Maria Monna | Portfolio 2021 Design

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Portfolio 2021

Maria Monna


Maria Monna Portfolio 2021 tutti i diritti riservati


indice

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Indice progetti universitari

MUDIA - Museo Diffuso delle Acque Checkpoint Ur_Retex St. Christofear Level Zero Tutto tondo Pedon

progetti personali

Aperta Parentesi The pipe show (what the f*art?) Sis Dolcegusto Costato

progetti grafici

Extra-ordinary Treviso - flowing energy Bloodfacts Logofolio



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*progetto di tesi di laurea magistrale

MUDIA - museo diffuso delle acque 2021 Politecnico di Milano “La memoria dell’acqua” è il progetto del Museo Diffuso dell’Acqua, il MUDIA. Esso è frutto della sintesi della capillare ricerca e della catalogazione delle espressioni del genius loci di Robecco sul Naviglio. La scelta di un museo per il paesaggio risulta opportuna per l’elaborazione di un racconto capace di trasmettere l’importante risultato d’analisi in un giacimento di cultura prezioso e di divenire un punto di riferimento per gli abitanti di quest’area dei navigli. Tuttavia, il museo non vuol limitarsi alla sola conoscenza del patrimonio, uscendo dalle sue stesse mura per creare una serie di situazioni che permettono di attivare un’esplorazione dell’allestimento e del paesaggio stesso: duplice è la forma del MUDIA,

duplice è il suo intervento nella dimensione temporale. Villa Terzaghi diviene baricentro di un sistema museale formato da un centro permanente circondato da punti intermittenti ed effimeri che le gravitano attorno, espandendendo e ritraendo il proprio raggio d’azione sul territorio in relazione alle necessità espositive. Il museo permanente è il contenitore dinamico della collezione, dove il visitatore può accedere al patrimonio di Robecco sul Naviglio, per comprenderne il valore. L’allestimento, progettato per creare delle situazioni continue di smarrimento, stimolano l’attraversamento delle sale, nelle quali un sistema sinestetico di dispositivi luce-suono-immagine permette la rievocazioni di immaginari che si perdono nel tempo.


L’intreccio delle dimensioni territoriali si dispiega nello spazio come una trama, un disegno, una narrazione come chiave di lettura attraverso cui filtrare la progettualità. La forza dei nodi intrecciati rafforza il segno sulla superficie, generando situazioni dove il racconto emerge, esprimendo la complessità delle relazioni tra i diversi elementi identitari del luogo. Leggere il genius loci significa rintracciare i valori territoriali che

formano lo spirito immutabile del luogo. Valorizzare un territotorio significa fondare su di essi l’azione progettuale. Le idrotopie, e cioè i tòpoi, i luoghi, le situazioni che sono direttamente o indirettamente connessi, secondo un rapporto di causa o conseguenza, con la materia dell’acqua, la sua fruizione, i suoi significati e le sue rappresentazioni rappresentano la frammentazione del genius loci nella realtà.


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patrimonio orale

lentezza

dedizione

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ciclicità

artigianato

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tradizioni

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tradizioni

artigianato

patrimonio orale

dedizione

lentezza

ciclicità

varcare

percorrere

spostare

scorgere

sostare

attraversare

fluire

smuovere

insinuarsi

arrestarsi

straboccare

sgorgare

ufficio

reception

sala riunioni

sala lettura

bar - bookshop

piano terra

spazio espositivo

primo piano

sala incontri



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L’approccio all’esterno delle mura di Villa Terzaghi cambia: il museo non è più solo contenitore di saperi, in quanto esso si immerge nel paesaggio, ma attiva anche la sua esplorazione attiva.

ed entrare in contatto con il paesaggio, nel paesaggio è il visitatore-esploratore ad attivare l’approccio esplorativo che ritiene più opportuno, in relazione alle sue necessità e i suoi desideri.

Un’azione agopunturale permette di individuare nel territorio delle occasioni spaziali nelle quali vengono inserite installazioni che stimolano il visitatoreesploratore a inoltrarsi in parti meno conosciute del paese per guardare con occhi diversi Robecco sul Naviglio. In questi punti, dal carattere temporaneo, hanno luogo eventi e performance capaci di catalizzare turisti e risorse, offrendo al tempo stesso una reinterpretazione contemporanea del paesaggio, delle acque e del patrimonio materiale e immateriale robecchese.

