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Ironica, graffiante,
indiscreta ma leale. Per questa ragione Marella Giovannelli mette subito in chiaro che il suo nome di battaglia è stato Mara Malda, nulla a che vedere col vil soldato della nostra peggior tradizione militare. “Due parole – precisa – tant’è vero che chi mi contattava mi chiamava dottoressa Malda”. Insomma, incapace di “uccidere un uomo morto”, non avrebbe avuto alcuna pietà per un uomo corto. Lo pseudononimo che l’ha resa familiare a mezza Italia è nato quando collaborava con Dagospia, Panorama e La Nuova Sardegna. Prima ancora si era autobattezzata Beatrice Moss quando curava la rubrica “Qui Costa Smeralda” per l’Unione Sarda. Per chiamarsi col suo vero nome, ed oggi impegnativo cognome, ha atteso i suoi libri di poesia ed i suoi articoli sulla Gazzetta di Porto Rotondo. “L’esperienza di Mara Malda – dice - è impossibile da dimenticare. Giorni fa ho riletto sul Corriere della Sera, del 22 agosto 2007 l’annuncio della “morte” di Mara Malda che in un auto-necrologio aveva dichiarato: “Non ci sarà più il gossip nella mia estate. Mi sento colpita da orticaria al solo pensiero di scrivere ancora delle saghe lelemoriche, briatoriane, venturiche o certosine”. Tra le cu-
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un’ipotesi di Mara Malda due: “Per ora preferisco non scongelare il mio alter ego gossiparo. Preferisco impegnarmi in un’altra iniziativa realizzando il libro “Fotograffiati”. Vogliamo parlarne? “Durante un’incursione nel mio archivio digitale, per caso sono finita nel film Videocracy e mi sono ritrovata a fronteggiare numerose richieste di interviste, foto e “consulenze” come presunta esperta di un ambiente che non frequento più sin dal 2007. Allora ho pensato al possibile utilizzo delle foto del mio archivio. Così è nata l’idea di selezionare e inserire in un libro più graffiante che patinato (da qui il titolo) oltre 300 immagini che avevo scattato dal 2003 al 2010. Nella galleria dei fotograffiati ci sono Silvio Berlusconi, uomo politico ed ospite “canterino” e “ballerino” nelle feste in casa di amici, il principe Karim Aga Khan, il conte Luigi Donà dalle Rose. Altri potagonisti animano questo diario fotografico: Marta Marzotto, Lele Mora ed altri personaggi delle travolgenti estati della metà degli anni Duemila. Ma ci sono anche Woody Allen, Elton John, Meryl Streep, Andy Garcia, Vladimir Putin. E poi Flavio Briatore, Simona Ventura, Alba Parietti, Krizia, Sandra Mondaini e molti rappresentanti del mondo dello spettacolo, della cultura, degli affari e dello sport. Il libro lo presenterò
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riosità di quegli anni ricordo lo scoop del culatello, pubblicato nell’agosto del 2003 da Dagospia, col quale ricostruivo il rocambolesco recupero di un culatello della Bassa ordinato da Silvio Berlusconi per Vladimir Putin, ospite a Villa Certosa”.Marella non chiude le port e ad
sabato 6 agosto, alle 19:00, in piazzetta degli Archi a Porto Cervo. Ci saranno l’editore Dario Maiore e Bachisio Bandinu che ha curato la prefazione”. Vulcanica Marella che non ha intenzione di appiccare alcunché al chiodo! “Dopo l’ultima raccolta dei miei versi, “Il giostraio a riposo”, preceduta da “L’estranea”, “Mareamore”, “Equatore celeste” e dal libro “Porto Rotondo, storia di un’emozione”, sto lavorando a un nuovo progetto. Con la collaborazione di Maria Antonietta Seu Deiana, una selezione delle mie poesie è stata tradotta in logudorese. I miei versi, in limba ed in italiano, saranno accompagnati da immagini fortemente evocative”. Basta? Macchè! E gioca con le parole. “Tu pensi ad un riciclaggio ed invece c’è un reci-creaggio visto che creo oggetti con materiali di recupero. Presto organizzerò una mostra sul filo dell’ironia e del “non prendersi mai troppo sul serio. La bellezza della vita è anche sapersela inventare ogni giorno”. Marella Giovannelli ha vissuto la realtà di Po r to Ro-
