1oo tesi idealismo poststorico-tesi fino al n. 33

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IL CREPUSCOLO DÌ GIOVE (gutta cavat lapidem) MOVIMENTO DELL’IDEALISMO POSTSTORICO

Libertà-Solidarietà-Egualitarismo-Volontà-Infinito-Immortalità-Uomo

1) IL PENSIERO BASTANTE A Se STESSO è SPECULAZIONE 2) L’AGIRE BASTANTE A Se STESSO È SPONTANEA IDIOZIA 3) IL PENSIERO È IN FUNZIONE DELL’AGIRE PRATICO 4) L’AGIRE PRATICO È IL PRINCIPIO ED IL FINE DEL PENSIERO Memini Meminisse

Relatore

Mario Paolo Lio


A tutti gli uomini, figli del nostro tempo

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PREMESSA La lettura e l'eventuale discettazione sopra questa lista organica di tesi concatenanti devono tener conto della difficoltà incontrata nel chiarire i nessi di significato che percorrono la stilazione di questo documento. Pertanto si raccomanda di svolgere un'attentissima analisi di ogni singola tesi in rapporto alla configurazione globale e alla sua medesima singolarità al fine di evitare eventuali incomprensioni e di conseguenza certe facili bollature che vanificano il lavoro svolto. Sottolineo inoltre che il presente lavoro è suscettibile a ogni emendamento qualora i lettori riscontrassero contraddizioni o confusioni di contenuti. Detto ciò, spero in un favorevole giudizio critico in quanto il presente elaborato è la summa di una decennale riflessione(corroborata da vari strumenti empirici e culturali acquisiti) che sta a fondamento di una nuova ,o perlomeno innovativa, spinta alla messa in discussione dell'uomo d'oggi,dell'uomo di ieri e del probabile uomo di domani. Per questo ringrazio anticipatamente chi si avventurerà in questo flusso continuo d'idee che credo di aver organicamente mostrato.

Relatore

Mario Paolo Lio

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STRUTTURA

Le 100 Tesi sono articolate in: 20 tesi propedeutiche all'IDEALISMO POSTSTORICO Che a loro volta sono suddivise in due propaggini: COGNIZIONE D'IDEALISMO INDIRIZZI D'APPLICAZIONE

30 Tesi riguardanti lo sviluppo del processo che ha portato alla rivitalizzazione dell'idealismo nel periodo storicoculturale definito esaustivamente “IL TEMPO DEL DISINCANTO” Nello specifico ho puntualizzato 3 diramazioni: Tesi 20-29 SVILUPPO STORICO CONTESTUALE Tesi 30-39 CONTEMPORANEITÀ E IDEALISMO RIVISTO Tesi 40-49 (vernacolari)SICILIA,SICILIANI,SICILIANITÀ 10 Tesi che trattano il rapporto tra IDEALISMO, SPECULAZIONE INTELLETTUALE e PASSIVITÀ dell‟acquisizione dei contenuti valoriali 20 Tesi MANIFESTO ORIENTATIVO DELL'IDEALISMO POSTSTORICO 20 Tesi PROGETTUALITÀ E APPLICAZIONE PRATICA degli intenti idealisti propugnati nelle tesi A seguire un elenco di aforismi,citazioni e riflessioni dell‟animo catartico(tra cui l’afflato della Poetessa dell’OltreUomo) Inoltre: -10 TESI ALFABETICHE SULLO STATO DÌ BASE IDEALPOSTSTORICO -EPITAFFIO DÌ GIOVE -LA NOTTOLA DÌ MINERVA E L'INFORMAZIONE INTRAPRENDENTE(4th Power) -Percorso indicizzato per una rapida consultazione A. Indice di consultazione B. Il Crepuscolo in breve... Conclusioni e promesse per il futuro...

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100 TESI DELL’IDEALISMO POSTSTORICO

LA VOLONTA’ LIBERA L’UOMO DAL DESTINO DELL’ANNICHILIMENTO

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AURORA DELLA VOLONTA’

Tesi n° 1.

Chi percepisce un senso d’insoddisfazione e frustrazione di fronte all’inevitabile consuetudine della sofferenza arrecata a se stessi e agli altri, ha colto il primo segno della disarmonia esistente tra i valori culturali condivisi e la realtà per certi versi in contraddizione con i postulati mentali che possediamo come bagaglio culturale.

2.

