essicatoi rendono inutilizzabile la aie, la drastica riduzione del fabbisogno di manodopera per ettaro di superficie coltivata svuota le case dei salariati. 34


L’architettura di ieri, la cascina

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II


SCELTE MORFOLOGICHE E CARATTERI DEL PROGETTO



05 UNA NUOVA ALLEANZA TRA CITTA’ E CAMPAGNA


Nuova Architettura Rurale

L’irreversibilità del consumo di suolo costringe ad una urgente e reale inversio-

ne di tendenza; dopo la lunga fase della riconversione delle aree industriali che ha contrassegnato il dibattito sugli studi urbani negli anni novanta si apre ora una nuova stagione che rilancia le reti ecologiche e la difesa degli ambiti naturali. Da questa prospettiva che potremmo definire superurale, come suggerisce Guerzoni, i temi con cui ridisegnare l’agenda del territorio aprono nuovi orizzonti al progetto. Il parco agricolo, le reti delle cascine, le passeggiate naturali sono i temi con cui riscrivere l’agenda delle priorità necessarie al disegno del territorio nazionale, ripensando l’ambiente per mezzo dei suoi elementi e puntando sulla qualità dei luoghi e non sul loro sfruttamento. Gli spazi della ruralità, siano essi residuali quando rimasti nei cunei dell’urbanizzazione oppure estesi nelle campagne, mantengono permanenze storiche alle quali attribuire nuove funzioni. Sono due gli approcci al progetto coi i quali sottolineare questa rivincita della natura: • la valorizzazione dell’esistente; • l’inserimento di nuove figure di progetto. Non solo la preservazione degli spazi agricoli esistenti ma un procedimento di segnatura ottenuto con l’iscrizione di nuove figure intese come correttivo, per stabilire identità e forte riconoscibilità fisica contro il disordine metropolitano. Da una parte la salvaguardia passiva con la piantumazione e la crescita spontanea della natura, dall’altra sostanziali interventi di ripristino devono generare i valori di questa alleanza tra città e campagna. Per operare nel cuore dei problemi che oggi il territorio italiano presenta si deve ipotizzare uno scenario d’intervento che utilizzi il progetto d’architettura: in primo luogo il progetto di architettura ha l’opportunità di agire attraverso la costruzione di un nuovo sistema di presidi nel corpo del territorio contemporaneo. Questo può avvenire sia tramite il ripensamento di manufatti esistenti dismessi, sia con la proposta di nuovi manufatti. L’obiettivo é quello di calare nelle maglie del territorio un sistema efficace e riconoscibile di punti notevoli, ovvero luoghi che costituiscono segnali e riferimenti di grande scala, anche quando si configurano come elementi minimi ripetuti. 40


Una nuova alleanza tra città e campagna

La Rete delle cascine nasce con l’obiettivo di accrescere la capacità di penetrazione delle imprese biologiche sul mercato locale, regionale e nazionale mediante la certificazione e comunicazione della qualità del prodotto.

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Nuova Architettura Rurale

Le cascine come risorsa Le cascine nel territorio dell’area milanese rappresentano una risorsa per un’idea di riconfigurazione del territorio urbanizzato dell’intera area metropolitana. Una significativa parte di esse é in stato di abbandono o di forte sottoutilizzo. In parte raggiunte e inglobate dallo sviluppo urbano della città centrale, in parte soffocate dallo sprawl delle aree più esterne e in parte ancora strutture isolate che si stagliano sul piatto paesaggio padano, il sistema delle cascine é il palinsesto possibile di un progetto implicito di ridisegno della scala vasta attraverso l’azione ripetuta e coordinata su una molteplicità di oggetti. Proiettate nel futuro e osservate ognuna nel loro contesto, le cascine possono diventare un elemento di concentrazione di servizi, spazi residenziali, funzioni pubbliche e private, capaci di moltiplicare i sistemi di centralità in un territorio ampio. É evidente che non può che essere diverso il recupero -fisico e funzionale- di una cascina ormai parte integrante della città consolidata o di una lambita dal pulviscolo di casette e capannoni o altresì ancora una cascina immersa nel sistema agricolo territoriale. Ma é proprio questa differenza del contesto che costituisce un elemento di ricchezza che si articola nel recupero di un manufatto sempre simile (uno o più edifici organizzati intorno a una corte) che esemplifica il senso di un presidio con forte valenza pubblica. Ma é possibile anche immaginare che questa filosofia di intervento si adagi sul territorio attraverso la costruzione di nuovi manufatti. L’idea di progetto è uno spazio pubblico aperto immerso nella natura, legato alla tradizione ma con con nuovi interventi architettonici contemporanei che rendono possibile declinare gli spazi in termini funzionali: luogo di manifestazioni pubbliche e di feste, centro per l’agricoltura di prossimità, spazio per l’attività didattica. La dismissione pulviscolare, rappresentata dalle cascine milanesi, definisce un nuovo campo di azione per l’architettura. É in questo mare di edifici abbandonati e dismessi che l’architettura può delineare nuove forme di intervento, é in questo territorio discontinuo che é necessario calarsi, cercando di mettere insieme problemi e risorse. Lo spazio costruito e non utilizzato é una risorsa imprescindibile, ogni politica 42


Una nuova alleanza tra città e campagna

pubblica futura dovrebbe essere in grado di dimostrare anche una spiccata propensione al recupero di edifici, suoli urbanizzati e infrastutture sottoutilizzate. Il palinsesto costruito potrebbe trasformarsi a partire dalla sue stesse matrici, puntando a sovrascrivere un nuovo sistema di funzioni pubbliche e private. Questa alleanza tra città e campagna é certamente possibile, essa é incentrata sui bisogni alimentari basilari degli abitanti delle regioni urbane, inoltre si fonda su una diversità di offerte che può spaziare da quelle alimentari, con i prodotti biologici, fino alle offerte ricreative, sportive, ambientali. Questa alleanza, accanto ai bisogni di tipo strettamente alimentare, guarda anche alla qualità ambientale e alla diminuzione di CO2 e allo sviluppo di energie rinnovabili. Ciò che può cambiare l’interesse individuale é mostrare i vantaggi per l’interesse collettivo: patrimoni di identità regionale da trasmettere, beni alimentari e di servizio da creare per tutti, spazi ricreativi aperti a tutti, solidarietà verso luoghi e cause comuni ecologiche, culturali e umanitarie. Quindi il bene comune paesaggistico é qualcosa da cui ognuno può ottenere un tornaconto individuale o collettivo.

