Mariangela's Portfolio 2012

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PORTFOLIO Università IUAV di Venezia - Facoltà di Architettura Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura ClaSa a.a 2011/2012

MARIANGELA BRESSAN matricola 269432



Insegnamenti

Discipline progettuali

Workshop

Formazione extra disciplinare

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24

44

90

106

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30

52

92

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60

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Discipline strumentali

Rappresentazione 1

Rappresentazione 2

Rilievo strumentale

Caratteri dell’edilizia storica a Venezia (secc. XV - XIX)

Laboratorio Integrato di Progettazione 1

Storia dell’ architettura Laboratorio Integrato contemporanea di Progettazione 2

Trasporti

Restauro

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APPROFONDIMENTO Laboratorio Integrato di Progettazione architettonica e urbana

Workshop 2010

Workshop 2011

Workshop 2012

Tirocinio

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Viaggio in Svizzera


DISCIPLINE STRUMENTALI

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Rappresentazione 1

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Rappresentazione 2

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Rilievo strumentale

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RAPPRESENTAZIONE 1 MODULO COORDINATO

Il corso di Rappresentazione 1 - Modulo Coordinato - mi ha fornito la conoscenza dei metodi scientifici finalizzati all’interpretazione e alla rappresentazione dell’architettura e degli oggetti nello spazio. Impostato su una base teorica e scientifica, si è proposto come strumento utile a tradurre le principali configurazioni spaziali nelle relative immagini piane, secondo le leggi della Geometria proiettiva. Ha affrontato l’omologia, il metodo di Monge, le superfici quadriche e di rotazione e la loro rappresentazione e le sezioni coniche (ellisse, parabole e iperbole). Il corso appartiene alla categoria di discipline “fondanti” il sistema di conoscenze di base e mi ha trasmesso la capacità tecnica di tradurre le principali configurazioni spaziali nelle relative immagini piane.

Prof. Agostino DE ROSA

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Costruzione dell’ellisse, come sezione di un cono circolare retto


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Costruzione dell’ellisse, come immagine assonometria della sfera

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L’esame di Geometria prevedeva lo studio, l’analisi e il ridisegno di un’opera architettonica già realizzata, la Chiesa Dives in Misericordia di Richard Meier a Roma. Tutte le opere proposte presentavano complesse relazioni spaziali. L’approccio è stato di tipo analitico; infatti era richiesta, oltre al ridisegno della planimetria, la costruzione geometrica, in prospetto e in assonometria, della figura della sfera. Grazie agli strumenti della Geometria descrittiva sono riuscita a rappresentare piante, prospetti e spaccati assonometrici, coerenti con il progetto di studio.

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Immagini della Chiesa Dives In Misericordia sia dall’ esterno sia dall’interno


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Pianta piano terra, prospetti con costruzione geometrica della sfera

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Spaccato assonometrico


Il corso di Geometria descrittiva si è svolto in modo intergrato con Disegno dell’Architettura ed ha proposto vari temi d’esame, ognuno dei quali richiedeva il ridisegno a mano libera, di un’opera di architettura del passato. In particolare ci è stato chiesto di studiare il Tempietto di San Pietro in Montorio in Roma, opera di Bramante, la Villa La Rotonda del Palladio a Vicenza e Villa Cornaro a Piombino Dese (Padova), sempre di Andrea Palladio.

Tempietto di San Pietro in Montorio (Roma), Bramante Villa Cornaro (Piombino Dese - Padova), Palladio ˂ La Rotonda (Vicenza), Palladio ˄ ˂

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RAPPRESENTAZIONE 2 MODULO COORDINATO

L’esame di Rilievo mi ha fornito i fondamenti teorici e pratici con i quali poter comprendere e descrivere le opere architettoniche già realizzate. Le operazioni di rilevamento diretto, le analisi delle strutture architettoniche e del tessuto urbano e delle variazioni stilistiche avvenute nei secoli hanno consentito un’ampia conoscenza, non soltanto dal punto di vista architettonico-costruttivo, ma anche da quello storico-culturale. Fondamentale è stato lo studio della cartografia storica, per comprendere i cambiamenti architettonici ed urbanistici avvenuti nei secoli: la loro conoscenza ha rappresentato uno strumento utile per valutare tutte le trasformazioni che hanno interessato in passato e che ancora interessano la cittá di Venezia.

Prof. Corrado BALISTRERI

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Foto di Rio del Malcanton


L’oggetto di ricerca e di analisi è stata l’Insula del Malcanton, situata a Venezia nel sestiere di Dorsoduro, per la quale si sono osservate in un primo momento le trasformazioni urbane, tramite il confronto dei catasti e della cartografia storica. Dopo aver individuato l’insula sulla pianta prospettica Venetie MD di Jacopo De’ Barbari (1497-1500), sono stati analizzati e ridisegnati i catasti di Bernardo e Gaetano Combatti (1847-1855), presi in esame per la conoscenza dell’edificato aulico e di culto ed infine, è stato consultato il catasto napoleonico (1808-1811).

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Ricostruzione in 3D della pianta del De´ Barbari

Individuazione dell’ insula nella pianta prospettica di Jacopo De’ Barbari (1497- 1500)

V

Catasto Combatti (1847- 1855 ) V

Catasto napoleonico (1808-1811) V

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Completata la conoscenza e l’evoluzione storica dell’insula, ci siamo dedicati al rilievo sul campo ed al ridisegno di facciate ed inoltre, allo studio di particolari architettonici di architettura minore, con riferimento al testo Venezia Minore di Egle Renata Trincanato.

Ridisegno facciata in Fondamenta del Gaffaro Ë„

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>

Ridisegno stemma


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Veduta prospettica del Rio del Gaffaro

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Alcune foto dell’Insula

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RILIEVO STRUMENTALE

L’esame di Rilievo strumentale ha messo a punto tutta quella serie di conoscenze necessarie (topografia, fotogrammetria, laserscanner) per trascrivere in rappresentazioni digitali le opere architettoniche già realizzate. Sono state approfondite infatti, le acquisizioni di base, teoriche e operative della elaborazione e rappresentazione dei dati numerici relativi al rilievo. In particolare, il corso ha offerto l’occasione per potenziare le competenze informatiche, (sopratutto il sistema CAD e il trattamento delle immagini digitali), sempre più utili nel lavoro dell’architetto. Sono stati trattati argomenti, come il rilievo diretto, topografico e fotogrammetrico, per la cui comprensione sono state svolte numerose ed interessanti esercitazioni. Le lezioni ci hanno consentinto di acquisire abilità riguardanti, in particolare, il rilievo laser scanning, l’informatica di base (computer, reti, trasmissione dati, sistemi operativi, software applicativi) ed infine il trattamento delle nuvole di punti.

Prof. Francesco GUERRA ˄ Elaborazione grafica relativa ai dati ottenuti mediante rilievo laser scanner della facciata della Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli

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L’esercitazione con l’uso del programma NM3-Digit, ha permesso di calcolare i parametri di orientamento interno ed esterno di un fotogramma, utilizzando fotogrammi provenienti da riprese effettuate con camere non metriche, che - com’è noto - non indicano nè la distanza principale, nè il punto principale. Per orientare le fotografie è stato necessario conoscere la posizione spaziale di alcuni punti visibili sulle fotografie, chiamati punti d’appoggio (o punti oggetto). La loro posizione spaziale è definita dalle coordinate tridimensionali x,y,z rispetto ad un sistema di riferimento scelto per la restituzione. La rete dei punti d’appoggio, segnalati con apposite targhette applicate sulle pareti dell’edificio da rilevare, costituisce il telaio che sostiene il rilievo fotogrammetrico, ossia l’impalcatura che sorregge tutti gli altri punti rilevati per fotogrammetria. Il programma ha permesso la ricostruzione del fascio di raggi proiettivi rispetto al piano dell’immagine (orientamento interno) e la determinazione dell’assetto spaziale del fascio proiettivo rispetto al sistema di riferimento fisso (orientamento esterno). In seguito è stata fatta la restituzione, cioè la misurazione, la ricostruzione tridimensionale e il disegno dei punti del modello.

˄ Tre foto utilizzate per il raddriazzamento

˅ Coordinate topografiche e fotogrammetriche di due punti scelti appartenenti alla facciata

Distanza da P4 a P3 (topografia) Distanza da P4 a P3 (foto) Differenza tra le distanze

6,9841 metri 1490,4 -1483,4

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C

C E

D

I I

L

L L

G

H

G

B

Raddrizzamento geometrico

A

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B

Raddrizzamento analitico

Confronto di alcune misure tra le due immagini, ottenute rispettivamente con il metodo geometrico e con quello analitico ˄

E

D

I

A

Immagine iniziale

F

F

H

Un’ulteriore esercitazione prevedeva l’utilizzo del programma RDF per il raddrizzamento digitale nella costruzione di fotopiani tramite due metodi, l’analitico e il geometrico. Per quello analitico, il più preciso dei due, era necessario conoscere le coordinate oggetto di alcuni punti reali (espresse sotto forma di coordinate cartesiane x e y ) da associare poi, alle coordinate immagine, cioè alle coordinate pixel dei punti di appoggio.


Nell’esercitazione riguardante il raddrizzamento di una porzione di pavimentazione “veneziana” è stata effettuata, prima di tutto, la segnalizzazione con sei target ben visibili (10 x10 cm), fissati al suolo con nastro adesivo. All’interno dello spazio così individuato, è stata posta una scatola ed è stato eseguito il rilievo diretto dei target, tramite trilaterazione. Dopo aver scattato due foto (campo e controcampo), da una posizione sopraelevata in modo da avere una copertura il più zenitale possibile, è stata restituita la trilaterazione in ambiente CAD e sono state estratte le coordinate dei target. Poi, è stato eseguito il raddrizzamento per via analitica con il programma RDF. Questa esercitazione intendeva mostrare come il programma RDF fosse in grado di restituire esattamente il piano della foto dove erano stati inseriti i target, mentre tutto il resto non veniva restituito correttamente. Infatti, i lati della scatola, quello superiore e quello inferiore, risultavano di lunghezza diversa: quello corretto era il lato inferiore, perchè apparteneva al piano dov’erano stati collocati i target di riferimento.

Foto iniziale (utilizzata per il raddrizzamento)

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Foto controcampo

˄

Raddrizzamento analitico

CONFRONTO MISURA LATI SCATOLA lato adiacente alla pavimentazione lato soprastante

˄

0,44 m 0,54 m

Restituzione trilaterazione

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Ortofoto scala 1:20

In una successiva esperienza è stato utilizzato il laser scanner, strumento che permette di generare una nuvola di punti, di posizione nota con una determinata affidabilità. La differenza rispetto alle altre tecniche di rilevo (diretto, topografico, fotogrammetrico) consiste nel fatto che i punti acquisiti non sono generati con un criterio logico, ma lo strumento li rileva anche dove non è strettamente necessario. L’indubbio vantaggio di questa tecnica è di fornire in tempi relativamente brevi una gran quantità di informazioni metriche a partire dalle quali è possibile risalire al rilievo metrico dell’oggetto. La nuvola di punti è stata poi trattata con un programma specifico e da essa è stata ricavata l’ortofoto necessaria per l’elaborazione del disegno in formato digitale.

