SPAZIALITÀ SONORE Rigenerazione del fabbricato principale dell’Ippodromo Comunale di Ferrara
Tesi di Laurea in Architettura presso Università degli Studi di Ferrara A.A. 2013/2014. Laureanda: Mariacaterina Miozzi. Relatori: Arch. Andrea Rinaldi, Arch. Nicola Marzot. Correlatore: Arch. Vittorino Belpoliti.
“La Musica è architettura svolta, mentre l’architettura è musica pietrificata.” Johann Wolfgang von Goethe
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_ INDICE 1 _ Introduzione
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2 _ Storia 2.1 Breve Storia di Ferrara 2.2 Storia dell’Ippodromo Comunale di Ferrara
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3 _ Analisi 3.1 Verde Urbano 3.2 Attività Sportive 3.3 Realtà Musicali
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4 _ Potenzialità
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5 _ Situazione Attuale 5.1 Ippica 5.2 Ippodromo Comunale di Ferrara
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6 _ Progetto Urbano
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7 _ Progetto Edificio Principale 7.1 Approccio Generale alla Progettazione 7.2 Programma Funzionale 7.3 Strategia Ambientale e Tecnologica
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8 _ Conclusioni
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Bibliografia
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Sitografia
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Ringraziamenti
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1_ INTRODUZIONE La realtà delle attività in via di dismissione col passare degli anni è sempre più ampia e variegata. Vecchie caserme militari abbandonate nel tempo, complessi industriali di cui ormai rimane solo lo scheletro e strutture adibite ad attività ludiche e sportive ormai non più in voga. In questo contesto si può includere anche l’attività ippica che da qualche anno sta vivendo una fase di crisi e di declino. Negli ultimi tempi sono stati dismessi un numero sempre crescente di ippodromi e quelli ancora in attività sono per la maggior parte in perdita. Le attività collegate al mondo equestre sono molteplici ma gli spazi ad esse necessari sono nettamente inferiori a quelle di un ippodromo. In questo scenario si è scelto di analizzare la realtà dell’Ippodromo Comunale di Ferrara poiché è un’area attualmente isolata dalla città ma piena di potenzialità. Quando venne
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costruito era collocato in un’area non ancora urbanizzata a sud delle mura, oggi si ritrova circondato dal popoloso quartiere di Via Bologna. L’ippodromo Comunale di Ferrara occupa un’area di 102000 mq; è composto da una pista da trotto con estensione totale di 806 m, da un edificio principale articolato su tre piani per un totale di 4100 mq, da cinque scuderie, da un maneggio coperto e dalla mascalcia. Per anni è stato un punto di riferimento per l’attività ippica regionale però purtroppo attualmente le attività presenti al suo interno sono sempre meno. Prima che questi spazi rimangano totalmente abbandonati e diventino luoghi pericolosi di degrado è opportuno intervenire dando una nuova funzionalità all’intera area. L’obiettivo della tesi è restituire al quartiere e alla cittadinanza questi spazi, in particolare l’edificio principale e l’area verde rac-
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chiusa dal percorso della pista. In questo modo si va a ricucire il tessuto urbano tramite degli spazi aperti pubblici. Gli spazi collettivi trovano nuova vita e aiutano il quartiere a riattivarsi. Partendo da questi presupposti è stata analizzata la città di Ferrara partendo dalla sua storia per poi proseguire con particolare attenzione ai tre temi principali che costituiscono il progetto che sono il verde urbano, le attività sportive e le realtà musicali.
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2_ STORIA 2.1 Breve storia di Ferrara In epoca tardo-antica ed altomedievale il fiume Po non passava come ora poco a nord di Ferrara ma a sud di essa, ovvero in prossimità delle attuali vie Ripagrande-Carlo Mayr e parallelamente ad esse. Lungo questo tratto il fiume formava due isole di forma allungata, l’una ad ovest e l’altra ad est, che in seguito verranno denominate rispettivamente isole di Belvedere e di Sant’Antonio. Il primo nucleo generatore delle espansioni successive della città fu un insediamento di tipo militare, il “castrum”, individuato nel sistema di strade a forma di ferro di cavallo che si articola attorno all’attuale via di Porta San Pietro; fondato dai bizantini ravennati nel VII secolo per contrastare l’invasione longobarda, l’antico insediamento a partire dall’VIII secolo si espandeva verso ovest, lungo la sponda si-
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nistra del Po di Ferrara, raggiungendo nell’XI secolo la zona dell’odierno Serbatoio dell’ Acquedotto, dove poco prima dell’anno Mille era stato costruito il Castel Tedaldo. La città “parafluviale” si era sviluppata in quei secoli su quattro assi principali: in senso longitudinale via Ripagrande e via delle Volte, incrociate perpendicolarmente dai canali di Santo Stefano e “Giuoco del Pallone”. L’abitato altomedievale cominciava anche a dividersi in due borghi, quello inferiore (ad est del “castrum”) e quello superiore (ad ovest dell’insediamento originario), che si amplieranno nel corso dei secoli successivi. Con la rotta di Ficarolo nel 1152 il flusso principale del fiume si riversò a nord di Ferrara, costituendo l’attuale Po “Grande o di Venezia”, mentre il corso d’acqua a sud della città andò incontro ad un progressivo inter-
La cittĂ parafluviale, VII-XII secolo.
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ramento. Dopo la morte di Matilde di Canossa avvenuta nel 1115, anche Ferrara si organizzò in Comune autonomo. Una delle iniziative più importanti intraprese dalla nuova struttura di potere, fu quella di costruire la Cattedrale di Ferrara nel 1135. La primitiva Cattedrale di San Giorgio, sorta nel luogo in cui il Po di Ferrara si biforcava nel Volano e nel Primaro, perse così il titolo che aveva detenuto sin dall’VIII secolo passando in secondo piano rispetto alla nuova Cattedrale che ancora oggi è fulcro del centro storico. A seguito della costruzione del Duomo, venne ampliato il sistema viario attraverso la realizzazione di importanti strade con andamento perpendicolare al Po di Ferrara, come le attuali Porta Reno, Vignatagliata e San Romano. Il nuovo assetto viario diverrà così l’elemento propulsivo dello sviluppo a nord dell’antica città parafluviale e la Cattedrale romanico-gotica costituirà, a partire dal XII se-
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colo, il perno fondamentale del centro cittadino. Attraverso un lento processo che durò più di due secoli, si sviluppò attorno ad essa il Borgo Nuovo (zona di via Cairoli), difeso dalle mura medievali della Giovecca, ma soprattutto si formò un sistema di piazze ed edifici ben noti, come la già citata piazza a fianco del Duomo, il palazzo del Signore (risalente al XIII secolo ed abitato dai marchesi, poi duchi d’Este, oggi Palazzo Comunale), il Palazzo della Ragione risalente al 1326 ed il famoso Castello Estense costruito nel 1385, sorto sull’area ricavata dalla demolizione dell’antica chiesa di San Giuliano e di parte del Borgo Nuovo. Tale fervore edilizio si ebbe soprattutto grazie agli Estensi, che avevano affermato il loro potere sulla città nel XIII secolo, mantenendolo poi fino alla fine del XVI. Lo sviluppo della città nel periodo estense parte nel 1386 con l’architetto Bartolino da Novara che realizzò per ordine di Nicolò II d’Este la
La costruzione del Castello (1385) per volontà di Nicolò II d’Este e la prima addizione (1386)
Seconda Addizione (1451), detta Addizione di Borso
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“prima addizione” propriamente detta. In effetti questo ampliamento della città non venne attuato! annettendo nuovi borghi esterni alle mura, come era successo in precedenza, ma recintando uno spazio aperto, il cosiddetto “Pratum Bestiarum”, che fu urbanizzato con nuovi edifici e strade rettilinee. L’area ebbe come asse longitudinale la strada di San Francesco (attuali vie Voltapaletto-Savonarola) e per assi perpendicolari le vie Madama-Ugo Bassi e Terranuova. Nel tempo Ferrara si era dotata anche di un efficiente sistema fortificato, tanto che alla fine del XIV secolo la città medievale risultava difesa adeguatamente su tutti i lati da mura alte e merlate interrotte da torri. Verso la metà del XV secolo venne realizzata l’Addizione di Borso d’Este, che fu signore di Ferrara dal 1450 al 1471, sfruttando parte del percorso del Po di Ferrara a sud della città, parzialmente interrato. In quel sito si tracciò la cosiddetta stra-
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da della Ghiara (via Ghiara e via XX Settembre), che divenne l’asse portante del nuovo ampliamento urbanistico; una serie di strade minori perpendicolari all’asse principale, disposte a spina di pesce, cucivano poi la nuova area urbanizzata con l’antico tessuto cittadino più a nord. La cinta muraria borsiana, approntata attorno alla metà del ‘400, chiudeva a meridione tutta la zona, di cui da quel momento farà parte anche il convento benedettino di Sant’Antonio in Polesine, che fino a poco tempo prima sorgeva sull’isola formata dal fiume, ormai prosciugato in quel tratto. Nel 1451 si aprirono inoltre tre nuove porte nelle mura di Borso e cioè quella di San Giorgio, dell’Amore e di San Pietro. Borso d’Este promosse anche la ristrutturazione della chiesa di Santa Maria degli Angeli e della delizia di Belfiore (ora distrutte), che si trovavano fuori dalle mura della Giovecca a nord della città; per raggiungere più age-
Lo sviluppo della cittĂ nel periodo estense Ferrara nel 1598
