Tornare sulla moto dopo l'incidente: il sogno di Fabrizio diventa realtà.
27 luglio 2010. Grazie a un ausilio realizzato dai tecnici del Centro protesi INAIL di Vigorso di Budrio, un agente motociclista della Polizia di Milano ha riprovato l'emozione di tornare in sella: "Finalmente rivivo la mia più grande passione" BOLOGNA - "Sono riuscito finalmente a provare il mio 'terzo braccio' su una moto seria: che spettacolo", esordisce così Fabrizio Folli, nel raccontare l'esperienza con la sua nuova ortesi, realizzata dai tecnici del Centro protesi INAIL di Vigorso di Budrio. Nonostante l'infortunio sul lavoro, che gli ha causato una grave lesione al plesso brachiale dell'arto superiore destro, questo nuovo ausilio gli consente di riprovare l'emozione di tornare in sella. 38 anni, agente motociclista della Polizia locale di Milano, nell'ottobre 2006, alla guida di un mezzo di servizio, non è riuscito a evitare un palo. "Non so come, né perché sia successo, dato che non ricordo nulla", racconta Fabrizio. "Ho rimosso ciò che è avvenuto prima e dopo l'impatto. Neanche il mio collega, che mi seguiva a bordo di un altro motociclo, è stato in grado di dare un senso all'accaduto. Ho perso conoscenza e so che, con l'elisoccorso, mi hanno trasportato in ospedale dove sono rimasto 21 giorni in rianimazione". Poi un lungo periodo di ricovero e varie operazioni per tentare di salvare l'uso della spalla e del braccio. Dopo 14 mesi che Fabrizio definisce "un vero e proprio calvario" ha capito che la lesione sarebbe stata permanente. "Pian piano ho ripreso la mia vita. Sono tornato al lavoro, purtroppo con mansioni di ufficio, e ho ricominciato a esercitare tutti gli sport che facevo prima dell'infortunio: nuoto, sci, calcio, ma non mi bastava, non ero completamente soddisfatto". Il vero obiettivo di Fabrizio infatti era ritornare in moto. Una passione coltivata fin da ragazzo e così forte da portarlo a scegliere un lavoro che gli desse la possibilità di usarla quotidianamente. Ma dopo l'incidente, un po' per la difficoltà di capire come riprendere a guidarla e un po' per le resistenze della famiglia, la moto rimaneva solo un desiderio inespresso. Poi gli amici del motoclub Montefalchi di Milano gli hanno regalato una Pit-Bike ( un mezzo a metà strada tra una moto e una minimoto), aiutandolo a riprendere gradualmente confidenza con le due ruote. Per circa due anni l'ha guidata con un braccio solo, poi finalmente la svolta. "I tecnici della Linea arti superiori del Centro protesi si sono offerti di aiutarmi, studiando e inventando quello che io ora definisco il mio terzo braccio". L'ortesi costruita per Fabrizio è infatti costituita da una struttura rigida che viene applicata alla spalla e al tratto trans-omerale del braccio destro, e fissata al tronco con un bretellaggio. Prosegue poi a livello del gomito con una articolazione che riproduce l'avambraccio a cui è applicata una mano estetica, con pollice articolato per permettere la presa del manubrio. Durante l'utilizzo dell'ortesi, Fabrizio tiene l'arto naturale fissato al corpo con un ausilio. "I tecnici Giuseppe Maldina e Salvatore Voci sono stati fantastici in tutto: cordialità, disponibilità e soprattutto professionalità visto che il risultato ottenuto mi dà la possibilità di guidare una vera moto, bene e in sicurezza, anche se solo in pista." Questo perché in base alla normativa attuale, il tipo di limitazione all'arto superiore, non gli permette di conseguire la patente A speciale per la guida su strada. "E' un mio cruccio, ma sono consapevole che, per il momento la regola è questa. Speriamo che in futuro le cose possano cambiare. Per ora mi sento di ringraziare il Centro INAIL per le idee, il lavoro svolto e la pazienza dimostratami. Non mi hanno solo costruito un'ortesi; mi hanno regalato la possibilità di tornare a vivere la mia più grande passione". (sa/vigorso)