La distanza percorrente ciò che è giusto da ciò che è in realtà, si palesa nella messa in discussione delle apparenti convenzioni sociali che riportano globalmente la visione speculare e riduttiva di quanto siamo in grado di comprendere ciò che è concernente alla nostra esistenza, le nostre interazioni sociali e le nostre opinioni che riteniamo orientative nello svolgere il nostro ruolo.

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3.

Difficoltà principale di un’estensione del proprio prospetto critico è l’isolamento e successiva stigmatizzazione che avviene quando si pongono dubbi su ciò che viene ritenuto valido dalla maggioranza sociale e per questa ragione si viene posti alla gogna in quanto ogni sovvertimento viene percepito come dannoso e oscuro nei confronti della labile stabilità che mantiene eretta l’impalcatura dei nostri giudizi e consuetudini.

4.

La complessità del reale e la carenza di verità assolute pongono necessari dubbi sulla condotta abitudinaria del pensiero che appiattisce e conforma i sussulti di cambiamento.

5.

L’istituzionalizzazione funzionale dei ruoli iscritti nel gioco delle parti vanifica i pensieri e le azioni di coloro che si attivano per un cambiamento, sia nel singolo campo d’influenza che nella prospettiva globale determinata storicamente.

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6.

Il godere di alcuni e l’agonia di altri deve indurre ad agire affinché questa disparità venga colmata. Al pari la mancanza di sensibilità sulle questioni inerenti le difficoltà altrui deve essere da monito per ricordarci che l’impegno ad agire sarà ostacolato soprattutto dall’egoismo altrui e dalla sufficiente ipocrisia con cui spesso si trattano le questioni umane e nello specifico le sofferenze di essi.

7.

Seppur possa sembrare chimerica la VOLONTÀ DÌ CAMBIARE IL MONDO, è necessario ricordarsi che i grandi processi di cambiamento nascono (ma non necessariamente costruiti e contestualizzati) da grandi idee che anche grazie a Volontà di ferro possono trovare una collocazione e un’attuazione che validifichi i propositi. Il cambiamento consta di un lungo e tortuoso percorso che nel suo avanzare troverà sempre maggiori difficoltà, ma questo non deve destare dal compito prefisso perché è nostra natura avere scopi e cercare di raggiungerli e per questo sollecito chiunque a non demordere nonostante le avversità.

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8.

È innegabile che la volontà non ha una forza superiore agli eventi che in un modo o nell’altro imprigionano noi nelle circostanze presenti ma è pur vero che una volontà tenace e una mente capace di cogliere le aporie, possono scalfire (con questo rimando alla lenta processualità dei cambiamenti) i baluardi nemici che cerchiamo di colpire.

9.

Il vuoto della civiltà del disincanto provoca un morboso attaccamento su ciò che vanamente riempie le nostre giornate. La solitudine costruita ad arte da chi vuole l‟uomo in balia di false passioni arricchisce coloro che nell‟uomo riconoscono un grottesco valore di mercato o di consenso. La SOCIETÁ DÌ MASSA si configura adesso come SOCIETÀ DEI SINGOLI INSIGNIFICANTI DELL‟ANARCOINDIVIDUALISMO. La massificazione ha lasciato il posto all‟annichilimento personale e ciò non può esser più tollerato. Purtroppo l‟evanescenza della biasimata massa si è dissolta nei fumi delle ambizioni e dei desideri personali sovrapponibili alla Società stessa nella sua unione.

10. La

vita non è descrivibile secondo nozioni di merito o di demerito: possiamo solo darle indirizzi.

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LA LUCE ACCECA GLI UOMINI STOLTI

11.

L‟idealismo costruisce percorsi atti a raggiungere scopi; La costruzione dialettica e la chiarezza d‟intenti producono naturali diramazioni che accertano la validità dei contenuti posti in programma. I dualismi che perdono significati nella pragmatizzazione risultano infondati e storicamente superati. La dialettica costruttiva è quella basata sul discernimento dei valori presenti e l‟assunzione di determinati setacci culturali che pongono a paradigma la commistione sinergica di elementi socioculturali e politici anche distanti tra loro ma organicamente giustapponibili.

