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SCOUT D’EUROPA Rivista mensile • Marzo 2011• n. 4 anno XXXV • Sped. in a.p. art.2 comma 20/c legge 662/96 • filiale di Padova ISSN: 1127-0667

TRACCE 2011

Scout d’Europa

In questo numero Santo Subito

Avventura di Squadriglia

Guidismo e spirito d’avventura


SOMMARIO Editoriale Santi si diventa Vita da Capo Squadriglia Sui colli... - Fumetto Pattuglia Nazionale Guide Un salto nel passato Pattuglia Tecnica Pattuglia Nazionale Esploratori Astuzie nella natura B-P racconta Compostiamoci bene WikiScout Invito alla lettura Apri L’occhio Giochi d’Azione Il Pettirosso Telex e Nomine

pg. 3 pg. 4 pg. 6 pg. 8 pg. 12 pg. 14 pg. 16 pg.18 pg. 20 pg. 21 pg. 22 pg.24 pg. 25 pg. 26 pg. 27 pg.29 pg. 30

Scout d’Europa - Tracce Rivista mensile per Guide e Scouts

ASSOCIAZIONE ITALIANA GUIDE E SCOUTS D’EUROPA CATTOLICI DELLA FEDERAZIONE DELLO SCAUTISMO EUROPEO ANNO XXXV N. 4 - Marzo 2011 Direttore Responsabile: Giuseppe Losurdo Direzione, Redazione e Amministrazione: via Anicia, 10 - 00153 Roma Sito internet: www.fse.it E-mail: tracce@fse.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17404 del 29.09.1978 ISSN: 1127-0667 Spedizione in abb. post. (50%) da Padova CMP Progettazione grafica e impaginazione: Giorgio Meo Stampa: T. Zaramella real. graf. snc Via Luigi Galvani, 14 Selvazzano (PD) E-mail: tzaram00@zaramella.191.it Manoscritti e foto, anche se non

pubblicati, non si restituiscono, salvo diverso accordo precedente con la Direzione. Tutti i collaboratori hanno la responsabilità e conservano la proprietà delle loro opere. La riproduzione di scritti, disegni, foto, comparsi su questa rivista è concessa a condizione che ne venga citata la fonte. Rivista associata all’Unione Stampa Periodica Italiana STAMPATO SU CARTA ECOLOGICA

UNIONE INTERNAZIONALE DELLE GUIDE E SCOUTS D’EUROPA FEDERAZIONE DELLO SCAUTISMO EUROPEO Riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici il 26 agosto 2003 - Riconosciuta con statuto consultivo dal Consiglio d’Europa il 12 marzo 1980 COMMISSARIATO FEDERALE: Le Relais de poste – B.P. 17 - F - 77570 CHATEAU-LANDON (Francia) http://www.uigse.org ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE Austria: KATHOLISCHE PFADFINDERSCHAFT EUROPAS F. Jonasstr. 13 - A - 9500 VILLACH (Austria) Belgio: GUIDES ET SCOUTS D’EUROPE - BELGIQUE Chemin Saint-Pierre, 20 - 7030 Saint Symphorien (Belgio) http://www.scouts-europe.be http://www.europascouts.be Francia: GUIDES ET SCOUTS D’EUROPE Le Relais de poste – B.P. 17 F - 77570 CHATEAU-LANDON (Francia) http://www.scouts-europe.org/ Germania: KATHOLISCHE PFADFINDERSCHAFT EUROPAS Im Ginsterbusch 21- D – 63225 LANGEN (Germania) http://www.kpe.de/ EVANGELISCHE PFADFINDERSCHAFT EUROPAS Plaßweg 1 - D - 32816 SCHIEDER-SCHWALENBERG (Germania) http://www.europapfadfinder.de Italia: GUIDE E SCOUTS D’EUROPA CATTOLICI Via Anicia, 10 - I - 00153 ROMA (Italia) http://www.fse.it/ Polonia: STOWARZYSZENIE HACERSTWA KATOLICKIEGO “ZAWISZA” FSE ul. Bitwy Warszawskiej 1920r. nr 14 - 02-366 WARSZAWA (Polonia) http://www.fse.pl Portogallo: ASSOCIAÇAO DAS GUIAS E ESCUTEIROS DA EUROPA-PORTUGAL Av. D. sa Carneiro, 44 – 1° izq. Apartado 7 - P - 3620-304 MOIMENTA DA BEIRA (Portogallo) Romania: CERCETASII CRESTINI ROMANI DIN FEDERATIA SCOUTISMU-LUI EUROPEAN bd. Transilvaniei nr. 9 bl. 20 ap. 19 - R - 2500 ALBA IULIA (Romania) http://www.fse.ro Spagna: GUIAS Y SCOUTS DE EUROPA San Vidal 7 - E - 28017 MADRID (Spagna) http://www.scouts-de-europa.org/ Svizzera: SCHWEIZERISCHE PFADFINDERSCHAFT EUROPAS SCOUTISME EUROPEEN SUISSE -SCAUTISMO EUROPEO SVIZZERO 10, Prévost-Martin CH 1205 GINEVRA (Svizzera) http://www.scouts-europe.ch ASSOCIAZIONI ASPIRANTI Lituania: LIETUVOS NACIONALINé EUROPOS SKAUTU ASOCIACIJA Vilniaus 2 - LT -5700 KRETINGA (Lituania) http://www.lnesa.projektas.lt Russia: ORJUR ul. Dushinskaja 7 - RUS - 111024 MOSCA (Russia) http://www.scouts.ru Ungheria: MAGYARORSZAGI EUROPAI CSERKESZEK Berzsenyi U. 5/a - H - 2120 DUNAKESZI (Ungheria) http://www.fse.hu ASSOCIAZIONI OSSERVATRICI Federation of North-American Explorers (FNE) 43 Bluesky Cres. Richmond Hill, ON - L4C 8J2 Canada www.FNEexplorers.com

In redazione:

ASSOCIAZIONI IN CONTATTO Albania: UDHËHEQUSET DHE SKAUTISTET E EUROPES c/o Claire de Plaen - Avenue d’Août 10 B - 1200 BRUXELLES (Belgio)

Hanno collaborato:

Repubblica Ceca: ASOCIACE SKAUTEK A SKAUTÒ EVROPY c/o Stepan Bohac - Hrade inská 1 CZ – 10100 PRAHA 10 (Repubblica Ceca)

Marco Belati, Giovanni Lettieri, Enrico De Micheli, Attilio Grieco, Sergio Aracu, Valentina Loreto, Chiara Friggeri. Hanno collaborato: Alberto Tattoli, Don Fabio Meneghini, Chiara Campioni, Valentina Vannutelli, Lorenzo Polito, Marco Natalini, Luca Cicutto, Adriano Tocci, Paolo Antoniazzi, Isabella Alberini, Francesca Carlantoni, Attilio Grieco, Paolo Cantore, Giorgio Meo.