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volmente questi ed altri importanti complessi vicini, nel 1457 fece selciare in mattoni una “via Larga” e ordinò che ai lati vi si piantassero alti pioppi. La strada, quasi rettilinea, fu denominata in seguito via degli Angeli, oggi è Corso Ercole I d’Este. L’epoca rinascimentale a Ferrara si apre con la famosa “Addizione Erculea”, voluta dal duca Ercole I d’Este e realizzata dall’architetto di corte Biagio Rossetti a partire dal 1492, Ferrara con questo ampliamento diverrà quindi la prima città moderna d’Europa. Il nuovo ampliamento verso nord, al di là delle mura medievali e del fossato della Giovecca, si avvaleva di due assi portanti e quasi ortogonali fra loro: la via degli Angeli (che nell’occasione fu ampliata e rettificata) e la strada dei Prioni (oggi Corso Porta Mare, Corso Biagio Rossetti, Corso Porta Po), la quale univa due porte, quella di San Benedetto ad ovest (ora distrutta) e quella di San Giovanni Battista ad est, di cui
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rimane il torrione di guardia. L’addizione si fondava inoltre su un “reticolo di strade” larghe e rettilinee che, attraverso allineamenti viari ed altre opere ultimate nel corso del XVI secolo, si innestava con le vie a sud della Giovecca. In questo modo il nuovo impianto urbanistico rinascimentale, che si arricchì tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500 di splendidi palazzi come ad esempio il Palazzo dei Diamanti, di chiese monumentali e di una “Piazza Nova” poi diventata Piazza Ariostea, potè essere integrato con la città medievale. Per difendere l’addizione e quindi la città dagli eventuali attacchi dei veneziani, nemici per antonomasia degli estensi, il Rossetti ed il duca pensarono di costruire moderne fortificazioni che non opprimessero la nuova urbanizzazione, le cosiddette mura rossettiane; venne realizzato così, tra la fine del ‘400 e gli inizi del secolo successivo, uno dei primissimi esempi su larga scala del fronte bastionato
Alzato di Andrea Bolzoni, 1782
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italiano”. Al centro del tratto settentrionale delle difese estensi si impone all’attenzione anche la Porta degli Angeli, da cui uscivano i duchi d’Este per andare nel Barco, antico territorio di caccia esclusivo della corte sito al di là delle mura, che ora è divenuto un ampio Parco Urbano, con piccoli boschi e laghetti, attrezzato con giochi, piste ciclabili e punti di ristoro. Alla morte del duca Ercole I nel 1505, la pianta della città aveva assunto in gran parte la forma attuale. Nel corso del XVI secolo Ferrara fu interessata da altri importanti interventi realizzati soprattutto dalla signoria estense. Si costruirono infatti nuovi palazzi e complessi religiosi, le fortificazioni orientali e meridionali vennero rinnovate dagli Estensi secondo i più avanzati criteri dell’arte militare, in particolare attraverso l’inserimento dei baluardi “a freccia” e ad “asso di picche”. La città e le mura stesse si arricchirono inoltre di ampi spazi verdi, di cui ancor oggi la città
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può godere, nonché di splendidi giardini, che si aggiunsero a quelli voluti dal duca Ercole I nella seconda metà del ‘400. La devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio avvenuta nel 1598 segnò l’inizio di un periodo completamente diverso dal precedente. Infatti, la città cessò di essere uno dei più importanti centri culturali e politici, per divenire una località periferica dello Stato della Chiesa, che vi esercitò il potere fino a poco prima dell’Unità d’Italia, sia pure con brevi interruzioni, come quelle segnalate tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, dovute alternativamente all’occupazione dei francesi e degli austriaci; questi ultimi, dopo il congresso di Vienna del 1815, mantennero una guarnigione all’interno dell’imponente Fortezza pontificia. Tale costruzione militare, di cui rimangono due dei cinque baluardi originari, fu realizzata dal 1608 al 1618 a sud ovest di Ferrara per volontà di Papa Paolo V e comportò
Ferrara nel XVII secolo
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all’epoca la demolizione di un intero settore della città, ivi compresi il Castel Tedaldo e la cinquecentesca delizia di Belvedere, decantata anche da Ludovico Ariosto. Ferrara, che con gli Estensi aveva goduto di una tradizionale tolleranza religiosa, sotto il governo pontificio vide, tra l’altro, una serie di restrizioni ai danni degli ebrei, che dal 1627 furono chiusi nel Ghetto (zona di Via Mazzini e laterali), quindi sottoposti ad umiliazioni e mortificazioni. Da allora questa zona della città, di origine medievale, ha assunto caratteristiche urbanistiche ed edilizie del tutto particolari. Tra il XVII e il XIX secolo la storia urbana di Ferrara fece registrare comunque importanti interventi di ristrutturazione, che comportarono la parziale modifica di alcune aree centrali della città: ricordiamo, tra l’altro, le trasformazioni sia del Palazzo Arcivescovile, tra il 1717 ed il 1720, che del prospetto del Palazzo Comunale nel 1738 su Corso Martiri della Libertà.
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Accanto alla costruzione di chiese ed edifici di pregio realizzati nel XVII e nel XVIII secolo, come la chiesa di San Carlo (1613) o il Teatro Comunale (inaugurato nel 1798), dobbiamo segnalare anche altre distruzioni, che interessarono i giardini rinascimentali ed alcune delizie estensi, come quella di Belfiore, costruita attorno al 1390 e poi distrutta in gran parte nel XVII secolo. Il lungo periodo che stiamo tratteggiando si chiudeva definitivamente nel giugno 1859, quando si insediò a Ferrara un governo provvisorio che, sull’onda di una diffusa volontà popolare, decretò la parziale demolizione della cittadella, definita simbolo di tirannide e oppressione, con la conseguente modifica dell’intera area, divenuta un’immensa “Spianata” e destinata negli anni seguenti a Piazza d’Armi per esercitazioni militari e di artiglieria. Questo fatto segnò pure la definitiva liberazione della città da ogni occupante sia austriaco che pontificio, premessa
A. Bolzoni, Pianta e Alzato della cittĂ di Ferrara , particolare, 1782
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all’annessione di Ferrara e dell’Emilia al Regno d’Italia (1860) e ad una città più democratica, amministrata dal Sindaco, da una Giunta e da un Consiglio. Gli anni ’20 e ’30 del Novecento furono per Ferrara e l’Italia particolarmente bui, perché portarono alla dittatura del fascismo, alle leggi razziali (1938), fino agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, tuttavia la città fu interessata da interventi urbanistici di un certo rilievo. La cosiddetta “Spianata” (zona ex Fortezza) tra gli anni Venti e Trenta del XX secolo fu trasformata nel “Quartiere Giardino”, dotato di ampi spazi verdi ed alcuni complessi che oggi possiamo ancora vedere, quali la Scuola elementare “Mario Poledrelli” (1928), lo Stadio Comunale “Paolo Mazza” (1925-1928), l’ex caserma Pastrengo di Corso Isonzo (1925-26), la vicina ex caserma dei Pompieri (inaugurata nel 1930) e soprattutto il pressoché contemporaneo Serbatoio dell’Acquedotto (1930-32). Intanto, a poca
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distanza dal Castello Estense, stava avvenendo un’altra modifica del tessuto urbano, la cosiddetta “Addizione novecentista”, che comportò la costruzione di nuove strade e di edifici di pregio, come la Scuola Elementare “Alda Costa” (1932-33); questo fabbricato straordinariamente moderno fu costruito su progetto dell’ingegnere comunale Carlo Savonuzzi, che inserì la nuova scuola sull’area un tempo occupata dall’Ospedale Sant’Anna, complesso architettonico fondato nel 1443 grazie alla ristrutturazione di un convento preesistente, ampliato poi nei secoli successivi fino ad occupare gran parte dell’isolato compreso tra le vie Palestro, Borgoleoni, Giovecca e Mascheraio. Negli anni Trenta in quel sito, oltre all’istituto scolastico e ad altri fabbricati, si realizzarono anche le vie Boldini, Previati e De Pisis, così come indicato nel piano comunale, che prevedeva la parziale demolizione dell’antico sanatorio,
Ferrara, pianta attuale
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compresa la cella dove era stato rinchiuso Torquato Tasso, poi ricostruita poco distante. Infine, l’ampio quadrante a nord ovest di Ferrara (conosciuto come “Quartiere di Via Arianuova”), rimasto in gran parte libero da costruzioni fino agli inizi del Novecento, fu urbanizzato ed edificato a partire dagli anni Quaranta e Cinquanta, cercando di far integrare l’andamento delle nuove strade con l’assetto viario preesistente della zona, dove peraltro già nel Rinascimento erano stati tracciati alcuni assi; proprio su uno di questi fin dal 1528 era stata costruita la Casa di Ludovico Ariosto, dimora del grande poeta negli ultimi anni della sua vita. Nella seconda metà del Novecento la città si è sviluppata soprattutto all’esterno delle sue mura, dove sono nati veri e propri quartieri, come quello del Barco a nord o quello di Via Bologna a sud. Tale scelta strategica ha consentito di non intervenire all’interno del centro storico di Ferrara con ope-
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re di edilizia abitativa, che avrebbero influito negativamente sul suo assetto urbanistico complessivo, fortunatamente ancora in gran parte integro. Infatti, nonostante tutte le modifiche apportate nei secoli, pur importanti, la struttura viaria ed urbanistica acquisita definitivamente dalla città nel periodo rinascimentale rimarrà in gran parte immutata, a riprova della lungimiranza degli Estensi e dei loro architetti, primo fra tutti Biagio Rossetti. Anche negli ultimi anni la città si è sviluppata soprattutto all’esterno delle mura, mantenendo la salvaguardia del centro storico.