˃ Ortofoto con la quale è stato effettuato in seguito il ridisegno al CAD

˅ Alcune immagini delle nuvole di punti

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I.U.A.V

Corso di Laurea in Scienze dell'Architettura Rilievo strumentale Francesco Guerra a.a.:2011/2012

Bressan Mariangela 269432


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Facciata della Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli restituita in forma digitale

I.U.A.V

Corso di Laurea in Scienze dell'Architettura Rilievo strumentale Francesco Guerra a.a.:2011/2012

Bressan Mariangela 269432

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INSEGNAMENTI

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Caratteri dell’edilizia storica a Venezia (secc. XV - XIX)

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Storia dell’ architettura contemporanea

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Trasporti

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CARATTERI COSTRUTTIVI DELL’ EDILIZIA STORICA A VENEZIA (secc XV-XIX)

L’obiettivo del corso consisteva nel comprendere la fisicità delle fabbriche veneziane e le loro trasformazioni durante i secoli (in particolare dal XV al XIX) e allo stesso tempo, nell’esaminare il processo del cantiere storico a Venezia. Sono state illustrate le tecniche esecutive proprie del periodo, assieme ai materiali utilizzati, a partire dallo scavo delle fondazioni e delle cisterne, la costruzione delle stesse, le murature, i solai e le scale, il tetto, fino ai materiali di finitura, quali gli intonaci, i pavimenti, gli impianti idraulici e termici e le decorazioni. Sono state studiate alcune case doppie del Rinascimento; in particolare, quelle descritte dallo Scarpagnino nel 1533, per la Scuola di San Rocco a Santa Maria Zobenigo, la fabbrica di Castelforte della stessa Scuola (1548-50), le case della Scuola grande di San Giovanni evangelista in calle San Giovanni (1608) a Santa Croce e a Castello. Altresì, sono state analizzate quelle della Scuola grande della Misericordia, in calle dei Baloni a San Marco (1789) ed infine, diverse case popolari di metà Ottocento, in alcune aree della città.

Prof. Giorgio GIANIGHIAN

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Facciata delle case a schiera Dolfin Calergi su Fondamenta degli Ormesini


Lo studio di circa quattro secoli di storia edilizia ha consentito di scoprire sia il progetto architettonico, sia i materiali e le tecniche costruttive. E’ stato affiancato dall’analisi di alcuni documenti di archivio, riguardanti contratti di costruzione di edifici ed ha permesso di comprendere meglio le varie fasi di edificazione. Il corso prevedeva inoltre, lo studio e l’approfondimento delle conoscenze acquisite durante le lezioni, e riguardava in particolare, l’analisi costruttiva di una fabbrica veneziana. Questo tipo di approfondimento ha migliorato la comprensione delle tecniche di edificazione e di esecuzione del tempo.

Studio di fondazione (XVII-XVIII secolo), in CANIATO, G., DAL BORGO, M., Le arti edili a Venezia, Roma 1990, pag. 245) . ˄

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Prospetto e sezione delle case a schiera Dolfin Calergi <

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Nello studio del complesso di case a schiera Dolfin Calergi, si è rilevato che esso è composto da due corpi di fabbrica che corrono da Fondamenta degli Ormesini al Rio della Sensa, uniti tra loro, come altri complessi residenziali veneziani, da due grandi arconi, collocati sulle teste degli edifici. Questo motivo decorativo, tipico dell’architettura minore, conferisce all’insieme, effetti spaziali grandiosi per il contrasto tra l’ampiezza dell’arco e la minuta spaziatura dei vani aperti nei corpi di fabbrica collegati. Si è ipotizzato che la palificata di sottofondazione sia stata realizzata, almeno per i due fronti minori, in modo da attenuare lo sprofondamento nel terreno, dei setti murari. Questo particolare sistema di fondazione, tipico veneziano, è stato elaborato nel corso dei secoli per superare le difficoltà dovute all’insufficiente capacità portante dei suoli.


PALIFICATA Una volta asportati gli strati superficiali, incoerenti e disomogenei e raggiunta l’imposta della fondazione, venivano infissi a percussione, pali di rovere, ontano, olmo o larice, di altezza variabile a seconda delle caratteristiche del terreno (da circa120 a 200 cm; in alcuni casi, anche 300 cm). Su di essi poi, veniva chiodato un doppio strato di tavoloni (maieri o madieri), posti per lungo e per rovescio “per longo e per tresso”, in modo da formare così, il cosiddetto zatterone sul quale realizzare la fondazione in mattoni. Lo zatterone doveva sporgere di mezzo piede (cioè circa 17 cm, poiché un piede veneziano misura 34,77 cm). Ai mattoni del dado di fondazione venivano inoltre alternate e disposte secondo fasce le chadene dello stesso spessore della muratura. Si trattava di elementi in pietra d’Istria che impedivano la risalita capillare dell’umidità. I mattoni dovevano essere preferibilmente pierre vecchie, cioè già utilizzate e quindi capaci di sopportare carichi elevati. Esse dovevano essere legate con buona calce padovana, leggermente idraulica, impastata con terra da savon, ossia, argilla impermeabile. Era pratica comune inoltre, dopo la realizzazione delle fondazioni, usare la terra da savon per colmare le trincee di scavo, in modo da ottenere uno strato di rivestimento impermeabile che impedisse così, l’asporto particellare dei terreni fondali.

Disegno in assonometria della tipica palificata veneziana <

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IMPIANTI All’interno della muratura di un fabbricato del XVI secolo, trovavano posto quattro tipologie di “impianti”: le canne fumarie, i canoni da necessario, i canoni da acqua e i canoni da corda. Durante la costruzione delle murature venivano ricavati appositi spazi all’interno dei muri, che in seguito dovevano ospitare le canalizzazioni. Il canone da necessario era quello di maggiori dimensioni (20-25 cm di diametro); era a servizio delle latrine e dei lavelli ed era posto molto spesso, sull’incontro di due muri perpendicolari. Le latrine, quasi sempre in cucina, erano costitute da un dado di muratura alto circa 60 cm da terra, sul quale era praticato il foro circolare comunicante con il canone. I canoni da necessario erano realizzati con elementi di laterizio internamente invetriato per essere impermeabili. Di forma troncoconica, raggiungevano i gatoli cioè, le condotte fognarie sotterranee che portavano poi, gli scarichi al canale.

Disegno in assonometria di un gatolo ˄

> Foto

delle case a schiera Dolfin Calergi

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COLLEGAMENTO SOLAIO- MURATURA La fase di collegamento solaio-muratura consisteva nel creare un collegamento diffuso, forte e piuttosto elastico, tra la muratura e i solai. Allo scopo veniva inserito un arpexe, ossia un tirante di ferro battuto, inchiodato sul tavolato doppio e in grado di giungere alle travi sottostanti. Esso, raggiunta la muratura, risvoltava in verticale per alcuni centimetri. A questo punto, gli si sovrapponeva la fiuba (capochiave in pietra d’Istria), in cui era stato scolpito l’alloggiamento. L’arpexe veniva inchiodato con quattro chiodi e prendeva all’incirca lo spazio di quattro travi. Lungo 130 cm circa, pesava poco meno di 7 kg. L’arpexe aveva la funzione di stabilizzare l’edificio, contrastando i cedimenti, molto frequenti a Venezia.

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Disegno in assonometria del collegamento solaio muratura per mezzo dell’arpexe e della fiuba <

˅

Foto delle case a schiera Dolfin Calergi

Schizzo di studio della facciata

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STORIA DELL’ ARCHITETTURA CONTEMPORANEA

L’obiettivo del corso è stato quello di fornire una conoscenza approfondita del linguaggio architettonico, elaborato nei suoi fondamenti e nei suoi dettagli, dalle più importanti personalità della storia dell’architettura europea e internazionale del XIX e XX secolo. Dapprima infatti sono stati analizzati criteri e paradigmi della storiografia dell’architettura ottocentesca, per poi passare ad un studio comparato della storia dell’Architettura moderna. I Maestri del Novecento sono stati studiati con apporti riguardanti le diverse arti contemporanee, verificando in parallelo, il punto di vista del linguaggio letterario, pittorico, fotografico, teatrale e cinematografico. Ci era stato richiesto inoltre lo studio di un’opera, tramite la lettura e l’analisi critica di un articolo, per risalire al pensiero e agli intenti dell’architetto e alle circostanze che lo hanno influenzato. L’opera presa in esame è stato il Padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe.

Prof. Angelo MAGGI

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Johnson Wax Headquarters (Racine, Wisconsin), F. L. Wright, 1936


Durante le lezioni si è fatto spesso riferimento ad alcuni testi che rappresentano dei capisaldi della storia dell’architettura moderna, come ad esempio Pionieri dell’architettura moderna. Da William Morris a Walter Gropius di Nikolaus Pevsner (Londra, 1936), Spazio, tempo ed architettura. Lo sviluppo di una nuova tradizione di Siegfrid Giedion (Cambridge, Mass., 1941), Architettura della prima età della macchina di Reyner Banham (Praeger 1960). Particolare attenzione è stata rivolta alle prime costruzioni realizzate interamente in ferro (i primi ponti in Inghilterra), alle esposizioni internazionali, nate quasi simultaneamente con l’industria moderna, alla scuola di Chicago, con la quale sorsero i primi grattacieli, ai vari movimenti che interessano la fine del XIX e l’inizio del XX secolo (Art Nouveau, Arts and Crafts). In seguito sono state analizzate le figure più importanti dell’Architettura moderna, da Le Corbusier a Loos, da Wright a Niemeyer.