Lettonia: KATOLU GAIDU UN SKAUTU ORGANIZACIJA LTVIJA Klostera iela 4 - LV –1050 RIGA (Lettonia)


RICORDO DI UNA GIORNATA S

e ci guardiamo intorno, se chiediamo un po’ in giro ai nostri fratelli Scout quale sia il giorno che è rimasto più impresso nella loro mente, in tanti ci risponderanno: “Quello in cui ho pronunciato la Promessa”. Per moltissimi Esploratori, questa occasione coincide proprio con la Giornata del Ricordo, giorno in cui tutti gli Scouts del Mondo si riuniscono per rivolgere un pensiero al nostro B.P. La sera si sentono risuonare, intorno ai fuochi di bivacco, i canti delle Veglie d’Armi e poi, più tardi, guardando verso i falò, si vedono stagliarsi contro la fiamma ormai morente le ombre dei Novizi in preghiera, con affianco le loro Squadriglie o i loro Capi Squadriglia. Quella che si celebra il 22 Febbraio è una ricorrenza da programmare attentamente, se vogliamo regalare ai nostri fratelli più piccoli una memoria di quelle ore che sia davvero splendida. Nei giorni che precedono l’uscita cogliamo l’occasione per rileggere con la Squadriglia qualche pagina di Scoutismo per Ragazzi...tanto per ricordarci di chi...ci stiamo Ricordando! Stiamo vicini ai Novizi cercando ancor di più di spiegar loro, attraverso il nostro esempio, cosa voglia dire Impegnarsi. E non abbiamo paura di raccontare anche le nostre difficoltà a mantenere l’Impegno... insomma, mostriamo loro, con naturalezza, la via che stiamo percorrendo. E mi raccomando… attenzione a non credere che questo sia un compito solo del Capo Riparto o solo del Capo Squadriglia; ognuno, quando si trova più avanti sul Sentiero, ha la responsabilità di guidare chi lo segue, proprio come quando, mentre cammini in fila con la tua banda nei boschi, dici a chi ti segue di fare attenzione al ramo o a alla buca che hai appena evitato! Buona Caccia Alberto Tattoli Commissario Nazionale Esploratori


SANTI SI DIVENTA

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Santo Subito

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aprile 2005, ore 21.37. Giovanni Paolo II ritornava alla Casa del Padre. L’8 aprile, in occasione dei funerali, alcuni dei pellegrini venuti da tutta l’Italia e dal mondo per rendergli omaggio e per dargli l’ultimo saluto, sventolavano striscioni con sopra scritto “Santo Subito“. Era un monito profetico di una


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realtà che di lì a poco si sarebbe avverata… Il giorno 14 gennaio 2011 è stato reso pubblico che, il 1 maggio 2011 (Domenica della Divina Misericordia), il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II sarà proclamato Beato. Il Rito di Beatificazione sarà presieduto dallo stesso Benedetto XVI. Giovanni Paolo II, il Papa con il quale molti dei vostri Capi sono cresciuti e sotto il quale ognuno di voi è nato, cari Esploratori e care Guide, amava tantissimo i giovani. Vi voglio consegnare alcuni piccoli pensieri, che sono per me un dono grande che questo Papa ci ha lasciato. Intanto il coraggio smisurato nel testimoniare la fede, spendendosi fino alla fine e incurante dei rischi, nonostante l’attentato, non si è mai fermato e, fino all’ultimo, si è donato esprimendo così la sua profonda convinzione che l’uomo è realizzato solo nel dono totale di sé. L’altro pensiero è l’invito costante a non temere di aprire, anzi di spalancare le porte del nostro cuore a Gesù: solo lui sa cosa è dentro l’uomo, ciascuno di noi. Questo

disse nel discorso con il quale inaugurava il suo pontificato. Ha attratto tantissimi giovani con il suo carisma e la sua semplicità, si vedeva che ci voleva davvero bene e ovunque andasse in tantissimi lo seguivano. Aveva una fiducia infinita in noi giovani, ci guardava

come si guarda ad un futuro da costruire sano e pulito. Fatevi raccontare dai vostri Capi, qualcuno che c’era sicuramente lo troverete che ha partecipato alla GMG del 2000 nella nostra Roma a fare servizio “ sotto i pali “, fatevi raccontare cosa disse a noi giovani…. Come ci definì. Ci disse “… voi siete la mia gioia e la mia corona… “ per dirci che per lui eravamo . Ora questa gioia c’è nel cielo e sulla terra per un Beato in più che potremo venerare, questa corona è la ricompensa del Paradiso per chi come lui ha donato la vita a Gesù per attirare a lui tanta gente. Il 1 maggio ricordiamoci di ringraziare Gesù per il dono grande che ci ha fatto in questo grande Papa. Buona Caccia!!!! Don Fabio Meneghini


vita da... capo squadriglia

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T

roppo spesso, quando pensiamo all’avventura, ci viene in mente la savana sconfinata o la giungla impenetrabile. E allora ecco che l’avventura esiste nei nostri sogni (e questo è bene) ma non riusciamo a viverla, a toccarla, a sentirne il sapore e il profumo, perché siamo convinti che sia una cosa troppo lontana dalle nostre case, dalle nostre strade ben segnalate e, soprattutto, dalla nostra sede. Come puoi pensare di guidare la tua Squadriglia verso l’Avventura? Beh…non puoi mica caricare tutti sul primo volo verso l’Alaska o tentare la traversata di un deserto sabbioso! Perché? No dico…hai dato uno sguardo alla cartina appesa nella tua aula? Italia = 0 deserti sabbiosi! E allora? Rinunciamo all’avventura? NO. Mai. B.P. soleva dire che un

vero scout sa vedere l’avventura anche in una pozzanghera di acqua sporca, no? E allora guardati intorno. Abbiamo appurato che non troverai un deserto sabbioso da attraversare, ma sei sicuro che non troverai qualcosa di ancora più “appetitoso”? Quel vecchio sentiero da tracciare nuovamente, quel torrente su cui ci sarebbe davvero bisogno che qualcuno gettasse un ponte di legno, quel tratto di bosco ancora inesplorato… Fai però bene attenzione a due cose: 1) Le avventure si cercano o si vivono. Non ti verrà incontro nessuna avventura se stai tappato con tutta la Squadriglia dentro la sede o se pernotti a casa del nonno di Pierino che ha la casetta in campagna o, peggio, se la prossima uscita di Squadriglia l’hai programmata…al parco comunale!;


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2) L’avventura è uno stile di vita, sì, ma va anche saputa vivere e, soprattutto, va preparata o, meglio, noi dobbiamo essere preparati ad affrontarla (strano vero? Estote parati!). Sei proprio sicuro che tu e i tuoi Squadriglieri siete davvero Pronti ad affrontare la vita all’aperto e tutto ciò che questa comporta? Inizia dalle piccole cose, esci con i tuoi ragazzi il più spesso possibile e arriva gradualmente a far sì che tutti sappiano cavarsela da soli e che, insieme, formiate un gruppo affiatato ed efficiente. La sola conoscenza delle tecniche non basta, ci

vuole esperienza sul campo, affiatamento e fiducia l’uno nell’altro…non credo che nessuno vorrebbe sperimentare per la prima volta la perizia dell’ambulanziere proprio quando succede qualcosa di più grave di una scottatura o di un taglietto, no? E allora sotto, dai modo all’avventura di venire da voi in modo via via più intenso e vedrai che, se parti dalle piccole cose, pian piano ci prenderete gusto e…chi sa che un domani non possiate pensare di andare a prendere quel famoso… …aereo per l’Alaska! Ps…se non l’hai ancora capito, quest’anno, su Tracce…si parla di AVVENTURA! Sergio Aracu






Pattuglia Nazionale GUIDE

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“N

on avevamo una sede, ma ci incontravamo ogni sabato in un

boschetto vicino al campo di golf. Qui cucinavamo il nostro pranzo, poi ci arrampicavamo su un albero e mangiavamo. Studiammo anche un sistema per issare il pranzo sull’albero. Facevamo dei giochi di Pronto Soccorso, dove dovevamo trovare un ferito, curarlo e trasportarlo a casa su una barella improvvisata. Ci piacevano anche i giochi di appostamento, in particolare quelli dove bisognava attraversare fossi e ruscelli.” Questo racconto risale ai primi del ‘900 e sintetizza la storia di uno dei tanti tentativi di inizio del Guidismo, quando alcune ragazze rimasero affascinate da quello che poteva offrire la vita all’aperto, il sapersela cavare nelle

“Nel corso dell’estate avevamo sentito gli Scouts

difficoltà, il compiere piccole azioni con un semplice

che parlavano del raduno al Crystal Palace. [….] Il

ma grande animo.

