Il volto di gesù

Corso IRC – IISS Boselli Docente: Chiolerio Marco

IL VOLTO DI GESÙ Storia dell’arte di una immagine

Paradossalmente la più antica testimonianza graffitica del culto a Gesù

II secolo – «Alexamenos adora (il suo) dio»

Corso IRC – IISS Boselli - Docente: Chiolerio Marco

ANTICA PARODIA BLASFEMA

Y esus X ristos TH eou Y ios S oter

Gesù Cristo di Dio Figlio Salvatore

PRIMI SIMBOLI CRISTIANI

LA PIÙ ANTICA DOMUS ECCLESIAE

DURA EUROPOS INIZIO III SECOLO

GESÙ «BUON PASTORE»

L’IMMAGINE Sono evidenti i legami con la cultura classica.

La raffigurazione origina dalle parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni: «Io sono il buon Pastore. Il buon pastore offre la vita per le sue pecore».

In ambito pagano indicava benevolenza e filantropia.

IL LUOGO Dura Europos era una città di frontiera, marginale rispetto ai centri di potere dell’impero romano. Una guarnigione romana vi sostò dal 165 al 226 dC. E’ il più antico luogo di culto cristiano: una casa privata in un quartiere povero.

Accanto c’è una famosa sinagoga, tutta affrescata con motivi biblici.

E’ la vittoria della periferia sulle varie «iconoclastie», quella ebraica, assoluta (cf.

Esodo 20 «Non ti farai immagine…») e quella cristiana, dibattuta.

III-IV secolo Catacombe di Priscilla e Callisto (Roma)

IV SEC. CATABOMBE DI COMODILLA Il tentativo dell’arte occidentale di descrivere GesÚ nella sua natura, vero Dio e vero uomo

Per la prima volta raffigurato con la barba Tentativo di inseguire una tipologia etnica

Statua del IV s.

(Musei Vaticani) Buon Pastore V sec.

(Ravenna)

TENDENZA ICONOCLASTA Come l’Ebraismo e altre religioni (Buddismo e poi l’Islam) anche parte del Cristianesimo condivide la condanna delle arti figurative. Così TERTULLIANO (+220) autore africano pagano convertito al Cristianesimo: «E’ il diavolo a creare pittori, scultori e autori di ogni sorta di ritratti» Egli quasi scomunica una sorella dell’imperatore Costantino che gli chiede una immagine di Cristo, accusandola di tendenza idolatriche.

EPIFANIO (+403) vescovo di Salamina (Cipro) scrive all’imperatore Teodosio:

«Quale degli antichi Padri ha disonorato Cristo raffigurandolo sulle tende di una porta o in una casa privata o in una chiesa?»

E’ l’inizio dell’ICONOCLASTIA, la distruzione delle immagini sacre come blasfeme, perché il divino non si può raffigurare.

DIFESA DELLE RAFFIGURAZIONI 325: il Concilio di Nicea dichiara Gesù uomo «consustanziale al Padre», ossia della stessa sostanza di Dio Padre, incarnato per la nostra salvezza.

451: il Concilio di Calcedonia «di natura divina come il Padre, della stessa sostanza umana nella sua umanità, eccetto il peccato originale».

Come vero uomo, è lecito – pertanto – raffigurarlo nell’arte.

692: il Concilio «trullano» dichiara lecite le immagini pubbliche di Cristo, «per insegnarci l’umiltà e la profondità della sua umiliazione, di Lui che, vero Dio, si è fatto debole per salvare il mondo».

Tuttavia ancora nel 726 l’imperatore d’Oriente Leone III ordina la distruzione di tutte le «icone» e le immagini di Cristo e della Vergine Maria. L’arte perde centinaia di capolavori …

Alcune immagini si salvano solo nelle periferie, a rischio della vita di alcuni.

USCITA DALLA CLANDESTINITÀ Con la fine delle persecuzioni (313 dC) il Cristianesimo esce dalle catacombe.

L’ARTE e l’ARCHITETTURA diventano allora meno enigmatiche nell’esprimere il mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo La via della ufficialità è quella della SCULTURA Esempio emblematico è il «Sarcofago di Giunio Basso» prefetto dell’Urbe (+ 359) capolavoro della scultura classica della prima era cristiana.