La duplice natura del MUDIA offre la possibilità di creare la propria esperienza espositiva, e permette al museo di creare possibilità oltre i confini comunali con l’attivazione di collaborazioni con altre realtà territorialmente vicine con lo scopo di valorizzare il paesaggio culturale materiale e immateriale.

L’azione dell’attraversamento collega i due interventi progettuali: se nell’allestimento si suggeriscono le possibili modalità base per conoscere

Il progetto “la memoria dell’acqua” si lega anche a questo: oltre alla narrazione di immaginari dove le risorse idriche erano alla base della vita quotidiana, il nome si riferisce all’acqua che non ha memoria di forma, essendo essa un liquido, presentandosi come un materiale malleabile progettualmente.


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Check-point 2019 Politecnico di Milano + ADA

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Checkpoint rielabora in chiave attuale alcuni concetti espressi dal designer italiano Enzo Mari. Egli sosteneva a gran voce che gli oggetti progettati e i progettisti stessi dovessero essere sempre al servizio della società. Checkpoint punta il dito contro la mercificazione del prodotto di design, causata dalla produzione indiscriminata di grandi quantità di oggetti, che portano avanti le bandiere dei singoli brand, ma sono privi di valori etici. Checkpoint trova i suoi fedeli sostenitori tra gli oggett i più rappresentativi del design funzionale, che si ergono, come un vero e proprio esercito, in difesa della progettazione libera dai dettami del marketing. Checkpoint adotta come tecnica l’illusione prospettica. Attraverso lo sfondato e l’anamorfosi, vengono creati spazi virtuali tridimensionali, invitando l’osservatore a riflettere su come non ci si debba mai fermare al primo sguardo.


23 oggetti di design, colpevoli di aver sottomesso la progettata funzione, preferendo a essa una futile estetica, sono stati rinchiusi in prigione. Gli oggetti, fuori scala, popolano celle strette e buie, ammucchiandosi sfiniti. L’intento è quello di creare uno “spaziononspazio”: il disegno bidimensionale realizzato con la tecnica dello sfondato, se osservato da un preciso punto, appare come un vero spazio tridimensionale. Gli oggetti rinchiusi vengono quindi esposti agli sguardi dei passanti, come fossero degli animali allo zoo, o fenomeni da baraccone, invitando a riflettere su cosa si progetta e compra.


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In contrapposizione all’intervento in via Andreoli dove gli oggetti di design, ormai ridotti a un inutile esercizio estetico, sono incarcerati, all’ingresso del Politecnico di Milano è stato progettato, attraverso un processo di distorsione ottica detta anamorfosi, un pattern di oggetti. La schiera di oggetti è composta da tutti quei prodotti funzionali, i quali sembrano ergersi dalla superficie dell’asfalto, quasi a marciare come un vero e proprio esercito. E’ l’esercito del design bello e funzionale, e, citando Munari, è l’esercito del “good design”. Forme di oggetti, tra cui alcuni ascritti nel tempio delle icone di design, accolgono i visitatori all’ingresso del Politecnico di Milano di Via Verità, quello della ex fabbrica Ceretti-Tanfani, quasi a ricordare la necessità di trovare il giusto equilibrio tra forma e funzione. L’armata del Good Design difende il luogo in cui il giovane designer del futuro si forma e cresce.



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UR_Retex 2018 Polimi Summer School + Kaunas University of Technology Ur_Retex è il progetto di un intervento agopunturale urbano per Kaunas, la seconda città più grande della Lituania, sviluppato in un team internazionale. Il design è visto come forza generatrice e catalizzatrice della nascita e del consolidamento di una comunità di comuni cittadini, qui totalmente inesistente, capace di riciclare i rifiuti tessili, prodotti qui in quantità significative.

produzione per la realizzazione di corde e arredi urbani, creati durante piccoli workshop aperti alla cittadinanza.

Questo intervento consiste in tre differenti cicli paralleli: l’insediamento, la produzione e l’intervento. Durante la fase d’insediamento, i cittadini raccolgono i rifiuti tessili che vengono poi utilizzati durante la

In questo modo, le persone riciclano, mentre i tetti si riempiono di vita e la comunità si costruisce il suo spazio pubblico. In un processo senza fine, ogni tetto verrà hackerato per creare un’identità unica ed ecologica.

Infine, gli stessi cittadini mettono in connessione fisica i tetti dei condomini della periferia della città utilizzando queste corde, ricreando i pattern propri della cultura lituana e generando una grande installazione “virale”, una sorta di tenda sotto cui tutti si ritrovano.