4 settembre 1909 era un giorno piuttosto freddo e nebbioso. Percorremmo a piedi le sei miglia per raggiungere il Crystal Palace perché non avevamo abbastanza denaro per acquistare i biglietti dell’autobus...” 100 anni fa questo piccolo gruppetto, pioniere del guidismo, composto da ragazze intraprendenti e determinate, si presentò a Baden Powell con la volontà di scoprire e vivere lo scoutismo al femminile; queste sono le prime note di un canto che da allora accompagna ancora oggi le nostre squadriglie nella continua scoperta della “Bella Avventura”. E continuano le imprese compiute durante la nostra storia, che qualcuno potrebbe anche definire strane o impossibili, ma le guide che ci hanno preceduto ci testimoniano con i loro racconti che la buona volontà e la giusta dose di coraggio le hanno sempre contraddistinte, caratterizzando ogni uscita, come ci racconta la


prima squadriglia ‘Veloci Aironi verso la meta!’ della seconda.” Questo è lo spirito con cui una capo vive e trasmette la proposta del Guidismo...quella capo che ieri era guida e crescendo non può tenere nascosto ciò che il Guidismo ha reso prezioso in lei. Maria Grazia prosegue così:

“Le riunioni di squadriglia, di riparto, le uscite, cercando di trovare nuove idee, nuove attività: uscite in grotta, dormire sotto una capanna al campo estivo, costruire un ponte canadese, il Grande Gioco, l’attività di segnalazione, i calchi in gesso, le espressioni, i Fuochi di Bivacco, le squadriglia Cigni del Riparto Pesaro 1, anno 1964:

“Sveglia alle 4.30 per le guide del Pesaro 1. Si parte per un’uscita e la meta è un posto molto bello a circa 60 km da Pesaro, chiamato ‘Madonna del Faggio’ sul Monte Carpegna. Siamo partire dalla sede alle 5.30 e, dopo aver partecipato alla Santa Messa in una chiesa di montagna, siamo giunte alle 10 circa in un posto dove la strada finiva e così abbiamo proceduto a piedi. Abbiamo camminato un’ora e forse più in un viottolo in salita con un sole molto caldo e gli zaini che pesavano. Come se non bastasse, abbiamo dovuto aiutare le Guì che non riuscivano a portare i loro zaini.” Probabilmente prima di partire per le uscite del fine settimana, oggi come allora, può capitare di vedere il non costante entusiasmo, ma una cosa è certa: l’umore completamente trasformato una volta messo lo zaino in spalla, camminando con delle sorelle al proprio fianco! Avanti tutta allora con i ricordi: nel 1978 a Cupramontana… in questi anni sta nascendo il Guidismo e Maria Grazia Piermattei ci racconta:

“Se qualcuno mi domanda perché sedicenne, ho scelto il cammino scout, quando non sapevo neanche cosa sarebbe comportato, posso solo rispondere: lo Spirito d’Avventura ... e vivere l’avventura è stata la molla, è quello che volevano e vogliono le nostre guide: allora, forza ‘Antilopi sempre più avanti!’ il motto della

Veglie, il momento tanto atteso della Promessa, camminare insieme, affrontare le difficoltà che comporta la vita all’aria aperta, mettersi in confronto positivo con le altre per fare emergere le proprie attitudini e qualità... tutto è Avventura!” Nonostante il freddo, la nebbia, il sacrificio di alzarsi all’alba, la fatica di camminare sotto il sole... sono passati anni mesi, giorni... ma ancora oggi l’augurio che ci facciamo è quello di balzare in piedi con entusiasmo, voglia e curiosità di imparare e trasmettere nuove cose, presentando a gran voce la propria squadriglia, per poter narrare ancora di grandi Avventure anzi…Belle Avventure! … e alla fine di ogni giornata, un canto i cuori unirà.

O Bella Avventura vissuta, di noi chi scordarti potrà. Pattuglia Guide Distretti Pesaro/Romagna-Ancona

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UN SALTO NEL… PASSATO! 14

Ecco un vero tuffo nelle origini del Guidismo! Per voi alcune pagine del Quaderno di Caccia di Anna Bertolini, del Roma 25, in cui racconta il suo primo campo estivo… pensate, del luglio 1948: essere Guide 60 anni fa! Magari alcune cose vi stupiranno, ma vedrete che altre suoneranno molto familiari… strano? Leggete, leggete… e poi per un’ora e mezzo aspettiamo impazienti di arrivare, sul treno Roma-Nord che conduce a Viterbo. Due fermate prima di questa città scendiamo: è Bagnaia; alla stazione è ad aspettarci un carretto per prendere le tende e i sacchi più pesanti, perché dobbiamo fare un bel pezzo di strada a piedi. È comico vedere come da tutte le porte e finestre si affacciano i Bagnaioli curiosi di vedere la grande novità: ci guardano come bestie rare e una turba di ragazzini fa ressa intorno a noi e ci segue fin quasi

I

alla casa colonica, dove arriviamo dopo una salita l primo campo: grandi preparativi da qualche

faticosa perché il somaro non ce la fa e bisogna

giorno e finalmente la mattina del 10 luglio ci

portare i sacchi da noi.

troviamo in sede, tutte con sacchi pesantissimi.

Dopo aver mangiato indossiamo la tenuta da campo

Dobbiamo sostenere una lotta per salire sul tram

e …al lavoro! Alcune di noi piantano le tende, altre


Nella tenda dobbiamo spostare i pagliericci perché vi cade l’acqua. Fra un acquazzone e un altro facciamo i lavori da campo: le tre cucine di squadriglia (una riparata da un telo per la pioggia), lo scolapiatti, un altarino alla Madonna, un telo sospeso uso dispensa, la toilette per fare la doccia, le stampelle per i vestiti e i reggi scarpe. Dopo i primi due o tre giorni nei quali ci siamo assestate, è cominciata la vera vita di campo: la sveglia è alle sette, poi ci riscaldiamo un po’ giocando a pallone e, ancora in pigiama, andiamo scavano le fosse e i canaletti intorno alle tende ed altre ancora riempiono i sacconi e le federe di paglia. Così lavoriamo fin quasi a sera ed arriviamo molto stanche alla fine di questo primo giorno di campo. Ecco la prima notte: è piuttosto strano dormire sotto la tenda ed alcune hanno paura, ma, stanche come siamo, dormiamo bene. Le tende sono disposte in semicerchio, a destra e a

al ruscello a lavarci. Dobbiamo fare tutto in grande fretta perché le tende devono essere in ordine alle nove per l’alzabandiera. Qui Elsa dà una breve spiegazione della parte del IV articolo che dobbiamo esercitare maggiormente durante la giornata e su cui saranno in generale anche i giochi. Dopo c’è la mezz’ora di servizi, un’ora di giochi e ciascuna al suo incarico. Una per squadriglia va a fare la spesa ed è molto divertente vedere come sono gentili con

sinistra di quella delle Capo; in mezzo è il palo della bandiera. Le prime giornate sono brutte: tira vento e piove.

noi i Bagnaioli, che naturalmente non ci conoscono individualmente, ma per loro siamo tutte uguali, dato il vestito, e parlando di noi dicono “quelle col cappellone”… Quando compriamo la frutta, le negozianti tutte contente ce ne danno da assaggiare e noi, più contente di loro, abbiamo così delle susine che con questo caldo non ci stanno davvero male!

…a presto con la seconda parte!