tondo anche d’inverno quando si spengono le luci. Il mio legame col villaggio è fortissimo. Per molti anni ci ho vissuto anche d’inverno e, nella solitudine e nella pace del fuori-stagione, ho trovato sempre motivi di ispirazione e riflessione. Porto Rotondo per me è approdo, rifugio, faro e tana. In trent’anni ho conosciuto tantissime persone legate alla storia del villaggio e ho assistito ai cambiamenti delle tendenze, dei costumi e degli stili di vita”. Un pizzico di Marella story. Nata ad Olbia, dopo la scuola dell’obbligo, elementari allo Scolastico e medie in via Nanni, la quattordicenne studia prima alle Marcelline di Milano, poi alla Scuola Interpreti a Roma. Superati 21 esami ed ottenuto il diploma di Inteprete Parlamentare e Traduttrice in Russo, Inglese e Francese, completa gli studi alla Sapienza di Roma e si laurea in Scienze Politiche con una tesi sull’Antisemitismo in Unione Sovietica ai tempi di Stalin. Comincia subito a lavorare in un’agenza delle Nazioni Unite per i Rifugiati ebrei provenienti dalla Russia. Erano intere famiglie in attesa del visto per l’America, l’Australia, la Nuova Zelanda, Canada e Israele. Marella traduce dal russo in inglese: racconti di prigionia e persecuzioni. “Allora – ricorda - traducevo libri e articoli visto che eravamo pochi a conoscere la lingua russa”. Nei primi anni Ottanta, ritorna ad Olbia col marito, Gianni Marzi, e i figli Emiliano ed Alessandro. “Per me – ricorda- è stato doloroso abbandonare un lavoro che amavo moltissimo ma, chiusa una porta si spalanca un portone”. Arriva a Porto Rotondo. “Avevo 23 anni e ricordo ancora una cena da Albert; io, mio marito, Marta ed Umberto Marzotto. Soprattutto con Marta nacque una grande amicizia che ha dato vita a innumerevoli contatti e incontri, tutti molto interessanti e stimolanti. Direi anche preziosi poiché tv e giornali locali cominciarono a richiedere la mia collaborazione per interviste a celebrità che incontravo a feste, pranzi e cene più o meno esclusive. Quello che era iniziato come lavoro estivo si era trasformato in un’attività professionale. Messi laurea e diploma nel cassetto, ho iniziato a lavorare nelle redazioni di emittenti televisive. Ricordo la lunga esperienza con Cinquestelle Sardegna e la collaborazione con diversi quotidiani, settimanali e magazine. Nei primi anni Duemila, su internet ho creato un sito nel quale ho raccolto i miei articoli e un grande archivio fotografico. Un’altra svolta professionale c’è stata nel 2001 quando ho lasciato Cinquestelle in cui ero riuscita a curare un programma in cinque puntate sulla vita di Olbia dagli anni Venti agli anni Cinquanta. Era arrivata l’ora di lanciare, col collega Mauro Orrù, una nuova sfida: proporre al Comune un sito internet aggiornato e vivace che curasse l’aspetto informativo-divulgativo non solo sotto l’aspetto istituzionale. Dall’inizio del 2002 sino al febbraio 2011, quando ho lasciato l’incarico, ho scritto migliaia di articoli corredati da fotografie. Agganciato a Google, grazie anche all’effetto moltiplicatore della Rete, il sito è diventato un punto di riferimento per la gente e per gli organi di stampa, una “vetrina” per la città e una cassa di risonanza delle attività svolte dal Comune. Tornando al passato, grande significato per me ha avuto anche la lunga e intensa collaborazione con la Gazzetta di Porto Rotondo e col sito www.portorotondoweb. it. Un’ultima maramaldata: pregi e difetti di Gianni Giovannelli, il fratello sindaco. “Perseveranza, pragmatismo, pazienza”. Per Marella, sono i tre maggiori pregi. Per la Mara Malda dura a morire, sono i principali difetti. Alfonso De Roberto