allegato speciale
Speciale NATALE
SPECIALE NATALE Maria Capone
Rivista online di Arte e cultura Dicembre 2014 SPECIALE NATALE Immagine di copertina Paoletta Maizza Grafica e web Maria Capone
Info E-mail espressionelibrinews@yahoo.it Sito internet http://www.newespressionelibri. altervista.org newespressionelibri.altervista. org/blog/ Facebook - pagina
2 Speciale Natale New Espressione Libri
Questo numero SPECIALE è dedicato al Natale, insieme ai nostri auguri tantissime sono le proposte che troverete sia sottoforma di poesie e racconti, sia di vere e proprie idee regalo. Non avrete che l’imbarazzo della scelta. Sappiamo che siete persone che credono ancora nel grande valore delle parole. Sappiamo anche che saprete apprezzare l’impegno che ogni artista ha utilizzato regalandovi ore del suo prezioso tempo. Per questo motivo dedichiamo questo numero a tutte le persone speciali, proprio come voi. Auguri festosi a tutti da NewEspressioneLibri
In copertina
Paoletta Maizza Nata a Mesagne nel 1977, Paoletta Maizza espone per la prima volta le sue opere nella collettiva “Fra Magia ed equilibrio” nel 2002. Successivamente espone nella collettiva “Nove artisti in dialogo+uno” e inizia a dedicarsi a un laboratorio d’arte dove realizza oggetti in origami e laboratori di intrattenimento creativo per i bambini. Appassionata dei romanzi di Jane Austen, delle opere di Shakespeare, dei racconti cinesi e giapponesi, affascinata dai romanzi delle sorelle Bronte, di Banana Yoshimoto, scrive per gioco, sia favole di intrattenimento per i bambini, sia dei veri e proprio racconti di ispirazione prettamente orientale. Tra le sue pubblicazioni: “Le Montagne degli Immortali”edito da Boopen.it , nel 2011 “Il Canto nel vento”. Nel 2013 partecipa ad una mostra collettiva presso il Castello Ducale di Ceglie Messapica dove espone sia dipinti sia bambole in stoffa, Le Adorable Cirque Lunnoire e Le Douces pupèes Lunnoire, ispirate ai suoi dipinti e ai suoi racconti. Nel 2014 pubblica in terza edizione Alchimia d’Anime edito da Lulu.com.
fotografie di Paoletta Maizza
Il kusudama (letteralmente sfera medicinale, dalla combinazione dei termini giapponesi kusuri / medicina, e tama / sfera) ha origini antiche nella cultura giapponese. Attualmente viene utilizzato come un dono speciale e per lo più a scopo ornamentale. Munito di filo decorativo, infatti, esso diventa un ottimo ornamento per il nostro albero di Natale o più semplicemente una raffinata decorazione natalizia. Probabilmente, in origine, il beneficio terapeutico apportato dall’incenso in esso contenuto, e scelto con cura, lo rendeva per lo più un rimedio essenziale, capace cioè di guarire come un medicinale. Incenso, potpourri, erbe medicinali, fiori secchi, essenze profumate e piccoli origami, sono i componenti principali del kusudama. Se in molti lo classificano come il precursore delle tecniche dell’origami modulare, anche se in effetti esso è diverso, poiché i moduli vengono cuciti o incollati e non semplicemente incastrati tra loro, i grandi maestri non apprezzano l’uso della colla, dei tagli e dei fili e non sempre lo classificano tra le attività d’ingegno artistico di piegatura della carta. Tuttavia, maestri origami contemporanei come Tomoko Fusé hanno creato nuovi modelli di kusudama assemblabili interamente senza l’utilizzo di colla, tagli o fili, eccetto che per venire appesi. (Maria Capone) Kusudama in copertina: Paoletta Maizza. pagina facebook Speciale Natale New Espressione Libri 3
2. Un vuoto immenso dove le parole si erano arenate su una spiaggia senza conchiglie, inghiottite dal liquido trasparente di un mare in tempesta. Una tempesta emotiva che non si poteva placare: Liol.
Stralci 1. Tre settimane! Dio che eternità! Ventuno giorni di ferie senza poterti leggere o parlare con te. Già, parlare… Magari potessi veramente guardare i tuoi occhi che si riflettono nei miei. Certo, come tu scrivi, i punti internet, i quaderni pigna da portarsi dietro per gli appunti, tutto quello che vuoi, ma so già che mi mancherai tanto, anzi TROPPO! Questo era quello che Luana avrebbe voluto scrivere a Liol nella risposta alla sua e–mail che preannunciava le ferie. Invece… PUNTI INTERNET, QUADERNI PIGNA E APPUNTI, MA DICO SCHERZI? GODITI LE TUE FERIE E NON PENSARE A ME. IO MI GODRÓ LE MIE! Due bugie in una sola frase! 4 Speciale Natale New Espressione Libri
3. Era appena entrato nel cortile di casa con la macchina e già Liol non vedeva l’ora di ripristinare i collegamenti del computer per poter finalmente accarezzare con la mente Luana, complici le dita impazienti e i tasti ormai impolverati. Dovette però desistere da questo impulso quasi primordiale per procedere nel solito rito d’ogni arrivo dalle vacanze. Al rumore delle portiere, che si chiudevano, gli anziani genitori di Liol fecero subito capolino in terrazza per i saluti di bentornato, i commenti sulle loro abbronzature e per constatare con sollievo come il rientro fosse avvenuto regolarmente. 4. “Mia cara Luana, adesso ti devo salutare perché la notte sta quasi finendo e prima che schiarisca del tutto almeno un paio di ore di sonno me le devo proprio fare, quindi ti faccio le solite strizzatine, baci e abbracci a ripetizione ma, consentimelo, ti aggiungo un bacio speciale, uno di quelli che non si danno fra amici… Sì, hai capito… Un bacio che un uomo dà ad una donna tenendo gli occhi chiusi e il cuore aperto, questo mio bacio a voler assaporare le tue labbra. Ecco… L’ho fatto davvero… Ci sei ancora? Tuo e ancora TUO Liol.”
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Ricordi lontani Il freddo controlla la mente, ma il cuore in festa, offre riparo alle emozioni e urla, si muove gioioso specchiandosi nelle sfere luminose. I doni si divertono a spingersi dispettosi, attendendo la notte più importante mentre il bambino, solo e pensieroso, cerca di varcarne la soglia, aguzzando lo sguardo…. L’albero osserva, inarcandosi leggermente, come a voler anche lui entrare nel gioco ai suoi piedi poi si spinge in avanti per accarezzare quel visino, con le sue morbide fronde, e lo fa con il pensiero ottenendo un bagliore nello sguardo del piccino. Bei momenti, bei ricordi, dei profumi della festa, ormai racchiusi in fondo al tempo, ma saranno sempre lieti di portare del diletto agli istanti meno dolci …
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Lo stile originale fa sì che parole e note musicali trovino un connubio perfetto per trasferire forti emozioni, che non sono solo personali ma diventano collettive, come quel nome nel titolo, che non è solo il nome di una persona, di un padre, ma è anche il nome di tutti i “Mario”, tutti i padri, i fratelli, i figli, gli amici, che hanno vissuto, direttamente o indirettamente, e sono stati oggetto di esperienze simili a quella da cui è nato questo libro. Perché se è vero che la musica si fonde nei ricordi e li fa rivivere, se è vero che la musica è vita e un libro ha il potere di rendere eterne le parole, questo libro, nella verità che vince su tutto, ridona la vita alla vita spezzata.
Ha vinto Mario è il libro nel quale Cinzia Tocci si spoglia dai panni di editore per indossare quelli dell’autore, facendosi carico di tutto il coraggio che una figlia deve trovare prima di tutto dentro di sé per raccontarci una storia vera, difficile, vissuta sulla propria pelle. Un libro che immagini in un modo, scopri in un altro e che finisci di leggere cantando. (...)Ho sempre creduto nel mio immaginario di bambina, che alcune professioni fossero delle vere e proprie vocazioni, (...) È un libro che parla di malasanità senza offendere la categoria dei medici, “perché se qualcuno sbaglia non devono essere accusati tutti. Perché esiste anche l’eccellenza ed è in quella direzione che occorre andare” 6 Speciale Natale New Espressione Libri
1. I pensieri si accalcano nella mia mente viaggiando tra un lontano passato e il passato dove mio padre era ancora vivo… in quella maledetta notte delle arance gelate. Gli presi la mano… era una mano senza il calore che sprigiona il sangue passando nelle vene. Era fredda, come le maledette arance, ma non perché facesse freddo. Parlava meglio, ma ancora non benissimo. Parlava a fatica. Una fatica remissiva. «Suo padre sta bene»… Qualcosa non torna. Non era lui, quel papà che la mattina mi svegliava con un caldo “Buongiorno” e un semplice tè con i biscotti che racchiudeva in quel gesto la forza di quell’uomo. Il profumo intenso del tè saliva con i fumi del vapore al naso per giungere al cuore. Lo sento ancora ora. Calma e sangue freddo… ci voleva tanta calma e tanto sangue freddo.
