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Rivista mensile, dicembre 2007 • n. 4 anno XXXI • Sped. in abb. post. Art. 2, Comma 20/c, Legge 662/96 • Filiale di Padova • ISSN 1127-0667

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Carnet Marcia di

SCOUT D’EUROPA


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SOMMARIO Euromoot in cifre ............................................ 3 By Luigi e Tullia Io c’ero.............................................................. 4 Care Scolte .............................................................. 6 Cari Rover................................................................ 7 Prospettiva da RS ................................................... 8

Rivista mensile Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici della Federazione dello Scautismo Europeo Anno XXXI • n. 4, dicembre 2007 Carnet di Marcia per Scolte e Rovers

“Ego sum, via et veritas et vita…” ..................... 10

Direttore Responsabile Solideo Saracco

Estote parati (cosa vuol dire controllare l’essenziale…) ........ 11

Direttori Michela Bertoni, Pietro Antonucci

La Strada… ........................................................... 12

REDAZIONE DI CDM Coordinamento redazionale Tullia Di Addario, Luigi Ingrassia

L’Euromoot è stata… ........................................... 14 Un Senso… ............................................................ 16 La sfida dell’Euromoot .......................................... 18 Salve a tutti ........................................................... 20 Blog........................................................................ 21 Lo sapevate che... ................................................ 22 Nello zaino ho trovato... ..................................... 24 Dai monti Tatra, le nostre inviate speciali… ...... 26 Prospettiva da Capo ............................................ 28 AICoS • Ass. Italiana Collezionisti Scout ......... 28 SMS... Ke passione! ..................................... 30

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ingraziamo tutti coloro che ci hanno scritto e che ancora non vedono pubblicato su questo numero il loro contributo! Tranquilli, sarete sul prossimo numero!!

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SCOUT D’EUROPA

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Hanno collaborato in questo numero: Pietro Giardili, Luigi Ingrassia, Micaela Moro, Pietro Antonucci, Bruno Bratti, Daniela, Koala Tenace, Laura, Emilio, Giorgio Sclip, Rosanna Schimmenti, Francesco Licenziato, Gerri, Valentina Pelliccia, Monica D’Atti Progetto grafico Ellerregrafica Direzione, Redazione e Amministrazione Via Anicia 10 • 00153 Roma Aut. del Tribunale di Roma n. 17404 del 29/09/1978 • Sped. in abb. post. Art. 2 Comma 20/c, Legge 662/96 • Fil. di Padova ISSN 1127-0667 Stampa ADLE Edizioni • Padova Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono, salvo diverso accordo precedente con la Direzione.Tutti i collaboratori hanno la responsabilità e conservano la proprietà delle loro opere. La riproduzione di scritti comparsi in questa rivista è concessa a condizione che ne venga citata la fonte. Chiuso in Redazione il 23 novembre 2007


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Euromoot in cifre 1 2 6 11 15 29 30 41 660 3.000 18.000 75.000

Idea di fratellanza! Anni di studio dei contenuti metodologici e di progettazione logistica Meeting della Federazione Europea per la preparazione Percorsi su un fronte di 180 Km nelle Tatry Nazioni rappresentate Villaggi attraversati e coinvolti in attività Assistenti religiosi di 6 nazionalità diverse Bus da tutta Europa e 2 treni speciali dall’Italia Chilometri di sentieri interessati Partecipanti Pernottamenti in tenda complessivi Ore di cammino complessive

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lla fine di una esperienza così forte come l’Euromoot, indicare le cifre coinvolte permette di valutare la portata dell’evento, oltre che come esperienza vissuta ed emozioni suscitate, anche sotto l’aspetto delle sue articolazioni e della sua complessità. È un buon esercizio di verifica che permette di confrontare le aspettative originarie ed i risultati ottenuti, magari iniziando proprio da un semplice approccio quantitativo e che può essere operato a qualsiasi livello. Se ti sembrano aride queste cifre prova a calcolare quelle che ti hanno interessato direttamente: quanti chilometri hai percorso dalla tua città per poter partecipare all’Euromoot, di quanti chili era il tuo zaino, quante ore di marcia complessive hai fatto, quante persone nuove hai conosciuto, ...e ogni numero parlerà ai tuoi ricordi. Con questo gioco prenderai coscienza delle tue capacità impiegate, di quelle acquisite e delle potenzialità che puoi esprimere: e poi via, verso il futuro, sognando nuovi e più grandi numeri! PIETRO GIARDILI

01 • Si parte in treno...

02 • ...in aereo...

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by Luigi e Tullia

Io c’ero... LUIGI INGRASSIA

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d eccoci a raccontare in queste 32 pagine ciò che è stato l’Euromoot 2007. Le parole ed i commenti potrebbero non essere mai sufficienti a narrare e documentare un evento di questa portata. Per ogni cosa che si scrive, per ogni foto che si inserisce tra queste pagine, sembra immediatamente di aver tolto spazio ad altre 10…100…1000 cose anche più importanti. Come fare allora, cosa dire? Cosa scaricare da internet, dove c’è una vera e propria biblioteca, fototeca e videoteca, in queste 32 pagine? La “summa”, il “fior fiore”, la “prima goccia”… cosa può tra le tante cose realmente spiegare e sintetizzare? Cosa può valere più di tutto? Ogni foto, ogni parola ha il suo peso… Dall’SMS scritto con rabbia: “Ma i km del pellegrinaggio quanti erano???” Sino a giungere alle lacrime che scendono da chi non è venuto, alle foto dei nostri volti stanchi, ma, felici di aver vissuto una esperienza che, nel bene e nel male, non potremo mai dimenticare. Quando pensavo all’Euromoot, pensavo a tante, ma TANTE, bandierine d’europa, magari piccole…ma quasi nelle mani di ciascuno. Ho visto alcuni Francesi coi guanti bianchi imbracciare con quanto più orgoglio

potevano delle bandiere grandi più di un lenzuolo matrimoniale e andare a tagliare (appositamente) dei rami di albero per innalzarla sul campo, paragonabili a quelli di un veliero… Mentre ci si dovrebbe cercare per unirsi, ho visto molte ombre oscure che ci dividono ancora. Ma tutto questo è stato comunque importante. È stato un primo passo… i Rover e le Scolte di tante nazionalità diverse, i loro capi, si sono guardati, osservati, studiati e anche se riportano a casa qualche rammarico, non possono trascurare di aver memorizzato, l’uno dell’altro, aspetti negativi, ma anche aspetti positivi, diversità che ci separano ancora di un abisso, ma bellezze, e particolarità e peculiarità che ci affascinano e

03 • ...e in pullmann

04 • ...e si dorme

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05 • Finalmente a Levoca!

06 • Verso il campo...

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che ci incuriosiscono. Penso che il terreno comune per un prossimo Euromoot potrà prendere grandi insegnamenti da quello che abbiamo vissuto e, chissà, forse tentare nuove “strade”, nuovi “percorsi”, nuove vie educative che ci uniscano ancor di più. Mi viene in mente ad esempio: il servizio… Forse un prossimo Euromoot (chi ci sarà di voi a viverlo da Rover o da Scolta? Nessuno, ma forse da Capi sì!)

potrebbe essere studiato con un grande campo di servizio. Spero vi contentiate adesso di questa documentazione di testi e foto che abbiamo selezionato e pubblicato in questo numero speciale. Si tratta degli articoli che ci sono pervenuti, sono le testimonianze, di Rover, di Scolte, di Capi Clan, di Capo Fuoco, di Capi Modulo e Capi Troncone… e di alcuni componenti delle pattuglie nazionali Rover e Scolte che hanno preparato tanti pezzi di questo megaciclopico evento già da alcuni anni. Si tratta delle foto forse non le più belle, forse non le più spettacolari, ma in massima parte di quelle che ci avete segnalato voi stessi in redazione, di quelle che siamo riusciti a “scoprire” in mezzo alle miriadi presenti sulla fototeca e sul web… di quelle che abbiamo scattato noi e voi. Un grazie di cuore a tutti, ma proprio a tutti voi che avete contribuito trasmettendoci i vostri lavori, le vostre foto, i vostri SMS. Tutto non potevamo pubblicare, perdonateci, ma lo spazio è quello che è e ci tenevamo a fare un numero speciale interamente a colori! Conservatelo! È un numero da “collezionisti”. UNICO! Buona Strada!