2.2 Storia dell’Ippodromo Comunale di Ferrara All’interno degli interventi di notevole importanza che furono realizzati nella città di Ferrara negli anni ’20 e ’30 si colloca anche la costruzione del Nuovo Deposito Cavalli Stalloni in Via Bologna. Nel 1924 la direzione del Deposito Cavalli Stalloni iniziò con il Comune le pratiche per la costruzione di una nuova sede dato che quella in piazzetta San Nicolò era ormai inadeguata. Con deliberazione del 7 febbraio 1928 n.5657 il podestà Renzo Ravenna approvò il progetto per la costruzione della nuova sede del Deposito Stalloni in un’area fuori Porta Reno ad est di Via Bologna ed in prossimità degli Hangar della Piazza d’armi. L’area sulla quale sorse l’Ippodromo era situata a poche decine di metri da Via Bologna, nella zona sud della città, un tempo latifondo della Sammartina, caratterizzata in quegli anni da ampie porzioni di campagna e da
poche abitazioni, in gran parte di carattere rurale. Il complesso venne realizzato in gran parte dal 1928 al 1929 a cura dell’Ufficio Tecnico comunale e con la direzione dei lavori affidata all’ingegnere Dante Gostoli. I lavori per la costruzione della nuova struttura iniziarono nel maggio del 1928 e nonostante qualche intoppo, dovuto al succedersi di più imprese nella costruzione del complesso, i lavori proseguirono celermente tanto che nel luglio del 1929 la maggior parte degli stalloni fu alloggiata nelle nuove scuderie. Il nuovo “Regio Deposito Cavalli Stalloni”, che conosciamo come Ippodromo Comunale di Ferrara, sorse fondamentalmente allo scopo di migliorare alcune razze equine attraverso gli incroci e l'allevamento, “ai fini delle esigenze di pace e di guerra” (agricoltura e artiglieria). Per abbellire la nuova struttura furono inoltre messi a dimora ti-
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gli, platani, pioppi, aceri e robinie, ma anche siepi ornamentali e aiuole fiorite. L’opera, avallata dal competente Ministero dell’Agricoltura, fu fortemente voluta dal podestà Renzo Ravenna, definito in una pubblicazione del 1932 come “il degno realizzatore delle nobili ambizioni di progresso” che Italo Balbo nutriva per la “sua fedele Ferrara”. L’Ippodromo è costituito da un grande edificio principale in mattoni “faccia a vista”, disposto su tre piani e composto da tre corpi di fabbrica a forma di U rovesciata. Quello centrale, conteneva originariamente al piano terra la stanza per il sottufficiale di servizio, le mense, le sale convegno per graduati e soldati, cucine, dispense ed altri locali; al primo piano, invece, erano dislocati gli uffici, la sala per la presidenza, l’archivio e il deposito stampati, quindi, all’ultimo piano, si trovavano le camerate per i soldati, le stanze d’alloggio per sottufficiali e il magazzino di casermaggio. Nell’ala
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sinistra trovavano posto le rimesse e la selleria (piano terra), mentre nei piani superiori le abitazioni del Direttore, del suo vice e del veterinario. Nell’ala destra, infine, erano collocati i magazzini nonché altri ambienti adibiti a vari usi. L’immobile, che ha conservato pressoché inalterato l’aspetto primitivo, è caratterizzato da un’architettura sobria e armoniosa nella sua semplice simmetria, con qualche elemento decorativo, caratteristiche che accomunano anche altre costruzioni di quel periodo. L’Ippodromo venne dotato fin dall’inizio della pista per le corse al trotto (lunghezza 806,80 metri, larghezza massima 18,10 metri), nonché di due tribune coperte in cemento armato, lunghe complessivamente 52 metri e con 800 posti a sedere, che si possono ancora vedere nel prospetto nord della costruzione principale. Attorno al 1929 furono trasferiti nelle cinque scuderie appena costruite circa 175 stalloni, dei quali 152
Disegni di progetto, Prospettiva e Planimetria
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cavalli e il rimanente asini; tali fabbricati, realizzati in muratura e cemento armato, sono tuttora ubicati in prossimità dell’immobile principale, insieme ad altri edifici minori risalenti alla fine degli anni Venti. Ciascuna scuderia poteva contenere all’epoca diversi box e “poste”, fino ad ospitare 40 cavalli. Vicino all’ingresso insiste ancora oggi una palazzina a due piani “faccia a vista”, un tempo adibita ad abitazione del maresciallo del “Deposito Cavalli Stalloni”, poiché inizialmente il complesso era gestito, come accennato, anche da personale militare; divenuta poi casa del custode, venne ristrutturata negli anni ’90 ed ora è destinata a sede della Contrada di San Luca. Un’ampia documentazione sia grafica che scritta riguardante la costruzione del complesso è presente nell’Archivio Storico di Ferrara. In un fascicolo interamente dedicato all’Ippodromo sono presenti i disegni del progetto dell’edificio principale e del-
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le scuderie. Sono inoltre conservati tutti i documenti per l’autorizzazione alla costruzione del Nuovo Deposito Stalloni e i valori di acquisto delle aree espropriate. Oltre alla documentazione degli anni in cui si è costruito l’Ippodromo vi è anche un interessante documento del 27 giugno 1961 firmato dall’Ingegnere Capo Savonuzzi in cui si propone lo spostamento dell’Ippodromo in un’altra zona della città poichè in seguito alla crescita del quartiere residenziale è diventato area edificabile.
In alto: Vista dell’edificio principale In basso: Particolare dell’entrata dell’edificio principale
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Disegni di progetto, Pianta Piano Terra e Prospetto Principale
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Documentazione FotograďŹ ca Storica
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Fotografie della costruzione del Nuovo Deposito Stalloni
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Fotografie della costruzione del Nuovo Deposito Stalloni
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In alto: Deposito Stalloni_23 Agosto 1928_Armatura del solaio in cem. armato a travi incerniate sulla rimessa vetture. In basso: Deposito Cavalli Stalloni_23 Agosto 1928_Solaio a travi incerniate(?) di copertura della rimessa vetture.
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In alto: Deposito Stalloni_23 Agosto 1928_Solai in cem. armato sopra la rimessa vetture. In basso: Deposito Cavalli Stalloni_21 - VI - 1928
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In alto: Deposito Stalloni_21 Giugno 1928. In basso: Deposito Stalloni_21 Giugno 1928.