www.c1vedizioni.com 2. Quando Corrado Mantoni, in arte Corrado, lesse l’annuncio che la guerra era finita, in sottofondo si sentivano le note di “In the Mood”, diventata famosa grazie alla cover dell’orchestra di Glenn Miller. Mio padre aveva volumi interi e modellini degli aerei della Seconda Guerra Mondiale. In the Mood risuonava spesso a casa nostra anche anni dopo. A sedici anni, con i miei e il mio fidanzato, l’eterno primo amore, feci un corso di balli classici e latino americani, da sballo, quanto mi divertivo al ritmo di Glenn Miller anche lì! Nel risentire ancora oggi questo swing, le gambe iniziano a muoversi da sole. Ballo in quella sala con il mio Principe, che ritmo, che energia! Con mio padre, poi, fu speciale anche ballare il valzer dei miei 18 anni. Non era in uno di quei saloni magnifici, ampi, che si vede al ballo delle debuttanti… era meglio! Era nel giardino di casa al mare, sotto un tappeto di stelle brillanti. 3. Sai papà, oggi trasformo i sogni di scrittori emergenti in opere che lasciano un segno nella storia della letteratura contemporanea. Strana la vita. Dopo quel 6 febbraio del 2007, quando tu, papà, non arrivasti a vedere l’alba, mi sono ritrovata a svegliarmi di notte sempre alla stessa ora, le 4:30 e, con il pc in mano e lo stereo acceso ad accompagnarmi fino all’alba, ho iniziato a scrivere delle favole. Le favole per i tuoi nipotini… Ma forse questo tu lo sai già, vero? Le dita scorrevano da sole sulla tastiera. Come ora. Favole un po’ particolari, erano destinate ai miei figli. Poi un giorno feci leggere la prima, quella del Coniglietto dal Naso Azzurro, ad un mio caro colle-
ga, Erik, che mi disse: «Cinzia, tu questa cosa la devi portare avanti!» Incoraggiata da Erik e dalla sveglia naturale, puntuale ogni notte, andai avanti. Mi dissi: “E ora che ci faccio? Ho sentito dire che chiedono soldi per pubblicare”. Dovevo andare avanti, dovevo capire. Studiai l’editoria. Da quel momento fui travolta da quello che stava succedendo, così il 6 giugno del 2008 nacque il sito www.cera1volta.it, ero anche on-line! Ora è la cosa più naturale del mondo, i bambini nascono già con le dita predisposte al touch screen, ma io sono nata in un’epoca in cui vedere girare delle canzoni nello stereo di Mario, con tutte quelle luci, era un po’ come stare su di un’astronave. 4. Sono le 4:30 e mi ritornano in mente le note di Moonlight Serenade, che mi coccolano e mi abbracciano in una danza soave. Balliamo papà? New Espressione Libri 7
Natale era vicino vicino… Alla Nuova Fattoria c’erano come sempre un sacco di belle cose da fare, specie preparare l’impasto per i biscotti, quelli a forma di bambino, credo siano di pan pepato.
SORP
La cascina era tutto un luccichio, l’albero era quello fuori, non proprio un abete, quando mai a qualcuno degli animali della fattoria sarebbe venuta l’idea di tagliarne uno, e così, sull’albero, quello tra la cascina e la stalla, svettavano in un tripudio bacche rosse, ghiande e pigne dorate. E caramelle e lucine, dappertutto! Tutto stava andando secondo i piani. In cucina tutti erano già pronti coi grembiuli e cappelli strani, già con le zampette piene di farina, burro, uova, miele. La cannella profumava dappertutto, e così il cacao… che stava sempre e comunque bene ovunque. “C’è da fare la glassa!” s’intrufolò il cavallo Black, lui si che dava sempre direttive… serviva per gli occhietti! E Nela, la papera dalle zampe blu, da un carico di una nave pirata mandatole dalla cugina Sula delle Galapagos, aveva sequestrato un sacco di peperoncini: “Ecco: li useremo per le bocche dei pupazzetti”. Nel baccano generale… 8 Speciale Natale New Espressione Libri
Gli auguri di EDIZIONI WWW.C1VED
PRESE! gli auguri
a GUINA
di Federic
C’ERA UNA VOLTA DIZIONI.COM
“Zitti! Qualcuno ha bussato. Non sentite?” Attraverso i vetri appannati, imbiancati dalla neve, un uomo stava aspettando. “Benvenuto!” lo accolse White, l’unica con le zampette pulite. “Avete la macchina in panne?” “No! Magari averne una, ma mia moglie sta per avere un bambino e… l’unica luce che abbiamo scorso è stata la vostra, non sapevamo che…” che dire: quando ti apre la porta una gatta, con una farfalla su un orecchio e una tartaruga vicino col grembiule… “Entrate venite!” e ancora Balck: “Su su fate largo! Erbolina corri a preparare la stanza degli ospiti. Sa, in questa stagione i bambini stanno di più in famiglia e noi badiamo alle cose nostre, ma in un momento sarà tutto pronto!” “Non sapremmo come ringraziarvi! Se aveste un po’ di pane… il pranzo lo abbiamo quasi saltato. Assorti nei pensieri della vita, abbiamo perduto la speranza e con lei il senso dello scandire del tempo!” “Be’ tutto finito! Da ora potrete star qui, fin che lo vorrete! E per il lavoro, del quale mi sembrava di aver capito ‘perduto’, qui c’è sempre un gran da fare e di cibo ce n’è per tutti. BUON NATALE! New Espressione Libri 9
L’ALBERO DI … i tuoi sogni di bambino siano il ricordo più bello dell’uomo che diventerai.
Matteo, ragazzino undicenne, aveva un desiderio a cui pensava da tempo. Questo Natale, il primo dopo la morte della madre, avrebbe voluto un albero vero. Un abete grande e verde da mettere sul terrazzino coperto a cui appendere tante piccole mele rosse. Ne aveva uno piccolo di plastica che i genitori ponevano nell’angolo del salotto e ornavano con piccole luci bianche. Quest’anno sarebbe stato diverso, gli aveva promesso la mamma, ma l’evento triste della sua scomparsa aveva troncato il comune progetto. Tuttavia Matteo era deciso a portarlo a termine e ne parlò al padre. Purtroppo, però, erano poveri e le spese necessarie al mantenimento del ragazzo e della sorellina Mia erano per il capofamiglia una dura lotta quotidiana. L’assenza dal lavoro per assistere la moglie malata e il costo delle cure avevano prodotto una situazione difficile: oltre ad essere disoccupato, i pochi risparmi si stavano 10 Speciale Natale New Espressione Libri
esaurendo. Alla richiesta del figlio rispose con rammarico che sarebbe stata una spesa insostenibile. Mia aveva bisogno di scarpe nuove e bisognava tenere da parte i soldi per le bollette. Al padre piangeva il cuore dover negare qualcosa ai suoi figli, ma i suoi lavoretti saltuari non gli offrivano alternative. “Ma andiamo almeno a vedere...”, gli chiedeva Matteo. “Questo si, può darsi che si trovi un alberello che non costi troppo... vedremo.” Una settimana prima di Natale la famigliola si recò alla serra di Beppe, l’assortita e unica del paese. L’atmosfera natalizia si sentiva nell’aria frizzante e nell’odore caratteristico di resina dei pini e degli abeti. Matteo ne adocchiò uno che gli piacque all’istante. “Troppo caro!” disse papà. Trattenne a stento le lacrime e scosse la testa sconsolato. In mezzo alla gente indaffarata a scegliere qualcuno guardò il ra-
MELE ROSSE di gli auguri
OTTI
Anna CIB
gazzo con infinita tenerezza. Era un vecchio con una lunga barba bianca e un cappello che gli copriva i folti capelli canuti. Aveva tra le mani un piccolo abete e avanzò verso Matteo con la chiara intenzione di donarglielo. Ma... l’alberello era malato. Aveva degli aghi ingialliti e quelli verdi non erano troppo vigorosi. “Se lo vuoi, ragazzo, te lo regalo volentieri.” Matteo era deluso. Guardò prima il vecchio e poi la pianta senza aver il coraggio di dire che non gli piaceva. “Ho capito... non è bellissimo. Devi sapere che è stato messo in cantina il Natale scorso e gli è mancato l’aria e l’umidità della pioggia. Se lo mettiamo in un nuovo vaso e tagliamo il secco, sicuramente si riprenderà.” Il padre e la sorellina lo guardarono per incoraggiarlo ad accettare e il ragazzo allungò le braccia e lo prese. Dentro un nuovo vaso e buona terra, il piccolo abete sembrò quasi rinato... quasi, pensò Matteo. Lo caricarono in macchina e, convinti che il vecchio fosse dietro di loro, si voltarono per ringraziarlo. Ma lui era sparito in mezzo alla gente e agli alberi. O chissà dove. Fu messo nel terrazzino coperto in attesa di decorarlo. I rami non
avrebbero tenuto il peso delle mele, per ora, era meglio aspettare qualche giorno. La mattina della vigilia Matteo si svegliò presto. Il cielo era carico di nubi e grigio. Aria di neve! Il ragazzo era eccitato, come in attesa di qualcosa di speciale. Corse sul terrazzino e quello che vide lo lasciò a bocca aperta. Il povero abete sfogliato era diventato verde e folto e stendeva i rami in attesa di essere adornato. Matteo prese il cestino di mele rosse poggiato in terra accanto al vaso, tolse i frutti vermigli e uno ad uno li mise in una retina che appese delicatamente sulle verdi braccia. Qualche fiocco di neve leggero iniziò a volteggiare nel vento. L’effetto cromatico era stupefacente e Matteo si incantò a guardarlo. Poi... la figura evanescente della madre accanto al suo albero di mele rosse, e quel viso tanto caro, gli sorrisero. “Papà, papà... ho visto mamma, sorride, allora è felice!” Il padre accorse con Mia in braccio e quando vide l’abete verde e vigoroso e già adornato, si commosse. Mia corse a toccare le mele, il padre abbracciò Matteo e assecondò il suo sogno. “Si, è felice ed è sempre vicino a noi.” Qualche fiocco di neve gli sfiorò il viso e si confuse con le sue lacrime. Quel Natale sarebbe stato indimenticabile. New Espressione Libri 11
Dalla Prefazione a cura di Marco Cappadonia Mastrolorenzi: “esistono soltanto misteri inspiegati, non inspiegabili. Un libro da regalare e da regalarsi come speciale nutrimento per la mente e che va ad impreziosire la libreria di chi non è mai stanco di capire come stanno effettivamente le cose e che vuole comprendere (non credere) l’affascinante mondo del mistero attraverso gli occhi della scienza e della ricerca seria.”