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Care Scolte, ueste parole sono nate sui Tatra. In quei pochi e rari momenti in cui si poteva, valeva la pena di scrivere qualcosa sul carnet. Lo facevo quando ero Scolta, ed è un’abitudine che mi piace mantenere, e non per diletto, ma perché certe volte le stesse cose non sappiamo più dirle. Manca il momento, manca il coraggio, manca il perché di scrivere. Sono fiera di essere la commissaria di Scolte così, di ragazze che hanno voglia di mettersi in gioco, che hanno voglia di fare Strada, e che camminano a testa alta. È giusto dire che certe cose potevano essere pensate in maniera diversa e migliore (e guai al capo che non sa fare verifica ed ancor più autocritica) ma è anche vero che la Strada, con le sue occasioni d’incontro reale, con le sue fatiche ed i suoi momenti di contemplazione, è quella che rimane più impressa, sempre e comunque. Lo scoutismo è fatto di natura, di libertà, di semplicità, di rapporti umani, tutte tracce che un palcoscenico, per quanto bello, gioioso o sorprendente, non riuscirà probabilmente a lasciare. Lo sapevamo tutti, prima di partire, che i momenti più significativi sarebbero stati nel cuore di questa avventura. Per me lo sono stati, e tanto. Mi piace pensare di essere stata sorella maggiore di almeno una parte di voi, e di aver condiviso tutto, con semplicità, dal primo all’ultimo passo. Giocare con le stesse regole, e divertirsi pure, sentire che la Strada non tradisce se tu sei te stessa, se

rispetti gli altri, se ti fidi di Dio. Di quei giorni sui Tatra conservo immagini speciali, di Scolte con un sorriso limpido, di Scolte decise ad arrivare alla meta e disposte anche a soffrire un po’ per raggiungerla, di Scolte che a meno di 24 ore dalla partenza da Levoca già cantavano e parlavano e condividevano un pezzo della loro vita con altre Scolte mai incontrate prima, cercando senza forzature le cose che abbiamo in comune e apprezzando quello che le caratterizza… Mi piace pensare che quella sera, sul punto più alto del percorso su cui ho camminato, durante il fuoco fatto insieme, ma anche dopo, contemplando per pochi minuti le stelle che Qualcuno ci aveva voluto regalare in maniera così speciale, si riuscisse a sentire quello che un giorno mi hanno detto chiamarsi il ‘respiro del mondo’… mi hanno detto che bisogna percepire una grande armonia e sentire la presenza di Dio… e quella sera effettivamente tutto mi era sembrato così, trecento persone che quattro giorni prima non sapevano nulla dell’esistenza le une delle altre, ma che stavano bene insieme, senza sospetti, senza rivalità, senza voglia di primeggiare, ma solo di conoscersi … quel momento sapeva di Europa! Certo che l’abbiamo aspettato, questo Euromoot!! Sognato, immaginato, vissuto tutto d’un fiato e adesso? Cosa ha lasciato dietro a sé? Mi piace pensare che abbia lasciato qualcosa non dietro, ma davanti a sé, perché la sfida vera, quella del nostro motto, Surgite Eamus, comincia adesso. Buona Strada, MICHELA.

07 • Davanti alla Cattedrale...

08 • ...e poi al Campo

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ccoci qua, l’Euromoot è passato, scrivo questo articolo in viaggio per casa , meglio farlo a caldo, prima di qualsiasi fredda elucubrazione. Ho visto davvero tante cose camminando sui Tatra, immagini che scorrono veloci nella mente, ho scoperto con voi un nuovo sistema metrico di misurazione, Il Km polacco , anche voi credo vi siate accorti di questa strana convenzione misuratrice: sostanzialmente abbiamo potuto appurare che 1km Polacco = 1,865km Mondiale, molto vicino al miglio marino, ma molto più duro da reggere se affrontato in piena notte carichi come dei muli da soma con ben 28 km europei

(questa è l’ultima stima, ma credo che il vero km.ggio non si saprà mai), da fare. Abbiamo goduto insieme della sana cucina dell’Est, ed apprezzato le favolose Patate, i kilometrici Cetrioli o le abbondanti Zucchine, collezionando dei barattoli di vetro che dalle nostre parti si usano solo per mettere sotto olio prosciutti interi. Ma l’immagine che più di altre mi è rimasta nella mente sono le vostre facce all’arrivo a Chestochowa, facce fiere, distrutte, ma con gli occhi che gridavano “Ce l’ho fatta”, quelle stesse facce che dopo, per molti, hanno assunto una serenità dormiente , del sonno del giusto. Tante erano le cose che potevamo fare meglio, ma di una cosa mi sono reso conto subito, è che siete stati sempre in grado di smentire ogni nostra preoccupazione, questo vuol dire che voi siete stati meglio di noi Capi, di noi che, pur dannandoci l’anima, non siamo riusciti a far funzionare tutto come volevamo, e voi invece siete stati comunque in grado di viverla alla grande. Davvero alla Grande. Bravi, davvero Bravi. Il nostro Buon Don Robert ai campi scuola ci ha abituati, per un giorno, a dedicare la fatica del giorno ad una persona; io, mentre marciavo

09 • Alla sera del grande Show!

10 • Le luci, il palco, ...

Cari Rover,

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l’ultima notte, davanti al cartello che indicava Chestochowa a 8Km (erano già 5 ore che camminavo), mi sono ricordato di questo, ed ho cominciato a camminare per una persona. Quando ho visto voi arrivare alla spicciolata, ho capito che ciascuno di voi aveva una persona nel cuore, e forse ciascuno di voi è stato capace di portare la sua sofferenza alla Madonna Nera, ed offrirla per amore di qualcuno. Ecco di una cosa sono sicuro, al di là delle splendide giornate sui Tatra, della condivisione che forte avete provato nei Moduli e nei Tronconi, al di là di una splendida avventura Europea, una cosa rimarrà più forte nei nostri cuori, e sarà proprio quel pellegrinaggio, quel maledetto km Polacco, quella immensa distesa di ragazzi dormienti, o stoici svegli partecipanti alla Messa. Questo vuol dire una cosa solo, che il Signore sceglie sempre in maniera imprevedibile come segnare il nostro canmino e questa volta lo ha fatto nella maniera meno attesa! L’importante per tutti noi è che questo sia il segno non di un arrivo ma di una partenza, partenza verso una visione ed una partecipazione dell’Europa sempre più piena. E mi viene in mente una frase che lessi tanti anni fa e che portai in Clan in un deserto, diceva più o meno così: Se vuoi essere Veloce Parti Solo!!! Se vuoi arrivare Lontano Parti INSIEME a tanti altri!!! Sappiamo tutti che, comunque andrà, noi partiremo Insieme!! Buona Strada. PIETRO RYS

11 • ...e i fuochi d’artificio!

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Prospettiva da RS

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artendo per un’avventura, piccola o grande che fosse, ho trovato sempre indispensabile chiarire i conti con me stesso su quel che vi stavo cercando. Che il senso delle attività cui ci dedichiamo stia in buona parte nella nostra ricettività iniziale, nelle domande a cui cerchiamo risposta e nei bisogni che partendo vogliamo colmare, questa è una legge fondamentale della crescita umana. Anche al crepuscolo di quel 5 agosto ormai lontano, partendo da Levoca con gli altri RS eravamo in quest’ordine di pensieri. Pulito il campo ai piedi del santuario, fatta partire l’ultima corriera carica di Scolte e Rovers, in attesa della nostra ci chiedevamo in più d’uno, credo, cosa fossimo venuti a fare così lontano. E più tristemente, sulla bocca di alcuni Capi Clan francesi, qualche giorno più tardi a Biscupiãe: non sarebbe stato meglio organizzarsi un campo mobile “ordinario”, per avere molto più chiari e in mano i tempi, i temi e la logistica? Nella misura in cui ci abituiamo a ricevere “da fuori” il senso di quel che facciamo, è inevitabile cozzare contro al dubbio se non fosse meglio, in fondo, starcene a casa. Personalmente ho percepito da subito quei giorni di cammino sui Tatra, e l’Euromoot nel suo insieme, come una grande collezione di possibilità: possibilità di vedere luoghi e realtà nuove, di incontrare dei fratelli più maturi sulla stessa Strada, o avviatisi su di altre Strade.

12 • Domenica: Santa Messa solenne...