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LE CORDE

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E LA LEGATURA QUADRA “Che pasticcioni sono quei ragazzi, non lupetti o scout, che fanno un groviglio di corda o di spago che probabilmente non saranno più in grado di disfare, ma nel momento in cui questo cosiddetto nodo è sottoposto ad uno sforzo, qualcosa scivola via ed il nodo si scioglie, quando proprio si sarebbe desiderato tenesse! I nodi sono facili da imparare ed appena li sapete fare, potete insegnarli ad altri ragazzi. Usate corde VERE nell’imparare a fare nodi e, appena vi sentirete dei cannoni, provate a fare un nodo con gli occhi bendati: forse scoprirete che non siete poi così bravi come vi sembrava.”

C

orde e cordini sono materiali che usiamo quasi sempre nelle nostre attività e quindi è necessario conoscere bene le loro potenzialità e sapere quali sono le attenzioni necessarie per mantenerli in piena efficienza. Una buona corda deve avare un’ottima resistenza, un’ottima flessibilità, deve riuscire a resistere bene al logoramento e deve pesare poco. Le corde vengono fabbricate con vari materiali: canapa, sisal, nylon, fibre sintetiche, ecc. Le corde di piccola sezione sono in genere in cotone, lino, o sisal, mentre le corde più grosse sono di canapa o di nylon. Utilizzare una corda di un materiale piuttosto che di un altro dipende dall’uso che devi farne. Le corde più usate sono generalmente quelle di canapa, hanno una buona resistenza ma con l’umidità si accorciano e tendono ad ammuffirsi. Le corde in nylon non marciscono, non si accorciano con l’umidità anzi tendono ad allungarsi, sono molto elastiche e quindi non si riesce a tenderle bene e proprio per questo non sono adatte, per esempio, per costruire un ponte canadese o un passaggio alla marinara.

COME È FATTA UNA CORDA Se osserviamo con attenzione le corde che usiamo vediamo che possono essere ritorte oppure intrecciate.

Corda ritorta

corda intrecciata

Il filo o trefolo è la parte più elementare della corda, ottenuto torcendo fra loro parecchie fibre di canapa. Un certo numero di trefoli attorcigliati insieme formano un legnuolo e tre o più legnuoli attorcigliati fra loro formano una corda ritorta. Le corde intrecciate sono costituite da un’anima di fibra vegetale o sintetica ricoperta da fili intrecciati fra loro che formano la calza o guaina. L’anima serve a dare resistenza alla corda, mentre la calza serve a proteggerla.

COME FERMARE UNA CORDA Per fermare le estremità di una corda esistono vari modi Impiombatura semplice a fascia Ha il vantaggio di poter essere fatta rapidamente, però non è resistente come un’impiombatura intrecciata e con l’uso tende a disfarsi. Per evitare che ciò accada puoi immergere i capi della corda per circa 5 cm nella vernice. Impiombatura intrecciata Nodo a trefoli È il nodo che serve per iniziare l’impiombatura intrecciata d’arresto. I legnoli della cima sono intrecciati gli uni negli altri nel senso d’avvolgimento dei legnoli, facendo passare ogni capo al di sopra e facendolo uscire al di sotto dell’anello vicino (fig. 1A e 1B). Dopo il serraggio si ottiene la fig. 1 C: i


legnoli sono stretti a formare una specie d’ombrello con la parte superiore del nodo ben appiattita e senza bozzi.

costruire con esse le nostre “opere”; iniziamo da una delle legature che sicuramente usi molto per le tue costruzioni sia durante le attività di riparto che al campo.

LEGATURA QUADRA

Impiombatura di arresto 1.Disfa per 10 o 15 cm la cima da impiombare, separandone i legnoli. 2.Intrecciae i legnoli con il nodo a trefoli che dev’essere serrato ben stretto, lavorando nel senso dell’avvolgimento dei legnoli come mostra la freccia (fig. 2). I legnoli devono stare tutti alla stessa altezza e nello stesso piano. 3. Consideriamo il capo A. Esso esce dalla cima in a. Curvare A al di sopra del primo legnolo della cima 1 e farlo passare sotto il secondo legnolo 2 come in fig. 3 e 4. 4.Allo stesso modo consideriamo il capo B che esce dalla cima in b. Curvare B al di sotto del legnolo 2 e introdurlo sotto il legnolo 3 (fig. 5). 5.Infine il capo C che esce dalla cima 1 2 passerà sul legnolo 3 e sotto il legnolo 1 I tre capi dei legnoli discendono ciascuno 3 4 su un legnolo: è ciò che si chiama un “passo”. Ricominciando ed eseguendo più passi si 7 ottiene l’impiombatura 5 6 terminata. Per le corde in nylon è invece richiesta una piombatura a caldo, bruciando cioè il termine del cordino con una piccola fiamma (accendino) e lasciandolo raffreddare schiacciandolo su una superficie fredda. Una volta terminata la piombatura, immergete le estremità del cordino in colla vinilica in modo da indurirle evitando così di dovere rifare spesso questa operazione. Adesso che sappiamo come sono fatte le corde possiamo iniziare ad utilizzarle nella maniera più corretta e a

Il nome non ha nulla a che vedere con l’angolo a cui vengono fissati tra loro i pali, che con questa legatura possono essere legati a qualsiasi angolazione. La legatura quadra viene usata quando due pali incrociandosi tendono a rimanere uniti per sopportare uno sforzo, mai invece quando tendono a stare lontani l’uno dall’altro. La legatura inizia con un nodo parlato o paletto, nel caso più comune, quello in cui un palo poggia verticalmente sul terreno, su di esso andrà fatto il nodo d’inizio in modo che sia sempre al di sotto della legatura per evitare che la legatura scivoli verso il basso. Nel caso invece che la legatura venga fatta su pali stesi a terra il nodo d’inizio verrà fatto su quello a contatto con il terreno. Un errore comune nel fare il nodo parlato è quello di lasciare troppo poco cordino libero all’inizio. Anche il miglior nodo parlato infatti tenderà ad allentarsi se il capo libero non sarà abbastanza lungo da essere attorcigliato attorno al cordino prima di iniziare la legatura in modo da fissarlo con il primo giro. Attenzione: i giri di legatura non devono essere fatti a caso: quelli successivi al primo dovranno essere tenuti esterni a esso sul palo orizzontale e interni su quello verticale. Tre giri sono più che sufficienti prima di procedere ad altri tre giri di strozzatura, che dovranno essere il più possibile stretti perché da essi dipende la sicurezza della legatura La legatura quadra andrà terminata con un altro nodo parlato fatto attorno al palo su cui non c’è il nodo d’inizio; vista però la tendenza di questo nodo ad allentarsi è opportuno fermarlo con un secondo parlato.

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Pattuglia Nazionale Esploratori

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TRACCE sul SENTIERO P

er affrontare un’ impresa ed arrivare ad obiettivo è necessario che la squadriglia ,nel suo insieme, abbia acquisito un’ adeguata esperienza dell’ avventura e dello spirito scout. Sono indicatori di tale esperienza i distintivi di Promessa, Seconda classe e Prima classe di cui si fregiano gli scout ingamba che compongono le vostre squadriglie.