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In alto: Deposito Stalloni_21 Giugno 1928. In basso:Deposito Stalloni_13 Giugno 1929.
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In alto: Nuovo Deposito Stalloni, copertura tribuna. In basso: 3 Maggio 1929_Costruzione Deposito Stalloni, Saloni Berra ala sinistra.
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In alto: Lavoro di costruzione nuovo Deposito Stalloni. Getto della parte destra della tribuna (copertura)_9 Aprile 1929 In basso: Nuovo Deposito Stalloni.
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Documentazione d’archivio
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Edificio Principale _ Pianta Piano Terra
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Scuderia _ Pianta
Scuderia _ Prospettov
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Scuderia _ Sezione C-D
Scuderia _ Sezione A-B
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Documento firmato dall’Ingegnere Capo C. Savonuzzi il 27 giugno 1961.
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Stralcio P.R.G. allegato al documento dell’Ingegnere Capo C. Savonuzzi.
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In anni più recenti il complesso ha subito alcuni danni come a causa del fortunale del 1995 che hanno imposto la demolizione di alcuni fabbricati, tra cui la torre di controllo dell’area interna, poi ricostruita. Cessate le esigenze che avevano dato vita al “Deposito Cavalli Stalloni”, l’Ippodromo fu destinato fino al 2011 a “Centro Regionale Incremento Ippico”, mentre oggi è un luogo frequentato dai cittadini per attività sportive e di svago. Ospita, tra l’altro, la Contrada di San Luca, il Centro Equestre Le Cocinelle e l’ANFFAS con un progetto speciale di ippoterapia. Vi si svolgono, altresì, diverse manifestazioni sportive, come la corsa podistica del “Giro delle Mura degli Estensi” in occasione del primo di maggio e le tradizionali “Corse al Trotto”, organizzate nel mese di agosto. A causa degli eventi sismici del maggio del 2012 vi sono stati dei danni alle strutture di notevole entità. Gli edifici più colpiti sono
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state le scuderie, attualmente tre su cinque sono inagibili. Per quanto riguarda l’edificio principale invece non vi sono stati danni evidenti ma non è più possibile accedere alle tribune dell’edificio principale. Il nuovo Piano Strutturale Comunale è stato approvato il 3 giugno 2009. In questo documento l’area di pertinenza dell’Ippodromo viene identificata come “subsistema città verde”. Si manifesta quindi in questo piano l’intenzione dell’amministrazione comunale di mantenere l’Ippodromo come polmone verde della città. Inoltre nel piano di tutela degli edifici il fabbricato principale dell’Ippodromo viene identificato come un edificio di valore storicoarchitettonico e quindi da conservare e tutelare. I Piani Operativi Comunali (POC) sono gli strumenti urbanistici che individuano e disciplinano gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e trasformazione del territorio previsti dal PSC, da realizzare nell’arco temporale
Contrada S.Luca Uffici
Mascalcia
Polisportiva Putinati
Edificio principale
Scuderie Maneggio
Edifici in disuso Edifici in uso Edifici inagibili
Tessuto Stori co Tessuto Moderno (Primi ‘900 ) Tessuto Contemporaneo ( Fine ‘900 )
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di ciascun quinquennio in conformità alle previsioni del PSC e senza modficarne il contenuto. Il POC attuale è stato approvato il 28 ottobre 2013 e per l’Ippodromo prevede un miglioramento strutturale. Si legge quindi da questi documenti forniti dall’amministrazione comunale come vi sia un interesse nella salvaguardia di quest’area sia per quanto riguarda la sua vocazione di area verde, sia per il valore architettonico dell’edificio principale del complesso.
Dall’alto: POC PSC tutela PSC verde
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Foto dell’edificio principale
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Foto dell’edificio principale
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Foto delle scuderie e del maneggio
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3_ ANALISI 3.1 Verde Urbano Ferrara può essere considerata una città ricca di spazi verdi; può infatti vantare ben 37,8 metri quadrati di verde per ogni cittadino. I tre parchi principali sono il Parco Urbano, Parco Massari e il Parco delle Mura. Il Parco Urbano si trova nella zona nord, tra la città e il Po, occupa un’area di 1200 ettari ed è sede di manifestazioni all’aria aperta. Si tratta di spazi verdi ampiamente vissuti dai cittadini per svago e sport durante tutto l’anno. Parco Massari si trova nella parte di città sorta con l’Addizione Erculea, prende il nome dall’attiguo palazzo eretto alla fine del Cinquecento ed è il più vasto dei giardini pubblici entro le mura della città. La superficie è di circa 4 ettari. Progettato nel 1780 dall’architetto ferrarese Luigi Bertelli per il marchese Camillo Bevilacqua, questo importan-
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te giardino era ricordato per le numerose sculture che lo adornavano e per la grande varietà di agrumi e piante da fiore che ne profumavano i magnifici percorsi. Verso la metà del XIX secolo i conti Massari acquisirono il palazzo modificando tutto il complesso come un parco all’inglese. Il disegno delle aiuole è quello ottocentesco e molti alberi sono più che secolari: oltre ai due Cedri del Libano all’ingresso, ci sono alcuni tassi, un imponente ginkgo e la gigantesca farnia presso l’ingresso di Corso Ercole I d’Este. Dal 1936 è proprietà del Comune di Ferrara, che lo ha adibito a parco pubblico. Il Parco delle Mura si snoda lungo nove chilometri che abbracciano il centro storico di Ferrara e possono essere percorsi solamente a piedi o in bicicletta, sul terrapieno oppure in basso, nel vallo. Dal Castello
Verde pubblico
1
Verde privato
2
3
4
5
PARCHI DI FERRARA 1_Parco Urbano 2_Parco Massari 3_Piazza Ariostea 4_Parco Pareschi 5_Parco delle Mura
132.545
405
2
Km
37,8
2
m
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Estense, lungo il Corso Ercole I d’Este, si raggiungono le mura nord della città e si sale sul terrapieno alberato che copre la cortina muraria. Baluardi, torrioni, cannoniere, porte e passaggi si succedono a testimonianza delle diverse tecniche difensive elaborate nel corso dei secoli; nello stesso tempo, immerse nel verde di alberi e prati, le mura costituiscono oggi un enorme giardino, un luogo di riposo e di incontro. I grandi spazi verdi della città sono quindi concentrati tutti nella parte nord ed è per questo che è opportuno mantenere e riattivare lo spazio verde racchiuso dall’ippodromo, per dare anche alla popolosa parte sud della città un suo parco. Si andrà così a creare un nuovo luogo in cui svolgere delle manifestazioni all’aria aperta vista anche la notevole dimensione dell’area e dei nuovi spazi per lo sport ed il relax.
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3.2 Attività Sportive Le attività sportive presenti a Ferrara sono numerose e vi sono molte strutture sia pubbliche che private. Vengono organizzate anche diverse manifestazioni sportive che coinvolgono il centro storico della città. I due impianti sportivi più grandi sono collocati uno a nord della città, vicino al Parco Urbano, e l’altro all’estremo sud. Questo indica che vi è una mancanza di un impianto sportivo polifunzionale nella parte sud della città in prossimità del centro storico. Adiacente all’ippodromo vi sono delle strutture sportive scollegate tra loro, poco funzionali ed obsolete. In base a queste considerazioni sembra quindi opportuno rinnovare ed implementare le strutture presenti in prossimità dell’ippodromo in modo da creare un nuovo polo sportivo che possa anche avvalersi dell’utilizzo del grande spazio verde presente.