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Queste possibilità le ho percepite, ma quel che ho compreso è che la responsabilità di attualizzarle, di “sfruttarle” per crescere era soltanto mia. E mi sono detto che partenza non vuol dire solo coltivare la coscienza di quel che stiamo cercando, ma anche una sempre maggiore ricettività nei confronti dell’ambiente e delle persone che ci circondano, che siamo chiamati ad incontrare, accompagnare e servire. Che il gusto dell’esotico e del dialogo possano fare grandi cose nella formazione di una mente “ricettiva”, ce lo dice poi l’esperienza di ognuno; come diceva già

13 • E alla fine...

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Montaigne mezzo millennio fa: “La frequentazione degli uomini è meravigliosamente adatta, e anche la visita dei paesi esteri, per ben fregare e sgrossare la nostra mente contro quella altrui”. BRUNO BRATTI

14 • ...il CNR arringa la folla!

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“Ego sum, via et veritas et vita…”

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uesto è stato il “tormentone estivo” del Fuoco Sirio durante e dopo l’Euromoot!!! Siamo riuscite ad impararlo alla prima uscita di Fuoco di quest’anno Scout e ci siamo riviste lassù…a Velka Raca, tra le voci melodiose delle Scolte Francesi che cercavano di non prenderci troppo in giro per la nostra mancanza di coordinamento! E mentre provavamo a raccontare alle Scolte appena salite al Fuoco cosa è stato l’Euromoot, ho pensato a cosa è stato per me che, come Capo Fuoco, ho voluto fortissimamente far vivere questa splendida avventura alle Scolte. Ho iniziato a fare la Capo Fuoco qualche anno fa quasi per caso e inaspettatamente e con le Scolte ho imparato la forza della Strada, la condivisione comunitaria, la crescita nel Servizio, ho sperimentato la fatica della salita e la gioia dell’arrivo, la bellezza del ritrovarsi ancora sulla Strada. Avendo un grande desiderio di partire per l’Euromoot, ho accolto con gioia una proposta che ci consentiva di confrontarci con altre realtà e con altre esperienze. Desideravo soprattutto che le Scolte vivessero questa avventura sui monti Tatra perché ero convinta che ognuna di loro meritasse di esserci e dovesse avere l’occasione di sperimentare, ciascuna con il proprio modo di essere, l’incontro con gli altri. Devo

15 • Le tedesche partono...

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sinceramente dire che l’Euromoot è stato questo e molto altro, è stata una scoperta ed un arricchimento continuo. Abbiamo visto gli altri Fuochi camminare “al passo del più lento” e abbiamo capito che solo così si impara a rispettare i tempi le une delle altre, abbiamo visto Fuochi che erano davvero comunità di sorelle e abbiamo capito che anche noi vogliamo sentirci tali, abbiamo scoperto di non essere “sole”, ma di condividere degli ideali con tantissime altre persone e abbiamo capito che la Strada che stiamo percorrendo, a volte con fatica e a volte pensando di non riuscire, è la Strada che vogliamo percorrere, ogni giorno, fino alla fine. E allora…. “ego sum, via et veritas et vita….” DANIELA, Fuoco Sirio (AQ 1-2)

16 • Si stringono i lacci...


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Estote parati (cosa vuol dire controllare l’essenziale…)

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iao a tutti! Sono Benedetta, Scolta semplice del gruppo Foggia 2 e vorrei raccontarvi la mia spettacolare esperienza dell’ Euromoot in Polonia. Tutto è cominciato sabato 3 agosto quando alle 8:30 sono partita con il mio gruppo sul pullman; Angela (incaricata regionale Puglia) chiede se abbiamo tutti i documenti e tutti in coro “Sì, Angela!”. Tutti in coro tranne me… sono attimi di panico! Dopo una ricerca ossessiva del passaporto, mi accorgo di non averlo e tutto il pullman comincia a cantare “…E Benny rimane al confine! E Benny rimane al confine!”… E la profezia si avverò! Saliti sul treno sembrava che il problema potesse essere risolto fra Capi per cui ero molto tranquilla: chi poteva pensare che sarei scesa alla stazione di Bologna, dopo aver salutato il Fuoco e tutto il vagone, con il cuore infranto e con una remotissima speranza di salire su un altro treno per raggiungere la tanto attesa POLAKKIA?! Scena tristissima: Scolte e Rover del treno dell’Adriatica affacciati ai finestrini, io con gli scarponi in mano, lo zaino e 3 buste con i pesi superflui delle altre, coi Rover Mario e Daniele, Angela (precedentemente menzionata) e il sogno “Euromoot” che s’infrange piano piano… A malincuore io e i

miei due compagni di viaggio siamo tornati al paesello e dopo tante telefonate, messaggi e chiacchiere riusciamo a prenotare tre posti sull’aereo diretto a Bratislava che sarebbe partito due giorni dopo. (…) Tralascio i particolari delle esperienze con aerei, treni e controllori polacchi – annotando solo 2 multe in meno di 72h e la sensazione di vivere un film… Alle 04.00 del 5 agosto comunque eravamo finalmente giunti a Levoca, con un freddo polare e le risorse alimentari che cominciavano a scarseggiare. Giunti al

17 • ...si guadano i fiumi...

18 • ...si attraversano i ponti...

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Santuario in cima ad un minuscolo paesino abbiamo cominciato a dormire profondamente. E c’erano dei pellegrini che si fermavano all’entrata del Santuario a guardarci… chissà cosa avranno pensato!! Dopo circa 4 ore di sonno continuo ci siamo svegliati, tipo animali dopo un lungo letargo, e abbiamo cominciato a integrarci nel mondo che ci circondava: abbiamo fatto conoscenza dei Capi che stavano alla base (persone splendide, che ringrazio per l’accoglienza!), ed è finalmente cominciato l’Euromoot per quei 6 Scout italiani che avevano dimenticato i documenti in patria. È inutile dirvi che io e il mio modulo ci siamo persi due volte, che abbiamo camminato tantissimo, che ho passato la penultima sera in cambusa perché non stavo bene, che la notte del pellegrinaggio verso Chestochowa (la notte di San Lorenzo) ho dormito nell’“accampamento dei malati”, ma…mi sono divertita troppo e sono sicura di non dimenticare mai questa esperienza, travagliata, difficile eppure splendida!!! E vorrei ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questa avventura anche per me e gli altri 5 ragazzi, cominciando da Angela e Massimiliano, per finire al mio Fuoco fantastico, non dimenticando gli altri miei 4 compagni di viaggio (Sara, Ale, Daniele e Mario), Maurizio della cambusa, Federica di Roma, Velia, Elois e tutti quelli che all’Euromoot c’erano… Buona Strada!! KOALA TENACE, Foggia 2

19 • ...si scendono le scale...

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La Strada…

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na parola che per noi, Rover e Scolte, è sempre molto speciale… in essa infatti sono rinchiuse tutte quelle sensazioni e quelle emozioni che proviamo durante la Route. Dopo l’esperienza che ho vissuto quest’estate, questa parola ha assunto un significato ancora più magico. L’Euromoot è stato un evento meraviglioso: abbiamo partecipato in tanti e per me essere lì, in mezzo a tanti altri fratelli e sorelle di diverse nazioni, lingue e culture, ma che hanno in comune con me gli stessi ideali e la stessa voglia di fare Strada, è stata un’emozione difficile da spiegare. Prima di partire non avrei mai pensato di portarmi a casa così tante emozioni diverse, ma tutte e allo stesso modo uniche. È stato bello fare Strada con altre Scolte, conoscere nuove amiche, nuove canzoni, nuovi modi di vivere e far vivere lo Scoutismo. In questi 10 giorni, grazie alle mie sorelle Scolte, a tutti i sorrisi, le risate, le canzoni, gli scherzi, le emozioni che abbiamo vissuto, le fatiche che insieme abbiamo superato, ho riscoperto l’importanza di essere parte di un Fuoco, di una Comunità… ho ritrovato la voglia di dare agli altri tutto quello che lo Scoutismo ha sempre saputo dare a me. Questa Route ci ha messo tutti alla prova… il pellegrinaggio per andare a

20 • ...si visitano i castelli


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Chestochowa non è stato per niente facile e ora, se ci ripenso, sono convinta che non ce l’avrei mai fatta se fossi stata sola… E infatti nessuno di noi era solo: c’era sempre qualcuno a porgere la mano a chi stava per fermarsi, a dire una parola di conforto o a fare una battuta per sostituire un sorriso alle lacrime. Nel mio cuore conserverò sempre tutto questo: la consapevolezza che non sono sola, il sapere che nel vivere questo stupendo gioco non ci sono solo io, siamo in tanti che camminiamo per questa Strada, cantando le stesse canzoni e portando lo

21 • Ci si riposa...