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Forth Bridge, Firth of Forth (Scozia), John Fowler e Benjamin Baker, 1883-1890

Crystal Palace (Londra), Joseph Paxton, 1851 <

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Articolo e analisi critica - Padiglione di Barcellona “L’articolo analizzato è Il padiglione di Barcellona e l’arte di dimenticare di Robin Evans, pubblicato nella rivista AA Files del 1990. La costruzione di Barcellona era stata edificata come ambiente per l’Esposizione Universale del 1929. All’inizio, viene presentata al lettore come il Padiglione fantasma, sul quale per anni, sono state fatte conside-

razioni basate solo su poche foto e su una pianta non esatta. Infatti, cessato il suo scopo espositivo, la costruzione venne demolita e soltanto nel 1986 ne è stata ricostruita una copia. Gran parte dell’articolo di Evans verte su una delle caratteristiche principali dell’opera: quella della simmetria orizzontale e sugli effetti che essa produce. Evans sostiene che la simmetria orizzontale può creare un improvviso senso di disorientamento in chi vi-

L.M. van der Rohe, Padiglione della Germania, Barcellona, 1929. Pianta definitiva ˄

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sita il Padiglione ed è praticamente impossibile evitarla: appena il visitatore entra, il suo sguardo viene immediatamente attirato dal piano di simmetria costituito da una giuntura orizzontale tra lastre d’onice, posta all’altezza dell’occhio. Essendo vicinissima al suo punto di vista, fa sì che gli angoli che fuggono dal pavimento e dal soffitto verso l’orizzonte, siano quasi identici, e ciò rende molto ardua la loro distinzione. A detta di Evans, infatti, proprio per il fatto che il sopra è uguale al


L.M. van der Rohe, Padiglione della Germania (ricostruzione), Barcellona, 1986. Vedute interne. <

sotto, il Padiglione può essere facilmente percepito come se fosse capovolto; da qui, il senso di turbamento di chi lo visita. Le simmetrie orizzontali, prosegue Evans, sono per altri versi, da considerarsi come qualcosa di totalmente diverso rispetto alle simmetrie del mondo classico. Ad esempio, se si osserva il Partenone lungo il suo asse maggiore, gran parte delle persone concorderebbe sul fatto che possa rappresentare un esempio perfetto di equilibrio, armonia,

proporzione e di simmetria verticale (destrasinistra). Il Padiglione di Barcellona, pur essendo simmetrico, non dà al visitatore lo stesso senso di armonia, anzi quasi lo disorienta. All’ interno dell’articolo, Evans spiega inoltre il perché del titolo scelto. Egli è convinto che la bellezza del Padiglione con il suo silenzio, e le sue atmosfere sospese possa essere distrattiva, cioè distogliere l’attenzione di chi l’ammira da qualsiasi pensiero, quasi a ri-

muovere ogni proposito, ogni intenzione, che non determina però l’angoscia collegata alla perdita del ricordo né il sentimento di triste distacco, ma diventa arte del dimenticare, funzione importantissima, un’autentica componente essenziale per lo sviluppo del nostro equilibrio, della nostra umanità e del nostro bisogno di sapere.”

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TRASPORTI URBANI E METROPOLITANI

Il corso di Trasporti urbani e metropolitani mi ha fornito gli elementi basilari del funzionamento, delle prestazioni e dei costi dei diversi sistemi di trasporto. L’obiettivo è stato quello di acquisire gli strumenti necessari ad elaborare delle soluzioni in funzione dell’uso ottimale o più appropriato delle diverse esigenze della domanda di trasporto passeggeri e merci. Durante le lezioni sono stati definiti principi, obiettivi, procedure, modelli e vincoli per la pianificazione dei trasporti a diverse scale territoriali, e gli strumenti di cui ci si deve fornire: matrici di domanda di trasporto, all’attualità e al futuro, grafo plurimodale di trasporto e prestazioni degli elementi lineari e dei nodi, metodi e modelli di valutazione (tradizionali, tipo benefici costi ed innovativi, tipo multiobiettivo).

Prof. Agostino CAPPELLI

˄ Rappresentazione cartografica dello Spazio Pubblico - Padova

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Per l’esame erano richiesti alcuni elaborati, tramite i quali analizzare una porzione di territorio dal punto di vista dei trasporti: è stata scelta un’ area del Comune di Padova, che comprende gran parte del centro storico e che si estende dalla Stazione Ferroviaria al Prato della Valle. Sono state misurate le superfici occupate (in m2) dalle diverse attività urbane, suddivise in Spazio Totale, Spazio Costruito, Spazio Non Costruito, Spazio Pubblico e Spazio Infrastrutturale. L’analisi ha evidenziato che l’area è costituita in gran parte da residenze (757.073 mq), seguito poi da scuole (25.023 mq) e da chiese (19.490 mq). L’area è dotata di una considerevole superficie di spazio collettivo (un po’ meno della metà dello spazio totale) e al suo interno si trova il parco dei Giardini dell’Arena e parte del Prato della Valle (a sud dell’area). Punto di forza dell’area sono i collegamenti possibili con i mezzi di trasporto, sia urbani sia extraurbani, che collegano la città con il resto del territorio: nel piazzale antistante la Stazione Ferroviaria infatti, transitano o vi fanno capolinea, la gran parte delle linee di autobus urbani, la linea del tram e numerose autolinee provinciali delle società APS, SITA, CTM, FTV, più alcune autolinee nazionali. La Stazione Ferroviaria inoltre, funge da interscambio e scalo per un gran numero delle linee nazionali e internazionali.

˄ Area di analisi - Padova

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DISCIPLINE PROGETTUALI

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Laboratorio Integrato di Progettazione 1

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Laboratorio Integrato di Progettazione 2

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Restauro

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APPROFONDIMENTO Laboratorio Integrato di Progettazione architettonica e urbana 43


LABORATORIO INTEGRATO PROGETTAZIONE 1

Il primo corso di Progettazione architettonica è stato fondamentale per apprendere le basi della progettazione: la composizione architettonica riguarda le innumerevoli possibilità di accostamento di alcuni elementi base come i setti, i pilastri, i muri. Particolare importanza assume lo sviluppo della pianta, che si può considerare lo studio fondamentale e preliminare del progetto. Il Laboratorio si è svolto in modo integrato assieme al corso di Caratteri tipologici e distributivi degli edifici, contributo fondamentale per la comprensione di alcuni principi basilari della composizione. I Docenti inoltre durante le lezioni ci hanno guidato allo studio e alla lettura di opere architettoniche moderne e contemporanee (Le Corbusier in modo particolare) utilissime per trarne spunti compositivi.

Prof. Francesco VENEZIA Prof. Esther GIANI ˄ Plastico di studio della luce - Cappella feriale, Duomo di Bolzano

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Tema del Laboratorio è stato la progettazione di una cappella feriale, a servizio del Duomo di Bolzano. Il progetto andava sviluppato in uno spazio di 70 mq e doveva essere sufficiente per accogliere circa trenta fedeli. Andava pensato in stretta relazione al tema della luce che doveva conferire alla cappella un preciso carattere, si doveva in questo modo cercare di conferire una particolare profondità temporale che svelasse il suo rapporto con l’antico. Il progetto, pensato come appendice del Duomo già esistente, è consistito quindi, in uno spazio per la maggior parte chiuso, ma caratterizzato da uno sfalsamento tra i due muri perimetrali, proprio per permettere di far penetrare la luce al suo interno, come una sorta di “abbraccio” che avviluppasse i fedeli in preghiera.

˄ Planimetria generale del Duomo di Bolzano e della cappella feriale

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L’individuazione del varco luminoso tramite lo sfalsamento dei muri perimetrali ha richiesto lo studio dell’ inclinazione dei raggi solari nei diversi periodi dell’ anno, in modo che ogni giorno lo spazio dell’Officiante venisse innondato dalla luce che doveva lasciare in ombra il viso dei fedeli. Una scelta progettuale importante è stata anche quella di mantenere e inglobare all’interno della cappella, le due colonne preesistenti, poste davanti all’entrata laterale del Duomo. Esse servivano a sorreggere il protiro della porta utilizzata nel mio progetto come ingresso alla cappella.

˄ Pianta piano terra e due sezioni

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˄ Progetto di riferimento per il tema della luce: Tlalpan Chapel di Louis Barragan a Città del Messico


Particolare attenzione ha richiesto la presenza del dislivello tra l’interno del Duomo e l’esterno: la differenza di quota è stata risolta sopraelevando l’altare rispetto al resto della cappella di tre gradini per mantenere così il pavimento della cappella allo stesso livello di quello del Duomo.

˄ Sezione della cappella e del Duomo

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Ë„ Pianta piano terra e prospetto sud

Ë… Modello di studio del progetto

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Ë„ Pianta piano terra e prospetto ovest

Ë… Modello di studio del progetto

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Alcune foto del Duomo di Bolzano

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˄ Modello del progetto, volto a studiare la luce all’interno della cappella

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LABORATORIO INTEGRATO PROGETTAZIONE 2 Prof. Franca PITTALUGA Prof. Salvatore RUSSO Prof. Pietro ZENNARO ˄

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Schizzi di progetto

Il lavoro di progettazione si è concentrato sull’area degli ex Magazzini Frigoriferi, vicino all’Università IUAV, un’area marginale di Venezia, lontana dal centro, che tuttavia mantiene un collegamento ideale con il Canale della Giudecca che le si apre di fronte. Il tema del Laboratorio riguardava la progettazione di spazi abitativi per ottanta studenti e venti professori dell’ Università, all’ interno di un’ area già oggetto di importanti progetti di ampliamento del complesso di Santa Marta, esiti di concorsi internazionali, mai realizzati. Il lotto urbano è stato recentemente azzerato da una demolizione, che attende - è auspicabile - nuovi scenari, di spazi concavi e convessi. Nella progettazione del particolare complesso residenziale ho optato per la tipologia a ballatoio, in grado di creare all’interno dell’area spazi verde e pavimentati, rivolti verso il Canale della Giudecca, luogo di incontro e di aggregazione. L’obiettivo del Laboratorio consisteva nell’ apprendere le cognizioni e i procedimenti necessari a gestire l’intero percorso progettuale, dall’ impostazione alla definizione del manufatto. Il Laboratorio si è svolto in modo integrato tra Composizione architettonica, Meccanica strutturale e Sistemi costruttivi, cioè come sintesi tra le tre discipline, i loro apporti teorici e le loro soluzioni tecniche. L’integrazione tra le varie discipline è stata utile perché mentre la selezione dei materiali e delle tecnologie appartiene al progetto architettonico-compositivo, l’acquisizione e


la corretta applicazione delle possibili alternative dei materiali fanno parte del corso di Sistemi ostruttivi. Tra gli obiettivi del Laboratorio vi era anche la corretta gestione delle forme e delle strutture dal punto di vista strutturale, attraverso gli strumenti classici della tecnica delle costruzioni, con valutazioni del rapporto tra materiale strutturale e sue attitudini.