Quando qualcosa non torna, quando sembra che non ci sia via di uscita, la logica ci aiuta. È il pensiero che va oltre le apparenze, per uscire dall’angolo tutte le volte che provano a raccontarci le loro apparente, inspiegabili verità. Credere, qualunque cosa sia, deve essere un libero arbitrio, ma la conoscenza è fondamentale altrimenti non c’è libertà. Religione, Paranormale religioso e il Paranormale in generale; temi di grande attrazione in grado di accendere dibattiti infuocati e dal fascino irresistibile. L’inspiegabile, l’ignoto, il divino, dobbiamo solo arrenderci all’evidenza? Si può uscire dall’angolo stretto del ring dell’irrazionale? Un libro scioccante, coraggioso e ironicamente spietato. 12 Speciale Natale New Espressione Libri
Dall’Introduzione a cura di Armando De Vincentiis: “Osservare e comprendere quanto un fenomeno cosiddetto sovrannaturale possa essere infondato non significa chiudere le porte a realtà alternative ma aprire le porte della conoscenza.” Dalla Premessa dell’Autore: “Cercherò di riflettere insieme a te. La Fede però è un patrimonio del singolo individuo, questo libro potrebbe metterla in discussione oppure rafforzarla, solo dopo aver letto lo saprai.” Da alcuni capitoli RELIGIONE: “Dio e l’Universo sono lo stesso linguaggio. Di sicuro questo progetto però è tanto bello quanto sfuggente nella sua logica.” I MIRACOLI: “Se oggi è diverso da ieri e il domani lo sarà rispetto a oggi, è proprio grazie alla scienza che ha sconfitto le apparenze con le osservazioni, le domande e le successive scoperte.” POSSESSIONI:”Siamo imprigionati nei nostri castelli di carte, nelle nostre credenze che diamo rigorosamente per
www.c1vedizioni.com scontate solo perché ce le raccontano così da sempre.” LE SCIE CHIMICHE: “Le cose sono come sono e non come vorremo che fossero.” PARANORMALE RELIGIOSO: “Desidero farti una domanda e vorrei che tu rispondessi di getto, senza pensare. Non preoccuparti, buttati con la prima cosa che ti viene in mente, pronto? La domanda è: Tu, chi sei?” ….non immaginerai mai dove ti porteranno le conclusioni. Dalle parole dell’Autore: “Leggere cambia la vita. Leggere con intelligenza ancora di più. Leggere Qualcosa non torna porterà un cambiamento di nuova generazione.” - Gianluca Giusti Dalle parole dell’Editore: “Ci sono libri che ti fanno viaggiare in mondi sconosciuti, in tempi e spazi diversi, che ti aprono gli occhi e la mente, che allargano gli orizzonti. Alcuni sono romanzi che ti regalano un’avventura di fantasia. Altri sono un pozzo da cui attingere quella conoscenza tale che la prossima volta che incontrerai il tuo amico che ne sa tutte, potrai dire anche tu: “ma lo sapevi che. . “. Da far rimanere a bocca aperta, con la consapevolezza di ciò che dici. Perché siamo liberi di credere ciò che vogliamo, ma la vera libertà sta prima di tutto nel sapere. Qualcosa non torna di Gianluca Giusti è una luce accesa su segreti e misteri che non immagineresti o che qualcuno vuol far credere in modo diverso. Sta a te accendere la tua luce o lasciarla spenta. Alla fine, tutto torna. . . “ - Cinzia Tocci
Gianluca GIUSTI Qualcosa non torna Edizioni C’era una volta, Collana Luce – www.c1vedizioni.com Prefazione a cura di Marco Cappadonia Mastrolorenzi Introduzione a cura di Armando De Vincentiis Gianluca GIUSTI, classe 1964, dopo gli studi all’Isef entra nel settore farmaceutico dove ancora lavora in qualità di Informatore Scientifico, oggi nel campo dell’onco-ematologia. Nei suoi 24 anni di attività ha lavorato in varie aree mediche e specialistiche. Ciò gli ha consentito di capire i lavori scientifici e l’importanza del metodo scientifico sperimentale, ad oggi unica arma a difesa del progresso e contro le pseudoscienze. Nel 2014 entra a far parte degli Autori di Edizioni C’era una volta, con il suo attesissimo terzo libro: Qualcosa non torna. New Espressione Libri 13
Lula, in compagnia del suo Fido, il suo amatissimo cane, aveva lasciato ormai definitivamente il suo cerchio incantato e illuminato dalla sua benefica luna, per entrare in quel mondo dominato dall’altra luna, grigia, spenta e malata. Aveva preso quella decisione con molta sofferenza, ma sentiva dentro di sé una forza propulsiva tale da convincerla che quel suo sacrificio sarebbe servito al bene comune di quel mondo dove i cuori avevano diminuito e offuscato la loro carica d’amore. Chiuso il cerchio dietro di sé, si rivolse subito a quella luna sofferente e opaca: “Eccomi qua, ho lasciato il mio mondo, come mi ha consigliato la tua sorella Luna, e sono pronta a spargere il mio seme d’amore nel pianeta terra. La festività del Natale mi sembra il momento più propizio.” “Cara Lula”, le rispose, con voce stanca, la Luna, “benvenuta in questa terra, ormai prossima al collasso. Il tuo coraggio e il tuo amore forse arrivano troppo tardi, ma il tuo tentativo merita il mio profondo rispetto e con le poche forze che mi rimangono cercherò di aiutarti, ma ti avviso che la strada da percorrere é piena di estreme difficoltà e che il tuo cuore nobile e puro potrebbe soffrire molto.” “Non so di che parli, mia cara Luna, ma qualunque cosa sia sono pronta ad affrontarla”. Le rispose Lula piena di speranza. 14 Speciale Natale New Espressione Libri
LULA E IL
L NATALE gli auguri
I
LO di Pietro
La bimba si addentrò nella città e si ritrovò in mezzo a una folla di gente che correva da una parte e dall’altra, tra le luci che abbellivano e illuminavano le strade. Le luminarie di Natale erano tutte accese e davano un’apparente aria di festa tutt’intorno. Iniziò a percorrere una delle vie principali e subito si meravigliò di vedere l’indifferenza della gente, che camminava di fretta, davanti a un mendicante con le mani tese in richiesta di un aiuto. Si fermò un bel po’ di tempo a guardare e rimase di stucco nel vedere che nessuno prestava attenzione a quella persona che chiedeva loro una elemosina. Nel suo mondo il suo papà chiedeva il denaro davanti ai gradini delle chiese e tutti si fermavano per dare il proprio obolo perché sapevano che poi quei soldi sarebbero serviti per un’equa distribuzione a chi ne aveva bisogno. Non riusciva a capire perché nel mondo della luna malata, la gente non si fermava per donare qualcosa a quel mendicante. Si avvicinò a lui con il cuore tristissimo e gli chiese. “Ciao, come ti chiami?” “Mi chiamo Angelo”, disse con voce bassa e piena di sconforto, “e tu, chi sei? Da dove vieni? Perché sei sola? Dove sono i tuoi genitori? Ti sei persa?” “Mi chiamo Lula, vengo dal cerchio magico, dove ho lasciato il mio papà perché la mia Luna mi ha detto che dovevo entraNew Espressione Libri 15
re definitivamente in questo tuo mondo per salvarlo.” Disse candidamente la bimba. “Ho una missione da compiere: devo seminare di nuovo il germe dell’amore nei cuori aridi di questa gente che va e viene in preda a chissà quale strana malattia che ha colpito la loro sfera emozionale. La vedi quella luna, triste e quasi spenta? Lei mi ha detto che c’é ancora qualche speranza e che mi aiuterà in questo compito”. L’uomo la guardò stupito e sorpreso e le disse, con un tono tra l’ironico e il disperato: “Cara Lula, non so chi tu sia, ma se quello che dici é vero non vedo come una bambina di dieci anni, vissuta nella felicità e spensieratezza sino ad ora, possa cambiare il cuore di questa gente, in preda al furore tecnologico, al liberismo più sfrenato, in cui l’egoismo e l’individualismo più profondo regnano ormai incontrastati. Non so proprio quali strumenti tu possa avere per salvare dal baratro questo mondo ormai perduto. “Con la purezza del mio cuore” gli rispose candidamente Lula. L’uomo la guardò di nuovo con stupore e di fronte a quel candore non poté fare a meno di sentire un sentimento di condivisione per quella bambina che parlava con tanta naturalezza. “La mia Luna mi ha detto che l’unico mezzo per salvare questo mondo é l’amore, il rispetto degli altri e la natura e il mio 16 Speciale Natale New Espressione Libri
cuore ne é pieno. Sono pronta a seminarlo e farlo germogliare di nuovo nei cuori malati di questi uomini.” Fido scodinzolava felice al fianco della sua padroncina e guardava quell’uomo in attesa di una carezza. “Come si chiama il tuo cane?”, le chiese. “Si chiama Fido e non aspetta altro che diventare un tuo amico”, rispose la bimba. “Vieni Fido, fatti accarezzare. Sei un bel cagnone.” Il cane non aspettava altro e si tuffò tra le braccia dell’uomo con tanto affetto, leccandogli la faccia in segno di riconoscenza. “Ma come farai a sopravvivere in questa giungla di cuori aridi, indifferenti alle sofferenze altrui, solamente con la compagnia del tuo Fido. Ti aspettano terribili delusioni e molte pene, quando ti imbatterai contro l’egoismo e l’avidità della gente. Dove dormirai? Cosa mangerai? Come ti riparerai dal freddo e dalle intemperie? Questo mondo non é solamente malato nei cuori della gente, ma anche la natura sembra aver perso la sua funzione benefica nei confronti del genere umano. Tempeste, maremoti, terremoti, frane ed altre terribili manifestazioni sono ormai all’ordine del giorno. In questi ultimi anni la natura sembra che voglia vendicarsi del male che l’umanità le ha fatto con la sua corsa per i beni materiali, infischiandosi delle conseguenze dannose che ciò provoca al