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stesso zaino… È proprio bello sapere che il cammino non è finito, continua con un altro nuovo anno in cui ho di nuovo voglia di partecipare anche io! Un buonissimo nuovo anno Scout a tutti e un fraterno Buona Strada! L AURA, Fuoco, “Freccia Dorata”, Roncade 1

22 • ...e quando scende il sole...

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L’Euromoot è stata…

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l pellegrinaggio notturno da Olsztyn al Santuario di Jasna Gora (di cui nessuno sa quanta strada abbiamo percorso veramente!) ha lasciato nei miei piedi una serie di piccoli malesseri che mi costringono ad un po’ di riposo, e approfitto per mettere ordine al materiale, alle tante foto scattate, e perché no, anche ai ricordi, alle sensazioni e alle emozioni vissute che mi fanno dire che l’Euromoot è stata… L’Euromoot è stata, per me quarantenne sovrappeso, tanta strada, Strada che mi ha provato, che mi ha affaticato, che ha rovinato i miei piedi, ma che allo stesso tempo mi ha regalato condivisione, amicizia, fraternità e la consapevolezza che, in fondo, ancora sono capace di portare a termine anche questo genere d’imprese. L’Euromoot è stata anche i Fuochi di bivacco, fatti insieme ai nostri fratelli francesi, e in special modo quello in cui abbiamo fatto animazione per dei bambini Rom, che si sono divertiti pur non capendo nulla di quello che dicevamo, o forse semplicemente si sono sentiti considerati da chi di solito li guarda con occhio quasi infastidito. L’Euromoot è stata la prova di sbagliare strada, quando ormai ci sentivamo a casa, quando credevamo di essere a poca distanza dal campo, e come succede a volte anche nella vita, abbiamo visto in un attimo svanire le

nostre certezze. Come spesso nelle prove più importanti, dopo un primo momento in cui ti senti perduto, riesci a reagire e nel percorso come nella vita, cerchi con l’aiuto di chi ti è vicino una nuova via che ti permetta di arrivare comunque, e forse con più gioia e soddisfazione, alla meta finale. L’Euromoot è stata le tante frontiere da passare, spesso appena accennate da un cippo segnaletico, un passo eri in Slovacchia ed un altro eri in Polonia, quasi a ricordarci quel sottile confine tra il bene e il male, che spesso facciamo finta di non vedere, ma che in realtà è tracciato in maniera indelebile nelle

23 • Il giorno dopo si scalano le montagne...

24 • ...si naviga sui fiumi...

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nostre coscienze. L’Euromoot è stata gli Assistenti che hanno condiviso con noi il Cammino, Padre Patrizio e Padre Milan e anche tutti gli altri che non ho avuto il piacere di conoscere, il loro è stato un esempio con i fatti e non con le parole, hanno portato lo zaino con noi, hanno camminato con noi (e in alcuni casi anche più di noi) insomma (forse qui potranno capirmi solo i Rovers italiani del percorso 12) sono stati fantastici!! L’Euromoot è stata ritrovare fratelli conosciuti all’Euro Jam del 2003, e inevitabilmente avere un pensiero per Padre Ivan, che sicuramente anche in questa occasione ci è stato vicino e ci ha alleggerito in qualche modo lo zaino per arrivare dalla nostra Mamma del Cielo a Jasna Gora, che lui tanto amava e venerava.

25 • ...si attraversano i boschi...

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L’Euromoot è stata le cicogne, i caprioli, le lepri e tutti gli altri animali osservati durante il cammino, la pioggia e (per altri anche la grandine) che quasi tutti giorni ci ha fatto visita, il vento, il freddo ed il sole e soprattutto le formiche che sono state presenti per tutte le nostre tappe. L’Euromoot infine è stato soprattutto esserci! Buona Strada a tutti. EMILIO R.S., Vignanello 1°

26 • ...dove la Natura cammina insieme a noi

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Un Senso…

immaginato. C’era inevitabilmente un senso da trovare a tutti i dettagli “di contorno” quali disguidi, inconvenienti, ritardi, incomprensioni, zecche, vaccini, percorsi, stranezze che la Strada ci faceva incontrare momento per momento, situazione per situazione, e che spesso era diverso da quello che avevamo pensato o immaginato. E per fortuna… Limitatamente a questi aspetti, può starci il sentirsi momentaneamente in sintonia con il sig. Rossi. Ma per noi cristiani e Scout tale sensazione non può che durare qualche secondo perché il nostro sguardo non può che essere puntato su un Senso più alto da dare alla nostra avventura. Un Senso che vede le cose nel suo complesso, dando importanza non ai dettagli, al contorno, ma alla sostanza. Avendo come riferimento il Senso vero e più profondo delle cose, quello per esempio che guarda e tiene in considerazione lo spirito di fondo

27 • Si ringrazie il Padre...

28 • ...sotto sguardi perplessi...

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oglio trovare un senso… all’Euromoot, anche se l’Euromoot un senso non ce l’ha… voglio trovare un senso ai francesi, anche se i francesi un senso non ce l’ha… voglio trovare un senso al pellegrinaggio, anche se il pellegrinaggio, un senso non ce l’ha…”. È stata questa la colonna sonora che ha accompagnato alcuni momenti del cammino della pattuglia nazionale Rover sulle strade dell’Euromoot. Un motivo bellissimo rubato a quel genio musicale che è il sig. Rossi, una rapida e neanche tanto impegnativa sostituzione di parole e… via con il coro. Nascosta sotto l’ironia e la leggerezza che accompagnavano le divertenti e divertite performance canore, tra le righe, vedo un aspetto più profondo e serio che ritengo interessante condividere con voi. Mi spiego. Ognuno di noi nel pensare, organizzare e preparare l’Euromoot, si era fatto una sua idea e aveva delle personali aspettative su cosa si stava per andare a vivere e cosa questo avrebbe rappresentato, dando in questo modo un suo personalissimo senso a questa avventura. Un senso che avrebbe però avuto inevitabilmente bisogno di essere messo alla prova dei fatti, che avrebbe avuto bisogno di trovare una conferma, quando a parlare al nostro cuore e alla nostra mente fosse stata finalmente e direttamente la Strada, quella Strada tanto attesa lì sui “monti del papa”. Questo passaggio credo abbia messo in crisi più di qualcuno, e questo non perché l’Euromoot sia stato meglio o peggio di come ognuno di noi se lo aspettava, ma semplicemente perché è stato inevitabilmente, per tutti, semplicemente diverso da come ce l’eravamo

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che ha animato l’Euromoot, non si può che trovare delle risposte e un Senso anche a tutti quegli aspetti “banali”. Credo che sul Senso profondo di quello che abbiamo vissuto non ci sia tanto margine di incertezza. Abbiamo vissuto gesti, simboli che rimarranno impressi nella memoria non solo nostra, ma della storia della nostra Federazione europea. Abbiamo partecipato a momenti che definirei profetici, che resteranno nel tempo e che con il tempo capiremo e apprezzeremo. Rimarranno lì come scolpite nella mente e nel cuore di chi li ha vissuti, in attesa di essere profondamente compresi, metabolizzati; ad essi siamo chiamati a dare risposte, trovare strade e modalità per dargli un seguito, fantasia, fiato e gambe per proseguire e farli crescere. Ci vuole coraggio a proporre segni di questa portata e ringrazio chi sa farlo guardando oltre, sapendo cogliere e proporre le sfide più

impegnative e scomode, per indicare la Strada e il Senso che ha percorrerla. Si può anche rischiare di non essere capiti, di non essere seguiti, di non trovare un Senso a quello che si sta facendo. Può accadere come nella nostra Vita: le cose accadono, se ci crediamo mai a caso, e hanno un Senso che non comprendiamo immediatamente e che intravediamo solo alzando gli occhi verso i monti da dove viene anche l’aiuto per portarle a termine. “Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra” (salmo 120). GIORGIO SCLIP, PNR

29 • ...sotto sguardi perplessi...

30 • E le mappe...