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06 IL PROGETTO COME DISPOSITIVO


Nuova Architettura Rurale

Con il passaggio dall’analisi al progetto, quest’ultimo si definisce come il dispositivo dell’azione, necessario per garantire una diversa lettura delle pratiche d’attuazione. Il dispositivo progettuale incide positivamente sulla valorizzazione della campagna illustrando la proprietà rigenerativa e l’adattamento al cambio di destinazione d’uso dei tipi abitativi rurali, dimostrando le modalità per una adeguata riconversione del patrimonio edilizio delle campagne in altre funzioni e riconoscendovi una strategia di intervento non speculativa, ma instaurata per impedirne la riduzione in rovina e la seguente sparizione. Il progetto d’architettura per figure sancisce così una relazione inedita tra città e campagna, fronteggiando le paure di un ambientalismo che privilegia forme estreme di salvaguardia, incapaci di riflettere criticamente sulle questioni dell’emergenza di consumo del territorio. Esistono delle preesistenze, dei veri e propri fatti naturali che caratterizzano ogni peculiarità territoriale da individuare ed utilizzare nell’intervento progettuale. Nella pianura padana ad esempio, il saltus o la centuriazione definisce i poderi agricoli misurati sull’actus sono alcune delle permanenze storiche da conservare e valorizzare all’interno dei luoghi agricoli, cercando le nuove figure del progetto. Il ricorso ad inserimenti per segni disponibili ed esistenti (case rurali, fattorie e casali, recinti alberati, pilastrini votivi, orti, prati, piantate, campi coltivati, frutteti e vigneti, fossi, corsi d’acqua, sentieri, manufatti per il lavoro agricolo) articola la serie di questi stilemi utili per disegnare il territorio. Il rapporto tra architettura e agricoltura La riqualificazione ambientale deve rigenerarsi sul rinnovato rapporto tra architettura e agricoltura, conseguentemente a questo processo basato sulla proposta di un disegno del territorio per figure deve seguire una successiva fase di selezione delle giuste funzioni da inserire nelle frange di campagna per una valorizzazione economica : Mercati ortofrutticoli, fattorie didattiche, aree per il tempo libero, servite da forme di mobilità differenziata e leggera. Infine, una risorsa da preservare per le future generazioni, un’operazione necessaria e solo apparentemente radicale, dovrebbe essere l’incentivazione alla crescita di ampie zone di bosco. La natura in quanto tale, senza obiettivi di profitto, che si appropria della terra. 46


Il progetto come dispositivo

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Nuova Architettura Rurale

Con la perdita di indipendenza della campagna dalla città, affermata con la rivoluzione industriale non possiamo più permetterci di vedere i due ambiti come categorie autonome e non relazionate. Il rapporto si lega ancor di più nella società contemporanea, caratterizzata dalla seconda grande rivoluzione, iniziata alla fine del secolo scorso, delle tecnologie informatiche digitali che permette altri livelli di comunicazione di scambio. Diventa possibile appartenere al mondo, esserne parte operante, senza risiede fisicamente in un agglomerato. L’accessibilità alla conoscenza e al mercato è quindi garantita anche da postazioni più marginali e periferiche. In questa previsione, l’orientamento a scegliere la campagna come luogo dove vivere comporta strategie alternative di governance territoriale, non si tratta dunque di riqualificare ambiti urbani o industriali in via di abbandono ma di riqualificare le zone di frangia e di campagna ancora esistenti con una convinta propensione alla rimodulazione. Con questi scenari legittimi esistono le condizioni per ipotizzare un piano duraturo di intervento, convergente in questa nuova alleanza tra città e campagna costituitesi nuovamente come due elementi netti e distinti. Solitamente uno stato di crisi rappresenta un momento opportuno per una svolta; la preoccupazione storica che la società occidentale sta vivendo è ideale per il superamento dei precedenti stereotipi, responsabili di questa stessa crisi, riutilizzando modelli anteriori, rivisitandoli in una diversa articolazione, rispondente alle gravi problematiche in corso. Una riscoperta di un’architettura che ha nei suoi punti di forza la ricerca verso una sostenibilità ambientale ed energetica, il benessere ed una crescita economica consapevole dei propri limiti possibili; che sappia valorizzare architetture e paesaggi della tradizione all’apparenza minori, ma con un grande valore, con cui bisogna confrontarsi con misura e ricerca di senso.

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Il progetto come dispositivo

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07 CASCINA GAMBARINA


Nuova Architettura Rurale

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Uno sguardo dal cielo verso la terra individua la grande massa boschiva sulle

sponde del Ticino, la campagna con il sistema irriguo e la rete infrastrutturale che la collega alla massa del costruito della città di Abbiategrasso. Su questo mosaico territoriale, il progetto incide un segno chiaro ed identitario. Il progetto rurale ha conosciuto profonde trasformazioni e necessita di una profonda riqualificazione; alla base del progetto vi è l’idea di introdurre nuovi elementi paesaggistici al fine di migliorarne la qualità d’insieme (come ad esempio l’inserimento di nuovi filari), il recupero dei tracciati storici di campagna, la riqualificazione del patrimonio architettonico e la creazione di condizioni per l’attivazione di un nuovo processo di sviluppo locale. L’orticoltura può infatti fungere da motore per dare l’avvio a nuovi rapporti di scambio con gli abitanti della città. Le potenzialità che emergono sono principalmente due: • la presenza di un paesaggio adatto a essere riscoperto attraverso percorsi pedonali e ciclabili; • l’esistenza di numerose persistenze del patrimonio culturale e paesaggistico, luoghi di ospitalità e vendita di prodotti agricoli. Le criticità sono invece così sintetizzabili: • un territorio spesso considerato marginale, destinato ad accogliere le attività che la città espelle; • un’attività agricola che ha perso le sue radici nel territorio. Vengono individuati gli elementi di maggior rilievo nel paesaggio e si propone di rinforzarli con fasce boscate e nuovi percorsi ciclabili che si intrecciano con la rete esistente: • il canale scolmatore, con le sponde rialzate rispetto al piano di campagna “segna“ la pianura da est e ovest; • le masse boschive vengono riconnesse riproponendo un’unità originale da nord a sud, significativa per la biodiversità del territorio. 52


Cascina Gambarina

Inquadramento territoriale parco del Ticino e parco agricolo sud

Intenzioni progettuali, rinforzo degli elementi forti del paesaggio

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Nuova Architettura Rurale

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Cascina Gambarina

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Nuova Architettura Rurale

PROGETTO PAESISTICO

Il progetto definisce indirizzi strategici sia per l’area vasta, quindi per la connessione dell’area di progetto con il resto del territorio, che idee progettuali da attuare a livello locale.