12. La

presentazione di un orientamento critico parte da una propedeutica iniziale all‟interno delle istituzioni in cui vengono veicolati i Saperi. La Cultura, essendo fenomeno a impatto corale ma discriminata necessariamente da una minoranza d‟individui che per una ragione come un‟altra s‟incaricano di convertire le sensazioni e le atmosfere ideali del suo Tempo in Sapere dinamico performante, deve essere costruita sul primo stadio dello sviluppo idealistico del nostro Tempo: la fase dell‟accrescimento spirituale a fronte del dilagare dell‟assolutizzazione del nichilismo individuale.

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13. In

una dialettica di analisi dei Valori correnti, è da mettere in conto il fenomeno definito Divismo. Esso consta della mitizzazione di personaggi più o meno pubblici, specialmente dello Spettacolo, che attirano l‟interesse su di sé proponendo, indirettamente o direttamente, usi, costumi e perfino le condotte di comportamento da adottare e influenzando così una vasta scala di persone definibili “pubblico delle correnti mediatiche”.Se la critica a essi finisce per stagnarsi in un moralismo da opinionista televisivo (che è a sua volta funzionale per l‟affermazione del personaggio) allora è bene disaminare con oculatezza oggettiva le modalità con cui avviene questo veicolamento valoriale e cercare, dunque, di porre nuovi obiettivi e critici focus al fine di ridimensionare questo fenomeno che sicuramente è segno di un imbarbarimento culturale e, senza dubbio, anche civile.

14.

La ricerca di un ricettacolo di Volontà comune deve disporci a unire le nostre forze con abnegazione per raggiungere il fine ultimo della creazione di un compatto gruppo dai comuni intenti ma diversi nella loro visione specifica; quest‟ultimo passaggio è fondamentale per una semplice ragione che intendo esprimere concisamente: il libero pensiero collabora nell‟agire ma mai si assimila.

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15. La

fruizione continua e seguitata di modelli evocatori di edonismo disimpegna e destruttura la logica individuale delle personali azioni regolate in funzione del mutuo sostegno e dell‟armonica collaborazione civile. É Una priorità assoluta ristabilire e ristrutturare la scala dei valori che pone a suo fondamento principi quali la mutualità e l‟ordine in chiave umana e non repressiva evitando quindi il progressivo procedere verso un probabile futuro in cui le distanze tra classi di appartenenza sociale aumentino e risultino non più organicamente contingenti. Lo sviluppo sostenibile di una Società si basa sulla libera competitività dei suoi singoli senza restrizioni di alcun tipo specialmente quelli di origine e provenienza cercando, ove possibile, di restringere gli sfoghi di frivolezza contenutistica e assumendo l‟esercizio dell‟autocritica come garante dello sviluppo del singolo e della Società.

16. La

devianza del culto della trasgressione che tanto è cara ai cosiddetti “Radical Chic”, vanifica il senso stesso di trasgressione poiché l‟adorazione passiva di essa e la sua assunzione abituale nel comportamento, la legittima come tale e perde così la sua naturale tendenza a generare radici di crisi nei costumi (e a volte nei pensieri) della Società in cui si presenta. La trasgressione, sottolineo in ultima istanza, risiede nelle idee e non nelle manifestazioni apparenti, disdicevoli sì per alcuni, ma sicuramente fini a se stessi per la portata di significato. XII


politica del moderato e dell‟estremista non giungono a un reale risultato che abbia reali conseguenze sul piano societario: ambedue infatti s‟istituzionalizzano a tal punto che i propositi messi in atto nelle loro intenzioni, rientrano esclusivamente nell‟ideologizzazione,o addirittura strumentalizzazione, delle idee poste in essere e ciò comporta un inesorabile cesura che si pone tra le strategie e i risultati effettivi. Anche se è inevitabilmente logica la loro presenza almeno come garanti di uno Stato e di una sua Democrazia, i partiti e i movimenti sono destinati, per la loro intrinseca natura, alla loro autodissoluzione in quanto il valore rappresentativo che essi supportano decresce in maniera inversamente proporzionale all‟incremento della Sfiducia e del Disinteresse del popolo referente.