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La sfida dell’Euromoot

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e mie riflessioni sull’Euromoot iniziano a due mesi precisi dalla partenza in aereo da Palermo, all’alba del 3 agosto. Mi sembra che sia già passato tanto tempo, anche se tutto è molto vivo come il ricordo di un bel sogno, perché un sogno ci sembrava questa avventura fino a quando non siamo partite. Ho partecipato all’Euromoot, come ad una sfida con me stessa poiché avevo la doppia veste di Capo Fuoco e Capo del Modulo 2, Percorso 3 e, ad essere sincera, avevo molti timori. Non farcela fisicamente era sicuramente al primo posto! E invece i problemi, grazie a Dio, non ci sono proprio stati. Fin dall’arrivo a Levoca , prima tappa dell’Euromoot, i sei Fuochi del mio modulo hanno cominciato a conoscersi e a fare Strada insieme ed abbiamo subito concordato con le Capo Fuoco che avremmo cercato di vivere questa esperienza il più possibile spalla a spalla, cuore a cuore poiché fra noi capo e fra le Scolte si è creata fin da subito armonia, condivisione ed allegria, il che, date le difficoltà di comprensione con lo staff francese, è stato importantissimo! L’Euromoot ha dato modo alle Scolte, molte delle quali alla prima esperienza di Route internazionale, di sperimentare innanzitutto la fraternità, l’essenzialità e l’aiuto reciproco che ha permesso loro di affrontare le difficoltà della Strada sempre con il sorriso sulle…gambe…( le Scolte e le Capo che erano con me sanno che significa!) senza mai lamentarsi e trasformare

ogni imprevisto, ogni chilometro in più, ogni goccia di pioggia in gioia di stare insieme. Abbiamo avuto la grazia di avere un sacerdote, Don Paolo, che ci ha accompagnate in ogni momento dell’Euromoot, dalla preghiera alla Liturgia, dai canti ai fuochi serali, dalle risate alle riflessioni e soprattutto ci ha sostenute lungo i chilometri che ogni giorno, invece di diminuire, si moltiplicavano! Abbiamo cercato di dedicare del tempo (quello che la stanchezza, per il cammino che ci sembrava interminabile, ci consentiva) alla trattazione dei temi che ci avevano accompagnato durante i due anni che hanno preceduto la nostra partenza; soprattutto ci siamo soffermate sulle figure delle Sante testimoni di ogni giornata che abbiamo imparato a conoscere e a sentire più vicine come modelli di vita poiché donne vere e reali.

31 • ... i rifornimenti...

32 • Le imprese...

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Certo ci sono stati i momenti di tensione e di scoraggiamento, vesciche, zecche, storte, cadute e fiato corto, il cibo da trasportare non era certo adatto per una Route e gli zaini che non si svuotavano mai, ci hanno messo a dura prova, ma ogni sera, all’arrivo al campo, trovavamo ugualmente modo di risollevarci a vicenda. Come non ricordare poi, quei paesaggi bellissimi, quell’aria frizzante al mattino, il Poprad che è stato il nostro compagno di viaggio in Slovacchia, quelle casette in legno, il guado di un fiume, il ponte sospeso, i bambini e la gente che ci sorrideva e alla quale chiedevamo notizie sul percorso in un miscuglio strano di lingue che andava dal francese, all’inglese ed al tedesco per finire con quello italianissimo, ma anche internazionale dei gesti… con i quali ci siamo aiutate anche con Genevieve… E poi l’ultima sera di Route, il fuoco serale denso di espressioni spiritosissime, frutto di tutte le avventure vissute e dall’amicizia sincera creatasi tra le Scolte che si sono scambiate canti e modi di dire regionali che hanno condito gustosamente una divertente presentazione da parte delle Scolte di noi Capo Fuoco (Capo percorso compresa), che ci ha fatto ridere fino alle lacrime… Tante sarebbero le cose da raccontare, da ricordare… e sicuramente ognuna di noi potrà dire che è stato bello esserci… Solo il Pellegrinaggio finale a Chestochowa, che doveva essere il momento più forte dell’Euromoot, ha rischiato di incrinare quanto avevamo costruito insieme nei giorni

precedenti perché i 32 chilometri (noi sapevamo 21!) da percorrere, tutti in una notte, sono stati micidiali e ci hanno sfiancato nello spirito oltre che nel corpo. Ma le Veglie della Partenza di decine di Scolte e Rover vissute con intensità per l’attesa che le aveva precedute, rimangono uno dei momenti sicuramente più significativi ed incancellabili che fanno dimenticare tutto il resto. Per concludere, voglio elencare, per salutarle tutte in un fortissimo abbraccio e ringraziarle per aver reso l’Euromoot così speciale, le Scolte e le Capo del nostro modulo: Fuoco “Santa Chiara” Barcellona I guidate da Maria Sole; Fuoco “Orione” Tortorici I, C.F. Santina; Fuoco “Rigel” Foggia I, C.F. Marianna; Fuoco “Crux” San Ferdinando I, C.F. Donatella; Fuoco “Notre Dame De Lourdes”, C.F. Tiziana ed il mio Fuoco “Aurora” che se l’è cavata alla grande, anche senza di me ed il Fuoco lituano con Padre Evald, da noi adottato fin dal primo giorno. Un ringraziamento particolare a Don Paolo La Terra che con il suo “ufficio” sempre aperto ci ha permesso di arricchire spiritualmente il nostro cammino verso Chestochowa. ROSANNA SCHIMMENTI

33 • ...e le discese

34 • Le difficoltà

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Salve a tutti,

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ono la Capo di una piccola, ma ridente comunità di 5 Scolte, al secondo anno di vita di Fuoco che, come prima Route ha fatto l’Euromoot, niente male eh? Prima di partire avevamo 1000 domande, tanta speranza e molta voglia di fare, ma… ci siamo: è venerdì 3 agosto e vediamo alla stazione di Pescara un treno con molti vagoni: È IL NOSTRO! Saliamo ed inizia l’avventura! Nel giro di qualche ora conosciamo una marea di persone e subito diamo al via canti e balli… Eravamo vicine a due fuochi marchigiani che ci hanno accolto come se fossimo sempre state con loro (grazie Ale, Giulia e Arianna). Arrivate a Levoca ci aspetta una simpatica passeggiata, con una simpaticissima collinetta; ci sistemiamo, ci guardiamo attorno, ma la sera c’è la festa con tutti, proprio tutti. In quella sera capiamo la reale dimensione di questo incontro europeo. Quanta gente!!! Poi inizia la vera Route e ogni giorno è ricchezza. Il 5/8 scendiamo dalla collina e ci spostiamo in autobus fino a Kamienka. Dobbiamo solo collinare… già solo! Arrivate a Litmanova siamo accolte da carissime persone che ci offrono della preziosa acqua e ottimo succo di frutta. Il 6/8 arriviamo a Starà L’ubovna, e durante il lungo cammino, parlo per ore con una capo francese, Luise, bella occasione di scambio di esperienze, ottima giornata! Il 7/8 il Buon Dio ci ricorda che è Lui a decidere cosa dobbiamo fare, la pioggia

35 • ...e le gioie

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caratterizza la giornata. L’8/8 costeggiamo il fiume che indica il confine con la Polonia e la sera c’è un grande fuoco con tutte, 300 ragazze che si divertono insieme: portoghesi, tedesche, polacche, francesi ed italiane: INSIEME! Il 9/8 superiamo il confine e da subito notiamo la differenza tra le due nazioni, dalle case, alle macchine, alle strade. “Il più è fatto” pensiamo arrivate a Piwuiczna, mentre mangiamo un desideratissimo gelato. Saliamo su un autobus che aspettava proprio noi, che ci porta dritte a Olsztyn dove ci riuniamo con tutti gli altri. Il 10/8 è giornata di riposo, per prepararsi al pellegrinaggio notturno… tanto faticoso, ma ottima occasione per pregare, riflettere e pensare. Arrivare a piedi ad un santuario importante come quello di Chestochowa ti ricorda che nella vita poche cose contano. Durante il viaggio del ritorno la testa rimane in Polacchia, come l’hanno chiamata le Scolte. A posteriori penso che sia stata la più bella prima Route che potessimo fare, abbiamo avuto una marea di insegnanti per imparare ad essere Fuoco, perché siamo 6 persone che non sono cresciute insieme, ma sono insieme da due anni perché vogliamo essere Fuoco. Abbiamo fatto passi da gigante e abbiamo capito realmente cosa voglia dire essere una comunità di sorelle. Un’occasione da vivere! Le parole non renderanno l’esperienza fatta! Buona Strada a tutti coloro che ci hanno fatto compagnia! LAURETTA, Fuoco Vega, Pe 3

36 • Le foto ricordo...