suo equilibrio. L’industrializzazione senza regole, la tecnologia con le sue emanazioni dannose, la deforestazione, la produzione di miliardi di rifiuti non degradabili, la costruzione selvaggia di edifici a discapito del territorio, il disfacimento dell’equilibrio idrogeologico naturale hanno ormai danneggiato il sistema e l’equilibrio di questo pianeta. Il tuo amore, per quanto forte e puro, non basterà a salvare questo mondo.” Lula lo stava ad ascoltare con molta attenzione e la prima cosa che disse fu: “Senti, la mia Luna, sana e benefica, e la tua, grigia e malata, mi hanno detto che ce la posso fare e io mi fido di loro. Quello che bisogna fare subito é far germogliare di nuovo nei cuori degli uomini il seme della bontà e dell’altruismo, tutto l’altro verrà di conseguenza. Io ho lasciato il mio papà dentro il mio cerchio incantato, vuoi esserlo tu in questo mondo? “ Angelo sbarrò gli occhi e sentì dentro il suo cuore un profondo senso di calore. Il pensiero di fare da padre a quella bimba lo rendeva felice ma, allo stesso tempo, lo spaventava. Aveva desiderato da sempre avere un figlio, ma le sue condizioni di uomo senza lavoro e senza mezzi di sostentamento glielo avevano impedito sino ad allora. La proposta della bambina lo colse di sorpresa e le disse: “Cara bimba, io sono un uomo
senza lavoro e senza mezzi di sostentamento. Vivo in una piccolissima e modestissima casetta, dove a mala pena c’é un letto e una cucina, dove, quando posso, mi preparo un pasto caldo. Che cosa ti posso offrire? Come posso proteggerti? Come posso mantenerti se quello che riesco a racimolare dalla gente é appena sufficiente per i miei strettissimi bisogni: sono ormai alla sopravvivenza!” “Non preoccuparti per questo” gli disse la bimba “tu mi devi dire solamente se sei capace di amarmi, se nel tuo cuore é rimasta la capacità di dedizione all’altro e la volontà di condividere con me la tua vita. Tutto l’altro é secondario e sono sicura che non sarà un ostacolo alla tua disposizione a volermi bene”. L’uomo la guardò con molta tenerezza e ammirazione. Quelle parole scesero nel suo cuore come un balsamo e disse: “Si, Lula, ti farò da padre e ti amerò come se tu fossi la mia vera figlia”, le disse con le lacrime agli occhi e se la strinse fortemente al petto. “Bene, come vedi la mia missione comincia ad avere i suoi frutti,” disse la bambina piena di felicità e speranza, “sono appena entrata nel tuo mondo e ho già risvegliato le pulsioni del tuo cuore che erano assopite, ma non del tutto scomparse. Adesso può cominciare la mia missione.” Si avviarono verso casa presi per New Espressione Libri 17
mano e Lula riprese a camminare con la sua leggerezza, a passo di danza. Passarono davanti a una chiesa affollatissima per le celebrazioni del santo Natale. A pochi metri, in un angolo della strada, vide una donna che giaceva su dei cartoni che lei stessa aveva sistemato a mo’ di letto. Si rivolse ad Angelo e gli chiese: “Perché quella donna é distesa su quei cartoni? Sta male? Non ha una casa dove stare? “Cara Lula, di queste persone ne vedrai parecchie sulla tua strada. Sono i cosiddetti homeless, i senza casa. Hanno perduto tutto, compreso la loro casa, a causa della crisi economica che attanaglia la nostra società e l’avidità degli uomini l’ha ridotta in queste condizioni. Questo sarà uno dei gravissimi problemi che dovrai affrontare nella tua missione. Io sono riuscito, almeno per adesso, a conservare la mia modestissima casetta, ma per molti altri non é andata così.” Le rispose con molta amarezza Angelo. “Aspettami qui davanti” gli disse mentre si accingeva ad entrare nella chiesa. La funzione stava per terminare e nel momento in cui il prete aveva dato la benedizione alle centinaia di fedeli, Lula salì sull’altare e si rivolse al sacerdote, che la guardava meravigliato: “Posso dire una mia preghierina a tutta questa bella gente?” gli chiese con voce maliziosamente candida. Il prete la guardò 18 Speciale Natale New Espressione Libri
un po’ stupefatto e un po’ preoccupato, ma la supplica della bambina era talmente suadente che non poté negarle il permesso. La gente stava già per andarsene, ma Lula li fermò con la sua voce, dicendo loro: “Non andate via, ve ne prego. Restate ancora qualche minuto per ascoltare quello che ho da dirvi. Dovete sapere che qui fuori c’é il mio nuovo papà che ha bisogno di voi. Vi chiederà con le mani tese una piccolissima parte di quel denaro che avete nei vostri portafogli perché sua figlia e lui possano avere un pasto caldo questa notte. Ma non solo, il suo cuore é talmente puro che quello che riuscirà ad avere grazie al vostro buon cuore lo dividerà con quella povera donna che sta qui fuori, a pochi metri di distanza dalla chiesa. Il mio papà mi ha detto che é una homeless, che non ha un posto dove andare a dormire e neanche i soldi per potersi comprare il necessario da mangiare. Io sono sicura che il vostro cuore non può essersi talmente inaridito da accettare indifferenti che una bambina e una povera donna sola, senza neanche un tetto dove ripararsi, passino la notte privi di quel poco di cui hanno bisogno. Se siete qui é perché credete in Qualcuno che ha fatto dell’amore per l’altro l’insegna della sua breve vita. La sua professione di fede fu quella di darsi all’altro, di aiutare i bisognosi, di assistere gli
infermi, di dare ricovero a chi non ce l’ha. Sono sicura che in fondo ai vostri cuori c’é ancora un palpito di bontà e che la misericordia di Colui in cui credete alberga ancora nei vostri animi. Con una minima parte di quello che avete nelle vostre tasche potete fare felici tre anime.” Il prete ascoltò le parole della bambina sbalordito e senza fiatare. Lula allora si rivolse direttamente a lui. “ E tu non permetterai che quella donna passi la notte su quei cartoni, lì fuori al freddo e al gelo. Guarda quanto posto c’é qui dentro o nella canonica che sta qui a fianco. Tu non puoi permetterlo, vero?” gli disse avvicinandosi al suo viso per dargli una carezza. La folla di fedeli aveva ascoltato in sommo silenzio le parole della bambina e pian piano cominciava ad uscire dalla chiesa. L’uscita era lenta, perché ognuno di loro si fermava davanti al padre putativo di Lula per dargli qualcosa, anche molto sostanzioso, a volte. Angelo non credeva a suoi occhi, cos’era successo? Improvvisamente erano diventati tutti buoni. Neanche uno passò senza dargli un obolo e anche una buona parola: “per te e per la tua bambina e per quella donna che sta lì, a pochi metri da te.” gli dicevano. Lula nel frattempo stava continuando a parlare con il prete, che le promise che quella povera donna avrebbe trovato ricovero presso la sua canonica
e che non le sarebbe mancato un pasto caldo e un buon giaciglio. Dopo che la gente se ne era andata, Angelo entrò in chiesa alla ricerca di Lula. La trovò che abbracciava il sacerdote con le lacrime agli occhi e lo ringraziava. Uscirono dalla chiesa tutti e tre e andarono incontro alla poveretta che aveva assistito allibita allo sfilare della gente che donava il denaro ad Angelo e anche per lei. Il prete e Lula l’aiutarono ad alzarsi da quel duro e freddo giaciglio di cartoni e s’incamminò sottobraccio del sacerdote verso la chiesa. Lula rimase da sola con Angelo e gli disse: “Cosa ne dici’? Come vedi non tutto e’ perduto!!! Hai visto che qualcosa é rimasto nei cuori degli uomini! La loro capacità d’amare é solo assopita, hanno bisogno che qualcuno la risvegli! “Carissima Lula, ancora non riesco a credere a quello che ho visto e udito” le disse Angelo con un tono tra la meraviglia e lo sbigottimento. “Ma non illuderti, mia dolce fatina, questo é stato solo un assaggio del male che dovrai vedere in questo pazzo mondo. E’ solo l’inizio!” “Ma é stato un bell’inizio, non ti pare? gli disse, prendendolo per mano e camminando al suo fianco verso casa, con il suo leggero passo, con dei saltelli di gioia, seguiti dal suo amatissimo Fido. Il suo Natale era iniziato davvero bene. New Espressione Libri 19
Stralci 1.«Buonasera, signori» risuona all’improvviso la voce melodiosa di una donna. La riconosco subito: è madonna Ginevra, la guaritrice. Mi volto per guardarla entrare, incantato da quel suo solito incedere lieve e determinato. «Maestro, lo fate lavorare troppo questo povero ragazzo. Guardate com’è pallido. Alla sua età avrebbe bisogno di divertirsi un po’». Mi strappa un sorriso, largo e spontaneo; Ginevra ricambia prontamente e mi appare ancor più fascinosa: incurante degli insulsi dettami della moda in fatto di colori dei capelli e dell’incarnato, ostenta con orgoglio il nero lucido della propria capigliatura e la sfumatura olivastra della pelle, resa ancor più scura dalle ore trascorse in campagna a raccogliere erbe medicamentose. Trama Firenze, 1486: una serie di omicidi sconvolge la vita della città. Le vittime sono donne appartenenti alla ricca borghesia, e lo spietato assassino sembra ispirarsi all’Allegoria della Primavera, capolavoro di Sandro Botticelli e del suo assistente Filippino Lippi. Su ogni cadavere viene trovato un oggetto che rimanda a un dettaglio del quadro: il ramoscello infilato tra le labbra di una ninfa, il mantello rosso che avvolge la Dea, la ghirlanda di fiori che adorna il collo della Primavera... Tra passioni e intrighi Leonardo da Vinci, Amerigo Vespucci, Lorenzo il Magnifico, popolano le pagine di questo romanzo colto e raffinato, in cui si combatte l’eterna guerra tra Amore e Morte. 20 Speciale Natale New Espressione Libri