Per avere un’idea, a grandi linee, di quali competenze è necessario che la vostra squadriglia debba avere per portare a termine l’impresa che avete progettato e presentato per l’ Impresa Nazionale PiccolaGhianda potete fare così. In consiglio di squadriglia rileggete il programma dell’impresa segnandovi, per ogni singola tappa del Sentiero, le prove il cui precedente superamento ritenete necessario per il buon esito dell’impresa. Se alcune prove, che vi siete segnati, devono essere ancora superate, allora il momento della realizzazione dell’impresa sarà, per chi deve ancora superarle, un’ occasione per “darne prova” dopo essersi ben preparato con l’aiuto del resto della squadriglia. Infatti in ogni attività di squadriglia è possibile superare inavvertitamente le prove del sentiero. Di seguito due esempi di come lavorare in squadriglia:

“The flag of tiger” Costruzione di una zattera utilizzando copertoni/taniche, pedane, assi di legno e realizzazione (sulla zattera) di un piccolo alzabandiera, con il simbolo della nostra squadriglia. La preparazione e la realizzazione di questa impresa offre l’occasione per il superamento delle seguenti Prove del Sentiero:

Promessa: Sentiero Sentiero Sentiero Sentiero

Giallo prova n° 2, 4; 5; 6; 7; 8; 9; Rosso prova n° 2 , 4. Verde “Campismo” prova n° 1 Blu “Orientamento e topografia” prova n° 1 “Abilità Manuale ed economia” prova n° 4, 7;


“ Ma se leggerai le prove con la giusta luce, ed un pizzico di fantasia, non potrai non scoprirti a sognare di costruire un ponte , di guadare un corso s’acqua con la zattera, di attraversare il bosco seguendo le stelle”

Seconda Classe: Sentiero Giallo prova n° 3, 4, 5, 6 Sentiero Rosso prova n° 2, 3, 4, 6 Sentiero Verde “Campismo” prove n° 1, 2, 8, 9, 10 Sentiero Blu “Espressione” prova n° 5 Sentiero Blu “Orientamento e topografia” prova n° 1, 2, 3, 4 Sentiero Blu “Abilità Manuale ed economia” prove n° 6, 10; 11 Per gli scout nautici e non solo. 1.Saper nuotare senza fatica per almeno 100 metri

Prima Classe: Sentiero Giallo prova n° 5 Sentiero Rosso prova n°1; 2, 4, 5, 6 Sentiero Verde “Campismo” prove n° 1, 2 , 4, 5 Sentiero Verde “ Osservazione e Natura” prova n° 8 Sentiero Blu “Abilità Manuale ed economia” prova n° 1

“Impresa riposo in montagna” Ci recheremo in un sentiero di montagna e, trovato uno spiazzo libero, vi costruiremo un luogo di sosta per i gitanti. (tavolo, panche e una edicola con crocifisso)

Promessa Sentiero Giallo - prova n ° 7 Sentiero Rosso - Prove n° 1 , 2 , 3

Sentiero Verde Campismo Prova n° 1 Osservazione e Natura Prova n° 6 Sentiero Blu Orientamento e topografia Prova n° 1 Abilità manuale ed economia Prova n.7

Seconda Classe Sentiero Sentiero Sentiero Sentiero Sentiero

bianco - Prova n° 5 Giallo - Prova n° 2 Rosso - Prove n°1, 2, 3, 4 , 6 Verde Campismo - Prove n.1, 2, 6 Osservazione e Natura Prove n° 8, 9, 10 Blu Orientamento e topografia Prove n° 1, 2, 3 Abilità manuale ed economia Prove n° 6, 7, 9, 10, 11

Prima classe Sentiero Rosso - Prove n° 1, 2, 3, 4, 5, 6 Sentiero Verde Campismo - Prove n° 1, 2, 4, 5. Osservazione e Natura - Prove n° 8. Sentiero Blu Orientamento e topografia Prove n° 1,2,3. Abilità manuale ed economia Prove n° 11. Pattuglia Nazionale Esploratori

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ASTUZIE nella natura 20

UNA BEVANDA NATURALE B

asta con le solite bevande! Volete stupire i vostri squadriglieri con una bevanda nuova, dissetante e fatta da voi? Per festeggiare un compleanno in sq. o per impreziosire una gara di cucina, ecco il succo di sambuco! Dovete procurarvi alcuni fiori di sambuco nero che da aprile a giugno abbelliscono le nostre siepi e i boschetti umidi e fertili. Come riconoscerlo? Il Sambuco nero è un arbusto con legno molto morbido e all’interno un midollo bianco e spugnoso (nei rami giovani). Le foglie sono composte di 5-7 foglioline dentate. I fiori sono formati da tanti fiorellini bianchi dal profumo dolce e delicato. Se non siete sicuri che sia sambuco stropicciate e annusate le sue foglie, la loro puzza è inconfondibile! Ma attenzione: prendete solo i fiori, le altre parti non sono commestibili. Mettiamoci all’opera per preparare lo sciroppo.

INGREDIENTI: 2 litri d’acqua 2,5 kg di zucchero 3-4 limoni a fette 8-10 fiori grandi di sambuco 80 g di acido citrico (lo si trova facilmente in farmacia)

Preparazione: Sciogliete lo zucchero nell’acqua e fate bollire per 10 minuti. Quando si è raffreddato aggiungete i limoni (ben lavati) e i fiori di sambuco (sciacquati). Aspettate 10 minuti e aggiungete l’acido citrico. Lasciate macerare in un posto sicuro e dopo 3 giorni sarà pronto lo sciroppo, che potete tenere in frigo.

Quando vorrete avere una buona bevanda dissetante, basterà qualche cucchiaino di questo sciroppo per trasformare l’acqua del rubinetto in un’ottima bevanda rinfrescante. Ed ora, pronti a stupire i vostri amici?

Paolo Antonazzi


IL RECUPERO DI A.44 E ALTRI F

acevo parte da poco tempo del mio reggimento, dopo avere lasciato il college, quando ricevemmo l’ordine di partire per l’Afghanistan. Una sera scoppiò sul nostro campo un terribile uragano di vento e pioggia che abbatté le tende e portò via un grande telone, che fu sollevato in alto e andò a ricadere nel recinto dove erano legati i cavalli. Naturalmente gli animali ne furono terrorizzati, spezzarono le cavezze e fuggirono in disordine in tutte le direzioni. L’indomani all’alba tutto il reggimento partì alla ricerca dei cavalli, che furono tutti ripresi ad eccezione di uno, il migliore del reggimento, “A.44”, quello che veniva montato dal SergenteMaggiore. Vi fu una grande agitazione anche perché il colonnello si era mostrato molto dispiaciuto per la sua perdita. Decisi quindi di andare a cercarlo e seguii le tracce del cavallo che, dopo alcune miglia,

mi condussero fra le montagne e, mentre guardavo in avanti alla ricerca della traccia, alzando gli occhi vidi il fuggitivo, la cui sagoma si stagliava sul cielo alla sommità di una collina. Lasciai il mio cavallo, mi arrampicai verso A.44, riuscii a impadronirmi di lui e lo ricondussi al campo sano e salvo. (...) Dall’India, il mio reggimento fu trasferito in Sud Africa, dove, sotto il comando di Sir Charles Warren, si stava organizzando una spedizione contro alcuni avventurieri boeri, i quali tentavano annettere una parte del territorio posto a nord della Colonia del Capo, nel Bechuanaland. Dovemmo lasciare Bombay in fretta e senza i nostri cavalli. All’arrivo nel Natal, ricevemmo dei cavalli totalmente selvaggi e non domati. Anche lì una notte vi fu uno sbandamento dei cavalli, molti dei quali fuggirono disordinatamente e non furono ritrovati per un paio di giorni. Il colonnello, scherzando, mi disse di ripetere nuovamente il giochetto

e ritrovare i cavalli fuggitivi. Approfittai quindi della mia esperienza, però qui non c’era neve o fango dove trovare delle tracce, perché il terreno era coperto di erbetta e montuoso. Seguii allora la cresta delle colline, guardando da ogni parte per cercare di scoprire i nostri cavalli. Le sole creature viventi che fui capace di trovare, dopo una lunga giornata di ricerche, fu una mandria di bestiame che pascolava sul fianco di una montagna. La esaminai con l’aiuto del binocolo e notai che una delle bestie era di un curioso colore giallo. Ben presto ne vidi anche un’altra dello stesso colore e molto presto mi accorsi che si trattava di due cavalli che si erano uniti al bestiame al pascolo e che avevano ancora indosso la loro coperta militare gialla. Pieno di gioia, salii fino a loro, li catturai e li riportai al campo. Nuova pacca sulla spalla dal colonnello. Robert Baden Powell (Tratto da “Lessons from the Varsity of Life” a cura di Attilio Grieco)