Nel primo caso risulta fondamentale la salvaguardia delle attività agricole e la riconversione per la produzione di qualità, la promozione della mobilità dolce e la costituzione di una rete ecologica che sfrutti gli spazi naturali già esistenti; a livello locale la valorizzazione del patrimonio architettonico e delle attività economiche, la ricreazione del paesaggio tradizionale della pianura grazie all’inserimento di nuovi filari ed al riuso di alcuni tratti dell’antico sistema di irrigazione. Il suolo agricolo ha delle criticità dovute alla mancanza di integrazione, i cittadini tendono a immaginare questo contesto come uno spazio emarginato, incapace di soddisfare sia le loro aspirazioni alla socialità sia il loro desiderio di campagna; dall’altra parte gli agricoltori lo considerano un supporto economico minacciato sempre più dall’esplosione urbana. Gli interventi dal generale allo specifico sono: • riconnessione della fascia boscata da nord-ovest a sud-est; • il canale scolmatore è un corridoio ecologico che segna una discontinuità nella matrice agricola ma con il rinforzamento della fascia boscata preesistente sopra i suoi argini si vuole sottolineare questo elemento importante del paesaggio; • con un doppio filare di ciliegi e di gelsi si dà importanza ai due assi di accesso alla cascina; • i filari singoli di peri e di meli segnano il perimetro dei campi; • lungo la roggia si provvede alla piantumazione di una fascia ripariale con essenze autoctone a protezione dell’ambiente acquatico.

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Cascina Gambarina

Planimetria dell’area di progetto

Sezioni tipologiche

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Nuova Architettura Rurale

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Cascina Gambarina

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Nuova Architettura Rurale

PRODUZIONE AGRICOLA E IMPIANTO FUNZIONALE

La produzione agricola dei 25 ettari della cascina Gamberina deve : • soddisfare il fabbisogno dell’agriturismo; • riuscire a coprire una parte del fabbisogno delle scuole nell’area del comune di Abbiategrasso; • vendita diretta nel mercato settimanale all’interno della cascina. Una parte della produzione totale soddisfa la domanda interna dell’agriturismo: ipotizzando un’apertura da martedì a giovedì solo a pranzo per 24 coperti e da venerdì a domenica al completo sia a pranzo che a cena si raggiunge la quota di 360 coperti alla settimana. Assumendo il menù di Milano Ristorazione, con le quantità dei singoli prodotti incrementate del 30%, è possibile calcolare il fabbisogno totale annuale del ristorante. La ristorazione interna assorbe in media il 38% della produzione agricola. Nell’ipotesi che il 50% della produzione agricola annuale di cascina Gambarina vada a soddisfare il fabbisogno delle mense delle scuole nell’area di Abbiategrasso, è possibile calcolare la percentuale di incidenza sulle suddetta produzione. Il 50% della produzione agricola soddisfa il 8,5 % del fabbisogno delle scuole. Infine la quota rimanente della produzione agricola è destinata alla vendita diretta all’interno della cascina durante il mercato settimanale, in condivisione con altre cascine presenti sul territorio. La vendita interna assorbe in media il 12% della produzione agricola.

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Cascina Gambarina

Residenza e foresteria

Produzione agricola e vendita dei prodotti

Maneggio e ippoterapia

Ristorazione sala polifunzionale

Aule e laboratori didattici

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Nuova Architettura Rurale

PROGRAMMA DI SVILUPPO TECNICO-ECONOMICO ED EDILIZIO

Uno dei principali presupposti per un’architettura sostenibile è il sapersi adattare alle varie contingenze ambientali e temporali; oggi questa caratteristica è sempre più sentita vista la velocità di cambiamento dei processi d’uso.

Il tema della flessibilità degli edifici si pone in uno scenario in cui il tempo di funzionamento di uno spazio costruito si riduce sempre di più e sempre più spesso si è chiamati a ripensare, trasformare e riprogettare l’esistente. Il fenomeno architettonico è considerato quindi in evoluzione continua e per questo è necessario assumere la dimensione temporale come un elemento di progettazione, una scelta a priori che presuppone di considerare i paradigmi futuri. L’etimologia del verbo progettare (da proicere, guardar avanti) intende l’azione di previsione intrinseca nel progetto e la soluzione adottata dovrà quindi essere un sistema aperto alle differenti possibilità evolutive e alle modificazioni nel tempo. Tali modificazioni non significano solo espansione: in quest’ottica infatti il cambiamento è considerato, ma allo stesso tempo si valutano le varie fasi e anche i limiti per non rendere l’intervento energivoro e insostenibile. 1° fase: Produzione agricola e vendita prodotti Costruzione degli spazi per lo stoccaggio dei prodotti e deposito dei mezzi agricoli; riutilizzo del porticato come luogo della vendita diretta Installazione dei pannelli fotovoltaici sulla copertura del deposito. 2° fase: Ristorazione e corte interna Riuso della stalla come sala per la ristorazione con aggiunta del corpo in testata; riqualificazione degli spazi interni alla corte. 3° fase: Aule con laboratori didattici e orti Riuso della porcilaia con aggiunta della serra; realizzazione degli orti comuni. 62


Cascina Gambarina

4° fase: Residenza e foresteria Costruzione della foresteria e riuso della casa padronale e della casa degli ex salariati. 5° fase: Allevamento e centrale biogas Costruzione della stalla per ovini e della scuderia con riuso dell’essiccatoio; costruzione passerella ciclabile e torre di osservazione; realizzazione centrale biogas 1° fase

4° fase

2° fase

5° fase

3° fase

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Nuova Architettura Rurale

IMPIANTO PLANIVOLUMETRICO

Il catasto del 1722 mostra la presenza della stalla e di un altro volume (probabilmente adibito a residenza), ma è nel catasto del 1866-75 che possiamo vedere il costituirsi del nucleo della cascina con l’aggiunta della residenza padronale e il caseificio, definendo cosi la prima corte. Successivamente sono stati aggiunti altri edifici come la residenza dei salariati, la porcilaia, l’essicatoio e i depositi, formando al centro una grande aia dal contorno poco definito. Scopo del progetto è la ridefinizione della grande aia centrale e del perimetro della cascina con l’aggiunta di nuovi volumi e la ridefinizione di quelli esistenti, cercando di ottenere un nucleo di edifici compatto, dando un’unità formale alla cascina. Una unità che non viene messa in dubbio dalla compresenza di edifici tradizionali e contemporanei, ma valorizzata dai nuovi edifici di progetto che ricercano una misura, un rapporto, nelle proporzioni e nei materiali che li costituiscono. La stalla, edificio simbolo della cascina, divide simmetricamente il complesso: • a nord le funzioni più produttive come i depositi, le stalle, la vendita dei prodotti, il maneggio; • a sud le funzioni legate all’ospitalità come le residenze e la foresteria, le aule e i laboratori per la didattica. La stalla ospita la funzione cardine del complesso: la ristorazione e, al piano primo, una grande sala polifunzionale dove un tempo era presente il fienile. Tra gli edifici si formano piccole corti con diverse funzioni, dove si può sostare all’ombra dei melograni, mangiare all’aperto, comprare i prodotti della terra.