Si trova nei Musei Vaticani di Roma.

L’entrata di Gesù a Gerusalemme, la domenica «delle Palme»

Lo scultore lo raffigura con la toga romana e il pallio greco tipico di filosofi e maestri di pensiero E’ la gloria «terrena» di Gesù

GesĂš Cristo nella gloria, Giudice della Storia Ai suoi piedi Atlante (vittoria sul paganesimo)

Le fattezze di un giovane (Apollo?) rimandano all’eterna giovinezza

Famoso mosaico del 504 dC (S. Apollinare Nuovo, Ravenna)

Un giovane Gesù Cristo vi appare con la tunica imperiale e benedice i pani e i pesci che gli apostoli gli porgono con le mani guantate (come era uso nelle offerte all’imperatore) Dal 402 dC Ravenna è capitale dell’Impero romano di occidente poi bizantina

AUTOREVOLE E IERATICO Del tutto diverso è un Gesù scarno, ieratico, dispensatore di verità Maestro tra i dotti

Mosaici della basilica di s.

Prudenziana (V sec.)

ROMA rione Monti

843 FINE DELL’ICONOCLASTIA L’imperatrice Teodora fa trionfare l’Ortodossia.

Da allora le immagini sono di nuovo lecite.

In OCCIDENTE l’arte è «narrativa» In ORIENTE è «rivelativa» del mistero.

Inizia la «fissità delle icone orientali.

DAFNI (Atene, Grecia) Chiesa della Dormizione

Arte bizantina – 1020 dC

Cristo Pantokràtror

(lett: che tutto tiene in mano con energia) dall’alto dell’abside guarda in basso dal ciglio del cielo …

Cattedrale di COLONIA (Germania)

Crocifisso del vescovo Gerone (970 dC) Cristo da maestro inizia ad essere raffigurato come uomo che ha sofferto «Nessuna immagine è più adatta del crocifisso per una chiesa» (1020 – Bernardo d’Angers)

MEDIOEVO

Il portone bronzeo è alto 4,5 mt.

8 scene bibliche per ogni anta E’ uno dei primi esempi di arte ESPRESSIONISTA Il «dramma» espresso dall’arte medioevale, il «pathos» La sofferenza entra nell’arte.

Per la prima volta la crocifissione viene scolpita con un Gesù straziato dalle lance.

Accanto ad essa, il peccato di Adamo-Eva (a sn).

Siamo lontani dalla distanza ieratica e fissa delle icone del cristianesimo orientale

Chiesa di san Michele (Hildesheim, Bassa Sassonia) 1010-1031 Inizialmente dei frati benedettini (cattolici) che conservano la cripta, mente ora la chiesa appartiene alla chiesa protestante evangelica.

Patrimonio dell’UNESCO

Evangelario di Ottone III – miniatura Cristo lava i piedi agli apostoli 996-1002 Mai si era vista prima nell’arte cristiana tanta emotività, visionarietà, passione.

Lo slancio reciproco delle braccia tra Gesù e Pietro, nella lavanda dei piedi, gesto di umiltà e la città di Gerusalemme in alto che domina la scena

VENEZIA : INCROCIO TRA ORIENTE ED OCCIDENTE (1063-94)

IL PORTALE ROMANICO

VEZELAY, Borgona (Francia) chiesa di s. Maria Maddalena (1120-1132) Il timpano in pietra scolpisce GesĂš, seduto, giudice della storia

La scultura permane In capitelli e portali

Il duomo di MODENA (1099-1184)

La dedica al sommo scultore Wiligelmo

Duomo di Cremona Cattedrale romanica di s. Maria Assunta 1107-1190

Nel volto di Cristo di Wiligelmo semplicità popolare, durezza della fede, occhi diretti.

Gesù non è più simbolo di verità astratte e lontane, ma vero uomo, salvatore con la sua umanità

Duomo di PARMA 1074-1174 «Deposizione di Cristo dalla croce» dello scultore Benedetto Antelami (+1230) Capolavoro di eleganza in cui la tragedia umana di Gesù diventa rito solenne

PISTOIA, Pieve di s. Andrea – Pulpito di G. Pisano (+1314) Incalza il GOTICO francese Lo strazio di Gesù e dei discepoli in lacrime. La Madre Maria sviene

PITTURA CIMABUE (+1302) Firenze, Chiesa S. Croce Prima del 1274 dipinge questo crocifisso che si emancipa finalmente dall’arte bizantina, un secolo dopo la scultura.