E

A B

18

a da 15

17

p da

30

18 a da 17 15 p da 30

E'

LAVANDERIA

CAFFETTERIA

AULA PLASTICI

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˄

˄

Vedute prospettiche

˄

A'

Pianta piano terra

Prospetto da Rio di San Nicolò

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p da

30

18 a da 17 15 p da 30

15

LAVANDERIA

AULA PLASTICI

˄

Planimetria generale

˄

54

CAFFETTERIA

Sezione

˄

Diagrammi di progetto


18

a da 15

18

a da

18

30

a da 15

17

p da

30

30

˅Vedute 18 a da 17 15 p da 30

18 a da 17 15 p da 30

A

17

p da

17

p da

18 a da 17 15 p da 30

15

prospettiche sud-ovest e ovest

B'

B

A'

˄

Pianta primo piano

˄

Pianta secondo piano

˄

Pianta terzo piano

˄ Prospetto sul Canale Giudecca PROSPETTO SUL CANALE DELLAdella GIUDECCA SCALA 1:200

55


pavimentazione in lastre di calcestruzzo 2 cm piedini di sostegno della pavimentazione 1 cm parapetto in acciaio 4mm

doppia guaina bituminosa 0,4 - 0,4 cm massetto di pendenza 5 cm pendenza 2 % isolante in polistirene 8 cm barriera al vapore 5 mm cappa in calcestruzzo 4 cm travetto 12 cm x 12 cm pignatta 28 cm x 48 cm intonaco 1 cm

scossalina isolante 8 cm

pluviale Ø 10 cm

pavimentazione in lastre di calcestruzzo 2 cm piedini di sostegno della pavimentazione 1 cm

parapetto in acciaio 4mm

doppia guaina bituminosa 0,4 - 0,4 cm massetto di pendenza 5 cm pendenza 2 % isolante in polistirene 8 cm barriera al vapore 5 mm cappa in calcestruzzo 4 cm travetto 12 cm x 12 cm pignatta 28 cm x 48 cm intonaco 1 cm

intonaco 1 cm

scossalina isolante 8 cm

pluviale Ø 10 cm

intonaco 1 cm

intonaco 1 cm

A

intonaco 1 cm

frangisole in alluminio 5cm parapetto in acciaio 4mm vetrocamera 4+15+4 mm

B

pavimentazione in lastre di calcestruzzo 2 cm doppia guaina bituminosa 0,4 - 0,4 cm

intonaco 1 cm

˄

Prospetto unità abitative

˄

piedini di sostegno della pavimentazione 1 cm

vetrocamera 4+15+4 mm

piastrelle 1cappa cm in calcestruzzo 4 cm pignatte 28 cm x 48 cm colla 1 cm 12 cm x 12 cm massetto 10travetto cm barriera al vapore 5 mm

massetto di pendenza 5 cm pendenza 2 % pluviale Ø 10 cm barriera al vapore 5 mm

in polistirene 8 cm pavimentazione in lastre diisolante calcestruzzo 2 cm soletta 20 cm serramento in legno

cappa in calcestruzzo 4 cm pignatte 28 cm x 48 cm travetto 12 cm x 12 cm

C

intonaco 1 cm

serramento in legno

piedini di sostegno della pavimentazione barriera1alcm vapore 5 mm

isolante 4 cm doppia guaina bituminosa 0,4 - 0,4 cm massetto di pendenza 5 cm pendenza 2% intonaco 1 cm barriera al vapore 5 mm isolante in polistirene 8 cm soletta 20 cm barriera al vapore 5 mm isolante 4 cm intonaco 1 cm

Sezione unità abitative

piastrelle 1 cm colla 1 cm massetto1alleggerito in cls per impianti 10 cm piastrelle cm colla 1 cm calcestruzzo armato 5 cm massetto8 alleggerito in cls per impianti 10 cm isolante cm calcestruzzo armato 5 cm 5 mm guaina impermeabilizzante isolante 8 cm

platea di fondazione 50 cm 5 mm guaina impermeabilizzante palo di fondazione Ø 40 cm platea di fondazione 50 cm magrone 10 cm

palo di fondazione Ø 40 cm magrone 10 cm

pavimentazione in lastre di calcestruzzo 3 cm piedini di sostegno della pavimentazione 1 cm

pavimentazione in lastre di calcestruzzo 3 cm

massetto 10 cm

vetrocamera 4+15+4 mm vetrocamera 4+15+4 mm

serramento in legno soglia in pietra 4 cm serramento in legno soglia in pietra 4 cm

˄

56

frangisole in alluminio 5cm parapetto in acciaio 4mm

pluviale Ø 10 cm

piastrelle 1 cm colla 1 cm massetto 10 cm barriera al vapore 5 mm

Dettagli costruttivi

piedini di sostegno della pavimentazione 1 cm

guaina impermeabilizzante 5 mm

massetto 10 cm

guaina impermeabilizzante 5 mm

scossalina 1 mm

scossalina 1 mm


Il corso di Meccanica richiedeva l’analisi dei carichi per il dimensionamento del pilastro maggiormente sollecitato ed il dimensionamento di due travi tipo, con il calcolo della sezione ottimale e della quantità di acciaio, all’interno della trave.

d = 27cm

18.60

15.50

12.40

9.30

6.20

3.10

0.00

SEZIONE AA' SCALA 1:50

PILASTRO MAGGIORMENTE SOLLECITATO

18.60

Analisi dei carichi gravanti sul pilastro

15.50

Pilastro 0,3 x 0,3 cm

IPOTESI PILASTRO sezione (m) 0,3x0,3

12.40

Trave 0,3 x 0,3 cm

9.30

altezza(m) = 17,7 volume (m3) = 1,593 γ (kg/m3) = 2500 peso proprio (kg) = 3982,5

6.2

TOTALE 6 PIANI + 6 PILASTRI (kg) = 106669,7

3.1

B = 30 cm H = 30 cm

0.00 3.00

3.02

2.37

2.52

5.92

4.80

4.23

5.33

2.86

As = 4,52389 cm2 Jx = 67500 cm4 σc = 110,211 kg/cm2 Pcr = 212646 kg Rck = 250 E = 250000 kg/cm2 lo = 1770 cm

57


DIMENSIONAMENTO TRAVI TRAVE DI COPERTURA V PIANO x=-n(AIs+As) + √(n2*(AIs+As)2+2b*(AIsdI+Asd)*n)/2

Formule utilizzate

Jx=1/3bx3+nAIs(x-dI)2+nAs(d-x)2 σc=Mx/Jx σIs= M(x-dI)n/Jx σs= M(d-x)n/Jx

TRAVE IV,III,II,I PIANO, PIANO TERRA

TRAVE DI COPERTURA V PIANO q3

6.25

6.2100

4.42

3.0889

4.88

4.45

1.65

5.30

q2

q1 A

1.83

q3

q2

q1

B

A

M

q3 B

M

Va= (q1*a)+ (q2*b)+(q3*c)-Vb

Va= (q1*a)+ (q2*b)+(q3*c)-Vb

Vb= (q2*b)/2 + (q3*c) + (q3*c2)/2b - (q2*a2)/2b

Vb= (q2*b)/2 + (q3*c) + (q3*c2)/2b - (q2*a2)/2b

M max(l/2)= -(a*q1*(b/2+a/2) + Va*(b/2) - q2*(b/2) *(b/4)

M max(l/2)= -(a*q1*(b/2+a/2) + Va*(b/2) - q2*(b/2) *(b/4)

TOTALE C. PERMANENTI+ C. ACCIDENTALI

TOTALE C. PERMANENTI + C. ACCIDENTALI

2962,39 kg/m 2909,72 kg/m 6062,41 kg/m

1765,77 kg/m 1647,29 kg/m 1760,52 kg/m

va= 11506,53 Kg

va= 11506,53 Kg

va=7194,23 kg 0.3

vb=7618,85 kg M max (x=l/2) = 3156,19 kg*m

B=30cm H=30cm

0.27

A1s = 6,15cm2

Φ 20 mm

Jx=52445,2cm4 σc=67,092kg/cm2 σ1s=735,583kg/cm2 σs=1430,79kg/cm2 Rck=200 dI=dII=3cm d=27cm

˄ Calcoli per il dimensionamento delle travi tipo

58

Φ14mm

B = 30cm AREA = 900cm2

A1s=3,07876cm2 x=11,1491cm

M max (x=l/2) = 3289,94 kg*m H = 30cm

0.27

AREA=900cm2 As=9,42478cm2

0.3

vb= 19715,29 kg

Φ14mm

M max (x=l/2) = 3156,19 kg*m B=30cm

As = 18,8cm2 x = 13,64cm Jx = 86300,2cm4 σc = 52,0029 σ1s = 608,543kg/cm2 σs = 763,458kg/cm2 Rck = 150 dI = dII = 3cm d = 27cm

Φ 20 mm


Ë„

Modello di studio del progetto

Modello di due camere tipo per lo studio della distribuzione interna Ë…

59


RESTAURO

Il corso di Restauro ha fornito gli strumenti tecnico-concettuali per affrontare la realizzazione di un progetto di restauro che rispondesse dal punto di vista teorico e pratico sia alle necessità conservative sia alle aspettative per l’uso attuale. In particolare, è stata data grande importanza alle conoscenze di base riguardanti le tecniche costruttive dell’edilizia storica, la conoscenza delle principali teorie attuali sul restauro architettonico e i metodi del rilievo stratigrafico e costruttivo, utili a leggere in modo dettagliato i processi di costruzione e trasformazione della fabbrica. Inoltre, il corso ha permesso di acquisire la capacità di descrivere gli effetti del degrado e del dissesto, per saper diagnosticare le cause del danno, impostare il progetto delle parti di nuovo inserimento, e valutarne la compatibilità architettonica e le modalità esecutive. Le lezioni ci hanno permesso la comprensione della costruzione esistente, dal punto di vista storico culturale, dei suoi caratteri architettonici, del suo processo formativo, proponendoci la riflessione sul ruolo del passato e sulla ricerca di un rapporto equilibrato tra persistenza e innovazione. Il corso prevedeva anche un’esercitazione, attraverso la quale poter applicare le conoscenze apprese ed elaborare il “Progetto culturale”, necessario per delineare gli obiettivi del progetto di restauro dell’edificio.

Prof. Francesco DOGLIONI

˄ Particolare della scala a bovolo all’interno di Palazzo Minotto

60


Ort i Giardi ni

˄ Dettaglio del catasto napoleonico

Aree i ncolt e e di la vo ro

-

A.A. 2011/2012

(1808-1811)

RIATI

TA B

AMEN

FOND

Pianta topografica di Venezia di Bernardo e Gaetano Combatti (1847-1855) NTA

AME

IGO

BAR

BAR

Orti Gi ardin i Aree in co

Planimetria attuale, attacco a terra

˄

D FON

STUDENTESSE: ANA DUNIĆ 269 208, MARIANGELA BRESSAN 269 432, MARA URODA 269 346

PROF. FRANCESCO DOGLIONI, ARCH. LUCA SCAPPIN

Pianta prospettica di Jacopo De’ Barbari (1497- 1500) ˄

CORSO DI RESTAURO

Il tema delle attività pratiche comprendeva l’analisi degli apparati architettonici e decorativi di Palazzo Minotto a Venezia, una fabbrica attualmente in completo abbandono e degrado. Palazzo Minotto non si presenta come un progetto unitario ed armonico, ma è il risultato finale di continue evoluzioni morfologiche deerivanti da demolizioni, ampliamenti e accorpamenti che si sono verificati nel corso dei secoli, in particolare, tra il 1500 e il 1700. Sappiamo infatti, che il manufatto antico è un edificazione costituita da materiali e tecniche costruttive molto differenziate nelle sue varie parti. E’ necessario saper capire la particolarità di ognuna di esse, senza però mai perdere di vista anche il ruolo assunto nel contesto. Uno dei caratteri fondamentali di Palazzo Minotto è sicuramente il suo valore stratigrafico, in quanto osservando gli ambienti interni al primo e al secondo piano, possiamo notare come esso conservi le tracce delle sue evoluzioni.