“Compostiamoci” bene 22

Un’opportunità da non gettare via

OSSERVARE LE TRACCE Quante volte nel bosco ti è capitato di osservare come le foglie cadute dagli alberi si decompongono lentamente e tornano a diventare componenti del terreno. Ci hai mai pensato? E’ proprio così: la natura non produce rifiuti, perchè tutte le sostanze provenienti da piante e animali vengono restituite al ciclo naturale e continuamente trasformate. La nostra legge ci invita a “vedere” nella natura l’intelligenza che sta dietro alle meraviglie del Creato che Dio ci ha affidato per imparare a rispettarle, nella consapevolezza di dover dare una risposta di come “collaboriamo” con Lui per mantenerlo così bello.

DAL DIRE.. AL FARE E a casa? Come ci comportiamo? Purtroppo capita che gli “avanzi di cucina“ e gli scarti del giardino spesso vadano

a finire direttamente nelle nostre pattumiere. Si tratta di materiale prezioso che invece di gravare inutilmente sulle discariche può essere vantaggiosamente trasformato in humus e restituito al terreno tramite il compostaggio. In poche parole possiamo dire che il compostaggio è un processo naturale che permette di ottenere dagli scarti organici di cucina e giardino del terriccio fertile, chiamato compost.

RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE Per “compostarci bene” ci serve una COMPOSTIERA, cioè un “contenitore” in cui trasformare gli scarti organici (frutta e verdura, erba, foglie..) in concime. Con qualche attrezzo ed una spesa minima è possibile realizzare una compostiera perfettamente funzionante.

COMPOSTIERA “FAI DA TE” Materiale 1. Telo ombreggiante - m. 2,85 x m. 1,00; 2. Rete metallica plastificata di maglia “cm 1x1” pari a m. 2,85 x m. 1,00; 3. Rete metallica plastificata di maglia “cm 6x10” pari a m. 0,75 x 0,75 ; 4. Filo metallico (da mm. 0,8 oppure 1) - 5 metri; 5. Tronchese per tagliare la rete e il filo di ferro; 6. Pinza per piegare il filo di ferro e la rete.


Come fare La rete metallica plastificata di maglia 1x1 va divisa in un pezzo da 2,20m e uno da 0,65m che diventerà il fondo della compostiera.

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Si comincia la costruzione srotolando il pezzo più grande della “rete 1x1” a terra, sovrapponendo i due lembi in modo da ottenere un cilindro di circa 60-65 cm di diametro che verrà fissato con il fil di ferro.

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Il cilindro va alzato, posandolo sopra alla rete da 1x1 cm rimasta. Occorre segnare la circonferenza ottenuta che verrà ritagliata con un tronchese. Il fondo della compostiera va unito al cilindro legando le parti con il filo di ferro.

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Attaccare il telo ombreggiante sulle pareti esterne del cilindro, lungo tutta la circonferenza unendo rete e telo con il filo di ferro.

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Appoggiando la “rete 6x10” sulla compostiera, verranno praticati dei tagli lungo i bordi con il tronchese, in modo tale che si possa riuscire a costruire un cerchio che costituirà il coperchio della compostiera.

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Stessa operazione di rivestimento anche per il coperchio, fissando il tutto ancora con il fil di ferro. è conveniente porre al di sotto della compostiera un riquadro di rete metallica leggermente più grande del contenitore per evitare l’introduzione di piccoli animali.

Dopo 6-7 mesi, terminata la decomposizione, per ottenere il compost si deve setacciare il materiale con una rete a maglie di alcuni cm per separare eventuali presenze di pietre e pezzi grossolani. Il compost di buona qualità si presenta di colore bruno scuro, leggermente umido, con gradevole odore di terriccio di bosco.

UN’IDEA PER L’AUTOFINANZIAMENTO COSA COMPOSTARE La selezione dei materiali inizia in cucina dove potete predisporre un secchio apposito per i rifiuti organici. di frutta e verdura • scarti di caffè • fondi raffermo • pane d’uova • gusci secche • foglie • segatura appassiti, • fiori • avanzi dell’orto

Il compost può diventare spunto per un’attività di autofinanziamento senza dubbio originale, preparando dei sacchettini trasparenti (tipo cellophane) contenenti il nostro “terriccio” chiusi con del nastro colorato. Parallelamente qualche mese prima che il compost sia pronto, si potrebbero anche seminare dei fiori e via via concimarli con l’humus che se ne ricava. L’occasione dell’autofinanziamento potrebbe prevedere anche l’allestimento di piccoli stand, all’interno dei quali tramite l’utilizzo di cartelloni, vetrate, ecc.. si avrà la possibilità di illustrare il lavoro eseguito. Buon Lavoro e... “COMPOSTATEVI” BENE ! Silvia Pardini

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Che scivolone sulla neve… L’Alta Squadriglia del Riparto Caprarola 1 durante il campo invernale ha costruito uno slittino per la neve! Le ragazze hanno trascorso tre giorni vicino Rieti e avevano in programma una bella uscita sul Terminillo.

Scautismo Baden-Powell Legge Promessa Motto Squadriglia Riparto Attività

Nacque a Londra, in Stanhope Street, il 22 febbraio 1857, venendo battezzato col nome di Robert Stephenson Smyth Powell. Ma quando ha 12 anni sua madre cambia ...

Prima di tutto lo hanno ideato e progettato, per capire quale materiale fosse necessario: viti e chiodi avvitatore, martello, cacciaviti, tenaglie, sega 2 doghe di legno di 1 metro 1 doga di 50 cm 4 doghe di circa 60 cm 1 raspa e della carta vetrata di varie granulometrie e, per le amanti dell’ estetica, della vernice per personalizzare lo slittino. Hanno inoltre utilizzato materiale di scarto, casse e panche rovinate dell’angolo di Sq. Il primo giorno del campo invernale le 4 guide, Beatrice, Cristina, Martina e Valeria, si sono messe al lavoro: con la sega hanno smussato un angolo delle 2 doghe più lunghe per far in modo che la slitta non si “piantasse” nella neve, poi con raspa e carta vetrata, hanno reso il legno più liscio, sia per scivolar meglio sulla neve, sia per cercare di togliere le schegge che altrimenti avrebbero fatto male nelle mani di chi avrebbe usato lo slittino. Il secondo giorno hanno assemblato i pezzi, dapprima con qualche difficoltà con le viti, perché è difficile infilarle nel legno, poi passate al martello ed ai chiodi il lavoro è stato più facile. A quel punto non hanno dovuto far altro che aspettare di arrivare sulla neve, dove non vedevano l’ora di provarlo. Trovato un posto adatto per scivolare, una bella discesa, le guide sono rimaste soddisfatte del loro lavoro, e si sono divertite tantissimo. Si sono ripromesse di cercare di fare altri slittini in modo di riuscire a gareggiare ognuna con il proprio. Hanno capito anche che sarebbe stato meglio progettare uno slittino in modo da non usare per niente viti e chiodi, ovvero con il froissartage e che avrebbero potuto pensare di aggiungere delle comodità…per esempio i freni! Ma con l’esperienza si migliora.

Il giglio è il principale simbolo dello scautismo, e appare nei loghi della maggior parte delle associazioni scout del mondo. ...