Dopo di lui - e SOLO in Occidente - pittura e scultura procederanno appaiate Il corpo in croce si contorce, l’anatomia è credibile, il chiaroscuro è ferreo, le ombre madide

GIOTTO da Bondone (1267-1337) Compianto sul Cristo morto - 1303 PADOVA, Cappella degli Scrovegni

Un ricco mercante adorna la sua cappella privata

Duccio da Boninsegna (+1319) Duomo di SIENA - «Maestà» Il Cristo percosso e deriso (a destra) e il Cristo glorioso che esce vivo dalla tomba (sotto) Raffinatezza gotica al tramonto del Medioevo. L’arte passa ai privati

Autunno del Medioevo che anticipa il RINASCIMENTO. L’iconografia medioevale raffigurava Cristo come autore della vita.

Ora entriamo in tempi nuovi: Gesù barbuto, coronato di spine, ad occhi chiusi rendono lontana la sofferenza «simbolica» delle icone orientali e dell’Alto Medioevo. Il corpo è corpo di dolore.

Emblematico è un capolavoro di questo periodo dello scultore fiammingo Claus SLUTER (+1405) che scolpisce il suo capolavoro «Il pozzo di Mosè» a Champmol (DIGIONE, Francia) su ordine del sovrano Filippo l’Ardito di Borgogna.

MOSCA – TERZA ROMA Zar = Tsar = CZAR nelle lingue slave, da CAESAR

1015 : muore Vladimiro di Kiev.

La RUSSIA entra tra i paesi cristiani e darà un apporto fondamentale all’arte soprattutto dal XIV al XVI sec.

Bastano due nomi

- RUBLEV (+1430), famoso per aver «scritto» l’icona della Trinità - DIONISIJ (+1510) che dipinse la cattedrale di Mosca e di Rostov

In OCCIDENTE nasce l’UMANESIMO che porta nell’arte la PROSPETTIVA lineare, il punto di vista dell’uomo – appunto – che si concepisce al centro dello spazio E’ una idea dell’architetto e scultore FILIPPO BRUNELLESCHI (1377-1446)

Al centro dello spazio divinamente proporzionato Dio ma vero uomo 1427 : emblematica in tal senso la TRINITA’ ultima opera matura del pittore MASACCIO, soprannome di Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai (+1428) amico e collaboratore di Brunelleschi

Un confronto tra giganti nel XV secolo : Donatello sfida Brunelleschi

Il VASARI nelle «Vite», opera da lui scritta, riporta lo sconcerto di Donatello al vedere l’opera di Brunelleschi, dischiarandosi vinto.

La scultura è oggi nella chiesa di Santa Maria Novella (FIRENZE)

PIERO DELLA FRANCESCA affresco della «Risurrezione» Pittore chiave dell’umanesimo italiano

1450-1463 Sansepolcro (Arezzo)

Perfetta fusione delle due dimensioni immaginative:

- l’espressionismo, che racconta la tragedia umana della «carne» e

- il classicismo, ispirato alla misura, al decoro che si conviene all’immagine del Figlio dell’Uomo tra gli uomini resurrezione della natura e di Cristo a confronto

Andrea MANTEGNA (+1506)

«Il Cristo morto» 1470-1480 MANTOVA

La ragione prospettiva che diventa dramma, citato come «Cristo in scurto», cioè accorciato dal figlio Ludovico.

Questa prospettiva accorciata affida lo strazio della morte di Gesù a due piedi martoriati L’Oriente non usa la prospettiva, caratteristica del punto di vista umanistico (l’uomo al centro) e soggettivo occidentale, ma si limita a descrivere il mistero

Con LEONARDO DA VINCI (+1519) invece la linea è INTROSPETTICA, psicologica, fisiognomica, tentativo artistico di mostrare anche l’invisibile

Guido MAZZONI (+1518) «Compianto sul Cristo morto» MODENA e NAPOLI E’ l’arte popolare che ha creati i «Sacri Monti» nel perfetto stile umanistico rinascimentale

Albrecht DURER (1471-1528) di Norimberga (Germania) Incontra Leonardo a Milano e nel 1506 : a VENEZIA dipinge «Gesù fra i dottori» (ora a Madrid)

Sui volti i moti dell’animo … i vecchioni non capiscono la sapienza del giovane Gesù.