I --U --A --V

RIO

OLO

D

NZ E L'A

E

R

EL AFA

Orti Gi ardin i

Aree in co

61


I I --I --U Palazzo Minotto--- Fasi costruttive U --U --A --A --Dalla lettura stratigrafica delle pareti est e A --V --ovest si possono riconoscere tre fasi costruttiV V

1 1 1

ve, dalla più antica alla più recente:

COCCIOPESTO INTONACO CALCE COCCIOPESTO SABBIA INTONACO CALCE INTONACO CALCE SABBIA STUCCO SABBIA STUCCO STUCCO

PARETE NORD PARETE NORD PARETE NORD

PARETE SUD PARETE SUD PARETE SUD

˄ Fasi costruttive della parete ovest della sala del camino

62

MALTA D’ARRICCIO PER L’INTONACO MALTA D’ARRICCIO PER

LEGNO

MALTA RECENTE MALTA RECENTE PIETRA

INTONACO INTONACO

MALTA D’ARRICCIO PER L’INTONACO MALTA RECENTE L’INTONACO

PIETRA PIETRA

LEGNO LEGNO INTONACO

STUDENTESSE: ANA DUNIĆ 269 208, MARIANGELA BRESSAN 269 432, MARA URODA 269 STUDENTESSE: ANA DUNIĆ 269 208, MARIANGELA BRESSAN 269 432, MARA URODA 269 346 STUDENTESSE: ANA DUNIĆ 269 208, MARIANGELA BRESSAN 269 432, MARA URODA 269 346346

3 3 3

PARETE EST PARETE EST COCCIOPESTO PARETE EST

CORSO DI RESTAURO -A.A. A.A. 2011/2012PROF. PROF. FRANCESCO DOGLIONI, ARCH. LUCA SCAPPIN CORSO DI DI RESTAURO - - A.A. 2011/2012 FRANCESCO DOGLIONI, ARCH. LUCA SCAPPIN CORSO RESTAURO 2011/2012 PROF. FRANCESCO DOGLIONI, ARCH. LUCA SCAPPIN

2 2 2

1° strato di intonaco a base di calce e sabbia, decorato con fasce di color ocra e rosso, in seguito picchiettato per far aderire lo strato di sottofondo di cocciopesto (fase datata al XVII secolo); 2° strato di sottofondo di cocciopesto, sul quale sono stati realizzati gli stucchi decorati con pellicole pittoriche inizialmente gialle, poi verdi, rosa e bianche, risalenti al 1700; 3° strato di pellicola pittorica più recente, azzurro chiaro che ricopre gli stucchi più alti, ocra scuro, nella parte basamentale.

Il primo sopralluogo ha permesso di acquisire materiale fotografico, con il quale è stato effettuato il raddrizzamento delle pareti dei due ambienti presi in esame: il salone nobile al primo piano e la sala con il camino, al secondo piano. E’ stata effettuata infine, la mappatura degli intonaci e degli stucchi, che sono stati catalogati e collocati storicamente. Inoltre sono stati indagati i procedimenti storici, tecnici ed esecutivi del marmorino.


Palazzo Minotto - Catalogazione degli intonaci e caratteristiche generali Funzione: strato di attesa per successivo intonaco a marmorino Spessore medio 1 cm Colore Rosso COCCIOPESTO

PARETE OVEST

Funzione: preparazione per strati successivi: intonaco sottofondo grigio scuro (2) e marmorino bianco grigio (3) Spessore medio 1,5 cm N.1 INTONACO GRIGIO CHIARO

Funzione: strato di finitura Spessore medio 1mm PARETE EST

MARMORINO BIANCO

Funzione: strato di finitura Spessore medio 1mm

MARMORINO VERDE

PARETE NORD

63


Palazzo Minotto - Studio della realizzazione di una cornice

Palazzo Minotto - Preparazione degli spolveri

L’analisi condotta su Palazzo Minotto ci ha permesso anche di indagare le tecniche di realizzazione di una cornice. Per realizzare una cornice, occorre piantare sui mattoni perni e chiodi di varie misure tra loro ravvicinati. Essi poi, devono essere collegati fra loro con materiali di varia natura (spago di canapa, incannucciata di arelle, tela di iuta ecc..), a costituire l’impalcatura del copro scultoreo,da riempire poi, con intonaco di cocciopesto a strati. Quando l’opera è completamente asciutta, lo stuccatore riveste il tutto con pelle di marmorino bianco naturale o colorato con pigmenti e definisce gli ultimi dettagli decorativi.

Gli spolveri si preparano a grandezza naturale su carta robusta, utilizzando carboncino. Steso l’ intonaco di sottofondo, si applica il tracciato decorativo con l’ausilio di spago, carboncino tenero, filo a piombo, livella, squadre, compasso e righe di legno.

Strumenti tipici da stuccatore - Cazzuole da marmorino e cazzuolini; palette, stecche per modellare, indispensabili per la lavorazione del marmorino (lisciatura e lucidatura, riquadrazione e modellazione). - Mazzette a bocciarda per battere sul marmorino ancora fresco - Compasso in ferro battuto, sesta, metro, filo a piombo e livella per i rapporti nella modellazione e per l’incisione di tracciati.

64

Lo spago viene strofinato con il carboncino; tenuto teso da due persone ai due capi, viene preso o pizzicato tra due dita, da uno dei due operatori; quindi, allontanato quanto più possibile dal muro e scoccato o battuto. Sul muro resta la traccia che lo stuccatore seguirà per segnare rette di qualsiasi lunghezza. I disegni su carta, preliminarmente bucati con ago sul tracciato delle linee decorative, vengono poi passati con carboncino. Appoggiato sul muro lo spolvero dalla parte pulita, con uno straccio si strofina il disegno per far passare il pigmento attraverso i fori. Allontanato lo spolvero, sull’intonaco sarà leggibile il disegno.


Palazzo Minotto - Analisi del degrado e del dissesto

65


-

A.A. 2011/2012

PARETE OVEST

PARETE OVEST

^ Ipotesi di apparato decorativo con stucchi settecenteschi

66 PROF. FRANCESCO DOGLIONI, ARCH. LUCA SCAPPIN

A.A. 2011/2012

PROF. FRANCESCO DOGLIONI, ARCH. LUCA SCAPPIN STUDENTESSE: ANA DUNIĆ 269 208, MARIANGELA BRESSAN 269 432, MARA URODA 269 346

-

I --U --A --V

CORSO DI RESTAURO

PARETE SUD

STUDENTESSE: ANA DUNIĆ 269 208, MARIANGELA BRESSAN 269 432, MARA URODA 269 346

CORSO DI RESTAURO

PARETE SUD

I --U --A --V


Palazzo Minotto - Simulazione grafica degli esiti Simulazione virtuale di restauro su due campioni di stucco: in questi casi è stata utilizzata la tecnica del “sottotono”. Questo metodo cerca di ridare forza cromatica ai marmorini colorati, le cui lacune tendono a disturbare la lettura della parete. La finalità vorrebbe essere quella di far indietreggiare otticamente le lacune che tenderebbero ad apparire in evidenza. L’utilizzo del sottotono consente di ottenere due obiettivi: ridare leggibilità all’opera e al tempo stesso, conservarne la sua autenticità, grazie alla possibilità di riconoscere le zone integrate rispetto a quelle originali.

Nel secondo caso, viene utilizzato il metodo al “neutro” o “reintegrazione al neutro”. Si protende per questa soluzione quando la ricostruzione della lacuna diventa ipotetica (sia per ampiezza, sia perchè essa è profonda). Si cerca quindi di raccordare la lacuna, astenendosi da una completa riproposizione della decorazione perduta, ma limitandosi alla sola stuccatura e al riempimento con una stesura di colore uniforme.

CAMPIONE 1

CAMPIONE 2

Tecnica del sottotono: l’integrazione avviene con una velatura con marmorino a strato sottile delle parti lacunose, che utilizzi una gradazione di colore simile a quello originale, ma con tonalità più chiare.

CAMPIONE 1

CAMPIONE 2

Poichè le lacune sono causate dalla perdita degli strati di intonaco, è necessario agire sui bordi delle mancanze per far riaderire i distacchi, cercando di non modificare i bordi delle lacune ed evitando di regolarizzarli.

67


Per la stanza del camino al secondo piano, si è deciso di non intervenire con il metodo del sottotono o del neutro, come si era fatto nel salone nobile, ma di integrare le lacune senza interventi imitativi, accogliendo le manifestazioni di degrado come qualità acquisite, rendendo visibile la distinzione tra nuovo e antico. Si è voluto in sostanza, conservare entrambe le fasi di costruzione, quella seicentesca e quella settecentesca, in particolar modo, la prima. La fase seicentesca infatti, con un intervento simile a quello del primo piano, non sarebbe più stata visibile. L’obiettivo del progetto prevedeva quindi, la conservazione della testimonianza del passare del tempo, permettendo la lettura e comprensione chiara delle fasi.

˄

Simulazione grafica prima e dopo l’intervento

>

68

Particolare dell’intervento di restauro


La scelta di enfatizzare il periodo settecentesco è data dalla massima compiutezza che aveva assunto a quell’epoca la fabbrica. Si è deciso, in primo luogo, di rimuovere lo scialbo pittorico più recente, per mettere in risalto gli stucchi e le decorazioni settecentesche per favorirne la migliore comprensione. In secondo luogo, si è scelto di coprire la fase seicentesca della quale erano visibili poche tracce. Certamente si supponeva ve ne fossero altre, conservate al di sotto della fase settecentesca, ma non si è voluto riportarle alla luce perchè ciò avrebbe comportato la rimozione degli stucchi settecenteschi.

˄

Simulazione grafica, prima e dopo l’intervento

69


70


71

APPROFONDIMENTO


LAB. INT. PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA Prof. Patrizia MONTINI ZIMOLO Prof. Fabio FIOCCO

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Durante il corso di Progettazione architettonica e urbana è stata affrontata la sperimentazione progettuale di un edificio pubblico nella città contemporanea. Ci siamo concentrati in particolare, sull’area dell’Ospedale Saint Vincent-de-Paul a Parigi, all’interno del quartiere di Montparnasse. Si doveva progettare un complesso di edifici universitari in una parte di città che risultava da ristrutturare e completare. Ci era richiesto un insediamento universitario, che potesse essere utilizzato non solo dagli studenti, ma anche di tutti i cittadini, come edificio pubblico della città contemporanea. Il corso mi ha fornito alcune capacità progettuali grazie alle quali affrontare un progetto in ambito urbano, in presenza e in stretto rapporto con edifici esistenti, sapendo controllare le diverse scale di intervento, dal disegno di un luogo fino alla configurazione del manufatto. Il Laboratorio si è svolto in maniera integrata con il corso di Estimo, che riguardava le conoscenze per la valutazione estimativa del progetto, in tutte le sue fasi. Il tema d’esame è stato quello di valutare il costo di realizzazione dell’opera, con Stime sintetico - comparative, Diagramma di Gantt, Elenco Prezzi Unitari, Analisi Prezzi Unitari, Computo Metrico Estimativo, Capitolato Speciale d’Appalto e Quadro Economico.


STATO DI FATTO

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Schema degli obiettivi

Il sito presenta un patrimonio architettonico dalle caratteristiche tra loro molto diverse, derivanti da successivi e costanti sviluppi nel tempo. Gli edifici più pregevoli, che risalgono al XVII e XIX secolo, sono situati lungo Avenue Denfert-Rochereau. Il resto degli edifici, di configurazione compatta, sono meno interessanti dal punto di vista architettonico e appaiono eterogenei sotto l’aspetto tecnologico e costruttivo. Pertanto alcuni di questi edifici sono risultati inadatti per le funzioni previste dal progetto. DATI DI PROGETTO L’area di progetto è situata a Parigi, a sud della Senna, all’interno del quartiere di Montparnasse, nel 14° Arrondissement.