Valentina Vannutelli


INVITO ALLA LETTURA

Invito alla LETTURA

e Un piccolo spazio per presendetar bri! li i un grande mondo: quello

Tre uomini in barca (per non parlare del cane)

U

n libro divertente e molto spensierato che ci racconta la vancanza di tre baldi giovani inglesi (più il cane Montmorency) che si organizzano per trascorrere due settimane a bordo di una barca nel periodo estivo; obiettivo? risalire il placido, quanto affascinante, Tamigi. I tre “eroi”, molto poco avezzi alla vita da campeggiatori acquatici, ma pieni di entusiasmo e di iniziative, si rendono ben presto conto che il fascino ed il romanticismo di una vacanza in barca mal si realizza se si è poco esperti in fatto di navigazione e che l’amicizia spesso non basta per organizzare e vivere una esperienza simile se non si è disposti a venirsi incontro nelle esigenze di ognuno e nelle necessità della logistica.

Un libro che, per la goffaggine dei tre protagonisti, vi farà ridere a crepapelle. Dalla penna dell’autore si evince tutto lo humor inglese, che diletta e che diverte un vasto pubblico, non si solo ragazzi. La vicenda, che è ambientata nel paeaggio del Tamigi e nelle campagne circostanti, ci permette anche di conoscere e scoprire luoghi pieni di storia e di bellezze paesaggistiche che l’autore ci descrive con passione e con approfondita conoscenza. Dello stesso autore (al pari divertente) è il seguito del libro: Tre uomini a zonzo.. Isabella Alberini

Jerome Klapka Jerome

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APRI L’OCCHIO

Sede dolce Sede

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A

ndrea, ogni volta che partecipava a qualche incontro di Capi Squadriglia, organizzato dal Distretto aveva occasione di recarsi presso le sedi di altri Riparti. La gioia di incontrare gli altri Esploratori era sempre un po’ guastata dalla delusione che provava per la sede del suo Riparto. Il Riparto di Andrea, infatti, aveva uno spazio piccolissimo adibito a Sede e diviso in angoli di Squadriglia ancor più piccoli. Fortunatamente il Parroco aveva messo a disposizione dei ragazzi anche un paio di grossi ripostigli che erano stati adibiti a magazzino per il materiale, ma più di questo il “Don” non aveva potuto fare, la Parrocchia era in centro, e la chiesa era molto antica, gli spazi erano ristretti per tutti. Nonostante ciò, tuttavia Andrea e gli altri Esploratori facevano l’impossibile per avere sempre degli angoli in ottime condizioni e con qualcosa di nuovo, tanto che quasi ogni mese, in una Squadriglia o nell’altra, c’era qualche “lavoro in corso”, ovviamente nei limiti dello spazio ristretto.

in una Squadriglia o nell’altra, c’era qualche “lavoro in corso”, ovviamente nei limiti dello spazio ristretto.

Quando l’incontro dei Capi Squadriglia fu organizzato nella sua sede Andrea si mise d’accordo con gli altri Capi e riunite le Squadriglie tutti si misero all’opera per rendere ancora più, ordinata, accogliente e ospitale una sede che, già di suo, era sempre molto curata. Nel corso dell’incontro gli altri Capi rimasero a bocca aperta di fronte all’attenzione che era stata dedicata nella costruzione, decorazione e manutenzione degli angoli di Squadriglia, tanto che Marco, Capo di un altro Riparto disse ad Andrea: “Certo di spazio voi non ne avete d’avanzo, però non riesco proprio ad immaginare cosa potreste fare se aveste una sede grande come la nostra”. “E’ il mio più grande sogno – rispose Andrea – tra un po’ passerò al Clan, ma mi piacerebbe lasciare alla Squadriglia uno spazio più grande in cui poter fare attività, però non dipende da noi e per ora possiamo solo fare del nostro meglio con quello che abbiamo”. Su una cosa Andrea si sbagliava. Un giorno il signor Antonio, che aveva un garage proprio a fianco al cortile della Parrocchia andò dal “Don” e gli disse: “Ormai sono anziano e ho deciso di smettere di guidare, ho venduto la macchina, ma ho ancora il garage, vorrei che la Parrocchia lo usasse. Mi piacerebbe che servisse agli Scout. In tanti anni non mi hanno mai fatto mancare un sorriso e un saluto ogni volta che li incontravo e la gioia dei loro canti mi ha sempre rallegrato la domenica, durante la S. Messa”. Andrea si era sbagliato: era dipeso anche da loro. Paolo Cantore


GIOchi d’azione

! I H C O I G

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TIRO CON LA CANNUCCIA!

Materiale : cordini, telone, cannucce, fogli di giornale, fili di lana colorata Ogni Squadriglia costruisce con un telone e dei cordini in una zona abbastanza nascosta del campo un fortino. Una volta finito, ogni Squadrigliere prepara con dei fogli di carta di giornale delle munizioni (un minimo di 3 a un massimo di 5 a testa) che verranno inserite nella cerbottana ovvero la cannuccia, e a seguire preparera’ 3 fili di lana da attaccare alla cintura, che rappresenteranno le sue vite. Divisa la Squadriglia in attaccanti e difensori, al fischio del Capo ogni attaccante cerca il fortino della Squadriglia avversaria, se nella ricerca l’attaccante vede un difensore dell’altra Squadriglia o viceversa, entrambi caricheranno la cerbottana con le munizioni preparate con il giornale e soffiando, cercheranno di colpire l’avversario. Chi viene colpito cede una delle sue vite all’avversario ed entrambi tornano al loro fortino. Vince la Squadriglia che trova per prima il fortino dell’avversario e che ha conquistato più vite!

CAMPO A STRISCE Materiale : nastro bifocale, picchetti, palla Ogni Squadriglia deve segnare nella porta avversaria. Il campo viene diviso in diversi quadrati con il nastro bifocale Ad ogni quadrato corrisponde un diverso tipo di gioco con la palla ad esempio palla scout, rugby etc… Ogni persona che attraversa il campo per segnare nella porta avversaria deve far attenzione a dove si trova, perché se sbaglierà tipo di gioco, perderà la palla per passarla poi all’altra squadra!

Attenzione…. E Buona Caccia!!!! Simona Grisolia


Semel scout, semper scout 28

Intervista a...

Franco Cupini

Nome e Cognome Franco Cupini Quando sei entrato negli scout? sono entrato a far parte, dell’allora nuova famiglia FSE L’Aquila 1 nel 1980; di allora ricordo i nomi di quei lupetti che nel corso degli anni sono rimasti dei riferimenti per il mio percorso scout in quanto li vedevo pronti e preparati... nomi come: Mario ed Alberto Villani, Roberto Capranica, Carlo Rossi, Andrea Santucci, Marzio Ghilarducci e tanti altri (e non me ne vogliano se non li ho menzionati) che sotto la guida del nostro Akela e capo gruppo, Giovanni Santucci, hanno dato il via ad un branco di lupetti “affamati” di vita scout. Quali sono state le tappe nel tuo percorso scout? nel mio percorso scout ho attraversato tutte le tappe: dai lupetti ai rover, passando ovviamente per gli esploratori. Ricordo i nomi dei capi riparto di allora: Grante Luciano, Moretti Alfredo e Gagliardone Silvano; un altro riferimento di allora era Enzo Pitone che poi ha abbandonato L’Aquila 1 per fondare L’Aquila 2... ricordo che quando sono salito al riparto era un periodo di confusione, infatti allora si stava scindendo il Gruppo Aq. 1 e si creava, quindi, un’inevitabile alternanza di persone alla direzione dei vari riparti e così venivano cambiati i nomi di coloro che erano stati per me dei punti di riferimento. Ai rover ho fatto il noviziato, ma devo ammettere che ormai avevo perso un pò d’entusiasmo nell’essere scout in quel periodo e così ho lasciato il gruppo (pur rimanendo “sempre scout” tanto da partecipare alle attività da “esterno”). Che lavoro fai? Attualmente sono un Ispettore Capo della Guardia di Finanza, specializzato nel soccorso alpino e comando la stazione sagf (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza) di Roccaraso. Come è tornata utile la tua esperienza scout nel lavoro? Ritengo che la mia esperienza, maturata nel corso degli anni scout, insieme, ovviamente, all’educazione ricevuta dalla mia famiglia, siano state di fondamentale importanza nella vita, nel mio essere uomo, rispettoso del prossimo, della natura e delle regole. Oggi sono un militare ed ho un alto senso di responsabilità nei confronti dello Stato, della Costituzione e delle Leggi, ma ritengo che, anche se