Durer ha capito gli studi di Leonardo come pochi altri

Lorenzo LOTTO 1508 «Pietà»

Polittico di Recanati (AN) Anima analitica del Rinascimento.

Si apre la via alla ricerca delle complessità psichiche che porterà agli studi della psicologia moderna

Mathis GRUNEWALD (+1528)

La Passione di Gesù come «orrore» della vita umana.

Terrificante crocifissione in ambiente notturno e desolato.

Sullo sfondo, le rivelazioni della passione di Gesù a Santa Brigida, pubblicate a Norimberga nel 1502.

L’immagine di EISENHEIM illustra il conflitto drammatico di Martin Lutero tra la coscienza individuale, senza speranza a causa del peccato (i dolenti a sinistra), e l’illimitata fiducia nella Grazia di Dio (G.Battista a destra).

LA RIFORMA PROTESTANTE TEDESCA

RAFFAELLO

da URBINO (+1520) «Trasfigurazione» 1517 Secondo Matteo cap 17 in basso Raffaello dipinge l’episodio della guarigione di un fanciullo indemoniato Luce naturale e luce soprannaturale divinità e umanità …

Crisi spirituale di un epoca grandiosa che ripete con il padre del ragazzino : «Signore, io credo ma tu aiutami nella mia incredulità»

Meditazione sul sacrificio di Cristo. In questa opera senile di Michelangelo i pesi e i volumi dei suoi muscoli si squagliano nel nulla, nella inesistenza e vanità di quella fisicità (Flavio Caroli)

MICHELANGELO BUONARROTI «Pietà Rondanini» 1519 TIZIANO «La Pietà» Olio su tela Venezia 1576 grandioso ex-voto per scongiurare la peste sulla città

Jacopo Robusti, detto

TINTORETTO Crocifissione 1565 VENEZIA

Tintoretto

lavorò praticamente tutta la vita nella Sala dell’Albergo di Venezia.

Iniziò nel 1564, poi ancora nel 1582 ed infine nel 1588, con la Gloria di san Rocco.

Quarant’anni di lavoro per i committenti di Venezia, di colui che è stato chiamato «Il Michelangelo della Laguna».

La sua «Crocifissione» è l’antenato di tutti gli «effetto notte», una luce livida e olivastra perforata da almeno tre spot luminosi che danno effetti di bagliori insensati.

Tintoretto avrà un solo erede, il grande visionario per eccellenza della pittura: El Greco.

Domenico Theotokòpulos, detto EL GRECO perché nato a Creta nel 1541.

Opera a Venezia e poi a Toledo (Spagna) dove muore nel 1614.

La sua «Risurrezione» dà l’idea del perché sia detto «visionario» con la sua ricerca della sproporzione e del fantasmatico, dell’enfasi sulla gestualità, sulla luce, i folli rapporti spaziali.

Si nutre della teologia di Dionigi l’Areopagita, Gesù «prima radianza» di Dio Padre

CARACCI (1555-1619)

Ludovico

Il bacio di Giuda Bologna - 1590 A Bologna più che altrove è precisa la normativa sull’arte sacra dopo il Concilio di Trento.

In primo piano il travaglio interiore dei personaggi, simile alle pagine del Manzoni …

Anticipa Caravaggio (sotto)

Michelangeo Merisi da CARAVAGGIO

Vocazione di Levi-Matteo Roma 1599 Chiesa di s. Luigi dei Francesi Caravaggio dipinge la Chiesa come luogo dove si cerca la salvezza dalle miserie di questo mondo, la chiesa dei poveri.

Con lui la pittura è vera rivoluzione: la luce è quella della Grazia, non entra da porte e finestre ma si manifesta e illumina peccatori come il gabelliere Levi che diventa il discepolo Matteo o gli altri due ladri e giocatori che rimangono tali ...