Catasto Teresiano 1722

Catasto Lombardo veneto 1866-75

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Cascina Gambarina

Depositi

Essicatoio

Stalla

Porcilaia

Residenza padronale Residenza salariati

Deposito e caseificio

Stato di fatto

Maneggio e ippoterapia

Produzione agricola e vendita dei prodotti Ristorazione e sala polifunzionale

Residenza salariati

Residenza padronale

Pianta piano terra

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Aule e laboratori didattici


Nuova Architettura Rurale

Il progetto, che ci prefiguriamo, è un sistema in cui la cascina è ripensata, dove sarà possibile vivere attraverso nuove forse abitative (co-housing, bad & brackfast, ecc..) lavorare, studiare e spendere il proprio tempo libero, a contatto con un paesaggio “nuovo”.

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Cascina Gambarina

Gli spazi della campagna si trasformano, in un luogo denso di attività, naturalità, significati e funzioni; un’alternativa “felice“ per visitare il paesaggio del parco del Ticino.

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Nuova Architettura Rurale

RESIDENZA E FORESTERIA

La preesistenza era composta dalla casa padronale e dall’abitazione dei salariati; la residenza padronale viene divisa in tre unità immobiliari con uno spazio comune al piano terra e verrà adibita a residenza del fattore e per sua famiglia. L’abitazione dei salariati viene rimodulata al proprio interno, affiancata da un nuovo corpo di fabbrica e collegata da passerelle per l’accesso alle varie camere. Il passaggio tra i due edifici diventa un nuovo spazio di incontro e relazione, caratterizzato dall’ombreggiamento e dalla struttura a telaio del nuovo edificio affiancato.

Il corpo di fabbrica di nuova progettazione viene affiancato a quello esistente; lo spazio tra i due edifici diventa un luogo ombreggiato di passaggio e di sosta con vegetazione rampicante. L’edificio di nuova costruzione riprende la forma e il volume dell’edificio parallelo, ma è caratterizzato da un fronte nord, verso la corte, più chiuso scandito dalle sottili aperture.

Pianta piano terra

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Cascina Gambarina

In contrasto con un fronte sud, verso il passaggio interno, decisamente pi첫 aperto con il ballatoio e il sistema di ombreggiamento. Un prospetto compatto in contrasto con il fronte sud, che presenta ballatoio

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Nuova Architettura Rurale

Prospetto est

Sezione longitudinale sul passaggio interno

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Cascina Gambarina

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Nuova Architettura Rurale

PRODUZIONE AGRICOLA E VENDITA DEI PRODOTTI

Attorno al vecchio porticato si sviluppa un nuovo sistema di spazi adibiti all’attività agricola: depositi macchine agricole, stoccaggio prodotti della terra, allevamento di animali di piccola taglia. Il nuovo volume, interamente in legno, abbraccia il portico esistente e definisce, con la pergola, nuovi spazi, come la corte interna e il passaggio sul retro per i mezzi agricoli. Percorrendo il giardino sensoriale, si accede alla corte costruita attorno all’antico porticato dove avviene il mercato dei prodotti agricoli in associazione con le altre cascine delle vicinanze, qui diventa il luogo dell’incontro e della vendita diretta.

Sezione trasversale

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Cascina Gambarina

Prospetto nord

Pianta piano terra

Prospetto sud

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Nuova Architettura Rurale

MANEGGIO E IPPOTERAPIA

Nell’essiccatoio, un tempo usato per le granaglie, viene proposta la pratica dell’ippoterapia, con spazi di relazione e incontro tra personale medico e utenza; trova inoltre spazio un deposito mangimi e fieno.

Viene progettato inoltre un nuovo corpo di fabbrica, accostato alla preesistenza, adibito a selleria e scuderia con box per cavalli. La nuova parte, come l’essiccatoio, presenta una grande copertura che ripara i volumi sottostanti; generosi aggetti consentono lo svolgimento delle attività anche all’esterno e offrono agli animali ombreggiamento durante il periodo estivo. La forma ad L della costruzione si apre verso il cortile in cui si svolgono le attività di equitazione.

Sezione trasversale

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Cascina Gambarina

Prospetto sud

Pianta piano terra

Sezione longitudinale

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Nuova Architettura Rurale

RISTORAZIONE E SALA POLIFUNZIONALE

La stalla, edificio simbolo della cascina, divide simmetricamente il complesso;

vista la sua posizione centrale, essa ospita delle funzioni cardine quale la ristorazione e, dove un tempo si conservava il fieno, una grande sala polifunzionale per incontri ed eventi. Al piano terra la stalla dei bovini viene ripensata per ospitare la sala per la ristorazione e i servizi annessi; in testa all’edificio esistente viene progettato un nuovo elemento caratterizzato da spazi chiusi e aperti, costituito da quattro grandi telai in legno lamellare che racchiudono la serra didattica, la caffetteria e l’ingresso alla sala ristorante. Al piano superiore si trova una terrazza aperta verso la corte ed è possibile accedere alla sala polifunzionale, utilizzabile nella bella stagione per eventi, manifestazioni e attività di svago. La serra a doppia altezza, per le culture idroponiche, è adibita alla produzione di ortaggi, con uno scopo didattico e dimostrativo. La serra è dotata di aperture per la circolazione d’aria, frangisole e tende esterne a rullo per evitare il surriscaldamento nella stagione estiva.

prospettiva

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Cascina Gambarina

Prospetto sud

Pianta piano terra

Pianta piano primo

Sezione longitudinale

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Nuova Architettura Rurale

AULE E LABORATORI DIDATTICI

All’interno dell’edificio un tempo destinato a porcilaia, deposito e produzione dei prodotti caseari, vengono collocati gli spazi destinati alla ricezione dei bambini e dei ragazzi provenienti dalle scuole primarie e secondarie; le attività didattiche si svolgono all’interno di diversi spazi appositamente rimodulati.