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a. insediamento b. produzione c. intervento



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St. Christofear 2018 Politecnico di Milano St. ChristoFEAR è il progetto di un intervento su scala urbana il cui scopo è la riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria di San Cristoforo, a Milano. L’approccio progettuale qui proposto è innovativo: si propone, infatti, una nuova esperienza grazie alla quale è possibile affrontare e superare le proprie paure attraverso gli sport estremi. La strategia spaziale principale qui applicata è l’esasperazione di una caratteristica riscontrata in loco: la completa rottura dell’equilibrio dello spazio. Per raggiungere questo obiettivo, la frammentazione diviene la

modalità per enfatizzare ciascuno dei potenziali spaziali, progettando non solo inedite connessioni (orizzontali e verticali), ma anche attività innovative. Il sito è letteralmente spaccato in sette diversi contesti ambientali che seguono una crepa che si diffonde sempre più capillarmente lungo la sua direttrice. Le connessioni tra i diversi ambienti creano una nuova esperienza che dà forma a sempre nuove e continue sfide che la paura genera in chi vive questo spazio. Tre landmarks e sei attività estreme sono i punti di riferimento di questo progetto, mentre la corsa ne diviene il fil-rouge.


lotta nel fango

body suspension

caduta libera

montagna

palude

purple void


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paintball

piazza

crepa

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cinema horror


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rib cage: l’edificio progettato da Aldo Rossi, attualmente in completo stato di abbandono, viene riqualificato e diviene protagonista del rituale principale di questo progetto: la corsa. Una corsa contro il tempo, una corsa contro gli ostacoli, per raggiungere il punto più alto dell’edificio, a godere della profonda gola ricavata nel sito.

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Level Zero 2018 Politecnico di Milano + Martha Schwartz Partners

“Level Zero” è il progetto di un’installazione urbana permanente, elaborata per la città di Jesolo in un team di progetto. Essa ha come scopo il rendere visibile alle persone il cambiamento climatico e, nello specifico, l’innalzamento del livello del mare, fenomeno che i cittadini cominciano ad avvertire come problematica. In un futuro non troppo lontano, infatti, la città verrà sommersa: è proprio questa “invasione” a essere l’oggetto di questa installazione, che, creando uno spazio per la comunità, ne fa riflettere le comuni abitudini.

Una piazza nel centro urbano viene creata scavando due metri sotto alla superficie di calpestio, per raggiungere l’odierna quota zero del livello dell’acqua. Durante la giornata un sistema di raggi laser e di acqua nebulizzata “inonda” la piazza quasi come succede per una conca, fino a raggiungere il livello che l’acqua raggiungerà nel 2100, vale a dire il piano di calpestio della piazza esistente oggigiorno. Si viene a creare uno spazio “sommerso” aperto alla comunità, dall’alto carattere narrativo e performativo e dalla grande flessibilità, che può essere trasformato e usufruito in base ai bisogni e ai desideri delle persone.



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2018 Politecnico di Milano

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Tutto Tondo

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Tutto Tondo è un progetto di landscape e interior design che ha mira a far interagire le persone ricorrendo al linguaggio universale dei sensi, del cibo e della musica. Il progetto opera su tre diverse scale in tre modi differenti. Su scala urbana, tramite le crumbles, o briciole, i bisogni delle persone vengono soddisfatti rigenerando, al tempo stesso, aree abbandonate della città promuovendo attività che incoraggiano la costruzione di un tessuto sociale. Su scala locale la zona della ex casa dello Studente del Politecnico di Milano viene rigenerata tramite due diversi interventi:

il primo, a carattere temporaneo, crea un percorso sensoriale che ha lo scopo di far conoscere meglio le culture più presenti nella zona Bovisa (araba, cinese e italiana). Il secondo intervento, a carattere fisso, si tratta di una piazza ricavata nello spazio verde ora in stato di abbandono, ove eventi e performance hanno luogo. Infine, sulla scala degli interni, gli spazi cambiano aspetto grazie a pattern, sintesi grafica delle culture che riveste, letteralmente, gli spazi di volta in volta, per raccontare al meglio la cultura di cui si sta parlando.