Novità è anche vestire i personaggi evangelici con i panni dell’epoca di Caravaggio. Il dito di Gesù come il dito del Creatore in Michelangelo alla Sistina

Caravaggio, vocazione di san Matteo (particolare)

REMBRANDT van RIJN (1606-1669) La cena di Emmaus 1630 - Parigi

Raccoglie l’eredità di Caravaggio senza averlo mai incontrato.

Un uomo atterrito che riconosce il Gesù ucciso che ora è vivo davanti a lui. La donna ignara in cucina e lo stupendo profilo di Gesù davanti al quale si sprigiona la luce …

Definita forse l’opera «protestante» più grande mai dipinta, parto del cristianesimo nordico olandese.

Diego VELASQUEZ Cristo crocifisso Siviglia - 1629 Diego VELASQUEZ - 1630 Cristo flagellato contemplato dall’anima cristiana Frutto invece del cattolicesimo spagnolo è questa opera di Velasquez Pittura vera, segreta, impassibile, sensuale e pura.

Placida contemplazione in stile ingaziano dei misteri della Passione di Gesù

Francisco de ZURBARAN (1598-1664) Santa Faz - 1631 Siviglia Inizia il periodo delle copie: questo pittore andaluso dipinge una diecina di volta una copia del «Volto della Veronica».

Si tratta della copia di un dipinto antico anonimo, conservato in Vaticano che nel 1216 aveva operato un miracolo, dando inizio ad un nuovo culto.

Negli stessi anni in cui dipinge Velasquez, Zurbaran dipinge questo «trompe-l’oeil» assoluto di un lenzuolo con il volto di Gesù, dove il corpo assente si materializza in un lenzuolo.

Fede e realismo spagnolo …

Realismo e Classicismo della Storia di Gesù nel SEICENTO Federico BAROCCI, detto il FIORI (+ 1612)

Guido RENI Crocifisso 1639 Modena

Senza abbandonare il realismo, si cerca un linguaggio classico.

Guido Reni dipinge il suo ultimo capolavoro (+1642) immerso nei debiti di gioco, vizio di una vita, cercando di realizzare la «divinità umanata».

Era fuggito da Roma per andar oltre al manierismo (e al Barocco) della pittura del Barocci.

Vive la sua solitudine nell’ultimo grido di Gesù al Padre: «Perché mi hai abbandonato?»

Nicolas POUSSIN La sacra Famiglia sui gradini Parigi - 1648 Il suo tempo vive la disputa tra ANTICHI, pittori seguaci dei canoni classici, e i MODERNI, che invece cercavano di dipingere «il gran teatro del mondo».

Il francese Poussin (+1665) è tra i primi.

La sua pittura è severità stoica, nostalgia di un tempo perfetto, oltre le leggi della natura e della storia.

Giambattista

TIEPOLO (+1770) La salita al Calvario Venezia - 1740

Astro assoluto dei MODERNI, il veneto Tiepolo inserisce nella pittura sacra – di scarso interesse nel XVIII secolo – il «gran teatro del mondo».

Gli eventi del Vangelo diventano una recita strabiliante e seducente.

Colori, emozioni e scenografia teatrale alla Cecile DeMille chiudono un’epoca in cui la fantasia occidentale ha meditato sulla vita terrena di Gesù.

Da ora in poi, Gesù Cristo sarà compagno solitario di pittori emarginati e incompresi.

XIX SECOLO Da ideale romantico a icona di consumo

Honoré

DAUMIER

Ecce Homo 1850

Il rapporto istituzionale tra grande arte e temi sacri si affievolisce dopo le tempeste di fine Settecento e inizio Ottocento. In generale, la religione cristiana viene relegata ad un colossale problema privato.

L’arte sacra torna nelle «catacombe» dell’interiorità.

William TURNER (+1851) immagina l’episodio di Cristo e la Samaritana.

DAUMIER (+1879) invece si interessa alla ferocia umana.

Dipinge un quadro enorme, quasi caricaturale, con una vena giornalistica. E’ l’inizio della identificazione tra la pochezza umana e la debolezza terrena di Cristo. A sinistra il suo Qijote.