Le tematiche da considerare sono quelle della vita contadina, della trasformazione dei prodotti primari, dell’allevamento del baco da seta e della sua trasformazione e del compostaggio. Le attività si svolgono nel piccolo caseificio didattico, nel laboratorio di cucina e panificio e nell’orto didattico prospiciente alla serra. L’intervento, in questo caso, è soprattutto negli interni, infatti si è voluto mantenere il più possibile gli spazi esistenti adeguandoli alle nuove funzioni. Unico intervento volumetrico è l’aggiunta della serra didattica addossata alle aule con funzione pratica per i bambini e di guadagno termico per gli ambienti interni.

Prospettiva

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Cascina Gambarina

Prospetto sud

Pianta piano terra

Prospetto est

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Nuova Architettura Rurale

LANDMARK, TRE SEGNI NEL PAESAGGIO AGRICOLO

Sui due assi principali del progetto nord-sud e ovest-est vengono progettati due

elementi che segnano il paesaggio: la passerella ciclabile sul canale scolmatore e la torre di osservazione all’inizio della massa boschiva. Due architetture con delle analologie ma con funzioni diverse che, grazie al loro innalzarsi dal piano di campagna, permettono di osservare il paesaggio agrario da un diverso punto di vista e nello stesso tempo circoscriverlo in un disegno coerente. Tra questi due elementi si inserisce l’impianto degli orti comuni che si caratterizza per gli aspetti ecologici-paesistici, concependo quest’area non solo come produttiva ma anche come luogo di socialità e incontro.

Prospettiva

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Cascina Gambarina

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PASSERELLA CICLABILE CON CICLOFFICINA SELF-SERVICE

La passerella è posta in asse con l’ingresso a nord della cascina per permetterne l’accesso lungo il viale. Inoltre i “caselli” laterali hanno la doppia funzione di sosta per i ciclisti e di ciclofficina self-service per piccoli interventi di manutenzione. Il passaggio ciclabile è composto da una struttura reticolare con elementi leggeri in legno lamellare, appoggiata sugli argini e su 4 setti in calcestruzzo armato.

Sezione longitudinale

Pianta

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Cascina Gambarina

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Nuova Architettura Rurale

PUNTO DI OSSERVAZIONE

Una torre per vedere da un altro punto

di vista la natura nella sua biodiversità , promuovendo attività di birdwatching, invitando le persone di passaggio a percorrerla, attirate da questa insolita architettura immersa nella massa boschiva. La struttura architettonica, posta all’inizio della macchia boscata, permette una vista differente dal piano di campagna e nel stesso momento si pone come forte elemento nel paesaggio, integrandosi nella vegetazione circostante. Dalla quota zero degli orti, la scala interna raggiunge quota 12 mt, comprendendo uno sbarco intermedio con vista verso il canale scolmatore e un ultimo sbarco verso il fiume Ticino.

Prospetto sud

Pianta

Sezione prospettica

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Cascina Gambarina

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Nuova Architettura Rurale

LA COSTRUZIONE: MATERIALI E TECNOLOGIA

L’emergenza ecologica che ha come fulcro il grande tema del surriscaldamento

globale impone il passaggio dall’energia fossile alle fonti rinnovabili, e tra queste si sono prese in considerazione le molteplici potenzialità del legno. L’uso di questo materiale da costruzione si rivela una scelta consona per una risposta sostenibile all’attenzione posta sull’ambiente: questa risorsa, infatti, contrasta attivamente l’effetto serra, richiede poca energia durante il processo di lavorazione, che porta dal tronco al cosiddetto legno ingegnerizzato per la costruzione, ha notevoli proprietà isolanti dal caldo, dal freddo, dal rumore e la sua prefabbricazione permette di realizzare in stabilimento le varie componenti dell’edificio, così da agevolare il cantiere e renderlo relativamente breve, con un notevole risparmio sui costi e maggior possibilità di organizzazione previsione del lavoro. La scelta di usare come principale materiale da costruzione il legno è supportata da varie motivazioni provenienti da varie istanze intrinseche al progetto: - progettuale, perché si voleva distinguere a colpo d’occhio il nuovo intervento dalle strutture esistenti; - energetica, viste le buone prestazioni per quanto riguarda la coibentazione da caldo, freddo e rumore; - psicologica e psicofisica, infatti, oltre a isolare dal rumore ricrea un ambiente confortevole; - ambientale, il legno di selvicoltura tende ad assorbire e non a produrre la CO2 anche tenendo conto le spedizioni del materiale. Per la foresteria è stata usata una struttura a telaio, travi e pilastri in legno lamellare con tamponature in montanti ogni 60 cm con interposta fibra di legno. In questo modo la struttura a telaio senza interruzione di continuità racchiude i vani chiusi e gli spazi aperti e di distribuzione. Per il maneggio è stata usata una struttura a telaio con elementi ravvicinati,e puntoni affiancati alle travi di copertura per sostenere l’aggetto della falada obliqua. Nella zona dell’ex essiccatoio è stato innestato alla struttura esistente un sistema a doppi pilastri a sostegno delle travi che hanno l’onere di sostenere il nuovo solaio del fienile. 86