2. L’odore buono delle carni e delle chiome accese il suo desiderio e strinse il laccio ancor più forte. Lo strinse finché il corpo della donna fu un inerme fantoccio che egli lasciò cadere al suolo. Tra le note della musica proveniente dal parco, Paolo udì il rumore di passi veloci che si allontanavano. Sputò verso quei passi, poi si chinò sulla morta e le abbassò le palpebre sugli occhi strabuzzati. Prima di andarsene, ammirò con compiacimento quel laccio intessuto di margherite, ormai allentato: sotto la pallida luce lunare, pareva una collana di fiori sul tumido petto traboccante dalla scollatura. 3.«Voi applicate la magia alla materia attraverso la sperimentazione, Marsilio la applica allo spirito attraverso la medita-
www.graphofeel.com zione. Io invece sono convinto che la magia è uno scrigno di conoscenze tecniche molto antiche da poter applicare sia alla materia sia allo spirito». So cosa vuole intendere: «E siccome l’atto creativo è una mera operazione di magia, per realizzare questo dipinto avremo bisogno sia di voi, madonna, che di padre Marsilio». Parlo alla donna, ma è il mio amato che guardo. E vedo balenare dai suoi occhi verso di me un lampo di tale armonica sintonia, che vengo pervaso da un sensuale piacere. Come se tra noi due si fosse verificata un’orgasmica fusione di intelletto e di cuore. Mi dispiace cara Simonetta, ma questo è qualcosa che può accadere solo tra un allievo e il suo maestro! 4. È una tavola molto grande, alta ben oltre tre bracci e larga la bellezza di cinque bracci e mezzo. Gomito a gomito, io e Botticelli stiamo passando l’ultima mano di bianco: una preparazione a base di colla animale e gesso sciolto in acqua e riscaldato a bagnomaria. Ogni tanto il Maestro si stacca dalla tavola per rimirarla, come se lì sopra vi fosse già stata trasferita la trama dei disegni che ha incisa nella sua mente. 5. E poi, ne era certa, il frate avrebbe proseguito lanciando invettive contro tutte le donne, non solo quelle che osavano alzare la testa e tenevano un comportamento scandaloso, ma anche contro coloro le quali, pur sottomesse, con i loro corpi seducenti suscitavano insane voglie in uomini solitamente timorati di Dio. Donne che, esponendo una diabolica bellezza, mettevano a repentaglio la
Stella STOLLO nasce a Orvieto nel 1963 e si laurea a Venezia in lingue e letterature Orientali. Attualmente vive e insegna a Montepulciano. Precedenti pubblicazioni: “Io e i miei piedi”(Graphofeel edizioni) e “Algoritmi di Capodanno” (ARPANet edizioni). Il suo ultimo romanzo “I delitti della Primavera” è risultato finalista al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como, aggiudicandosi una menzione speciale della giuria. reputazione propria, dei loro padri, dei fratelli e dei mariti. E allora lei, Beatrice, avrebbe sentito gli sguardi lascivi di numerosi maschi d’ogni età serpeggiare tra i banchi della chiesa e convergere proprio sulla sua persona, insieme con le occhiatacce disgustate e arcigne di tante donne. New Espressione Libri 21
Dany si mosse furtivo tra le stanze della grande casa rossa. Domani il Natale avrebbe fatto ufficialmente il suo ingresso perciò doveva fare presto! Dentro di sè covava una rabbia sorda perché i suoi genitori, ormai separati da un anno, avevano pensato bene di lasciarlo solo per questa festa… ma da solo in realtà non sarebbe stato perché sua sorella Valeria, più grande di lui di 5 anni, sarebbe comunque rimasta e avrebbe festeggiato lì con tutti i suoi amici. Ma per Daniele era comunque una festa fallita. Niente genitori, niente unione, niente regali e niente festa. Questo era il suo pensiero. Perciò avrebbe dovuto sabotarla, distruggere quei regali arrivati da lontano perché ora non avevano quel senso di amore che, in passato, era presente … Forse sarebbe bastata la presenza dei suoi genitori a ridare un po’ di calore a questi momenti, ma i regali no, non avrebbero sostituito nessuno! Così, piano piano, entrò nell’immenso salone, pieno di luci colorate, di candele accese, di festoni e addobbi costosi, ordinati dalla Norvegia per la loro ricca famiglia e si avvicinò all’albero. Maestoso, di un inteso verde smeraldo, anch’esso elegantemente vestito, il simbolo del Natale pagano si ergeva orgoglioso e aspettava il momento di essere centro della festa. Il ragazzino, ormai dodicenne, tolte persino le pantofole per non far rumore, andò avvicinandosi ai suoi piedi. Tutto era pronto, ecco, 22 New Espressione Libri
LE EMOZIO NON SI POSSON
ora avrebbe creato il più bel danno mai visto finora in quella casa quando, d’improvviso, il suo cellulare squillò lasciandolo inebetito! Si era scordato di lasciarlo in camera!! Che stupidaggine aveva fatto!!
ONI CHE... NO TRATTENERE
ELLA
bia PETR
di Fa gli auguri
E a quest’ora chi poteva essere?? Erano le sette del mattino, presto per una telefonata. Nel silenzio della casa immersa ancora nel sonno, qualcuno avrebbe comunque potuto sentirne il suono. Allora lo prese e lesse il nome… sua madre!! E
perché?? Rispose subito, frenando l’emozione. “Ciao mami, cosa è successo? Perché mi hai chiamato a quest’ora? Dormivo ancora!!!” “Amore mio, avevo bisogno di dirti subito una cosa, non potevo aspettare oltre….” Un po’ sbigottito, continuando a fissare quei regali sparsi sul tappeto, ascoltò la voce della madre. “Questo Natale sarà speciale per noi….. caro, volevo dirti che … insomma…. Amore mio, vedi … io e papà… insomma… abbiamo sbagliato… errori …. Abbiamo deciso che questo Natale lo passeremo tutti insieme… preparati! Arriveremo fra tre ore!” Daniele sobbalzò di un metro. Avrebbe dovuto mettersi a piangere forse? A ridere? In un turbinio di emozioni, si diresse verso la finestra e vide che la neve aveva attecchito durante la notte e fu felice di pensare ai pupazzi di neve che avrebbe fatto nelle ore seguenti. Ma fu comunque stranito per questa telefonata. E il suo gesto fuori dall’ordinario?? Quello splendido, cattivissimo gesto che lo avrebbe relegato al ruolo di adolescente bisognoso di attenzioni? Dal fondo del cuore, emerse una vocina… la sua delicatezza lo avvolse completamente e gli ricordò il suo principale obiettivo, far rimettere insieme i suoi genitori. Allora il suo viso si distese del tutto, il sorriso tornò a riempire la stanza vuota e la gioia prese nuovamente il suo posto, scalzando la rabbia dal suo trono. New Espressione Libri 23
È il momento giusto e devo sbrigarmi. Sarebbe più facile se ci fosse un foglio di carta: prenderei la penna e le parole non rimarrebbero incastrate nella testa, scenderebbero lungo il viso, sul braccio fino ad arrivare alla mano, riuscirebbero a dare vita a quel foglio bianco, ci resterebbero attaccate e ne andrei fiera. E’ il potere della scrittura. Ti risucchia, ti far star male, ma poi quando arriva il momento ti libera. Mentre penso tutto questo il mio editore si accende una sigaretta e mi dice: “Allora?”. Lo guardo. Non so che dire. Inizio a sudare freddo. Le gocce di sudore mi stanno scendendo ovunque, dalla fronte fin sotto la gola. Scendono ancora più giù. Bagnano la mia camicetta bianca, facendola diventare trasparente, delineando perfettamente il contorno del mio seno coperto da un reggiseno di pizzo color carne. Potrei sembrare addirittura sexy in questo modo, se non fosse per lo strano prurito che provocano quelle impertinenti gocce di sudore scivolando sotto il mio seno. Fanno assumere alla mia faccia un’espressione tra il comico e il sofferente. Perché insisto nel mettermi reggiseni di pizzo se so che quando fa caldo, un po’ di sudore e l’attrito del pizzo sulla pelle mi creano una situazione a dir poco imbarazzante? Voglio essere sempre perfetta, anche lì sotto. Non voglio essere mai colta di sorpresa. Ma da chi, poi, se l’unica persona che mi vede la mattina quando mi vesto e la sera quando mi spoglio sono io? 24 New Espressione Libri
REGALO D
Anche le mie mani, come sempre ben curate, ma nervose e madide di sudore, rispecchiano in pieno l’immagine di ciò che sto per diventare: una nullatenente incapace di fare qualsiasi cosa che non sia copiare gli scritti degli altri. Sicuramente mi hanno scoperto. Sicuramente
DI NATALE
LI
betta BAG
di Elisa gli auguri
mi licenzieranno. Questo è il motivo del mio colloquio di oggi, vero? Sì, perché scrivere non è poi così facile. Soprattutto, non è facile avere delle idee su un argomento che non m’interessa minimamente. Leggo tutto ciò che c’è da leggere. Classici, riviste di moda,
di economia, letteratura moderna e contemporanea, poesie. E, poi? Traggo spunto dagli scritti di altri e li adatto a ciò che penso o non penso io. Mai un’idea che sia originariamente mia. Mai. Il mio dono qual è? Saper scrivere in modo decente. Riesco a mettere in bella mostra le parole, una dietro l’altra. I verbi, gli avverbi, gli articoli sono sempre tutti al punto giusto. E, con alcune pennellate di humor e di colore, do vita a storie che piacciono, che diventano “cult” tra i giovani e, a volte, anche tra i meno giovani. Storie che non sento mie. Possibile che sia così vuota dentro? Possibile che sia arrivata a un punto di aridità tale che non senta più nulla? Che vita ho avuto finora? A cosa mi sono dedicata? A me stessa. Ecco il punto. Pensare a me e solo a me, finora mi è bastato. Credevo che questo fosse l’unico modo per poter raggiungere la vera felicità. Il mondo di oggi, con il concetto dell’autostima, dell’IO sopra ogni cosa, altera i valori e ti fa vedere tutto distorto. Io ci sono caduta in pieno. Non sono riuscita a dare me stessa a nessuno, a trovare un senso alla mia esistenza. Nella mia filosofia di vita non è mai rientrato amare altre persone all’infuori di me. Un egoismo cieco il mio che mi ha portato a essere sola nel godere dell’effimera felicità di un successo creato su fondamenta di argilla così deboli che una piccola inondazione, come quella che sta per arrivare ora, può far crollare in un minuto senza lasciare traccia. New Espressione Libri 25