V

Foto dello stato di fatto

73


˄ Veduta aerea dello stato di fatto

V

74

Foto dello stato di fatto

RIFERIMENTI URBANISTICI Il lotto di Saint Vincent de Paul, delimitato dai grandi tracciati urbani del sud di Parigi, è facilmente accessibile. L’area è ben servita dai trasporti pubblici. I principi di progettazione miravano a valorizzare le caratteristiche attuali del sito, il suo ambiente e gli edifici più rimarchevoli. Si tratta in primo luogo, di affermare il legame con Avenue Denfert Rochereau e Rue Boisonnade, tramite la realizzazione di una prospettiva di qualità e attraverso una attenta realizzazione delle entrate. Inoltre si dovevano rimarcare le continuità, visuali o fisiche, tra gli spazi verdi che si trovano a nord e a sud del sito.


RIFERIMENTI DI PROGETTO Prima di iniziare l’iter progettuale, i Docenti hanno richiesto l’analisi di un progetto già realizzato che avesse caratteristiche simili a quelle richieste, ad esempio le dimensioni di un edificio a scala urbana, a servizio della città. Il progetto scelto come riferimento è il Kunstahl di Rem Koolhaas, del quale è stato realizzato un plastico di studio. Grazie a questo lavoro è stato possibile comprendere appieno le scelte progettuali per le dimensioni degli spazi espositivi, i percorsi e l’auditorium presenti al suo interno. Del progetto di Koolhaas è stato mantenuto in particolare il sistema dei percorsi, che nel progetto si sviluppano all’interno dell’area dell’Ospedale e consentono l’attraversamento pedonale da parte di tutta la cittadinanza, a tutte le ore, modificando con ciò, la circolazione preesistente.

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˄ Rampa pedonale esterna

˄ Pianta primo piano

˄ La spirale dei percorsi

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˄ Il sistema di rampe e l’auditorium

˄ Pianta secondo piano

Il Kunsthal è composto da tre spazi espositivi su tre diversi livelli che possono essere usati congiuntamente o indipendentemente, da un auditorium e da un ristorante al quale è possibile accedere separatamente. Il Kunsthal è diviso al suo interno da una rampa pedonale che si sviluppa dal livello più alto della strada fino al livello inferiore del parco, come un vero e proprio ponte tra il paesaggio urbano e quello naturale. Questa divisione crea all’interno dell’edificio due parti autonome, unificate da un percorso che si svolge a spirale e che crea una sequenza di esperienze uniche. La circolazione inizia dalla rampa pedonale esterna sia salendo dal livello del parco sia scendendo dal livello più alto dell’autostrada. Una seconda rampa si sviluppa all’interno, così da incrociare quella esterna e si sviluppa in modo tale da servire l’auditorium e, sotto di esso, il ristorante. L’entrata principale si trova nel punto in cui la rampa interna ed esterna si incrociano. La Hall One, a piano terra, si affaccia verso il parco; al suo interno si sviluppa una rampa adiacente a quella pedonale esterna, dalla quale è separata con una parete vetrata. Questa rampa conduce alla Hall Two, che si affaccia verso l’autostrada. Attraversando la Hall Two si arriva ad un percorso che si apre su due ambienti: uno è l’entrata più alta dell’auditorium, l’altro è la Hall Tree. Seguendo il percorso fino alla fine, si raggiunge il tetto, dal quale è possibile ammirare la città di Rotterdam.


PROGETTO Il progetto prevedeva un collegamento pedonale, diretto e sempre accessibile, tra Rue Boissonade e Avenue Denfert-Rochereau, a disposizione di tutta la cittadinanza. Il progetto si proponeva come obiettivo la trasformazione di una parte dei fabbricati esistenti all’interno dell’ area, in ambienti per uso universitario (aule, alloggi, biblioteca, ecc); inoltre prevedeva la realizzazione ex novo, di edifici ausiliari ad uso pubblico, quali ingresso, caffetteria, auditorium, aule studio, spazi espositivi e ricreativi.

77


ACCESSI Il progetto si sviluppa lungo il muro che delimita a ovest il confine dell’area di progetto e si articola per tutta la sua lunghezza. L’accesso principale al nuovo campus si colloca sul fronte di Avenue Denfert-Rochereau. Il nuovo ingresso del campus si articola con un edificio adibito a hall e caffetteria. La hall è un ampio spazio a doppia altezza prevalentemente a superficie vetrata. La caffetteria si articola su due livelli. Il particolare tipo di risalita che conduce al secondo livello della caffetteria si configura come una scala accompagnata da tre pedane alte 2m dove sono previsti spazi relax.

˄

78

Planimetria piano terra


Dal secondo livello dell’edificio dell’ingresso è possibile accedere direttamente al blocco lineare situato sul confine sud-ovest del lotto, da dove è possibile raggiungere lo spazio espositivo. La grande piazza d’ingresso al lotto apre la vista sul complesso comprendente l’auditorium, fulcro dell’area, e consente un varco per accogliere sia i normali utenti del campus sia il resto della cittadinanza.

˄ Pianta piano terra

V

Plastico di studio: particolare dell’ingresso

˄ Pianta primo piano

˄ Sezione A- A’

˄ Sezione B- B’

˄ Sezione C- C’

˄ Sezione D- D’

79


INTERNET POINT E PUNTO INFORMAZIONI

˄ Pianta piano terra

˄ Pianta primo piano

80

Di fronte all’auditorium si trova l’inizio del blocco lineare che percorre il confine sudovest del lotto. Il blocco si articola su due piani: al piano terra gli ambienti dedicati ad internet point e al punto informazioni, direttamente accessibili dalla piazza e completamente vetrati verso essa. Al primo piano, un semplice percorso vetrato con ballatoio esterno per potersi affacciare sulla piazza.


˄ Prospetto nord

˄ Sezione A-A’

˄ Sezione C-C’

Vista notturna internet point e vista ingresso da Rue DenfertRochereau ˂

81


EDIFICI

˄ Pianta piano terra

˄ Prospetto sud auditorium

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˄ Pianta primo piano

Al centro dell’area si trova l’edificio comprendente l’auditorium e la sala conferenze. Il fabbricato è suddiviso in due parti: da un lato l’auditorium con 300 posti, una “scatola nella scatola”, alta fino al soffitto. interamente rivestita in legno e completamente visibile dall’esterno. grazie al curtain-wall che la circonda. La seconda metà dell’edificio è organizzata su due livelli: al piano terra, la sala conferenze con una capienza di 100 posti, circondata da altri ambienti minori, quali sale riunioni, guardaroba e servizi igienici. Al secondo livello, un ambiente aperto che si affaccia sul foyer del piano terra è organizzato con tavoli da studio a disposizione degli studenti.


˄

Veduta interna auditorium

˄ Sezione A-A’

˄ Sezione D-D’

˄

Veduta esterna nord auditorium

˄ Sezione C-C’

˄ Sezione B-B’ ˄

Veduta esterna sud auditorium

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INDIVIDUAZIONE EDIFICI OGGETTO DI STIMA bookshop

I BLOCCO caffetteria + internet point + copisteria + percorsi

II BLOCCO auditorium

VOLUME KU KC tot KC tot + dem

VOLUME POSTI A SEDERE KU (a posto) KC tot KC tot + Kdem

ascensore

copisteria

spazio espositivo

info point

auditorium 100 posti

internet point auditorium 288 posti

cucina

caffetteria

I BLOCCO caffetteria + internet point + copisteria + percorsi

II BLOCCO auditorium

KU KC tot KC tot + dem

POSTI A SEDERE KU (a posto) KC tot KC tot + Kdem

EDIFICIO MULTISALA CINEMATOGRAFICA VOLUME 23.600 (m3) VOLUME DI RIFERIMENTO 23.695,2 (m3) 295.38 (€/m3) 6.999.016 (€) 7.357.896 (€)

EDIFICIO OGGETTO DI STIMA - AUDITORIUM

INCIDENZA LAVORAZIONI

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408 9.135.22 (€) 3.727.169,44 (€) 4.119.969,44 (€)

23.695,2 (m3) 295.38 (€/m3) 6.999.016 (€) 7.357.896 (€)

23.600 (m3) 408 9.135.22 (€) 3.727.169,44 (€) 4.119.969,44 (€)

STIME SINTETICO - COMPARATIVE Per il corso di Estimo è stata redatta una relazione tecnica comprendente stime sintetico - comparative, per la valutazione del costo totale di costruzione degli edifici oggetto di stima e per il calcolo dell’incidenza in percentuale, delle varie lavorazioni.


DURATA LAVORI

QUADRO QUADROECONOMICO ECONOMICO

La durata dei lavori è stata prevista in circa 96 settimane (quasi due anni). In particolare, i lavori al grezzo (che comprendono demolizioni, movimento terra, fondazioni, strutture, chiusure verticali e orizzontali e la realizzazione dei 2/3 degli impianti) si sarebbero dovuti svolgere in un anno e mezzo circa. Le finiture (serramenti, allacci, arredi, pavimenti e rivestimenti e 1/3 degli impianti) e la sistemazione esterna dell’area, si sarebbero dovutr svolgere in contemporanea con i lavori al grezzo e sarebbero state realizzate in un periodo di tempo previsto di circa un anno.

DIAGRAMMA DI GANTT

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ELENCO PREZZI UNITARI

Inoltre sono stati sviluppati l’Elenco Prezzi Unitari, l’Analisi dei Prezzi Unitari e il Computo Metrico Estimativo per alcuni dettagli costruttivi.

ATTACCO A TERRA ATTACCO A TERRA

piastrelle in gres porcellanato 1 cm colla 1 cm massetto alleggerito in cls per impianti 10 cm isolante 8 cm polistirene estruso guaina impermeabilizzante 4 mm platea di fondazione 50 cm magrone 10 cm

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vetrocamera 4+15+4


ANALISI PREZZI UNITARI

COMPUTO METRICO ESTIMATIVO

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WORKSHOP

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90

Workshop 2010

92

Workshop 2011

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Workshop 2012

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WORKSHOP 2010

Il tema del workshop ha riguardato lo studio e l’approfondimento della qualità degli spazi domestici dell’abitare, a partire dai progetti di alcuni edifici residenziali presso Cortina d’Ampezzo, in località Cadélverzo caratterizzati da una ridotta dimensione degli alloggi. Ci è stata offerta la possibilità di poter affrontare con il progetto, le potenzialità abitative e i sistemi aggregativi della “casa ampezzana” tipo, composta nella maggior parte degli esempi da un corpo principale monolitico (la casa) e da un rustico posteriore e ad esso aderente (il fienile) e riconoscibile per la sua particolare aggregazione per nuclei, fortemente connaturati al territorio, in un saldo rapporto fra architettura e luogo. Il progetto consisteva quindi, nel riadattare l’interno di una casa ampezzana tipo, considerando principalmente il lavoro di ricerca degli architetti italiani, a partire dagli anni Trenta, sui temi dell’abitare: Diotallevi-Marescotti, Albini, Gardella, Ponti, BBPR. Essi affrontano lo studio della casa dal punto di vista degli interni, incentrando il pensiero progettuale su come dare loro dignità abitativa, signorilità e ricchezza, intervenendo sulla re-invenzione degli arredi fissi, sulla collocazione e configurazione di determinati dispositivi e attrezzature dell’abitazione, integrando arredamento e architettura.