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Blog

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rendendo spunto dalla parola blog, che tutti sanno cosa è, ma nessuno ne conosce la definizione, parliamo un po’ di noi. Nei giorni successivi al ritorno dall’Euromoot, pur ancora preso dai meravigliosi momenti dell’evento, la marcia, l’amicizia creatasi nei moduli, l’aver rivisto e vissuto insieme a tanti amici, sono andato su internet per vedere se c’era qualcosa sul campo e qualcosa ho trovato. Innanzi tutto, sul sito della FSE polacca, tante foto specialmente della marcia notturna e l’arrivo a Chestochowa; però le cose più interessanti e simpatiche le ho trovate su www.youtube.com. Bisogna dire che lì la fantasia è tutta italiana, tranne per un piccolo contributo spagnolo, comunque posso realmente ringraziare coloro che hanno dato il loro contributo perché ho rivissuto a pieno le emozioni del momento. In particolare l’avvio dei Rover alla cerimonia d’apertura e l’entrata della bandiera italiana, filmati fatti con il telefono cellulare, ma in particolare il filmato fatto dal Clan di Terni con foto del campo con sottofondo musicale. In particolare questi ultimi hanno utilizzato un piccolo programma di nome movie maker, che è nel pacchetto del grosso sistema operativo che parla di finestre, (spero che abbiate capito). Questa potrebbe essere un’idea per raccontare in modo simpatico le proprie attività ed emozioni. Alcuni giorni dopo poi, per radio, hanno

37 • ...e i ricordi in foto

raccontato degli Scout e sono anche intervenuti diversi partecipanti all’Euromoot. È stato molto interessante perché, come sapete, parlare di Scoutismo da parte di chi non ne sa tanto è molto difficile, invece qui l’argomento è stato affrontato egregiamente. Non so se la trasmissione sia ancora disponibile comunque si può scaricare in podcast da www.rai.radio2.it/trame. Altri contributi più o meno ufficiali li potete trovare sul link news del sito dell’Associazione (www.fse.it). A proposito, per finire, la parola blog deriva da Web Log che significa diario on line, naturalmente sono pronto ad essere smentito. FRANCESCO LICENZIATO francescolicenziato@tiscali.it

38 • Poi tutti sul pullman...

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ell’Euromoot appena trascorso tanti sono stati i luoghi significativi e simbolici: luoghi storici e sacri, popoli diversi, tradizioni differenti e religiosità distinte, tutte intorno a quelle montagne dove tutte queste diversità si incontrano. Il nostro Euromoot ha avuto un percorso significativo, però pochi in realtà sanno che anche il percorso che ci ha portato in Slovacchia è ricco di significati.... Quella che vi sto per raccontare è la storia della Semmeringbahn, ovvero la “ferrovia del Semmering”. Quelli tra di voi più esperti in geografia sapranno già più o meno di cosa parlo, la maggior parte invece non sa affatto cosa sia il Semmering: ebbene è una regione montana appena a nord di Graz, che la separa dalla capitale Vienna, situata poco più a Nord. Per molti secoli la parola “separare” aveva un senso molto forte, praticamente assoluto, infatti il Semmering, considerato uno dei punti più impervi delle basse alpi, nei secoli è sempre stato considerato “inaccessibile ed insuperabile” e nessuno si sarebbe mai sognato di attraversarlo con una ferrovia. Per sognare cose impossibili servono grandi sognatori animati da

una forte passione, qualità purtroppo rare tra gli amministratori che vengono mossi normalmente da utilità ed ambizione, ma non inesistenti. Della famiglia reale degli Asburgo, che in quel momento sedeva sul trono d’Austria, faceva parte l’Arciduca Giovanni Battista d’Austria, figlio cadetto di Leopoldo II, uomo più sensibile alla bellezza del mondo e degli uomini che al potere, tanto da rinunciare ad ogni diritto di successione al trono (uno dei più potenti e influenti d’Europa e del Mondo) per sposare una borghese. Il profondo amore per la natura lo portarono a prendere l’incarico di governatore della Stiria, regione da lui amata per la bellezza delle sue montagne incontaminate e il calore della gente. Si spese molto per questa regione e cominciò a cullare dentro di sé un sogno: una ferrovia che collegasse, attraverso la Stiria, la capitale dell’impero Vienna alla bellissima Venezia, entrambe città da lui profondamente amate per la loro bellezza... In quegli stessi anni un certo Carlo Ghega cominciò a farsi strada nel mondo dell’ingegneria ferroviaria costruendo ferrovie lungo vie che altri scartavano e concludendo progetti che altri definivano inattuabili. Giovanni Battista d’Austria concluse che era l’uomo ideale per lui: aveva le capacità tecniche per iniziare questo difficile progetto, ma soprattutto era in grado di condividere con lui questo sogno! Carlo Ghega era infatti veneziano e l’arciduca era persuaso che il desidero di riunire il nord dell’Austra (dove l’ingegnere lavorava e viveva) alla sua Venezia gli avrebbe dato lo slancio

39 • ...si va in Polonia!

40 • A Biskupice...

Quello che segue è il riadattamento di un articolo che avevo scritto sulla ferrovia del Semmering, attraversata dai convogli sulla Strada del moot... ve lo mando nella speranza vi possa essere utile, Buona Strada, su ogni Strada, Gerri”Rama”RYS

Lo sapevate che...

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necessario per superare le difficoltà dell’opera. I due si incontrarono e l’ingegnere venne subito catturato dal progetto così, dopo un periodo di perfezionamento di studi in America, si mise al lavoro cominciando a valutare la situazione. Tutti gli ingegneri precedenti avevano rinunciato al progetto proprio in questa parte: non esistevano infatti strumenti in grado di studiare con precisione il territorio del Semmering, assai vario e scosceso, ma, da bravo matematico, Carlo (che si era laureato in Matematica a soli 17 anni) si dedicò alla progettazione di strumenti di misurazione efficienti anche in quel difficilissimo contesto. Questo studio fece emergere ciò che tutti gli ingegneri che avevano

rifiutato il progetto temevano e che egli stesso si aspettava: per quanto si cercasse di ipotizzare nuovi percorsi, il tracciato ottenuto risultava non ferrabile: la pendenza era pari ad un metro di altezza per ogni 40 di lunghezza, troppo per una locomotiva, e il percorso era quasi totalmente in curva, spesso con raggi di curvatura inferiore a 200 metri, troppo pochi per far passare un vagone senza rischiare il deragliamento... Carlo si occupò personalmente del problema consegnando progetti che sperava avrebbero dato un impulso sufficiente e la giusta direzione allo sviluppo dei locomotori e fece esplicita richiesta per la progettazione di treni capaci di percorre strette curve, persuaso che la tecnica presente fosse sufficientemente matura. Cominciarono così i lavori con i relativi problemi, dovuti al fatto che si doveva affrontare un terreno impervio dove era necessario aprirsi la strada tra foreste e roccia all’interno di un’area non industrializzata e priva di reali vie di trasporto. I problemi furono risolti abilmente: Carlo Ghega riconobbe in un territorio così incontaminato una ricca riserva di materiali e così gli alberi abbattuti per fare spazio ai binari divennero legname per le traversine degli stessi e la roccia estratta per

41 • Alla sera ad Olzstyn

42 • Una veglia sotto il castello

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scavare le galleria (le prime della storia ferroviaria) veniva utilizzata per costruire stazioni, magazzini e viadotti. I lavori proseguivano speditamente, sebbene molti ritenessero che l’opera fosse inutile in quanto nessun treno sarebbe mai stato in grado di percorrere quei binari così ripidi e curvilinei, ma ciò non faceva temere il costruttore che era convinto che i treni sarebbero passati e che avrebbero giustificato ogni investimento, anche se ritenuto sproporzionato. Per non rovinare l’incredibile bellezza dell’area, il progettista fu attento ed abile ad integrare l’opera nel paesaggio ambientale, attento a mantere il massimo rispetto della natura. Così dopo soli 6 anni venne consegnata alla storia la prima ferrovia montana d’Europa a scartamento normale, perfettamente funzionante e integrata nel sistema ferroviario. Un’opera coraggiosa, utile e “rispettosa della natura”, ancora oggi intatta e utilizzata da noi nelle notti del 3 e 10 agosto. Ciò che non poteva essere immaginato venne progettato, gli ostacoli vennero trasformati in possibilità, sicuri che ciò che non c’era ancora sarebbe presto stato disponibile. Un progetto inattuabile che venne portato avanti dalla voglia di migliorarsi, dalla fiducia nel progresso umano e dalla fede in Chi, con la sua Provvidenza, è in grado di cambiare le circostanze... e noi? Ci nascondiamo dietro tante scuse o rispondiamo “sono pronto” a chi ci dice “se una Strada non c’è, fattela”? GERRI “Rama”RYS, Ancona 3

43 • E dopo 31km...