Anzi, lasciando una traccia indelebile nel mio curriculum di scrittricenon scrittrice. Ma come potevo adattarmi a tutti gli schemi e agli stereotipi della piccola esistenza che hanno condotto i miei? Una famiglia, una figlia, un lavoro. Sabati e domeniche trascorsi a casa dei miei nonni. Giornate senza senso, nelle quali nessuno costruiva niente, nelle quali c’era un amore e un altruismo che io avvertivo falsi. Mi sentivo imprigionata dagli obblighi e dai doveri di figlia e nipote. Non volevo essere così da grande. Non mi sentivo felice così. Pensavo che la felicità potesse venire dall’essere sola, dall’agire da sola, così come veniva dipinta dal mondo che osservavo da lontano. Alzarsi la mattina, prepararsi la colazione, decidere da sola come dare l’impronta alla giornata, decidere di viaggiare, di pranzare a un ristorante, di vedere un film al cinema o a casa, senza rendere conto dei propri passi a nessuno se non a me stessa, senza avere condizionamenti esterni se non quelli del lavoro era il mio assoluto desiderio di felicità al quale anelavo. Per questo sono andata via da Milano appena laureata in lettere. Per questo, quando se n’è presentata l’occasione, ho deciso di lavorare a Londra, lontana da tutto il mondo al quale sentivo di non appartenere. Aristotele diceva che “una rondine non fa primavera”. Suprema verità la sua. Un solo giorno di gloria e di felici26 New Espressione Libri
tà per aver raggiunto la fama non rende veramente felice nessuno. Aver raggiunto degli obiettivi nella mia vita e non poterli condividere con nessuno non mi ha dato la vera felicità. So che i miei desideri infiniti finiscono con la mia natura umana e non potrò mai realizzarli tutti. Non ho saputo godere a piene mani dei brevi attimi di felicità che pure ho avuto nella mia vita. Sono stata accecata dal mito della ricerca della felicità solitaria. Ora so cosa devo fare. Raggiungere la costanza di una vita serena insieme alle persone che mi hanno amato per essere umanamente felice. Come hanno fatto i miei genitori, con semplicità. So che non potrò farlo da sola. Ho bisogno di aiuto. Ho bisogno di essere sostenuta, di riempire di nuovo la mia anima di tutte quelle cose dalle quali sono fuggita. Ho bisogno del calore di una famiglia, della mia famiglia e di quella che mi voglio costruire. Il mio sudore nel frattempo si è gelato sulla mia pelle e ha scatenato un brivido freddo, stranamente piacevole lungo tutta la mia schiena. La struttura della mia pelle in tutto il mio corpo si è alterata e ora ha tanti minuscoli pori rialzati che al tatto la fanno sembrare ruvida e aspra. Guardo Luigi che, nel frattempo, nella paziente attesa di una mia risposta, ha finito la prima sigaretta e se ne sta per accendere un’altra. Vedendomi ancora priva di vita e con lo sguardo assente, decide nuovamente di chiedermi: “Allora?” “Allora che? Cosa vuoi sapere?” gli
domando, un po’ tra lo scocciato e il sorridente. “Beh, ancora non hai scritto una riga sul Natale. Tra due settimane arrivano le feste e tu, che sei la punta di diamante della nostra rivista, ancora non mi hai fatto avere la tua storia... Non capisco cosa ti succede. Dimmi, racconta...” Niente. Non mi esce una parola. Quanti racconti si leggono sul Natale, quante cose dette, trite e ritrite. Non si sa veramente più da dove farsi uscire le idee, quelle buone. Per me, che non ne ho, è ancora più complicato. Ma eccola. Nella mia mente s’incastra per la prima volta un’idea banale, ma alquanto originale per me. Devo recuperare il mio passato, assaporarlo in modo diverso, aspirarlo con le nuove narici che mi hanno regalato l’esperienza e la maturità di adesso per poter finalmente dire qualcosa di mio. Devo andare a Milano, rivedere la mia famiglia che da anni ho messo nel dimenticatoio. Il mio rifiuto categorico del loro modello di vita ha portato i miei sentimenti alla siccità. Per questo non sono più in grado di dire niente di veramente mio. Ora capisco i sacrifici che hanno fatto i miei per me, per farmi studiare, per farmi avere una cultura, un lavoro. Comprendo il loro amore che io pensavo falso e formale, che a distanza di spazio e di tempo, vedo immenso e sincero. La colpa del mio tempo perso non è mai stata loro, è sempre stata mia. Non ho saputo viverlo nella serenità che mi hanno regalato loro accogliendo-
mi per ben ventiquattro anni con dedizione. Per Natale non potrò stare con i miei. Ma voglio immergermi di nuovo nelle loro acque ora che ho capito cosa mi manca davvero. “Luigi, mi prendo i tre giorni di ferie che ancora mi spettano prima della fine dell’anno. Vado a Milano”. “Marisa! Ma come? E il racconto?” “Non preoccuparti, al mio ritorno avrai un bel Regalo di Natale sulla tua scrivania”. Così dicendo mi alzo dalla sedia, lo saluto, apro la porta del suo ufficio e me ne vado. Heathrow, ore 18.30. Sono all’imbarco per il volo diretto a Milano. Ho una strana sensazione di felicità che vivacizza il mio corpo. Mi sento sicura e leggera, come se mi fossi spogliata da quel mantello di velluto nero che aveva avvolto con la sua gravosità la mia anima per ben dieci lunghi anni. Non pensavo potessi provare questo al solo pensiero di rivedere la mia famiglia. Dall’oblò osservo le nuvole soffici e bianche attraversate dall’aereo. Come sarebbe scrivere su una nuvola? Che idea! Ho voglia di prendere il quaderno nella mia borsa per iniziare a buttare giù i miei pensieri in libertà. Questa volta voglio fondermi con la cellulosa di questo foglio bianco, liscio, compatto, che impaziente vuole essere accarezzato dall’inchiostro della mia stilo. Sento che sarò un tutt’uno con lui, così come non lo sono mai stata. Lo sto amando, per la prima volta. Avrò molto da raccontare ai miei lettori. New Espressione Libri 27
NEWS La copertina contiene la video poesia “Accadrà”
2. Incastri Si incontrano anime perfetti incastri di noi opposte latitudini che lente percorrono le nostre identità E sugli intimi percorsi affanni ansiosi di te stringono emozioni che dense scivolano nelle buie cavità Si scavano distanze nel recuperare sensi distrattamente persi da mani indifferenti a laghi trasparenti
1. Lune di ghiaccio
E si posa sulle ciglia della mia ingenuità una lacrima d’amore volata con il vento su nubi di poesia
Guardandomi attorno girando lo sguardo ascolto le idee
3. Il passo del mondo
Leggendomi dentro cercando un mio senso comprendo la via
Vivo di dense emozioni, vivo di verità non riesco a comprendere come si possa nuotare in fiumi di banalità
Disegnando nel vuoto ascoltando silenzi coloro le assenze
Antepongo le solitudini, alle falsità non costruisco affettività, su tele dipinte in tono con le ambiguità
Sporgendomi in me ritrovo calore in lune di ghiaccio disciolte nei se.
Ferma a pensare, sul passo del mondo a un riflesso di tempo, afono grido di libertà libertà di mostrarsi diversi, più veri bambini, persino, in un’altra realtà.
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NATALE ! ! ! C’è aria di Natale in giro, lo vedo dalle lacrime delle madri siriane che brillano come le mille luci delle chiese dell’Avvento. Lo sento nelle urla di tutte le donne ogni giorno uccise, miste ai cori celesti. C’è aria di Natale in giro, lo vedo dagli stracci che ricoprono i poveri di tutto il mondo così simili al pannetto del Bambinello. Lo sento nel rimbombo dei missili che cadono come petardi multicolori nelle terre offese dall’ingordigia umana. C’è aria di Natale in giro, lo vedo nel nastro rosso, rosso sangue che circonda la striscia di Gaza. Ma , non lo sento nell’anima. Domenici Marilù 2012
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“Voglio proprio vedere come farà a cavarsela anche questa volta quel cialtrone!”, sussurrai molto divertita nell’orecchio di Francesco il quale, sforzandosi di mantenere un’espressione neutrale e con gli occhi bassi, seguitava a rimestare all’infinito il cucchiaio nel piatto degli agnolotti in brodo, preparati ad arte dalle mani sapienti di Teresa, sotto la scrupolosa direzione di nonna Gilda. A capotavola, immancabilmente, sedeva nonno Vanni che, come una faina, lanciava occhiatacce di finto rimprovero a noi, i suoi due nipotini, che considerava, non a torto, sempre pronti a mettere in scena qualche terribile, ma spassosissimo dispetto alla vittima di turno di quelle interminabili, e per lui noiosissime, cene di Natale. Adorava quei siparietti, se li gustava fino in fondo senza, tuttavia, darlo troppo a vedere: non sarebbe stato certo opportuno! Solo a me, quel giorno in cui si sentiva particolarmente incline a condividere le sue riflessioni, come non accadeva tanto di frequente, dato il carattere ombroso e poco ciarliero, aveva confessato il suo personale punto di vista: “Lo vedi, cara, come va la vita? Ci ritroviamo vecchi che pensano ancora di essere bambini e tutta quella fase di mezzo, che credevamo tanto importante, non conta nulla!”. Ai due lati della lunga tavolata sedeva un nutrito pubblico composto da familiari, amici e conoscenti per i quali la serata assumeva significati e sfumature diverse. Proprio di fronte ai nostri occhi, troneggiava Federica, sorella maggiore, sempre 30 New Espressione Libri