Strutture pubbliche Strutture private
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STRUTTURE PUBBLICHE
STRUTTURE PRIVATE
1_Campo di atletica 2_Palapalestre 3_Pattinodromo 4_Palaboschetto 5_Piscina di Via Bacchelli 6_Piscina di Via Pastro 7_Impianto “La Ferrarese” 8_Impianto “Rinascente” 9_CUS
10_A.S.D. Cocoon Power Lab 11_A.S.D. Sportiva Ludovico 12_Boxing Club Estense 13_Ass. Ferrara Dance Motive 14_Carlini Team Karate 15_Stadio P.Mazza e Format 16_FU-RIN-KA-ZAN Karate Club 17_Kleb Sport City 18_La Palestra
19_Life Center 2 20_Metropolis-sport/fitness club 21_Millenium 22_Palestra Gym & Tonic 23_PGS Ferrarese Don Bosco
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3.3 Realtà musicali Ferrara è anche città della musica vantando eccellenze internazionali e festival con migliaia di presenze ogni anno. Le scuole di musica principali sono il Conservatorio Statale di Musica G. Frescobaldi e la Scuola di Musica Moderna (AMF). Il Conservatorio Frescobaldi è presente nella scena musicale ferrarese già dal 1870, la sede attuale in Via Previati venne costruita tra il 1935 e il 1939 sui resti dell’ex ospedale S.Anna. Il notevole incremento avutosi in questi ultimi anni nel numero di iscrizioni e di corsi ha richiesto l'utilizzo da parte del Conservatorio di una ulteriore sede succursale. Inizialmente sono state svolte attività utilizzando aule presso l’Istituto Tecnico Agrario Navarra, sito in Malborghetto di Boara (Ferrara), aule sostituite poi successivamente dalla succursale sita in via Bersaglieri del Po 22, nell’ex Convento dei Teatini, ed infine nell'edificio dell'ex
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convento Tibertelli di vicolo Del Gregorio 13/15, ottenendo così un raddoppio delle aule rispetto alla sede principale e predisponendo nuovi spazi attrezzati, non solo per lo studio della musica ma anche per attività multimediali ed informatiche inerenti alla stessa. Nel conservatorio si tengono molteplici attività, tutte caratterizzate dall’eccellente livello qualitativo: oltre ad una intensa attività musicale esecutiva a livello sia locale che nazionale, e a collaborazioni con innumerevoli istituti musicali e culturali, vi sono corsi liberi per bambini nell'ambito degli strumenti ad arco, vocale (gruppo corale di voci bianche) e di pianoforte. Dal 1990 si affianca all’attività del Conservatorio la Scuola di Musica Moderna dell’Associazione Musicisti di Ferrara. La sede della scuola attualmente si trova nel palazzo Savonuzzi ex Magazzini Generali in Via Darsena ed è provvista di 12 aule per
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1 6
2 7
3 8
SCUOLE DI MUSICA 1_Conservatorio di Musica G. Frescobaldi 2_Scuola di Musica Moderna 3_Amici della Musica G. Frescobaldi 4_Music Time
LOCALI CON MUSICA DAL VIVO 5_Jazz Club 6_Circolo Arci Bolognesi 7_Circolo Arci Zuni SALE PROVE 8_Sonika
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la didattica e di un’aula magna. La scuola offre 25 corsi principali e numerosi corsi complementari, con i suoi 600 allievi nell’anno scolastico 2012/2013 è la più frequentata di tutta la regione. Il livello elevato dell’insegnamento, comprovato anche dal consistente numero di ottimi giovani musicisti già in attività formatisi in questa scuola, fa sì che le domande di iscrizione provengano non solo dalla città di Ferrara, ma da tutta la provincia e da quelle vicine. Emblema dell’eccellenza musicale della città è “Ferrara Musica”. Ferrara Musica è una delle più importanti stagioni concertistiche italiane, nota in tutto il mondo per l’eccellenza e l’originalità della sua proposta artistica. Creata nel 1989 da Claudio Abbado con il supporto del Comune di Ferrara e della Cassa di Risparmio di Ferrara, la sua missione principale è quella di offrire residenza stabile a una giovane orchestra internazionale. Dal 1989 al 1997 l’orchestra
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residente è stata la Chamber Orchestra of Europe, oggi una delle orchestre da camera più affermate a livello internazionale. Nel 1998 è subentrata la Mahler Chamber Orchestra, formazione brillante e molto richiesta dalle più prestigiose sale da concerto di tutto il mondo, che a Ferrara trova da ormai quindici anni una casa accogliente in cui creare programmi insoliti e stimolanti sotto la bacchetta di grandi direttori e con solisti di fama internazionale. A partire dal 2007 è stata riavviata la collaborazione di residenza anche con la Chamber Orchestra of Europe che da allora viene a Ferrara per due progetti all’anno. Dopo la prima ferrarese i concerti delle orchestre residenti vengono eseguiti in tournée nelle sale da concerto più prestigiose del panorama musicale internazionale, portando il marchio di Ferrara Musica in tutto il mondo. Oltre ai concerti dell’orchestra residente, Ferrara Musica organizza ogni anno
Scuole di musica Conservatorio di Musica G. Frescobaldi Largo Michelangelo Antonioni n.1 1872
Scuola di Musica Moderna Via Darsena n.57 1990
I luoghi della musica Mahler Chamber Orchestra Teatro Comunale di Ferrara 1997
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una ricca stagione concertistica che va da ottobre a maggio e che comprende circa 20 serate all’anno. Il cartellone propone le più importanti orchestre del mondo e un gran numero di brillanti solisti e acclamati direttori, dedicando uno spazio significativo anche ai giovani talenti. La stagione concertistica ferrarese si caratterizza per una programmazione assolutamente indipendente, che non segue mai la moda, ma stabilisce piuttosto nuovi standard di eccellenza e di visione artistica. L’obiettivo è, ieri come oggi, offrire al pubblico concerti di altissima qualità, con un’attenzione tutta particolare all’accessibilità ed al coinvolgimento dei giovani. Dalla nascita dell’associazione sono stati realizzati centinaia di concerti e grandi tournée nonché numerose produzioni liriche in sinergia con il Teatro Comunale; molte di queste esecuzioni storiche sono state incise dalle maggiori case discografiche. Parallelamente alla
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stagione principale che si svolge presso il Teatro Comunale, Ferrara Musica organizza al Torrione San Giovanni, in collaborazione con il Jazz Club Ferrara, la rassegna OFF, una serie di appuntamenti dall’atmosfera informale, caratterizzati dall’incontro tra musica classica, contemporanea e jazz, con ampio spazio lasciato alla sperimentazione e all’improvvisazione. Protagonisti dei concerti sono solisti di fama internazionale nonché i Mahler Chamber Soloists e i Solisti della Chamber Orchestra of Europe, formazioni da camera costituite da membri delle due orchestre residenti di Ferrara Musica. Un’altra rassegna “fuori sede” è Musica a Palazzo: concerti eseguiti da raffinati ensemble specializzati in musica antica e barocca, che hanno luogo nella splendida Sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia e dedicati all’esplorazione e riscoperta del ricco repertorio musicale nato nell’ambito della città di Ferrara soprattutto all’epo-
Ferrara Musica Teatro Comunale di Ferrara 1989
Festival Ferrara us ers Festi al Centro torico 198
Ferrara otto le telle ia
a Castello 199
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ca del dominio estense. Un ulteriore motivo di orgoglio della realtà musicale ferrarese sono i festival che ogni anno hanno luogo nel centro storico della città. I più famosi e rinomati sono il Ferrara Buskers Festival e Ferrara Sotto le Stelle. Il Ferrara Buskers Festival, con i suoi 800.000 spettatori e con i suoi 1.000 artisti in rappresentanza di 35/40 nazioni, è la più grande manifestazione al mondo dedicata all’arte di strada. Nasce nel 1987 da un progetto di Stefano Bottoni, direttore artistico del festival, con l’intento di valorizzare la figura del musicista di strada e per far conoscere ad un pubblico sempre più vasto le bellezze e le suggestioni di Ferrara. La manifestazione, in virtù del suo successo, diventa un modello da imitare contribuendo, in maniera determinante, a far nascere un vero e proprio settore, quello dell’arte di strada italiana, che conta oggi più di 200 iniziative. Nel 1996 nasce anche Ferrara Sotto
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le Stelle, una manifestazione che ogni anno offre nella splendida cornice di Piazza Castello, nel cuore della città, un ricco calendario di appuntamenti importanti, che spaziano all’interno di tutta la musica contemporanea e indipendente. In questi anni il Festival, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, del Comune e della Provincia di Ferrara e la collaborazione di Arci Ferrara, si è imposto all’attenzione generale per aver saputo coniugare nomi di riconosciuto prestigio e giovani autori di talento, intrattenimento di livello e piacevoli scoperte, grande spettacolo e ricerca, per uno spaccato musicale estremamente vario, ma sempre di altissima qualità. Si può intendere quindi come la realtà musicale, soprattutto in una città come Ferrara, abbia un alto valore sia culturale che economico. Nell’ampio e diversificato panorama musicale proposto dalla città estense si può riconoscere un appassionato interesse per la
musica in tutte le sue declinazioni, dal classico al moderno, dal teatro alla strada. Ed è in questo contesto che un ulteriore spazio per la musica e per l’espressione di nuovi talenti non può far altro che migliorare ed implementare il livello della qualità del mondo musicale ferrarese. In questo particolare momento storico è importante anche vedere l’arte della musica non come un elemento culturale senza alcun ritorno economico ma come una grande risorsa per la città e le sue attività. Le attività musicali attirano nella città appassionati e curiosi che con un effetto domino inarrestabile aumentano esponenzialmente col passare degli anni. La musica quindi non solo come cultura ma anche come potenziale economico.