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pedON 2012 Politecnico di Milano + Ceramiche d’Imola Pedon è il progetto di intervento di riqualificazione urbana reso possibile grazie alla creazione di una nuova tecnologia lapidea. Il ponte pedonale che collegava Porta Genova a zona Tortona a Milano, è identificato come luogo usato e non vissuto, dal grande potenziale non sviluppato. Il ponte è stato rivestito con piastrelle forate grazie alla tecnica dell’idrojet. Tali fori creano degli “oblò”, risolvendo così la problematica della sensazione violenta di strizione, e fanno divenire il rivestimento una sorta di ocarina: le piastrelle sono infatti accoppiate così da creare un’intercapedine che permette, al passaggio d’aria, la riproduzione di

suoni. E’ stata aggiunta, inoltre, una copertura, ora mancante, costituita da piastrelle fotovoltaiche montate su telai metallici modulari e collegate a piastrelle luminose permette a chi usufruisce del passaggio di non bagnarsi in caso di pioggia, e di essere in un luogo sicuro anche in assenza della luce diurna grazie alla luce prodotto in modo autosufficiente dal punto di vista energetico. In tal modo l’esperienza dell’utente viene trasformata in maniera del tutto positiva, rendendo il luogo più vivibile, coinvolgente e sicuro.



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*progetto vincitore terzo premio

Aperta Parentesi 2018 Mibact + Comune di Modena + Giovani Artisti Italiani (GAI) La Pinacoteca Nazionale di Siena si propone come metafora di una finestra che apre sulla città, connette i visitatori alla sua identità e mostra visioni possibili. Il progetto è un sistema interconnesso di percorsi e funzioni che coinvolge ogni persona. L’esperienza comincia dalle strade di Siena, attraversa le sale della Pinacoteca, si focalizza su temi e opere, scova i dettagli nascosti dell’arte e del panorama senese, fino a raggiungere l’identificazione interiore dei visitatori. I percorsi, la segnaletica, gli elementi spaziali e l’illuminazione garantiscono una circolazione fluida, sensoriale e personalizzabile secondo ambiti

cronologico, tematico, temporaneo, attenti alla disabilità e cecità. Mentre dal punto di vista sociale, raccontando curiosità particolari e realizzando eventi in loco, il museo crea unione con il pubblico che è invitato a condividere riflessioni ed esperienze. Tramite la qualità dello spazio e l’esperienza specializzata, la Pinacoteca diventa un luogo dove si riconoscono l’arte, Siena come città e ogni singolo visitatore come individuo immerso in essa. La finestra, simbolo della Pinacoteca, diviene metafora di tutto il progetto. Significa aprirsi alla città, connettersi alla sua identità, al suo passato, immaginandone possibili scorci futuri.



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JACOPO DELLA QUERCIA

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Siena, 1371-74 .ca - 1438

ANGELO ANNUNCIANTE 1428 legno intagliato e dipinto con doratura del Seicento dalla chiesa del Santuccio, ex monastero di Santa Maria degli Angeli

legno intagliato e dipinto con doratura del Seicento dalla chiesa del Santuccio, ex monastero di Santa Maria degli Angeli

[HERALD ANGEL] carved and painted wood with 17th century gold plating from Santuccio Church, former Santa Maria degli Angeli monastery

carved and painted wood with 17th century gold plating from Santuccio Church, former Santa Maria degli Angeli monastery

[宣布天使]

从 Santuccio 教会,

Aldo Lucy

第十七百年金木雕 Angeli 修道院

此教堂之前是Santa�Maria�degli�Angeli修道院。

Prenotano un weekend a Siena per una visita culturale, culturale fuori dal caos milanese.

Camminando per la città, notano una segnaletica che promuove la Pinacoteca.

Controllano gli orari di apertura online e decidono di visitare la Pinacoteca.

In Pinacoteca si orientano facilmente, anche grazie ai testi in inglese inglese.

In coda alla biglietteria, uno schermo fornisce loro informazioni pratiche per la visita.

I ragazzi comprano i biglietti e ricevono un brochure con i possibili percorsi percorsi.

Depositano lo zaino presso il guardaroba. guardaroba

Scaricano l’app app per poter usufruire del servizio di realtà aumentata. aumentata

Lucy opta per il percorso cronologico al 2° piano, aiutata dalla segnaletica di riferimento.

Tramite il qr code sulle didascalie, può scoprire informazioni in realtà aumentata.

Aldo si reca invece al 1° piano, optando per il percorso tematico. tematico

Finito il percorso al 2° piano, Lucy raggiunge Aldo al 1° per recarsi alla loggia.

Dalla loggia, presente nei percorsi di entrambi, ammirano il panorama della città.

Aldo prosegue il suo percorso ai piani siccessivi, mentre Lucy resta al primo.

Terminata la visita, entrambi escono soddisfatti. soddisfatti

Postano su Instagram le loro foto, utilizzando gli hashtag della Pinacoteca.