LA CENA D
Tratto dall’antologia collettiva “Raccon intenta a smerciare plasticosi e smaglianti sorrisi a chiunque, convinta com’era che il mondo intero fosse interessato unicamente al suo incarnato messo in risalto dall’accurata scelta delle combinazioni cromatiche del suo vestiario. Seguivano poi gli adorabili zii Vittorio e Cecilia, ma soprattutto, ben piazzato al centro, accanto all’insulsa zia Cesarina, vestita di tutto punto in una stratificazione di organze e velluti tali da farla apparire un grasso tacchino agitato che si voltava di continuo ad intercettare sguardi di consenso, e se le andava bene, qualche parola, dagli altri commensali, vi era lui, il nostro più ambito bersaglio: l’odioso zio Mario, da noi soprannominato “Cane Rognoso”. Quest’uomo, pingue, immancabilmente vestito di nero, così grottesco nei suoi tratti feroci, incorniciati dal ridicolo fez, che ricordavano, appunto, quelli di un mastino infuriato, attirava, più di ogni altro, le nostre antipatie, in parte per via del fatto che in famiglia tutti lo consideravano al pari di un doppiogiochista calcolatore che aveva impalmato quella stupida oca di zia Cesarina all’unico scopo di avanzare sulla scala sociale, garantendosi così una vita di agio che, diversamente, non avrebbe mai potuto permettersi con la sua attività di micragnoso venditore ottimista e in parte, o forse soprattutto, a causa della sua
DI NATALE
nti scritti con i piedi”, ed. ilmiolibro.it
innata e inconvertibile tendenza alla disonestà, mista a ineguagliabili prosopopea e malignità, che trapelavano da ogni suo pensiero, parola, azione. Fatto è che più di una volta, io e Francesco, avevamo provato, senza successo, a metter in imbarazzo quel marrano e appunto perciò, quella sera, la nostra determinazione si era trasformata in una vera e propria sfida ad oltranza. “Agnese, cara – ringhiò Cane Rognoso rivolgendosi a me, con una voce che superava di almeno due toni quella degli altri commensali, per esser certo di farsi sentire da tutti – a differenza dei tuoi fratelli, sembri diventare sempre più minuta e pallida, povera creatura. Dovresti
GUANINI
niela SAN
tina Da i Clemen d ri u g u a gli
metterci più impegno a tavola e tener lontani i tuoi oscuri pensieri che poco si adattano ad una ragazzetta della tua età”. Una frase apparentemente innocua che doveva lasciar credere ai più che fosse sinceramente preoccupato per la mia salute, ma che aveva come scopo quello di fare terra bruciata intorno a me e dipingermi come una piccola stupida, non solo incapace di assumere un comportamento adeguato in un evento mondano, ma soprattutto fisicamente e psichicamente vulnerabile e quindi inaffidabile da ogni punto di vista. Furono, infatti, molti i risolini soffocati che si scatenarono a quella battuta. Poi, sibilando come un serpente e guardandomi in tralice, aggiunse: New Espressione Libri 31
“E ricordati che ride bene chi ride ultimo!” “Come non tener conto dei tuoi preziosissimi consigli, caro zio?” gli risposi, ammiccando ad un sorriso di circostanza e seguitai a mangiare. “Ride bene chi ride ultimo – ripetei mentalmente, aggiungendo – vedremo chi sarà l’ultimo a ridere stasera, brutto rospo inviperito!” “E quindi, cosa accadde, Agnese?” Lasciammo che tutto si svolgesse com’era giusto che fosse, portata, dopo portata, battuta dopo battuta. Mancavano esattamente venti minuti alla mezzanotte e i camerieri si affrettavano a servire il dolce, avendo cura di osservare che a tutti fosse stato assegnato il calice per il brindisi. Il chiacchiericcio dei commensali si era fatto sempre più fitto e unitamente ai suoni delle posate sui piatti pervadeva l’intero ambiente. Addirittura riuscire a comprendere le frasi pronunciate dal proprio dirimpettaio era ormai un’impresa titanica. Quello era il momento giusto per colpire. Così, dopo esserci scambiati un’occhiata d’intesa, Francesco scivolò sotto il tavolo, senza che nessuno se ne accorgesse. Avevamo provato e riprovato quella scena, cronometrando i tempi e studiando almeno tre diversi stratagemmi per la neutralizzazione degli imprevisti che avrebbero potuto verificarsi: gettare a terra un tovagliolo, nel caso i nonni si accorgessero della sua discesa; fingere di partecipare ad una caccia al tesoro, qualora qualcuno lo intercettasse colpendolo con i piedi a metà strada; dare ad intendere di voler guar32 New Espressione Libri
dare le gambe delle donne da un diverso punto di vista, ultima e non proprio graditissima alternativa da usarsi semmai le opzioni uno e due avessero fallito. Si avviò, così, a carponi verso il centro della tavolata, facendo attenzione a non sfiorare le gambe degli altri ospiti, scivolando sinuoso quasi trattenendo il respiro e, una volta individuate le Oxford nere ai piedi di Cane Rognoso, il quale, nel frattempo, era tutto preso a dar sfoggio della sua retorica che non si accorse di un bel nulla, con destrezza, afferrò i cordoncini di ciascuna calzatura, li sciolse con delicatezza, senza farsi avvertire e poi annodò, per bene, la stringa di una scarpa a quella dell’altra, avendo cura che il nodo non si potesse sciogliere tanto facilmente. Sgattaiolò poi fuori dal tavolo, ad una distanza insospettabile e, una volta in piedi, dopo aver lanciato uno sguardo di ricognizione alla sala, accertandosi di non essere stato osservato da nessuno nei suoi movimenti sospetti, si rivolse ad alta voce al maggiordomo per farsi accompagnare alla toilette, creandosi in questo modo un alibi perfetto. Dal canto mio, feci di tutto per attirare l’attenzione di Federica e degli altri zii seduti vicino a lei, fingendomi interessata ai suoi futuri impegni di studio, rivolgendole di continuo domande pertinenti che la facevano sentire al centro dell’attenzione e quindi, di ottimo umore, con tutti, ma soprattutto stimolata ad avvertire un particolare afflato emotivo nei miei confronti, come difficilmente accadeva. Sì, le avevo scaldato il
cuore e mi era grata per aver acceso i riflettori sulla sua insipida personalità. Così, intanto, pregustavo la scena che non tardò ad arrivare. Come da consuetudine, il brindisi della mezzanotte doveva svolgersi rigorosamente in piedi, prevedendo lo scambio di auguri, baci e abbracci, operazione da svolgersi necessariamente alzandosi e sporgendosi un po’dalla propria postazione. Nell’intento di pronunciare un discorso augurale, tanto per guadagnare ancora un po’ l’attenzione del parentado e un certo consenso sociale, Cane Rognoso, provandosi a far scivolare una gamba lungo il lato destro della sedia per alzarsi, perse inevitabilmente l’equilibrio. Nell’ordine, i fatti si svolsero in questo modo: egli provò ad attaccarsi alla tavola, afferrando la tovaglia che venne trascinata a terra insieme all’intero corredo di piatti, bicchieri, posate, bottiglie e vivande; i commensali, giustamente inorriditi, iniziarono a saltare scomposti da una parte all’altra, berciando a squarciagola; in bilico tra la sedia e il resto delle suppellettili che stavano rovinosamente crollando addosso a tutti, nell’azzardare avventatamente un secondo salvataggio, il laido parente, dimostrando sempre più il proprio egoismo, si appese letteralmente alla gonna della consorte, zia Cesarina, lasciandola letteralmente in mutande per poi piombarle inesorabilmente addosso. Nel caos generale, mi fiondai inosservata sotto il tavolo, raggiunsi i piedi del mostro che ormai, così
com’era a pancia in giù, non sarebbe più stato in grado di rialzarsi, né di capire cosa stesse accadendo. Slacciai di fretta i lacci delle sue impeccabili Oxfod nere di vitello opaco e con un balzo mi rialzai per scivolare nuovamente nella mischia. Nessuno pensò che dietro all’accaduto ci fosse la mano di due bambinetti. Il disastro era compiuto. La vendetta era stata correttamente servita su un piatto freddo! Ecco, cara Lisa, questo è ciò che accadde quella lontana notte di Natale del 1939. A raccontarlo adesso sembra solo un buffo aneddoto, ma sapessi quanto mi è stato particolarmente caro ripensare a quella marachella perché è esattamente a ciò che mi aggrappai per tutti gli anni a venire nel ricercare un barlume di gioia e di dignità in mezzo a tanto dolore, con l’inizio della guerra pochi mesi dopo e, in seguito, con la deportazione nei campi di Mathausen di quasi tutta la mia famiglia. Sai, cara Lisa, tu sei molto giovane e forse mi ascolti solo per buona educazione, magari con un po’ di pietà, o anche di noia, ma mi ci è voluta tutta la vita per comprendere il significato del pensiero che mi confidò quel giorno il mio povero nonno e mai come ora, che sono ormai giunta alla fine dei miei giorni, mi sento di condividerlo appieno: “Ci ritroviamo vecchi che pensano ancora di essere bambini e tutta quella fase di mezzo, che credevamo tanto importante, non conta nulla”. New Espressione Libri 33
guri d
ana i Ross
gli au Sei il solo regalo che vorrei Sei il solo regalo che vorrei e che nemmeno la magia del Natale sarà in grado di farmi ricevere...
sei la sola luce che vorrei vedere sull’albero e che, insieme al suono della tua voce, lo potrebbe far risplendere. Sei il solo regalo che vorrei e che mi manca ogni singolo giorno dell’anno... non ti posso scartare ma nemmeno cancellare. Sei il solo regalo che questa vita crudele mi negherà fino alla fine ma che fino alla fine, per odio e per amore, continuerò a desiderare.