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4_ POTENZIALITÀ Osservando dall’alto Ferrara l’attenzione viene subito attratta da questo grande spazio non edificato accerchiato da un tessuto urbano piuttosto denso. Quando invece ci si trova all’interno di questo tessuto la sensazione è completamente opposta, il grande spazio viene celato fino a quando non vi si arriva. Nel momento in cui si riesce a penetrare la cortina urbana e arrivare all’ippodromo la città circostante con i suoi suoni e la sua vitalità sembrano scomparire. L’ippodromo diventa un’oasi silenziosa in cui potersi allontanare dalla confusione delle strade trafficate. Questo grande spazio che in gran parte ha perso la sua funzione originaria diventa un’opportunità di rigenerazione per l’intero quartiere in cui si trova. Se come in questo caso la proprietà di un edificio è unica e pubblica può essere più facile dare la spinta necessaria
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per la trasformazione della città però dato che le condizioni economico-sociali si sono evolute negli anni bisogna affrontare la scarsità di risorse pubbliche attraverso il coinvolgimento del privato nei processi di trasformazione. A tutte queste difficoltà nel processo verso la realizzazione concorrono anche gli strumenti urbanistici che lenti e macchinosi rendono il riuso delle aree dismesse un processo farraginoso. La spinta verso la riqualificazione viene quindi data dall’efficienza energetica, dall’adeguamento strutturale e funzionale degli edifici interessati. Mantenere quest’area pedonale significa aiutare a connettere il tessuto urbano e a migliorare i rapporti sociali. Lo spazio aperto come luogo della collettività e della socialità. L’area in cui si trova l’ippodromo ha delle forte potenzialità dovute, oltre alla sua natura intrinseca, alla sua posizione rispetto
Parco Urbano
Certosa
Palazzo dei Diamanti Stadio Comunale CastelloEstense
Piazza Ariostea
Ippodromo Comunale Area di progetto
Punti d’interesse
Stazione erro iaria
Castello Estense
min min min
Parc eggio E
o min min min
Parc eggio enned
min min min
min min min
Distanze
Scuola aterna
Scuola aterna
Scuola atern a
al centro storico. Si trova infatti adiacente alle mura sud della città, in pochi minuti si raggiunge sia il centro città che i parcheggi di attestamento che gestiscono i flussi turistici. Inoltre, essendo vicino a Via Bologna è anche ampiamente servito dai mezzi pubblici cittadini. Sicuramente rappresenta anche un potenziale volano per il quartiere dato che sarebbe l’unico spazio verde di notevole entità presente nella zona sud della città. Non è da trascurare anche il fatto che nelle immediate vicinanze dell’area vi sono diverse scuole pubbliche, primarie e secondarie, che in un futuro potrebbero usufruire degli spazi verdi restituiti al quartiere e dei nuovi ambienti ad uso pubblico presenti nell’edificio riqualificato.
Scuola Secondaria Scuola Primaria
Asilo id o
Scuole di quartiere
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5_ SITUAZIONE ATTUALE 5.1 Ippica La storia dell’ippica italiana è frutto di una tradizione che parte dall’Ottocento, anche se, a differenza di altri paesi europei, la cultura ippica in Italia si è affermata tardi. In Inghilterra era già in voga nel 1400 grazie all’allevamento di cavalli purosangue. In Italia l’ippica è stata introdotta dalla famiglia reale Savoia quando nel 1773 fece arrivare in Italia da Annecy alcuni cavalli da consegnare al Conte Benso di Cavour. Successivamente venne fondato il Jockey Club Italiano (1881) per promuovere l’allevamento dei purosangue e promuovere l’attività delle corse al galoppo in piano. Il settore ha prodotto per anni cavalli straordinari, diventando una vera e propria industria di successo. Nel XXI secolo l’ippica italiana si conferma nel mito di Varenne nel specialità del trotto. Nel 2000 la raccolta
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delle scommesse raggiunge i 2.460.819.839 euro (concorso Totip escluso) che pone l’ippica al terzo posto tra i giochi più apprezzati dopo Lotto e Superenalotto e dal 2001 al 2003 sale al secondo posto come apprezzamento. Nel 2004 e 2005 le scommesse ippiche tornano al terzo posto di gradimento, ma da qui in avanti inizia un costante declino e una crisi sempre crescente per questo settore, dovuto anche all’introduzione di nuovi prodotti in concorrenza a quello ippico. Il 2010 si chiude con con volume di 1.733.016.596 euro in termini di raccolta delle scommesse ippiche, segnando un -12,73% rispetto all’analogo movimento del 2009. Il 30 giugno 2007, dopo 59 anni, chiude il concorso Totip che era stato il primo concorso abbinato al mondo dei cavalli istituito dalla
Ippodromi in Italia
Ferrara
13 39
Ippodromo attivo Ippodromo dismesso
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Sisal il 30 maggio 1948. Nel 2009 è stato previsto dallo Stato un finanziamento di 150 milioni in tre anni al quale però poi sono seguiti i pesanti tagli del 2012 riducendo così i contributi ad appena 41 milioni all’anno. Il prestigio di questa disciplina è cresciuto negli anni, e con essa si sono sviluppati gli ippodromi, un tempo luoghi eleganti per definizione, teatro degli spettacoli ippici che con il passare degli anni hanno subito un progressivo degrado. Una volta questi luoghi erano in grado di richiamare grandi folle per gli eventi, grazie ad essi si sono sviluppate le scommesse alla corsa, complice l’UNIRE (unione nazionale incremento razze equine) che quantificava la remunerazione degli ippodromi in base alla raccolta del gioco e non a fronte dei servizi resi. Da tempo ormai, gli ippodromi non investono più sul territorio per accogliere spettatori, ma si accontentano di ricevere la loro parte dell’UNIRE che con il passare
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degli è sempre minore. Oggi l’interesse di un ippodromo è mettere in campo le corse mentre dovrebbe essere fornire un servizio di qualità, come accadeva un tempo quando andare alle corse era vivere una giornata particolare e affascinante. Negli ultimi quattro anni (dal 2010) ha chiuso il 35% delle scuderie e sono andati in fumo duemila posti di lavoro. Negli ultimi quattro anni in Italia sono diminuiti del 25% i cavalli, del 14% i fantini, è calato di 72 milioni di euro all’anno il montepremi delle corse ippiche, di un milione di euro la quantità di denaro scommesso. Sono 45 gli ippodromi in Italia, 50000 i lavoratori che rischiano il posto (operai, artieri, addetti al totalizzatore, allenatori, fantini, ma anche veterinari, maniscalchi, sellai, allevatori oltre a grosse aziende che producono mangimi foraggi e lettiere) e 15000 cavalli rischiano di finire al macello, davvero una corsa costante verso il declino. Quali sono i numeri reali dell’ippica italiana
AttivitĂ ippica in Italia
2 mld
2009
1,7 mld
2010
1,3 mld
2011 2012
1 mld
2013
0,8 mld
2014
0,5 mld
Andamento delle scommesse
2008
29,5 mln 154 mln
2009 2010
155 mln
2011 2012
152 mln 41,6 mln
Trasferimenti statali Fonte MIPAAF
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attualmente? 44 ippodromi; 201.275 cavalli iscritti nei libri genealogici dell’Unire; 19.495 allevatori di cavalli da corsa; 38.861 proprietari di cavalli da corsa; 3.367 allenatori, fantini, guidatori; 48.513 altri operatori del settore ippico (artieri, maniscalchi, dipendenti degli ippodromi, veterinari, giudici, operatori di scommesse); 280.000 ettari di territorio impiegati per il pascolo e per la produzione di mangimi per i cavalli da corsa. A questi dati impressionanti va aggiunto l’indotto: produttori di mangimi, finimenti, abbigliamento e attrezzature professionali, medicinali, trasportatori e centri di allenamento, tutti a rischio.