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Nello zaino ho trovato...

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h sì, proprio una bella avventura questa Euromoot… Sono partita piena di aspettative e riponendo molto in questa esperienza… e ora (sì, ora sì!) posso dire che ne sono proprio entusiasta. Non nascondo che mi ha provato parecchio questo campo (chi l’ha vissuta con me e chi mi ha visto scendere dal pullman lo può confermare senza esitazione) ma a distanza di qualche tempo, quando la stanchezza e lo stress se ne sono andati, ho riaperto lo zaino e ho cercato meglio tra le tante cose che mi sono portata a casa… e non posso che ringraziare il Signore per quanto mi ha dato di vivere. Lo ringrazio veramente con il cuore per ogni istante, per

44 • Invadiamo Chestochowa!


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ogni persona incontrata, per ogni gesto, per ogni sguardo, per ogni passo, per ogni sorriso, per ogni lamento, per ciascuna delle scolte che mi ha affidato in questo cammino attraverso l’Europa, dall’Est della Slovacchia all’Ovest della Polonia, insieme a tanti altri giovani che con noi sono l’Europa e ci hanno fatto respirare l’Europa. Non credo di poter descrivere in poche righe che cosa sia stata questa Route… perché di cose, in 10 giorni, ne abbiamo vissute veramente tante, ma posso provare a dirvi che cosa ho trovato dentro lo zaino, giovani ragazze cresciute, volti stanchi ma entusiasti, canzoni, anche a volte un po’ stonate, ma cantate con il cuore… gioia di vivere e di condividere, carica, emozione, energia, soddisfazione di essere arrivate tutte a Chestochowa con le proprie gambe, voglia di superare le difficoltà, voglia di mettersi in

45 • In marcia verso Jasna Gora

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gioco, voglia di arrivare, sorrisi, affetto, fratellanza, nuove amicizie, Strada e voglia di fare Strada insieme, nuovi stimoli, ritrovate motivazioni, testimonianze di fede, desiderio di aprirsi agli altri, maggiore consapevolezza… e ancora tanto di più. Non smetterò mai dire alle scolte che hanno camminato con me il mio grazie, e quanto sono soddisfatta di loro, della forza e del loro essere donne di carattere, ma come dice una frase a noi molto nota “… Non si arriva a una mèta se non per ripartire. La tenda viene ripiegata, si cancella ogni traccia, e si va, portando nel cuore quella ricchezza di cose e di persone che si è vissuta. Poi, un’altra tappa, un altro incontro con altre persone e altre cose… siamo fatti per camminare, per crescere, per divenire”. Allora Scolte… zaino in spalla! Pronte per partire per altre avventure con la carica e la determinazione che vi hanno portate in Polonia e che dalla Polonia vi siete portate a casa… una volta ancora più forti, più grandi, più ricche, più donne! “Se siete quello che dovete essere, metterete fuoco nel mondo intero!” Un fraterno e sincero Buona Strada! …E di nuovo GRAZIE perché ci siete… MICAELA, Capo Fuoco “Freccia Dorata”, Roncade 1

46 • Una Messa solenne

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Dai monti Tatra, le nostre inviate speciali… Un “ben tornati”a quanti hanno preso parte alla magnifica avventura dell’Euromoot è doveroso!! Un’avventura che credo abbai insegnato a tutti qualcosa: la condivisione della fatica e della gioia, la pazienza e la tenacia di raggiungere un obiettivo, l’audacia di rischiare prendendo sentieri sconosciuti e non segnati sulle cartine, la forza d’animo di non arrendersi di fronte alla notte vicina e allo sconforto di trovarsi fuori strada.Voglio raccontarvi l’avventura di alcune Scolte, non perché sia esorbitante o più interessante di tante altre, ma perché è un concentrato puro di sorrisi e mani tese per un aiuto reciproco, di solidarietà immensa e amicizia innata.

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agosto, ore 18:30 ca. La cartina da tempo giace stropicciata nelle tasche delle Capo Fuoco. C’è una freccia che dice “Litmanova 1h”; “cavolo – pensiamo tutte – più strada di quanto ci aspettassimo; però, a meno che le francesi non abbiano girato i segnali, fidiamoci e speriamo bene”. Ora avete presente le discese degli slalom femminili delle ultime olimpiadi invernali, Torino 2006?! Beh, pensate di farle in salita, con lo zaino, distrutte da una giornata di cammino, col dubbio che possa anche essere tutta strada inutile, che arriva ovunque ma non a Litmanova! Qualcuno evitava di pensare troppo e angosciarsi mangiando tarallucci ininterrottamente, altre a occhi socchiusi pregavano che dietro la curva si

47 • Ma qualcuno è troppo stanco...

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intravedesse un qualcosa di lontanamente simile a una costruzione umana, altre speravano almeno che finisse il bosco e le più, come me, semplicemente non vedevano l’ora di arrivare, da qualsiasi parte, poca importanza dove. La sfortuna però girava dalla nostra… Primo bivio: dove si va? Mah, tentiamo a sinistra… secondo bivio: e stavolta?! Sempre sinistra?! Mandiamo avanti le capo così poi ci sanno dire… Al terzo bivio le idee più assurde si fanno sentire: il lancio della moneta, la conta, scelta ad occhi chiusi, a votazione... Alla fine arriviamo in Polonia, clandestinamente, passando per i boschi, di fronte alla casa del nonno di Heidi e un simpatico ragazzo ci accoglie prendendo in mano una motosega (particolare che le nostre capo ci hanno evitato fino al termine dell’Euromoot), poco contento della nostra invasione che minacciava costantemente il suo campicello di

48 • E alla fine...


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patate! Un grazie veramente sentito deve andare a Piotr, Rover del Pg1, che dall’Italia si è impegnato telefonicamente a spiegare la situazione ai locali coltivatori di ortaggi. Grazie a Dio la notte si è rivelata tranquilla e piena di sogni leggeri, anche se delle Scolte, troppo fiduciose, del Terni 1 si erano ritrovate senza tenda, avendola affidata alla capo percorso che giustamente ci aspettava, non troppo preoccupata, al campo base di Litmanova! Sono famose comunque l’ospitalità e l’accoglienza dei Fuochi e così tutte alla fine abbiamo trovato un riparo dove riposare, almeno fino ai primi raggi di una tipica mattinata polacca. All’alba veniamo svegliate dalla musica!!! Ora a quasi 1000 metri d’altezza ci aspettavamo tutte le canzoni, di ogni genere e epoca, ma non la house a tutto volume! È difficile immaginare tante Scolte tutte intente a ballare sotto il sole polacco alle sette di mattina... eppure c’è stato questa sorta di spettacolo circense, simili a tante pecorelle infiammate dal ritmo della musica. Dalla stalla compare

49 • Ci si avvia verso casa

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un’anziana signora dal viso pallido, incorniciato da un foulard a fiori che ci offre due forme di ricotta, un pentolone di latte caldo , il suo sorriso lieve e appena accennato, contagioso e magico che emoziona sempre a ricordarlo. Quella giornata soleggiata e luminosa, per tutte, è stata segnata da qualcosa di grande voluto da Dio, qualcosa che ci ha insegnato il vero sacrificio, il servizio, la fede e l’umiltà. Lassù a 1023 m sui Tatra, col sole in pieno volto, alle 9.30 una novantina di ragazze attraversavano i boschi con il sorriso sulle labbra, ricche di qualcosa che in nessun altro nessun altro luogo avrebbero mai potuto imparare. VALENTINA PELLICCIA, Fuoco il melograno, PG1 nome di caccia: coniglietto creativo

50 • Pronti al lungo viaggio di ritorno

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Prospettiva da Capo

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di nuovo Route, anche per me che sono tra le capo di un percorso; anche per me che ho già passato tanti anni e tante Route. E mi sento come sempre: come una Scolta pronta a partire, con il problema dello zaino da tenere il più leggero possibile, con le cose da dividere con la compagna di tenda, con la curiosità di vedere come sarà, con il desiderio di vivere quest’avventura il meglio possibile per farne tesoro oggi e per poterla poi mettere tra i miei ricordi perchè possano scaldarmi, in un domani lontano, come si legge nelle Memorie di Adriano, “per l’inverno dell’anima” se e quando mai arriverà. Un lungo viaggio comincia. La notte in treno passa veloce. Scolte e Rover cercano in tutti i modi e con tutte le scuse di frangere la