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IO
LOZZ
BRINDISI DI NATALE Era il primo giorno del mese di dicembre ad aprire le festività del Santo Natale. Avrebbero dovuto renderlo un giorno di festa, di quelli che esentavano i bimbi dall’andare a scuola e perciò segnati in rosso sul calendario - questo almeno era quello che pensavamo io e i miei fratelli. “Ogni giorno speciale andava trattato con i guanti, seriamente”. Purtroppo però, non era mai stato così e, per quanto noi bambini avessimo deciso di svegliarci anticipatamente al consueto orario, il tempo da dedicare alla prima casella del nostro calendario dell’avvento era sempre troppo poco. L’eccitazione del momento forse accorciava i minuti ma, ringraziando il bambinello Gesù, non spezzava le emozioni. Il pacchetto non conteneva mai oggetti di valore ma sei piccoli doni che ben rappresentavano la festa: biscotti a forma di stella, caramelle, monete di cioccolato, ma anche matite, gomme o pupazzetti con la figura impressa di Babbo Natale. La mamma ci diceva sempre che il dono più bello del Natale era quello di guardare i nostri occhi così sbrilloccosi. Anche per noi bambini la felicità non era mai rappresentata da qualcosa nello specifico, c’era e basta. Si andava avanti per tutto il mese di dicembre con un sorriso a stampo
gli auguri
PONE
CA di Maria
sui denti, non c’entrava alcunchè il dono che avremmo trovato all’interno delle ventiquattro caselle numerate a renderci felici, ma tutto il resto di quel corollario che impregnava l’aria di festa. A casa nostra il Natale durava di più, eravamo e ci sentivamo buoni dentro. Cambiava tutto dal momento del nostro risveglio di quel primo giorno di dicembre, cambiavano gli odori, gli umori, i sapori. Gli odori di biscotti, glasse, canditi, miele e vincotto si miscelavano formandone uno nuovo. Era proprio quello che sentivo quando abbracciavo la nonna. Lei sapeva sempre di qualcosa di buono, di qualcosa che ancora oggi cerco tra le pieghe dei ricordi. Mi capita di pensare spesso a lei quando impasto e sforno dolci, non solo quelli di Natale, è come se lei fosse lì con me ad accarezzarmi le mani, ne avverto la presenza, l’odore, il piacevole respiro sulla mia pelle. Le sento ancora le sue parole. Oggi, quando alzo il calice per il brindisi di rito le ripeto ai miei figli, sento fare eco dentro me: “Può mancare tutto a Natale, ma un dolcetto devi prepararlo sempre.” Sono certa che sia il suo modo speciale di farci gli auguri di Natale. New Espressione Libri 35
Io non ho paura del buio è il riflesso della società contemporanea attraverso gli occhi del migliore amico dell’uomo, fedele per eccellenza eppure dall’uomo fin troppo maltrattato, fino all’abbandono. Con un linguaggio semplice, che scorre e appassiona pagina dopo pagina, Tania è riuscita a dare voce a chi voce non ha, lasciando a ognuno le proprie conclusioni. Professione e passione che si fondono: l’autrice diventa il legale di creature indifese, che nella sua vita hanno contato molto, le hanno trasmesso amore in molti momenti bui e che lei stessa ha potuto conoscere e aiutare da vicino come volontaria presso un canile, tanto da trasmettere il vissuto dei protagonisti a quattro zampe in prima persona 36 New Espressione Libri
nei loro dialoghi. “Credo di avere un innato senso della giustizia - dice Tania -, questo senso mi ha guidato in ogni scelta della mia vita, cercando sempre, anche nelle situazioni più personali e difficili, di non farmi condizionare dalle emozioni ma di rimanere obiettiva e di scegliere appunto nel modo giusto. La scrittura nasce con me. Ho sempre avuto una fantasia sfrenata e se avessi la penna veloce quanto il mio cervello, avrei già scritto milioni di libri. Una luce, un gatto su un albero, un passante, qualunque cosa e la storia viene da sola. Allora non ho scelta, prendo il primo foglio, pacchetto di sigarette, agenda... qualunque cosa e scrivo, io scrivo ovunque. La mia è proprio una scrittura semplice e di impulso, appassionata, sentita”. Dopo aver scritto romanzi d’amore, d’avventura e di spionaggio, rimasti però inediti, il suo primo romanzo Io non ho paura del buio, Edizioni C’era una volta, è nato così, all’improvviso e si è realizzato come il classico sogno nel cassetto. Ricorda Tania: “Era rimasto per un po’ da parte, poi in gruppo su Facebook ho conosciuto Cinzia Tocci. Scambiando commenti sui sogni nel cassetto, ci siamo ritrovate da li a poco, lei a leggere i primi capitoli e io a ricevere un incoraggiamento a riprendere in mano il libro per completarlo” senza sapere che quelle sarebbero state le parole del suo futuro editore che, il 14 agosto del 2011, le aveva detto in tutta confidenza: “Questo libro vale la pena farlo leggere a un sacco di persone”. A distanza di tre anni, il libro è ancora vivo e torna per appassionare altri nuovi lettori. Un risultato importante per un autore emergente. “L’idea di questo libro – dice Tania - na-
www.c1vedizioni.com sce innanzi tutto dal mio profondo amore per la natura e per gli animali. L’essere avvocato e contemporaneamente autore di un libro come Io non ho paura del buio non è poi così anomalo. In effetti, per lavoro svolgo un’attività di difesa e nel mio libro ho voluto dare voce a chi non può difendersi: gli animali. Per farlo in maniera incisiva ho cercato di rendere gli animali i veri protagonisti della storia”. Sembrerebbero due passioni antitetiche, quella dell’avvocato “distaccato” e quella della scrittrice “sensibile”, perché sebbene “la professione forense implica un certo tecnicismo e una certa asetticità nei confronti delle varie vicende” come spiega Tania, da questo libro emerge anche una donna sensibile, capace di appassionare e ottimista, facendo intendere che c’è sempre tempo per recuperare. Il libro è dedicato “a tutte le vittime innocenti”. “Questa società continua Tania - è già di per sé violenta e egoista, per cui diventa difficile parlare di buoni sentimenti, come l’amicizia, l’altruismo, il rispetto del prossimo. Quando si parla di violenza si ha una grande responsabilità perché facilmente si rischia di ingenerare quel dannosissimo meccanismo per cui la violenza genera altra violenza. Volevo invece scrivere un testo che, partendo dalla violenza, ispirasse sentimenti positivi. Il male può generare anche il bene, dipende tutto dall’uso che ognuno fa della propria esperienza o delle proprie parole, come in questo caso. Ascoltando le critiche che Buck fa all’uomo, provando il dolore che prova lui per le cattiverie subite, calando il lettore in una realtà diversa, cerco di portare le persone a riflettere su
vari aspetti. Innanzi tutto sulla perdita di valori della società che spinge molti a restare indifferenti di fronte alla sofferenza di un altro essere vivente, magari a considerare più importanti beni materiali rispetto alla ricchezza che può dare un rapporto sincero di vera amicizia con un altro uomo o con un animale. In secondo luogo vorrei portare a riflettere sul modo in cui trattiamo gli animali. E non è tanto un problema legislativo, ma è proprio una questione di coscienza collettiva. Al di là delle leggi infatti, ancora non si ha la consapevolezza che gli animali vanno rispettati, che l’uomo non ha diritto di disporre a suo piacimento degli animali come fossero oggetti e solo quando cambierà questo modo di pensare, la condizione dei nostri animali potrà migliorare. Noi non siamo i padroni del mondo ma solo ospiti temporanei e quindi abbiamo il dovere di rispettare il mondo e preservarlo per le generazioni future e di rispettare tutte le forme di vita perché tutte legate l’una all’altra. Ma c’è anche un altro aspetto che si sottovaluta. Un animale domestico, che sia un cane, un gatto o qualunque altro animale, che instaura con l’uomo un rapporto di amicizia, riempie la vita e dona delle sensazioni meravigliose che è difficile spiegare con le parole. Solo chi lo prova può capirlo realmente. Inoltre se non si rispettano gli animali non ci si può aspettare il rispetto per un uomo. L’amore per un uomo passa attraverso l’amore per esseri più indifesi, appunto, gli animali. Quindi, un invito alla riflessione a tutto tondo, sulla società, sul mondo, sulle nostre priorità e sul nostro modo di agire”. New Espressione Libri 37
rato in missioni di aiuto umanitario in Africa, Cina, Asia e ha trasferito queste ultime esperienze nel libro Il cucciolo mancante, Edizioni C’era una volta. Un libro in cui si respira l’esperienza umanitaria in contesti diversi dove anche la vita umana è diversa. Un viaggio che inizia dal Nepal, segue la via dell’aiuto ai più poveri e al tempo stesso percorre una strada interiore alla ricerca del “cucciolo mancante”. L’autore, che è particolarmente sensibile ai temi della solidarietà e dell’aiuto a chi soffre, devolve i propri diritti sul libro al Progetto Vietnam dell’Associazione Essere pace.
Ci sono persone che danno tutte se stesse a chi è in difficoltà e ha bisogno di un aiuto. Lasciano il proprio mondo, la propria vita tranquilla e si ritrovano in luoghi e in condizioni così difficili dove più che vivere si sopravvive. Il tempo di un volo aereo e improvvisamente manca tutto: acqua, cibo, vestiti, medicine, anche la dignità. Il niente diventa il tutto. La ricchezza di un orologio di marca lascia il posto alla povertà assoluta. Ci si perde nei vasti orizzonti africani, e paradossalmente si ritrova anche se stessi e il senso della vita. Dopo aver svolto la professione di magistrato, Franco Cascini ha ope38 New Espressione Libri
“Nel percorso spirituale di ricerca del significato della vita, la partecipazione alla solidarietà è parte essenziale della propria vita” afferma l’autore, che ha iniziato a scrivere questo suo primo libro come pagine di un diario personale, per fermare e identificare meglio i fatti e le emozioni provate, considerando i testi come una fonte di ricchezza della mente e del cuore che non doveva essere dimenticata o perduta. La decisione di pubblicare i suoi vissuti nel contesto delle organizzazioni umanitarie nasce dalla volontà di condividere l’estrema ricchezza insita nelle missioni. Disponibile dal 1° ottobre 2014. L’autore devolve i suoi diritti al progetto Vietnam dell’Associazione Essere Pace.
www.c1vedizioni.com Offrire un aiuto a chi ha bisogno è un concetto proprio di entrambe le fonti di orientamento spirituale in cui ha operato l’autore: il Cristianesimo e il Buddhismo. Attraverso le pagine de “Il cucciolo mancante” si possono comprendere gli approcci che queste religioni hanno verso la solidarietà e l’aiuto fattivo e concreto. Nel sostenere il Progetto Vietnam dell’Associazione Essere Pace, il volume sostiene lavori di ristrutturazione e migliorie, assistenza ai bambini che frequentano gli asili, con la possibilità di avere un pasto caldo a scuola ed essere accuditi quando i genitori vanno a lavorare, oltre all’opportunità di un futuro migliore grazie all’accesso all’istruzione non garantito dallo stato; inoltre il progetto sostiene economicamente gli insegnanti che, senza uno stipendio adeguato, sarebbero costretti a lasciare il loro lavoro negli asili per trasferirsi in città. Ancora una volta una lettura che fa bene due volte: a chi legge e a chi riceverà i proventi del libro in beneficenza. Il Progetto Vietnam dell’Associazione Essere Pace: http://associazione.esserepace.org/ chi-siamo-progetto-vietnam/ IL CUCCIOLO MANCANTE, Franco Cascini, Edizioni C’era una volta ISBN 978-88-98295-17-3 Pagg. Tot: 200 - Formato 21x15
Sito: http://www.c1vedizioni.com/#!ilcucciolo-mancante/c1whg Scarica qui l’anteprima: http://media.wix. com/ugd/5ff888_bd7b4f802db344a1aae7d047d1a06a5e.pdf
Franco Cascini è nato a Fiume e risiede nell’isola d’Elba. Ha svolto la professione di magistrato e ha successivamente prestato la sua opera nella Cooperazione Internazionale compiendo missioni di aiuto umanitario in Eritrea (1993), Burundi (1993-94), Tchad (1994), Rwanda (1995), Cina (2000-2001), Mali (2005), Nepal (2002-tuttora in corso). Ha conseguito un Master universitario in Diritti Umani e Interventi Umanitari e ha seguito corsi di formazione presso l’Istituto Internazionale dei Diritti Umani a Strasburgo, Il Ministero degli Affari Esteri del Belgio, Medici senza Frontiere, le Università di Leeds in Inghilterra e di Guangzhou in Cina, l’Istituto di Studi di Politica Internazionale a Milano, l’Istituto di studi buddhisti Lama Tzong Khapa a Pomaia. È particolarmente sensibile ai temi della solidarietà e dell’aiuto a chi soffre, e crede che questa partecipazione sia essenziale nel percorso spirituale di ricerca del significato della vita. New Espressione Libri 39