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5.2 Ippodromo Comunale di Ferrara L’Ippodromo Comunale di Ferrara è ubicato nel centro abitato della città, in via Ippodromo, in un compendio immobiliare di antico impianto sorto quale centro per la fecondazione equina, e sul quale è stata costruita una pista per le corse dei cavalli trottatori. Oltre ai complessi edificati, sui quali sono insediate le scuderie, gli uffici amministrativi, le tribune e gli edifici per le attività connesse, la struttura comprende una pista in terra battuta disposta in direzione nord/sud strutturata con inerti e finita con manto superiore in sabbione grosso. La parte interna comprende, su una porzione di circa il 50%, alcuni paddock, recintati con staccionate in legno a tre correnti. Nella parte interna, a fronte delle tribune, si erge inoltre, una torretta in muratura, su due piani, per il controllo delle corse. La delimitazione esterna della pista è costituita da siepe di arbustive sempreverdi
alta mediamente 1 metro. Attualmente lo stato di conservazione degli edifici dell’Ippodromo è piuttosto critica, tre delle cinque scuderie sono inagibili, l’edificio principale è in disuso e gli altri fabbricati sono tuttora agibili e in uso. Le attività che sono ad oggi presenti in questa struttura riguardano programmi di ippoterapia tenuti dall’ANFFAS, corsi di pony e centri estivi tenuti dalla Cooperativa Sociale Acli Coccinelle e un ridotto numero di trottatori in allenamento. L’ippodromo Comunale di Ferrara è lo specchio della crisi di tutti gli ippodromi minori italiani. Da tantissimi anni in bilico per causa dei suoi costi elevati. Periodicamente viene indetta una gara per cedere l'impianto a dei privati, ma regolarmente questa si scontra contro un muro di gomma.
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6_ PROGETTO URBANO L’inizio del percorso progettuale parte dalla presa di coscienza dello stato attuale dell’area, delle sue criticità e delle sue potenzialità. Dell’intero complesso dell’Ippodromo vengono mantenuti il tracciato e il fabbricato principale. Il primo come memoria storica del luogo il secondo per la sua rilevanza storico architettonica. Gli altri elementi vengono eliminati poiché oltre ad essere in cattivo stato di conservazione sono anche di difficile e onerosa rifunzionalizzazione. Dato che le prescrizioni vigenti non interessano i suddetti edifici si è pensato di non mantenerli per riuscire a creare un progetto urbano il più coerente possibile. Le direttrici del tessuto urbano esistente proseguono all’interno dell’area di progetto costituendo la traccia dei nuovi percorsi. In questa maniera si va a connettere il passato con il futuro così integrare i nuovi
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spazi all’interno del quartiere. La viabilità carrabile viene delimitata ai bordi dell’area in modo da non andare a interferire con l’equilibrio interno. Le zone di sosta sono poste ai margini in modo da poter essere dei punti di interscambio. Sono previsti sia dei parcheggi di superficie sia dei parcheggi interrati ad uso sia pubblico che privato. L’area viene quindi preparata per un’ampia ricettività prevista nel momento in cui vengono organizzati eventi di grande richiamo all’interno dei numerosi spazi, sia coperti che scoperti, progettati. I percorsi pedonali proseguendo dalle direttrici carrabili si inseriscono all’interno dell’area fino ad arrivare allo spazio centrale. Costituiscono la viabilità che dai punti di interscambio permette di esplorare tutta l’area. Dopo aver tracciato i percorsi vengono inseriti i nuovi edifici, collocati ai margini dell’area in modo da non andare ad invadere
Piazza Anfiteatro Lucca - 3600 mq
Piazza Ariostea Ferrara - 20000 mq
Prato della Valle Padova - 78000 mq
Ippodromo comunale Ferrara - 77500 mq
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la parte centrale. Sono degli interventi puntuali che mirano a creare un nuovo tessuto rispettoso degli spazi verdi in cui vengono inseriti. Costituiscono quindi un filtro tra il grande spazio verde e la città circostante. Volendo ulteriormente valorizzare ed enfatizzare lo spazio centrale è stata creata una folta cortina boschiva tutt’attorno ad esso, attraverso questa strategia si cela la parte centrale fino all’ultimo, percorrendo i fitti viali alberati tutto d’un tratto ci si ritrova ad uscire in un enorme prato avendo così un impatto monumentale verso il grande vuoto. Lo spazio vuoto si trasforma in pieno nel momento in cui vengono sfruttate le sue potenzialità per lo svolgimento di eventi e manifestazioni. Si tratta di uno spazio ideale per concerti anche di grande entità, può essere utilizzato per manifestazioni sportive di vario genere e per l’organizzazione di mercati e sagre. Chiaramente la sua funzionalità non si limita a sporadici
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eventi poiché può essere vissuto in ogni momento dell’anno dalla cittadinanza come parco pubblico. Un altro elemento di aggregazione, di dimensioni nettamente inferiori, è la piazza urbana sulla quale si affaccia l’edificio principale. La piazza è luogo sia di sosta che di passaggio, è momento di incontro prima di fruire degli spazi interni offerti dagli edifici e spazio pubblico per la collettività. La piazza viene separata dalla viabilità carrabile attraverso una zona alberata da un lato mentre dall’altro invita a seguire i percorsi pedonali che circondano l’area. Un edificio a pianta ovale sormontato da una copertura piana a piastra chiude il fronte della piazza, questo edificio che ospita l’auditorium permette però il passaggio alla zona residenziale tramite un percorso coperto. La piazza ha quindi dei limiti definiti ma allo stesso tempo permeabili in questo modo lo spazio è protetto ma allo stesso tempo aperto e liberamente fruibile.
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. ONNE
1. MEMORIA
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5. PROGETTO URBANO
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7_ PROGETTO DELL’EDIFICIO PRINCIPALE 7.1 Approccio generale alla progettazione L’edificio, costruito alla fine degli anni ’20, è caratterizzato da una rigorosa simmetria, i muri perimetrali sono tutti in mattoni faccia a vista mentre i solai interni sono in calcestruzzo. Il tetto è sorretto da capriate metalliche e la copertura è in tegole. L’idea di base per l’intervento architettonico parte dall’intenzione di trattare il complesso con distacco e rispetto. La proposta vuole essere un inserimento all’interno dell’esistente ma senza andarlo a modificare in maniera sostanziale. Si vuole evitare di rendere irriconoscibile la fabbrica originale attraverso interventi invasivi. Chiaramente l’edificio rinnovato dovrà rispondere ai criteri di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica che sono propri della contemporaneità. A seguito di tali premesse si è deciso di intervenire attraverso l’apposizione di una secon-
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da pelle vetrata all’interno dell’edificio. A tutti i livelli vi sarà quindi un elemento vetrato che corre in parallelo ai muri perimetrali e che permette di ritrovarsi dentro un nuovo spazio che si affaccia sul passato. La struttura esistente rimane quindi intoccata e fa da cornice ai nuovi elementi. Oltre ad una valenza architettonica la soluzione adottata ha anche una forte valenza ambientale. Si tratta di un intervento non invasivo, concettualmente semplice ma efficace che rispetta pienamente l’esistente. Il sistema di collegamenti verticali e le zone di servizio sono collocati nella parte centrale del complesso mentre le funzioni si snodano lungo le ali. Gli accessi all’edificio arrivano tutti dalla piazza urbana antistante, vi è un percorso centrale principale che parte dalla piazza, attraversa l’edificio e sbuca nel parco.