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barriera del nostro scompartimento di capi per passare da un settore del treno all’altro. Alla fine il balletto finisce e ci accoglie Levoca e una fredda pioggia del nord…sarà sempre così? La Route comincia: la Strada, la salita, la tenda da montare, la prima cena da cucinare al riparo. Siamo in quattro noi, a capo del percorso. Giriamo per i Fuochi con i quali cammineremo. Tante Scolte e Capo dai visi sereni. Sembrano tutte pronte a cogliere quest’attimo che passerà, questa Route che si apre. Pensare positivo; è importante anche se per ora continua a piovere. Intanto si dipanano i primi momenti. Lo spettacolo inaugurale, la nuova mattina che ci accoglie con uno splendido sole, la S. Messa in rito bizantino tutta da capire. Strada aspettaci!! E la Strada ci ha accolto. L’abbiamo cercata e l’abbiamo vissuta, come Capi. Ne abbiamo

AICoS • Associazione Italiana Collezionisti Scout L’Associazione Aicos riunisce da molti anni appassionati di storia dello scautismo, collezionisti di cimeli Scout, distintivi storici, jamborees, uniformi, pubblicazioni, cartoline e/o fibbie di tutto il mondo! Ci piacerebbe avere nuovi soci! Venite a scambiare con noi agli incontri regionali, nazionali, europei e mondiali di collezionisti nello spirito Scout Se in famiglia avete qualche cimelio Scout e non ne conoscete l’origine o il valore, scriveteci! L’AICoS pubblica per i soci la rivista trimestrale Il pellicano pataccaro su tutte le tematiche di interesse. L’AICoS si prefigge la creazione di un Museo Scout Italiano con l’aiuto di tutti: contattaci e iscriviti anche tu!

51 • Le immagini riflettono la stanchezza...

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52 • E c’è chi non ce la fa più!


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affrontato i problemi logistici. La scarsità dei servizi nei luoghi di campo, la ricerca di un modo per lavarsi, per fare acqua velocemente. Poi tutti i Fuochi da coordinare, Capo italiane, francesi, bielorusse, polacche, belghe. Tutte da mettere d’accordo per gli orari, per il rito della S. Messa, per lo stile, per il fuoco di bivacco comune. Una bella miscellanea di teste. Ma questo era il gioco. Lo stesso gioco che abbiamo visto affrontare e vincere dalle Scolte. Passata l’incertezza iniziale, tra i Fuochi delle varie nazioni si è fatto avanti il desiderio di incontrarsi e di confrontarsi. Differenze sì, ma alla fine comprensione e rispetto reciproco. È stato importante, fondamentale. Ed è nato da loro, dalle ragazze. Le abbiamo viste cercarsi a vicenda, le nostre italiane con francesi, belghe… E il percorso? Stravinto dalle Scolte. Noi eravamo il 15, il percorso dato per difficile. Ma spesso la testa aiuta. Sapendo che era difficile, si è partite forti. Tutte sapevano che non sarebbe stato facile e hanno tirato fuori la grinta. La si è vista sulla salita al Velka Raca. Io e Michela, dopo aver preceduto i Fuochi per andare a mettere i fiocchetti rossi a segnare il sentiero, siamo tornate indietro con l’idea di dover aiutare qualche Scolta a portare lo zaino nella rampa finale. Con nostra meraviglia e piacere nessuna ha avuto bisogno di aiuto e, ciascuna con il suo passo, tutte sono arrivate in cima, lassù. Aria di grande conquista si respirava quella sera, al campo sulla montagna. E i 27 km della tappa del giorno dopo hanno confermato lo spirito. Ci

53 • Rimangono la gioia...

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sono Fuochi che sono arrivati con il buio. Noi capo percorso avevamo anche cominciato a preoccuparci pensando di doverli cercare in mezzo a qualche bosco. Ma alla fine le abbiamo viste, le Scolte, uscire dalla notte che stava arrivando con i volti di chi sa di avercela fatta. A Olsztyn, prima di disperderci nella lunga marcia verso Chestochowa abbiamo voluto riunirci ancora una volta, tutti i Fuochi del percorso, per una foto ricordo. Per ritrovare, nei volti di tutte, questa Route che avevamo fatto grande grazie al nostro metterci in gioco. Perché racconto tutto questo, così? Perché è stata la mia prospettiva da Capo, il mio angolo di visuale. Da questo lato ho voluto cogliere le cose belle e forti che ho visto passare in questi giorni. Ho voluto distillare il succo di un Euromoot che ha avuto anche i suoi problemi, le sue difficoltà, le cose che potevano essere diverse. Anche quelle un buon Capo deve cogliere per migliorare e imparare, ma è il succo dolce ciò che ti lascerà in bocca il ricordo di un sapore che un giorno vorrai ancora cercare. Perché nuovi passi e nuove Route abbiano vita. MONICA D’ATTI

54 • ...la comunità...

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A CURA DI

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LUIGI INGRASSIA

Avevamo chiesto... “Siete sul treno di ritorno dall’Euromoot? Siete tornati a casa dal campo mobile? Vogliamo sapere in una frase la cosa che assolutamente non dimenticherete mai più! Sarà veramente così e noi vi aiuteremo pubblicandola sul prossimo CDM dopo l’Euromoot....” ...ricordate? Bene ecco le vostre risposte. Alcuni di voi ci hanno spedito degli SMS anche prima dell’Euromoot! Ci sono tutti. Per questione di spazio ne abbiamo sintetizzato alcuni e abbiamo dovuto rinunciare a pubblicarne qualcuno per evitare ripetizioni... eccoli: SPEDITO IL 25 maggio 2007…dal futuro mese di agosto: Sto tornando dall’Euromoot, è stato bellissimo ma non ho trovato altri Clan... Questa esperienza mi ha fatto crescere molto! Borzo, Meolo 1

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SMS... ke passione!

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Purtroppo potrò solo sentirle raccontare da chi avrà vissuto quell’esperienza o vivere nei miei sogni...E.A. Sn lacrime quelle ke scendono pensando all’Euromoot.Lacrime xkè nn potrò esserci a causa del lavoro.M auguro d poter leggere cose meravigliose nel numero d settembre d CdM! Buona strada a tutti i Rover, specialmente al Clan M.Te Vettore(il mio Clan). Tigre Impetuosa AN1 Gli incotri che si fanno...dal riscospire alcune sorelle Scolte all.incontro con Dio nella

sua più grande opera:la natura!Chiara Un’esperienza unica! Qui sul treno sto ancora guardando il canzoniere che abbiamo avuto in regalo…è davvero molto bello. L. La prossima volta meglio che l’organizzazione sia curata tutta da noi…in polacchia non hanno molto chiare le idee su logistica ed igiene. Angelo • la cosa che assolutamente non dimenticherò sono i cetrioliiiiii la cosa che assolutamente non dimenticherò è… il pellegrinaggio!!! •

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la cosa che assolutamente non dimenticherò è la veglia di Olsztin la cosa che assolutamente non dimenticherò è l’odore acre dei piedi …dei francesi!! HO ANCORA NELLE ORECCHIE… jubilate Deo...omnis terra...a...lle..lu..ia Scorderò mai il pellegrinaggio di soli 16 Km lunghi…. il doppio? Laura

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Bellissima la slovacchia, il percorso 8 poi era da sballo! K Una OLA per Don Luca… Sempre molto entusiasmante capire che ad essere scout siamo così tanti, così uguali e così diversi!!! • I francesi ci sono o ci fanno? Prossima volta le cuccette sul treno…che dite? nooo?

E ADESSO ecco la domanda che vi proponiamo per i vostri prossimi ESSEMMESSE: Quali sono, secondo voi, quelle cose, quegli eventi, quelle situazioni che nella vita vi hanno aiutato a crescere? Raccontateci...

SMS direttamente al n. 320 4397168 oppure se avete molto più da dire su questo argomento inviate una email dal vostro pc all’indirizzo di posta elettronica: redazionecdm@libero.it o spediteci la vostra corrispondenza ed il vostro materiale fotografico all’indirizzo: Redazione di CDM c/o “Guide e Scouts d’Europa Cattolici”, Via Anicia, 10 • 00153 Roma.

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55 • pe r

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una gra nde im presa! 56 •Fin ale

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