Cascina Gambarina

Dettaglio sezione foresteria

Dettaglio pianta foresteria

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Nuova Architettura Rurale

Sezione longitudinale maneggio e ippoterapia

Dettaglio sezione longitudinale maneggio e ippoterapia

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Cascina Gambarina

Dettaglio struttura maneggio

Dettaglio pianta maneggio

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Nuova Architettura Rurale

ANALISI DEI FABBISOGNI ELETTRICI E IDRICI E APPROVVIGIONAMENTO APPROCCIO AL PROGETTO Nel progetto di rifunzionalizzazione della Cascina Gambarina si è prestata grande attenzione alle soluzioni passive bioclimatiche in grado di consentire un maggior comfort interno durante l’anno. L’orientamento prevalente degli edifici è SudOvest-NordEst; la progettazione ha privilegiato l’apertura di superfici finestrate maggior nei fronti esposti a Sud, mentre superfici prevalentemente opache caratterizzano i fronti esposti a Nord, pur nella garanzia dell’adeguata ventilazione naturale degli ambienti interni. Le aperture esposte a Sud sono fornite di sistemi di schermatura solare (frangisole in legno), in parte apribili, in parte fissi a seconda della funzione alloggiata all’interno dell’edificio. La progettazione ha visto l’uso di tecnologie in legno, con particolare attenzione alle prestazioni dell’involucro in termini di bassa trasmittanza e, quindi, miglior isolamento. Oltre agli edifici di nuova realizzazione, si è intervenuti anche sull’involucro degli edifici esistenti per garantire adeguato isolamento termico. Il sistema energetico previsto nell’intervento tende a minimizzare la domanda e la dispersione energetica in modo da garantire il pieno soddisfacimento dei fabbisogni con le energie rinnovabili, fotovoltaico e cogenerazione alimentata a biomassa (dove si cerca di smaltire i prodotti agricoli di scarto. I surplus energetici non vengono immagazzinati ma immessi direttamente nella rete elettrica; possono essere impiegati in previsione di un possibile incremento di occupazione settimanale di attività specifiche. Tutte le materie prime per la produzione energetica vengono quindi reperite in loco e valorizzate al massimo tramite gli impianti previsti.

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Cascina Gambarina

CALCOLO DEL FABBISOGNO ENERGETICO PER RISCALDAMENTO INVERNALE E RAFFRESCAMENTO ESTIVO DEGLI EDIFICI I dati riguardanti il fabbisogno per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici sono stati calcolati tramite il software BestEnergy:

Il calcolo è stato effettuato sugli edifici che prevedono l’installazione di un impianto di riscaldamento/raffrescamento. FABBISOGNO DI ACS Il fabbisogno di acqua calda sanitaria è stato calcolato per ogni singolo edificio, in base alla destinazione d’uso e al numero totale di occupanti; si è poi trovato la quantità di energia termica necessaria per la sua produzione. TOTALE kWh/a consumi elettrici per produzione ACS: 14800

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Nuova Architettura Rurale

FABBISOGNO ELETTRICO PER APPARECCHIATURE ED ILLUMINAZIONE Il fabbisogno totale per apparecchi elettrici ed illuminazione è stato calcolato considerando ogni singolo apparecchio, la suo potenza, le ore medie di utilizzo giornaliero e il numero di apparecchi della medesima tipologia presenti, in modo da ottenere una stima dei consumi di energia elettrica annuale. impianti refrigerazione frigocongelatore armadio frigorifero combinato abbattitore

potenza (kW) 0,14 0,60 0,65

t in funzione (h) 8 8 1

kWh/annuo 408,80 1440 195,00

n° 4 1 1

kWh/annuo tot 1635,20 1440 195

impianti lavaggio lavatrice 6 kg lavastoviglie ristorante lavastoviglie domestica

potenza (kW) 0,60

t in funzione (h) 1

kWh/annuo 93,6 259 231

n° 3 3 3

kWh/annuo tot 280,80 777 693

apparecchi informatici pc

potenza (kW) 0,07

t in funzione (h) 2

kWh/annuo 21,84

n° 5

kWh/annuo tot 109,20

intrattenimento tv 40'' tv 22''

potenza (kW) 0,07 0,02

t in funzione (h) 2 2

kWh/annuo 51,10 14,60

n° 4 8

kWh/annuo tot 204,40 116,80

impianti cucina forno macchina caffè cappa ristorante cappa domestica

potenza (kW) 1,00 0,50 0,185 0,185

t in funzione (h) 1 1 2 0,5

kWh/annuo 365 182,50 111 34

n° 5 2 1 3

kWh/annuo tot 1825 365 111 101

impianti industriali cella frigorifera ortofrutta ascensore

potenza (kW) 1,50 1,50

t in funzione (h) 8 2

kWh/annuo 4380 1095

n° 1 1

kWh/annuo tot 4380 1095

TOTALE kWh annui apparecchi illuminazione edifici punto luce LED 3W punto luce LED 3W punto luce LED 9W punto luce LED 9W

13.329

eq.) eq.) eq.) eq.)

potenza (kW) 0,003 0,003 0,009 0,009

t in funzione (h) 3 3 3 3

kWh/annuo 3,29 1,40 9,86 4,21

n° 58 54 46 52

kWh/annuo tot 190,53 75,82 453,33 219,02

illuminazione esterna punto luce LED 6W (40W eq.)

potenza (kW) 0,006

t in funzione (h) 6

kWh/annuo 13,14

n° 20

kWh/annuo tot 262,80

(25W (25W (60W (60W

TOTALE kWh/annui illuminazione

1.202

TOTALE kWh/annui

14.530

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residenti 7

fabbisogno (l/giorno) 50

elettrodomestici (l/giorno) 120

l/giorno 470

m³/giorno 0,47

giorni 156

l/anno 73320

consumo per ACS (kWh/a) 2385,54

l/giorno 900

m³/giorno 0,90

giorni 156

l/anno 140400

consumo per ACS (kWh/a) 4568,05

Cascina Gambarina

foresteria - lavoratori temporanei residenti fabbisogno (l/giorno) 18 50

FABBISOGNO IDRICO foresteria - agriturismo

fabbisognoidrico (l/giorno)della Cascina è stato l/giorno m³/giorno sia giorni l/anno consumo per usi ACS (kWh/a) Ilresidenti fabbisogno calcolato relativamente agli civili 8 60 480 0,48 156 74880 2436,30 che alle funzioni di allevamento equino e di animali di piccola taglia presenti, ristorazione e sala polifunzionale valutando il fabbisogno mediopasti/giorno giornaliero procapite acqua. clienti fabbisogno (l/giorno) l/giorno m³/giorno di giorni l/anno consumo per ACS (kWh/a) 40 10 1,3 520 0,52 300 156000 5075,62 É stato calcolato anche il fabbisogno medio annuale di acqua per l’irrigazione aule e laboratori didattici delle coltivazioni agricole presenti, prendendo in considerazione i fabbisogni m² fabbisogno (l/m²) l/giorno m³/giorno giorni l/anno consumo per ACS (kWh/a) medi periodi medi di239,98 ir236,40di acqua delle 0,2 diverse categorie di 47coltivazione, 0,05 156 i loro 7375,68 rigazione e confrontando questi dati con le precipitazioni medie del periodo. In ippoterapia m² fabbisogno (l/m²) l/giorno m³/giorno giorni l/anno consumo per ACS (kWh/a) questo modo è stato possibile risalire alla19quantità media annuale di acqua ne93,59 0,2 0,02 156 2920,008 95,01 cessaria per irrigare. TOTALE litri fabbisogno di ACS