Prof. Armando DAL FABBRO

˄

90

Plastico di studio


Il lavoro svolto prevedeva la realizzazione di un plastico in scala 1:50 e di una tavola a mano, con piante e sezioni in scala 1:50 e 1:25.

Progetto di partenza <

Ë…

Ë„

Sezione significativa

Ë…

Prospetto interno della scala-libreria

Plastico di studio

Plastico di studio: particolare della scala-libreria <

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WORKSHOP 2011

Il lavoro di progettazione si è concentrato sull’Ospedale al Mare, al Lido di Venezia, un’infrastruttura, che ha cessato di funzionare nel 2003. Il centro sanitario, fondato nel 1933, si compone di una serie di padiglioni isolati, con caratteristiche architettoniche differenti, edificati in diverse epoche su una superficie di circa 9 ettari. Il paesaggio oggi, si presenta con una quantità di edifici disarticolati tra loro, posizionati all’interno di un grande vuoto urbano. Attualmente la condizione dell’area è di totale, assurdo abbandono, al punto che si è sviluppato un grande dibattito pubblico sulle potenzialità dell’insieme di edifici. La proposta di progetto elaborata durante il corso ha avuto come filo conduttore il tema dell’ozio, nel senso latino del termine. Le infrastrutture abbandonate sono state analizzate singolarmente; si è cercato di ricostruirne la struttura originaria, le relazioni funzionali e fisiche, i materiali di costruzione, il profilo urbano, i pieni e vuoti e tutto quello che si poteva considerare di interesse. Inoltre si è cercato anche di comprendere le relazioni che l’Ospedale al Mare stabiliva sia con l’intorno, sia con il resto della città.

Prof. Federico KELLY Prof. Federico BORGHINI ˄

92

Schizzi di progetto


All’inizio del laboratorio, nell’area destinata al progetto sono stati svolti diversi sopralluoghi, che ci hanno permesso di rilevare i vari padiglioni dell’Ospedale, riportati poi, in aula su disegno. Il materiale fotografico acquisito durante le varie fasi del Laboratorio è stato utilizzato, per descrivere e comunicare le nuove idee progettuali in un modo più esplicito e diretto.

˄

Sezione di progetto: rapporti interno-esterno

˄

Fotoinserimenti di alcune idee di progetto

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˄ Sezione - passerella e percorsi a terra

˄ Sezione

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Il progetto prevedeva una serie di collegamenti, passerelle e percorsi a più livelli, che si snodavano all’interno dell’area, e che invitavano a scoprire l’ ex Ospedale al mare del Lido in modo inedito. Essi avrebbero permesso di attraversare gli spazi e capirne le funzioni, grazie al dialogo immediato tra edifici e visitatore, esplorare nuovi ambienti, caratterizzati da verde pubblico, diventando così luoghi in cui l’arte potesse essere prodotta e preservata.


1

Masterplan di progetto

PREESISTENZE/INTERVENTI

PERCORSI PRINCIPALI

alloggio

hotel, camere, appartamenti, area ricettiva

arte & cultura

teatro, cinema, aree espositive, musei, mostre temporanee, biblioteca, aree interattive

sport

palestra, spa, piscina, percorsi benessere

gastronomia

bar, ristoranti, chioschi, vendita al dettaglio prodotti tipici

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consumo

negozi, agenzia, noleggio attrezzature


Foto scattate all’ interno dell’area dell’Ospedale al Mare

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˄ Plastico di studio dell’area

˅ Plastico di studio di un particolare del progetto

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WORKSHOP 2012

Il lavoro di progettazione si è concentrato sull’area degli ex gasometri, a Venezia, nel sestiere di Castello, confinante a nord con la Laguna. L’area si connota per le sue molteplici valenze monumentali e per la presenza di costruzioni di epoche diverse, in particolare la Chiesa di San Francesco della Vigna e dei due gasometri. Quest’ ultimi rappresentano una parte nobilissima dell’ architettura industriale che dalla metà dell’Ottocento fino all’avvento dell’architettura contemporanea, ha segnato gran parte delle grandi capitali europee con edifici di grandissimo valore architettonico. L’obiettivo del corso è stato quello di progettare e definire una serie di spazi, luoghi, materiali, scenografie, spettacoli, adatti a rendere il comparto di San Francesco, il luogo della rappresentazione.

Prof. Gianni BRAGHIERI

˄

98

Foto dei gasometri dalla laguna, sullo sfondo il Campanile di San Francesco della Vigna


PLANIVOLUMETRICO 1:1000 ˄

Planivolumetrico

˅ Modelli del progetto

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Teatro

Sala espositiva

Sala espositiva

caffetteria

sala espositiva

info point

servizi bagni

PLANIMETRIA 1:500 ˄

100

Planimetria

Il progetto nasce da un’attenta osservazione del sito che presenta diverse peculiarità rispetto al contesto veneziano e si interroga sulle relazioni che le grandi strutture del gas pongono con l’intorno. Due sono gli accessi strategici: il primo è un ingresso dall’acqua, di fronte all’isola di San Michele; il secondo invece, via terra, riapre con una sequenza ritmata di archi, l’antico campo di San Francesco della Vigna dove si eleva la cinquecentesca Chiesa palladiana. I due ampi perimetri circolari seguono dei limiti molto precisi, contrapponendosi proprio ai contorni incerti e fitti della natura spontanea. Nel primo, quello più vicino alla Chiesa palladiana, l’intervento è minimo: l’accortezza sta nell’introduzione al suo interno della luce, per mezzo di un lucernario centrale. La forma del basamento diventa una sorta di piazza coperta, in cui il visitatore può fruire di uno spazio che all’occorrenza può essere organizzato a seconda degli allestimenti. Nel secondo gasometro che si affaccia sulla laguna, l’intenzione è quella di scavare una platea gradonata sull’esistente struttura in calcestruzzo, proiettata verso una frons scenae che tramite una rotaia sia in grado di scorrere, incorniciando, di volta in volta, il paesaggio lagunare. Le altre strutture, un tempo adibite a magazzini, sono state immaginate svuotate e pronte ad ospitare installazioni di tipo temporaneo. L’edificio di collegamento tra i due gasometri funge da foyer e area ristoro.


PPROSPETTO EST 1:200

˄

Prospetto est

PPROSPETTO EST 1:200

PPROSPETTO EST SEZIONE DEI GASOMETRI 1:200 1:200

SEZIONE DEI GASOMETRI 1:200

˄

Sezione dei gasometri

SEZIONE DEI GASOMETRI 1:200 SEZIONE DELL’INGRESSO 1:200

SEZIONE DELL’INGRESSO 1:200

SEZIONE DELL’INGRESSO 1:200

˄

Sezione dell’ingresso

101


102

Ë„

Tavole esposte in mostra e schizzi elaborati con fotomaontaggi e collage

>

Foto all’interno dell’area dei gasometri


Ë„

Tavole esposte in mostra e schizzi elaborati con fotomaontaggi e collage

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FORMAZIONE EXTRA DISCIPLINARE

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106

Tirocinio

116

Viaggio in Svizzera

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TIROCINIO

L’esperienza di tirocinio è stata svolta dal 20 Luglio 2011 al 20 Settembre 2011 nello Studio “Matite Associate” dell’Architetto Antonio Sarto, a Padova. L’attività formativa si è svolta su più temi progettuali, che spaziavano dalla scala edilizia a quella infrastrutturale (urbanistica e trasporti). Il lavoro si è concentrato in un primo momento, sullo studio di alcune varianti tipologiche del Progetto Casa Futura, realizzato nel 2011, nel Comune di Mira, nell’area della struttura militare “Forte Poerio”. Si tratta di una costruzione di 110 metri quadrati, a disposizione del Consorzio “CasaArtigiana” per piccoli ritrovi e conferenze. Il progetto si sviluppa sulla composizione di due moduli pressoché identici per quanto riguarda le dimensioni (5.8 m x 12.8 m) disposti a L. Il compito assegnatomi è stato quello di sviluppare delle varianti alternative che rispondessero alle richieste di edificio abitativo e che quindi, prevedessero anche l’inserimento di garage, vano tecnico e di una o due camere da letto. I lavori realizzati (tavole e plastici) sono esposti all’interno di Casa Futura.

Arch. Antonio SARTO

˄

106

Foto di Forte Poerio: uno dei complessi della cintura dei Forti del Campo Trincerato di Mestre


CASA COMPATTA 60 mq + 60 mq = 120 mq 2+2

˄

Prospetto nord

< ˄

Pianta piano terra

Prospetto ovest

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CASA PER DUE PERSONE 60 mq 2

1. Zona living aperta al verde e alla luce

1 3

>

Pianta piano terra

2

2. Grandi pareti contenitori

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>

Prospetto nord

>

Prospetto ovest

3. Nucleo attrezzato per impianti e servizi


CASA A L 60 mq + 60 mq + 10 mq = 130 mq 2+2

<

Pianta piano terra

<

Prospetto nord

Ë„ Foto plastici esposti a Casa Futura (Mira)

109


CASA IN LINEA 60 mq + 60 mq + 30 mq = 150 mq 2+2

Lo spazio distributivo Il rapporto con l’esterno è gadiventa collettore di rantito da grandi aperture luce

˄

Pianta piano terra Un’unica grande copertura di legno

˅

110 110

Prospetto sud

˅

Prospetto est


Successivamente ho svolto una ricerca nell’ambito dei trasporti e dei possibili collegamenti infrastrutturali (in particolare ferroviari) tra l’area di Forte Poerio e la Stazione di Mestre, con successive proposte di miglioramento. Forte Poerio è situato in un’area apparentemente isolata, ma per la sua vicinanza al territorio della Riviera del Brenta, potrebbe diventare centro strategico, grazie al quale connettere l’area veneziana a quella del Brenta. La realizzazione della Stazione di Forte Poerio, dotata di parcheggio gratuito, si proporrebbe come nodo di interscambio per i viaggiatori. Sarebbe dotata di un’area attrezzata per veicoli elettrici, tra questi gli scooters per persone disabili, servizio di bike sharing, bus elettrici.