Lucy ha scoperto le ricchezze della città, Aldo un volto nuovo. nuovo

28 anni, 24 anni, milanese, inglese inglese, origini studentessa senesi



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The pipe show (what the f*art?) 2018 Cumulus + Centre Pompidou + Césaap Ripensare al ruolo e alla configurazione del picture rail: questo uno dei brief dato dal Centre Pompidou durante il workshop di Cumulus 2018 a Parigi, “to get there”. “The Pipe show” è il risultato della ricerca condotta in un team internazionale, che ha lo scopo di coinvolgere i visitatori che si mostrano di frequente perplessi di fronte agli oggetti d’arte qui esposti. Un’analisi sul campo e inteviste dirette hanno fatto emergere il desiderio e la necessità dei visitatori di entrare in contatto, anche fisico, con le opere, sfidando il taboo del museo come luogo serio e formale. Nasce da qui un manifesto che rende i visitatori protagonisti, facendoli “impossessare” delle opere esposte.

Il momento della visita diviene dunque un momento di esplorazione ludica: l’informazione (tattile, visiva, uditiva e olfattiva), piuttosto che essere meglio esposta, viene nascosta in una pipa, tenendo come referenza quelle che hanno reso il Pompidou un edificio iconico. Questi tubi, di differenti dimensioni e altezze, sono posti dentro e fuori il museo, a innescare l’attenzione dei visitatori e a incoraggiarli ad assumere diverse posizioni. Si viene a creare così una sorta di paradosso: qual è la vera opera d’arte? L’opera in sè o le persone che si muovono, quasi in una performance non consapevole?



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sis Dolcegusto 2015 ABEAform Questo è il progetto di uno shop in shop per il brand del caffè in capsule Dolcegusto. Il punto di inizio per la progettazione di questo allestimento è stato determinare un modulo grazie al quale declinare l’intero SIS: il package modulare della cialda, principale prodotto del brand. Tutte le superfici dello stand vengono divise in una griglia regolare in quadrati di 40cm di lato. Tale griglia viene dunque sviluppata nello spazio estrudendo i quadrati che rivestono una funzione specifica, per crearne totem espositivi, ma anche delle vere e proprie pareti attrezzate. Questa azione è enfatizzata e sottolineata dall’uso del colore: tutto ciò che è rimasto superficie, e che ha dunque scopo “di sfondo” rimane bianco, mentre i moduli della griglia che si sviluppano plasticamente nella terza dimensioni vengono rivestiti dal colore istituzionale richiesto dal cliente, l’arancio. Si soddisfa, in questo modo, una delle richieste presenti nel brief di progetto: esporre il prodotto come se fosse una vera e propria opera d’arte. I parallepedi che si generano tramite estrusione vengono letti, infatti, dai clienti ultimi come piedistalli, come podii, su cui i prodotti divengono i protagonisti.



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PADIGLIONE ESPOSITIVO

BIGLIETTERIA


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*progetto vincitore premio critica

Costato

2014 ARTVerona - Art Project Fair COSTATO è il progetto di un sistema di arredo urbano che ha lo scopo di accompagnare i visitatori della Fiera di Verona dalla biglietteria all’ingresso dello spazio espositivo, creando un filtro dinamico tra i due spazi. La biglietteria si configura come “bocca” d’accesso a un percorso che conduce alla fiera vera e propria, il cui ingresso è immaginato come sbocco verso il luogo dove l’arte è ossigeno per la vita, dove il padiglione diviene polmone che permette a tale ossigeno di circolare. Lo spazio progettato si presenta come corridoio tra bocca e polmoni, una trachea i cui anelli cartilaginei creano un ritmo visivo dinamico.

COSTATO è costituito da una serie di strutture in telaio d’acciaio rivestite da lastre in PVC, le cui basi fungono anche da seduta per i visitatori in arrivo. Esse sono state progettate in modo tale da essere facilmente recuperabili, riutilizzabili per la costruzione di nuove e inedite configurazioni, sia per quanto riguarda materiali di rivestimento che nelle forme.