17. La

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18. L‟informazione

delle grandi Testate è pilotata dalle necessità dei loro Editori che risultano essere coatti dagli interessi di natura politica ed economica che inficiano la neutralità e lo spirito giornalistico che dovrebbero essere i costituenti fondamentali del cosiddetto “quarto potere”.La nuova informazione dovrà basarsi pertanto su autonomi e cooperanti piccoli gruppi editoriali che garantiscano al lettore-uomo una prospettiva di vedute ad ampio raggio e mai falsificate dagli oligopoli del potere transinformativo che inevitabilmente interessa le tipologie d‟impresa editoriale citate precedentemente. É da sottolineare,inoltre,che una miglioria essenziale nell‟avanzamento verso un „informazione intraprendente(vedasi La Nottola di Minerva e l’Informazione Intraprendente) è la processuale analisi ipercritica dei fatti e delle questioni prese in esame al fine di sviscerare le intime nature del nostro Tempo e della nostra Società garantendo in tal modo al fruitore della Notizia una completa mappatura informativa atta a dare una conoscenza concreta di ciò di cui si sta trattando. L‟informazione non deve dare un‟idea più o meno falsificata dalle personali interpretazioni ma deve dare una completa e funzionale conoscenza all‟uomo di oggi investito dalla moltitudine spasmodica d‟informazioni incomplete del nostro tempo.

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due anime di una realtà sociale sono l‟Ordine e il Caos,la pulsione di Marte e lo spirito di condivisione di Venere; La Storia si articola su queste due armoniche anime oppositrici, alternandosi e compenetrandosi vicendevolmente, generando il flusso costante/incostante della crisi/rottura della nostra vita e cultura storicamente determinate. Nel tempo nostro, in questo tempo dalle fasi lunari irregolari, si assiste allo sconvolgimento di tale binomio, preannunciandosi una Società che della Velocità e dell‟utile formale ha fatto suoi imperativi categorici, cedendo volentieri alle lusinghe di una deriva indorata di progresso ed evoluzione catartica di una fantomatica evoluzione storica e tecnologica. A questo l‟idealista deve porre rimedio, a questo il sognatore pragmatico dello Spirito deve dirigere i suoi sforzi immani cercando di riequilibrare il rapporto binomiale dell‟armonia costitutiva partendo dalla disamina di contraddizioni ed errori e, ponendo soluzione e copertura alle falle concettuali e fattuali del mondo degli uomini, ristabilire un ordine reale ai Valori dell‟orientamento socio-culturale.

19. Le

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20. Il

culto della Democrazia, quella credenza secondo cui essa sia la più evoluta e la più umanamente possibile forma di gestione e condivisone del potere all‟interno della Società, risulta essere un mero artificio formale che pone al suo interno insanabili contraddizioni(vedasi Tesi d’ Appendice per approfondire l‟analisi delle contraddizioni solo citate in questa tesi).L‟Idealismo Poststorico propone l‟alternativa, ma logicamente conseguente allo sviluppo della democrazia e dello stato di diritto, della Sinergica Società Equipotenziale Differenziata (Sed Society)*.

*V. Manifesto orientativo Idealismo Poststorico e Tesi d’Appendice

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LA MEDIETÀ DEI MALI È LA CONSAPEVOLEZZA

21. L‟eterno

confronto storico-culturale tra Idealismo, afflato dell‟Anima sul Mondo, e Utilitarismo concettuale* (da non confondere col semplice Utilitarismo Etico),costruito e mostrato sotto diverse spoglie, ha conosciuto i suoi materiali albori dall‟ancestrale sviluppo dell‟umana Coscienza. Attualmente nel predominio della Coscienza, l‟Utilitarismo ha un maggior peso e affluenza,considerando che il suo maggior favore deriva dalla commistione sofisticata di Metafisica rivelata delle Grandi religioni(svuotate del loro apporto valoriale e consacrate al loro rito in funzione prettamente strumentale esterna)e d‟ ideologie societarie di stampo tecnocratico e neoliberista. Questo sbilanciamento porta come ragionevole conseguenza,se non come destino ineluttabile, un‟intensificazione strumentale della sublimazione(e conseguente alienazione)delle facoltà e delle aspirazioni umane, garantendo precipuamente il controllo e il dominio culturale e stigmatizzando(e necessariamente segregando) coloro che hanno mantenuto ,e oggi mantengono, uno status di liberi pensatori,sognatori politici e uomini dal fideismo missionario,trovando spesso l‟avvallo dell‟ignobiltà popolare facile ad essere soggiogata al volere verticalmente posto. XVII


Nelle successive tesi(22-30) cercherò di mostrare lo sviluppo dell‟Idealismo, articolando processi storici e culturali di pubblico dominio conoscitivo, portando alla consapevolezza che l‟Idealismo è un pericolo per chi detiene lo status quo di ogni tempo e come esso può oggi ridare Vita all‟Uomo nell‟Era poststorica.