ERA SIMBOLISTA

Emile BERNARD (1868-1941) Cristo nell’orto (Cristo giallo) a destra Pietà (sotto) Scuola di Pont-Aven (Bretagna)

Stimato da VanGOGH e molto amico di GAUGIN, il giovane Bernard apre la strada ad un simbolismo molto sensibile ai temi religiosi. Nel 1886 dipinge il «Cristo giallo». Come per un altro quadro, sarà però Gaugin ad accaparrarsi del misticismo di Bernard.

Ambiguità tra reale ed immaginario …

Paul GAUGIN

(1848-1903)

Dal primo impressionismo, passa alla scuola bretone di Pont-Aven, prima di andare a Tahiti.

Litigherà con Bernard per avergli sottratto idee ed immagini …

Le donne bretoni diventano … le «Tre Marie» del Calvario portando il mistero di Cristo nel quotidiano della Francia di fine Ottocento ….

Siamo lontani dalla forza eroica delle croci dell’Umanesimo …

Paul GAUGIN Cristo nell’orto degli ulivi Parigi 1889

Georges

ROUAULT

(1871-1958)

Cristo oltraggiato Parigi 1912

Talento spontaneo ed istintivo (Fauves) amico del filosofo Maritain diventa uno dei maggiori pittori di arte sacra di tutto il

Novecento

Un GesĂš quasi privo di pupille, che forse non vede, perchĂŠ ha racchiuso tutto il dolore del mondo dentro il suo corpo emaciato.

Un viaggio all’inferno con la fede nella risurrezione

Renato

GUTTUSO

(1912-1987) Crocifissione Palermo 1941

Il pittore comunista siciliano ha in mente la «Guernica» di Picasso del 1937, la famosa opera che commemora le vittime del bombardamento aereo della città basca di Guernica, durante la Guerra Civile.

Egli stesso affermò di voler dipingere : una Crocifissione che sembri una natura morta e una natura morta che sembri una Crocifissione. La Crocifissione – infatti - deve essere il dramma di tutti gli esseri umani e in questo senso una scena comune.

Questo è tempo di guerra e di massacri: gas, forche, decapitazioni, voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi.

Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee.

Il famoso pittore andaluso Pablo Picasso (+1973) disse: «Non c’è tema più bello della Crocifissione, tanto è vero che è stato affrontato per più di mille anni, milioni di volte» …

Crocifissione è la METAFORA di uno stato esistenziale che tocca tutta l’umanità.

Tutto il Novecento italiano, arte e politica, può essere compreso in questo apparentamento tra l’ideologia socialista e pietas cristiana.

Raccogliendo una sfida con un mito della grande arte, partendo da una riproduzione fotografica, Andy WARHOL elabora nel 1986 la sua opera intitolata Cena, icona di consumo. Era la sua ultima mostra: teorico del nulla, aveva orrore del nulla e mette in scena il commiato di GesÚ dai sui discepoli, la cena, l’ultima, prima del commiato da questo mondo ‌

L’uomo disperato e spezzato del secolo XX mette spesso in scena il proprio dolore, la propria nostalgia per un sacro che crede di aver perduto …

Gesù è spesso il punto di riferimento anche fuori dal Cristianesimo di questa tragica ricerca di amore, di pace intima, di senso …

Zeng FANZHI, Ultima Cena

Anche Mark Zacharovič Šagal, ossia Moishe Chagall (+1985), bielorusso naturalizzato francese, di origine ebraica, rappresenta la crocifissione sotto questa angolatura.

Come la filosofa e monaca cristiana di origine ebraica Edith Stein che, morendo ad Aushwitz, dice «Andiamo a morire per il nostro popolo», così Chagall vede nel Cristo crocifisso le sofferenze del popolo ebraico

Ogni essere umano sulla terra si può identificare nel dono di sé nell’amore che Gesù Cristo ha compiuto in croce perdonando i suoi uccisori e implorando il perdono di Dio Padre

XX SECOLO: GESU’ NEL CINEMA Nella ricerca di una fedele rappresentazione storica, umana, realista di Gesù Cristo il cinema del Novecento ha prodotto tre figure, molto diverse tra loro: - Il Gesù del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo PASOLINI (1964) - Il Gesù del regista Franco ZEFFIRELLI (1977) - Il Gesù moderno di Centochiodi (2007) di Ermanno OLMI.