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progetti grafici



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Extra-ordinary 2019 Tongji University - Shanghai Come evolverà l’esperienza alla guida nel (prossimo) futuro? Considerando il potenziale progresso tecnologico (artificial intelligence in primis), questo progetto è il risultato di un’indagine circa la relazione tra uomo e macchina. Se sempre più il primo è influenzato dalle caratteristiche del secondo, i confini tra questi due soggetti diviene sempre più labile, sollevando nuove questioni man mano che il limite viene spostato un po’ più lontano. In questo contesto in divenire, qual è il ruolo dell’uomo? A volte la tecnologia corre più veloce della capacità umana di comprenderla e farne buon uso, con un potenziale rischio di un futuro incentrato sulla macchina. Dove si trova dunque l’uomo? “Forse perderemo la bellezza del vagare e del cercare... perchè tutto è stato già deciso”: da questa frase, tratta da un’intervista condotta in fase di ricerca, ha preso piede questo saggio visivo circa l’esperienza alla guida in combinazione all’intelligenza artificiale. L’autore ha deciso di esplorare questo lato della storia, cercando di definire il ruolo dell’uomo e le caratteristiche tecnologiche. Questo saggio parla dell’uomo, di come sogni, pensi, immagini, crei, reagisca, si stupisca, si concentri, ricordi, dimentichi, vinca e perda, decida e sbagli. Questo

saggio è il concentrato di tutto questo, delineando il ruolo fondamentale di Synius (brand fittizio di automobili che si avvale della tecnologia AI) in questa storia. Combinando le caratteristiche umane con la precisione tecnica della tecnologia AI, l’uomo può riscoprire il mondo e se stesso in quanto può fidarsi della macchina. Può lasciarsi andare alla meraviglia e osservare la città da un altro punto di vista, vagando non solo col corpo ma anche con la mente. Ed è così che un cammello si intromette nel traffico cittadino, mentre grattacieli divengono dirupi: così come ciascuno ha una percezione personale del mondo, ognuno può avere un’esperienza unica della città. Ne consegue che la città stessa si arricchisca di una rappresentazione rigogliosa e intima. Improvvisamente l’ordinario diviene stra-ordinario: una striscia colorata continua accompagna la vista per scoprire il lato inconsueto della vita di tutti i gorni, per immaginare e sognare mondi che non esistono fisicamente. Tutto ciò è possibile grazie alla nuova tecnologia AI offerta da Synius: potendo fidarsi della macchina, l’uomo può raggiungere la serendipità. Alla domanda “Quale ruolo assume Synius in questa storia?” la risposta è “un amico su cui puoi contare”.



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Treviso - flowing energy 2017 Città di Treviso “TREVISO flowing energy” è una proposta di brand per il concorso Treviso City Branding. Il logo propone una sintesi degli elementi che caratterizzano la città tramite un segno grafico semplice e facilmente riconoscibile. L’architettura cittadina è caratterizzata da elementi verticali e dagli archi mentre quella naturale dai riflessi di fiumi, canali e risorgive. Punto di contatto tra ciò che è stato creato dall’uomo e dalla natura è Treviso, unione delle forze e delle sinergie umane e naturali, che dialogano e si incontrano nella città. Il marchio del logo può essere inteso

come una stilizzazione semplificata del battito cardiaco: la sua presenza indica vita ed energia. E questo è espresso in modo più esplicito nel payoff: la città offre ai cittadini e ai visitatori un’energia multifome, che scorre entusiasta, così come l’acqua che abbraccia la città stessa. Attorno al logo è stata sviluppata un’immagine coordinata in modo da rendere il logo flessibile e utilizzabile in ogni occasione. In tal senso sono stati ideati versioni declinate in base all’orientamento e alla cromia, pittogrammi e pattern da utilizzare sia nel merchandising che nella comunicazione cartacea e digitale.



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*progetto vincitore primo premio

Bloodfacts

2014 AVIS - Associazione Volontari Italiani del Sangue BLOODFACTS è un album composto da 31 immagini da condividere sui socialnetwork. Si basa sulle nuove modalità di informazione dirette ai giovani e sul condividere contenuti nella propria piazza virtuale. Lo scopo è “somministrare a piccole dosi” informazioni sulla donazione di sangue, creando una serie di facts sotto forma di immagine. I giovani sono più attratti da un’immagine, ancor più se gradevole, che da una consistente serie di

contenuti che possono risultare noiosi. BLOODFACTS informa e provoca immediata curiosità che fa scattare la condivisione e stimola la discussione sulla donazione. Per ampliare maggiormente la portata di condivisione, due hashtag permettono di aprire i confini oltre alla cerchia di contatti. Un fact al giorno per un mese per entrare nelle bacheche virtuali dei giovani. La creazione di Adamo di Michelangelo si collega al concetto di dono della vita.


Logofolio

2017 Città di Grado

2017 Golden View, Firenze


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2015 El Paso ristorante

2014 Sistema Turistico Alto Molise - Mainarde


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