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*Utilitarismo Concettuale:Tendenza di pensiero, riscontrabile in diverse forme e gradi di sua applicazione in tutti i campi dello scibile e dell‟agire umano,che pone al suo centro la Volontà di ottenere concreti benefici a soddisfazione dei desideri, delle Curiosità e delle Voluttà Umane, e teorizzando un‟immediatezza e conoscibilità empiricamente testabile delle Verità attraverso retoriche demagogiche e corrispondenze di paradigmi scientifici, destina il resto dello spettro delle conoscenze e delle Volontà umana a semplice speculazione (o farneticazione) di un‟umanità incapace di assecondare questa metodica strumentale dell‟esistenza. La connotazione Etica dell’Utilitarismo(tengo a precisare per evitare facili paragoni con quello concettuale)seppur presente nel cuore di quello concettuale, si definisce come la semplice ricerca di opportunità di soddisfazione dei bisogni personalistici, contravvenendo alla Moralità manifesta socialmente(ma non necessariamente condotta dagli individui globalmente) che pone un certo valore alla trasparenza e alla genuinità comportamentale, e suscitando quindi disapprovazione in quanto l‟Utilitarismo Etico genera istinti di sopraffazione e macchia inevitabilmente le relazioni umane nella loro intrinseca natura di complicità tra individui basata sull‟equilibrato scambio di forze e possibilità. Utilitarismo concettuale:Metodo di ricerca e di Agire Utilitarismo Etico: Ricerca egoistica di trarre vantaggi, soprattutto soddisfazioni di Voluttà, anche sovrapponendosi alle altrui facoltà.

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22. La

nascita dell‟Idealismo (o perlomeno la sua iniziale comparsa) si può collocare essenzialmente con il manifestarsi delle ritualità sociali e quindi con la messa in comune di precetti valoriali di regolamentazione comportamentale e conoscitiva, che servissero da collante e da orientamento. Ovviamente lo scatto successivo che determina un‟Idealismo quasi completamente scollegato da una certa meccanicità, avviene nella fase della mitizzazione, i cui personaggi, di diversa sorta, incorporano questo bagaglio culturale, e prospettandosi ai contemporanei e ai posteri quali baluardi ultimi della cultura e della ritualità ad essi connessi, superano i limiti dell‟Uomo “normale” per essere “apoteosizzati”.

23. L‟Apoteosi,

il divenire praticamente un Dio (o almeno non sullo stesso piano della medietà umana) destruttura la visione del Mondo in una prospettiva a piani gerarchici, a ricerche di disvelamento (Verità) ed a una Consapevolezza che l‟Uomo Faber et Sapiens fosse in grado di capire e plasmare la Realtà. Questa centralità rimarrà tale fino alla sua demistificazione apportata dalla crisi/continuità della svolta metafisica dell‟Occidente nel protocristianesimo prima e nella torbida (se mi si consente di definirla tale) Autocrazia Clericale (Medioevo Cristiano).

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24. Lo

stadio successivo è quello trascrivibile come Umanesimo Intellettuale, cioè una riproposta della centralità umana nel pensiero e nelle opere. Questo processo era però limitato ai circoli dell‟alta Cultura europea e ciò comportò (pur essendo una causazione degli eventi socio-culturali successivi) una ristretta opera di rigenerazione e reale cambiamento all‟interno delle Società di quel tempo. Contemporaneamente si realizzarono le Summa delle scoperte filologiche (con la fiorente riscoperta della Classicità) e la sinterizzazione delle basi del futuro pensiero politico-culturale e, soprattutto, si crearono le condizioni di un particolare sviluppo economico e sociale che traghettò l‟Europa infausta del medioevo verso la proiezione del Mondo Moderno. Per quanto riguarda l‟Idealismo, esso si colloca perlopiù nelle officine della Cultura di stampo classico come soggetto di opere letterarie e disputationes di Filosofia ed Esoterismo. Risulta essere lontano ancora l‟abbaglio Idealista che farà nel Pensiero Romantico e Decadènt il motore precipuo di ogni agire.