UNA FINESTRA SUL PASSATO Memoria Innovazione CONTENITORE Composizione layer CASA Protezione Equilibrio
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Concept: memoria | contemporaneitĂ | involucro innovativo | prestazioni termiche | prestazioni acustiche
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7.2 Programma funzionale L’edificio si articola su tre piani per un totale di circa 4000 mq. Il piano terra è dedicato ad ospitare attività pubbliche di libero e diretto accesso a tutti, le ali laterali, una volta autorimesse, sono state adibite a sale polifunzionali per lezioni di musica ed eventi di vario genere. Sono state pensate anche per ospitare lezioni di educazione musicale per le scuole primarie e secondarie adiacenti alla struttura. Nella parte centrale invece troviamo da un lato un bar ristorante e dall’altro una biblioteca dedicata agli studi musicali. Inoltre nella zona sotto alle gradinate sono stati creati dei servizi pubblici ad uso dei frequentatori del parco. Il piano terra è quindi coinvolto nella vita della piazza e del parco ed è il punto di accoglienza e di ritrovo per coloro che frequentano la struttura. Salendo al primo piano si passa dallo spazio pubblico allo spazio semi-privato. A questo
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livello sono collocate le sale prove per la musica acustica; l’intero piano è una sorta di installazione poiché le sale prove sono delle “bolle” vetrate calate all’interno dell’edificio. Ogni musicista con il suo strumento ha la possibilità di ritirarsi all’interno di una bolla e di isolarsi dal resto. Ogni bolla è un involucro vetrato e all’interno è dotata di un tendaggio che ha la duplice funzione di migliorare l’acustica e di rendere la bolla opaca in modo da dare al musicista la concentrazione di cui necessita. All’esterno delle bolle lo spazio è funzionale sia al passaggio per raggiungere le sale prova sia all’incontro dei musicisti nei momenti di pausa e di attesa. Le bolle possono essere usate per momenti di didattica ma possono anche essere delle sale studio per i musicisti che hanno bisogno di provare. Il piano superiore, l’ultimo, segna il passaggio dallo spazio semi-privato allo spazio privato. In que
Piano terra
Primo piano
Secondo piano
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sto livello vi sono infatti gli alloggi pensati per ospitare i musicisti durante la loro permanenza in città per concerti e masterclass. In totale possono soggiornare trentanove persone all’interno della struttura, vi sono camere matrimoniali, singole, doppie e triple in modo da poter rispondere al maggior numero di esigenze. Come negli altri piani vi è la seconda pelle vetrata che in questo caso crea una sorta di balcone, ogni stanza ha una sua zona di pertinenza.
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7.3 Strategia ambientale e tecnologica Lo spazio che si viene a creare tra la parete in muratura e la seconda pelle vetrata funziona come un buffer d’aria che permette di avere un filtro tra l’ambiente esterno e quello interno. D’estate il sole viene schermato e quindi non vi è irraggiamento diretto agli ambienti interni mentre d’inverno la zona di buffer raccoglie i raggi del sole invernale riscaldando l’ambiente. Tramite l’utilizzo di pannelli radianti viene garantito il riscladamento durante l’inverno e il raffreddamento durante l’estate. Nella zona delle sale prove vi è la ventilazione meccanizzata solo all’esterno delle bolle per garantire qualità dell’aria e controllo dell’umidità. Dato che il sistema di ventilazione però è rumoroso viene mantenuto solo nelle zone in cui non si suona mentre il pannello radiante essendo silenzioso si trova anche all’interno delle bolle. Le aperture lungo la
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seconda pelle vetrata sono state poste in maniera tale da garantire una ventilazione naturale all’interno degli ambienti. L’acustica diventa tema fondamentale dell’ambiente nel momento in cui la musica fa da protagonista. Tra i piani viene posto un isolamento termo acustico per garantire che non passi il suono tra i diversi livelli. Inoltre la bolla è costituita da una vetro acustico che abbatte fino a 50 db coadiuvato dalla tenda acustica e dalla copertura della bolla che è dotata di uno strato fonoassorbente e di uno strato fonoimpedente. Con queste soluzioni l’obiettivo è di creare un’ottima acustica per il musicista all’interno della bolla e di isolare adeguatamente la bolla rispetto all’ambiente esterno ad essa. Grazie alla tenda l’onda sonora viene in gran parte assorbita, in parte riflessa e in parte trasmessa. Per l’alimentazione del sistema impiantistica sono stati posti dei pannelli fotovoltaici sopra la copertura piana dell’auditorium adia-
cente all’edificio principale. L’energia prodotta dal fotovoltaico mette in funzione sia il sistema per la ventilazione meccanizzata sia la pompa di calore che alimenta sia in estate che in inverno i pannelli radianti.
La ventilazione meccanica
Sistema velare
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INVERNO - Climatizzazione e Ventilazione
R.d.C.
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PRIMAVERA E AUTUNNO - Climatizzazione e Ventilazione
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ESTATE - Climatizzazione e Ventilazione
U.T.A.
Integrazione impiantistica
ENERGIA PRIMARIA
RISCLADAMENTO
PANNELLI RADIANTI
RAFFRESCAMENTO
PANNELLI RADIANTI
POMPA DI CALORE
QUALITÀ DELL’ARIA ENERGIA SOLAREP
EPANNELLI FOTOVOLTAICI
ENERGIA PRIMARIA
VENTILAZIONE MECCANICA UMIDITÀ
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8_ CONCLUSIONI L’obiettivo di questo progetto di tesi è creare un nuovo polo culturale attrattivo in una zona che attualmente è dimenticata dalla città. L’area in oggetto è piena di potenzialità; per gli spazi che offre, per la posizione rispetto al centro città e per i servizi esistenti nel quartiere in cui si colloca. La creazione di una zona per la musica legata ad ampi spazi aperti permette a quest’area di riattivarsi a vari livelli diventando un nuovo volano per il quartiere. Tutte le attività e le iniziative che verranno insediate in questi spazi faranno da richiamo a livello regionale, nazionale e probabilmente anche internazionale. Lo scopo è creare degli spazi in cui la lunga storia di eccellenze ferraresi nel campo musicale possa continuare il suo percorso continuando a creare grandi talenti riconosciuti internazionalmente. Si vuole spingere all’eccellenza ma senza dimenticare mai che
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la musica è per tutti e che questi nuovi spazi sono pensati anche per chi si avvicina per la prima volta alla musica. Sono ben noti gli effetti positivi che la musica, nelle sue varie declinazioni, ha per l’uomo. Ed è quindi importante educare alla musica i bambini fin da piccoli, il progetto coinvolge anche questo tema in quanto mette a disposizione degli spazi proprio per la didattica per i più piccoli. La musica è momento di conoscenza ma anche di incontro e collettività, svolgere delle attività orchestrali o corali aiuta alla collaborazione e alla socializzazione. Per concludere, la creazione di nuovi spazi per lo studio e l’ascolto della musica sono un incentivo per la collettività a trovare nuovi stimoli sociali e culturali. La possibilità di svolgere eventi musicali anche all’aperto è inestimabile e la facile accessibilità dell’area in questione rendono il progetto pieno di potenzialità.
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BIBLIOGRAFIA A. Alberghini, S. Cavicchi, Ferrara: la storia del territorio in una collezione di mappe e vedute dal 15 al 20 secolo, Siaca Arti Grafiche, Cento, 2008 C. Aymonino, La città di Padova: saggio di analisi urbana, Officina Edizioni, Roma, 1970 M. Barron, Auditorium and acoustics and architectural design, Spon Press, Oxon, 2010 E. Cicalò, Spazi pubblici. Progettare la dimensione pubblica della città contemporanea, Franco Angeli, Milano, 2009 A. Di Franco, Agorà/quota zero: per la costruzione di un dizionario dello spazio pubblico, Clup, Milano, 2006 R. Favaro, Spazio Sonoro, Marsilio, Venezia, 2010 S. Gaddoni, Spazi pubblici e parchi urbani nella città contemporanea, Pàtron, Bologna,2010 G. Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara, Forni Editore, Bologna, 1981 R. Murray Schafer, Il paesaggio sonoro, LIM, Lucca, 1998 A.Rossi, L’architettura della città, Quodlibet, Macerata, 2011 C. Rowe, F. Koetter, Collage city, Mit Pr, Cambridge MA, 1984 L. Schenk, Designing cities, Birkhäuser, Basilea, 2013 B. Zevi, Saper vedere la città, Einaudi, Torino, 2006
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RINGRAZIAMENTI Per il risultato raggiunto sento il bisogno di ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi anni. A partire dalla mia famiglia che mi è sempre stata vicina e mi ha dato la possibilità di fare tutte le esperienze che desideravo. Ringrazio Margherita, la mia compagna di avventure di sempre, su cui ho sempre potuto contare e che mi ha aiutato moltissimo in ogni momento. Ringrazio Davide che è stato un sostegno fondamentale e che è riuscito a sopportarmi in questi mesi di lavoro intenso. Ringrazio Chiara per aver convissuto con me in questi anni e per avermi sempre sostenuto e consolato.Un ringraziamento va a Laura che con me ha condiviso tanti momenti speciali in varie parti del mondo e che è un’amica sempre presente. Ringrazio moltissimo le mie amiche dell’università Laura, Rossella e Gaia per i momenti passati insieme
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e per l’aiuto che sono sempre pronte a darmi, Linda e Adriana per l’ospitalità e i viaggi fatti assieme. Grazie ad Agostino per le risate nei momenti di tensione e grazie a tutti i compagni di corso per aver reso questi anni di università indimenticabili. Un ringraziamento speciale va ai docenti che mi hanno seguito in questo percorso di tesi per avermi consigliato e per avermi aiutato a sviluppare il progetto.