Proposta per la nuova stazione di Forte Poerio: la facciata ricoperta con teli in PVC riproduce un’immagine evocativa del Forte <

Forte Poerio: uno dei complessi della cintura dei Forti del Campo Trincerato di Mestre ˅

111


100 Kmq DI POSSIBILITÀ

Durante l’eseprienza di tirocinio ho svolto inoltre, un lavoro di ricerca e di studio del territorio dell’entroterra veneziano, soffermandomi su alcune possibili proposte per integrare il potenziamento della linea ferroviaria che collega il Capoluogo regionale con il Comune di Adria. L’attuale linea ferroviaria è inserita all’interno di un contesto caratterizzato da un insieme di Forti, un tempo di notevole valenza logistica e militare. Oggi, essi costituiscono non solo un semplice raggruppamento di singole entità, ma un vero e proprio sistema di connessioni. La cintura dei Forti, chiamata anche Campo trincerato di Mestre, comprende due linee di difesa poste a raggiera attorno a Forte Marghera. Realizzata tra il 1805 e il primo decennio del ‘900, era stata ideata per contribuire alla difesa militare di Venezia dal lato della terraferma. In realtà non ha mai potuto svolgere tale funzione, perchè con la prima guerra mondiale i nuovi sistemi offensivi, quali l’aviazione e l’artiglieria pesante, hanno annullato la capacità difensiva dell’intero Campo trincerato, che, 112

SFMR: MIRA BUSE - MESTRE, TRATTO FERROVIARIO ELE SFMR: METROPOLITANA DI SUPERFICIE, TRATTO NON E TERMINAL


ETTRIFICATO ELETTRIFICATO

113


Forte Poerio - Comune di Mira TAVOLA 3 - Forte Trincerato sistema di viabilità e trasporto sostenib STAZIONE DI VENEZIA SANTA LUCIA

FORTE MEZZACAPO

Stazione ferroviaria e scalo ferroviario, dotata di 23 binari tronchi. E' collegata alla terraferma ed alla stazione di smistamento di Venezia Mestre attraverso il ponte della Libertà.

FORTE COSE

FORTE CARPENEDO STAZIONE DI VENEZIA MESTRE

Stazione ferroviaria di superficie, dotata di 13 binari. La stazione, importante scalo per merci e passeggeri è uno snodo strategico del sistema ferroviario del nord-est in quanto vi convergono le linee Milano-Venezia, Venezia-Trieste, Venezia-Udine, Venezia-Trento, Adria-Mestre ed il tronco ferroviario di quattro binari per Venezia Santa Lucia.

FORTE GAZZERA

STAZIONE DI VENEZIA MESTRE PORTA OVEST Fermata ferroviaria di superficie, dotata di due binari e sottopassaggio pedonale accessibile ai portatori di handicap. Aperta il 25 Febbraio 2008 e costruita con con tutti i criteri relativi al Servizio Metropolitano.

MESTRE

FORTE SIRTORI

FORTE MARGHERA

STAZIONE DI ORIAGO Stazione ferroviaria di superficie, dotata di due binari, sottopassaggio e impianto ACEI (Apparato Centrale Elettrico ad Itinerari) automatico di tipo semplificato. È dotata di un binario di raddoppio e di uno secondario per il magazzino merci.

FORTE TRON

MARGHERA

ORIAGO STAZIONE FORTE POERIO

Ipotesi di progetto che prevede il recupero della stazione per il collegamento di Forte Poerio al sistema di viabilità ferroviario e stradale.

MIRA

FORTE POERIO

Villa Foscari "La Malcontenta"

NUOVA DARSENA FUSINA STAZIONE DI MIRA BUSE

114 114

Stazione ferroviaria di superficie, dotata di quattro binari, sottopassaggio e impianto ACEI (Apparato Centrale Elettrico ad Itinerari) automatico di tipo semplificato. Attualmente è il capolinea previsto del servizio SFMR della linea 5 Venezia Santa Lucia-Mira Buse.

FORTE MANIN


bile FORTE PEPE

ENZ

FORTE ROSSAROL

AEROPORTO

POLVERIERA BAZZERA

N

venne dismesso e riutilizzato come deposito e base per la gestione logistica. Perciò, i legami tra i singoli forti che in passato venivano svolti attraverso relazioni funzionali di tipo militare, oggi, sono del tutto scomparsi. La mia ipotesi di progetto quindi era volta ad assicurare la sopravvivenza dei Forti, al fine di ristabilire quel sistema di connessioni ormai non più di valenza militare, bensì di carattere infrastrutturale e culturale. L’obiettivo era quello di potenziare in modo sostenibile e mirato, la rete di infrastrutture, in particolare, la linea ferroviaria che collega la stazione di Adria con quella di Venezia. L’ intervento migliorativo della linea esistente Adria Venezia Mestre Sfmr (Sistema ferroviario metropolitano regionale) consisteva nell’inserimento della nuova Stazione di Forte Poerio, tra quella di Mira Buse, attuale capolinea della metropolitana di superficie, e quella di Oriago.

MURANO SANT'ERASMO

LE VIGNOLE VENEZIA LA BIENNALE

LA GIUDECCA

SACCA SESSOLA

LIDO DI VENEZIA

115


VIAGGIO IN SVIZZERA

Il viaggio in Svizzera prevedeva, nell’arco di quattro giorni, la visita a numerose ed importanti opere architettoniche, dislocate in alcune importanti città in particolare Losanna, Martigny, Vevey, Murten, Basilea, Dornach, Lugano, Bellinzona. Nei primi due giorni abbiamo visitato parecchie opere di architettura, tra le quali la ristrutturazione di un ex fienile dei Clavienrossier Architetctes, la Petite Maison di Le CorbusIer e, a Losanna, il Rolex Learining Center dei Sanaa, dove è apparso impressionante il contrasto tra la possanza della lastra ondulata e la leggerezza dell’interno. Poichè il viaggio era collegato al Laboratorio Integrato di Progettazione 2 che come tema prevedeva la progettazione di una casa per lo studente, durante il viaggio sono stati visitati alcuni complessi di case residenziali e studentesche, in particolare lo Spittelhof Housing di Peter Zumthor a Basilea e la Casa dell’Accademia di Könz - Molo e Barchi Architekten a Mendrisio. A Weil am Rhein, abbiamo potuto visitare il Vitra Design Museum, museo privato dedicato al design del mobile e all’architettura moderna e contemporanea, al cui interno erano presenti numerosi padiglioni tra i quali il Vitra Design Museum di Frank O. Gehry, il Conference Pavilion Vitra di Tadao Ando, la Stazione dei Pompieri di Zaha Hadid e il Vitra Haus di Herzog & De Meuron.

Prof. Franca PITTALUGA

˄ Vitra Haus (Weil am Rhein), Herzog & De Meuron, 2010

116


Per l’esame del viaggio, era richiesta l’analisi di un’opera architettonica visitata, presentata sotto forma di articolo di giornale. L’opera presa in esame è stata la Fondazione Beyeler di Renzo Piano a Riehen (Basilea).

˄ Rolex Learning Center (Losanna), Sanaa, 20042010

˄ Centro di ricerca La Roche (Basilea), Herzog & De Meuron, 1994-1997

˄ Spittelhof housing (Biel Benken-Basilea), Peter Zumthor, 1996

˄ Trasformazione di un ex fienile (Charrat), Clavienrossier Architetctes, 2010

˄Torre di controllo ferroviario (Basilea), Herzog & De Meuron, 1998-1999

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L’ articolo sulla Fondazione Beyeler “Appena percepibile dall’esterno, la fondazione Beyeler si dichiara fin da subito come una costruzione realizzata per essere completamente al servizio dell’arte. Progettata da Renzo Piano tra il 1994 e il 1997, ospita più di centocinquanta opere della pittura dei maestri del Novecento, da Cezanne a Monet, da Picasso a Klee, capolavori appartenenti al collezionista Ernst Beyeler e alla moglie Hildy. Il museo appare quasi mimetizzato all’interno del verde del parco e solo un muro lo separa dalla trafficata Baselstrasse, la strada principale del paesino

118

di Riehen. La volontà di mettere in secondo piano l’imponenza che in passato caratterizzava molti musei, risponde al preciso intento dell’architetto: il museo non è stato concepito come un monumento autocelebrativo, bensì come un’opera che si deve porre completamente al servizio dell’arte e ne deve esaltare pienamente l’espressività. Infatti, la parola chiave della Fondazione Beyeler è diventata “il silenzio”, come afferma Piano, perché solo quest’ultimo può rivelare il carattere imprescrittibile dei capolavori contenuti al suo interno. [...]

Nella Fondazione Beyeler, lo spazio espositivo interno è un reticolo di ambienti, ottenuto grazie all’adozione di un modulo (7x11 metri) che viene di volta in volta, ampliato e ritmato: i quattro muri portanti si trasformano all’interno in pilastri, schermati da pareti in cartongesso e posizionati a creare spazi espositivi ben proporzionati tra di loro. Essi sono veri e propri piani sospesi, che mettono in risalto la funzione di sostegno delle opere d’arte, rinunciando a quella portante. Infatti, sono sollevati da terra di 2 cm, così come la loro copertura e appaiono rifiniti il più sem-


plicemente possibile, proprio per non distogliere l’attenzione del visitatore dalle opere d’arte. Il percorso che ne risulta perciò, non è una successione lineare, “forzata”, di sale, bensì un’esposizione fluente, con sequenze quasi labirintiche. Il visitatore è libero di scegliere il proprio percorso, quasi casuale che alterna ambienti chiusi e spazi che si aprono verso il panorama e il parco circostanti. I lati più corti dell’edificio si aprono verso l’esterno con vetrate a tutta parete, sostenute da un sistema di montanti e traversi in acciaio, che proiettano lo spazio espositivo interno

verso il verde e la natura esterni. Anche l’arte stessa viene coinvolta in questo intreccio. Nella sala Monet infatti, il visitatore osserva il dipinto “Le bassin aux nympheas” ed è come se il suo sguardo venisse indirizzato, grazie all’architettura, verso lo spazio esterno. Si instaura in questo modo, un perfetto rapporto armonioso ed equilibrato tra l’emozione del contemplare l’arte e la natura. [...] L’alternanza perfetta tra natura, arte, tecnica e luce rende la Fondazione Beyeler un perfetto esempio di architettura museale, che ricava la sua forza dal contesto e dalle ca-

ratteristiche del luogo. Come afferma Piano stesso, ogni suo progetto è diverso, cioè non segue uno stile (parola, di cui l’architetto non sopporta il peso) perché ogni luogo è diverso e la riuscita di un’opera consiste anche nel saper interpretare, da parte dell’architetto, la geologia, la storia, l’ambiente del sito, destinato ad ospitarla. L’opera di Piano quindi, accolta e apprezzata da molti, rappresenta il simbolo di un’architettura sobria ed elegante, un edificio al servizio dell’arte, che riunisce perfettamente in un rapporto armonioso la luce, la natura e lo spazio.”

119


˄ Stazione dei pompieri (Weil am Rhein), Zaha Hadid, 1993-1994

˄ Vitra Haus (Weil am Rhein), Herzog & De Meuron, 2010

˄ Vitra Haus (Weil am Rhein), Herzog & De Meuron, 2010

120

˄ Conference Pavilion Vitra (Weil am Rhein), Tadao Ando, 1992-1993


Casa dell’Accademia (Mendrisio), Könz - Molo e Barchi Architekten, 1998-2006 ˄

Rolex Learning Center (Losanna), Sanaa, 20042010 ˄

M.a.x museo (Chiasso), Durisch + Nolli Architetti, 2005 ˄

Stazione dei pompieri (Weil am Rhein), Zaha Hadid, 1993-1994 ˄

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