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25. Nel

nostro percorso storico adesso troviamo un aspetto che è da fondamento alle future caratteristiche dell‟Idealismo: La centralità della figura Innovatrice, capace di assorbire le tendenze del suo Mondo e Tempo, e creare un‟alternativa che sia accettabile per le strutture del presente e proiettabile idealmente verso un progressivo futuro. Volendo descrivere un esempio che deve essere decontestualizzato dall‟ambiente di riferimento e considerato secondo l‟aspetto enunciato precedentemente, possiamo rifarci, come Emblema ideale di questo nuovo processo, all‟abate Martin Lutero, padre della crisi dottrinale e istituzionale (portatore, tra l‟altro, della prima vera crisi del potere centralizzato della Chiesa Romana)che sconvolse l‟assetto istituzionale (e il rapporto con la Fede) dell‟Europa a cavallo tra il 1500 e il 1600. Prendendo spunto da questo controverso personaggio della cristianità moderna, è evidente il nuovo rapporto tra figura centrale, e spesso controcorrente, e istituzione di riferimento che cerca di ristabilire un ordine di potere ascrivibile forse in passato ma non più tangibile nella sostanza fattuale: infatti restano retrograde e incapaci di evolversi ed adeguarsi le varie istituzioni che prescrivono la loro esistenza verso un destino di decadimento e probabile dissoluzione mentre una folta schiera di figure prende possesso del nuovo corso degli eventi. Questo processo si ripresenterà in altre occasioni storicamente determinate come il pregresso della rivoluzione francese con i XXII


Philosophes parigini e tutta l‟Intellighenzia dell‟Encyclopédie che hanno pesantemente condizionato le sorti di una situazione storica - politica (avallati, tra l‟altro, da una considerevole incapacità economica-sociale della Corona francese) che storicamente conosciamo. Riassumendo il tutto, possiamo rilevare in ultima istanza, che il periodo che precede lo spirito Romantico e l‟era delle masse sia fortemente caratterizzato da una particolare centralità della figura innovatrice in aperto contrasto con le istituzioni dello status quo che risultano essere incapaci di rispondere ai nuovi cambiamenti del tempo a loro contestuale.

XXIII


26. L‟800‟;

La Germania;Questo è il tempo;Questo è il luogo. Queste sono le coordinate dell‟Aurora dell‟Idealismo Moderno, dell‟Idealismo performante, dell‟Idealismo Materialista, dell‟Idealismo guida d‟interi popoli. La sentenza della Storia porta in essere il giudice Hegel che nella sua assolutoria condanna dell‟uomo e della sua storia, lo Spirito Assoluto, richiama i suoi discepoli alla forza pulsante del pensiero ed alla sua connessa facoltà plasmante, aleggiando i culti dell‟Infinito, del travalico del limite, della superbia degli umili. Marx assapora la forza del suo tempo e ristabilisce connessione ad un idealismo astratto (forse Metafisico), e da valenza politica all‟idea di Sistema. La guerra dei popoli, delle classi, portano alla decadenza gli intellettuali, spaesati, non più fruitori di otium, ma sostenitori attivi del negotium. L‟ impegno, l‟ engagement dirà Sartre, si configura in virtù e dovere dell‟uomo sapiente. L‟umanità conosce la sua omologazione, la sua alienazione, portandosi il gravoso compito di costruire( o distruggere) il suo essere nel mondo.

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27. Figure

profetiche, poco comprese, spuntano nel guazzabuglio delle correnti, e degli occhi afflitti e lungimiranti dell‟uomo che in Socrate riconosceva l‟Estetica censoria in virtù della Ragione raggiungono il tempo del nuovo destino mondiale. Si palesa l‟uomo che schiarisce il mondo valoriale, Nietzsche, che con il “Dio è Morto” (non ontologicamente parlando) costruisce il simbolo di quel fine „800. Nella servitù a Valori - cadavere che crea dominatori e dominati, Nietzsche invoca la Volontà di potenza per ribaltare lo status quo della decadenza occidentale, prefigura l‟uomo nuovo, il pigmalione che vuole vivificare un‟umanità bronzea e corrosa, l‟OltreUomo(e non il Superuomo come di solito erroneamente si traduce il termine). L‟ Abendland (la terra del tramonto) con il Nichilismo imperante tornerà(o forse non è mai andato via) nel mondo degli uomini. E da qui, l‟idealismo, nella sua gestante nascita e sviluppo, calcherà prepotentemente le sorti del „900…

XXV


28. Il

„900, il tempo delle masse e degli eventi di massa, dei totalitarismi che hanno cercato di sperimentare le lezioni dei maestri dell‟ 800, del mondo globale e dei singoli individui perduti nella marea del mondo senza confini. Fino alla seconda guerra mondiale prima, e fino agli anni ‟80, poi l‟umanità ha cercato di rifarsi da sé, di sperimentare un nuovo mondo che avesse in seno una matrice: gli ideali. Che ci sia riuscita, la risposta sta nella dissoluzione di tali ideali.