non fossi entrato in un Corpo Militare, avrei comunque avuto rispetto per il prossimo e per le regole di vita e questo grazie all’insegnamento dello scoutismo. Perche hai scelto questa professione? Non è facile rispondere ad una simile domanda, le scelte nella vita le fai un pò per passione ed un pò per necessità; io ho scelto di entrare in un corpo militare per diversi motivi: continuare una tradizione militare di famiglia (infatti da parte di mio padre c’è stato un insegnamento alla cultura militare perché il padre ed i suoi parenti hanno servito la Patria ricoprendo anche cariche importanti); per il rispetto incondizionato della Costituzione e delle Leggi e, non ultimo, anche per necessità. Ovviamente, nel mio caso ho avuto la fortuna di trovare all’interno della guardia di finanza un servizio molto particolare che mi permette di essere vicino al prossimo, di poterlo aiutare nelle difficoltà e, comunque, nel rispetto delle regole. Cosa ti senti di dire agli scout e alle guide di oggi? Essere guida o scout oggi non è facile, infatti sono molte le distrazioni che portano i giovani lontano dalla vita di Squadriglia. Chi è scout oggi, dà un grande senso alla vita ed ha capito che riesce a distinguersi e crescere con dei valori importanti che non lo abbandoneranno mai. Il mio consiglio è di far sempre riferimento alle regole dello scoutismo, viverlo nella consapevolezza di essere un buon cittadino ma comunque con la responsabilità di apportare il proprio contributo per migliorare questo mondo. Buona strada!


Pettirosso “La neve avvolge la campagna che circonda la nostra sede, e rende tutto più silenzioso, quasi a sottolineare l’operosità delle mie squadrigliere.” Pensa Cristina, la Caposquadriglia. Ma tra il silenzio si insinua un leggero ticchettio irregolare, e una

piccola ombra si affaccia sul davanzale. Un’ombra delicata e festosa, macchiata di rosso, viene a salutare la squadriglia, che con tanto impegno ed orgoglio ne condivide il nome e lo spirito: “Un Pettirosso!” Esclama Paola!

Nome: Pettirosso Aspetto: uccello di piccole dimensioni con capo tondo e privo di collo, silhouette paffuta, petto e fronte di colore arancio; il resto del piumaggio è bruno oliva. Zampe lunghe e sottili. Il petto arancione serve soprattutto ai maschi come esibizione per difendere il territorio. Comportamento: è un animale che fa piccole migrazioni, spesso spostandosi dalla montagna alla pianura nelle stagioni più fredde. Si nutre in prevalenza di insetti, lombrichi, larve e lumache, che cattura col becco sottile e appuntito, e in alcuni casi cattura anche piccoli pesci! In inverno frequenta anche le mangiatoie artificiali (vedi Tracce 4 del 2010), ed è ghiotto di pezzettini di lardo. Difende il territorio in modo coraggioso non solo con il canto, ma anche fisicamente. Dove osservarlo?: Facilmente osservabile anche vicino agli uomini in inverno, quando scarseggia il cibo, mentre in primavera nidifica in boschi umidi e ricchi di sottobosco; nel resto dell’anno occupa qualsiasi tipo di ambiente compresi parchi e giardini, specialmente se in collina e montagna. Diffusione: nidifica in tutta Italia con l’eccezione di alcune zone della bassa pianura padana, della Puglia e della Sicilia dove però può essere presente nelle altre stagioni.

Colori di squadriglia: marrone (astuzia, capacità) e nero (forza, sicurezza) Marco Natalini


INDIRIZZO di telex:

Inviate la vostra corrispondenza a: Telex Esploratori: Paolo Cantore, Via Giuseppe Valmarana 41 – 00139 Roma Telex Guide: Chiara Friggeri, Via della Repubblica 280NC6 – 00040 Marino (Roma)

SCOUT CEGGIA - CAMPO INVERNALE IN AUSTRIA - 26 Gennaio 2011 Quest’ anno la squadriglia Volpi del Riparto S. Sebastiano di Ceggia ha svolto il proprio campo invernale in Austria, nella località di Sharnstein (tra Vienna e Linz), insieme a una squadriglia di Esploratori austriaci. Dopo l’incontro con la squadriglia austriaca dei Falchi gli Esploratori hanno raggiunto il luogo in cui avrebbero dovuto “sopravvivere” per cinque giorni: una baita senza acqua né corrente elettrica, riscaldata da un’unica stufa a legna. Dopo la costruzione dell’alzabandiera (e dopo aver spalato

Le foto possono essere inviate anche per posta elettronica ma devono essere di una buona risoluzione. Email: tracce@fse.it

un po’ di neve…), le giornate si sono svolte all’insegna delle attività in comune e all’aperto, comprese le Olimpiadi Scout del 4 Gennaio. Il campo è stato sicuramente un’esperienza positiva per tutti, per la possibilità di fare amicizia con gli Esploratori austriaci, confrontando così le rispettive culture e tradizioni. Anche se i due gruppi avevano nazionalità diverse c’era però in comune lo spirito Scout e quindi gli stessi ideali che hanno contribuito a fari sentire tutti uniti. Un grazie a Luca, Capo Squadriglia delle Volpi per il bel resoconto.


NOMINE ESPLORATORI Hanno conseguito il riconoscimento di Esploratore Scelto: Riccardo

Nome

Cognome Cagnato

Meolo 1

Gruppo di appartenenza

Domenico Gaspare

Carbonari

Palermo 2

Hanno conseguito Specialità Maggiori Specialità Maggiore

Nome

Cognome

Gruppo di appartenenza

Citta’

Jacopo

Lascala

Velletri 2

Pronto Intervento

Riccardo

Cagnato

Meolo 1

Vita All’aperto

Riccardo

Cagnato

Meolo 1

Citta’

Domenico Gaspare

Carbonari

Palermo 2

Vita All’aperto

Domenico Gaspare

Carbonari

Palermo 2

Animazione

Domenico Gaspare

Carbonari

Palermo 2

Casa

Giovanni

Vitrano

Palermo 2

Casa

Vincenzo

Finocchio

Palermo 2

Animazione

Vincenzo

Finocchio

Palermo 2

Animazione

Simone

Colonnelli

Velletri 2

Cognome Spessot

Gruppo di appartenenza Lucinico 1

GUIDE Hanno conseguito Specialità Maggiori Specialità Maggiore Liturgia

Nome Eugenia


TRACCE Liberami da me stesso

Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante d’amore e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona amata, liberami da me stesso. Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere, liberami da me stesso. Signore, quando mi sono convinto di essere povero e mi accorgo, in un momento di onestà, di essere ricco di orgoglio e di invidia, liberami da me stesso. E, Signore, quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo mondo, fa’ che io trovi felicità e conforto solo in Te. Madre Teresa di Calcutta


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