454.896

TOTALE kWh/a termici per produzione ACS

14.800

maneggio equini equini fabbisogno (l/giorno) 4 30

l/giorno 120

m³/giorno 0,12

giorni 365

l/anno 43800

stalla animali di piccola taglia ovini fabbisogno (l/giorno) 4 10

l/giorno 40

m³/giorno 0,04

giorni 365

l/anno 14600

TOTALE litri fabbisogno idrico ad uso zootecnico irrigazione colture ortaggi legumi frutta cereali

fabbisogno (l/m²) 600 250 420 450

mm pioggia nel periodo 474 474 492 549

58.400

l/m² 126 0 0 0

l/ha 1260000 0 0 0

ha 4,6 3,7 4,5 12

l/anno 5796000 0 0 0

TOTALE litri fabbisogno idrico ad uso agricolo

5.796.000

TOTALE litri fabbisogno idrico

6.309.296

TOTALE kWh elettrici per pompaggio acqua per irrigazione

266

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Nuova Architettura Rurale

IMPIANTI E FONTI RINNOVABILI Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, data la vocazione agricola della cascina e l’orientamento favorevole delle coperture, le fonti rinnovabili più vantaggiose sono risultate essere il biogas ed il fotovoltaico. Il biogas viene prodotto in loco dagli scarti della produzione agricola e dalle deiezioni animali e bruciato in un cogeneratore per produrre energia elettrica e termica (con un rendimento rispettivamente del 38,5% e del 42,4%). I moduli fotovoltaici sono stati localizzati su una parte della copertura dell’edificio adibito a stoccaggio e deposito dei prodotti agricoli (orientata in direzione sud-ovest), per una superficie complessiva di 133,56 m². L’impianto è dotato di inverter per trasformare la corrente continua prodotta in corrente alternata utilizzabile da tutti gli apparecchi. L’energia termica prodotta dal cogeneratore viene direttamente utilizzata per produrre ACS; questa viene convogliata nel serbatoio integrato e impiegata dall’utenza dell’intero complesso e per il riscaldamento degli edifici. L’energia elettrica viene in parte utilizzata per soddisfare il fabbisogno di apparecchiature e corpi illuminanti della Cascina, in parte alimenta una pompa di calore aria-aria per il raffrescamento degli ambienti e per il riscaldamento degli edifici adibiti a foresteria (camere dell’agriturismo e residenze per i lavoratori temporanei), caratterizzati da un profilo d’uso limitato a 3 giorni alla settimana. Una pompa di calore acqua-acqua si occupa di convogliare l’acqua calda dal serbatoio fino agli impianti a pannelli radianti per il riscaldamento dei restanti edifici, mentre in estate viene impiegato un refrigeratore ad assorbimento per la trasformazione dell’acqua calda prodotta in acqua a +5/+7◦C per il raffrescamento radiante. L’energia elettrica in eccesso viene immessa nella rete pubblica.

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Cascina Gambarina

ENERGIA PRODOTTA CON IL COGENERATORE Per valutare il soddisfacimento del fabbisogno elettrico e termico della Cascina tramite cogenerazione si è proceduto al calcolo della quantità totale di biogas prodotta dalla digestione dei prodotti di scarto della produzione agricola e dai reflui zootecnici dati dall’allevamento di cavalli e di animali di piccola taglia prodotti annualmente (biomassa); il vantaggio della produzione in loco di biogas riguarda il risparmio dei costi per lo smaltimento degli scarti e per il mancato trasporto di altre materie prime. Viene stimata la quantità di metano che è possibile impiegare nel cogeneratore e in base al rendimento si è potuto calcolare l’energia elettrica e termica prodotte dall’impianto. TOTALE kWh/annui di energia elettrica prodotta: 25474 TOTALE kWh/annui di energia termica prodotta: 28054 ENERGIA PRODOTTA CON I MODULI FOTOVOLTAICI Per valutare il soddisfacimento del fabbisogno elettrico della Cascina si è proceduto al calcolo dell’energia prodotta all’anno dai moduli fotovoltaici installati. I moduli da soli soddisfano circa l’84% del fabbisogno elettrico totale con una produzione annua di 23339 kWh. Caratteristiche dell’impianto: potenza lunghezza larghezza spessore

superficie disponibile per l'installazione superficie di un singolo modulo numero moduli potenza impianto Pi fattore di riduzione PR TOTALE kWh/annui di energia elettrica prodotta

95

345 164 99 4,60

Wp cm cm cm

133,56 1,62 71 28,29 0,75

m² m² n kWp 23339


Nuova Architettura Rurale

SCHEMA IMPIANTO L’impianto di riscaldamento risulta composto da una pompa di calore acqua-acqua che sfrutta l’acqua calda prodotta dal cogeneratore per alimentare dei pannelli radianti a pavimento; il raffrescamento viene invece effettuato facendo circolare acqua refrigerata a +5/+7◦C prodotta nel periodo estivo da refrigeratori ad assorbimento utilizzando la stessa acqua calda. A questo fanno eccezione solo gli edifici di foresteria (agriturismo e residenze per lavoratori temporanei) che, dato il loro profilo d’uso limitato a 3 giorni per settimana, prevedono l’installazione di una pompa di calore aria-aria con split sia per quanto riguarda il riscaldamento che il raffrescamento.

LEGENDA 1 – Moduli fotovoltaici in copertura 2 – Edificio con riscaldamento a pannelli radianti (pompa di calore acqua-acqua) e raffrescamento con refrigeratore ad assorbimento 3 – Edificio con riscaldamento e raffrescamento a split (pompa di calore aria-aria) 4 – Edificio privo di impianto di riscaldamento/raffrescamento

