Marco Martini
Il processo di unificazione europea
Edizioni ISSUU.COM
IL PROCESSO DI UNIFICAZIONE EUROPEA Nel 1945 finisce la II guerra mondiale, che vede l’Europa ed il mondo divisi in 2 blocchi, quello occidentale, sotto il controllo degli U.S.A., a regime economico e politico democratico e liberale, e quello orientale, sotto l’egida dell’U.R.S.S. , a regime socialista; infatti la Conferenza dei Ventuno, nel 1946, aveva di fatto stabilito che i Paesi “liberatori” sarebbero stati anche “Paesi occupanti”. Nel 1949 l’U.R.S.S. fonda il COMECON, un piano di aiuti economici ai Paesi dell’Europa Orientale, per sottrarli all’influenza statunitense. Nel 1951 nasce la CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio), su iniziativa dei politici francesi Jean Monnet e di Robert Schuman (due dei numerosi “padri fondatori” del processo di unificazione europea, insieme ad altri, quali Konrad Adenauer, Wiston Churchill, Alcide De Gasperi, Altiero Spinelli), con lo scopo di mettere in comune le produzioni di queste due materie prime in un'Europa di sei paesi: Francia, Germania Occidentale, Italia, Belgio, Lussemburgo ed Olanda. (BE.NE.LUX.). Nel 1955 viene stipulato il Patto di Varsavia, sotto la rigida egida sovietica: vi aderiscono U.R.S.S., Polonia, D.D.R., Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania. L’Unione sovietica ha infatti obbligato i Paesi satelliti a rinunciare agli aiuti economici americani previsti dal piano Marshall del 1947 (George Marshall era il segretario di Stato americano), per risollevare l’Europa dalla guerra. Nel 1957, su “incoraggiamento” americano, nasce la C.E.E. (Comunità Economica Europea): è “un’Europa dei sei”, gli Stati Uniti fondano la C.E.E., ma non ne fanno parte; contemporaneamente, sempre gli U.S.A., senza parteciparvi, fondano il M.E.C. (Mercato Comune Europeo): si tratta di due organismi nati come tutela dal “blocco orientale” comunista, ma che ben presto entreranno anche in un’inevitabile concorrenza con l’economia americana. I sei Paesi dell’Europa occidentale non applicano più dazi doganali negli scambi. Anche il movimento studentesco del ’68 ha fornito, sia pure nelle sue utopie, un contributo per il processo di unificazione europea: i giovani vogliono viaggiare, conoscersi, costruire un mondo nuovo, unito, solidale. Il 1° gennaio 1973 Danimarca, Irlanda e Regno Unito si aggiungono all’U.E., che consta così di 9 Paesi. Nello stesso 1973 una breve, ma cruenta guerra arabo-israeliana insanguina il Medio Oriente (1973), scatenando anche una crisi energetica e provocando problemi economici per l’ Europa, che avverte così la necessità di una maggiore unità. La caduta del regime di Antonio Salazar in Portogallo nel 1974 e la morte del generale Francisco Franco in Spagna nel 1975 decretano la fine delle ultime dittature di destra ancora al potere in Europa. Nel 1979 si assiste all’inaugurazione del Parlamento europeo, con sede a Strasburgo, in Alsazia: è eletto a suffragio universale dagli Stati membri. Nel 1981 anche la Grecia entra nell’Unione Europea, seguita, nel 1986, da Spagna e Portogallo. Tra il 1989, data del crollo del muro di Berlino, ed il 1991 cadono anche tutti i regimi comunisti dell’Europa orientale: questo agevola la stesura dei trattati di Maastricht e di Amsterdam, rispettivamente nel 1993 e 1999: si stabiliscono le regole politiche ed i parametri economici necessari per l'ingresso dei vari Stati nell’Unione Europea e così ambiente, sicurezza, difesa diventano problemi comuni di tutti i cittadini europei. Nel 1995 anche Austria, Finlandia e Svezia entrano nell’Unione Europea e nello stesso anno vengono firmati gli accordi di Schengen, che consentono ai cittadini europei di viaggiare liberamente in Europa, con il solo documento di riconoscimento, senza l’obbligo del passaporto. Nel 2002 l’euro è la nuova moneta dell’U.E., attualmente adottata da 19 dei 28 Stati membri dell'Unione aderenti all'Unione economica e monetaria dell'Unione europea (UEM), ossia Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. L'ultimo Stato ad aver adottato l'euro è stata la Lituania il 1º gennaio 2015. Nel 2008 una profonda crisi economica sconvolge l’ ”eurozona”, ma anche gli Stati Uniti, crisi dalla quale l’Europa non è ancora uscita.