MARCO MARTINI IL MEDIOEVO: PROBLEMI DI PERIODIZZAZIONE E DI INTERPRETAZIONI STORIOGRAFICHE
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IL MEDIOEVO: PROBLEMI DI PERIODIZZAZIONE E DI INTERPRETAZIONI STORIOGRAFICHE. 1.IL TERMINE “MEDIOEVO”. Il termine "Medioevo" divise la storiografia : nel Rinascimento, il pittore, scrittore ed architetto Giorgio Vasari, nelle Vitae definì il Medioevo come un'età di crisi e decadenza, un'età di mezzo, in « medias aetas », in « medias tempestas », nel mezzo delle età, nel mezzo delle 2 tempeste culturali, quella classica e quella moderna. Alla fine del '700 gli illuministi accentuarono questa idea di decadenza spirituale, economica e politica del Medioevo, considerato un periodo privo di una sua autonomia culturale proprio perché "età di mezzo"; in seno all'Illuminismo fu infatti coniato il termine "Medioevo". Nel primo Ottocento i romantici rivalutarono invece il Medioevo, sia per i suoi aspetti fiabeschi, che giovano alla fantasia, categoria in auge nel Romanticismo, sia per le connotazioni religiose e cristiane. Nel '900, grazie alla Scuola francese degli Annales, l'idea di Medioevo si rinnovò e si diede importanza agli usi, ai costumi ed agli aspetti economici, come afferma il marxista Marc Bloch ne La società feudale. Fernand Braudel e Jacques Le Goff, altri esponenti marxisti della Scuola degli Annales, hanno infatti studiato aspetti particolari della civiltà e della mentalità medievale, come la migrazione dei popoli, lo splendore delle corti e delle cattedrali, il potere di "guaritori" attribuito ai sovrani, di cui ci parla sempre Bloch ne J re taumaturghi, in cui sostiene che, alla fine del Medioevo, il concetto di sacro non è scomparso, ma ha soltanto cambiato di posto, dalla sfera religiosa a quella profana. 2. PARTIZIONI. Tradizionalmente si suole dividere il Medioevo in 2 grandi parti, che hanno come spartiacque il Mille: l'Alto Medioevo (V/X sec.), un'epoca di ristagno, ed il Basso Medioevo (XI/XV sec.), un'età di rinnovamento ed incremento demografico. E' questa la tesi di Giovanni Tabacco e Giovanni Merlo, esposta nell'opera Medioevo. V/XV secolo. Il medievista cattolico Franco Cardini, esperto delle crociate, ha diviso in Medioevo in 3 fasi: Alto, secoli centrali o. "secoli d'oro", Basso Medioevo, sostenendo che la parte centrale della storia medievale non è riassorbibile nell' Alto o nel Basso Medioevo. 3. L'INIZIO. Anche sull'inizio del Medioevo la disputa è aperta: Edward Gibbon, convenzionalmente colloca l'inizio del Medioevo con la fine dell'Impero Romano d'Occidente nel 476, e la deposizione di Romolo Augusto, dovuta alle invasioni barbariche. Lo storico belga Henry Pirenne in Maometto e Carlomagno sostiene invece che con le invasioni barbariche e la conseguente formazione dei regni romano-barbarici la romanità resiste, anche se indebolita: si potrebbe quindi parlare di Medioevo solo con l'espansione araba nel Mediterraneo, tra il VII e I 'VIII secolo. 4. LA FINE L'interpretazione tradizionale vede la fine con la scoperta dell' America, il 12 ottobre 1492: è questa la tesi dei già citati Tabacco e Merlo. L'olandese Johann Huizinga ne L'autunno del Medioevo colloca la fine del Medioevo con la crisi dei due poteri universalistici, Papato ed Impero e con la conseguente nascita dei moderni Stati nazionali unitari. Huizinga è uno studioso cattolico del Medioevo fiarnrningo. Altri ancora, infine, datano il termine del Medioevo nel 1453, quando il sultano turco Maòmetto II, conquistando Costantinopoli e cambiandone il nome in Istambul (un nome turco), pose fine all'Impero Romano d'Oriente.