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Cascina Gambarina

CO2 NON EMESSA IN ATMOSFERA Il fabbisogno energetico di Cascina Gambarina è soddisfatto completamente grazie alle fonti rinnovabili impiegate (cogeneratore alimentato a biogas e moduli fotovoltaici). Il mancato approvvigionamento dalla rete elettrica nazionale consente un risparmio in termini di CO2 equivalente emessa in atmosfera; il seguente calcolo è stato eseguito ipotizzando di prelevare energia elettrica dalla rete nazionale e di riscaldare gli ambienti tramite caldaie a gas naturale:

raffrescamento riscaldamento illuminazione elettrodomestici irrigazione

fabbisogno (kWh/annui) 5763 7198 1202 13329 266

TOTALE kgCO2eq

kgCO2eq/kWh

kgCO2eq

0,4332 0,1998 0,4332 0,4332 0,4332

2496,53 1438,16 520,71 5774,12 115,23 10.230

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Nuova Architettura Rurale

CONCLUSIONI Il fabbisogno energetico complessivo della Cascina è soddisfatto pienamente grazie al cogeneratore e ai moduli fotovoltaici installati: - il consumo elettrico per elettrodomestici ed illuminazione è di 14530 kWh/anno; - il consumo per il riscaldamento degli edifici è di 7198 kWh/anno; - il consumo per il raffrescamento degli edifici è di 5763 kWh/anno; - il consumo per la pompa di estrazione dell’acqua irrigua è di 266 kWh/anno. Il consumo elettrico totale è di 27757 kWh/anno. La produzione di energia elettrica è di 23339 kWh/anno dai moduli fotovoltaici e di 25474 kWh/anno dal cogeneratore (totale 48813 kWh/anno); il processo di cogenerazione produce anche 28054 kWh/anno di energia termica. Il fabbisogno totale risulta quindi pienamente soddisfatto e assorbe il 56% della produzione mentre il restante 44% viene ceduto alla rete. La scelta di produrre una quantità di energia superiore al fabbisogno è dovuta alla previsione di un possibile incremento di utilizzo della struttura; alcuni edifici infatti al momento hanno un profilo d’uso di 3 giorni la settimana (foresteria, aule e laboratori didattici). Ipotizzando un uso di 6 giorni la settimana l’energia elettrica impiegata sale all’82% e quella ceduta si riduce al 18%.

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Cascina Gambarina Residenza padronale Fabbisogno riscaldamento/raffrescamento annuale Dati calcolati tramite software BestEnergy Profilo d'uso

Tutto l'anno

Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

2588.30 14266.38

EER COP Superficie (m²)

1.1 6.2 315.10

Consumo riscaldamento/raffrescamento annuale Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

2353.00 2301.03

ETC (kWh/m²a)

8.21 Classe A+

EPH (kWh/m²a)

7.30 Classe A

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Nuova Architettura Rurale Foresteria - lavoratori temporanei Fabbisogno riscaldamento/raffrescamento annuale Dati calcolati tramite software BestEnergy 3 giorni a settimana

Profilo d'uso Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

1427.59 4574.49

EER COP Superficie (m²)

4.59 5 221.10

Consumo riscaldamento/raffrescamento annuale Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

311.02 914.90

ETC (kWh/m²a)

6.46 Classe A+

EPH (kWh/m²a)

4.14 Classe A

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Cascina Gambarina Foresteria - agriturismo Fabbisogno riscaldamento/raffrescamento annuale Dati calcolati tramite software BestEnergy 3 giorni a settimana

Profilo d'uso Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

3188.04 2786.60

EER COP Superficie (m²)

4.59 5 166.80

Consumo riscaldamento/raffrescamento annuale Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

694.56 557.32

ETC (kWh/m²a)

19.11 Classe A+

EPH (kWh/m²a)

3.34 Classe B

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Nuova Architettura Rurale Ristorazione e sala polifunzionale Fabbisogno riscaldamento/raffrescamento annuale Dati calcolati tramite software BestEnergy 3 giorni + 3 sere

Profilo d'uso Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

1716.89 9628.07

EER COP Superficie (m²)

1.1 6.2 197.10

Consumo riscaldamento/raffrescamento annuale Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

1560.81 1552.91

ETC (kWh/m²a)

8.71 Classe A+

EPH (kWh/m²a)

7.88 Classe A

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Cascina Gambarina Aule e laboratori didattici Fabbisogno riscaldamento/raffrescamento annuale Dati calcolati tramite software BestEnergy 3 giorni a settimana

Profilo d'uso Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

750.38 10227.99

EER COP Superficie (m²)

1.1 6.2 236.40

Consumo riscaldamento/raffrescamento annuale Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

682.16 1649.68

ETC (kWh/m²a)

3.17 Classe A+

EPH (kWh/m²a)

6.98 Classe A+

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Nuova Architettura Rurale Ippoterapia Fabbisogno riscaldamento/raffrescamento annuale Dati calcolati tramite software BestEnergy 3 giorni a settimana

Profilo d'uso Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

176.55 1373.42

EER COP Superficie (m²)

1.1 6.2 62.50

Consumo riscaldamento/raffrescamento annuale Raffrescamento estivo (kWh/a) Riscaldamento invernale (kWh/a)

160.50 221.52

ETC (kWh/m²a)

2.82 Classe A+

EPH (kWh/m²a)

3.54 Classe A+

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Cascina Gambarina

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Nuova Architettura Rurale

BIBLIOGRAFIA: AA.VV. Le cascine di Milano verso e oltre Expo 2015, volume di presentazione di cascine Expo 2015 promosso da comune di Milano,Centro studi PIM e Politecnico di Milano 2010 AA.VV. La cascina milanese, Vangelista Editori, Milano 1988 Matteo Agnoletto e Marco Guerzoni , La campagna necessaria, un’agenda d’intervento dopo l’esplosione urbana, Quodlibet, Bologna 2012 Maria Gabriella Errico, Un progetto per il territorio periurbano : il parco agrario, Massaeditore, Napoli 2011 Pierre Donadieu, Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città, Donzelli, Roma, 2005 Peter Zumthor, Pensare architettura, Electa, Milano 2011, 2006 Virgina McLeod, Dettagli di architettura in legno, Logos, Modena, 2010 MOSTRE: Tra architettura delle origini e utilizzo delle risorse, sostanza di cose attese e sperate, Ado Franchini, Milano, aprile 2014 TESI DI LAUREA: Tesi di laurea Magistrale in Progettazione Tecnologica e Ambientale di Fardin Mariachiara, Lonfernini barbara, Poggio Maria Elena: “Canzo, La rinascita dellAlp Volt”, Relatore Ado Franchini Tesi di laurea Magistrale in Progettazione Tecnologica e Ambientale di Giulia Bianco, Chiara Bozzoni: “Nuovi paesaggi e architetture produttive”, Relatore Ado Franchini 106


Cascina Gambarina

Tesi di laurea Magistrale in Progettazione Tecnologica e Ambientale di Chiara Catarozzolo, Pezzotti Simona: “Rigenerazione del paesaggio agricolo e recupero della cascina Scanna�, Relatore Gianni Scudo FONTI INTERNET: www.agricity.it www.cascinemilano2015.it www.cuccagna.org www.milanoristorazione.it www.100cascine.it

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