29. L‟unica

idea che in due secoli sia riuscita ad affermarsi e continua tuttora a sopravvivere è il capitalismo: unica matrice dell‟uomo nuovo che in castelli d‟oro ha posto le sue chiese, in biglietti filigranati i suoi rapporti, in sogni di ricchezza e d‟ambizione il suo Verbo.

XXVI


Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni? E quelli gli fissarono trenta monete d’oro Mt. 26,15

30.

< Ogni uomo ha il suo prezzo. chi dice di non averne aspetterà di certo una cifra più alta> Questa “Massima” denigratoria per l‟Uomo è l‟infima legge che regola(surrettiziamente e non) il nostro tempo, il tempo del disincanto.

31. Il

mondo del lavoro è univocamente proteso verso la produzione di profitto e fasce di mercato. Seppur riduzionista (e a tratti semplicistica), la definizione data sulle tendenze presenti in questa realtà è orientativamente configurante in tal enunciato. Posto quindi come tale, risulta essere logicamente necessaria la conseguenza secondo cui il mercato ricerca la sua sopravvivenza a tutti i costi e in particolar modo nella barbara mercificazione XXVII


della vita e dei Valori. Si configura, perciò, una natura dei rapporti umani descrivibile sinteticamente come “rapporto di scambio sociale”, il cui motore è realizzato nella condotta ossessiva del DO UT DES (do perché tu mi dia ndr.). 32. La

Globalizzazione ha spinto i mercati a seguire la linea della mobilità e della flessibilità, rivoluzionando l‟idea stessa del lavoro. Per questo le aziende non organizzano i loro investimenti su lungo raggio ma scelgono la strada delle programmazioni contrattuali che si concentrano su mercati sicuri e su prospettive (circoscritte nel tempo) di guadagno costruite sulla fiducia a lavori e commesse ad alto grado probabilistico di riuscita. Inevitabile risultato di ciò è il lavoro a contratto, a tempo determinato, precario per intenderci, che nella sua esasperazione giunge al lavoro interinale. Il posto fisso, culto e aspirazione della piccola Italia lavoratrice, è sempre più un miraggio. Se ciò non bastasse, all‟interno di questa congiuntura abbiamo anche le percezioni sociali dello sciacallaggio dei posti di lavoro, dello scavalcamento barbaro e pilotato nelle graduatorie degli enti pubblici (processo ben noto al Sud ma che adesso si è largamente affermato nel Belpaese) e il più temuto, a mio avviso: l‟ immobilità sociale.

XXVIII


33. L‟immobilità

sociale è un argomento fondamentale (posto che si abbia una minima infarinatura socio-economica) per due eloquenti e (a mio avviso) ovvie ragioni: La prima è che una Società che non garantisce pari possibilità di cambiamento socioeconomico tende ad una pericolosa polarizzazione dei gruppi sociali, cadendo nella stigmatizzata definizione (e sostanza) di casta, comportando di conseguenza una contraddizione nei confronti dello Stato di Diritto. La seconda ragione, concatenata logicamente con la prima, determina che una Società non variata nei suoi costituenti e nelle sue forze di sviluppo di risorse umane, costruisce un‟impalcatura ideologica di tipo disfattista che isola gli individui, con le loro aspirazioni e il loro probabile contributo all‟organismo societario, in sacche di contenimento che costringono gli aventi parte in Volontà autosufficienti e slegate dall‟idea di contribuire attivamente (e sentirsi parte) dei processi civili e politici. Gli sforzi dei singoli ricadono perciò in pratiche diversive quali il consumo autorealizzante (psicosocialmente) e l‟edonismo assuefante che calca la mano sulla grettezza egoicistica, sfaldando di conseguenza ogni principio di aggregazione e di rapporto socio-culturale reale, dissolvendo così l‟integrità del singolo e della società nei fumi idolatri dei menefreghismi particolaristici e torbide regole di comportamento stabilite sull‟essenza del reciproco opportunismo di fondo.

XXIX


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